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Le Psicosi in etÌ evolutiva:
aspetti clinici e fattori di rischio
lanusei, 31.03.2016
U.O. Consultori e tutela infanzia, donna, famiglia, medicina scolastica, neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza
Psicosi – definizione
Psicosi: da psico- (dal greco «anima») con il suffisso -osi, («degenerazione»): «degenerazione dell'anima»
- compromissione dell’esame di realtà, con creazione di una nuova realtà; le persone affette da psicosi percepiscono il mondo esterno a sé in maniera differente rispetto a chi gli sta attorno. - incapacità di distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è.
Disturbo psicotico:
patologia cerebrale caratterizzata da sintomi soggettivi che riflettono il disturbo di valutazione della realtà a cui sono associati una serie di segni oggettivabili
Linee guida Nccmh (2013), DSM5 (2013), kaplan&saddock (1999), abidi (2013)
Psicosi – segni e sintomi
Deliri
Allucinazioni
Pensiero disorganizzato
Comportamento grossolanamente disorganizzato
Sintomi negativi
Disfunzioni cognitive
Compromissione severa del funzionamento sociale e
personale
Linee guida Nccmh (2013), DSM5 (2013), kaplan&saddock (1999)
Psicosi – definizioneDeliri
«Convinzioni fortemente sostenute che non sonopassibili di modifica alla luce di evidenze contrastanti»(DSM5)
«erronea convinzione, basata su inferenze errate sullarealtà esterna, non compatibile con l’intelligenza e ilretroterra culturale del paziente, che non può esserecorretta mediante il ragionamento»(Kaplan)
• Contenuto (persecuzione, grandezza, religiosi etc.)• Bizzarri vs non bizzarri
DSM5 (2013), kaplan&saddock (1999)
Psicosi – definizione
Deliri - Contenuto
Persecuzione:
“Ci sono delle telecamere che mi stanno filmando per saperetutto quello che faccio”
Controllo del pensiero:
“I miei pensieri vengono controllati dall’esterno”
Rimozione del pensiero :
“Loro mi stanno cancellando i pensieri dalla mente”
Inserzione del pensiero :
“Mi mettono nella testa pensieri che non sono i miei”
Trasmissione del pensiero:
“Tutti leggono quello che penso perché la mia mente è trasparente”
arango & carpenter (2011)
Psicosi – definizione
Deliri - Contenuto
Grandezza:
“La mia missione è salvare il mondo”
Religioso:
“Io sono la Vergine Maria”
errori di identificazione:
Sdr. di Capgras
“mia sorella è stata rimpiazzata da un sosia”
Sdr. di Fregoli
“tu sei mia sorella, non fare finta di essere un’altra”
arango & carpenter (2011)
Psicosi – definizione
Allucinazioni
False percezioni sensoriali non associate a uno stimoloesterno reale
• Vivide e chiare• Non sono sotto il controllo volontario
uditive (musica, voci commentanti, dialoganti, di comando, etc.)
visive
(persone, immagini, luci)
olfattive e gustative
(in genere sgradevoli)
tattili
• Sensorio integro
DSM5 (2013), kaplan&saddock (1999)
Psicosi – definizione
Pensiero disorganizzato
Comprende una serie di disturbi della forma e del processo delpensieroViene compromessa la comunicazione efficace della persona
deragliamento
allentamento dei nessi associativi
tangenzialitÌ
circostanzialitÌ
incoerenza
associazione per assonanza
DSM5 (2013), kaplan&saddock (1999)
Psicosi – definizione
Comportamento grossolanamente disorganizzato
o anormale
Grande varietà di manifestazioni:
catatonia (negativismo, rigidità, flessibilità cerea, mutismo, stupor)
eccitamento catatonico (attività motoria non finalizzata, senzamotivazione evidente)
stereotipie/manierismi
grimace
ecolalia
ecoprassia
agitazione psicomotoria
DSM5 (2013), kaplan&saddock (1999)
Psicosi – definizione
Sintomi negativi
Appiattimento affettivo (mimica facciale, gestualità e affettività
inappropriate, contatto visivo, disprosodia)
Alogia (eloquio ridotto e povero nei contenuti, aumentata latenza di risposta)
Abulia ( attività finalizzate e volontarie)
Anedonia (perdita di piacere e interesse per le attività abituali)
AsocialitÌ ( coinvolgimento affettivo, relazioni sociali)
Sintomi cognitiviDisfunzione esecutiva (disturbi attentivi, fluenza verbale, pianificazione, working memory)
DSM5 (2013), arango & carpenter (2011), kaplan & saddock (1999)
Disturbi psicotici (dsm5)
DSM5 (2013)
Disturbo psicotico breve (< 1 mese)
Disturbo delirante
Schizofrenia (aos, eos, veos)
Disturbo Schizoaffettivo (psicosi + e.umore)
Disturbo schizotipico di personalitÌ
(psicosi, pensiero magico, ansia sociale, eccentricità)
Disturbo schizofreniforme (1-6 mesi)
Schizofrenia ad esordio precoceesordio: 13-18 anni → early-onset schizophrenia (eos)
esordio: <13 anni → very early-onset schizophrenia (veos)
Prevalenza: veos → 1/10.000, m=f
eos → 1-2/1000, m>f
veos: componente genetica più forte - prognosi peggioreetà media di insorgenza: 7aa (diagnosi 9,5aa)
Esordio insidioso nel 75% dei casi, preceduta da:
Ritardo nello sviluppo motorio (50%)
Ritardo del linguaggio (20-50%)
Ridotte competenze sociali e relazionali (87%)
Disturbi di lettura (30%)
Disturbi del controllo sfinterico (35%)
Qi premorboso: ~80 (1/3 <70)
abidi (2013), hollis & rapoport (2011)
Schizofrenia ad esordio precoce
1. Prodromi
2. Fase acuta
3. Fase di recupero
4. Fase residuale
5. Fase cronica
Schizofrenia ad esordio precoce1. Prodromi (at-risk mental state - arms)
Deterioramento funzionale (ritiro sociale, scarsa cura di sé, calo rendimento scolastico, etc.)
Psychotic-like experiences
(esperienze sensoriali anomale che non raggiungono la soglia psicotica)
Sintomi non specifici (ansia, umore depresso, aggressività, uso di sostanze)
Esordio:
acuto (giorni, settimane)
Subdolo (mesi, anni)
Il 30-40% degli arms sviluppa un disturbo psicotico entro 2 anni
abidi (2013), tiffin et al (2013), hollis & rapoport (2013)
Sindrome psicotica attenuata (dsm5)
fusar poli et al. (2014), dsm5 (2013)
Criteri proposti
a. Almeno uno dei seguenti è presente in forma attenuata, con giudizio di realtà relativamente intatto, di severità e frequenza sufficienti da giustificare attenzione clinica:
1.deliri2.allucinazioni3.eloquio disorganizzato
b. Frequenza almeno 1/sett. nell’ultimo mese
c. Il sintomo deve essere iniziato o peggiorato nell’ultimo anno
d. Il sintomo deve essere sufficientemente stressante o disabilitante da giustificare attenzione clinica
e. Il sintomo non è meglio spiegato da altro disturbo mentale o effetti di una sostanza o altra condizione medica
f. Non sono mai stati soddisfatti i criteri per un disturbo psicotico
Schizofrenia ad esordio precoce
2. Fase acuta
veosprevalenza dei sintomi negativi, continuità con la frase prodromica
eospiù simile all’aos> presenza sintomi positividisorganizzazione pensiero e comportamento
Allucinazioni: uditive (80-100% dei casi)visive (80%)
Più rare tattili e olfattive, quasi sempre associate ad allucinazioni visive
Deliri: Poco complessi, idee di riferimento o deliri persecutori legati al mondo dei bambini (mostri, «persone cattive», personaggi dei cartoni animati, etc.)
abidi (2013), david et al (2011), hollis & rapoport (2013)
Schizofrenia ad esordio precoce
kasper (2003), hollis & rapoport 2011
4. Fase residuale
- Fase più o meno prolungata (1-6 mesi, > nelle forme resistenti)
- Compromissione del funzionamento con prevalenza dei sintomi negativi.
5. Fase cronica
- Dopo mesi-anni dall’esordio, si può avere un plateausintomatologico: la sintomatologia rimane nonostante il trattamento
- >30% prognosi severa; remissione nel 10-20% dei casi
3. Fase di recupero
- Risposta alla terapia farmacologica
- funzionamento sociale.
diagnosi differenziale
I sintomi psicotici nei b.ni e negli adolescenti sono aspecifici e si manifestano in un’ampia varietà di disturbi funzionali e organici:
psicosi affettive
disturbi dello spettro autistico
epilessia
uso/abuso di sostanze
malattie demielinizzanti
malattie metaboliche/autoimmuni
trauma cranico
lesioni occupanti spazio
malattia cerebrovascolare
abidi (2013), hollis & rapoport (2011), hyde & ron (2011)
diagnosi differenziale
psicosi affettive
disturbi dello spettro autistico
epilessia
uso/abuso di sostanze
malattie demielinizzanti
malattie metaboliche/autoimmuni
trauma cranico
lesioni occupanti spazio
malattia cerebrovascolare
psicosi affettive
Alto tasso di sintomi psicotici nei disturbi dell’umore→ confusione diagnostica
1/3 dei pz con disturbi psicotici ha sintomi significativi di d.umore
La distinzione tra schizofrenia, disturbo schizoaffettivo e psicosi affettiva è determinata dalla relativa predominanza e dalla sovrapposizione temporale dei sintomi psicotici e di quelli affettivi
Diagnosi differenziale difficile nei primi mesi
La remissione completa entro 6 mesi da un primo episodio psicotico è il miglior predittore di diagnosi di psicosi affettiva
hollis & rapoport (2011), hyde & ron (2011)
Spettro dei disturbi psicotici
deliri, allucinazioni
sintomi negativi
sintomi cognitividepressione
mania
Esordio più acuto, outcome migliore Esordio più insidioso, outcome peggiore
Disregolazione affettiva Disturbi neuro-evolutivi
mod. da van os & kapur (2009)
Spettro dei disturbi psicoticideliri,
allucinazioni
sintomi
negativi
sintomi
cognitividepressione
mania
Schizofrenia Disturbo bipolare
Disturbo schizoaffettivo
deliri,
allucinazioni
sintomi
negativi
sintomi
cognitividepressione
mania
deliri,
allucinazioni
sintomi
negativi
sintomi
cognitividepressione
mania
mod. da van os & kapur (2009)
diagnosi differenziale
psicosi affettive
disturbi dello spettro autistico
epilessia
uso/abuso di sostanze
malattie demielinizzanti
malattie metaboliche/autoimmuni
trauma cranico
lesioni occupanti spazio
malattia cerebrovascolare
disturbi dello spettro autistico
Fino agli anni ’70: childhood schizophrenia = autismo
Kolvin (1971) prima distinzione tra autismo e eos
Alcuni b.ni con disturbo dello spettro autistico (asd) hanno un fenotipo comportamentale simile a quello dei disturbi psicotici
Pz con asd possono sviluppare sintomi psicotici in adolescenza
Circa il 25% dei pazienti psicotici: precedente diagnosi di asd
La discriminazione si basa sulla storia clinica:
asd esordio più precoce (<5aa)
eos sintomi psicotici rilevanti e persistenti
hollis & rapoport (2011), hyde & ron (2011)
diagnosi differenziale
psicosi affettive
disturbi dello spettro autistico
epilessia
uso/abuso di sostanze
malattie demielinizzanti
malattie metaboliche/autoimmuni
trauma cranico
lesioni occupanti spazio
malattia cerebrovascolare
epilessia
Epilessia del lobo temporale (tle)
Epilessia del lobo frontale (fle)
- Esordio improvviso, talvolta preceduto da un’aura
- Prevalenza di: allucinazioni
comportam. disorganizzato
deliri di persecuzione
- Sintomi associati: ansia, depersonalizzazione, derealizzazione
- Meno frequenti i sintomi negativi
- Personalità premorbosa in genere normale
muruga et al. (2015), hollis & rapoport (2011), hyde & ron (2011)
epilessia
Psicosi ictalei sintomi psicotici avvengono durante una crisi epilettica e sono una diretta conseguenza dell’attività ictale
seguiti tipicamente da perdita di memoria dell’episodio
Psicosi postictaleentro una settimana dopo una crisi, può durare da giorni a mesi.
Alterazioni dello stato di coscienza, difficoltà di orientamento, allucinazioni, deliri
Psicosi interictaletra una crisi e l’altra, non correlata alle manifestazioni critiche
Normalizzazione forzata la comparsa di manifestazioni psicotiche in un paziente epilettico dopo un periodo di completo controllo delle crisi
muruga et al. (2015), hollis & rapoport (2011), hyde & ron (2011)
diagnosi differenziale
psicosi affettive
disturbi dello spettro autistico
epilessia
uso/abuso di sostanze
malattie demielinizzanti
malattie metaboliche/autoimmuni
trauma cranico
lesioni occupanti spazio
malattia cerebrovascolare
uso/abuso di sostanze
cocaina – anfetamine – metanfetamina – mdma - ketamina
allucinogeni (lsd, psilocibina, mescalina)
ideazione paranoide, allucinazioni, durante e dopo l’uso
I sintomi si risolvono pochi giorni dopo aver sospeso l’assunzione
«flashback» in piena coscienza
cannabis
<15aa → rischio significativo di sviluppare un disturbo psicoticoFavorisce la transizione a psicosi in individui predisposti
hollis & rapoport (2011), hyde & ron (2011), dsm5 (2013), kaplan&saddock (1999)
diagnosi differenziale
psicosi affettive
disturbi dello spettro autistico
epilessia
uso/abuso di sostanze
malattie demielinizzanti
malattie metaboliche/autoimmuni
trauma cranico
lesioni occupanti spazio
malattia cerebrovascolare
malattie demielinizzanti
Sclerosi multipla: 2-3% dei casiPrevalenza più alta nei pz pediatricilesioni vicine al lobo temporale > associazione con psicosi
Leucodistrofie (mld, ald, Pelizaeus-Merzbacher)In particolare se esordio in adolescenzaCoinvolgimento fronto-temporale
mld (Hyde et al, 1992)Circa il 50% dei pz con mld presentava sintomi psicoticiallucinazioni (18%), deliri (27%)
Il 35% aveva una precedente diagnosi di schizofrenia
hollis & rapoport (2011), hyde & ron (2011)
diagnosi differenziale
psicosi affettive
disturbi dello spettro autistico
epilessia
uso/abuso di sostanze
malattie demielinizzanti
malattie metaboliche/autoimmuni
trauma cranico
lesioni occupanti spazio
malattia cerebrovascolare
malattie metaboliche e autoimmuni
Malattia di niemann-pick tipo c
Nella f. adolescenziale la psicosi può essere il sintomo d’esordio
Malattia di wilson
Sintomi psicotici in genere associati a eps
Encefalite limbica
encefalite anti-nmdar (pediatrica nel 40% dei casi)L’esordio psichiatrico isolato è frequente e può essere inizialmente confuso con un episodio psicoticoNei pazienti pediatrici spesso associato a disturbi del sonno e del linguaggio, difficoltà di deambulazione con posture distoniche
hollis & rapoport (2011), hyde & ron (2011), giometto & zoccarato (2011)
diagnosi differenziale
psicosi affettive
disturbi dello spettro autistico
epilessia
uso/abuso di sostanze
malattie demielinizzanti
malattie metaboliche/autoimmuni
trauma cranico
lesioni occupanti spazio
malattia cerebrovascolare
Fino al 7% dei traumi cranici → disturbi psicotici
Localizzazione prevalentemente temporalePredominanza di deliri
Tumori cerebrali (lobo temporale, lobo frontale)gangliogliomi (specie dopo resez.chirurgica), amartomi
melas (deliri, allucinazioni visive)les cerebrale (nel 5-15% dei casi manifestazioni psicotiche)
DSM5 (2013), kaplan&saddock (1999)
Lesioni occupanti spazio
malattie cerebrovascolari
Trauma cranico
psicosi - fisiopatologia
Kaplan & saddock (1999), walker et al. (2013), weinberger et al. (2011), van Os & kapur (2009), keshavan et al. (2011)
• Fattori genetici
• Fattori epigenetici
• Complicazioni pre/perinatali (infezioni, ipossia, ...)
vulnerabilitÌ cerebrale
• Dist. della migrazione neuronale
• Alterazioni dell’equilibrio e/i
• Disfunzione metab. catecolamine
• Alterazione del pruning sinaptico
• Stress ossidativo
• Alteraz. asse ipot/ipofisi/surrene
fase prodromica
• PlasticitÌ neuronale
•Disregolazione nt (dop, glu, ser, ach, gaba)
•Alterazioni strutturali snc
psicosi
Fattori ambientali
(cause psicosociali, migrazione, stile di vita, urbanizzazione, etc.)
psicosi - fisiopatologia
Kaplan&saddock (1999), Stahl (2002), van Os&kapur (2009), Keshavan et al. (2011)
Via nigro-striatale
(regolazione del movimento)
Via meso-limbica
(deliri, allucinazioni, agitazione, aggressività)
Via meso-corticale
(sintomi negativi, sintomi cognitivi)
Via tubero-infundibolare
(prolattina)
Fattori di rischioPredisposizione genetica
La familiarità per disturbi psicotici è il maggior predittore di rischioconosciutoModello «a soglia multifattoriale»
geni candidati:
- daoa (D-aminoacid-oxidase activation)- comt (catecolamine-O-metil-transferasi)- gad (decarbossilasi ac.glutamico)- dtnbpi (disbindina)- disc (disrupted in schizophrenia)- nrg (neoregulina)- ...
La predisposizione genetica non è specifica per le psicosi ma ècomune ad altri disturbi psichiatrici (asd, adhd, disturbidell’umore)
hollis & rapoport (2011), jablesky et al. (2011), weinberger et al. (2011)
Fattori di rischio
Eventi avversi in epoca pre/perinatale
Rischio relativo: 3,2-3,5 nei casi ad esordio precoce
- emorragie
- diabete gestazionale
- basso peso alla nascita
- prematuritÌ
- asfissia neonatale
- infezioni in gravidanza (hsv, Toxoplasma)
- basso bmi della madre (rischio 2 volte maggiore)
La presenza di complicazioni pre- e perinatali può essere sia causache conseguenza di anomalie del neurosviluppo
hollis & rapoport (2011), jablensky et al. (2011), weinberger et al. (2011)
Fattori di rischio
Disturbi del neurosviluppo
Disturbo dello spettro autistico (28%)
Disturbo del linguaggio (27%)
- disturbo fonologico 12%- disturbo di comprensione 11%- disturbo espressivo 14%
Disturbi dello sviluppo motorio (24%)
- tic 1%- impaccio motorio 10%- ritardo sviluppo motorio 19%
Scarse competenze relazionali (13%)
Disturbi molto frequenti nella popolazione generaleScarso valore predittivo per lo sviluppo di psicosiSignificativo valore prognostico
hollis & rapoport (2011), jablensky et al. (2011), rapoport et al. (2008)
Fattori di rischio
Psychotic-like experiences (ple)
Incidenza annuale piuttosto alta in età evolutiva (1.3%), prevalenza10%
La presenza di ple in età evolutiva è fortemente associata allosviluppo di disturbi psicotici (rr 13-16)
Rischio elevato di transizione in psicosi se:
↑ frequenza e/o severità ple nell’ultimo meseassociazione con altre problematiche comportamentalicompromissione del funzionamento sociale
La probabilità di sviluppare una psicosi è più alta anche in pazienticon altre esperienze inusuali (es. depersonalizzazione)
mcgrath & murray (2011), hollis & rapoport (2011), jablensky et al. (2011), niarchou et al. (2015)
Fattori di rischio
Fattori psico-sociali
Abusi fisici e psicologici
Abusi sessuali (rischio di psicosi ↑ di 10 volte)Bullismo
Harsh parenting (vittimizzazione, ostilità)Separazione dai familiari
Isolamento sociale e familiare
L’esposizione a stress emotivo in età evolutiva aumenta il rischio di psicositramite una sensibilizzazione dopaminergica → > vulnerabilità ai normalieventi stressanti
Nei pz schizofrenici una storia di esposizione a maltrattamenti infantili ècorrelata a una maggiore severità dei sintomi
hollis & rapoport (2011), jablensky et al. (2011), leucht et al. (2011), narchou et al. (2015)
Fattori di rischioFattori socio-economici
Il rischio di psicosi è inversamente proporzionale allo status socio-
economico
Urbanizzazione: l’incidenza di disturbi psicotici è 2-3 volte superiorenelle aree urbane rispetto alle aree rurali
Stile di vita: uso di droghe, comportamenti a rischio, isolamento sociale)
Migranti: spt le donne
L’ ↑ incidenza nella popolazione migrante è legata a fattori psicosocialipost-migrazione (discriminazione, emarginazione sociale, etc.)
Il rischio è ancora più alto nei figli di migranti (separazione dai genitori,disgregazione nucleo familiare, traumi infantili...)
hollis & rapoport (2011), jablensky et al. (2011), rapoport et al. (2008)
intervento
Nei disturbi psicotici l’intervento è (dovrebbe essere) multimodale:
Prevenzione e diagnosi precoce
Terapia farmacologica
Psicoterapia
Terapia neuropsicologica
Interventi psicoeducativi e familiari
Importanza del timing
Interventi molto costosi, che coinvolgono numerose figureprofessionali
hollis & rapoport (2011), haddock & spaulding (2011), mc glashan(2015), joa et al. (2015)
Prevenzione e diagnosi precoce
Difficoltà legate a:bassa specificitÌ
basso valore predittivo
Vari approcci:
Intervento sui fttori di rischio ambientali
(uso di droghe, inclusione sociale, integrazione)
identificazione dei soggetti a rischio
(> durata sint. prodromici, funzionamento sociale, sintomipsicotici basso grado)
hollis & rapoport (2011), haddock & spaulding (2011), mc glashan(2015), joa et al. (2015)
dei sintomi d’esordio}
Terapia farmacologica
Farmaci antipsicotici = antagonisti recettore D2 della dopamina
Tipici:
aloperidolo, clorpromazinaeff.collaterali: alto rischio eps, prolattina
Atipici:
risperidone, aripiprazolo, quietiapina, olanzapina, clozapinaeff.collaterali: eps (ris), sdr.metabolica (ola, ris), neutropenia, crisiepilettiche (clo).
L’efficacia tra tipici e tipici è simile, la differenza la fanno gli effetticollateraliNei b.ni > sensibilità a eps, < rischio di sdr.metabolica, rischio ↑ qt
hollis & rapoport (2011), haddock & spaulding (2011), mc glashan(2015), joa et al. (2015)
Terapia farmacologica
Resistenza: mancanza di miglioramento clinico nonostantel’utilizzo di dosi appropriate di almeno due farmaci antipsicotici perun periodo di tempo adeguato
In Italia la maggior parte degli antipsicotici non ha indicazione perla schizofrenia in età evolutiva
Uso prevalente della prescrizione in off-label
hollis & rapoport (2011), haddock & spaulding (2011), mc glashan(2015), linee guida nice (2015)
First line:
Antipsicotico atipico
(risperidone, aripiprazolo)
Se risposta inadeguata:
provare un altro atipico
(es. olanzapina, quetiapina)
Se resistente:
Clozapina
Terapia farmacologica
Una volta posta la diagnosi la terapia farmacologica vainiziata il prima possibile: la latenza elevata tra la diagnosi e iltrattamento (duration of untreated psychosis) è unfattore prognostico negativo
La terapia farmacologica ha un effetto maggiore sui sintomipositivi, funziona meno su quelli negativi
Nel lungo periodo fino al 40% dei pz ha una scarsa rispostaalla terapia farmacologica e continua a presentare sintomipsicotici
L’intervento farmacologico precoce (in fase prodromica)ritarda l’esordio della psicosi, ma non ne riduce l’incidenza
hollis & rapoport (2011), haddock & spaulding (2011), mc glashan(2015), linee guida nice (2015)
Psicoterapia
Cognitiva e cognitivo-comportamentale (cbt)
Primi approcci (anni ‘70) di matrice comportamentistaA partire dagli anni ‘90 > lavoro sulla comprensione e sullaconoscenza dei fattori cognitivi ed emotivi alla base del sintomo
Tecniche per aiutare gli individui a testare la realtà del propriodelirio
Efficacia dimostrata:
- In fase prodromica (↓ la transizione a psicosi)- In fase acuta (nei primi 6 mesi), spt sui sintomi positivi- Migliora la compliance alla terapia farmacologica
hollis & rapoport (2011), haddock & spaulding (2011), mc glashan(2015)
Terapia neuropsicologica
Cognitive remediation therapy (crt)
Obiettivo: migliorare il funzionamento sociale e personaleattraverso il potenziamento dei processi cognitivi che losupportano
Esercizi di complessità crescente su diverse funzioni nps:attenzione
funzioni esecutive
ragionamento logico
working memory
problem solving
Buon outcome sui sintomi cognitivi
hollis & rapoport (2011), haddock & spaulding (2011)
Interventi psicoeducativi e familiari
Obiettivo:
In fase prodromica: ridurre la transizione a psicosiPrevenire le ricadute e ridurre le ospedalizzazioni
Varie fasi:
assessment: valutazione dei problemi e dei bisogniinformazione: conoscere i disturbi psicotici, la causa, il decorso ela terapiaStrategie di intervento: gestione delle situazioni di conflitto,programmazione di obiettivi realistici, ↓ sensi di colpa, se necessariosupporto psicologico e/o psicoterapico ai familiari
hollis & rapoport (2011), haddock & spaulding (2011), mc glashan(2015)
Interventi sui soggetti a rischio
Gli interventi precoci sui gruppi ad alto rischiopossono prevenire la transizione verso un disturbopsicotico?
Se si, quali interventi?
Interventi sui soggetti a rischioTerapia farmacologica
In fase prodromica la sola terapia farmacologica non mostramaggiore efficacia né vs psicoterapia né vs placebo nelprevenire la transizione a psicosi o ridurre la sintomatologia
Terapia farmacologica +cbt
↓ transizione a psicosi nei primi 6 mesiNessun effetto a 18 mesi
La terapia farmacologica non è raccomandata nei soggetti arischio (costi>benefici)
In prima istanza è preferibile un intervento psicoterapico efamiliare
linee guida nice (2015), hollis & rapoport (2011), joa et al. (2015)
Interventi sui soggetti a rischio
«Primary prevention of psychosis through
interventions in the symptomatic prodromal
phase»
joa et al. (2015)
Studio prospettico su pazienti ad alto rischio di psicosisottoposti ad un programma di prevenzione primaria,con follow-up fino a 10 anni
joa et al. (2015)
Interventi sui soggetti a rischio
«Primary prevention of psychosis through
interventions in the symptomatic prodromal
phase»
joa et al. (2015)
Campagne informative per il pubblicoFormazione per insegnanti e mmg
Formazione per i clinici dei servizi di salute mentale
Creazione di un team clinico multidisciplinare all’interno deiservizi specifico per i disturbi psicotici
Interviste di screening per insegnanti e mmg
Se positivi allo screening: invio ai servizi
joa et al. (2015)
Interventi sui soggetti a rischio
«Primary prevention of psychosis through
interventions in the symptomatic prodromal
phase»
joa et al. (2015)
All’ingresso e nei vari follow-up (ogni 12 mesi):
Monitoraggio clinico:
Questionari comportamentali (tipo e livello dei sintomi)Valutazione dei profili di rischio (es. suicidalità)Valutazione neuropsicologica
fmri
joa et al. (2015)
Interventi sui soggetti a rischio
«Primary prevention of psychosis through
interventions in the symptomatic prodromal
phase»
joa et al. (2015)
All’ingresso e nei vari follow-up (ogni 12 mesi):
interventi:
cbt (1/sett per almeno 6 mesi)Interventi psicoeducativi in ambito familiareFarmaci antipsicotici (solo se sintomi psicotici presenti inmaniera significativa o se peggioramento all’ultimo controllo)
joa et al. (2015)
Interventi sui soggetti a rischio
«Primary prevention of psychosis through
interventions in the symptomatic prodromal
phase»
joa et al. (2015)
risultati:
↓ sintomi positivi e negativi
↓ suicidalitÌ
↓ disabilitÌ funzionali
Cbt e interventi familiari: ↓ la transizione a psicosi nel breveperiodo e ritardano l’esordio del disturbo.
joa et al. (2015)
conclusioni
I disturbi psicotici sono un gruppo eterogeneo di patologie mentalia eziologia multifattoriale
L’esordio in età evolutiva è caratterizzato da una maggiore severitàdei sintomi, una minore risposta alla terapia e una prognosi a lungotermine meno favorevole
È importante riconoscere e individuare precocemente i soggettipsicotici e quelli a rischio
Il trattamento è multimodale e coinvolge numerose figure, non soloin ambito sanitario
Lo sviluppo di adeguati programmi di prevenzione aiuta a ridurre latransizione a psicosi e a migliorare la qualità della vita
grazie per l’attenzione