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Percorso Nascita Edizione 2016 1.34. Percorso Nascita Edizione 2017

Percorso – Nascita · Percorso - Nascita La nostra Casa di Cura, da sempre, garantisce accoglienza a tutte le donne che hanno esercitato la libera scelta del Medico e del luogo

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Percorso – Nascita

Edizione 2016

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Percorso – Nascita

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Percorso - Nascita

La nostra Casa di Cura, da sempre, garantisce accoglienza a tutte le donne che hanno esercitato la

libera scelta del Medico e del luogo di cura, per affrontare le tematiche legate alla riproduttività, alla

gravidanza ed al parto.

A tutte, viene garantita un’ assistenza altamente specialistica e qualificata, in regime di

accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale, accessibile su proposta del Medico Curante - con impegnativa di ricovero - e, in caso di urgenze-emergenze, con il ricovero urgente, predisposto dal

Medico Guardia, specialista in Ginecologia ed Ostetricia, sempre presente in Casa di Cura H24.

L’Unità Funzionale di Ostetricia e Ginecologia ha sviluppato tutte le pratiche diagnostiche cliniche e strumentali, terapeutiche ed assistenziali atte ad assicurare il coordinamento delle attività relative al

percorso nascita, in tutte le sue fasi, pre-concezionale, gravidanza, parto e puerperio, in linea con le indicazioni del Piano Socio Sanitario Regionale, in un “modello assistenziale partecipato” nella triade

madre-bambino-padre.

Il Nido offre un’assistenza globale ai neonati sani ed altamente specialistica a quelli che necessitano di cure sub-intensive, anche in continuità assistenziale con i centri di alta specializzazione e di

eccellenza della branca di neonatologia, con l’attivazione del Servizio di Trasporto Neonatale Avanzato della Regione Campania.

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Per seguire al meglio le gravidanze delle nostre pazienti è consigliato che le stesse afferiscano presso la nostra Struttura sin dalle prime settimane di amenorrea.

Un’équipe di Medici specialisti in Ostetricia e Ginecologia, e di Ostetriche, è sempre a disposizione di tutte le pazienti, sia di coloro che si affidano alla nostra Struttura fin dalla prima visita in gravidanza,

sia di coloro che, monitorate presso altre sedi, vi accedono in una fase intermedia, garantendo

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un’equità di accesso univoca e partecipata, indispensabile per il raggiungimento dei parametri

qualitativi assistenziali attesi. Tra l’altro l’accesso presso la Casa di Cura permette alle gravide di entrare in confidenza con la

Struttura, conoscendone gli ambienti, il personale e l’organizzazione con la quale dovranno poi interagire nel momento delicato del parto.

Così come, dopo la dimissione, l’accesso per controlli clinici e/o strumentali, sia rivolti alla madre che al neonato, potranno avere il valore psicologico del “sentirsi ancora protetti” nelle prime fasi del post-

partum.

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Il Primo appuntamento entro le prime 10 settimane:

Sono proposti:

- L’ esame delle urine per verificare la funzionalità renale; - L’ urinocultura con eventuale ATB per rilevare un’ eventuale infezione delle vie urinarie;

- L’ esame del sangue per determinare il Gruppo Sanguigno e il Fattore Rh, l’eventuale presenza di anemia o di altre malattie fra cui quelle infettive (Complesso TORCH, sifilide, HbSAg, HCV

HIV) – Emocromo – Azotemia – Glicemia – Transaminasi – Creatinemia – LDH – PT- PTT – PCR - Fibrinogeno – Emoglobina Glicosilata - Proteina C Anticoagulativa – Elettroforesi

Emoglobina -; - Test di Coombs diretto ed indiretto nelle pazienti portatrici di fattore RH negativo;

- L’ ecografia per confermare, nei casi dubbi, l’esatta settimana di gravidanza; - L’ecografia mammaria;

- Il Pap Test, se non è stato effettuato da almeno tre anni addietro; - Visita Cardiologica ed ElettroCardioGramma;

- Valutazione del peso materno e della pressione arteriosa.

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A questo proposito sarebbe opportuno prendere in considerazione anche quelle infezioni alimentari

che possono mettere a rischio la gravidanza, come ad esempio la listeriosi, causata dal batterio “Listeria monocytogenes”, che è associata ad aborto spontaneo e gravi patologie del neonato e la

salmonellosi, una tossinfezione che può provocare una forma gastroenterica, anche grave. Vengono commentati i risultati degli esami di laboratorio e si discute dell’assistenza offerta in questa

fase e delle cautele di vita da adottarsi.

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Fra l’11° e la 14° settimana:

Si esegue un’ecografia per la misurazione della TRANSLUCENZA NUCALE (che misura la plica nucale

del feto al fine di individuare il rischio della sindrome di Down e di Edwards con un’attendibilità del 70%) a cui si associano esami sierologici fra cui il Bi.test.

In casi sospetti fondati per una cromosomopatia è prescritta la VILLOCENTESI - prelievo dei villi coriali, previa somministrazione di un consenso informato preventivo e specifico, debitamente

sottoscritto consapevolmente dalla paziente (da eseguirsi presso centro specializzato alla procedura). La procedura di prelievo, per il proprio carattere di invasività, comporta rischi ostetrici, il più

importante dei quali è rappresentato dal rischio di aborto, aggiuntivo rispetto al cosiddetto rischio base che ciascuna donna presenta a prescindere dal ricorso a test invasivi. Oggi è possibile eseguire

un Prenal-test, metodica innovativa, non invasiva, che attraverso lo studio genetico del DNA fetale nel sangue materno è predittivo per le sindromi 13^, 18^ e 21^ con un attendibilità – secondo le

pubblicazioni casistiche dei laboratori accreditati – del 99,9%. Ad ogni buon fine, quale test di conferma, nei casi dubbi, si ricorre alla VILLOCENTESI di cui prima.

Valutazione del peso materno e della pressione arteriosa. Vengono commentati i risultati degli esami strumentali e si discute dell’assistenza offerta in questo

periodo e delle cautele di vita da adottarsi. =*=*=*=*=*=*=*=*=*=*=*=*=*=*=*=*=*=*=*=*=*=

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Nel corso della 16° settimana e fino alla 18°:

Si può eseguire un secondo prelievo ematico, test di screening (Tritest), con l’elaborazione dei dati

raccolti nel 1° e nel 2° trimestre, ai fini della valutazione del rischio di cromosomopatia (da eseguirsi presso centro specializzato alla procedura). La diagnosi prenatale delle anomalie del cariotipo fetale

(malattie cromosomiche), indicato in percentuale crescente rispetto all’età materna, (% massima per le gestanti di età compresa tra i 35 ed i 40 anni) è oggi possibile grazie all’ esecuzione in gravidanza

di un’ altra procedura invasiva, oltre la VILLOCENTESI, oramai divenute routinaria: Il prelievo di liquido amniotico – AMNIOCENTESI – procedura soggetta alla somministrazione di un

consenso informato preventivo e specifico debitamente sottoscritto consapevolmente dalla paziente. La procedura di prelievo, per il proprio carattere di invasività, comporta rischi ostetrici, il più

importante dei quali è rappresentato dal rischio di aborto, aggiuntivo rispetto al cosiddetto rischio base che ciascuna donna presenta a prescindere dal ricorso a test invasivi. Tale procedura di regola

viene eseguita presso l’ambulatorio del Medico Curante. Anche la Casa di Cura mette a disposizione la sua organizzazione in regime day service, con pagamento di una quota di partecipazione a carico

della paziente, oltre il costo dell’analisi eseguita sul liquido amniotico prelevato. Si eseguono le analisi dell’urina - urinocoltura e tampone vaginale.

Valutazione del peso materno e della pressione arteriosa. Vengono commentati i risultati degli esami e si discute dell’assistenza offerta in questo periodo e

delle cautele di vita da adottarsi.

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Dalla 19° alla 21° settimana:

Viene effettuata l’Ecografia Morfologica, detta anche Ecografia Strutturale, per la diagnosi di

eventuali anomalie strutturali fetali. Nel caso di diabete pre-gestazionale o gestazionale, oltre a monitorare la pressione arteriosa, qualora si tratti di pazienti a rischio per diabete, viene praticata la

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curva da carico di glucosio.

Possono essere ripetuti gli esami infettivologici per i quali, al precedente controllo, non hanno evidenziato immunità.

Valutazione del peso materno e della pressione arteriosa. Vengono commentati i risultati degli esami e si discute dell’assistenza offerta in questo periodo e

delle cautele di vita da adottarsi.

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Alla 25° settimana:

Si prescrive un ecocardiogramma fetale ed una curva da carico di glucosio a 60 e 120 minuti con

dose di glucosio di 75 gr. (bolo). Valutazione del peso materno e della pressione arteriosa.

Vengono commentati i risultati degli esami e si discute dell’assistenza offerta in questa settimana e delle cautele di vita da adottarsi soprattutto in relazione al regime alimentare seguito dalla paziente

(in questa epoca gestionale si possono manifestare le intolleranze ai carboidrati).

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Dalla 28° alla 30° settimana:

Si ripetono tutte le misure citate precedentemente e vengono proposti:

- Esami del sangue per la chimica clinica la coagulazione; - Esami del sangue per toxoplasmosi altre malattie infettive (epatite B, sifilide, HIV, etc.);

- Tampone vaginale per la ricerca dello streptococco; - Tampone rettale per la ricerca della salmonella e shighella;

- Profilassi anti-D alle donne con fattore Rh negativo che abbiano un partner con fattore Rh positivo, (oggi si raccomanda l’immunoprofilassi di routine a 28 settimane a tutte le donne Rh

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negative non sensibilizzate. E non soltanto dopo il primo parto, come si è sempre fatto finora).

Si tratta di una somministrazione intramuscolo di immunoglobuline anti-D del fattore Rh che bloccano la produzione di anticorpi da parte della madre. Il vantaggio è di ridurre al minimo il

rischio di immunizzazione nelle primi gravide.

Viene consigliato di seguire percorsi di preparazione al parto. Tali corsi, in fase di organizzazione

presso la nostra Casa di Cura, assumono il grande valore di ricondurre la gestazione alla sua semplice naturalità, poiché, condotti sulla base di linee guida internazionali, hanno la finalità di psicoprofilassi

al parto naturale nel presupposto che il cosiddetto “dolore da parto” non solo può essere mitigato dal

progresso delle metodiche di terapia antalgica, ma rende nozione pedagogica della motivazione materna al parto naturale rivalutando impostazioni antropologiche, quali, per esempio, quelli della

antica scuola Federiciana, tra cui il “pro bonus malum”, il dolore per il bene della maternità.

A tutte le donne è obbligo rendere l’informativa inerente la possibilità della CRIOCONSERVAZIONE

DEL SANGUE CORDONALE. Presso la nostra Struttura ci sono diverse Società accreditate, essendo

autorizzate al trasporto del sangue cordonale come da normativa vigente. E’ necessario fare sapere che la conservazione delle cellule staminali da cordone ombelicale è un

momento unico per la mamma e per il nascituro e che la scelta di una crio-banca deve rispondere a requisiti di qualità del sevizio offerto ed affidabilità.

A tal fine, la Casa di Cura, ha emanato precise disposizioni in merito alla procedura per la raccolta dei campioni di sangue cordonale, di seguito riportate:

- Accertarsi che l’Azienda che si propone per la crioconservazione, sia: - Una banca estera

- La filiale italiana di una banca estera - Una banca estera che co-firma il contratto unitamente ad una azienda italiana.

- Accertarsi che la banca estera che firma il contratto disponga di una licenza alla stessa intestata, rilasciata dall’Autorità responsabile del paese in cui a stessa banca ha sede.

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- Accertarsi, altresì, in caso di azienda che effettua intermediazione, che la banca indicata nel modulo

di richiesta all’esportazione sia la stessa che sottoscrive il contratto con i Genitori con licenza intestata a proprio nome.

La crio-banca per la conservazione delle cellule staminali, deve offrire delle opportune garanzie e precisamente:

- Garanzia del riutilizzo; - Qualità certificata;

- Trasporto attivo 365 giorni l’anno; - Polizza Assicurativa, a copertura del rischio di plausibili sinistri, nella fase di trasporto e di

crioconservazione; - Solidarietà internazionale.

D’altra parte, viene anche precisato che, in alternativa alle Società accreditate presso la Casa di Cura,

per la Crioconservazione del Sangue Cordonale è possibile avvalersi di una Società indicata specificatamente dalla gestante, fermo restando che la Società prescelta si accrediti presso la

Direzione Sanitaria, referente per l’autorizzazione al trasporto del campione di sangue cordonale prelevato, per tutto quanto attiene il rispetto delle procedure e normative vigenti in materia.

Viene altresì precisato che i Medici Ginecologi, devono evitare di adoperarsi in un’informazione atta a scoraggiare i futuri Genitori all’aderire a servizi di conservazione privata. Si rammenta che

nell’Allegato 1 del Decreto Legislativo 18 Novembre 2009 è riportato un elenco di patologie per le quali è scientificamente provato e clinicamente appropriato l’utilizzo delle cellule staminali da cordone

ombelicale. Lo Stato Italiano riconosce la validità scientifica della conservazione e dell’uso del sangue cordonale

sul bambino (uso autologo) o sui consanguinei (uso familiare) e se ne fa carico economicamente – consentendo anche la conservazione in Italia – solo se la malattia è già stata diagnosticata prima

della nascita. In alternativa, anche con la finalità solidaristica, esiste la possibilità, a titolo gratuito,

della DONAZIONE DEL SANGUE CORDONALE presso banche pubbliche. Nella città di Napoli la “BaSCo” è presente presso l’Ospedale Pausillipon. Anche in questo caso la gestante interessata dovrà

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presentare domanda presso la Direzione Sanitaria della Casa di Cura al fine di prenotare la donazione

al momento del parto. Valutazione del peso materno e della pressione arteriosa.

Vengono commentati i risultati degli esami e si discute dell’assistenza offerta in questo periodo e delle cautele di vita da adottarsi.

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Alla 34° settimana:

Si prescrive un’ecografia per la valutazione dell’accrescimento biometrico fetale e lo studio delle

flussimetrie materno fetali – Ripetizione dello screening ematochimico, coagulativo ed infettivologico,

prima della consulenza pre-anestesiologica. Si inizia a parlare del parto, del travaglio e delle opportunità a disposizione per affrontare il dolore.

Nella nostra Struttura siamo in grado di garantire alle mamme, H24, un servizio di parto-analgesia. La Parto-analgesia viene offerta, gratuitamente, a tutte le donne che siano candidate a partorire

spontaneamente o che ne facciano richiesta. Per essere sottoposta ad analgesia nel corso del travaglio, la futura mamma deve sottoporsi ad una consulenza pre-anestesiologica alla 37°

settimana. Nel corso della consulenza anestesiologica, alle paziente, vengono illustrati i vantaggi e le

controindicazioni dell’anestesia, eseguibile con varie tecniche, le modalità di somministrazione, e nel caso risulti praticabile, viene recepito il “consenso informato”.

La Casa di Cura, nell’ambito della pluralità dell’offerta assistenziale, con la finalità di promuovere il parto naturale e di sostenere le future mamme in questa scelta, ha dato ampia attuazione alla DCA

109/2016 della Struttura Commissariale Regionale della Campania, avente per oggetto, “la promozione ed il potenziamento della lotta al dolore durante il travaglio di parto per via naturale”, predisponendo una procedura di gestione dedicata a tale attività, che è parte integrante del percorso nascita, a disposizione di tutte le gestanti, prossime al parto, che ne dovessero fare richiesta.

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Nella procedura di gestione, sono descritte le indicazioni, le modalità, le eventuali complicanze e tutte

le tappe di gestione del processo (può chiedere copia della procedura all’ufficio ricoveri o consultare il

portale web www.hcitalia.it).

L’introduzione di tale procedura ha per obiettivo non solo di migliorare la qualità delle cure offerte, ma, anche, di contrastare con appropriatezza ed efficacia il ricorso al parto cesareo auto-determinato

e/o ritenuto improprio.

Ai fini dell’opportuna informazione per la genesi della consapevolezza alla richiesta della parto-

analgesia, in alternativa al parto cesareo, si riporta il “consenso informato” somministrato alle

pazienti gestanti: CONSENSO INFORMATO all’analgesia nel TRAVAGLIO e PARTO

DATI IDENTIFICATIVI:

Nome e Cognome della paziente: ______________________________________________________________

Nata a ______________________________ il _________________

DATI SANITARI: (a cura del medico)

Atto sanitario proposto: ANALGESIA

□ EPIDURALE

□ SUBARACNOIDEA

□ COMBINATA SUBARACNOIDEA-EPIDURALE (CSE)

□ ENDOVENOSA

□ ANALGESIA IN MASCHERA (protossido di azoto)

Dichiaro di aver fornito l’informazione sull’atto sanitario proposto, secondo quanto previsto dalla procedura della Casa di Cura sul consenso informato, e di aver consegnato il prospetto informativo riguardante le varie tecniche anestesiologiche. I Medici cui potrà fare riferimento sono quelli afferenti al Servizio di Anestesia e Rianimazione. Napoli ___/___/_____ Timbro e firma del Medico_________________________________________________

Firma paziente (per ricevuto prospetto informativo)_______________________________________________

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ESPRESSIONE ED ACQUISIZIONE DEL CONSENSO INFORMATO:

Dichiaro di essere stata informata in modo comprensibile ed esauriente dal dott./dott.ssa ……………………………. di aver compreso il tipo di analgesia e di monitoraggio delle funzioni vitali a cui verrò sottoposta ed i motivi che la rendono la scelta più opportuna. Ho inoltre compreso tutte le informazioni riportate nel prospetto informativo allegato e consegnatomi. La procedura sarà eseguita da un Medico dell’équipe afferente al Servizio di Anestesia e Rianimazione. Mi è stato spiegato che l’ANALGESIA epidurale, la subaracnoidea e la combinata, che rappresentano la TECNICA PERIMIDOLLARE, consistono nell’introduzione di farmaci (oppiacei e/o anestetici locali) nello spazio peridurale (spazio compreso tra il canale vertebrale e il sacco durale) e/o subaracnoideo attraverso un catetere/ago che verrà introdotto in tale spazio dall’Anestesista. Il catetere verrà mantenuto in sede per tutta la durata del travaglio e del parto e verrà rimosso nelle ore successive. I farmaci saranno somministrati dall’anestesista in una o più dosi oppure in modo continuo attraverso una pompa. La tecnica è finalizzata al raggiungimento di una spiccata riduzione del dolore fisiologicamente presente durante il travaglio, ma non ad una sua abolizione completa. Il catetere peridurale correttamente posizionato può essere utilizzato per l’anestesia nel caso di ricorso a taglio cesareo per impossibilità a proseguire nel travaglio, evitando così l’anestesia generale. Nelle persone sottoposte a terapie anticoagulanti, l’analgesia potrà essere fatta solo dopo un adeguato periodo di sospensione dall’ultima dose somministrata. L’analgesia perimidollare è controindicata, in presenza di malattie emorragiche, in caso di infezioni generalizzate o localizzate alla schiena o nel caso di grave piastrinopenia e/o alterazioni delle prove di coagulazione. Verrà valutato, caso per caso, la possibilità tecnica di eseguirla nelle pazienti portatrici di tatuaggi nella zona lombare. In questi casi la donna potrà avvalersi, se lo desidera, dell’ANALGESIA TECNICA ENDOVENOSA (somministrazione in vena di farmaci oppioidi) che comporta però una minore efficacia analgesica soprattutto nelle fasi più avanzate del travaglio ed un maggior rischio di depressione respiratoria e sedazione materna e fetale (è necessario il monitoraggio continuo delle funzioni vitali materne e del battito cardiaco fetale). La tecnica antalgica verrà scelta e modificata a giudizio dell’Anestesista sulla base degli esami ematochimici, di eventuali terapie anticoagulanti e della fase del travaglio, in accordo con la paziente ed il Medico ginecologo.

Mi è stato, inoltre, spiegato che l’anestesia moderna è sicura, tuttavia come accade in tutte le discipline mediche, non è esente da rischi e complicanze. Gli effetti collaterali e le potenziali complicanze dell’analgesia con la TECNICA PERIMIDOLLARE sono i seguenti:

1. Mancato posizionamento del catetere, analgesia incompleta e/o asimmetrica con necessità di sospendere ulteriori tentativi;

2. Riduzione della pressione arteriosa (raro);per questo motivo sono necessari la somministrazione di liquidi endovenosi prima dell’inizio della procedura ed il monitoraggio della pressione arteriosa e del battito cardiaco materno ad intervalli prestabiliti;

3. Puntura accidentale della dura madre con ago da peridurale con possibile insorgenza di cefalea della durata variabile da pochi giorni a qualche settimana, che richiede il riposo a letto e l’assunzione di analgesici;

4. Dolore transitorio nella sede di puntura; 5. In rarissimi casi è possibile la comparsa di ematoma epidurale o di alterazioni neurologiche permanenti; 6. per quanto riguarda il feto ed il neonato non sono noti significativi effetti negativi;

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Alcune casistiche presenti nella letteratura internazionale riportano un aumentato rischio di prolungamento della fase espulsiva e di parto vaginale operativo (ventosa e/o Kiwi) e dell’utilizzo di ossitocina (stimola le contrazioni della muscolatura liscia dell’utero), ma non di taglio cesareo. Le modalità di utilizzo dell’ANALGESIA IN MASCHERA con protossido di azoto prevedono la possibilità di una auto-somministrazione della donna attraverso un semplice dispositivo costituito da una maschera facciale (o boccaglio) e una valvola a domanda che si apre quando si esercita una pressione negativa. L'effetto si manifesta in circa 50 secondi e l'impiego può essere continuo o intermittente; in quest'ultimo caso, preferibile per i minori effetti collaterali, il protossido di azoto viene assunto prima dell'inizio della contrazione. Questo metodo di analgesia può essere utilizzato da solo o associato ad altri interventi. Dichiarazionepersottoscrizione_____________________________________________________________

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Valutazione del peso materno e della pressione arteriosa.

Vengono commentati i risultati degli esami e si discute dell’assistenza offerta in questo periodo e

delle cautele di vita da adottarsi.

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Alla 37° settimana: Si prescrivono tracciati cardiotocografici fetali settimanali. Esecuzione di tamponi vaginale e rettale. Eco-flussimetria per valutare lo stato di benessere fetale

attraverso lo studio dei fenomeni di centralizzazione del circolo materno-fetale. Valutazione del peso materno e della pressione arteriosa.

Vengono commentati i risultati degli esami strumentali e si discute dell’assistenza offerta in questa settimana e delle cautele di vita da adottarsi entrando nel merito dell’evento nascita e dando

informazioni su tutti gli aspetti di fisiopatologia della riproduzione.

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A 41° settimane + 3 giorni:

Se la paziente non è entrata in travaglio si procede con l’induzione medica al parto.

Quando tutto procede per il meglio, si cerca di seguire la fisiologia del parto e di intervenire il meno

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possibile. Il monitoraggio cardiotocografico, in caso di induzione al travaglio, è continuo per i primi

sessanta minuti, dopodiché ad intermittenza. Si lascia alle gestanti la possibilità di utilizzare le posizioni che sentono più confortevoli sia durante il travaglio che il parto. Si cerca inoltre di garantire,

da un lato, la massima sicurezza per la donna ed il bambino, dall’altro di valorizzare il ruolo attivo della mamma durante la nascita del/la figlio/a. L’assistenza ostetrica è continua e, compatibilmente

con le esigenze del reparto, ONE TO ONE. Subito dopo l’evento nascita, eseguite le profilassi di prassi (oculare alla Credé ed antiemorragica), il

neonato viene dato, se possibile, fra le braccia della mamma, e, nell’immediato, viene espletata la procedura di RINTRACCIABILITA’ MADRE/NEONATO, mediante l’applicazione, ad entrambi, degli

appositi braccialetti identificativi, specifici, confezionati in un unico dispositivo e separati al momento dell’applicazione, recanti inequivocabilmente un unico numero di matricola (progressivo di nascita

annua), le generalità complete, il numero di letto/culla ed il numero di matricola generale di ricovero. I braccialetti possono essere di colore celeste e/o rosa in relazione al sesso maschile e/o femminile

del neonato/a. I neonati, subito dopo la nascita, sono posti in osservazione protetta presso il Nido della Casa di Cura

per un periodo non inferiore alle 12 ore e non superiore alle 48 ore, a giudizio del Medico pediatra, favorendo l’adattamento immunologico alla vita.

Qualora il Medico ritenesse che sia controindicato un parto spontaneo, per cui sarebbe necessario ed indispensabile ricorrere al taglio cesareo, innanzitutto, informa la paziente sulla diagnosi formulata e

ne spiega quali sono le indicazioni poste, fornendo informazioni basate su evidenze scientifiche circa i

rischi ed i benefici rispetto al parto naturale, agendo sempre per scienza e coscienza. E’ importante che la paziente sia informata su come si svolgerà l’intervento, sui diversi tipi di anestesia e sulle

possibili conseguenze del taglio cesareo per le future gravidanze. Durante la gravidanza è importante sfruttare tutte le possibili occasioni di incontro con il Medico di

famiglia, l’ostetrica ed il Ginecologo per ottenere informazioni sulle modalità del parto e/o sull’ eventualità di un taglio cesareo, basate su conoscenze scientifiche aggiornate, sull’ esame delle linee

guida e sui principi deontologicamente riconosciuti.

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Occorre, infatti, ricordare che il taglio cesareo è un intervento chirurgico e solo in caso di appropriata indicazione medica è in grado di garantire benefici superiori ai potenziali rischi che inevitabilmente comporta. Accade anche che sia la paziente a richiedere di essere sottoposta a intervento di taglio cesareo, nonostante la scienza e coscienza del Medico Ginecologo curante che, diversamente, reputa che la

stessa possa partorire spontaneamente. In questo caso si raccomanda di avviare un colloquio informativo sui rischi specifici di una procedura chirurgica non necessaria, sui motivi di una richiesta

non basata sui principi etici dell’assistenza al parto, determinando un confronto sui pro ed i contro della scelta volontaria che, se dovesse essere reiterata, comporterebbe la necessità di consultare un

altro specialista Ginecologo. Sul tema, comunque, si farà anche riferimento alle linee guida delle Società Mediche e Scientifiche di Ostetricia e Ginecologia.

Il taglio cesareo è un intervento chirurgico che comporta alcuni inconvenienti non del tutto evitabili: dolore addomino-pelvico per i primi giorni, necessità del catetere vescicale per 24-48 ore, ridotta

motilità intestinale con successiva ripresa (canalizzazione) entro circa 1-3 gg. Così come il parto vaginale, anche il parto mediante taglio cesareo è seguito da perdite di sangue dalla vagina, per lo

più modeste, per circa 20 giorni (lochiazioni). In genere, si prevede una degenza di cica 3-5 giorni dopo l’intervento, ed una convalescenza di altri 10-15 giorni.

Come qualsiasi intervento chirurgico, anche il taglio cesareo comporta qualche rischio e qualche imprevisto. I più frequenti sono:

• Complicanzelegateall’anestesia

• Perditeematichediquantitàsuperiorealprevisto

• Episodifebbrilidapossibiliinfezioni

• Flebitietromboflebitifavoritedaldannovascolareprodottodall’interventostessoedalforzatoriposoa letto; di solito si risolvono senza grossi problemi, anche se, in casi molto rari, si possono avereulterioricomplicazioni(episodidiemboliapolmonareocerebrale)

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• Ritardidellacanalizzazioneintestinale,comeinqualsiasiinterventoincuisiapralacavitàaddominale,dovuteatransitorieparalisidellamuscolaturaintestinaleoadaderenze,zoneincuileanseintestinali,dopol’intervento,aderisconoleuneallealtre.Questaevenienza,sepurraradopoiltagliocesareo,può, in casi estremi bloccare la funzione intestinale: in una percentuale di 1 su 1000 può rendersinecessariounsecondointerventochirurgicopersbrigliareleanse.

• Ritardinellaripresadellafunzioneurinariadopolarimozionedelcatetere:ingenereciòèdovutoalladifficoltàariprendereilcoordinamentodeipiccolimuscolichelaregolano;

• Anomalie della guarigione della cicatrice cutanea (retratta od esuberante). Questo può verificarsi aprescinderedall’accuratezzadellasuturadeipianicutanei,perfenomenicicatrizialichedeterminanouna reazione dei tessuti cutanei o per un’esagerata reattività dei tessuti che appaiono esuberanti:cheloidi;

• Lesioniaccidentalidellavescica(1su3000),epiùraramentedegliureteriodeglialtrivisceriaddomino-pelvici(intestino,omento,etc).

• Aumentorischiodidisadattamentoneonatalerispettoaltravaglioedalpartovaginale.

• Aumento significativo di complicanze per eventuali gravidanze successive, riguardanti anomalie diimpianto e di formazione della placenta ( abnorme aderenza placentare), che può determinare ingravidanzesuccessiveaumentatorischiodiemorragiaintrapartumedinecessitàdi isterectomia,conperditadellacapacitàprocreativadelladonna.

• Aumento significativo del rischio chirurgico di eventuali futuri interventi chirurgici pelvici, per ilresiduare di sintomi aderenziali tra l’utero, la parte addominale e gli altri organi addomino-pelvici(intestino,vescica,omento,ecc.)

• Aumentodellamortalitàmaterna,(1su7000)rispettoalpartovaginale.

Alla luce di tutto ciò e del fatto che l’esecuzione del primo taglio cesareo comporta, in una rilevante percentuale dei casi, la scelta della stessa via anche nelle successive gravidanze, è assolutamente

necessario bilanciare accortamente la rilevanza clinica delle indicazioni al taglio cesareo ed i rischi derivanti da questa scelta. Ove le motivazioni a supporto della scelta al taglio cesareo fossero solo espressione del Suo diritto all’auto-determinazione, o soprattutto della Sua volontà per evitare un parto vaginale per paura o per alti fattori psicologici (o per rifiuto di un parto di prova in un caso di

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16.34.

pregresso taglio cesareo), la Sua scelta deve essere necessariamente supportata dalla consapevolezza dei possibili rischi, maggiori che la stessa comporta.

Ai fini dell’opportuna informazione per la genesi della consapevolezza alla richiesta della parto-cesareo auto-determinato, in alternativa al parto vaginale, si riporta il “consenso informato” somministrato alle pazienti gestanti:

CONSENSO INFORMATO PER TAGLIO CESAREO ELETTIVO AUTO-DETERMINAZIONE

(APPROVATO DAL CONSIGLIO DIRETTIVO AOGOI IN DATA 19/01/2016)

Gentile Sig.ra ______________________________________, per una obiettiva e chiara informazione relativa

all’intervento chirurgico di taglio cesareo elettivo, La invitiamo a leggere attentamente e sottoscrivere questo

documento di consenso informato. Nel Suo caso, l’intervento da Lei richiesto è quello di taglio cesareo di

elezione (programmato in anticipo) per la seguente motivazione personale avanzata da Lei stessa con richiesta

inviata alla Casa di Cura con Raccomandata del ____/____/______, acquisita agli atti della cartella clinica n.

_____/__:

o Auto- determinazione a partorire con Taglio Cesareo

Premesso che secondo il sistema nazionale per le linee guida: “I professionisti devono esplicitare i potenziali

benefici e danni del taglio cesareo rispetto al parto vaginale, discutere approfonditamente con la donna le

motivazioni di tale richiesta e documentare l’intero percorso decisionale nella cartella clinica”. Omissis “ In

assenza di un’appropriata indicazione clinica, il medico ha il diritto di rifiutare una richiesta di taglio cesareo

programmato. In ogni caso alla donna deve essere garantita l’opportunità di accedere ad un secondo parere.”

Premesso che secondo l’approvazione dei “percorsi diagnostico terapeutici, in ambito ostetrico” ai sensi della

legge emanata con D.G.R. Lombardia n° VII/8078 del 18.02.2002- “La paziente che richiede un taglio cesareo

va informata nel modo più corretto sui rischi e benefici dello stesso. Vanno analizzate le motivazioni che

inducono la donna a tale richiesta, spesso espressione di irrazionali timori del parto o del post parto. A fronte

di una riconferma della richiesta di taglio cesareo da parte della donna, riteniamo che il medico debba dare la

sua disponibilità a soddisfare la richiesta stessa”. Omissis “ E’ probabilmente più opportuno classificare questi

tagli come “TC su richiesta materna”.

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17.34.

Premesso che La Casa di Cura “Ospedale Internazionale” S.r.l ha dato ampia attuazione alla D.C.A. emanato

dalla Struttura Commissariale Regione Campania n° 109/2016 – “Promozione e potenziamento della lotta al

dolore durante il travaglio di parto per via naturale” - introducendo con Circolare Interna n° 16 del 2016, la

possibilità di ricorrere, “gratuitamente”, alla Parto-Analgesia, e di altre procedure correlate, atte al

contenimento del dolore in travaglio, al fine di promuovere il parto naturale e di contrastare il ricorso al taglio

cesareo inappropriato, tanto più, allorquando la decisione della donna di autodeterminarsi con il taglio cesareo

scaturisca dalla paura del “dolore da parto”.

Premesso che dalle “Indicazioni per la riduzione della incidenza del taglio cesareo in Regione Campania –

Deliberazione n°118 del 02.02.2005 B.C.R.C. N°20 DEL 11.04.2005” – “si pone attenzione al conflitto tra

ineludibilità del diritto all’autodeterminazione della donna e la speculare necessità del rispetto

dell’indipendenza dell’atto medico” omissis “ L’eventuale accoglienza della richiesta materna al taglio cesareo,

necessiti, in questo caso in modo cogente, di uno specifico consenso informato, dal quale si evidenzi con

chiarezza l’assenza di indicazioni strettamente cliniche e le informazioni date su tale assenza: esso deve

prevedere espressamente anche il richiamo ai tassi di complicanze pari e post operatorie del taglio cesareo “.

Tanto premesso siamo ad informarLa:

Il taglio cesareo è un intervento chirurgico che comporta alcuni inconvenienti non del tutto evitabili: dolore

addomino-pelvico per i primi giorni, necessità del catetere vescicale per 24-48 ore, ridotta motilità intestinale

con successiva ripresa (canalizzazione) entro circa 1-3 gg. Così come il parto vaginale, anche il parto mediante

taglio cesareo è seguito da perdite di sangue dalla vagina per lo più modeste per circa 20 giorni (lochiazioni).

In genere, si prevede una degenza di cica 3-5 giorni dopo l’intervento, ed una convalescenza di altri 10-15

giorni. Come qualsiasi intervento chirurgico, anche il taglio cesareo comporta qualche rischio e qualche

imprevisto. I più frequenti sono:

• Complicanzelegateall’anestesia;

• Perditeematichediquantitàsuperiorealprevisto;

• Episodifebbrilidapossibiliinfezioni;

Percorso – Nascita

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18.34.

• Flebitietromboflebitifavoritedaldannovascolareprodottodall’interventostessoedalforzatoriposoaletto;disolitosi

risolvonosenzagrossiproblemi,anchese,incasimoltorari,sipossonoavereulterioricomplicazioni(episodidiemboliapolmonare

ocerebrale);

• Ritardidellacanalizzazioneintestinale,comeinqualsiasiinterventoincuisiapralacavitàaddominale,dovuteatransitorie

paralisidellamuscolatura intestinaleoadaderenze,zone incui leanse intestinali,dopo l’intervento,aderiscono leuneallealtre.

Questaevenienza,sepurraradopoiltagliocesareo,può,incasiestremibloccarelafunzioneintestinale:inunapercentualedi1su

1000puòrendersinecessariounsecondointerventochirurgico(viscerolisi)persbrigliareleanse;

• Ritardinellaripresadellafunzioneurinariadopolarimozionedelcatetere:ingenereciòèdovutoalladifficoltàariprendere

ilcoordinamentodeipiccolimuscolichelaregolano;

• Anomalie della guarigione della cicatrice cutanea (retratta od esuberante). Questo può verificarsi a prescindere

dall’accuratezza della sutura dei piani cutanei, per fenomeni cicatriziali che determinano una reazione dei tessuti cutanei o per

un’esageratareattivitàdeitessuticheappaionoesuberanti(cheloidi);

• Lesioniaccidentalidellavescica(1su3000),epiùraramentedegliureteriodeglialtrivisceriaddomino-pelvici( intestino,

omento,etc);

• Aumentorischiodidisadattamentoneonatalerispettoaltravaglioedalpartovaginale;

• Aumentosignificativodicomplicanzepereventualigravidanzesuccessive,riguardantianomaliediimpiantoediformazione

dellaplacenta(abnormeaderenzaplacentare),chepuòdeterminare,ingravidanzesuccessive,aumentatodelrischiodiemorragia

intrapartumedinecessitàdiisterectomia(asportazionedell’utero),conperditadellacapacitàprocreativadelladonna;

• Aumento significativo del rischio chirurgico di eventuali futuri interventi chirurgici pelvici, per il residuare di sintomi

aderenzialitral’utero,laparteaddominaleeglialtriorganiaddomino-pelvici(intestino,vescica,omento,ecc.);

• Aumentodellamortalitàmaterna(1su7000)rispettoalpartovaginale.

Alla luce di tutto ciò e del fatto che l’esecuzione del primo taglio cesareo comporta, in una rilevante

percentuale dei casi, la scelta della stessa via anche nelle successive gravidanze, è assolutamente necessario

bilanciare accortamente la rilevanza clinica delle indicazioni al taglio cesareo ed i rischi derivanti da questa

scelta. Ove le motivazioni a supporto della scelta al taglio cesareo fossero solo espressione del Suo diritto

all’auto-determinazione, o soprattutto della Sua volontà per evitare un parto vaginale per paura o per alti

fattori psicologici, - o per rifiuto di un parto di prova in un caso di pregresso taglio cesareo -, la Sua scelta

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19.34.

deve essere necessariamente supportata dalla consapevolezza dei possibili rischi, maggiori che la stessa

comporta.

Per l’insieme dei rischi prevedibili in tutti questi casi, nell’affermare che nel negare l’esecuzione di un taglio

cesareo, è necessario che la decisione di assenso o di dissenso porti la Sua firma a documentazione di questo

momento di reciproca comunicazione ed accordo.

A luce di quanto esposto:

Dichiarazione per sottoscrizione_____________________________________________________________

-*-*-*-*-*-*-*-*-*-

Ecco che quindi diventa di importanza fondamentale il “Consenso Informato”. Sull’argomento riteniamo sia opportuno prendere consapevolezza e, pertanto, trascriviamo la “polita sul consenso

informato” applicata presso la nostra Casa di Cura. Il consenso informato alla procedura/intervento chirurgico è l’informativa che il Medico Curante

fornisce alla paziente in merito a: - Indicazione medica – diagnosi - alla procedura chirurgica;

- Benefici e rischi rispetto al parto naturale nel caso specifico; - Informazioni su anestesia ed intervento chirurgico;

- Implicazioni per gravidanze e parti successivi e possibili alternative terapeutiche.

Per quanto riguarda la corretta e completa informazione della paziente in ordine ai rischi ed alle complicanze connesse all’intervento chirurgico, il consenso informato deve presentare gli elementi

che possano far ritenere che lo stesso sia stato rilasciato, in modo consapevole, dalla paziente sulla base di concrete e specifiche informazioni.

Nel documento occorre che sia stabilito a quale intervento la paziente deve essere sottoposta al fine di indicare che cosa s’intende fare, quali risultati sono attesi, quale metodica viene usata ed i rischi e

le complicanze. Non sussiste, nella somministrazione del consenso informato solo una formulazione predisposta a

stampa con cui la paziente dichiara di acconsentire a sottoporsi all’intervento la cui natura ed i cui

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20.34.

effetti le sono stati spiegati. Un consenso informato siffatto si evidenzia, evidentemente, come una

formulazione di mero stile, che non specifica nulla e si risolve in una attestazione da parte della paziente sulla qualità ed esaustività delle informazioni fornite in relazione a ciascun aspetto – di cui

peraltro occorre che vi sia risultanza -, attestazione che presupporrebbe nella paziente un livello di conoscenze mediche, in relazione alla sua specifica patologia, superiori a quelle possedute dal

Ginecologo che la deve operare. Il Ginecologo deve dare gli strumenti a che la paziente possa valutare se l’intervento proposto è la migliore soluzione per la sua patologia, anche in relazione alla

metodica da utilizzare – anche ricorrendo al perfezionamento dell’ informazione con un ulteriore consenso specialistico da accludere alla cartella clinica in aggiunta/integrazione di quello generale già

predisposto, a valere per qualsiasi intervento, dalla Casa di Cura -, se i rischi esposti sono tutti quelli realmente ipotizzabili anche in relazione alle concrete condizioni psichiche/fisiche della paziente e così

via. In altre parole, il consenso informato non deve presupporre che la paziente sia in grado di esaminare la competenza professionale dell’ equipe medica, potendo solo in qual caso assurgere a

concreta valenza. Il consenso informato, espresso, per essere valido, deve presupporre che la paziente sia in grado di esaminare da sola la situazione avendo un’informazione adeguata, potendo

solo in quel caso assurgere a concreta valenza. Tra di esse anche la possibilità di essere trasferita in altro ambiente ospedaliero nel caso dovessero insorgere delle complicazioni che richiedono un’

assistenza di 2^ livello. Occorre, infatti, considerare che la responsabilità professionale del Medico – ove, pure questi si limiti

alla diagnosi ed all’illustrazione alla paziente delle conseguenze della terapia o dell’intervento che

ritenga di dover compiere allo scopo di ottenerne il necessario consenso informato – ha natura contrattuale e non precontrattuale; ne consegue che, a fronte dell’allegazione, da parte della

paziente, dell’inadempimento dell’obbligo di informazione, è il Medico gravato dell’onere della prova di aver adempiuto tale obbligazione (Cass. Sez. III, 9 febbraio 2010, n. 2847) e che il Medico viene

meno all’obbligo di fornire un valido ed esaustivo consenso informato alla paziente non solo quando omette del tutto di riferirgli della natura della cura cui dovrà sottoporsi, dei relativi rischi e delle

possibilità di successo, ma anche quando ritenga di sottoporre alla paziente, perché lo sottoscriva, un

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21.34.

modulo del tutto generico, dal quale non sia possibile desumere con certezza che la paziente abbia

ottenuto in modo esaustivo le suddette informazioni (Cass. Sez. III, 8 ottobre 2008, n.24791) e che la responsabilità del Medico per violazione dell’obbligo contrattuale di porre la paziente nella

condizione di esprimere un valido ed effettivo consenso informato è ravvisabile sia quando le informazioni siano assenti od insufficienti (cfr. Cass. sez. III, 2 luglio 2010, n. 15698) sia quando

vengano fornite assicurazioni errate in ordine all’assenza di rischi o complicazioni derivanti da un intervento chirurgico necessariamente da eseguire (come nel caso di un taglio cesareo),

estendendosi l’inadempimento contrattuale anche alle informazioni non veritiere (Cass. sez. III, 28 novembre 2007, n.24742). Tuttavia la violazione di tale obbligo, nel caso che l’intervento sia stato

correttamente eseguito, può assumere rilevanza solo nel caso che venga dedotto e provato dalla parte che qualora fosse stata correttamente informata, la paziente non avrebbe verisimilmente dato il

consenso all’intervento (cfr Cass. Sez. III, 9 febbraio 2010, n.2847). Al fine di scongiurare questa fattispecie è necessario che la modulistica sia compilata dalla paziente con grafia olografa e che, in

sede di sottoscrizione, sia presente un operatore sanitario che funga da testimone. E’ prassi della Casa di Cura richiedere al Ginecologo, che intenda sottoporre la paziente primipara ad

intervento di taglio cesareo, avendo posto diagnosi di anomalia della presentazione fetale o per difetto della progressione, di sottoporre, in via preventiva, la partoriente ad un duplice riscontro

ecografico da eseguirsi, disgiuntamente o collegialmente, a firma di due specialisti nella branca che attestino, tramite l’esame ecografico, l’esattezza della diagnosi formulata.

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PROFILASSI AL DOLORE DA PARTO – parto-analgesia:

Premesso che la Casa di Cura “Ospedale Internazionale” S.r.l, ha dato ampia attuazione alla D.C.A. 109/2016 – “Promozione e potenziamento della lotta al dolore durante il travaglio di parto per via naturale” -, introducendo, con Circolare Interna n° 16/2016, la possibilità di ricorrere, “gratuitamente”, alla Parto-Analgesia ed ad altre procedure correlate, atte al contenimento del dolore

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22.34.

in travaglio, al fine di promuovere il parto naturale e di contrastare il ricorso al taglio cesareo

inappropriato, tanto più, allorquando la decisione della donna di auto-determinarsi con il taglio cesareo scaturisca dalla paura del “dolore da parto”, si fa invito alle gestanti di avvalersi del

counseling offerto dalla Struttura, anche per tutto il supporto nella più oggettiva quantificazione del dolore da parto, su livelli che variano da severo ad intollerabile, fino al lieve - moderato. Alle gestanti

saranno offerte tutte le corrette informazioni ed i migliori servizi di diagnosi e cura per avere la possibilità di partorire in una condizione di contenimento del dolore in travaglio e durante il parto.

Esistono tecniche non farmacologiche, psicologiche e di confort che possono essere utilizzate con

l’intento di rendere il dolore molto più sopportabile. Qualora la tollerabilità del dolore rappresenti per la donna, una vera discriminante, nella scelta della

modalità di parto, ovvero di proseguire nel travaglio già intrapreso, la donna può avvalersi, gratuitamente, comunque ed in ogni caso, della Parto-Analgesia (vedasi informativa a pagina ____ -

alla 34°settimana)

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ALLATTAMENTO MATERNO:

Il nostro punto nascita promuove attivamente l’allattamento materno. Le infermiere pediatriche

specializzate sono di supporto a tutte le mamme, soprattutto alle primi gravide, laddove sussistano complicazioni per l’attaccamento da parte del neonato al seno materno.

Nel caso di necessarie integrazioni, o per sostituzioni, la Casa di Cura dispone di latte artificiale delle migliori marche somministrato con dispositivi certificati, antiallergici, sterili e monouso.

Il Nido è sempre aperto e rappresenta un punto di riferimento e di sostegno per le mamme.

Nel caso di un neonato che necessiti di un periodo di “adattamento” o perché di basso peso o per altre patologie lievi per cui non è necessario il trasferimento, ma è indicata la permanenza in

incubatrice, la mamma ed il papà possono accedere al Nido, compatibilmente con lo svolgersi delle

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attività e dei processi assistenziali, per avere comunque quel contatto così importante fra Genitori e

bambino.

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BABY CARE DEL NEONATO SANO OSPITE DEL NIDO: La CARE del neonato è una priorità. Il Personale medico ed infermieristico del Nido è responsabile delle attività che si svolgono nella nostra Struttura per gestire in maniera controllata le prime ore di

vita del neonato e per rispondere efficacemente alle emergenze più frequenti che si possono verificare.

Tutti i neonati, anche quelli a termine e sani, dispongono di una limitata capacità di produrre calore, particolarmente durante le prime dodici ore di vita, tale capacità è ancora più limitata nei neonati

pre-termine od ipossiemici. Di conseguenza, il primo compito del Personale infermieristico consiste nel predisporre l’isola

neonatale deputata ad accogliere il neonato immediatamente dopo la nascita. Il bambino rimane in osservazione clinica presso il Nido per almeno 72 ore prima della dimissione. A

tutti i neonati sono effettuati gli esami di routine, raccomandati dalle linee guida di neonatologia, a 24, 48 e 72 ore dalla nascita.

Alla nascita: visita pediatrica che prevede - Controllo visivo di eventuali malformazioni (verifica del cavo orale e di tutti gli orifizi,

conta delle estremità arti inferiori e superiori); - Occhi: fenomeno rosso per eventuali problemi retinici;

- Fontanella bregmatica anteriore e posteriore: pervietà, normotensione;

- Toni cardiaci/polmonari; - Presenza polsi femorali;

- Controllo della clavicola (eventuali anomalie); - Manovra di Ortolani-Barlow (eventuale displasia congenita dell’anca);

- Fenomeno della marcia e della prensione (fenomeni arcaici);

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24.34.

Durante la permanenza al Nido si provvede a:

- Visita pediatrica giornaliera; - Controllo dei parametri vitali: temperatura corporea, frequenza cardiaca, saturazione

di ossigeno; - Determinazione della glicemia (tra la seconda e la quarta ora dalla nascita);

- Determinazione della bilirubina e dell’ematocrito (in terza giornata); - Medicazione plurigiornaliera del moncone ombelicale.

Si cerca di ridurre al minimo stimoli rumorosi e luminosi ed anche le manovre sono le meno invasive possibili, soprattutto nei prematuri.

Ogni neonato viene pesato almeno una volta al giorno nudo, tale peso viene riportato sulla cartella clinica neonatale, congiuntamente all’emissione di urine e di meconio, soprattutto nelle prime 48 ore

di vita. Viene praticato lo screening per le malattie metaboliche (TSH – PKU) e l’esame delle otoemissioni

acustiche per controllare l’udito. In attuazione del decreto del Ministro della Salute del 13 ottobre 2016, contenente

«Disposizioni per l’avvio dello screening neonatale per la diagnosi precoce di malattie metaboliche ereditarie» la nostra Casa di Cura è pronta a partecipare all’operatività epidemiologica dello

Screening Neonatale Esteso (SNE) che, al momento, è condizionata dall’attuazione in sede Regionale. I Genitori saranno tributari di opportuna informativa e di acquisizione del consenso informato

all’esecuzione dello screening, al trattamento dei dati personali ed alla conservazione dei campioni.

Dell’andamento della degenza neonatale i genitori riceveranno opportuna informativa quotidiana. Alla dimissione la madre riceverà tutte le notizie e le nozioni dal Medico Pediatra.

L’igiene del neonato è curata dal Personale infermieristico del Nido. Tutti i materiali impiegati per l’accudimento e la vestizione del Neonato sono a carico della Casa di Cura e sono rigorosamente di

prima qualità ed anallergici.

Orario delle poppate: Possibilmente al seno materno, alle ore: 06.30 – 09.30 – 12.30 – 15.30 – 19.00 – 22.30.

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25.34.

Orario apertura visiva Nido: Il neonato ospite del Nido sarà visibile ai parenti della puerpera nelle seguenti fasce orarie: dalle ore 10.00 alle ore 11.00 e dalle ore 15.00 alle ore 16.00

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NEONATO PATOLOGICO OSPITE DEL NIDO:

In caso di neonato patologico, il Medico Pediatra o Neonatologo, presenti alla nascita, ne dispone l’immediato trasferimento in struttura idonea di patologia neonatale di 2^ livello. L’équipe medica del

Nido provvederà alle cure in emergenza, in piena autonomia, garantendo l’attivazione del Servizio di Trasporto Neonatale(STEN) Regionale che provvederà, con propri mezzi e proprio personale di

assistenza, al trasferimento del neonato patologico fino ai Centri super-specialistici di accoglienza. La Casa di Cura ha stipulato accordi di coordinamento per la salvaguardia del piccolo paziente.

Il Medico Pediatra responsabile informerà i genitori della necessità del trasferimento e compilerà un’epicrisi dettagliata comprendente anche le notizie più importanti riguardanti la gestazione, il parto,

le manovre rianimatorie effettuate al neonato, l’eventuale terapia farmacologica e quanto altro possa essere utile ai Medici del Centro di Accoglienza.

Nel caso lo STEN fosse già impegnato in altri trasferimenti ed i tempi di attesa dovessero essere troppi lunghi, tali da pregiudicare la vita del neonato, la Casa di Cura attiva la procedura per il

trasferimento protetto con ambulanza propria o con quelle con cui è in essere una convenzione, utilizzando propri mezzi e proprio personale di assistenza fino al Centro di Accoglienza.

Quali sono i neonati a rischio: Sono quei bambini nati da gravidanze e/o da parti a rischio, ovvero neonati che alla nascita presentano condizioni di rischio. Se una gravidanza e/o un parto si presentano a rischio, la madre

deve essere prontamente trasferita in una struttura dove ci sia la migliore assistenza in campo perinatale: la madre è per il nascituro il “miglior mezzo” di trasporto e, l’utero il “miglior modulo”

da trasporto esistente.

Percorso – Nascita

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26.34.

In certi casi, però, purtroppo, rischi imprevisti o complicazioni possono capitare immediatamente

prima, durante o dopo il parto e possono rendere impossibile il trasporto della gravida. Proprio in questi casi che diviene importantissimo ed indispensabile il trasferimento del neonato. CONDIZIONI NEONATALI CHE RICHIEDONO IMMEDIATO TRASPORTO IN UNA STRUTTURA CON TERAPIA INTENSIVA NEONATALE:

- Età gestazionale < 34° settimane; - Peso neonatale < 1.500 gr.; - Nato piccolo per età gestazionale (small for date) con problemi respiratori; - Sindrome da aspirazione di meconio; - Gravi episodi di apnea; - Asfissia perinatale; - Pneumotorace o penumomediastino; - Convulsioni; - Malformazioni congenite gravi; - Gravi malattie cardiache; - Infezioni; - Tremori refrattari a cure; - Diatesi emorragica; - Ipotermia grave; - Incompatibilità sistema fattore RH.

Lo stato di allarme deve scattare sempre quanto il nostro piccolo alla nascita è depresso, quanto il tono muscolare è ridotto, quanto ha difficoltà ad iniziare un’adeguata respirazione, se il pianto è

assente o debole, se ha una frequenza cardiaca inferiore ad 80 o tende a decrementarsi. Dopo aver effettuato tutte le manovre rianimative, se non ci sono segni di ripresa, ci si attiva per il

trasferimento presso Centri di Accoglienza specializzati. In ogni caso, dev’essere sempre trasferito in un Centro specializzato, qualsiasi neonato che non

possa essere assistito validamente,. sia perché paziente chirurgico – quindi bisognoso di intervento chirurgico urgente (ano imperforato, emoftoe, od ematemesi di non chiara origine, vomito biliare,

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27.34.

mancata emissione di meconio, gravi malformazioni come la palatoschisi, la spina bifida, il

mielomeningocele, etc.) – sia perché fortemente immaturo o prematuro. Nel caso si fossero registrati “eventi avversi” nel processo assistenziale, il Personale, Medico e non

Medico, è tenuto da regolamento a segnalare l’accaduto alla Direzione Sanitaria della nostra Casa di Cura, al fine di attivare le procedure previste dal Sistema di Governo del Rischio clinico, che

nell’ambito dell’Analisi Partecipata alla Qualità del cliente, gestisce, previa valutazione, tutte le possibili cause e/o concause che possono aver generato l’evento anche al fine dell’’identificazione

delle responsabilità rispetto alle plausibili complicanze descritte nella letteratura della disciplina Materno-Infantile.

ROOMING-IN:

La Struttura del Centro Nascita della Casa di Cura consente la pratica del rooming-in (dall’inglese

“stare insieme in una stanza”), per la quale la mamma ed il neonato hanno la possibilità di non essere separati, a parte la notte, subito dopo la nascita e quando il piccolo viene sottoposto ai

normali controlli pediatrici od alle attività di puericultura. Per il resto del tempo che trascorrono in Casa di Cura, la mamma ed il neonato possono stare insieme in orari definiti e sotto il controllo del

personale sanitario. Si tratta di una filosofia molto diversa rispetto alla logica della nursery tradizionale, che prevede che i neonati stiano tutti insieme in un reparto, dove sono accuditi e

cambiati, dalle puericultrici e/o dalle vigilatrici, e sono portati dalla mamma soltanto a orari fissi limitati per la poppata. Anche nel caso del rooming-in, comunque, la mamma può però scegliere, in

qualsiasi momento. di far portare il neonato alla nursery, se desidera riposare.

E’ evidente che il rooming-in preveda che la madre sia nella piena facoltà del controllo del suo

neonato. In molti casi le mamme sono affaticate nel post-partum ed è preferibile che osservino un periodo di recupero psico-fisico, onde meglio dedicarsi, una volta a domicilio e quando sono sole,

all’accudimento del neonato.

Insieme sin dai primi istanti:

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28.34.

Il rooming-in inizia già in sala parto, quando il neonato viene appoggiato sul seno della mamma

perché possa riconoscerla, avvertire il suo odore, sentirsi rassicurato e riscaldato. Dopo il taglio del cordone ombelicale, il neonato viene portato via per qualche minuto in modo che il neonatologo

possa sottoporlo alle visite di routine; l’operatore presente del Nido, poi, gli fa il bagnetto, gli mette il pannolino e lo porta dalla mamma. A questo punto, la donna viene trasferita nella sua stanza di

degenza, mentre il neonato posto in osservazione al Nido. Negli orari del rooming-in la mamma può iniziare subito a occuparsi del bebè, attaccandolo al seno ed imparando a cambiarlo e a vestirlo. Il

rooming-in della nostra Struttura, per ragioni di prevenzione igienico-sanitaria e di sicurezza a tutela della salute pubblica, viene autorizzato per orari definiti e con limitazione della presenza dei familiari

nella stanza di degenza. Fra i familiari vi possono essere, difatti, soggetti raffreddati o, come nel caso di bambini, con malattie esantematiche in incubazione non ancora manifeste. Il neonato nelle prime

ore di vita non ha ancora gli anticorpi che gli trasmetterà la mamma con l’allattamento al seno, e per questo motivo è più vulnerabile al contagio.

Le puerpere possono usufruire dello spazio LACATARIUM, presente nelle vicinanza del Nido, dove,

con l’aiuto delle nostre infermiere pediatriche, allattano il proprio bambino negli orari di poppata.

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COUNSELING PEDAGOGICO:

Già da diversi anni abbiamo avviato un progetto di COUNSELING PEDAGOGICO di supporto alle

mamme ed ai papà per aiutarli a relazionarsi con il nuovo nato nei primi giorni del ritorno a casa, anche in quei casi in cui è presente un fratellino e/o una sorellina.

Durante questi incontri, che hanno cadenza bi-tri settimanali, cui partecipano, oltre una pedagoga specializzata nel campo, anche il neonatologo e le infermiere pediatriche, si cerca di rispondere a

tutte quelle domande che i neo-genitori pongono e contestualmente si illustrano anche gli aspetti “pratici” della gestione di un neonato, dalla medicazione del cordone ombelicale, al cambio del

pannolino, alla frequenza con cui va attaccato il bambino al seno materno. Gli incontri di counseling

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29.34.

pedagogico hanno anche la finalità di fornire strumenti per la prevenzione della depressione post-

partum.

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PROFILASSI DISTURBI EMOZIONALI:

La nascita di un bambino è universalmente riconosciuta come un evento naturale, tuttavia non è infrequente fra le neomamme la possibilità che si manifesti una reazione di disagio e di profondo

malessere. La sofferenza psicologica della madre in gravidanza e nel post-partum rappresenta una questione clinica complessa e, visti i fattori biologici psicologici e sociali che intervengono, richiede un

approccio altrettanto articolato che trova, nella multidisciplinarietà degli interventi, risposta adeguata.

Gli aspetti clinici descritti sono ricondotti alla depressione cui si aggiungono altri disturbi che possono coprire lo spettro che va dai disturbi emotivi comuni fino alla psicosi post-partum.

Per tutti questi aspetti sarà possibile avvalersi della consulenza di specialisti del campo e di psicologi, presenti nella Casa di Cura, sempre disponibili all’ascolto.

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ALIMENTAZIONE DELLA DONNA PRIMA E DOPO IL PARTO: Il puerperio determina nell’organismo della donna una serie di modificazioni di ordine morfologico,

fisiologico, bio chimico e psicologico che impongono particolari accorgimenti nutritivi. Sfata la leggenda secondo cui durante la gravidanza, è necessario “mangiare per due”, è invece

importante porre particolare attenzione alla dieta della puerpera. In particolare, durante l’allattamento, devono essere assunti cibi di facile digestione, discrete quantità

di frutta secca e ortaggi ed inoltre latte, latticini (con esclusione della mozzarella di bufala), formaggi magri, o uova per il loro alto contenuto in proteine, carboidrati e minerali.- Vanno esclusi alimenti che

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30.34.

possono conferire al latte materno sapore sgradevole come aglio, cipolla, asparagi, spezie, aromi

forti. Sono assolutamente vietati: carne cruda, insaccati (accettabile solo il prosciutto cotto, la fesa di

tacchino e il prosciutto di Praga, frutti di mare, crostacei, fragole, fragoline, frutti di boschi rossi e neri.

Non si devono assumere bevande alcoliche, il fumo va bandito dalla vita della nutrice e sono anche sconsigliate alte quantità di bevande contenenti nervini (caffè, tè, cioccolata, vaniglia, etc. etc.).

Le stesse possono essere assunte in modica quantità. Fabbisogno energetico:

La quantità di energia deve essere calcolata in base alla produzione di latte giornaliera ed all’entità delle riserve di grasso formatesi durante la gravidanza, circa 1500 Kcal/die.

Se si considera una secrezione giornaliera media di 800 ml di latte, si vedrà che la donna perde circa 600 Kcal/die;

Questa energia sarà ripristinata in parte con le riserve corporee adipose accumulate durante la gravidanza, in parte con un supplemento alla reazione calorica normale di 500 Kcal/die.

Nonostante la necessità di aumentare gli apporti energetici e di nutrienti per il periodo del puerperio, si deve considerare che una razione alimentare ricca, variata, rappresentativa dei principali gruppi di

alimenti, eventualmente integrata la terapia farmacologica di Acido Folico e ferro, non richiede ulteriori supplementi.

La deplezione di Acido Folico è una delle carenze vitaminiche più comuni in gravidanza, sebbene la

comparsa di un vero e proprio quadro di anemia megaloblastica si piuttosto rara. I folati sono richiesti, anche, per la formazione del DNA. Il DNA trasporta le informazioni genetiche che

controllano il corretto sviluppo e la corretta funzione di ogni singola cellula del nostro corpo. E’ stato inoltre dimostrato, che un buon livello ematico di folati nella gestante può avere azione

protettiva contro l’insorgenza di malattie congenite come la spina bifida e l’anencefalia. Sebbene questo tipo di problemi sia raro, è sempre raccomandato a tutte le donne gravide di assumere

integratori di acido folico. L’acido Folico non viene immagazzinato nell’organismo per cui supplementi

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della vitamina sono pur sempre necessari.

La somministrazione di 400 mcg (0.4 mg) di Acido Folico può essere aggiunta alla dieta normale integrandola con frutta fresca e ortaggi di stagione. Gli alimenti che contengono alte percentuali di

Acido Folico sono le verdure a foglie verdi come gli spinaci, i broccoli e la lattuga romana. Altre verdure sono cavoli, patate e cavolfiori, mentre i legumi consigliati sono fagioli, lenticchie e farro.

La donna puerpera e gestante avrà cura di assumere buone quantità di agrumi, kiwi ed avocado, arricchendole con le prime colazioni con cereali e pane.

PROFESSIONALITA’ COINVOLTE NEI PROCESSI ASSISTENZIALI: Ostetrica: L’Ostetrica è l’operatrice sanitaria che assiste e consiglia la donna nel periodo della gravidanza, durante il parto e nel puerperio, conduce e porta a termine parti eutocici con propria responsabilità.,

sotto l’egida del Medico Ginecologo di guardia H24, ovvero del Medico Curante Ginecologo fiduciario della paziente. Presta la prima assistenza al neonato.

L’Ostetrica partecipa: • Alla preparazione psico-profilattica al parto;

• Alla preparazione ed all’assistenza ad interventi ginecologici;

• Alla prevenzione ed all’accertamento dei tumori della sfera genitale femminile; • Ai programmi di assistenza materna ed infantile.

L’Ostetrica, nel rispetto dell’etica professionale, gestisce, come membro dell’équipe sanitaria,

l’intervento assistenziale di propria competenza. E’ in grado di individuare situazioni potenzialmente patologiche che richiedano l’intervento medico e

di praticare, ove occorra, le relative misure di particolare emergenza.

Il Coordinatore Infermieristico: Questa figura professionale si occupa:

• Organizza, gestisce e valuta l’operato degli operatori sanitari infermieristici;

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• Pianifica, gestisce e valuta i diversi processi a valenza sanitaria e socio-sanitaria afferenti alla

funzione infermieristica ed alberghiera; • Gestisce le risorse tecnico strumentali, i presidi sanitari e farmacologici.

L’Infermiere: E’ responsabile dell’assistenza generale infermieristica:

• Partecipa all’identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività;

• Identifica i bisogni di assisstenza infermieristica della persona e della collettività e formula i

relativi obiettivi di assistenza; • Pianifica, gestisce e valuta l’intervento assistenziale infermieristico;

• Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostiche terapeutiche;

• Svolge la sua attività professionale in strutture sanitarie pubbliche o private, nel territorio e

nell’assistenza domiciliare, in regime di dipendenza o libero professionale.

L’Infermiere Pediatrico: E’ responsabile dell’assistenza infermieristica pediatrica, preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa. In breve:

• Partecipa all’identificazione dei bisogni di salute fisica del neonato, del bambino,

dell’adolescente, della famiglia; • Identifica i bisogni di assistenza infermieristica pediatrica e formula i relativi obiettivi di

assistenza; • Pianifica, gestisce e valuta l’intervento assistenziale infermieristico pediatrico;

• Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostiche terapeutiche;

• Agisce sia individualmente sia in collaborazione con gli Operatori sanitari e sociali.

La Vigilatrice d’Infanzia: La Vigilatrice è un operatore sanitario che svolge le mansioni di carattere assistenziale ed

organizzativo-amministrativo limitatamente all’infanzia secondo le seguenti direttrici: • Rileva le condizioni del bambino malato (polso, temperatura corporea, frequenza respiratoria);

• Raccoglie il materiale per gli esami:

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• Somministra medicinali;

• Effettua le medicazioni;

• Somministra gli alimenti; • Sorveglia i bambini.

La Puericultrice: E’ alle dirette dipendenze dell’Infermiere pediatrico, della Vigilatrice e del Medico Pediatra. Si occupa:

• Provvede all’assistenza del neonato e del bambino sano di età compresa fra 0 e 6 anni in ogni

sua necessità corporea, motoria, espressiva, ludica ricreativa, prestando attività di carattere squisitamente para-parentale e relazionale;

• Provvede all’alimentazione, sorveglianza e pulizia del bambino; • Provvede al rifacimento del letto e delle culle;

• Sorveglia ed organizzazione dei giochi;

• Prepara il bimbo alla visita medica.

Ausiliaria Socio-Sanitaria: Effettua i seguenti compiti:

• Svolge tutte le operazioni inerenti la pulizia degli ambienti e le operazioni elementari e di

supporto necessarie al funzionamento del Gruppo Parto e del Nido, quali lo spostamento dei ricoverati, il trasporto di medicine, referti, materiali, attrezzature, vestiario e biancheria;

• Provvede ad areare, spazzare, lavare e spolverare le camere e le corsie di degenza, le sale operatorie, i servizi di degenza, le docce, i bagni, tutti gli ambienti di servizio, di accesso, le

pertinenze, le scale, comunque facenti parte dell’Unità Operativa assegnata. Il tutto in relazione alle indicazioni del Piano di Igiene;

• Provvede al trasporto dei degenti con i mezzi appropriati allo stato di salute ed alle condizioni

di deambulazione oltre che all’assistenza dei diversamente abili; • Provvede alla raccolta, all’allontanamento ed allo smaltimento del materiale sporco e dei rifiuti

solidi e liquidi compresi quelli speciali;

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• Provvede all’accompagnamento dei degenti sia per motivi terapeutici, quali le medicazioni,

analisi fuori reparto e simili, per motivi di assistenza in rapporto alle loro particolari condizioni; • Esegue ogni altro compito richiesto dalle professionalità superiori che rientri nella sua

competenza.

Le figure professionali sopraindicate lavorano in stretta collaborazione fra loro e solo in questo modo possono stabilire, nei diversi momenti relativi al ricovero della donna che deve partorire, un contatto professionale, prima con la futura mamma ed il nascituro, poi con la neo-mamma ed il neonato. Questo impegno, tributato con scienza e coscienza, è finalizzato ad accogliere al meglio una nuova

vita ed accompagnare la puerpera nei primi passi da neo-mamma, oramai conclusosi, nella buona

speranza, il Percorso – Nascita.

A qualunque ora Voi veniate, troverete sempre luce, aiuto e comprensione umana.

(Albert Schweitzer)

Redatto dall’interazione delle Risorse della

Casa di Cura “Ospedale Internazionale” S.r.l. - NAPOLI: Direzione Sanitaria della Casa di Cura

Unità Funzionale di Ostetricia e Ginecologia Servizio Nido

- www.hcitalia.it -

Napoli, il 03.12.2016 2^ revisione-