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Comitato Scientifico............................................. Relatori e Moderatori........................................... Programma Scientifico......................................... Abstracts............................................................ pag. 3 pag. 5 pag. 7 pag. 15 Indice generale Quinta Scuola Invernale di Psichiatria sull'analisi del DSM IV-TR I disturbi somatoformi Onlus

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Comitato Scientifico.............................................

Relatori e Moderatori...........................................

Programma Scientifico.........................................

Abstracts............................................................

pag. 3

pag. 5

pag. 7

pag. 15

Indice generale

Quinta Scuola Invernale di Psichiatria sull'analisi del DSM IV-TR I disturbi somatoformi

Onlus

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Comitato Scientifico

Segreteria Scientifica

Filippo Caraci (Catania)

Presidente

Co-Presidente

Filippo Drago (Catania)

Eugenio Aguglia (Catania)

Pier Luigi Canonico (Novara)

Donatella Marazziti (Pisa)

Giorgio Racagni (Milano)

Santo Di Nuovo (Catania)

I disturbi somatoformi

Onlus

3

Quinta Scuola Invernale di Psichiatria sull'analisi del DSM IV-TR

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Donatella Marazziti Dipartimento di Psichiatria, Neurobiologia,Farmacologia e BiotecnologieUniversità degli Studi di Pisa

Domenico MazzoneDipartimento di Neuropsichiatria InfantileUniversità degli Studi di Catania

Antonino Petralia Dipartimento di PsichiatriaUniversità degli Studi di Catania

Marco RigatelliDipartimento di PsichiatriaUniversità degli Studi di Modena e Reggio Emilia

Carmelo RinaudoDirigente Medico Psichiatra D.S.M.ASP di Catania

Salvatore SalomoneDipartimento di Farmacologia Sperimentale e Clinica Facoltà di Medicina e ChirurgiaUniversità degli Studi di Catania

Riccardo Torta Direttore S.C. di Psicologia Clinica e Oncologica A.U.O. San Giovanni Battista, Torino

Salvatore VariaDipartimento di Salute MentaleASP di Palermo

5

Eugenio Dipartimento di PsichiatriaUniversità degli Studi di Catania

Mario Amore Dipartimento di NeuroscienzeSezione di Psichiatria Università degli Studi di Parma

Filippo Bogetto Dipartimento di NeuroscienzeSezione di PsichiatriaUniversità degli Studi di Torino

Filippo Caraci Dipartimento di Scienze FarmaceuticheSezione di FarmacologiaUniversità degli Studi di Catania

Santo Di NuovoStruttura didattica di PsicologiaUniversità degli Studi di Catania

Filippo Drago Dipartimento di FarmacologiaUniversità degli Studi di Catania

Secondo Fassino Dipartimento di Neuroscienze Università degli Studi di Torino

Antonio Francomano Dipartimento di Neuroscienze ClinicheSezione di PsichiatriaUniversità degli Studi di Palermo

Daniele La Barbera Dipartimento di PsichiatriaUniversità degli Studi di Palermo

Aguglia

Relatori e Moderatori

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Onlus

Quinta Scuola Invernale di Psichiatria sull’analisi del DSM IV-TR

7

27 Febbraio - 2 Marzo 2010

Castiglione di Sicilia (CT)Palmerston Etna

Golf Resort & Spa

Programma Scientifico

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Sabato, 27 Febbraio 2010

11.00-12.00 Registrazione

12.00-13.00

I disturbi somatoformi nel DSM-V:

nuovi criteri e nuove prospettive di ricerca

I disturbi somatoformi: dalla neurobiologia alla clinica

17.00-18.00 Correlati neurobiologici dei disturbi somatoformi:

nuove evidenze

18.00-19.00 I disturbi somatoformi: aspetti neuropsicoimmunologici

19.00-19.30 Discussione

19.30-20.00 Questionario

Lettura magistrale

Eugenio Aguglia (Catania)

Sessione 1

Moderatore: Salvatore Salomone (Catania)

Filippo Drago (Catania)

Riccardo Torta (Torino)

Quinta Scuola Invernale di Psichiatria

sull'analisi del DSM IV-TR Castiglione di Sicilia (CT)9

I disturbi somatoformi

27 Febbraio - 2 Marzo 2010

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Domenica, 28 Febbraio 2010

Sessione 2

Moderatore: Antonino Petralia (Catania)

Domenico Mazzone (Catania)

Santo Di Nuovo (Catania)

Sessione 3

Moderatore: Carmelo Rinaudo (Catania)

Daniele La Barbera (Palermo)

Marco Rigatelli (Modena)

I disturbi somatoformi (1)

09.00-10.00 I disturbi somatoformi in età evolutiva

10.00-11.00 Ruolo degli esami psicodiagnostici nella diagnosi dei disturbi

somatoformi

11.00-11.30 Discussione

I disturbi somatoformi (2)

17.00-18.00 La diagnostica dei disturbi isterici tra DSM-IV TR e ICD 10

18.00-19.00 Il disturbo algico: criteri diagnostici nel DSM IV-TR e nell’ICD-10

19.00-19.30 Discussione

19.30-20.00 Questionario

I disturbi somatoformi

Quinta Scuola Invernale di Psichiatria

sull'analisi del DSM IV-TR Castiglione di Sicilia (CT)

27 Febbraio - 2 Marzo 201010

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Lunedì, 1 Marzo 2010

Sessione 4

Moderatore: Salvatore Varia (Palermo)

Secondo Fassino (Torino)

Filippo Bogetto (Torino)

Sessione 5

Moderatore: Antonio Francomano (Palermo)

Donatella Marazziti (Pisa)

Mario Amore (Parma)

Disturbi somatoformi e comorbidità

09.00-10.00 Il disturbo da dismorfismo corporeo e i disturbi della condotta

alimentare

10.00-11.00 Comorbidità tra disturbi somatoformi e disturbo

ossessivo-compulsivo

11.00-11.30 Discussione

I disturbi somatoformi (3)

17.00-18.00 L’ipocondria nel DSM IV-TR e nell’ICD-10

18.00-19.00 Comorbidità tra disturbi somatoformi e disturbi dell’umore

19.00-19.30 Discussione

19.30-19.45 Questionario

I disturbi somatoformi

Quinta Scuola Invernale di Psichiatria

sull'analisi del DSM IV-TR Castiglione di Sicilia (CT)11

27 Febbraio - 2 Marzo 2010

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Martedì, 2 Marzo 2010

Sessione 6

Moderatore: Donatella Marazziti (Pisa)

Filippo Drago, Filippo Caraci (Catania)

Filippo Drago

I disturbi somatoformi (4)

10.00-11.00 La diagnosi dei disturbi somatoformi e l’evoluzione del

trattamento farmacologico

11.00-11.30 Discussione

11.30-11.45 Conclusioni

11.45-12.00 Questionario

I disturbi somatoformi

Quinta Scuola Invernale di Psichiatria

sull'analisi del DSM IV-TR Castiglione di Sicilia (CT)12

27 Febbraio - 2 Marzo 2010

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Onlus

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27 Febbraio - 2 Marzo 2010

Castiglione di Sicilia (CT)Palmerston Etna

Golf Resort & Spa

Abstracts

Quinta Scuola Invernale di Psichiatria sull’analisi del DSM IV-TR

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Indic

e LETTURA MAGISTRALE

Eugenio Aguglia..................................................................................................................

I DISTURBI SOMATOFORMI: DALLA NEUROBIOLOGIA ALLA CLINICA

Filippo Drago.......................................................................................................................

Riccardo Torta......................................................................................................................

I DISTURBI SOMATOFORMI (1)

Domenico Mazzone.............................................................................................................

Santo di Nuovo....................................................................................................................

I DISTURBI SOMATOFORMI (2)

Daniele La Barbera..............................................................................................................

Marco Rigatelli.....................................................................................................................

DISTURBI SOMATOFORMI E COMORBIDITÀ

Secondo Fassino..................................................................................................................

Filippo Bogetto.....................................................................................................................

I DISTURBI SOMATOFORMI (3)

Donatella Marazziti..............................................................................................................

Mario Amore.......................................................................................................................

I DISTURBI SOMATOFORMI (4)

Filippo Drago, Filippo Caraci................................................................................................

I disturbi somatoformi nel DSM-V: nuovi criteri e nuove prospettive di ricerca

Correlati neurobiologici dei disturbi somatoformi: nuove evidenze

I disturbi somatoformi: aspetti neuropsicoimmunologici

I disturbi somatoformi in età evolutiva

Ruolo degli esami psicodiagnostici nella diagnosi dei disturbi somatoformi

La diagnostica dei disturbi isterici tra DSM-IV TR e ICD 10

Il disturbo algico: criteri diagnostici nel DSM IV- TR e nell’ICD-10

Il disturbo da dismorfismo corporeo e i disturbi della condotta alimentare

Comorbidità tra disturbi somatoformi e disturbo ossessivo-compulsivo

L’ipocondria nel DSM IV-TR e nell’ICD-10

Comorbidità tra disturbi somatoformi e disturbi dell’umore

La diagnosi dei disturbi somatoformi e l’evoluzione del trattamento farmacologico

pag. 21

pag. 25

pag. 27

pag. 33

pag. 35

pag. 39

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pag. 48

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pag. 55

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Lettura magistrale

● I disturbi somatoformi nel DSM-V: nuovi criteri e nuove prospettive di ricerca

Quinta Scuola Invernale di Psichiatria sull'analisi del DSM IV-TR

Eugenio Aguglia(Catania)

19

I disturbi somatoformi 27 Febbraio

Ore 12.00-13.00

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Quinta Scuola Invernale di Psichiatria sull'analisi del DSM IV-TR

I disturbi somatoformi Lettura magistrale

27 Febbraio 2010

Fra i pazienti che si rivolgono al medico, non pochi sono quelli che lamentano sintomi somatici e/o sindromi algiche che non hanno una base organica accertabile o che non trovano una giustificazione nei meccanismi fisiopatologici conosciuti. La patologia lamentata da questi pazienti, oltre ad essere per loro causa di sofferenze ed essere, talora, responsabile, direttamente o indirettamente, di più o meno gravi disabilità, comporta quasi sempre elevati costi sociali e sanitari (assenze dal lavoro, invalidità, indagini ripetute e/o costose, ricoveri, eccetera). Quando una sintomatologia somatica, che causa un grave disagio o una menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo o di altri settori, non può essere spiegata da una condizione medica generale, dagli effetti diretti dell’uso di una sostanza o da un altro disturbo mentale e non è intenzionale (sotto il controllo, cioè, della volontà, come i Disturbi Fittizi o la Simulazione), si parla oggi di "Disturbo Somatoforme". La categoria dei Disturbi Somatoformi è entrata nella nosografia psichiatrica nel 1980, con la terza edizione del DSM e comprende, nella versione più recente del DSM (DSM IV-TR), il Disturbo da Somatizzazione, il Disturbo Somatoforme Indifferenziato, il Disturbo di Conversione, l’Ipocondria, il Disturbo da Dismorfismo Corporeo, il Disturbo Algico ed il Disturbo Somatoforme Non Altrimenti Specificato. Tale categoria diagnostica è ancora oggi, alla luce di una imminente rivisitazione del DSM, oggetto di vivaci dibattiti scientifici relativi sia alla classificazione nosografica che alla definizione eziopatogenetica dei differenti quadri sindromici.

Eugenio Aguglia

I disturbi somatoformi nel DSM-V: nuovi criteri e nuove

prospettive di ricerca

Dipartimento di Psichiatria

Università degli Studi di Catania

21 27 Febbraio - 2 Marzo 2010

Castiglione di Sicilia (CT)

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Note

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I disturbi somatoformi:

dalla neurobiologia alla clinica

● Correlati neurobiologici dei disturbi somatoformi: nuove evidenze

● I disturbi somatoformi: aspetti neuropsicoimmunologici

Salvatore Salomone (Catania)

23

I disturbi somatoformi 27 Febbraio

Sessione 1

Moderatore

Quinta Scuola Invernale di Psichiatria sull'analisi del DSM IV-TR

Ore 17.00-19.00

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Quinta Scuola Invernale di Psichiatria sull'analisi del DSM IV-TR

I disturbi somatoformi

27 Febbraio 2010

La classificazione dei disturbi somatoformi adottata nel DSM-IV-TR ha solo in parte stimolato negli ultimi anni la ricerca dei correlati neurobiologici propri di queste patologie. Il nuovo approccio, al contempo categoriale e dimensionale, che sarà adottato per questi disturbi nel DSM-V dovrebbe favorire un avanzamento della ricerca in quest’area.Gli studi attualmente disponibili sulle basi neurobiologiche dei disturbi somatoformi hanno dimostrato sia una riduzione dei livelli plasmatici degli aminoacidi a catena ramificata (valina, leucina, isoleucina), che una riduzione dei livelli di triptofano inversamente correlati alla gravità ed al numero dei sintomi somatici presenti (Rief et al. 2004). Altri studi hanno confermato il possibile coinvolgimento della serotonina nella patogenesi di tali disturbi. In particolare è stata dimostrata un’aumentata frequenza dei sintomi somatici nei pazienti con disturbi somatoformi portatori dei genotipi l/l e l/s del gene che codifica per il trasportatore della serotonina (SERT).Gli studi di neuroimaging hanno invece dimostrato una compromissione dei gangli basali ed una riduzione del metabolismo cerebrale del glucosio nel nucleo caudato e nel putamen (Hakala et al. 2002). Nei pazienti con disturbo da conversione e ipoestesia è stata invece osservata, tramite risonanza magnetica funzionale, una ridotta attivazione delle aree normalmente coinvolte nella percezione degli stimoli dolorosi ed un’aumentata attivazione di altre aree, quali la regione anteriore della corteccia cingolata, che esercitano un ruolo essenziale nel processamento delle emozioni.Infine una nuova area di ricerca che si sta progressivamente espandendo è quella relativa al ruolo del sistema immunitario nella patogenesi dei disturbi somatoformi, in considerazione della frequente comorbidità di tali disturbi con patologie quali la depressione maggiore, caratterizzate da un’attivazione del sistema immunitario. Evidenze preliminari suggeriscono che nei pazienti con disturbi somatoformi è possibile osservare, a differenza dei pazienti affetti da depressione maggiore, un aumento dell’IL-6R ed una riduzione della IL-6. Nuovi studi saranno però necessari per analizzare il ruolo che il sistema immunitario può esercitare nei processi di somatizzazione interagendo con il sistema endocrino ed il SNC.

Filippo Drago

Correlati neurobiologici dei disturbi somatoformi:

nuove evidenze

Dipartimento di Farmacologia

Università degli Studi di Catania

25 27 Febbraio - 2 Marzo 2010

Castiglione di Sicilia (CT)

I disturbi somatoformi:dalla neurobiologia alla clinica

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Note

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Quinta Scuola Invernale di Psichiatria sull'analisi del DSM IV-TR

I disturbi somatoformi

La dicotomia cartesiana, quando applicata alle patologie psichiche, ha fortemente contribuito al mantenimento di un fuorviante dualismo fra basi biologiche e cervello da un lato (res extensa) e basi psicologiche e mente (res cogitans) dall'altra.Una forte inversione di tendenza si è avuta a partire dagli anni '30, quando Hempler (1937) ed altri autori hanno cominciato a tracciare le basi prima di una depressione "neurovegetativa", poi del concetto di "equivalenti affettivi (Da Fonseca,1963) o depressivi (Lopez Ibor,1966)" e di "depressione mascherata", formulato da Glasser e da Lesse nel 1967 e culminato nel Congresso di psichiatria di St.Moriz del 1972. Con l'avvento del DSM III nel 1980, fautore di una nosografia basata sui fatti (sintomi) e non sulle opinioni (ipotesi causali), l'attenzione scientifica sulla depressione mascherata è crollata bruscamente per giungere alla eterogenea categorizzazione dei "somatization disorders" del DSM IV e dell'ICD-10. Una forte critica verso l'ambiguità e coerenza di tale formulaziome diagnostica incomincia a manifestarsi con Mayou et al (2005) e si concretizza nella tardiva applicazione clinica del modello bio-psico-sociale, formulato teoricamente da Engel nel 1977, ma solo marginalmente applicato nella quotidianità del contesto clinico anche a tutt'oggi.E' come al solito la scuola tedesca che ripropone una nuova rilettura dei disturbi somatoformi (somatoforme stoerungen) suggerendo un complesso paradigma che fonde i meccanismi neurobiologici della malattia con le caratteristiche di personalità ed il rapporto con la malattia stessa, per altro modulato dalla cultura e prassi del sistema di gestione assistenziale (Kapfhammer, 2007).Proprio negli ultimi anni rinasce dunque l'attenzione scientifica e clinica sul significato dei sintomi somatici della depressione, in particolare per quanto riguarda i "painfull physical symptoms" ed il loro importante contributo, quali sintomi residuali e fortemente correlati nel rischio di ricadute depressive (Fava e Wise, 2007). Vengono riproposti vecchi concetti psicopatologici in una nuova chiave di lettura, resa possibile dalle nuove conoscenze psicobiologiche: l'amplificazione somatosensoriale, la "central sensitization" trasversale a molte patologie (dal colon irritabile alla fibromialgia al disturbo di panico), il comportamento di malattia, le varie forme di alessitimia vengono rilette sulla base della riformulata ipotesi psicobiologica della depressione.

Riccardo Torta

I disturbi somatoformi: aspetti neuropsicoimmunologici

Direttore S.C. di Psicologia Clinica e Oncologica

A.U.O. San Giovanni Battista, Torino

27 27 Febbraio - 2 Marzo 2010

27 Febbraio 2010Castiglione di Sicilia (CT)

I disturbi somatoformi:dalla neurobiologia alla clinica

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E' il concetto di "depressione come malattia sistemica" e l'attenzione verso la presenza di depressione in comorbilità nel corso di varie patologie somatiche (cardiologiche, metaboliche, ormonali, neurologiche, oncologiche) che propone un affiancamento all'ipotesi neurotrasmettitoriale della depressione con altre ipotesi patogenetiche del disturbo dell'umore. Vengono rivalutate l'importanza dei vari assi ormonali, dei meccanismi immunitari e di quelli neurotrofici nella patogenesi della depressione e vengono proposte nuove spiegazioni causali dei disturbi somatici della depressione stessa (Torta, 2008). Particolarmente rilevanti divengono le conoscenze sui rapporti fra sistema immunitario, sintomi depressivi ed ansiosi e manifestazioni psicosomatiche dello stress (Schiepers et al, 2005).Conseguenza clinica fondamentale di tale rilettura del sintomo somatico in corso di depressione è la nuova interpretazione dei meccanismi d'azione dei farmaci antidepressivi che non si limitano al contesto neurotrasmettitoriale, ma dimostrano specifiche e fondamentali azioni sul versante ormonale, immunitario e neurotrofico, in una rinata dimensione di unitarietà anche biologica di azione con le psicoterapie e gli interventi psicosociali.Citando Paolo Pancheri (2006): " la depressione non si è mai mascherata in tutta la sua storia. Si è sempre presentata con il suo vero volto: quello di una malattia che colpisce l'uomo nella sua totalità sia mentale sia somatica. Ciò che è cambiato, nel corso della storia della medicina, è la visione del medico...".

28

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Note

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I disturbi somatoformi (1)

● I disturbi somatoformi in età evolutiva

● Ruolo degli esami psicodiagnostici nella diagnosi dei disturbi somatoformi

Antonino Petralia(Catania)

31

I disturbi somatoformi 28 Febbraio

Sessione 2

Moderatore

Quinta Scuola Invernale di Psichiatria sull'analisi del DSM IV-TR

Ore 09.00-11.00

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Quinta Scuola Invernale di Psichiatria sull'analisi del DSM IV-TR

I disturbi somatoformi

La presenza di disturbi somatoformi, in età evolutiva, può rappresentare uno dei campanelli d’allarme per la possibile esistenza di un sottostante disturbo psicologico e può, inoltre, contribuire a determinare una limitazione e una compromissione del funzionamento sociale, difficoltà e ripetute assenze in ambito scolastico.L’elemento caratterizzante è l’esperienza di malessere, che, nei bambini più grandi può essere verbalizzata come una preoccupazione eccessiva, mentre nei bambini più piccoli, si traduce in correlati somatici inequivocabili (mimica tesa, irrequietezza, manifestazioni neurovegetative).Numerosi studi hanno posto in evidenza lo stretto legame esistente tra somatizzazione e disturbi d’ansia. I nostri dati, in accordo con studi precedenti, indicano che i bambini affetti da disturbi d’ansia lamentano, spesso, sintomi somatici. I sintomi più comuni sono: irrequietezza (74%), dolori di stomaco (70%), arrossamento del viso (51%), palpitazioni (48%), tensione muscolare (45%), sudorazione (45% ) e agitazione/tremori (43%). Alcuni autori hanno, osservato che circa un terzo dei bambini con diagnosi di cefalea presenta patologie emotive o comportamentali di rilevanza clinica, tra cui disturbi d’ansia e disturbi depressivi.In conclusione, la presenza di sintomi somatici sottolinea l’importanza di un approfondito approccio diagnostico in tali pazienti, al fine di una diagnosi differenzia-le tra un disturbo psicologico ed eventuali patologie di natura organica.

Domenico Mazzone

I disturbi somatoformi in età evolutiva

Dipartimento di Neuropsichiatria Infantile

Università degli Studi di Catania

33 27 Febbraio - 2 Marzo 2010

28 Febbraio 2010Castiglione di Sicilia (CT)

I disturbi somatoformi (1)

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Note

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Quinta Scuola Invernale di Psichiatria sull'analisi del DSM IV-TR

I disturbi somatoformi

La relazione parte dalle tassonomie condivise sui disturbi somatoformi, per evidenziare quali aspetti sono meglio suscettibili di valutazione psicodiagnostica.Scopo della valutazione (assessment) è individuare i fattori eziopatogenetici connessi soprattutto all’emotività del soggetto e agli aspetti relazionali; essa va compiuta in modo multidimensionale e utilizzando tecniche diverse, quali questionari, test proiettivi, osservazione, colloqui clinici.Per ciascuna dei queste modalità vengono presentati i presupposti teorici e metodologici e una esemplificazione degli usi possibili degli strumenti nella diagnosi dei disturbi somatoformi.La valutazione psicodiagnostica, oltre che all’inquadramento nosografico, mira a formulare ipotesi dinamiche relative al trattamento psicologico della persona.

Santo Di Nuovo

Ruolo degli esami psicodiagnostici nella diagnosi dei

disturbi somatoformi

Struttura didattica di Psicologia

Università degli Studi di Catania

35 27 Febbraio - 2 Marzo 2010

28 Febbraio 2010Castiglione di Sicilia (CT)

I disturbi somatoformi (1)

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Note

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I disturbi somatoformi (2)

● La diagnostica dei disturbi isterici tra DSM-IV TR e ICD 10

● Il disturbo algico: criteri diagnostici nel DSM IV-TR e nell’ICD-10

Carmelo Rinaudo(Catania)

37

I disturbi somatoformi 28 Febbraio

Sessione 3

Moderatore

Quinta Scuola Invernale di Psichiatria sull'analisi del DSM IV-TR

Ore 17.00-19.00

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Quinta Scuola Invernale di Psichiatria sull'analisi del DSM IV-TR

I disturbi somatoformi

La diagnosi di isteria pone una serie di questioni interessanti in relazione alla complessità delle manifestazioni di questo disturbo, a come esso si inserisce, con una sua peculiarità, all’interno dell’ambito dei Disturbi Somatoformi del DSM IV-TR e ai suoi rapporti con il Disturbo da somatizzazione. La possibilità di separare le manifestazioni isteriche in somatiche e psichiche a partire dai meccanismi di difesa principali utilizzati, rispettivamente conversione e dissociazione, è una delle caratteristiche principali che distinguono il DSM-IV sebbene, così facendo, il Manuale contraddice la sua vocazione ateorica.Ma affrontare il problema della diagnosi dei disturbi isterici nei differenti sistemi diagnostici comporta anche una riflessione sulla storia di questa patologia che si interseca, a volte in modo molto stretto, con la storia stessa della psichiatria psicodinamica di fine ‘800. Sul versante prospettico bisogna considerare l’evoluzione patoplastica dei disturbi isterici al giorno d’oggi e la diversa configurazione sintomatologica dell’isteria oltre alla differente distribuzione dei sintomi isterici in relazione all’identità di genere. Infine, pure rilevante ai fini della diagnosi appare il rapporto tra quadri isterici di Asse I e tratti di personalità isterica di Asse II.

Daniele La Barbera

La diagnostica dei disturbi isterici tra DSM-IV TR e ICD 10

Dipartimento di Psichiatria

Università degli Studi di Palermo

39 27 Febbraio - 2 Marzo 2010

28 Febbraio 2010Castiglione di Sicilia (CT)

I disturbi somatoformi (2)

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Note

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Quinta Scuola Invernale di Psichiatria sull'analisi del DSM IV-TR

I disturbi somatoformi

Il dolore è forse il più frequente sintomo che si incontra nella pratica medica ed è comune in numerose condizioni psichiatriche: dai disturbi d’ansia a quelli dell’ umore, ma e’ il sintomo principale nel Disturbo Algico. Una corretta diagnosi differenziale risulta quindi indispensabile per sviluppare un adeguato approccio terapeutico-riabilitativo che possa ridurre la disabilità derivante dal disagio emozionale e dall'alterazione del funzionamento sociale e lavorativo, che spesso il dolore determina. Il disturbo algico è relativamente comune. L'incidenza esatta è sconosciuta, ma negli USA il mal di schiena psicogeno da solo causa alcuni tipi di invalidità lavorativa, in una percentuale stimata dal 10 al 15% della popolazione adulta ogni anno. Tale disturbo può essere considerato come un “anello di congiunzione” tra il versante psichico e quello somatico e, per comprendere meglio questo complesso rapporto tra soma e psiche, è fondamentale un corretto inquadramento nosografico: ciò che rimane dei disturbi psicosomatici nelle attuali classificazioni sistematiche è rappresentato dai “Disturbi somatoformi” del DSM IV e dalle “Sindromi nevrotiche, legate a stress e somatoformi” dell’ICD 10. Il DSM (APA) come strumento diagnostico ateorico e categoriale, introduce una visione discontinua dei disturbi mentali che implica l’omogeneità delle diverse classi diagnostiche, la presenza di chiari confini e la loro mutua esclusività, mentre l’ICD (WHO) raggruppa tali disturbi sulla base di una associazione storica con il concetto di nevrosi. La complessità del problema nosografico è evidente anche dai diversi cambiamenti avvenuti nell’ambito della classificazione del disturbo algico e della più ampia categoria dei disturbi psicosomatici.

Marco Rigatelli

Il disturbo algico: criteri diagnostici nel DSM IV-TR e

nell’ICD-10

Dipartimento di Psichiatria

Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia

41 27 Febbraio - 2 Marzo 2010

28 Febbraio 2010Castiglione di Sicilia (CT)

I disturbi somatoformi (2)

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Note

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Disturbi somatoformi e comorbidità

● Il disturbo da dismorfismo corporeo e i disturbi della condotta alimentare

● Comorbidità tra disturbi somatoformi e disturbo ossessivo-compulsivo

Salvatore Varia(Palermo)

43

I disturbi somatoformi 1 Marzo

Sessione 4

Moderatore

Quinta Scuola Invernale di Psichiatria sull'analisi del DSM IV-TR

Ore 09.00-11.00

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Quinta Scuola Invernale di Psichiatria sull'analisi del DSM IV-TR

I disturbi somatoformi

Il disturbo da dismorfismo corporeo (BDD) e i disturbi alimentari (ED) sono disturbi di cui si ipotizza da tempo una correlazione con il disturbo ossessivo-compulsivo (OCD) (Phillips & Kaye, 2007; Phillips et al., 1995; Hollander et al., 1992; Hollander et al., 2009), in quanto caratterizzati da pensieri o comportamenti ripetitivi. Le preoccupazioni per l’immagine corporea e il disturbo dell’immagine corporea sono una caratteristica nucleare tanto dei disturbi alimentari che del disturbo da dismorfismo corporeo, che condividono inoltre il coinvolgimento e la intersezione di componenti somatiche e psichiche. Uno studio recente (Hrabosky et al., 2009) ha analizzato il funzionamento correlato all’immagine corporea in soggetti con anoressia nervosa (AN), bulimia nervosa (BN), BDD e controlli psichiatrici. I primi tre gruppi di pazienti condividevano un significativo disturbo della maggior parte delle dimensioni relative all’immagine corporea rispetto ai controlli, pur presentando differenze per quanto riguarda il focus dell’insoddisfazione corporea e le modalità di coping rispetto all’immagine corporea, ossia negli elementi cognitivi, comportamentali ed emozionali del funzionamento correlato all’immagine corporea. Un altro studio (Kittler et al., 2007) ha indagato la prevalenza di preoccupazioni relative al peso in soggetti con BDD: il 29% dei soggetti esaminati risultava avere preoccupazioni per il peso clinicamente significative. Tali soggetti erano, rispetto a quelli con BDD senza preoccupazioni per il peso, più giovani, prevalentemente di sesso femminile, con più aree corporee come oggetto di preoccupazione, una più elevata frequenza di determinati comportamenti correlati al BDD, di tentativi di suicidio e comorbilità. Inoltre in tali soggetti era più grave il disturbo dell’immagine corporea e la depressione; il funzionamento sociale era invece più compromesso (Kittler et al., 2007). Uno studio sulla comorbilità tra BDD e ED (Ruffolo et al., 2006), ha riscontrato nel campione studiato una prevalenza di comorbilità lifetime del 32.5% con un ED (9% con AN, 6.5% con BN, 17.5% con ED non altrimenti specificati).In conclusione questi dati rimandano alla necessità di: (1) studi che chiariscano la relazione tra BDD, ED e OCD, per quanto concerne fenomenologia, storia famigliare, neurobiologia ed etiologia; (2) la necessità di approfondire le implicazioni delle correlazioni tra questi disturbi dell’immagine corporea, tanto sul piano della valutazione diagnostica che del trattamento.

Secondo Fassino

Il disturbo da dismorfismo corporeo e i disturbi della

condotta alimentare

Dipartimento di Neuroscienze

Università degli Studi di Torino

45 27 Febbraio - 2 Marzo 2010

1 Marzo 2010Castiglione di Sicilia (CT)

Disturbi somatoformi e comorbidità

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Per quanto riguarda quest’ultimo punto, particolare interesse rivestono gli approfondimenti relativi alla personalità con l’uso di strumenti ampiamente diffusi come il Temperament and Character Inventory: se la letteratura in merito alla personalità nei disturbi alimentari è molto ricca (Fassino et al., 2004), più recente è lo sviluppo di questo filone di ricerca nel BDD (Pecorari et al., 2009). Tali approfondimenti potranno portare a rilevanti implicazioni per l’approccio terapeutico, soprattutto psicoterapeutico, nei confronti di disturbi come il BDD per i quali l’approccio di chirurgia estetica spesso richiesto dai pazienti è quasi sempre inefficace.

46

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Note

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Quinta Scuola Invernale di Psichiatria sull'analisi del DSM IV-TR

I disturbi somatoformi

I Disturbi Somatoformi rappresentano una categoria diagnostica eterogenea comprendente, secondo il DSM-IV, il Disturbo di Somatizzazione, il Disturbo Somatoforme Indifferenziato, il Disturbo da Conversione, il Disturbo Algico, l'Ipocondria, il Disturbo da Dismorfismo Corporeo e il Disturbo Somatoforme Non Altrimenti Specificato, e la loro frequenza nella popolazione generale oscilla tra lo 0,2 e il 7%; il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) può invece arrivare ad interessare il 2-3% della popolazione generale.Sin dagli studi epidemiologici condotti negli anni '80 e '90 è stata documentata un'elevata associazione tra le due condizioni, con un rischio di comorbidità lifetime con DOC nei pazienti con Disturbi Somatoformi sino a 12 volte superiore. Tale elevato dato di comorbidità, unitamente ad alcune peculiari caratteristiche psicopatologiche e cliniche, hanno indotto alcuni Autori ad inquadrare in particolare il Disturbo da Dismorfismo Corporeo e l'Ipocondria all'interno della definizione del cosiddetto Spettro Ossessivo-Compulsivo; il ruolo di tali correlazioni diagnostiche dimensionali e categoriali è peraltro di centrale attualità nel dibattito preliminare alla stesura del DSM-V.

Filippo Bogetto

Comorbidità tra disturbi somatoformi e disturbo

ossessivo-compulsivo

Dipartimento di Neuroscienze

Sezione di Psichiatria

Università degli Studi di Torino

48 27 Febbraio - 2 Marzo 2010

1 Marzo 2010Castiglione di Sicilia (CT)

Disturbi somatoformi e comorbidità

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Note

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I disturbi somatoformi (3)

● L’ipocondria nel DSM IV-TR e nell’ICD-10

● Comorbidità tra disturbi somatoformi e disturbi dell’umore

Antonio Francomano(Palermo)

I disturbi somatoformi 1 Marzo

Sessione 5

Moderatore

Quinta Scuola Invernale di Psichiatria sull'analisi del DSM IV-TR

51

Ore 17.00-19.00

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Quinta Scuola Invernale di Psichiatria sull'analisi del DSM IV-TR

I disturbi somatoformi

L'ipocondria (dal greco hypochondrios, che si trova sotto lo sterno) è un’alterazione dell’integrazione delle normali sensazioni che provengono dall'interno del corpo, erroneamente interpretate come sintomi di malattia. È anche detta patofobia o nosofobia.L'ipocondria varia dalla più semplice paura di ammalarsi fino a terrore di aver contratto o sviluppato malattie gravissime, invalidanti o mortali. Nel DSM IV-TR l’ipocondria è sistematizzata nei disturbi somatoformi e i criteri diagnostici prevedono la preoccupazione persistente legata alla paura di avere, oppure alla convinzione di avere, una malattia grave, basate sull’erronea interpretazione di sintomi somatici di entità tale da provocare disagio significativo nel funzionamento sociale, lavorativo, o in altre aree importanti. Viene poi riconosciuta l’esistenza di una forma caratterizzata da scarso insight quando per la maggior parte del tempo durante l’episodio in atto, la persona non è in grado di riconoscere che la preoccupazione di avere una malattia grave è eccessiva o irragionevole. In questo caso, l’individuo si sottopone a continue visite ed indagini che, nonostante la loro negatività, non riducono la preoccupazione. Il manuale riconosce l’esistenza di sindromi ipocondriache che possono essere ascritte al disturbo d’ansia generalizzato, al disturbo ossessivo-compulsivo, al disturbo di panico, a depressione maggiore, ad ansia di separazione, o un altro disturbo somatoforme. Nell’ICD-10, l’ipocondria è collocata tra i disturbi nevrotici, concetto che è scomparso dal DSM.

Donatella Marazziti

L’ipocondria nel DSM IV-TR e nell’ICD-10

Dipartimento di Psichiatria, Neurobiologia, Farmacologia e Biotecnologie

Università degli Studi di Pisa

53 27 Febbraio - 2 Marzo 2010

1 Marzo 2010Castiglione di Sicilia (CT)

I disturbi somatoformi (3)

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Note

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Quinta Scuola Invernale di Psichiatria sull'analisi del DSM IV-TR

I disturbi somatoformi

Depressione, ansia e somatizzazione rappresentano i principali disturbi di pertinenza psichiatrica prevalentemente osservati dai Medici di Medicina Generale. Studi caso-controllo hanno consentito di definire alcune caratteristiche dei casi diagnosticati dal Medico di Medicina Generale come depressione, ansia e/o disturbi somatoformi: si tratta per lo più di soggetti anziani, più frequentemente di sesso femminile, con un basso livello d’istruzione, che tendono ad avere ripetuti contatti con il proprio Medico di Medicina Generale, e che si trovano in una condizione di difficoltà finanziaria o di stress psicosociale. In tali pazienti inoltre è stata osservata una notevole riduzione del funzionamento secondaria alla sintomatologia e la tendenza dei pazienti stessi ad autodefinirsi affetti da un disturbo mentale.Evidenze epidemiologiche dimostrano la non infrequente copresenza di Disturbi Somatoformi e Disturbi Depressivi o d’Ansia. Tuttavia non vi è ancora chiarezza circa i rapporti e temporali e di causalità tra i Disturbi Somatoformi da un lato e Disturbi Depressivi e d’Ansia dall’altro.Sono state proposte diverse ipotesi nel tentativo di spiegare la relazione tra depressione, ansia e somatizzazione: esiste una parziale sovrapposizione dei criteri diagnostici che contribuisce ad incrementare la probabilità di co-occorrenza dei disturbi; una sindrome potrebbe rappresentare un fattore di rischio per lo sviluppo di altri disturbi (ad esempio, è stato dimostrato che l’ansia costituisce un fattore di rischio per lo sviluppo di depressione). Inoltre depressione, ansia e somatizzazione potrebbero derivare da diatesi comuni psicosociali e biologiche; evidenze suggeriscono infatti che molti dei fenomeni riconducibili ai disturbi somatoformi rappresentano in realtà una somma delle sindromi psichiatriche o le manifestazioni incomplete o atipiche delle stesse. Infine, la sovrapposizione delle sindromi suggerisce la possibile esistenza di un disturbo nel quale coesisterebbero sintomi depressivi, ansiosi e somatici, piuttosto che tre disturbi distinti.Sono state individuate tre caratteristiche di personalità associate con maggiore frequenza al processo di somatizzazione e suscettibili di modifica: l’assenza di Internal Locus of Control, la presenza di tratti ipocondriaci, e la tendenza a ricondurre sintomi fisici a cause organiche.In considerazione del fatto che la maggior parte dei pazienti affetti da forme lievi di

Mario Amore

Comorbidità tra disturbi somatoformi e disturbi dell’umore

Dipartimento di Neuroscienze

Sezione di Psichiatria

Università degli Studi di Parma

55 27 Febbraio - 2 Marzo 2010

1 Marzo 2010Castiglione di Sicilia (CT)

I disturbi somatoformi (3)

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disturbo mentale riceve dal proprio Medico di Medicina Generale una diagnosi di disturbo somatoforme/funzionale, ed in vista della imminente revisione degli strumenti diagnostici DSM-IV ed ICD-10, in letteratura è stato posto l’accento sulla necessità di rendere tali strumenti diagnostici più facilmente utilizzabili da parte dei Medici di Medicina Generale, anche attraverso l’introduzione di categorie diagnostiche appropriate per quelle forme di disturbo mentale prevalentemente osservate nei settings di medicina generale, al fine di migliorarne il trattamento.

56

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Note

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I disturbi somatoformi (4)

● La diagnosi dei disturbi somatoformi e l’evoluzione del trattamento farmacologico

Donatella Marazziti(Pisa)

I disturbi somatoformi 2 Marzo

Sessione 6

Moderatore

Quinta Scuola Invernale di Psichiatria sull'analisi del DSM IV-TR

59

Ore 10.00-11.00

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Quinta Scuola Invernale di Psichiatria sull'analisi del DSM IV-TR

I disturbi somatoformi

La diagnosi rappresenta in psichiatria una tappa fondamentale per una corretta scelta delle strategie terapeutiche. I diversi sistemi classificatori possono pertanto condizionare l’approccio al trattamento farmacologico dei disturbi psichiatrici nella pratica clinica. I sistemi nosografici attualmente utilizzati in psichiatria sono la classificazione dell’OMS (ICD-10) e il Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorders dell’American Psichiatric Association (DSM-IV-TR). Sebbene la stesura dei due sistemi sia stata condotta nel tentativo di creare due modelli diagnostici tra di loro compatibili, alcune significative differenze persistono tra i due sistemi. Ad esempio il DSM-IV mantiene un unico set di criteri diagnostici, mentre l’ICD-10 prevede una versione per la pratica clinica ed una per la ricerca dotata di criteri più rigidi. Un elemento comune ai due sistemi nosografici è rappresentato dall’adozione di un approccio categoriale, che non sempre riesce a descrivere la complessità dei quadri psicopatologici e gli stretti legami tra alcune grandi categorie di disturbi psichiatrici (ad esempio la depressione ed i disturbi d’ansia), costringendo spesso lo psichiatra ad adottare il criterio della comorbidità.Gli studi epidemiologici condotti negli ultimi anni sui disturbi somatoformi hanno dimostrato lo stretto rapporto tra questi ed i disturbi dell’umore, soprattutto la depressione maggiore. I disturbi somatoformi sembrano essere presenti in una elevata percentuale tra i pazienti affetti da depressione maggiore ed i soggetti con depressione in comorbidità con disturbi somatoformi rispondono con una latenza maggiore al trattamento con antidepressivi e con un più basso tasso di remissione. Pochi sono gli studi clinici controllati sull’efficacia degli antidepressivi in tale classe di disturbi. Recenti evidenze suggeriscono un’efficacia degli SSRI e degli SNRI nel trattamento dei disturbi somatoformi, ma mancano ancora studi di confronto tra le diverse classi di antidepressivi.Il futuro DSM-V, la cui pubblicazione è prevista nel 2013, dovrà tentare una più efficace unificazione con l’ICD-11, adottando anche per i disturbi somatoformi criteri diagnostici dimensionali, che meglio descrivano i sintomi somatici rispetto alle ristrette categorie del DSM-IV-TR. L’adozione del criterio dimensionale dovrebbe inoltre facilitare sia il lavoro del ricercatore nella pianificazione di studi controllati, che il lavoro dello psichiatra nella pratica clinica.

Filippo Drago Filippo Caraci

La diagnosi dei disturbi somatoformi e l’evoluzione del

trattamento farmacologico

Dipartimento di Farmacologia

Università degli Studi di Catania

Dipartimento di Scienze Farmaceutiche

Sezione di Farmacologia

Università degli Studi di Catania

61 27 Febbraio - 2 Marzo 2010

2 Marzo 2010Castiglione di Sicilia (CT)

I disturbi somatoformi (4)

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Note

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Con il contributo

f a r m a c e u t i c i s.p.a.

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