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I L A N U M O C E I C A M R A F Luglio 2014

Magazine luglio 2

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Magazine luglio 2

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FLuglio 2014

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Il benessere del nostro cuore

Il cuore è l’organo centrale dell’apparato circolatorio. Ma siamo certi che sia solo questo? La fantasia dei più lo considera il contenitore delle nostre emozioni, del nostro pathos, della nostra sofferenza e della gioia. Ma il cuore è, certamente per tutti, il cassetto dell’amore. E allora, quest’estate dedichiamo maggiore attenzione ai nostri affetti: ai nostri figli e alle nostre figlie, alle nostre donne, madri, sorelle e fratelli, ai nostri padri, amici e vicini di casa, a coloro con cui, nel bene e nel male, condividiamo le nostre vite. Ancor più ai nostri vecchi, che nella maggior parte dei casi è proprio d’estate che meno li frequentiamo. Una visita in più, una carezza e qualche parola scambiata con loro, ricordando quando si era figli piccoli. I ricordi fanno bene ai nostri vecchi, ancor più se riguardano i loro figli. E portiamogli in visita i nipoti, comunque dei giovani, che per un motivo o per l’altro, sono sempre impegnatissimi, tra scuola, sport, e altro ancora, che certamente i genitori non gli fanno mancare! Curiamoli, quindi, i nostri affetti, nostro più grande bene, parallelamente alla nostra salute. Lungi da me cadere nell’ovvio, nei luoghi comuni più diffusi, nella retorica. Ma proprio in questo periodo di crisi economica dal quale, come Paese, poco alla volta stiamo uscendo, restano i beni più preziosi. Prendiamoci il nostro tempo, dedichiamolo ai nostri anziani, curiamoli. Anche semplicemente dedicandogli quel tempo per accompagnarli a fare una visita medica dal dottore di fiducia, dal medico di famiglia. Appunto, di famiglia. Buona estate!

Direttore responsabileVittorio Billera

Come affrontare serenamente il periodo estivo, con qualche attenzione in più

Consigli in… pillole.Chi soffre di diabete non deve mai camminare a piedi nudi, né usare sandali o zoccoli aperti perciò anche in spiaggia o nei prati indossare scarpe che proteggano i piedi da qualsiasi oggetto che potrebbe causare ferite facilmente infettabili.Avete deciso di esporvi al sole? Prima di acquistare una crema solare verificate il fototipo a cui appartenete ed applicatela almeno 30 minuti prima dell’esposizione, rinnovando l’applicazione ogni due ore soprattutto se state sudando molto o se siete stati in acqua. Molta attenzione ai bambini! Non basta la crema solare FP 50+ a

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SOMMARIO

Come affrontare serenamente pag. 2il periodo estivo, con qualcheattenzione in piùdi GabriellaBrezzi

Il melanoma cutaneo pag. 4di PaoloBroganelli

L’implantologia pag. 5a carico immediatodi GiampaoloVersino

Il defibrillatore pag. 7nelle società sportivedi AlbertoFerrari

La microscopia in pag. 14odontoiatriadi MaurizioSignorini

L’obesità infantile pag. 15di MarilenaPasqua

Stile di vita e neoplasie pag. 17di MarcoGaddi

Per perdere i chili di troppo pag. 22occorre pensare al tessutoadiposodi ElisabettaBoncompagni

proteggerli, risparmiate loro l’esposizione nelle ore più calde della giornata! Quindi, mamme, rinunciate un po’ alla tintarella e svegliatevi presto al mattino o passeggiate al tramonto!!!Non dimenticate di proteggere anche gli occhi dalla forte esposizione solare e bere molta acqua naturale (circa 2 litri al giorno).Chi non sogna di sorseggiare una bibita fresca o di assaporare fresche insalate e cocktails di frutta in riva al mare o sul bordo di una piscina in un paese tropicale… Qualora ci si trovasse nella situazione appena elencata, assicuriamoci che nella struttura dove passiamo le nostre vacanze, vengano rispettate le più comuni norme igieniche. Ricordiamo che il ghiaccio nella bibita, oppure frutta e verdura non ben lavate, possono diventare fonte di contaminazione batterica, provocando disturbi talvolta gravi all’apparato gastroenterico. Nel dubbio usiamo acqua minerale in bottiglia chiusa, anche per lavare i denti. Chi soffre di una patologia cronica porti con sé la documentazione relativa; in caso di bisogno il personale medico è agevolato nel trattare l’eventuale problema. Se ci si reca all’estero, è vantaggioso fornire una breve relazione tradotta nella lingua del posto o almeno in inglese.Non dimenticare la nuova tessera sanitaria valida nei paesi della Comunità Europea.Vi consiglio due siti web del Ministero degli Affari Esteri, da consultare per ulteriori informazioni:

www.viaggiaresicuri.itwww.dovesiamonelmondo.it

Cosa è bene portare in viaggio

Tralasciando quanto di più ovvio si tende a mettere in valigia per un qualsiasi viaggio, non dovrebbero mancare:

· un termometro per misurare la temperatura cor-porea, un antipiretico/antidolorifico

· un prodotto contro la diarrea e fermenti lattici che possano stare fuori frigo

· una crema contro le punture di insetto ed una protezione contro le zanzare

· un collirio · un adeguato disinfettante per ferite · se vi recate in un paese molto caldo, portate an-

che qualche integratore di sali minerali · non scordate i farmaci che assumete abitualmen-

te.

Prima di affrontare un viaggio, chiedete consiglio al vostro medico di base e al vostro farmacista di fiducia.

Buon viaggio!

Farmacista - ASM VenariaDott.ssa Gabriella Brezzi

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IL MELANOMA CUTANEOIncidenza in costante crescita,Torino al primo posto in Italia.

Sotto il profilo oncologico, la pelle presenta alcune peculiarità rispetto agli altri organi: è costituita da una infinità di tipi cellulari differenti ed è esposta all’ambiente esterno. L’interazione costante con agenti fisici e chimici la espone ad una enorme quantità di patologie differenti, la maggior parte delle quali, si acquisiscono nel corso della vita.In quasi tutti i casi sono patologie di scarso interesse, molte volte semplici da diagnosticare e da risolvere, ma talvolta impegnano severamente le capacità professionali dei medici.Poche di queste patologie sono in grado di mettere a rischio la vita di una persona: in questi casi è determinante la capacità di un medico di fare la giusta diagnosi e, soprattutto, la capacità del paziente nel capire quando è il momento di farsi visitare. L’esempio del melanoma cutaneo è il più eclatante perché è subdolo, asintomatico e spesso cresce lentamente anche se in modo costante. Solo le persone più attente riescono a farsi venire il dubbio e fare la scelta corretta.La conoscenza di questa patologia è fondamentale per allertare la popolazione e, senza ansie, è assai utile che si impari a conoscere la nostra pelle e quella dei nostri famigliari e, quando la memoria non basta, fotografiamo il nostro corpo, allo scopo di verificare se qualcosa cambierà nel tempo.La maggior parte dei pazienti chiede se il melanoma possiede un aspetto peculiare. La risposta è che pur vedendone di nuovi tutti i giorni, non esiste l’identikit, o meglio, spesso si presenta più irregolare di un nevo per

forma e bordi e spesso il colore è disomogeneo, ma l’unica certezza è che cresce di dimensioni.Questo aspetto lo contrappone ai nevi che nascono, crescono e si stabilizzano. Il melanoma nasce nell’80% dal nulla (Fig.1) e solo nel 20% dei casi da un nevo che si trasforma (Fig.2).Solo la diagnosi precoce riesce ad evitare sequele terapeutiche e il rischio di perdere la vita. Torino è la prima città d’Italia per incidenza di melanoma, ma anche tra le migliori per sopravvivenza, che sfiora il 90%.Quest’ultimo risultato è frutto, in piccola parte, della preparazione medica, ed in gran parte, della sempre maggiore conoscenza che induce ogni individuo a controllare la propria pelle e a sottoporsi periodicamente ad una visita preventiva. Tutti gli operatori della sanità devono anche consigliare un’ adeguata prevenzione primaria, che consiste essenzialmente nell’evitare scottature solari ed esposizioni troppo prolungate al sole.Se la pelle è l’organo più esposto ai rischi ambientali, è anche l’unico esposto alla nostra vista.Non perdiamo l’occasione di conoscerla e di osservarla.

Dermatologo, Città della Salute e della Scienza di TorinoDottor Paolo Broganelli

Fig. 1 - Melanoma in fase iniziale e in fase avanzata Fig. 2 - Melanoma insorto su nevo pre-esistente

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IMPLANTOLOGIAA CARICO IMMEDIATOScopriamo le tecniche.

L’implantologia a carico immediato è una tecnica che permette, al paziente affetto da edentulia (mancanza di uno o più denti) di avere denti fissi nella stessa seduta in cui vengono posizionati gli impianti.Questa tecnica è resa possibile anche grazie all’utilizzo di impianti in titanio, dalle elevate qualità biocompatibili e di osteointegrazione, che scongiurano fenomeni infiammatori che potrebbero pregiudicare la durata nel tempo degli impianti stessi.Evidenze scientifiche hanno attestato che gli impianti inseriti con la tecnica del “carico immediato”, si osteo integrano (cioè si fissano) proprio come quelli caricati tradizionalmente, garantendo la stessa stabilità e la stessa durata nel tempo.La tecnica implantologica tradizionale prevede invece che passi un lasso di tempo (da tre a cinque mesi) tra l’inserimento dell’impianto (radice artificiale) e il posizionamento della corona dentale.

Molto frequentemente è possibile inserire l’impianto subito dopo l’estrazione della radice dentale, con la tecnica dell’implantologia postestrattiva.

I vantaggi dell’implantologia a carico immediato sono:

- intervento chirurgico meno invasivo;- riacquisizione immediata della funzione masticatoria;- riacquisizione immediata della funzione estetica;- rapidità dell’intervento;- possibilità di tornare fin da subito alla normale vita quotidiana senza disagi o difficoltà;- risparmio economico, di solito con la tecnica del “carico immediato” si ha un buon abbattimento dei costi.

La maggior parte dei pazienti può essere sottoposta a tale tecnica implantologica.In base all’anamnesi e all’esame obiettivo e ad opportuni esami radiologici è possibile comunque individuare con sicurezza i pazienti che possono usufruire del “carico immediato”.Non sono candidati a questa tecnica pazienti affetti da malattie neoplastiche (tumori), pazienti affetti da gravi malattie degenerative, pazienti al di sotto dei 18 anni di età e pazienti in terapia cronica con alcuni tipi di farmaci (es. corticosteroidi, immunosoppressori).

Medico Chirurgo - Specialista in odontostomatologia e protesi dentale - Venaria RealeDottor Giampaolo Versino

Denti fissi provvisori dopo un’ora d’intervento Altro caso con 6 denti definitiviin ceramica, da canino a canino

Caso iniziale

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IL DEFIBRILLATORENELLE SOCIETÀ SPORTIVEUn acquisto fatto con e per il cuore.

Ormai la medicina ha fatto passi da gigante, ma la natura può essere imprevedibile: l’arresto cardiaco, come purtroppo ci hanno insegnato numerose tragiche esperienze sportive, è tristemente frequente sui campi di qualsiasi sport e solo la prevenzione può permettere una risposta adeguata in caso di emergenza.

L’acquisto di un defibrillatore semiautomatico (DAE), unito alla formazione di personale abilitato all’uso dell’apparecchio, può fare la differenza tra la vita e la morte, in una società dove la tecnologia costituisce parte integrante del quotidiano.

Un individuo colpito da fibrillazione ventricolare va rapidamente incontro ad arresto cardiocircolatorio, arresto respiratorio e morte.

Un semplice macchinario dotato di piastre, applicate dal soccorritore, in grado di erogare una scossa se necessaria e in presenza di un ritmo cardiaco defibrillabile diventa così un valido alleato nella lotta contro il tempo in attesa di personale medico qualificato.

A fronte di un costo divenuto ormai accettabile, i centri possono dotarsi di un apparecchio fondamentale che protegge i giovani atleti dai problemi che le visite mediche obbligatorie non sempre possono evidenziare. Le società sportive, che già sono luogo di aggregazione e sviluppo di oltre 4 milioni di atleti tesserati presso il CONI in Italia, diventano così un ambiente più sicuro dove i genitori possono lasciare i propri figli, consapevoli che, in caso di emergenza, è presente una persona abilitata all’uso del defibrillatore, che potrà intervenire in attesa dell’arrivo dell’ambulanza.

Un investimento minimo, in termini economici (in genere inferiore a due mila euro), ma dal grande impatto sulla sicurezza, per fare in modo che lo sport torni ad essere sempre e comunque un momento di svago, unione e crescita per tutti.

Assistente bagnanti e istruttore FINFederazione Italiana NuotoAlberto Ferrari

Esercitazione con defibrillatore

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NOCIST:la risposta naturale

per il benessere delle vie urinarie.

Le infezioni delle basse vie urinarie (IVU) rappresentano un disturbo molto comune che coinvolge oltre il 60% delle donne nel corso della loro vita.

Le IVU colpiscono le donne adulte con un’incidenza 50 volte superiore rispetto ai maschi a causa di ureteri più brevi che permettono ai batteri di origine intestinale di ascendere nella vescica.

Si parla di cistite ricorrente quando si presentano almeno 2 episodi nell’arco di 6 mesi e 3 o più episodi durante l’anno.

Le donne con cistiti ricorrenti hanno una maggiore predisposizione alla colonizzazione vaginale da uropatogeni, a causa di una maggiore propensione dei batteri nell’aderire alle cellule uroteliali.

Tra i responsabili delle IVU, l’Escherichia coli è l’agente che causa l’80-95% dei casi di infezione. Questo batterio aderisce alla parete della vescica , per interazione dei suoi pili con i recettori presenti sulle cellule uroteliali, e avvia un processo a cascata di formazione di un biofilm superficiale che ne preserva la sopravvivenza.

Il trattamento farmacologico delle IVU prevede il ricorso a antibiotici specifici per le vie urinarie. Va comunque precisato che le linee guida della Associazione Europea di Urologia suggeriscono di intervenire in casi di infezioni ricorrenti con terapie alternative agli antibiotici nell’ottica di prevenire la formazione di ceppi resistenti e di non far assumere alle pazienti antibiotici per lunghi periodi.Tra le terapie alternative consigliate cita chiaramente l’utilizzo di Cranberry (Vaccinium macrocarpon).

L’attività antibatterica del succo di Cranberry, infatti, è nota da decenni:inibisce ladesine presenti sulle fimbrie di tipo P dell’Escherichia coli.

Già nel 1994 uno studio pubblicato su JAMA ha evidenziato che un bicchiere di succo di Cranberry (pari a 36 mg di proantocianidine, PACS) assunto quotidianamente risultava efficace.

Nel corso degli anni l’assunzione del succo è stata gradualmente soppiantata da preparati in polvere dosati in buste, capsule e compresse di più facile utilizzo per il consumatore. Ai fini dell’efficacia, è importante che la somministrazione giornaliera non sia inferiore a 36 mg di PACS, determinate secondo un metodo analitico specifico (il metodo BL-DMAC).

L’attività del Cranberry è rafforzata dal D-mannosio (inibizione delle adesine) e dalla N-acetilicisteina (agente capace di dissolvere il biofilm batterico).

Infine, la presenza dell’estratto standardizzato di betulla concorre nel favorire la funzione drenante a livello urinario.

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Dalla ricerca Specchiasol, la nuova linea di integratori a base di estratti vegetali.

Per il benessere delle vie urinarie.

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Ben 45 mg di

proantocianidine

titolate con metodo

BL-DMAC

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LE DISCROMIE CUTANEE,un problema complesso che esige una risposta competente.Le discromie cutanee rappresentano un problema e un disagio per molte donne. Il termine discromie indica in maniera specifica le tante possibili alterazioni del colore della pelle, rispetto all’incarnato di fondo. Si è cercato di classificare le discromie in macchie diffuse, che danno al viso un tono irregolare, facendolo apparire meno uniforme e luminoso, e macchie definite, dai contorni ben delineati, concentrati soprattutto su fronte, arcate sopraccigliari, zigomi e labbra. Vista la complessità della fenomenologia, sarebbe infatti impossibile denominare questi eccessi di colore con un nome specifico individuale, e perciò si è accettato di indicarle comunemente come discromie, anche se le cause possono esser diverse: predisposizione genetica, malattie metaboliche del fegato e della tiroide, patologie dermatologiche, utilizzo di alcuni farmaci, ustioni e traumi della pelle. Oltre, naturalmente ai processi di invecchiamento cutaneo intrinseco, da foto-esposizione ai raggi UV e a condizioni quali la gravidanza, la menopausa, le terapie ormonali. Prima di dire quindi, qual è la maniera per trattarle, bisogna soffermarsi sull’importanza della diagnosi e su quale sia il modo migliore per definirne l’origine. Sarebbe infatti un errore procedere direttamente a un intervento di qualsiasi tipo, senza prima aver effettuato una buona anamnesi e un check-up cutaneo completo, effettuato dal medico.L’approccio terapeutico è sempre complesso e richiede molteplici passaggi. Il primo passo consiste nella scelta relativa all’utilizzo o meno di un depigmentante topico. Tantissimi studi scientifici hanno chiarito che il ricorso a questa tipologia di prodotto serve ad accelerare il turnover cellulare e/o a regolarizzare la produzione di melanina. Se la macchia è più profonda, vale la pena di prendere in considerazione un peeling chimico preliminare che garantisce una esfoliazione non aggressiva, cui far seguire due giorni con creme lenitive e ristrutturanti, e poi un trattamento topico domiciliare di almeno 3 settimane.Chiaramente non esistono risultati magici e per raggiungere buoni risultati c’è bisogno di assiduità e pazienza.La scelta della combinazione dei prodotti specifici dovrebbe essere effettuata in base alla tipologia, estensione e spessore della discromia da trattare.Una terapia topica è consigliabile a qualsiasi età, e l’unica controindicazione è un’allergia specifica ai principi attivi. In tema di recidive, anche se si è stati bravi durante l’inverno, ma ci si riespone subito al sole nella stagione calda, il melasma e le discromie ricompaiono presto. C’è bisogno, quindi, di una migliore cultura della protezione solare, specie sul viso, con una ridotta esposizione ai raggi UV e prodotti con fattori di protezione molto alti, adeguati al fototipo della propria pelle.La scelta dei prodotti depigmentati della linea Even Brighter messa a punto dalla ricerca Eucerin, prevede l’associazione di due principi funzionali: il B-Resorcinolo e l’Acido. Glicirretinico, cui è stato aggiunto un fattore di protezione 30. Il B-Resorcinolo agisce su un enzima chiave nel processo di produzione della melanina e l’Acido Glicirretinico, estratto dalla liquirizia cinese, aiuta le cellule a riparare i danni da esposizione a raggi UV.

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LE DISCROMIE CUTANEE,un problema complesso che esige una risposta competente.Studi clinici e dermatologi hanno dimostrato l’efficacia, l’alta tollerabilità e la non-comedogenicità della formula, che è indicata per i principali disturbi della pigmentazione: lentigo solari e senili, iperpigmentazione post-infiammatoria, melasma e cloasma. I primi risultati visibili si ottengono già dopo 4 settimane, la pelle appare più uniforme, dall’aspetto più giovane e luminoso. Nel tempo si assiste inoltre a un continuo miglioramento del tono dell’incarnato.Il siero concentrato ha un’azione intensa e profonda sulle discromie a bordo non definito e potenzia l’efficacia del trattamento quotidiano con Even Brighter Uniformante giorno, una crema che va bene per tutti i tipi di cute, e del trattamento con Even Brighter Uniformante Notte, alla cui formula è stato aggiunto Dexpantenolo, per migliorare il processo di rigenerazione cellulare durante la notte, senza ricorrere a principi attivi esfolianti, migliorando la tollerabilità. Dopo un ciclo di cura quotidiana costante, l’incarnato appare più uniforme - che è poi lo scopo della linea – e più luminoso. In caso di discromie localizzate e circoscritte, come per esempio quelle post infiammatorie e post traumatiche, il ricorso al Correttore Depigmentante è motivato dalla volontà di applicare in maniera precisa il prodotto, attraverso l’apposito applicatore (penna correttore) per ottenere un risultato più rapido ed evidente. Da oggi Eucerin va incontro alle esigenze dei suoi consumatori, offrendo fino al 31 ottobre 2014, dei buoni sconto per poter provare, ad un miglior prezzo, l’efficacia di un trattamento completo basato sulla combinazione di prodotti specifici. La combinazione corretta va individuata su consiglio del farmacista o del medico e in base alla tipologia della discromia da trattare o al periodo dell’anno in cui ci si trova. Nello specifico, l’offerta prevede che all’acquisto di due prodotti Even Brighter, il consumatore possa usufruire di un buono sconto immediato, del valore di 15. In questo modo è possibile trattare le discromie in maniera completa ed efficace, con la garanzia di un prezzo vantaggioso e di risultati comprovati dermatologicamente. Ma Eucerin ha pensato di premiare anche l’acquisto di un solo prodotto mettendo a disposizione dei consumatori un buono sconto immediato del valore di 5€.Eucerin, per agevolare la scelta della combinazione più adatta al tipo di discromia, offre inoltre ai farmacisti e ai consumatori degli strumenti utili quali schede di aiuto al consiglio, opuscoli e approfondimenti sul sito www.eucerin.it da poter consultare in qualsiasi occasione, per un utilizzo più consapevole dei trattamenti, con una risposta efficace ad un problema rilevante.

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LA MICROSCOPIA IN ODONTOIATRIA

Il livello di raffinatezza tecnica, ma soprattutto di conoscenze acquisite in campo Odontoiatrico, richiedono oggi di non poter più prescindere dall’utilizzo di sistemi ottici d’ingrandimento.Il grado di dettagli fini che dobbiamo poter apprezzare all’interno del cavo orale non ci consentono di poterlo fare attraverso la visione naturale. Il microscopio operatorio viene adottato per la prima volta in medicina nel 1921 dall’otorinolaringoiatra svedese, Carl Nylen, ed approda all’Odontoiatria solo nel 1981 per opera del Dr. Apotheker. La possibilità di operare con fattori d’ingrandimento che vanno da 2 a 20 X, consente di poter gestire particolari invisibili ad occhio nudo, che unitamente all’illuminazione coassiale offerta dal microscopio, permette di

poter operare in un campo illuminato in maniera impareggiabile, all’interno di un distretto del corpo, per sua natura buio e di difficile accesso all’esplorazione. Sono proprio le caratteristiche del distretto anatomico in questione, unitamente agli standard qualitativi terapeutici e chirurgici oggi disponibili, a richiedere altrettanti elevati standard di precisione. Il microscopio operatorio odontoiatrico garantisce tutto questo e tanto altro in più.La possibilità di rendere partecipe e dotto il paziente, attraverso la visione in diretta dell’operato del proprio dentista, mediante il monitor al quale la telecamera installata sul microscopio può essere collegata, consente la massima trasparenza di ciò che ci viene fatto, impedendo al professionista di nascondere, omettendo errori o addicendo scuse relative ai propri limiti e insuccessi. Non ci faremmo mai operare al cervello da un neuro chirurgo che non operi in microscopia. Dobbiamo quindi pensare che in bocca, molti dettagli anatomici sono infinitamente più piccoli di quelli a cui deve fare riferimento un neuro chirurgo durante i suoi interventi.Lavorare al microscopio è quindi per il dentista prima di tutto un atto di umiltà e trasparenza, oltre che volontà di miglioramento dei propri limiti e incremento della precisione espressa.

Odontoiatra – Barbania e Torino Dottor Maurizio Signorini

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L’OBESITÀ INFANTILEUn problema che riguarda le giovani generazioni.L’obesità può essere definita come un eccesso di tessuto adiposo in grado di indurre un aumento significativo dei rischi per la salute (malattie cardiovascolari, pressione alta, diabete, ipercolesterolemia). L’obesità risulta essere il disordine nutrizionale più frequente nei paesi sviluppati, ed in particolare l’obesità infantile, è certamente uno dei problemi più rilevanti. In Italia sono almeno quattro milioni le persone obese e sono oltre sedici milioni gli adulti in sovrappeso mentre, tra i bambini, se ne contano uno su quattro.Solamente una piccola parte di pazienti presenta un’obesità secondaria, collegata a malattie endocrine o trasmesse geneticamente. La maggior parte dei casi è invece affetta da obesità essenziale, i cui possibili meccanismi eziopatogenetici possono essere fattori organici, psicologici e socio-ambientali.

Fattori psicologici. La madre che allatta offre al suo bambino non solo latte, ma anche supporto, calore, cura, contatto visivo, che soddisfano i suoi bisogni primordiali. Per questa ragione il cibo diventa, per la madre ed il bambino, uno scambio di messaggi d’amore e si carica di valori e simboli in ogni paese ed in ogni cultura. Quando la madre esercita un controllo eccessivo sul figlio, ostacolando in esso lo sviluppo dell’autonomia, la nutrizione acquisterebbe un forte valore emotivo, perché si configura come mezzo per esprimere il proprio affetto o per alleviare i propri sensi di colpa dovuti a vissuti d’inadeguatezza. D’altro canto il bambino, che ha bisogni affettivi insoddisfatti a causa delle carenze materne, reagirebbe con una domanda crescente di cibo che rappresenta per lui compenso e conforto.Oltre alle carenze affettive, potrebbero esserci altri fattori, che possono favorire l’insorgere e il persistere dell’obesità, come i traumi emotivi ed il disadattamento sociale. I disturbi dell’alimentazione nel corso dell’infanzia, potrebbero quindi testimoniare difficoltà della regolazione emotiva del bambino e difficoltà di adattamento della madre alle sue caratteristiche. Spesso il bambino obeso è figlio di madri ansiose, che rispondono a qualsiasi esigenza del figlio con un apporto alimentare, tanto da far scatenare nel bambino un bisogno di ingerire qualcosa in ogni situazione di tensione. I genitori sono spesso incapaci di opporre un rifiuto alle richieste dei figli e di esercitare il principio di autorità. Sarebbe necessario approcciarsi al bambino obeso e in sovrappeso non solo dal punto di vista nutritivo e dietetico, ma soprattutto psicologico, quale chiave di lettura per comprenderne il malessere profondo e nascosto.L’obesità infatti può essere espressione di un disagio psichico, che ha trovato la via del corpo per manifestarsi ed un segnale rivolto agli adulti di riferimento per ottenere un aiuto.Troppo spesso, però, nei bambini il sovrappeso e l’obesità sono un male silenzioso ed insidioso, facilmente trascurato dagli adulti di riferimento.

Psicologa psicoterapeuta - Moncalieri Dott.ssa Marilena Pasqua

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STILE DI VITAE NEOPLASIEQuasi tutti sanno che un corretto stile di vita ha un impatto notevole sulla mortalità nelle malattie cardiovascolari. In realtà prove scientifiche sempre più convincenti legano l’insorgenza di alcune neoplasie all’alimentazione e anche all’attività fisica. L’American Cancer Society ritiene che fino al 50% dei tumori potrebbe essere evitato se vivessimo una vita senza fumo, con un’alimentazione ricca di frutta e verdura, facendo regolarmente sport e moderando l’esposizione al sole (Figura 1).Persino una quota significativa delle neoplasie cosiddette ormono sensibili, come il tumore del collo dell’utero, dell’ovaio e il tumore della mammella, potrebbe essere ridotta adottando uno stile di vita sano.L’obesità, ad esempio, favorisce la conversione degli ormoni surrenalici in estrogeni che hanno, si sa, un’azione promuovente e favorente l’insorgenza delle suddette neoplasie.Su 14.000 tumori che colpiscono ogni anno le donne in Piemonte, circa 200 sono tumori del collo dell’utero diagnosticabili precocemente con il Pap Test, ma quasi 5.000 neoplasie sarebbero prevenibili in totale con uno stile di vita sano. Una corretta alimentazione è 25 volte più importante del Pap test (che va comunque fatto!). Obiettivo Peso Ideale, allora.Ma per raggiungere il Peso Ideale è fondamentale non solo un bilanciato apporto alimentare, ma anche il dispendio calorico che deriva da una costante attività fisica. Muoversi con regolarità (bastano trenta minuti al giorno) può ridurre il rischio di alcune importanti neoplasie (Figura 2).Tenere uno stile di vita attivo e sano risulta poi fondamentale non solo per la prevenzione dell’insorgenza dei tumori (la cosiddetta prevenzione primaria che non va confusa con la prevenzione secondaria, ovvero la diagnosi precoce), ma anche per la riduzione delle recidive e delle complicanze in chi è già stato affetto da una forma tumorale (ovvero la cosiddetta prevenzione terziaria).In almeno uno studio di rilevanza internazionale, infatti, è stato dimostrato che l’attività fisica regolare è in grado di migliorare la sopravvivenza nelle donne operate di cancro della mammella.

Medicina Generale Specialista in OncologiaDott. Marco Gaddi

Figura 1 – Cause di mortalità da cancro evitabili(fonte NatureReviews mod.)

Figura 2 – I tumori più prevenibili conuna regolare attività fisica

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®

Parola di un espertodelle piccole ferite.

Accelera la cicatrizzazione favoriscela ricostruzione cutanea.

Ialuset ®. Di pelle se ne intende.

Ialuset è un Dispositivo Medico 0373. Ialuset Plus è un Dispositivo Medico 0344. Leggere attentamente le avvertenze e le istruzioni per l’uso. Autorizzazione del 09/05/2014.

In caso di tagli, escoriazioni, scottature, abrasioni e ragadi.

Per le ferite infette c’è Ialuset® PLUS, con sulfadiazina argentica.

Con Acido ialuronico

Ferite infette

Ferite non infette

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SAI PRENDERTI CURADELLA TUA PELLE?L’Acido Ialuronico lo fa per te.

Il benessere della nostra pelle è messo ogni giorno a dura prova.Basta un attimo di distrazione, e oggetti di uso quotidiano come le forbici o un taglierino, gli spigoli vivi dei mobili o il tè bollente che ci si rovescia addosso, possono provocare lesioni più o meno significative.

La pelle ha la funzione di proteggere i tessuti e gli organi sottostanti. Una lesione può così “aprire la porta” all’aggressione di batteri che possono innescare un processo infettivo.La nostra pelle sa come “auto-ripararsi”: dopo una lesione, si mettono in moto una serie di meccanismi che hanno lo scopo di arrestare il sangue, limitare la proliferazione di microrganismi, ricostruire e sostituire i tessuti danneggiati portando a una completa cicatrizzazione.Nei processi di riparazione cutanea l’Acido Ialuronico è grande protagonista.Naturalmente prodotto dall’organismo, l’Acido Ialuronico è uno dei componenti principali del tessuto connettivo che ha la funzione di sostenere, collegare e proteggere gli altri tessuti. Interagisce con alcune cellule preposte alla riparazione cutanea, stimolandone e “coordinandone” l’attività. Inoltre, mantiene il giusto grado di idratazione ed elasticità cutanea, necessarie per una corretta riepitelizzazione.Per migliorare la qualità e la rapidità della guarigione, riducendo il rischio di cicatrici, può essere utile apportare localmente Acido Ialuronico utilizzando cicatrizzanti acquistabili in farmacia.

SOS FERITEcose fare in caso di…

• Non toccare le ferite con le mani sporche.

• Prima di applicare una medicazione, lava bene le mani con acqua e sapone.

• In caso di tagli, escoriazioni o abrasioni:

Pulisci con attenzione la ferita lavandola con acqua fredda corrente.

Rimuovi le impurità presenti nell’area della ferita, a meno che non siano penetrate particelle estranee nella cute.

• In caso di scottature domestiche o solari:

Immergi la parte in acqua fredda o mantienila sotto l’acqua corrente per una decina di minuti.

Non applicare ghiaccio, oli, unguenti o sostanze grasse su una scottatura perché potrebbero aumentarne la gravità.

• Per l’applicazione di prodotti specifici in crema, non servirti di cotone ma usa garze sterili.

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PROBIOTICIPER LA PREVENZIONE DELLA DIARREA,ASSOCIATA ALL’USO DI ANTIBIOTICITutti noi nel corso della nostra vita ricorriamo all’uso degli antibiotici per contrastare comuni infezioni batteriche come tonsilliti, bronchiti o cistiti. Gli antibiotici hanno salvato e salvano ogni giorno milioni di vite umane. Tuttavia, come ogni farmaco, anche gli antibiotici possono causare effetti indesiderati. Oltre il 30% dei pazienti in trattamento, sviluppa una diarrea associata all’uso di antibiotici (DAA) e per questo motivo è spesso costretta a interrompere il trattamento (1). Questo è dovuto al fatto che gli antibiotici non distinguono i batteri patogeni dai simbionti della nostra flora intestinale e attaccano tutti indistintamente. Per definizione quindi, l’antibiotico porta ad un’alterazione transitoria della normale flora intestinale. Le potenziali conseguenze negative del trattamento antibiotico sulla flora intestinale possono durare da qualche giorno fino a settimane, oltre il periodo di assunzione anche senza sintomi apparenti. Al di là dei sintomi intestinali acuti, come crampi e diarrea, bisogna considerare l’effetto sulla qualità di vita che questa alterazione dell’ecosistema intestinale provoca. Nell’80% dei casi la persona colpita è costretta a letto per la spossatezza e rischia la disidratazione a causa della diarrea. L’azione indesiderata della terapia antibiotica sulla flora intestinale, può anche favorire lo sviluppo di patogeni opportunisti, come il Clostridium difficile e la Candida albicans. In ogni caso, al paziente viene consigliato il riposo, un’adeguata idratazione e l’utilizzo di antidiarroici al bisogno. La AAD si risolve spontaneamente nella maggior parte dei casi entro 3-5 giorni. Sia nel caso della diarrea indotta dall’uso degli antibiotici sia nella diarrea del viaggiatore, occorre assicurarsi che venga ristabilito e mantenuto l’equilibrio idrico-salino del paziente. Già dopo le prime 24-36 ore dall’esordio, è possibile introdurre qualche alimento, preferendo quelli ad alta digeribilità, come riso e frutta.Un’ampia bibliografia scientifica ha dimostrato che un intervento preventivo con prebiotici all’inizio del trattamento antibiotico è in grado di ridurre sia l’incidenza sia la durata della diarrea (2).L’aggiunta di probiotici alla terapia standard, può ridurre i casi di AAD fino al 42% (p < 0.001) (1). Alcuni organismi possono svolgere un’attività probiotica stabilizzando l’ecosistema intestinale e facendo barriera contro gli attacchi di enterococchi fecali e di virus intestinali. Tra questi organismi probiotici, i più efficaci e sicuri sono i batteri appartenenti al ceppo Lactobacillus, i bifidobatteri ed un lievito: il Saccharomices boulardii, ampiamente studiato sia negli adulti sia nei bambini (3,4). Anche se i probiotici di origine batterica sono in parte uccisi dall’azione del farmaco, la somministrazione ripetuta (2/giorno) gli permette comunque di colonizzare l’intestino e di esercitare un’azione benefica, accelerando il recupero del microbiota intestinale (2,5).Il Saccharomices boulardi, essendo un fungo, è naturalmente immune all’attacco dell’antibiotico.Lactobacilli, bifidobatteri e Saccharomices boulardi, somministrati insieme in un’unica formulazione, agiscono sinergicamente contrastando l’azione delle tossine batteriche e occupano le nicchie ecologiche lasciate libere dall’azione dell’antibiotico.L’efficacia dei probiotici dipende dal dosaggio e dalla vitalità dei microrganismi. Il Ministero della Salute italiano garantisce l’etichetta di probiotici solo agli organismi vivi e vitali somministrati in dosi sufficienti (6). Per la prevenzione della diarrea indotta da antibiotici, si consiglia un dosaggio di almeno 5 miliardi CFU/die per i batteri e di 6-12 miliardi/CFU/die per il S. boulardii.Alcuni formulazioni di probiotici in commercio sono state specificatamente progettate per garantire la vitalità degli organismi e la massima qualità del prodotto fino alla data di scadenza. Questi probiotici sono i perfetti alleati contro la disbiosi e la diarrea. Veri “batteri-amici” nel momento del bisogno.

JAMA. 2012;307(18):1959-1969. doi:10.1001/jama.2012.3507 Probiotics for the Prevention and Treatment of Antibiotic-Associated DiarrheaA Systematic Review and Meta-analysis

Ouwehand AC, Donglian C, Weijian X, Stewart M, Ni J, Stewart T, Miller LE. Vaccine. pii: S0264-410X(13)01587-9McFarland LV, (2010). Systematic review and meta-analysis of Saccharomyces boulardii in adult patients, world J Gastroenterol, 16 (18), 2202-2222McFarland L.V, Meta-Analysis of Probiotics for the Prevention of Antibiotic Associated Diarrhea and the Treatment of Clostridium difficile Disease. American Journal of Gastroenterology 2006, 101: 812-822.Engelbrekston et al. Probiotics to minimize the disruption of faecal microbiota in healthy subjects undergoing antibiotic therapy.Journal of Medical Microbiology. May 2009, Volume 58, p 663-670

Ministero della Salute - Linee guida sui Probiotici Maggio 2013http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1016_allegato.pdf

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Da un’alimentazione prevalentemente alcalina oggi prevale l’abitudine ad una dieta con forte carico acido

Alcune sostanze che sono presenti negli alimenti e che si possono trovare negli integratori favoriscono il fisiologico equilibrio acido/base

Rappresentano una soluzione alla dieta moderna, il più del-le volte impostata

sul consumo eccessivo di alimenti di scarso valore nu-trizionale a scapito di quelli più sani. Si tratta degli inte-gratori alimentari che, come riconosciuto dal Ministero della Salute, sono in grado di rispondere in modo otti-male alle diverse esigenze dell’organismo, ottimizzan-do gli apporti nutrizionali, fornendo sostanze di inte-resse nutrizionale ad effetto protettivo o trofico, oppure migliorando il metabolismo e le funzioni fisiologiche del corpo.

Oggi prevale la tendenza ad impostare il proprio regime ali-mentare senza tenere in con-siderazione che l’organismo ha delle esigenze nutrizionali ben precise che andrebbero soddi-sfatte per mantenere un reale stato di benessere. è comune un’alimentazione con un ec-cessivo carico calorico, con un elevato quantitativo di grassi soprattutto saturi, iperprotei-ca, con troppi carboidrati sot-to forma di zuccheri semplici e con un eccesso di sale. è in-vece diminuito drasticamente il consumo di verdura e frutta che sono considerati alimenti alcalinizzanti, che forniscono fibre, vitamine e minerali. Questo tipo di alimentazione che non rispetta le principali regole della dietologia, com-porta fra l’altro un forte carico

Mantenere un equilibrio che fa stare bene

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Curare l’alimentazione è davvero importante per proteggere la

propria salute. Oggi invece è sempre più diffusa la tendenza a seguire regimi alimentari disordinati privilegiando inoltre la quantità a scapito della qualità. è infatti diminuito il consumo di frutta e di verdura, che sono alimenti basificanti, assolutamente indispensabili per il loro contenuto in fibre, vitamine ed invece è aumentato il consumo di proteine, di carboidrati sotto forma di zuccheri semplici, di grassi (soprattutto saturi) e di sale. Questo tipo di dieta unita allo stile di vita moderno prevalentemente sedentario, ai ritmi stressanti e ad alcune abitudini non salutari, come il fumo e l’abuso di alcool, porta l’organismo a produrre un carico acido creando un

disordine dell’equilibrio acido-base.I fluidi corporei, eccetto il succo gastrico, sono infatti tendenzialmente alcalini con un pH compreso tra 6,5 e 8. Per evitare tali rischi il nostro organismo si serve di particolari sistemi “tampone”, i quali

impediscono derive verso valori di pH non fisiologici. Quando si crea però una situazione di acidosi che non viene compensata, alla lunga, si possono manifestare danni alla salute, come un maggior rischio di calcoli renali,

perdita di calcio dalla massa ossea e un aumento dei fattori di rischio cardio-vascolare, quali sovrappeso, dislipidemie, ipertensione e resistenza all’insulina. Proprio per favorire il fisiologico equilibrio acido-base, la ricerca scientifica Specchiasol ha studiato e messo a punto PHisio Balance, il nuovo integratore alimentare a base di sali minerali alcalinizzanti e più precisamente citrati di Potassio e Magnesio, con Zinco e succhi concentrati di Arancia, Mela e Limone che contribuisco ad apportare naturalmente citrati e malati. Formulato in pratiche bustine monodose, PHisio Balance va sciolto in un bicchiere d’acqua e va assunto la sera prima di coricarsi. Il prodotto non contiene glutine e lattosio ed è venduto in farmacia, parafarmacia ed erboristeria.

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alimenti aciDificanticarne e salumi: carne in scatola di manzo, maiale, manzo, tacchino, vitello, pollo, salsiccia, wurstel, agnello.formaggio: formaggio grana, formaggi pecorini, formaggi a pasta dura, formaggio molle grasso, latticini.Uova e pesce: acciughe, trota bollita, aringa, salmone, anguilla affumicata, cozze, gambero, sardina sott’olio, granchio.noci e legumi: lenticchie secche, fagioli verdi.cereali: riso, fiocchi di avena, pasta, pane, cornflakes.

acido che se non viene ade-guatamente compensato, cau-sa alla lunga uno scompenso dell’equilibrio acido-base all’interno dell’organismo.

Contenuti CHe fanno la differenzaLe proteine animali abbonda-no di amminoacidi solforati, metionina e cisteina, la cui ossidazione genera solfato, sostanza che è la maggiore componente del carico aci-

do giornaliero derivato dagli alimenti. Inoltre i prodotti di origine animale sono molto ric-chi in fosfato e cloruro, che li rendono molto più acidificanti dei vegetali. Al contrario frutta e verdura sono ricche di sali, come citrati e malati, in media 0,1-4 grammi/etto di prodotto fresco. In particolare in agru-mi, kiwi, patate e pomodori è presente il citrato, mentre in mele, ciliegie, prugne, melan-zane e cetrioli prevale il mala-

to. Questi sali sono facilmente assorbiti nell’intestino tenue e vengono metabolizzati in bicarbonato, cioè in un com-posto dalle proprietà basiche che produce un effetto alca-linizzante.

da tenere SeMPre PreSenteNell’organismo l’equilibrio aci-do-base è fondamentale per la struttura e la funzione delle proteine, la permeabilità delle

L’acidosi metabolica è favorita dalle diete iperproteiche e povere di frutta e verdura

membrane cellulari, la distri-buzione degli elettroliti e per la funzione articolare. Il corpo dispone, infatti, di diversi si-stemi per regolare tale equili-brio che sono basati sul potere tampone del sangue e dei li-quidi intra ed extra-cellulari, sullo scambio di gas a livello polmonare e sulla secrezione renale. Ma una dieta spesso

scorretta, con la complicità di alcune abitudini come l’abuso di alcool, il fumo o la presen-za di alcune malattie come il diabete e l’insufficienza re-nale, possono compromettere il sistema tampone dell’orga-nismo. Si instaura così uno stato cronico di acidosi che, nel tempo, favorisce la com-parsa di alcuni problemi di salute, come perdita di calcio dalla massa ossea e di massa muscolare, maggior rischio di calcoli renali ed aumento dei fattori di rischio cardio-vasco-lare, quali obesità addominale, dislipidemie ed ipertensione. Contrastare questo rischio è

però possibile. Come hanno infatti confermato diversi studi, seguire quotidiana-mente una dieta moderata in proteine animali, acidogene, e invece generosamente ricca di cibi vegetali che sono fonte di sali di potassio sotto forma di sali organici metabolizzabili a bicarbonato, favorisce il fi-siologico equilibrio acido-base e, quindi, ne limita le conse-guenze. Anche il ricorrere ad una integrazione alimentare di sali basici concorre a neu-tralizzare un possibile carico acido latente, migliorando il bilancio di calcio, fosforo ed azoto.

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PER PERDERE I CHILI DI TROPPO OCCORRE PENSARE AL

TESSUTO ADIPOSOLa maggior parte delle persone considerano il grasso corporeo come una inutile zavorra da dover eliminare, e il tessuto adiposo come semplice “magazzino” di questo grasso.Ma in realtà, questo tessuto, oltre a svolgere una funzione primaria di serbatoio energetico, è anche un organo estremamente complesso, con un ruolo chiave nella regolazione del bilancio energetico di tutto l’organismo. Questa nuova prospettiva deriva dalla scoperta del fatto che il tessuto adiposo è un organo endocrino.Gli adipociti secernono infatti una serie di molecole biologicamente attive, chiamate adipochine (come leptina, adiponectina, resitina) che agiscono con meccanismo ormonale e sono coinvolte in molti processi biologici, tra cui l’attivazione del metabolismo energetico. In condizioni di obesità e sovrappeso, tale secrezione risulta alterata. L’aumento eccessivo delle dimensioni delle cellule a seguito dell’accumulo di grasso, porta infatti il tessuto adiposo a uno stato di ipossia, ovvero di carenza di ossigeno, che genera stress ossidativo con sovraproduzione di radicali liberi e conseguente liberazione di sostanze pro-infiammatorie.Come spiega Pierluigi Rossi, medico specialista in Scienza dell’Alimentazione «i macrofagi si infiltrano nel tessuto adiposo, richiamati dagli adipociti ingrossati e iniziano a rilasciare dei mediatori pro-infiammatori come TNF alfa e IL-6.Queste molecole, a loro volta, attraggono altri globuli bianchi che, rilasciando altre citochine, aumentano i livelli di infiammazione, creando un circolo vizioso difficile da interrompere».Poiché l’organo adiposo ha una funzione centrale nella gestione dell’energia metabolica (lipolisi) e nella termogenesi, queste sue funzioni risultano alterate.«Tra le conseguenze negative che questo ha sulla salute» - continua Rossi - «c’è l’insorgenza della resistenza all’insulina, che ostacola il corretto equilibrio del metabolismo, in particolare di quello glucidico, e questo porta ad ingrassare ulteriormente e predispone l’organismo alle varie malattie tipicamente associate all’obesità, come diabete e patologie cardiovascolari». In definitiva, quindi, l’eccesso ponderale favorisce l’infiammazione cronica del tessuto adiposo e, viceversa, la presenza di infiammazione favorisce l’obesità, in un circolo vizioso a danno della salute.Non si tratta, però, della classica infiammazione che crea disturbi, ma di uno stato asintomatico delle cellule. Questo spiega, in parte, la difficoltà di riduzione del peso che molte persone in sovrappeso e obese incontrano, nonostante il rispetto di regimi alimentari corretti e lo svolgimento di attività fisica costante. In tutto questo, l’alimentazione può giocare un ruolo importantissimo, contribuendo alla normalizzazione dello stato di iper-infiammazione tissutale.Grazie alle recenti scoperte sulla genomica nutrizionale, oggi sappiamo infatti che le molecole degli alimenti ‘dialogano’ con il nostro patrimonio genetico (DNA), andando a regolare diversi processi biochimici, compresi quelli coinvolti nel mantenimento dell’infiammazione.Ci sono cioè alcuni cibi che funzionano come antiinfiammatori, come i grassi buoni omega-3 presenti nelle noci, nei semi di lino e nel pesce, la curcuma, il the verde e i semi d’uva. Anche le molecole naturali contenute nella verdura o nella frutta, hanno la capacità di spingere l’organismo verso una modalità “perdi-peso”, indirizzando i nostri geni verso la produzione di sostanze antiinfiammatorie.Al contrario, i grassi saturi, attraverso i recettori PPAR (alfa, beta e gamma) presenti in abbondanza sulla membrana nucleare delle cellule adipose e del fegato, comunicano col DNA e rallentano il metabolismo, aumentando l’infiammazione. Quindi, al di là della quantità, certi alimenti riducono il metabolismo e contribuiscono all’aumento di peso, mentre altri lo migliorano e favoriscono il dimagrimento, attenuando l’infiammazione e migliorando la sensibilità all’insulina. Questo contraddice la teoria, ancora oggi molto diffusa, secondo la quale il dimagrimento è basato solamente sulla riduzione delle calorie assunte. Solo attraverso la scelta dei cibi e quindi delle molecole che ingeriamo, possiamo agire efficacemente sul controllo di glicemia, insulina e lipemia, veri responsabili dell’accumulo di peso.

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Praticare sport Praticare sport migliora la qualità migliora la qualità della vitadella vitaL’attività fisica ha da sempre fatto partedella nostra vita; se fino a qualche annofa erano i nostri genitori ad invogliarci anon demordere, ora siamo noi con il no-stro lavoro a dover trasmettere ai clientidel centro i benefici dello sport su mentee corpo. Ci siamo chiesti quale fosse ilmodo migliore per invogliare la gente afare movimento, frequentare un corso dinuoto o un’attività musicale, e così ab-biamo chiesto aiuto al responsabiledella palestra Sport Club Venaria:“Fare fitness rende più felici in quantol’esercizio genera sensazioni di benes-sere: viene prodotta la serotonina, unneurotrasmettitore che alcuni defini-scono l’ormone della felicità; prodottadal cervello, influisce sul sonno, sul-l’umore e sull’appetito e la sua carenzapuò causare ansia, insonnia ed emicra-nia - meno serotonina produciamo, piùforte è il senso di affaticamento e stressche avvertiamo durante la giornata. Ioconsiglio un sano ed attento allena-mento tre volte a settimana, con seduteda un’ora da concludersi con un miratolavoro posturale e di stretching per pre-venire infortuni e problematiche artico-lari, il tutto ovviamente abbinato ad unsano programma alimentare”.

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