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Rugby sport violento, è un mito da sfatare Dott. Carla Ciuti Monserrato 9 maggio 2009 Istituto Alberghiero “Antonio Gramsci” Union Rugby Cagliari Accademia Monserrato Grazia Deledda Rugby

Rugby sport violento, è un mito da sfatare - Monserrato · 2014. 3. 18. · Rugby sport violento, è un mito da sfatare Dott. Carla Ciuti Monserrato 9 maggio 2009 Istituto Alberghiero

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  • Rugby sport violento, èun mito da sfatare

    Dott. Carla CiutiMonserrato 9 maggio 2009

    Istituto Alberghiero “Antonio Gramsci”

    Union Rugby Cagliari

    Accademia Monserrato

    Grazia Deledda Rugby

  • Il RugbyDal 5° Corso nazionale di aggiornamento della SITOP

    (Società Italiana di Traumatologia ed Ortopedia Pediatrica)

    Tra gli Sport pericolosi, sono citati:• L’Hockey su ghiaccio• Il miniCross• Il Rugby

    “Tra gli sport di squadra il Rugby è sicuramente quello dove il regolamento, e le modalitàtecniche che lo determinano, espongono i praticanti a traumatismi anche di notevole entità”Dott. Innocenti - AMIR

  • Rugby: le originiDa taluni vengono fatte risalire ai legionari romani che giocavano l’”HARPASTUM” tra due squadre composte da molti giocatori che, fronteggiandosi in duri duelli di lotta, cercavano di spingere la palla al di làdel limite avversario

    Mirko Bergamasco

  • Dalla guida tecnica della FIRIl gioco del Rugby viene definito GIOCO di SITUAZIONE e di COMBATTIMENTO, dove l’alto numero dei giocatori che vi partecipano e l’intensità del contatto fisico, rappresentano gli aspetti che maggiormentelo caratterizzano e lo distinguono dagli altri sport di squadra

  • Studi epidemiologiciIn Italia gli studi epidemiologici sulla traumatologia nel Rugby sono poco numerosi ed i risultati non sempre sovrapponibili.

    La mancanza di una valutazione univoca riguarda sia l’incidenza dei traumatismi nel Rugby rispetto agli altri sport, sia le sedi di maggior incidenza dei traumi.

  • Sport a più elevata sinistrosità• Motociclismo• Motonautica• Pugilato• Rugby

    riferito ad una popolazione sportiva al di sotto dei 25 aa, in quanto all’innalzarsi dell’età, a seconda dello sport, si modificano le percentuali di incidenza (vedi jogging, sci alpino, ciclismo, tennis, trekking)

    Traumi e Sport (da Istituto Superiore Sanità – marzo 2008)

  • Traumi e Sport (da Guidotti ed altri)• Football Americano• Hockey su ghiaccio• Tuffi• Rugby

  • Sedi dei traumi

    48,2 %25,7 %8,5 %17,6 %Romanini1982

    39,7 %29,4 %15,4 %16,3 %10.500Allemandou1971

    33,8 %31,3 %12,3 %21,5 %600O’ Connel1954

    Arti inferiori

    Arti superiori

    TroncoCapoCasi

  • Sedi dei traumi (da Trauma Point)

    13Non specificata

    9 71311Tronco

    18 272022Arti superiori

    20 232924Testa e collo

    40 443743Arti inferiori

    GerrardNew Zealand

    1994

    ClarkSouth Africa

    1990

    Roux South Africa

    1987

    DaviesEngland

    1978Sede corporea

    Le sei lesioni più frequenti nel gioco del Rugby sono:

    • stiramenti o lesioni muscolari dell’arto inferiore • distorsioni della caviglia (contrasti, placcaggio, ecc.) • distorsioni / contusioni del ginocchio • ferite del volto o della testa • lussazione della spalla • frattura della clavicola

    Percentuale di lesioni nelle diverse sedi secondo vari autori - Tratto da Trauma Point

  • Sedi dei traumi (da Guidotti ed altri)• 34% - Testa e collo (soprattutto rachide cervicale anche se in diminuzione)• 46% - Arti inferiori

    – 14% - Caviglia e Piede– 13% - Ginocchio– 10% - Coscia– 9% - Gamba

  • Sedi traumi (World Cup – Australia 2003)• 33,7% - Testa, faccia e collo• 14% - Caviglia e Piede• 12% - Ginocchio• 21,7% - Ferite lacero contuse• 20,1% - Contusioni

  • Dal 1990 l’Associazione Medici Italiani del Rugby ha dato vita a periodici Congressi

    l’ultimo dei quali, a Milano nel 2008, ha ribadito il fatto che negli ultimi 20 aa il

    giocatore di Rugby si è molto modificato sotto il profilo atletico, in quanto è

    aumentata notevolmente la velocità e la fisicità del gioco.

    Essendo inoltre anche aumentati gli impegni e gli incontri sotto la spinta di pubblico,

    sponsor e media, sempre in aumento, accanto agli eventi acuti stanno prendendo

    sempre più spazio le patologie da sovraccarico.

    Questo ha portato la Federazione Internazionale ad attivarsi affinchè ci fosse una

    maggior severità delle regole di gioco e soprattutto una maggior sensibilizzazione

    all’educazione e prevenzione.

  • La consacrazione dell’Italia, dal 2000 nel Gotha del Rugby mondiale con la

    partecipazione al Torneo delle 5 Nazioni (diventato delle 6 Nazioni), ha fatto si che

    sempre più ampie fasce della popolazione, e dei ragazzi in particolare, prendesse

    contatto con questo sport, di origini nobili, nel quale il rispetto delle regole e degli

    avversari, è considerato un valore fondamentale.

    Il calcio è uno sport da gentiluomini fatto da bestie, mentre il rugby è un gioco da bestie fatto da gentiluomini.

    Oscar Wilde

  • Sulla scia di tale entusiasmo si sono anche

    moltiplicati gli studi epidemiologici che hanno

    fatto emergere un dato molto interessante,

    ossia che la maggior parte dei traumi si hanno

    nelle fasi di mischia (40%) e di placcaggio (36%)

    [secondo alcuni autori sarebbe più a rischio oggi

    placcare (20,6%) che essere placcato (19,1)]

    È ovvio che una serie di modifiche attuate per

    ridurre drasticamente i traumatismi nel Rugby,

    andrebbe inevitabilmente a snaturare il gioco

    che perderebbe completamente la sua identità.

  • Attività giovanileNelle categorie giovanili tali modifiche sono state introdotte nell’ottica di una

    graduale educazione del bambino e del giovane atleta ad uno sport di contatto

    estremo, contatto che è la massima azione distintiva del Rugby e che ne determina il

    fascino stesso.

    Accanto a questo vengono però, negli allenamenti, sviluppate le capacità coordinative,

    l’elasticità muscolo tendinea e le capacità articolari che consentono di prevenire gli

    infortuni e ridurne la gravità.

    Pertanto sono due i versanti del lavoro con i ragazzi:

    • una buona pianificazione dell’allenamento

    • una riduzione della pericolosità del gioco

  • FemminilePur considerato sport maschile per eccellenza, è

    in realtà lo sport più in aumento tra le donne del

    Nord America (nel solo Ontario ci sono oltre

    150 squadre di Rugby femminile nelle scuole

    superiori) ed anche in Italia è in aumento il

    numero delle iscritte.

  • ConclusioniA ) Lati positivi• Sport di squadra• Rispetto di regole ed avversari come valore fondamentale (terzo tempo)• Sport di situazione (il giocatore deve dare risposte motorie in funzione della sua capacità di utilizzare

    le informazioni provenienti dalla situazione tattica: posizione propria, di avversari e compagni)

    B ) Modifiche regolamentari degli ultimi anni• Hanno reso il Rugby meno pericoloso, meno caratterizzato dallo scontro fisico (che

    porta ad una maggiore frammentazione e staticità del gioco) a favore di un gioco più veloce, in cui il pallone si muove per azioni di durata relativamente lunga

    C ) Lavoro della FIR sui propri Tecnici • Ha portato ad una migliore pianificazione dell’allenamento ed ad una riduzione della

    spinta agonistica sui giovani

  • … pertanto …Possiamo affermare che anche il gioco del Rugby dovrebbe far parte delle

    conoscenze e del bagaglio motorio dei nostri ragazzi, presentato come giocosport,

    come per quasi tutti i giochi sportivi, nella fascia 8 – 10 anni, per poi passare al

    processo di specializzazione solo dopo i 15 anni.

  • Grazie per l’attenzione … e buon terzo tempo a tutti !!!

  • BibliografiaPer un Rugby migliore – Comitato Nazionale miniRugby 1976

    Considerazioni statistiche delle lesioni traumatiche del Rugby – L. Romanini, V. Calvisi– I. J. Of Sports Traumatgology 4/2, 91-103 1982

    Rugby Guida Tecnica – Centri CONI di Avviamento allo Sport 1986

    Ortopedia e traumatologia dello sport in età evolutiva – S. Turra – 5° Corso Nazionale di aggiornamento SITOP 1994

    Allenamento sportivo – P. Bellotti, E. Matteucci – UTET 1999

    Rugby Guida Tecnica – Centri CONI di Avviamento allo Sport 2001

    La ricerca scientifica applicata al Rugby del XXI secolo – Atti del 8° Congresso AMIR e FIR 2008