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magiclake_spring 2011

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magiclake_spring 2011

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Dear Readers, thank you!

For selecting our magazine as the most read in the territory; thank you for your fidelity; thank you for letting us know with your letters, e-mails and with so many subscriptions that you love our magazine and, for this reason, Magic Lake won’t disappoint you, it will continue to dialogue with you, to love this beautiful territory between Lake Como and its mountains, telling the history and describing the protagonists. Today after we crossed the important line of 5 years, with the awareness of the present and with the calm of those who had a little break, we are back to face new challenges with a new energy and with the experience and the potential of our historical team, sure that true friends do exist. We have lots of ideas and heart to grow up further. But to reach this goal, we have to continue and create new energy: this means to develop new strength to write our future. Your support is essential, dear readers, because it represents the union of a virtuous net, that let us be in a prestigious position at local, national and international level. In these years we have worked for the people, keeping a reference point and a very high product quality. This year is decisive from the beginning; it will be unpredictable but also full of possibilities. The staff of Magic Lake is confident, once again, and is ready to work with the same joy and the same dignity of the past 5 years. We hope you will enjoy reading this spring edition we made with all our passion and we are sure you will feel it during the reading.

The EditorsDaniele Brunati

Rosaria Casali

Cari Lettori, grazie! Grazie per averci eletto come la rivista più amata del territorio; grazie per la vostra fedeltà; grazie per averci fatto capire con le vostre lettere, e-mail e con la sottoscrizione di tanti abbonamenti, che ci volete bene e, per questo, Magic Lake cercherà di non deludervi, continuando a scrivere e a dialogare con voi e ad amare questa bellissima terra raccolta intorno al suo lago e alle sue montagne, raccontandone la storia e descrivendone i protagonisti. Oggi, doppiata la boa dei primi 5 anni di vita, con la lucidità del presente e con la calma di chi ha appena beneficiato di una breve sosta riflessiva, eccoci pronti ad affrontare nuove sfide con le batterie ricaricate e con l’esperienza e le potenzialità del nostro storico gruppo, convinti che i veri amici esistano ancora. Idee e coraggio non ci mancano per crescere ulteriormente, ma per far sì che non rimanga solo un sogno, sta a tutti noi impegnarci per continuare a generare nuova energia: ciò significa mettere in campo nuove forze per continuare a scrivere un po' del nostro futuro. Proprio ora il vostro sostegno diventa indispensabile, cari lettori, perché rappresentate l’anello di congiunzione di una rete virtuosa, grazie alla quale la rivista ha acquisito una posizione di prestigio locale, nazionale e internazionale. Abbiamo lavorato in questi anni avendo la sola pretesa di svolgere un'attività di rilievo per la comunità, mantenendo un target di riferimento e una qualità del prodotto molto alta. L’anno che ci aspetta si presenta già decisivo al suo nascere: sarà un anno imprevedibile, ma anche ricco di possibilità. Noi di Magic ci crediamo e, ancora una volta, ci siamo rimessi in gioco con la stessa gioia e la stessa dignità dei 5 anni appena trascorsi. Godetevi, quindi, questo numero di primavera che abbiamo curato con tutta la passione di cui siamo capaci, sicuri che nel leggerlo proverete lo stesso piacere che noi abbiamo avuto nel realizzarlo.

Gli EditoriDaniele Brunati

Rosaria Casali

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Registrazione Tribunale di Como Como Court Registration

n. 19/2005 dell’11.05.2005Stampa • Printed by

Tecnografica s.r.l. - 22074 Lomazzo (CO)

Un’iniziativa editoriale di • An editorial initiative by TBM Service & C. Editore

Patrocinata da • Sponsored byRegione Lombardia, Provincia di Como, Comune di Como

Camera di Commercio di Como

Sostenuta da • Supported byAmici di Como

In collaborazione con • In collaboration with Consorzio Como Turistica Associazione Lariomonte

Assessorato al Turismo Provincia di Como Assessorato al Turismo Provincia di LeccoAssessorato al Turismo Comune di Como

Ente Turistico del Mendrisiotto e Basso Ceresio

Progetto editoriale • Research EditorDaniele Brunati, Rosaria Casali

Consulente editoriale • Publishing Adviser Giovanni Anzani, Rosaria Casali

Direttore responsabile • EditorDaniele Brunati

Grafica • GraphicAndrea Pedretti

Testi • Research and Material

Daniele Brunati, Elisabetta Comerio, Rosaria Casali, Isabella Nobile, Giovanni Malcotti, Davide Fent, Stefania De Giorgi, Roberta Brucato,

Renata Romano, CiaoComo Radio, Valentina Pedalà, Paolo Lipari, Gian Enrico Ghilotti, Giuseppe Perone, Tiziano Testori, Lorenzo Vanini, Sergio Luce, Marili Fontana, Associazione provinciale Cuochi, Banca

BSI SA, Davide Lacchini

Pubblicità • AdvertisingTBM Service, Marianna Sgheiz

Traduzioni • TranslationsElena Pedretti, Martin Gani (inserto Salute No Problem)

Revisione testi • Proof reading Amelia Guarneri

Foto • Photographic MaterialLeon Beenen, Vasconi, Carlo Pozzoni,

Andrea Butti, Francesco Corbetta, Alberto Locatelli, A3, Sergio Baricci, Franco Bartolini, Maurizio Montani, Giusi Cucinella,

Giorgio "Teo" Spagna, Daniele Maspero, Matteo Bigi, CiaoComo Radio, Annalisa Sonzogni, Arras, Maurizio Camponovo,

Giuseppe "Popi" Miotti, Isabella Nobile, Archivi: Alain Mességué, Ti-Press SA, Tivoli, Festival di Locarno © De

Maria, Cosmit, Proposte, Mauro Cavelli, Grandi Mostre Como, Consorzio Imprenditori Alberghieri, Festival del cinema di Como,

Francesca Colombo, Alfredo Ciresa, CRI Croce Rossa Italiana Como, Petazzi Costruzioni, Provincia di Lecco, Provincia di Como,

Mendrisiotto Turismo, Pallacanestro Cantù, Istituto Villa Santa Maria di Tavernerio, Associazione provinciale Cuochi

Archivio Lago di Como on the road: Provincia di Como, Provincia di Lecco

Archivio Focus On: Artsana, Jumbo Collection, Cartorama Group

Segreteria di redazione • Editorial Support TeamElena Massari

Amministrazione • AdministrationDaniela Fasola

Un ringraziamento speciale • Special thanks to a Giovanni e Ornella Anzani

per la generosa disponibilità e concreta collaborazione

®

PEOPLEDavide Van De Sfroos, laghée DOCDavide Van De Sfroos, laghée DOC

Ivana Spagna, "Quasi una confessione!"Ivana Spagna,"Quasi una confessione!"

Alain Mességué, Monsieur Alain MességuéAlain Mességué, Monsieur Alain Mességué

Mariagrazia Bregoli, oltre le muraMariagrazia Bregoli, beyond the walls

Tom De Vesto, le onde di "Tivoli"Tom De Vesto, the waves of "Tivoli"

Alba Rohrwacher, l'Alba del cinema che verràAlba Rohrwacher, the Alba of the cinema that will come

Marco Pelliccia, una vita da militareMarco Pelliccia, a military life Justine Mattera, il lago è la mia AmericaJustine Mattera, the lake is my America Eugenio Gandolfi, il bisturi perfettoEugenio Gandolfi, the perfect scalpel

Mauro Cavelli, Proposte 2011 strategia vincenteMauro Cavelli, Proposte 2011 successful strategy

Valentina Pedalà, la mia avventuraValentina Pedalà, my adventure

Francesco Corbetta, lampi di luce e coloreFrancesco Corbetta, flash of light and color

Luciana Spalla, donna in prima lineaLuciana Spalla, woman in the front line

È vietata la riproduzione parziale o totale del materiale senza l’esplicito consenso dell’editore perché protetti da Copyright © o dalla normativa sul diritto d’autore Is prohibited the total or partial reproduction of material without the direct consent from the publisher because protected by Copyright ©

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In copertina:Davide Van De Sfroos photo © Carlo Pozzoni

In the photo cover:Davide Van De Sfroosphoto © Carlo Pozzoni

In copertina:Ivana Spagnaphoto © Maurizio Montani

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In copertina:Alain Mességuéphoto © Archivio Mességué

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33ANNIVERSARI150 anni dell'Unità d'Italia150 years of the Unity of Italy

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CORTINA D’AMPEZZO – Piazza Silvestro Franceschi, 1 – Tel. 0436 867400 – Fax 0436 870140CORTINA D’AMPEZZO – Via Roma, 2– Tel. 0436 867512 – 867552 – Fax 0436 867591

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EVENtI Concorso d'Eleganza Villa d'EsteConcorso d'Eleganza Villa d'Este

Amici di Como per i 5 anni di Magic Lake Amici di Como for the 5th birthday of Magic Lake

Rai International porta Como Città dei balocchi nel mondoRai International brings Como Città dei balocchi in the word

Como Magic Light Festival, 1ª edizioneComo Magic Light Festival, 1st edition

I Legnanesi, ritorna il buonumoreI Legnanesi, the good humor is back

Il team lariano Arte in cucina sorprende ancoraThe team from Lake Como Arte in cucina surprised us once again

Innocenzo XI, memorie di un Papa comascoInnocenzo XI, memories of a Pope from Como

I Saloni, mezzo secolo di designI Saloni, 500 years of design

Aspettando Proposte 2011Waiting for Proposte 2011

FOOd ANd dRINkIn cucina con Davide LacchiniIn the kitchen with Davide Lacchini

ENAIP, formazione continua e permanenteENAIP, continuous and constant training

MAgIC LAkE LECCOFrancesca Colombo, il MITO del lagoFrancesca Colombo, the MITO of the lake

Varenna, insula novaVarenna, insula nova

Alfredo Ciresa, il motore della sua passioneAlfredo Ciresa, the power of his passion

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SPORtBennet Cantù, sempre vincenteBennet Cantù always wins

Monte Disgrazia, la montagna degli inglesiMount Disgrazia, the glorious peak199MAgIC MOUNtAIN VALtELLINA

Hans Purmann al Museo d'Arte di MendrisioHans Purmann at the Art Museum of Mendrisio

MAgIC SWISS tICINO

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ARtEMostra Villa Olmo, Boldini e la Belle ÉpoqueMostra Villa Olmo, Boldini and the Belle Époque

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SPECIALI C.I.A., star bene sul Lago di ComoC.I.A., feeling great on Lake Como

What's onWhat's on

Lago di Como on the roadLake Como on the road

Salute No ProblemHealth No Problem

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tERRItORIOPiona, l'Abbazia che si specchia nel LarioPiona, the Abbey reflecting on the lake Como

Istituto Villa Santa Maria, umanità e professionalitàIstituto Villa Santa Maria, charity and professional skills232

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Passato, presente e futuro del turismo inboundPast, present and future of the inbound tourism

BSI meets the futureBSI meets the future

NEWS

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Una materia fuori dal tempo, a cui la creatività dei designer e dei maestri vetrai dona un forte legame con il nostro tempo. Dalle citazioni di disegni classici alle intuizioni formali più originali, una “manualità evidente” in piena continuità con una preziosa tradizione. Una collezione esclusiva, internazionale, che nella propria ampiezza di proposte permette la più totale libertà di approccio progettuale.

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3. Rio. Un vaso in vetro che nella forma asimmetrica sottolinea la modellatura a mano, con la superficie composta da murrine. 4. Astra design Denis Santachiara. Sfere in vetro colorato che sembrano galleggiare in una bolla trasparente: un design dagli elementi ludici, dove la luce crea un’idea di leggerezza.

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Una materia fuori dal tempo, a cui la creatività dei designer e dei maestri vetrai dona un forte legame con il nostro tempo. Dalle citazioni di disegni classici alle intuizioni formali più originali, una “manualità evidente” in piena continuità con una preziosa tradizione. Una collezione esclusiva, internazionale, che nella propria ampiezza di proposte permette la più totale libertà di approccio progettuale.

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INTERVISTA IN ESCLUSIVAPER MAGIC LAKE

di Redazione CiaoComo Radiofoto Carlo Pozzoni, CiaoComo Radio

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Un Festival di Sanremo da protagonista as-soluto. Un ritorno a casa ed alla “normalità” di tutti i giorni da vera star. Tra richieste di interviste, apparizioni pubbliche (poche) e la voglia di un po’ di relax davanti al suo lago. Con la sua famiglia. E la sua “gente” laghée. Quella sempre “pennellata” da Davide Van De Sfroos, il popolare cantautore di Mezze-gra che ha debuttato per la prima volta nella sua carriera al teatro Ariston di Sanremo. Una

ballata efficace e piacevole. La sua “Yanez” è stato uno dei brani in gara a questo festival più ascoltati durante e dopo. E pure a CIAO-COMO RADIO (dove De Sfroos si è presentato nei giorni scorsi per presentare in anteprima il nuovo album, ndr) è stato tra i più richie-sti. «Mi fa molto piacere – spiega il cantante negli studi dell’emittente comasca – perché all’inizio la sfida di Sanremo era come una montagna. Impegnativa, quasi tremenda.

In queste pagine, ritratti di Davide Van De Sfroos

In this pages, portraits of Davide Van De Sfroos

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Poi tutto è andato bene e sono contento». Il Festival lo ha vinto Roberto Vecchioni, ma De Sfroos è piaciuto a tutti. Non solo al suo affezionato popolo di “Cauboi” e laghée, ma anche a famiglie e persone che non abita-no necessariamente nel comasco. Perché la canzone ha un ritmo incalzante e ti prende anche se cantata quasi tutta in dialetto. «E questa è la cosa che mi ero ripromesso prima di andare a questa manifestazione – precisa ancora Davide -. Farmi conoscere, far cono-scere la mia musica ed il mio mondo. Non perché ero uno “strano”, ma perché anche chi canta in dialetto può fare ottima musica.

E gli esempi si sprecano oltre a me. Se poi il messaggio, come pare, è arrivato anche al sud, la cosa mi riempie di soddisfazione». Fe-stival e poi casa. Dove lo hanno atteso i tre bambini e la moglie Paola. Lontano, voluta-mente, dai riflettori sanremesi nei giorni caldi della kermesse canora. «Sono rimasti a casa perché io volevo concentrarmi al massimo e con loro vicino – inevitabilmente – sarebbe stato più difficile. Ma mi hanno sempre se-guito. Mai fatto mancare il loro affetto. E con loro anche tutti i miei parenti, gli amici. E poi il paese. A Mezzegra sono comparsi anche cartelli di incitamento, tutti mi hanno votato

con il televoto. Una cosa incredibile davvero. Impensabile,...». Ora tutti lo vogliono e tutti lo cercano. Radio e tv, giornali e trasmissioni. De Sfroos nell’olimpo della musica italiana. E per lui marzo ed aprile diventano mesi di super-impegni. La presentazione del nuovo disco (una delle prime apparizioni fatte pro-prio nella sua città a CIAOCOMO RADIO) e la preparazione del tour che lo porterà in Tici-no ed in tutta Italia. Il 28 aprile il ritorno, da trionfatore, al teatro Sociale di Como. «E sarà una bella festa per tutti. Per me e la gente che verrà. Vi aspetto in tanti». Un invito che per i suoi fans è un obbligo. Guai a mancare!

A sinistra, sopra, Davide Van De Sfroos durante un concerto; sotto, a sinistra, la copertina del nuovo album "Yanez" ; a destra, Davide Bernasconi nella sede di CiaoComo Radio

On the left, above, Davide Van De Sfroos durimng a concert; below, on the left, the cover of the new album "Yanez" ; on the right, Davide Bernasconi in the studio of CiaoComo Radio

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La natura, in ogni sua manifestazione, ha una semplice, fondamentale caratteristica: è perfetta.

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IDEE E TECNOLOGIE PER IL DORMIRE: NATURALE PERFEZIONE.

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Festival of Sanremo: one protagonist. Re-turning home to the “normal” everyday life like a real star. Requests of interviews, public events (a few) and the desire of relax in front of Lake Como. With his family. With his people “laghee”. The people Davide Van De Sfroos always describes, the popular singer and son-gwriter from Mezzegra debut for the first time in his career at the theater Ariston of Sanremo. An effective and pleasant ballad. His "Yanez" has been one of the most popular songs du-ring and after the festival. Also at the CIAOCO-MO RADIO (where De Sfroos went some days ago to present his new album) he was one of the most requested. «I am pleased - explains the singer at the radio - at the beginning the challenge of Sanremo was like a mountain. Demanding, almost terrible. Then everything went well and I am happy». Roberto Vecchioni

won the Festival, but everybody liked De Sfro-os. Not just his affectionate fans of “Cauboi” and laghee, but also families and people who don’t necessary live in the Como area. The song has a persisting rhythm and is enjoyable even if it is all in dialect. «The goal I wanted to reach at this Festival – says Davide – is to make me know, to make my music and my world know. Not because I was a “strange” person, but be-cause also a person who sings in dialect can play good music. There are many examples besides me. Then if the message arrives even in the south of Italy, this is something I am proud of». Festival and then home. Where his three children and his wife Paola waited for him. Intentionally far from the Sanremo spotlights during the most important days of the Festi-val. «They stayed home because I wanted to be concentrated and with them nearby it would

Laghée DOC

have been more difficult. Anyway they always followed me with their affection. With them also my relatives, my friends and my town. In Mezzegra there were posters of incitement, they all voted me with the televoting. Really unbelievable and unthinkable…». Now eve-rybody is looking for him. Radio and TV, new-spapers and TV programs. De Sfroos in the hall of fame of the Italian music. March and April are months full with many appointments. The presentation of the new album (one of the first appointment was in his city at CIAOCOMO RA-DIO) and the preparation of the tour which is in Ticino-Switzerland and all over Italy. On 28th April his return as a winner at the theatre So-ciale of Como. «And it will be a beautiful party for everybody. For me and the people who will come. I will wait for you». an invitation that for his fans is an event they cannot miss.

Davide Van De Sfroos si è esibito durante la presentazione di Magic Lake Summer 2010 allo Yacht Club Como, con la "DoroDoc Band"

Davide Van De Sfroos is performing during the presentation of Magic Lake Summer 2010

at the Yacht Club Como, with "DoroDoc Band"

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t e r r i t o r i o

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l'Abbazia chesi specchia nel Lario

Piona

di Renata Romanofoto Matteo Bigi

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Al termine di una lunga strada acciottolata, che scorre fra la riva del lago e le pendici del promontorio di Olgiasca, due statue ci accol-gono silenziose ed ammonitrici: sono San Bernardo e San Benedetto, che ci introdu-cono nella zona sacra dell'Abbazia di Piona. Sono passati centinaia di anni da quando nel VI secolo la religiosità venne espressa nella costruzione dell'Oratorio di Santa Giustina, di cui oggi possiamo ammirare ciò che resta della piccola abside ed è passato quasi un millennio da quando una comunità di mona-ci si insediò in questi luoghi, magnificamenti immersi in una natura che invita al silenzio ed alla meditazione. Quando attorno al 1100, contemporaneamente alle comunità di Ver-temate, Vallate e Figine la comunità aderì alla riforma cluniacense, anche l'architettura

si strutturò secondo regole ben precise, che a partire dalla costruzione della chiesa e del chiostro videro fiorire quel bellissimo gioiello che oggi possiamo ammirare, dotandolo di sala capitolare, biblioteca, monastero e fore-steria. La chiesa di San Nicolò, stranamente allungata, forse perché ampliata nel tempo, racchiude nello scrigno dell'abside gli affre-schi raffiguranti i dodici apostoli, così come il chiostro conserva altri antichi affreschi, tutti da osservare ed interpretare, volti a favorire la meditazione degli antichi monaci. Ci piace ricordare che, recenti indagini affermano che Leonardo da Vinci nel “Cenacolo” volle di-pingere alle spalle di Cristo, l'antica abbazia cluniacense con l'antico campanile ottago-nale. La decadenza iniziò nel 1400 e l'intero complesso finì per ben 500 anni nelle mani di

Il chiostro dell'Abbazia di Piona e il suo caratteristico colonnato

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privati, che lo lasciarono in uno stato di pre-carietà ed abbandono. Un episodio tragico avvenuto nella lontana guerra in Etiopia, in cui morirono il fratello e la cognata dell'allora proprietario, cambiò la storia dell'abbazia. In loro memoria l'intera area venne consegna-ta ai monaci cistercensi di Casamari, che ne presero possesso nel 1938. Da allora l'intera struttura e le sue dipendenze presero a rifio-rire: opere di risanamento, di abbellimento, di sistemazione sono continuate e continua-no per perpetuare la regola dell'ora et labo-ra, che qui si vive ventiquattr'ore al giorno. L'operosità resta una delle caratteristiche fondamentali della comunità, che coltiva orti, frutteti, uliveti e vigneti, producendo olio, frutta e vino e, secondo un'antica tra-dizione, si occupa anche di una distilleria. Il

gentile Priore, Don Ludovico, ci racconta che anticamente i monaci preparavano medici-nali con le erbe nelle farmacie conventuali. La moderna farmacopea ha fatto cadere in disuso questa attività, che è stata convertita, grazie al sapiente utilizzo delle essenze natu-rali, nella produzione di liquori, basati su anti-che ricette, e di tisane, in vendita nel negozio all'interno della struttura. Oggi il visitatore che raggiunge questo angolo di mondo (o di Paradiso?), sia in auto, sia via lago in battello, è certo di potersi calare alla scoperta di uno dei migliori esempi di architettura monastica della nostra regione, è certo di potersi im-mergere nel silenzio che fa bene allo spirito ed è anche sicuro di poter fruire dell'espe-rienza più antica per il beneficio della propria salute.

The cloister of the Abbey of Piona and its characteristic arcade

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In the 6th century in the sacred area of the Abbey of Piona the faith was expressed with the construction of the Oratory of Santa Giustina. Today we can admire what is left of the small aps; it is almost a thousand years since a community of monks lived in this area. In 1100 the community joined the Cluny reform and the architecture was or-ganized according to specific rules, starting with the construction of the church and of

the cloister.The church of St.Nicolò, oddly lengthened, maybe because it was enlarged during the years, contains the frescos repre-senting the twelve apostles in the apse and the cloister contains ancient frescos too, to be observed and interpreted, in order to fa-vor the meditation of the ancient monks. It is nice to remember that, according to re-cent studies, Leonardo da Vinci in the “Last Supper” decided to paint the ancient Cluny abbey with the ancient octagonal bell tower behind Jesus Christ. The decadence started in 1400 and the whole building was a private property for 500 years, left precarious and abandoned. Anyway the tragic event of the death of the brother and the sister in law of

Sopra, il negozio di liquori e di tisane all'interno dell'Abbazia

Above, the liqueur and herbal tea shop inside the Abbey

the owner during the war in Ethiopia chan-ged the history of the abbey. To remember them, the whole area was given to the mon-ks of Casamari, who took possession in 1938. Since that year the entire area started a new life. The activities of the community were many: gardens, orchards, olive tree cultiva-tions and vineyards. They produced oil, fruit, wine and also a distillery. The kind Prior, Don Ludovico, says that in the past the monks used to prepare medicines with the herbs in the pharmacies of the convent. The modern pharmacopoeia stopped this activity, so it was converted in the production of liqueurs, based on ancient recipes and of herbal teas, which are sold in a shop inside the building.

PIONAthe Abbey reflecting ON THE LAKE

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Concorso d'EleganzaVILLA D'ESTEdi Roberta Brucatofoto Vasconi

In primavera sul lago di Como ogni anno si rinnova un appuntamento mondano imperdibile: il Concorso d’Eleganza Villa d’Este. La manifestazione che vede protagoniste le auto d’epoca pro-venienti da tutto il mondo con i loro proprietari, i collezionisti, la stampa specializzata, i fotografi ed i visitatori appassionati, tutti riuniti per un week end magico. Il Grand Hotel Villa d’Este di Cernobbio ospita la kermesse con la naturale ospitalità ed il consueto charme che lo contraddi-stinguono e che si addicono perfettamente all’evento. Per l’edizione 2011 alcune novità: i giorni del Concorso sono stati fissati dal 20 al 22 maggio, posticipando un po’ le consuete date di aprile concomitanti con importanti saloni motoristici orientali; un’esigenza dunque per molti operatori del settore che non volevano perdersi l’evento e che potranno essere graditi ospiti sul Lario. Karl Baumer, presidente del Concorso d'Eleganza Villa d'Este e direttore del Bmw Group Classic, elo-gia particolarmente il valore della tradizione che dal 1929 si è consolidato negli anni; promette un allestimento eccezionale, rinnovate emozioni per i concorsi delle varie categorie e la sorpresa della prima asta di vetture organizzata dalla canadese "RM Auctions", una della case più famose al mondo per la vendita all'incanto di auto d'epoca. L’asta è fissata per il pomeriggio di sabato 21 maggio nello Spazio Villa Erba. Conosciamo adesso soltanto due automobili preziose in vendita: l’aerodinamica francese Talbot-Lago T150C-SS Teardrop Coupé del 1938 con una cifra vicina ai 3,5 milioni di euro di base d’asta e la Ferrari 375 MM Berlinetta Pinin Farina del 1955, in vendita con una stima d’asta probabilmente vicina ai 4 milioni di euro.

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In questa pagina, una vettura partecipante al Concorso, sullo

sfondo il mosaico di Villa d'Este

In this page a car taking part in the Concorso, in the background the

mosaic of Villa d'Este

Fenegro CashmereFenegrò (CO) - via 25 Aprile, 3 - tel. 031.35.200.70Milano - via Spartaco, 2 - tel. 02.54.56.883www.fenegro.com - [email protected]

Fenegro Cashmere

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Every year in spring on Lake Como it is time for a worldly event that can-not be missed: Concorso d’Eleganza Villa d’Este. Veteran cars coming from all over the world and their owners, the collectors, the specialized journalists, the photographers and the passionate visitors are the pro-tagonists of the contest; they gather together to spend a wonderful we-ekend. The Grand Hotel Villa d’Este in Cernobbio guests the gala with the natural hospitality and the usual countersigning charm, perfectly suita-ble for this event. In the edition 2011 there are some novelties: the con-test is from 20th to 22nd May, postponing the usual dates in April, when important oriental motoring exhibitions are held; actually many people who work in this sector couldn’t miss the event and they will be warm welcome guests on Lake Como. Karl Baumer, president of the Concorso d’Eleganza Villa d’Este and manager of the Bmw Group Classic especially stressed the value of the tradition that since 1929 has been consolidating during the years; he promised an exceptional organization, renewed emotions for the contests of the different categories and the surprise of the first car auction organized by the Canadian "RM Auctions", one of the most famous companies for the auction of veteran cars. The auction is held on 21st May in the afternoon in the Spazio Villa Erba. Up to now just two precious cars are known to be on sale; the aerodynamic French Tal-bot-Lago T150C-SS Teardrop Coupé 1938, with an auction price starting from 3,5 million euro and the Ferrari 375 MM Berlinetta Pinin Farina 1955, with an auction price probably starting from 4 million euro.

Concorso d'EleganzaVILLA D'ESTE

In queste pagine, alcune immagini della scorsa edizione del Concorso d'Eleganza; sopra, il dott. Jean-Marc Droulers premia il vincitore della Coppa d'Oro Villa d'Este

In these pages, some photos of the last edition of the Concorso d'Eleganza; above Jean-Marc Droulers gives the prize to the Coppa d'Oro Villa d'Este

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P E O P L E

IVANASPAGNA

"Quasi unaCONFESSIONE !"

INTERVISTA IN ESCLUSIVAPER MAGIC LAKE

di Elisabetta Comeriofoto Francesco Corbetta, Maurizio Montani, Giusi Cucinella, Giorgio "Teo" Spagna

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Ivana Spagna durante le sue esibizioni

Innanzitutto cantante, ma tanto altro anco-ra: un vulcano di idee e di progetti sempre pronto a stupire e affascinare. Questa è Iva-na Spagna, star di livello internazionale che con la sua voce ha fatto il giro del mondo: Inghilterra, Germania, Francia, Spagna, Au-stralia, Giappone, Stati Uniti e Italia sono sol-tanto alcuni dei Paesi rapiti dal suo carisma e dalla sua musica. Dagli anni ’80 cavalca con entusiasmo e determinazione un successo immutato, che l’ha portata di diritto tra le stelle della musica italiana ed internazionale, conquistando numerosi riconoscimenti tra cui i Dischi di Platino e Dischi d'Oro. Ora lei è proprio qui, seduta accanto a me, visto che le rive del Lario sono diventate la sua dimora. Di origini veronesi, le domando le ragioni della scelta di trasferirsi a Como: «Sono nata in un paesino sul lago di Garda. Dopo aver vissuto a Reggio Emilia, in centro a Milano e per due anni a Los Angeles, ho avvertito il bisogno di tornare a vivere vicino all’acqua. Ho comincia-to le mie ricerche sul lago di Garda e su quello di Varese, ma quando ho visto Como ho preso la mia decisione. Il lago di Como ha un fascino diverso dagli altri, un po’ melanconico, mi ri-

lassa, mi fa pensare, mi fa stare bene». Una delle sue ultime esibizioni a Como è stata alla Casa Circondariale, un’esperien-za forte. Com’è andata?«La proposta è nata dal sindaco di Blevio, dove ho la residenza, ed io ho subito accet-tato con entusiasmo. Ritengo di essere molto fortunata perché nella vita posso fare il lavoro che mi piace e sento, per questo, che sia giu-sto dare qualcosa in cambio. Mi ero già esibita in carcere a Milano, ma devo ammettere che questa volta l’emozione è stata più intensa, al punto da uscire profondamente arricchita da questa esperienza. Per l'occasione ho co-nosciuto anche la direttrice del carcere: una donna di polso, ma con un grande cuore». Il suo libro, “Quasi una confessione”, nelle librerie dall’8 marzo, è un’autobiografia. Perché la scelta di raccontarsi a 360°? «Ci ho provato tante volte, ma mi trovavo da-vanti a ricordi ed esperienze che ancora non mi sentivo di affrontare e raccontare. Poi è prevalsa la voglia, attraverso questo libro, di ringraziare i miei genitori, che hanno avuto e hanno tuttora una parte importantissima nella mia vita, perché mi hanno supportato

e spronato in ogni momento. L’amore che mi hanno dato è il mio carburante, ciò che mi aiuta ad andare avanti». Qual è stato il momento della sua vita più difficile da raccontare?«Sicuramente il periodo seguito alla morte di mia madre: nonostante l’enorme dolore, ho portato a termine la tournée, perché non ero coinvolta solo io, ma tutte le persone che la-voravano con me. Sono arrivata alla fine sen-za più forze, dicevo che “la tristezza mi viveva sulle spalle”. Stavo per dire addio a tutto. Mi ha salvato la mia gattina e l’amore che è capa-ce di darmi». Un’altra delle passioni di Ivana Spagna sono proprio gli animali che in “Briciola, storia di un abbandono”, sono stati prota-gonisti del suo primo libro vincitore anche di un premio internazionale. «Vincere il “Premio Letterario Internazionale Ostia Mare 2003” è stata l’emozione più gran-de del mio lavoro. Ero seduta in platea quan-do sono apparse le immagini delle copertine dei quattro libri in nomination, tra cui c’era appunto il mio. Mi sembrava già di morire dalla gioia, ma quando hanno dichiarato il

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Ivana Spagna during her shows

vincitore, mi tremavano le gambe al punto di faticare fisicamente a salire le scale per ritirare il premio». Sempre dall’amore per gli animali è nata poi l’idea del negozio “Belli Monelli”.«Fino a vent’anni ho avuto cani, poi quando mi sono trasferita ho cominciato a raccogliere gatti randagi. Ora ne ho quattro in casa e mol-tissimi fuori a cui bado. Così mi sono chiesta come avrei potuto stare più a contatto con questo mondo. La risposta è stata: aprire un negozio. Anche perché, con tutte le pappe che compro, avere un negozio dove poter co-modamente “prelevare” cibo per loro mi fa-ceva comodo. Un altro desiderio era quello di realizzare vestiti per cagnolini. Da qui nasce la linea “Belli Monelli”, arrivata alla seconda col-lezione. Ora è in progetto la realizzazione di quella invernale». Musica, libri, il negozio, gli animali. Servi-rebbero giornate di 48 ore per poter fare tutto.«Posso dire una cosa: nella mia vita ho prova-to tanta gioia, infinito dolore quando ho per-so i miei genitori, per me una sofferenza stra-ziante, ma non conosco la noia. A me davvero

non bastano le giornate, lavoro fino alle due di notte. Anche ora: sto disegnando la nuova collezione, è iniziata la promozione del libro, tra poco comincerà la tournée, è in progetto l’apertura di un nuovo showroom a Milano. . , però sto bene, sono appagata».Tornando alla sua carriera di cantante, ad un tratto è avvenuta un’inversione di rot-ta: dalla lingua inglese all’italiano. Come mai questa scelta? «Prima di cominciare a incidere dischi mi esibivo con mio fratello nelle discoteche e, suonando musica dance, cantavo soprattutto brani in inglese. Avevo quasi timore di canta-re in italiano. Finché un giorno, Elton John, che doveva scegliere una voce italiana per la colonna sonora del Re Leone, ha chiesto di fare una ricerca. Mi hanno chiamato per un provino e.. voilà! Ho fatto le due versioni, in lingua originale ed in italiano e nel giro di 48 ore, Elton John e la Buena Vista hanno scelto me. Successivamente ho abbattuto anche la seconda barriera, cioè scrivere la prima can-zone in italiano, “Gente come noi”. Il prossimo progetto, pronto a novembre, prevede però un ritorno alla lingua inglese».

Sanremo 2011 ha visto, tra i protagonisti, un artista ora suo concittadino, Davide Van De Sfroos. Quale crede sia stata la car-ta vincente per fare breccia nei gusti della gente?«Lui ha una simpatia unica, è spontaneo e sincero. Il pezzo è forte e ne ho apprezzato molto soprattutto la musicalità». Fra i suoi dirimpettai, sull’altra riva del lago, non c’è solo Davide Van De Sfroos, ma anche George Clooney. Proprio in relazione alla “star delle star” scopriamo, tra una chiacchiera e l’altra, un’ulteriore vena artistica della cantan-te: la pittura. Il divo hollywoodiano, nel salot-to della sua casa di Laglio, ha infatti un ritratto realizzato da Ivana Spagna. Eccola, l’altra sua grande passione: i ritratti. Dopo averlo dipin-to ed essersi svegliata per settimane con Ge-orge Clooney… in salotto (e non è da tutti…), ha deciso di regalare quest’opera proprio al soggetto che l’aveva ispirata, tramite un amico comune, Fausto Fontana. Ha ricevuto in cambio un bigliettino di ringraziamento dell’attore americano che, anche per una star come Ivana Spagna, rappresenta un vero te-soro.

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Sotto, a sinistra, un'immagine della presentazione del libro "Quasi una confessione!" firmato da Ivana Spagna e presentato a Verona l'8 marzo 2011; a destra, la copertina del libro

First of all singer, but also much more: a volcano of ide-as and projects always ready to surprise and fascinate. This is Ivana Spagna, international star with a voice that is known all over the world: England, Germany, France, Spain, Australia, Japan, United States and Italy, just to quote but a few of the countries where she has a great success. Since the ‘80ies her enthusiasm and determination brought her great results and now she is among the stars of the Italian and international music, winning a lot of awards, like Gold and Platinum Discs. And now she is here by me; the shores of Lake Como became her home. She is from Verona, I asked her why she decided to move to Como: « I was born in a town on Lake Garda. I lived in Reggio Emilia, in the center of Milan and in Los Angeles for two years, then I wanted to come and live close to the water again. I started my researches on Lake Garda and on the Lake Varese, but when I saw Como I took my decision. Lake

"Quasi una CONFESSIONE!"

Como has a different appeal compared to the others, it is a bit melancholy, it relaxes me, it lets me think and I feel good». One of your last exhibition in Como was in the prison of the city. A strong experience. How was it?«The proposal was made by the mayor of Blevio, the town where I live and I immediately accepted with enthusiasm. I think I am very lucky, because I love my job and for this reason I feel I have to give something back. I already sang in the prison of Milan, but I have to say that this time I had more intense emotions, it was a way to enrich myself. On that occasion, I also met the director of the prison: a strong woman, but with a big heart».Your book “Quasi una confessione” (Almost a confession) is in the bookshops from 8th March and it is an autobiography. Why did you decide to talk about you at 360°?«I tried many times, but I find myself in front of memo-ries and experiences that I wasn’t ready to tell. Then I decided to say thank you to my parents, who had a

very important part in my life, because they supported me and spurred me in every moment. The love they gave me is my fuel and it helps me to go on».What was the most difficult moment of your life to describe?«For sure the period after my mother passed away: despite the great sorrow, I finished the tour, because I wasn’t the only one involved, I had lots of people who worked with me. I arrived at the end with no more strengths, I kept on saying that “I had the sorrow on my shoulders”. I wanted to say goodbye to everything. My small cat saved me with the love she was giving me».Animals are a passion for you and they were protagonists of your first book “Briciola, storia di un abbandono” (Briciola, history of an aban-donment), with this book you also won an inter-national prize.«When I won the “International Literary Prize Ostia Mare 2003” it was a great emotion for me. I was sitting among the public and I saw the pictures of the covers of the four book in nomination, I saw my book and I

Below, on the left, a moment of the presentation of the book "Quasi una confessione!" (Almost a confession!) signed by Ivana Spagna and

presented in Verona on 8th March 2011; on the right, the cover of the book

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“Inconfondibili vini da uvesapientemente coltivate e vini�cate

per catturare il sole e i profumi del Sud”.

A Como presso l’enoteca Delizie di Bacco, via Briantea, 19 Como

www.magistravini.it

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A sinistra, Ivana Spagna nel suo negozio di Como "Belli Monelli" di articoli per animali, dall'abbigliamento all'alimentazione; a destra, Ivana Spagna con Lorenzino, uno dei suoi amati gatti

On the left, Ivana Spagna in her shop for pet from clothing to food in Como "Belli Monelli";

on the right, Ivana Spagna with Lorenzino, one of her beloved cats

was already excited. When I heard I won the prize, my legs were trembling and I could barely walk to get the prize».You love animals and so you decided to open a shop you called “Belli Monelli”.«I had dogs until I was 20 years old, then I moved and I decided to take abandoned cats with me. Now I have four cats at home and I take care of many of them. So I asked myself how I could stay more in touch with this world. The answer was: to open a shop. I buy lots of food for cats and with a shop it was easier for me to go and take everything I needed. Another dream was to make dresses for dogs. This is the way the line “Belli Monelli” started and reached the second collection. Now the winter collection is in project».Music, books, the shop and the animals. You should have days of 48 hours to do everything. «I can say one thing: in my life I felt great happiness and also great sorrow when my parents died, it was a he-

artbreaking sorrow, but I never get bored. Days are too short for me, I work until 2 am. Even now: I am drawing the new collection, I started the promotion of the book, I am about to start the tour, I am planning the opening of a new showroom in Milan. But I feel good, I am sa-tisfied».Talking of your career as a singer, at a certain point why did you change and use Italian instead of English?«Before I started with my album, I performed with my brother in discos, playing dance music and singing songs in English. I had a fear and I didn’t want to sing in Italian. Then Elton John was looking for an Italian voice for the music of the Lion King and a research was made. I was called for an audition and…I made two versions, one in English and one in Italian. In 48 hours, Elton John and the Buena Vista chose me. Then I pulled down the second barrier and I wrote the first song in Italian, “Gen-te come noi”. The next project, ready in November, any-

way foresees a return to English».Sanremo 2011 had an artist from Como among the protagonists, Davide Van De Sfroos. What was the winning card for getting the support of the people?«He is very nice, spontaneous and sincere. I like the song, above all I liked the musicality».In front of you, on the other shore of Lake Como, there is not just Davide Van De Sfroos, but also George Clooney. Talking of the “star of the stars” we discover another arti-stic passion of the singer: the painting. In the living room of Laglio, the star of Hollywood has a portrait by Ivana Spagna. Portraits are another of her passion. After she painted George Clooney and had him in her living room (something not for everybody…) she decided to give this portrait to George Clooney as a present, thanks to a mutual friend, Fausto Fontata. She got a card by the American actor to thank her for the present, even for Ivana Spagna, it represents a real treasure.

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Milano. Salone Internazionale del Mobile, pad. 03 - stand E35/E39/F36

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Potremmo dirvi che abbiamo i panoramipiù affascinanti del mondo, che il nostro patrimonio artistico e culturale èun tesoro unico da scoprire, che la gastronomia è per noi genuinae che i sapori sono veri, che sappiamo divertirvi con effetti specialie farvi rilassare con un accurato relax, che abbiamo centri congressuali attrezzatiper il turismo d’affari, che niente è lasciato al casoper farvi vivere emozioni uniche,che non ci siamo improvvisati albergatori mache lo facciamo con coscienza da più di due secoliche l’accoglienza dei nostri alberghi è quella che riservereste al vostro migliore amico,ma una sola cosa vogliamo dirvi:

il tempo è uno dei beni più preziosiscegliete di viverlo con noi!

We could say that we have the mostattractive landscapes in the world,that our artistic and cultural heritageis a unique treasure to discover,that our gastronomy is genuineand the tastes are real,that we have the ability to amuse you withspecial effects and to completely relax you,that our convention centers are equippedfor business tourism, that we don’t leaveanything to chance so that you mayexperience great emotions,that we have two centuriesof experience as hotelowners and that our hotels welcomeyou as a best friend. Instead,we want to tell you one thing:

Time is precious,spend it with us!

Il Consorzio raggruppa i maggiori alberghi di Como, Cer-nobbio, Moltrasio, Tremezzo e, rappresenta un attore importante che, con azioni concrete, partecipa alla pro-mozione ed allo sviluppo del comparto turistico lariano. Offre al mercato interessato un’attività di servizio nella logistica alberghiera per l’organizzazione di grandi even-ti congrassuali a Villa Erba e su tutto il territorio provin-ciale e lavora in stretta collaborazione con tutti gli enti, sia pubblici che privati, impegnati alla crescita qualitativa della destinazione “Como ed il suo lago” nel mondo.

Our association gathers the best hotels in Como, Cernob-bio, Moltrasio and Tremezzo. It acts as an important insti-tution, through concrete actions, for promoting and de-velopping lake Como Turism. C.I.A. offers services in hotel logistics to organize large events in Villa Erba and in the surrounding territory. In addition, the association works in close collaboration with all institutions, both public and private, that are committed to improve the quality of the destination “Como and its lake” around the world.

Info e prenotazioni grandi eventi rivolgersi a Mizar: www.mizarconventions.com Per prenotazioni singole rivolgersi direttamente agli alberghiFor info and event reservations, please apply to Mizar: www.mizarconventions.com For individual reservations, please apply directly to the hotels

Antonello PasseraPresidente C.I.A.

Feeling great on Lake Como

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Potremmo dirvi che abbiamo i panoramipiù affascinanti del mondo, che il nostro patrimonio artistico e culturale èun tesoro unico da scoprire, che la gastronomia è per noi genuinae che i sapori sono veri, che sappiamo divertirvi con effetti specialie farvi rilassare con un accurato relax, che abbiamo centri congressuali attrezzatiper il turismo d’affari, che niente è lasciato al casoper farvi vivere emozioni uniche,che non ci siamo improvvisati albergatori mache lo facciamo con coscienza da più di due secoliche l’accoglienza dei nostri alberghi è quella che riservereste al vostro migliore amico,ma una sola cosa vogliamo dirvi:

il tempo è uno dei beni più preziosiscegliete di viverlo con noi!

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Time is precious,spend it with us!

Il Consorzio raggruppa i maggiori alberghi di Como, Cer-nobbio, Moltrasio, Tremezzo e, rappresenta un attore importante che, con azioni concrete, partecipa alla pro-mozione ed allo sviluppo del comparto turistico lariano. Offre al mercato interessato un’attività di servizio nella logistica alberghiera per l’organizzazione di grandi even-ti congrassuali a Villa Erba e su tutto il territorio provin-ciale e lavora in stretta collaborazione con tutti gli enti, sia pubblici che privati, impegnati alla crescita qualitativa della destinazione “Como ed il suo lago” nel mondo.

Our association gathers the best hotels in Como, Cernob-bio, Moltrasio and Tremezzo. It acts as an important insti-tution, through concrete actions, for promoting and de-velopping lake Como Turism. C.I.A. offers services in hotel logistics to organize large events in Villa Erba and in the surrounding territory. In addition, the association works in close collaboration with all institutions, both public and private, that are committed to improve the quality of the destination “Como and its lake” around the world.

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Antonello PasseraPresidente C.I.A.

Feeling great on Lake Como

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Anche quest'anno Magic Lake, ospitata nello spazio delle Province di Como e Lecco, è stata presente alla 31ma Borsa Internazionale del Turismo che ha chiuso i battenti con un buon successo di pubblico ed espositori. Gli addetti ai lavori indicano uno scenario relativamente tiepido per le sorti del turismo inbound in Italia. Considerando i dati resi noti da UNWTO, l’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite, notiamo un miglioramento degli arrivi turistici internazionali con una crescita del 7% rispetto al 2009, anno dove maggiormente si sono rilevati gli effetti negativi della crisi economica. La crescita del turismo mondiale, ripartita nel 2010, dovrebbe continuare anche nel 2011, seppur a un passo più lento. L’UNWTO prevede che quest’anno si verificherà un incremento degli arrivi inter-nazionali compreso tra il 4 e il 5%. I dati della Provincia di Como sono sostanzialmente in linea con gli incrementi medi indicati dall’UNWTO. L’incremento degli arrivi nel 2010 rispetto al 2009 è stato del 5,46% mentre quello delle presenze è stato di oltre il 9%. All’interno di questi afflussi, gli stranieri hanno rappresentato oltre il 63% dei turisti in visita sul lago con una grande preponderanza di turi-sti tedeschi che sono stati ben 113.197 (l’11,89% del totale). Tutte le nazionalità di provenienza sono in aumento rispetto al 2009 ma il maggiore incremento rilevato, seppur con numeri ancora poco

Il mondo di Magic Lake

N E W S

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incisivi sul totale, è stato quello della Cina con un lusinghiero +58%. A questo punto per supportare al massimo la ripresa degli arrivi, il cammino da intraprendere, per eccellere in un settore in cui non solo la domanda ma anche l’offerta è globale, è quello che permetterà di proporre un servizio mi-gliore lavorando sulle differenze e sull’unicità del nostro paese rispetto ai competitor, focalizzandosi sui nuovi segmenti turistici che guardano con sempre maggiore attenzione alla cultura, al rispetto dell’ambiente ed alle proposte di nicchia. In questa fase così delicata è importante dotarsi di una base formativa che consenta di utilizzare al meglio le tecnologie ed i nuovi canali di comunicazione. L’avvento del web non ha rappresentato solo una nuova e più efficiente strumentazione di lavoro, ma ha introdotto una nuova logica di mercato rivoluzionando i sistemi di approccio al cliente da un lato e determinando l’avvicinamento del ruolo della promozione a quello della commercializzazione dall’altro, coniugando in modo più immediato competitività ed attrattività. Di fronte a queste sfide, che si rinnovano a velocità inusuali per gli operatori, è necessario essere pronti a rispondere con una capacità di adattamento alle richieste del mercato che mutano e si trasformano attraverso una lente di ingrandimento dalle enormi potenzialità: il nuovo mondo del web 2.0.

Passato, presente e futurodel TURISMO INBOUND

di Giovanni Malcottifoto Alberto Locatelli

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Also this year Magic Lake, guest in the area of the Provinces of Como and Lecco, took part to the 31st BIT (International fair of Tourism) which ended in a successful way both for the public and for the exhibitors. The employees speak of a relatively lukewarm scenery for the inbound tourism in Italy. Considering the data of the UNWTO (United Nations World Tourism Organization), we can notice an improvement in the international arrivals, with a growth of 7% in comparison to 2009, a year during which the most negati-ve effects of the economic crisis were noticed. The growth of the international tourism, restarted in 2010, should continue in 2011, at a slower footstep. The UNWTO foresees that this year it will be an increase in international arrivals between 4 and 5%. The data of the Province of Como are on equal footing with the average increases pointed out by the UNWTO. The increase in the arrivals in 2010 accounted for 5,46% in comparison to 2009, instead the number of tourists accounted for 9%. Foreign people were more than 63% of the tourists visiting Lake Como, with a great preponderance of German tourists, they amounted

Past, present and future of the INBOUND TOURISM

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to 113.197 (11,89% of the total). All the nationalities are increasing in comparison to 2009 but the greatest increase, even though not yet with relevant numbers, was the one of China with a +58%. At this point to support the recovery of the arrivals in the best way and to excel in a sector in which not only the demand but also the offer is global, the way to follow is to propose a better service, working on the differences and on the peculiarity of our country compared to our competitors and focusing on new tourist segments connected with culture, respect of the environment and unusual itineraries. In this delicate phase, it is important to have a formative base that allow us to use technologies and new channels of communication in the best way. The web represented not just a new and more efficient mean of communication and promotion, but it also introduced a new logic of market: the revolution of the approach systems to the client determining the approach of the role of promotion to the role of marketing, to link competitiveness and attraction in a more immediate way. In front of these challenges, that are renewed at unusual speed, it is necessary to be ready to answer to the changing and transforming market request with a high flexibility, looking at the great potentials with a magnifying glass: the new world of web 2.0.

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P E O P L E

ALAINMESSÉGUÉINTERVISTA IN ESCLUSIVAPER MAGIC LAKE

di Daniele Brunatifoto Archivio Mességué

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MONSIEURAlain Mességué

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Quando te lo trovi davanti per la prima volta provi un po’ di soggezione verso questa persona che do-manda senza filtri quanto peso vuoi perdere e se sei disposto a seguire le sue regole senza sgarrare. Non manca un po’ di vergogna quando, con il cen-timetro, mette a nudo il risultato di mesi di sregola-tezze alimentari, tensioni e stress causati dal lavoro. Ma lui, con la consapevolezza di essere il miglior medico per queste debolezze, convince e dà la si-curezza di ritrovare la voglia di rimetterti in forma e recuperare l’equilibrio psico-fisico grazie al quale si può vivere una vita sana. Nato a Bergerac, paese del Cyrano di Rostand, 100 kg di peso per 1,85 di altezza, capigliatura folta e bianca, occhi scuri, sem-pre avvolto nel suo camice bianco è un uomo che può sembrare ruvido e tenebroso, ma che subito dopo dà quella sicurezza e quella tranquillità pro-porzionata alla sua stazza e ti fa capire che potrai ottenere quello che desideri se seguirai il suo me-todo di cure ormai collaudato da ben 40 anni. Que-sto il primo impatto con Alain Mességué nel suo studio privato all’interno della rinnovata struttura dell’Hotel Spendid Galzignano Terme / Golf Resort, dove si trova la sua esclusiva e unica sede: la “Alain Mességué Hotel SPA”. Una struttura di circa 2000 metri quadrati dove segue personalmente i suoi ospiti: questa la prima caratteristica del successo

del metodo Alain Mességué. Proprio la sua serie-tà e scrupolosità hanno portato nel centro capi di Stato, reali, ministri, sportivi, personaggi dello spet-tacolo del teatro e facoltosi manager. Alain Messé-gué diventato famoso in tutto il mondo per le sue cure del benessere a base di erbe e alghe marine, ha scelto questo splendido luogo, Galzignano, col-locato nel cuore del Veneto, in un’oasi verde situata proprio al centro di un’area ad alta densità termale, tra Abano e Montegrotto Terme, per dare un valo-re aggiunto alle sue proposte: 35 ettari su cui si tro-vano tre strutture alberghiere, campi da tennis, un campo da golf di 9 buche, piscina coperta collega-ta all’esterno con acqua termale a 38 gradi e piscina olimpica. La zona cure, dislocata su diversi piani dell’Hotel Splendid, è dotata di aggiornatissimi la-boratori di analisi, una zona riservata ai massaggi, agli idromassaggi alle alghe e, fiore all’occhiello del centro Mességué, il mitico ristorante dietetico. Per chi non ha ancora avuto il piacere di esserci stato vi posso solo raccontare delle “coccole” che il se-lezionato personale vi riserva per farvi sentire uno di famiglia. Anche se vige un’apparente atmosfera rigorosa e severa, alla fine del periodo di cure ci si potrà rendere conto che sono queste le garanzie per ottenere i risultati desiderati e promessi da Alain Mességué.

Si dice che l’élisir di lunga vita passi da una buona alimentazione. I più recenti studi han-no individuato in una sana ed equilibrata ali-mentazione, il “Codice dello star bene”. Dottor Mességué, lei è d’accordo o serve dell’altro?«Mangiare bene è fondamentale. Il 70% delle pa-tologie è infatti legato alla cattiva alimentazione. Ci sono alcune regole fondamentali che è necessario seguire. La prima è mangiare prodotti di stagione, senza che questi vengano tenuti troppo in frigori-fero. La seconda è non mischiare amidi con carni, salumi, uova, formaggi e derivati. La terza è che, di-versamente da quanto siamo abituati a fare, le cru-dità, intese come verdura e frutta, vanno mangiate all’inizio del pasto. La quarta regola è non dimenti-care che le proteine sono indispensabili per la no-stra salute, per i nostri muscoli, per la digestione. È inoltre importante bere molta acqua. È necessario bere 45/50 grammi di acqua per ogni chilo di peso corporeo. Di questa, un terzo è possibile trovarlo nella nostra alimentazione, mentre la restante par-te va assunta separatamente».Lei che è rimasto l’unico artigiano che riesce a “cucire per ogni corpo la sua ricetta giusta”, come vede il proliferare di strutture commer-ciali di massificazione ad indirizzo salutistico, le loro duplicazioni e i cloni territoriali?

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When you are in front of him for the first time you feel uneasy because he asks you how much weight you want to lose and if you are ready to stay strict to his rules. You feel also a bit of embarrassment when, with the centimeter, it reveals you the result of months of ali-mentary disorders, tensions and stress caused by your job. But he is the best doctor to treat this disorders, he convinces you and you are aware you can return in shape and you can find again your psycho-physical balance to live an healthy life. He was born in Berge-rac, town of Cyrano of Rostand, 100 kilos of weight and 1,85 meters (6.0 feet) of height, white and thick hair, dark eyes, always wearing his white uniform, he is a man who can appear rough and tenebrous, but later he transmits you the certainty and the calm that are proportionate to his huge frame and you under-stand that you can reach your goals if you follow his method, tested for 40 years. This is the first impact with Alain Mességué in his study inside the renewed Hotel Spendid Galzignano Terme / Golf Resort, where is lo-cated his exclusive and unique seat of "Alain Mességué Hotel SPA." About 2000 square meters, where he per-sonally follows his guests: this is the first characteristic of the success of the method Alain Mességué. Thanks to his professional skills and scrupulousness, he had heads of State, royalties, ministers, sports, show and theatre VIP and also wealthy managers as guests.

«Non sono assolutamente contrario ai tanti cen-tri-benessere sorti negli ultimi anni. Bisogna però considerare che è necessario prima occuparsi della salute, poi del benessere, considerato come estetica. Nella mia struttura vanto la presenza di personale altamente qualificato, che lavora con me da diversi anni: un cardiologo, un medico ed un infermiere presenti 24 ore su 24, solo per fare degli esempi. Uno dei fiori all’occhiello è rappre-sentato dal ristorante dietetico con uno chef che lavora con me da oltre 15 anni. Insomma, un’équi-pe che rappresenta la vera forza». Diversi anni in Italia sono stati determinanti per la scelta delle sue ricette?«Le mie ricette sono diventate molto più italiane rispetto agli inizi, quando forse erano un po' trop-po francesi».Di lei si parla come di una persona rigida e ri-servata. “Poca confidenza, silenzio e.. marcia-re!”: tattica o carattere?«Sicuramente carattere, che mi porta ad essere molto concentrato sulle terapie. Poi un po' di timore non fa certo male, perché permette ai miei ospiti di raggiungere i propri obiettivi senza distrazioni. Se i miei pazienti tornano ogni anno, anche due o tre volte, vorrà pur dire qualcosa».Lei basa molto i suoi risultati su una tradizione familiare. Ritiene ancora di fondamentale im-portanza l’uso delle erbe oppure sta pensan-do ad altre strategie più moderne?«L’utilizzo delle erbe per me è fondamentale. Pre-sto molta attenzione alle nuove strategie, ma non

smetterò di utilizzare le erbe, che rimangono per me il metodo migliore».Dei suoi tanti ospiti illustri, chi le ha lasciato il ricordo più indelebile?«Sicuramente quello che ricordo meglio è Silvio Berlusconi, un vulcano di idee e un grande co-municatore. Vorrei poi raccontare un aneddoto legato al mondo del cinema. Un giorno la mia segretaria mi passa una telefonata, annunciando la persona dall’altra parte della cornetta: Federico Fellini. Pensavo fosse uno scherzo, invece, dopo poco, stavo proprio parlando con il Maestro. Mi chiese cosa potevo fare per Marcello Mastrioan-ni, che aveva appena terminato di girare un film a Napoli e che, tra pasta e pizza, aveva messo su troppi chili. Federico Fellini aveva in progetto la realizzazione di un film in cui Matrioanni avrebbe dovuto interpretare un vecchio ed esile ballerino. Così, l’attore arrivò nella mia struttura ed ogni giorno, alle 12.15, il regista telefonava per sapere se la cura stava avendo i risultati sperati e, consi-derando che poi fu il protagonista di “Ginger e Fred”, credo che l’obiettivo sia stato raggiunto. Per quanto riguarda invece la donna che più di tutte le altre ha lasciato in me un ricordo indelebile, inu-tile dirvi che Naomi Campbell vince l’oscar della categoria».Se dovesse ripartire, in quale parte d’Italia vorrebbe lavorare?«Il lago di Como è il luogo dove, più di qualsiasi altro, avrei voluto lavorare, ma purtroppo non ho mai trovato la location adatta».

MONSIEURAlain Mességué

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Alain Mességué is famous all over the world for his her-bal and sea algae treatments, he selected this special place, Galzignano, in the heart of the Veneto region, in a green oasis located in an area of high thermal den-sity, between Abano and Montegrotto Terme, to give an added value: 35 hectares with three hotels, tennis courts, a golf course of 9 holes, an indoor swimming pool connected with the thermal water at 38 degre-es and an Olympic swimming pool. The area for the treatments is on different floors of the Hotel Spendid, with updated analysis laboratories, an area reserved for water massages, algae massages and the mythi-cal dietary restaurant of the center Mességué fol-lowing the exclusive recipe Alain Mességué. For those who haven’t had the pleasure to stay there yet, I can just tell you of the care that the selected staff reserved for the guests. Even though the apparent atmosphere looks rigorous and severe, at the end of the treatment

you can understand that this is the way to grant the desired results promised by Alain Mességué.It is said that the elixir of long life is connected with food. According to recent studies, an heal-thy and balanced diet represents the “Code to feel good”. Professor Mességué, do you agree or is it necessary to rely on something else?«A good diet is fundamental. 70% of the pathologies is linked to a wrong diet. There are some fundamen-tal rules you need to follow. The first one is to eat fresh food and don’t keep it in the refrigerator for too long. The second is to avoid combining starch with meat, cold cuts, eggs, cheese and by-products. The third is that fresh vegetables and fruits have to be eaten at the beginning of a meal. The fourth rule is to eat proteins, they are fundamental for our health, for our muscles and for the digestion. Moreover you have to drink lots of water, 40/50 grams of water for every kilos of the

body. One third of it can be found in the food, the rest has to be taken separately». You are the only expert left who can “study a per-sonal diet for each person”, how do you see the increase in commercial facilities which are pro-moting an healthy body?«I am not against the different wellness centers which opened in the last few years. Anyway it is important to take care first of health and then of wellness. In my center I collaborate with highly skilled staff, who works with me for many years: a cardiologist, a doctor and a medical attendant who are present round the clock, just to give you an example. Our flagship is the dietary restaurant with a chef who works with me for more than 15 years. My staff represents a real strength».Yuo spent many years in Italy. Did the Italian food influenced the choice of your recipes? «My recipes have become much more Italian, if com-pared to the first ones, which were a bit too French».People speak of you as a rigid and reserved person. “Few confidence, silence and…keep in line!”: is it a tactic or your personality?«For sure my personality, I am very concentrated on the treatments. Then a bit of fear is good, because my guests reach their goals with no distractions. My patients come back every year, even twice a year, not by chance».Your results are based on a family tradition. Do you think it is important to use herbs or are you developing more modern strategies?«The use of herbs is fundamental to me. I pay lots of attention to new strategies, but I won’t never stop using herbs, because for me they represent the best method».You had lots of important guests, who left the most indelible sign?«For sure the one I remember better is Silvio Berlu-sconi, a volcano of ideas and a great communicator. Then I would tell a story linked to the world of cinema. One day my secretary passed me a phone call, an-nouncing the person I was about to talk to: Federico Fellini. I thought it was a joke, instead after a moment, I was really talking with the Maestro. I asked me what I could do for Marcello Mastroianni, who just finished to make a movie in Naples and with pasta and pizza he put on weight. Federico Fellini was programming a movie in which Mastroianni had to be an old and thin dancer. So the actor arrived in my center and every day at 12.15 am the director called me to know if the treatment was giving some results and considering the fact that Mastroianni was then the protagonist of the movie “Ginger and Fred”, I would say that the goal was reached. Talking of women, the one who left an indelible sign is Naomi Campbell, she won the Oscar of the category».Should you start all over again, in what part of Italy would you like to work?«Lake Como is the place where I would have worked, but unfortunately I never found the suitable location».

“Alain Mességué Hotel SPA”, Galzignano “Alain Mességué Hotel SPA”, Galzignano

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Lugano e l’Auditorum dell’Università della Svizzera Italiana hanno fatto da scenario alla prima edizione di “BSI Meets the future”, un convegno promosso da BSI, in collaborazione con il Centro di Promozione Start-Up USI-SUP-SI e il Tecnopolo Lugano, per favorire la nasci-ta e lo sviluppo di nuove imprese ad elevato contenuto tecnologico in Ticino. Come nasce e si sviluppa un’impresa innovativa? Come si passa dall’idea al mercato? Come trovare i fi-nanziamenti? È possibile realizzare tutto que-sto in Ticino? A questi e ad altri quesiti hanno risposto durante la tavola rotonda Alfredo Gysi, Presidente della Direzione Generale di BSI SA, Roberto Poretti, Direttore di CP Start-Up, e Davide Gai, Direttore di Tecnopolo, chiamati a rappresentare il mondo bancario, accademico e imprenditoriale della Regione.

BSI MEETS THE FUTURE:Un PREMIO e un CONVEGNO per lo sviluppodi giovani idee imprenditoriali in TICINO

N E W S

Dal dibattito è emerso chiaramente che il Ti-cino rappresenta oggi un luogo privilegiato per lo sviluppo di nuove idee imprenditoriali, grazie alla presenza di una vera e propria fi-liera a sostegno delle aziende innovative. Un network che può sfruttare sinergie importan-ti, costituito da diversi soggetti – pubblici e privati – e che coinvolge il mondo accademi-co e della promozione imprenditoriale, il Cen-tro di Promozione Start-Up USI-SUPSI e il suo acceleratore d’impresa, il Tecnopolo Lugano, la neo-costituita AGIRE (Agenzia per l’inno-vazione regionale della Svizzera italiana) e il mondo bancario con BSI. Il Ticino, inoltre, può contare su un altro vantaggio competi-tivo derivante dalla vicinanza geografica con la Lombardia, una regione economicamente dinamica e con un alto tasso di sviluppo. Un

fattore importante dal quale possono nasce-re interessanti opportunità di crescita econo-mica ed occupazionale. Al termine del conve-gno è stato consegnato il Premio 2010 per la miglior idea imprenditoriale del Cantone Tici-no. Un premio, istituito nel 2009 da CP Start-Up e sostenuto da BSI SA, che nella seconda edizione è andato al progetto Designergy, del giovane ingegnere ticinese Daniel Lepori, per le sue nuove concezioni di pannelli foto-voltaici integrati nei materiali da costruzione, che consentono la produzione di energia so-lare a costi più contenuti in paragone a quelli attuali. Il tutto nel pieno rispetto delle ener-gie rinnovabili, della protezione ambientale e una dimostrazione che le buone idee di oggi possono trovare in Ticino terreno fertile per diventare aziende di domani.

foto © Ti-Press SA

A sinistra, Daniel Lepori riceve il Premio 2010 per la miglior idea imprenditoriale del Cantone Ticino da Alfredo Gysi, Presidente della Direzione Generale di BSI SA (al centro), e da Roberto Poretti, Direttore di CP Start-Up (a destra),

On the left, Daniele Lepori receives the prize 2010 for the best project Designenergy of Ticino by Alfredo Gysi, President of the General Direction of BSI SA (in the middle), and by Roberto Poretti, Director CP Start-Up (on the right)

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Lugano and the Auditorum of the Università della Svizzera Italiana were the location for the first edi-tion of “BSI Meets the future”, a conference promo-ted by BSI, in collaboration with Centro di Promo-zione Start-Up USI-SUPSI and Tecnopolo Lugano, to promote the incubation and the development of new high-tec companies in Ticino. What goes into the creation of an innovative company? How do we go from an idea to a business plan? How do you find financing? Is it possible to grow an

innovative company in Ticino? These themes were debated among Alfredo Gysi, Chief Executive Offi-cer of BSI AG; Roberto Poretti, Director CP Start-Up; Davide Gai, Director Tecnopolo; they were called to represent the banking, the academic and the en-trepreneurial world of the Region. From the round table discussion it has clearly emerged that Ticino represents an ideal location for the development of new entrepreneurial ideas, thanks to a veritable industry for creating highly innovative companies.This network involves a number of both private and public players: the worlds of academia and en-trepreneurial promotion with the Centro di Promo-zione Start-Up USI-SUPSI and the company incuba-tor, Tecnolopo Lugano, the newly-formed AGIRE - Agency for regional innovation in the Italian-spe-aking part of Switzerland, and the banking world with BSI. The Canton of Ticino can count on ano-

ther competitive advantage coming from the pro-ximity to an economically dynamic area with high growth rates such as Lombardy. These elements can create attractive opportunities for economic and employment growth. At the end of the pro-gram came the awarding of the Prize for the Best Entrepreneurial Idea in the Canton of Ticino 2010. The prize was instituted in 2009 by CP-Start-Up with the support of BSI AG. In this second edition it has been awarded to the Designergy project, cre-ated by the young Ticinese engineer Daniel Lepori, for the development of building-integrated photo-voltaics to generate solar power at less initial cost compared to solutions currently available. All this in full respect of renewable energy and environ-mental protection and a demonstration that to-day's good ideas can find fertile ground in Ticino to become tomorrow's companies.

BSI MEETS THE FUTURE:A PRIZE and a CONFERENCE on new company development in TICINO

Sopra, un momento della serata all’Auditorium dell’Università della Svizzera Italiana di Lugano

Above, a moment of the evening in the Auditorium of the Università della Svizzera italiana of Lugano

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P E O P L E

MARIAGRAZIABREGOLI

Oltre

licita Bregoli. Come nasce la scelta di questa professione? «Chi mi conosce lo sa e non si stupisce della mia scelta», risponde lei, con il tono di chi sa perfettamente perché si ritrova a ricoprire que-sto ruolo, ma non lo vuole svelare. Tante donne in Italia svolgono mansioni di direzione all’interno delle carceri. Secondo lei perché questa tendenza è in crescita? «Non penso ci sia una motivazione precisa.

È innegabile che varcare la soglia della Casa Circondariale di Como faccia un certo effetto. Assolutamente non negativo, intendiamoci. La sensazione più forte è quella di accedere a un luogo crocevia di persone, un luogo che racchiude centinaia di vite e che potrebbe rac-contare migliaia di storie. Con il pass in tasca, ci dirigiamo verso l’ufficio al primo piano dove ad attenderci c’è una donna che all’interno del carcere ci vive perché lo dirige: Mariagrazia Fe-

LE MURAdi Elisabetta Comerio, Rosaria Casalifoto Carlo Pozzoni

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Sono convinta che le donne abbiano libero accesso a tutte le professioni». Lavorare in un mondo prettamente ma-schile, come questo, le ha mai creato dei problemi?«Il fatto che io sia una donna è un problema degli altri, non certo mio». Questi i primi spunti per capire Mariagrazia Felicita Bregoli. Qualcuno potrebbe pensare che basterebbero queste prime battute per comprendere la persona, ma davvero non è così. Uno dei temi più attuali, che vi tocca da vicino, è quello del reinserimento sociale.«L’ordinamento penitenziario prevede la “par-tecipazione della comunità esterna all'azione rieducativa”. In questo senso, la società deve rieducare e non può esimersi dal farlo. Allo stesso tempo, l’apertura al territorio rende l’operazione più semplice. Il carcere non deve evocare solo timore e pregiudizi e per questo è necessario che la società entri in contatto con i detenuti, per poter imparare il rispetto che si deve alla persona. L’accettazione, com-patibilmente con il contesto in cui ci si trova, è possibile soltanto attraverso la conoscenza ed il contatto con ciò che è altro da noi». Oggi sono sei i detenuti che lavorano oltre le mura della casa circondariale, ma tanti altri vengo-

no coinvolti in attività socialmente utili.Periodicamente accade anche che sia il mondo esterno a valicare la soglia del car-cere. «Spesso vengono organizzate attività culturali e artistiche all’interno della casa circondaria-le. Su tutte, vorrei citare l’esibizione di Ivana Spagna, un’artista che ha scelto questo luogo come palcoscenico. Una donna umanamente vera, che ha saputo trasmettere emozioni at-traverso la sua presenza commossa e auten-tica. Accade poi che, una volta al mese, in oc-casione della domenica dedicata all’incontro tra i bambini e i loro papà, vengano attivate iniziative proposte da realtà esterne. E ancora: presentazioni di libri e spettacoli teatrali». Insomma, un panorama eterogeneo, che si auspica di poter ampliare. Nell’ufficio di Mariagrazia Bregoli svettano il crocifisso e un’icona che rappresenta la Madonna con il bambino. È spontaneo chiedere come la religione si rispecchi nel suo lavoro. «Io sono credente, ho avuto una formazione presso un istituto religioso e sono cresciuta in un contesto famigliare che lo era altrettanto. Mi è stato trasmesso un valore universale, ap-plicabile a qualsiasi credo e che vale nel lavo-ro, come nella vita: il rispetto per ogni essere umano. Ricordo che mia nonna mi ripeteva

sempre: non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te» e, dopo un attimo di pausa, aggiunge: «Mia nonna, per la verità, mi diceva sempre anche un’altra cosa: una volta all’anno bisogna visitare i carcerati e dare da mangiare agli affamati». Forse tutto è partito proprio da lì. Il suo volto si illumina quando l’argomento si sposta sul futuro e lei, senza nessuna esita-zione, ci dice che il suo futuro è rappresenta-to da sua figlia Camilla, una bambina di set-te anni che le ha rubato il cuore e che, oltre alle canzoni dei cartoni animati, intona l’Inno d’Italia. «Che soddisfazioni mi dà! L’unico pro-blema è che devo cercare di farle capire che Fratelli d’Italia non termina con “campioni del mondo”. O almeno, non sempre». A questo proposito, cosa rappresentano per lei i 150 anni dell' unità d’Italia? «Un anniversario importante e imprescindibi-le. Il nostro Paese possiede delle ricchezze cul-turali, artistiche che è impossibile riscontrare in qualunque altra parte del mondo. Dovrem-mo essere fieri di essere italiani e festeggiare questa ricorrenza, senza eccezioni». È arrivato il momento dei saluti. Ora, forse, il motivo per cui Mariagrazia Bregoli siede die-tro la scrivania del direttore della Casa Circon-dariale di Como, è un po’ più chiaro anche a noi.

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We met Mariagrazia Felicita Bregoli, director of the prison of Como.How did you pick up your profession?«Those who know me are not surprised of my choice» she says, with the tone of a person who knows per-fectly the reason why she is in charge, but she wants to keep the secret...».Many women in Italy are directors of prisons. Why do you think it is a growing trend?«I don’t think that there is a precise reason. I am sure that women have free access to all professions».The social reintegration is one of the topic subjects, that is very close to you.«The prison system foresees the “participation of the external community to the re-education action”. In this sense, the society has to re-educate and it cannot avoid this issue. At the same time, the opening to the territory simplifies this operation. The prison has not to be connected with fear and prejudices and for this

reason it is necessary that the society is in contact with the prisoners, to learn the respect of the person». Periodically it happens that the external world crosses the doorstep of the prison.«Cultural and artistic activities are organized inside the prison. In particular, I would mention the perfor-mance of Ivana Spagna, an artist who decided to cho-ose this place as a stage and she transmitted emotions thanks to her moved and genuine presence».In her office Mariagrazia Felicita Bregoli has a crucifix and an icon of the Virgin Mary with the Child. It is spontaneous to ask her the role of re-ligion in her job. «I believe in God, I went to school in a religious institute and I grew up in a religious family. I learned an uni-versal value that is valid at work, as well as in life: the respect for any human being».Her face lit up when we spoke about the future and with no hesitation, she tells us that her future is repre-sented by her daughter Camilla, 7 years old, who stole her heart away.

Cartolina-poster dedicata al 150° dell'Unità d'Italia realizzata dai Detenuti corsisti del Centro Stampa del Bassone di Como e inviata a Gianfranco Fini, Presidente della Camera dei Deputati

Postcard-poster dedicated to the 150th anniversary of the Unity of Italy made by the prisoners of the Press Center of the Bassoone of Como and sent to Gianfranco Fini, President of the Deputy Chamber

Beyond the WALLS

Mariagrazia Bregoli con Ivana Spagna al termine dell'esibizione dell'artista alla Casa Circondariale di Como

Mariagrazia Bregoli with Ivana Spagna after the exhibition of the artist in the prison of Como

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P E O P L E

TOM DE VESTO

di "TIVOLI"Le ONDE

È lui, Tom De Vesto o “Mr. Radio”, come l’ha definito il New York Ti-mes, l’uomo che è stato capace di conquistare il mercato mondiale con le creazioni della sua Tivoli Audio, diventato un oggetto di culto nel mondo del design, ma non solo. La redazione di Magic Lake l’ha incontrato per scoprire i segreti di questi successo internazionale e qualcosa in più sul suo amore per il nostro paese. Dal suo cognome si intuisce qualche legame con l’Italia…..qual è quello con Como?«Mi sento molto italiano, mio padre si è trasferito negli Stati Uniti nel 1906, ma ha sempre mantenuto un legame molto forte con il suo Paese d'origine, con la sua cultura e le sue tradizioni, mantenendo la cittadinanza italiana, che di conseguenza è stata trasmessa ai figli. Apprezzo molto tutto ciò che è italiano, in particolare la cucina. La vo-

di Stefania De Giorgifoto Francesco Corbetta, Archivio Tivoli

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"Torre di Babele" realizzata con le radio Tivoli in occasione della Settimana del Design 2009 a Milano

"Tower of Babel" made of radios Picture of Tivoli Audio show floor at Milan's Week of Design, Milan Italy 2009

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glia di vivere in Italia e le esigenze lavorative che mi portano ad avere contatti con tutta l’Europa mi hanno fatto scegliere Como. La città è il luogo ideale per raggiungere diverse destinazioni con una buona ottimizzazione del tempo». Tutte le funzioni presenti nei più ingombranti e completi appa-recchi stereo, condensate in un unico oggetto semplice da utiliz-zare e resa sonora al top. Com' è nato il progetto della radio culto?«Lavoro nel campo dell’elettronica da circa 40 anni. Ho cominciato con i televisori poi con gli Hi-Fi ed infine con gli amplificatori. Ad un certo punto ho deciso di concentrarmi solo sulla radio, sfruttando al meglio tutte le conoscenze e l’esperienza nel campo acquisite. Il risultato è stato quello che volevo: un prodotto di raffinata tecnologia, ma nello stesso tempo che soddisfacesse anche le esigenze estetiche. Ho volu-to perciò introdurre una gamma di nuovi colori, semplificando le fun-zioni. La scelta si è rivelata vincente ed ha suscitato immediatamente la curiosità e l’interesse del mercato».Quanto tempo è stato necessario per disporre di un prodotto tecnologicamente così avanzato e dal design così minimal ed ele-

gante?«La ricerca è stata lunga, per circa dieci anni ho cercato di raggiungere un prodotto che soddisfacesse tutte le richieste, un sistema integra-to che rappresentasse la massima espressione del suono stereofonico ad alta fedeltà, legato a una combinazione tra le dimensioni estrema-mente ridotte e la capacità di soddisfare le esigenze degli audiofili più esperti, ma nello stesso tempo estremamente semplice da utilizzare». La sua carriera è legata a quella di Henry Kloss come co-fondatori della Cambridge Soundworks. É stata una collaborazione che le ha lasciato qualcosa?«Henry è morto nel 2002. Nel 1952 aveva già realizzato gli amplificatori sospesi. E’ stato il mio mentore per quanto riguarda la tecnologia, ma lui odiava i colori e gli sembrava di profanare la scienza tecnologica. Il suo era un design abbastanza classico».Negli anni Sessanta l’evoluzione della radio compatta e portatile ha dato luogo al cubo di Zanuso e Sapper. Hanno avuto qualche influenza nella sua grande idea?«Domanda difficile, ma direi di no, è diversa l’ impostazione. Il cubo

1. Model 10 Stereo color argento rigato, realizzato in collaborazione con TABU, azienda artigiana di Cantù; 2. Model Three in legno di noce; 3. Model 10 radiosveglia AM/FM con connettore per IPod; 4. Model 10 in alluminio/argento scuro, con il connettore per iPhone; 5. PAL in nero; 6. Model One in bianco/argento

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matching The Connector with iPod; 4. Model 10 in Aluminum Dark/Silver, shown with matching The Connector with iPhone; 5. PAL in black; 6. Model One in White/Silver

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Brionvega di Sapper e Zanuso è stato un oggetto di culto degli anni ’60 e il modello attuale non ha lo stesso valore perché è un rifacimento di quello originale».Com'è nata l'idea di un concorso aperto a tutti per la campagna pubblicitaria che celebra il 10° anniversario di Tivoli Audio? «Per un' azienda è importante che i clienti abbiano la possibilità di par-tecipare alla creazione dell’immagine. Quindi è stato istituito un con-test per il quale grafici, designer, fotografi e studenti di tutto il mondo hanno potuto esprimere la loro creatività inviando la propria proposta tramite internet. Il vincitore del primo premio è stato un designer au-straliano di origine malesiana, il quale, oltre al premio in denaro, ha vi-sto la propria creazione proiettata su di uno schermo 20x40 metri in Times Square per tre mesi. Il secondo classificato è stato un italiano». La ricerca, l’innovazione non si fermano solo alla tecnologia ma riguardano lo studio di nuove finiture di legno e dei colori. Com'è nata la collaborazione con alcuni esponenti del mondo del design?«Alcune delle finiture sono nate con la collaborazione di Cappellini. Per l’edizione del 2009 del Salone del mobile di Milano è stata realizzata,

in collaborazione con la designer Ilaria Marelli, una torre alta 5 metri composta da circa 900 radio “Model One” con tecnologia WiFi. Ve-nivano diffuse musiche e lingue da tutto il mondo in tempo reale, in quanto ciascuna radio era sintonizzata su di un NetWork differente. Un punto d’incontro fra le tecnologie innovative e i linguaggi estetici le-gati al calore e alla semplicità delle finiture in legno. Un intreccio tale di suoni e colori non poteva che essere denominato “Tower of Babel”. Ilaria Marelli mi ha introdotto nella azienda Tabu di Cantù, con la quale abbiamo sviluppato una nuova “veste” della radio. La realizzazione di questa finitura ha comportato un lavoro abbastanza capillare, in quan-to i fogli di diverse essenze di legno sono state inizialmente tagliati in listelli sottilissimi e poi assemblati. Il risultato è che si possono vedere le diverse cromie in un modo così omogeneo da sembrare dipinto». Si aspettava tutto questo successo?«La coscienza di realizzare un prodotto qualitativamente valido e di fornire al mercato qualcosa di interessante sicuramente c’è sempre sta-ta; tanto successo forse no».

Model 10 Stereo Speaker in Midnight nero/argento

Model 10 with matching Stereo Speaker in Midnight Black/Silver

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He is Tom De Vesto or “Mr. Radio”, as the New York Times called him, the man who was able to conquer the market with the creations of his Tivoli Audio, which became a cult object not only in the world of design. The editorial staff of Magic Lake met him to discover the secrets of this in-ternational success and something more about his love for our country. From your last name we can say that you have some connections with Italy…what is your relationship with Como?«I feel Italian, my father moved to United States in 1906, but he always kept a strong relationship with his home town, his culture and his tradi-tions. He had the Italian citizenship and so I was born as Italian citizen-ship. I love everything that is Italian, in particular the Italian food. Then I had to move to Europe for work and the natural choice was to move to Italy and I decided to live in Como. It was the ideal and central place to reach different destinations».You put in a single object, simple to use and with high level perfor-mances, all the functions in the biggest and most complete stereo. How was the project of this cult radio born?« I have worked for 40 years in the electronic sector. At a certain point, I decided to concentrate myself on radio, using all the knowledge and the experience I had. The result was what I was looking for: a product of refined technology, but at the same time, a product that meets also the aesthetic needs. I wanted to introduce new colors and to have simple functions. It turned to be a winning choice and the market was imme-diately interested in this product».

Sopra, a sinistra, Tom De Vesto con la sua famiglia; al centro, con Henry Kloss, co-fondatori della Cambridge Soundworks; a destra, con l'amico Davide Lacchini

Above, on the left, Tom De Vesto with his family; in the middle, with Henry Kloss,

co-fondators of the Cambridge Soundworks; on the right, with his friend Davide Lacchini

Did it take a lot of time in research to produce such a technologi-cally advanced product with a minimal and elegant design? «Yes, it did. It took about 10 years. I tried to made a product to meet all the needs, that integrated system to get the maximum expression of high fidelity sound, together with a combination of extremely small dimensions and the ability to meet the needs of the most demanding experts. At the same time I was looking for a product which was simple to use». Research and innovation don’t just refer to technology, but also refer to the study of new wood finishing and new colors. Do you collaborate with some experts in the world of design?«I collaborate with Italian designers: starting with Cappellini for spe-cial finishing. For the edition 2009 of the Salone del Mobile in Milan I collaborated with the designer Ilaria Marelli and we created a tower, 5 meters high, made of 900 radios “Model One” with WiFi technology. There were languages and music coming from all over the world in real time, because every radio was tuned to a different network. A meeting point among innovative technologies and aesthetic languages linked to wood. A mix of sounds and colors that was called “Tower of Babel”. Ilaria Marelli introduced me to the company Tabu in Cantù and we developed the “dress” of the radio. The realization of this finishing turned to be a capillary work, the wood was cut into small layers and then they were assembled. The final effect you have is the one of different colors put together in an homogeneous way, that looks like painted».

of "TIVOLI"The waves

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Si inizia con la neve, si finisce col sole. In mezzo, una settimana di cinema. Il ciclo meteo-cul-turale è stato pienamente rispettato anche quest'anno. Il Cinema Italiano 6. Festival a Como, collocato com'è nella prima settimana di febbraio, sembra concepito di proposito per marcare il passaggio dalla brutta alla bella stagione, con allusione metaforica al nostro stesso cinema nazionale. Per iniziativa della Camera di Commercio di Como, dell'Assessorato alla Cultura della Provincia, in collaborazione con la Cineteca di Milano, si sono succeduti incontri, eventi, proie-zioni di qualità così alta da far sperare in una rinascita della nostra cinematografia. Tra gli ospiti, personalità come Saverio Costanzo, Isabella Ragonese, Valentina Lodovini, Pasquale Scimeca... Ogni giorno, a partire dalla serata inaugurale di sabato 29 gennaio, il Cinema Astra si è riempito sino al tutto esaurito animandosi di interventi, scambi, stimoli così come di rado avviene non solo nella nostra città. L'associazione culturale "Sguardi" insieme ai ragazzi della scuola cine video Dreamers hanno saputo favorire la nascita di una "famiglia allargata" felicemente accasa-ta nell'unica sala sopravvissuta in convalle, accomunata dalla passione per un cinema sincero,

L' ALBA del cinema che VERRA'

P E O P L E

ALBA ROhRwAchER

di Paolo Liparifoto © Festival del Film Locarno

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onesto, capace di suggerire domande. In un festival così caratterizzato, la figura della madrina ricopre un significato che va ben oltre la superficie formale. Quest'anno il "nastro" è stato taglia-to dall'interprete di punta della nuova generazione: Alba Rohrwacher. Protagonista negli ultimi anni di un nutrito numero di pellicole d'autore (tra cui il bellissimo "L'uomo che verrà" di G. Di-ritti), l'attrice vincitrice del David di Donatello 2009 con "Il papà di Giovanna", ha accompagnato a Como l'intenso "La solitudine dei numeri primi", film tratto dall'omonimo bestseller di Paolo Giordano. Di fronte a un pubblico incantato dalla sua magnetica energia, Alba Rohrwacher ha raccontato la durissima, ma gratificante esperienza produttiva del film di Saverio Costanzo. «Per esigenze di copione, ho accettato di perdere ben dieci chili e di assumere nel mio stesso corpo il dramma dell'anoressia. E' stato un atto di fiducia verso il regista ma forse anche verso la vita stessa». Il risultato offerto dal film è di rara potenza. Gli spettatori di Como non hanno mancato di esprimere la loro gratitudine per una prova sullo schermo e una testimonianza dal palco davvero indimenticabili.

Nella pagina precedente, Alba Rohrwacher al Festival del Film di Locarno; sopra, da sinistra, Riccardo Scamarcio, Ferdinando Cito Filomarino e Alba Rohrwacher, Festival di Locarno © De Maria

In the previous page, Alba Rohrwacher with Riccardo

Scamarcio at Festival di Locarno 2010; above, from the left, Riccardo Scamarcio, Ferdinando Cito Filomarino

and Alba Rohrwacher, Festival di Locarno, ©De Maria

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During Il Cinema Italiano (The Italian Cinema) - 6. Festival in Como, supported by the Chamber of Commerce of Como, the Cultural Commission of the Province, in collaboration with the Film Library in Milan, there have been meetings, events, high quality films to let people hope of a rebirth of our cinematography. Among the guests: Saverio Costanzo, Isabella Ragonese, Valentina Lodovini, Pa-squale Scimeca... Every day, starting from the inaugural evening held on Saturday 29th January, the Cinema Astra was sold out, animated with speeches, exchanges and ideas. The cultural association Sguardi together with the guys of the cine video Dreamers, favored the birth of a “widened family”, united by the passion for a sincere and honest cinema, able to suggest questions. This year the “rib-bon” was cut by the interpreter of a the new generation: Alba Rohrwacher. In the last years she was the protagonist of different art films (among which the beautiful “L’uomo che verrà” (The man who will come) by G.Diritti), the actress won the David of Donatello 2009 with “Il papà di Giovanna” (Gio-vanna’s father), in Como she presented the intense “La solitudine dei numeri primi” (The Solitude of Prime Numbers), film taken by the homonym bestseller by Paolo Giordano. In front of a public en-chanted by her magnetic energy, Alba Rohrwacher told of hard but gratifying productive experience of the film by Saverio Costanzo. «For the script, I accepted to lose ten kilos and to personally live the drama of the anorexia. It has been a demonstration of trust toward the director but perhaps also toward life». The result is a film of rare power.

The ALBA of the cinemathat will COME

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Com

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A sinistra, sopra, Alba Rohrwacher durante una scena del film "La solitudine dei numeri primi"; sotto, l'attrice, madrina del Festival a Como con al centro, Saverio Costanzo, regista e Paolo Lipari, regista e organizzatore dell'evento

On the left, above, Alba Rohrwacher in the film "The Solitude of Prime Numbers"; below, the actress, patroness of the Festival in Como, with in the middle, Saverio Costanzo, director and Paolo Lipari, director and organizer of the event

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P E O P L E

MARcO PELLIccIA

da MILITARE Una vita

Colonnello, quarantacinquenne, da pochi mesi al comando di uno dei comandi provinciali italiani più importanti della Guardia di Finanza, il Coman-dante Pelliccia, è arrivato a Como preceduto dalla storia sulla sua folgorante carriera, dai suoi ricono-scimenti nazionali e internazionali, dalla sua espe-rienza formativa, tutte parti importanti del suo C.V. professionale. Noi, attraverso questa breve inter-vista, vorremmo focalizzare la sua storia militare e curiosare nel suo profilo privato per conoscerlo meglio.Una vita da soldato. Arruolato a 15 anni nella Scuola Militare della Nunziatella di Napoli, nella sua vita è passato direttamente dalla cul-la alla caserma. Qualche rimpianto sulla scelta fatta?

«Quando si lasciano la casa, la città natale, la fami-glia, le normali occupazioni di un quindicenne per gettarsi in un mondo di responsabilità, disciplina, impegni, bisogna avere le idee chiare. Nell’imme-diatezza mi sono chiesto molte volte chi me lo avesse fatto fare, ma dopo poco tempo la scelta si è rivelata giusta. D’altronde ho solo anticipato di qualche anno il passo che tutti gli adulti devo-no fare comunque: prendere la responsabilità di se stessi dalle mani della famiglia a quelle proprie. Oggi rifarei ancora le medesime scelte».Specializzato in lingua inglese presso la Scuola Lingue Estere dell’Esercito, ha lavorato in tutto il mondo, partecipando a numerose missioni di Formazione e Cooperazione, tra cui un Ma-ster sulle frodi internazionali frequentato a

Brunswwick (Georgia) e organizzato dal Dipar-timento del Tesoro U.S.A., una missione della Commissione Europea ”Customs Assistance Mission” in Albania, dove per il suo impegno riceve due importanti onorificenze: dell’Ordi-ne di Skanderberg e dell’Aquila d’oro. Cosa le hanno lasciato queste esperienze di tanto im-portante da scrivere nel libro della sua vita? «Maturazione nei rapporti umani prima di tutto. Aver imparato a sapermi porre nell’ambito di con-testi tanto vari per provenienza geografica, cultura, lingua, abitudini, mi ha mostrato quella che ritengo la via più importante per fare il comandante ed il dirigente, in una parola, il capo: il rapporto umano col personale, la capacità di comprendere i diversi punti di vista, per quanto apparentemente lontani

di Daniele Brunatifoto Carlo Pozzoni, Sergio Baricci, Franco Bartolini

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Un elicottero appartenente al

Corpo della Guardia di Finanza

An elicopter of the department of the Internal Revenue

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tra loro e dal mio. Poi l’arricchimento professio-nale, certo, e, non ultimo, l’aver vissuto in parti del mondo che altrimenti probabilmente non avrei mai visto».Tutti questi impegni svolti lontano dall’Italia Le hanno creato problemi nei rapporti con la Sua famiglia?«No, ma solo per il coraggio dimostrato da mia moglie, e poi da mia figlia. Magari qualche volta un fondo di senso di colpa, ma subito superato» .A capo di circa mille militari che devono presidiare un territorio problematico come quello comasco, cuscinetto tra la Lombardia e il centro Europa e con una dogana impor-tante come quella di Ponte Chiasso con la Svizzera, quanto tempo riesce a dedicare alla sua vita privata ed ai suoi hobby?«Nella giornata riesco sempre a dosare i tempi. Salvo casi eccezionali, sapendosi organizzare, si gestiscono tutte le relazioni, professionali e pri-vate. Poi, avere uno staff composto da diciassette ufficiali, tra capi ufficio e comandanti dei reparti esterni, di grande affidabilità, mi permette di vi-vere il poco tempo libero serenamente, sapen-do che c’è sempre un collega pronto a gestire le emergenze in prima battuta. L’importante nel dedicare un po’ di tempo a se stessi è la qualità, il poterlo fare senza crucci, più che la quantità».Laureato in Giurisprudenza, in Scienze Poli-tiche e in Scienze della Sicurezza Economi-

ca Finanziaria: quanto sono stati utili questi attestati per costruire la sua strada fino ad oggi?«Più che il titolo, che comunque è indispensabile per porre le basi di una carriera, anche in que-sto caso è stato importante l’aspetto sociale alla base del percorso di studi. Acquisire conoscenze in più campi abitua a ragionare bene e schema-ticamente, anche quando si devono affrontare questioni gravi o impreviste. Poi il settore giuri-dico, ed ancor di più quello fiscale, necessitano di studio, approfondimento, ed aggiornamento continui. Quindi una solida base culturale e tec-nica è indispensabile».Chi è il vero Marco Pelliccia, padre e marito attento e premuroso, l'appassionato scritto-re oppure il militare in carriera? «Dovrei rispondere che sono il militare, avendo indossato le stellette ormai per trent’anni su qua-rantacinque, ma la risposta non è semplificabile. La vita è un intreccio di relazioni, ed ognuna del-le sue fasi perderebbe significato senza le altre. Certo, scrivere è un sogno per ora accantonato, dopo qualche sporadica esperienza. Vuol dire che ho pronta un’attività dopo la pensione».In questi pochi mesi si è già fatto una sua opi-nione sui comaschi?«Certo. Sono abituato a non generalizzare mai i miei giudizi e men che meno dopo un periodo così breve. E’ sempre sbagliato catalogare e divi-

dere per gruppi; ogni individuo è un mondo a sé, ma volendo individuare tratti comuni e peculiari, l’impressione che ho è assolutamente positiva. Ad una gentile signora che, facendomi di recen-te la stessa domanda, aggiungeva “… è vero che noi comaschi siamo chiusi e scontrosi?” ho rispo-sto che la mia sensazione era del tutto differente, anzi, opposta. Sarà perché ho avuto a che fare con ogni tipo di personalità e di cultura, ma la mia impressione è che i comaschi siano cortesi, ordinati, efficienti, operosi. Ed accoglienti».Lei ha girovagato per tutta l’Italia del sud, del centro e del nord: dove si è trovato meglio?«Per efficienza dei servizi e livello di socialità, il centro nord è un modello per tutte le regioni. Il clima, i ritmi di vita meno frenetici, le diffuse bel-lezze del paesaggio fanno vivere bene al centro sud. Diciamo che, avendo girato il mondo, mi tro-vo bene in Italia, ma di un territorio come questa provincia, ricco della tipica efficienza lombarda e brianzola, ed al contempo, di risorse paesaggisti-che e culturali da mozzare il fiato, credo che non tarderò ad innamorarmi». La domanda che mai nessuno le ha fatto e alla quale vorrebbe rispondere?«La domanda: cosa vorrebbe che i suoi collabo-ratori ricordassero di lei, dopo ogni cambio di incarico? La risposta: l’aver tentato di privilegiare l’aspetto umano del nostro delicatissimo ma in-sostituibile lavoro».

Un moscafo appartenente alla Flotta della Guardia di Finanza

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A military LIFEColonel, 45 years old, it’s few months he is in charge of one of the most important Italian provincial depart-ments of the Internal Revenue. Commander Pelliccia, you arrived in Como because of your brilliant career, your national and international awards and your working experience which are all part of your profes-sional CV. In this short interview, we would ask you of your military career and of your private life to know you better.A soldier’s life. When you were 15 years old, you were attending the Military School of Nunzia-tella in Naples, so you went from the crib to the barracks. Do you have some regrets?«When you are 15 years old and you leave your home, your town, your family and everything you do to enter in a world of responsibilities, discipline and commit-ments, your ideas must be clear. In the short terms I asked myself many times why I did that, but after a while my choice turns to be the right one. I just antici-pated of some years a step that all the adults have to do: take the responsibility of yourself from the hands of your family to your own hand. Today I will do the same choices». Specialized in English at the Foreign Languages School of the Army, he worked all over the world and he took part in different missions of Training

and Cooperation, among which a Master on international frauds in Brunswwick (Georgia) organized by the U.S. Department of Treasure, ”Customs Assistance Mission” a mission of the European Commission in Albania, where he got two important awards for his commitment of the Order of Skanderberg and the Golden Eagle. What do you have to write in the book of your life regarding these relevant experiences?«First of all my maturation in the human relationships. I learned to get used to various situations which were very different for geographical origins, culture, lan-guage, habits and I understood the most important way to follow to be a commander and a manager, in a word, the boss: the human relationships, the ability to know the different points of view, even if they were far away from themselves and also far from mine. Then the professional growth and also last but not least the opportunity to live in places that probably I would have never visited». You took a degree in Law, Political Sciences and in Science of the Financial Economic Safety: what is the importance of these certificates to reach your present position?«The social aspect at the basis of the studies is more important than the certificates, even though they are essential to start a career. When you acquire know-ledge in different fields, you are used to think correctly and schematically, even when you have to face se-rious or unexpected situations. Moreover the juridical

sector, and above all the fiscal one, need study, close examination and continuous updating. So a solid cul-tural and technical base is essential».Who is the real Marco Pelliccia, attentive and ca-ring father and husband, impassioned writer or the soldier in career?«I should answer that I am a soldier because I am we-aring the stars for 30 years out of 45, but the answer is not simple. Life is a mix of relationships and every part of our life would be vain without the other ones. For sure writing is a dream that now I have set aside, after some sporadic experiences. It could turn to be an activity when I will retire». You lived all over Italy in the south, in the center and in the north: what was the best place for you?«For efficiency of the services and level of social rela-tionships, the center north is a model for all the regions. The climate, the less hectic rhythms of life, the beauties of the landscape let you live better in the center south. I can say that after travelling all over the world, Italy is my favorite place. I guess that I will soon fell in love with the territory of Como, rich in the typical Lombardy and Brianza efficiency and at the same time rich in brea-thtaking landscape and cultural resources».What is the question that none asked you that you would answer to?«The question is: What would you like your collabora-tors remember of you, when you change your office? The answer is: My attempt to privilege the human aspect of our very delicate but irreplaceable work».

Marco Pelliccia (above, third from the left) with others cadets

of the Military School of Nunziatella in Naples, 1984

Marco Pelliccia (terzo da sinistra in alto) con gli allievi della Scuola Militare della Nunziatella di Napoli, anno 1984

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Il lago è la mia AMERICA

JUSTINE MATTERA

P E O P L E

di Daniele Brunatifoto Daniele Maspero, Archivio Mattera

Voce squillante, battuta pronta, risata conta-giosa: questo è il primo impatto con Justine Mattera, attrice newyorkese di origini italia-ne. Inutile soffermarsi sulla sua incredibile bellezza, indubbia e unica. Alcune conoscen-ze ci legano a lei: Giuliano Capuano e Fabrizio Sgheiz della “Compagnia Teatrale Lariana”, con la quale Justine è impegnata, proprio in queste settimane, nel nuovo spettacolo: “At-tenti a quei due”.Un’artista a tutto tondo, Justine Mattera: cantante, ha lavorato in televisione, al ci-nema ed in teatro. Quali di questi mondi

le appartiene maggiormente?«Amo tutto quello che faccio. Certamente, però, il teatro mi regala grandi soddisfazioni, anche perché, nella mia carriera, ho registra-to diverse critiche positive». Come è nata la collaborazione con la “Compagnia Teatrale Lariana”?«Tutto è nato da una conoscenza comune, un manager che loro avevano contattato per trovare un’interprete femminile. Mi hanno chiesto se questo progetto mi poteva inte-ressare ed io ho risposto subito di sì. Ora sono molto felice della mia scelta perché lavorare

INTERVISTA IN ESCLUSIVAPER MAGIC LAKE

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ERBA (Como): Villa d’epoca di mq. 600 con depandance di mq. 180 inserita in un parco di oltre 17.000 mt.

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Sopra, da sinistra, Justine Mattera con Fabbrizio Sgheiz, attore; a destra, con Giuliano Capuano, regista de "La Compagnia Teatrale Lariana"

Above, from the left, Justine Mattera with Fabbrizio Sgheiz, actor; on the right, with Giuliano Capuano, director of the

"La Compagnia Teatrale Lariana"

con questi attori è un vero spasso. È una compagnia formata da persone appassio-nate, che fanno divertire e che si divertono. Questi sono gli ingredienti fondamentali per riempire i teatri, cosa che con loro accade re-golarmente». Qual è stato il primo impatto con il micro-cosmo lariano?«Premetto che mi ritengo una persona umi-le, capace di adattarmi. Devo dire però che tutti i componenti della compagnia mi han-no reso il lavoro molto semplice. Sono pro-fessionisti precisi, quasi svizzeri, ma allo stes-so tempo capaci di farti sentire subito parte di una famiglia. Così, la mia propensione a non stare zitta, ha potuto avere libero sfogo. Un altro pregio è la capacità di prendermi per la gola.. Con loro non mancano mai torte e biscotti».

In questi mesi è stata impegnata in diver-si teatri comaschi. Qual è stato il suo im-patto con Como?«Per noi americani, il lago di Como rappre-senta il lusso. George Clooney e Versace hanno contribuito a creare nell’immagina-rio collettivo l’idea di Como come un luogo da sogno e io non posso che confermare. Si parla molto di Bellagio, del romanticismo di questa località. Poi, devo dire che i comaschi sono davvero simpatici con me, molto ospi-tali e, nel lavoro, molto professionali». C’è ancora qualche sogno che vorrebbe realizzare?«Ognuno di noi ha mille sogni ed è difficile fare una scelta. Professionalmente, forse, il desiderio più grande sarebbe quello di par-tecipare a una commedia musicale o di avere un programma tutto mio. Mi piacerebbe la-

vorare in teatro con attori come Alessandro Gassman e Gianmarco Tognazzi, anche se il panorama italiano di oggi regala grandi sor-prese, come i giovani appena usciti dai rea-lity, che dimostrano di avere grandi poten-zialità. Per quanto riguarda invece la mia vita privata, ho esaudito il mio sogno più grande che era quello di avere una famiglia. Adesso, ciò che spero, è che i miei figli possano cre-scere felici».Una nuova replica dello spettacolo “Attenti a quei due” la attende questa sera a teatro. La salutiamo con l'augurio irripetibile che si usa dietro le quinte dei teatri e che qui tradu-ciamo con un più elegante “in bocca al lupo” per tutti gli impegni professionali e persona-li che l'attendono e, ai quali, siamo certi, sa-prà rispondere con il sorriso e la simpatia che l'hanno fatta amare dal pubblico italiano.

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Sopra, gli attori de "La Compagnia Teatrale Lariana" in "Attenti a quei due", da sinistra, Paola Caroni, Valentina Cornalba, Jastine Mattera, Valentina Bielli, Giuliano Capuano, Marco Bellini, Riccardi Sinisi, Bruno Zerenga, Fabbrizio Sgheiz

Above, the actors of "La Compagnia Teatrale Lariana" in "Attenti a quei due", from the left, Paola Caroni, Valentina

Cornalba, Jastine Mattera, Valentina Bielli, Giuliano Capuano, Marco Bellini, Riccardi Sinisi, Bruno Zerenga, Fabbrizio Sgheiz

Ringing voice, quick on the draw, contagious smile: this is the first impact with Jutine Matte-ra, actress from New York with Italian origins. Looking at her you cannot just stop in front of her unbelievable beauty. We are in touch with her thanks to Giuliano Capuano and Fabrizio Sgheiz of the “Compagnia Teatrale Lariana” Justine is working with them, in the new show “Attenti a quei due” (The Persuaders).Justine Mattera, you are a complete arti-st: a singer, you worked in TV, cinema and theatre. What is the world you belong the most?«I love everything I do. Certainly, however, theatre transmits me great satisfactions, also because in my career I had different positive critics».How did the collaboration with the “Com-pagnia Teatrale Lariana” start?«Everything started thanks to a common

knowledge, a manager they contacted to find an actress. They asked me if I was interested in this project and I answered I was. Now I am very happy of my choice because I like a lot working with these actors. They have a great passion, they make people laugh and they have fun. These are the fundamental ingredients to have success and actually they are successful».What was the first impact with the micro-cosm on Lake Como?«I can say I am an humble person, I am able to adapt myself. All the members of the company simplified my job. They are very precise, but at the same time, they make you feel soon part of a family. So, I am not able to shut my mouth and I feel myself free with them. Another merit is the ability to tempt myself with delicacies…lots of cakes and cookies».In these last few months you were working in different theatres in Como. What was your impact with Como?«I am American and for us Lake Como repre-sents a luxury. George Clooney and Versace gave their contribution to create the idea of Como as a dreaming place and I have to say it is true. Bellagio is very much mentioned, above

all its romanticism. Then I have to say that the people from Como are very nice with me, very hospitable and they are also very professional at work».Do you have any dream you have to fulfill? «Everyone of us has lots of dreams and it is difficult to pick up one. Regarding my work , maybe, the biggest desire is to participate in a musical or to have my own program. I would like to work in theatre with actors like Alessan-dro Gassman and Gianmarco Tognazzi, even though in Italy there are also lots of young people coming from reality shows who have great potentials. Regarding my private life, I fulfilled my biggest dream: to have a family. Now I hope that my children can grow up and be happy». A new repeat of the show “Attenti a quei due” (The Persuaders) is waiting for her this eve-ning. We say goodbye to her using the typical expression of the back stage that here we tran-slate in a most elegant way “good luck!” for all the professional and personal events that are waiting for her, at which, we are sure, she will respond with a smile and the kindness that Ita-lian public loves of her.

The lake is my

AMERICA

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P E O P L E

EUGENIO GANDOLFI

Il BISTURI PERFETTO

Fin da bambino, Eugenio Gandolfi sapeva che sarebbe diventato chirurgo. L’unico pen-siero che l’ha fatto vacillare è stato il sogno, esaudito poi durante il servizio militare, di diventare pompiere. A questo punto viene il sospetto che la dislocazione del suo cen-tro, proprio vicino alla caserma dei Vigili del Fuoco di Como, non sia casuale. Quel pensie-ro gli è frullato per la testa per poco tempo, lasciando spazio alla sua vocazione, che l’ha accompagnato tutta la vita. Chirurgo voleva diventare e chirurgo è diventato. Questa, in breve, la sua storia fino ad oggi: consegue nel

1986 la laurea in Medicina e Chirurgia presso il Collegio Ghislieri dell'Università di Pavia e successivamente la specialità in chirurgia pla-stica. Dopo un’esperienza in Liguria, approda all’Ospedale Sant’Anna di Como, dove lavora per dieci anni, presso il reparto di chirurgia plastica. Nel 1993 apre il Polispecialistico San Giuseppe di Como e, sette anni più tardi, de-cide di dedicarsi esclusivamente alla libera professione, imponendosi a livello internazio-nale e diventando una delle eccellenze van-tate dalla nostra città. Oggi, oltre all’attività presso il suo centro, possiede l’autorizzazione

ad operare nella Confederazione elvetica a carico delle casse malati.Dottor Gandolfi, siamo incuriositi di sape-re quale sia il suo approccio con i pazienti. «Credo che la definizione più giusta - afferma - per chi, come me, ha scelto la professione del chirurgo estetico sia: uno psicologo con il bisturi in mano. Spesso chi decide di sotto-porsi ad un intervento di chirurgia estetica è spinto da motivazioni molto profonde, è alla ricerca della felicità. Accade, poi, che ci siano persone che non possiedono i giusti stimoli, quindi io rinuncio ad operarli. Per questo è

di Elisabetta Comeriofoto Carlo Pozzoni

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Dottor Eugenio Gandolfi con una paziente

Doctor Eugenio Gandolfi with a patient

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necessario essere attenti nel comprendere la psicologia di ognuno». Scopriamo, proseguendo nella nostra in-tervista, che l’80% dei pazienti è compo-sto da donne. Quanti comaschi? «Nella realtà non molti. La maggior parte dei pazienti che visito e opero proviene da fuo-ri città, oltre che da altri Paesi europei. Io ho scelto di non muovermi da Como, convinto che sarebbero stati i pazienti a venire a cer-carmi e, senza supponenza, posso dire che è sempre stato così. Negli anni ho introdotto tecniche innovative a livello internaziona-le: sono stato tra i primi ad utilizzare il laser frazionale e diverse tecniche endoscopiche. Oggi, una delle più importanti innovazioni, è l’utilizzo di tessuto adiposo per la realizzazio-ne di aumenti del volume del seno senza l’uso di silicone». Da qui la successiva domanda: lei vanta l’utilizzo di tecniche “dolci”. Che cosa si intende? «Questa tipologia di tecniche prevede ane-stesie più blande, tagli più piccoli, minima convalescenza e una ripresa sociale più rapi-da. Nel 1994 ho introdotto il day hospital, fino ad allora impensabile per questi interventi. Sono stato considerato impavido e azzardato, ma i risultati mi hanno dato ragione». Inutile chiedere perché preferire le sue

mani, rispetto ad altre: i risultati offrono già una risposta esaustiva. Doveroso, in-vece, un inno alla chirurgia plastica euro-pea, che negli ultimi decenni si è imposta a livello internazionale, superando la sto-rica tradizione chirurgica americana. «Posso asserire che oggi i migliori profes-sionisti appartengono al nostro continen-te. Questa è una grande conquista. A livello europeo, l’impegno sta crescendo in modo esponenziale. Infatti da sei mesi, per ovviare al problema dell’assenza di regole, è in pro-getto una legge europea in materia di chirur-gia estetica, che possa regolamentare questa professione». Si vocifera tra le stanze del centro, che lavo-rare con lui non sia cosa semplice. Perfezio-nista, maniaco dei dettagli, è convinto che sia il particolare ciò che fa la differenza. “Sti-le italiano, precisione svizzera”, questo il suo motto. Mentre mi guarda, penso se in me sta vedendo qualche difetto che potrebbe esse-re corretto con una delle sue tecniche “dolci”. Allora chiedo: quanta deformazione pro-fessionale c’è nel suo quotidiano? «Molta, se devo essere sincero. Talvolta mi soffermo a guardare delle persone, con evi-denti difetti estetici e mi interrogo su quali sarebbero le possibili soluzioni». Fortunata-mente, non sempre…

Since Eugenio Gandolfi was a child, he knew he was going to be a surgeon. In 1986 he took his degree in Medicine and Surgery at the Collegio Ghislieri of the Università di Pavia and subse-quently the specialty in Plastic Surgery. After an experience in Liguria, he started working at the Hospital Sant’Anna in Como, in the Plastic Surgery Department. In 1993 he opened the Po-lispecialistico San Giuseppe in Como and seven years later he decided to work as a freelancer. Moreover, he has the authorization to work in the Swiss Confederation for the health service. Doctor Gandolfi, what is the approach you use with your patients? «I believe that the best definition for an aesthe-tical surgeon is: a psychologist with a scalpel in the hand». 80% of your patients are women. How many from Como? «Most part of the pa-tients are from out-of-town and from other European countries. This is because in the last few years I introduced innovative techniques at international level». You boast the use of “soft” techniques. What does it mean? «Light anesthesia, smaller cuts, short convale-scence and a more rapid recovery. In 1994 I in-troduced the day hospital, until then it was un-thinkable for these operations, but the results were positive». We have to celebrate the European plastic surgery as in the last decades it stand out at international level. «At European level, the commitment and the quality are growing in exponential way.» Per-fectionist, maniac of the details, it is convinced that the particular makes the difference. "Ita-lian style, Swiss precision", this is his motto. How much professional deformation is part of your everyday life? «A lot, if I have to be sincere. Sometimes I stop and watch the people with evident aesthetic defects and I ask myself what would be the pos-sible solutions». Fortunately, not always…

The PERFECT scalpel

Eugenio Gandolfi illustra ad una paziente le problematiche di un intervento

Eugenio Gandolfi explains the problems of a surgery to a patient

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Lui, il maestro di stile che in cinquant’anni di carriera ha coronato il sogno di moltissime don-ne nel giorno del fatidico sì, rendendole splen-dide ed uniche con i suoi abiti da sposa. Lei, che con le sue tremilaottocentotrentotto pagine in cinque anni ha saputo raccontare le storie im-portanti dei personaggi e dei territori ricchi di eccellenze e di tradizioni divenendone a pieno titolo portabandiera indiscussa. Stiamo parlan-do di Lorenzo Riva e di Magic Lake che hanno voluto incontrarsi a Villa Olmo per festeggiare insieme all’associazione di imprenditori Amici di Como queste due importantissime ricor-renze. E’ stata una serata magica in tutti i sensi. L’atmosfera fastosa delle sale affrescate della villa ha avvolto gli ospiti presenti, impegnati attentamente ad ammirare gli splendidi abiti

appositamente scelti da Lorenzo Riva, che sono stati i protagonisti indiscussi della sfilata propo-sta in esclusiva per gli Amici di Como e per Ma-gic Lake, svoltasi nel salone d’onore al termine della presentazione del numero invernale della rivista. Degno corollario una madrina d’ecce-zione appositamente giunta dalla metropoli milanese, la famosa celebrity Daniela Girardi Javarone che ha presentato insieme al maestro gli abiti indossati dalle mannequin, adornate dalle pietre preziose e dai gioielli firmati dalle migliori griffes, gentilmente concessi per l'occa-sione dalla Gioielleria Cappelletti di Cantù con la collaborazione della Security Transport. Al-trettanto professionale è stato il backstage del-la sfilata: la sapiente regia di Roberto Pietri e la competenza dei suoi collaboratori hanno per-

Amici di Comomesso che tutto si svolgesse nel migliore dei modi anche grazie al prezioso apporto degli esperti del make up artist del centro ReveZo-ne di Francesca Valenza, in collaborazione con Coppola e dell’equipe abile e competente de-gli hair stilyst del noto salone Francesco Style, diretta e supervisionata da Francesco Ippolito in persona. Dopo il raffinato buffet preparato e curato sin nei minimi particolari da Enoteca Catering, non poteva mancare la sontuosa torta che, nonostante le considerevoli dimen-sioni (oltre un metro quadrato di superficie) è riuscita a soddisfare i palati sopraffini degli ol-tre duecentocinquanta ospiti presenti, opera dell’arte pasticcera della rinomata cremeria Lu-isita. Questo magico anniversario è stato pos-sibile raggiungerlo grazie al lavoro e all'impe-

E V E N T I

testo Daniele Brunati, Rosaria Casalifoto Francesco Corbetta

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per i 5 anni diAmici di Comogno di moltissimi professionisti. Non uno, ma centomila grazie a tutta la redazione di Magic Lake, agli inserzionisti, all'associazione Amici di Como, alle istituzioni pubbliche e private, ai giornalisti e ai collaboratori che hanno sempre lavorato in squadra e condiviso gli obiettivi e le linee prefissate, dando sempre il massimo con precisione, affidabilità e professionalità: Elena Massari, Andrea Pedretti, Elisabetta Comerio, Elena Pedretti, Nadia Baba, Marianna Sgheiz, Amelia Guarneri, Giovanni e Ornella Anzani, Alfredo Ratti, Daniela Fasola, Silvia Galli, Paolo Fasola, Stefania De Giorgi, Paolo Grandi, Fabio Selli, Romano Sassi, Massimiliano Menegatti, Paolo Nocco, Nicola Caironi e tutti i collaborato-ri della Tecnografica, Richard Anderson e Alber-to Tettamanti, Erik Senesi, Giuseppe Catroppa,

Ottavio Scotto di Luzio, Carlo Pozzoni e Andrea Butti, Alberto Locatelli, Francesco Corbetta, Sergio Baricci, Franco Bartolini, Mattia Vacca, Matteo e Renata Bigi, Isabella Nobile, Benedet-ta Cappi, Ilaria Perego, Roberto Cassani, Anto-nello Passera, Luca Bernardi, Marco Lombardo Giassetti, Giuseppe Pisilli, Gian Enrico Ghilotti, Pietro Canali, Orietta Colturri, Giovanni Malcot-ti, Roberta Brucato, Davide Lacchini, Giulia Ce-reghetti, Nadia Fontana-Lupi, Raffaella Di Pao-la, Paolo Mascetti, Fabio Dadati, Achille Mojoli, Alessandro Fermi, Franco Binaghi, Francesco Cattaneo, Anna Danielon, Laura Bernasconi, Vittoria Ceriani, Chiara Arduino, Tiziano Testori, Lorenzo Vanini, Giuseppe Perone, Marili Fonta-na, Sandro Casartelli, Livio Prada, Davide Fent, Emanuela Della Vigna, Federico Faverio, Franco

Cologni, Alberto Cavalli...e tutta la redazione del Corriere di Como. 3 nomi per tutti: Cesare Baj, Paolo Annoni e Marianna Borrelli e … a tut-ti coloro e, sono ancora tanti, che hanno con-tribuito alla riuscita di questo importante pro-getto editoriale, con i quali ci scusiamo per non averli citati nell'elenco, ma sono davvero tantis-simi. I momenti salienti della serata sono stati immortalati dagli scatti del fotografo Francesco Corbetta ed andranno ad arricchire i ricordi dei festeggiamenti iniziati lo scorso anno a Villa d'Este, in attesa di brindare al prossimo lustro di Magic Lake con i vini pregiati di Magistravini. Gli ospiti e gli Amici di Como hanno concluso la serata guardando una splendida luna che si specchiava dolcemente nelle acque del lago di fronte a Villa Olmo in una notte stellata.

Magic Lake

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In queste pagine, alcuni momenti della presentazione di Magic Lake Winter 2010 a Villa Olmo; sopra, a destra, S.E. dott. Michele Tortora, Prefetto di Como, con Silvio Santambrogio, presidente di Amici di Como

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In these pages, some of the moments of the presentation of Magic Lake Winter 2010 in Villa Olmo; on the previous page,

above, on the right, S.E. Michele Tortora, Prefect of Como, with Silvio Santambrogio, president of Amici di Como

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Un momento della presentazione di Magic Lake Winter 2010, a Villa Olmo

A moment of the presentation of Magic Lake Winter 2010, in Villa Olmo

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Sopra, alcuni dei relatori della serata:1. Silvio Santambrogio, presidente di Amici di Como; 2. Daniele Brunati, coordinatore dell'associazione e editore della rivista Magic Lake; 3. Daniela Girardi Javarone, presidente degli Amici della Lirica; 4.Lorenzo Riva, stilista di alta moda

Above, some of the speakers:1. Silvio Santambrogio, president of Amici di Como; 2. Daniele Brunati, coordinator of the

association and editor of the magazine Magic Lake; 3. Daniela Girardi Javarone, famous celebrity from Milan;

4.Lorenzo Riva, high fashion stylist

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Prêt-à-porter Spring/Summer 2011; anello in oro modello "Arabesque", Pomellato

Prêt-à-porter Spring/Summer 2011; gold ring model "Arabesque", Pomellato

Alta Moda Fall/Winter 2010/2011;orecchini in oro modello "Arabesque", Pomellato

HC Fall/Winter 2010/2011;gold earrings model "Arabesque", Pomellato

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Alta Moda Fall/Winter 2010/2011;girocollo in oro giallo sabbiato con inserti in oro bianco e pavée di diamanti bianchi, Pomellato

HC Fall/Winter 2010/2011;necklace in sandblasted yellow gold with inserts in white gold and pave of white diamonds, Pomellato

Alta Moda Fall/Winter 2010/2011anello traforato in oro giallo, con diamanti e con

riporto in oro bianco, Chantecler

HC Fall/Winter 2010/2011ring in yellow gold with diamonds with insert

in insert in white gold, Chantecler

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Alta Moda Fall/Winter 2010/2011; filo di perle nere coltivate, Mikimoto

HC Fall/Winter 2010/2011; thread of cultivated black pearls, Mikimoto

Alta Moda Fall/Winter 2010/2011; catena lunga in oro modello "Arabesque" con inserto di diamanti brown, Pomellato

HC Fall/Winter 2010/2011; Long gold chain necklace model “Arabesque” with

insert of brown diamonds, Pomellato

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Alta Moda Fall/Winter 2010/2011; filo di seta nero con pendente traforato in oro giallo, con diamanti e

con riporto in oro bianco, Chantecler

HC Fall/Winter 2010/2011; thread of black silk with pendant in yellow gold with

diamonds with insert in white gold, Chantecler

Alta Moda Fall/Winter 2010/2011; girocollo in oro giallo con diamanti e zaffiri blu, esecuzione Gioielleria Cappelletti

HC Fall/Winter 2010/2011; Necklace in yellow gold with diamonds and blue sapphires by Cappelletti

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Prêt-à-porter Spring/Summer 2011;anello in oro bianco con diamanti modello "Juliette", Damiani

Prêt-à-porter Spring/Summer 2011;White gold ring with diamonds model “Juliette”, Damiani

Prêt-à-porter Spring/Summer 2011; girocollo in platino e diamanti,

esecuzione Gioielleria Cappelletti

Prêt-à-porter Spring/Summer 2011; necklace in platinum and diamonds

by Cappelletti

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Prêt-à-porter Spring/Summer 2011; girocollo in oro bianco con diamanti, Damiani

Prêt-à-porter Spring/Summer 2011; necklace in white gold and diamonds, Damiani

Abito da sposa; girocollo in oro bianco con diamanti modello "Juliette", Damiani

Wedding dress; necklace in white gold with diamonds model “Juliette”, Damiani

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BACKSTAGE

In queste pagine, alcuni momenti del backstage, la sfilata è stata realizzata grazie alla collaborazione di Francesco Style di Francesco Ippolito per le acconciature delle modelle e Rêvezone di Francesca Valenza per il trucco delle stesse

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In these pages, some moments of the backstage, the fashion show was organized thanks to the collaboration of

Francesco Style of Francesco Ippolito for the hair styling and Rêvezone of Francesca Valenza for the make up

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He is a master of style and in 50 years of career he fulfilled the dreams of many women in the most important day of their lives, letting them be won-derful and unique with his enchanting wedding dresses. She was made of 3838 pages in five years, she spoke of important persons and territories rich in excellences and traditions and she became the official mean of communication of our area. We're talking of Lorenzo Riva and Magic Lake, who met in Villa Olmo to celebrate together with an association of entrepreneurs, Amici di Como, these two relevant events. Actually it was really a magic evening. The sumptuous atmosphere of the frescoed rooms of the villa embraced the guests, who admired the be-

autiful dresses selected by Lorenzo Riva, which were the absolute protagonists of the exclusive fashion show for Amici di Como and Magic Lake, held in the room of honor , after the presentation of the winter edition of the magazine. For this special occasion there was also a special patroness directly from Mi-lan, the famous celebrity Daniela Girardi Javarone, who presented together with the master the dresses, embellished by precious stones and jewelers of the best brands, by the jeweller’s Cappelletti of Cantù with the collaboration of the Security Transport. The backstage of the fashion how was very professional too: the skillful direction of Roberto Pietri and the professional skills of his staff let everything go in the

best way, thanks also to the important support of the make up artists of the center ReveZone of Como in collaboration with Coppola and the professional staff of hair stylists of the famous salon Francesco Style, directed and supervised by Francesco Ippo-lito. After the refined buffet prepared and studied in the single details by Enoteca Catering, the beau-tiful cake, despite the huge dimensions (more than 1 square meters), satisfied all the excellent palates of the 250 participating guests, prepared by the fa-mous confectioner Luisita. This magic anniversary was possible thanks to the work of many professio-nals. Not one, but 100.000 thanks, to all the editorial office of Magic Lake, journalists and collaborators

Amici di Como for the 5th BIRTHDAY of MAGIC LAKE

Alcuni momenti della serata, nella pagina seguente, sotto, a destra, la torta realizzata dalla Pasticceria Luisita appositamente per festeggiare i primi 5 anni di Magic Lake

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who always worked together and shared the goals set, giving their best with precision, reliability and professional skill: Elena Massari, Andrea Pedretti, Elisabetta Comerio, Elena Pedretti, Nadia Baba, Marianna Sgheiz, Amelia Guarneri, Giovanni and Ornella Anzani, Alfredo Ratti, Daniela Fasola, Sil-via Galli, Paolo Fasola, Stefania De Giorgi, Paolo Grandi, Fabio Selli, Romano Sassi, Massimiliano Menegatti, Paolo Nocco, Nicola Caironi and all the staff of Tecnografica, Richard Anderson e Alberto Tettamanti, Erik Senesi, Giuseppe Catroppa, Otta-vio Scotto di Luzio, Carlo Pozzoni e Andrea Butti, Alberto Locatelli, Francesco Corbetta, Sergio Baric-ci, Franco Bartolini, Mattia Vacca, Matteo e Renata

Bigi, Isabella Nobile, Benedetta Cappi, Ilaria Perego, Roberto Cassani, Antonello Passera, Luca Bernardi, Marco Lombardo Giassetti, Giuseppe Pisilli, Gian Enrico Ghilotti, Pietro Canali, Orietta Colturri, Gio-vanni Malcotti, Roberta Brucato, Davide Lacchini, Giulia Cereghetti, Nadia Fontana-Lupi, Raffaella Di Paola, Paolo Mascetti, Fabio Dadati, Achille Mojoli, Alessandro Fermi, Franco Binaghi, Francesco Cat-taneo, Anna Danielon, Laura Bernasconi, Vittoria Ceriani, Chiara Arduino, Tiziano Testori, Lorenzo Vanini, Giuseppe Perone, Marili Fontana, Sandro Casartelli, Livio Prada, Davide Fent, Emanuela Del-la Vigna, Federico Faverio, Franco Cologni, Alberto Cavalli, and the staff of the newspaper Corriere di

Como who supported us from the beginning of this adventure, 3 names for everybody: Cesare Baj, Pa-olo Annoni and Marianna Borrelli and...to all, who gave a contribution to this editorial project and we are sorry not to include them all in this list, but they are really a lot. The most important moments of the evening were immortalized by the photographer Francesco Corbetta and they will be part of the me-mories of the celebrations which started last year in Villa d’Este, waiting to celebrate the following 5 ye-ars of Magic Lake with the fine wines by Magistravi-ni. The guests and Amici di Como ended the evening with a wonderful moon, reflected in the waters of Lake Como in front of Villa Olmo in a starry night.

Some moments of the evening,above, the cake by the Pasticceria Luisita

to celebrate the 5 years of Magic Lake

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134

Como Città dei Balocchi

NEL MONDO

RAI INTERNATIONAL porta

E V E N T I

Alcune immagini dei diversi eventi della manifestazione Como Città dei Balocchi, giunta alla sua 17esima edizione e seguiti dalle telecamere di RAI International

Some of the different activities hled during the event Como - Città dei Balocchi, at its 17th edition,

filmed by the TV channel RAI International

di Elisabetta Comeriofoto A3, Carlo Pozzoni, Maurizio Camponovo

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Como Città dei Balocchi

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In occasione della XVII edizione della Città dei Balocchi, i riflettori di Rai International sono stati puntati su Como. Infatti, sabato 11 dicem-bre, una troupe del programma “Italia è”, ha seguito passo passo molte delle iniziative organizzate nell’ambito della manifestazione natalizia, rivolgendo uno sguardo anche fuori dal centro, per incontrare alcuni personaggi vicini alla kermesse. Prima tappa: piazza Cavour. Il Mercati-no Tipico e la pista del ghiaccio, due delle principali attrazioni della XVII edizione, sono state protagoniste nella mattina di sabato. Un’esibizione di Silvia Monti, atleta dell’associazione GGR, e i sapori dei prodotti ven-

duti all’interno del Mercatino Tipico, sono stati i primi “assaggi” di questa frenetica, ma bellissima, giornata. La troupe e gli organizzatori si sono poi spostati a Cernobbio, dove Fausto Fontana, proprietario del noto ri-storante “Gatto Nero”, ogni anno ricrea un luogo incantato, a misura di bambino, dedicato proprio al Natale. All’interno della “grotta”, proprio nel borgo cernobbiese, un magnifico presepe, musica di sottofondo e decine di orsi, passione del ristoratore, accolgono bambini e famiglie in un ambiente fiabesco. Cameraman, regista e conduttrice si sono poi spostati a Rovenna dove, proprio presso il ristorante lariano delle star, la

La nota pasticcera erbese, Anna Sartori, prepara delle sculture in zucchero soffiato presso il Ristorante Gatto Nero di Cernobbio

The famous pastry cook from Erba, Anna Sartori, is preparing sculptures in sugar at the restaurant Gatto Nero in Cernobbio

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pasticcera erbese Anna Sartori ha realizzato in diretta meravigliose scul-ture in zucchero soffiato, sue specialità che le hanno permesso anche di aggiudicarsi la medaglia di bronzo all’undicesima edizione di Expogast 2010. Nel pomeriggio, la troupe, tornata in centro città, dopo una tappa in piazza Volta dove la giostra del ‘700 e i percorsi di educazione civica sono stati i protagonisti, ha seguito i laboratori manuali realizzati in Bro-letto dai giovani visitatori della Città dei Balocchi. La decorazione delle casette di cartone realizzate dalla Zetacarton, sotto la supervisione de-gli studenti dell’Accademia Aldo Galli di Como, ha riscosso grandissimo

successo tra i bambini che, entrando in Broletto, hanno potuto ammi-rare prima un bellissimo villaggio di cartone, sempre realizzato in col-laborazione con l’azienda di Senna Comasco, poi la mostra fotografica La Casetta dei Nani. Ammaliati dal Magic Como Light Festival, progetto fortemente voluto e sostenuto dall'associazione Amici di Como in vista dell'Expo 2015, non hanno potuto esimersi dal riprendere le proiezioni realizzate sugli edifici di piazza Duomo, Verdi e Grimoldi, uno spettacolo unico. Ancora una volta è stata la Città dei Balocchi ad essere volano per le bellezze e le eccellenze di Como nel mondo.

Sopra, a sinistra, Fausto Fontana con la regista della trasmissione "Italia è" andata in onda su RAI International

Above, on the left, Fausto Fontana with the director of the TV show "Italia è" by the TV channel RAI International

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On the occasion of the 17th edition of Como Città dei Balocchi, Rai In-ternational arrived in Como. On Saturday 11th December, a troupe of the tv programm “Italia è”, followed the events organized by the Cit-tà dei Balocchi. Firts of all, they visited the “Mercatino Tipico” and the ice rink. Then the troupe moved to Cernobbio, where Fausto Fontana, owners of the restaurant Gatto Nero, rebuilt a place dedicated to Chri-stmas every years. Cameraman, director and Tv presenter moved to Rovenna, where, at the restaurant of the stars, the pastry chef Anna Sartori made some sculptures of puffed sugar. In the afternoon, the troupe came back to Como ,and after a stop in Volta place, they conti-nued to Broletto. Enchanted by Como Magic Light Festival, the troupe filmed the builindgs of Duomo, Verdi, Gobetti square. Once again, Cit-tà dei Balocchi, promoted the beauties of Como in the world.

Como Città dei Balocchi

IN THE WORLD

RAI INTERNATIONAL brings

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Nella pagina precedente e in questa, immagini dei grandi eventi che si svolgono durante la manifestazione: arrivo di Babbo Natale, il Capodanno e l'arrivo della Befana (foto archivio Como Città dei Balocchi)

In the previous page and in this one, photos of the important moments held during the event: arrival of Santa Klaus, New Year's Eve and the arrival

of the Befana (photo by Como Città dei Balocchi)

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Piazza Verdi, Como - Teatro Sociale foto © Annalisa Sonzogni

COMO MAGIC LIGHT FESTIVAL

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COMO MAGIC LIGHT FESTIVALPRIMA EDIZIONE 2010

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Piazza Duomo, Como - Cattedrale di Comofoto © Annalisa Sonzogni

Particolare del Duomo di Comofoto © Carlo Pozzoni

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Palazzo Terragni, Como - Sede della Guardia di Finanzafoto © Maurizio Camponovo

Piazza Duomo, Comofoto © Maurizio Camponovo

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Palazzo Duomo, ComoPiazza Duomo e Palazzo del Broletto, Comofoto © Annalisa Sonzogni

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Chiesa di San Giacomo, Como foto © Arras

Funicolare Como - Brunatefoto © Maurizio Camponovo

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Vescovado di Como,foto © Carlo Pozzoni

Palazzo Banca Carige, Como foto © Maurizio Camponovo

Palazzo Cassa Rurale e Artigiana di Cantù, Como foto © Carlo Pozzoni

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Porta Torre, Como foto © TBM

Torre del Broletto, Como foto © Maurizio Camponovo

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Porta Torre, Como foto © TBM

Torre del Broletto, Como foto © Maurizio Camponovo

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E V E N T I

Dopo il grande successo degli scorsi anni e dopo il tutto esaurito re-gistrato in diversi teatri italiani, I Legnanesi tornano a calcare il palco del teatro Sociale di Como con “Fam Fum e Frec”, un’esilarante com-media dialettale totalmente nuova nei costumi, scenografie, musiche e testi. In questo nuovo show, come sempre legato ai temi di attualità, la Teresa, la Mabilia e il Giovanni torneranno a far ridere il pubblico co-masco, con sketch ambientati nel territorio di cui ormai sono padroni indiscussi: il cortile. Così, il 19 e 20 aprile, grazie all’associazione Amici di Como, promotrice ed organizzatrice di questi due appuntamenti lariani, la famiglia Colombo vi regalerà momenti di genuino diverti-mento in questo nuovo capitolo dell’indimenticata rivista all’italiana.

After the huge success of the last years and after the sold out re-gistered in many Italian theatres, I Legnanesi are back on stage, at the Teatro Sociale of Como with “Fam Fum e Frec”, a come-dy in dialect completely new in dresses, scenography, music and scripts. In this new show, as always linked to topical subjects, Teresa, Mabilia and Giovanni will entertain the public of Como, with sketch held in their territory: the courtyard. On 19th and 20th April, thanks to the association Amici di Como, promoter and organizer of these two appointments in Como, the family Colombo will give you moments of genuine amusement in this new chapter of the Italian magazine.

il BUONUMORERITORNA

is backThe good humor

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E V E N T I

Nell'ambito dell’undicesima edizione di Expo-gast 2010 - l’evento dedicato alla gastronomia internazionale che si è svolto dal 20 al 24 no-vembre nei saloni di Luxexpo a Kirchberg in Lussemburgo - la squadra Arte in Cucina ha ot-tenuto risultati di successo: una medaglia d’oro con lo chef Luigi Gandola che ha presentato una composizione vegetale in stile fantasy e tre medaglie di bronzo grazie alla partecipazione di Claudio Frigerio, autore di una composizione in zucchero titolata "Trionfo di rose", Alessandro Lazzati che ha presentato un menu gastrono-mico lariano e ad Anna Sartori che per la sezio-ne pasticceria ha realizzato una raffigurazione Chakra di zucchero e cioccolato. Cinquantacin-que commissari tecnici suddivisi in gruppi di

Il team larianoArte in Cucina

sorprende ancora

cinque e provenienti da diverse nazionalità co-stituivano la giuria che ha valutato l'opera degli oltre 2400 cuochi in gara, provenienti da più di cinquanta Paesi. Il direttivo del team Arte in Cu-cina e il consiglio dell’Associazione provinciale cuochi di Como non possono che esprimere ancora una volta la soddisfazione nel veder riconosciuto ed apprezzato l'impegno dei cuo-chi e la professionalità con cui essi affrontano le sfide poste a livello internazionale. Questi ecce-zionali risultati sono il frutto dell'appassionata dedizione della squadra e dell sinificativo so-stegno da parte di alcuni preziosi sponsor qua-li l’Associazione Amici di Como, CIFA forniture alberghiere, Enaip Como, Ervigel, Ghioldi s.n.c. e Zanussi Forgrim.

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During the 11th edition of Expogast 2010 – the event dedicated to the international gastro-nomy held from 20th to 24th November in the rooms of Luxexpo in Kirchberg in Luxemburg – the team Arte in Cucina obtained successful re-sults: a gold medal with the chef Luigi Gandola, who presented a vegetable composition in fan-tasy style and three bronze medals thanks to the participation of Claudio Frigerio, who made a sugar composition entitled Trionfo di rose,

Alessandro Lazzati, who presented a gastrono-mic menu of Lake Como and Anna Sartori who made a representation Chakra of sugar and chocolate for the confectionery section. These exceptional results come from an impassioned devotion of the team and from the great sup-port of some precious sponsors, among which the Association Amici di Como, CIFA hotel ser-vices, Enaip Como, Ervigel, Ghioldi s.n.c. and Zanussi Forgrim.

The team from Lake Como ARTE IN CUCINA surprised us once again

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154

Boldini e la Belle Époque

mosTra VIlla olmo

a r T E

Sulla spinta del grande successo riscosso negli ultimi sette anni dalle mostre di Mirò, Picasso, Magritte, Impressionisti, Klimt e Schiele, le Avanguardie Russe e Rubens, tutte posizionate nella classifica delle espo-sizioni più visitate in Italia e con un numero complessivo di visitatori che si aggira intor-no ai 700.000, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Como organizza, in occasione dei 150 anni dell’ Unità d’ Italia, una grande rassegna dedicata a “Boldini e la Belle Èpo-que”, presso la prestigiosa sede di Villa Olmo di Como, sontuosa dimora neoclassica sulle rive del lago, a cura di Sergio Gaddi e Tizia-no Panconi. La Mostra, con oltre cento opere provenienti da musei italiani e francesi e da collezioni private, sarà incentrata sul pittore

Giovanni Boldini (Ferrara 1842 – Parigi 1931), grande interprete dell’eleganza dell’alta società, e gli “italiani di Parigi”, tra cui Giu-seppe De Nittis, Federico Zandomenghi e Vittorio Matteo Cordos, ma è legata anche al fascino della Belle Époque, un periodo di grande progresso scientifico e sociale non-ché di grande euforia. Attraverso l’itinerario espositivo di questi 110 dipinti, la mostra è un’immersione nel mito della Belle Èpoque: un periodo felice della storia europea, dove si concentrarono le migliori energie crea-tive e si scoprì il gusto del fare con spirito ottimistico, apprezzando la bellezza e la gioia di vivere. Letteratura e moda, mu-sica e lusso, arte e bistrot si confondono nel ritmo sensuale del can can. La vita di

società condotta nelle più importanti città e l’immancabile viaggio nella Ville Lumière costituirono il sostrato culturale e un pre-ciso orientamento per l’affermazione del “gusto” Belle Époque. Per ritrovare l’ at-mosfera del tempo bisogna fare un grande sforzo di ricostruzione, soprattutto a Pigal-le, sfigurata dalle insegne al neon dei loca-li. Giovanni Boldini ha abitato proprio nella Piazza Pigalle, al numero 11, già atelier di Puvis de Chavannes, così come Giuseppe Castiglione e il paesaggista Giuseppe Pa-lizzi. Proprio di fianco al famoso caffè La Nouvelle Athène, i pittori italiani incontra-vano regolarmente il pittore Degas. E non lontano, al numero 7 della rue Tourlaque, c’ era l’atelier del pittore Federico Zando-

di Davide Fentfoto Archivio Grandi Mostre Como

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A sinistra, "Autoritratto a Montorsoli", Giovanni Boldini,1892, olio su tela 56X36, Galleria degli Uffizi, Firenze; in questa pagina, "Guanti gialli", Giovanni Boldini, 1887, olio su tela 35X51, Fondazione Banco di Sicilia, Palermo

On the left, "Selfportrait to Montorsoli", Giovanni Boldini, 1892, canvas 56X36, Galleria degli Uffizi, Firenze; on this oage,, "Yellow gloves", Giovanni Boldini, 1887, canvas 35X51, Fondazione Banco di Sicilia, Palermo

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BOLDINI and theBEllE ÉPoQUEOn the verge of the great success of the last 7 ye-ars with the exhibition of Mirò, Picasso, Magritte, Impressionists, Klimt and Schiele, the Russian Avant-garde and Rubens, all of them ranking high among the most visited exhibitions in Italy with the total number of visitors amounting around 700.000, on the occasion of 150th anni-versary of the Unity of Italy, the Department of Culture of the Municipality of Como organizes a great exhibition dedicated to "Boldini and the Belle Èpoque" at the prestigious Villa Olmo in Como, a sumptuous neoclassical residence on the shores of Lake Como. The curators are Sergio Gaddi and Tiziano Panconi. The exhibition with more than 100 works of art, coming from Italian and French museums and from private collec-tions, is focused on the painter Giovanni Boldini (Ferrara 1842 – Paris 1931), important interpreter of the high society elegance and the “Italians of Paris”, Giuseppe De Nittis, Federico Zandomen-ghi and Vittorio Matteo Cordos to quote but a few; it is also linked to the charm of the Belle Épo-que, a period of a relevant scientific and social progress and of a great euphoria. The exhibition is an immersion in the myth of the Belle Èpoque: a happy period of the European history, during which the best creative energies were assembled and the optimistic spirit let people appreciate the beauty and the joy to live. Literature and fashion, music and luxury, art and bistrot are confused on the sensual rhythm of the can-can. The social life in the most important cities and the inevitable trip in the Ville Lumiére represented the cultural background and a precise orientation for the af-firmation of the “taste” Belle Èpoque.

BOLDINI E LA BELLE ÉPOQUEDal 26 marzo 2011 al 24 luglio 2011Villa Olmo, via Cantoni, 1 Comolunedì chiusoPrenotazione gruppi: 031.571979 - fax 031.3385561www.grandimostrecomo.it

INFOmenghi dove lavoravano anche Toulouse-Lautrec e François Gauzi. Personalmente di fronte alla Pittura e alle Mostre applico il metodo dello scrittore dell’ anno, Anto-nio Pennacchi che con “Canale Mussolini” , vincitore del Premio Strega 2010, è entrato nella Storia della Letteratura, il metodo “mi piace” o “non mi piace” . Le Mostre di Villa Olmo sono state tutte bellissime e mi sono piaciute e anche questa, anzi, in questa oc-casione, sento forte l’orgoglio patriottico.

1. "La Chanteuse acclamata", Pompeo Mariani, 1911, olio su tela 69,5X103, collezione privata; 2. "Lettura interrotta (le baiser)", Federico Zandomeneghi, olio su tela 70X60, collezione privata; 3. "Ritratto di Gabrielle de Rasty", Giovanni Boldini, 1879, olio su tela 100X73,5, Museo Giovanni Boldini, Ferrara; 4."La tazza dorata", Emilio Rizzi, 1911, olio su tela 172X143, collezione privata

1. "The acclaimed Chanteuse ", Pompeo Mariani, 1911, canvas 69,5X103, private collection; 2. "Le baiser", Federico Zandomeneghi, canvas 70X60, private collection; 3. "Portrait of Gabrielle de Rasty", Giovanni Boldini, 1879, canvas 100X73,5, Museo Giovanni Boldini, Ferrara; 4. "The golden cup", Emilio Rizzi, 1911, canvas 172X143, private collection

1

43

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157

BOLDINI and theBEllE ÉPoQUE

"Il Violoncellista", Giovanni Boldini,1871-1872, olio su

tela 35X38, Fondazione Banco di Sicilia - Museo d'Arte e Archeologia Ignazio Mormino

"The cellist", Giovanni Boldini,1871-1872, canvas 35X38, Fondazione Banco di Sicilia - Museo d'Arte e Archeologia

Ignazio Mormino

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Memorie di un PAPA comasco

L’ autunno scorso su questa rivista è apparso un articolo di Luca Ber-nardi che presentava la figura di Benedetto Odescalchi, unico papa comasco della storia con il nome di Innocenzo XI (1676-1689). In quell’articolo si sottolineava l’importanza di questo personaggio, che con tanto fervore si batté per la difesa della cristianità dagli aggresso-ri esterni, in quel momento i Turchi, come anche dalla corruzione in-terna. I Musei Civici di Como nel quattrocentesimo anniversario della nascita di Innocenzo XI non potevano quindi esimersi dal ricordarne qualche tratto della personalità attraverso gli oggetti, com'è giusto che faccia un'istituzione museale. Dal 21 maggio, dunque, nelle sale di Palazzo Olginati potremo osservare da vicino, accanto a memorie più “ufficiali”, come i ritratti o le medaglie, anche oggetti che ne met-tono in luce aspetti più “quotidiani”. Tra questi, ce ne sono due che

E V E N T I

di Isabella Nobilefoto Carlo Pozzoni, Isabella Nobile

INNoCENZo XI

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A sinistra, monete in argento di Papa Innocenzo XI; in questa pagina, ritratto del Cardinale Benedetto Odescalchi On the left, silver coins of Pope Innocenzo XI-; in this page a painting of the Cardinal Benedetto Odescalchi

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160

On the occasion of the 400th anniversary of birth of Innocent XI, the Civic Museums of Como  celebrate Benedetto Odescalchi, the only pope from Como. His pontificate was from 1676 to 1689. From 21st May until the end of October in the halls of Palazzo Olginati portrays and medals together with more personal objects of the Pope are displayed. The exhibition continues with some documents he issued: a "note" to give the possibility to two young people to marry despite their consanguinity and a "short" to allow a clergy-man from Como to accede to the Holy Orders even if he hadn't the age yet.

Piazza Medaglie d'Oro, 1 22100 ComoTel. 031. 252 550 Fax [email protected] www.museicivici.comune.como.it

MUSEI CIVICI

Memories of a POPE from Como

ci rivelano come il Papa, intransigente attuatore della controriforma, accettasse tuttavia qualche piccola “deviazione”. Infatti emanò una bolla con cui concesse a due giovani di Loveno di contrarre matrimo-nio nonostante il grado di consanguineità e un breve con cui permise ad un chierico comasco di accedere agli Ordini Sacri nonostante non avesse ancora raggiunto l'età stabilita dal Concilio di Trento. La bolla reca un sigillo plumbeo che è stato restaurato proprio in occasione della mostra così che ora si può ammirare nei dettagli: sul diritto è presente il suo nome mentre al rovescio vi sono le effigi di san Pietro e di san Paolo separate da una croce latina. Si potranno vedere anche alcuni cimeli di carattere più personale: una cintura in velluto cesella-to a fini disegni regolari o ancora il fazzoletto in tela di lino plissettata che papa Innocenzo usò nei momenti dell'agonia, con due nastrini in seta rossa ai quali è apposto il sigillo di autenticazione in ceralacca. Mentre nella sala 1.4 della Pinacoteca è permanentemente esposto il bel dipinto che lo ritrae nelle vesti cardinalizie, un altro ritratto del Papa comasco verrà prelevato per l’occasione dai depositi ed esposto insieme ad un’incisione che lo raffigura a mezzo busto, entro un me-daglione ovale sostenuto da figure allegoriche e sormontato dal tri-regno. Tra le medaglie, infine, si segnala un esemplare che rievoca la sua elezione al pontificato del 1676, ma non vanno dimenticate quelle che riflettono la sua devozione per la Madonna di Loreto: una rappre-senta la stessa Vergine Lauretana, l’altra il Santuario della Santa Casa.

Sotto, a sinistra, alto rilievo in marmo di Papa Odescalchi (appartenente al monumento eretto a Vienna per la vittoria sui turchi); a destra, la copertina del libro "Bibliografia di Papa Innocenzo XI", a cura di Santo Monti

Below, on the left, a highrelief in marble of Pope Odescalchi (part of the monument in Vienna to celbrate the victory against the Turks) ; on the right, the cover of the book "Bibliography of

Pope Innocent XI", by Santo Monti

INFO

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LA TERRA NON CI BASTA PIÙDopo un incremento del trasporto su strada abbiamo rinforzato anche il servizio aeronavale. L’accurata scelta dei vettori aerei e un selezionato pacchetto dei migliori corrispondenti navali ci consentono di raggiungere in ogni momento qualunque destinazione nel mondo, senza sorprese e in tutta sicurezza.

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Dal 12 al 17 aprile torna l’appuntamen-to annuale con I Saloni che festeggiano il cinquantesimo compleanno. Oltre al SALONE INTERNAZIONALE DEL MOBILE E DEL COMPLEMENTO D’ARREDO e al SA-LONE SATELLITE ecco di nuovo i biennali EUROLUCE e SALONE UFFICIO, accolti nel quartiere espositivo di Rho. Inutile ribadi-re il successo delle edizioni passate, l’in-cremento di visitatori è rimasto costante anche nel periodo economico sfavorevole

che stiamo vivendo.Imprenditori, archi-tetti, maestri del design sono coloro ai quali si deve la riuscita e l’escalation che la manifestazione ha avuto nel suo con-sueto appuntamento: 50 anni e non li di-mostra! Non a caso quest’anno, l’evento che movimenta un foltissimo numero di operatori del settore, ma anche di non addetti, celebra, guardando sempre al futuro, un anniversario molto importante. La città rimarca la propria partecipazione

di Stefania De Giorgifoto Archivio Cosmit

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mettendo a disposizione i suoi angoli più suggestivi ed evocativi. Sono molteplici, singolari ed innovative le istallazioni che si disporranno per Milano, alcune delle quali volte a ripercorrere la storia della città, altre quella del design. Come sem-pre, la Triennale offre i propri spazi per il percorso della mostra “Le fabbriche dei sogni”, un allestimento che ci riporta in una delle avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie. In collaborazione con il

FAI, dopo il successo della “Mano dell’Ar-chitetto” dell’anno passato, si apre la mostra a Villa Necchi Campigli “La mano del grafico”: 367 disegni autografi dei più rinomati fra i grafici contemporanei.Tanto altro ancora si può trovare nei mille angoli della città, molte motivazioni per avvalorare l’appellativo che nel corso dei suoi 50 anni di vita il Salone del Mobile si è guadagnato, quello di evento più im-portante del settore in tutto il mondo.

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From 12th to 17th April, the usual appointment with the Saloni is back to celebrate the 50th anni-versary. In addition to the SALONE INTERNAZIO-NALE DEL MOBILE E DEL COMPLEMENTO D’AR-REDO and the SALONE SATELLITE there are also the biennial EUROLUCE and SALONE UFFICIO in the exhibition halls in Rho. The past editions were successful and the increase in the number of visi-tors was steady despite the negative period for the

global economy. Entrepreneurs, architects, ma-sters of design are the ones who determined the success and the escalation of the event in its usual appointment: 50 years old and it doesn’t look its age! It is not by chance that this year the event in-volves a huge number of people who work in this sector, but also of regular visitors, it celebrates an important anniversary looking at the future. The city shows its support, putting the most suggestive

I SALONI,50 years of design

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and evocative locations at disposal. There are dif-ferent, particular and innovative settings around the city of Milan, some aim at going back to the history of the city, some others are connected with the design. As always, the Triennale offers the area for the path of the exhibition “Le fabbriche dei sogni”, a setting that brings us to one of the adventures of Alice in Wonderland. In collabora-tion with the FAI, after the success of the “Mano

dell’Architetto” of last year, there is the opening of the exhibition“La mano del grafico” in Villa Necchi Campigli: 367 drawings signed by the most fa-mous contemporary graphic designers.This and much more can be found in many parts of the city, many motivations to demonstrate that in these 50 years Salone del Mobile reasonably won the ap-pellation of the most important event of the sector all over the world.

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La manifestazione fieristica che si svolge presso il polo fieristico di Rho, ha il piace-re di accogliere il ritorno del Salone ufficio. Nell’ufficio si concentra la maggior quota di produttività nell’economia moderna e di co-municazione verso il mercato, per questi mo-tivi i saloni hanno voluto offrire 14.000 metri quadrati come vetrina della produzione d’ec-cellenza di mobili e di accessori per l’ambien-te lavorativo.

saloNE UFFICIo

The event is held in the exhibition halls in Rho, which guests the return of the Salone ufficio. In the previous editions the success of this area was great. Most part of the production share of the modern economy and of the communica-tion with the market is concentrated in the of-fice: for this reason Saloni offered 14.000 square meters for the exhibition of pieces of furniture and excellence accessories, studied for the wor-king places.

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EUrolUCE

Torna la biennale Euroluce la manifestazione di riferimento internazionale per tutte quelle che sono le tecnologie innovative intrecciate con le tendenze del design. Giunto alla 26^ edizione, il Salone Internazionale dell’Illumi-nazione, come sempre esprime l’interesse per le innovazioni delle forme relative anche a quegli ambiti rimasti per lungo tempo fuori dai circuiti del design: illuminazioni stradali, illuminotecnica e sorgenti luminose di vario genere. Inoltre l’attenzione non si distacca da quelli che sono gli elementi componentisti-ci di ultima generazione, per tanto in questa edizione gli elementi esclusivamente tecnici saranno concentrati in uno spazio unico, un allestimento vigile a ciò che sarà indispensa-bile in un prossimo futuro.

The biennal Euroluce is back, the event is seen as an international meeting point for innovative technologies connec-ted with the design trends. This is the 26th edition of Salone Internazionale dell’Illuminazione,it always expresses the interest for innovations in sectors which for long time were far from the design cir-cuits: street lights, illuminating enginee-ring and light sources of different types. Moreover the attention also goes to the components of last generation, so in this edition the technical elements will be pre-sented in a single area, a setting related to what would be essential in the near future.

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saloNE saTEllITE

Non manca mai da parte della manifesta-zione l’attenzione alla creatività giovanile e con lo stesso entusiasmo dell’edizione pre-cedente, il SaloneSatellite ripropone il con-nubio fra designer in erba e imprenditori del settore. Molti prodotti presentati come pro-totipi nelle scorse edizioni sono stati messi in produzione con il meritato successo dei loro ideatori. Anche quest’anno il regola-mento prevede la presentazione di proget-ti attinenti agli articoli delle manifestazioni biennali. Gli under 35 si cimenteranno nello sviluppo di nuove idee relative ad Euroluce

e Salone Ufficio, sempre con lo scopo di fa-cilitare il contatto fra il mondo dell’impresa e le innovazioni creative dei giovani de-signer. La competizione annovera la par-tecipazione di numerose scuole di design provenienti da diverse parti del mondo. La giuria è composta da personalità di rilievo internazionale del settore e sceglierà i tre progetti migliori delle due sezioni, luce e uf-ficio. Ai vincitori oltre al premio in denaro e alla produzione dell’oggetto sarà garantita una consulenza per ottenere la massima dif-fusione del prodotto.

The young creativity is also involved in the event. Salone Satellite proposes again the com-bination of young designers and entrepreneu-rs. Many prototypes of the past editions were produced and obtained the success they deser-ved. The regulation foresees the presentation of projects linked to the products of the biennial editions. The under 35 compete for the deve-lopment of new ideas related to Euroluce and Salone Ufficio. Numerous design schools from all over the world are taking part. The jury is made of important international experts, who will select three projects for each sections.

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saloNE IN CITTaEra il 1961 quando alcuni imprenditori istitu-irono la prima edizione del Salone del Mo-bile ed il periodo era propizio al legame fra la creatività dei grandi maestri e il mondo dell'impresa. Per ricordare i personaggi che hanno dato vita al design, è stato concepito un progetto composito ed insolito: una rap-presentazione teatrale prodotta dal Piccolo Teatro di Milano che racconta la loro storia e quella delle loro idee; l’istallazione “Cuore Bosco” che trasformerà piazza della Scala in un ambiente evocativo della nascita della città, coinvolgendo lo spettatore in un’espe-rienza sensoriale di suoni e luci; l'installazio-ne in Piazza del Duomo di “Principia - Stanze e sostanze delle arti prossime”, un percorso costituito da otto ambienti realizzati da Denis Santachiara, interpretazione in chiave artisti-ca delle scoperte scientifiche più innovative.

In 1961 some entrepreneurs instituted the first edition of Salone del Mobile and they found a good balance between the creativi-ty of the important masters and the enterpri-ses. To remember the personalities who gave birth to the design, a multiple and unusual project was studied: a theatre representation produced by the Piccolo Teatro in Milan, that tells of their history and the history of their ideas; the setting-up “Cuore Bosco” tran-sforms the square of Alla Scala in an evoca-tive place of the birth of the city and people will be involved in a sensorial experience of music and sound; the setting-up in Piazza Duomo of “Principia - Stanze e sostanze del-le arti prossime” represents a path made of 8 different settings studied by Denis Santa-chiara, an artistic interpretation of the most innovative scientific discoveries.

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Progetti e promesse di un nuovo Presidente per la fiera più importante del settore. Inno-vazione e tradizione o totale cambiamento? «Il mio progetto è la continuità, così come è stato il comportamento dei presidenti che mi hanno preceduto. I membri del Consiglio hanno sempre lavorato collegialmente. La mia promessa è di im-pegnarmi al massimo cercando di tenere in equili-brio la mia posizione di presidente con gli obblighi che ho verso la mia azienda. Senz’altro innovazio-ne e tradizione, che poi sono la strategia operativa della nostra fiera, condivisa con tutti gli espositori. Un totale cambiamento non dipenderebbe solo da me ed equivarrebbe a dichiarare d’aver fallito in passato, il che, come tutto il mondo sa, dati i risulta-ti di Proposte, sarebbe assurdo. E’ vero che cavallo vincente non si cambia, no?». Lei ha detto durante la conferenza stampa all’Hotel Principe di Savoia: “Confermo la ne-cessità che ogni costruzione tenga conto del-la storia del luogo dove essa è collocata e del

ProPosTE 2011 strategia vincente

maUro CaVEllI

P E o P l E

relativo contesto socio-culturale”. Pensare a Proposte significa pensare a Villa Erba. Ritiene opportuno continuare a mantenere questo forte legame con una location emblema della territorialità comasca? «A questo proposito devo dire che la scelta di vent’anni fa sulla sede di Proposte è stata confer-mata ogni anno da tutti, espositori, visitatori, ospi-ti, giornalisti, e dagli stranieri in special modo. La costruzione, il parco, il lago costituiscono davvero una grande magia che colpisce e rasserena. Nei corridoi della fiera regna sempre una grande calma anche nei momenti di maggiore affluenza. Quindi, anche qui, viva la continuità!»“Dedicata ai designer” compare sul manifesto di quest’anno della fiera. Come si sviluppa il legame tra gli industriali del tessile e i designer per promuovere la Qualità e lo Stile made in Europe? «Il discorso viene un po’ da lontano. Per ammissione stessa di diversi docenti universitari esistono molte lacune nell’insegnamento del tessi-

le nelle facoltà di architettura e di design. La riprova di ciò ci viene data dagli industriali stessi che fan-no fatica a trovare sul mercato il personale idoneo da inserire nelle aziende. Da due anni abbiamo pensato di coinvolgere di più queste categorie di professionisti al fine di avvicinarli al nostro mondo e nel contempo di capire di che cosa essi potesse-ro aver bisogno. Ecco perché abbiamo organizza-to alcuni incontri allo scopo di presentare il reale stato di fatto del tessile tradizionale e innovativo. Gli incontri sono serviti anche a noi, per misurarci con noti architetti e per fare dei test con i giovani professionisti. Abbiamo per esempio lanciato una gara aperta per scegliere la pagina pubblicitaria di Proposte 2012 e stiamo ricevendo molte adesioni. Una qualificata Giuria sceglierà i tre lavori migliori, ma l’assegnazione dei premi verrà fatta durante Proposte, con una votazione pubblica degli espo-sitori e di tutti i visitatori della fiera. Anche questa iniziativa è stata presa per avvicinare di più il nostro mondo agli operatori del tessile».

foto Archivio Proposte

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Projects and promises of a new President for the most important exhibition of the textile sector. Innovation and tradition or total change?«My project is based on continuity, just like for the Presidents who were in office before me. The mem-bers of the Council always worked together. For sure innovation and tradition, which are the operative strategies of our exhibition, supported by all the exhi-bitors».During the press conference at the Hotel Prin-cipe di Savoia you told: “I confirm the need that every building is considered in respect of the hi-story of the place where it is located and to the related social-cultural contest”. When you think of Proposte, you think of Villa Erba. Do you think that it is appropriate to keep this strong link with a location symbol of the territory of Como?«Regarding the location, I have to say that the choice on the seat of Proposte made 20 years ago was con-firmed every year by everybody, exhibitors, visitors, guests, journalists and above all by foreign people.

So we can say up the continuity!».“Dedicated to designers” is on the advertise-ment of the exhibition this year. How is the link between the textile manufacturers and the de-signers developing to promote the Quality and the Style made in Europe?«For two years we thought we could involve the pe-ople who work in the textile sector, in order to have them closest to our world and at the same time we could understand what they need. This is the reason why we organized some meetings for them, in order to present the real state of art of the traditional and innovative textile sector. These meetings were very useful for us too, we worked with important archi-tects and we made some tests with the young profes-sionals. For example we launched an open contest to select the advertising page of Proposte 2012 and lots of people are taking part in it. A qualified jury will select the three best works, but the prize giving will occur during Proposte, with a public vote of the exhi-bitors and of all the visitors of the exhibition».

ProPosTE 2011 successful strategy

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Conversazione immaginaria fra due visita-tori di Proposte che s’incontrano all’aero-porto Charles de Gaulle di Parigi«La vostra azienda va quest’anno a visitare Pro-poste?». «Ci stiamo pensando. In verità per noi dall’Australia il viaggio è lungo e costoso. Con i tempi che corrono…». «È vero, purtroppo, è così anche per noi dal Sud Africa, e poi… staccare dal lavoro per più giorni, sai com’è…. Ma, alla fine, ci converrà andare. È l’unica fiera che ti dà il quadro generale della produzione, l’anteprima delle novità, prodotti sicuri, qualità assicurata. È’ difficile non trovare quello che cerchi». «Hai ra-gione, dice la stessa cosa anche il mio socio bra-siliano. Da diciotto anni va a Cernobbio e non si è mai pentito». «Studiando come vanno oggi i mercati, noi stiamo concentrando la nostra attenzione sul contract alberghiero e su quello navale, e Proposte è la fiera giusta. Quest’an-no, in particolare, con la pagina pubblicitaria dedicata ai designer, si vede che gli organizza-tori sono attenti alle vere necessità delle nostre aziende». «Hai sentito? Hanno anche lanciato un concorso aperto ai professionisti di grafica e design per la scelta dell’immagine di Proposte 2012. Volevo far partecipare un mio collabo-ratore, ma ho visto su molti siti internet che la gara è riservata ai professionisti dei paesi di pro-venienza degli espositori». «Sì, l’ho letto anch’io, ma i visitatori possono votare i tre premi finali arrivando in fiera. Comunque, è già dall’anno scorso che coinvolgono di più gli studi di ar-

Imaginary conversation between two visitors of the exhibition Proposte who met at the ai-rport Charles de Gaulle in Paris«Does your company go and visit Proposte this year?». «We are thinking about it. Actually the trip from Australia is long and expensive. And consi-dering the present situation…». «It is true, unfortu-nately, it is the same for us from South Africa and leaving our work for some days, you know…But at the end we have to go. It is the only exhibition that gives you an overview on the production, the preview on what is new, good qualitative pro-

ASPETTANDO ProPosTE 2011

E V E N T I

WAITING FORProPosTE 2011

di Sergio Lucefoto Archivio Proposte, Archivio Mauro Cavelli

chitettura. La responsabile del mio ufficio stile è stata a Milano alle loro conferenze stampa ed è rimasta bene impressionata». «Tanto per cam-biare discorso, tu che ne pensi della situazione? Ti sembra che il mercato si muova?». «Noi qual-cosa stiamo vedendo, abbiamo investito e allar-gato la produzione a tessuti più contemporanei, senza limitarci a lampassi e damaschi. E d’altra parte se ti fermi sei perduto davvero. E per noi che resistiamo… vuol dire che l’attività è pro-prio nel nostro dna, ed è meglio così». «Scusa, stanno chiamando il mio volo. Mi ha fatto piace-re scambiare due chiacchiere con te. Ci vediamo a Proposte, allora?». «Sì, ci vediamo a Proposte».

ducts. You find everything you are looking for». «You are right, my Brazilian partner says the same. It’s eighteen years he goes to Cernobbio and he is always satisfied». «After studying the present markets, we are focusing our attention on the ho-tel and on the naval contracts and Proposte is the right exhibition to visit. Particularly this year, with the advertising page dedicated to the designers, you can see that the organizers paid a particular attention to our companies’ needs». «Have you he-ard that they also launched a contest open to gra-phics and designers to select the logo of Proposte 2012? I wanted a member of my staff to take part in it, but I saw on different web sites that the con-test is reserved to the professionals coming from the same countries of the exhibitors». «Yes, I read the same, but the visitors can vote for the three prizes at the exhibition. From last year they star-ted and involved more and more architects. The responsible of my office was in Milan at the press conferences and she had a good impression». «And what do you think of the present situation? Do you think that the market is moving?». «We are selling something, we invested and enlarged the production in direction of modern fabrics, without limiting ourselves at damasks. Should you stop yourself, you are lost. And for those who survive…well it means that we have it in our dna and it is better so». «Excuse me, they are calling my flight. It was a pleasure to talk with you. We will meet at Proposte, won’t we?». «Of course, we will meet at Proposte».

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lake

Il

del Lago

MITO

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Un’eccellenza del territorio, perché lecchese, amante della montagna, della musica e dello sport, Francesca Colombo è la prima donna al vertice del Maggio Musicale Fiorentino e, lo scoprirete, non solo questo.Ingegnere gestionale e pianista. Come due mondi, apparentemente così lontani, riescono a dare vita ad una professiona-lità determinata e capace di imporsi a li-vello nazionale? «Sono diplomata in pianoforte al Conserva-torio di Milano e sono laureata in ingegneria gestionale. Entrambe le componenti sono state fondamentali per me. Ci tengo a sot-tolineare che i primi due anni universitari li ho frequentati a Lecco, la mia città, e poi

mi sono trasferita a Milano. La mia tesi ver-teva sull’applicazione di modelli gestionali di business alle istituzioni culturali italiane. Qualche docente del politecnico ha storto il naso perché si parlava di “gestione di beni culturali”, ma, nel tempo, è cresciuta la con-sapevolezza che anche la cultura, come ogni patrimonio, va gestita con criterio, traspa-renza e professionalità».Organizzatrice del Festival Mi.To. Una sfida quella di unire Torino e Milano per questo gemellaggio culturale. Quale è stata la risposta dei due capoluoghi a queste proposte? «La scommessa era riuscire a creare un con-cetto di “macroarea”. Milano e Torino sono

due città vicine, sotto diversi punti di vista e il nostro intento era quello di spingere il pubblico a seguire il Festival, spostandosi da un capoluogo all’altro. Devo ammettere che la sfida, in questi cinque anni, è stata vinta. Voglio sottolineare però che Mi.To. non coin-volge soltanto Milano e Torino, ma le due regioni. Infatti, diverse sono le iniziative pro-poste a Lecco, Brescia, Monza e Como, solo per fare alcuni esempi che ci riguardano più da vicino, con un’ottima risposta di pubbli-co». Expo 2015: quali sono le idee in cantiere per questo importante evento? «Sono stata responsabile dei progetti cultu-rali dell’Expo fino a giugno del 2010. Quello

Sopra, Francesca Colombo

di Elisabetta Comeriofoto Archivio Francesca Colombo

Above, Francesca Colombo

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che posso dire oggi è che l’idea sposata da tutti è che questo importante evento, diventi un’opportunità non solo per Milano, ma per tutta l’Italia, per valorizzare le nostre eccel-lenze. Tra le priorità c’è l’attenzione ai conte-nuti, più che alle strutture che verranno rea-lizzate. In questo senso sono certa che anche le risorse territoriali del lago di Como saran-no valorizzate e altamente considerate». Per dieci anni alla Scala di Milano. Quali sono le emozioni di lavorare nel tempio della lirica? «È difficile scegliere tra i tanti momenti che hanno caratterizzato la mia esperienza alla Scala. Quello che posso dire è che il palco-scenico, le prove, gli incontri con i registi e il

dietro le quinte sono ingredienti fondamen-tali per la creazione di quel mondo magico che è il teatro. È davvero impossibile per me fare una scelta». Oggi è Sovrintendente del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Quali le sfi-de si celano dietro questo incarico? «Ci stiamo muovendo per l’apertura del te-atro al “mondo esterno”, per mostrare il dietro le quinte, aprendo le prove, coinvol-gendo le scuole. Oggi tutto è una sfida. È un momento di forte cambiamento per il teatro, messo alla prova dai tagli finanziari ingenti che necessariamente porteranno ad un ridi-mensionamento, se confermati. Nonostante questo, però, le soddisfazioni non mancano:

infatti, pochi giorni fa, siamo stati insigniti del titolo di ambasciatori della cultura italia-na nel mondo da parte del presidente Napo-litano e per questo, fino ai primi di aprile, sa-remo impegnati in una tournée mondiale a Yokohama, Tokyo, Shangai, Suzhou, Tainan, Taipei, Mumbai, Budapest, Mosca e San Pie-troburgo». Un pensiero per il Lago.. «La cosa importante sarebbe oltre ad amare le nostre bellezze, saperle anche valorizza-re e comunicare al mondo. Noi possediamo dei veri gioielli: Varenna, Bellagio e la stessa Lecco, solo per fare alcuni esempi, ma è ne-cessario aprirsi al turismo, offrendo servizi professionali,semplici ma fondamentali».

Sopra, Francesca Colombo all'interno del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Firenze

Above, Francesca Colombo inside the Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Florence

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An excellence of the territory, she is from Lecco, she loves mountain, music and sport. France-sca Colombo is the first woman at the top of the Maggio Musicale Fiorentino.Managing engineer and pianist. Can two worlds that apparently are so far give life to a determined professional, able to im-pose herself at international level?«I took the diploma in piano at the Conser-vatory in Milan and the degree in managing engineering. They were both fundamental for me. My graduation thesis was on managing business models in Italian cultural institutions. Some professors of the polytechnic institute were not so convinced because I was speaking of “management of cultural goods”, but at the same time I was convinced that culture, as any heritage, has to be handled with good sense, transparency and professional skills».You organized the Festival Mi.To. A chal-lenge to unify Turin and Milan for this cul-tural twinning. What was the answer of the two chief cities to these proposals?«The challenge consisted in a creation of a con-cept of “macroarea”. Our goal was to try and spur the public to follow the Festival, moving from one city to the other. I have to say that we won this challenge. I would stress that Mi.To. doesn’t involve just Milan ant Turin, but also

the two regions: Lombardy and Piedmont».Expo 2015: what are ideas for this impor-tant event?«I was in charge of the cultural projects of Expo until June 2010. Today what I can say is that the common idea is that this important event becomes an opportunity not just for Milan, but for Italy, to give value to our excellences. In this respect, I am sure that also the territorial resources of Lake Como will be enhanced and take into great consideration».10 years at the Alla Scala theatre in Milan. What are the emotions when you work in the temple of lyric music?«It is hard to choose among the different mo-ments that characterized my experience at the Alla Scala theatre. I can say that the stage, the rehearsals, the meetings with directors and the

backstage are fundamental ingredients for the creation of the magic world that is represented by the theatre».Today you are Superintendent of the Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. What are the challenges behind this position?«We are moving to open the theatre to the “ex-ternal world”. It is a moment of a great change for the theatre, with all the huge financial cuts. Despite this fact, there are also satisfactions: few days ago, we got the title of ambassadors of the Italian culture in the world by the Italian President Giorgio Napolitano; so until the be-ginning of April, we have a world tour.»A thought for the lake…«The most important thing is to love our beauti-ful area, but also to be able to transmit its value to the world».

The MITOof the lake

A lato, Francesca Colombo

On the side, Francesca Colombo

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migliaia di lumini galleggianti, detti lumaghitt (lumachine), che simboleggiano quei profu-ghi che vagarono nella notte verso una terra amica. Anche oggi Varenna è conosciuta nel mondo per la sua ospitalità, quale sede di im-portanti e prestigiosi congressi, che vengono celebrati presso le storiche Villa Monastero e Villa Cipressi, unite da un parco sul lungolago. Villa Monastero deve il suo nome ad un antico monastero del 1200 di suore cistercensi, in uso fino al 1500, quando venne chiuso per ordine di San Carlo Borromeo e ceduto alla famiglia Mornico. La bella villa, oggi museo visitabile, fu trasformata in una dimora di villeggiatura, i cui arredi testimoniano l’eclettismo dei vari proprietari succedutisi in quattrocento anni di vita e di storia. Un grande uomo del passa-to soggiornò, per motivi di studio, da queste parti: Leonardo da Vinci. La sua innata curio-sità lo portò a studiare un piccolo corso d’ac-qua, da lui così descritto nel Codice Atlantico: «È il Fiumelaccio, il quale cade da alto più che

Arriviamo dal lago, su un comodo e veloce traghetto, attraversando il Lario nel suo punto più maestoso, illuminandoci di un panorama, fra i monti ed il promontorio di Bellagio, sen-za uguali al mondo. Varenna ci accoglie con le sue costruzioni arroccate sulla montagna, col suo clima mite, con le sue imponenti ville ed i suoi parchi rigogliosi di piante e fiori. Questo paese, di pochi abitanti, se ne sta qui, sulle rive del lago dal '700, anche se alcuni reperti data-no la sua origine ad epoca pre-romana. Pos-siamo comunque iniziare le storia di Varenna nell’anno 1169, quando gli abitanti dell’isola Comacina approdarono su queste rive in cerca di pace dopo la sconfitta e successiva distru-zione delle loro case ad opera delle truppe comasche. Questi profughi diedero al villag-gio esistente il nome di Insula Nova in ricordo della loro terra ormai perduta ed introdussero le loro tradizioni. L' esodo viene evocato ogni anno nella notte di San Giovanni, il 24 giugno, quando dall’Isola vengono affidati alle onde

braccia 100 dalla vena donde nasce, a piombo sul lago, con inistimabile strepitio e romore». La peculiarità di questo cortissimo fiume, oggi chiamato Fiumelatte, lungo solo 250 metri, é data dalla strana intermittenza con cui sgor-ga fragoroso a primavera e cessa di esistere in autunno. La sua sorgente, posta in una suggestiva grotta, i suoi misteri, le sue acque schiumose hanno fatto nascere nei secoli affa-scinanti leggende. Non possiamo lasciare Va-renna senza una visita all’antica chiesa di san Giovanni, ad una sola navata, che conserva affreschi del 1600 e che, con molte probabili-tà, rappresenta una tra le prime manifestazio-ni architettoniche del cristianesimo sul Lario. Lasciamo Varenna, mentre gli ultimi raggi del sole baciano le belle rovine del castello di Ve-zio, posto sull’altura alle sue spalle, che conti-nua il suo compito di sentinella, obbediente ai voleri della regina Teodolinda, che qui lo volle, sopra il monte Fopp, a baluardo del suo regno cristiano.

Sotto, uno scorcio dei giardini di Villa Monastero; nella pagina precedente, veduta notturna di Varenna

Below, a view of the gardens of Villa Monastero, inthe previous page, a view of Varenna by night

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We arrived from the lake on a comfortable and fast ferry boat, crossing Lake Como in its most majestic point, with a view on the mountains and the promontory of Bellagio, which is matchless in the world. Varenna wel-comes us with its buildings castled to the mountain, with its mild clima-te, with its imposing villas and its parks rich in plants and flowers. This town has few inhabitants and it is here, on the shores of the lake from the 8th century, even if some finds date its origin to the pre – Roman time.However we can begin the history of Varenna in 1169, when the inhabi-tants of the Comacina island landed on these shores looking for peace after the defeat and the following destruction of their houses by the tro-ops of Como. These refugees gave the name of Insula Nova to the existing village to remind the land they had lost and introduced their traditions. Also today Varenna is known in the world for its hospitality, as a center of important and prestigious congresses, that are celebrated at the historical Villa Monastero and Villa Cipressi, united by a park on the lake-front. A great man of the past came here to study: Leonardo da Vinci. His innate curiosity brought him to study a small river he described in the Atlantic Code. The peculiarity of this short river, today called Fiumelatte, just 250

On the left, view of Villa dei Cipressi; on the right, river Fiumelatte; on the previous page, the famous promenade of Varenna

VARENNA insula nova

A sinistra, veduta di Villa dei Cipressi; a destra, Fiumelatte; nella pagina successiva, la famosa passeggiata di Varenna

meters long, is due to its strange intermittence: it streams loud in spring and it stops existing in autumn. Its source located in a suggestive cave, its mysteries, its foamy waters were linked to fascinating legends during the course of the centuries. We cannot leave Varenna without visiting the an-cient church of San Giovanni, with a single nave and frescos dated back to the 17th centuries; probably it represents one of the first architectural signs of Christianity on Lake Como.

L' Assessore al Turismo, Fabio Dadati

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P E o P l E

alFrEDo CIrEsa

Il Motoredella sua PASSIONEUna storia di passione, quella dell’azienda HM Moto, nata nei primi anni ottanta. È dalle parole di Alfredo Ciresa, presidente dell’azienda lecchese, che cercheremo di scoprire i segreti di un successo fatto di laboriosità, determinazione e continue novità. Dagli anni ‘80 ad oggi un’azienda in costante crescita. Qual è il vo-stro segreto?«Non ci sono grandi segreti: abbiamo avuto l’opportunità di diventare distributori del marchio Montesa in Italia e, quando Montesa è stata ac-quistata da Honda Motor Co., di entrare in contatto con i vertici della casa motociclistica più importante al mondo. Abbiamo sfruttato al meglio questa opportunità che ci si è presentata e nel tempo ne abbiamo colto i

frutti. Non ci siamo ovviamente fermati a Honda. La produzione HM di 50 cc. e 125 cc., questi ultimi a due e quattro tempi, rappresenta ormai oltre il 50% del fatturato ed è per noi una grande soddisfazione sapere che i nostri 50 cc. sono i più ambiti dai quattordicenni. Se un segreto ci può essere è quello della dedizione al lavoro e della grande flessibilità della nostra struttura che ci consente di affrontare con successo le varie fasi di mercato». Quale il rapporto con il territorio?«Pur essendo un’azienda di respiro internazionale (esportiamo in tutti i paesi europei ed in Spagna abbiamo addirittura una nostra filiale diretta) Hm Moto tiene molto alle sue radici, al fatto di essere nata e cresciuta in

di Elisabetta Comeriofoto Archivio Ciresa

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Valsassina. I nostri successi sono successi che appartengono anche al terri-torio. Non per nulla teniamo sempre ad evidenziare nel nostro indirizzo sia il comune di Introbio sia la Valsassina. Cerchiamo anche, nei limiti del pos-sibile, di presentare i nostri prodotti in loco, così da “costringere” la stampa a parlarne e a diffonderne le immagini».La scelta della dislocazione dell’azienda, prima a Bindo di Cortenova e ora a Introbio, è nata da una specifica necessità?«Assolutamente. Abbiamo dovuto prendere atto che la vecchia sede, quella in cui eravamo nati, non era più sufficiente a supportare lo svilup-po aziendale e così nel 2002 ci siamo trasferiti. Non le nascondo che dopo poco tempo ci siamo resi conto che anche i nuovi spazi erano insufficien-

Modello CMR 125, bianco

Modell CMR 125, white

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ti!». Quali sono oggi le maggiori esigenze sportive e di mercato?«Il mercato delle due ruote in generale non sta attraversando anni felici; il nostro mercato, essendo di nicchia, riesce a mantenere un certo equi-librio. Da parte nostra stiamo curando molto la qualità e l’affidabilità dei prodotti, fattori che fanno la differenza soprattutto in fasce di mercato medio-alte come quelle in cui siamo presenti con i nostri modelli. Abbia-mo investito e stiamo investendo per poter presentare alcune novità che allargheranno la nostra potenziale area clienti, auspicando che la con-giuntura negativa finisca al più presto. Per quanto riguarda il lato spor-tivo ce ne occupiamo tramite i nostri team ufficiali presenti nell’enduro, nel cross, nel supermotard e nel trial. I risultati di questa presenza sono eccellenti, basti pensare che lo scorso anno abbiamo vinto quasi trenta titoli tra mondiali, europei ed italiani. Spicca, su tutti, il quarto mondiale enduro consecutivo conquistato con il finlandese Ahola che ha portato a nove i successi iridati di HM Moto. Per una piccola azienda come la nostra trovarci davanti ai colossi del motociclismo mondiale è un grandissimo motivo d’orgoglio e ne andiamo giustamente fieri. Anche per la stagione 2011 abbiamo grandi aspettative che siamo sicuri non andranno deluse».“Il motore della tua passione”, il motto della sua azienda. Oltre alla moto, quali le altre passioni di Alfredo Ciresa?«Come noto la nostra famiglia ha una tradizione consolidata nell’indu-

stria casearia. La Ciresa Formaggi è azienda ben sviluppata ed in co-stante crescita sia in Italia sia all’estero. La passione per le moto che aveva soprattutto mio fratello Vittorio, purtroppo recentemente scomparso, ha contagiato anche me, per cui direi che ad accendere il motore della nostra passione è stato lui. Quindi, in definitiva, HM Moto è la mia grande passione. Ovviamente mi piace frequentare le gare, amo circondarmi di amici, quando posso viaggio e sono sem-pre estremamente curioso. Ho anche altri interessi, ovviamente, ma le moto mi assorbono quasi totalmente e, sino ad oggi, l’entusiasmo non mi è mai mancato».Max Biaggi o Valentino Rossi?«Ho avuto rapporti con entrambi. Valentino, quand’era alla Honda, veniva da noi a prendere le moto da cross per allenarsi; lo stesso ha fatto Biaggi. Posso quindi darle una risposta in base ad una espe-rienza diretta e personale: sicuramente Valentino. Certo, è stato grande il rammarico al suo passaggio alla concorrenza, ma è difficile tifare contro un campione così grande, che prima di tutto è italiano. Oggi seguo con molto interesse Dovizioso e tutto il Team Gresini. Per evidenti ragioni, però, la mia attenzione è tutta sul fuoristrada: è da lì che HM Moto trae la sua linfa vitale, per cui mi emoziono di più di fronte a una vittoria dei “nostri” campioni che non a quelle dei campioni di altri».

In questa e nella pagina seguente, Mika Ahola, durante una gara

In this and in the follwing page, Mika Ahola, during a race

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A story of passion, the passion for the company HM Moto, born at the be-ginning of the ‘80ies. From the words of Alfredo Ciresa, president of the company of Lecco, we try and discover the secrets of a success built with hard work, determination and continuous novelties. From the ‘80ies until now the company is in constant growth. What is your secret?«There aren’t big secrets: we got the chance to become distributors of the brand Montesa in Italy and, when Montesa was bought by Honda Motor Co., we entered in contact with the top of the most important motorcycle company in the world. We exploited this opportunity to the full and in the long term we had good results. We haven’t stopped with Honda. The pro-duction HM of 50 cc. and 125 cc represents more than 50% of the turnover and for us it is a great satisfaction because young guys prefer our 50 cc. The secret may be the devotion to our work and the high flexibility of our organization, which let us face the different phases of the market».What is the relation with the territory?«Our company is at international level (we export in all European countri-es and in Spain we have a direct branch) anyway Hm Moto is very much linked to its roots, it was born and it grew up in Valsassina. Our successes are successes linked to our territory. We are always proud to stress in our address the town of Introbio and the Valsassina. We also try, as far as pos-sible, to present our products in our headquarters, so that the press “has “

to speak of our area». What are the main sports and market needs?«In general the motorbike market is not experiencing a nice period; our market is a niche market, so it keeps a certain balance. We are focused on quality and on product reliability; these factors make the difference above all at medium-high market levels, in which we are present with our mo-dels. We invested and we are investing to bring some novelties which will increase our potential customers’ area, then we hope that the negative situation will finish as soon as possible. Regarding the sports aspect, we are involved in it with our official teams in endure, cross, supermotard and trial. The results of this presence are excellent, last year we won almost 30 prizes among the international, the European and the Italian ones. One above the others is the fourth endure in a row, we won it with the Finnish Ahol, who brought 9 successes of HM Moto. For our small company is a great pride to get ahead of the motorbike giants. We have lots of expecta-tions for the season 2011 and we are sure that we will be successful». Max Biaggi or Valentino Rossi?«I was in contact with both of them. When Valentino was at Honda, he used to come to us to take the cross motorbikes; Biaggi did the same. So I can answer you on the basis of a direct and personal experience: for sure Valentino. When he went to the opponents was sad, but it is hard to be against such a big champion, who is first of all Italian. Today I follow Dovi-zioso with lots of interest as well as the entire Team Gresini. But my atten-tion goes mainly to the off-roading: HM Moto is linked to that world, for this reason I am more touched in front of a win of “our” champions rather than other champions».

of his PASSIONThe power

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MARCO LUPIvive a Mendrisio(Canton Ticino).

Di lui ha detto la criticaSimona Ostinelli: “L’unica

arte a cui Lupi guardacon interesse è quella

infantile. Sintesi esemplicità: questa è la

strada per raggiungere lavera scoperta”.Mentre il critico

Paolo Levi nel 1996scriveva: “Il suo é un

nascondersi e unriapparire, un travestirsi

attraverso panni dal tagliosurreale. Le sue tecniche

miste su tela hanno duechiavi di lettura. La prima

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MARCO LUPIvive a Mendrisio(Canton Ticino).

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La MONTAGNAdegli Inglesi

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In questa pagina e in quella precedente, veduta del Monte Disgrazia

In this page and in the previous one, view of Mount Disgrazia

Manca un anno al 2012, quando ricorrerà il 150° anniversario della prima ascensione alla vetta del Disgrazia, la cima più alta della Lombardia con i suoi 3678 metri. Furono tre aristocratici esploratori inglesi, Leslie Stephen, Eduard Shirley Kennedy, Thomas Cox e la guida sviz-zera Melchior Anderegg a compiere la storica impresa alpinistica il 23 agosto del 1862. Iniziò così uno dei periodi più gloriosi dell’alpinismo sulle Alpi e la fama che l’impresa ebbe negli aristocratici e culturali ambienti anglosassoni fece conoscere al mondo il fascino delle Alpi retiche e segnò la via per l’affermarsi di un tu-rismo di montagna e “in montagna” che oggi forse vorremmo riaffermare.

Non ditemi che gli inglesi sono flemmatici. E’ uno dei tanti luoghi comuni che non mi han-no mai convinto. La prova che l’affermazione sia quantomeno eccessiva sta nelle montagne del mondo e in particolare in molte delle Alpi, dove parecchie cime, fino ad allora inviolate, videro nella seconda metà dell’800, sudditi di Sua Maestà, la Regina Vittoria, salirvi per la prima volta. La cima del Monte Disgrazia, il cui nome certo non facilita lo slancio verso l’avventura, con i suoi 3678 metri ed il primato di vetta più alta della Lombardia, non poteva quindi non stare, come prima ascensione as-soluta, nel carnet alpinistico di questi poco “flemmatici” alpinisti ed esploratori inglesi.

di Gian Enrico Ghilottifoto Giuseppe "Popi" Miotti, Archivio Miotti

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Erano le 5 di mattina del 20 agosto 1862. Albeg-giava. Probabilmente i colori del paesaggio, un panorama che arrivava direttamente al cuore senza nemmeno passare dagli occhi, la neve che dal blu azzurrato della notte stava ripren-dendo il suo bianco, i riflessi del sole che iniziava nuovamente ad accarezzare l’imponente e so-litaria vetta del Disgrazia, tutto era splendido, elegante. Ancora uno sforzo. Eccoli in vetta, per primi. Erano tre inglesi e una guida: Leslie Stephen, Eduard Shirley Kennedy, Thomas Cox e la guida svizzera Melchior Anderegg. Leslie Stephen era un critico letterario, filosofo e uno dei maggiori rappresentanti dell’alpinismo bri-tannico. Fu tra i fondatori del Club Alpino Fran-cese, editore dell’Alpine Journal dal 1868 al 1871 e autore del libro alpinistico The Playground of Europe pubblicato un anno prima, nel 1861. Stephen diventerà poi il padre della celebre scrittrice Virginia Woolf. Edward Shirley Ken-nedy, fu tra i fondatori dell’Alpine Club Inglese,

la prima associazione alpinistica al mondo, auto-re di numerose e difficili ascensioni su tutto l’ar-co alpino. Suo il celebre motto: “Where there’s a will, there’s a way”. Melchior Anderegg era una delle più grandi e forti guide elvetiche di metà Ottocento, accompagnò numerosi clienti rag-giungendo numerose vette inviolate, nell’Ober-land, nel Vallese e nel gruppo del Monte Bianco. Il terzo inglese era Thomas Cox, un domestico, forse alle dipendenze di Kennedy. Di lui non si sa nulla, forse il suo ruolo non meritava, per i suoi contemporanei, alcuna menzione se non quella – postuma - di stare nella storia dell’alpi-nismo. Ma comunque, anche grazie a lui, quella mattina di agosto Stephen e Kennedy e Ande-regg piantarono finalmente, con orgoglio, le loro piccozze in vetta al Disgrazia. Erano inglesi, erano ricchi e erano sicuramente caparbi. Solo il giorno prima il tentativo di scalata l’avevano messo in atto partendo dalla Valmalenco. Si-curamente avevano studiato il percorso e rite-

nuto che quella fosse la via migliore, salendo da Chiesa in Valmalenco. L’impresa non gli riuscì e si dovettero accontentare di raggiungere la vet-ta del Monte Pioda che, con ironia britannica, non si fecero sfuggire di battezzare “Picco della Speranza”. Peccato, erano ormai a pochi passi dal loro vero obiettivo, il Disgrazia appunto. Un conto è la soddisfazione estetica - e gli inglesi ne facevano certo un preziosissimo alimento per lo spirito e per la mente - ma ben altro conto è la soddisfazione esplorativa ed alpinistica della vetta. E quel tentativo di salita dalla Valmalenco, sul versante Orientale del Disgrazia, non pote-va essere scritto sul carnet né di Stephen, né di Kennedy, né tantomeno su quello professionale della forte Guida Melchior Anderegg. Quindi giù di fretta all’Hotel Olivo di Chiesa a fare i ba-gagli. Poi via in carrozza verso Sondrio e da qui ad Ardenno e poi su in Val Masino, destinazione il già famoso Hotel delle Terme Bagni di Masi-no. Avevano fatto il calcolo di esserci per cena

Sopra, da sinistra, Leslie Stephen; al centro, Eduard Shirley Kennedy; a destra, Melchior Anderegg, i protagonisti dell'avventura al Monte Disgrazia

Above, on the left, Leslie Stephen; in the middle, Eduard Shirley Kennedy; on the right, Melchior Anderegg, the protagonists of

the adventures on the Mount Disgrazia

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“We were rounding the western shoulder of the outlying buttres upon our left… when behold the peak appeared. It is a glorious peak, rising right in front…”. These are the words of astoni-shment and wonder said by the English explorer Edward Shirley Kennedy on 20th August 1862, during the first attempt to climb a big, untou-ched and mysterious glacial mountain: Mount Disgrazia, 3678 meters high, the highest peak of the Lombardy region, located between Val-malenco and Val Masino. It is curious to observe that most part of the peaks on the alpine arch were climbed for the first time by Anglo-Saxon explorers in the middle of the 19th century. Be-fore these explorers, the inhabitants of the Alps consider the climb an useless activity, they took it into consideration just when it had a specific purpose. Just few chamois hunters, crystal or alpine herb collectors went among the cliffs. The peaks called the interest of military obser-vers and topographers, but just for the most accessible mountains. With the arrival of the English travelers, everything changed and the mountains became a target to climb, at the be-ginning for scientific purposes but soon they did it for pleasure. In the first edition of the Alpine Journal published in 1863, E. S. Kennedy signed an article on the first climb of Mount Disgra-zia, made with Leslie Stephen, the Swiss guide Anderegg and the servant Thomas Cox. After a first attempt starting from Chiesa Valmalenco, which leads the climbers close to the peak, on the present Mount Pioda, they called “Peak of the hope” they detected a more accessible way starting from Valmasino, so they decided to go back from that side. They overnight at the hotel Terme Bagni Masino, they started from there and crossed the Val di Mello, through the nar-row Pass Cecilia, they reached the highest part of the Glacier of Pioda and at the ridge West-South-West of the peak they reached the top on 23rd August 1862. It was one year that Italy was a united nation, the pioneering period of mountain climbing was finished. This important climb is part of the history of mountain climbing and marks the birth of mountain tourism in Val-tellina, it started with English explorers and then it affected also European explorers.

e lo fecero. Stranezze del modo d’intendere il viaggio. Oggi, che dovremmo essere ben più dinamici e supportati da ogni tipo di mezzo di locomozione, oltre alle nostre gambe, difettia-mo per pigrizia già nel motore: la mente. Giunti in un luogo non è poi così semplice farci fare in quattro e quattr’otto armi e bagagli. Tanto più con nelle gambe una salita in ghiaccio e roc-cia, come quella che i nostri aristocratici alpini-sti inglesi avevano fatto solo poche ore prima, in Valmalenco. Ma, appunto, è la mente il vero motore del nostro fisico e i tre inglesi, la loro Guida e il fedele domestico lo sapevano bene. Eccoli, solamente il giorno dopo, belli svegli all’una di notte, pronti a partire per tentare di nuovo la loro impresa e trovare così finalmente soddisfazione del loro sforzo e della loro voglia di esplorazione. La meta poteva essere solo là, solo e solamente in cima al Picco Glorioso. Ave-vano avuto ragione. n quella mattina di agosto di 150 anni fa, risalita la Val di Mello, attraversato

lo stretto varco dell’odierno Passo Cecilia, mise-ro piede sulla parte superiore del Ghiacciaio di Pioda e, da qui, seguendo la cresta Ovest-Sud Ovest, furono i primi a lasciare l’impronta dei loro scarponi chiodati lassù, in cima al Picco Glorioso. Erano in vetta al Disgrazia. Altri li se-guirono in quegli anni e nei successivi, aprendo nuove vie. Eravamo solo all’alba di una delle più esaltanti stagioni che le Alpi e l’alpinismo avessero mai visto. Che il primato di salita fosse ragguardevole ce lo raccontano le pagine della storia dell’alpinismo. Infatti solo un anno più tar-di, nel 1863, il primo numero della prima rivista di Alpinismo al mondo, l’Alpin Journal, riportava come articolo di apertura il racconto della sto-rica salita al Disgrazia di Stephen e Kennedy. E oggi andiamo alla ricerca di palcoscenico per far conoscere le nostre montagne! L’abbiamo già avuto 150 anni fa e molti forse se lo sono dimenticato. Chissà, forse i flemmatici siamo diventati noi!

The GLORIOUS peak

Sopra, gli alpinisti della spedizione vittoriosa in un'illustrazione d'epoca

Above, the protagonists of the adventure in one historical postcard

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Il Monte Disgrazia 3678 m è una delle vette principali della Valtellina e delle Alpi Retiche. Decisamente imponente grazie alla relativa solitudine della propria vetta ed alla estesa copertura glaciale, oltre ad essere punto trigonometrico di prim’ordine, è punto di incontro tra le creste che salgono dalla Val Masino e quelle della Valmalenco. Costituisce inoltre un netto confine geologico tra le rosse pareti di serpentinite della Valmalenco e i graniti del Masino. Dai suoi fianchi scendono ancora importanti apparati glaciali: la vedretta del Disgrazia, a Nord, la vedretta del Ventina, a Nord-est, il ghiacciaio di Cassandra a Sud-est e il ghiacciaio di Preda Rossa a Sud. Il centocinquantesimo: nel 2012 cadrà il 150° anniversario della prima salita: (1862-2012). Altre ascensioni celebri: Dopo la prima salita il cui itinerario costituisce una delle più belle vie normali delle nostre montagne, numerose altre vie di salita furono tracciate nei decenni successivi: nel 1874 per la cresta Est-sud-est, nel 1882 per la Nord-nord-est, nel 1897 per il canalone Sud-ovest, nel, nel 1901 per la cresta Sud-ovest, nel 1910 per la “Via degli Inglesi”, nel 1934 per la Nord con la guida Giacomo Schenatti e Lucchetti Albertini. Uno degli itinerari più affascinanti resta però quella della "Corda Molla", lungo la cresta Nord-nord-est, aperto da Ignazio Dell'Andrino e Braccio De Ferrari (senior) e nel 1914.

Mount Disgrazia 3678 m is one of the most important peaks of Valtellina and Rethic Alps. Imposing thanks to the quite isolated position of its peak and to the glacial covering, it is not just a relevant trigonometric point, but also the meeting point of the peaks which raise from Val Masino and those of Valmalenco. It represents a geological border among the red faces of Valmalenco and the granites of Masino. From its sides there are important glacial faces: the Disgrazia to the north, the Ventina to the north-east, the glacier of Cassandra to the south-east and the glacier of Preda Rossa to the south. In 2012 the celebration of the 150th anniversary of the first rise (1862-2012). Famous rises: After the first rise, whose itinerary represents one of the most beautiful paths of our mountains, numerous other rises were traced in the following years: in 1874 for the ridge east-south-east, in 1882 for the north-north-east, in 1897 for the canal south-west, in 1901 for the ridge south-west, in 1910 for the “Path of English people”, in 1934 for the north with the guides Giacomo Schenatti and Lucchetti Albertini. One of the most fascinating itineraries is the one of the “Corda Molla”, along the ridge north-north-east, opened by Ignazio Dell'Andrino and Braccio De Ferrari (senior) and in 1914.

Testi Alpinistici a cura di / Alpine text by:Michele Comi (Guida Alpina della Valmalenco) Giuseppe Popi Miotti (Guida Alpina della Valmasino)

L’EMOZIONE OGGIRipercorrere la via tracciata dagli alpinisti inglesi è sicuramen-te il modo migliore per festeggiare l’anniversario della prima salita al Disgrazia. Il suo fascino, la sua ancora estesa copertura glaciale e quel paesaggio che fece stupire Leslie Stephen riser-vano ancora oggi emozioni uniche su una delle più belle vie al-pinistiche normali delle Alpi. Le vie di salita sui vari versanti del Disgrazia sono oggi molte, sia partendo dalla Valmalenco che dalla Val Masino. Ecco alcuni suggerimenti per programmare, naturalmente insieme con una Guida, la vostra ascensione al Picco Glorioso.Preparazione richiesta: buon stato di forma fisica generale, abitudine a lunghe escursioni in quota.Periodo consigliato: luglio-settembre

THE EMOTION TODAYGoing back to the way that followed the English explorers is for sure the best way to celebrate the anniversary of the first rise on Mount Disgrazia. Even today, its fascination, its glacial surface and the landscape that astonished Leslie Stephen give unique emotions on one of the most beautiful mountain paths of the Alps. The climb on the different sides of Mount Disgrazia are many today, both from Valmalenco and from Val Masino. Here follows some suggestions to plan, together with an guide, your rise to the Glorious Peak. Preparation requested: be on shape, be used to long mountain excursions.Beste period: July-September

Le Guide:Casa delle Guide della Valmalenco c/o Michele ComiVia Marconi 28Chiesa in Valmalenco (Sondrio) tel.+39 3488403009 (info-line) www.guidealpinevalmalenco.it

Guide Alpine Val Masino c/o Mario VannucciniSondrio (So) tel. +39 338 6919021 www.guidealpine.netwww.stilealpino.it

Centro Polifunzionale Casa delle Guide Valmasino - loc. FiloreraTel.+39 0342 640004www.centrodellamontagna.it

L’attrezzatura necessaria: scarponi e abbigliamento d’alta montagna, il materiale alpinistico (corda, piccozza e ramponi) può essere noleggiato presso le Guide.

Dove alloggiare - Hotel e RifugiIN VALMALENCO:Best Western Hotel Tremoggia ****Via Bernina 6Chiesa in Valmalenco (Sondrio) tel. +39 0342 451106 www.tremoggia.it

Rifugio Gerli Porro - Alpe Ventina (1965m) +39 0342 451404 Rifugio Ventina - Alpe Ventina (1975m)+39 0342 451458 Rifugio Tartaglione – loc. Forbicina - Chiareggio (1800m)+39 347 8508896

IN VAL MASINO: Relais Terme Bagni Masino ***Strada Provinciale 9, km 18Val Masino (Sondrio) tel. +39 0342 641090 www.termemasino.com

Rifugio Ponti - Valle di Preda Rossa (2559m)tel. +39 0342 611455www.valmasino-online.eu

Se volete organizzare la vostra salita al Disgrazia, approfittan-do delle proposte preparate dalle Guide Alpine della Valmalen-co, potete contattate direttamente Michele Comi o visitare il sito www.stilealpino.it

Should you be interested in climbing Mount Disgrazia, see the proposals of the Mountain Guides of Valmalenco, you can contact directly Michele Como or go the web sitewww.stilealpino.it

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HANS PURRMANNal museo d’artedi Mendrisio

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Il Museo d’arte di Mendrisio presenta dall' 8 aprile al 28 agosto 2011 l’esposizione dell’ar-tista tedesco Hans Purrmann, un grande protagonista della pittura del ‘900. Dopo la formazione a Monaco e a Berlino, nel 1905 Purrmann si recò a Parigi dove frequentò la cerchia del Café du Dôme e conobbe Matis-se, di cui divenne amico, discepolo e collega. Rientrato in Germania per poi ripartire alla volta dell’Italia (dove operò in qualità di di-rettore alla Villa Romana di Firenze) si stabilì quindi in Ticino, a Montagnola, dove strinse amicizia con Hermann Hesse. L’esposizione presentata dal museo d’arte di Mendrisio

propone un’interessante retrospettiva della sua opera (62 oli e 20 acquarelli), dal 1906 al 1964, incentrata sui suoi due soggetti pre-diletti, paesaggi e nature morte. L’iniziativa é promossa in collaborazione con il Museo Hermann Hesse che, nel medesimo perio-do, presenterà opere e documenti relativi al periodo ticinese dell’artista. La regione del Mendrisiotto e Basso Ceresio offre una varia-ta scelta di spazi museali e gallerie.

Il museo d’arte di Mendrisiopresenta un’eccezionale esposizionedi HANS PURRMANNun maestro del colore

testo Marili Fontanafoto Archivio Mendrisiotto Turismo

INFOMuseo d'arte di MendrisioOrari: da martedì - a venerdì: 10.00-12.00/14.00-17.00da sabato a domenica: 10.00-18.00www.mendrisiottoturismo.ch

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From 8th Aprilt to 28th August 2011 the Art Mu-seum of Mendrisio presents the exhibition of the German artist Hans Purrmann, a great prota-gonist of the painting in the 20th century. After the background in Munich and Berlin, in 1905 Purrmann went to Paris, where he used to go to the Café du Dôme, there he met Matisse and he became his friend, follower and colleague. He came back to Germany and later on he went to Italy (where he was director of the Villa Romana in Florence) and he stayed therefore in Switzer-land, in Montagnola, where he became friend of Hermann Hesse. The exhibition presented by the Art Museum of Mendrisio proposed an interesting retrospective of his works of art (62

canvas and 20 watercolors), from 1906 to 1964, focused on his two favorite subjects, landsca-pes and still life. The event is promoted in col-laboration with the Museum Hermann Hesse that, in the same period, presents works of art and documents related to the Swiss period of the artist. The region of Mendrisiotto and Basso Ceresio offers the opportunity to visit different museums and art galleries.

The art museum of mendrisio presentsa unique exhibition of hans purrmannmaster of color

In copertina, "Paesaggio con mare a Cassis", 1909, olio su tela 60X73; a sinistra, interno del museo; sopra, "Paesaggio ticinese", 1951, olio su tela 64X80

Inthe cover, "Paesaggio con mare a Cassis", 1909, canvas 60X73; on the left, the museum inside;

above, "Paesaggio ticinese", 1951, canvas 64X80

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n o p r o b l e m

a cura di:Giuseppe PeroneTiziano TestoriLorenzo Vanini

traduzione:

Martin Gani

S a l u t e

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Dovrebbe essere considerato obsoleto l’approccio paternalistico della vecchia medici-na in cui il curante decideva per il paziente senza informarlo e senza farlo partecipe delle scelte terapeutiche. Un moderno approccio richiede il coinvolgimento di chi è curato. Il paziente deve poter esprimere il proprio volere ed accettare il percorso terapeutico. In questo nuovo tipo di rapporto si può tuttavia incorrere nell’errore di pensare che il pa-ziente debba diventare un esperto e decidere autonomamente. Il medico è il responsa-bile del tipo di indirizzo terapeutico suggerito e in un rapporto fiduciario può indirizzare il paziente verso un certo iter rispetto ad un altro. Questo rischio è molto alto soprat-tutto nelle specialità mediche in cui non si “salva la vita” ma al massimo si “migliora la qualità di vita”. Inoltre questo rischio è sempre presente in quelle branche della medi-cina che sono a totale carico del paziente in cui il tornaconto economico della struttura che eroga la cura dipende dal numero di prestazioni eseguite. Tuttavia, per ovviare i rischi insiti in questi campi della medicina, ci sono degli strumenti che consentono di giudicare la professionalità e l’eticità della struttura a cui ci si rivolge. Si tratta di piccole verifiche sul campo che possono essere riassunte nelle seguenti domande: 1. Sono stato informato sul tipo di patologia di cui sono affetto in modo chiaro e comprensibile?; 2. Le varie possibilità terapeutiche mi sono state illustrate in modo semplice e comprensibi-le? I pazienti devono ricordarsi che nelle specialità mediche che “migliorano la qualità della vita” non c’è mai una sola opzione terapeutica; 3. È stata rilasciata una relazione scritta di quello che mi è stato comunicato verbalmente? Il paziente deve sapere che la migliore decisione terapeutica è quella che tiene contro dei bisogni individuali uniti al trattamento meno rischioso e meno invasivo. È sempre buona norma in caso di “dubbi” che possono sorgere nel malato chiedere una seconda opinione. Chi lavora in medicina e dirige strutture complesse sa bene che prendere decisioni talvolta significa muoversi nella totale incertezza ed opinabilità delle scelte fatte. L’errore diagnostico o terapeutico può essere sempre in agguato, tuttavia può essere arginato e non ripetuto attraverso ri-gorose procedure di controllo, elevando costantemente il livello di professionalità dell’é quipe curante.

The paternalistic approach whereby the doctor decides which therapy to choose without con-sulting or informing the patient should be considered obsolete in the 21st-century. A modern approach focused on the patient requires the involvement of the patient who must have a say in the choice of treatment being suggested and clearly express his approval of it. In this new type of doctor-patient relationship, however, it would be a mistake to expect the patient to turn into an expert and independently decide his or her own course of therapy.The doctor is responsible for indicating the appropriate therapy and based on mutual trust should guide the patient into making the best choice. The risk of making the wrong choice is, nevertheless, high especially in the fields of medicine where the aim is not so much ‘saving the life’ but improving the patient’s ‘quality of life.’ This risk is even higher in the branches of medicine where the total cost of the treatment is met by the patient and the clinic or hospital providing the service bene-fits financially from the quantity of patients treated and amount of service provided. However, against the risks involved in getting treatment in these fields of medicine, the patient is not totally defenceless. To judge the professional and ethical standing of the clinic or hospital in question, the patient should ask the following questions: 1 - Have I been informed of the type of pathology I’m suffering from in a clear and comprehensible manner?; 2 - Have I been infor-med of the variety of therapies available? Have these been explained to me in simple, clear language. Patients should be aware, in the branches of medicine that focus on ‘improving the quality of life’ there’s never just one choice of treatment; 3 - Have I been given a written report of what was discussed? The patient should know that the best therapy is the one that takes into account his or her own personal needs and matches them with the least risky, least invasive treatment. In case of ‘doubts’ arising in the patient’s mind, it is a good idea to get a second opi-nion. Medical professionals running complex medical facilities know well that decisions they make can at times be uncertain and/or questionable. Diagnostic or therapeutic errors may be waiting in ambush; nevertheless, these errors can be limited, or not repeated, by rigorous con-trol of procedures followed and raising the professionalism of the medical staff.

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P r o f .

CHERATOCONO E TRAPIANTO DI CORNEA

In queste poche righe il lettore potrà rendersi conto di quanto importante sia l’innovazione in campo oculistico tanto che in pochi anni si è riu-sciti ad abbandonare completamente il “vecchio bisturi” grazie all’avvento di tecnologie che, già allo stato attuale delle cose, hanno consentito l’introduzione di tecniche chirurgiche all'avanguardia, ma che nei prossimi anni ci permetteranno di fare ulteriori passi in avanti; la sfida da parte nostra è rappresentata dal fatto di riuscire a stare in linea con il continuo sviluppo tecnologico. Ogni anno circa 10 mila persone in Italia si sotto-pongono a trapianti di cornea. Oggi è possibile eseguire questo delicato intervento chirurgico, utilizzando il laser, senza cioè dover ricorrere al “bisturi tradizionale”. La cornea è una sottile (circa 500 micron) struttura trasparente che si trova nella parte più anteriore del globo oculare. Se paragoniamo l’occhio ad una telecamera, la cornea, insieme al cristallino, ne costituiscono l’obiettivo. La cornea, quando viene colpita da ma-lattie congenite (cheratocono), degenerazioni, traumi, infezioni, può perdere la normale trasparenza diventando opaca e deformata. In questi casi la funzione visiva si riduce anche fino alla cecità completa. A questa triste situazione è possibile rimediare sostituendo la cornea malata con una sana prelevata da un donatore. La cornea, a seconda della patologia in essere, può essere sostituita integralmente, cioè a tutto spessore, o solamente nella sua porzione più superficiale anteriore o solo per la sua porzione posteriore. Oggi in Italia, e mi piace ricordare che la mia équipe è stata tra le prime (nel 2004), ad eseguire il trapianto di cornea con il laser intrastromale, un apparecchio in grado di tagliare la cornea con la precisione di un micron con l’abbandono definitivo del “vecchio e obsoleto bisturi”. I vantaggi nell’utilizzo di questa tecnologia sono innume-revoli, basti pensare alla precisione del taglio sul ricevente e sul donatore che fanno sì che le due strutture anatomiche così trattate combacino perfettamente; poi grazie ad una “personale tecnica” siamo in grado di eseguire l’intervento in anestesia locale ed in alcuni casi anche in aneste-sia topica, vale a dire con il semplice ausilio di un collirio anestetico. Tutto questo porta ad un più rapido recupero visivo ed a un minor periodo di inabilità per il paziente. Sempre per la cura del cheratocono, che rappresenta la maggiore causa di trapianto di cornea in Italia e in Europa e la seconda negli USA, importante è la terapia con cross-linking corneale mediante Riboflavina-UVA; si tratta di una tecnica semplice e poco invasiva che permette di trattare le forme di cheratocono progressivo in fase iniziale, rallentandone l’evoluzione e nei casi migliori addirittura portare ad un arresto del processo degenerativo della cornea stessa.

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KERATOCONUS AND CORNEA TRANSPLANT

As the readers of this short article will soon realize, technology plays a crucial role in the field of ophthalmology. In recent years, thanks to the introduc-tion of innovative surgical procedures, the use of the ‘old scalpel’ has been completely abbandoned; over the next few years further progress is expected that will lead to less and less invasive surgery. What’s challenging for us ophthalmologists is to keep up with these on-going technological develop-ments. Every year some 10,000 people undergo cornea transplant in Italy. Today it is possible to perform this delicate operation using laser technology without resorting to the ‘traditional scalpel.’ Cornea is a thin (about 500 microns or 500 millionths of a metre) transparent layer situated at the front of the eyeball. If compared with a camera, it is, together with the lens of the eye, like the camera lens apparatus. When the cornea is afflicted by congenital illness (keratoconus), degenaration, trauma or infection, it may lose its transparency, progressively becoming opaque and deformed which results in progressively reduced vision even blindness. This sad condition can, however, be remedied by substituting the afflicted cornea with a healthy one sup-plied by a donor. Depending on the pathology in course, the whole cornea or only a thin layer at the anterior or posterior portion can be substituted. In Italy today, I’m pleased to remind my team was among the first (2004), it is possible to perform a cornea transplant by intrastromal laser keratostomy, a technique that allows the slicing of the cornea with a one micron precision and hence definitively rendering the scalpel truly ‘old and obsololete.’ The advantages of this high-tech procedure are numerous, suffice to consider the precision of the slicing both on the donor and receiver of the cornea which enables these anatomical parts to match perfectly. Whatsmore, thanks to a ‘personal technique’ developed by our team, we’re able to perform the transplant under local and in some cases even topical anesthesia i.e. by the use of simple, anesthetic eye drops. This naturally leads to a fast recovery of eyesight and less discomfort for the patient. Regarding the treatment of keratoconus, the main cause of cornea trasplants in Italy and Europe and the second most frequent cause in the USA, it is important to remember the cross-linking treatment known as Riboflavin-UVA, a little-invasive, simple technique that allows the treatment of progressive keratoconus in its early stages hence slowing down and in some fortunate cases even arresting the degeneration process in the cornea.

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La chirurgia implantologica degli ultimi 20 anni ha rivoluzionato in modo emblematico il concetto di sostituzione degli elementi dentali persi per problemi parodontali (a causa della cosiddetta piorrea), processi cariosi o traumi. Il mito della ricostruzione bionica delle parti del corpo andate perse è sicuramente per alcuni organi divenuto ormai una realtà consolidata, confermata da anni di ricerca e di attività clinica. In nessun campo della medicina ricostruttiva come nella implantologia dentaria si sono ottenuti in relativamente pochi anni risultati così brillanti. Attualmente si può affermare che in quasi ogni caso di perdita di elementi dentari tali elementi possono essere sostituiti seguendo iter chirurgici e protesici di consolidata efficacia. Tuttavia la sostituzione di elementi persi con elementi dentari il cui sostegno è garantito da nuove radici in titanio è una procedura chirurgico-protesica sofisticata che richiede approfondite conoscenze di biologia ossea, di chirurgia e protesi. L’apparato masticatorio può sembrare semplicisticamente un insieme di singoli elementi inseriti nel contesto del cavo orale, ma questo approccio semplificato non tiene conto degli aspetti funzionali ed estetici che non si limitano ad distretto oro-facciale. L’estetica facciale può essere influenzata da un trattamento implantare: il sorriso è una delle parti importanti di un viso. La bellezza di un viso è data anche dal sostegno dei tessuti molli offerto dalle basi scheletriche sottostanti che possono in casi di atrofia ossea far collassare l’intero viso. Forma, colore, posizione dei denti rapportati al viso nel suo insieme raccontano e comunicano le nostre emozioni e la nostra personalità. Oggigiorno la valenza del sorriso e dei suoi rapporti armonici con il volto si equipara alla funzione primaria dei denti ossia permetterci di masticare e di parlare correttamente. Come può l’implantologia influire sull’estetica del sorriso e del volto?È un arduo compito riprodurre fedelmente ciò che è andato perso perché in seguito alla perdita dei denti si perde anche l’osso di supporto che sostiene i tessuti facciali. Tipico è il viso delle persone anziane senza denti, affette da atrofia ossea (perdita dell’osso) o portatrici di protesi totali incongrue con prominenza della mandibola e aspetto incavato a livello del mascellare superiore. La dentatura si inserisce nel contesto di un volto e ogni volta che si eseguono tecniche di sostituzione o di modificazione di questo complesso sistema bisogna tenere conto non solo della procedura fine a se stessa ma essere in grado di prevedere l’impatto estetico e funzionale che tali processi possono avere sul soggetto che li subisce. L’obiettivo della moderna implantologia è quello di sostituire i denti nel rispetto della armonia funzionale ed estetica globale del viso. Soprattutto nei pazienti che hanno perso tutti i denti, l’implantologia può notevolmente migliorare la qualità della vita del paziente e l’aspetto estetico in generale. In questi pazienti la fase diagnostica è estremamente importante ed è richiesta una previsione dell’impatto estetico a protesi finita, non solo a livello del sorriso, ma di tutto il viso. Questi interventi di implantologia sono lunghi e dolorosi?Gli interventi non sono dolorosi e mediamente durano 1-2 ore, dipende dalla complessità del caso. Vengono praticati in anestesia locale con l’ausilio della sedazione cosciente pratica anestesiologica sicura, che è entrata nella routine quotidiana di molti interventi chirurgici in altri campi della medicina. L’interesse che suscita la sedazione cosciente, che abbassa il livello di ansia che ogni paziente ha prima di un intervento chirurgico è testimoniato dall’analisi del nostro sito www.implantologiaitalia.it in cui la pagina che contiene informazioni su questa pratica anestesiologica ha gli stessi visitatori della pagina in cui si parla di implantologia in generale. Il periodo post-operatorio è doloroso?La chirurgia implantare non crea nel post-operatorio dolori che non possono essere tenuti sotto controllo dai comuni analgesici utilizzati per il banale mal di testa. Per i pazienti particolarmente sensibili abbiamo a disposizione farmaci analgesici che agiscono direttamente sul sistema nervoso centrale, sono molto potenti e permettono di controllare i fastidi in quei pazienti che hanno una elevata soglia del dolore. Ricorriamo a questi potenti analgesici nel 2-3% dei casi. Questo dimostra come sia un intervento che, pur creando ansie e timori nella realtà, è ben tollerato dai pazienti. Tuttavia come per tutti gli interventi di tipo chirurgico viene consigliato un periodo di riposo commisurato al tipo di procedura che si è effettuata. Alla fase chirurgica segue quella protesica che consentirà di allestire la protesi fissa e tale fase non prevede nessun utilizzo dell' anestesia perché non necessario.

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Over the last 20 years, new surgical procedures in implantology have dramatically revolutionized the replacement of teeth lost due to gum disease (a.k.a pyorrhea), tooth decay or trauma. Bionic reconstruction of body parts is no longer science f iction, for some organs it has become a consolidated realit y as confirmed by years of clinical research and application. In no other f ield of reconstrutive medicine has such brilliant success, in such a short time, been obtained as in dental implantology. Currently nearly all missing teeth can be replaced by using consolidated, ef f icient surgical procedures and prostheses. Nevertheless replacement of lost teeth by permanent prostheses f ixed onto titanium roots is a sophisticated surger y necessitating a thorough knowledge of bone biology, surger y and prosthesis. Our chewing apparatus may seem like an ensemble of individual parts put together in our mouths, this simplif ied approach, however, does not take into account the functional and esthetic aspects which are not confined just to the mouth area of the face. Facial esthetics can be influenced by dental implant treatment, the smile, one of the most important parts of the face, may be af fected. The beaut y of a face also comes from the support of sof t tissues attached to underlying bones, if the bone suf fers disease and atrophies, the sof t tissues lose their base and the whole face ends up sagging. The shape, color and positioning of the teeth in relation to the face communicate our emotions and personalit y. Today, it is true to say the smile and harmony it creates with the face are as important as the primar y functions of the teeth that allow proper speaking and chewing. How can implantology influence our smile and facial esthetics in general? It ’s not an easy task to faithfully reproduce what is gone, af ter tooth loss the bone supporting facial tissues is also lost. A case in point is the elderly people with no teeth af f licted by bone atrophy or wearing misf itting false teeth that result in a prominent lower jaw and caving cheeks. The teeth are a part of the face and ever y time there is a technical/surgical inter vention to replace or modif y them in their complex setting, the specialist must take into account not only the surgical procedures but also the esthetic and functional impact these will have on the patient. The aim of modern implantology is to replace missing teeth and at the same time consider the impact on functional harmony and facial esthetics this will bring about. Above all, implantology can remarkably improve the qualit y of life as well as general esthetics of patients who’ve lost all their teeth. With these patients, the diagnostic stage is extremely important; not only the impact the new set of teeth will have on the smile but also on the entire face must be considered in advance. Is the implant procedure long and painful?No, it isn’t and lasts from one to two hours depending on the complexit y of the case. It is performed under local anesthesia and a safe tranquilizer now routinely used in other f ields of medicine where the patient is awake but mildly sedated. This sedation tech-nique that reduces anxiet y naturally felt before any kind of operation has generated much interest as can be seen by the number of visits to the page on anesthesia at our website w w w.implantologiaitalia.it which equalled the number of those who visited the site to obtain general information on implantology.Is the postoperative period painful? Implant surger y does not cause aches or pains that cannot be treated by analgesics used for treating a common headache. For par-ticularly sensitive patients, we have strong analgesics that work via the central ner vous system and alleviate any bothersome ache or pain ef f iciently. However, we only utilize these strong painkillers in 2-3% of cases which shows that although the implant surger y initially creates apprehension and anxiet y, it is well-tolerated by the patients undergoing it. Nevertheless, just as in all kinds of surger y, a period of rest appropriate to the operation undergone is recommended. Af ter the surgical stage comes the prosthesis sta-ge whereby the prostheses (new teeth) are f ixed onto the implant; this stage doesn’t cause any discomfort or pain hence it doesn’t necessitate any kind of anesthesia.

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L o r e n z o Va n i n iD o t t .

I TRAUMI DEI DENTI ANTERIORI NEL BAMBINO

Le fratture dei denti anteriori nei bambini possono causare danni e problemi estetici permanenti con conseguenze psicologiche che spesso portano, in età adulta, ad una tormentata relazione col proprio sorriso che diventa causa di difficoltà nelle relazioni interpersonali. L’incidenza dei traumi raggiunge il suo acme nell’età prescolare (1-6 anni) durante lo sviluppo locomotorio del bambino e nell’età scolare (6-18 anni) dove la maggior parte delle lesioni riportate sono correlate allo svol-gimento di attività sportive o ad incidenti durante il gioco. Studi epidemiologici dimostrano che i maschi sviluppano un maggior numero di traumi nella dentizione permanente rispetto alle femmine e che gli incidenti nell’ ambiente domestico sono la maggiore fonte di traumi nella dentizione decidua, così come quelli a casa e a scuola lo sono per la dentizione permanente. Una recente revisione della letteratura dimostra come il danno più frequente nella dentizione permanente è la frattura della corona, mentre in quella decidua prevalgono i danni ai tessuti di supporto parodontali (gengive, osso-alveolare, labbra).Come bisogna intervenire nel caso di un trauma con conseguente frattura degli incisivi in un bambino?Il primo “pronto soccorso” è prezioso; chi è accanto al bambino deve subito cercare i frammenti della corona del dente o, nel caso più grave di una avulsione trau-matica, recuperare assolutamente l’elemento espulso (corona e radice) e conservarlo al fresco in un contenitore con del latte o soluzione fisiologica. Deve inoltre procurare un collutorio a base di clorexidina e invitare il piccolo paziente a fare uno sciacquo di un minuto per decontaminare l’ambiente orale. Si deve quindi contattare immediatamente un odontoiatra esperto nel campo della pedodonzia o della conservativa. Nelle fratture coronali è importante verificare la presenza di una esposizione dell’organo pulpare e ricercare eventuali lesioni ai tessuti gengivali. L’odontoiatra verificherà anche se il trauma ha causato spostamenti della radice nell’alveolo con complicanze gravi quali fratture radicolari e/o dell’osso di supporto. E’ quindi importante un esame clinico e radiologico urgente: in questi casi la rapidità dell’intervento è fondamentale ai fini di una prognosi favorevole. Nella fratture coronali con esposizione della polpa bisogna proteggere prima possibile l’organo pulpare, per ridurre al minimo il tempo di contatto con l’ambiente orale e quindi la possibilità di una colonizzazione batterica che può causare infezione e successiva morte (necrosi) pulpare. Il mantenimento della vitalità è basilare per evitare complicanze biomeccaniche ed estetiche nel tempo quali crepe, fratture e decolorazioni corono-radicolari. Nel caso di spostamenti del dente nell’alveolo e di fratture dell’osso alveolare, riportare manualmente l’elemento nella corretta e na-turale posizione, ridurre la frattura ossea e stabilizzare il dente fissandolo con un presidio adesivo agli elementi vicini. Nelle avulsioni traumatiche, il dente recuperato deve essere reimpiantato prima possibile. Se il reimpianto viene eseguito entro un’ora dall’avulsione si parla di reimpianto immediato, con prognosi più favorevole circa la sua permanenza in bocca nel tempo. I denti reimpiantati vanno incontro nell’arco di 10 anni a un fenomeno di autodistruzione chiamato riassorbimento, che distrugge lentamente e completamente la radice. Nonostante la prognosi infausta i denti interessati da avulsione traumatica devono essere reimpiantati, mantenuti e monitorati nel tempo per garantire gli spazi di crescita e sviluppo della dentizione del bambino. A dentizione completata si potrà sostituire l’elemento perso con un impianto o una protesi adesiva. Come si ricostruiscono i denti traumatizzati dei bambini? Si devono ricostruire con tecniche ultraconservative, mirate al mantenimento della vitalità del dente e alla conservazione di tutto il tessuto dentale residuo. Le tecni-che ricostruttive, eseguite con l’uso di resine composite, sono due: tecnica diretta e tecnica indiretta. Nella tecnica diretta l’odontoiatra ricostruisce in bocca il pezzo di dente perso con il trauma cercando di ricreare forma e colore del dente naturale. L’intervento richiede tempi rapportati alla gravità e complessità della frattura, al colore e alla forma del dente ed infine al grado di collaborazione del bambino. I tempi di un intervento accurato possono variare da una a tre o quattro ore, a seconda della complessità dei casi. Nella tecnica indiretta, che trova le maggiori indicazioni nelle fratture più complesse e quando sono interessati più elementi, l’odontoiatra prepara i margini della lesione, ripulendoli in modo da poter incollare il pezzo mancante (intarsio) che verrà costruito in laboratorio dall’odontotecnico, grazie a una impronta della situazione rilevata dall’odontoiatra nella bocca del bambino. La tecnica indiretta, rispetto alla diretta, offre alcuni vantaggi come la riduzione dei tempi operativi alla poltrona (l’intervento a bocca aperta sul bambino è quindi più breve), la possibilità di provare e correggere il risultato estetico e infine la qualità del materiale composito utilizzato, che è sottoposto in laboratorio a un ciclo termico di cottura che lo rende più performante e più stabile nel tempo. Rispetto alla tecnica diretta, quella indiretta prevede però due sedute, una per la preparazione e le impronte e un'altra per la prova e l'incollaggio dell’intarsio, e dei costi più ele-vati, giustificati però da una superiore qualità.Qualunque sia la tecnica scelta, la durata a lungo termine (minimo 10-15 anni) delle ricostruzioni estetiche in composito è ormai provata dall’esperienza clinica e dalla letteratura internazionale tanto che oggi vengono considerate ricostruzioni definitive. Meritano perciò la massima attenzione da parte degli odontoiatri, dei medici legali e delle compagnie assicurative che a volte continuano però a vederle e considerarle come trattamenti intercettivi, in attesa di una ricostruzione protesica in età adulta. Questa, una visione sorpassata e inadeguata, poiché le moderne tecniche e i materiali di ultima generazione consentono una ricostruzione eccellente senza sacrificare inutilmente tessuto dentale. Applicare queste nuove tecniche è perciò una questione di progresso, di conoscenza e di … buonsenso!

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DEALING WITH INJURIES TO CHILDREN’S FRONT TEETH

Fractures in the front teeth can lead to chipping and/or tooth loss creating permanent esthetic problems in children who, in adult life, may suffer psychological drawbacks resulting in a tormented relationship with their smile and often cause difficulties in inter-personal relations. The incidence of tooth injuries in children reaches a peak at pre-school age of one to six during the development of motory functions like crawling, walking and running, and in school years between the ages of 6 and 18; most of the injuries can in fact be traced back to accidents that happen while playing or doing sports in this 12-year span. Epidemiological studies show that boys suffer a larger number injuries to their permanent teeth with respect to girls and while the accidents in the home are the main cause of injury to the milk teeth, accidents at school as well as in the home are behind the injuries to the permanent teeth. A recent review of scientific literature reveals that the most frequent injury to the permanent teeth is the fracture of the crown whereas in the milk teeth injury to the supporting tissues (gums, tooth-socket bone, lips) prevail. How are accidents that cause fracture of incisors in children dealt with?In these cases first aid is precious. Whoever is caring for the child must immediately look for the fragments of teeth in the vicinity and in more serious accidents recover all expelled parts (teeth and roots) and keep them immersed in milk or saline solution in a cool place. The young patient must then be made to rinse with mouthwash containing Chlorhexidine for one minute to disinfect the injury. Next, a dentist specialized in children’s teeth or tooth conservation must be contacted immediately. When a tooth breaks, it is important to verify whether the dental pulp is exposed and look for any probable lesions in the gums. The dentist will also check to see if the accident has caused any displacement of the roots in the tooth-sockets and for serious complications like the fracture of these roots or the supporting bone underne-ath. It is therefore important to urgently carry out a clinical examination supported by X-rays. A rapid intervention in these cases is fundamental for a favorable pro-gnosis. In cases of tooth fracture with dental pulp exposure, it is important to protect the pulp tissue as early as possible to reduce contact time with the environment as this will lead to infection and eventually necrosis (death) of the pulp tissue. Maintaining the teeth alive is a basic principle; it avoids bio-mechanical (e.g. chewing, speaking) complications as well as esthetic issues in time such as cracks, fractures or decolorization of the tooth and its borders with the gums. In the case of tooth displacement within the tooth-socket or the fracture of the bone underneath, it will be necessary to manually bring the tooth back to its correct, natural position to reduce further fracture and stabilize the tooth by fixing it with protective adhesive to its neighbors. In serious accidents causing tooth loss, it is important to implant the lost tooth back to its place as early as possible. If the implant is carried out within an hour of losing the tooth, it is called immediate implant and will have a more favorable prognosis and last longer. Such re-implanted teeth, however, have a life-span of some 10 years by which time they tend to self-destroy by a phenomenon called re-absorption whereby the roots are slowly but completely destroyed in time. Despite the unfavorable prognosis, the lost teeth must be re-implanted, maintai-ned and monitored to make sure there is enough room for growth and development of the child’s teeth. At full dentition, the lost tooth in question can be replaced with an implant or an adhesive prosthesis. How are damaged teeth in children reconstructed?The reconstruction is done by applying ultra-conservative techniques aiming at maintaining the tooth alive and conservation of all the surrounding dental tissue. The reconstruction techniques utilizing composite resins fall into two simple categories : direct and indirect. In the direct technique, the dentist repairs the chipped tooth following an accident by replacing the missing part with material that best fits the original tooth both in color and shape. The surgery time depends on the gravity and complication of the damage, the color and shape of the tooth and how much the child is able to co-operate. It may take from one to four hours to com-plete the surgery depending on the complexity of the case. In the indirect technique which deals with most of the complex fractures and where multiple injuries occur, the dentist cleanses and prepares the borders of the lesions where the missing tooth part(s) or inlays will be attached. To prepare the inlays, a dental impression is first taken by the dentist and passed on to a technician who’ll make the inlays in the laboratory so as to fit and match the original as closely as possible. The indirect technique offers some advantages such as the sitting time in the dentist’s chair (the child sits in the chair with an open mouth for a shorter period), opportunity for testing and correcting esthetic results and finally allows the use of composite materials that undergo heat treatment in the lab for better performance and stability in the long term. Unlike to the direct technique which requires only one session, the indirect technique necessitates two sessions, one for the preparation and the dental impressions and another for testing and attaching the inlays with consequent higher costs justified by a higher quality of work. Whatever the choice of technique may be, experience as well as international scientific literature have shown that tooth reconstructions using composite resins provide a long-term solution (at least 15 years) that is today considered definitive. Hence they deserve serious attention by dentists, medical examiners and insurance companies who at times continue to consider them transitory conditions awaiting a prosthesis in adult life. This is an outdated, inadequate view because modern techniques and new generation of materials allow an excellent reconstruction without pointlessly sacrificing dental tissue. Applying these new techniques is therefo-re not only a question of progress and knowledge but also common sense.

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La miaAVVENTURA

VALENTINA PEDALÁ

Chiudo gli occhi e ricordo: 111 giorni di viaggio, un itinerario comples-so e variegato che mi ha portato a toccare tre continenti, cinque Paesi, 15.000 chilometri di pista, due deserti e ... i luoghi più nascosti della mia anima. Impossibile racchiudere in sole mille parole così tante emo-zioni. Ma ci voglio provare. Per ogni Paese un ricordo: partiamo dalla Grecia, chilometri e chilometri e poi il blu del mare, un catamarano, isole brulle e sperdute, ma una mi rimane nel cuore. Simi nel dode-caneso, un connubio di colore e fantasia. Simi e le sue spugne dalle forme stravaganti, il colore del tramonto che si staglia sul mare, le mie nostalgie e le mie paure che affiorano sull'acqua. La Grecia non è mai stata così lontana da casa. Ma siamo già  in Turchia, fra Oriente ed Oc-cidente, la meraviglia di entrare ad Istanbul, la difficoltà  di abituarsi alle abitudini locali. Della Turchia ricordo il sapore dell'agnello e del montone che ho imparato ad odiare profondamente. E’ stata la parte del viaggio che ho trovato più difficile. Ero in viaggio da abbastanza tempo per cominciare a sentire la nostalgia di casa, ma troppo lon-tana dalla fine per trovare un qualsiasi conforto o certezza. Ma poi si continua e la carovana attraversa, accompagnata da polvere di sabbia rossa, la “porta di Antiochia”, che ufficializza l'entrata delle Donnaav-ventura nel mondo arabo. In Siria il ricordo più bello rimane il suk co-lorato di Aleppo: una città  in cui starei per sempre, ma il viaggio conti-

nua attraversa Palmyra e le sue rovine, Damasco e le sue moschee fino ad arrivare in Giordania. Volevo andare a Petra da una vita e quando sono arrivata al limite della gola ed ho intravisto il tesoro, il mio cuore si è fermato. La ricordo come una delle giornate più belle della mia vita. Era roccia rosa immensa e io piccola che guardavo stranita quello spettacolo d'altri tempi. La stessa emozione l’ho poi provata  in terra egiziana, nell'ultima parte di viaggio, tra le oasi del deserto. Guidare nella sabbia e poi, come d'incanto, scorgere un angolo apparecchiato per noi con chamapagne per brindare alla fine di un'esperienza che ricorderò per sempre per le bellezze che i miei occhi hanno avuto la fortuna di vedere, per quelle cinque amiche che ho incontrato e con cui ho condiviso tutto e per quell'abbraccio che l'8 dicembre all'ae-reoporto di Malpensa mi ha ricordato che non c'è gioia più grande dell'amore che lega una madre alla propria figlia. Allora è il caso di dirlo: viaggiare e conoscere mi è servito per intraprendere la scelta più coraggiosa: quella di vivere una vita normale. Donnavventura è un’esperienza di vita, condivisa con altre cinque ragazze pronte ad abbandonare le proprie vite per improvvisarsi reporter e andare alla scoperta di luoghi ignoti e culture diverse. Quest’anno la carovana ha toccato Grecia, Turchia, Siria, Giordania, Egitto. Quest’anno tra quelle sei fortunate c’ero anch'io!

di Valentina Pedalàfoto Archivio Donnavventura

P E O P L E

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I close my eyes and I remember: 111 days travelling, a complex and varie-gated itinerary that let me touch three continents, five countries 15.000 kilometers of trail, two deserts and... the most hidden places of my soul. It’s impossible to contain in just a thousand words so many emotions. But I try to. A memory for every country: let’s start from Greece, kilometers and kilometers and then the blue of the sea, a catamaran, bare and remote islands, but one is in my heart. Simi in the Dodecanese, a combination of color and imagination: Simi and its sponges with eccentric forms, the co-lor of the sunset that stands out on the sea, my nostalgias and my fears that appear on the water surface. Greece has never been so distant from house. But we are already in Turkey, among East and West, the wonder to enter in Istanbul, the difficulty in getting used to the local habits. From Turkey I remember the taste of the lamb and the ram that I learned to hate deeply. It was the most difficult part of the trip. I was travelling for enough time to miss home, but I was too far from the end to find any comfort or certainty. But then the trip continues and the caravan crosses the “door of Antiochia” accompanied by dust of red sand, that officialized the entran-ce of our team “Donnaavventura” in the Arabic world. In Syria the most

beautiful memory is the colored suq of Aleppo. A city where I would stay forever, but the trip continues crossing Palmyra and its ruins, Damask and its mosques until Jordan. It was a lifetime since I wanted to go to Petra and when I reached the limit of the gorge and I saw the treasure my heart stop-ped, I remember that day as one of the best of my life. It was an immense pink rock and I was small watching stunned that show of ancient times. I felt the same emotion in Egypt during the last part of the trip among the oases of the desert. Driving among the sand and then as a dream, se-eing a place prepared for us with champagne to celebrate the end of the trip. A trip that I will never forget for the beauties my eyes saw, for the five friends I met and with whom I shared everything and for the hug on 8th December at the Malpensa airport that reminded me the greatest joy is the love that ties a mother to her daughter. So I can say: to travel and to know helped me in making the bravest choice: to live a normal life. Don-navventura is a life experience, a trip with five girls ready to abandon their lives to try and be reporters and to go and discover unknown places and different cultures. This year the carovan touched Greece, Turkey, Syria, Jor-dan, Egypt. This year I was among those lucky girls.

Nelle pagine precedenti e sopra, alcuni momenti del viaggio intrappreso da Valentina insieme alle sue compagne di Donnavventura

In the previous pages and above, some moments of trip:Valentina with her friends of Donnavventura

My ADVENTURE

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P E O P L E

FRANCESCOCORBETTA

Scrivere di Francesco Corbetta, o meglio, del “foto-grafo Corbetta” non è semplice perché quando ti trovi dinanzi alle sue opere sono molteplici le sen-sazioni che ti suscitano. Così ho preso in prestito due frasi, una della famosa scrittrice Isabel Allende e l’altra del grande fotografo Henry Cartier-Bresson che esprimono gli stati d’animo personali avuti dinanzi agli scatti del giovane artista comasco. “La macchina fotografica è uno strumento semplice, anche il più stupido può usarla, la sfida consiste nel creare attraverso di essa quella combinazione tra verità e bellezza chiamata arte” (Isabel Allende, Ritratto in seppia, 2001) e “Fotografare è porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi ed il cuore. E’ un modo di vivere” (Henry Cartier-Bresson). Nel-lo stesso tempo sintetizzano il percorso creativo seguito da Corbetta che nelle sue opere reinven-ta sotto una luce diversa i soggetti visti attraverso l’obiettivo delle sue inseparabili macchine foto-grafiche. Non sono solo scatti istantanei eseguiti con esposizioni multiple ma vanno oltre. Il visibile diviene sfumato nei contorni lasciandone traspari-re il soggetto che rimane sullo sfondo, cambiando-ne la percezione e i colori che risultano dominanti solo nei toni del violetto e dell’azzurro. Molti dei suoi scatti sono stati esposti in mostre personali e collettive in Italia e numerosi sono i riconoscimen-ti ottenuti. Alcune delle sue foto sono conservate presso il Centro Italiano della Fotografia d’Autore e nella Galleria Civica di Modena.

Writing about Francesco Corbetta, o better, about "the photographer Corbetta" is not simple, because when you are in front of his works you have different feelings. So I decided to use two phrases, one is of the famous writer Isabel Allende and the other one is of the great photographer Henry Cartier-Bresson which express the personal feelings I had in front of the shoots made by the photographer of Como. "The camera is a simle instrument, everyone can use it, the challenge is to cre-ate a combination between truth and beauty and this is called art" (Isabel Allende, Ritratto in seppia, 2001) and "Taking a photo means posing mind, eyes and heart on the same line. It is a way of living". (Henry Car-tier-Bresson). They represent the creative path follo-wed by Corbetta, in his works he reinvents the subjects with a different light, thanks to the lenses of his insepa-rable cameras. They are not just shoots with multiple exposures, but they go far. What is visible desappers in the lines and only the subject remains, changing the perception and the colours which dominates in the tones of violet and light blue. He presented his works in many individual and collective exhibitions. Some of his photos are kept in the Italian Center of the Author Photography and in the Civic Gallery of Modena.

Lampi diLUCE e COLORE

di Rosaria Casalifoto Francesco Corbetta

Flash ofLIGHT and COLOR

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Ara Pacis, Roma

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Porta Nuova, Milano

Duomo, Como

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"Piazza Anime "

Palazzo Terragni, Como

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La forza delle donne, ci verrebbe da dire mutuando una frase del gran-de Oscar Wilde, deriva da qualcosa che la psicologia non può spiegare. Qualcosa di talmente insito nella persona, da essere inspiegabile e mi-sterioso. Proprio questa forza è una delle caratteristiche che salta su-bito all’occhio durante l’incontro con Luciana Spalla, presidente della Sezione Femminile CRI di Como. E’ un giovedì mattina e, come accade ogni settimana, la signora Spalla e le sue due collaboratrici si appre-stano ad aprire le porte della sede di via Italia Libera a tante famiglie,

di Elisabetta Comeriofoto Carlo Pozzoni

P E O P L E

LUCIANA SPALLA

Donna in PRIMA linea

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In questa pagina, la sede storica della Croce Rossa Italiana di Como

On this page, the headquarters of the Italian Red Cross of Como

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anziani e giovani bisognosi di un aiuto. Ad oggi, sono circa 40 i nuclei familiari che si rivolgono allo sportello di ascolto, creato e gestito dal-la sezione femminile, con le più disparate richieste: generi alimentari e di conforto, per consigli o per il semplice bisogno di una persona pronta ad ascoltare. «Tutto quello che vede qui - si riferisce a scatoloni di viveri - ci viene omaggiato da alcune associazioni o viene acqui-stato da noi stesse, attraverso un’operazione di autotassazione. Ogni mese aumentano le persone che si rivolgono a noi con richieste di aiuto e dobbiamo farci trovare pronte per soddisfare le tante doman-de. Sono in aumento, diversamente da quanto si possa presumere, le famiglie italiane che si accostano alla nostra realtà: madri sole, padri di famiglia rimasti senza lavoro. Molto spesso ci viene richiesto anche un aiuto per la ricerca di un’occupazione, ma purtroppo da questo punto di vista possiamo essere poco utili. Per questo manteniamo un fitto dialogo con i servizi sociali di Como». Nel proseguire il suo rac-conto, il suo sguardo si illumina ancor di più di emozione: «Settima-nalmente svolgiamo anche servizi a domicilio dai “nostri vecchietti», che sono impossibilitati a raggiungere la sede. Sono persone speciali, spesso rimaste sole, alle quali portiamo la spesa o, semplicemente, un po’ di compagnia. C’è chi ci ripaga dandoci i numeri da giocare al

lotto…» Ma la vita “professionale” del presidente del Comitato fem-minile di Como non è tutta qui. Anzi. Ci descrive le tante esperienze vissute nel campo del servizio verso il prossimo: «Da anni faccio parte della Protezione Civile della CRI, di cui sono delegata regionale, con la quale ho condiviso esperienze indimenticabili. L’ultima è stata in Abruzzo, in occasione del terribile terremoto che ha colpito questa terra». Nello scorrere le foto appese nel suo ufficio, si scoprono scorci ancora nuovi: Lourdes durante il viaggio effettuato con il treno-ospe-dale, la visita al Papa con ragazzi disabili.. Insomma, un viaggio con-tinuo ed ogni volta diverso, ma con un unico comun denominatore: l’aiuto verso il prossimo, ma il mondo della Croce Rossa non si ferma qui. Oltre la porta, si apre un mondo fatto di 6.000 interventi, 329 tra volontari, pionieri e infermiere che quotidianamente si attivano in vari servizi per la cittadinanza, un mezzo per il trasporto di organi, servizio per dializzati. Una realtà in crescita, ogni anno infatti si tiene un corso per volontari, e in evoluzione, i servizi offerti sono sempre maggiori. Uscendo dallo studio incontro una giovane coppia in atte-sa di un colloquio. Mi salutano con un enorme sorriso, lo stesso che ricambia la signora Spalla degli sforzi profusi per poter dare a queste persone un aiuto concreto.

Sotto, Luciana Spalla con le sue fedeli collaboratrici

Below, Luciana Spalla with her faithful staff

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Sotto, la squadra della Croce Rossa di Como

Below, the team of the Red Cross of Como

We met Luciana Spalla, president of the Female Section of the CRI (Italian Red Cross) in Como during a Thursday morning and just like every week she was going to open the door of the headquarters in via Italia Libera to many families, elderly and young people who were looking for help. “Everything you see here – she means boxes with food – was given to us by some associations or we bought it directly. Every month there are more and more people who come here because they need help and we have to be ready for them. A part from the service we supply in the headquarters, we have also developed weekly home services for some elderly people who cannot reach us. They are special people, often they are alone and we bring them food, or just we go and visit them”. With pride Luciana Spalla tells us many experiences she had in this field: “It’s many years I work for the Civil Defence of the CRI, I am a regional delegate and I shared unfor-gettable experiences in Abruzzo, in Lourdes and in Rome”. She is a strong woman, she is always active and for many years she is working to help other people.

Woman in the FRONT LINE

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T E R R I T O R I O

Sono le 15.30 circa quando varchiamo la so-glia dell’istituto Villa Santa Maria di Taverne-rio. Insieme a noi, genitori e parenti di alcuni ragazzi che hanno appena terminato la loro giornata all’interno della struttura. Siamo accolti da bambini sorridenti che, alla vista di mamma e papà si illuminano di gioia. Il tempo di salutare gli educatori, che li hanno tenuti per mano durante tutta la giornata e poi via, di corsa verso casa. Scopriamo dalle parole di Cinzia Triscari, neuropsichiatra in-fantile, che sono circa 80 i bambini e gli ado-lescenti che quotidianamente raggiungono l’istituto per frequentare la “scuola paterna”, istituita e gestita internamente dal personale di Villa Santa Maria e la scuola statale. L’esi-genza di dare vita alla scuola paterna è nata da una sempre crescente richiesta da parte di utenti esterni di poter realizzare scuole ele-mentari e medie all’interno dell’istituto, così che i bambini affetti da patologie neurolo-

giche e comportamentali potessero trovare un ambiente adatto a loro. Perché “pater-na”, ci viene da chiedere? «Perché trasmette un’idea di affetto, di abbraccio», risponde la dottoressa Triscari, nostra guida d’eccezio-ne che ci introduce a questo mondo, dove l’amore è il vero motore. Incontriamo i bam-bini e gli adolescenti che vivono in questa struttura. Ad oggi sono circa 90, dai 4 ai 20 anni. Sono ragazzi affetti da gravi patologie che vengono affidati dalle famiglie a que-sto centro perché possano essere accuditi e curati nel modo migliore. «Sappiamo che l’accettazione della malattia non è un proce-dimento semplice per dei genitori. Spesso, molte famiglie cercano di inserire il proprio figlio in un ambiente sociale “normale”, ma sarebbe importante capire che, prima viene affrontata la patologia, maggiori sono i mar-gini di miglioramento. Noi ospitiamo bambi-ni a partire dai quattro, cinque anni, ma sa-

ISTITUTOVILLA SANTA MARIA

ProfessionalitàUmanità e

di Elisabetta Comeriofoto Archivio Istituto Villa Santa Maria

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rebbe utile poter cominciare a lavorare con loro già dalle prime manifestazioni della ma-lattia». Villa Santa Maria, oltre ad avvalersi di personale altamente qualificato, formato da circa novanta professionisti specializzati in diversi settori, possiede anche avanzate tec-nologie in campo medico, per poter affron-tare la maggior parte delle situazioni, anche le più problematiche, senza doversi rivolgere a strutture esterne. Spesso gli educatori par-tecipano a stage esteri, corsi di formazione ed effettuano scambi con altri Paesi, come Israele. Nel corso della visita, la dottoressa Triscari ci presenta, ad uno ad uno, i bambini e gli educatori e, oltre a spiegare le diverse iniziative cardine dell’attività giornaliera, ci parla degli obiettivi che vengono perseguiti. «Vengono svolte azioni mirate al migliora-

mento relativo all’autonomia personale ed alle competenza adattive. – ci spiega la dot-toressa Triscari – Ogni passo in avanti, seppur piccolo ad occhi esterni, è vissuto come una grande conquista, perché lo è». A proposito di conquiste, impossibile non festeggiare la medaglia d’oro di Luca Varesano, atleta della Canottieri Lario e ospite della struttura di Ta-vernerio, ai Campionati Italiani di canottag-gio Indoor a San Benedetto del Tronto. Un grande cartellone lo celebra all’ingresso. Tut-ti qui fanno il tifo per lui. Servirebbero pagine e pagine per spiegare quello che rappresen-ta davvero questa realtà per tante famiglie e per il territorio. Usciamo con gli occhi pieni di quei volti, della dedizione e dell’amore che, ogni giorno, pervade questa realtà, vera ric-chezza comasca.

In queste pagine, alcune delle attività svolte all'interno dell'Istituto Villa Santa Maria di Tavernerio

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Charity and professional skillsIt’s about 3.30 pm, when we cross the threshold of the institute Villa Santa Maria of Tavernerio. From the words of Cinzia Triscari, child neu-ropsychiatrist, we discover that around 80 kids come here every day to attend the “paternal school” and the public school. The need to give life to the paternal school is born because of an increasing request by the external persons: to have elementary school and secondary school inside the institute, so children who have neu-rological and behavioral pathologies, can find a proper environment for them. Why is it called

“paternal”? «Because it transmits an idea of affection, of embrace» says doctor Triscari. We met children and teen-agers who live in this structure. Today they are 90, from 4 to 20 years old. They suffer of serious pathologies and their families rely on this institute in order to let them be treated in the best way. Villa Saint Maria has a highly qualified staff, of around 90 speciali-zed professionals, who used advanced techno-logies in medical field, to face most part of the situations without relying on external facilities. During the visit, doctor Triscari introduces us, one by one, children and educators and she explains us of what they usually do to improve the personal autonomy and the adaptive com-petence.

In these pages, some of the activities inside the Institute Villa Santa Maria of Tavernerio

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Focus on è il titolo della sezione che Magic Lake ha deciso di dedicare alle nostre eccellenze imprenditoriali e non, capaci di migliorarsi con-tinuamente e che si impegnano in prima persona, attraverso il proprio lavoro, nella promozione del nostro territorio nel mondo.

Focus on is the title of the section that Magic Lake dedicated to the excel-lences, entrepreneurial and not, which are able to improve continuously and which with their work are personally committed in the promotion of our territory in the world.

Beatificazione di Papa Giovanni Paolo IIBeatification of Pope John Paul II

Artsana Group si espande in RussiaArtsana Group is expanding in Russia

Jumbo Collection: lusso e prestigio nel carattereJumbo Collection: luxury and prestige

ComoNext ospita l'ufficio stile del Gruppo CartoramaComoNext guests the style office of the Cartorama Group

32esimo Concorso Fotografico Nazionale: scatti d'autore in digitale32nd National Photographic Contest: author's digital shoots

Franco Soldaini, "I sapori della memoria"Franco Soldaini, "I sapori della memoria"

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F O C U S O N

Magic Lake

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BEATIF ICAZIONE DI PAPA GIOVANNI PAOLO I I Magic Lake

8 aprile 2005: data dell’autentico inizio del processo di beati-f icazione di Giovanni Paolo II. Si, perché fu proprio quel gior-no, in occasione dei solenni funerali del Papa polacco, che il mondo, riunitosi simbolicamente a Roma per rendere un ultimo saluto ad un uomo eccezionale, urlò a gran voce: “santo subito”. Il 1 maggio 2011, sei anni più tardi, migliaia di fedeli si troveran-no nuovamente in piazza San Pietro e invaderanno la capitale, per la beatif icazione di Giovanni Paolo II, frutto dell’immediata risposta data da Papa Benedetto XVI alle determinate richieste dei fedeli. Ed era proprio maggio, per la precisione il 4 e il 5 maggio di 15 anni fa, che Giovanni Paolo salutava le centinaia

di persone allo stadio G. Sinigaglia, percorreva sulla papa mo-bile le vie della nostra città, veniva svegliato nel cuore della notte da un gruppo di giovani che stazionavano sotto il balco-ne del vescovado comasco per ricevere un suo saluto. E chissà quanti comaschi, in occasione di questo solenne momento, de-cideranno di raggiungere Roma, unendosi ai tantissimi fedeli, per prendere parte all’annuncio di beatif icazione di Giovanni Paolo II, il Papa della gente, dei giovani e dei bambini che nei ventisette anni di pontificato ha saputo insegnare, educare, entrare nel cuore dei giovani, forse come nessuno aveva sapu-to fare prima di lui.

Nelle foto, alcuni momenti della visita di Papa Giovanni Paolo IIa Como avvenuta il 4 e 5 maggio di 15 anni fa

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BEATIF ICAZIONE DI PAPA GIOVANNI PAOLO I I BEATIFICATION OF POPE JOHN PAUL I I

8th April 2005: date of the official beginning of the process of be-atification of John Paul II. Yes, exactly that day, on the occasion of the solemn funerals of the Polish Pope, the world symbolically gathered in Rome to say goodbye to an exceptional man and eve-rybody said “Saint now”. On 1st May 2011, six years later, thou-sands of believers will gather again in San Peter Square and will be in the capital of Italy for the beatification of John Paul II, it is the result of the immediate response given by Pope Benedict XVI to the requests of the believers. It was in May, to be precise on 4th and 5th May 15 years ago, when John Paul welcomed thousands people at the stadium G.Sinigaglia, he crossed the streets of our

city on the Pope’s car, on that occasion a group of young people was under the balcony of the Bishop Palace to receive his gree-ting. Probably lots of people of Como will reach Rome, together with many believers, to participate at the announcement of bea-tification of John Paul II, the Pope of the people, of young people and children. In his 27 years of pontificate he was able to teach, to educate, to enter in the heart of young people, maybe like nobody did before.

In the photos, some moments during the visit of Pope John Paul IIin Como 15 years ago

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ARTSANA GROUP si espande in Russia Magic Lake

Artsana Group ha inaugurato a gennaio la sua nuova filiale com-merciale a Mosca, con l’obiettivo di promuovere e rafforzare la presenza del brand Chicco nel mercato russo: il progetto rientra nella strategia di crescita profittevole del Gruppo nei mercati in-ternazionali dei prodotti per la prima infanzia. La nuova sede, si-tuata a nord-est di Mosca, avrà infatti l’obiettivo di incrementare la notorietà del brand e aumentare le vendite nei canali specializzati in prodotti per bambini. Il marchio Chicco è presente in Russia da oltre vent’anni, ma l’importanza strategica di questo mercato e gli ambiziosi propositi di crescita del brand, hanno portato Artsana Group a decidere di aprire una propria filiale sul territorio. Al mo-mento, infatti, il marchio Chicco ricopre il 5% della quota di mer-cato, ma l’obiettivo dell’azienda è quello di raddoppiare tale quota nei prossimi anni. Con un fatturato globale che si avvicina veloce-mente agli 800 milioni di euro, Chicco è oggi uno dei marchi leader

nel mercato mondiale dei Baby Products. La forza del marchio è proprio quella di essere l’unico brand ‘cross category’ nel mercato mondiale, in grado di soddisfare i bisogni dei bambini da 0 a 36 mesi a 360°. Presente in oltre 120 paesi, pur conservando il suo cuore in Italia, Chicco ha sempre più un carattere internazionale e oggi più del 60% del suo fatturato viene realizzato al di fuori dei confini nazionali. Michele Catelli, Chairman & CEO Artsana Group: “Il mercato russo è considerato ad alto potenziale di sviluppo nella nostra strategia di presenza internazionale nei paesi emergenti. La strategia che il Gruppo sta implementando in questi anni, è quella di ampliare il numero di Paesi direttamente controllati attraverso filiali o uffici di rappresentanza commerciale. Per queste ragioni abbiamo deciso di inaugurare la nostra nuova sede a Mosca, per essere ancora più competitivi in un mercato in cui crediamo pro-fondamente“.

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ARTSANA GROUP si espande in Russia ARTSANA GROUP is expanding in Russia

In January the Artsana Group inaugurated the new commercial offices in Moscow, aiming at promoting and fostering the presen-ce of the brand Chicco on the Russian market: the project is part of the strategy of profitable growth of the Group on the international markets for baby care products. The new headquarters, located in the northeast of Moscow, were built to increase the importan-ce of the brand and to raise the sales in the specialized channels of baby care products. The brand Chicco is known on the Russian market for more than 20 years, but the strategic importance of this market and the ambitious intentions of growth of the brand, made the Artsana Group decide to open its own offices on the ter-ritory. At the moment, actually, the brand Chicco accounts for 5% of the market share, but the goal of the company is to double this share in the next years. The total turnover is of about 800 million

euros and today Chicco is one of the leader brand of Baby Products on the world market. The strength of the brand is to be the only brand ‘cross category’ on the market, to satisfy the needs of chil-dren from 0 to 36 months at 360°. Present in over 120 countries, though its heart beats in Italy, Chicco has become more and more international and today 60% of its profits are generated beyond national borders. Michele Catelli, Chairman & CEO Artsana Group: “The Russian market is considered to be of a high potential growth in our strategy of international presence in the emerging markets. The strategy that the Group is implementing in these years, is to expand the number of countries directly controlled by the commer-cial offices. For these reasons we decided to inaugurate our new of-fices in Moscow, to be even more competitive in a market in which we deeply believe."

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JUMBO COLLECTION: lusso e prestigio nel carattere Magic Lake

Jumbo Collection s.r.l è tra le aziende leader a livello interna-zionale per la produzione di imbottiti, mobili e cucine classiche. Emozione, Curiosità, Innovazione: questi i fattori propulsivi che conducono alla creazione delle singole collezioni firmate Jumbo Collection. L'Emozione di evocare in ogni produzione un senso av-volgente di lusso e di prestigio, con la consapevolezza di plasmare ogni volta qualcosa di unico in termini di creatività e qualità. La Cu-riosità che trae linfa dalle sensazioni che provengono dal confron-to con i clienti portatori di culture diverse e lontane. L'Innovazione come capacità di rinnovarsi sia a livello produttivo sia sul piano creativo, pur mantenendo la coerenza stilistica, per anticipare i prossimi dettami dei mercati e il gusto emergente. Tratti distintivi dell’”italianità” delle collezioni, parte integrante della “cultura del

bello” come stile di vita, appaiono nell’estrema cura del dettaglio, nell’incessante attenzione alle finiture volte a proporre un concept Jumbo che permetta di definire un’atmosfera unica e caratteriz-zante. Roi Soleil Chest. Considerato un vero pezzo d’arte, verrà prodotto in edizione limitata di soli 30 pezzi, ognuno numerato progressivamente. L’idea, firmata dall’architetto Livio Ballabio, è la riproduzione e la reinterpretazione di un antico cassettone che era presente in un appartamento reale. Espressione del massimo li-vello del connubio tra il lusso e l'artigianalità italiana e frutto di un lavoro minuzioso da parte di mani esperte ed ultra specializzate, è realizzato con ricchi intarsi di madre perla provenienti da 5 diversi paesi del mondo, con una considerevole lavorazione in vero avorio e con gambe rivestite in bronzo.

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JUMBO COLLECTION: lusso e prestigio nel carattere

Jumbo Collection s.r.l is among the leader companies at interna-tional level for the production of sofas, pieces of furniture and classical kitchens. Emotion, Curiosity, Innovation: these the main factors which bring to the creation of the unique collection signed Jumbo Collection. The Emotion to evoke a feeling of luxury and prestige in every product, together with the awareness to create every time something unmatched in terms of creativity and qua-lity. The Curiosity which is supported by the sensations that come from the comparison with the customers with their different and distant cultures. The Innovation as the ability to renovate oneself from the production and from the creation points of view, still maintaining the stylistic coherence to anticipate the market tren-ds. The characteristics linked to the “Italian style” in the collec-

JUMBO COLLECTION: luxur y and prest ige

tions, integral part of the “culture of the beauty” as a lifestyle can be detected in the extreme care of the detail, in the constant at-tention to the finishes in order to propose a concept Jumbo which can define a unique and particular atmosphere. Roi Soleil Chest. Considered a real piece of art, it will be produced in limited edi-tion in 30 progressively numbered pieces. The idea of the architect Livio Ballabio, is the reproduction and the reinterpretation of an ancient chest of drawers that was found in a real apartment. It is the expression of the highest level of the union between luxury and Italian handmade tradition and it is also the result of an accurate work made by expert hands. It has rich inlays of nacre coming from 5 different countries, with a considerable manufacturing in ivory and with legs covered in bronze.

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ComoNext ospita l'uf f icio stile del Gruppo CARTORAMA

Dallo scorso febbraio, una nuova magnifica sede ospita l’Ufficio Stile di Gruppo Cartorama. Implementato e rafforzato con nuove risor-se e tecnologie innovative, l’ufficio stile dell’azienda italiana leader nel licensing dei prodotti scolastici, regalistica e articoli natalizi, si è trasferito da Verona a Lomazzo nella prestigiosa cornice del Parco Scientifico Tecnologico ComoNext, una struttura organizzata che si pone l’obiettivo di facilitare lo sviluppo e la competitività delle im-prese del territorio promuovendo in esse la cultura dell’innovazione a 360°. Il parco sorge in un vecchio contenitore industriale, il Cotoni-ficio Somaini, realizzato negli anni ‘20 e sapientemente ristrutturato dall’architetto comasco Ado Franchini, che ha rispettato la struttura portante esterna ed interna, evidenziando e valorizzando i muri in mattoni e le colonne in ghisa, accostandola con elementi contempo-

Magic Lake

I nuovi uffici Stile a ComoNext

ranei quali il vetro, soppalchi e pozzi di luce. E’ un luogo dal sapore di design, dove si respira un clima di cultura, tecnologia ed innovazione. La passione che da sempre contraddistingue Gruppo Cartorama oggi può quindi sfogare la creatività in uno spazio all’avanguardia, davve-ro attuale, che diventa così per l’azienda l’incubatore ideale per svi-luppare idee innovative, per la scelta di nuovi materiali, i colori moda del momento, nuovissime forme per il prodotto e la ricerca delle ul-time tendenze. All’interno dell’ufficio stile, che vanta già una decina di creativi di grande esperienza nel campo del tessuto per la scuola e del licensing, è nato inoltre un vero laboratorio di stile, attrezzato con macchinari per la realizzazione dei campioni di produzione, che permetterà all’azienda di vedere immediatamente l'effetto delle scel-te prese in fase di progetto, e accorciare le tempistiche della filiera.

The new Stly Office at ComoNext

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ComoNext guests the Style Off ice of the CARTORAMA Group

From last February, a new magnificent headquarter for the Style Office of the Cartorama Group. Implemented and strengthened with new re-sources and innovative technologies, the Style Office of the Italian firm leader in the licensing of the school products, presents and Christmas items, moved from Verona to Lomazzo in the prestigious Parco Scientifico Tecnologico ComoNext, an organized structure which aims at facilitating the development and the competitiveness of the companies of the terri-tory promoting the culture of innovation at 360°. The park was built on an old industrial area, the Cotton Mill Somaini, dated back to the’20ies and renovated by the architect Ado Franchini, from Como; he kept the external and internal bearing walls, focusing the attention on the walls in bricks and the cast iron pillars, together with glass, lofts and wells of light. It is a place where the design is dominating and where you can breathe

culture, technology and innovation. The passion that for a long time countersigns the Cartorama Group can express its creativity in an innova-tive and very topical area, for the company it becomes the ideal incubator to develop new ideas, thanks to the choice of new materials, fashion co-lours, new forms for the product and the research of the last tendencies. Inside the Style Office, that already boasts ten creative designers with a high experience in the fabrics for school items and licensing, there is also a real laboratory of style, equipped with machines for the realization of production samples, which will allow to the company to see immediately the effect of the choices made during the projecting and to shorten the production times.

I volti del Gruppo Cartorama

The faces of the Cartorama Group

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32° CONCORSO FOTOGRAFICO NAZIONALE: scatti d’autore in digitale Magic Lake

Cernobbio, Villa d’Este, 14 novembre 2010 - Giunto alla sua trentadue-sima edizione, il “Concorso fotografico nazionale”, promosso dal Foto Cine Club Cernobbio e presieduto da Antonio Vasconi, componente di una dinastia di fotografi ormai secolare, si è presentato agli appassio-nati con una novità tecnica di grande rilevanza: il formato digitale, per adeguarsi ai tempi, senza però mutare la sua filosofia. «La fotografia digitale – spiega Antonio Vasconi – rappresenta una svolta epocale che non si può ignorare. Sul fronte della partecipazione, le iscrizioni a questo nuovo format del concorso non hanno subito variazioni in negativo rispetto alle edizioni precedenti, anzi hanno riscontrato un incremento significativo». Molti, come da tradizione, i temi affrontati nelle diverse categorie secondo i quali sono stati suddivisi gli scatti pervenuti, senza dimenticare l’occhio di riguardo riservato alle foto-grafie del paesaggio del Lago di Como che hanno reso la città e i bor-ghi del Lario famosi in tutto il mondo. Altre novità importanti riguar-dano i Premi Speciali, tra i quali uno dedicato alla memoria di Sante Frantellizzi, già Prefetto di Como, riservato alla migliore fotografia di paesaggio e vinto da Martino Mancini.

Sopra, immagine della premiazione del Concorso a Villa d'Este il 14 novembre 2010; sotto, da sinistra, foto di Martino Mancini, vincitore del Premio Speciale dedicato alla memeria di Sante Frantellizzi; al centro, foto del Fiume Mera di Alberto Bianchi; a destra, foto di Alberto Bianchi

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32° CONCORSO FOTOGRAFICO NAZIONALE: scatti d’autore in digitale 32nd NATIONAL PHOTOGRAPHIC CONTEST: author's digital shoots

Cernobbio, Villa of Este, 14th November 2010 – 32nd edition, the “National Photographic Contest” promoted by Foto Cine Club Cernobbio and presided by Antonio Vasconi, who comes from a dynasty of photographers, introduced a technical novelty of gre-at importance: the passage to the digital format, to keep up with the times, without changing the philosophy. “The digital photo – explains Antonio Vasconi – represents an historical change that cannot be ignored. Regarding the number of participants to this new format, it didn’t change if compared to the previous editions, on the contrary there has been a huge increase”. Traditionally the subjects were many and they were divided into different categori-es, without forgetting the photos of the landscape of Lake Como, which always had a very important role because it made the city of Como and the villages of Lake Como famous all over the world. Other novelties are connected to the Special Prizes, among them one is dedicated to the memory of Sante Frantellizzi, former Per-fect of Como, for the best landscape photo, won by Martino Man-cini.

Above, the photo of the prize giving of the Concorso in Villa d'Este on 14th November 2010; below, on the left, photo by Martino Mancini, winner of the

Special Prize dedicated to the memory of Sante Frantellizzi; in the middle, photo of the river Mera by Alberto Bianchi; on the right, photo by Alberto Bianchi

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FRANCO SOLDAINI: "I sapori della memoria" Magic Lake

Quarant’anni anni di storie, di molte amicizie, di tanti luoghi, di al-lievi divenuti celebri; con molti pensieri accompagnati da ricette legate a episodi della vita di Franco Soldaini e alla tradizione del Lario. I Sapori della memoria è un lungo racconto; un’appassionata esperienza di lavoro e di vita sul Lago a Bellagio e a Como. Il volume I sapori della memoria è un progetto editoriale che illustra la storia della vita professionale di Franco Soldaini dando il giusto omaggio ad un uomo – ad un docente e professionista - che ha lavorato mol-to nella provincia di Como, dando tanto al territorio lariano e brian-teo, non solo in termini di istruzione, quale direttore della scuola alberghiera di Bellagio e poi dell’istituto alberghiero “Gianni Brera”, ma anche alla città capoluogo con le tante manifestazioni gastro-nomiche e culturali di cui si è fatto ideatore e promotore. Il volu-me contiene tutti i segreti della cucina lariana con “ricette d’autore in cucina” raccontate da quattro chef che personalizzano i piatti della tradizione lariana accanto ad altri piatti di loro creazione. Un

ricettario illustrato segue il ciclo delle quattro stagioni interpretate da Mauro Botta “Ristorante Bellagio” di Bellagio, Enrico Bernasconi “Ristorante Sant’Anna 1907” Como, Mauro Elli “Il Cantuccio” di Al-bavilla e da Viviano Panzetta, comasco, chef presso il “Grand Hotel Miramare” di Santa Margherita Ligure. Volendo valorizzare i sapori del territorio a cui le ricette sono ispirate, ognuna di essa è abbinata ad un vino scelto da Franco Soldaini tra la migliore produzione del-le Case vinicole lombarde e liguri. Un capitolo è per “il lago di cioc-colato”, il cibo degli dei, presentato dal maitre chocolatier comasco Stefano Franzi. I sapori della memoria non è solo un volume di ri-cordi, racconti e gastronomia è anche e soprattutto un messaggio che si lancia alla sensibilità dei lettori. La finalità specifica è quella di raccogliere fondi per finanziare la ricerca sulle malattie rare, in particolare la SLA e la Corea di Huntington, infatti i proventi delle vendite saranno devoluti alle sezioni comasche di AISLA Onlus e AICH Milano Onlus.

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40 years of stories, of friendships, of many places, of scholars who became famous; with many thoughts linked to the dif ferent recipes and episodes of the life of Franco Soldaini and the tra-dition of Lake Como. The Tastes of the memor y is a long stor y; an impassioned experience of work and life on Lake Como, in Bellagio and in Como. The volume is an editorial project which illustrates the histor y of the professional life of Fanco Soldaini, paying homage to a gentleman - a professor and a professio-nal - who worked in the province of Como, giving a lot to the Como area, not just for the teaching, as director of the hotel school in Bellagio and then of the hotel institute “Gianni Brera”, but also for the organization of food and wine as well as cultu-ral events he promoted. The volume contains all the secrets of the food tradition on Lake Como with “author’s recipes in the kitchen” given by four chefs who personalize the traditional di-shes together with their new creations. An illustrated cookbook

FRANCO SOLDAINI: "I sapori della memoria"

follows the cycle of the four seasons interpreted by Mauro Botta “Ristorante Bellagio “ in Bellagio, Enrico Bernasconi “Ristorante Sant ’Anna 1907” in Como, Mauro Elli “ Il Cantuccio” in Albavilla and Viviano Panzetta, from Como, chef at the “Grand Hotel Mi-ramare” in Santa Margherita Ligure. Ever y dish is combined with a wine selected among the best wine cellars selected by Franco Soldaini among the best productions of the Lombardy and Li-guria reagions. A chapter is for “the lake of chocolate”, the food of the gods, introduced by the maitre chocolatier from Como Stefano Franzi. The tastes of the memor y is not only a volume of memories, stories and gastronomy; it is also and above all a message that aims at reaching the sensibility of the readers. The specif ic goal is to collect money to f inance the research on rare diseases, in particular the ALS and the Huntington’s disease, the proceeds of the sales will be donated to the sections of the asso-ciations AISLA Onlus and AICH Milano Onlus.

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S P O R T

Bennet CANTÙ SEMPRE VINCENTE

A sognare c’era tutta Cantù, la Cantù della pallacanestro. Infatti, quello delle finali di Coppa Italia è stato un lungo week end ca-ratterizzato da un massiccio ed entusiastico esodo in terra piemontese che si è aperto con una vittoria schiacciante a discapito di un’avversaria storica, più sugli spalti che non in campo, l’Angelico Biella, proseguito con un successo meritato e fortemente voluto con-

tro l’Air Avellino e chiuso con il match contro Siena, che ha confermato il titolo di Campio-ne d’Italia. Tutti i presenti, inutile negarlo, già sognavano una Coppa Italia dipinta di bianco blu, ma senza nessun rammarico, testimoni accertano che su quel parquet torinese, ogni giocatore, tutta la panchina, la società e i tifo-si hanno lasciato anima e corpo, senza rispar-miarsi mai, per gli oltre centoventi minuti di

pallacanestro. Tanti i motivi per cui il secondo posto vale oro. Perché questa Bennet Cantù fa innamorare. Perché, vogliamo citare uno su tutti, il grande condottiero, Nicolas Mazza-rino: davvero una bandiera, come ne manca-vano da un pezzo. Perché “Orgogliosi di voi”, urlato a squarciagola dai tifosi al termine della partita, è la sintesi perfetta di un week end di emozioni che, siamo certi, non finiscono qui.

di Elisabetta Comeriofoto Archivio Pallacanestro Cantù

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Cantù was all there dreaming, the Basketball Cantù. The weekend of the finals of the Italian Cup was a long one and it was characterized by a big and enthusiastic transfer to the Pied-

mont region; everything started with a big win against an historical opponent, more among the fans than on the court, the Angelico Biel-la, then the success continued against the Air Avellino and after the match against Siena, the title of Champion of Italy was confirmed. All the participants already thought of an Italian Cup in white and blue, but with no regret, because in Turin every players, the club and the fans left

their soul and body for more than 120 minutes. For many reasons the second place is like the gold place. Bennet Cantù made us fell in love. One above the others, the great leader, Nicolas Mazzarino: a flag for the team, for a long time there wasn’t one. “Proud of you” that’s what the fans screamed at the end of the game, it is the perfect synthesis of a weekend of emotions, that we are sure, will continue.

Bennet CANTÙ always wins

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SPUMA DI TALEGGIO E CAPRINO FRESCO DI CASLINO CON COULIS DI PERE E GOCCE DI BALSAMICOAL CARAMELLO( text text )

360 G. DI TALEGGIO, 150 G. DI CAPRINO FRESCO, 2 G. DI GELATINA IN FOGLI, PEPE BIANCO Q.B., 250 G DI PERE KAISER, 100 G. DI UVA NERA, 1,5 DL DI VINO BIANCO SECCO, 2 CUCCHIAI DI ZUCCHERO SEMOLATO, 2 GOCCE DI TABASCO, UN LIMONE, UNA FOGLIA D’ALLORO, UN CHIODO DI GAROFA-NO, 3 G. DI ACETO BALSAMICO AL CARAMELLO.Pulire il taleggio eliminando la crosta e mixare con il caprino, aggiungere sale, tabasco, pepe ed infine i fogli di gelatina precedentemente ammorbidi-ti in acqua fredda, mixare di nuovo per ottenere una spuma e riiporre il composto in frigorifero per alcune ore. Sbucciare le pere, eliminarne il torsolo, con uno scavino concavo fare delle perle e passarle velocemente nel succo di limone per evitare che si ossidino, cuocere il resto delle pere nel vino bianco, succo di limone, zucchero ed il chiodo di garofano . Quando saranno ridotte, togliere il chiodo di garo-fano e frullarle. Disporre nel centro del piatto il cou-lis di pere e fare le quenelle di spuma con l’aiuto di due cucchiai. Decorare con le perle di pere e piccoli acini d’uva precedentemente privati della buccia e far cadere alcune gocce di balsamico al caramello.

di Davide Lacchini

In CUCINA con DAVIDE LACCHINI

In the KITCHEN with DAVIDE LACCHINI

TALEGGIO CHEESE FOAM AND FRESH GOAT CHEESE WITH COU-LIS OF PEARS AND DROPS OF CARAMEL BALSAMIC VINEGAR ( to serve 6 )

360 G. OF TALEGGIO CHEESE, 150 G. OF FRESH GOAT CHEESE, 2 G. OF JELLY IN LEAF, WHITE PEPPER, 250 G. OF PEARS, 100 G. OF BLACK GRAPE, 1,5 DL OF DRY WHITE WINE, 2 SPOON OF SUGAR, 2 DROPS OF TABASCO, 1 LEMON, A LEAF OF LAUREL, A CLOVE, 3 G. OF CARAMEL BALSAMIC VINEGAR Cut the crust of the taleggio cheese and mix it with the goat cheese, add salt, Tabasco and pepper and finally the glaze sheets previously softened in cold water; mix again in order to get a foam and put the mixture in the refrigerator for some hours. Peel the pears, eliminate its core and make some pearls and quickly pass them in the lemon juice to avoid them to oxidize. Cook the remaining pears in the white wine, lemon juice, sugar and the clove. Cook until to reduce the liquid, remove the clove and then beat to obtain the coulis. Prepare the coulis of pears in the center of the dish and make the foam with two small spoons. Decorate with the pearls of pears and small grapes without skin and put some drops of caramel balsamic vinegar.

F O O D A N D D R I N K

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2 MELANZANE LUNGHE, 6 DL DI PANNA FRESCA, 150 GR. PARMIGIANO GRATTUGIATO, 10 GR. DI MAIZENA, 2 TUORLI D’UOVO, SALE E PEPE Q.B. PER LA SALSA: 1,5 DL DI OLIO D’OLIVA EXTRAVERGINE, 500 GR. POMODORI, 1/2 N. CIPOLLA, 18 FOGLIE DI BASILICO, SALE, PEPE E ZUCCHERO Q.B.Tagliare i pomodori a metà e privarli dei semi, trita-re la cipolla e lavare le foglie di basilico. Rosolare la cipolla con olio d’oliva extra vergine e aggiungere i pomodori precedentemente pelati e tagliati a cu-betti, sistemare con sale e pepe e cuocere il tutto per circa 20 minuti. Con il minipimer frullare fino ad ottenere una polpa, continuare la cottura a fuoco lento per altri 5 minuti, aggiungere metà delle fo-glie di basilico tagliate precedentemente a julien-ne ed un pizzico di zucchero semolato. Privare le melanzane della buccia, tagliarle a medaglioni non troppo alti per ottenere circa 24/30 fette e cuocer-li in padella antiaderente con un po’ d’olio d’oliva. Preparare la fonduta miscelando in un pentolino la panna, 120 gr. di parmigiano, le uova , la maizena, sale e pepe q.b. e portare lentamente ad ebollizio-ne, mescolando in continuazione con un frustino fino ad ottenere una salsa omogenea. Prendere 6 pirex del diametro sufficiente a contenere le fette di melanzana e spennellarli all’interno con burro fuso. Disporre le fette di melanzane ( 4/6 per pirex ), al-ternandole con un cucchiaio di fonduta macchiata con una punta di pomodoro, ultimare spolverando con il parmigiano rimasto. Gratinare in forno a 170° /180° per circa 10 minuti. Disporre la passata di po-modoro sul piatto e sformare i timballi di melanza-ne, guarnendo con alcune foglie di basilico ed un filo d’olio d’oliva extravergine.

TIMBALLO DI MELANZANEALLA PARMIGIANELLA( Dose per n 6 persone )

EGGPLANT PARMESAN TIMBALE ( to serve 6 )

2 LONG EGGPLANTS, 6 DL OF FRESH WHIPPED CREAM, 150 GR. OF PARMESAN CHEESE, 10 GR. OF CORN FLOUR, 2 YOLKS OF EGG, SALT AND PEPPER. FOR THE SAUCE: 1,5 DL OF EXTRA VIRGIN OLIVE OIL, 500 GR. OF TOMATOES, HALF ONION, 18 LEAVES OF BASIL, SALT, PEPPER AND SUGAR Cut the tomatoes and take the seeds out, mince the onion and wash the leaves of basil. Brown the onion with extra virgin olive oil and add the tomatoes cut into small pieces, salt and pepper and cook for about 20 minutes. Use the blender and get a pulp, continue the cooking for 5 minutes and add half of the leaves of basil cut into strips and a bit of sugar. Peel the eggplants and cut them into thin medallions, getting about 24/30 slices and cook them in a frying pan with some olive oil. Prepare the fondue mixing the whipped cream, the Parmesan cheese (120 gr.), the eggs and the corn flour, salt and pepper in a little pot and slowly bring to ebullition; continuously mix with a whips to get a homogeneous sauce. Take a pyrex big enough to contain the slices of eggplants and brush them inside with melted butter. Prepare the slices of eggplants alternating them with the fondue with a spoon of tomato, dust with the remained Parmesan cheese. Oven at 170° /180°s for about 10 minutes. Prepare the tomato sauce on a dish and take out of the oven the timbale of eggplants garnishing them with some leaves of basil and a bit of extra virgin olive oil.

A lato, da sinistra, Gualtiero Marchesi con la rivista Magic Lake;

Cesare Chessorti e Davide Lacchini

On the side, from the left, Gualtiero Marchesi with the riview Magic Lake;

Cesare Chessorti and Davide Lacchini

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PER LE CRESPELLE: 1 L. DI LATTE, 6 UOVA INTERE, 300 G. DI FARINA, 40 G. DI BURRO FUSO E SALE Q.B. MISCHIARE LA FARINA CON LE UOVA, IL SALE , INCORPORARE IL LATTE ED IL BURRO FUSO. LA-SCIARE RIPOSARE IL COMPOSTO PER ALMENO 30 MIN. PRENDERE UNA TEGLIA RETTANGOLARE AN-TIADERENTE E VERSARE PARTE DEL COMPOSTO, CUOCERE IN FORNO A 160°C. E FARE UNA SFO-GLIA DI CRESPELLA. RIPETERE L'OPERAZIONE PER OTTENERNE ALMENO 4/6 .Dose e procedimento per la besciamella: 1 l. di latte, 70 g. di burro, 70 g. di farina 00, 150 g di par-migiano grattugiato, sale, pepe, noce moscata q.b. Sciogliere il burro e mischiarlo con la farina, aggiungere il latte precedentemente bollito, cuo-cere lentamente sempre mescolando per almeno 10 minuti . Dose e procedimento per la farcitura: 3 zucchine, una melanzana, 2 carciofi, 3 pomodori maturi, una cipolla, 24 foglie di basilico, 2 dl d’olio d’oliva, sale, pepe, origano q.b. Affettare le zucchi-ne nel senso della lunghezza e cuocerle spadel-lando. Sbucciare completamente la melanzana, tagliarla a medaglioni sottili e cuocerla spadellan-do. Pulire e tagliare i carciofi finemente a Julienne e cuocerli spadellando. Tagliare la cipolla finemente a Julienne e cuocerla stufandola. Tutto questo ag-giungendo sempre un poco di olio. Tagliare a fette i pomodori e disporli su una placca antiaderente aggiungendo sale, pepe, olio, origano q.b. e cuo-cerli in forno a 180° per circa 10 minuti. Tenere tutte queste verdure separate. Dose e procedimento per la crema di spinaci: 2 scalogni, 500 g. foglie di spinaci, 3 dl di panna, 20 g. di burro, sale, pepe q.b. In acqua salata in ebollizione scottare gli spinaci, scolarli e strizzarli, tagliare finemente i 2 scalogni e stufarli con poco olio d’oliva, aggiungere gli spinaci e frullare il tutto unendo la panna. Portare ad ebollizione e fare ridurre la salsa. Mantenere in tiepido. La crema servirà come accompagnamen-to. ASSEMBLAGGIO: su una placca rettangolare antiaderente di altezza 4/5 cm adagiare in sequen-za una foglia di crespella, le verdure, il parmigiano, un filo di besciamella, qualche foglia di basilico e di nuovo una foglia di crespella , proseguendo in modo uguale al precedente per almeno 4 volte e terminando con l’ultimo strato solo di besciamella e parmigiano. Passare in forno e cuocere a 180° per circa 10/15 minuti. Servire tagliandole a forma di di-sco accompagnado con la crema di spinaci.

MILLEFOGLIE DI CRESPELLE ALLE VERDURE IN CREMA DI SPINACIdose per 6 p. ( Dose per n 6 persone )

FOR THE CREPE: 1 L. OF MILK, 6 EGGS, 300 G. OF FLOUR, 40 G. OF MELTED BUTTER AND SALT. MIX THE FLOUR WITH THE EGGS AND THE SALT AND ADD THE MILK AND THE MEL-TED BUTTER. LEAVE TO REST FOR AT LEAST 30 MINUTES AND THEN POUR THE MIXTU-RE IN A RECTANGULAR BAKING-PAN, COOK IN OVEN AT 160°C AND CREATE A LAYER OF CREPE. YOU WILL USE AT LEAST 4/6 LAYERS.Dose and procedure for the bechamel cream: 1 l. of milk, 70 g. of butter, 70 g. of flour 00 and 150 g of Parmesan cheese (you will use it later on) salt-pepper-nutmeg, melt the butter and mix it with the flour, add the milk previously boiled, cook slowly mixing it continuously for at least 10 minutes. Dose and procedure for the stuffing: 3 zucchi-ni, 1 eggplant, artichokes, 3 red tomatoes, 1 onion, 24 leaves of basil, 2 dl of olive oil; salt-pepper-oregano. Cut the zucchini in length and cook them in a pan. Peel the eggplant completely, cut it in thin medallions and cook it in a pan. Clean and cut the articho-kes into strips and to cook them in a pan. Cut the onion into strips and stew it. Add always some oil. Cut the tomatoes into slices and prepare them in a plate adding salt-pepper-oil-oregano and cook in oven at 180°C. for around 10 minutes. Keep all these vegeta-bles separate, to alternate the stuffing of the puff pastry. Dose and procedure for the spinach cream: 2 scallions, 500 g. lea-ves of spinaches, 3 dl of whipped cream, 20 g. of butter; salt-pepper. Put the spinach in salty water in ebullition, drain and squeeze them, cut the 2 shallots and stew them with some olive oil, add the spinaches and beat them and unite the whipped cream. Bring to ebullition and keep it warm. Serve with the cream. ASSEMBLAGE: in a rectangular plate 4\5 cm high put in sequence layer of crepe-vegetables-Parmesan cheese-becha-mel cream-some leaves of basil-a new layer of crepe and continue for at least four times finishing with the last layer of bechamel cre-am and Parmesan cheese. Put it in the oven and cook it at 180°C. for about 10/15 minu-tes. Serve it cutting like disks and add the spinach cream.

VEGETABLE PUFF PASTRY WITH SPINACH CREAM dose per 6 p. ( Dose per n 6 persone )

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INFO

Il Centro Servizi Formativi ENAIP di Como opera da oltre quarant’anni in provincia. Offre ai ragazzi che terminano la scuola secondaria di primo grado o che abbandonano la scuola superiore corsi di formazione profes-sionale. Oltre ai servizi formativi si sono sviluppati, negli anni, servizi per i lavoratori in difficoltà occupazionale. Particolare significato ha per il CSF la formazione nei settori ristorativo-alberghiero e dei servizi turistici. I giovani in obbligo formativo frequentano i percorsi triennali di qualifica di "Ope-ratore della ristorazione",“ Operatore delle trasformazioni agroalimentari”, “Operatore turistico addetto all’accoglienza”. Conseguita la qualifica pro-fessionale, II livello europeo ECTS, i giovani possono inserirsi nel mondo del lavoro o frequentare un quarto anno per il diploma tecnico, III livello europeo. Per garantire il successo formativo e lo sviluppo delle competen-ze professionali, la didattica è centrata sul “compito reale”, ossia il tirocinio come momento di verifica e sviluppo delle competenze acquisite in aula. Il CSF pone anche attenzione alla formazione continua e permanente degli operatori del settore attraverso seminari di approfondimento, corsi di ag-giornamento e specializzazione.

The Center of ProfessionalTraining Services ENAIP of Como operates in the pro-vince for more than 40 years. It offers courses of professional training to the stu-dents who finish the Secondary School or those who abandon the High School.Besides the training services, there are also services for the workers in occupa-tional difficulty. CST gives a particular meaning to the training in the restau-rant-hotel sector and in the tourist services. Young people can attend three-year courses to get a qualification as “Operator in the restaurant sector”, “Operator in the food processes”, “Reception Tourist Operator”. Once achieved the profes-sional qualification, II European level ECTS, the students can look for a job or can attend a fourth year to get the technical certification, III European level. To guarantee the success and the development of the professional competences, the didactics is focused on "real performance", that is the training to testify and develop the competences acquired in the classroom. The CSF is also focused on the continuous training of the people who work in specific sectors with semina-ries, refresher and specialization courses.

FORMAZIONE continua e permanente CONTINUOUS and CONSTANT

training

Centro Servizi Formativi di ComoFondazione Enaip LombardiaEnte ACLI Istruzione ProfessionaleVia Dante 127 – 22100 ComoTel. 031302075 – Fax. 031306783www.enaip.lombardia.ite-mail: [email protected]

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