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ONDA DURTO Periodico degli studenti del Liceo ‘Porporato’ di Pinerolo - Anno VIII, n.1, Ottobre 2005 www.liceoporporato.it/onda/onda_d'urto.htm ins. resp. antonio denanni Indice: Cercando l’isola pag. 2 Che stress!!! pag. 2 L’isola che non c’è pag. 3 Come siamo felici? pag. 3 Le aspettative rendono... pag. 4 Girando sul Web pag. 5 Il Sudoku pag. 6 Cercasi eroe pag. 7 L’utopia cos’è pag. 8 Intervista al Preside pag. 9 L’anima della festa pag. 10 Weltujugendtag pag. 11 Artisti&Campioni pag. 12 Splash pag.13 Test divertentissimo pag.14 Il futuro blu pag.14 Test di cultura pag.15 Film Forum pag.16 Film & musica pag.17 Tutti gli studenti pag.18-19 Lettere alla redazione pag.20 Ricordi di un’ex pag.21 PorporAndersen pag.22

Onda d'urto Ottobre 2005

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N.1 Giornale degli studenti del Liceo Porporato

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ONDA D’URTOPeriodico degli studenti del Liceo ‘Porporato’ di Pinerolo - Anno VIII, n.1, Ottobre 2005

www.liceoporporato.it/onda/onda_d'urto.htm ins. resp. antonio denanni

Indice: Cercando l’isola pag. 2 Che stress!!! pag. 2 L’isola che non c’è pag. 3

Come siamo felici? pag. 3 Le aspettative rendono... pag. 4 Girando sul Web pag. 5 Il Sudoku pag. 6 Cercasi eroe pag. 7

L’utopia cos’è pag. 8 Intervista al Preside pag. 9 L’anima della festa pag. 10 Weltujugendtag pag. 11 Artisti&Campioni pag. 12

Splash pag.13 Test divertentissimo pag.14

Il futuro blu pag.14 Test di cultura pag.15 Film Forum pag.16

Film & musica pag.17 Tutti gli studenti pag.18-19 Lettere alla redazione pag.20 Ricordi di un’ex pag.21 PorporAndersen pag.22

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Cercando l’isola Il film con Jonny Depp “Finding Neverland”, ispirato alla vita dell’autore di Peter Pan e all’utopia dell’isola che non c’è ha ispirato la copertina e gli articoli di a-pertura di questo primo numero di “Onda d’Urto” di ottobre. Quest’isola bramata è l’isola della felicità dove tutti vorrebbero andare (che il successo dell’Isola dei Famosi sia legato a questa grande idea?). Eppure è un’isola che non c’è, inesistente, e la ragione ci direbbe di lasciar perdere, ma il desiderio e l’aspirazione den-tro di noi è così grande che si deve materializzare da qualche parte. In questo gioco del luogo e non luogo (utopia) siamo trasportati in un’altra realtà, un po’ rea-le e un po’ immaginaria. In questo numero di “Onda” abbiamo voluto esplorare tre di queste altre realtà: il gioco (art. di I-van), la festa (Sara ), la re-altà virtuale del cinema che rende possibile con le sue tecnologie questo mondo irreale (Gioia). A questi e ad altri articoli, si affianca-no le rubriche solite: Un campione tra noi, Supple-mento d’anima, Lettere alla redazione, Test umoristico e di cultura generale, ecc. Una novità quest’anno per quanto riguarda SPLASH: le caricature dei prof e gli Ipse Dixit saran-no per indirizzo di studio: un numero il sociale, un al-tro il classico, ecc.

La redazione P.S. Il tema dell’isola della feli-cità, prima di Tommaso Moro l’ha trattato Omero nella sua Odissea, quando fa arrivare Ulisse nell’isola dei Feaci dove è accolto dagli occhi dolci di Nausi-caa. È un’isola felice, ma Ulisse vuole tornare a casa, alla sua Itaca. Quindi... va bene sognare, ma poi è im-portante tornare alla realtà quotidiana.

Gioia IA Cl

«Entro oggi devo riuscire a studiare al-meno fino alla fine del capito-lo»«Allora…se oggi inizio a esercitarmi di matematica e studio greco: domani dovrei avere due ore di tempo per andare in palestra»«No! Mi dispiace ma oggi non posso uscire perché domani ho la versione in classe! Facciamo la prossima settimana?». Tante, troppe volte ci è ca-pitato di sentire queste frasi. La scuola, soprattutto quando si frequenta un liceo, impegna molto tempo: ogni giorno è ne-cessario prepararsi per qualcosa, non si ha più un pomeriggio libero, i periodi di vacanza si vivono con l’angoscia che, nel momento del ritorno a scuola, si sarà sommersi da test e interrogazioni. Limi-tandosi a scriverle, queste possono sem-brare questioni banali, ma non è così; talvolta, infatti, possono rappresentare, per qualcuno, problemi enormi e essere causa di gravi disturbi. Sono, infatti, pre-senti molti allievi che tengono alla loro media in maniera particolare: essi sono abituati a dare sempre il massimo, a stu-diare il più possibile, a tentare di rag-giungere il voto più alto ad ogni costo. Questi ultimi, però, nel momento in cui la quantità di cose da studiare diventa enorme, il numero delle interrogazioni si moltiplica e ogni giorno si viene valutati riguardo un argomento, rischiano seria-mente di cadere nell’esaurimento nervo-so. Essi cominciano ad avere la sensa-zione che la debolezza stia prendendo il sopravvento sul proprio corpo, la sensa-zione che il tempo sia troppo poco per riuscire a finire di fare tutto, la sensazio-ne che tutto il lavoro che si sta facendo non porterà ad alcun risultato e, soprat-

tutto, la sensazione di non riuscire a far-cela. A questo punto cosa si può fare? Sicuramente la prima esigenza che si ha è quella di parlare con qualcuno: già…ma chi? I genitori non fanno altro che dirti che anche se non prendi sempre il voto più alto continui a essere il miglio-re; gli insegnanti ti ripetono che loro ten-tano di aiutarti in tutti i modi e che, in qualsiasi caso, ai loro tempi la scuola era molto più difficile; alcuni conoscenti, dandoti un’opinione non richiesta, ti ri-

badiscono che la scuola l'hai scelta tu e al momento della scelta sapevi benissi-mo che essa avrebbe comportato un im-pegno non indifferente. Insomma, le opi-nioni sono tante, ma di aiuti concreti non se ne trovano. A questo punto, però, la situazione sembra essere precaria e sen-za via d’uscita. Generalmente tali pro-blemi svaniscono solo con il passare del tempo e la maturazione dell’individuo; sta di fatto che sono troppi i ragazzi che alla loro giovane età decidono di ricorre-re ai consigli di uno psicologo o alle vir-tù curanti di pillole contro l’ansia. Per questo motivo è necessario sottolineare che la scuola, per quanto importante, de-ve essere vissuta serenamente: essa rap-presenta la chiave per accedere a un bril-lante futuro, un futuro che deve essere costruito con impegni e sacrifici ma a cui, tuttavia, va anteposta la necessità di vivere al meglio il presente. Gioia I A Cl

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Per un’informazione più ampia e di tipo culturale sull’utopia si ve-dano queste due pagine web, ol-tre all’intervista al prof.Lippolis: www.emsf.rai.it/grillo/trasmissioni.asp?d=250 www.ilgiardinodeipensieri.com/storiafil/trombino-2.html

Che stress!!!!!!!!

È ricominciata la scuola

Questo articolo è stato scritto verso la fine del

passato anno scolastico, ma è valido sempre

"Nulla è più umano del superare ciò che è". (Ernest Bloch, filosofo) segnalato dalla prof. E. Strumia

L'isola che non c'è Edoardo Bennato E. Bennato Seconda stella a destra questo è il cammino, e poi dritto fino al mattino poi la strada la trovi da te, porta all'isola che non c'è.

Forse questo ti sembrerà un po’strano, ma la ragione ti ha un po' preso la mano Ed ora sei quasi convinto che non può esistere un'isola che non c'è.

E a pensarci, che pazzia, è una favola, è solo fantasia e chi è saggio, chi è maturo lo sa: non può esistere nella realtà!

Son d'accordo con voi, non esiste una terra dove non ci son santi né eroi e se non ci son ladri e se non c'è mai la guerra, forse è proprio l'isola che non c'è ... che non c'è.

E non è un'invenzione e neanche un gioco di parole se ci credi ti basta perché poi la strada la trovi da te.

Son d'accordo con voi, niente ladri e gendarmi, ma che razza di isola è? Niente odio e violenza, né soldati, né armi, forse è proprio l'isola che non c'è ... che non c'è.

Seconda stella a destra questo è il cammino, e poi dritto fino al mattino non ti puoi sbagliare perché quella è l'isola che non c'è! E ti prendono in giro se continui a cercarla, ma non darti per vinto perché chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle forse è ancora più pazzo di te!

L’Isola che non c’è Chi di noi non si è mai chiesto “che cos’è l’Isola che non c’è?” oppure “dov’è l’Isola che non c’è?”. Credo che tutti noi, almeno una volta nella nostra vita, ci siamo posti questa domanda. Beh…per questa domanda non c’è una risposta precisa, poiché ognuno di noi, nella propria mente, ha un proprio ideale e concetto di Isola che non c’è. Tanti la paragonano ad un mondo perfetto, senza guerre né stermini. Altri ad un luogo dove rifugiarsi quan-do problemi e responsabilità diventano troppo pesanti da sopportare. I più fantasiosi ad un mondo nel quale si può restare eternamente bambini… La definizione più corretta che la rappresenta in tutti i suoi aspetti è Utopia. Probabilmente molti di noi non cono-scono esattamente il significato del termine. Coloro che invece ne conoscono il signifi-cato lo identificano semplicemente come ideale irrealizzabile. Dietro la parola utopia si nascondono due diverse etimologie. La prima afferma che il vocabolo deriva da ou-topia, cioè luogo inesistente. La seconda sostiene che deriva da eu-topia, cioè luogo felice. Ciononostante, utopia è un termine greco coniato da un pensatore cristiano vis-suto in età rinascimentale, Tommaso Moro. Costui, inappagato dalla realtà in cui vive-va e dal clima d’intolleranza religiosa da parte del popolo inglese, si immaginò un’isola felice, sulla quale gli abitanti potessero condurre un vita migliore, più umana e solidale. Con il termine utopia Moro intendeva un’isola fantastica, vista come un luogo inesi-stente nella realtà, ma felice, in cui regnavano la concordia e la pace tra gli uomini. Og-gi, come anche in passato, vediamo filosofi, matematici, fisici e scrittori all’inseguimento di utopie, diversissime tra loro, ma accomunate dall’irrealizzabile. Neppure la musica e le canzoni sono esenti dall’utopismo. Due esempi potrebbero esse-re Imagine di John Lennon e l’Isola che non c’è di Edoardo Bennato. Molte sono state le interpretazioni, teatrali e cinematografiche, relative all’Isola che non c’è, come quella della Walt Disney nel 1954, che ha trasformato l’opera dello scrit-tore J.M. Barrie in un cartone animato per bambini. Una tra le più recenti (2004) è “Neverland, un sogno per la vita”, vincitore di ben otto premi Oscar grazie alle straor-

dinarie interpretazioni di Johnny Depp e Kate Winslet. L’Isola che non c’è, in qualsiasi sua interpretazione, vede come protagonista sempre l’irreale, l’utopia.

Federica 2^CL

COME SIAMO FELICI? La FELICITA’ non è tutta uguale, anzi si può essere felici in tanti modi differenti: in modo più “frivolo”, come per le

cose semplici della vita di tutti i giorni (perché hai visto il bel ragazzo della classe accanto o della fermata del pullman, perché la mamma ti ha comprato il vestito troppo carino visto in quel negozio del centro o perché la tua squadra del cuore ha vinto lo scudetto), ma anche in modo più “profondo” (ad esempio per la fine di un conflitto o per il raggiungimento dei fini di un’organizzazione uma-nitaria, anche se solo in una piccola regione del mondo). Sono tante le cose per cui si può provare gioia:il primo è un modo più personale e soggettivo, mentre il secondo è esteso a tante persone, che anche se non ti ri-guarda direttamente ti rende comunque felice la consapevolezza che si sta facen-do qualcosa di importante per le persone meno fortunate in modo che anche loro possano conoscere la vera gioia di vivere serenamente, libere da guerre, oppres-sioni, fame, malattie, sofferenze e possano essere consapevoli di ciò che accade attorno a loro e avere i mezzi e soprattutto la speranza di combattere per i pro-pri ideali e per un mondo migliore, per essere come le persone buone e altruiste che hanno dato loro aiuto. Spesso proviamo rabbia per cose abbastanza futili, è in questi momenti che dobbiamo pensare a chi soffre veramente, perché non può sfamare i propri figli o perché rimpiange di non averli più per colpa di persone guerrafondaie o vio-lente; se ci pensiamo bene siamo veramente fortunati, infatti noi quando uscia-mo di casa non dobbiamo preoccuparci delle mine nascoste nel terreno o di non trovare più la nostra famiglia quando torniamo. In conclusione, noi pensiamo che si dovrebbe essere felici e grati di ciò che ab-biamo, che bisogna sorridere alla vita, senza mai dimenticare ciò che conta dav-vero, e che bisogna sempre lottare per un mondo migliore e per la salvezza di chi soffre. Come dice Gianni………L’OTTIMISMO E’ IL PROFUMO DELLA VITA!!!!!!!!

Ele & Gio’ 2a-l 3

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Squillo di tromba, rullo di tamburi e… Rieccomi qui! Cosa?! Non vi ricordate di me?! Ma sì, sono quella dall’articolo demenziale, la battuta sempre pronta ma quasi mai divertente e la polemica fa-cile! Ancora niente? Quella da “Nobel” e non da “Miss Italia”… Ok, ok rinuncio. I miei articoli torneranno ad allietarvi le giornate (lo so che non me lo avete chiesto, quindi astenetevi dal com-mentare) e per iniziare bene l’anno tratteremo un argo-mento che sta sicuramente a cuore a tutti voi (chiedo scu-sa per il sarcasmo, mi è scappata la penna): Neverland, l’isola che non c’è. Utopie, felicità e aspettative. Per la verità, la mia aspettativa, decisamente utopica, ma che mi darebbe molta felicità, è la possibilità di immer-germi in un dolce letargo stile marmotta, fino a metà lu-glio, quando ogni tortura scolastica dovrebbe, teorica-mente, essere terminata. Ma essendo all’inizio dell’anno voglio provare ad impegnarmi. L’aspettativa: un’idea indefinita che apre mille possibi-lità, un brillio d’attesa negli occhi. Gli affannosi preparativi che spesso si rivelano inutili - anche se le aspettative rendono vivi, pieni di speranze -, perchè quasi mai avvicinano alla realtà. Quanto è bello però quando la realtà la superano.. Quale ragazza, per esempio, non ha passato, almeno una volta, il pomeriggio davanti allo specchio a prepararsi per una festa, un incontro…? Per poi, dopo aver passato ore a truccarsi, un procedimento che richiede lo stesso tempo dedicato al restauro del Duomo di Milano, trovar-si al sospirato appuntamento con un rospo che nessun bacio potrebbe mai trasformare in Principe Azzurro.

Inutile negarlo, la maggior parte delle volte si rima-ne delusi, immanca-bilmente. Non resta che pren-dere una decisio-ne… Continuare ad ag-grapparsi alle idee più insensate, so-stenendo che è meglio so-

gnare almeno

un po’ prima dell’inevitabile mazzata

o schierarsi dalla parte di quelli che, avendo paura di

per- dere la rotta, preferiscono non lan-ciarsi in voli di fantasia e ri-

manere con i piedi ben piantati per terra. A voi l’ardua scelta… Sara 3BL

Le aspettative rendono vivi… nonostante le delusioni

“Seconda stella a destra, questo è il cammino e poi dritto fino al mattino, poi la strada la trovi da te… porta all’isola… che non c’è.” Erano i primi anni ‘80 quando Benna-to cantava questa canzone di eterna speranza e delusione, riguardante un tema assolutamente privo di tempo: l’utopia. Un tema tormentato, ambi-guo, tanto odiato quanto amato, ma comunque eterno. Il cammino perenne verso l’isola che non c’è è forse indispensabile all’uomo per poter avanzare “sereno” nella sua esistenza, concretizzando e giustificando i suoi sogni. Esso è spes-so un cammino, un amico immagina-rio e involontario che accompagna si-lenziosamente le fasi della vita di un individuo, a partire dall’infanzia quan-

do si è assolutamente convinti della sua esistenza e si è preoccupati sola-mente di trovare la strada, per prose-guire poi con la ribelle adolescenza, che cerca invano di liberarsi di questa idea: “La ragione ti ha un po’ preso la mano ed ora sei quasi convinto che non esista…” e terminare infine con l’uomo adulto, che, pur completamen-te maturo sente l’incessante bisogno di credere in questo assurdo “gioco di parole”, che nella sua totale e implici-ta astrattezza continua a far sognare i poeti e gli scrittori di tutti i tempi. “E ti prendono in giro se continui a cercarla, ma non darti per vinto, per-ché chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle forse è ancora più pazzo di te!”

Sara 5A L

Ti prendono in giro se continui a cercarla… ma chi lo fa è ancora più pazzo di te

Girando sul Web Cliccando sul motore di ricerca di Google “l’isola che non c’è” si trovano ben 59.200 pagine dove la fra-se è pre- sente. Le più rimandano ad associazioni. Riportiamo quelle che ci hanno più colpito.

I link più interessanti sull’Isola che non c’è:

- http://www.apogeonline.com/webzine-/2003/10/30/02/200310300202 : cinque € per creare la vostra isola in Internet!!!

- http://www.paleofox.com/news-web/2003/isola-ferdinandea.html: l’isola che c’è, ma non riemerge!!

- http://www.massimopolidoro.com/ita/archivio/articoli/atlantide.html: Atlan-tide, realtà o fantascienza?? Le ricerche per l’isola immaginaria continuano…

- http://sanji2.iobloggo.com: un portale dove condividere i vostri pensieri sull’isola

Romina Bouvier 4° A/l

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Benvenuti all'Isola che non c'è.... un'isola virtuale, una piccola oa-si di pace dove incontrarsi per scambiare esperienze, sogni e desi-deri. Un modo per contribuire insieme alla nostra crescita interiore e per lavorare insieme alla costruzione di un nuovo Mondo di Lu-ce!!! (http://www.isolachenonce-online.it/isola/index.php)

L’utopia tra passato e presente

L’uomo, da sempre, si è posto il problema dell’utopia. Ha cioè cercato di immagi-nare un luogo e una struttura sociale che fossero ottimali, perfetti, non solo per il singolo, ma anche per la collettività. L’esempio più celebre di questo tentativo, almeno sul piano letterario, è forse l’opera di Tommaso Moro; ma, almeno a parti-re dal Rinascimento, molti altri intellettuali hanno riflettuto su questo tema. Si pensi a Campanella, ai socialisti utopistici, fino ai marxisti. Secondo me, il solo fatto di porsi il problema è segno di grande altruismo: questi studiosi, indipendentemente da quanto assurde possano sembrare le loro conclu-sioni, hanno provato a proporre un rimedio alla solitudine e all’emarginazione che hanno perseguitato l’uomo fin dai suoi primissimi tentativi di socializzazione. Hanno cercato di creare un mondo migliore, anche se spesso solo sul piano ideale, che fungesse da obiettivo ultimo verso cui indirizzarsi, se non altro per migliorare quel gran caos, quel miscuglio di gioia e disperazione che è la nostra vita, la vita dell’umanità intera. Il problema è che all’inizio del Novecento, dopo un secolo di tentativi, una di que-ste forme (o ritenute tali) di utopia si è realizzata nella rivoluzione Russa; ma il Comunismo, che da lunghissimo tempo veniva considerato da molti l’unica valida alternativa alle brutture del sistema capitalista, ha fallito. Sotto di esso la gente si è resa conto di vivere male, poiché l’uguaglianza forzata si é risolta in un abbassa-mento delle condizioni generali, non in un loro innalzamento; la gestione del pote-re, inoltre, non è stata affidata ad una dittatura del popolo, ma all’autarchia poli-ziesca dei singoli. Ma ora che non c’è più nulla da contrapporre come alternativa (neppure utopica) al sistema capitalista, come possiamo cercare di migliorare, quale mondo ideale possiamo porci come obiettivo, al fine di far evolvere la nostra società verso un futuro migliore? Si può ancora immaginare realisticamente un modello diverso dal nostro, in cui pochi vivono sulle spalle di molti?Esorto chiunque ne abbia vo-glia a confrontarsi sull’argomento.

Michele, 3Acl

forum ARTE E POLITICA UTOPIA U T O P I A Cosa racchiude, suscita in voi questa parola? sdios, 04/03/2005 23.49.03

Re: UTOPIA è un libro di Tommaso Moro, o meglio Thomas More, del 1500-1600 credo. UTOPIA è pure un videogame degli inizi de-gli anni '80, per la console Intellivision (ci giocavo da bambino a casa di un mio amico.) UTOPIA mi fa pensare a "L'isola che non c'è", una canzone di Edoardo Bennato. Un'utopia pressappoco corrisponde ad un u-topos, ossia a un posto che non ha luogo, un posto che non è qui, né lì. Questo parlando in termini non utopici. neon, 13/03/2005 13.35.47

Re: Re: U T O P I A si, la terra che non c'è ed al tempo stesso la terra a cui si vorrebbe ten-dere... bisognerebbe interrogarci sul perchè gli uomi-ni, di ogni epoca storica, abbiano sentito lo stimolo di definire una propria utopia… Un senso dell'oltre e del non c'è ma mi piacerebbe che potesse essere così. E se l'arte stessa fosse un'utopia? Dopotutto cosa realizza l'arte se non se stessa? edmondo, 13/03/2005 14.10.52

Re: Re: Re: U T O P I A qualcosa che ci frulla dentro e che ci complica la vita ....... ghignidiplastica, 15/03/2005 9.20.46

Re: Re: Re: Re: U T O P I A qualcosa che ci complica la vita...ma nello stesso tempo la arricchisce enormemente! donatellaleoni, 15/03/2005 13.47.31

Re: Re: Re: Re: Re: U T O P I A un concetto di appartenenza a se stessi Kontrol_z, 15/03/2005 14.58.45 http://www.exibart.com/forum/leggimsg.arte~iddescrizione~64151~filter~

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IL SUDOKU Una griglia di 9x9 quadretti suddivisa in 9 regioni di 3x3 quadretti, in ognu-no dei quali si dovrà scrivere un numero da 1 a 9, evitando che ognuno di essi compaia più di una volta in ogni riga, in ogni colonna e in ogni regione; è questo il Sudoku (すどく). Il gioco ha ori- gine giapponese e Nobuhiko Kanamoto ne è l’inventore. Nessuno co- nosceva il Sudoku prima di quest’anno, infatti esso era fa- mosissimo solo presso i nip- ponici, che lo prefe-riscono di gran lunga alle paro-le crociate, ma si è fatto strada fino a diven- tare il gioco più gio-cato dagli ap- passionati di enig-mistica e non. Perché? Per la sua semplicità e per il fatto che non richiede alcuna abilità particolare; nonostante ciò è un rompicapo bellissimo e che fa star bene, infatti sviluppa le abilità logiche e deduttive della mente.

Ecco un esempio di Sudoku. Provate a completarlo e confrontatelo poi con la sua soluzione, che sarà pubblicata nel prossimo numero. Buon diverti-mento! Ivan 5AL

Neverland Un sogno per la vita

Il film che ci ha ispirato x Onda d’urto

Titolo originale: Finding Neverland Anno: 2004 Genere: Drammatico Regia: Marc Forster Cast: Johnny Depp, Kate Winslet, Ju-lie Christie, Dustin Hoffman, Radha Mitchell

L’affermato drammaturgo scozzese James M. Barrie è un genio letterario dei suoi tempi ma non ne può più dei soliti vecchi temi. Inaspettatamente, trova ispirazione durante la passeg-giata che fa ogni giorno nei giardini di Kensington. Lì incontra la famiglia Llewelyn Davies, quattro bambini or-fani di padre e la loro bella madre. Nonostante la disapprovazione della nonna dei bambini e il risentimento di sua moglie, Barrie fa amicizia con la famiglia. Trasforma i ragazzi nei “ragazzi perduti dell’isola che non c’è”. Dalle avventure elettrizzanti dell’infanzia scaturisce il capolavoro di Barrie, Peter Pan. Al principio, la sua compagnia teatrale è scettica ma Barrie scioccherà gli attori facendoli provare con delle richieste mai senti-te. Una tragica piega del destino, pe-rò, costringerà lo scrittore e le perso-ne che ama a capire cosa davvero si-gnifica credere...

Al di là di una sceneggiatura geniale e di una tecnica registica sopraffina, il successo del film è legato alla capacità di emozionare con la vita reale e la fantasia.

Cinema e utopia Chi non fantastica mai? Domanda più che retorica: nessuno. Tutti fantasticano, certo: chi più e chi meno, ma non vi è uomo sulla terra che possa affermare di non aver mai perso neanche cinque minuti viaggiando con le ali della fantasia. Dopotutto, che male c’è? Ci piace sognare a occhi aperti, pensare che esista un luogo ove tutti i nostri desideri si realizzano, un mondo perfetto. Utopia? Forse, comunque a noi piace continuare a vagare con l'immaginazione. Tuttavia, all’interno di questa insi-stente ricerca di una dimensione perfetta, sono molti i fattori esterni che condizionano la nostra fantasia e, uno di questi, è sicuramente dato dal cinema. Sui grandi schermi vengono ininterrottamente proiettati film che, sebbene siano già essi frutto della creatività dell’uomo, continuano a mettere in moto la nostra immaginazione. Sicuramente, quest’ultima è aiutata anche dal fatto che numerose sono le opere cinematografiche che hanno come oggetto proprio il “mondo perfetto”. Il riferimento a quest’ultimo può essere più o meno implicito. In alcuni film, infatti, si parla dell’utopia in modo tutt’altro che allusivo, un esempio è dato dal celebre “The Truman show” (USA 1998, regia di Peter Weir) in cui il protagonista si trova a vivere in un mondo ideale, costruito apposta per lui. In altri, invece, il riferimento è meno esplicito in quanto l’utopia di per sé non è costi-tuita da un mondo perfetto, ma semplicemente da un mondo parallelo al nostro che noi spettatori concepiamo come tale; quanti non hanno desiderato affiancare Frodo nel suo viaggio verso il monte Fato ( “Il signore degli anelli-la compagnia dell’anello”USA 2001,regia di Peter Jackson), o studiare stregoneria a Hogwarts con Harry (“Harry Potter e la pietra filosofa-le”USA 2001, regia di Chria Columbus)? Nei film citati, naturalmente, il coinvolgimento da parte dello spettatore è dato dal grande genio del regista che, mediante spettacolari scenografie e effetti speciali, riesce a rendere la sua visione della dimen-sione ideale accessibile a tutti. Forse è questo il motivo per cui nonostante ognuno di noi abbia esperienze, modi di pensare, immaginazione e sogni completamente diversi, i “mondi perfetti” si somigliano tutti un po’.

Gioia I/A Classico

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Cercasi eroe Batman, Superman, Spiderman, i Fantastici quattro, sono tutti eroi, anzi supereroi del mondo fantastico creati dalla mente geniale di qualche fumettista per far divertire la gente ed esaltare la figura dell’eroe buono. Ma nella realtà, chi è l’eroe? In passato era considerato eroe il guerriero valoroso che si batteva con onore, figura ripresa dalla letteratura dove l’eroe oltre ad essere un cavaliere valoroso è, spesso, anche un uomo innamorato che si batte per salvare la vita della sua amata e ottenere il suo amore. Oggi sembra quasi che chiunque possa essere eroe. Lo è il soldato che muore in guerra, per colpa di un’arma che lui stesso venera spacciandola come strumento di pace (?), lo è la persona che vedendone un’altra in difficoltà si fionda in suo aiuto, come il buon senso detta. Dopo una riflessione sull’argomento mi è sorta una domanda, che credo abbastanza lecita: “Perché questi possono essere considerati eroi, mentre una persona che lavora duramente tutta la vita per portare a casa la pagnotta e poi, a causa di un incidente sul lavoro muore, non può essere considerato tale?” In fondo anche lui è morto facendo il suo lavoro, esattamente come il soldato, per “salvare” la propria famiglia, eppure di lui non si parla, nel caso miglio- re verrà annunciata la sua morte con una rapida notizia dell’ultima ora al telegiornale regionale o con un breve articolo in fondo ad una pagina del gior- nale locale. E’ assodato che al giorno d’oggi si sono dimenticati i veri eroi:quelli che si sono battuti e si battono contro la mafia (un esempio su tutti Falcone e Borsellino), quelli che combattono contro la droga, non creando stupi-de leggi, ma accogliendo chi è caduto nella trappola in comunità, credendo nelle sue capacità e dandogli la possibilità di rico- struirsi un vita (ammirabile è il lavoro che ope-ra da anni don Ciotti), quelli che hanno raggiunto i pro-pri obiettivi con la lotta non violenta, dando un e-

sempio a tutti (Gandhi, M.L.King) e ancora tutti coloro che si spingono sin nei meandri più desolati del

mondo per alleviare la miseria e la sofferenza delle popolazioni

abbandonate da tutti, e molti altri che si battono contro le ingiustizie

credendo fino in fondo nelle proprie idee e nella costruzione di un mondo di

pace. Questi sono i Veri Eroi, e tanti altri,ma purtroppo non posso menzionare tutti, tra i quali c’è quell’operaio di cui tutti si di-menticano, persino voi non vi ricordavate più di lui a questo punto dell’articolo, ma non è colpa vostra, è il risultato di un mondo costruito su falsi eroi per gli scopi latenti di chi trama nell’ombra.

Jessica 4^D/S.

Il messaggio nella bottiglia “Il messaggio dell’utopista è dunque, per usare un'espressione immaginosa, un "messaggio nella bottiglia" gettato da lontane isole deserte alle generazioni che verranno. ...nella grande maggioranza, l'utopista non scrive per suggerire una traccia al fare: scrive perchè altri facciano, per fecondare coscienze, cioè come dicevo per lanciare un messaggio ai poste-ri. Si tratta dunque di un uomo così dotato di realistico acume, da percepire l'immaturità del proprio tempo”. Luigi Firpo, L'utopismo, cap. X della “Storia delle idee politiche eco-nomiche e sociali”, vol.III, 1987, pp. 811-12.

Segnalato dalla prof. E. Strumia

Quando nasce l’idea di Utopia? Il termine è coniato da Tommaso Mo-ro (1516) unendo ‘ou’ (non) e ‘TOPOS’ (luogo) (questa ricostruzio-ne etimologica pone l’accento sull’assenza del luogo descritto) op-pure, secondo altri, ‘eu’ (buono) e ‘topos’ (ricostruzione che sottolinea invece l’idea di un “luogo positivo”). Il modello principale per Tommaso Moro è la “Repubblica” di Platone, ma è discutibile che quest’ultima si possa considerare un’utopia. Fin dall’antichità c’era già il concetto, l’idea della una società perfetta, ma il genere letterario, si sviluppa nel 150-0 – 1600 – 1700, a partire da Tomma-so Moro. D’altro lato, nel dibattito filosofico del ‘900 il concetto di ‘utopia’ si è enormemente dilatato, in parte uscendo dal suo significato strettamente politico e includendo ta-lora – come nel senso usuale del ter-mine – aspirazioni e desideri dell’uomo. Perché un’isola? Probabilmente per due ragioni: per prima cosa l’epoca in cui si sviluppa il concetto di utopia è l’epoca delle scoperte geografiche, quindi l’isola è il modo più semplice ed efficace dal punto di vista narrativo, per una collo-cazione spaziale dello stato perfetto. Inoltre l’utopia deve essere isolata dal resto del mondo; molti la collocano anche in una valle tra le montagne, l’importante è che sia comunque se-parata totalmente o in gran parte, dal resto del mondo “civile”. Perché l’uomo la cerca ma quando la trova non rimane? Ciò avviene forse perché chi ha visto l’Utopia vuole comunicare agli altri ciò che ha vissuto. Ma si potrebbe sostenere più malizio-samente che l’utopia con tutte le sue perfezioni non è poi così desiderabile. Forse ci spaventa un mondo in cui tut-to è perfettamente determinato, anche se per il meglio, in cui ci obbligano ad essere felici. E poi, un navigatore non può stare a lungo sulla terra ferma. Il mare aperto, la ricerca di nuove terre lo attira, come accade per l’Ulisse di Sabam o forse per ogni uomo. La cosa importante nella vita dell’uomo è quindi la ricerca in se

stessa? Forse sì, se è vero che, come afferma-no Fichte e Bloch, l’uomo ha la pecu-liarità di avvertire il senso della man-canza. Oltretutto noi non siamo mai a contatto con società perfette, ma sem-pre perfettibili. Bisogna tuttavia nota-re che nella letteratura utopistica l’incontro con questi luoghi ideali è spesso involontario, frutto non di una ricerca “mirata”, ma della curiosità, dello spirito d’avventura e del caso. L’utopia consiste nella ricerca di una verità assoluta, esterna o nel raggiungimento di una diversa di-

mensione dell’essere, interiore? Il concetto di utopia ha molte facce – forse troppe – perciò può essere con-cepito e interpretato in tanti modi di-versi: a volte non è inteso non solo come espressione di una ricerca che migliori la condizione umana, ma co-me la progettazione dell’assoluto, di una società perfetta. Pertanto a volte l’Utopia tende alla costruzione di un modello chiuso, altre volte sottolinea la possibilità di apertura verso il futu-ro, di ricerca, di speranza. Esperienze che si basano su regole arbitrarie elaborate dalla mente co-me il gioco possono essere parago-nate all’utopia? C’è chi sostiene che la differenza tra l’utopia e il gioco sta nel fatto che l’utopia è un pensiero gerarchizzante, caratterizzato da una grande “serietà” e che non ha la levità e la libertà del gioco. Io direi che questo forse è vero, ma

non bisogna dimenticare che molte descrizioni dell’utopia contengono elementi ludici: non posso fare a me-no di pensare che Moro si divertisse come un bambino ad inventare i biz-zarri toponimi di Utopia. All’utopia ci si deve riferire ideal-mente nella vita reale? Si possono dare risposte diverse a questa domanda a seconda di come intendiamo l’utopia. In ogni caso, se è vero che siamo co-stitutivamente finiti e dunque imper-fetti, potrebbe essere terribilmente frustrante vivere tutti i giorni nella costante tensione verso la perfezione! Nel quotidiano d’altronde abbiamo a che fare con una grande produttrice di “utopie”: la pubblicità, con i suoi mo-delli esemplari e irraggiungibili di uo-mini, donne, stili di vita, puliti impec-cabili e corpi perfetti. Ma questi mo-delli sono vere utopie? Ci portano davvero i una dimensione altra rispet-to alla realtà quotidiana o non la ri-producono semplicemente elevata all’ennesima potenza? In questi casi l’utopia pubblicitaria serve a trasmet-tere i valori dominanti e produrre un’adesione incondizionata ad essi. Ancor peggio, essa sembra modellare e colonizzare anche il nostro immagi-nario che, secondo alcuni, dovrebbe essere con il suo potenziale creativo produttrice di mondi alternativi e dun-que di “vere” utopie. In che modo i filosofi si riferiscono alla realtà per contrapporle l’utopia? La contrapposizione utopia-realtà è presente in molte forme nella storia del pensiero. Ad esempio Moro è con-sapevole dell’irrealizzabilità di questo modello ed il suo scopo non è tanto quello di fornire delle coordinate per la costruzione di una nuova società o di nuove forme statali, quanto di criti-care alcuni aspetti della società ingle-se del suo tempo o di giustificare su base puramente razionale (e non con la forza o l’autorità) un sistema politi-co. Altri filosofi, come Marx, hanno mes-so in guardia nei confronti della co-struzione di modelli politici che non tengano conto delle reali condizioni storico-sociali. Francesca 5AL

L’UTOPIA CHE COS’È Intervista al prof. Lippolis, filosofo

CULTURA

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Innanzitutto, buongiorno, benvenuto alla presidenza del Porporato. Ci racconti di sé, delle sue precedenti espe-rienze. E’ nell’ambiente del-la scuola da molto? Buongiorno a tutti. Beh, sì, direi che sono nella scuola da parecchio tempo, circa

trent’anni. Sono un ingegnere chimico e prima di venire qui da voi sono stato a lungo vicepreside all’Istituto Tec-nico Casale, a Torino. Lì, a causa del rapido avvicenda-mento in poco tempo di un gran numero di presidi, in real-tà ho avuto un compito amministrativo più esteso di quan-to non fosse teoricamente previsto per il mio ruolo; posso dire quindi di avere una certa esperienza sul modo di ge-stire una scuola superiore. Come ha trovato, in generale, il Liceo Porporato? Un’impressione positiva e una negativa? Sono qui da poco tempo, ma ho avuto un’ottima impres-sione: quella di una bella realtà, molto grande (1300 stu-denti, 140 professori) e potenzialmente molto stimolante. Naturalmente, le grandi dimensioni hanno anche dei ri-svolti negativi: in particolare, la quantità di esigenze e di richieste (collettive e individuali) è tale che passo le matti-nate fondamentalmente a gestire le public relations; buona parte del lavoro lo faccio quindi al pomeriggio, e non ho tutto il tempo che vorrei per mettere in atto qualcosa che non sia solo ordinaria amministrazione, ma progetti inno-vativi, che diano qualcosa in più. E questo è anche il motivo di una mia mancanza, di cui sono molto rammaricato: quella di non aver ancora fatto il giro delle classi per presentarmi di persona; ma ripeto, ciò è stato solo dovuto a una mancanza di tempo e ho inten-zione di rimediare al più presto. Quali obiettivi si propone per la sua dirigenza? Penso che l’allievo (e non è solo uno slogan) debba essere al centro di una realtà come questa e dei suoi momenti più significativi. La ricerca dei migliori servizi possibili per l’allievo è la chiave per risolvere tutti i contrasti all’interno della scuola, o almeno per capire chi ha ragio-ne e chi ha torto. Scendendo più nei particolari, vorrei intensificare le ini-ziative che servono a far maturare e sviluppare voi ragaz-zi, soprattutto per quanto riguarda i vostri futuri corsi uni-versitari e il mondo del lavoro. Iniziative di orientamento già ci sono, soprattutto per quanto riguarda le quarte e le quinte, ma mi sembra che si possa fare ancora di più. Tro-verei molto interessante, ad esempio, l’organizzazione di stage nei vari campi lavorativi, dalla biologia alla giuri-sprudenza. Altri propositi? Ho una serie di idee, più semplici da concretizzare: mi piacerebbe ad esempio realizzare un annuario, dare nuovo

lancio al nostro sito internet; e, perché no, istituire una “coppa del preside”, da attribuire ogni anno ad un allievo che si sia distinto sia nelle attività prettamente scolastiche sia in quelle sportive (come i vari tornei tra scuole). Ov-viamente tutto ciò necessita di una stretta collaborazione con gli studenti: invito chiunque abbia idee, trovate o semplicemente abbia voglia di darsi da fare in questo sen-so a venire a parlarmi, magari in gruppetti. Voglio assolu-tamente avere, nei mesi futuri, un maggior contatto con gli studenti. Mi par di capire, quindi, che è favorevole alla realizza-zione di attività pomeridiane di vario genere, compati-bilmente col budget.. Assolutamente sì, anche per gruppi relativamente poco numerosi. L’unico problema può essere di ordine pratico: bisogna gestir queste attività in maniera che non creino problemi al personale scolastico, magari sporcando aule che sono già state pulite. Ma, purché siate responsabili, non ho nulla da obiettare. Ultima domanda, un po’ più “rischiosetta”: qual è il suo atteggiamento verso autogestioni e attività autoge-stite in generale? La parola chiave per me è “responsabilità”. Gli studenti devono essere responsabili e non abusare della fiducia che viene loro giustamente data. Considero la completa auto-gestione un’attività che rischia di costituire una perdita di tempo, specialmente quest’anno che, per via delle Olim-piadi, è più breve degli altri. Tutte le attività che sono in-vece frutto di una collaborazione (più o meno stretta a se-conda dei casi) tra insegnanti e ragazzi possono essere a mio avviso molto formative e interessanti, e comportano anch’esse una parziale autogestione da parte vostra, ga-rantendo allo stesso tempo un’organizzazione più solida. Cercherò quindi di promuovere iniziative come la giorna-ta dell’arte o la giornata della solidarietà, e a tal proposito spero di incontrare al più presto gruppi rappresentativi di voi studenti. Grazie dell’intervista, signor preside. Grazie a voi! Che impressione vi ha fatto? Vi invitiamo a commen-tare sul prossimo numero: agli studenti l’ardua sen-tenza!!

Intervista al nuovo Dirigente Scolastico Il Prof. Enzo Ponte, preside del nostro Liceo a partire da quest’anno, ci espone i suoi obiettivi ed iniziative.

PORPORATO NEWS

Michele 3Acl

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Vacanza - studio in Irlanda La nostra grande avventura ha avuto inizio sabato 25 giugno ai giardini della stazione. Ci siamo ritrovati tutti lì, noi alunni delle prime e delle seconde linguistico e alcuni ragazzi degli altri indirizzi, alle 5.45, un po’ assonnati e sotto il peso delle nostre valigie, nervosi, curiosi e impazienti di dare inizio al nostro viaggio. Salutando genitori, fratelli e sorelle, abbiamo lasciato Pinerolo per raggiungere l‘aeroporto Linate di Milano. Dopo il check-in e un po’ di attesa, siamo finalmente saliti sull’aereo che ci avrebbe portato in Irlanda: alcuni erano angosciati per il primo volo aereo, altri strafelici perché presto avrebbero rivisto le loro famiglie irlandesi. Dopo circa due ore abbiamo avvistato dai finestrini infinite distese verdi e abbiamo capito che eravamo giunti alla tanto attesa meta. Sbarcati all’aeroporto di Dublino, un pullman ci ha portati a Mullingar, un piccolo paesino in cui saremmo stati per quindici giorni. Durante il tragitto abbiamo visto verdissimi prati in cui risaltavano numerose pecore. Siamo rimasti subito colpiti dai colori bizzarri e vivacissimi delle case e dei negozi del centro. Incontrate le nostre famiglie ci siamo resi conto di essere stati catapultati in una realtà completamente diversa dalla nostra, dove tutto era estraneo per noi. In quei momenti accarezzi persino l’idea di prendere il primo volo per l’Italia e scappare, ma nel giro di poche ore gli effetti dell’approccio poco propizio con l’Irlanda ti passano completamente e capisci che non vorresti più tornare a casa. Dopo la prima gita a Kilkenny la domenica, abbiamo iniziato la scuola la mattina seguente: facevamo tre ore al giorno di lezione con tre insegnanti stupendi, Alan, Donna e Veronika. Non trascorrevamo le ore sui libri, ma cantando, parlando, scherzando e facendo tante schede soprattutto sul lessico, i minuti volavano velocissimi…ma perché non passano così anche le ore di scuola?? Nel pomeriggio invece facevamo svariate attività: siamo andati nella palestra di Mullingar scoprendoci campioni di biliardo o di squash; ci siamo ritrovati a cercare le palline del pitch and putt, un gioco molto simile al golf, nei verdissimi campi da gioco e circondati dagli animali della Pet Farm. Siamo andati a visitare molti castelli imponenti e un po’ spettrali, sperduti tra le campagne, e alcuni addirittura abitati e ci siamo recati in molti paesi vicini a Mullingar. Il primo week-end siamo andati a Dublino, una città spettacolare per i suoi palazzi e per la strade in cui si riversano fiumi di turisti. Durante la seconda settimana abbiamo affrontato un gruppo di studenti spagnoli in partite di calcio e di basket, durante le quali si sono creati bizzarri cori da stadio e in cui abbiamo tirato fuori il nostro spirito patriottico cantando a squarciagola l’inno d’Italia. Abbiamo poi rivisto gli spagnoli in discoteca, ci siamo scatenati per circa tre ore e poi di nuovo a casa. L’ultimo venerdì ci siamo esibiti in competizione con loro in uno spettacolo: abbiamo cantato, stonando non poco, abbiamo ballato e recitato con l’aiuto di simpatici speakers, ma soprattutto ci siamo divertiti tantissimo! Infine siamo stati anche valutati da una giuria composta da insegnanti spagnoli, irlandesi e italiani che ci hanno consegnato i diplomi della partecipazione al viaggio studio. Il sabato ci siamo recati a Galway, una città molto suggestiva, affacciata sull’oceano Atlantico. Domenica 10 luglio, tra lacrime e sorrisi sforzati, abbiamo salutato le nostre famiglie e siamo ripartiti per tornare in Italia. Guardando dai finestrini dell’aereo quelle distese verdi e quelle coste frastagliate che per quindici giorni sono state la nostra casa, abbiamo salutato l’Irlanda con un po’ di malinconia, ma portando nel cuore tanti bei ricordi. Beatrice e Sarhy 2CL

Vi siete ma chiesti che cos’è che rende così bella una festa? Io ho posto questa domanda ad alcuni miei compagni e le risposte sono state varie: per molti il vero se-greto di una festa consiste nel divertimento, per altri è il relax l’elemento fondamentale, per al-

tri ancora è la possibilità di trascorrere del tempo con amici e parenti ciò che rende un evento davvero spe-ciale, etc.. Nonostante le diverse opinioni vi è però un fatto su cui sono tutti d’accordo e cioè che la vera magia di una festa nasce dall’attesa. Se ci pensate bene sono sicura che riuscirete a ricordare almeno un’occasione in cui vi siete trovati a contare i giorni, le ore e persino i minuti che vi separano da una festa tanto desiderata. Quali sensazioni avete provato in quella situazione? Gioia, entusiasmo ed eccitazione sono i più comuni

“sintomi da festa” che colpiscono le persone nell’attesa del fantastico even-to. Pensiamo per esempio al natale: non è forse vero che il momento più bello è quello in cui si addobba l’albero

e si acqui-stano i re-gali?

Lo stesso discorso può valere per tutti gli altri festeg-giamenti, compresi i compleanni. A questo proposito ricordo il diciottesimo di mia cugina: ci siamo divertite un mondo a scegliere il vestito che avrebbe indossato e a preparare la torta, anche se poi la festa è stata un vero fiasco! Ora che ci penso credo che la serata si sia rivelata una delusione proprio perché le nostre aspettative erano esagerate, infatti quando si desidera tanto una cosa si tende ad immaginarla migliore di quanto non lo sia in realtà; ma allora come bisogna comportarsi per evitare di rimanere delusi? La soluzione non è certo quella di spegnere l’entusiasmo, al contrario bisogna lasciarsi trascinare dall’allegria senza programmare la festa in ogni mini-mo dettaglio, in modo da potersi divertire anche se le cose non vanno esattamente come previsto. In conclusione il mio consiglio è quello di vivere le feste come sono e non come vorremmo che fossero, per-ché solo così potremo go-dercele davvero.

Stefania 5 AL

La vera anima della festa

SUPPLEMENTO D’ANIMA Dibattito sulla spiritualità (by Irene)

xx. Weltujugendtag Köln 2005 Descrivere in poche parole una esperienza così vasta e così im-portante come la Giornata Mon-diale della Gioventù di Colonia è sicuramente impossibile. E’ im-possibile trasmettere il calore, l’entusiasmo, il vortice di emo-zioni che en-trano in gioco

nel corso di dieci giorni così intensi; si può, al massimo, far capire agli altri che cosa abbiamo vissuto, descrivendone il come, il quando, magari anche il perché, ma è di certo riduttivo rispetto all’intera vicenda; che dire, ci proviamo! Innanzitutto, abbiamo iniziato la nostra avventura insieme ad un gruppo di gio-vani di Cumiana, Scalenghe, Vigone e Torino l’11 Agosto 2005 e dopo un este-nuante viaggio di quindici ore siamo giunti a Karlsruhe, splendida città della Germania meridionale dove siamo stati ospiti presso famiglie che già da un anno organizzavano il nostro soggiorno. I quattro giorni trascorsi con queste famiglie e con i giovani del posto sono stati meravigliosi: abbiamo potuto conoscere la loro realtà, le associazioni di volontariato presenti sul territorio, i musei e anche semplicemente i pub che fre-quentano il Sabato sera (il tutto con la divertente opportuni-tà di migliorare il nostro tedesco)! Il lato più bello è stato proprio la conoscenza di questi ra-gazzi e ragazze, lo scambio di esperienze, tanto da esserci poi ritrovati a Marienfeld la notte della veglia con il Papa e da rimanere in contatto con molti di loro via e-mail, proget-tando una loro visita qui nei prossimi mesi. E’ stato sor-prendente notare la loro allegra accoglienza, la disponibilità e la perfetta organizzazione, in modo da non lasciarci mai annoiare. Il 15 Agosto siamo poi partiti (con qualche lacrima) da Karlsruhe e siamo arrivati in una località nei pressi di Man-nheim, punto di incontro per tutta la Diocesi di Torino in-sieme a coloro che avevano partecipato agli scambi nella Germania meridionale: 15.000 persone che celebrano la S.Messa insieme! Il pomeriggio poi siamo partiti, direzione… Düsseldorf! A differenza infatti delle altre GMG, quella di Colonia era suddivisa su tre città, a circa 40 km l’una dall’altra: Düssel-dorf, Bonn e Colonia stessa. Noi abbiamo avuto la fortuna di trovarci nuovamente in famiglia (anche se le ore passate con loro sono state poche e limitate al mattino presto o a tarda sera!). Tra il 16 e il 19 Agosto i gruppi erano liberi di muoversi tra le città, con la possibilità di partecipare a delle Catechesi, tenute da Vescovi italiani, sul tema della

GMG: “Siamo venuti per adorarlo”, cammino sulle orme dei Re Magi (le reliquie sono conservate nel Duomo di Co-lonia). Ogni giorno, inoltre, erano organizzate feste e concerti ai quali era molto difficile riuscire a partecipare (i posti fini-vano sempre un’ora prima dell’inizio dell’evento!). Sia durante le giornate trascorse a Düsseldorf, ma ancora di

più a Colonia, si respirava un clima indescrivibile: migliaia di giovani per le strade, ognuno alla ricerca di spille o gadget da scambiare, con l’incessante richiesta di scattare foto insieme, con canti e balli in tutte le lingue, con bandiere coloratissime dal Cile alla Polonia, dalla Corea al Sudafrica! Inni nazionali urlati a squarciagola, uno spirito di fratellanza e di allegria che era tangibile, visibile, presente tra noi davvero. E quasi ogni momento, si alzava spontaneo il richiamo a Giovanni Paolo II e, subito dopo, a Benedetto XVI: cori da stadio per Papi che, in realtà, sono “uno di

noi”! Quindi, tra il 20 e il 21 Agosto, il pellegrinaggio a Marien-feld, grande spianata popolata per due giorni da 800.000 giovani che aspettavano il Papa per pregare insieme! E infi-ne Benedetto XVI ci ha raggiunto, celebrando dalla collina artificiale costruita con zolle di terra provenienti da tutto il mondo. E’ vero, ci sono stati alcuni disagi, difficoltà nel trovare il cibo (poco e freddo) e nello spostarsi su treni e pullman sempre affollatissimi; la notte dormita all’addiaccio con 800.000 persone e qualche topolino, però è stata un’esperienza veramente unica, inimmaginabile prima di partire e che sicuramente lascerà un segno indelebile in chi la ha vissuta. Il fatto di essere sta-ti così tanti, divisi dal colore della bandiera o dalla lingua, uniti nella fede in Gesù Cri-sto, è stato una testimonianza forte che i giova-ni di oggi sono pronti a cambiare il mondo nel se-gno dell’Amore. Chiara & Elena, 5^B Linguistico

L A G M G I N C I F R E Partecipanti: 1.000.000; nazioni: 197; per-nottamento all'aperto: 500.000; sacerdoti: 10.000; vescovi: 800; iscritti: 415.178; italiani iscritti: 101.174; tedeschi iscritti: 83.549; volontari: 27.000; cantanti: 2.450; artisti: 4.000; programmi: 1.000; località: 500; palchi: 80; famiglie ospitanti: 30.000; pasti: 6.000.000; tonnellate di cibo: 500; panini al giorno: 900.000; luoghi smista-mento pasti: 130; zainetti distribuiti: 50-0.000; "torri" d'acqua potabile: 500; treni regionali straordinari: 1.400; navette: 1.200; pullman: 900; poliziotti: 4.000; wc chimici: 2.000; contatti Internet: 7-0.540.000; giornalisti accreditati: 8.263.

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Help Mondializzazione Per discutere della mondia-lizzazione, cerchiamo gli studenti del Porporato che hanno partecipato alla Gior-nata Mondiale della Gio-ventù di Colonia o sono in-seriti nel programma per i volontari delle Olimpiadi 2006 Contattare il prof. Denanni !

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Martina Darold 5 B Spp Innanzi tutto, chi sei? Mi chiamo Martina Darold e frequen-to la 5b socio-psico-pedagogico. Quale sport pratichi e da quanto tempo? Faccio atletica…soprattutto corsa su strada e corsa campestre da otto an-ni…. Parlaci un po’ di questo sport….. Come la maggior parte delle attività sportive richiede applicazione e co-stanza, ma se affrontato con impegno (e anche un po’ di divertimento per-ché no) può dare molte soddisfazioni ed emozioni… È necessaria una preparazione at-letica? Beh…un minimo si….anche se prima di dedicarmi all’atletica avevo già fatto 5 anni di ginnastica artistica…. Cosa ti ha spinto a fare questo sport? Diciamo che mi ci sono ritrovata un

po’ per caso… in pratica la squadra di at-letica di Villar Perosa, sapen-do i risultati che avevo ot-tenuto nelle gare atletiche delle medie mi ha chiesto di entrare nella loro squadra, da lì ho cominciato a praticare questo fantastico sport…. Quanto tempo dedichi all’atletica? Tre giorni a settimana a cui si ag-giunge una gara il sabato o la dome-nica Speri in un futuro nell’atletica? Sinceramente per ora non spero in un futuro nell’atletica, continuo a gareg-giare e a divertirmi……

Elisa 3 AL

Artisti e campioni tra noi Ivan Barbieri - Classe 5AL

In cosa consiste la tua “arte”? Suono la chitarra Da quanto tempo la pratichi? 10 anni, di cui 6 a scuola di musica Sei parte di un gruppo? Sì A che livello sei arrivato? Al sesto livello (sono 10 in tutto) Quanto ti eserciti durante la settimana? Una – due ore al giorno Come hai iniziato, cosa ti ha spinto ad iniziare? Semplicemente mio padre mi ha dato in mano una chitarra, ho provato a far uscire qualche suono e mi sono subito appassionato Cos’è che ti appassiona a questa disciplina? Mi appassiona il fatto di poter esprimere le mie e-mozioni o i miei stati d’animo attraverso la musica, oppure anche solo improvvisando un brano Cosa ritieni che sia importante in questa disci-plina? Ritengo importante essere calmi, tranquilli, avere la mente libera e soprattutto non essere tesi, perché sennò non si riesce a suonare come si deve Quali sono le tue aspettative/intenzioni per il fu-turo? Io suono solo per hobby, quindi non ho intenzioni particolari. Per adesso mi accontento di suonare in un gruppo per il piacere di farlo, poi in futuro si vedrà…

Maddalena Furnari Classe 5AL In cosa consiste la tua “arte”? Suono il violino Da quanto tempo la pratichi? Da quando avevo 4 anni, anche se molte volte ho smesso e ripreso Sei parte di un gruppo? Faccio parte dell’orchestra dei ragazzi del 2006, con la quale proba-bilmente andrò a suonare alle Olimpiadi. Inoltre con alcuni amici abbiamo creato un gruppo, ma per ora è più un gruppo-cazzeggio che un gruppo musicale! A che livello sei arrivata? Per poter andare avanti con gli esami di violino devo dare un esame complementare di pianoforte… e io mi sono bloccata col piano! Quanto ti eserciti durante la settimana? In media un’ora al giorno, quindi 6 ore alla settimana, il sabato non conta! Come hai iniziato, cosa ti ha spinto ad iniziare? In verità sono stati i miei genitori a farmi scegliere una strumento, io ho scelto il violino ma non so bene perché, ero molto piccola (4 anni!) e quindi non mi ricordo. Ma dopo aver smesso gli studi per un lungo periodo, ho sentito come se mi “mancasse qualcosa” e ri-prendere a suonare ha riempito questo vuoto Cos’è che ti appassiona a questa disciplina? Sinceramente non lo so, ma quando comincio a suonare non smette-rei più, ecco tutto Cosa ritieni che sia importante in questa disciplina? Ciò che è importante è studiare la tecnica, se si vuole andare avanti e non perdersi nel divertimento di suonare Quali sono le tue aspettative/intenzioni per il futuro? Io spero di diventare insegnante di violino per bambini, perché mi piace sia suonare che stare con i bambini. Poi mi piacerebbe poter andare a suonare nelle rappresentazioni teatrali, ma chissà…

Francesca 5AL

Splash

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1. La somma dell’età di sei ragazzi è 64 anni, quale sarà la loro somma tra sei anni?

70 85 100

2. In una gara da X a Y di andata e ritorno, Jack va ad una media di 30km/h fino a Y e di 10 km/h per tornare a X. Sandy invece compie l'intero percorso sempre a 20 km/h. Chi arriva prima?

Jack Sandy Finiscono insieme

3. Quale tra i seguenti frutti scarteresti? prugna albicocca pompelmo pesca

4. Quale numero viene dopo la seguente combinazione: 144 121 100 81 64? 17 36 49

5. Che cosa ottieni se anagrammi la parola LIMANO? un oceano un paese una città

6. Due ragazze colgono 25 fiori. Mary coglie 4 volte quelli di Lucy. Quanti fiori ha raccol-to Lucy? 5 10 20 7. Quale numero è tanto superiore a 10 quanto è inferiore alla metà del numero ri-spetto a cui 30 è inferiore di 10? 10 15 30 8. ROMA sta ad AMOR come 6324 sta a … 3568 2463 4236 9. Quale tra questi animali scarteresti? Cavallo Coccodrillo Canguro 10. MANO sta a GUANTO come TESTA sta a… capelli cappello collo

Romina Bouvier 4° A/L

Soluzioni: 1-c; 2-b; 3-c; 4-c; 5-c; 6-a; 7-b; 8-c; 9-c; 10-b:

Il futuro è roseo, anzi blu. È questo il colore del raggio laser su cui si basano le nuove tecnologie d’archiviazione dei dati, progettate per rimpiazza-re gli attuali lettori e i masterizza-tori DVD. Caratterizzati da una qualità video e audio notevolmente supe-riore, questi supporti basati sul laser blu sono l’ideale per ospita-re il film in formato digitale. A seconda del tipo di compressione utilizzata, su un unico supporto troveranno spazio fino a 7 ore di film e di contenuti speciali. Pos-sono memorizzare su un disco a singola faccia e singolo strato fi-no a 27 GB di dati, arrivando a ben 54 GB su quelli di tipo a dop-pio strato. Su un unico supporto possiamo quindi archiviare l’equivalente di circa 73 CD op-pure di 6 DVD. Con la produzione di massa si prevede che il costo sarà parago-nabile a quello degli attuali DVD.

I marchi che si contendono il mercato sono Blu-ray e HD DVD, sponsorizzati da importanti aziende del calibro di Hitachi, LG, Panasonic, Pioneer, Philips, Sony, Toshiba, NEC, ecc. Un for-te contributo al successo di Blu-ray verrà dalla console di gioco Playstation 3 di Sony e da Apple con QuickTime. Mentre le tecnologie Blu-ray e HD-DVD si affacciano timida-mente sul mercato, già incombe una nuova tecnologia che promet-te miracoli: l’Holographic Versa-tile Disc in grado di memorizzare addirittura un TeraByte di dati (1000 GB!) su uno speciale disco trasparente con le stesse classiche dimensioni di un DVD, con in più la capacità di raggiungere una velocità di trasferimento dei dati di 1 GB al secondo, ben 40 volte superiore a quello dei DVD tradi-zionali.

Giacomo D. 4B\Gin

Next Generation

Il futuro blu

...le tue aspirazioni si realizzeranno solo se sarai capace di amore e comprensione per gli uomini, animali, piante e stelle, così che ogni gioia sarà il tuo dolore. Apri gli occhi, il tuo cuore e le tue mani. Soltanto allora il mondo intero diventerà la tua patria e il tuo la-voro e i tuoi sforzi diffonderanno amore.

Albert Einstein

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1) Come si chiamano le Guardie d’Onore del Papa? a) Guardia Pontificia b) Corazzieri c) Guardia Svizzera

2) Chi ha scritto "I promessi Sposi"?

a) Alessandro Manzoni b) Giacomo Leopardi c) Renzo e Lucia

3) Romeo e Giulietta, i due innamorati del famoso dramma di Shakespeare vivevano a:

a) Milano b) Verona c) Roma

4) Quale fra le seguenti è una Provincia della Cala-bria?

a) Potenza b) Locri c) Vibo Valentia

5) La sede del Presidente della Repubblica è:

a) il Palazzo Chigi b) il Quirinale c) la Farnesina

6) Quale fra le seguenti è una coppia di numeri primi:

a) 65-27 b) 27-47 c) 47-19

7) Il taleggio è: a) un pezzo di legno b) un formaggio derivato dal latte c) un animale

8) Windows è:

a) un browser b) un sistema operativo c) un linguaggio di programmazione

9) Il driver del computer serve:

a) per guidare b) per inserire un dischetto c) per viaggiare

10) Nizza si trova in:

a) Costa Azzurra b) Camargue c) Bretagna

11) Quale fra le seguenti canzoni storiche fu scritta da Totò:

a) Nel blu dipinto di blu b) Malafemmina c) Il cielo in una stanza

12) Quale dei seguenti autori sostiene la teoria evolu-tiva del suo famoso libro "L’origine della specie"?

a) Charles Darwin b) Isaak Newton c) Lazzaro Spallanzani

Elisa & Romina Risposte: 1-c; 2-a; 3-b; 4-c; 5-b; 6-c; 7-b; 8-b; 9-b; 10-a; 11-b; 12-a.

L’amore cos’è...se non un intrepido gioco, una grande scacchiera in cui alla fine di ogni partita ci sono solo vincenti. E’ un bellissimo gioco, fatto di piccole ma strategiche mosse. Basta un tenero abbraccio o un sorriso sincero per avere la vittoria in pugno. Ma non è così semplice, bisogna imparare a giocare, bisogna imparare ad amare senza essere disonesti, sen-za pensare solamente a noi stessi, ma rivolgendo il no-stro sguardo e dedicando il nostro amore soprattutto agli altri. C’è un’unica regola: AMARE! Sì, ma amare chi? Come? E perché? E’ proprio questo il problema…in un mondo che ora-

mai non funzio-na più, pieno di odio e guerre, l’amore sta di-

ventando sempre più “un’isola che non c’è”, che solo pochi riescono a raggiungere, ma che molti vorrebbero abitare. Perciò noi dobbiamo solo tirare i dadi e iniziare la par-tita, senza rifiutarci di giocare. Certo, può sembrare scomodo e difficile, ma se noi non giochiamo abbiamo già perso la partita senza neanche iniziare. Quindi cosa ci costa? Proviamoci, cerchiamo di amare per fare in modo che l’isola che non c’è ci sia vera-mente, per rendere un po’ migliore il nostro mondo. Quando inizierete a giocare non potrete più smettere e comunque vadano le cose non sarete mai perdenti, per-ché semplicemente imparando ad amare avete già vin-to. Beatrice 2^ C/Ling

L’amore è l’unico gioco in cui si perde solo se ci si rifiuta di giocare

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Sognando Beckham Una commedia frizzante, spudorata, fuori dal coro; e allo stesso tempo un film importante, sul conflitto genitori-figli e sulla difficoltà di aprire la propria mentalità a orizzonti che prima non ci avevano nean-che sfiorato. Il film parla di una ragazza inglese di origine indiana che, da sempre innamorata del pallone, comincia a giocare a calcio in una squadra professionista. I genitori, però, si oppongono decisamente, e comin-cia un lungo tira e molla (talvolta drammatico, spesso divertente). Si parla di amicizie tradite e poi recuperate, di amori e del difficile passaggio all’età adulta. Insomma, un classico film sui teenagers, impreziosito dal tema del conflitto culturale e da musiche e dialoghi sfavillanti. Gli attori, tutti pressoché sconosciuti (ad eccezione dell’allora quasi esordiente Keira Knightley) sono molto bravi nella loro semplicità e capaci di coinvolgere con le loro storie di tutti i giorni e allo stesso tempo lontane da noi. Il finale positivo, che non poteva mancare, non to-glie originalità ad un film che getta uno sguardo ironico-umoristico su una realtà complessa e che ci riguarda un po’ tutti, quella dell’integrazione tra culture diverse; un film davvero soddisfacente.

Mediterraneo “Mediterraneo”, di Gabriele Salvatores, mi ha colpito profondamen-te per la sua poesia e per la sua spigliatezza. Invito tutti a vederlo, perché secondo me è davvero un capolavoro. Il film parla di un gruppo di soldati italiani che, all’inizio della se-conda guerra mondiale, vengono inviati in un’isoletta greca per se-gnalare eventuali passaggi di navi nemiche. Sul posto, però, non trovano nessuno e l’isola sembra completamente deserta. Dopo un po’ di tempo, la radio va fuori uso, e il plotone si trova tagliato com-pletamente fuori dal mondo. Ma di colpo la popolazione, che si era rifugiata sui monti, ricompare: pian piano i soldati si integrano e i rapporti tra loro e con i greci si fanno via via meno tesi, più vivi. I protagonisti si trasformano lentamente da militari a uomini aperti al diverso e il loro isolamento (ad alcuni più gradito, ad altri meno) dal mondo a loro famigliare li stimola a porsi domande, a riflettere sulla vita e a scoprire una dimensione più pura, pur nella consapevo-lezza che questa esperienza, lambita dall’oblio e sospesa tra il nulla e il tutto, un giorno dovrà finire. Sarà infatti così, ma ciascuno vive a modo proprio il termine della permanenza sull’isola, chi con ostentata sicurezza di sé, chi con pro-fonda incertezza: alcuni infatti sono pronti a rifare l’Italia da capo, per renderla “un ottimo posto in cui vivere”. Altri invece ci credono meno, fanno più fatica a credere che il futuro porterà più giustizia, nonché pari occasioni per tutti. E la nota finale del film, effettiva-mente, conferma questi timori: Salvatores, nell’ultima sequenza, esprime tutto il suo rammarico per un dopoguerra fatto di occasioni sprecate e di giustizia agognata ma mai realizzata veramente, sotto-lineando l’orgoglio ferito di chi, in quegli anni, ad un futuro miglio-re ci credeva davvero, e in buona fede. “Mediterraneo” è quindi un film dalle tematiche molto importanti e profonde, che però non rendono assolutamente pesante l’insieme. I dialoghi sono molto divertenti e spigliati, semplici ma allo stesso tempo potenti; gli attori danno tutti un’ottima prova di sè, e ciascu-no è perfetto per il proprio ruolo; le musiche sono allegre e insieme commoventi e si uniscono ad una fotografia mozzafiato. Insomma, un gran bel film.

Michele,3Acl

DIARIOLANDO 1 Il meglio dei Diari scolastici

La gente non vuol più saperne di sposarsi. Ieri sono an-data a un matrimonio, alla fine la sposa ha lanciato un bouquet e c’è stato un fuggi fuggi neanche avesse tirato una granata.

Siamo realisti, esigiamo l’impossibile. (Ernesto Che Guevara)

Chissà se le stelle per esprimere un desiderio devono aspettare che cada la Terra.

Se i gatti camminano a gatton gattoni, come cammine-ranno i coyote?

Giocatori dell’Inter che addormentano il gioco? Morfeo e Materazzi.

E’ famoso per le sue fughe: gas.

La peggiore battaglia non è quella che si è persa, ma quella che non si è mai combattuta.

Non definirti povero perché certi tuoi sogni non si sono avverati, solo chi non ha mai sognato è veramente pove-ro.

LE PRIME PAGINE: “apri la tua mente qualcosa ci en-trerà”….“non cambiare mai. (mutande a parte)”

Film Forum Anche quest’anno è stato avviato il cineforum scolastico; gli elenchi coi primi film e le date sono appese a scuola, su ogni nume-ro di Onda d’Urto saranno recensiti due film. Vi invitiamo in particolare a venire a vedere “Mediterraneo” (Novembre, recensito su questo numero) e “Il Sorpasso” (Dicembre, sul prossimo), entrambi citati nel suo documentario da Giovanna Taviani. La regi-sta verrà infatti a parlare al nostro liceo a Gennaio. Per informazioni, chiedere a Michele, 3Acl.

IMAGINE John Lennon Immagina che non ci sia il Paradiso, è facile se ci provi Ne l’inferno sotto di noi, sopra di noi solo il cielo Immagina tutta la gente che vive giorno per giorno Immagina non ci siano nazioni, non è difficile Nulla per cui uccidere o morire ed anche nessuna religione Immagina tutta la gente che vive in pace Potresti dire che sono un sognatore Ma non sono l’unico Spero che ti unirai ti unirai a noi E il mondo vivrà come se fosse uno solo Immagina che non ci siano proprietà, mi chiedo se ci riu-scirai Nessun bisogno di avidità o brama, una fratellanza dell’uomo Immagina tutte quante le persone Che condividono il mondo intero Potresti dire che sono un sognatore Ma non sono l’unico Spero che un giorno ti unirai a noi E il mondo vivrà come se fosse uno solo.

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Quel mostro di suocera Genere: Commedia Regia: Robert Luketic Con: Jennifer Lopez & Jane Fonda Uscita: 7 ottobre Charlie (Jennifer Lopez), dopo una serie di sfortunati episodi incontra finalmente l'uomo della sua vita, Kevin (Michael Vartan). L'unico problema che le si pone davanti è Viola (Jane Fonda), la madre di Ke-vin, che farà di tutto per rovinare la loro storia...Come numerosi film già usciti, si pone il solito pro-blema tra una coppia felice: i futuri suoceri. Questa volta, però, è lei che deve fare i conti con la madre di lui e in un certo senso si crea un richiamo di femminismo. L’altra novità di questo film è il ritorno in scena dell’attrice Jane Fonda dopo circa quindici anni di pausa. Concludendo, consiglio calorosamente di an-dare a vedere questo film che può essere adatto a chiunque e contiene numerose parti comiche…Da non perdere! Jodie 2A/L

Elizabethtown Genere: Commedia Regia: Crowe Con: Orlando Bloom e Kirsten Dunst Uscita: 4 novembre Drew Baylor (Orlando Bloom), un designer di scar-pe, viene licenziato per colpa del suo ultimo progetto che si è rivelato un fiasco. Quando si trova vicino al suicidio la sorella lo chia-ma dall’Oregon per dirgli che il padre, che si trovava in Kentucky, è morto. Quando Drew prende l’aereo per Elizabethtown, co-nosce Claire (Kirsten Dunst), un’assistente di volo che riesce a “distrarlo” dai suoi progetti. Questo film è stato presentato fuori concorso al Film Festival di Venezia, però quando uscirà nelle nostre sale verranno tagliate diverse parti; comunque do-vrebbe essere un film abbastanza bello, se conside-riamo che è già un anno che se ne parla e poi con un attore come Orlando Bloom è impossibile non an-darlo a vedere! Jodie 2A/L

E ORA PARLIAMO DI…MUSICA Il 10 ottobre è uscito il nuovo album delle T.A.T.U.: Dangerous and Moving. Le russe Lena Katina e Julia Volkova si erano fatte conoscere già nel 2002, con l'album d’esordio 200 km/h in the Wrong Lane, ma soprattutto grazie alla loro immagine di adolescenti trasgressive e ribel-li. Il disco, anticipato dal singolo All About Us, vanta collaborazioni im-portanti, come quella di Sting e Dave Stewart degli Eurythmics. Il 24 ottobre uscirà il nuovo album di Robbie Williams Intensive Ca-re. Il primo singolo estratto, già in radio dal 5 settembre, sarà Trip-ping. Per la prima volta, Robbie Williams ha lanciato il suo album con un concerto dal vivo al di fuori del Regno Unito. Il concerto si è tenuto al Velodrom di Berlino il 9 ottobre. Lo show, inoltre, è stato filmato e trasmesso per la prima volta nei cinema d'Eu-ropa. Attesissimo è anche il nuovo album degli Aerosmith previsto per il 25 ottobre. Il disco, presumibilmente doppio, conterrà 25 brani e si chia-merà Rockin' The Joint. Uscirà il 28 ottobre Calma Apparente, il nuovo album di Eros Ra-mazzotti. Il lavoro verrà anticipato dal singolo La nostra vita, in tutte le radio dal 16 settembre. La tracklist dell'album include uno straordinario duetto con Anastacia nel brano I belong to you, che è stato registrato a Milano nel mese di luglio. Nuovo Greatest Hits in arrivo per i Blink 182. La band americana, scioltasi improvvisamente alcuni mesi fa, pubblicherà questo autunno una raccolta di successi per la gioia dei numerosissimi fan. Il disco, che vedrà la luce il 28 ottobre, includerà i più grandi successi del trio composto da Tom De Longe, Mark Hoppus e Travis Barker, più un brano inedito rimasto escluso dall'ultimo album. Uscirà 15 novembre Confessions on the dancefloor, il nuovo album della regina del pop Madonna. Il primo singolo estratto sarà Hung up. In seguito alla violenta caduta da cavallo, risalente al 16 agosto, vi sa-ranno alcuni problemi per le riprese del video Hung up. Pare, infatti, che Madonna dovrà fare ricorso a una controfigura durante le riprese del video, poiché non sarebbe in grado di interpretare il movimentato balletto ideato per il clip.

LIVE 8 IN DVD

Il Live 8, lo storico concerto svoltosi in dieci capitali del mondo il 2 luglio 2005, sta per diventare un DVD. Uscirà il 4 novembre il resoconto della giornata-evento, a cui

hanno partecipato le star più importanti della musica, fra cui Madonna, i Pink Floyd, Robbie Wil-liams, i Coldplay, i R.E.M., Dido, Paul McCartney e gli U2. La Release conterrà tre diversi DVD, con

tutte le esibizioni di Londra e Philadelphia e i momenti salienti dei con-certi svoltisi nelle altre città, fra cui Roma. L’obbiettivo del DVD è

quello di cambiare per sempre la vita di chi vive

nell’estrema povertà e far sì che la nostra

generazione sia quella che è riu-scita a sconfig-

gere questa piaga. Federica 2^CL

18 18 18

TUTTI GLI STUDENTI DEL PORPORATO Anno Scolastico 2005-2006

Scienze Sociali

1As: Giulia, Ilenia, Lucrezia, Carmen, Raffaella, Joselito, Davide, Francesca, Angelica, Mauro, Eleonora, Lorenzo, Serena, Serena, Fulvio, Dritan, Irene, Giulia, Jennifer, Jessica, Federica, Matteo, Noemi Maria, Sara Francesca, Cristina Nunzia, Giulia.

1Bs: Alexia, Alessandra, Erica, Valentina, Giulia, Elisa, Daniela, Melissa, Valentina, Manuela, Ornela, Debora, Elisa, Francesca, Roberta, Lara, Si-mona, Eleonora, Eleonora, Ilenia, Sharon, Lucrezia, Valentina, Simona.

1Cs: Jessica, Alessandro, Francesca, Michela, Sabrina, Giulia, Anna, Domenica, Giuseppina, Monica, Arianna, Luana, Alice, Melanie, Anna Maria, Sara, Tamara, Veronica, Cinzia, Erica, Arianna, Sara, Chiara, Roberta, Michela. 1Ds: Iyobor, Roberta, Federica, Irene, Alessandra, Federica, Jessica, Gloria, Laura, Serena, Jessica, Eleonora, Jing Fu, Annalisa, Carola, Roberta, Ilaria, Daria, Sonia, Giada, Manuela, Alessandra, Maria, Elena, Fabio, Fabio.

2As: Horia, Jessica, Ilaria, Claudia, Beatrice, Serena, Antonietta, Francesca, Noemi, Fabiana, Veronica, Andrea, Federica, Ilaria, Francesca, Karin, Alessia, Federica, Stefania, Antonella, Francesca, Stefania, Maria, Debora, Francesca, Christian, Arianna, Le, Serena.

2Bs: Alessandra, Veronica, Sara, Maria, Teresa, Simona, Cristina, Barbara, Jessica, Monica, Marina, Maurizio, Veronica, Denyse, Ilenia, Stefania Alina, Jessica, Fabiola, Denise, Noemi, Chiara, Simona, Francesca, Elisa, Claudia.

2Cs: Serena, Martina, Alessandra, Maria, Erika, Michela, Sara, Aurora, Silvia, Simona, Daniele, Martina, Enrica, Nadia, Ambra, Jessica, Consuelo, Milena, Mariangela, Marta, Chiara, Federico, Greta, Federica, Alessia, Alice, Nadia, Serena.

3As: Maddalena, Stefano, Deborah, Mary, Marta, Francesca, Matteo, Luca, Mauro, Ylenia, Luca, Elisabetta, Roberta, Serena, Francesco, Denise, Federica, Erica, Lidia, Andreea Mirabela, Emanuele, Gloria, Sara, Paola, Chiara, Solange Antonella, Federica.

3Bs: Martina, Enrica, Alice, Verdiana, Eleonora, Enrica, Ilaria, Monica, Paolo, Federica Vittoria, Roberta, Giulia, Sara, Valeria, Roberta, Manuela Sara, Paola Rita, Deborah Alissia, Mounia, Giulia, Alessandra, Valeria, Ketty, Silvia, Martina, Chiara.

3Cs: Erica, Valeria, Silvia, Chiara, Simone, Jessica, Valeria Vittoria, Alessandro, Marianna, Maria Laura, Chiara, Arianna Margherita, Giulia, Teresa, Ilaria, Sara, Ambra, Gabriel, Lara, Alfred, Sonia, Martina, Barbara, Chiara, Giorgia, Sonia, Martina.

4As: Andrea, Stefano, Denise, Alessandra, Marika, Luisella, Francesca, Simona, Chiara Michela, Maria Rosa, Andrea, Mauriciojose’, Chiara, Simo-na, Mhaela, Francesca, Stefania, Alessandra, Zaira, Michela.

4Bs: Antonia, Alessia, Elena, Sara, Elena, Alessandra, Valentina, Gloria, Desiree, Ilaria, Federica, Martina, Valentina, Elisa, Martina, Federica, Jes-sica, Francesco, Sarah, Alice, Valentina, Ann Ruth.

4Cs: Maria, Arianna, Stefania, Francesca, Eleonora, Paola, Simona, Claudia, Giorgio, Noemi, Elisa, Giuliana, Ylenia, Lorenzo, Sofia, Federica, So-nia, Chiara, Jessica, Serena, Francesca, Sabrina, Romina, Yasmine, Silvia, Samantha, Roberta, Alessia, Marica, Valeria, Alessandra, Maria Giovan-na, Alessandra, Gioacchino, Daniela, Marina, Michela, Lorenza, Selene, Giuseppe, Cristina.

4Ds: Jessica, Serena, Francesca, Sabrina,Romina,Yasmine, Silvia, Samantha, Roberta, Alessia, Marica, Valeria, Alessandra, Maria Giovanna, Ales-sandra, Gioacchino, Daniela Marina, Michela, Lorenza, Selene, Giuseppe, Cristina.

5As: Dino, Davide, Elisa, Muriel, Serena, Giulia, Giuseppina, Valentina, Morena, Elisa, Martina, Michela, Luana, Lucia, Arianna, Maria, Fabiana, Simona, Sabrina, Manuela, Chiara, Alessandro.

5Bs: Erika, Fatimazahra, Chiara, Paola, Elena, Silvia, Erica, Elisa, Marta, Paola, Manuela, Sara, Patrizia, Manuela, Valeria, Valentina.

5Cs:Giulia, Simone, Marco, Melissa, Roberta, Valentina, Eleonora, Selene, Arianna, Manuela, Oriana, Nahid, Sara, Paola, Denise, Alessia, Daniela, Noemi, Liliana, Sabrina, Manuela, Lucia, Selena, Chiara, Andrea, Daniela, Stefano, Martina, Valentina, Stefano.

5Ds: Denise, Alessia, Daniela, Noemi, Liliana, Sabrina, Manuela, Lucia, Selena, Chiara, Andrea, Daniela, Stefano, Martina, Valentina, Stefano

Sociopsicopedagogico

1Ap: Melinamariel, Martina, Martina, Alessia, Noemi, Andrea, Simone, Chiara, Gloria, Chiara, Annalisa, Elisa, Luna, Sara, Elisa, Federica, Federica, Miriam, Giusy, Martina, Sara, Irene, Eleonora, Denise.

1Bp: Francesca, Francesca, Fabiola, Francesca, Chiara, Claudia, Antonella, Veronica, Irene, Ylenia, Chiara, Annalisa, Serena, Chiara, Silvia, Noe-mi, Luana, Federica, Martina, Barbara, Vanessa, Maria Grazia, Francesca, Ambra.

1Cp: Giulia, Monica, Serena, Erika, Francesca, Marta, Andrea, Giuseppe, Emanuele, Jennifer, Martina, Chiara, Jasmine, Francesca, Raffaele, Mi-chele, Letizia, Elena, Mariangela, Sabina, Cinzia, Giada, Marta, Francesco, Francesca, Linda, Erika, Giulia.

1Dp: Sonia, Fabiana, Laura, Giada, Laura, Alessandra, Camilla, Alessia, Gloriana, Chiara, Elena, Marzia, Marcella, Giulia, Karen, Deborah, Martina, Valentina, Debora, Santina, Elena, Barbara, Cristina, Chiara.

2Ap: Michela, Cristina, Valentina, Sara, Stefania, Federica, Amanda, Valeria, Maurizia, Sonia, Marta, Chiara Serena, Clorinda, Sofia, Barbara, Eleo-nora, Luana, Valentina, Bruna, Martina, Matteo.

2Bp: Federica, Francesca, Martina, Lidia, Jessica, Francesca, Elisa, Angela, Ilaria, Martina, Chiara, Cristina, Elisabeth, Mattia, Mara, Gessica, Mile-na, Justine, Carmela.

2Cp: Federica, Sara, Manuela, Sara, Sara, Marta, Giulia, Beatrice, Roberta, Enrica, Giada, Cinzia, Irina, Monica, Daniele, Marta, Roraima, Giulia, Maria, Rosaria, Katia, Elena, Serena.

3Ap: Marinella, Francesca, Elisa, Giada, Alessia, Giulia, Valentina, Serena, Erika Johana, Claudia, Alice, Simona, Miriam, Lucrezia, Agnese, Tatia-na, Alessandra, Ylenia, Giulia, Enrica, Cinzia, Veronica, Denise, Francesca.

3Bp: Valentina, Giulia, Agnese, Ilaria, Monia, Beatrice, Anna, Elena, Tania, Valentina, Deborah, Valentina, Stefania, Irene, Melissa, Tatiana, Erika, Vittorio, Valeria.

3Cp: Cristina, Annalisa, Susanna, Alessia, Silvia, Fabiana, Giuliana, Giulia, Noemi, Irene, Giulia, Sara, Valentina, Ana Maria Andreea, Francesca, Noemi, Susanna, Veronica, Simona, Viola, Sonia, Lucrezia, Lisa, Miriam, Chiara, Denise.

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4Ap:Serena, Veronica, Federica, Francesco, Chiara, Sara, Evelina, Stefania, Jessica, Annalisa, Marzia, Sara, Stefania, Veronica, Sara, Isabel, Giorgia, Alice, Deborah, Cristina, Stefania, Sara, Laura, Manuela, Ilaria, Alessandra.

4Bp: Touria, Jessica, Elisa, Ilaria, Alessia, Angela, Ileana, Marianna, Cristina, Federica, Chiara, Stefania, Elisabeth, Simona, Luisa, Manuela, Giulia, Sonia, Giulia, Veronica, Samanta, Alessandra, Chiara, Elisa, Serena, Federica, Simona, Rossella, Stefania, Marta.

5Ap: Paola, Teresa, Emanuela, Martina, Stefania, Valentina, Monica, Sara, Beatrice, Sara, Ramona, Irene, Annika, Paola, Alice, Roberta, Eleonora, Roberta Cecilia, Cristiana, Silvia, Noemi, Ilaria, Eliana, Ellouise, Annalisa.

5Bp: Sara, Federica, Elisa, Paola, Francesca, Oriana, Francesca, Oriana, Martina, Elisa, Concetta, Irene, Daniela, Alessia, Manuela, Daniela, Barbara, Carlotta, Lucia, Lara, Gloria, Enrica, Veronica, Samantha.

Classico

4Agin: Sara, Marco, Yousef, Marco, Sara, Alessandro, Giulia, Gianluca, Michela, Laura, Valentina, Vittoria, Matteo, Cristina, Ettore, Luca, Noemi, Carola, Calogero Dario, Fabiana, Vanessa, Chiara.

4Bgin: Guglielmo, Mathias, Martina, Andrea, Federica, Arianna, Martina, Laura, Eleonora, Giacomo, Vittorio Amedeo Carlo Maria, Massimilia-no, Francesco, Filippo, Giulia, Elena, Natalia, Cristina, Emanuele, Federica, Emanuele, Sara, Marta, Stefano.

4Cgin: Carlotta, Arianna, Carlotta, Arianna, Alessandro, Rachele, Francesca, Stefano, Beatrice, Carlotta, Alessandro, Enrico, Federica, Silvia, Carlo, Alberto, Cristiano, Andrea, Giulia, Carola, Michela, Andrea, Simone, Fabio.

5Agin: Riccardo, Ester, Debora, Cristian, Federica, Fanny Alexandra, Elisa, Luigi, Umberto, Caterina, Micaela, Laura, Riccardo, Maria, Mar-gherita, Manuel, Michele, Silvia, Gaia, Valerio, Jessica, Isidora, Alessio, Giacomo, Chiara, Marlon, Nicolo’ Silvestro, Gabriele, Francesca, Ales-sandro.

5Bgin: Alberto, Martina, Mattia, Daniele, Giulia, Nicolo’, Giulia, Donata, Gaia, Alessandro, Roberto, Donatella, Federica, Sonia, Valentina, Matteo, Monica, Flavia, Fabio, Elisa, Martina, Sofia, Umberto, Luana.

1Ac: Michele, Andrea, Daniele, Elisa, Giulia, Anna, Manuela, Giuliano, Enrico, Matteo, Giorgia, Gioia, Valeria, Giulia, Gaia, Carlotta, Daniela, Fabrizio, Elena, Carla, Luca, Simone, Federico, Francesca, Eleonora.

1Bc: Maurizio, Giorgia, Silvia, Eleonora, Alice, Francesco, Federico, Alessia, Alessandro, Carlotta, Elisa, Annalisa, Mattia, Piero, Andrea, Lo-renzo, Lorenzo, Gioachino, Federica, Martina, Matteo, Federica, Cinzia, Alberta.

2Ac: Gianfranco, Marica, Fiammetta, Fanny, Margherita, Giorgia, Giovanni, Francesco, Anna, Isabella, Maria Chiara, Micaela, Emanuela, A-lessandra, Alessandro, Ilaria, Paola, Sara, Jodie, Roberta, Giulia, Giorgia, Steve, Daniele, Giulia, Sarah, Andrea, Giulia, Fiammetta, Elena, Sara, Alessandro, Nadine, Federica, Miriam, Annalisa.

2Bc: Sara, Giulia, Marialuisa, Silvia, Martina, Nicole, Luca, Roberta, Amanda, Heloise, Federica, Marco, Raffaele, Valeria, Mattia, Valentina, Francesca, Ludovica, Lorenza, Luce, Stephanie.

3Ac: Cristel, Michele, Davide, Aurora, Fulvio, Claudio, Giorgia, Alice, Maria Beatrice.Stefania, Daniele, Sara, Francesca, Matteo, Barbara, Reo-la, Veronica, Alberto, Aline, Giulia, Mattia, Natalie, Irene.

Linguistico

1Al: Angelica, Paola, Emanuela, Valentina, Gianluca, Elisa, Amal, Federica, Valerio, Veronica, Silvia, Silvia, Valentina, Chiara, Caro-lina, Gaja, Lucia, Patrick, Ramona, Valeria, Eleonora, Renata, Gilda, Veronica, Alice, Jennifer, Alessandra.

1Bl: Alessia, Valentina, Ivan, Mariachiara, Alessio, Martina, Isabella, Micol, Francesca, Michela, Maddalena, Marzia, Ilaria, Valeria, Karim, Adriana, Elena, Elisa, Daniele, Jessica, Michela.

1Cl: Alice, Alice, Anays, Arianna, Chiara, Eleonora, Esra, Federica, Jessica, Jennifer, Jennifer Joanna, Roberta, Rossana, Sara, Se-rena, Stefania, Valeria, Virginia,

1Dl: Giulia, Marta, Serena, Ilaria, Cristina, Mayerlheng, Ysabel, Dalila, Giulia, Ester, Valentina, Marta, Giulia, Chiara, Chiara, Chiara, Arianna, Valeria, Francesca, Stella, Jessica.

2A L: Sara, Jodie, Roberta, Giulia, Giorgia, Steve, Daniele, Giulia, Sarah, Andrea, Giulia, Fiammetta, Elena, Sara, Alessandro, Na-dine, Federica, Miriam, Annalisa

2Bl: Elisabetta, Francesco, Roberta, Giada, Maria, Daniela, Gabriella, Alessandra, Michele, Valeria, Martina, Alessandra, Viviana, Valentina, Lorenzo, Francesca, Ilenia, Alice, Lmichela, Ireneabs:Ilaria, Barbara, Katia, Stefania, Elisa, Giorgia.

2Cl: Giulia, Vittoria, Jacopo, Davide, Patrizia, Federica, Jessica, Cecilia, Chiara, Beatrice, Ilaria, Giulia, Sabina, Kassandra, Giulia, Sarah, Giu-lia, Elisa, Sarah, Alfonso Adriano, Chiara, Stefano, Giada.

3Al: Federica, Samantha, Mariasole, Elena, Anna, Ilaria, Elena, Giulia, Anna, Lisa, Silvia, Francesco, Lucrezia, Elisa, Giulia, Michela, Ilaria, Cristina, Isabella, Giulia, Silvia, Chiara, Myriam, Sonia.

3Bl: Cinzia, Giulia, Nicole, Alessia, Nazarena, Roberta, Luca, Karen, Julien Michele, Irene, Elisa, Giorgia, Maria, Beatrice, Sara, Arianna, Ele-na, Eleonora, Elisa, Margherita, Francesca.

4Al: Cristina, Alice, Chiara, Romina, Paola, Alice, Serena, Martina, Ginevra, Marco, Federica, Stefano, Agnese, Alessia, Cristina, Grazia, Mat-teo, Elisa, Monica Maria, Federica, Sara, Irene, Elena, Giuliana, Rosa, Francesca.

4Bl: Gessica, Francesca, Sabrina, Chiara, Monica, Jessica, Artina, Elisa, Mariangela, Barbara, Bianca, Mara, Federica, Erica, Sonia, Valeria, Sara, Nicoletta, Antonio, Loris, Silvia, Cristina, Valeria, Roberta, Federico, Erika, Sara, Ilaria.

5Al: Ivan, Sara, Jessica, Luisa, Stefania, Francesca, Valentina, Elisabetta, Maddalena, Maria Grazia, Valeria, Emanuela, Maddalena, Giulia, Marta, Martina, Agostina, Stefania, Francesca, Francesca, Sara, Sara, Cinzia, Mario, Mauro, Sara.

5Bl: Manuela, Monica, Serena, Silvia, Francesca, Elisa, Stefania Angelica, Nicolao, Paola, Cristina, Simona, Anela, Francesca, Elena, Geroni-mo, Desiree’, Katia, Elisabetta, Chiara, Samantha, Ilaria.

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Lettere alla redazione

PROGETTO ADOZIONI A DISTANZA. Come è consuetudine, anche quest’anno vi vogliamo ricor-dare l’appuntamento con le adozioni a distanza, progetto che viene portato avanti da ormai nove anni. Tutti possono adottare un bambino, sia singolarmente che come classe, e l’iniziativa è aperta anche a persone ester-ne al liceo. Le adozioni vengono effettuate in Bangladesh attraverso l’associazione “ Rishilpi Development Projects” fondata da due pinerolesi, Enzo e Laura Melano. Chi adotta versa la somma di € 160 annui, con i quali si provvederà all’istruzione del bambino adottato e al mante-nimento suo e della famiglia. La corrispondenza tra associazione e genitori adottivi av-viene due volte l’anno: a Natale e a Pasqua, inoltre a Pa-squa oltre gli auguri si riceve anche una foto del bambino in modo da poter seguire anche la sua crescita fisica. Dallo scorso anno il totale raccolto all’interno del liceo per l’associazione è entrato a far parte del bilancio di istituto essendo stati riconosciuti i nobili obiettivi dell’iniziativa.

Jessica 4^D/S.

Quando i bambini ne sanno più dei grandi…

Alcuni psicologi hanno posto la domanda “Cosa vuol dire amore?” a bambini dai 4 agli 8 anni. Le risposte sono state semplici e particolari, ma con un fondo di verità.

“Quando qualcuno ci ama il modo che ha di dire il no-stro nome è diverso. Sappiamo che il nostro nome è al sicu-ro in quella bocca.” Luca, 4 anni. “L’amore è quando la ragazza si mette il profumo, il

ragazzo il dopobarba e poi escono insieme per annusarsi” Martina, 5 anni. “L’amore è quando esci a mangiare e dai un sacco di

patatine fritte a qualcuno senza volere che l’altro le dia a te”. Gianluca, 6 anni. “L’amore è quando qualcuno ti fa del male e tu sei

molto arrabbiato, ma non strilli per non farlo piangere” Su-sanna, 5 anni. “L’ amore è quella cosa che ci fa sorridere anche quan-

do siamo stanchi” Tommaso, 4 anni. “L’amore è quando mamma fa il caffè per papà e lo as-

saggia prima per assicurarsi che sia buono” Daniele, 7 anni. “L’amore è quando una donna vecchia e un uomo vec-

chio sono ancora amici anche se si conoscono bene”. Tom-maso, 6 anni. “Non bisogna mai dire ti amo se non è vero. Ma se è

vero bisogna dirlo tante volte…le persone dimenticano” Jessica, 8 anni.

Una volta una persona molto saggia mi disse:” Se la tua migliore amica ti ha delusa e ti senti tristissima: siediti in un angolo, chiudi gli occhi e alza al massimo il volume del tuo lettore CD. Ti sentirai meglio, ve-drai…”. Io ho seguito il suo consiglio e adesso la musica mi permette di andare avanti ogni volta che ho un proble-ma: mi fa sentire sulla mia isola che non c’è..!

Sarhy 2 C/Ling

A proposito di amore… Una settimana fa ascoltavo attentamente le parole del professore di religione. Si parlava di amore! L’amore…il sentimento più forte che lega le persone, è un sentimento che si può manifestare in molti modi: l’amore dei genitori per i propri figli, l’amore per una passione o un sogno, l’amore tra due persone e tanti altri. L’amore è un sentimento forte che non va tradito mai, non deve essere sottovalutato e neanche dimenti-cato. Parlo sotto un punto di vista personale, amo più persone: i miei genitori, la mia famiglia, i miei compa-gni, la mia migliore amica come se fosse una sorella e una persona che ora non c’è più! Pensavo che prima che sparisse avrei dovuto dirgli molte cose, ma ora non ne ho più l’occasione, ho pensato che tante volte avrei dovuto fargli capire che qualcosa non andava nel verso giusto, ma ora è troppo tardi e tutti i giorni mi sento in colpa per qualcosa che ho perso, ma non ho mai avuto il coraggio di parlarne con nessuno. Ecco, questa è una manifestazione di amore, o meglio una dichiarazione. Non fate lo stesso sbaglio che ho fatto io, non correte dietro a un sogno sperando di vederlo realizzare, non fate fare da solo al vostro destino perché siete voi a crearlo e prima che sia troppo tardi, non abbiate paura di dire ti amo!

P. P.

DIARIOLANDO 2 Le frasi più divertenti dei diari (Comix) • Non ho studiato perché… (5 ottime scuse da dire alla professoressa quando non hai studiato): 1. Oh, sarà che da quando i Metallica hanno affit-

tato l’appartamento sopra al mio faccio fatica a concentrarmi… 2. Io so tutto, ma se poi parlo e quelli di Cosa Nostra mi fanno fuo-

ri? 3. Ho dovuto accompagnare mia nonna a portare i fiori al nonno…

ma non al cimitero, proprio nell’aldilà! 4. Mia madre aveva finito il caviale e sono dovuto andare col moto-

rino fin sul Mar Caspio a ricomprarglielo. 5. Ieri mentre studiavo nel tinello è apparso Leopardi che mi ha det-

to: ”Vuoi ridurti come me? Ma vai dietro alle gnocche, no?!?” • La mia mamma cucinava così male che quando portavo buoni voti da scuola, mio padre, come premio, mi mandava a letto senza cena. • Un becchino entra in un bar di buon ora dicendo: “Salme a tutti!” • Prima di offendere qualcuno contate fino a 10: vi verranno in mente molti più insulti. •Vivere da orfani è duro. Figuriamoci con i genitori! • Batman: “ Farei qualsiasi cosa per aiutarti a cambiare vita” Catwoman: “ Sposami!” Batman: “ Eccetto questo” • Totti cerca di finire un puzzle. Ci mette quasi 4 mesi. Poi gira la scatola e legge: “ Dai 2 ai 3 anni”. Commenta: “ Ahò, ma allora sò un genio!”.

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Lettere alla redazione IL PIACERE DI SAPERLO

1. Sotto sotto… Nel ‘600, in Francia, le donne di corte si la-vavano di rado. Qual è l’insolita cosa che facevano per ma-scherare il cattivo odore? Mettevano sotto gli abiti delle spu-gnette impregnate di profumo. 2. Voglia di un pearcing? Che cosa facevano gli antichi Egi-zi per provare la loro nobiltà? Si facevano un buco nella pel-le dell’ombelico. 3. Se l’adozione è complicata… Cosa ha fatto un ricco uomo settantottenne per lasciare in eredità il suo patrimonio ad una ragazza di sedici anni che non riusciva a adottare? L’ha spo-sata. 4. Quando le dimensioni non contano… Che dimensione può raggiungere la lingua di una balenottera azzurra? Raggiunge le dimensioni e il peso di un elefante africano adulto. 5. Il talabalacco è un tipo di copricapo? No, era un tamburo saraceno. 6. Il pollo sultano è un uccello di palude o il comune tacchi-no? Un uccello di palude turchese scuro. 7. La locuzione latina “ad limina” indica un dovere dei ve-scovi? Si, è il dovere di ogni vescovo di andare ogni 5 anni dal Papa per presentare una relazione sulle condizioni della propria diocesi. 8. I colobi rossi sono una varietà di pesci tropicali? No, sono scimmie africane che raggiungono, al massimo, 80 cm di lunghezza. 9. Il dirham è la moneta di un Paese dell’Africa? Sì, del Ma-rocco. 10. Giovanna d’Arco è venerata come santa? Sì, dopo l’annullamento della sentenza (chiaramente dopo diversi anni dalla sua morte!) di eresia. 11. I giochi olimpici invernali si sono mai svolti in Califor-nia? Si, nell’edizione del 1960 a Squaw Valley.

Elena e Eleonora 4B Ginn

Da: [email protected] Inviato il: 3-ott-2005 7.04 PM A: <[email protected]> Oggetto: Ricordi di un'ex frequentante.... Dall'università con furore

Buongiorno, sono una studentessa della 5A/L anno 2003/2004. Mi sono appena iscritta al secondo anno di Scienze della For-mazione Primaria (che parolone! Voglio solo diventare mae-stra...)ed anche se mantengo la media del 28, non posso dirmi soddisfatta della mia vita universitaria. Questo succede forse perchè sono stata abituata troppo bene negli anni passati......... So che non ne avrei più il diritto, ma mi "intrometto" nel vo-stro giornale, che fino a 2 anni fa sentivo anche un po' "mio", solo per farvi sapere che non dimenticherò mai il mio liceo. Gli anni che ho passato al Porporato sono stati manna dal cie-lo. Certo, l'adolescenza, le emozioni forti dei sedici anni... Ma c'è ben altro che non posso dimenticare... In mezzo a quelle quattro mura (allora fatiscenti...) sono nati grandi legami, ho vissuto cose che mi hanno cambiata. L'ambiente, i compagni, i professori, mi hanno formata. Hanno forgiato il mio carattere, mi hanno insegnato a non acconten-tarmi delle briciole. Mi hanno insegnato che non esiste qual-cuno che sia migliore degli altri, ma che devi essere te stesso per essere speciale. Mi hanno insegnato che a volte ciò che sembra un ostacolo insormontabile, non è altro che un proble-ma che puoi risolvere chiedendo aiuto. Mi hanno insegnato che se ci dai dentro ce la fai. Un appello a chi attualmente studia al Porporato: ragazzi, met-tetecela tutta! Lo so, è pesante, a volte sembra impossibile su-perare un compito o un'interrogazione un po' più tosti, o sem-plicemente interi pomeriggi passati sui libri, ma voi studiate, date tutto quel che avete, ne trarrete solo immensi benefici! Io ne ho le prove. E godetevelo il liceo, finchè ci siete... Un grazie immenso ai professori che hanno seguito me e i mei compagni...dovranno sopportare molte mie visite in futuro! Col cuore (un pezzetto lo conservate lì, in qualche bacheca...).

Valentina PS= Mi dichiaro molto offesa... Dovevate proprio aspettare che me ne andassi per cambiare edificio ?!?! ;)

DIZIONARIO INGLESE-PIEMONTESE Si apre un nuovo anno scolastico e non poteva mancare la consueta pubblicazione del dizionario più sfogliato & che non è precisamente quello di latino o di greco!!!

BOOK: buco, insulto, caprone BROAD: brodo BUS: piccolo di statura CALL: collo (fig. MAN-A-CALL: aggressione fisica/COME-PALM-MAN-A-CALL: lett.: “egli si comporta in modo manesco”) CAN-A-GOT: cane e gatto (fig. SOON-CAN-A-GOT:antipatia profonda e reciproca) CAN-CELL: infisso metallico CAN-SOON: breve componimento musicale CAKE-‘CAUSE: qualche cosa CAR: costoso CARD: cardo CHEAT: piccolo (vezz.: “figliolo”) BEEN-CHEAT: molto piccolo COOL: quello (COOL-LEE: quello lì) COOL-HAT: colletto COW-LEE-MOORE: comune di Cavallermaggiore COWS: calcio, pedata

Margherita II A/Cl

Periodico di O.D., allegato al Dizionario Inglese-Piemontese

Il contrario di melodia? SELOTENGA

Il contrario di succursale? GIU’ COL PEPE

Il contrario di Sali e tabacchi? SCENDI E TI DIVERTI

Il contrario di trascendentale? TRASALENTIZIO

Margherita II A/Cl

DIZIONARIO DEI CONTRARI-LIMITED EDITION

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Super Vto

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I odie & Elisa