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n. 2/3 Aprile/Maggio 2011 anche on-line su www.ilnuovoeditore.it

ONDA D'URTO - aprile/maggio 2011

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n. 2/3 Aprile/Maggio 2011

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RISPARMIO, PRIMA VIRTÙ DEGLI ITALIANI........................................ 4IN EUROPA PRESTO SI VOTERÀ ON LINE......................................... 5IL BEL PAESE SEMPRE PIÙ ARRETRATO ............................................ 6ADDIO ALLE MULTE FACILI ............................................................. 7ADULTI DISTRATTI E.. IRRESPONSABILI ............................................. 8I PIRATI DELLA STRADA NEL MIRINO DEL CODICE PENALE ............... 9IN ITALIA CRESCE IL TELELAVORO ................................................. 10UN BEL RECORD DA GUINNESS DEI PRIMATI ................................. 11OLIO D’OLIVA RE DELLA DIETA MEDITERRANEA ............................ 12DIMEZZATO IL CONSUMO DI VINO .............................................. 13VOLA ALL’ESTERO LA DIETA MEDITERRANEA ................................ 14MEGLIO NUTRIRSI SECONDO NATURA .......................................... 15LA PENNICHELLA POMERIDIANA UN VERO TOCCASANA .............. 16ATTENTI ALLA DEPRESSIONE ........................................................ 17UN NUOVO FRONTE DI RICERCA .................................................. 18ALZHEIMER, PROTETTI DA UNA PROTEINA ................................... 19MAL DI TESTA? COLPA DEI NEURONI............................................ 19ATTENTI ALLA SBRONZA, NON PERDONA .................................... 21CONTRO LA DISCRIMINAZIONE LINGUISTICA ................................ 23CONCORSO PER PROGETTISTI IN ERBA ......................................... 255 CONSIGLI PER EVITARE LA DIPENDENZA DALLA RETE ................. 27AL CALCIATORE FANNO MALE I COLPI DI TESTA ........................... 28ITALIANI, POPOLO DI PAPERONI. O NO? ..................................... 29IN VACANZA CHE SOFFERENZA DORMIRE .................................... 30IL LIBRO DEL MESE ....................................................................... 31LO SAPEVATE CHE? ..................................................................... 32AREA CONCERTS ......................................................................... 33VIVIAMO O NO, IL PRELUDIO DEL SUCCESSO ............................... 34NUMERI UTILI ............................................................................... 36ANNUNCI GRATUITI ..................................................................... 38

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Nel 2010 la propensione al risparmio delle famiglie si è attestata al 12,1 per cento, registrando una diminu-

zione di 1,3 punti percentuali rispetto all’anno precedente; in particolare, nel quarto trimestre la propensione al risparmio delle famiglie è stata pari al 12,4 per cento, su-periore di 0,5 punti percentuali rispetto al trimestre preceden-te, ma inferiore di 0,8 punti percentuali rispetto al corri-spondente trimestre del 2009. Sempre nell’ultimo trimestre del 2010 il potere di acquisto delle famiglie (cioè il reddi-to disponibile delle famiglie in termini reali) è aumentato dello 0,8 per cento rispetto al trimestre precedente, tornan-do sui livelli registrati alla fi ne del 2009. Ciononostante, nel comples-so del 2010 le famiglie hanno subito una riduzione del lo-ro potere d’acquisto dello 0,6 per cento; nel 2009 la perdita di potere d’acquisto era stata molto più elevata e pari al 3,1 per cento. Nel 2010 il tasso di investimento delle famiglie

si è attestato all’8,9 per cento, 0,2 punti percentuali in più rispetto al 2009, grazie alla crescita del 3,8 per cento degli investimenti. Nel quarto trimestre 2010 il tasso di investimento si è attestato all’8,9 per cento, 0,2 punti per-centuali in meno rispetto al trimestre precedente, a causa

della riduzione dello 0,4 per cento degli investimenti delle famiglie. Nel 2010 la quota di profitto delle società non fi-nanziarie si è attestata al 41,5 per cento, 0,5 punti percen-tuali in più rispetto al 2009. Nel quarto trimestre 2010 la quota di profi tto è stata pari al 42,2 per cento, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Nel 2010 il tasso di investimento delle società non finanziarie si è attestato al 23,8 per cen-to, registrando una crescita di 1,5 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Nel quar-to trimestre 2010 il tasso di in-vestimento è stato pari al 23,8 per cento, con una riduzione di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

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Anche se gli ultimi dati diffusi dall’Istat fanno registrare un calo sensibile a causa della crisi mondiale

RISPARMIO, PRIMA VIRTÙ DEGLI ITALIANI

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Europarlamentari ed esperti hanno discusso nei giorni scorsi del voto on line. Bernd Beckert ha presentato

uffi cialmente il progetto dell’e-voting, parte di un più am-pio progetto di e-democracy promosso dal panel scientifi co del Parlamento STOA. Tra i vantaggi elencati fi gurano la riduzione dei costi e la possibilità di motivare i giovani a partecipare ad un processo elettorale che, altrimenti, avrebbero con molta probabilità ignorato. La votazione on-line costituisce, inoltre, un ulteriore passo verso la generale modernizzazione degli apparati buro-cratici ed amministrativi del Parlamento e rispecchia una tendenza ormai in atto nell’intera società. Sul piatto della bilancia vanno messi, però, anche i potenziali difetti del

sistema. La trasparenza, ad esempio: l’elettore sarà in grado di controllare che il suo voto sia stato trasmesso e corret-tamente conteggiato? Il processo elettorale rappresenta il principio fondante della democrazia e qualsiasi minaccia potenziale al suo valore a alla sua corretta attuazione va evitato. L’Estonia è stato il primo stato dell’Ue ad intro-durre nel 2005 l’e-voting, sia per le elezioni interne che per quelle europee. Il sistema funziona semplicemente usando una fi rma digitale e due codici PIN e i risultati sono incoraggianti: la percentuale dei votanti è aumentata del 2% nel 2005 del 5,4% del 2007, del 15% nel 2009 e del 15,4% nel 2011. I votanti alle elezioni europee sono passati dal 27% del 2004 al 43% del 2009. I partecipanti si sono comunque trovati d’accordo circa l’incertezza dei risultati ed i problemi connessi alla sicurezza informatica.

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PRESENTATO IL PROGETTO

IN EUROPA

SI VOTERÀ ON LINEPRESTO

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Come ogni anno, l’Unione Europea ha stilato una graduatoria di trentatré Paesi del Vecchio Continente riferita alla capacità

di contribuire all’innovazione tecnologica. Si tratta dei ventisette Stati membri più altri sei aggiunti (Croazia, Islanda, Norvegia, Serbia, Svizzera e Turchia). La graduatoria comporta la valutazione di ben ventinove parametri, l’assegnazione di un relativo punteggio per ciascuno di essi e il calcolo di una media ponderata, racchiusa nell’intervallo fra 0 e 1. La media europea si attesta a 0,5 e l’Italia, purtroppo, è al di sotto: 0,4. Fra i trentatré Paesi valutati, il nostro si colloca al ventitreesimo posto, al di sotto di partner comunitari apparentemente meno innovativi come Grecia e Portogallo, che invece riescono a sorpassarci senza troppe diffi coltà. Per la cronaca, il primo posto se lo aggiudica la Svizzera, seguita da Svezia e Ger-mania. Le cause della defaillance italiana sono tante. Fra i ventinove parametri, quelli per cui lo Stivale ottiene i punteggi più mediocri sono inerenti allo scarso numero di risorse umane qualificate (d’altronde, moltissimi ricercatori preferiscono emigrare all’estero) e alla modesta integrazione fra le attività di studio condotte dagli enti pubblici rispetto a quelle dei privati. I fattori più positivi, invece, sono una certa capacità di ideare le soluzioni ai problemi e l’abbondante disponibilità di risorse fi nanziarie a disposizione: sebbene la percentuale di PIL destinata alla ricerca sia in continua diminuzione, in valore assoluto è comunque superiore a quella di molti altri Stati. A livello complessivo, infi ne, scopriamo che l’Europa continua a perdere posizioni rispetto al Nordamerica e al Giappone, che ci distaccano sempre di più, mentre, dalle posizioni inferiori, Cina, India e Brasile incalzano.

Sul fronte dell’innovazione tecnologica l’Italia è in bassa classifica: 23ª su 33

IL

SEMPRE PIÙARRETRATO

BEL PAESE

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Se una multa per eccesso di velocità comminata con l’autovelox è stata eseguita in assenza dell’agente è

annullabile. Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con un’apposita sentenza, ha respinto il ricorso di un piccolo comune che aveva multato un automobilista per eccesso di velocità con un autovelox installato e gestito da una ditta privata. L’ente locale aveva affi dato l’installazione e la gestione degli apparecchi a una ditta privata. Per questo il tribunale aveva annullato il verbale. I giudici hanno rite-nuto il provvedimento viziato «perché l’amministrazione si era avvalsa di una ditta privata per la gestione degli apparecchi di rilevamento e aveva affermato che l’attività di quest’ultima era stata svolta sotto la supervisione della Polizia Municipale, senza specifi care in cosa consistesse la supervisione e senza indicare certamente come fosse stato organizzato il collegamento tra l’attività di rilevamento del-le infrazioni e il soggetto preposto al servizio di polizia». Il Comune si è appellato a questa decisione ricorrendo

invano alla Cassazione senza ottenere il risultato auspica-ti. I cittadini multati, dunque, non pagheranno la multa perché, «dal verbale di accertamento non emergeva che la rilevazione dell’infrazione avveniva a opera di un agente preposto al servizio di polizia stradale, unico soggetto abilitato ad attribuire valore esecutivo all’accertamento». Questo pronunciamento, prelude lo stop all’affi damento, da parte dei comuni, degli autovelox a società private. I co-muni non possono più affermare che la supervisione degli autovelox è affi data dalla Polizia municipale. La decisione potrebbe avere un forte impatto su molte contestazioni in corso e su potenziali altre. Qualche anno addietro c’è stato un altro interessante intervento di un Collegio penale della Corte di cassazione che aveva confermato la condanna per truffa nei confronti del legale rappresentante di una società che nascondeva l’autovelox per riuscire a multare più automobilisti.

ALLE

FACILI

ADDIOMULTE

Se l’autovelox non è presidiato da un agente rilevatore la contravvenzione è illegittima

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ADULTIDISTRATTI E...IRRESPONSABILI

Dal progetto “TrasportoACI sicuri” emergono dati inquietanti relativi alla sicurezza

Ancora poca sicurezza per i bambini in auto: solo 4 su 10 viaggiano su un seggiolino, mentre l’88% degli adulti

indossa regolarmente le cinture di sicurezza. L’uso dei sistemi di ritenuta per i più piccoli diminuisce del 50% per i brevi spostamenti in città, dove invece si concentrano il 70% degli incidenti stradali. Complessivamente sono oltre 20 i bambini deceduti in auto nel 2009 e più di 5mila i feriti. È quanto emerge dalla ricerca condotta dall’ACI nelle principali città italiane nell’ambito del progetto “TrasportACI sicuri”. L’obiettivo dell’Automobile Club d’Italia è di diffondere le più importanti nozioni sul trasporto in sicurezza dei bimbi in auto, attraverso incontri con gli adulti organizzati in collaborazione con le strutture sanitarie e scolastiche. Lo studio rileva come il mancato utilizzo del seggiolino sia spesso correlato alla fretta, alla brevità del tragitto e alla poca pazienza di fronte le rimo-stranze dei pargoli. È interessante anche la diversa attenzione dei genitori per area geografi ca: mentre a Verona il 64% dei bambini è trasportato correttamente e il 94% degli adulti uti-lizza le cinture, a Catania solo il 33% dei bimbi è assicurato a un seggiolino e il 73% degli automobilisti indossa le cinture. Dopo una prima fase sperimentale, “TrasportACI sicuri” si estenderà a tutto il territorio nazionale. Si tratta di un impor-tante situazione che riguarda la sicurezza nella mobilità dove gli adulti sono chiamati a svolgere un ruolo maggiormente responsabile nei confronti dei bambini che hanno bisogno di protezione e di tutela.

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Dopo l’omicidio volontario, l’omicidio preterintenzio-nale e l’omicidio colposo, il Codice penale prevederà

il reato di “omicidio stradale”, con pene più vicine al livello dell’omicidio volontario che non dell’omicidio colposo. La Commissione Trasporti della Camera presenterà nelle prossime settimane un provvedimento per introdurre nel Codice penale l’omicidio stradale come nuova fattispecie di reato. È l’unica ipotesi percorribile per uscire dall’attuale previsione del Codice penale. Ora uno può ammazzare 2-3 persone e stare in galera 4-5 anni e magari neanche questi. Nel momento in cui una persona ubriaca si mette al volante, conosce l’alto rischio a cui va incontro. Sandro Salvati, pre-sidente della Fondazione Ania sostiene che: «È più che mai necessario fornire ai giudici uno strumento che renda certa la pena nei confronti di chi commette quelli che, sono dei veri e propri omicidi. Dobbiamo tenere presente che certe

condotte di guida causano i più gravi delitti che avvengono oggi. Chi causa incidenti stradali dopo essersi messo al volante sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o con un tasso alcolemico nel sangue ben oltre la soglia consentita dalla legge deve rispondere del reato commesso e pagarne le conseguenze giudiziarie e civili. Il Nuovo Codice della strada è, d’altronde, un cantiere sempre aperto, considerato un po’ il “padre” del testo, varato nel settembre scorso. Ed essendo sempre aperto è in continua trasformazione. Su questo fronte la commissione Trasporti della Camera sta lavorando sull’ipotesi per “spacchettare” il Codice in due parti. Così invece di avere un unico Codice formato da 280 articoli avremo una prima parte, 90 o 100 articoli, che dovrebbe essere un vero e proprio codice di comportamento per chi guida, e una seconda parte, 180 articoli o giù di lì, che dovrebbe riguardare i veicoli e le infrastrutture.

In arrivo il reato di omicidio stradale per i killer del volante ubriachi e drogati

I

DELLA STRADA NELDEL

CODICE PENALE

PIRATIMIRINO

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Negli ultimi anni anche in Italia si è verificata una notevole crescita del telelavoro, una modalità la-

vorativa che risulta vantaggiosa non solo per le aziende, che possono ottenere lo stesso risultato fi nale senza dover aprire più uffi ci e senza dover fornire i mezzi lavorativi ai propri dipendenti, ma anche e soprattutto per i lavoratori. In base ad un recente studio, infatti, il telelavoro è meno stressante rispetto alle tradizionali forme lavorative. Basti pensare che chi lavora da casa non deve affrontare ogni giorno il traffi co cittadino o salire su mezzi di trasporto affollati, senza contare inconvenienti occasionali come scioperi, ritardi, ecc. Se il proprio uffi cio non si trova nelle vicinanze, inoltre, occorre svegliarsi diverse ore prima, sottoponendosi così a delle vere e proprie levatacce che alla lunga diventano delle vere e proprie fonti di stress. Tutto questo non accade invece nel telelavoro, dove il lavoratore può lavorare comodamente da casa, gestire in maniera autonoma le proprie mansioni giornaliere e organizzarsi

gli orari in base alle proprie esigenze. Questa soluzione, inoltre, consente di conciliare meglio la vita lavorativa e la vita privata, in quanto è adottata soprattutto dalle donne che hanno fi gli e che preferiscono occuparsene personalmente. Nella maggior parte dei casi per accedere a questa forma di lavoro occorre saper usare bene il computer, avere una buona connessione ad internet ed avere ottime capacità organizzative per poter essere puntuali nella consegna dei lavori richiesti.

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In Abruzzo sono 38.637 le persone che vivono di politica. Il comitato centrale della Uil Abruzzo ha deliberato la

prosecuzione della campagna per la riduzione dei costi esorbitanti della politica e lo snellimento delle istituzioni, al fi ne di renderle più effi cienti e consentire risparmi da trasformare in meno tasse sul lavoro e più servizi sociali. Il comitato centrale ha deciso di avviare la campagna informativa nei luoghi di lavoro e di costituire gruppi inter-categoriali/confederali di contrattazione territoriale nei maggiori comuni per affrontare i temi fi scali e tariffari, le politiche sociali, la riduzione degli eccessi nelle spese politico-istituzionali. Il lavoro di analisi dei costi della politica si è allargato ad altre voci, in particolare quelle relative alle società partecipate. Il risparmio totale annuo che si ritiene possibile sale così a oltre 140milioni. Secondo la Uil la prima voce di risparmio è legata alla riduzione del 20% dei costi diretti ed indiretti della politica, in riferimen-to alle 38.367 persone che in Abruzzo vivono di politica. Si tratta di spese cresciute negli anni a dismisura rispet-

to all’inflazione, a livello nazionale e regionale. In Abruz-zo, significherebbe r isparmiare 18,7 milioni. Infine le partecipate: 883 persone in seno agli organi di governo dei consorzi, società partecipate dalle istituzioni abruzzesi (regione, province e comuni). Per tale partecipazione l’onere fi nanziario delle amministrazioni ammonta ad oltre 186 milioni di euro per le indennità. A tali spese andrebbero aggiunti i costi relativi ai gettoni di presenza negli organismi dei 540 componenti degli organi il cui compenso figura a zero, ma che hanno diritto al gettone di presenza. Secondo la stima molto prudenziale della Uil, queste persone percepiscono complessivamente almeno 162 mila euro l’anno. Un taglio del 30 per cento delle spese complessive relative alle partecipate non farebbe alcun danno ma indurrebbe a razionalizzare la spesa, con un risparmio di 55,8 milioni.

In Abruzzo un esercito composto da circa 40.000 persone vive con le prebende della politica

UN BEL RECORD DA GUINNESS DEI PRIMATI

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L’olio è senza dubbio uno degli ingredienti alla base della dieta mediterranea. È consumato quotidianamente co-

me condimento a crudo per contorni di verdure e insalate, primi piatti, carne e sughi ma è utilizzato anche per cibi cotti ad esempio per fare il soffritto o per la frittura. Ottime sono anche le conserve in olio, tipiche della gastronomia del Sud Italia. Esistono diversi tipi di olio: sicuramente il

più pregiato è l’olio Evo, ovvero extravergine di oliva. La sua caratteristica è di essere estratto dal frutto e non dal seme e questo gli consente di preservare le qualità organolettiche e nutrizionali migliori. L’olio extravergine di oliva è consi-gliato in tavola soprattutto a crudo per il suo gusto perfetto e l’alta concentrazione delle vitamine A, E, D e K. L’olio è fondamentale per molte salse commerciali, ad esempio la maionese, la salsa tartara, la salsa cocktail e la salsa tonnata. Tutte queste si trovano negli scaffali dei supermercati ma si possono anche preparare in casa. Ci sono inoltre molte salse fatte prettamente in casa a base di olio: una delle più famose è il ‘salmoriglio’ che si prepara mescolando insieme olio d’oliva, acqua calda, succo di limone, prezzemolo tritato, origano, sale, pepe ed aglio schiacciato. Questa ricetta è ottima per condire carne o pesce alla brace. Anche le olive sono molto presenti nella tradizione culinaria italiana, soprattutto in Sicilia a Calabria. Quelle verdi sono utilizzate per condire la famosa caponata o nelle fresche insalate di riso. Le olive nere invece sono ideali per condire piatti di pesce (le troviamo infatti nella tipica ricetta isolana del baccalà alla ghiotta), per le pizze e per torte salate rustiche. Per essere consumata come ingrediente a sé l’oliva deve invece subire alcune ope-razioni, tra cui la macerazione e la fermentazione, per eliminare il retrogusto amaro dovuto alla oleoeuropeina.Le olive della varietà Nocellara del Belice ad esempio vengono immerse in una soluzione a base di soda caustica per favorirne la conservazione. A queste olive si aggiunge il sale dopo averle accuratamente lavate per eliminare la soda. In ogni caso in estate è bene conservare queste olive in frigo.

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Si è praticamente dimezzato negli ultimi 30 anni in Italia il consumo di vino che è sceso a circa 40 litri

a persona per un totale di circa 20 milioni di ettolitri. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione della divulgazione del rapporto Istat sugli italiani e l’alcol effettuata pochi giorni prima dell’apertura del Vinitaly, la più importante rassegna vitivinicola nazionale. Nel 2010 le famiglie italiane hanno speso più per acquistare acqua minerale che vino: con 19,71 euro mensili per famiglia, l’acquisto dell’acqua minerale è diventato la prima voce

di spesa del bilancio familiare per le bevande e supera il vino per il quale la spesa media familiare mensile è stimata pari a 12 euro. Il forte calo nelle quan-tità di vino acquistate dagli italiani, che ha avuto una accelerazione negli ultimi dieci anni in cui si è verifi cato un calo del 20 per cento, è stato accompa-

gnato da un atteggiamento più responsabile di consumo. Insieme al cambiamento delle abitudini alimentari a far calare la domanda soprattutto nelle ristorazione sono stati, oltre ai ricarichi eccessivi, le campagne antialcol e

la stretta sulle norme del codice della strada che hanno colpito indiscriminatamente anche il vino che è in realtà caratterizzato da un più responsabile consumo abbinato ai pasti che non ha nulla a che fare con i binge drinking del fi ne settimana. Il vino è divenuto l’espressione di uno stile di vita “lento”, attento all’equilibrio psico-fi sico che aiuta a stare bene con se stessi da contrapporre proprio all’assunzione sregolata di alcol.

Negli ultimi 30 anni è sceso a 40 litri a persona

DIMEZZATO IL CONSUMO DI VINO

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Se gli italiani sono bocciati per scarsa preparazione sulla dieta mediterranea, ci possiamo consolare con il

fatto che all’estero volano i prodotti della dieta divenuta patrimonio dell’Unesco e che vale complessivamente 200 miliardi la spesa di italiani e stranieri per acquistare pasta, olio, vino conserve di pomodoro e frutta e verdura italiana in un anno nel mondo. E’ quanto rileva la Coldiretti in rife-rimento alla ricerca del Dipartimento di medicina interna, invecchiamento e malattie nefrologiche dell’Universita di Bologna presentato a Genova al Congresso nazionale della Societa italiana per la prevenzione cardiovascolare (Siprec). Tutti i prodotti cardine della dieta mediterranea vedono l’Italia ai vertici mondiali nella produzione. Il Belpaese è, infatti, il primo produttore mondiale di pasta e vino, mentre nell’olio occupa la piazza d’onore, pur essendo il primo esportatore. Ma l’Italia è anche il primo produttore europeo di frutta e ortaggi, oltre che il primo a livello mon-diale di kiwi, uva, carciofi , il secondo per pesche e nettarine, carrube, nocciole, il terzo con cavolfi ori e broccoli, pere, il quarto su lattuga e cicoria, mandorle, ciliegie, castagne. Primato nelle esportazioni anche per le conserve di pomo-doro, di cui lo Stivale è anche il terzo produttore a livello

mondiale . I l boom della dieta mediterranea

all’estero è confermata dalle ottime performance del Made in Italy con le esportazioni ch fanno registrare un aumento del 13 per cento nel 2010 rispetto all’anno pre-cedente . Molto positive le performance dell’ortofrutta fresca (+21% in valore all’export), dell’olio d’oliva (+14%) e del vino (+12%), mentre la pasta (voce assai importante del made in Italy sulle tavole straniere con 1,8 miliardi di euro) fa segnare una sostanziale stabilità a dimostrazione della tenuta complessiva del made in Italy a tavola nono-stante la crisi globale. Ma il successo all’estero dei prodotti della dieta mediterranea rappresenta anche un volano di sviluppo per il turismo enogastronomico che vale cinque miliardi e si conferma il vero motore della vacanza Made in Italy, unico segmento in costante e continua crescita nel panorama dell’offerta turistica nazionale.

Vale 200 miliardi di euro

LA

VOLA

DIETAmondiale . I l

DIETADIETAMEDITERRANEA

VOLAVOLA

DIETAALL’ESTERO

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Quasi 3 italiani su 4 non vogliono

il latte ottenuto da mucche biotech nel b ib eron secondo l’indagine Coldiretti/Swg dalla quale emer-ge che il 72 per cento dei cittadini italiani che esprimono una opinione ritiene che i prodotti alimentari contenenti organismi geneticamente modifi cati (Ogm) siano meno salutari rispetto a quelli tradizionali. È quanto afferma la Coldiretti in riferimento alle mucche transgeniche allevate in Cina che producono latte con proteine come il lisozima che lo rendono simile a quello materno grazie ad un progetti degli scienziati della State

Key Laboratories for AgroBiotechnology della China Agricultural University che hanno peraltro alzato del 20 per cento il contenuto in grasso, secondo l’inglese Daily te-legraph. Nonostante il rincorrersi di notizie miracolistiche sugli effetti benefi ci delle nuove modifi cazioni genetiche effettuate su animali e vegetali in laboratorio (dal supersal-mone ad accrescimento rapido al riso ipervitaminico fi no al latte materno da mucche transgeniche) rimane elevato il livello di scetticismo. La realtà è che gli OGM attualmente in commercio riguardano pochissimi prodotti (mais, soia e cotone) e sono diffusi nell’interesse di poche multina-zionali senza benefi ci riscontrabili dai cittadini. Peraltro in Italia si sta rapidamente riscoprendo il latte d’asina con il quale si ottengono ottimi risultati per i bambini con allergie gastrointestinali dovute a intolleranza al normale latte di mucca e, per quelli che non possono essere allattati al seno. Il latte d’asina che ha caratteristiche simili a quello materno rappresenta una valida alternativa per non far mancare un nutrimento essenziale alla crescita. Il latte d’asina è un vero e proprio farma-food che risolve i problemi delle intolleranze al latte vaccino nell’età neonatale, ma l’elevato contenuto in calcio lo rende estremamente utile tanto per gli anziani affetti da osteoporosi che per le donne in menopausa. Un animale che sembrava solo pochi anni fa spacciato ha trovato una ragione d’essere nel combattere le nuove patologie dei tempi moderni con un aumento del 30 per cento negli ultimi 5 anni in Italia dove si contano complessivamente oltre 36mila quadrupedi dalle grandi orecchie, che dopo aver rischiato l’estinzione stanno vi-vendo un momento di grande riscossa.

Ogm: tre italiani su quattro dicono no

al latte biotech nel biberon

Puntare sul latte d’asina che ha naturalmente proprietà simili al materno

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È risaputo che se una persona soffre di insonnia, do-vrebbe evitare il pisolino pomeridiano. Ma per tutti gli

altri, dormire per una o due ore dopo pranzo pare faccia molto bene. Un gruppo di scienziati americani spiega che se volete andar bene al prossimo esame, dovreste provare a fare la siesta di metà pomeriggio. Mentre i risultati sono preliminari, la nuova ricerca sol-leva la prospettiva che il sonno prepa-ra meglio il cervello a ricordare le cose, e non soltanto il sonno notturno, come prima si cre-deva. “Per fare un paragone più com-prensibile, dormire di pomeriggio è come riavviare un computer per farlo lavorare più agevolmente”, ha spiegato l’autore dello studio Matthew Walker, professore assistente presso l’Università della California, a Berkeley. Walker e colleghi hanno diviso 39 giovani adulti in due gruppi. A mezzogiorno, tutti i partecipanti hanno preso parte ad un

esercizio di memoria che ha richiesto loro di ricordare volti e il loro collegamento con i nomi. Poi i ricercatori hanno avviato un altro esercizio di memoria alle 6 del pomeriggio, dopo che 20 di essi aveva dormito per 100 minuti duran-

te la pausa. Coloro che sono rimasti svegli hanno avuto un risultato di cir-ca il 10% peggiore rispetto a quelli che hanno dormito. C’è un aspetto in più: la capacità di impara-re declina di circa il 10% tra mezzo-giorno e le 18:00 di solito, ma chi ha dormito è stato in grado di evitare tale declino. Altre ricer-che recenti hanno

suggerito che il sonno può aiutare a pensare in modo più creativo, a migliorare la memoria a lungo termine e a conservare i ricordi importanti. I risultati dello studio sono stati presentati in occasione della riunione annuale della American Association of the Advancement of Science a San Diego.

Dormire due ore dopo pranzo fa bene

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Page 17: ONDA D'URTO - aprile/maggio 2011

17

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Il prestigioso Nice britannico (National Institute of Clinical Excellence) consiglia di

abbinare alla psicoterapia anche i farmaci solo nei casi di depressione moderata e maggiore, le due forme più grave della depressione. La diagnosi di depressione moderata, secondo il Dsm-IV, bibbia degli psichiatri americani adottata anche dal Nice, richiede che siano presenti almeno 5 sintomi sui 9 qui sotto elencati e che la presenza di questi sintomi sia verificata in parecchie sedute:1. Umore depresso per la maggior parte del giorno quasi

ogni giorno;2. Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte o

quasi tutte le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno;

3. Consistente perdita di peso, in assenza di dieta, o consi-stente aumento di peso, oppure diminuzione o aumento dell’appetito quasi ogni giorno;

4. Insonnia o eccesso di sonno quasi ogni giorno;5. Agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni

giorno;

6. Affaticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno;7. Autosvalutazione o sentimenti eccessivi o inappropriati

di colpa presenti quasi ogni giorno;8. Diminuzione della capacità di pensare e di concen-

trazione, o diffi coltà a prendere decisioni quasi ogni giorno;

9. Pensieri ricorrenti di morte, ricorrente ideazione suicida senza elaborazione di piani specifi ci, oppure un tenta-tivo di suicidio o l’elaborazione di un piano specifi co per commettere suicidio.

Questi sintomi devono essere presenti per almeno 2 set-timane e ogni sintomo deve essere presente in modo suf-fi cientemente grave per l’intera giornata e tutti i giorni, e questo nonostante si siano attuati tutti gli interventi non farmacologici.

Abbinare i farmaci alla psicoterapia

ATTENTI ALLA

DEPRESSIONE!

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Un recente studio italiano indica una nuova via per ridurre l’aggressività dei tumori al seno. Un gruppo

di ricercatori coordinati da Paola Nisticò del Laboratorio di Immunologia dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, in collaborazione con l’Università Sapienza della Capitale e con l’Istituto San Raffaele di Milano hanno scoperto che inibendo una specifi ca proteina si può rendere meno aggressivo un tipo di tumore al seno molto diffuso. La ricerca, pubblicata sulla rivista Plos-One, mostra infatti che il 70% dei tumori al seno che esprimono l’oncogene Her-2 è positivo anche alla presenza della proteina hMena. Questo tipo di tumori sono anche quelli che risultano più aggressivi nel decorso clinico, indicando quindi un ruolo per hMena nella progressione di questi tumori. Gli studiosi hanno dimostrato come inibendo la proteina hMena si abbia un rallentamento della proliferazione tumorale indotta da Her2. Il gene hMena, identifi cato per la prima volta all’Istituto Regina Elena dalla stessa Nisticò e da Francesca Di Modu-gno, è assente nell’epitelio delle mammelle sane e compare invece nelle lesioni benigne che evolvono in tumori. Esso si candida quindi ad essere un marker di diagnosi pre-

coce per il cancro al seno e un im-portante target terapeutico. I dati otte-nuti non s o l o e v i -d e n -z i a n o il ruolo fondamentale di hMena nello sviluppo delle ne-oplasie mammarie, ma suggeriscono anche che interrompendo i segnali di comu-nicazione molecolari che intercorrono tra hMena e Her2 si possa arrestare la progressione tumorale. Lo studio apre una strada interessante in quanto, come affermano i ricer-catori, si potrebbero infatti individuare farmaci inibitori di hMena per interrompere i segnali che ne permettono la cooperazione col gene Her2, migliorando così il decorso clinico dei tumori al seno più aggressivi.

Cancro al seno, studiosi italiani scoprono come renderlo meno aggressivo

UN NUOVO FRONTE DI RICERCA

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Una forma mutata di beta-proteina blocca il pro-cesso di distruzione delle cellule nervose. L’hanno

scoperto ricercatori degli Istituti Besta e Mario Negri di Milano, guidati da Fabrizio Tagliavini e Mario Salmona, con l’Università di Milano e il Nathan Kline Institute di Orangeburg, New York. Lo studio, pubblicato a marzo su “Science”, è partito dall’identificazione di una nuova mutazione del gene App (precursore della beta-amiloide) in un uomo di 39 anni con una forma precoce di malattia. Secondo quanto scoperto in laboratorio, aggiungendo alla proteina normale che comincia ad alterarsi la proteina anormale fabbricata dal gene mutato, si arresta il processo di accumulo di beta-amiloide e la conseguente forma-zione delle placche, alla base della malattia di Alzheimer. I risultati in vitro saranno presto confermati su mo-delli animali. Passo successivo: analizzare se è possibile costruire farmaci che riproducano la mutazione. www.sciencemag.org.

Uno studio dei ricercatoridegli Istituti Besta e Mario Negri

Le cause della patologia

ALZHEIMER, PROTETTI DA UNA PROTEINA

MAL DI TESTA? COLPA DEI NEURONIAnche se il dolore sembra provenire del cervello, in que-

sto organo non ci sono terminazioni nervose in grado di trasmettere questa sensazione. Il malessere proviene invece dai nervi che percorrono la testa, in particolare dal trigemino. Il mal di testa è causato dalla sensibilizzazione dei neuroni nocicettivi (quelli che trasmettono il dolore) che si trovano proprio a livello del nervo trigemino. Rumori molesti. Per via di questa sensibilizzazione, i neuroni nocicettivi si attivano anche in risposta a stimoli lievi (per esempio un rumore), che in condizioni normali li lascerebbero inattivi. A questo fenomeno se ne aggiunge un altro: le pareti dei vasi sanguigni che si trovano nel cra-nio liberano sostanze che inducono dolore, amplifi cando il malessere. Scossa. Diverso è il caso della nevralgia del trigemino, che provoca una sensazione simile a quella di una scossa elettrica di breve durata. In questo caso il dolore è dovuto all’attivazione eccessiva del nervo trigemino e non dei neuroni nocicettivi a esso associati.

Page 20: ONDA D'URTO - aprile/maggio 2011
Page 21: ONDA D'URTO - aprile/maggio 2011

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Chi pensa che i postumi della sbornia settimanale svani-scano il giorno dopo, e che magari lo scotto da pagare

sia semplicemente qualche ora di nausea e mal di testa sarà costretto a ricredersi. La realtà è un’altra: l’abuso di alcol, sia pure non quotidiano ma limitato a serate di eccessi di tanto in tanto, comporta seri rischi nel lungo periodo per la salute mentale, presente e futura, degli adolescenti. Il cosiddetto binge-drinking, come viene defi nire l’abuso di alcol in una ristretta quantità di tempo, lascia il segno nel cervello aumentando i rischi futuri di soffrire di ansia e depressione. A sottolineare i rischi impliciti nel bere eccessivo è uno studio del Loyola University Health Sy-stem di Chicago, presentato in occasione del convegno annuale della Society for Neuroscience di San Diego. Il binge drinking, spiegano gli esperti, già molto diffuso nei Paesi anglosassoni, si sta diffondendo tra i giovani di

tutto il mondo occidentale. Nell’immediato il pericolo è di intossicazione, oltre che di incidenti e comportamenti pericolosi che possono portare alla morte. Per mostrare i danni a lungo termine, invece, ricercatori statunitensi hanno osservato che la risposta allo stress in roditori che avevano ingerito periodicamente grandi quantità di alcol, veniva alterata in maniera permanente. Secondo Toni Pak, coordinatore della ricerca, si ha un netto deterioramento nella secrezione di ormoni che aiutano l’organismo a reagire allo stress. I risultati, spiegano gli scienziati, non sono direttamente trasferibili sull’uomo ma offrono un’in-dicazione molto precisa dei danni permanenti dell’alcol sul cervello degli adolescenti.

Ubriacarsi con cadenza settimanale lascia il segno per la vita

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Page 22: ONDA D'URTO - aprile/maggio 2011

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SABATO 14 ALLEGRA COMPAGNIA dalle ore 21

SABATO 21 I DIAPASON dalle ore 21

SABATO 30 I DERIVA dalle ore 21

NUOVO

La Corte di giustizia dell’Unione europea ha emesso una nuova sentenza contro la discri-

minazione linguistica nei concorsi europei. I giu-dici della Corte hanno infatti annullato l’avviso di concorso per un posto vacante di segretario generale presso la segreteria del Comitato econo-mico e sociale (Cese) pubblicato il 28 dicembre 2007. L’avviso compariva sulla Gazzetta uffi ciale in tedesco, francese e inglese. L’Italia, sostenuta dalla Spagna, aveva presentato ricorso davanti ai giudici europei. “La pubblicazione nella Gazzetta uffi ciale del testo dell’avviso di posto vacante unicamente in alcune lingue uffi ciali, quando invece soggetti che abbiano soltanto conoscenze di altre lingue uffi ciali potrebbero presentare la loro candidatura, è tale - si legge nella sentenza - da condurre a una discriminazione a loro danno. Nel caso esaminato, la conoscenza dell’inglese e/o del francese, rilevano i giudici, è solo fortemente auspicata, e non imposta”. Potenziali candidati al posto di segretario generale del Cese, in possesso di una conoscenza approfondita di una lingua uffi ciale e di una conoscenza eccellente di almeno altre due lingue ufficiali diverse da una delle tre lingue di pubblicazione, erano pertanto “potenzialmente idonei” a concorrere e avrebbero dunque potuto presentare la propria candidatura per quel posto, “se l’avviso fosse stato pubblicato in una lingua che essi conoscevano e se fossero stati in tal modo informati dell’esistenza del posto da coprire”. Per questo motivo, i giudici hanno annullato l’avviso di concorso.

Bando in sole 3 lingue: la Corte di giustizia dell’Unione europea annulla il concorso

CONTRO LA DISCRIMINAZIONE

LINGUISTICA

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BolognaFiere, con l’ausilio di Archi-Europe, lancia la terza edizione di SAIESelection, il concorso interna-

zionale dedicato a studenti e progettisti under 40 incen-trato sul tema della sostenibilità con soluzioni, materiali e tecnologie innovative. Titolo dell’edizione 2011 è Innovare, Integrare, Costruire - Soluzioni innovative sostenibili. I progetti selezionati saranno presentati nel corso di SAIE 2011, Salone internazionale dell’Edilizia in programma dal 5 all’8 ottobre, in un forum dedicato ai giovani progettisti, L’architettura delle nuove generazioni, ed esposti nell’ambito di una mostra. Il Regolamento di SAIESelection 2011 è scaricabile dal sito di Archi-Europe www.archi-europe.com. Dopo una seconda edizione di grande successo con oltre 200 progetti presentati da architetti provenienti da 36 paesi (tra cui, oltre ai paesi europei, Bangladesh, Cipro, Egitto, Giappone, India e Ucraina), il concorso SAIESelection 2010 si è dimostrato un’ottima opportunità per giovani studenti, architetti e progettisti di talento di dare visibilità internazionale a esempi di architettura integrata. La giuria, presieduta dall’architetto Mario Cucinella, ha espresso ap-prezzamento per l’altissimo livello qualitativo dei progetti presentati, tra i quali anche una serie di proposte avveniristi-che e di frontiera nella categoria “studenti”. Tra le tendenze emerse, una ormai consolidata attitudine del progetto di architettura a integrare al suo interno soluzioni ed elementi tecnici fi nalizzati all’effi cienza energetica, al contenimento delle emissioni e al risparmio energetico, qualsiasi siano i materiali utilizzati, senza compromettere e anzi esaltando un linguaggio architettonico poliedrico e raffi nato.

SAIESelection 2011, in cerca di giovani talenti il futuro dell’architettura

CONCORSO PER PROGETTISTI IN ERBA

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La notizia non è proprio fresca, ma risale a un po’ di anni addietro, ma intendiamo riportarla in auge per la sua

importanza relativa all’integrità atletica dei ragazzi, dei giovani professionisti e non che gioca al calcio. Un studio eseguito negli Stati Uniti, conferma che colpire troppo fre-quentemente il pallone da calcio con la testa, può diminuire le capacità intellettive del calciatore. I risultati provengono da due ricerche effettuate da un professore statunitense, Frank Webbe, arbitro per 12 anni e allenatore di calcio in un’università della Florida, dove insegna psicologia. Il primo studio del professore mette a confronto funzioni cerebrali di giocatori che hanno giocato per molti anni con soggetti che non hanno mai giocato. Il secondo invece compara persone che avevano appena giocato con altri che non si erano impegnato su un campo di calcio. Nel primo caso le cosiddette”performance neurocognitive” (cioè apprendimento di parole, attenzione e velocità di elaborazione delle informazioni) sono diminuite. Se cioè un calciatore gioca il martedì, e colpisce spesso la palla

con la testa, è possibile che il venerdì non sia particolar-mente brillante nei test cognitivi. Non ci sarebbero invece, secondo questa ricerca, effetti a lungo termine nel colpire il pallone con la testa. Conclusioni opposte. Il secondo articolo pubblicato da Frank Webbe arriva invece a una conclusione diversa. Secondo Webbe e Adrienne Witol, i giocatori con un’alta percentuale di colpi di testa nella loro vita hanno un punteggio più basso in scale che misurano l’attenzione, la concentrazione, la fl essibilità cognitiva e in generale il funzionamento intellettivo. Dopo questi studi, Webbe è sempre più convinto che colpire di testa il pallone può infl uire sulle funzioni del cervello, anche se spesso si dice che il colpo di testa dato con tecnica perfetta non ha effetti negativi.

Sono meno brillanti degli altri giocatori

AL

FANNO MALE ICOLPI

DI TESTAFANNO MALE IFANNO MALE I

CALCIATORE

Page 28: ONDA D'URTO - aprile/maggio 2011

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1) Pausa: Ogni tanto, fare una pausa, magari per un giorno intero dai mezzi di comunicazione (cellu-

lare compreso). È un toccasana per avere un rapporto armonico con questi mezzi. Stimola la propria autocoscienza e permette anche di avere le idee più chiare su come sfruttare razionalmente e i mezzi del-la moderna te cno lo g ia mediatica.

2) Vacanza: Quando si

va in vacanza, è uti-le staccare del tutto il contatto da questi mezzi... o per lo meno, diradare l’uso in ragione giornaliera e settimanale. Infatti, continuare a tene-re un occhio fisso sul web (ovvero a tenere impegnata la nostra attenzione) non ci permette di trascorrere la vacanza nel pieno godimento della libertà necessaria. I blogger lo sanno bene, ma è indispensabile non cadere nel tranello.

3) Vita interiore: Il web induce a pensare intensa-mente più al mondo esterno (seppur virtuale)

che al nostro mondo interno (ovvero a noi stessi). È per

questo che é consigliato di svolgere attività meditative e di rilassamento per potersi immergere nella propria intimità in modo da avere la mente completamente sgombra dalle lusinghe del web.

4) Socialità: Se si trascorre la maggior parte della gior-nata su internet, è utile programmare delle “pause

sociali” per po- ter riprendere contatto con la realtà. Una pizza, il cinema, lo sport ed altri diversivi,

favorisco- no la vita sociale e un salubre di-stacco dalla rete. Un tempo, quando questi

mezzi non esistevano, le persone si incontravano nei luoghi re-ali, anche per fare le fatidiche quattro chiacchiere. Oggi si chatta, si naviga, si esplora per

colmare una solitudine interiore ed esteriore che di-

ve n t a sem-p r e

più proble-matica.

5) Dipendenza: Se proprio non si riesce a staccarsi dal

web, il consiglio è di rivolgersi ad un terapeuta il quale analizzera la situazione psicologica personale adottando le relative psicoterapie che possano ricondurre il vissuto esistenziale nella dimensione reale.

Psicologia e Web

5 CONSIGLI PER EVITARE LA DIPENDENZA DALLA RETE

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Le famiglie italiane sono nella top ten delle più ricche al mondo, con un basso livello di indebitamento e la

tendenza a concentrare la ricchezza nel mattone. Il quadro è delineato dalla Banca d’Italia nel supplemento al bollettino statistico La ricchezza delle famiglie italiane relativo al 2009. Secondo l’Istituto di Via Nazionale l’Italia appartiene alla parte più ricca del mondo, collocandosi nelle prime dieci posizioni tra gli oltre 200 paesi considerati, in termini di ricchezza netta pro-capite. Il 60% delle famiglie italiane possiede una ricchezza superiore a quella del 90% delle famiglie di tutto il mondo. La ricchezza netta mondiale delle fami-glie, secondo gli studi citati nel rapporto, ammonterebbe a circa 160mila miliardi di euro, e di questi la quota relativa all’Ita-lia sarebbe pari al 5,7%, particolarmente elevata se si considera che l’Italia rap-presenta poco oltre il 3% del Pil mon-diale e meno dell’1% della popolazione del pianeta. Il rovescio della medaglia è nella concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi e nell’aumento del divario tra chi sta meglio e chi fatica ad arrivare alla fine del mese. Il 10% delle famiglie più ricche deteneva a fi ne 2008 quasi il 45% della ricchezza complessiva, segnala infatti Bankitalia, mentre la metà più povera delle famiglie italiane nel 2008 deteneva il 10% circa della ricchezza complessiva. Nel confronto internazionale tuttavia l’Italia registra, secondo Bankitalia, un livello di di-suguaglianza della ricchezza netta tra le famiglie piuttosto contenuto anche rispetto ai soli Paesi più avanzati. Un dato

di rilievo è rappresentato dal basso indebitamento delle nostre famiglie. Da un confronto internazionale emerge come alla fi ne del 2008 l’ammontare dei debiti fosse pari al 78 per cento del reddito disponibile lordo: in Germania

e in Francia tale valore era pari a circa del 100 per cento, negli Stati Uniti e in Giap-pone al 130 per cento. Le famiglie amano sempre meno i Bot e privilegiano inve-stimenti più liquidi, come il risparmio postale e i depositi. Il mattone continua a rappresenta il principale strumento di investimento e ricchezza, tanto che, a fi ne del 2009, la ricchezza in abitazioni dete-nuta dalle famiglie italiane ammontava a

circa 4.800 miliardi di euro, ovvero circa 200mila euro in media per famiglia. Per Bankitalia la ricchezza in abitazioni è cresciuta tra fi ne 2008 e fi ne 2009 di circa lo 0,3% (circa 13 miliardi di euro). Secondo il Codacons i dati di Bankitalia “confermano le diseguaglianze cresciute di numero per via dell’aumento del costo della vita. Codacons sostiene che 23 milioni di italiani sono a rischio povertà e che faticano ad arrivare alla fi ne del mese. Anche Federconsumatori e Adusbef contestano i dati giudicandoli non rispondenti alla realtà.

Secondo Bankitalia, le famiglie italiane

sono tra le più ricche

dei consumatoridei consumatoridei consumatori

Secondo Bankitalia, Secondo Bankitalia, le famiglie italiane le famiglie italiane

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Page 30: ONDA D'URTO - aprile/maggio 2011

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Recentemente, Trivago ha condotto un sondaggio tra i turisti europei

per scoprire i principali fattori che deter-minano un buon pernottamento alber-ghiero. Il risultato più eclatante che ne è scaturito è che più della metà ( i l 56% deg l i interpellati) ha dichiarato che negli hotel eu-ropei si dorme male e non si ri-posa adeguata-mente per le più svariate ragioni. Tra le ragioni più ricorrenti annotiamo: letto di scarsa qualità, cuscino scomodo e temperature inadeguate oltre che rumorosità, cigolii notturni ed altre innumerevoli ragioni, diciamo così, minori. Nel giudizio del campione, composto da 7561 intervistati, hanno giocato un ruolo determinante la qualità del materasso (25%) e le condizioni e le dimensioni del letto in generale. Per quest’ultima voce, la maggior parte di

risposte è venuta da tedeschi ed olandesi (notoriamente di statura superiore alla media). Per gli inglesi, perché il sonno possa definirsi di qualità, al pari della comodità del letto è fondamentale l’in-

sonorizzazione d e l l a c a m e r a (24%). Greci ed italiani, invece, prestano atten-zione al design e all’atmosfera del la camera. Non si può dire altrettanto degli spagnoli i quali preferiscono un

comodo cuscino e soffi ci lenzuola (20%). La temperatura della camera è un fattore rilevante per italiani e inglesi (11% per entrambe); i lusitani posano, infi ne, attenzione sulla presenza dei sistemi di sicurezza in hotel e nella came-ra (chiusura della stessa, cassaforte, ecc.) come condizione per un sonno tranquillo e rigenerante. Ce ne davvero per tutti i gusti!

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Page 31: ONDA D'URTO - aprile/maggio 2011

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La trama di “Vieni via con me” di Roberto Saviano, libro pubblicato da Feltrinelli, ricalca e amplia i temi

trattati nel programma omonimo che ha fatto registrare un grande successo di pubblico, condotto insieme a Fabio Fazio su Rai 3. Ritroveremo il meccanismo della macchina del fango, la criminalità organizzata al Nord, l’emergenza rifi uti a Napoli, il non riconoscimento dell’Unità d’Italia e tutte le tragedie annunciate che si potevano evitare e che, invece, si sono compiute grazie alla complicità e connivenza di organizzazioni criminali e alla succube passività di tanti uomini delle istituzioni che sono rimasti nell’ombra. Savia-no amplia la sua trattazione dando respiro al suo desiderio di mettere in luce le nefandezze che hanno macchiato la storia del nostro Paese disseminando ombre e incertezze e dando luogo ad un vortice di situazioni in cui la politi-ca, la fi nanza, la criminalità organizzata e altre forme di

organizzazioni occulte hanno guazzato senza ritegno a scapi-to della collettività. Nel libro “Vieni via con me” di Roberto Saviano non possono poi mancare le storie dei singoli: le continue lotte di Piergiorgio Welby, la battaglia di don Gia-como Panizza contro la ’ndrangheta, Piero Calamandrei e la sua difesa della Costituzione e tanti altri ancora. Come sempre, si tratta di un libro in cui echeggia l’impegno ci-vile e il coraggio di questo scrittore che ha scelto di essere presente e di farsi sentire attraverso la narrazione letteraria. Il nuovo libro di Saviano si articola in otto capitoli, per raccontare otto storie che ci diano un’immagine dell’Italia attuale. Così come il “Vieni via con me” televisivo è stato l’evento mediatico dell’anno, adesso il libro dello scrittore di Gomorra si ripropone di rivivere lo stesso successo nel mondo della carta stampata.

È uscito l’ultimo libro di Roberto Saviano pubblicato per i tipi della Feltrinelli

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Page 32: ONDA D'URTO - aprile/maggio 2011

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LE FRAGOLE TOCCASANA CONTRO IL TUMORE

Le fragole potrebbero aiutare a prevenire il cancro all’esofago: è quanto sostiene uno stu-dio condotto presso l’Ohio State University e presentato al meeting annuale dell’American Association for Cancer Research. Gli autori dello studio sono stati incoraggiati nel testare l’at-tività delle fragole sul cancro esofageo perché uno studio precedente condotto su animali ha evidenziato come le fragole possono esse-re utili nel contrastare il cancro esofageo già conclamato negli animali. Per questo hanno somministrato estratti di fragole a 36 persone, uomini e donne, età me-dia 54 anni, con lesioni precancerose all’eso-fago, tutti ad alto rischio di sviluppare cancro dell’esofago. L’uso dell’estratto di fragole, usato per ottimizzare la massimo i principi attivi be-nefi ci contenuti nelle fragole, hanno mostrato di saper rallentare la progressione cancerosa. Le fragole, dunque, potrebbero aiutare: ser-vono però studi più esaustivi sull’ argomento e comunque per prevenire questo tumore è necessario uno stile di vita salutare che prevede il consumo di frutta, verdura, niente alcool e niente fumo, tutti fattori che aumentano il rischio di sviluppare questo tumore.

FARE ACQUISTI ALLUNGA LA VITA

Una buona notizia per i commercianti e per tutti gli amanti dello shopping: fare spese al-meno una volta al giorno allunga la vita. Ad affermarlo uno studio durato dieci anni e pubblicato sul Journal of Epidemiology and Community Health a opera dei ricercatori del Taiwan’s National Health Research Institutes. Gli studiosi hanno analizzato le abitudini di 1.865 over 65, persone in buona salute, dal 1998 al 2008. Di queste il 17% andava a fare compere una volta al giorno, il 22% tra due e quattro volte alla settimana, il 13% una volta alla settimana e il 48% con minor frequenza. Gli abitudinari delle spese giornaliere avevano un rischio di decesso inferiore del 27%, con un efficacia negli uomini del 28% e nelle donne del 23%. Lo shopping coinvolge diverse dimensioni del benessere personale, sia dal punto di vista della salute che della coesione sociale, e potrebbe quindi aumentare la longevità. Un viaggio al supermercato o al centro com-merciale implica un contatto sociale e un po’ di esercizio, che potrebbero essere suffi cienti ad assicurare l’effetto». Dunque si può anche guardare senza acquistare!Lo

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Melodie suadenti che si alternano a rock possen-ti e blues trascinanti, suoni che lasciano una scia

nell’animo, preludendo un coinvolgimento emotivo e il ri-cordo di una intensa esperienza da ripetere. La musica non si nasconde, ma è la protagonista assoluta di “Viviamo o no”, primo album di Marco D’Angelo, promettente autore lancianese e ottimo chitarrista che sale sul proscenio dopo anni di intensa e profi cua attività musicale nelle piazze e nei locali di provincia dove si è esibito in veste di cantante e di chitarrista. L’album dell’artista abruzzese è uscito il 16 maggio, distribuito da Frontiers-Edel su etichetta indipen-dente Valery Records e marchio di produzione Frentaudio, mentre tutta la fase realizzativa e di produzione esecutiva è stata curata e coordinata da Gianni Daldello, personag-gio simbolo della discografi a italiana, già direttore della CGD che nella sua straordinaria carriera di discografi co, ha scoperto e lanciato artisti del calibro di: I Camaleonti, Loredana Bertè, Fiorella Mannoia, Umberto Tozzi, Toquin-ho, Gigliola Cinquetti e altri ancora e innumerevoli sono stati i successi, per un totale di oltre 60milioni di dischi venduti. Ma torniamo all’album di Marco D’Angelo, ultima sua scoperta, composto da dieci canzoni inedite scritte e musicate dallo stesso autore e arrangiate da Umberto Iervolino, Franco Borasio e Olly Riva. Si tratta di uno spaccato che mette in luce la complessa personalità del giovane artista lancianese il cui estro mu-sicale è intimamente legato ai tempi dell’amore come per esempio in Martina, Eri tu, Cos’è, Ti lascio andare, ma tal-volta si trova a raccogliere gli impulsi di un impegno sociale come, appunto, in Viviamo o no (pezzo che apre l’album) o in Hai violato la mia privacy in cui l’Autore impone delle sonorità che restano vive nella memoria. In un pezzo blues come Ma che ne sanno loro di me, il tema introspettivo del

testo è una sfi da al mondo, una sorta scoperta consapevole che avviene sulle ali di un ritmo trascinante ed evoluto che i giovani non tarderanno a condividere. Ogni singolo pezzo dell’album induce a soffermarsi sull’intensità della melodia, quasi a trattenere il respiro fi no all’ultima nota che si spegne nell’eco di un’opera compiuta e torna a risalire in superfi cie non appena inizia la canzone successiva. Per questa sua singolarità, l’album è musicalmente omogeneo, cosparso di effetti sonori forti e delicati, come deve essere la musica che tocca il cuore e la sfera emotiva. Web-site: www.marcodangelo.ite-mail: [email protected]

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ATESSACARABINIERI Via Matteotti, 45........................................................ 0872.866484

VIGILI URBANI Via Municipio, 1 ........................................................ 0872.850593

VIGILI DEL FUOCO Ctr. Vallaspra, 1 ......................................................... 0872.853029

CORPO FORESTALE Ctr. Vallaspra, 1 ......................................................... 0872.850291

UFFICI GIUDIZIARI Viale della Stazione, 2 ............................................... 0872.866374

OSPEDALE CIVILE V. EMANUELECtr. Ianico 11 ................................................................ 0872.8641

AZIENDA SANITARIA LOCALECtr. Ianico 11 ................................................................ 0872.8641

LABORATORIO ANALISI CMAVContrada Piazzano, 4 ................................................ 0872.895265

UFFICIO POSTALEVia Battisti, 1 ............................................................... 0872.85951

LUNEDÌ: Lettopalena, San Vito Chietino. MARTEDÌ: Ges-sopalena, Castel Frentano, Sant’Eusanio del Sangro, Taranta Peligna, Lama dei Peligni. MERCOLEDÌ: Civitella Messer Raimondo, Lanciano, Roccascalegna, Villa Santa Maria. GIOVEDÌ: Fara San Martino, Atessa, Roio del Sangro.

VENERDÌ: Paglieta, Casoli, Pizzoferrato, Fossacesia. SABA-TO: Quadri, Palombaro, Lanciano, Palena. DOMENICA: Torino di Sangro, Piazzano di Atessa.

MERCATINO DELL’ANTIQUARIATO: Lanciano - Corso Trento e Trieste - ogni seconda domenica del mese

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DATI E GENERALITÀ DELL’INSERZIONISTA

Cognome e nome .........................................................................................................................................

Via .......................................................................................... Città ..............................................................

Doc. identità............................. N. .......................................Telefono ...........................................................

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