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Passaggi di tempo Notizie dall'Istituto Comprensivo Statale Fabrizio De André - n. 14 - Maggio 2011 Le competenze professionali che si richiedono ad un inse- gnante non si riferiscono soltanto alla conoscenza della discipli- na e neppure solo alla capacità di comunicarla o a quella di suscitare interesse negli studenti. In realtà si tratta di una com- binazione di tutte queste dimensioni professionali. Qualunque sistema di valutazione degli insegnanti deve tenere quindi conto della “combinazione” di questi elementi, unita alla capa- cità di lavorare con i colleghi e di rapportarsi positivamente con le famiglie. La reputazione professionale, quella sensazione diffusa che fa intuire a colleghi, genitori ed alunni che un insegnante è un buon insegnante, sottintende tutte queste componenti e si forma appunto in modo “globale”. Il problema è “verificare” che questa reputazione sia meritata e condivisa. Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha deciso di sperimentare nelle province di Milano, Napoli e nella regione Piemonte un metodo per individuare i docenti che si distinguono per un generale apprezzamento nella scuola ed ha messo a punto strumenti che saranno sperimentati per questo scopo. Più in dettaglio: quando l’opinione del preside si incrocia con quella di altri due docenti, ha un riscontro nelle famiglie e, per le scuole superiori, anche tra gli studenti, è altamente pro- babile che questa reputazione sia meritata. Questo meccani- smo della reputazione che apparentemente può apparire fragi- le trova elementi di solidità proprio per la complessa articola- zione che caratterizza la professionalità docente e che richiede una valutazione di “sintesi” costruita all’interno di una comuni- tà professionale. Il Collegio dei Docenti del nostro Istituto ha valutato positi- vamente questa iniziativa del Ministero, che costituisce un primo importante passo per premiare il merito nella scuola, ed ha deciso di candidarsi per partecipare alla sperimentazione con l’intento di mettere alla prova le modalità e gli strumenti utilizzati e per fornire indicazioni che consentano di migliorare il modello proposto. Nella scuola è stato costituito un nucleo di valutazione composto dal Dirigente Scolastico, da due docenti eletti dal Collegio dei Docenti e dal Presidente del Consiglio di Istituto che potrà partecipare in qualità di osservatore. Il nucleo racco- glierà il curriculum vitae e l’autovalutazione dei docenti che hanno aderito al progetto, e utilizzerà, inoltre, le opinioni dei genitori. Il nucleo indicherà quindi, sulla base delle informazio- ni raccolte, quali docenti della scuola siano più meritevoli asse- gnando loro un riconoscimento economico una tantum. In questi giorni fervono le attività dei 57 docenti che si sono volontariamente resi disponibili alla valutazione e si stanno rac- cogliendo le schede con le quali i genitori possono esprimere le loro “preferenze”. In tutti, docenti e genitori, c’è la consapevolezza che molti aspetti di questa attività siano da mettere a punto e che si deb- bano precisare tempi e modi per la raccolta dei dati. In tutti, però c’è la forte consapevolezza che solo chi partecipa in prima persona ad un processo può avere voce per criticarlo e, se necessario, cambiarlo. Prof. Marina De Marco Dirigente Scolastica EDITORIALE In occasione dell’ottava edizione dell’iniziativa promossa dall’Unione Europea denominata European Softer Internet Day, l’8 Febbraio 2011, con i compagni di prima, seconda e terza media e i loro docenti, siamo stati accompagnati dalla Preside e dalle nostre insegnanti presso la Microsoft del Centro Direzionale di San Felice. I dirigenti e i responsabili della Società hanno scelto il nostro Istituto, e precisamente la nostra scuola, per offrirci l’opportunità di partecipare a un interessante evento formati- vo volto a diffondere cultura e sensibilità sull’uso in sicurezza delle nuove tecnologie a favore dei ragazzi. L’iniziativa, che è stata realizzata in collaborazione con la Polizia di Stato, ha avuto come tema il messaggio “E’ più di un gioco, è la tua vita” ed è stata dedicata ai corretti comportamenti da tenere in Rete e in particolare nei social network, ma anche all’uso consapevole e responsabile dei contenuti digitali e della loro condivisione attraverso le diverse piattaforme on-line. Questo momento di formazione ci ha dato visibilità sia delle opportunità offerte da Internet, sia delle insidie celate nel mondo del web, proprio perché la nostra esperienza del digitale possa essere all’insegna della sicurezza. Crediamo che la giornata sia stata ben organizzata. Siamo stati intrattenuti in modo piacevole: catturati nell’interesse e nella curiosità. Il linguaggio usato dai diversi interlocutori e le immagini sono stati adatti a noi e accattivanti. E… che dire del break? Fantastico! Grazie alla Preside per averci offerto questa espe- rienza. Classi Quinte A-B della Scuola Primaria di San Bovio É possibile valutare gli insegnanti? Musica, Maestro! Non è un film targato Disney, ma una frase simbolica che ben definisce il clima che si respira da qualche anno nell'Istituto Comprensivo Fabrizio De Andrè. E di anni ne sono passati già 4 da quando la nostra scuola è stata annoverata tra quelle italiane che sono rientrate nell'Orientamento Musicale. In principio era un solo strumen- to ad essere insegnato, il pianoforte, e adesso anche flauto, chitarra e violino. Un orgoglio per noi che ne facciamo parte, ma anche per il territorio, tanto da farne una scuola sempre più richiesta. La musica acqui- sta sempre di più un ruolo fondamentale nella crescita degli alunni, ed è molto formativo inserirla così attivamente nei programmi mini- steriali con lo studio di uno strumento. Definita da Alfieri nella sua tragedia “Abele” lo “zucchero dello spirito”, la musica non è un semplice “trastullo dell’orecchio”, ma soprattutto l’arte dei suoni nella sua totalità. Parole che sintetizzano l’atteggiamento peda- gogico e costruttivo che hanno indotto questa disciplina a diventare sempre più presente nella scuola. Attraverso il suo linguaggio uni- versale porta a una educazione percettiva pri- vilegiata, accrescendo la musicalità all’interno dell’individuo, imponendosi come schema comportamentale che stimola la socializzazio- ne, l’integrazione, l’acquisizione di altri lin- guaggi (linguistici, artistici e aritmetici). Il nostro Istituto ha, quindi, una grande possibi- lità oggi e lo sta facendo con molto successo: dare una rara opportunità di formazione ai nostri piccoli alunni e a quelli che lo saranno. Educare alla musica significa capirla, ascoltar- la e produrla: obiettivi fondamentali per la crescita dell’alun- no. Qui si suona: musica Maestro! Bilanci e prospettive del Corso di Orientamento Musicale segue a pagina 2 Le meraviglie (e i rischi) di Internet Nostra visita alla sede Microsoft di San Felice

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Passaggidi tempo

Notizie dall'Istituto Comprensivo Statale Fabrizio De André - n. 14 - Maggio 2011

Le competenze professionali che si richiedono ad un inse-gnante non si riferiscono soltanto alla conoscenza della discipli-na e neppure solo alla capacità di comunicarla o a quella disuscitare interesse negli studenti. In realtà si tratta di una com-binazione di tutte queste dimensioni professionali. Qualunquesistema di valutazione degli insegnanti deve tenere quindiconto della “combinazione” di questi elementi, unita alla capa-cità di lavorare con i colleghi e di rapportarsi positivamente conle famiglie.

La reputazione professionale, quella sensazione diffusa chefa intuire a colleghi, genitori ed alunni che un insegnante è unbuon insegnante, sottintende tutte queste componenti e siforma appunto in modo “globale”. Il problema è “verificare”che questa reputazione sia meritata e condivisa.

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca hadeciso di sperimentare nelle province di Milano, Napoli e nellaregione Piemonte un metodo per individuare i docenti che sidistinguono per un generale apprezzamento nella scuola ed hamesso a punto strumenti che saranno sperimentati per questoscopo.

Più in dettaglio: quando l’opinione del preside si incrociacon quella di altri due docenti, ha un riscontro nelle famiglie e,per le scuole superiori, anche tra gli studenti, è altamente pro-babile che questa reputazione sia meritata. Questo meccani-smo della reputazione che apparentemente può apparire fragi-le trova elementi di solidità proprio per la complessa articola-zione che caratterizza la professionalità docente e che richiedeuna valutazione di “sintesi” costruita all’interno di una comuni-tà professionale.

Il Collegio dei Docenti del nostro Istituto ha valutato positi-vamente questa iniziativa del Ministero, che costituisce unprimo importante passo per premiare il merito nella scuola, edha deciso di candidarsi per partecipare alla sperimentazionecon l’intento di mettere alla prova le modalità e gli strumentiutilizzati e per fornire indicazioni che consentano di migliorareil modello proposto.

Nella scuola è stato costituito un nucleo di valutazionecomposto dal Dirigente Scolastico, da due docenti eletti dalCollegio dei Docenti e dal Presidente del Consiglio di Istitutoche potrà partecipare in qualità di osservatore. Il nucleo racco-glierà il curriculum vitae e l’autovalutazione dei docenti chehanno aderito al progetto, e utilizzerà, inoltre, le opinioni deigenitori. Il nucleo indicherà quindi, sulla base delle informazio-ni raccolte, quali docenti della scuola siano più meritevoli asse-gnando loro un riconoscimento economico una tantum.

In questi giorni fervono le attività dei 57 docenti che si sonovolontariamente resi disponibili alla valutazione e si stanno rac-cogliendo le schede con le quali i genitori possono esprimere leloro “preferenze”.

In tutti, docenti e genitori, c’è la consapevolezza che moltiaspetti di questa attività siano da mettere a punto e che si deb-bano precisare tempi e modi per la raccolta dei dati. In tutti,però c’è la forte consapevolezza che solo chi partecipa in primapersona ad un processo può avere voce per criticarlo e, senecessario, cambiarlo.

Prof. Marina De MarcoDirigente Scolastica

EDITORIALE

In occasione dell’ottava edizione dell’iniziativa promossadall’Unione Europea denominata European Softer InternetDay, l’8 Febbraio 2011, con i compagni di prima, seconda eterza media e i loro docenti, siamo stati accompagnati dallaPreside e dalle nostre insegnanti presso la Microsoft delCentro Direzionale di San Felice.

I dirigenti e i responsabili della Società hanno scelto ilnostro Istituto, e precisamente la nostra scuola, per offrircil’opportunità di partecipare a un interessante evento formati-vo volto a diffondere cultura e sensibilità sull’uso in sicurezzadelle nuove tecnologie a favore dei ragazzi. L’iniziativa, che èstata realizzata in collaborazione con la Polizia di Stato, haavuto come tema il messaggio “E’ più di un gioco, è la tuavita” ed è stata dedicata ai corretti comportamenti da tenerein Rete e in particolare nei social network, ma anche all’usoconsapevole e responsabile dei contenuti digitali e della lorocondivisione attraverso le diverse piattaforme on-line.

Questo momento di formazione ci ha dato visibilità siadelle opportunità offerte da Internet, sia delle insidie celatenel mondo del web, proprio perché la nostra esperienza deldigitale possa essere all’insegna della sicurezza. Crediamo chela giornata sia stata ben organizzata. Siamo stati intrattenutiin modo piacevole: catturati nell’interesse e nella curiosità. Illinguaggio usato dai diversi interlocutori e le immagini sono

stati adatti a noi e accattivanti. E… che dire del break?Fantastico! Grazie alla Preside per averci offerto questa espe-rienza.

Classi Quinte A-B della Scuola Primaria di San Bovio

É possibile valutare gli insegnanti?

Musica, Maestro! Non è un film targato Disney, ma unafrase simbolica che ben definisce il clima che si respira daqualche anno nell'Istituto Comprensivo Fabrizio De Andrè. Edi anni ne sono passati già 4 da quando la nostra scuola èstata annoverata tra quelle italiane che sono rientratenell'Orientamento Musicale. In principio era un solo strumen-to ad essere insegnato, il pianoforte, e adesso anche flauto,chitarra e violino. Un orgoglio per noi che ne facciamo parte,

ma anche per il territorio, tanto da farne unascuola sempre più richiesta. La musica acqui-sta sempre di più un ruolo fondamentale nellacrescita degli alunni, ed è molto formativoinserirla così attivamente nei programmi mini-steriali con lo studio di uno strumento.

Definita da Alfieri nella sua tragedia“Abele” lo “zucchero dello spirito”, la musicanon è un semplice “trastullo dell’orecchio”, masoprattutto l’arte dei suoni nella sua totalità.Parole che sintetizzano l’atteggiamento peda-gogico e costruttivo che hanno indotto questadisciplina a diventare sempre più presentenella scuola. Attraverso il suo linguaggio uni-versale porta a una educazione percettiva pri-vilegiata, accrescendo la musicalità all’internodell’individuo, imponendosi come schemacomportamentale che stimola la socializzazio-ne, l’integrazione, l’acquisizione di altri lin-guaggi (linguistici, artistici e aritmetici). Ilnostro Istituto ha, quindi, una grande possibi-

lità oggi e lo sta facendo con molto successo: dare una raraopportunità di formazione ai nostri piccoli alunni e a quelliche lo saranno. Educare alla musica significa capirla, ascoltar-la e produrla: obiettivi fondamentali per la crescita dell’alun-no.

Qui si suona: musica Maestro!Bilanci e prospettive del Corso di Orientamento Musicale

segue a pagina 2

Le meraviglie (e i rischi) di InternetNostra visita alla sede Microsoft di San Felice

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Passaggi di tempo 2 Maggio 2011

Dall’anno scorso è stato istituito un interocorso ad orientamento musicale, nel quale,oltre a tutte le discipline di studio previste dalcurricolo nazionale, è impartito l'insegnamen-to di uno strumento musicale: l’allievo è sog-getto a una valutazione quadrimestrale analo-ga a quella di tutte le altre discipline, impe-gnandolo per l'intero triennio.

I ragazzi, inseriti nell’apposito corso aOrientamento Musicale, frequentano lezionipomeridiane individuali in orario pomeridiano(tra le 14.30 e le 19.30) della durata di un’ora,impartite da insegnanti qualificati, e un’ora di“ensemble”, in cui imparano a suonare lo stru-mento loro assegnato e sperimentano la musi-ca d’insieme. L’orchestra si è esibita recente-mente a San Donato, e c’è l’intenzione di farlapartecipare a concorsi musicali di respironazionale, promuovendo l’attività concertisti-ca. Il tutto creando canali privilegiati con entidi fama internazionale, come il Teatro allaScala, il Teatro degli Arcimboldi e ilConservatorio “Verdi” di Milano, per assisterea concerti, balletti e opere.

L’insegnante referente del corso è PeppeChiarella, pianista e compositore, coadiuvatoda Alberto Cipriani (chitarra), GiuseppeDinardo (flauto) e Massimo Gatti (violino).Sono loro, insieme agli altri insegnanti di edu-cazione musicale dell’Istituto, a selezionare nelmese di marzo, attraverso un test attitudinale,tutti gli iscritti che vorrebbero essere inseriti nelcorso: non sono necessarie conoscenze pre-gresse, ma verrà valutata l’attitudine del singo-lo. È consigliata una scelta strumentale in basealla predisposizione del’allievo. I ragazzi ven-gono sottoposti a prove di ascolto, riproduzio-ne musicale e canto, e dovranno collocarsi inposizione utile in graduatoria. Gli obiettivisono quelli mirati a fornire agli allievi un'ade-guata preparazione musicale adatta a ognitipo di percorso che in futuro vorranno intra-prendere, integrando le loro conoscenze: mira-re alla creazione di un percorso ottimale ancheper quelli che intendono entrare in conserva-torio per intraprendere uno studio professio-nale e preparare gli esami di ammissione, o aun liceo musicale; ad aumentare la culturamusicale attraverso le lezioni di pratica stru-mentale e lezioni di insieme. Obiettivo delcorso triennale, quindi, una volta fornita unacompleta e consapevole alfabetizzazione musi-cale, è porre alcuni traguardi essenziali chedovranno essere raggiunti da tutti.

Prof. Rita Vecchio

segue da pagina 1

Durante il 35° Concorso Nazionale di Chitarra, svoltosi a Garessiopresso Cuneo il 29-30 aprile e 1 maggio 2011, il nostro alunno PaoloCentrone si è classificato 3° (il primo premio non è stato assegnato)nella categoria dei chitarristi solisti fino a 12 anni. Paolo ha iniziato lostudio della chitarra fin da piccolo. Attualmente frequenta la classe adorientamento musicale del Prof. Alberto Cipriani (la 1a C della Media“Virgilio”) . L’impegno e la costanza nello studio dello strumento nelcorso dell’anno scolastico hanno consentito a Paolo di prepararsi peraffrontare concorsi come solista.

Il suddetto concorso nazionale di chitarra e la relativa Rassegna chi-tarristica nazionale si tengono annualmente in varie località della pro-vincia di Cuneo. Come si è detto, l’edizione del 2011 si è tenuta aGaressio ed ha visto la partecipazione di studenti di chitarra di diversefasce di età provenienti da Scuole e Conservatori di Musica di varieregioni italiane. Il livello tecnico e artistico del concorso sono elevati.Basti pensare che a questo concorso in passato hanno partecipato (ehanno vinto) personaggi come Filomena Moretti e Lorenzo Micheli, percitarne alcuni, che sono diventati tra i più importanti chitarristi cono-sciuti in ambito internazionale (Micheli si situa attualmente tra i primichitarristi classici al mondo).

Nella categoria “A”, chitarristi fino a dodici anni, era necessario pre-parare un pezzo d’obbligo: “Mauro Giuliani - Studio op. 50 nr. 15”,oltre ad altri brani a scelta del candidato. La commissione d’esame,formata tra gli altri da Lena Kokkaliari, direttrice della rivista “IlFronimo” specializzata per chitarra ed Enea Leone, chitarrista concerti-sta, ha premiato il nostro Paolo Centrone “per la buona preparazionein generale e in particolare per l’interpretazione del Rondò di Carulli”.Bravo Paolo, sei una vera gloria del nostro Istituto!

Glorie musicali dell’Istituto “De André”Paolo Centrone della Media “Virgilio” premiato in un importante concorso nazionale di chitarra

È sufficiente questa affermazione per capire l’obiettivo che haspinto le insegnanti della Scuola dell’Infanzia “Collodi”, Sezione di5 anni (Rosa, Gialla, Azzurra) a partecipare al progetto “Promozionealla lettura” proposto dall’Amministrazione Comunale.

Le sezioni di 5 anni a turno si sono recate in Biblioteca: laDott.ssa Aliani Paola, in collaborazione con le insegnanti ha lettofiabe, filastrocche inerenti al tema “Il sogno”.

I bambini sono rimasti stupiti, affascinati dalle letture e dallastruttura. È piaciuta in modo particolare la sala ragazzi e a quei bam-bini che non vi erano mai stati con i genitori. Il progetto si è conclu-so con un intervento nell’ambito scolastico da parte di una specia-lista che ha ripercorso la fiaba raccontata in biblioteca attraverso illinguaggio del corpo.

Il progetto non è un’esclusività scolastica, può continuare nellafamiglia. Non dimentichiamoci che leggiamo i libri per scoprire,costruire, ascoltare, divertirci, immaginare, fantasticare, crescere,comunicare. Il libro è parte della vita di ogni individuo. Ora vi fac-ciamo partecipi di alcuni commenti dei bambini dopo la visita.

Che cos’è la biblioteca? “E’ un posto dove non si parla, si fa silenzio se no gli altri hanno

il mal di testa…”. / “Paola compra i libri, li mette in ordine, tutti i

rosa insieme, gli arancioni, i rossi, gli azzurri, lei guarda i numeri e lelettere” / “Valerio e Paola sono seduti al bancone, ti danno il libro emettono il segnalibro tutto scritto”.

“… basterebbe un Fabulario classico perché a un bambinofosse aperto insieme l’atlante della vita e quello della paro-la”. (Cristina Campo)

Scuola dell’Infanzia “Collodi”, Bettola

I bambini alla Biblioteca Comunale

Per fare la scuola

Per fare la SCUOLASi prende una S

Come storia, studio, squadra;poi si prende una C

come compagnia, cartella, correre;poi si prende una U

come umore, unione, urlare;poi si prende una O

come ombra, onore, ostentare;poi si prende una L

come leggere, lavorare, legame;poi si prende una A

come amicizia, amore, allegria.Infine si mettono insiemesenza noia o malinconia,

con gioia, con allegriae con parola

e si forma la SCUOLA!

Eleonora Morvillo5C Primaria di Bettola

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Passaggi di tempo3Maggio 2011

Sergio Bombelli, il Presidente dellaCooperativa Edificatrice Lavoratori diPeschiera Borromeo, è venuto a trovarci e ciha rilasciato una intervista molto interessante.Ci ha detto che prima di occuparsi a tempopieno della Cooperativa ha lavorato inMunicipio per tanto tempo, in qualità diresponsabile dell’Ufficio pubblica istruzione ecultura. Forse per questa ragione, come vedre-mo, ha un’attenzione speciale verso il mondodella scuola e tutto ciò che significa “cultura”.

Gli abbiamo chiesto come è nata laCooperativa Edificatrice Lavoratori: nel 1921,ci ha risposto, è stata fondata la prima coop,“La Famigliare”, per cercare di migliorare lecondizioni di vita della popolazione diPeschiera, procurando e vendendo beni diprima necessità, soprattutto prodotti alimenta-ri a basso costo, in modo da avere prezziragionevoli per tutte le persone e per tutte letasche.

Il buon decollo delle cooperative vieneperò fermato dall’instaurazione del regimefascista e dalla Seconda Guerra Mondiale.Dagli anni Cinquanta del Novecento le coophanno nuovamente uno slancio grandioso,alcune cominciano a costruire case e alloggiper i cittadini: da qui comincia la storia vera epropria dell’Edificatrice Lavoratori, fondatadalla stessa cooperativa “Famigliare” nel1952, come circolo per i soci e per costruirecase da affittare agli stessi soci e ai cittadini delnostro Comune.

Il primo edificio innalzato dallaCooperativa Edificatrice fu la sede della stessacooperativa, di fronte al Municipio, realizzatacon l’aiuto di tutti gli abitanti di Peschiera. Poicominciò l’attività edilizia vera e propria: sicominciano a costruire case, prima da cederein affitto, poi in vendita (attualmenbte sonocirca 1100 gli appartamenti costruiti).L’Edificatrice Lavoratori non ha scopo di lucro,ma grazie ai suoi soci, che sono più di 2400,riceve fondi con cui costruisce nuovi edifici,sia a Peschiera che fuori, in Provincia; inoltresostiene alcune iniziative di beneficenza o afavore delle scuole. Per esempio ha acquistatoe donato due ambulanze alla Croce Rossa, econ sostanziosi contributi ha aiutato il nostroIstituto “De André” ad allestire i laboratori diinformatica e a promuovere e finanziare diver-

se attività didattiche. Fra queste ultime SergioBombelli ricorda con vero piacere la mostra dialcuni anni fa sul Novecento, sfociata in unlibro, “La città costruita. Storia del Novecentoa Peschiera Borromeo”, mostra e libro curatidal nostro Professore Sergio Leondi, respon-sabile di “Passaggi di tempo”.

Adesso la Cooperativa costruisce edificimoderni, di fascia energetica A, eco-compati-bili, anche con pannelli solari per ridurre i con-sumi energetici e l’inquinamento.

Recentemente sono iniziati i lavori perl’ampliamento della sede, a fine maggiodovrebbe esserci l’inaugurazione della sederinnovata (a cui siamo stati invitati!). SergioBombelli conosce molto bene il nostro giorna-le, visto che la Cooperativa è uno dei nostrisponsor più convinti e generosi. Ha detto allaRedazione che stiamo facendo un ottimo lavo-ro, che dà prestigio a tutto l’Istituto “DeAndré”. Grazie mille, signor Bombelli, a lei ealla Cooperativa Edificatrice Lavoratori!

Andrea Moschetti, 2D “Virgilio”

Una Cooperativa che crede nella Scuola

Intervista a Sergio Bombelli, Presidente della Cooperativa Edificatrice Lavoratori

Cari ragazzi, sono ormai sette anni daquando la vostra scuola partecipa al proget-to di solidarietà della Missione di Isiolo inKenia. Quando io ero insegnante di Letterenel corso A ho proposto questo progetto, cheè stato accolto con generosità da tutti i mieicolleghi, dal personale ausiliario e soprattut-to dagli allievi.

All'inizio ad Isiolo vi era un piccolonucleo di scuola materna condotto dallesuore di Loreto, ma oggi questo nucleo si èesteso e comprende più di mille allievi finoalla terza media. Il centro è fornito di cucina,di sala multifunzionale, di biblioteca e perfi-no di aula computer.

Ricordo con quanto entusiasmo inviam-mo anni fa palloni e magliette con il logodella nostra scuola perché formassero unasquadretta di calcio. Ebbene, grazie a questa

esperienza, adesso l'ora di educazione moto-ria è diventata parte integrante della lorodidattica.

Io sono ormai una ex-insegnante, chetuttavia ha sempre nel cuore il vostro sorrisoe, perché no?, anche la vostra espressionemagari un po’ annoiata, che però al momen-to opportuno è sempre pronta alla sensibili-tà e alla solidarietà.

Colgo l'occasione del vostro giornale,diretto dal Prof. Leondi, per ringraziare inuovi e i “vecchi” allievi e per invitarvi anon abbandonare il progetto. Spero diincontrarvi presto personalmente e di pre-sentarvi le più recenti immagini della scuoladi Isiolo. Con affetto…

Prof. Clara Cassani

La scuola di Isiolo ringranzia

SOCIETA' COOPERATIVA A.R.L. FONDATA NEL 1952

Via Due Giugno, 2-4 - 20068 - Peschiera Borromeo (Mi)Tel. 02.51.65.03.67 - 02.55.30.15.11 - 02.55.30.34.92

fax 02.55.30.15.29 - [email protected] - www.coopcel.com

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Passaggi di tempo 4 Maggio 2011

“Siam pagliacci”, questo il tema con cuiabbiamo stimolato l’immaginazione e la crea-tività dei bambini della Sezione verde in alcu-ne attività in tema col periodo di Carnevale.Insieme abbiamo realizzato originali mascheree coloratissimi clown, ispirandoci al divertentecanto-mimato “Il pagliaccio tutto matto”.Grande l’entusiasmo dei bambini nell’ascol-tarlo e nel mimarlo. “E’ un pagliaccio tuttomatto, che cammina come un gatto, e poicade giù disfatto, offre fiori di insalata e si fauna gran risata, ah ah ah!”. Quando tutto èpronto andiamo in salone dove, su tappetimorbidi e percorsi da fare, ci cimentiamo ainterpretare i pagliacci con buffe movenze,cadute e ruzzoloni, smorfie e… ah ah ah,grandi risate! Che divertimento!

Ma non è finita qua, il divertimento èdurato ben tre giorni, abbiamo condivisomomenti di gioco e di allegria con tutti i bam-

bini della scuola. In salone ogni sezione haallestito un angolo gioco: “soffia la mascheri-na” , “centra il cerchio”, “ centra il bersaglio”,“colpisci i birilli”, “bowling”. Non ne abbiamotralasciato nemmeno uno, e soffia, e tira, elancia, che gare ragazzi! Faticoso? Nooo!Divertente!

E poi che dire dello spettacolo dei buratti-ni? Super divertente! Voi lo avete conosciuto ilre che non riusciva più a ridere? Quanti tenta-tivi per farlo tornare a sorridere: ci hanno pro-vato il giullare di corte, il pagliaccio, il princi-pe, nessuno di loro ci è riescito, sapete chi ci èriuscito invece? Una bambina proprio comenoi, e sapete come? Con la più semplice mapiù efficace delle tecniche: il solletico!

Insegnanti e bambini della Sezione verdeScuola dell’Infanzia di San Bovio

Siamo allegri pagliacci

Sneja e Paride Orfei sono i titolari dellascuola di circo di Peschiera Borromeo, che daanni collabora con il nostro istituto per insegna-re l’arte circense ai ragazzi. Noi della redazioneli abbiamo intervistati. Sneja Nedeva è un’arti-sta circense bulgara; sin da quando era piccola,ci ha detto, sognava di fare un mestiere collega-to alla ginnastica artistica, la sua più grande

passione. L’unico problema era che non sapevaquale lavoro avrebbe potuto svolgere, “dagrande”. La risposta ai suoi problemi fu quan-do scoprì l’arte del circo; allora capì che la suaprofessione sarebbe stata l’artista circense. Daadulta, Sneja, dopo aver studiato circo per cin-que anni a Mosca, cominciò a girare in Europalavorando in vari circhi, poi in Italia incontròParide…

La storia di Paride è completamente diver-sa. Facendo parte della famiglia Orfei, una dellepiù famose famiglie circensi d’Italia e delmondo, è stato molto avvantaggiato nell’intra-prendere questa carriera. Suo padre, NandoOrfei, era una “star” internazionale, grandedomatore di leoni e tigri. Sin da piccolo Parideviaggiava con i genitori, impegnati in vari tour,in Italia e in Europa. Nonostante viaggiassetanto, non saltava mai un giorno di scuola;infatti insieme a loro c’era un insegnante priva-to “tuttologo” che in una roulotte impiegatacome “aula scolastica” (con tanto di banchi ecattedra!) spiegava a Paride e agli altri bambinifigli di artisti circensi le varie materie scolastiche.Anche Paride, diventato adulto, cominciò la suaavventura nel mondo del circo, come addestra-tore di animali, soprattutto leoni, elefanti ecavalli. Sneja e Paride si sono conosciuti percaso durante una tournée. Dopo qualchetempo che si erano fidanzati, l’elefantessa nanadi Paride, quando capì che tra i due giovani erasbocciato l’amore, sentendosi “tradita” daParide cominciò a fare i dispetti alla ragazza:una volta, per esempio, Sneja si stava esibendoin un balletto e l’elefantessa cominciò a darlefastidio con la proboscide, tanto che l’artistadovette avanzare nella pista del circo per evita-re di essere continuamente “strattonata”!

L’origine della famiglia Orfei è assai singola-re. Paride ci ha raccontato che una volta nonc’erano i circhi, ma delle compagnie che si esi-bivano nelle case degli aristocratici. Una notte,eravamo nell’Ottocento, una di queste compa-gnie proveniente dal Montenegro cercò riparodal maltempo e fu il prete Paolo Orfei, che abi-tava vicino a Roma, di nobili origini, a offrire unposto in chiesa, dove dormire. Fatto sta che ilprete Paolo Orfei si innamorò di una circense

del gruppo e così abbandonò la veste di preteper indossare quella da circense. La coppiaebbe poi dei figli, da cui discendono gli attualiOrfei. Insieme a Sneja e Paride abbiamo parla-to anche di alcuni argomenti di attualità sulmondo del circo, come l’uso degli animali;Paride ci ha assicurato che non è vero che inogni circo gli animali vengono maltrattati, anzi,

visto che questi rappresentano alcune delleattrazioni principali, si fa in modo che sianotrattati al meglio. Ovviamente, però, qualchepersona, non capendo che fa del male agli ani-mali, non li tiene correttamente, ma la maggiorparte degli artisti circensi ha grande cura eamore per i propri “colleghi con le zampe”.

Ma adesso parliamo un po’ della scuola dicirco: l’idea nacque nel 2001, quando Paride eSneja firmarono un contratto con la Provinciadi Milano per allestire spettacoli all’Idroscalo ecorsi di circo ai ragazzi delle scuole vicine. Manmano ai corsi parteciparono sempre più ragaz-zini; per avere maggiore spazio, gli Orfei trova-rono qui a Peschiera Borromeo, a Monasterolo,un lotto più grande dove praticare i corsi di artecircense. Nasce così la scuola di circo. In realtàsarebbe stata solo una cosa temporanea, per-ché scaduto il contratto con la Provincia sareb-bero dovuti tornare a Roma, la città dove abi-tavano prima. Però Christian, il figlio della cop-pia, aveva già iniziato la scuola, e sembravadavvero triste che dovesse lasciare i propriamici di Peschiera. Sneja e Paride, allora, deci-sero di restare a Peschiera Borromeo, e conti-nuare ad insegnare ai ragazzini l’arte circense:ora la scuola di circo ha circa 200 iscritti. I dueartisti ci hanno confessato che hanno in mentedi organizzare una mini-tournée per i ragazzipiù bravi della scuola di circo.

Si è però ripresentato il problema dello spa-zio, visto che il Comune vuole utilizzare diversa-mente l’area dove è adesso il circo. Sel’Amministrazione Comunale indica a Paride eSneja un altro posto, essi sono disposti adacquistare quest’area creando un impianto anorma e in piena sicurezza; se così non fosse,saranno costretti ad emigrare altrove, e sonotantissime le città che sono disposte ad acco-glierli a braccia aperte, a partire da Roma. Noicrediamo che Peschiera Borromeo non si lasce-rà certo sfuggire questa fantastica scuola dicirco, che ha per insegnanti alcuni componentidella famiglia circense più famosa e ricca di sto-ria d’Italia: gli Orfei.

Andrea Moschetti - Elena Ripamonti 2D “Virgilio”

Orfei: una fantastica Scuola di Circo

Intervista a Sneja e Paride Orfei, titolari del Piccolo Circo dei Sogni

Per fare un amicoPer fare un amicoSi prende una ACome amore, allegria, accoglienza.Poi si prende una MCome memoria, modestia, meravigliaPoi si prenda una ICome insieme, idillio, impegnoPoi si prende una CCome canzone, cordialità, coraggioPoi si prende una OCome omaggio, onestà, onorePoi si mettono insiemeSenza fretta, senza odio,Senza afflizione, senza maliziaE si forma l’amicizia.

Gaia Lazizzera - 5C, Primaria di Bettola

Se fossi…Se fossi una stellailluminerei lo scuro vestito del cieloSe fossi un uccellovolerei per raggiungere i luoghi più distanti.Se fossi il ventospargerei nel mondo la gioiaSe fossi l’amoredanzerei nel cuore di ogni personaSe fossi il fuoco brucerei l’odio e l’invidia.Invece sono solo una bambinae il mio compito è studiareper imparare ad essere migliore.

Dorotea Radice5C, Primaria di Bettola

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Passaggi di tempo5Maggio 2011

Le fatine dei sogni a San BovioQuante volte, da piccoli, ci siamo trasfor-

mati in fate, maghi, streghe, folletti, personaggifiabeschi il cui fascino e mistero ci catturava-no… un meraviglioso mondo nel quale, conmagie ed incantesimi, tutto poteva accadere.Ma può succedere che, alla Scuola dell'Infanzia

di San Bovio, durante il momento del sonnelli-no pomeridiano, ecco giungere “le fatine deisogni”, dolcissime e leggere. Con grazia eamore le fatine toccano la testa dei bambini pic-coli, augurando loro bellissimi sogni: un arco-baleno, il sole. Dopo averle attese con tanta

emozione, i piccoli si rilassano sui loro let-tini, lasciandosi coprire e coccolare; subi-to dopo chiudono gli occhi, quasi a nonvoler far svanire l'incantesimo. Come sot-tofondo, la ninna nanna. "La fatina deisogni" completa la magica atmosfera.Ecco, le fatine dei sogni se ne vanno e ...sssst ... tutti dormono…

P.S. L'incantesimo funziona veramen-te! Al risveglio tutti vogliono raccontare:"Ho sognato l'arcobaleno!", "Io il sole!" ...I prati fioriti! Un cagnolino! Le fatine!

Norina, Lara - Scuola dell’Infanzia S. Bovio, i piccoli di 3 anni

…e le fatine dei sogni

“Mi piace scrivere, soprattutto per i giovani”

“Un ragazzo della vostra età con un corpoda cinquaquattrenne”: questa è la risposta checi ha dato quando gli abbiamo chiesto chifosse, “chi è Sergio Marchi”. Lui è nato aGenova nel 1956, dove ha vissuto fino a dodi-ci anni; in seguito, a causa del lavoro delpadre, si è dovuto trasferire a Torino,Bergamo, San Donato Milanese, e infine qui aPeschiera Borromeo. Si è diplomato alloscientifico, poi si è iscritto all’università per stu-diare medicina, ma non ha concluso quel tipodi studi. E’ felicemente sposato, ha una figliadi ventun anni che si chiama Giulia, e un altrofiglio di 19, Paolo; entrambi i ragazzi hannofrequentato le scuole di Bettola.

Siccome lo scrivere, ci ha detto SergioMarchi, “o ti fa diventare miliardario, o non ticonsente di portare a casa uno stipendiofisso”, per adesso lavora in un ufficio di com-mercialisti, nel campo della contabilità. La suagiornata tipo è questa: si sveglia presto perandare al lavoro, porta fuori il cane quattrovolte al giorno, e di sera scrive. I suoi hobbysono fare sport all’aria aperta, e la musica (suocognato è stato compagno di classe di FabrizioDe André); ama molto gli animali. E’ statoospite di diverse scuole, dove parla con iragazzi soprattutto di letteratura, di come sidiventa romanzieri.

Gli è sempre piaciuto scrivere, soprattuttoperché lo diverte, anche se i suoi professoriavrebbero detto il contrario, dato che, secon-do loro, a scuola scriveva dei “telegrammi”,ossia dei testi troppo brevi. Il primo “raccontolungo” l’ha composto a 12 anni circa, mentreil primo libro che ha pubblicato è stato “Ungiovane detective e tre indizi”, con il quale havinto il premio selezione “Bancarellino” nel1997. Oltre a questo premio, ne ha vinti diver-si altri.

I suoi libri più famosi sono quelli che com-pongono la trilogia “la tavola di smeraldo",che racconta la storia di un giovane, ambien-tata ai tempi di San Carlo Borromeo, patronodella nostra città. Tutto è nato quando gli èstato chiesto di scrivere qualcosa su PeschieraBorromeo, del genere “fantasy”; lui allora hapensato di ambientare il romanzo nelCinquecento e di occuparsi di alchimia, di pie-tra filosofale. Il primo libro della trilogia narra

tra l’altro l’arrivo di San Carlo a Peschiera: ilparroco della chiesa di Linate era accusato distregoneria, anche se non era vero; il secondolibro ricorda l’attentato di cui è stato fattooggetto San Carlo, dal quale uscì miracolosa-mente salvo; il terzo è ambientato negli anniDuemila; il “succo” della trilogia è “di far veni-re fuori la forza che è in ciascuno di noi”.

Il volume intitolato “Della” lo ha scrittoispirandosi al suo cane, Luna, trovata vicino alCarengione quando lei aveva un anno. Loscopo di questo libro è stato quello di cercarein qualche modo di trovare un passato al suocane, che adesso non può vivere senza di lui.

Una delle ultime cose che ha scritto è labiografia-intervista di Giovanni Fabbri, fonda-tore della casa editrice Fabbri (“L’uomo chefaceva i libri”), un’altra è un “meteo-thriller”,“Previsioni mortali”, scritto con il meteorologodi Canale 5 Paolo Corazzon: parla di un ragaz-zo che perde la famiglia a causa di un torna-do; poiché i cambiamenti climatici sono pro-dotti dall’uomo, afferma Marchi, il protagoni-sta vuole punire i responsabili della morte deipropri cari. Per scrivere le sue opere, SergioMarchi prende spunto dappertutto. Secondolui la difficoltà nello scrivere un libro è conclu-derlo, perché man mano che vai avanti nelracconto, ti continuano a venire in mente delleidee. Un consiglio che ci ha dato per iniziare ascrivere qualcosa, è esercitare la creatività (“lafantasia ti permette di muoverti tra passato,presente e futuro”), occorre scrivere racconti,magari brevi, e non arrendersi, bisognasoprattutto leggere tanto. “Se si vuole scrivereun libro, le idee devono venire fuori all’im-provviso, perché se ci si mette a pensare allatrama, non ne verrà fuori nulla o ben poco”.

Sergio legge ogni tipo di libro, in particola-re i suoi autori preferiti sono MassimoManfredi, Ken Follett e Wilbur Smith. Ha con-cluso l’intervista dichiarando che apprezzamolto il nostro giornale scolastico, dove unopuò mettere in pratica il suo talento di possibi-le scrittore o giornalista. Grazie per l’apprezza-mento, Sergio, e auguri per la tua attività diromanziere!

Giorgia Secchi, 2B “Virgilio”

1000 volte grazie, anzi di più: 1268 grazie!

Gentilissima Prof. De Marco, GentilissimiDocenti tutti, Personale ATA, Alunni, Genitori, ècon grande piacere che desideriamo significar-vi tutto il nostro più grande apprezzamento perla collaborazione da Voi prestata in occasionedella campagna “Donacibo” dei primi di aprile.Di solito non abbiamo l’abitudine di misurare irisultati ottenuti, ma ci sembra corretto rendervinoto l’esito della raccolta, abbondante grazie alvostro contributo e alla vostra piena disponibi-lità. Nei tre giorni dell’iniziativa sono stati rac-colti presso l’Istituto 1268 prodotti, tra cui tonnoe carne in scatola, legumi, pasta, pelati, omoge-nizzati, sapone, biscotti, olio, farina, latte, caffè,zucchero. Questo ci spinge ancor di più a cerca-re di promuovere una cultura della solidarietàche veicoli il messaggio che una persona biso-gnosa è uno che come noi ha un grande desi-derio di felicità. In futuro potremmo anche ipo-tizzare un coinvolgimento dei ragazzi delle terze

medie che, se d’accordo il Consiglio d’Istituto,avranno la possibilità di vivere, una classe allavolta, un’esperienza diretta presso i locali delBanco di Solidarietà San Riccardo Pampuri diPeschiera Borromeo. Siamo convinti che ancheun piccolo gesto come il donare un prodottoper chi ha bisogno, possa essere l’inizio di unasolidarietà, che contribuisce a “umanizzare” irapporti nella società già a partire dalla piùtenera età. Pertanto rinnoviamo ancora unavolta il nostro personale ringraziamento per lavostra partecipazione e nell’auspicio di poterreciprocamente collaborare il prossimo annoampliando l’iniziativa alle scuole di San Bovio ea quelle dell’infanzia, cogliamo l’occasione perporgere i nostri più cordiali saluti.

Giorgio Barraco, in rappresentanza dei Volontari del Banco di Solidarietà

San Riccardo Pampuri di Peschiera Borromeo

Passaggi di tempo

Intervista a Sergio Marchi, romanziere di Peschiera Borromeo

Lettera del Banco di Solidarietà San RiccardoPampuri di Peschiera Borromeo

Redazione: Tina La Rossa, Sergio Leondi,Idilia Pernigoni, Irina Pizzari, GiuseppinaTorsello, Marina Tristani, Rita Vecchio

Responsabile del Giornale: Sergio Leondi

Fotografie: Flavio Giacomessi

Laboratorio di GiornalismoTitolare: Prof. Sergio Leondi

Classi Seconde e Terze, Scuola Secondaria“Virgilio”Silvia Aceti, Giulia Da Corsi, Gaia Dell’Olio,Victoria Di Gaetano, Andrea Moschetti, ElenaRipamonti, Giorgia Secchi

Impaginazione: Sergio LeondiTipografia: Nuova Sebe SpA, Via Brescia, 22Cernusco sul Naviglio (Milano), Tel. 0292104710Tiratura: 5000 copie

Istituto Comprensivo Statale “Fabrizio De André”

Via Carlo Goldoni 1Peschiera Borromeo (Milano)

www.ics.deandre.come-mail: [email protected]

Pec: [email protected]: 0251650184

Dirigente ScolasticoProf. Marina De Marco

Direzione: 025470172-025470527Scuola Secondaria “Virgilio”: 025470797Scuola Secondaria San Bovio: 027532831Scuola Primaria Bettola: 025470402Scuola Primaria San Bovio: 027531431Scuola Infanzia Bettola: 025471076Scuola Infanzia San Bovio: 027532829

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Passaggi di tempo - Speciale Ambiente 8 Maggio 2011

Ricordate la canzone “Girotondo”? Il nostroFabrizio De Andrè, che aveva scelto parados-salmente il genere musicale della parola, avevaespresso indignazione e dolore per i soprusisubiti dalla Madre Terra. Non sono solo i can-noni a distruggere tutto, infatti mai come ora ilpianeta è in pericolo. Stiamo a guardare? No!

Da diversi anni il nostro Istituto aderisce alleiniziative proposte dall’AmministrazioneComunale, volte a sensibilizzare i bambini e lefamiglie verso i temi ambientali. I bambini delleclassi seconde di San Bovio hanno quindiseguito, con molto interesse, il percorso educa-tivo-didattico dedicato a PINA LA LAMPADI-NA. Prima hanno affrontato argomenti relativiall’energia e al risparmio energetico, poi hannopartecipato a un’attività laboratoriale. Chi vienea scuola vede i muri e le finestre “fiorite” inmodo speciale: tanti disegni spiegano comefare utilizzare intelligentemente i beni preziosicome l’acqua. Pina e i suoi amici, alcuni “vir-tuosi” altri “Spreconi”, fanno ormai parte delvissuto…. dei bambini. Queste sono alcuneosservazioni emerse durante le conversazioni digruppo.

“La cosa che mi è piaciuta di più è quandoMara ha detto che si può produrre energiasenza inquinare”; “La cosa che mi è piaciuta dipiù è quando abbiamo parlato che non bisognainquinare e non sprecare l’energia”; “A me èpiaciuto quando con la fantasia siamo entratinei buchi delle prese elettriche insieme a Pina lalampadina, per vedere dove si produce l’ener-gia”.

I bambini sono già pronti ad accoglierepositivamente questa esperienza perché spessocompiamo dei gesti simbolici per dichiarare ilnostro “affetto” alla Terra e alle sue creature. Il21 Marzo, allietati da un bel sole primaverile,nel cortile della scuola abbiamo formato anchenoi due girotondi… ma allegri! Abbiamo canta-to “Il girasole”, una canzone dello Zecchinod’Oro, recitato una poesia sulla Natura e infineabbiamo liberato due palloncini ad elio, chehanno portato in cielo il nostro GRAZIE. Chissàse i nostri palloncini hanno trovato “secondastrada verso il mattino…”: intanto ci siamomessi in viaggio verso un futuro migliore.

Classi Seconde, Primaria San Bovio

Fabrizio De André, Pina e gli amici della Madre Terra

Con il Progetto Natura, piccoli giardinieri crescono

I bambini delle sezioni Verde, Lilla eArancione della Scuola dell’Infanzia “Collodi”di Bettola, in collaborazione con le insegnantisi sono improvvisati “giardinieri”. E’ stataun’esperienza coinvolgente, hanno giocato,annusato e manipolato la terra. Inoltre hannoimparato ad osservare con attenzione ed entu-siasmo l’evoluzione della crescita dei semi daloro seminati, prendendosene cura quotidia-namente.

Hanno seminato i legumi: ceci, fagioli, len-ticchie e il grano, successivamente anche lepiante aromatiche, il tutto in vaschette di pla-stica e man mano che crescevano sono statetrapiantate in un angolo del giardino dellascuola. Ogni bambino dopo aver osservato lacrescita ha portato a casa la sua piantina, con-tinuando a prendersene cura.

Altra esperienza fatta dai bambini è stata lamessa a dimora di vari tipi di bulbi: giacinti,narcisi, tulipani, fresie, mughetti, piantati invasi di terracotta precedentemente decoratidai bambini, altri invece in un angolo del giar-dino della scuola, così tutte le mattine c’è l’os-servazione della loro crescita per vedere se

sono spuntati i fiori. Le insegnanti che fannoda osservatrici, ascoltano i dialoghi tra i bam-bini che parlano e discutono sulla crescitadelle loro piantine, manifestando entusiasmoed interesse su ciò che sta succedendo.

Con il “progetto natura” proposto ai bam-bini di 4 anni, lo scopo delle insegnanti è di farimparare, conoscere, rispettare ed amare lanatura attraverso i vissuti percettivi-sensorialinel ruolo di protagonista-esploratore, pertantoconsiderano questa un’esperienza positiva. Ilgiardino della scuola è lo spazio motivante checonsente ad ogni bambino di potenziare leproprie capacità di osservazione, di scoprire ifenomeni naturali ed elementi nell’evolversidel tempo.

Frasi dei bambini: “ Hai visto, il bulbo cheho piantato io ha fatto nascere le foglie?” /“Ma come fai a sapere che quello lo hai pian-tato tu?” / “Io non mi ricordo proprio dovel’ho piantato, sono tutti vicini” / “ Maestra,sono stato bravo a mettere i semini nellaterra?”.

Insegnanti e bambini delle Sezioni di 4 anniScuola Infanzia “Collodi”, Bettola

I bambini delle classi seconde della ScuolaPrimaria di Bettola sono stati coinvolti nel pro-getto della cooperativa Alboran dal titolo “Pinala lampadina”. Pina la lampadina è una lampa-dina molto curiosa che vive nel soffitto dellenostre aule a scuola e, quando serve, ci fa luce.Un giorno decide di iniziare un viaggio alla ricer-ca dell’energia e incontra Ermione la televisio-ne, Gigetto il rubinetto, Astore il contatore,Peppone lo sprecone. Peppone lo sprecone usatanta energia anche quando non gli serve vera-mente: guarda la televisione e contemporanea-mente tiene acceso computer e radio. Astore ilcontatore è tanto triste, quando conta tantaenergia che si consuma inutilmente. Pina la lam-padina invita allora a non sprecare e a noninquinare. A un certo punto si accorge però chela natura ha tante risorse! L’energia elettrica puòarrivare dal Sole attraverso i pannelli fotovoltai-ci, sopra il tetto, dall’acqua con le centrali idroe-lettriche, che producono energia usando ilmovimento dell’acqua. L’energia elettrica puòarrivare anche dal vento con i mulini a ventoche producono energia con le loro pale, puòarrivare anche dal calore che c’è all’interno delnostro pianeta Terra. La Terra ha una grandeenergia naturale che non inquina. Così Pina lalampadina alla fine del percorso ha chiesto ai

bambini di diventare veramente suoi amici, aiu-tandola a non sprecare energia.

Dobbiamo imparare ad usare l’energia cheviene prodotta e non inquinare l’ambiente!Viva l’energia pulita del nostro pianeta Terra!

Scuola Primaria di Bettola, Classi Seconde

Ecco a voi: Pina la lampadina

È arrivata la primavera e, in classe rossa,abbiamo pensato alla realizzazione di un giardi-no “speciale”. Ogni bambino ha decorato consoggetti floreali e riempito con carta colorata unvasetto di vetro e poi ha messo a dimora semi,in modo che si potessero vedere bene attraver-so il vetro le fasi della crescita delle radici e deigermogli della futura piantina. I bambini sonostati coinvolti anche per la cura del propriovasetto, poiché ogni giorno lo devono bagnarecon poca acqua e osservare eventuali cambia-menti nelle piantine; in questo modo, attraversoun’esperienza divertente e coinvolgente, acqui-siscono conoscenze in un positivo clima diesplorazione e di ricerca. Così, ogni mattina,avvicinandosi al “tavolo della natura”, i bambi-ni esprimono riflessioni e costruiscono ipotesi(anche molto fantasiose) sulla crescita dellapiantina. Il tavolo della natura non è mai statocosì divertente!

Bambini e insegnanti della Sezione rossa,Scuola dell’Infanzia di San Bovio

Un giardino un po’ speciale

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… quante cose si possono fare in un giorno di pioggia? Noi, ibambini della classe rossa, siamo andati a mettere a dimora i bulbidi tulipano! Grazie alla donazione di più di 100 bulbi (fatta da ungenitore della nostra sezione) abbiamo potuto fare questa espe-rienza istruttiva e divertente; e poiché in quei giorni la pioggia noncessava, si è deciso di farlo sotto la pioggia. Così, con giaccheimpermeabili, cappelli e stivali abbiamo affrontato questa avven-tura. Ogni bambino ha potuto sistemare nel terreno un bulbo epoi coprirlo delicatamente con la terra. La stessa esperienza èstata vissuta dai bambini di tutte le sezioni della nostra scuola neigiorni successivi… e in primavera, nella nostra oasi, c’è stata unafioritura spettacolare!

Bambini e insegnanti della Sezione RossaScuola dell’Infanzia di San Bovio

Passaggi di tempo - Speciale Ambiente9Maggio 2011

I problemi del clima: come combattere l’effetto serraNoi della classe 4A, tra i diversi argomenti di geogra-

fia che stiamo studiando, quello che ci ha interessato di piùè stato l’effetto serra. Dopo averne parlato insieme e com-mentato i diversi brani letti, abbiamo unito tutte questeinformazioni in un unico articolo. Con grande sorpresaabbiamo scoperto che gli uomini fin dall’antichità si eranoresi conto che il clima muta con il trascorrere del tempo.Questi cambiamenti sono avvenuti per cause naturali. Però,specie negli ultimi anni, anche l’attività dell’uomo ha inizia-to a influire sul clima. L’effetto serra è un fenomeno natu-rale che si verifica nella parte più bassa della atmosfera ter-restre e consiste nella capacità di quest’ultima di trattenereparte del calore irradiato dalla superficie terrestre prima cheesso si disperda nello spazio. Ciò è dovuto alla presenza nel-l’atmosfera di molecole di anidride carbonica, vaporeacqueo e altri gas. La Terra è continuamente colpita dairaggi del Sole; di questi, una parte è assorbita dall’anidridecarbonica provocando così il riscaldamento della superficieterrestre. Sono proprio questi raggi, chiamati infrarossi, chegenerano l’effetto serra: l’atmosfera che avvolge la Terra

funziona un po’ come una serra agricola, conservando unatemperatura costante in tutto il pianeta. Se non ci fosse que-sto rivestimento, le temperature sulla Terra sarebbero piùbasse. Negli ultimi anni, però, le attività umane (le industrie,il riscaldamento delle case, gli impianti di raffredamento, gasdi scarico delle automobili, ecc.) hanno causato una produ-zione maggiore dei gas nocivi, aumentando in manieraeccessiva il naturale effetto serra e di conseguenza unaumento delle temperature. Per questo motivo la Terra si staprogressivamente riscaldando, provocando dei seri problemicome: scioglimento dei ghiacciai, aumento del livello deimari, cambiamenti climatici, aumento delle zone desertiche.

Dopo questo lavoro di gruppo, siamo giunti alla con-clusione che ognuno di noi può fare qualcosa per ridurrel’effetto serra. Le azioni che possiamo compiere sono sem-plici come spegnere le luci, muoversi usando la bicicletta o imezzi pubblici, per ridurre l’uso dei combustibili, e aumen-tare la superficie terrestre dedicata alle piante.

Classe 4 A, Scuola “Antichi Fontanili” San Bovio

Anche i “tappi” fanno le cose grandi

Nella nostra Scuola dell’Infanzia di San Bovio già dallo scorso anno scolastico abbiamo aderito alla raccolta di tappi diplastica. Ogni giorno i bambini portano da casa i tappi per una “benefica” raccolta differenziata. I tappi di plastica di acqua,latte, bibite, succhi di frutta, detersivi, balsamo, shampoo e schiuma da barba, raccolti negli appositi contenitori situati nel-l’atrio della Scuola infatti, vengono poi consegnati all’Associazione Malattie del Sangue Onlus che ha sede presso laDivisione di Ematologia dell’Ospedale Niguarda Cà Granda di Milano che li trasforma in moneta sonante, devolvendo ilricavato per sostenere programmi di ricerca scientifica sulle malattie del sangue, acquisire apparecchiature e strumenti neces-sari per l’attività medico-specialistica ed istituire borse di studio per la formazione di medici, biologi, tecnici ed infermieri adalta specializzazione. E la raccolta continua!

Scuola dell’Infanzia “Antichi Fontanili” San Bovio

In un giorno di pioggia...

Scuola di equitazione per ragazzi e adulti

Centro Ippico

Il Quadrifoglio20068 Peschiera Borromeo - (Mi)

Via F. Sforza, 9Tel. 02/5470133 - 338/9307880

Risparmiamo le... energie!

Durante lo svolgimento del progetto “Risparmiamo le…energie”, la nostra scuola di San Bovio è diventata teatro diindagine per prendere coscienza del problema energetico e dellepossibili soluzioni. Abbiamo incontrato la responsabile del pro-getto quattro volte e in un primo momento abbiamo osservatoe approfondito alcune delle nostre abitudini nel contesto scola-stico, poi abbiamo analizzato il tema dello spreco energetico e,per poter diffondere un comportamento corretto, abbiamo rea-lizzato delle locandine da affiggere sui muri della scuola. Moltodivertente è stato dividerci in gruppi e costruire la “manica avento” utilizzando un bastone, del filo e un sacchetto della spaz-zatura; quando l’abbiamo messa nel nostro giardino, osservan-dola, abbiamo capito la direzione del vento. Con la scatola dellapizza e carta di alluminio abbiamo invece preparato un “fornosolare” che, esposto al sole, ci ha permesso di cuocere delle fet-tine di mela con energia alternativa. Questa esperienza ci ha tal-mente coinvolto che stiamo molto attenti a non sprecare ener-gie a scuola e a casa, infatti appena si può, spegniamo le luci ealziamo le tende. Questo è un progetto che ci sentiamo di rac-comandare a tutti i nostri amici, perché è molto istruttivo edivertente.

Alunni 4A, Primaria San Bovio

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Il giorno 8 febbraio 2011 siamo stati invi-tati alla Microsoft di San Felice. Appena arri-vati ci hanno fatto accomodare in una saladove si fanno delle conferenze e la SignoraRaffaella Villa ci ha dato, insieme ai suoi colle-ghi, alcune informazioni fondamentali sull’usodel computer: ci ha spiegato perché é meglioevitare di dare informazioni personali via e-mail o come usare i social network con pru-denza e pensare meglio a quello che si pubbli-ca su internet. Ci ha fornito un insieme diregole che ci permettono di usare bene inter-net: questo insieme di regole viene chiamato“netiquette”.

Era ormai ora di fare merenda, così cihanno portato in una grande sala dove aveva-no organizzato per noi un grande buffet!C’erano dolci, brioches, biscotti, pasticcini,tartine e bibite varie. Finito il buffet abbiamoavuto l’opportunità di provare un videogiocoappena inventato dalla Microsoft: è incredibilecome la tecnologia si sia evoluta! In questo

gioco non c’é bisogno di telecomandi, mabisogna soltanto usare il proprio corpo, graziead una telecamera posta sopra la televisione.Questo gioco si chiama “Kinect”.

Dopo aver giocato, siamo ritornati nellastanza di prima ed è arrivata la Polizia Postale,che si occupa, tra le altre cose, di intercettarele persone adulte che si fingono bambini ininternet. Ci hanno fatto visionare due filmati:nel primo si vedeva un bambino che chattavacon un adulto che si fingeva un coetaneo e ilragazzo, ingenuo, inviava all’adulto la sua fotoe gli descriveva dove abitava. Fortunatamentela Polizia Postale ha intercettato l’adulto e loha arrestato.

Nel secondo filmato, invece, si vedeva cheun ragazzo, appena uscito da scuola, subivaatti di bullismo da parte di altri ragazzi; uno diloro stava filmando tutto con il telefonino e,dopo essere tornato a casa, ha messo il videosu internet. La Polizia Postale, però, ha visto ilvideo in rete, è risalita all’autore del filmato edè andata a casa del ragazzospiegando tutto ai genitoriignari.

E’ stata una bellissima eimportante esperienza per-chè, secondo me, è fonda-mentale spiegare ai ragazzi ipericoli e i rischi legati a inter-net, dal momento che ormailo utilizzano tutti, alcunianche impropriamente, ed èbello saperne di più per usar-lo nel migliore dei modi.Spero che anche le prossimeclassi che verranno invitatefacciano tesoro di questaesperienza come abbiamofatto la mia classe ed io.

Fiammetta Bocola Classe 2E “Virgilio”

Come usare bene Internet: due relazioni a confrontoIn occasione della Giornata europea dedi-

cata alla sicurezza in rete, Microsoft ha invita-to le classi quinta elementare, 1-2-3ª mediaper parlare dei pericoli del web, con il soste-gno degli esperti della Polizia Postale e delleComunicazioni.

L'8 febbraio siamo andati agli uffici dellaMicrosoft di Segrate. Arrivati, ci hanno fattoaccomodare nella sala delle conferenze dovela signora Raffaella e il responsabile di quellasede ci hanno parlato dei possibili pericoli delcomputer e di come evitarli.

Abbiamo capito che ci sono numerosivirus molto pericolosi, come gli spyware e i“cavalli di troia”. Gli spyware sono virus cheraccolgono informazioni riguardanti l’attivitàsul web dell’utente trasmettendole ad altrepersone, mentre i “cavalli di troia” si nascon-dono in un programma apparentemente utile;spesso è lo stesso utente che li istalla. Per evi-tare che ciò succeda, conviene avere un anti-virus sempre aggiornato, ma anche avere una

password che non permetta l’accesso al pro-prio computer. Raffaella ci ha detto che nonbisogna mettere troppe informazioni persona-li sui social network, perché persone malinten-zionate potrebbero usarle per rintracciarci.

Prima di continuare a parlare con la PoliziaPostale, abbiamo fatto una pausa durante laquale abbiamo mangiato, grazie ad un buffetofferto dalla Microsoft, e giocato a un nuovogioco chiamato “Kinect”, nel quale non haibisogno di un telecomando: il controller sei tu.Il buffet era buonissimo: c’erano pizzette, brio-ches, pasticcini e bibite.

Dopo questa pausa la Polizia Postale ci hafatto vedere due video: il primo era su unragazzo che chattava con un adulto che nonconosceva il quale, grazie a promesse di rega-li, si era conquistato la sua fiducia. L’adulto glichiedeva foto e informazioni personali, maalla fine la Polizia Postale lo ha rintracciato earrestato. Abbiamo capito che non dobbiamofidarci di persone che non conosciamo. Nel

secondo video c’erano dei ragazziche filmavano un loro amico mentrepicchiava un altro compagno. A casaquei ragazzi misero su Internet ilvideo, ma la Polizia Postale riuscì arintracciarli! … Se metti qualcosasulla rete non potrà mai essere tolto. Ipoliziotti che erano lì quel giorno cidissero che per rintracciare le personeche compiono i reati, ci vuole moltotempo e certe volte è troppo tardi. Perevitare che le situazioni dei video suc-cedano, i genitori dovrebbero fareattenzione a quello che fanno i figli suInternet.

Questa uscita è stata molto inte-ressante perché abbiamo imparato aproteggere il nostro computer e noidai pericoli della rete.

Martina e Alessia Morabito 2E “Virgilio”, San Bovio

Alla cortese attenzione della Sig.ra Raffaella Villa Microsoft, Centro Direzionale San Felice

La Preside, gli alunni e le insegnantidella Scuola Primaria di San Boviohanno il piacere di ringraziare laMicrosoft del Centro Direzionale di SanFelice, rappresentata dall’AmministratoreDelegato, dai Dirigenti e gli Specialistidella Polizia di Stato, che ci hanno offer-to l’opportunità di partecipare l’8 febbra-io scorso a un interessante evento forma-tivo volto a diffondere cultura e sensibili-tà sull’uso in sicurezza delle nuove tecno-logie a favore dei ragazzi.

Riteniamo che la giornata sia stataben organizzata e gli alunni intrattenuti inmodo piacevole: catturati nell’interesse enella curiosità.

Anche il linguaggio usato dai diversiinterlocutori e le immagini sono statiaccattivanti e adeguati. Ecco alcuni com-menti dei ragazzi, estrapolati dalle discus-

sioni in classe e dalle loro riflessioniscritte.

″La rete è uno strumento utile chepermette di metterci in contatto con tuttoil mondo e essere informati, ma puòdiventare pericoloso. Ad esempio biso-gna stare attenti ai dati personali che simettono on-line, infatti nei profili creatiin social network come Twitter oFacebook è meglio mantenere una certariservatezza e non accettare amicizie dapersone che si conoscono virtualmente,ma non nella vita reale. Perché dare ilproprio indirizzo e-mail o pubblicaredelle foto può attirare l’attenzione deimalintenzionati, che potrebbero fingersialtre persone.

“Altri pericoli che si possono incontra-re in rete sono dei siti falsi, che fannoarrivare delle e-mail proponendo un’of-ferta vantaggiosa, e dei link a siti pocosicuri che raccolgono le informazioni e idati personali: sono chiamati siti spia;altri invece sono chiamati Troyhorses,dalla leggenda che racconta del cavallodi legno che entrò nella città nemica diTroia con i soldati dentro per distrugger-la; stessa cosa può accadere con questiprogrammi, che nascondendosi sotto un

gioco, danneggiano il computer. Per pro-teggersi si possono installare antivirus eparental control.

Questi ultimi sono dei dispositivi cheservono ai genitori per proteggere i bam-bini, infatti filtrano i contenuti non adattie li eliminano senza farli vedere, infineoccorre sempre aggiornare il browser checi permette di navigare su Internet″.

″Da questi video ho capito che quan-do utilizzo il computer e mi appaionodelle richieste di amicizia e di informazio-ni devo avvisare subito i genitori ocomunque un adulto. Non devo mai sca-ricare delle mie foto perché potrebberoessere usate da gente sconosciuta.

Sono rimata molto colpita dal videosul bullismo perché non sapevo che esi-stono dei ragazzi che prendono in giro icompagni utilizzando un video per sentir-si più forti. Secondo me questa giornataè stata molto educativa perché mi hachiarito quali sono i pericoli che possoincontrare quando mi collego a Internet″.

“E’ un Centro Direzionale enorme estupendo. Appena siamo entrati ci haaccolto la mamma di una mia amica:Raffaella, che ci ha spiegato qual è loscopo della Microsoft e cosa avremmo

fatto nella mattinata”.“Ho imparato che Internet è un luogo

pubblico: per questo, come siamo educa-ti nella vita privata, dobbiamo esserloanche on - line″ ; ″Ci hanno spiegato lefunzioni di un gioco che si attacca allaTV: Kinect per X-Boy 360, un giocodivertente, dove si utilizzano i movimentidel corpo; per giocare non c’è bisogno nédi un telecomando né di un Joystick, masolo del tuo corpo: diventiamo semprepiù tecnologici!″.

″Con noi c’era la Polizia postale, chesi occupa di punire tutti i reati che si pos-sono commettere in rete.

Questo mi rassicura, ma è comunquefondamentale non abusare dell’utilizzo diInternet e ricorrere ai nostri genitoriquando capiamo che c’è qualcosa chenon va mentre navighiamo o chattiamo.É stata proprio una mattinata istruttiva eabbiamo fatto anche una magnificamerenda.″; ″Ci hanno offerto un buffetbuonissimo, ricco di dolci e cose buoneda mangiare″.

Classi Quinte Primaria di San Bovio

Passaggi di tempo 6 Maggio 2011

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Passaggi di tempo7Maggio 2011

Un bimbo sorridente che si tiene, con unamano, un imbuto in testa: è il logodell’Associazione Italiana per la Lotta alNeuroblastoma. Di questa rara e grave malat-tia abbiamo parlato in Redazione con la signo-ra Alessandra Maioli, che i ragazzi ricorderan-no quando è venuta nelle nostre classi a pro-porre l’acquisto di uova pasquali a favore del-l’iniziativa “Cerco un uovo amico”, promossadall’Associazione. Siccome noi riteniamo che“Passaggi di tempo” sia un giornale serio,insieme ad argomenti più “leggeri” e “norma-li”, scolastici, ci è sembrato opportuno affron-tare anche questo tema: così inoltre possiamodare una mano all’associazione e a chi,soprattutto i bambini, ha bisogno di aiuto.

Il neuroblastoma, ci ha spiegatoAlessandra, è un tumore infantile del sistemanervoso simpatico, che viene diagnosticatofino ai 4 -5 anni di età; molto raramente acca-de dopo. Richiede cure intense e tempestive.Ha sintomi “sfumati”, tipo una normaleinfluenza. La possibilità di guarigione dipendedalla zona del corpo colpita. Ad esempio, se lazona interessata è il collo, le possibilità di gua-rigione sono alte, mentre non è facile guarireda un tumore alle ghiandole surrenali e almidollo.

L’Associazione Italiana per la Lotta alNeuroblastoma non sta cercando di combatte-re solo il neuroblastoma, ma anche i tumorisolidi del cervello. Il logo dell’associazione,come si è visto, rappresenta un bambino conun imbuto in testa, per “proteggersi” dai

tumori del cervello. Il sodalizio nasce nel 1993dallo sforzo di alcuni genitori che avevanobambini malati di neuroblastoma, e di alcunimedici che facevano ricerca per combatteretale malattia. Da quel momento la ricerca hafatto grossi passi in avanti, anche se si è lonta-ni dal poter dire che il neuroblastoma è vinto.Per questo si ha ancora bisogno di fondi percombatterlo e sconfiggerlo. Oggi l’associazio-ne conta 110 mila soci.

Quest’anno Alessandra Maioli ha deciso diportare l’iniziativa nella nostra scuola, appro-fittando del fatto che sua figlia frequenta lamedia “Virgilio”. Si è arrivati a un buon risul-tato, con 150 adesioni, per cui Alessandra èmolto soddisfatta, e ringrazia tutti di cuore.L’iniziativa consisteva nel comprare un uovo diPasqua, per dare una speranza ai bambini col-piti da questa malattia. Per la riuscita di questainiziativa e di altre similari, Alessandra utilizzamolti mezzi, tra cui il “passaparola” e facebo-ok. Gli obiettivi che l’associazione finanzia,con i soldi ricavati, sono tre: sostenere la ricer-ca, far sì che la vita dei bambini malati possamigliorare, comprare macchinari per la ricer-ca. E’ interessante sapere che il neuroblasto-ma è un ottimo modello di studio per altritumori, ad esempio il tumore al seno, all’uteroe alla prostata.

Il neuroblastoma non è un tumore moltoconosciuto. All’Istituto Gaslini di Genova c’è lasede dell’associazione: lì vengono inviati i datidei bambini malati di neuroblastoma e, inpoche ore, viene diagnosticata la malattia, evengono indicate le cure da effettuare. Esiste

una banca dati del neuroblastoma, cioè uncentro di raccolta di informazioni dei bambinimalati di questo tumore. Purtroppo noi ragaz-zi non possiamo diventare soci dell’associazio-ne, ma i nostri genitori possono farlo.Invitiamo quindi tutti ad associarsi, per aiutarela ricerca, dare un futuro ai bambini ammala-ti e a tutti quanti.

Elena Ripamonti, 2D “Virgilio”

Per informazioni e sostegno ci si può rivolgerea:www.neuroblastoma.org e-mail: [email protected]. 340/7976092 - 02/90686853 e-mail: [email protected]

Io cerco un uovo amico

Il nostro “viaggio”, iniziato lo scorso annocon la conoscenza del continente Africa, con-tinua. Quest’anno il nostro progetto di “Sognovirtuale” ci ha portato alla scoperta di unpopolo con culture e tradizioni diverse dallenostre: il Perù; ma, per poterlo attuare, aveva-mo bisogno di trovare un personaggio media-tore, misterioso, piccolo e simpatico che potes-se aiutarci in questo percorso.

A noi serviva un animaletto dormiglionecome la talpa e, con il racconto dei proprisogni, continuare il nostro viaggio. Un viaggiodi fantasia in un paese a loro poco conosciutocome il Perù, dai bellissimi paesaggi e daivivacissimi e tipici costumi colorati. Il nostropersonaggio mediatore ci ha condotto e gui-dato alla scoperta di questo misteriosomondo, è arrivato in una mattina d’autunno

nascosto nel nostro giardino sotto un manto difoglie…

Attraverso diapositive, fotografie, libri econ l’aiuto straordinario di un genitore fonte diculture e tradizione peruviane, abbiamo impa-rato a conoscere usi e costumi di questo stra-ordinario popolo. Sogno, sogno divenuto real-tà, nel realizzare piccole bambole fatte di car-tone, i vestiti di carta crespa tutti colorati e leloro tipiche case, i bambini con il telaio hannorealizzato una piccola coperta vivacissima,anche la nostra classe è stata vivacizzata dicolori, pappagalli variopinti e un grande con-dor. Giochi, conte, filastrocche, balli e ricettegastronomiche. E il nostro viaggio continua…

Insegnanti e bambini della Sezione blu,Scuola dell’Infanzia di San Bovio

Sognando il fantastico PerùIl contributo dell’Istituto “De André” alla lotta contro una grave malattia che colpisce i bambini

La forza delle associazioni dipende dal numero dei soci e dalle iniziative

che promuovonoViviamo in tempi in cui sono evidenti la trascuratezza verso la natura e una disattenzione neiconfronti di coloro che sono meno fortunati. La Pro Loco di Peschiera Borromeo si propo-ne di valorizzare un territorio di per sé già molto attraente, caratterizzato da molto verde,corsi d'acqua e fattorie. In questo contesto raro ed invidiabile splende inoltre la gemma arti-stica - culturale del castello rinascimentale. Peschiera Borromeo e le sue frazioni offrono,quasi per vocazione, una cornice ideale per ospitare eventi. Mediante questi happening ver-ranno originati fondi che la Pro Loco destinerà statutariamente ad opere di pubblica utilitàe a fini sociali. Vi chiediamo di voler partecipare a questa attività, iscrivendovi. Dal cantonostro siamo in grado di assicurare che il Vostro piccolo sforzo associativo concorrerà a farconoscere e a rilanciare come merita un territorio di grande pregio naturale e artistico. Avreteinoltre la soddisfazione di contribuire a realizzare opere di pubblica utilità e benefiche.

c/o Centro Calipari - Via Rimembranze 18, Peschiera Borromeo, tel. 0255400792 -3402620296 - www.prolocopeschieraborromeo.it - [email protected]

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Passaggi di tempo - Speciale Ambiente 10 Maggio 2011

Fare scuola al Carengione

Nei giorni due, quattro e undici maggio hoeffettuato delle visite guidate al Bosco delCarengione con gli alunni delle classi 1A, 1C e1F della Scuola Media di Bettola, accompagna-ti rispettivamente dalle Professoresse FulviaVelicogna, Cinzia Ferrari ed Emanuela Sgarbi.Tali visite rientrano nei “Progetti di educazione

ambientale” proposti dal Settore Ecologia delComune di Peschiera Borromeo, in collabora-zione con l’Associazione NaturalisticaCarengione, ed inseriti nel Piano del Diritto alloStudio dell’anno scolastico 2010-2011.

Scopo dell’iniziativa è quello di far conosce-re agli studenti le bellezze di un ambiente natu-rale e incontaminato, peraltro molto vicino alla

scuola, che presenta ad un attento osservatoreuna grande varietà di flora e di fauna. Il Boscodel Carengione è bello in ogni stagione dell’an-no, ma in primavera, e in particolare nel mesedi maggio, si presenta in tutta la sua rigogliosabellezza. Ho potuto così far osservare e far rico-noscere ai ragazzi parecchie piante autoctone:

la spettacolare querciafarnia, il maestoso piop-po nero, il pioppo bianco,il salice bianco, il noccio-lo, l’ontano, la robinia, ilciliegio, l’olmo, il platano,l’acero campestre e arbu-sti vari. Li ho visti moltointeressati e attenti nel-l’individuare uccelli varicome fagiani, picchi, cor-nacchie, gazze, tortore,capinere, cardellini, frin-guelli e usignoli che cihanno deliziato con illoro canto. Ciò che peròli ha maggiormente sor-presi è stato il ritrova-mento di una farfalla eso-tica molto grande (15

cm) e dai colori bellissimi: la Bombicedell’Ailanto. Mi auguro che queste uscite sianostate gradite e possano essere di stimolo peraltre iniziative analoghe nel prossimo anno sco-lastico.

Walter Ferrari, Presidente AssociazioneNaturalista Carengione

Io, fogliaIo, foglia,mi sento una principessa:l’autunno mi regala vestitidi colori lucenti.Io, foglia,amo le dita fresche del ventoche mi accarezzano il viso.Io, foglia,ho amiche coloraterosse, scarlatte, ocra e violacee.Io, foglia,desidero farmi trasportare dal vento.Io, foglia,temo l’invernoche col suo gelomi ghiaccia il cuore.

Riccardo Dellabella - 5C Primaria di Bettola

La fogliaEcco qui la bella fogliache dal suo hotel va via di malavoglia.L’autunno è ormai arrivato,cambia il vestito e se ne mette uno colorato.Il resto dell’abbigliamento, va tutto in valigiae intanto arriva la nebbia grigia.La foglia sarà costretta ad andar viaportando con sé la malinconia.Così si prepara a fare i salutilasciando gli amici tristi e muti.Essa è consapevole che sarà calpestataricordandosi,quelli che l’hanno amata.

Michele Sacco - 5B Primaria di Bettola

Le foglieTante folate di vento ottobrinoaccompagnano il risveglio al mattino.A flotte le foglie parton per il terreno,sperando di trovar futur più sereno.In un senso han ragione, nell’altro proprio no.Pian piano vengon giù a formare un gran tap-petosu strade e marciapiedi.Infatti tutte si preparan al grande eventoe tra di loro c’è sempre un gran fermento.Tutte lor sanno che di lì passerà l’Autunno:il pittore più famoso, il chirurgo dei colori,e quindi ogni foglia vuol assistere al passaggiodell’imperatore.Povere foglioline, ignare lor sonodell’ostil futuro che le attende; ma tra tanto sconforto ed emozionespunta un'unica convinzione:tra un po’ rinascerai in un mondo assai miglio-re.

Alessio Cristofoletto - 5B Primaria di Bettola

Vorrei…Vorrei tanto trovare,una cosa vera come il mare.È dentro tutti noi,e nel cuore di voi!Vorrei tento trovare, un mondo senza male! Un sogno e una poesia per dire…Fantasia!

Federica Maglio - 5B Primaria di Bettola

Se io fossiSe io fossi un uccellovolerei con le mie grandi alifino a raggiungere i sogni più lontani.Se fossi la pacemi farei cogliereda chi conosce solo odio e guerra.Se fossi la sapienzasvelerei i misteri più arcani e remotidi tutto l’universo.Se io fossi un angeloveglierei su tutti i bambiniche credono in me.Se fossi un cavalieresguainerei la mia spadaper difendere la mia patria.Ma sono solo un bambinoche vuole diventare un grande uomo.

Riccardo Dellabella - 5C Primaria di Bettola

Oh, luna!Luna pallida e stancaluna, che ridiluna, che vegliluna, che cammini per le strade del firmamentoluna, che chiacchieri con le celestiali stelleluna, che nonostante la tua stanchezzaillumini la terra col tuo sorriso argentato.Luna, regina della notteContinua ad illuminare il tetro buio E a vegliare su di noi con amore materno

Sonia Pagliarini - 5B Primaria di Bettola

VorreiVorrei tanto trovareun mare dove sempre nuotarelimpido, azzurro e turchinogrande come il sorriso di un bambinoma da condividere con tuttialti, bassi, belli e brutti

Cristian Cilento - 5B Primaria di Bettola

I fiocchi di neveDiamanti preziosiopposti alla luce del soleFarfalle innevate che danzano nel ventoAmbasciatori della gioia e del giocoPiume che volano nel cieloMessaggeri dell’inverno.

Giacomo Fraschini - 5C Primaria di Bettola

Le stelleSono lucciole immerse nella notteche danzano a ritmo di musica.Le stelle sono brillantini sparsi nel blu intensopiccole orme argentate di un cagnolinostampate nel nero del cielo,i sogni più belli dei bimbi.Luci dell’universo scuro,oro del cielo.

Chiara Rossi - 5C Primaria di Bettola

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Passaggi di tempo11Maggio 2011

Ultimissime dal CampoGiuriati: Colombo sul podio

Cernusco sul Navi -glio, 5 aprile 2011, dallanostra inviata sul campo -La prima domanda cheho posto ai partecipantialle gare di atletica, èstata se fossero emozio-nati o meno. Mi aspetta-vo qualche “sì” sincero eun po’ imbarazzato, etanti “no” spavaldi.Invece mi sbagliavo.Ricevetti svariate rispo-ste, ma quella che micolpì di più fu questa:“Sono un po’ emoziona-ta perché non ho maigareggiato e mi piacereb-be molto vincere, mal’importante è partecipa-re, non importa se faròun buon risultato omeno”. Potrebbe sem-brare una risposta scon-tata, una frase fatta. Peròera tanto che non sentivoparole simili uscire dallabocca di un mio coeta-neo: ormai l’importantesembra solo la vincita,non il divertimento nelcompiere un’azione.Augurai buona fortuna atutti. Uno a uno, si avvici-narono al campo, dove avrebbero svolto lerispettive gare.

Iniziai a girare per il campo, sempre preoc-cupata che qualcuno mi obbligasse a uscire,per scattare qualche foto agli atleti: passandoda una disciplina all’altra, assistetti a diverseprove, davvero molto soddisfacenti. DanieleBontempi, ad esempio, si classificò al terzoposto nella gara dei 1000 metri: “Sarei potutoarrivare primo” afferma, “ma hanno suonatouna campanella e, credendo che i giri fosseroterminati, mi sono fermato per qualche secon-do, e perciò non ho ottenuto il primo posto”.Quando me l’ha detto, mi sono messa a ride-re, credevo stesse scherzando: se avessi otte-nuto io il terzo posto, anche in una gara qua-lunque, sarei stata più che soddisfatta!

Marika Ferri ha anch’essa ottenuto il terzoposto in classifica, nella categoria Cadette dellancio del peso: un risultato davvero strabi-liante, tenendo conto, poi, che l’allenamentoin questa disciplina è stato effettuato per unmassimo di quattro volte.

Si è invece classificato al primo postoStefano Colombo, nella disciplina del Vortex:non immaginavo che un ragazzo di quattordi-ci anni avesse l’abilità e la forza di lanciare unoggetto così a molti metri di distanza.

I ragazzi della staffetta maschile, MarcoMarelli, Andrea Firpo, Daniele Carluccio eStefano Colombo si sono anch’essi classificatiterzi sul podio: durante la premiazione erava-mo stati classificati quarti, fortunatamente cene siamo accorti in fretta e le professoresse

Terzi e Bertoli sono andatea protestare e alla finehanno assegnato il postoche ci spettava di diritto.

Di ritorno a scuola, laprofessoressa Terzi ci hafatto un discorso: si congra-tulava con tutti e affermavache, anche se non ci fossi-mo qualificati, pazienza!perché avevamo comunqueottenuto dei risultati moltosoddisfacenti, in camposportivo e non in base alposto sul podio. Ci siamoinvece ricreduti: il quintoposto nella categoriaCadetti ce lo siamo meritatie la scuola parteciperà allefinali provinciali, categoriacadetti, il 2 maggio alcampo sportivo Giuriati diMilano. Forza ragazzi, ecomplimenti!

Victoria Di Gaetano3A “Virgilio”

Complimenti ragazzi!

Il 2 maggio, al Centro Sportivo Giuriati diMilano, si sono svolte le finali provinciali di atle-tica, a cui hanno partecipato ragazzi della nostrascuola, i Cadetti, che si sono qualificati durantele fasi precedenti. Abbiamo cominciato subitocon il salto in lungo, salto in alto e vortex; nelleprime due specialità non si è classificato nessu-no con un risultato “da podio”, mentre nel vor-tex Stefano Colombo si è aggiudicato il terzoposto, con un lancio di 59 metri; all’inizio dellacompetizione aveva conquistato il primo posto,e per un lungo periodo di tempo è rimasto inquella posizione. Piano piano, però, due ragazzilo hanno superato, anche se solo di un paio dimetri.

È poi toccato alle competizioni dei 300metri, dove Daniele Carluccio e Stefano

Colombo si sono classificatirispettivamente quarto e otta-vo; Daniele, benché non si siapiazzato nei primi tre posti persoli due centesimi, è statocomunque premiato, perché iprimi sei di ogni competizionericevevano la medaglia.Durante il lancio del peso e gli80 metri piani non abbiamoricevuto risultati da premiazio-ne, ma, a mio modesto pare-re, Andrea Firpo, CesarMarcandelli, Marco Marelli eAlessandro Tondini si sonodavvero impegnati!

La penultima specialitàsono stati i 1000 metri, in cuiha gareggiato DanieleBontempi, la cui gamba eradolorante ed era quasi tentatodi rinunciare: fortunatamenteha presto cambiato idea. Hamantenuto la prima posizionedurante tutto il primo giro, 400metri, mentre ha poi, a poco apoco, rallentato conquistandoil quarto posto: è statoanch’egli premiato! Infinehanno partecipato alla staffet-ta 4x1000 Marco Marelli,Andrea Firpo, StefanoColombo e Daniele Carluccio:nella loro batteria si sono clas-sificati quarti, mentre nella

classifica generale non si sa ancora con esattez-za il loro risultato.

Vorrei complimentarmi con tutti i ragazziche hanno partecipato alle gare quest’anno, econ le professoresse Terzi e Bertoli che ci hannoallenato con tanto impegno e che hanno sempresostenuto i loro alunni, qualunque fosse il risul-tato: ad alcuni potrebbe sembrare scontato chele docenti non basino i loro giudizi solo sui risul-tati; purtroppo ci sono allenatori che si agitano edanno “quasi di matto” se i propri ragazzi nonottengono i risultati sperati. Perciò, grazie e com-plimenti.

Victoria Di Gaetano, 3A “Virgilio”

I nostri atleti in gara a Cernusco sul Naviglio

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Passaggi di tempo 12 Maggio 2011

Dipingendo con i ragazzi

Sono una pittrice e molto spesso mi trovonel mio studio a lavorare da sola. All’inizio diquest’anno scolastico le maestre delle terzedella primaria di San Bovio, dove studia miafiglia più grande, mi hanno chiesto se avessipotuto dedicare ai ragazzi un po’ di tempo perfarli avvicinare all’arte della pittura. Ho giàpassato del tempo all’asilo con il progetto pergli esterni ancora da terminare, e con alcunelezioni di pittura e manipolazione della cretanella classe lilla sempre a San Bovio, dove c’èl’altra mia figlia, ed è stato davvero emozio-nante; ma con ragazzi più grandi non mi sonomai ritrovata. Lasciato da parte il timore chein fondo non li interessasse più di tanto, misono lanciata. Sono stata accolta con grandegentilezza dalle maestre e i ragazzi mi hannocolpita! Entusiasmo, attenzione, stupore nelvedere come si progetta e poi come prosegueun lavoro (e diciamocelo, anche voglia di schi-vare qualche lezione!); sono stati davvero

bravi. Insieme abbiamo realizzato una grandeparete davanti alle loro aule; un grande solegiallo da cui partono sfumature di colori sem-pre più scuri, creando l’effetto di un tramonto.

Terminato quello, ora ci stiamo dedicandoalla realizzazione di grossi pannelli in cui dipin-geremo gli ecosistemi. I ragazzi si impegnanoanche procurando immagini da far vedere perpoi poterle usare come riferimento. La pitturaè una meravigliosa forma di espressione, avolte riesce a far uscire sentimenti nascostidentro di noi, che a parole non è facile espri-mere; guardando i ragazzi lavorare, con i dif-ferenti modi di interagire con essa, si riesce aconoscere tanti diversi lati del carattere: che avolte sfuggono. Spero perciò di poter portareavanti questo progetto anche nei prossimianni e ringrazio col cuore di averne avuta lapossibilità.

Raffaella Gerli

Il progetto “raccordo”Anche quest’anno nella nostra scuola è

iniziato il “Progetto di Raccordo”, che prevedeuna serie di incontri tra i bambini della scuoladell’infanzia dell’ultimo anno e i ragazzi e idocenti della classe quinta della scuola prima-ria. Questo favorisce una conoscenza recipro-ca per un migliore inserimento dei bambini ediventa un momento dove le attività didatti-che si articolano con situazioni ludiche moltosimpatiche e stimolanti, per entrambe le fascedi età. I grandi con la loro mansione di Tutorsviluppano una sensibilità e un senso diresponsabilità maggiore verso i più piccoli enello stesso tempo danno modo ai bambinidella materna di acquisire fiducia e sicurezzaverso il nuovo ambiente che li ospiterà a set-tembre. Il progetto prevede un primo incontroper visitare la scuola e un momento di inter-vallo, con merenda, tutti insieme, poi in segui-

to ci si ritrova nelle classi per abbinare grandie piccoli (tutor con bambino/a della materna)e spiegare loro il percorso che si vuole seguirecon le dovute motivazioni. Quest’anno sonostate scelte le “Danze del mondo”, per cui iprossimi incontri saranno incentrati sulla scel-ta delle danze con relative musiche, sulla sud-divisione dei bambini in gruppi (tenendoconto dei bambini che vengono da altre nazio-ni) e per finire sull’organizzazione della Festadei Remigini che si terrà a fine maggio. Il pro-getto è certamente uno dei fiori all’occhiellodel nostro Istituto ed è molto apprezzato dagenitori e bambini, che ogni anno danno ilmeglio di sé facendo commuovere e meravi-gliare tutti i partecipanti alla Festa.

Roberta CampanaScuola dell’Infanzia di San Bovio

Si parla, purtroppo, di incendi, catastrofi,crolli che avvengono nelle scuole quandomeno te l’aspetti, nelle ore di lezione o nellepause per la ricreazione. Finora nel nostroIstituto, per fortuna, non è successo niente digrave, grazie anche ad un lavoro di manuten-zione e prevenzione; bisogna comunque sem-pre stare sempre all’erta, come un’anatra intempo di caccia.

Chi ci può addestrare a comportarci nellamaniera giusta, dandoci delle “dritte” su come

salvare la pelle? La risposta a questa domandaè semplice e una sola: la Protezione Civile,conosciuta come quella squadra di soccorsoche collabora con i Vigili del Fuoco e altri soc-corritori in caso di calamità naturali o artificia-li; è un organismo di volontari, creato per farfronte alle calamità imminenti o già in atto.

Alcuni volontari sono venuti nella scuola eci hanno insegnato come agire in situazione di“emergenza”. Le cose s’imparano da piccoli, ecosì facendo siamo in grado di reagire tempe-

stivamente alle difficoltà, evitando il peggio. Adesempio, in caso di alluvione, ho appreso chedevo raggiungere il punto più alto dell’edificioe aspettare l’arrivo dei soccorsi; ho imparatopoi a decifrare quei cartelli che vedo poi spes-so affissi sui muri interni della scuola.

Forse per imparare a controllare il miopanico, ci vorrà qualche lezione in più, ma soche l’autocontrollo è la prima regola da osser-vare. Credo che la Protezione Civile sia una

delle prime necessità della sicurezza di unacomunità e di una nazione; saper affrontaretutti i pericoli a cui siamo esposti non è ungioco da ragazzi, e soltanto con l’ordine e laprevenzione comune possiamo reagire, preser-vare le nostre esistenze e aiutare coloro chehanno bisogno. E allora dico alla ProtezioneCivile: “ Grazie di esistere!”.

Cristian Semeraro, 3C “Virgilio”

Protezione Civile di Peschiera: grazie di esistere!

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Passaggi di tempo 13Maggio 2011

Il nostro Istituto ha avuto la fortuna di incon-trare Carlo Delfrati, didatta di fama internazio-nale che da sempre si occupa della musica edella sua didattica nella scuola. Egli ha contri-buito fin dagli anni Sessanta a imprimere unaspinta innovativa all’educazione musicale nelnostro Paese. Ha insegnato nei Conservatori diParma e Milano, e nella Scuola diSpecializzazione per l’Insegnamento Secondariodell’Università di Pavia (Sede di Cremona).

Fondatore della Società Italiana perl’Educazione Musicale, di cui ha curato i raccor-di con il contesto internazionale (è stato per varianni membro del Direttivo dell’Inter nationalSociety for Music Edu cation), ha fatto parte diCommissioni ministeriali per la stesura dei pro-grammi scolastici. Studioso dei problemi storicie pedagogici della musica (tra le sue più recentipubblicazioni, oltre a studi su diverse riviste edu-cative e musicali, citiamo: La musica nella rifles-sione pedagogica, La musica tra educazione eistruzione, Itinerari, Esperienze d’ascolto nellascuola dell’obbligo, Orientamenti di pedagogiamusicale, Le scuole musicali in Italia, Interrogareil passato, La voce espressiva; e i testi scolasticiProgetti sonori, Trio, I colori della musica,All’Opera insieme per la scuola media,Educazione al suono e alla musica eMusicAmica per l’elementare, Libro delle letturee Libro della teoria e il recente Il pensiero musi-cale per i corsi di teoria).

Cura il progetto dell’As.Li.Co OperaDomani e il progetto MusicaSI di GioventùMusicale d’Italia. E’ consulente della ProvinciaAutonoma di Trento per le Scuole musicali; delCentro Europeo per l’Educazione (Frascati), peri progetti Muse, Adas e Valmuss; del ComitatoNazionale per le Celebrazioni Verdiane (Parma),di Rai-Educational (Mosaico). Ha coordinato ilPiano integrato per l’istruzione musicale delComprensorio di Rovereto. Ha una rubrica sta-bile nella rivista Amadeus.

Spesso la musica non viene considera-ta dai ragazzi una disciplina importante.Lei che è considerato un po’ il “padredella didattica musicale”, in che modopensa dovrebbe essere fatto un cambia-mento in positivo? La musica continua spes-so a essere proposta oggi come all’inizio deglianni Sessanta, quando io cominciai a insegna-re. Ma rispetto ad allora troppo è cambiato. Ciòche allora alimentava la cultura dell’adultoerano le cose che alimentavano quella del bam-bino, e così l’insegnante poteva tranquillamenteriproporre ai suoi alunni i contenuti sui quali erastato formato egli stesso, sapendo di essere con-diviso. I bambini cantavano i canti dei loro geni-tori e dei loro nonni, quelli della tradizionepopolare. Oggi la musica ha visto esplodere inmodo esponenziale la sua riproducibilità, viaCD, Ipod, TV, internet… La cultura dei ragazzi èsempre più diversa dalla nostra. Fino al puntoche è l’insegnante, l’adulto, che fatica a tenerdietro ai cambiamenti. Ogni generazione, ogni“micro-generazione”, ha un proprio linguaggio.L’insegnante che continua a parlare, rischia dinon farsi capire da chi lo ascolta. Dimenticare gliinteressi vorrebbe dire alzare un muro tra educa-tori ed educandi.

Accontentare i gusti e gli interessi deiragazzi, dunque? Schiacceremmo i ragazzi sulpresente, un presente sempre più rapidamentecangiante. Quando sappiamo di essere, comediceva il filosofo antico, nani sulle spalle delgigante: siamo quello che siamo, culturalmentee affettivamente, grazie al patrimonio di valoriche le generazioni del passato hanno saputoallestire, e che compito dell’educatore è di met-

tere a disposizione dei giovani, perché possanofar fiorire le proprie risorse e partecipare a pienotitolo e con piena gratificazione alla vita dellaloro società. Ossia per soddisfare, al di là degliinteressi, i loro bisogni profondi. Bisogni di cuinon è nemmeno detto che i ragazzi siano benconsapevoli, ma che l’educatore musicale saconsistere nel possesso di sempre più maturecompetenze operative, percettive, inventive,manipolative, conoscitive…; ossia nel possessodi strumenti che permettano di vivere intensa-mente e integralmente l’esperienza musicale,sul piano fisico, quello affettivo, quello cognitivo.

Qual è il problema più contingenteche un insegnante di musica di oggi deveaffrontare? Per l’insegnante il problema è con-ciliare interessi e bisogni del ragazzo, al momen-to di operare in un contesto musicale, e cultura-le in senso lato, che non è più quello dei suoianni giovanili, e che continua a cambiare sem-pre più rapidamente. Vedrei sette aree di azione,tutte ugualmente importanti, e senza escludereche ce ne siano altrettante diverse: le elencoaggiungendo per ciascuna in che modo si oppo-ne a pratiche che sono all’origine della disaffe-zione dei ragazzi per la musica-disciplina-scola-stica:

1. mettere la dimensione affettiva equella corporea al cuore dell’esperienza musi-cale, valorizzando ciò che la musica significanella vita di bambini e ragazzi, dandogli impor-tanza, sollecitandolo. Troppo spesso si dimenti-ca che il piacere, il piacere estetico, è uno deidoni dell’esperienza musicale, e insieme unadelle chiavi per accedervi. “In pieno contrastocon le affermazioni dei giovani, il piacere è deltutto assente dai discorsi dei loro insegnanti”,racconta Gilles Boudinet, francese (dove si vedeche la geografia del malessere è ben diffusa);

2. rendere gli alunni protagonisti attividel loro apprendimento: arrivare a renderliautonomi prima di tutto nel far musica, con lavoce, con gli strumenti, ma poi anche nella sco-perta dei significati e delle strutture del linguag-gio musicale; contro una didattica che imponeforme tecnicistiche e nozionistiche di approccioalle musiche;

3. liberalizzare il repertorio; superandole barriere poste a generi (classica vs pop…), alivelli qualitativi (i “grandi autori” vs i minori), aluoghi storici e geografici (il passato remoto, il

presente, anche il “presente remoto”, le pratichee i repertori etnici), ai materiali (flauto dolce sì,flauto dolce no…), e così via. L’insegnante pre-parato dovrebbe sentirsi libero di scegliere i con-tenuti in modo di soddisfare i due corni delladidattica: che siano utili per far leva sull’interes-se, funzionali per soddisfare il bisogno;

4. aprirsi alle nuove tecnologie. Il com-puter è sempre più presente nelle case di bam-bini e ragazzi; paradossalmente fa ancora faticaa entrare nelle scuole; quando sappiamo che isoftware permettono non solo di ascoltare musi-ca e di scriverla, ma anche di comporla, mani-polando direttamente le fonti sonore, senzanemmeno più la necessità della notazione;

5. portare in primo piano il contributo che lamusica reca ai messaggi mediatici. Nel cine-ma, nelle trasmissioni TV, su internet, in teatro,ma anche nei luoghi sociali, la festa o la chiesa,la musica interagisce con gli altri linguaggi orien-tando potentemente il messaggio. Vivere lamusica come un’isola separata dal resto del pia-neta, oltre a impoverirne drammaticamente ilsignificato, toglie motivazione al suo apprendi-mento. Esplorare invece le funzioni sociali dellamusica fa capire ai ragazzi le sue valenze seman-tiche, e al tempo stesso permette di collocare leloro prestazioni (suonare, cantare) dentroun’azione più ricca e gratificante. Il brano impa-rato per il saggetto di fine anno è un’esperienzapositiva per gli alunni, ma la sua appetibilità cre-sce quanto meglio lo “teatralizziamo”, lo rendia-mo parte di un messaggio in cui intervengonoparola, movimento, scena. Non è così che lamusica è sempre stata praticata, nella storia enelle civiltà?

6. rinnovare le metodologie. Il ventaglioè aperto su una varietà di alternative: provoca-zione coinvolgente, attivante dell’insegnante,contro il ricorso esclusivo alla lezione frontale;ricerca personale, problem solving, contro unadidattica “per impregnazione”; individualizza-zione dei compiti, contro una didattica che sele-ziona e appiattisce; integrazione tra le pratichedel fare (riprodurre e ideare) fra loro e con lepratiche del conoscere (ascoltare, analizzare nonsolo per accedere ai tesori del patrimonio, maanche a possedere sempre nuovi strumenti peril proprio agire musicale…) contro un insegna-mento a compartimenti stagni; e così via (è soloun accenno, questo, alla varietà di questionimetodologiche, che esploro sistematicamentenel volume Il maestro ben temperato.Metodologie dell’educazione musicale);

7. integrazione multietnica: da unaparte bisogna acculturare il non-italiano, ossiafarlo entrare a pieno diritto nella cultura delpaese accogliente, dall’altra inculturare i nostriragazzi, ossia aprirli alle culture dei compagniimmigrati; l’una e l’altra azione vissute comearricchimento del campo d’azione. Il tutto incontrasto con una didattica sciovinistica o ghet-tizzante.

La nostra scuola ha ottenutol’Orientamento musicale. Quale l’augurioper i nostri ragazzi che vivono così inmodo sempre più intenso la musica? Glialunni di questa scuola si possono riteneremolto fortunati ad avere una così importantepossibilità: fruire della musica su vari fronti nonè dato a tutti, considerando che sono poche lescuole in Italia che ottengono un simile ricono-scimento. Auguro loro di poter trovare nellamusica il mondo privilegiato dove poter eserci-tare la loro affettività e la loro intelligenza, conl’ascolto e con la produzione.

Intervista a cura di Rita Vecchio

“Siamo nani sulle spalle del gigante”Nostra intervista esclusiva a Carlo Delfrati, famoso esperto della didattica musicale

Dedica

al piccolo LorenzoA conclusione del lavoro sul testo poetico ein occasione della nascita del fratellino diun nostro compagno, ci siamo sentiti “poetiin erba” e abbiamo creato questa poesiache dedichiamo al piccolo Lorenzo.

La vita è…

La vita è… un donoun mistero da scoprire,

un grande gesto di affetto e di amore; desiderio di dare e sentirsi amati.

La vita è… avventurarsi per un lungo viaggio

alla scoperta del mondo e degli uomini, alla conoscenza delle loro emozioni

e dei loro sentimenti. La vita è… una lunga storia

di cui l’uomo deve sentirsi protagonista. La vita è un’opportunità,

bisogna viverla come si presenta:

è l’uomo che sceglie il suo destino perciò è un’esperienza,

un gioco da vivere con coraggio e responsabilità. La vita è… un bene prezioso:

è come un seme che ha bisogno di luce e acqua

per germogliare e crescere. È un fiore

che sboccia, cresce… profuma. La vita è…

come un film da assaporare fino in fondo

distinguendo tra finzione e realtà, bisogna affrontarla e sfidarla con tutte le nostre sensazioni.

I piccoli poeti delle Classi Quinte di San Bovio

In me…

Nei miei sognic’è un tramonto

rosato, luminoso, caldocome la mamma che ti abbraccia.

Nei miei desideric’è un cavallo al galoppo

veloce, grande,nero come la notte.

Nelle mie paurec’è la perdita della famiglia,triste, straziante, dolorosa

come la morte.Nel mio futuro

vedo una vita felice,tranquilla

come la musica classica.Nel mio presente

c’è la libertàentusiasmante

come un volo di farfalle!

Chiara Rossi 5C Primaria di Bettola

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Passaggi di tempo 14 Maggio 2011

Ma che lingua è questa?

LUNEDI: “Possiamo azzardare un timingrealistico nelle previsioni meteo per questa setti-mana”. / MARTEDI: “Consigliamo le seguentiopere di ghost-writer per estraniarci in una deepreading rilassante” / MERCOLEDI: “Nel summittenutosi a Roma il Presidente ha concluso il suointervento spiegando che in definitiva il proget-to è in stand- by”. / GIOVEDI: “L’USP ha inseri-to nel programma del seminario pomeridianoun workshop sul tema della peer education, perindagare sul background storico-legislativo epedagogico didattico”. / VENERDI: ‘Sabato 19e domenica 20 aprile seconda edizione di pat-chwork a Rocca Brivio, mostra di quilt organiz-zato da…”. “L’innalzamento delle case a Milanoha determinato un nuovo skyline”. / SABATO:“Ci mangiamo un toast al grill dell’autostrada.Per mezzogiorno sono pronti dei veloci san-dwiech che hanno anche una spalmata di ket-chup, così resta del tempo alle donne per fareshopping visto che ci sono anche duty-free”.

DOMENICA: Finalmente reperiamo in unaqualsivoglia emittente televisiva un film conl’imprescindibile Albertone nazionale il quale cifa vedere come si osserva il contenuto amma-liante di un piatto e ci fa sentire: “Macarone, tumi provochi e io te magno!” E finalmente tiria-mo un respiro di sollievo.Battuta e gimcana aparte nel labirinto linguistico di una settimanatipo, mi capita sempre più di frequente in que-sto ancor inizio di nuovo secolo di chiedermisenza retorica che lingua sia mai quella cheincontriamo ormai quotidianamente nelle varieforme di linguaggio scritto - giornalistico, narra-tivo, scientifico, tecnologico, culturale in sensolato…- e nei vari timbri orali. Per venire a unaspetto dell’italiano parlato e scritto di oggi, c’èchi lamenta una condizione di strazio (o di mal-trattamento) della nostra lingua e di uso sconsi-derato, in essa, di inglesismi, tanto da giustifica-re chi afferma esserci in atto un processo diautolesionismo linguistico degli Italiani che, perdirla con l’indimenticabile Pasolini, sta portando

lessico ed espressioni inglesi in una effettiva (eforse anche definitiva) assimilazione nella koiné.

I nostri cugini francesi tengono in maggiorconsiderazione la loro lingua arrivando alpunto, forse esagerando, di evitare addirittural’uso di parole e acronimi usati su scala mondia-le. Al bando quindi hanno messo parole comecomputer o pc, NATO, aids, software, mountainbike, solo per fare qualche esempio, sostituitirispettivamente con parole nostrane quali ordi-nateur, OTAN, sida, logiciel, VTT (ossia vélotout terrain). Furbi loro? Ognuno si esprimacome crede. Sta di fatto che da noi pure coloroche dovrebbero, anche per ruoli specifici, usarela nostra lingua semplicemente con senso diequilibrio e con adeguata consapevolezza diidentità, sono i primi a contaminarla. A scansodi equivoci, chi scrive per porre spunti di rifles-sione, ha sempre avuto fin dai primi anni di sco-larizzazione un prevalente interesse per le linguestraniere e con esse ha concluso il proprio per-corso formativo con una specifica laurea. E’ pre-occupante non la presenza in sé di anglicismi:parole ed espressioni straniere ci sono semprestate in ogni lingua ed è giusto e funzionale allacultura e alla conoscenza in genere che sia così.Ciò che risulta anomalo è al giorno d’oggi la fre-quenza d’uso che se ne fa e la loro entità!

La lingua italiana, più che di difesa, ha biso-gno di essere rispettata. E’ compito delle perso-ne giuridiche - a partire dalle istituzioni scolasti-che - e delle persone fisiche - a iniziare dagliinsegnanti - operare in tal senso. Far riflettere iragazzi delle nostre scuole a non recepire acriti-camente questo stato contingente dell’italiano è,a mio parere, condizione indispensabile per evi-tare che diventi permanente. Per favore nonlasciamoci fagocitare la lingua italiana. Quella diDante, Ariosto, Manzoni, Leopardi, Campana,Pasolini e degli altri. E che alcuni non Italianidefiniscono, anche loro forse esagerando, la piùbella lingua del mondo.

Prof. Giuseppe Rossetti

Riflessioni a proposito delle parole stranierenella lingua italiana

È arrivato l’inverno

Mentre il freddo mi entra nelle ossa,il sole, ormai sorto da tempo,si riflettesulla candida neve dei monti.Intanto piccoli fiocchi iniziano a cadere.E si formano,come gioco del vento, piccoli mulinelli.Dopo aver visto questo,ho capito:è arrivato l’inverno!

Sonia Corbezzoli - 5B Primaria di Bettola

L’inverno

Ecco, sta arrivando,lo stregone di ghiaccioche come un papà mette un nuovo vestito al mondo:un bianco velo,candido e freddo.Ghiaccia i laghetti,ricopre le casette.Certo è lui:l’inverno!

Chiara Cefaratti - 5B Primaria di Bettola

I fiocchi di neve

I fiocchi di neveSono fogli accartocciati che scendono dal cieloPiume che svolazzano,pezzi di velo bianco.I fiocchi di neve sono petali candidighiacciatidal soffio del freddo inverno,sono angeli bianchi che danzano sulle nuvole.

Giulia Buoncore - 5C Primaria di Bettola

FiocchiI fiocchi di nevesono lacrime cristalline degli angeli,frantumi del diadema celeste.I fiocchi di neve sono lapilli ghiacciati,ricchezza dell’inverno.

Damiano Cutugno - 5C Primaria di Bettola

NevicaNevica:farfalle congelate,cristalli volanti,bianche meteoritiatterrano dolcemente.I fiocchi di neve sonobatuffoli di lana,fiori di ghiaccio che annunciano l’inverno.

Roberto Cicco - 5C Primaria di Bettola

Quando era inverno

Quando si perde un amico

Quando si perde un amicola rabbia invade il cuorecome le nubi coprono il sole.Quando si perde un amicol’invidia scaccia l’amorecome la notte spegne il giorno.Quando si perde un amicol’odio uccide la gioiacome la neve copre la terra.Quando si perde un amicol’allegria si smarrisce nel buiocome un uccellino nella notte.

Dorotea Radice - 5C Primaria di Bettola

L’odio è…

L’odio è inesprimibile,come le emozioni che non riesci a spiegare.L’odio è rabbioso,come quando perdi un amico.L’odio è accecante,come un raggio del sole, senza occhiali.L’odio è nascosto,come i segreti di cui mi vergogno.L’odio è qualcosa che ti sta dentro,come un mal di pancia, insopportabile.

Lucrezia Pernigoni - 5C Primaria di Bettola

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Passaggi di tempo 15Maggio 2011

Scuola di equitazione per ragazzi e adulti

Centro Ippico

Il Quadrifoglio20068 Peschiera Borromeo - (Mi) Via F. Sforza, 9

Tel. 02/5470133 - 338/9307880

Souvenir dal Lago Maggiore,

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Passaggi di tempo 16 Maggio 2011

Inimitabile. Sorprendente. Aeronautico. É Flavio Giacomessi, ilnostro carissimo collega delle Medie che si accinge a partire per unalunga e meritata vacanza - la mitica pensione! -, dopo aver regalatogran parte della propria vita alla Scuola. Che lui sia unico, è facile capir-lo: bastano pochi istanti di frequentazione. Che lui sappia meravigliarti,sempre, è una novità solo per che non ha avuto il piacere e la venturadi conoscerlo prima. Che lui, a mio avviso, sia “aeronautico”, si spiegasolo in parte con la sua passione sfrenata per il volo e le macchinevolanti; io dico aeronautico perché Flavio non vive come la quasi tota-lità di noi umani calcando la terra, la polvere. No! Per lui, pur “benmesso”, la legge di gravità fa un’eccezione, lui la crosta terrestre la sfio-ra, anzi si libra in alto, sopra e oltre le meschinità terrene: “là doveosano le aquile”!

Dacché è arrivato in questo Istituto, un decennio fa, provenendodalla “Milani” di San Giuliano Milanese, mi è stato collega di corso ecompagno in parecchie avventure. In particolare nella realizzazione delpresente giornale, per la parte fotografica. Emozionante, storica, unpunto “fermo” (si fa per dire), la sua ricostruzione - con mani sapientida certosino - del “pendolo” di Foucault, con relativa dimostrazionepratica. Grandissimi meriti Flavio ha avuto nella ideazione ed esecuzio-ne grafica di materiali per iniziative, manifestazioni e spettacoli del “DeAndré”. Frutto, anche, delle sue eccezionali doti informatiche, un magodel computer come pochi. A lui si devono poi tutte le riprese audio evideo nelle quali l’Istituto è stato impegnato nel corso di questi anni:Flavio, esperto tecnico del suono - dei silenzi e della musica variamen-te intesa -, “occhio discreto” della nostra Scuola!

Componente dello Staff di Direzione, membro del Consigliod’Istituto, responsabile della gestione dei laboratori di informatica, asse-gnatario di funzione strumentale per l’utilizzo delle nuove tecnologie;inoltre coordinatore e istruttore dei corsi ECDL, grazie ai quali centina-ia di nostri studenti hanno sostenuto e superato brillantemente gli esamifondamentali per il conseguimento della patente europea del computer.

Docente di Educazione Tecnologica e Informatica: amatissimo daglialunni! Dalle battute fulminanti, Flavio. Ironico, pungente, mai scortese,anzi gentile e disponibile con chiunque: un’anima pura. Dal sapereenciclopedico: sa tutto di qualsiasi argomento, non solo di scienze tec-niche, ma per esempio in fatto di statistica, storia, letteratura e così via.

Carissimo Flavio: mentre ti auguriamo ogni bene possibile, di potercoltivare in totale tranquillità gli hobby preferiti e di ampliare, se possi-bile, le tue già peraltro smisurate conoscenze, sappi che qui, e altrove,troverai sempre degli amici veri. Un abbraccio forte, a nome dell’interagrande famiglia dell’Istituto “Fabrizio De André”.

Sergio Leondi, Responsabile di “Passaggi di tempo”

Buone vacanze,Flavio!

11 Gennaio 2009 - Flavio Giacomessi riprendel’intervista a Roberto Vecchioni