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Corso di DISEGNO DELL’ARCHITETTURA 2 - INFORMATICA GRAFICA / 1° MODULO: DISEGNO DELL’ARCHITETTURA 2 Docente: prof. arch. ANNA CHRISTIANA MAIORANO [email protected] http://dau049.poliba.it/index ricevimento agli studenti presso le Officine Scianatico, via Amendola 132 - Bari 17 novembre 2011 - aula AD - Politecnico di Bari LEZIONE DARCH2_05: DISEGNO MANUALE vs DISEGNO DIGITALE Esercitazione DARCH2_EX03: ridisegno dell’antico e studio di architettura

LEZIONE DARCH2 05 : DISEGNO MANUALE vs DISEGNO DIGITALE · vettoriale è chiamata immagine vettoriale. Nella grafica vettoriale un'immagine è descritta mediante un insieme di primitive

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Corso di DISEGNO DELL’ARCHITETTURA 2 - INFORMATICA GRAFICA / 1° MODULO: DISEGNO DELL’ARCHITETTURA 2

Docente: prof. arch. ANNA CHRISTIANA MAIORANO [email protected] http://dau049.poliba.it/indexricevimento agli studenti presso le Officine Scianatico, via Amendola 132 - Bari

17 novembre 2011 - aula AD - Politecnico di Bari

LEZIONE DARCH2_05: DISEGNO MANUALE vs DISEGNO DIGITALEEsercitazione DARCH2_EX03: ridisegno dell’antico e studio di architettura

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LEZIONE DARCH2_05: DISEGNO MANUALE vs DISEGNO DIGITALE

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Questa comunicazione ha l’obiettivo di trasmettere all’allievo il valore innovativo della rappresentazione informatica e multimediale, attraverso lo studio delle relazioni tra architettura e cultura digitale. Essa, pertanto non va intesa solo come occasione per apprendere e sperimentare tecnicamente e operativamente l’uso di alcuni software per la rappresentazione, la visualizzazione e la grafica computerizzata, ma, soprattutto, come fase di un processo formativo che consenta all’allievo di acquisire i riferimenti culturali e metodologici di base per comprendere criticamente le potenzialità della tecnologia informatica nel campo dell’architettura, mostrando come la conoscenza delle potenzialità offerte dagli strumenti informatici, sia oggi determinante nel modificare e determinare il processo creativo, rappresentativo, divulgativo e conoscitivo del pensiero architettonico.

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LUOGO FORMATIVO DI UN SISTEMA DI VALORI CONOSCITIVI E CREATIVI

DISEGNO MANUALE

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I disegni che ora vi mostro, nati per approfondire la conoscenza dei luoghi e riflettere sull’identità dei luoghi stessi, costruiscono una precisa immagine della città e del territorio. Risultano molto importanti, il linguaggio grafico e figurativo, l’espressività e la comunicazione specifica e diretta di uno schizzo, il valore di sintesi di un ideogramma, la complessità e ricchezza di informazioni della rappresentazione cartografica.

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LUOGO FORMATIVO DI UN NUOVO SISTEMA DIVALORI CONOSCITIVI E CREATIVI

DISEGNO DIGITALE

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f. purini, comporre l’architettura (il disegno digitale pag. 107)

Il computer è entrato da più di trent’anni nel mondo del progetto di architettura, portandovi non solo la sua stupefacente capacità di calcolo ma anche la possibilità di rendere più agevole lo studio delle superfici complesse, di configurazioni metamorfiche dall’estrema versatilità plastica. Inoltre questo strumento – che da tempo non appartiene più alla sola sfera tecnica proponendosi anche e soprattutto come LUOGO FORMATIVO DI UN NUOVO SISTEMA DIVALORI CONOSCITIVI E CREATIVI – consente di effettuare con velocità e precisione alcune operazioni prima ostacolate dalla laboriosità delle procedure che richiedevano. Tali operazioni sono tra l’altro la catalogazione di dati inerenti il processo progettuale,l’estrazione da precedenti composizioni di singoli elementi da sottoporre a variazioni e a integrazioni, la predisposizione di nuclei compositivi ricavati ad esempio da campionature di scritture giàdisponibili, da rifondere in montaggi di sequenze parziali e in stratificazioni di brani isolati.

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Alcuni pensano che la scoperta del disegno digitale possa rappresentare per l’architettura l’analogo di ciò che significò nel Quattrocento l’invenzione della Prospettiva, e in effetti sembra innegabile che si sia compiuta una trasformazione importante. Mentre la prospettiva regolava infatti le distanze costruendo lo spazio come universo metrico, il disegno digitale regola il tempocomprimendo e curvando per così dire la sua evoluzione, spingendola verso un futuro reso imminente. La realtà virtuale si dànon già come ciò che può avvenire ma come l’immediatamente accaduto, come un presente accelerato. Tutto si fa simultaneo e molteplice, ubiquo e transitivo, ipotetico e mutevole. In realtà èancora presto per verificare se la speranza che il computer cambi dalle sue basi la composizione architettonica si sia avverata. Resta il fatto che, mentre appare ingenuo demandare ad una rivoluzione grafica, seppure importante, una mutazione radicale dei temi e degli obiettivi del progetto, come ritiene Bruno Zevi, per il quale il computer avrebbe inaugurato una nuova epoca dell’architettura, sembra invece convincente ritenere che la stessa idea che questarivoluzione si sia compiuta possa agire come un potente incremento all’innovazione.

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C’è comunque da rilevare una coincidenza. L’affermazione del disegno elettronico ha corrisposto temporalmente all’emergenza di un nuovo immaginario architettonico. Il precedente repertorio iconico, costituito da riferimenti per lo più interni al mondo dell’architettura, è stato sostituito da un sistema di materiali visivi che vanno dagli ammassi stellari alla struttura interna dei cristalli, dai frattali agli insiemi caotici, dalla biologia artificiale dei tessuti urbani alle analoghe configurazioni che assumono le sezioni di un tessuto vegetale o organico, dalle spettacolari e cangianti montagne di nuvole alle ramificazioni intricate di una foglia, in una empatia cosmica che vuole misurare l’infinitamente grande mentre esplora l’infinitamente piccolo, trovando in essi la stessa matrice. Probabilmente tale coincidenza non è casuale, costituendosi il disegno digitale come l’ambito concettuale nel quale si accomuna tutto il visibile, ma anche tutto ciò che normalmente invisibile, nella forma di una massa plasmabile di suggestioni analogiche.

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Ma c’è un altro aspetto di una certa importanza. Il computer sposta in avanti il piano dell’espressione grafica. Esso assicura infatti una rilevante oggettività della rappresentazione, il cui livello di codificazione è elevato, ma nello stesso tempo lascia ampi spazi ad una interpretazione soggettiva delle risorse che offre all’architetto. In questo modo, al plusvalore di credibilità che in misura maggiore di quello tradizionale il disegno digitale produce, si somma la possibilità che le immagini cui esso dà luogo si carichino di valori autoreferenziali, in una circolarità che favorisce senza dubbio la ricerca di nuove forme e di nuovi spazi.

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Occorre comunque ricordare che la rappresentazione computerizzata difficilmente potrà sostituire quel momento iniziale del processo ideativo di un’architettura che si dà come l’apposizione alla coscienza di una ipotesi formale, sintesi apparentemente improvvisa e a volte inattesa di un lungo lavoro di elaborazione degli aspetti espliciti ed impliciti del problema compositivo che si sta affrontando. Questa ipotesi può assumere sia la forma dell’emissione istantanea sul foglio di carta di un’energia architettonica allo stato puro materializzata da un veloce senso grafico, lo schizzo, sia la veste di una semplice immagine mentale dell’architettura pensata, embrione colmo di potenzialità da esplorare. In entrambi i casi le proiezioni iconiche che innescano il processo compositivo costituiscono altrettanti codici genetici di un processo formativo che il disegno digitale può favorire e anche arricchire, ma che non può risolvere del tutto in se stesso.

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DISEGNARE AL CADSOFTWARE DI DISEGNO

Il documento prodotto è di tipo vettoriale, ovvero le entità grafiche sono definite come oggetti matematico/geometrici: questo permette, diversamente da quanto succede nei documenti grafici di tipo raster, di scalarle ed ingrandirle indefinitamente. La grafica

vettoriale è una tecnica utilizzata in computer grafica per descrivere un'immagine. Un'immagine descritta con la grafica vettoriale è chiamata immagine vettoriale. Nella grafica vettoriale un'immagine è descritta mediante un insieme di primitive geometriche che definiscono punti, linee, curve e poligoni ai quali possono essere attribuiti colori e anche sfumature. È radicalmente diversa dalla grafica raster in quanto nella grafica raster le immagini vengono descritte come una griglia di pixel opportunamente colorati.

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AUTOCAD

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Dalla versione 2010 in poi, Autocad permette di creare disegni 2D parametrici, ovvero disegni che mantengono le relazioni dimensionali prestabilite qualora se ne trasforma una parte.

AUTOCAD

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ARCHICAD

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Il software permette all'utente di lavorare con oggetti a cui sono applicati dati parametrici, spesso chiamati "oggetti intelligenti" da parte degli utenti, e di creare un "edificio virtuale" utilizzando elementi strutturali "reali" come muri, solai, tetti, porte, finestre e mobili. Il programma viene fornito con una grande varietà di oggetti personalizzabili pre-confezionati, che l'utente può creare anche autonomamente.

ARCHICAD

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DISEGNARE AL CADSOFTWARE DI MODELLAZIONE 3D

(modellatori solidi)

La grafica computerizzata tridimensionale è una tecnica per rappresentare mediante modelli matematici un'immagine bidimensionale in oggetti tridimensionali. Schematicamente, il metodo di produzione della computer grafica 3D è composto da due elementi: una descrizione di ciò che si intendevisualizzare (scena), composta di rappresentazioni matematiche di oggetti tridimensionali, detti "modelli", e un meccanismo di produzione di un'immagine 2D dalla scena, detto "motore di render" che si fa carico di tutti i calcoli necessari per la sua creazione, attraverso l'uso di algoritmi che simulano il comportamento della luce e le proprietàottiche e fisiche degli oggetti e dei materiali.

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USO DEI LAYERS

Una definizione comune del LAYER è: fogli di carta lucida sovrapponibili sui quali disporre le entità del disegno. Queste entitàhanno in comune la categoria di oggetti che rappresentano. Modificando la visibilità del layer possiamo avere visualizzazioni differenti dello stesso disegno, accendendo e spegnendo i layerdelle quote o degli arredi o degli impianti.Una corretta distribuzione delle entità del disegno su layeropportuni garantisce una maggiore "leggibilità" del disegno, spegnendo i layer che non ci interessano possiamo focalizzare l'attenzione su ciò che reputiamo più importante.Si tratta di uno strumento che ci permette di classificare i componenti del disegno in funzione di ciò che rappresentano. In disegni molto complessi questa possibilità diventa una necessità, un obbligo.

DISEGNARE AL CAD

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Nel disegno tradizionale, a differenza di quello digitale, la possibilitàdi distinzione delle varie parti del disegno si limitano allo spessore del tratto. Un disegno CAD può e deve essere qualcosa di più. Abbiamo a disposizione uno strumento non soltanto di rappresentazione, ma anche di analisi e valutazione. Quello che agli inizi era CAD (Computer Aided Drafting) si è ormai rivelato CAAD (Computer Aided Architectural Design), da semplice disegno automatico a strumento per progettare. L'uso corretto dei layers consente molteplici letture comparative dello stesso disegno, ne favorisce la comprensione e quindi l'analisi e la valutazione.Nella ultime versioni dell'AutoCAD è stato rafforzato il rapporto fra layers e stampa. Ad ogni layers può essere associato un tipo di penna in fase di stampa (colore, spessore, tratteggio) a prescindere dal colore del layer.Per facilitare la comprensione del disegno, è opportuno che i nomi dei layer vengano scelti in modo che il significato sia chiaro per chiunque, evitando quindi troppi numeri, sigle o abbreviazioni troppo corte.

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IL MODELLO 3D

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Per progettare, architetti e designer si servono di modelli, che consentono loro di simulare la costruzione e prevederne il comportamento e gli effetti sull'intorno. Il computer permette di costruire con grande facilità modelli tridimensionali e di osservarli da ogni possibile punto di vista, come se si trovassero realmente tra le nostre mani. Tuttavia, la costruzione di questi modelli, che chiamiamo "informatici", non è affatto automatica, essa ha origine nel pensiero del progettista ed è controllata dalla sua abilità di plasmare le forme tridimensionali dell'architettura e di comporle insieme.La disciplina che insegna a costruire questi modelli, è la Scienza della rappresentazione, che deve integrare nel proprio corpus le teorie ed i metodi operativi delle nuove tecniche informatiche.

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Nel Rinascimento la realizzazione di grandi opere come Chiese, cupole e cattedrali, copriva un lungo arco di tempo. Per tale motivo il modello “maquette” era necessario per fermare quello che doveva essere l’opera finale, lo stesso era usato per la sua realizzazione, come guida per le maestranze di cantiere che non avevano dimestichezza con i codici della rappresentazione del disegno. Anche per quel tempo il modello è la materializzazione di un’idea ovvero di un’astrazione.

Michelangelo Buonarroti, modello in legno della cupola della Basilica di San Pietro. Roma, Città del Vaticano, 1517.Da AA.VV., Rinascimento da Brunelleschi a Michelangelo. Milano 1994.

Filippo Brunelleschi, modello ligneo della cupola del Duomo di Firenze, 1432. Il modello è probabilmente copia seicentesca.Da AA.VV., Rinascimento da Brunelleschi a Michelangelo. Milano 1994.

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Nella sperimentazione della progettazione degli anni ’30, il ruolo del modello, trascende dalla semplice descrizione sintetica della ricerca da rappresentare per almeno due caratteristiche: la prima consiste nel ruolo operativo che il modello assume durante lo sviluppo del progetto, l’essere, cioè, banco di prova di soluzioni progettuali che proprio la verifica tridimensionale può confermare o mettere in crisi. La seconda risiede nell’espressività che caratterizza il modello come oggetto, cioè la sua autonomia formale rispetto al progetto reale.Il modello rivela una potente capacità di sintesi e, oltre a rappresentare le caratteristiche del progetto nella riduzione in scala, esprime l’abilità tecnica e creativa del progettista.

Le Corbusier modello originale di studio per il progetto della Rentenanstalt a Zurigo, 1933.Da Rassegna n° 32 (Maquette) 1987.

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Le caratteristiche descritte sono presenti in modo evidente in quei particolari strumenti di progetto che sono oggi i modelli di studio. Questi devono contenere “in nuce”, pur nella forma estremamente sintetica che li caratterizza, tutti i contenuti espressivi e tecnici che permettono la descrizione del progetto. Come tali richiedono un’estrema intenzionalità e consapevolezza delle caratteristiche fondamentali del progetto, cioè devono essere efficaci nella descrizione e capaci di isolarne solo le caratteristiche realmente determinanti per la riconoscibilità.

Antoni Gaudì, modello funicolare di studio per la cappella Santa Colonna dello colonia Guell, Barcellona 1898.Da Rassegna n° 32 (Maquette) 1987.

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Ma cos’è un modello 3D solido?E’ un database di informazioni sull’opera da realizzare, con una quantità di dati molto maggiore rispetto ad un disegno bidimensionale. Il database ècostruito con mezzi informatici e si appoggia ad un simulacro tridimensionale della realtà che, con operazioni matematiche e geometriche, ne approssima la forma fisica. Ogni punto di questosimulacro risulterà dotato di 3 coordinate spaziali, legate a loro volta ad altre coordinate di diversa natura e che forniranno indicazioni sui materiali, sulle tecnologie, sul colore, ecc.

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Sintesi

L’oggetto del quale si vuole costruire il modello viene estratto dalla realtàcui appartiene e a esso viene sostituita una sua copia ideale, detta modello geometrico, grande quanto il vero.

Riduzione

Il modello geometrico, grande quanto il vero, viene semplificato e ridotto in modo che le sue dimensioni siano confrontabili con quelle del foglio di carta che dovràospitare il disegno o con le capacitàdi memoria del computer.

Proiezione

Il modello geometrico in scala viene sottoposto alle operazioni di proiezione e sezione, che producono, sulla carta o sullo schermo del computer, una vista del modello stesso, permettendo così al progettista di valutarne le qualità formali e di operare su di esso.

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Una pianta, una sezione e un prospetto, un plastico, una simulazione: sono tutti modelli di architettura.

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Sono immagini capaci di evocare la forma e le qualità, non solo formali, dell'oggetto che rappresentano. Hanno in comune gli elementi che li compongono: linee, superfici, solidi.

Consentono di intervenire sull'oggetto rappresentato con operazioni quali: la misura di grandezze lineari, di superficie o di volume; la generazione delle superfici e la loro composizione; il taglio, la compenetrazione, la deformazione dei solidi.

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Per la realizzazione digitale dell’idea di progetto occorre sempre passare dalla fase non materialedell’idea alla fase digitale attraverso il bozzetto o comunque lo schizzo del modello mentale che si ha. Questo passaggio è ancora più importante nell’uso del computer perché permette di saggiare in prima analisi quelle che sono le proporzioni dell’oggetto da realizzare. Questo perché con il disegno digitale, avendo a disposizione uno spazio infinito in cui disegnare, non avendo limitazioni di scala per realizzare il modello in dimensioni reali, si perde il concetto delle proporzioni che devono avere le varie parti che compongono il manufatto.

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Gli ambienti digitali di SQUINT OPERA http://www.squintopera.com

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INTERNI

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LA CITTA’ E IL MARE

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LA CITTA’ E IL CONTESTO URBANO

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TEMA:Organizzare lo spazio interno adibendolo a studio di architettura

SCALA GRAFICA: disegnare in centimetri (in scala 1:1)

TECNICA DI RAPPRESENTAZIONE: disegno al CAD (formato dwg - dxf)

DARCH2_EX03 da svolgere in studio

mod. 2

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entro 01 dicembre 2011 via mail all’indirizzo: [email protected]

1. Stato dei luoghi2. Stato di progetto3. Demolizioni/ricostruzioni4. Sezioni/Prospetto

La consegna sarà sottoforma di Album A1 (59,4 x 84,1 cm) da inviare in PDF in scala 1:50

Il contenuto dell’album prevede OBBLIGATORIAMENTE i seguenti disegni: