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Giornalino Scolastico dell’IPIAS O. Olivieri - Tivoli - Anno 2015-16 N° 1 L’informale 1 Editoriale F inalmente qui... molta fatica poche righe, mai mentalmente così occupato, con nuove classi da gestire e quattro materie da insegnare, ma nonostante tutto ho fortemente voluto portare a termine questo Progetto, l’ennesimo progetto editoriale, non per i soliti gossip di istituto, ma un tentativo di intergrazione tra le varie realtà del nostro ricco plesso, che perdendo le singole identità, si arricchisce con il nome di IPIAS O. Olivieri, dove viene sviluppata un’offerta formativa verso diverse figure professionali. Devo ammettere che, mi trovo nella condizione di dover svolgere senza nessun supporto la stesura degli articoli, l’impaginazione e la composizione dell’intero Giornalino, compreso la parte, come da impegno preso, di comporre una pagina con il vecchio sistema dei “caratteri mobili” e la mole di lavoro non è affatto tracurabile. Spero di aver fatto cosa gradita a tutti Voi lettori, sentendovi parte integrante di ciò che verrà esposto... Prof. Andrea Petrini Io, ragazzo dell’Olivieri, ed il ritorno a casa S embrava ieri, l’acqua del fiume Aniene scorreva davanti a me gelida e lenta, mentre io sedevo sugli scalini di traver- tino di quella che poi si rivelò la stele a ricordo della vestale Cossinia, di antica memoria Tiburtina. Quel freddo pungente che penetrava nelle ossa, l’umidità e la corsa contro il tempo per ar- rivare in orario, memorie ormai andate. L’odore dell’olio emul- sionato proveniente dai macchinari meccanici, era l’odore predominante di quel luogo e di quel tempo, era l’odore dell’Ora- zio Olivieri di Tivoli. Ricordo ancora quell’io, essere, perso negli androni dei reparti di lavorazione, il rumore assordante di torni, frese e trapani, non inferno, ma anticamera del vero senso della parola “fabbrica” Niente mi attraeva di più che le attività labora- toriali, tra le quali spiccava il laboratorio di “costruzioni elettro- niche” che stuzzicava in maniera particolare la mia voglia di conoscenza. Sarà forse stato quel televisore Telefunken in bella mostra nel salotto di casa, con il fondello lasciato aperto da qual- che riparatore distratto, che da bambino attirava il mio sguardo, perso nella miriade di ordinati colori che caratterizzano i com- ponenti elettronici, fatti di materiali inerti, che sapientemente collegati, realizzano quei cuori pulsanti che scandiscono spesso e sempre di più le nostre giornate. Attraverso ora quei luoghi e quelle stanze, vedo ancora la posizione dei macchinari, ma so- prattutto sento ancora il brusio e le parole dei miei compagni e la spensieratezza dei loro sorrisi, trasformati spesso in sofferenza per quello che poi la vita ha riservato a ciascuno di loro. Adesso sono tornato, come insegnante, dopo una vita impiegata a colle- zionare esperienze e studio, per renderle fruibili a chi ha voglia di apprendere, ciò che chiedo ai miei ragazzi è solo di porsi nella condizione di ascolto che avrebbe l’allievo dell’ultimo vasaio, in quanto quell’antica arte andrebbe perduta senza l’accettazione a cuore aperto dell’ultimo allievo. Adesso, con 41 anni di espe- rienza nel settore elettronico, consulente industriale nel settore aeronavale, lancio una nuova sfida a me stesso ed un appello alla popolazione del territorio… l’Olivieri non è morto, tutte le pro- fessioni, se ben apprese, offrono dignità e rispetto a chi le opera in maniera professionale. Venite a vedere chi siamo e che cosa può offrire la nostra struttura, vi aspetto… A.P. Carattere tipografico e sue parti: a. occhio · b. spes- sore · c. forza o corpo · 1. spalla · 2. tacca · 3. incavo · 4. piede.

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Giornalino Scolastico dell’IPIAS O. Olivieri - Tivoli - Anno 2015-16

N° 1L’informale

1

Editoriale

Finalmente qui... molta fatica pocherighe, mai mentalmente cosìoccupato, con nuove classi da

gestire e quattro materie da insegnare,ma nonostante tutto ho fortementevoluto portare a termine questo Progetto,l’ennesimo progetto editoriale, non per isoliti gossip di istituto, ma un tentativodi intergrazione tra le varie realtà delnostro ricco plesso, che perdendo lesingole identità, si arricchisce con ilnome di IPIAS O. Olivieri, dove vienesviluppata un’offerta formativa versodiverse figure professionali.Devo ammettere che, mi trovo nellacondizione di dover svolgere senzanessun supporto la stesura degli articoli,l’impaginazione e la composizionedell’intero Giornalino, compreso la parte,come da impegno preso, di comporreuna pagina con il vecchio sistema dei“caratteri mobili” e la mole di lavoro nonè affatto tracurabile.Spero di aver fatto cosa gradita a tuttiVoi lettori, sentendovi parte integrante diciò che verrà esposto...

Prof. Andrea Petrini

Io, ragazzo dell’Olivieri, ed il ritorno a casa

Sembrava ieri, l’acqua del fiume Aniene scorreva davanti ame gelida e lenta, mentre io sedevo sugli scalini di traver-tino di quella che poi si rivelò la stele a ricordo della vestale

Cossinia, di antica memoria Tiburtina. Quel freddo pungente chepenetrava nelle ossa, l’umidità e la corsa contro il tempo per ar-rivare in orario, memorie ormai andate. L’odore dell’olio emul-sionato proveniente dai macchinari meccanici, era l’odorepredominante di quel luogo e di quel tempo, era l’odore dell’Ora-zio Olivieri di Tivoli. Ricordo ancora quell’io, essere, perso negliandroni dei reparti di lavorazione, il rumore assordante di torni,frese e trapani, non inferno, ma anticamera del vero senso dellaparola “fabbrica” Niente mi attraeva di più che le attività labora-toriali, tra le quali spiccava il laboratorio di “costruzioni elettro-niche” che stuzzicava in maniera particolare la mia voglia diconoscenza. Sarà forse stato quel televisore Telefunken in bellamostra nel salotto di casa, con il fondello lasciato aperto da qual-che riparatore distratto, che da bambino attirava il mio sguardo,perso nella miriade di ordinati colori che caratterizzano i com-ponenti elettronici, fatti di materiali inerti, che sapientementecollegati, realizzano quei cuori pulsanti che scandiscono spessoe sempre di più le nostre giornate. Attraverso ora quei luoghi equelle stanze, vedo ancora la posizione dei macchinari, ma so-prattutto sento ancora il brusio e le parole dei miei compagni ela spensieratezza dei loro sorrisi, trasformati spesso in sofferenzaper quello che poi la vita ha riservato a ciascuno di loro. Adessosono tornato, come insegnante, dopo una vita impiegata a colle-zionare esperienze e studio, per renderle fruibili a chi ha vogliadi apprendere, ciò che chiedo ai miei ragazzi è solo di porsi nellacondizione di ascolto che avrebbe l’allievo dell’ultimo vasaio, inquanto quell’antica arte andrebbe perduta senza l’accettazione acuore aperto dell’ultimo allievo. Adesso, con 41 anni di espe-rienza nel settore elettronico, consulente industriale nel settoreaeronavale, lancio una nuova sfida a me stesso ed un appello allapopolazione del territorio… l’Olivieri non è morto, tutte le pro-fessioni, se ben apprese, offrono dignità e rispetto a chi le operain maniera professionale. Venite a vedere chi siamo e che cosapuò offrire la nostra struttura, vi aspetto…

A.P.

Carattere tipograficoe sue parti:a. occhio · b. spes-sore · c. forza ocorpo · 1. spalla · 2.tacca · 3. incavo · 4.piede.

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La mia AfricaStanco, con le corde vocali ancora fumanti, una corsa contro la notte alle spalle, l’arrivo improvviso di unSMS mi allerta, l’azienda per cui collaboro mi chiama… Urgente briefing presso la ELT. Sembrava una seratacome le altre, intento ad allertare i colleghi, per un imminente acquazzone distruttivo, invece, svesto i pannidella persona allegra e spensierata per entrare nel baratro della concentrazione più spietata….La base militare di Sigonella, in Sicilia, ha bisogno della mia macchina da guerra, celata sotto le spoglie diuna persona mite, che loro chiamano professionalità.Il giorno seguente, prendo la mia borsa con le attrezzature, indosso la mia giacca di pelle, e tra la pioggiapiù battente, affronto gli elementi, sul mio suv, strapazzato dal vento.Intanto nella mia testa, la trasformazione, azzerando i ricordi di verde, e le persone care, il battito del cuore,più veloce, diventa regolare, non più emozioni…Le sinapsi istantaneamente spostano informazioni e tecnologie sconosciute dalle parti più nascoste dellamente, fino a trasformarmi in quella macchina da guerra, tanto bramata da chi mi aspetta per compiere ilmiracolo mistificante del dare ancora vita ad un macchinario bellico costruito da uomini contro gli uoministessi…Il vecchio bimotore anni 70 chiamato Breguet Atlantic giace sulla pista, in attesa di quel cuore che rappre-senta il sistema antisommergibile dell’aviazione, e che fra poco tempo sarà sottoposto alle mie cure. Giuntoin azienda, mi attendono due persone che mi accompagnano per avere le necessarie autorizzazioni per l’in-gresso, e quel badge che servirà infinite volte per certificare l’ingresso in ogni reparto. La sala di attesa è labase di una larga scalinata dalla quale scendono con un sorriso stampato due dirigenti che seguono il pro-getto di manutenzione, situazione che si ripete ogni volta, anche cambiando azienda, per far sentire al visi-tatore, quella sensazione di inferiorità di chi viene visto dall’alto… Io invece impassibile, tendo la mano e liguardo negli occhi, perché so bene che tengo il toro per le corna, perché senza il mio supporto quelle personehanno brancolato nel buio per due anni, e sotto la mia maschera di cera, in quell’attimo penso alle personecare, che mi stimano per altro, e che forse l’altro mi piace di più…Finalmente giungo davanti al paziente, freddo, meccanico e altero, ma anche sofferente, e la diagnosi è velocee certa, istantaneamente un susseguirsi di telefonate tra la Sicilia e l’azienda,vengono fatti saltare dalle sediealtri personaggi e altre aziende, e tutto è rimandato al lunedì successivo per un briefing su un tavolo tecnico,ed io, ancora impassibile, ma certo del successo della missione…Torno a casa, dovrei essere tormentato dal rimorso di aver ridato vita ad una macchina da guerra, comeanni fa, quando riparavo vecchi sistemi d’arma sulle navi della marina, invece no, perché quegli aerei, par-tendo dalla base di Sigonella, non sono più destinati al sistema antisommergibile, ma grazie ad accordi in-ternazionali, intercettano e salvano quelle persone che, partendo dall’Africa, fuggendo da un futuro incerto,cercano una vita migliore…Adesso, pensando a quelle persone, sono ancora più determinato a non fallire nella mia missione, e da quellamaschera di cera spunta una goccia di sale, che non è sudore, e dove cade, non nasce un fiore, ma una spe-ranza di salvezza per quelle anime…

A.P.

Descrizione della giornata di un professionista. Quanto scritto farà parte di unromanzo in fase di elaborazione, di prossima pubblicazione.

Presso la cittadina di Subiaco si stanno svolgendo delle attività circa la ricorrenzadei cinquecento anni della scrittura del primo libro stampato presso i Monaci di Santa Scolastica secondo la tecnica del noto Giovanni Gutenberg.

A fianco, pag. 3, una dimostrazione di stampa a caratteri mobili.

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La pagina 3 è stata stampata a mano utilizzando caratteri mobili e rulli inchiostrati non adeguati e come sievince dalla qualità della stampa ottenuta, il risultato non è stato dei migliori. Immagino a questo punto laperizia e le molteplici prove di stampa operate dai monaci tedeschi secoli fa.La foto 1 ritrae la pagina composta a mano, e nella parte sottostante dei caratteri mobili utilizzati negli anni ‘70.

Foto 1

Foto 2

Nella foto 2 vengono ritrattialcuni caratteri di stampa Bo-doni in corpo 36, una riga dipiombo composta in Linotypee alcuni clichè da stampa inzinco due dei quali sono statiutilizzati per la pagina stam-pa in precedenza.

Il processo di stampa dellaBozza:1. Preparazione della pagina.2. inchiostrazione con rullo3. inserimento del foglio sullapagina composta4. passaggio di un rullo apressione non inchiostrato5. sollevamento del foglio amano ed asciugatura.

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I bombardamenti su Tivoli

Per alcuni sembrava solo ieri, il ricordo delle ultime ore, dell’occupazione dopo la rottura della lineagotica e la presa di Montecassino da parte degli alleati americani. In quei giorni gli abitanti di Tivoli assistettero impotenti a ciò che da li a poco stava per accadere …

All’epoca forse nessuno immaginava che gli anglo-americani avrebbero cercato in qualsiasi modo di tagliare iponti alle truppe tedesche per cercare di impedire una loro riorganizzazione più a nord per impedire la disfatta… fu così che oltre 70 anni fa, gli abitanti di Tivoli, di colpo, vista la conformazione collinare della zona pur es-sendo stati avvisati dalle sirene, subirono la distruzione di alcune zone della cittadina e a più riprese da partedi vari aerei, come da tabella allegata, partiti da Galatina e alleggeriti di ogni peso superfluo (pare addiritturaprivati della vernice) per poter affrontare un viaggio al limite delle capacità di volo. Qualcuno ancora ricorderàla sfavillante formazione volteggiare velocemente sulle loro teste, il sibilo delle bombe …e fu subito storia…Anche l’Istituto Olivieri, allora pastificio Bernardini, venne ripetutamente colpito dalle bombe alleate senzagravi danni in quanto in prossimità della Stazione Ferroviaria.

10 Febbraio 1944 15th AF B-17's: Castelgandolfo, (Nel corso del bombardamento alleato ècolpita anche la villa pontificia, dove avevano trovato rifugio gli sfollati), Cisterna,

Cecina.  B-24's : Campoleone e Velletri. P- 38's: Tivoli, Vicovaro e Monte-rotondo. P-47's: Cisterna e Albano.

09 Marzo 1944 12th AF B-25's: Porto Stefano, Porto Ercole, Montalto di Castro. A-20's:Tivoli. P-40's: Campoleone, Pratica di Mare, Ciampino. A-36's: Capranica eAnzio.

19 Marzo 1944 12th AF B-26's: Arezzo, San Stefano al Mare. B-25's: Orvieto, Avez-

zano, Orte, Tivoli. A-20's. P-47's e P-40's:

28 Marzo 1944 12th AF B-25's: Perugia, Montepescali, Mignano, Certaldo. A- 20's:Tivoli. P-40's: Anzio area, Cassino, Giulianello area, Chieti Scalo, Velletri, Sora.A- 36's: Montalto di Castro, Orvieto.  Anzio Cassino area. Monte San Biagio: Bom-bardamento e mitragliamento aerei alleati nuova incursione il 15 ed il 28 aprile e il7 maggio.

30 Marzo 1944 12th AF B-25's: Orte. P-40's e A-36's: Roccasecca, Tivoli, Fu-mone,  Gaeta, Civita, Castellana, Stimigliano, Orvieto, Cori.

20 Aprile 1944 15th AF B-17s e B-24s: Monfalcone, San Vito al Tagliamento, Casarsa

della Delizia, Fano, Vicenza, Ancona, Castel Maggiore, Bologna, Mestre, Treviso,

Trieste, Venezia. P-47's, P-40's e A-36's: Roma, Terni,  Tivoli, Orte

Attigliano. La 1° divisione motorizzata francese inizia a sbarcare a Napoli: sarà se-guita ai primi di maggio dalle altre forze francesi.

23 Aprile 1944 12th AF B-25's: Attigliano. B-26's: Incisa, Valdarno, Cecina, Poggibonsi.

P-47's, A-36's e P-40's: Roma, Orvieto, Orte, Tivoli, Capranica.

RAF: Parma.

30 Aprile 1944 12th AF B-25's: Bologna, Ficulle, Orvieto, Marsciano. B-26's: Cortona, In-

cisa. P-40's: Roma,  Orvieto, Roma, Tivoli, Civitavecchia, Castellana. P-

47's: Roma.

26 Maggio 194412th AF B-17s e B-24s: Firenze, Frascati, Tivoli,

Roma, Bracciano. AF: Capristrello, Carsoli

27 Maggio 1944 12th AF  Orvieto. A-20's: Villa Santo Stefano, Frosinone, Subiaco,

Sora, Tivoli, Frosinone, Capena, Orvieto, Bracciano,  Sulmona,  Benedetto deiMarsi.

da: biografiadiunabomba

P-38 Caccia pesanteBombardiere B-24 Liberators USAAF

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Collezione privata

Il caso volle, che nella mia collezione privata, ho posseduto, e ho avuto modo di studiare le apparecchiature dibordo di aerei americani della IIWW, in particolare, il sistema di trasmissione e ricezione costituito nei primiesemplari da un trasmettitore del tipo BC191 e da un ricevitore tipo BC348. Successivamente, oltre ad alcunemodifiche strutturali agli aerei, fu sostituito anche il trasmettitore con il più moderno e potente ART13…L’ideaera quella di organizzare una mostra con tali apparecchiature in esposizione, magari a Settembre…

Notizie storiche dettagliate

Le tracce: Alla fine del ’43 la Sturmbrigade Reichfunrer SS era stanziata a Tivoli. Così anche la 334. InfanterieDivision. Un reparto della Felpostamt 802 assicurava invece la parte amministrativa e postale. Due reparti, laErsatzteil-Staffed 404 e la Instandsetzungs Kompanie garantivano i pezzi di ricambio, le riparazioni e la ma-nutenzione. La Schlachterei-Kompanie si occupava della carne da macello. Un deposito di vettovagliamento emunizioni, Armee Verpflegungs, era ubicato a Castel Madama e in zona Cocciano (in prossimità del paese) sitrovava la Funk Station; obiettivo più volte preso di mira dai partigiani. Arsoli ospitava invece l’ospedale militare(Feldlazarett). Anche qui ritroviamo un reparto della Feldpostamt ma questa volta con l’identificativo Feldpo-stmat 29. Il suo ruolo era quello di assicurare la parte amministrativa e postale della 29ª Panzergrenadier-Di-vision. Ad Arsoli aveva sede anche la Feldgendarmerie (polizia militare) e in località Cerqua Pacchione, itedeschi, avevano collocato un altro deposito di vettovagliamento e munizioni. A Subiaco ritroviamo nuova-mente la 334. Infanterie Division. Sempre a Subiaco fu collocato l’ospedale militare della 29ª PanzergrenadierFalke Divison affidato alla Sanitäts Kompanie 2. C'era poi un deposito carburante e in località Cicchetti (Ma-donna della Pace) si era installata la compagnia fornai (Bäckerei-Kompanie). La Instandsetzungs-Kompaniegarantiva invece riparazioni e manutenzione. Nel ’44 l’Armeeoberkommando AOK 14 (comando superiore d’ar-mata) attua nuove dislocazioni. A Tivoli viene inviata la Fallschirmpanzerdivision Herman Goering (divisioneparacadutisti corazzati) mentre a Subiaco e ad Affile troviamo in aggiunta la 305ª divisione di fanteria. AdArsoli resta la Feldpostamm che si occupava dell’amministrazione e del servizio postale della 29ª Panzergre-nadier Falke Division Il 4 giugno del ’44 la 305ª divisione di fanteria germanica tenta di aprirsi un varco in di-rezione di Subiaco, Agosta, Vicovaro e Tivoli... La Panzergrenadier-Division aveva il compito di rallentare adest di Roma l’avanzata del corpo di spedizione francese. Vicovaro fu liberata dagli alleati, poche ore dopo dal-l’eccidio delle Pratarelle. Le truppe alleate erano comandate dal sottotenente Louis Domissy (un francese).

A sx Stazione radio composta da trasmettitore ART13 e ricevi-tore BC348.

A dx BC191

Ringrazio quanti apprezzeranno l’iniziativa del Giornalino con l’auspicio che per il prossimo numero ci sia unapiù proficua collaborazione da parte di tutti, spero di aver fatto cosa gradita per aver lanciato questo sassolinonel mare della cultura e dell’informazione. Un saluto a tutti e un Augurio di Buon Natale.

Andrea Petrini