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Ecologia Credere Oggi RIVISTA BIMESTRALE DI DIVULGAZIONE TEOLOGICA 212 2/16

L’ecologia integrale della Laudato si’: un programma e le ... · Ecologia come scienza Pier Francesco Ghetti Ecologia umana: un intreccio di saperi Leopoldo Sandonà Un’etica

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212 2/16

www.edizionimessaggero.it

Editoriale: In dialogo per il futuro della «casa comune»

L’ecologia integrale della Laudato si’: un programma e le sue radici Giacomo CostaEcologia come scienza Pier Francesco GhettiEcologia umana: un intreccio di saperi Leopoldo SandonàUn’etica per la cura della terra Bruno BignamiEcologia e sacro. Il significato religioso e sacro dell’ecologia Aldo N. TerrinEcoteologie: una mappa essenziale Simone MorandiniIl progetto di un’ecologia integrale. L’armonia con Dio, con gli altri,con la natura, con se stessi Felice AccroccaBuone pratiche di cura della terra Matteo Mascia

Documentazione: «The Earth Bible Project» (Germano Scaglioni)

Invito alla lettura (Simone Morandini)

In libreria

Eco

logi

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Ecologia

CredereOggi RIVISTA BIMESTRALE

DI DIVULGAZIONE TEOLOGICA

212 2/16

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NOVITÀ IN LIBRERIA

Provvisorietà è parola relativamente recente e la sua forma di sostantivo nuoce alla mobilità che rappresenta. In que-

sto quadro può venire accolta in due modi diversi, addirittura opposti: da una parte, pessima fama di inaffidabilità, «filosofia del provvisorio», edonismo rampante che in una folata di vento disperde valori e legami. Dall’altra, invece, indica consapevolezza dell’essere per via, speranza di giorni nuovi e leggerezza di equi-paggiamento, con la serietà di non confondere le tappe parziali con la meta. Per abitare la provvisorietà è comunque necessario un insieme di atteggiamenti virtuosi che possano diventare uno stile.

CRISTINA SIMONELLI, laica, è fiorentina di nascita e veronese di adozione. I suoi interessi corrispondono alla molteplicità delle sue attività: docente di anti-chità cristiane e teologia patristica.

Che cosa ha da dire la fede in Gesù Cristo all’uomo d’oggi? Due monaci hanno intessuto tra loro un intenso dialogo su

questo argomento. Entrambi danno la loro incisiva testimonian-za e l’interesse è accresciuto dal fatto che fratel David ha avuto un’esperienza del tutto singolare per un monaco: un’iniziazione buddhista, alla scuola di vari maestri Zen.Il libro offre dunque la possibilità di mettere a confronto la fede cristiana con la visione buddhista che oggi attira molte persone in Occidente.

ANSELM GRÜN (Junkershausen 1945), monaco benedettino e consigliere spirituale, è tra gli autori cristiani più apprezzati e amati del nostro tempo.

DAVID STEINDL-RAST (Vienna 1926), monaco benedettino eremita, vive nella comunità di Mount Saviour (Pine City, New York) dove nel 1968 ha con-tribuito alla fondazione del Centro per gli studi spirituali, luogo di dialogo fra cristiani, induisti, buddhisti, musulmani, sufi ed ebrei.

NOVITÀ IN LIBRERIA

Rilettura delle sette grandi opere composte tra il 1781 e il 1791 in cui traspare la loro profonda somiglianza con

la Commedia di Dante e con il cammino che il poeta compie accanto a Virgilio e a Beatrice attraverso l’inferno, il purgato-rio e il paradiso.La musica di Mozart umana, incarnata e consolatrice al mas-simo grado, offre un assaggio della felicità alla quale ogni essere umano aspira. Gli autori esplorano la mirabile potenza spirituale della musica di Mozart, con una chiarezza espositi-va che rende il libro accessibile anche al neofita.

FERNANDO ORTEGA (1950), sacerdote e teologo.CLAIRE COLEMAN (1937), scrittrice e musicista.

Ma gli angeli, esistono davvero? E i demoni?Un saggio per scoprire che cosa la Scrittura e i do-

cumenti fondanti la fede cristiana dicono riguardo ad angeli e demoni e alla lotta tra bene e male, sempre in corso nella storia come nella vita di ogni persona.Qual è allora la vera storia del principe di questo mondo e della sua corte di ribelli? Percorrendo queste pagine, sco-priremo che il diavolo, in realtà, è più brutto di quanto lo si dipinga.

ANTONIO FALCONE studioso di teologia biblica, è autore di diversi con-tributi a carattere scientifico e divulgativo su temi teologici, biblici, liturgici.

pagg. 92 – € 9,50pagg. 144 – € 14,00

pagg. 252 – € 18,00pagg. 128 – € 9,50

PER ORDINI E INFORMAZIONIEdizioni Messaggero Padova - via Orto Botanico, 11 • 35123 Padova numero verde 800-508036 • fax 049 8225688 e-mail: [email protected] • www.edizionimessaggero.it

PER ORDINI E INFORMAZIONIEdizioni Messaggero Padova - via Orto Botanico, 11 • 35123 Padova numero verde 800-508036 • fax 049 8225688 e-mail: [email protected] • www.edizionimessaggero.it

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EcologiaEditoriale: In dialogo per il futuro della «casa comune» 3-6

GIACOMO COSTAL’ecologia integrale della Laudato si’: un programma e le sue radici 7-23

PIER FRANCESCO GHETTIEcologia come scienza 25-36

LEOPOLDO SANDONÀEcologia umana: un intreccio di saperi 37-48

BRUNO BIGNAMIUn’etica per la cura della terra 49-63

ALDO N. TERRINEcologia e sacro. Il significato religioso e sacro dell’ecologia 65-83

SIMONE MORANDINIEcoteologie: una mappa essenziale 85-98

FELICE ACCROCCAIl progetto di un’ecologia integrale. L’armonia con Dio, con gli altri, con la natura, con se stesso 99-116

MATTEO MASCIABuone pratiche di cura della terra 117-130

Documentazione: «The Earth Bible Project» (Germano Scaglioni) 131-136Invito alla lettura (Simone Morandini) 137-141In libreria 143-148

Anno XXXVI, n. 2MARZO - APRILE 2016212

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Con approvazione ecclesiasticaGiudizi e opinioni espressi negli articoli pubblicati rispecchiano unicamente il pensiero dei rispettivi autori.

Direzione - Redazione - AmministrazioneMessaggero di S. Antonio - Via Orto Botanico, 11 - 35123 Padova tel. 049 8225850 - fax 049 8225688 - c.c.p. 14283352 sito: www.credereoggi.ite-mail: [email protected]

Direttore responsabile: Fabio Scarsato

Direttore di testata: Germano Scaglioni ([email protected])

Segreteria di redazione: Damiano Passarin ([email protected])

Consiglio di redazione: Luigi Dal Lago, Gilberto Depeder, Italo De Sandre, Paolo Floretta, Simone Morandini, Serena Noceti, Gianluigi Pasquale, Martino Signoretto, Oliviero Svanera, Aldo Natale Terrin, Giuseppe Trentin

Grafica e copertina: Lorenzo Celeghin

Abbonamento per il 2016ITALIA: annuale (6 fascicoli) € 35,00una copia (anche arretrata): € 9,50ESTERO: annuale (6 fascicoli) € 46,00una copia (anche arretrata): € 11,50

Ufficio abbonamenti: tel. 049 8225864

ISSN 1123-3281ISBN 978-88-250-4258-0Copyright © 2016 by P.P.F.M.C.MESSAGGERO DI S. ANTONIO-EDITRICEBasilica del Santo - Via Orto Botanico, 11 - 35123 PadovaDirettore generale: Giancarlo ZamengoDirettore editoriale: Fabio ScarsatoAutorizzazione del tribunale di Padova n. 660 del 30 giugno 1980Finito di stampare nel mese di maggio 2016Mediagraf - Noventa Padovana, Padova

Questo periodico è associato all’Uspi(Unione Stampa Periodica Italiana)

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CredereOggi 36 (2/2016) n. 212, 3-6

In dialogo per il futuro della «casa comune»

Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra,

la quale ne sustenta et guberna, et produce diversi fructi

con coloriti flori et herba1.

«Riflessione gioiosa e drammatica insieme», l’enciclica Lau-dato si’2 è stata accolta con notevole favore, suscitando interesse anche al di fuori del mondo ecclesiale. Molti vi hanno trovato un testo autorevole, innovativo e globale, uno stimolo a riconsiderare le questioni ambientali. Non sono mancate, tuttavia, reazioni di sorpresa, soprattutto in rapporto alla scelta di un tema quale l’ecologia – il cuore dell’enciclica –, da alcuni giudicato inappropriato come oggetto di un intervento magisteriale e teologico.

Questo fascicolo si confronta con le attese degli uni e degli altri, nella convinzione che, da un lato, «nulla dell’ordine della creazione e

1 FRANCESCO D’ASSISI, Cantico delle creature, in Fonti Francescane. Terza edizione rivista e aggiornata, EFR, Padova 2011, n. 263.

2 Cf. FRANCESCO, Lettera enciclica Laudato si’ (24 maggio 2015) (LS).

EDITORIALE

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CredereOggi n. 2124

dell’umano è estraneo ed escluso dall’ordine della fede» (Compendio della dottrina sociale della chiesa, 64); dall’altro, che non si possa più parlare delle questioni connesse alla «cura della casa comune» senza tener conto dei vasti orizzonti che l’enciclica dischiude, dei suoi appro-fondimenti su temi specifici, insieme alla ripresa di nodi problematici richiamati, anche se non risolti.

Fra i tratti distintivi della lettera enciclica se ne segnalano tre. In primo luogo, il punto di partenza, vale a dire lo sguardo “mistico” di papa Francesco: «Il mondo è qualcosa di più che un problema da risolvere, è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode» (LS 12). Non a caso, il titolo dell’enciclica riprende l’ incipit del Cantico delle creature di san Francesco d’Assisi che nelle realtà create coglieva un riflesso della bellezza, della bontà e della sapienza del Creatore.

In secondo luogo, la lucidità con cui l’enciclica inquadra la crisi ecologica, in tutta la sua gravità, ponendola in relazione con la crisi antropologica, vale a dire con la responsabilità dell’uomo, chiamato da Dio a «custodire e coltivare il giardino», ma trasformatosi ben presto in un dominus irresponsabile e senza scrupoli.

Il terzo aspetto è la dimensione dialogica che connota l’intero docu-mento: «Di fronte al deterioramento globale – afferma papa Francesco – mi propongo di entrare in dialogo con tutti riguardo alla nostra casa comune» (LS 3). La chiesa non lascia mancare il proprio apporto, ma riconosce che «su molte questioni concrete non ha motivo di proporre una parola definitiva e capisce che deve ascoltare e promuovere un dialogo onesto fra gli scienziati, rispettando la diversità di opinioni» (LS 61).

Con questo fascicolo, la nostra rivista entra nel vivo del dibattito suscitato da papa Francesco, secondo lo stile e le modalità consuete: attenzione alle diverse prospettive attraverso le quali si possono affron-tare le questioni ecologiche, cogliendo i punti di vista più significativi

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e stimolanti, nel rispetto della complessità e con lo scopo di fornire uno strumento di lavoro, tanto autorevole quanto fruibile da tutti.

Nell’articolo di apertura, GIACOMO COSTA propone una riflessione sulla Laudato si’, indicando nella dimensione pastorale la vera chiave di lettura per comprendere l’enciclica, come dimostra anche la scelta di papa Francesco di considerare i molteplici aspetti della vita nella prospettiva dell’ecologia integrale.

PIER FRANCESCO GHETTI considera l’ecologia come scienza a sé, nata nel contesto della cultura naturalistica dei secoli XVIII-XIX, ma consolidatasi come «scienza degli ecosistemi» a partire dalla seconda metà del secolo scorso.

Nell’articolo Ecologia umana: un intreccio di saperi, LEOPOLDO SANDONÀ richiama l’attenzione sull’ecologia umana come crocevia di diverse discipline. In particolare, l’autore offre una lettura «generativa» della Laudato si’, alla luce cioè dei grandi principi indicati dall’enci-clica come via per realizzare un’autentica ecologia umana.

BRUNO BIGNAMI pone la «dialettica della cura» al cuore delle que-stioni ecologiche. Nel suo studio – Un’etica per la cura della terra – sono riprese e sviluppate alcune intuizioni della Laudato si’, soprattutto laddove l’enciclica afferma che la salvaguardia del dono del creato richiede non solo sforzi diretti al miglioramento del rapporto con l’am-biente, ma anche un rinnovato impegno per la cura dell’umanità, dal momento che le due realtà sono strettamente connesse tra loro.

Ecologia e sacro. Il significato religioso dell’ecologia propone una riflessione di ALDO N. TERRIN sul rapporto tra due dimensioni fonda-mentali dell’esperienza umana: il sacro e l’ecologia, chiamate al confronto con una conoscenza tecnica che sembra ormai aver preso il sopravvento sulle altre conoscenze. In ascolto del «grido della terra», sacro ed ecologia indicano programmi di lavoro simili, in nome di una sympatheia uni-versale che accomuna tutti gli esseri in una visione «ecosistemica», secondo una morale che invoca gratitudine e riverenza per ciò che ci circonda.

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Di sicuro interesse il contributo di SIMONE MORANDINI: Eco-teologie: una mappa essenziale, uno strumento per orientarsi nella multiforme e a volte complessa riflessione ecoteologica degli ultimi anni. Morandini segnala una pluralità di autori e di idee, al fine di cogliere il mutamento di paradigma, cui è chiamata la teologia cristiana.

Nel delineare i tratti di un progetto di ecologia integrale, che includa il rapporto con Dio, gli altri, la natura e se stessi, FELICE ACCROCCA indica come riferimento Francesco d’Assisi, «l’esempio per eccellenza della cura di ciò che è debole e di un’ecologia integrale vissuta con gioia e autenticità» (LS 10). L’esperienza del Poverello è compresa a partire dalla sorgente da cui tutto è scaturito: la relazione con il Dio di Gesù Cristo.

Buone pratiche di cura della terra, è il contributo di MATTEO MASCIA, una ricerca su ciò che può ridurre l’impatto delle nostre società sull’ambiente naturale e le sue risorse. Lo studio presenta una rassegna di esperienze incentrate sulla responsabilità sociale del consumatore, le cui scelte individuano una delle leve attorno a cui costruire percorsi e pratiche di cura della terra.

Nella DOCUMENTAZIONE, curata da GERMANO SCAGLIONI, è il-lustrata un’originale iniziativa editoriale: The Earth Bible Project, un contributo alla discussione sulla crisi ecologica, attraverso un nuovo modo di accostare e interpretare i testi biblici: la «prospettiva della terra».

L’ INVITO ALLA LETTURA, a cura di SIMONE MORANDINI, offre un ampio repertorio bibliografico sui temi trattati. In queste pagine sono indicate le opere di maggior interesse e utilità, affinché il lettore possa avviare un proprio personale itinerario di ricerca.

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CredereOggi 36 (2/2016) n. 212, 7-23

L’ecologia integrale della Laudato si’: un programma e le sue radiciGiacomo Costa *

Sono tanti i temi ecologici che l’enciclica Laudato si’ tocca nel suo testo lungo e articolato1: dai cambiamenti climatici agli orga-nismi geneticamente modificati, dal diritto all’acqua alla perdita di

* Direttore di «Aggiornamenti Sociali». Presidente della «Fondazione Culturale San Fedele» di Milano e vicepresidente della «Fondazione Carlo Maria Martini» ([email protected]).

1 FRANCESCO, Lettera enciclica Laudato si’ (24 maggio 2015) (LS).

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biodiversità, dal sovraffollamento dei trasporti pubblici ai consigli per una vita quotidiana più sostenibile. Tutto però è inquadrato in una prospettiva ben definita, quella dell’ecologia integrale2.

Il termine «ecologia» viene assunto nel suo significato più pro-fondo di approccio a tutti i sistemi complessi la cui comprensione richiede di mettere in primo piano la relazione delle singole parti tra loro e con il tutto. Il riferimento è al concetto di ecosistema: un sistema complesso, composto da attori più o meno interdipenden-ti, legati da relazioni di coesistenza, cooperazione, competizione e consumo-assorbimento, sulla base di flussi e scambi di materia, energia o informazioni.

A partire dalla considerazione che «nulla si dissolve, nulla si distrugge, nulla si domina, tutto si integra»3, l’ecologia integrale individua che cosa tiene uniti fenomeni spesso concepiti separati, a partire dalla giustizia sociale e dall’ambiente: «Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e comples-sa crisi socio-ambientale» (LS 139). Non è solo un approccio inter-disciplinare, che integra scienze esatte, sociali e umane, filosofia e teologia, politica ed economia...: la fatica della complessità mette in relazione anche professionalità (scienziati, tecnici, ricercatori, inse-gnanti, operatori sociali, funzionari pubblici, imprenditori, politici) e dimensioni della persona (spirituale, professionale, intellettuale, affettiva, religiosa) che il mondo frantumato ci abitua a isolare.

2 Per un approfondimento delle diverse valenze dell’ecologia integrale, cf. G. COSTA - P. FOGLIZZO, L’ecologia integrale, in «Aggiornamenti Sociali» 8-9 (2015) 541-548.

3 FRANCESCO, Discorso ai partecipanti all’Incontro mondiale dei movimenti po-polari (28 ottobre 2014); a riguardo cf. M. CZERNY - P. FOGLIZZO, La forza degli esclusi. L’Incontro mondiale dei movimenti popolari in Vaticano, in «Aggiornamenti Sociali» 1 (2015) 14-25.

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Le grandi questioni ambientali globali vengono così articola-te con le piccole azioni quotidiane di difesa dell’ambiente e del territorio, come la raccolta differenziata o il risparmio energetico: non sono «ascetici doveri verdi», ma atti d’amore che esprimono la nostra dignità e danno forma a una cultura ecologica. Questa

non si può ridurre a una serie di risposte urgenti e parziali [...]. Dovrebbe essere uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma edu-cativo, uno stile di vita e una spiritualità che diano forma a una resistenza di fronte all’avanzare del paradigma tecnocratico (LS 111).

Mettere a fuoco la potenza e la ricchezza dell’ecologia integrale richiede da una parte di comprenderne il valore programmatico e pastorale (non solo contenutistico), dall’altra di approfondirne le radici.

1. Un’ecologia da praticare

Lo scopo della Laudato si’ non è certo di ordine dottrinale: l’en-ciclica non può essere interpretata come una sintesi dell’ecologia cattolica, come un nuovo capitolo della morale sociale, né come l’espressione di una voce cattolica sulle tematiche ambientali, di cui esigere che il dibattito pubblico tenga conto. La chiave della Laudato si’ è piuttosto radicalmente pastorale: invita tutti – membri della chiesa e non – ad agire e reagire insieme per far fronte alla grave situazione in cui versa la terra, maltrattata e saccheggiata, i cui gemiti e lamenti si uniscono a quelli di tutti i poveri del mondo. È lo stesso grido, perché se «fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra» (LS 3), è proprio sui poveri che si abbattono le conseguenze più catastrofiche di ogni degrado ambientale (cf. LS 25).

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1.1. Il punto di partenza: un problema ignorato

L’enciclica si apre con uno sguardo contemplativo sulla bellezza della creazione (cf. LS 1) e con l’ascolto di un drammatico grido: la terra, nostra madre e nostra sorella, «protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei» da parte degli esseri umani (LS 2). Fran-cesco rivolge un accorato appello all’umanità intera – non solo alla chiesa – a unire le forze in vista di un progetto comune:

La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoc-cupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare (LS 13).

Per affrontare la crisi socio-ambientale il primo passo per papa Francesco è la costruzione di un soggetto collettivo – la famiglia umana unita – che si impegni responsabilmente a cercare soluzioni percorribili e a metterle in atto.

Papa Francesco non pretende certo di essere il primo ad accor-gersi della condizione drammatica in cui versano l’umanità e la creazione; anzi, la Laudato si’ dichiara subito di

esprimere riconoscenza, incoraggiare e ringraziare tutti coloro che, nei più svariati settori dell’attività umana, stanno lavorando per garantire la pro-tezione della casa che condividiamo. Meritano una gratitudine speciale quanti lottano con vigore per risolvere le drammatiche conseguenze del degrado ambientale nella vita dei più poveri del mondo (LS 13).

In particolare i giovani «esigono da noi un cambiamento. Essi si domandano com’è possibile che si pretenda di costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi ambientale e alle sofferenze degli esclusi» (LS 13).

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La gravità della situazione è, infatti, sotto gli occhi di tutti: «Ba-sta […] guardare la realtà con sincerità per vedere che c’è un grande deterioramento della nostra casa comune» (LS 63). Molti però – se non addirittura la maggioranza – non sono disposti a prenderne consapevolezza (cf. LS 59), un problema che coinvolge anche i cristiani (cf. LS 217). La ricerca di soluzioni è ostacolata da atteggia-menti che «vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche» (LS 14). La minaccia dell’indifferenza, che impedisce alle persone o alle società di riconoscere il bene e di compierlo, è un autentico assillo di papa Francesco, che non a caso vi ha dedicato un’analisi approfondita e al tempo stesso accorata nel recente Messaggio per la Giornata mondiale della pace 20164.

Diventa allora essenziale ribadire la ragione per cui dare ascolto al grido della terra e dei poveri e cambiare rotta: vista la profonda interrelazione che lega il pianeta e tutti gli esseri viventi che lo abitano, è l’unico modo per «uscire dalla spirale di autodistruzione in cui stiamo affondando» (LS 63). Si tratta di un’argomentazione condivisibile da tutti, a prescindere da qualunque riferimento di fede, ma che proprio per questo può lasciare i credenti delusi di non trovare qualcosa di più specifico.

1.2. Una speranza da costruire: la conversione ecologica

Pur nella consapevolezza della gravità dei problemi, che anzi la sua analisi mette ancor più in evidenza, l’enciclica è però animata da uno sguardo di speranza ancora più profonda, radicata nella fede

4 FRANCESCO, Messaggio per la XLIX Giornata mondiale della pace Vinci l’indif-ferenza e conquista la pace (8 dicembre 2015).

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e autenticamente teologale: «Non tutto è perduto, perché gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche supe-rarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi» (LS 205). L’ecologia integrale è, dunque, una proposta di conversione e un’esperienza di redenzione, a cui è possibile accedere non a livello individuale, ma collettivo, o meglio di umanità e di «famiglia universale» (LS 89) di tutte le creature: dalla crisi socio-ambientale ci possiamo salvare solo insieme.

Papa Francesco sollecita tutti e ciascuno – singoli, famiglie, col-lettività locali, nazioni e comunità internazionale – a una «conver-sione ecologica» (espressione di Giovanni Paolo II), cioè a cambiare rotta, abbandonando le posizioni di chiusura e assumendo la bellez-za e la responsabilità di un impegno per la «cura della casa comune».

In questa chiave è decisamente stimolante la pluralità di cammi-ni di «conversione ecologica» presentati nell’enciclica, in particolare (ma non solo) nel sesto capitolo (Educazione e spiritualità ecologica), che spaziano dai piccoli gesti concreti ai processi culturali e politici, dal dialogo alla contemplazione, dai percorsi formativi ai tempi della celebrazione5: non è possibile condensarli in un’unica propo-sta spirituale, in una sola modalità di operare o in un solo percorso se vogliamo che «la coscienza della crisi culturale ed ecologica [si traduca] in nuove abitudini» (LS 209).

2. Le radici della Laudato si’

Se l’obiettivo è mettere in moto un’azione condivisa, il papa non predica certo un attivismo senza radici. Le rintracciamo nella

5 Cf. G. COSTA, Verso la conversione ecologica, in Curare madre terra. Commento all’enciclica Laudato si’ di papa Francesco, EMI, Bologna 2015, 53-62.

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scienza, nella riflessione biblica e teologica, promovendo una pre-cisa visione ecclesiale, e in quella che tradizionalmente è nota come «opzione preferenziale per i poveri».

2.1. I frutti della ricerca scientifica

La Laudato si’ prende le mosse dai più recenti risultati della ri-cerca scientifica (cf. il primo capitolo: Quello che sta accadendo alla nostra casa), su cui ricostruisce il quadro delle principali emergenze ambientali: dall’inquinamento ai cambiamenti climatici, dall’effetto serra alla perdita di biodiversità, passando per l’utilizzo indiscrimi-nato delle risorse naturali.

Com’è stato autorevolmente confermato, si tratta di analisi su cui converge il consenso della larghissima maggioranza degli scien-ziati6. Assumendole, papa Francesco non vuole né “benedirle” né assolutizzarle: sa bene che il metodo scientifico procede attraverso il dibattito degli esperti sui risultati conseguiti e pubblicati e non vi trova spazio un’istanza autoritativa esterna: «Ancora una volta ribadisco che la chiesa non pretende di definire le questioni scien-tifiche» (LS 188). Anzi, i contenuti di questa parte della Laudato si’ saranno presto datati: ogni verità scientifica è destinata a essere messa in dubbio e, almeno potenzialmente, superata dalla ricerca successiva. Il metodo scientifico non è solo oggetto di rispetto: papa

6 Ribadito tra gli altri, dal climatologo tedesco Hans Joachim Schellnhuber, fondatore e direttore del «Potsdam Institute for Climate Impact Research», nel suo intervento in occasione della presentazione dell’enciclica: H.J. SCHELLNHUBER, Common Ground. The Papal Encyclical, Science and the Protection of Planet Earth (18 giugno 2015), in http://www.laudatosi.va/content/giustiziaepace/it/speciale-laudato-si/conferenza-stampa/intervento-del-prof--john-schellnhuber.html anche in https://www.pik-potsdam.de/images/common-ground (10.3.2016).

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Francesco si propone di difenderlo, in particolare nei casi in cui la libertà e l’onestà della ricerca rischiano di piegarsi agli interessi di chi detiene il potere o le risorse economiche: «Invito a un dibattito onesto e trasparente, perché le necessità particolari o le ideologie non ledano il bene comune» (LS 188).

Il ricorso alla scienza non è dovuto solo alla necessità di cono-scere la situazione; come si legge al n. 15, l’obiettivo è soprattutto «lasciarcene toccare in profondità e dare una base di concretezza al percorso etico e spirituale che segue», scendendo dalla dimensio-ne intellettuale a quella del cuore e degli affetti: la consapevolezza prodotta dalla conoscenza scientifica è chiamata a interagire con la dinamica dei desideri e della volontà, in modo da portare alle decisioni più corrette nella direzione del bene. Una spiritualità e un’etica che oggi pretendessero di non mettersi in ascolto della scienza sarebbero un’astrazione e si priverebbero della capacità di incidere sulla realtà. Dal momento che la crisi non è solo ambienta-le, lo stesso vale per i migliori risultati delle scienze sociali. Troppo spesso la lettura del contesto in cui viviamo si fonda su impressioni o intuizioni personali, o su quanto presentato dai media. Le scienze sociali possono invece aiutarci a cogliere più a fondo la complessità di quanto stiamo vivendo e a dare concretezza al modo di pensare un impegno sociale, civile, ecclesiale. Allo stesso tempo, scienze naturali e sociali non sono criterio unico di verità e non possono ritenersi in possesso della chiave ultima di accesso alla realtà. Il papa le invita a non cedere alla tentazione dell’autoreferenzialità, lascian-dosi integrare da altre forme di conoscenza e di sapienza umana:

Una scienza che pretenda di offrire soluzioni alle grandi questioni, do-vrebbe necessariamente tener conto di tutto ciò che la conoscenza ha prodotto nelle altre aree del sapere, comprese la filosofia e l’etica sociale (LS 110).

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Il metodo per la ricomposizione di questo sguardo integrale è quello che l’enciclica propone per affrontare tutti i problemi che evidenzia, il dialogo. A un primo livello è indispensabile «un dialogo tra le stesse scienze, dato che ognuna è solita chiudersi nei limiti del proprio linguaggio, e la specializzazione tende a diventare isola-mento e assolutizzazione del proprio sapere», così come quello tra le religioni, «orientato alla cura della natura, alla difesa dei poveri, alla costruzione di una rete di rispetto e di fraternità» e «tra i diversi movimenti ecologisti, fra i quali non mancano le lotte ideologiche» (LS 201). Ma questa dinamica deve diventare trasversale: «La scien-za e la religione, che forniscono approcci diversi alla realtà, possono entrare in un dialogo intenso e produttivo per entrambe» (LS 62). Etica e spiritualità hanno bisogno di integrare la scienza per evitare di rimanere astratte e prive di efficacia; ma anche la tecnoscienza ha bisogno di questa integrazione, giacché «le soluzioni meramente tecniche corrono il rischio di prendere in considerazione sintomi che non corrispondono alle problematiche più profonde» (LS 144).

2.2. Il fondamento biblico

Nella Laudato si’ papa Francesco non fa un trattato completo di teologia biblica: proprio come per la ricerca scientifica, ne acquisisce i migliori risultati, mettendo in evidenza alcuni punti fondamentali per l’ecologia integrale. Il punto di partenza è la creazione, che «può essere compresa solo come un dono che scaturisce dalla mano aperta del Padre di tutti» (LS 76). Questo conferisce dignità e valore a ogni creatura: ciascuna «ha una funzione e nessuna è superflua. [...] tutto è carezza di Dio» (LS 84).

Il legame di solidarietà tra tutte le creature si fonda nel comune riferimento al Creatore:

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Creati dallo stesso Padre, noi tutti esseri dell’universo siamo uniti da lega-mi invisibili e formiamo una sorta di famiglia universale, una comunione sublime che ci spinge ad un rispetto sacro, amorevole e umile (LS 89).

È questo il fondamento teologico, anzi propriamente trinitario, dell’ecologia integrale: «Tutto è collegato, e questo ci invita a matu-rare una spiritualità della solidarietà globale che sgorga dal mistero della Trinità» (LS 240).

All’interno di questa prospettiva va compresa la posizione dell’essere umano. Dotato di intelligenza e identità personale, nella comunione universale rappresenta «una novità qualitativa» (LS 81). Per questo il creato è affidato alle sue cure ed egli può promuoverne lo sviluppo o causarne il degrado: un «valore peculiare che implica allo stesso tempo una tremenda responsabilità» (LS 91).

Nel prendere le distanze dall’«ossessione di negare alla persona umana qualsiasi preminenza» (LS 91), papa Francesco è altrettanto netto nello stigmatizzare l’eccesso di antropocentrismo, anche di una certa esegesi biblica:

Anche se è vero che qualche volta i cristiani hanno interpretato le Scritture in modo non corretto, oggi dobbiamo rifiutare con forza che dal fatto di essere creati a immagine di Dio e dal mandato di soggiogare la terra si possa dedurre un dominio assoluto sulle altre creature (LS 67).

Il vero mandato dell’essere umano, infatti, è di coltivare e custo-dire la terra (cf. Gen 2,15). Vale la pena a questo punto recuperare un’assonanza che la traduzione italiana dell’enciclica inevitabilmen-te viene a perdere: nell’originale spagnolo, «custodire» è cuidar (let-teralmente «curare», «prendersi cura»), con un richiamo a quella cura che fin dal titolo punteggia il testo dell’enciclica. Dunque, la prospettiva

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non è fare i guardiani, difendere, sorvegliare (come l’immagine del custo-de potrebbe suggerire). Piuttosto è guardare con minuziosa attenzione, preoccuparsi, prendersi cura, far crescere ciò che è altro da sé con dedi-zione. È la sollecitudine che accompagna e nutre, per consentire la piena fioritura di ogni bellezza7.

Il riferimento al racconto delle origini si congiunge con la rica-pitolazione cristologica che chiude il secondo capitolo dell’enciclica (Il vangelo della creazione). Gesù invitava «a riconoscere la relazione paterna che Dio ha con tutte le creature» (LS 96) e «viveva una piena armonia con la creazione» (LS 98), senza disprezzare il corpo, la materia o le cose piacevoli della vita. Il nostro sguardo è accompa-gnato a vedere che «il destino dell’intera creazione passa attraverso il mistero di Cristo, che è presente fin dall’origine» (LS 99) e alla fine dei tempi consegnerà al Padre tutte le cose. Di conseguenza, «le creature di questo mondo non ci si presentano più come una realtà meramente naturale, perché il Risorto le avvolge misteriosamente e le orienta a un destino di pienezza» (LS 100).

Il modo corretto con cui l’essere umano può vivere nella creazio-ne è dunque collaborare alla sua redenzione in vista del compimen-to finale. Questo richiede un percorso di conversione per risanare le tre relazioni fondamentali su cui si basa l’esistenza umana: quella con Dio, quella con il prossimo e quella con la terra:

Secondo la Bibbia, queste tre relazioni vitali sono rotte, non solo fuori, ma anche dentro di noi. Questa rottura è il peccato (LS 66).

È questa rottura la radice dell’antropocentrismo deviato e di tutti i riduzionismi che minacciano la cura della casa comune. Questo

7 C. GIACCARDI - M. MAGATTI, Educarsi alla cura: coltivare, custodire, cantare, in Curare madre terra, 50.

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interpella la riflessione teologica e la prassi pastorale e catechetica: l’enciclica «chiede di tornare a pensare il nostro rapporto con la terra per evitare forme di antropocentrismo dispotico»8. L’identità dell’essere umano non può essere ritrovata senza recuperare il suo rapporto di interdipendenza con la terra e tutte le creature.

2.3. La prospettiva ecclesiologica

Come dicevamo, la Laudato si’ non è una summa di «ecologia cattolica» né un manuale di «ecologia spiegata ai cattolici». Anzi, a un orecchio strettamente ecclesiale può suonare persino un po’ estranea, ad esempio per la sobrietà dei riferimenti espliciti a Cri-sto o al vangelo. Non bisogna però fermarsi alla lettera di un testo esplicitamente diretto a ogni donna e uomo, a prescindere dalla loro collocazione confessionale o ideologica9. Anzi, proprio questa destinazione è rivelatrice di una concezione del rapporto chiesa-mondo al cui interno situare anche la comprensione del magistero di papa Francesco nel suo complesso.

Nella Laudato si’ appare chiaro che la chiesa è parte di un mondo più ampio, con cui entra in relazione: da questo scambio è arric-chita (cf. LS 7), mentre a sua volta essa offre il proprio contributo (cf. LS 216) a un’impresa che sta a cuore a tutti: la cura della casa comune (cf. LS 14). È un contributo prezioso, anzi indispensabile, come quello di tutti i saperi e di tutte le forme di saggezza che l’umanità ha elaborato (cf. LS 63. 110), ma non può pretendere di

8 S. MORANDINI, La conversione ecologica di Francesco, intervista a cura di V. PRISCIANDARO, in «Credere» 21 giugno 2015.

9 Per una più approfondita analisi, cf. G. COSTA - P. FOGLIZZO, Evangelii gau-dium: un «motore» per la Laudato si’ (I) e (II), in «Aggiornamenti Sociali» 2 (2016) 156-163 e 3 (2016) 242-251.