s a g g io
«Processi formativi e scienze dell’educazione» Collana fondata da
Piero Bertolini, Luisa Santelli Beccegato, Duccio Demetrio Nuova
serie diretta da Roberto Farnè, Luisa Santelli Beccegato
Comitato Scienti#co Paolo Calidoni, Enza Colicchi, Michele Corsi,
Carmela Covato, Ettore Felisatti, Laura Formenti, Luca Gallo, John
Portelli, Maria Grazia Riva, Georges Stamelos, Roberto Trinchero,
Simonetta Ulivieri
I volumi di questa collana sono sottoposti a processo di peer
review da parte di referee anonimi
«Monogra#e» 1. Stefania Massaro, Metamorfosi della democrazia e
dell’educazione. Principi e metodologie 2. Valentina Grion, Alison
Cook-Sather (a cura di), Student Voice. Prospettive
internazionali
e pratiche emergenti in Italia 3. Leonardo Trisciuzzi, Tamara
Zappaterra, La dislessia. Una didattica speciale per le
dif"coltà
nella lettura, seconda edizione ampliata 4. Beate Weyland, Sandy
Attia, Progettare scuole. Tra pedagogia e architettura 5. Laura
Marchetti, Oltre la mente coloniale. Allegorie d’infanzia, d’arte e
d’amore 6. Gabriella Calvano, Educazione ambientale e formazione
degli operatori. Il caso Puglia 7. Valeria Rossini, Educazione e
potere. Signi"cati, rapporti, riscontri 8. Luisa Pandol#, Costruire
resilienza. Analisi e indicazioni per l’accompagnamento educativo
in
uscita dalle comunità per minori 9. Micaela Castiglioni (a cura
di), Figure della cura. Gesti, immagini, parole per narrare 10.
Fausta Sabatano, La scelta dell’inclusione. Progettare l’educazione
in contesti di disagio sociale 11. Damiano Felini, Educare al
cinema: le origini. Ri$essioni ed esperienze di pedagogia dei
media
"no agli anni della contestazione
«Manuali» 1. Demetrio Neri, Filoso"a morale. Manuale introduttivo
2. Elena Besozzi, Maddalena Colombo, Metodologia della ricerca
sociale nei contesti socio-educativi 3. Laura Formenti (a cura di),
Sguardi di famiglia. Tra ricerca pedagogica e pratiche
educative
Sezione «Pedagogia Speciale e dell’inclusione», a cura di Serenella
Besio, Fabio Bocci, Roberta Caldin, Tamara Zappaterra
Comitato Scienti"co e di Referee:
Julia Alonso Garcia, Giombattista Amenta, Laura Arcangeli, Lucio
Cottini, Piero Crispiani, Roberto Dainese, Filippo Dettori,
Patrizia Gaspari, Catia Giaconi, Francisca Gonzalez Gil, Denis
Kruzhkov, Pasquale Moliterni, Annalisa Morganti, Claire White
1. Valeria Friso, Disabilità, rappresentazioni sociali e
inserimento lavorativo. Percorsi identitari, nuove
progettualità
2. Patrizia Gaspari, Per una Pedagogia Speciale oltre la
medicalizzazione 3. Nicole Bianquin, Inclusione e disabilità.
Processi di autovalutazione nella scuola 4. Valeria Friso, Luca
Decembrotto, Università e carcere. Il diritto allo studio tra
vincoli e pro-
gettualità 5. Elizabeth Guerin, Tamara Zappaterra, L’insegnamento
della lingua inglese e i Disturbi Spe-
ci"ci dell’Apprendimento 6. Andrea Mangiatordi, Costruire
inclusione. Progettazione Universale e risorse digitali per
la
didattica 7. Serenella Besio, Roberta Caldin (a cura di), La
Pedagogia Speciale in dialogo con altre
discipline. Intersezioni, ibridazioni e alfabeti possibili
098_19_GUERINI_La_Pedagogia_Speciale_in_dialogo_con_altre_discipline.indd
2 18/10/19 16:06
la Covato, Ettore Felisatti, Laura la Covato, Ettore Felisatti,
Laura iva, Georges Stamelos, Roberto Trinchero, iva, Georges
Stamelos, Roberto Trinchero,
so di peer review da parte di referee anonimiso di peer review da
parte di referee anonimi
fosi della democrazia e dell’educazione. Principi e metodologiefosi
della democrazia e dell’educazione. Principi e metodologie Student
Voice. Prospettive internazionali Voice. Prospettive
internazionali
dislessia. Una didattica speciale per le dif"coltà didattica
speciale per le dif"coltà
Progettare scuole. Tra pedagogia e architetturaProgettare scuole.
Tra pedagogia e architettura e la mente coloniale. Allegorie
d’infanzia, d’arte e d’amoree la mente coloniale. Allegorie
d’infanzia, d’arte e d’amore
mazione degli operatori. Il caso Pugliamazione degli operatori. Il
caso Puglia e. Signi"cati, rapporti, riscontriti, riscontri
e resilienza. Analisi e indicazioni per l’accompagnamento educativo
in e resilienza. Analisi e indicazioni per l’accompagnamento
educativo in
e della cura. Gesti, immagini, parole per nare della cura. Gesti,
immagini, parole per nar , La scelta dell’inclusione. Progettare
l’educazione in contesti di disagio socialeogettare l’educazione in
contesti di disagio sociale
e al cinema: le origini. Ri$essioni ed esperienze di pedagogia dei
media e al cinema: le origini. Ri$essioni ed esperienze di
pedagogia dei media
Filoso"a morale. Manuale introduttivoFiloso"a morale. Manuale
introduttivo 2. Elena Besozzi, Maddalena Colombo, Metodologia della
ricerca sociale nei contesti sociMetodologia della ricerca sociale
nei contesti soci
Laura Formenti (a cura di), Sguardi di famiglia. Tra ricerca
pedagogica e pratiche educativedi di famiglia. Tra ricer
Speciale e dell’inclusione», a cura di Serenella Besio, Fabio
Bocci, e dell’inclusione», a cura di Serenella Besio, Fabio Bocci,
amara Zappaterraamara Zappaterra
Comitato Scienti"co e di Referee: Comitato Scienti"co e di
Refer
Garcia, Giombattista Amenta, Laura Arcangeli, Giombattista Amenta,
Laura Dainese, Filippo Dettori, Patrizia Gaspari, Dettori,
Patrizia
Denis Kruzhkov, Pasquale Moliterni, Annalisa Morganti, Claire
White, Pasquale Moliterni, Annalisa Morganti, Claire White
Valeria Friso, Disabilità, rappresentazioni sociali Disabilità,
rappresentazioni nuove progettualitàogettualità Patrizia Gaspari,
Patrizia Gaspari, Per una Pedagogia Speciale oltrPer una Pedagogia
Speciale oltr Nicole Bianquin, Nicole Bianquin, Inclusione e
disabilità. PrInclusione e disabilità. Pr Valeria Friso, Luca
Decembrotto, Valeria Friso, Luca Decembrotto,
gettualitàgettualità
5. Elizabeth Guerin, Tamara Zappaterra, Elizabeth Guerin, Tamara
Zappaterra, ci"ci dell’Apprendimentoci"ci dell’Apprendimento
6. Andrea Mangiatordi, Andrea Mangiatordi, Costr
didatticadidattica
7. Serenella Besio, Roberta 7. Serenella Besio, discipline.
Intersezioni, ibridazioni e alfabeti possibilidiscipline.
Intersezioni, ibridazioni e alfabeti possibili
PROCESSI FORMATIVI E SCIENZE DELL’EDUCAZIONE
Sezione «Pedagogia Speciale e dell’inclusione» 7
098_19_GUERINI_La_Pedagogia_Speciale_in_dialogo_con_altre_discipline.indd
3 18/10/19 16:06
Sezione «Pedagogia Speciale e dell’inclusione»
© 2019 Edizioni Angelo Guerini e Associati srl via Comelico, 3 –
20135 Milano
http://www.guerini.it e-mail:
[email protected]
Prima edizione: 2019
Ristampa: v iv iii ii i 2019 2020 2021 2022 2023
Publisher Andrea Stingo
ISBN 978-88-8107-433-4
Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere
effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di
periodico dietro pagamento alla siae del compenso previsto
dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le
fotocopie effettuate per #nalità di carattere professionale,
economico o com- merciale o comunque per uso diverso da quello
personale possono essere effet- tuate a seguito di speci#ca
autorizzazione rilasciata da clearedi, Centro Licen- ze e
Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali, Corso di Porta
Romana 108, 20122 Milano, e-mail
[email protected] e sito
web www.clearedi.org.
098_19_GUERINI_La_Pedagogia_Speciale_in_dialogo_con_altre_discipline.indd
4 18/10/19 16:06
s a g g io
© 2019 Edizioni Angelo Guerini e Associati srl© 2019 Edizioni
Angelo Guerini e Associati srl via Comelico, 3 – 20135 Milanovia
Comelico, 3 – 20135 Milano
http://www.guerini.it e-mail:
[email protected]:
[email protected]
Prima edizione: Prima edizione:
Ristampa: v iv iii ii i 2019 2020 2021 2022 2023Ristampa: v iv iii
ii i 2019 2020 2021 2022 2023
Publisher Andrea StingoPublisher Andrea Stingo
Copertina di Giovanna GammarotaCopertina di Giovanna
Gammarota
Printed in Italy
ISBN 978-88-8107-433-4ISBN 978-88-8107-433-4
Le fotocopie per uso personale fotocopie per uso personale del 15%
di ciascun volume/fascicolo del 15% di ciascun volume/fascicolo
compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile
1941 n. 633.compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della
legge 22 aprile 1941 n. 633. Le fotocopie effettuate per Le
fotocopie effettuate merciale o comunque per uso diverso da quello
personale possono essere effet-merciale o comunque per uso diverso
da quello personale possono essere effet- tuate a seguito di
speci#ca autorizzazione rilasciata da clearedi, Centro Licen-tuate
a seguito di speci#ca autorizzazione rilasciata da clearedi, Centro
Licen-
e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali, Corso di Porta
Romana 108, 20122 Milano, e-mail
[email protected] e sito
web www
LA PEDAGOGIA SPECIALE
a cura di Serenella Besio e Roberta Caldin
Introduzione di Andrea Canevaro
LA PEDAGOGIA SPECIALE
Intersezioni, ibridazioni Intersezioni, ibridazioni ossibili
a cura di esio e Roberta Caldinesio e Roberta Caldin
Introduzione dioduzione di Andrea Canevaroea Canevaro
098_19_GUERINI_La_Pedagogia_Speciale_in_dialogo_con_altre_discipline.indd
6 18/10/19 16:06
Indice
13 Prefazione Espressioni delle identità della Pedagogia Speciale
di Serenella Besio, Roberta Caldin
13 1. L’occasione: la Autumn School SIPeS a Bergamo 14 2.
Interdisciplinarità: confini, sentieri e identità 17 3.
Articolazione del volume 18 Bibliografia
21 Introduzione di Andrea Canevaro
21 1. Il senso della scuola 23 2. Dialogare 28 3. Mediatori 29 4.
L’orizzonte 30 Bibliografia
33 Sezione i. Dialoghi
35 Primo Dialogo – Pedagogia Speciale e Pedagogia Generale
37 Le ragioni dell’educazione e la ‘specialità pedagogica’ della
Pedagogia Speciale di Giuseppe Bertagna
37 1. La tesi 42 2. L’oggetto di studio della ‘Pedagogia Speciale’
49 3. Il passaggio a nord ovest della pedagogia (speciale) 52
Bibliografia
55 Perché la Pedagogia Speciale? Elementi fondativi, percorsi
identitari di Roberta Caldin
098_19_GUERINI_La_Pedagogia_Speciale_in_dialogo_con_altre_discipline.indd
7 18/10/19 16:06
Espressioni delle identità della Pedagogia Specialeà della
Pedagogia Speciale ta Caldinta Caldin
la Autumn Schoolla Autumn School SIPeS a Bergamo SIPeS a Bergamola
Autumn School
14 2. Interdisciplinarità: confini, sentieri e identità 14 2.
Interdisciplinarità: confini, sentieri e identità 17 3.
Articolazione del volume 17 3. Articolazione del volume
ea Canevaro
21 1. Il senso della scuola 23 2. Dialogare 28 3. Mediatori 29 4.
L’orizzonte 29 4. L’orizzonte 30 Bibliografia 30 Bibliografia
33 Sezione i. Dialoghi 33 Sezione i. Dialoghi
35 Primo Dialogo – Pedagogia Speciale e Pedagogia Generale 35 Primo
Dialogo – Pedagogia Speciale e Pedagogia Generale
37 Le ragioni dell’educazione e la ‘specialità pedagogica’ 37 Le
ragioni dell’educazione e la ‘specialità pedagogica’ della
Pedagogia Speciale della Pedagogia Speciale di Giuseppe Bertagnadi
Giuseppe Bertagna
37 1. La tesi 37 1. La tesi 42 2. L’oggetto di studio della
‘Pedagogia Speciale’ 42 2. L’oggetto di studio della ‘Pedagogia
Speciale’ 49 3. Il passaggio a nord ovest della pedagogia
(speciale) 49 3. Il passaggio a nord ovest della pedagogia
(speciale) 52 Bibliografia 52 Bibliografia
55 Perché la Pedagogia Speciale? 55 Perché la Pedagogia Speciale?
Elementi fondElementi fond di Rober
8
55 1. Avvii ed elementi fondativi nella Pedagogia Speciale 62 2.
L’identità della Pedagogia Speciale: un’evoluzione in… corso 66
Bibliografia
69 Secondo Dialogo – Pedagogia Speciale e Tecnologia
71 The social robot Kaspar interacts with children with Autism.
Views from parents and teachers di Ben Robins, Kerstin
Dautenhahn
71 1. Introduction 72 2. The robot Kaspar and children with Autism
76 3. Case studies examples. The voices of parents and teachers 81
4. Summary and Conclusion 82 Bibliography
85 10P, 6A, 1Q. Innovazione tecnologica e modelli di disabilità di
Serenella Besio
85 1. Introduzione 86 2. Le Tecnologie Assistive oggi: parte della
sfida
per lo sviluppo sostenibile 98 3. Un inquadramento generale:
l’approccio sistemico
per le Tecnologie Assistive 101 4. Conclusioni 102
Bibliografia
107 Terzo Dialogo – Pedagogia Speciale e Psicologia
109 Comportamento adattivo e DIAGNOSTIC ADAPTIVE BEHAVIOR
SCALE
di Giulia Balboni
110 1. Caratteristiche del costrutto di comportamento adattivo 114
2. Utilità della valutazione del comportamento adattivo in
caso
di disabilità 116 3. Caratteristiche della Diagnostic Adaptive
Behavior Scale
118 Bibliografia
121 L’acquarello dell’inclusione: sortirne insieme è la politica di
Dario Ianes
127 Bibliografia
129 Quarto Dialogo – Pedagogia Speciale e Medicina
131 Deficit Visivo di Origine Centrale e sviluppo neuropsichico del
bambino: nuove prospettive per l’intervento precoce di Anna
Molinaro, Elisa Fazzi
131 1. Introduzione
s a g g io
69 Secondo Dialogo – Pedagogia Speciale e Tecnologia 69 Secondo
Dialogo – Pedagogia Speciale e Tecnologia
71 The social robot Kaspar interacts with children with 71 The
social robot Kaspar interacts with children with
72 2. The robot Kaspar and children with Autism 72 2. The robot
Kaspar and children with Autism 76 3. Case studies examples. The
voices of parents and teachers 76 3. Case studies examples. The
voices of parents and teachers
85 10P, 6A, 1Q. Innovazione tecnologica e modelli di 85 10P, 6A,
1Q. Innovazione tecnologica e modelli di disabilità
disabilità
86 2. Le Tecnologie Assistive oggi: parte della sfida 86 2. Le
Tecnologie Assistive oggi: parte della sfida per lo sviluppo
sostenibile
98 3. Un inquadramento generale: l’approccio sistemico 98 3. Un
inquadramento generale: l’approccio sistemico ecnologie
Assistive
107 Terzo Dialogo – Pedagogia Speciale e Psicologia 107 Terzo
Dialogo – Pedagogia Speciale e Psicologia
109 Comportamento adattivo e 109 Comportamento adattivo e
DIAGNOSTICD
di Giulia Balboni
110 1. Caratteristiche del costrutto di comportamento adattivo 110
1. Caratteristiche del costrutto di comportamento adattivo 114 2.
Utilità della valutazione del comportamento adattivo in caso 114 2.
Utilità della valutazione del comportamento adattivo in caso
di disabilità 116 3. Caratteristiche della 116 3. Caratteristiche
della Diagnostic Adaptive Behavior Scale
118 Bibliografia 118 Bibliografia
121 L’acquarello dell’inclusione: sortirne insieme è la 121
L’acquarello dell’inclusione: sortirne insieme è la politica di
Dario Ianesdi Dario Ianes
127 Bibliografia 127 Bibliografia
129 Quarto Dialogo – Pedagogia Speciale e Medicina 129 Quarto
Dialogo – Pedagogia Speciale e Medicina
131 Deficit Visivo di Origine Centrale e sviluppo 131 Deficit
Visivo di Origine Centrale e sviluppo neuropsichico del
bneuropsichico del b l’interventl’inter di Anna Molinardi Anna
Molinar
131 1. Introduzione
9
133 2. Il Deficit Visivo di Origine Centrale e la specificità dello
sviluppo neuropsichico del bambino ipo/non vedente
139 3. Il Deficit Visivo di Origine Centrale e la nascita
pretermine 142 4. Il Deficit Visivo di Origine Centrale e
l’identificazione
precoce del deficit visivo 144 5. Conclusioni 145
Bibliografia
151 La prevenzione come CORE CATEGORY del dialogo tra medicina e
Pedagogia Speciale di Catia Giaconi
151 1. Note introduttive 153 2. Prevenzione e intervento precoce in
Pedagogia Speciale 155 3. I DSA come spazio di riflessione e azione
159 Bibliografia
163 Sezione ii. Commenti
165 La vulnerabilità e la cura di Fabio Bocci
165 1. Premessa 170 2. In dialogo con Elena Pulcini 174 3. Una
breve riflessione per concludere 175 Bibliografia
179 La pedagogia inclusiva al centro delle politiche formative
nella scuola scozzese e l’impegno di Jennifer Spratt per l’IPAA di
Lucia Chiappetta Cajola
179 1. Introduzione 182 2. Una prima riflessione a proposito di
Integrazione e
Inclusione: congiungerne i significati alle prospettive dei diritti
individuali e universali
184 3. Una seconda riflessione con lo sguardo ai documenti
internazionali: l’influenza della cultura inclusiva nei processi
per l’equità e l’uguaglianza delle opportunità
188 4. Una terza riflessione per andare oltre il dualismo
inclusione/esclusione e superare il ‘dilemma delle
differenze’
190 5. Una quarta riflessione per contrastare le pratiche
deterministiche: la flessibilità progettuale e organizzativa della
didattica
194 6. Una riflessione ancora per spunti futuri: l’insegnante
inclusivo alla luce dei tre principi fondamentali dell’approccio
pedagogico inclusivo
196 Bibliografia
098_19_GUERINI_La_Pedagogia_Speciale_in_dialogo_con_altre_discipline.indd
9 18/10/19 16:06
s a g g io
dello sviluppo neuropsichico del bambino ipo/non vedente 139 3. Il
Deficit Visivo di Origine Centrale e la nascita pretermine 142 4.
Il Deficit Visivo di Origine Centrale e l’identificazione 142 4. Il
Deficit Visivo di Origine Centrale e l’identificazione
del dialogo del dialogo
153 2. Prevenzione e intervento precoce in Pedagogia Speciale 153
2. Prevenzione e intervento precoce in Pedagogia Speciale 155 3. I
DSA come spazio di riflessione e azione 155 3. I DSA come spazio di
riflessione e azione
165 La vulnerabilità e la cura
170 2. In dialogo con Elena Pulcini 170 2. In dialogo con Elena
Pulcini 174 3. Una breve riflessione per concludere 174 3. Una
breve riflessione per concludere
179 La pedagogia inclusiva al centro delle politiche 179 La
pedagogia inclusiva al centro delle politiche tive nella scuola
scozzese e l’impegno di Jennifer tive nella scuola scozzese e
l’impegno di Jennifer
tt per l’IPAA tt per l’IPAA di Lucia Chiappetta Cajoladi Lucia
Chiappetta Cajola
179 1. Introduzione 179 1. Introduzione 182 2. Una prima
riflessione a proposito di Integrazione e 182 2. Una prima
riflessione a proposito di Integrazione e
Inclusione: congiungerne i significati alle prospettive dei diritti
Inclusione: congiungerne i significati alle prospettive dei diritti
individuali e universaliindividuali e universali
184 3. Una seconda riflessione con lo sguardo ai documenti 184 3.
Una seconda riflessione con lo sguardo ai documenti internazionali:
l’influenza della cultura inclusiva nei processi internazionali:
l’influenza della cultura inclusiva nei processi per l’equità e
l’uguaglianza delle opportunità per l’equità e l’uguaglianza delle
opportunità
188 4. Una terza riflessione per andare oltre il dualismo 188 4.
Una terza riflessione per andare oltre il dualismo
inclusione/esclusione e superare il ‘dilemma delle differenze’
inclusione/esclusione e superare il ‘dilemma delle
differenze’
190 5. Una quarta riflessione per contrastare le pratiche 190 5.
Una quarta riflessione per contrastare le pratiche deterministiche:
la flessibilità progettuale deterministiche: la flessibilità
progettuale e organizzativa della didattica e organizzativa della
didattica
194 6. Una riflessione ancora per spunti futuri: l’insegnante 194
6. Una riflessione ancora per spunti futuri: l’insegnante inclusivo
alla luce dei tre principi fondamentali dell’approccio inclusivo
alla luce dei tre principi fondamentali dell’approccio pedagogico
inclusivo
196 Bibliografia
201 Sezione iii. La Pedagogia Speciale in azione. ricerche ai
confini
203 Aperture, contaminazioni, meticciamenti. Scienze in dialogo
nell’era della complessità di Antonella Valenti, Francesca
Salis
203 1. Introduzione 207 2. Pedagogia Speciale e filosofia: quali
confini? La polivocità
culturale come strumento di crescita condivisa 209 3. Aver cura.
Pedagogia Speciale e psicologia,
scienze del confine e dell’incontro 211 4. Tra care e cure. La
Pedagogia Speciale incontra la medicina 214 5. Il futuro abita qui.
Visioni tecnologiche, prospettive
inclusive. Pedagogia Speciale 3.0 216 Bibliografia
219 La Pedagogia Speciale incontra la Medicina di Antonello Mura,
Enrica Polato
219 1. Tra storia e attualità: considerazioni sulle ragioni di un
incontro difficile
222 2. L’ICF: prove di dialogo 224 3. Intersezioni possibili 227
Bibliografia
231 Ri-conoscersi oltre i confini. La Pedagogia Speciale incontra
la Psicologia di Silvia Maggiolini, Alessia Cinotti
231 1. Oltre il confine: per una pedagogia in dialogo con le
scienze 233 2. Genitori e docenti per una cultura
dell’inclusione:
il ruolo della formazione e della supervisione psico-pedagogica 237
3. Per una dimensione inclusiva nella ricerca:
una ‘cooperazione interdisciplinare’ 242 4. Conclusioni 243
Bibliografia
245 Ripartire dai principi per immaginare nuovi scenari inclusivi.
La Pedagogia Speciale incontra la Filosofia di Felice Corona, Moira
Sannipoli
245 1. Nota introduttiva 246 2. I contributi presentati 251 3. La
Pedagogia Speciale alla ricerca di nuove punteggiature 255
Bibliografia
257 Le tecnologie nei processi di integrazione e di inclusione.
Sviluppi e opportunità per la pedagogia e la
098_19_GUERINI_La_Pedagogia_Speciale_in_dialogo_con_altre_discipline.indd
10 18/10/19 16:06
co p ia
s a g g io 207 2. Pedagogia Speciale e filosofia: quali confini? La
polivocità 207 2. Pedagogia Speciale e filosofia: quali confini? La
polivocità
culturale come strumento di crescita condivisa 209 3. Aver cura.
Pedagogia Speciale e psicologia,
. La Pedagogia Speciale incontra la medicina. La Pedagogia Speciale
incontra la medicina 214 5. Il futuro abita qui. Visioni
tecnologiche, prospettive 214 5. Il futuro abita qui. Visioni
tecnologiche, prospettive
219 La Pedagogia Speciale incontra la Medicina 219 La Pedagogia
Speciale incontra la Medicina di Antonello Mura, Enrica
Polato
219 1. Tra storia e attualità: considerazioni sulle ragioni di un
219 1. Tra storia e attualità: considerazioni sulle ragioni di
un
222 2. L’ICF: prove di dialogo 224 3. Intersezioni possibili
231 Ri-conoscersi oltre i confini. La Pedagogia Speciale 231
Ri-conoscersi oltre i confini. La Pedagogia Speciale incontra la
Psicologia di Silvia Maggiolini, Alessia Cinottidi Silvia
Maggiolini, Alessia Cinotti
231 1. Oltre il confine: per una pedagogia in dialogo con le
scienze 231 1. Oltre il confine: per una pedagogia in dialogo con
le scienze 233 2. Genitori e docenti per una cultura
dell’inclusione: 233 2. Genitori e docenti per una cultura
dell’inclusione:
il ruolo della formazione e della superil ruolo della formazione e
della super 237 3. Per una dimensione inclusiva nella ricerca: 237
3. Per una dimensione inclusiva nella ricerca:
una ‘cooperazione interdisciplinare’una ‘cooperazione
interdisciplinare’ 242 4. Conclusioni 242 4. Conclusioni 243
Bibliografia 243 Bibliografia
245 Ripartire dai principi per immaginare nuovi scenari 245
Ripartire dai principi per immaginare nuovi scenari inclusivi. La
Pedagogia Speciale incontra la Filosofiainclusivi. La Pedagogia
Speciale incontra la Filosofia di Felice Corona, Moira Sannipolidi
Felice Corona, Moira Sannipoli
245 1. Nota introduttiva 245 1. Nota introduttiva 246 2. I
contributi presentati 246 2. I contributi presentati 251 3. La
Pedagogia Speciale alla ricerca di nuove punteggiature 251 3. La
Pedagogia Speciale alla ricerca di nuove punteggiature 255
Bibliografia 255 Bibliografia
257 Le tecnologie nei processi di integrazione e di 257 Le
tecnologie nei processi di integrazione e di inclusione. Sviluppi e
oppor
didattica speciale. La Pedagogia Speciale incontra le Tecnologie di
Stefania Pinnelli, Andrea Fiorucci
257 1. Costruire inclusione tra competenze digitali e accessibilità
261 2. Tecnologie e prospettiva bio-psico-sociale 262 3. Le
tecnologie per l’inclusione in ambito scolastico 265 4. La
mediazione del docente 266 5. Autovalutazione dell’apporto delle
tecnologie in contesti
inclusivi: l’Index for inclusion
268 6. La Pedagogia Speciale incontra le tecnologie: idee e
ricerche presentate alla Autumn School SIPeS
272 Bibliografia
275 Sezione iv. I dieci anni della SIPeS
277 La SIPeS e il suo impegno scientifico e culturale di Luigi
d’Alonzo
277 1. Introduzione 279 2. La SIPeS 280 3. Le vie dell’impegno
della Pedagogia Speciale
289 La didattica speciale per l’inclusione dispone di evidenze a
sostegno? di Lucio Cottini
289 1. Introduzione 291 2. Il piano delle convinzioni personali e
quello delle evidenze 309 3. Conclusione 310 Bibliografia
315 La pedagogia inclusiva. L’integrazione o è reciproca o non è di
Andrea Canevaro
315 1. L’insegnamento ‘simultaneo’ è innaturale, ma molti lo
credono ‘naturale’. Perché?
316 2. Una lunga storia 318 3. Depositi 319 4. Il percorso in tre
parole. E la quarta? 321 5. Ma il percorso, a un certo punto, si
divide. Da che parte si va
per l’inclusione? 322 6. Il ‘sostegno’ evolutivo 325
Bibliografia
326 Gli Autori
s a g g io
257 1. Costruire inclusione tra competenze digitali e accessibilità
257 1. Costruire inclusione tra competenze digitali e
accessibilità
262 3. Le tecnologie per l’inclusione in ambito scolastico 262 3.
Le tecnologie per l’inclusione in ambito scolastico
266 5. Autovalutazione dell’apporto delle tecnologie in contesti
266 5. Autovalutazione dell’apporto delle tecnologie in
contesti
268 6. La Pedagogia Speciale incontra le tecnologie: idee e 268 6.
La Pedagogia Speciale incontra le tecnologie: idee e ricerche
presentate alla Autumn School SIPeSricerche presentate alla Autumn
School SIPeS
275 Sezione iv. I dieci anni della SIPeS 275 Sezione iv. I dieci
anni della SIPeS
277 La SIPeS e il suo impegno scientifico e culturale 277 La SIPeS
e il suo impegno scientifico e culturale
280 3. Le vie dell’impegno della Pedagogia Speciale 280 3. Le vie
dell’impegno della Pedagogia Speciale
289 La didattica speciale per l’inclusione 289 La didattica
speciale per l’inclusione dispone di evidenze a sostegno? dispone
di evidenze a sostegno?
289 1. Introduzione 291 2. Il piano delle convinzioni personali e
quello delle evidenze 309 3. Conclusione 310 Bibliografia
315 La pedagogia inclusiva. L’integrazione o è reciproca o non è
315 La pedagogia inclusiva. L’integrazione o è reciproca o non è di
Andrea Canevarodi Andrea Canevaro
315 1. L’insegnamento ‘simultaneo’ è innaturale, ma molti 315 1.
L’insegnamento ‘simultaneo’ è innaturale, ma molti lo credono
‘naturale’. Perché?lo credono ‘naturale’. Perché?
316 2. Una lunga storia 316 2. Una lunga storia 318 3. Depositi 318
3. Depositi 319 4. Il percorso in tre parole. E la quarta? 319 4.
Il percorso in tre parole. E la quarta? 321 5. Ma il percorso, a un
certo punto, si divide. Da che parte si va 321 5. Ma il percorso, a
un certo punto, si divide. Da che parte si va
per l’inclusione?per l’inclusione? 322 6. Il ‘sostegno’ evolutivo
322 6. Il ‘sostegno’ evolutivo 325 Bibliografia 325
Bibliografia
326 Gli Autori 326 Gli Autori
098_19_GUERINI_La_Pedagogia_Speciale_in_dialogo_con_altre_discipline.indd
12 18/10/19 16:06
© E
1. Costruire inclusione tra competenze digitali e
accessibilità
Le tecnologie sono oramai parte integrante della vita quotidia- na
di ognuno di noi. Al di là di ogni possibile retorica o retriva
divisione tra chi è a favore o contro un utilizzo più o meno
massivo delle tecnologie – ciò che in una compagine culturale più
ampia Umberto Eco (1964) riassumeva con la dialettica
apocalittici-integrati – è innegabile che le tecnologie abbiano un
impatto su molti aspetti della società, tra cui l’istruzione, la
formazione e l’occupazione.
Nel recente rapporto ISTAT
[email protected] sulla diffu- sione
di Internet e sui divari digitali presenti nel nostro Paese, si
legge che il 65,3% della popolazione usa Internet, con picchi
superiori all’80% nella popolazione under 40.
Il rapporto con le tecnologie sembra uno degli ambiti in cui le
differenze tra le generazioni si acuiscono: nella generazione più
recente (persone tra 6 e 21 anni), gli utenti regolari di In-
ternet raggiungono l’80% già nella classe di età 11-15 anni e
superano il 90% nel range 16-20 anni. Il profilo target di perso-
ne che non utilizza Internet è invece composto da individui con un
titolo di studio più basso, da residenti del Sud e da una
popolazione di persone molto anziane, in particolare donne.
Su quest’ultimo punto, benché in Italia si stia gradualmen- te
sviluppando una prima generazione di ‘senior digitali’ con
Le tecnologie nei processi di integrazione e di inclusione.
Sviluppi e opportunità per la pedagogia
e la didattica speciale
La Pedagogia Speciale incontra le Tecnologie Stefania Pinnelli,
Andrea Fiorucci, Università del Salento
098_19_GUERINI_La_Pedagogia_Speciale_in_dialogo_con_altre_discipline.indd
257 18/10/19 16:07
co pia
sa gg
io
258
un’età compresa tra i 50-70 anni, si rileva un uso ancora trop- po
limitato e insufficiente, soprattutto nei grandi anziani (70- 90
anni).
Su questo fronte, la ricerca di forme adeguate e sostenibili di
promozione del benessere e di tutela della salute delle per- sone
anziane, punto centrale dell’agenda delle politiche pub- bliche,
conferma quanto invece occorra insistere sullo sviluppo e
sull’utilizzo di tecnologie informatiche, domotiche e su tutto ciò
che ricade nel termine ombrello di Ambient Assisted Living
(AAL) (Pinnelli, 2015) e Tecnologie Assistive (TA) (Besio, 2006),
aree di ricerca-intervento finalizzate a migliorare la qua- lità
della vita della persona e alla promozione del così definito
invecchiamento attivo (OMS, 2002:12).
Tornando alle tecnologie maggiormente utilizzate da un target
intergenerazionale di utenti, si rileva che il dispositivo più
popolare è lo smartphone. Ciò conferma quanto, già die- ci anni
prima, aveva profetizzato Castells (2008), definendo il cellulare
l’oggetto tecnologico con il più intenso processo di mediamorfosi:
uno strumento pensato per supportare il traf- fico voce destinato a
trasformarsi in una piena espressione del processo di convergenza
multimediale. Tuttavia, a un vertigi- noso propagarsi dell’uso
quasi compulsivo dello smartphone e di altre tecnologie,
corrisponde un paradossale abbassamen- to dello sviluppo delle
competenze tecnologiche, tanto di base – i nativi digitali
gestiscono a fatica i word processors – quanto superiori – i
processi di valutazione critica sono quasi del tutto assenti. Si
assiste alla perdita del «pensiero profon- do» (Carr, 2010;
Spitzer, 2013), in parallelo al vertiginoso de- cadimento delle
competenze alfabetico funzionali (si veda analfabetismo
funzionale).
In un mondo apparentemente super tecnologico, a farne le spese
sembra proprio essere l’utilizzo consapevole ed esper- to dei mezzi
di comunicazione, un fattore decisivo per l’eser- cizio di una
reale cittadinanza digitale. Non sembrano esserci le competenze di
base per sopravvivere in un mondo sempre più digitale, lo conferma
anche il rapporto OCSE Skills Outlo-
098_19_GUERINI_La_Pedagogia_Speciale_in_dialogo_con_altre_discipline.indd
258 18/10/19 16:07
co pia
sa gg
i
ok 2019 – Thriving in a digital world. L’Italia è così impreparata
ad affrontare le sfide della digitalizzazione; insieme a Cile,
Grecia, Lituania, Slovacchia e Turchia rientra nel novero del
‘gruppo con il ritardo digitale più consistente’. Nel nostro Pa-
ese solo il 21% degli individui di età compresa tra 16 e 65 anni ha
un buon livello di alfabetizzazione e calcolo (literacy and
numeracy skills), nonché scarse competenze cognitive (dall’al-
fabetizzazione alle conoscenze scientifiche di base) e socio-e-
motive (capacità di lavorare in modo collaborativo e flessibi- le)
connesse all’ICT (Information and Communication Tech-
nology).
Nell’era digitale, l’uso delle tecnologie andrebbe letto alla luce
dell’intersezione fra elementi relativi all’accesso e quelli re-
lativi all’utilizzo. Oltre alla possibilità di accedere al mondo
digi- tale (Digital Inclusion), diventa necessario riflettere sulla
possibi- lità di apprenderne l’uso delle ICT (Digital Skills) e di
acquisirne capacità di discernimento e riflessione (Digital
Competence).
Rispetto a questi ultimi aspetti, il potenziale delle nuove tec-
nologie per migliorare la qualità della vita per le persone con
disabilità e bisogni speciali è riconosciuto a livello internazio-
nale (Agenzia Europea per lo Sviluppo dell’Istruzione degli Alunni
Disabili, 2013). Sembra, infatti, che l’accesso al mondo digitale,
in risposta a un bisogno specifico, seppur percentual- mente poco
diffuso, sia molto più consapevole e con finalità di sviluppo più
alte (Higgins, Xiao, Katsipataki, 2012).
Le ricerche internazionali attestano che uno degli ambiti di
maggiore efficacia dell’uso delle tecnologie per l’apprendi- mento
è proprio il settore della didattica speciale, in cui si evi-
denzia quanto l’impiego delle ICT per i bisogni educativi spe-
ciali diventi fattore abilitante e facilitante dell’apprendimento,
dell’indipendenza, della relazione e della partecipazione socia- le
(Calvani, Vivanet, 2014; Hamburg, Bucksch, 2015; Burgstah- ler,
2003; Martin, 2005). Ciò che invece complica il rapporto
disabilità-tecnologie è il divario digitale (Pinnelli, 2007).
Nell’odierna società dell’informazione e della conoscenza, le
persone più fragili e vulnerabili hanno sì maggiori benefici
098_19_GUERINI_La_Pedagogia_Speciale_in_dialogo_con_altre_discipline.indd
259 18/10/19 16:07
co pia
sa gg
io
260
dall’utilizzo delle tecnologie, ma anche più possibilità di im-
battersi in ostacoli nel loro accesso e utilizzo. Su questi aspetti
insiste anche la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti
delle
persone con disabilità (ONU, 2006), rimarcando il dovere degli
Stati firmatari «di promuovere l’accesso delle persone con di-
sabilità alle nuove tecnologie e ai sistemi di informazione e
comunicazione, compreso Internet» (articolo 9). La Conven- zione
evidenzia quanto le nuove tecnologie possano rappre- sentare uno
strumento chiave per promuovere l’equità nelle opportunità
educative e sociali e che il loro accesso indiscri- minato debba
essere considerato un diritto di tutti. L’accesso libero e
indiscriminato alla tecnologia è un passaggio politi- co-culturale
importante, ma non sufficiente; oltre all’accesso, esso rimanda a
un modello culturale di progettazione inclusi- va dello spazio
informatico e telematico, che tenga conto del- la pluralità dei
bisogni delle utenze e offra stessi servizi e stes- si spazi
d’interazione e di partecipazione nella misura in cui esso è
pensato e progettato per tutti.
Sull’innalzamento degli obiettivi del miglioramento
dell’accessibilità delle tecnologie in ambito europeo sono in-
tervenute due importanti direttive: la European Accessibility
Act
(2019/882/UE), approvata a marzo e pubblicata il 7 giugno del 2019
dalla Commissione Europea, che unifica le diverse disposizioni
legislative, regolamentari e amministrative degli Stati Membri in
materia di accessibilità dei prodotti e dei ser- vizi e il Web
Accessibility Act (2016/2102/UE). Su quest’ultimo aspetto, nella
legislazione italiana, il d.lgs. n. 106/2018 ha re- cepito la
direttiva riguardante l’accessibilità dei siti web e del- le
applicazioni mobili degli enti pubblici, rafforzando ancora di più
il diritto all’accessibilità ai sistemi informatici da parte delle
persone con disabilità e svantaggio, già sancito dalla Legge n. 4
del 2004 (detta ‘Legge Stanca’).
Nella prospettiva europea tracciata dalle direttive, l’accessi-
bilità è riconosciuta sempre più come un elemento-chiave di un
sistema altamente sensibile alle differenze, un sistema so-
cio-culturale che si rende disponibile a pensarsi secondo un
098_19_GUERINI_La_Pedagogia_Speciale_in_dialogo_con_altre_discipline.indd
260 18/10/19 16:07
co pia
sa gg
modello di progettazione universale e inclusiva, soprattutto nella
declinazione scolastico-educativa del modello dell’Univer-
sal Design for Learning (UDL), elaborato dal Center for Applied
Special Technology (CAST, 2011).
2. Tecnologie e prospettiva bio-psico-sociale
Accanto all’aspetto che sottolinea il perché le tecnologie do-
vrebbero essere accessibili, si affianca la funzione che le tecno-
logie rivestono per migliorare la vita della persona con disabili-
tà, incrementare la capacità inclusiva dei suoi contesti sociali e
di apprendimento, promuovere l’accessibilità. Le tecnologie possono
agire direttamente sul funzionamento della persona, diventando
strumenti capaci di compensare il deficit, di facili- tare la vita
indipendente. Per questa ragione esse trovano una specifica
collocazione all’interno dei Fattori Ambientali (pro- dotti e
tecnologie generali e di assistenza) della prospettiva
bio-psico-sociale su cui si basa il modello della Classificazione
del
Funzionamento, della Disabilità e della Salute della persona – ICF
(OMS, 2001). La disabilità è definita come la conseguenza o il
risultato di un’articolata relazione tra la condizione di salute di
un individuo, il contesto sociale e i fattori ambientali che rap-
presentano le circostanze in cui vive l’individuo. In questo sen-
so, al di là della scelta e valutazione delle tecnologie in base a
una specifica disabilità (si pensi all’utilizzo del Nomenclatore),
la Classificazione permette di interpretare l’apporto che una
specifica tecnologia ha o potrebbe avere sul funzionamento
bio-psico-sociale di una persona e sul suo contesto di vita. Su
sollecitazione della prospettiva ICF, il rapporto disabilità-
tecnologie andrebbe letto alla luce di un’attivazione di un pro-
cesso circolare capace di affrancarsi dalla logica protesisti-
co-medica della ‘prescrizione’ dell’ausilio a vantaggio di una
scelta consapevole e funzionale della tecnologia in riferimento
alla qualità della vita della persona. È importante, infatti,
parti-
098_19_GUERINI_La_Pedagogia_Speciale_in_dialogo_con_altre_discipline.indd
261 18/10/19 16:07
co pia
sa gg
io
262
re dalle caratteristiche della persona, dalla funzione e dal tipo
di utilizzo di una tecnologia, sostituendo alla selvaggia prescri-
zione una reale valutazione dell’impatto e dell’apporto del mezzo
tecnologico sulla vita quotidiana. Questo perché non è sempre vero
che uno strumento tecnologico possa realmente servire o sostenere
una persona con una specifica disabilità.
L’essere qualificato come ‘strumento ostacolo-barriera’ non va
letto solo in termini di limitazione – per esempio, qualcosa che
impedisce o limita un’attività – ma anche in termini di inu-
tilità, di eccessiva facilità o ingerenza, di ipercompensazione o
sostituzione, di stigmatizzazione o di generico respingimento
psicologico.
Oltre all’azione diretta sul funzionamento della persona, le
tecnologie sono strumenti di interazione che, in ragione di come
vengono progettati, implementati e applicati diventano ambien- ti
di facilitazione/compensazione o, al contrario, ostacolo/bar- riera
nell’espletamento delle normali attività nello svolgimento dei
compiti di vita e di apprendimento, collocandosi all’interno del
gap indicato dall’ICF (OMS, 2001) tra capacità e performance.
Partendo dal fatto che una persona possa funzionare in modo diverso
in diversi contesti, l’apporto delle tecnologie può essere
significativo nella misura in cui rende un contesto di vita più fa-
cilitante, assicurando e incrementando la partecipazione delle
persone con disabilità. Un’adeguata organizzazione e utilizzo
dell’ambiente di vita (si pensi al Design for All o all’Ambient
Assi-
sted Living) possono contribuire a ottenere una soddisfacente
autonomia e un innalzamento della qualità di vita.
3. Le tecnologie per l’inclusione in ambito scolastico
Rapportando i piani di riflessioni già discussi al contesto scuo-
la, è importante comprendere in quale modo le tecnologie possono
rappresentare uno strumento utile alla didattica spe- ciale secondo
una prospettiva di integrazione e di inclusione.
098_19_GUERINI_La_Pedagogia_Speciale_in_dialogo_con_altre_discipline.indd
262 18/10/19 16:07
co pia
sa gg
i
Questo significa superare la visione ‘protesistica’ delle ICT a
vantaggio di una prospettiva pedagogico speciale che guardi
all’impatto dello strumento tecnologico sulla persona e sul suo
contesto di vita, auspicando che tale strumento possa anche
diventare condivisibile e funzionale ai bisogni di tutti. Il testo
della modifica del d.lgs. 66 del 2017, pubblicato nel maggio 2019,
nell’articolo 3, sollecita il principio dell’accomodamento
ragionevole quale strumento di promozione di uguaglianze.
Le tecnologie si collocano in questo solco se accanto ai clas- sici
strumenti per il sostegno e l’autonomia (ausili e software
speciali), si sviluppano sempre di più strumenti pensati per tut-
ti con un alto grado di individualizzazione e personalizzazione;
veri e propri tools che agevolino i processi di apprendimento e
l’acquisizione di autonomie di base, che concorrano a svilup- pare
l’attenzione e la motivazione, aspetti non trascurabili in tutti
gli alunni, con o senza (palesi) bisogni educativi speciali. Nel
caso di alunni con gravi disabilità, il più delle volte l’obiet-
tivo non è ottenere o riprodurre contenuti curricolari quanto
riuscire a trasformare i processi sottostanti, per esempio, accre-
scendo la capacità attentiva, la capacità di risposta, l’estinzione
di comportamenti-problema particolarmente lesivi. In questa
direzione, l’uso di ICT didattici specifici presenta indubbia-
mente svariati vantaggi rispetto alla didattica tradizionale in
termini di incentivo motivazionale e di stimolazione dell’atten-
zione; adattano e compensano ciò che lo studente deve ap- prendere,
riducendo le interferenze fra compiti cognitivi, rap- portandoli
sia alle esigenze del singolo alunno sia a fattori con- tingenti
come il momento di maggiore stanchezza, lo stato emotivo ecc.
Il reale ed evidente bisogno di lavorare in maniera indivi-
dualizzata per l’allievo, di organizzare e progettare percorsi dif-
ferenziati, di dedicare spazio a momenti di recupero e di po-
tenziamento, momenti che sovente devono diventare attività
collaterali, separate, vede nell’uso delle ICT un alleato potente
perché permette di ridurre le distanze tra il singolo e la
classe.
L’uso di percorsi digitali, materiali software o siti rende
tra-
098_19_GUERINI_La_Pedagogia_Speciale_in_dialogo_con_altre_discipline.indd
263 18/10/19 16:07
co pia
sa gg
io
264
sparente le differenze nella misura in cui si organizzi una pro-
gettazione il più possibile condivisa e agganciata al curricolare
con il vantaggio di usare, per tutti, strumenti comuni, contesti
comuni, pur mantenendo ognuno il suo passo. E ancora usare
strumenti comuni, contesti comuni per organizzare realmente
didattica di piccolo gruppo.
L’ottica, scontata ma non per questo banale, è quella di sem- pre:
mettere uno strumento, in questo caso una tecnologia, al ser- vizio
di un’idea: quella dell’integrazione scolastica e quindi, per
effetto diretto, dell’inclusione scolastica. L’inclusione si
costrui- sce, abbiamo detto, nei contesti. Contesti plurimi:
ambientali, or- ganizzativi, architettonici, linguistici e
relazionali. Orientare l’uso delle ICT nei termini di costruzione
di processi d’individualizza- zione didattica nei contesti comuni,
significa non solo agire sul bisogno cognitivo, disciplinare,
culturale dell’allievo, ma significa contribuire a costruire
contesti relazionali inclusivi, a modificare la percezione di stato
inferiore nel gruppo dei pari a costruire l’appartenenza comune, ad
agire sul senso di autoefficacia e sull’efficacia percepita.
Significa pertanto agire sui contesti per mezzo di azioni
d’integrazione adeguatamente progettate.
Come rileva Pinnelli, l’uso di ICT e Media Education negli
apprendimenti non produce automaticamente apprendimen- to, perché
sono in realtà i processi, cioè i modi di utilizzarli, «a
determinare i risultati dell’apprendimento» (2015:174). La sfi- da
didattica rappresentata dalle tecnologie «è l’educazione al
pensiero critico e al linguaggio formale» (ivi:175). Ciò significa
che occorre guidare attraverso consegne l’utilizzo dei nuovi
strumenti e dei nuovi linguaggi della multimedialità, ricondu-
cendo il tutto, però, all’acquisizione di competenze specifiche e
trasversali e di strategie efficaci per il potenziamento/rag-
giungimento dell’autonomia nell’apprendimento attraverso
un’educazione al pensiero strategico e critico (Bagnara, Mata-
razzo, 2015) e allo sviluppo delle capacità di problem
solving.
Riprendendo ancora una volta le indicazioni della Conven- zione ONU
del 2006, non possiamo non ricondurre tale discus- sione verso il
bisogno di attualizzare quanto indicato nell’art. 2
098_19_GUERINI_La_Pedagogia_Speciale_in_dialogo_con_altre_discipline.indd
264 18/10/19 16:07
co pia
sa gg
i
della stessa a proposito di progettazione universale, ricordando
che le ICT quale alleato privilegiato per la realizzazione di
«prodotti, ambienti, programmi e servizi utilizzabili da tutte le
persone, nella misura più estesa possibile, senza il bisogno di
adatta-menti o di progettazioni specializzate» (ONU, 2006, art. 2)
non escludendo l’uso di ausili specifici. Il modello
dell’Uni-
versal Design e, quindi, l’approccio dell’inclusione, non si pone
in contrapposizione rispetto all’approccio integrativo che pri-
vilegia processi di adattamento specializzato, bensì costruisce il
piano di lavoro comune nella consapevolezza che l’universalità
progettuale può essere un principio di lavoro che risponde a molti,
ma non a tutti i bisogni, riducendo decisamente il biso- gno di
interventi di individualizzazione.
4. La mediazione del docente
Il ventaglio delle possibilità offerte oggi dalla tecnologia e
dalla rete pongono competenze nuove per il docente: competenze
digitali, progettuali e di mediazione.
Per raggiungere lo scopo, è necessario che l’insegnante ac-
quisisca competenze per usare in modo esperto e consapevole le
nuove tecnologie didattiche, piegandole alle esigenze degli alunni
e del contesto classe. Ciò che rende le tecnologie effica- ci è il
ruolo di mediazione dell’insegnante. È necessario che gli
insegnanti «scelgano e propongano la tecnologia in ragione di
obiettivi specifici da raggiungere, formulati in termini di com-
portamenti osservabili e verificabili e in ragione dell’analisi del
bisogno» (Pinnelli, 2015:219). Uno stesso strumento, infatti, può
rivelarsi efficace solo per alcune situazioni o per alcune persone.
Pertanto, in fase di progettazione didattico-educativa, è
necessario che l’insegnante scelga in maniera consapevole strumenti
e dispositivi, condividendoli attraverso un patto di
corresponsabilità che includa tutti gli operatori educativi coin-
volti, senza dimenticare la famiglia.
098_19_GUERINI_La_Pedagogia_Speciale_in_dialogo_con_altre_discipline.indd
265 18/10/19 16:07
co pia
sa gg
io
266
Per un uso funzionale e consapevole delle tecnologie, che sfrutti
appieno le loro potenzialità, gli insegnanti devono ac- quisire
competenze non solo di tipo tecnico, ma soprattutto di tipo
metodologico.
Al di là dell’utilizzo più o meno esperto di uno strumento, di un
programma o di una particolare tecnologia è necessario che il
docente sappia piegare le caratteristiche del mediatore tecnologico
al proprio disegno di intervento e non il contrario. Per tale
ragione, la formazione del personale docente nell’uso delle nuove
tecnologie generali e specialistiche deve essere considerata una
priorità.
Come rileva il già citato rapporto OCSE 2019, mentre in di- versi
Paesi gli insegnanti usano informatica e strumenti digitali con la
stessa intensità di altri lavoratori, «in Italia c’è una forte
mancanza di competenze»: tre insegnanti su quattro (contro una
media OCSE del 58%) avrebbero bisogno di una specifica formazione
sulle ICT.
In questa direzione, è intervenuta la Legge 107/2015 che ha cercato
di proporre un nuovo quadro di riferimento per lo svi- luppo
professionale di tutti gli operatori della scuola in ambito
tecnologico – formazione del personale docente, «obbligato- ria,
permanente e strutturale» (comma 124) – salvo poi arresta- re la
sua marcia dinanzi al CCNL.
5. Autovalutazione dell’apporto delle tecnologie in contesti
inclusivi: l’Index for inclusion
Nel porre una specifica attenzione all’inclusione degli alunni con
BES, tutti i docenti dovrebbero lavorare sulla progettazione di
ambienti inclusivi, comprendendo l’uso funzionale delle tec-
nologie digitali come strumenti compensativi e di supporto all’a-
lunno e al contesto classe, così come avviene per il percorso di
formazione all’uso delle TIC all’interno dei corsi di specializza-
zione per le attività di sostegno (DM del 30 settembre 2011).
098_19_GUERINI_La_Pedagogia_Speciale_in_dialogo_con_altre_discipline.indd
266 18/10/19 16:07
co pia
sa gg
i
La dimensione metodologico-processuale e il ruolo facili- tante del
mediatore tecnologico, nonché lo sfondo politico-cul- turale sul
quale si basa un suo possibile coinvolgimento posso- no essere
messi in luce da una progettazione didattico-educati- va sulla base
del Nuovo Index for inclusion (Booth, Ainscow, 2009). L’Index,
infatti, è uno strumento di analisi-intervento che permette di
conoscere la situazione scolastica, ponendo par- ticolare
attenzione alla predisposizione dei docenti coinvolti a creare
culture inclusive (dimensione A), a produrre politiche in-
clusive (dimensione B) e a sviluppare pratiche inclusive (dimen-
sione C). Attraverso le domande e gli indicatori proposti
dall’Index, è possibile guidare gli insegnanti verso la progetta-
zione e lo sviluppo di pratiche inclusive, facendo riferimento
all’uso delle tecnologie non solo come strumento di sostegno, ma
come parte integrante di una didattica designed for all.
Alla luce dei criteri identificati per la valutazione del succes-
so degli interventi ICT based e in relazione alla valutazione dei
progressi, i docenti possono riflettere sui risultati raggiunti e
sulla possibile replicabilità delle azioni messe in atto.
Per esempio, con l’Index è possibile descrivere l’utilizzo di-
dattico-educativo delle tecnologie per l’inclusione, ponendo
quesiti di autovalutazione del proprio agire didattico: le attività
mediate dalle ICT stimolano la partecipazione di tutti? Stimo- lano
la comprensione della differenza? Assecondano l’appren- dimento
collaborativo? Favoriscono stili di apprendimento di- versi? Il
personale scolastico viene formato all’utilizzo di tecno- logie
didattiche? Gli alunni sono in grado di utilizzare autono- mamente
le tecnologie? L’uso delle tecnologie è integrato ne- gli
insegnamenti in tutto il curriculum?
Allo stesso tempo, lo strumento Index può essere utile per
progettare pratiche inclusive mediate dall’utilizzo consapevole e
funzionale delle tecnologie. Al di là del percorso di formazio- ne
sulle ICT, esso diventa un facilitatore della progettazione
didattico-educativa, poiché consente di riorientare i processi e le
azioni del fare inclusione. In questo caso, gli indicatori e le
domande possono servire per documentare il percorso e gli
098_19_GUERINI_La_Pedagogia_Speciale_in_dialogo_con_altre_discipline.indd
267 18/10/19 16:07
co pia
sa gg
io
268
obiettivi del processo inclusivo mediato dalle tecnologie; per
esplorare le idee dei docenti e il ruolo delle ICT; per essere
consapevoli delle carenze e delle priorità della propria scuola;
per individuare le azioni di miglioramento.
Pertanto, appare indubbiamente positiva l’operazione che l’Index
compie nel considerare la presenza e l’uso delle tecno- logie come
indicatore di qualità delle politiche e delle pratiche inclusive
nella realtà scolastica.
6. La Pedagogia Speciale incontra le tecnologie: idee e
ricerche
presentate alla Autumn School SIPeS
Quanto innanzi descritto ha costituito per il Gruppo di lavoro “La
Pedagogia Speciale incontra le tecnologie”, riunitosi in oc-
casione dell’Autumn School SIPeS presso l’Università di Berga- mo,
la cornice concettuale di riferimento in cui hanno trovato spazio i
diversi contributi presentati.1 Seppur nati da autori con
prospettive di ricerca multiple e diverse tra loro, i lavori,
accompagnati da un vivo confronto, hanno trovato un comune
denominatore nelle indicazioni esposte dai coordinatori, con-
tribuendo a declinare una mappa delle possibili interconnes- sioni
tra disabilità, inclusione e tecnologia, per lo sviluppo di un
dialogo virtuoso orientato non solo da una prospettiva ausi-
liaria, ma soprattutto evolutiva e prospettica.
In linea con i già richiamati modelli ICF e di progettazione
universale (UD), all’interno della cornice politico-culturale del
fare e del promuovere inclusione, attraverso la progettazione ed
elaborazione di percorsi e dispositivi universalmente acces-
sibili, si collocano diversi lavori di ricerca.
• Leggere l’inclusione: il ruolo delle tecnologie nell’adattamento
e
1 I contributi di seguito presentati sono in corso di pubblicazione
su Nuova Secondaria Ricerca, numero in pubblicazione a dicembre
2019.
098_19_GUERINI_La_Pedagogia_Speciale_in_dialogo_con_altre_discipline.indd
268 18/10/19 16:07
co pia
sa gg
i
co-costruzione di libri inclusivi di Enrico Angelo Emili e Susan-
ne Schumacher dell’Università di Bolzano: un’esperienza di
ricerca-intervento che, riportando strumenti, strategie,
metodologie sull’adattamento ICT based emersi nei progetti di
ricerca realizzati nel contesto universitario, ragiona sugli
elementi presenti in un libro che possono risultare un osta- colo
all’accesso e alla sua fruizione.
• Applicazioni mobili per persone con disabilità visiva: una
ricerca
esplorativa delle soluzioni tecnologiche disponibili di Fabio Sac-
chi dell’Università di Bergamo: una systematic review delle
applicazioni mobile indirizzate alle persone con disabilità vi-
siva, che riporta una comparazione tra soluzioni tecnologi- che
presenti sul mercato, caratteristiche del singolo, attività e
contesti di vita.
• Strumenti e tecnologie per favorire l’accessibilità alle
informazioni e
alla conoscenza di Elena Bortolotti, Gisella Paoletti e Marili- na
Mastrogiuseppe dell’Università di Trieste: un progetto di ricerca
sull’elaborazione di un set di strumenti tecnologica- mente
avanzati utili a rendere maggiormente fruibile il patri- monio
archeologico e architettonico della città di Aquileia.
Sul ruolo delle tecnologie per lo sviluppo dell’inclusione in
ambito sociale, scolastico e universitario, alla luce delle dimen-
sioni richiamate dall’Index for Inclusion, si collocano dei lavori
di ricerca.
• Il ruolo delle TIC nell’inclusione dei bambini con disabilità e
DSA
che frequentano la scuola primaria di Filippo Dettori e Barbara
Letteri dell’Università di Sassari: una ricerca condotta sui fu-
turi docenti afferenti al corso di specializzazione per il soste-
gno dell’Università di Sassari, che rileva scarso utilizzo delle
TIC, parziali competenze tecnologiche delle docenti e con- seguente
necessità di una specifica e continua formazione in
quest’ambito.
• A casa come in aula: tecnologie convenzionali come
opportunità
per un Ateneo inclusivo di Cristina Gaggioli dell’Università
di
098_19_GUERINI_La_Pedagogia_Speciale_in_dialogo_con_altre_discipline.indd
269 18/10/19 16:07
co pia
sa gg
io
270
Perugia: una sperimentazione volta a consentire a studenti con
bisogni speciali di poter seguire le lezioni universita- rie da
casa, ponendo particolare attenzione all’aspetto so-
cio-relazionale.
• Promuovere didattiche inclusive nella scuola secondaria di
primo
grado. La costruzione di artefatti digitali di Luca Ferrari dell’U-
niversità di Bologna e di Alessia Cinotti dell’Università di
Torino: una ricerca esplorativa sul tema del Digital Storytel- ling
che rileva il potere trasformativo e inclusivo in un’espe- rienza
condotta in una scuola secondaria ad alta complessi- tà (studenti
Rom o Sinti, svantaggiati, DSA e disabili).
• Inclusione, Educazione socio-emotiva e Tecnologie: prove di
incon-
tro di Annalisa Morganti e Alessia Signorelli dell’Università di
Perugia e Stefano Pascoletti dell’Università di Udine: una rassegna
di studi sulle tecnologie educative e ricerche eviden-
ce-based relative a diversi sistemi educativi europei e interna-
zionali che hanno esplorato il rapporto tra tecnologie educa- tive,
competenze sociali ed emotive e l’inclusione scolastica.
I contributi presentati e l’ampio dibattito da essi generato, han-
no orientato la sessione e il gruppo di lavoro verso la definizio-
ne di una cornice di senso che riconosca delle responsabilità e
valorizzi il dialogo tra mondo digitale e Pedagogia Speciale nel-
la misura in cui le prime siano a servizio della seconda in termi-
ni di strumenti, ambienti, servizi concepiti secondo una logica
inclusiva e for all.
La prima responsabilità, pertanto, è quella di progettare e
orientare lo sviluppo tecnologico non solo sul piano del recu-
pero/potenziamento/compensazione, ma soprattutto su pia- no del
miglioramento della qualità della vita per tutti, design for
all, benefit for all. La seconda responsabilità guarda al dialogo
tra ICT e Peda-
gogia Speciale in termini di riflessione sul piano dei diritti di
democrazia che una società civile deve garantire. Richiamando
Habermas, inclusione «non significa accaparramento assimila- torio,
né chiusura contro il diverso. Inclusione dell’altro signi-
098_19_GUERINI_La_Pedagogia_Speciale_in_dialogo_con_altre_discipline.indd
270 18/10/19 16:07
co pia
sa gg
i
fica […] che i confini della comunità sono aperti a tutti: anche –
e soprattutto – a coloro che sono reciprocamente estranei e che
estranei vogliono rimanere» (1998:10).
Questa riflessione nasce da una prospettiva filosofica in cui
l’Autore discute il concetto di cittadinanza su un doppio piano,
quello di appartenenza a una specifica cultura collettiva, con le
sue norme e le sue tradizioni, e quello della cultura astratta in
cui in modo sovranazionale, si garantiscano dei diritti funzio-
nali, di regolazione sociale. L’inclusione e le misure di suppor-
to alla sua costruzione e quindi anche attraverso la promozione
dell’accessibilità, contribuiscono a realizzare ciò che si defini-
sce ‘solidarietà tra estranei’, che si alimenta di una politica che
tuteli i principi dello stato democratico non omologante, ma di
tutela delle pari opportunità. La società civile deve considerare
il diritto all’inclusione all’interno di quei diritti funzionali
tra- sversali che ogni Stato garantisce.
Le ICT, pertanto, possono concorrere nell’attualizzazione
dell’inclusione. Da questo, si ricava un impegno di accesso de-
mocratico ai benefici delle stesse. Ancora oggi, infatti, gli sce-
nari dei diversi divari digitali, evidenziano iniquità e barriere:
costi, alfabetizzazione, stigmatizzazione, oltre agli elementi di
contesto, che sovente impediscono l’ingresso del mondo ICT nei
contesti di vita (scuole, aule superaffollate, impreparazione dei
docenti, ambienti di vita inadeguati, costi alti), contribuen- do a
creare emarginazioni e differenze nelle differenze.
La terza responsabilità riguarda l’ambito scolastico: è ancora
necessario attenzionare i piani di formazione e aggiornamento dei
futuri docenti, curriculari e di sostegno, affinché si continui a
investire su un’educazione all’uso educativo e formativo delle ICT
suffragate dallo sviluppo di adeguate competenze tecni-
co-pedagogiche. Il mediatore tecnologico da solo non è suffi-
ciente: i mediatori, ci ricorda Canevaro (2008), devono essere
molti e in interazione tra loro, sono «pietre che affiorano» per
varcare i guadi delle difficoltà e sono sempre mediatori tra la
persona e un progetto pensato per quella persona.
Ed è in questa direzione, sulla scorta delle responsabilità
ri-
098_19_GUERINI_La_Pedagogia_Speciale_in_dialogo_con_altre_discipline.indd
271 18/10/19 16:07
co pia
sa gg
io
272
chiamate, che i coordinatori del gruppo, considerata anche
l’unitarietà di intenti e di prospettive di ricerca, ritengono sia
importante avviare un percorso di esplorazione nazionale orientato
verso la costruzione di una ricerca trasversale basata sul modello
delle evidenze volta a individuare e documentare le pratiche
tecnologiche in chiave pedagogico speciale che fan- no integrazione
e inclusione nei contesti scolastici e di vita, sti- mandone così
criticità e benefici.
Bibliografia
Agenzia Europea per lo Sviluppo dell’Istruzione degli Alunni
Disabi- li (2013), Nuove tecnologie per l’inclusione. Sviluppi e
opportunità per i
paesi europei, Agenzia Europea per lo Sviluppo dell’Istruzione de-
gli Alunni Disabili, Odense.
Bagnara S., Matarazzo G. (2015), «La didattica per nativi digitali?
Una didattica per la riflessione», in Campione V. (a cura di),
La
didattica nell’era digitale, il Mulino, Bologna, pp. 39-52. Besio
S. (2006), Tecnologie assistive per la disabilità, Pensa
Multimedia,
Lecce. Booth T., Ainscow M. (2012), Index for Inclusion. Developing
learning
and partecipation in schools, CSIE, Bristol. Burgstahler S. (2003),
«The role of technology in preparing youth
with disabilities for postsecondary education and employment»,
Journal of Special Education Technology, 18, 4, pp. 7-19.
Calvani A. Vivanet G. (2014), «Tecnologie per apprendere: quale il
ruolo dell’Evidence Based Education?», Journal of Educational,
Cul-
tural and Psychological Studies, ECPS Journal, 10, pp. 83-112.
Canevaro A. (2008), Pietre che affiorano, Erickson, Trento. Carr N.
(2011), Internet ci rende stupidi? Come la rete sta cambiando
il
nostro cervello, Raffaello Cortina, Milano. CAST (2011), Universal
Design for Learning Guidelines, version 2.2.
Rinvenibile all'indirizzo http://udlguidelines.cast.org. Castells
M. (2002), La nascita della società in rete, Bocconi, Milano.
Decreto Legislativo 10 agosto 2018, n. 106. Riforma
dell’attuazione
della direttiva (UE) 2016/2102 relativa all’accessibilità dei siti
web
098_19_GUERINI_La_Pedagogia_Speciale_in_dialogo_con_altre_discipline.indd
272 18/10/19 16:07
co pia
sa gg
i
e delle applicazioni mobili degli enti pubblici (GU Serie Generale
n. 211 del 11-09-2018).
Decreto Legislativo 13 aprile 2017, n. 66. Norme per la promozione
dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità (GU n.112
del 16-5-2017 – Suppl. Ordinario n. 23).
Eco U. (1964), Apocalittici e integrati: comunicazioni di massa e
teorie della
cultura di massa, Bompiani, Milano. Habermas J. (1998),
L’inclusione dell’altro. Studi di teoria politica,
Feltrinelli, Milano. Hamburg I., Bucksch S. (2015), «ICT-based
approaches to support
learners with disabilities», Journal of educational policy and
entrepre-
neurial research, JEPER, 2, 6, pp. 1-12. Higgins S., Xiao Z.,
Katsipataki M. (2012), The impact of digital tech-
nology on learning: A summary for the Education Endowment
Founda-
tion, Education Endowment Foundation and Durham University,
Durham.
ISTAT e Fondazione Ugo Bordoni (2018).
[email protected]
Do-
manda e offerta di servizi online e scenari di digitalizzazione.
Rinvenibi- le all’indirizzo:
https://www.istat.it/it/archivio/216217.
Legge 13 luglio 2015, n. 107. Riforma del sistema nazionale di
istru- zione e formazione e delega per il riordino delle
disposizioni legi- slative vigenti (GU Serie Generale n.162 del
15-07-2015).
Legge 9 gennaio 2004, n. 4. Disposizioni per favori-re l’accesso
dei soggetti disabili agli strumenti informatici (G.U. n. 13 del 17
gennaio 2004).
Martin S.S. (2006), «Special education, technology, and teacher
edu- cation», Special Education Technology Practice, 2, 1, pp.
21-36.
OECD (2019), OECD Skills Outlook 2019: Thriving in a Digital World.
OECD Publishing, Paris.
OMS (2001), Classificazione del Funzionamento, della Disabilità e
della Salute della persona – ICF, Erickson, Trento (2002).
OMS (2002), Active ageing: A policy framework. Rinvenibile
all’indirizzo: http://whqlibdoc.who.int/hq/2002/WHO_NMH_NPH_02.8.
pdf?ua=1.
ONU (2006), Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle per-
sone con disabilità. Rinvenibile all’indirizzo: https://www.ohchr.
org/EN/HRBodies/CRPD/Pages/OptionalProtocolRightsPer-
sonsWithDisabilities.aspx.
Pinnelli S. (2015), «Tecnologie didattiche e apprendimento», in
d’A-
098_19_GUERINI_La_Pedagogia_Speciale_in_dialogo_con_altre_discipline.indd
273 18/10/19 16:07
co pia
sa gg
io
274
lonzo L., Bocci F., Pinnelli S. (a cura di), Didattica speciale per
l’in-
clusione, La Scuola, Brescia. Pinnelli S. (2014), «Ambient Assisted
Living, innovazione tecnologi-
ca e inclusione», Media Education – Studi, ricerche, buone
pratiche, 5, 1, pp. 1-13.
Pinnelli S. (2007), Le tecnologie nei contesti educativi, Carocci,
Roma. Spitzer M. (2013), Demenza digitale, Corbaccio, Milano.
098_19_GUERINI_La_Pedagogia_Speciale_in_dialogo_con_altre_discipline.indd
274 18/10/19 16:07
co pia
sa gg