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Ferrari GTO 1984

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Andando a spulciare tra gli innumerevoli articoli che appartengonoall’ormai tradizionale patrimonio di AutoCapital, proponiamo in questonumero un’interessante inchiesta effettuata nel 1984 da Marcello Minerbi,importante firma nell’universo giornalistico legato ai motori. L’oggetto dellaricerca è la Ferrari GTO seconda serie in quanto apparve sul mercato dellesupercar, appunto, in quell’anno. Segue, 22 anni dopo, alla più famosa, piùricercata e, oggi, più quotata GTO nata nel 1962: la classica sportiva con cuidurante la settimana ci si recava in ufficio e la domenica si vincevano lecorse. La sua prima discendente, di cui si occupa Minerbi, non ne ha certo ilcarisma, tuttavia si tratta pur sempre di una Ferrari equipaggiata con unmotore biturbo che eroga 400 CV e permette di raggiungere i 305 km/h conun passaggio da 0 a 100 km/h in 4,9 secondi. Nel pezzo vengonosottolineate anche le difficoltà che i tecnici incontrarono nello scaricare aterra una potenza tanto elevata e, all’uopo, vennero prodotti pneumaticispeciali. Esteticamente ricalca la Ferrari 308, la parte più riuscita del designè la coda ed è caratterizzata da feritoie laterali e da parafanghi allargati chene accentuano l’idea di potenza e di muscolarità che emana. Una versioneevoluzione venne fatta correre in pista, terreno ideale per tanta potenza.

La tendenza a ripetere a distanza di anni la denominazione divetture di successo, oggi sempre più seguita, era già posta inessere nel 1984, quando la Ferrari decise di produrre unanuova vettura imponendole un nome altisonante: GTO. Lasigla significava GT Omologata, come il Drake volle

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