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Aprile 2016 39 LUCCA FILM FESTIVAL MIDDLE EAST NOW EZIO BOSSO LEVANTE LA JETÉE APRILE L’AGENDA DI

Lungarno n. 39

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mensile gratuito di arte e cultura a Firenze

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Aprile 2016

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LUCCA FILM F E S T I V A LMIDDLE EAST NOW

EZIO BOSSO

LEVANTEL A JETÉE

APRILEL’A G E N D A D I

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TEATRO DELLA PERGOLAVia della Pergola, 12/32 - Firenze 055.0763333 [email protected] www.teatrodellapergola.com

TEATRO ERAParco Jerzy GrotowskiVia Indipendenza - Pontedera (PI) 0587.55720 / 57034teatroera@teatrodellatoscana.itwww.centroperlaricercateatrale.it

TEATRO STUDIOVIa Donizetti, 58 - Scandicci (FI)055.0763333pubblico@teatrodellapergola.comwww.teatrodellatoscana.it

TEATRO NICCOLINIVIa Ricasoli, 3 - Firenze055.0763333pubblico@teatrodellapergola.comwww.teatrodellatoscana.it

20 aprile / 1 maggioTeatro della PergolaPIERFRANCESCO FAVINOLA CONTRORAtratto da Le tre sorelle di Anton Čechovadattamento e regia Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli

1 / 10 aprileTeatro EraPRIMA NAZIONALELEARliberamente ispirato a William Shakespearedi Stefano Geraci, Roberto Bacciregia Roberto Bacci

3 / 8 maggioTeatro della Pergola

SEBASTIANO LO MONACOIL MIO NOME È NESSUNO

L’Ulissedi Valerio Massimo Manfredi

regia Alessio Pizzech

www.teatrodellatoscana.it

27 / 30 aprileTeatro Studio

LE NOSTRE DONNEdi Eric Assous

con Edoardo Siravo, Manuele Morgese,

Emanuele Salceregia Livio Galassi

fino al 3 aprileTeatro Niccolini

I GIOCATORIdi Pau Mirò

traduzione e regia Enrico Ianniello

4 / 5 aprileSaloncino | Teatro della PergolaTITANIC - THE ENDideazione e regia Antonio Neiwillerin una visione di Salvatore Cantalupo

6 / 9 aprileSaloncino | Teatro della PergolaDOLORE SOTTO CHIAVE / PERICOLOSAMENTEdi Eduardo De Filipporegia Francesco Saponaro

14 aprileSaloncino | Teatro della PergolaFEDERICO ODLINGANDREA RENZICAPRONI! Invenzione a due vocitesti Giorgio Caproniregia Andrea Renzi

13 / 14 aprileSaloncino | Teatro della PergolaLICIA MAGLIETTAMANCA SOLO LA DOMENICAtratto da Pazza è la lunadi Silvana Grassoscene e regia Licia Maglietta

13 aprileSaloncino | Teatro della PergolaANDREA RENZIFUOCHI A MARE PERVLADIMIR MAJAKOVSKIJ di Andrea Renzi

19 / 24 aprileTeatro NiccoliniFABRIZIO GIFUNILO STRANIERO, UN’INTERVISTA IMPOSSIBILEreading tratto da L’Étrangerdi Albert Camusideazione e regia Roberta Lena

Foto

Filip

po M

ilani

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Esiste una parola, un verbo per la precisione, che indica il fare qualcosa con tutto te stesso: con passione, creatività e amore. In greco si dice semplicemente MERAKI.L’ho scoperta per caso, sfogliando un libro suggerito su queste pagine qualche mese fa e credo che incarni nella maniera più totale quello che tutti noi proviamo lavorando ogni mese per Lungarno.MERAKI è scegliere la copertina, MERAKI è selezionare gli articoli in riunione, MERAKI è impaginare fino a quando l’ultima foto non è allineata al dettaglio, MERAKI è crescere insieme.In realtà nel libro c’è un’altra parola bellissima, PISAN ZAPRA che indica il tempo necessario per mangiare una banana. Non riesco a trovare un’attinenza con Lungarno ma mi fa molto ridere e la volevo condividere con voi.Come al solito mentre mi perdo in elucubrazioni da due soldi, non mi accorgo che arriva la primavera.I giardini fiorentini iniziano a fiorire e con loro le prime forme di co-lore, dal celeste di una scuola sul visual storytelling, la prima in eu-ropa, al verde dei campionati di ultimate – per gli amici frisbee, da giocare rigorosamente senza arbitro – fino ai concerti-arcobaleno di Ezio Bosso.

Mentre vi scrivo, il mondo accusa una certa fatica a vivere la propria storia con dignità. Sono ore difficili, ma come ho già avuto modo di scrivere più volte “l’ultima linea di resistenza, è fare bene le cose”. Quindi andiamo avanti e proviamoci, nonostante tutto.

“Se ci metti tutto te stesso, il risultato sarà eccezionale”, dice il libro. Se sia vero o no, non sta a me dirlo, ma un’idea me la sono fatta.

Buona lettura.

EDITORIALE di matilde sereni SOMMARIO

5 AROMANTIQUE di eleonora ceccarelli

5 ULTIMATEdi sara vergari

4 EZIO BOSSO E LE SUE 12 STANZE di giulia focardi

6 L’ARTE DEL VISUAL STORITELLING di michelle davis

8 LEVANTE di valentina messina

10 L’ANELANTE SIPARIO D’APRILE di tommaso chimenti

11 L’IMMORTALITÀ VESTE LE DONNE di alessandra pistillo

12 GRANDI AUTORI E SGUARDIdi caterina liverani

14 TORTA DI CAROTE di marta staulo

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Firenze n. 5892 del 21/09/2012N. 39 - Anno IV - APRILE 2016 - Rivista Mensile - www.lungarnofirenze.it

Editore: Associazione Culturale Lungarno - Via dell’Orto, 20 - 50124 Firenze - P.I. 06286260481

Direttore Responsabile: Marco Mannucci • Direttore Editoriale: Matilde Sereni

Vicedirettore: Gabriele Ametrano • Responsabile di redazione: Riccardo Morandi

Social Media Manager: Bianca Ingino, Valentina Messina

Editor: Cristina Verrienti • Amministrazione: Arianna Giullori

Stampa: Grafiche Martinelli - Firenze • Distribuzione: Ecopony Express - Firenze

Hanno collaborato: Alessandra Pistillo, Caterina Liverani, Cristina Romeo, Eleonora Ceccarelli, Marta Staulo, Martina Milani, Alice Cozzi, Valentina Messina, Michelle Davis, Giulia Focardi, Silvia Amerighi, Maria Carmela Saracino, Mattia Marasco, Tommaso Chimenti, Riccardo Morandi, The NightFly, Pratosfera, Leandro Ferretti, Nanni, Tommaso Ciuffoletti, Faolo Pox, Gabriele Ametrano, Aldo Giannotti, Gianluca Danti, Enrico Pierpaoli.

Nessuna parte di questo periodico può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dei pro-prietari. La direzione non si assume alcuna responsabilità per marchi, foto e slogan usati dagli inserzionisti, né per cambiamenti di date, luoghi e orari degli eventi segnalati.

20• INCERTEZZE PRATESI di pratosfera

• LUDICOMIX di silvia amerighi

• MARE, MARE, MARE di maria carmela saracino

21 • NOI VI CI MANDIAMO a cura di riccardo morandi

• NOI CI ANDIAMO news dall’ente CRFi

• I PANINARI... di leandro ferretti

25 • LO SPEDALE di mattia marasco

24 • SPA-GHE-TTI di tommaso ciuffoletti

• LA GRANDE TRUFFA... di riccardo morandi

27 • PAGINE di gabriele ametrano

29 • SUONI di gianluca danti

30 • STELLE di faolo pox

28 • LA PRIMAVERA DI BEN di the nightfly

• STEFANO TAMBORRINO di giulia focardi

22 • SONO STATO BRAVO? di martina milani

• NON CHIAMATELE SCARPE DA GINNASTICA di alice cozzi

23 • APRILE BAMBINO di cristina romeo

• PERCHÉ NOI SIAMO NOI... di nanni the pug

IN COPERTINAIT BLOWSdi Enrico PierpaoliC’è chi ama accucciarsi sotto le coperte in un giorno di pioggia e chi torna bambino per due fiocchi di neve. Personalmente adoro il vento tiepido di inizio prima-vera. Quello che sembra innocuo, ma può spezzare rami e sollevare cani di piccola taglia. Tutto mi sembra più semplice, basta aprire la vela e farsi trasportare…

Enrico Pierpaoli, marchigiano d’origine, vive e lavora a Bologna come illustra-tore e fumettista freelance. Formatosi alla Scuola Comics di Jesi e all’ISIA di Urbino, ha collaborato come colorista alla serie a fumetti DK (spin-off di Dia-bolik). Amante del 2d vecchio stile e della Geek-Art, si lascia influenzare dalle correnti visive più disparate, dal Popeye di Segar ad Adventure Time.

16 L’AGENDA DI APRILEAPRILE DA NON PERDERE18

Scopri dove trovare Lungarno su www.lungarnofirenze.itCon il contributo di

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di giulia focardi

Il primo incontro con Ezio Bosso non si dimentica. È un essere insolito, di quelli che restano nella mente e nell’anima an-

che dopo essersi congedati, capaci di un’empa-tia magica, rara. Era l’agosto del 2014, a cavallo di un’estate non così calda, giornata di vento e di buoni pensieri. La nave che unisce Livorno a Golfo Aranci era carica di persone, turisti più o meno consapevoli che, di lì a poco, avrebbero assistito alla classica apertura simbolica del fe-stival Time in Jazz di Paolo Fresu. Ore di navi-gazione davanti, ore di rivoli in cielo e in mare, ore di ponti immaginari, di spiagge sognate, ore infinite e quasi immobili. Per chi scrive sono state ore epifaniche. Ezio Bosso ed Erri De Luca s’incontrano per la prima volta sul velluto blu di quella nave; un incontro inedito, per loro e per noi, incuriositi, pronti allo stupore e a cercare con lo sguardo qualcosa di familiare in questi due personaggi eterei, una ruga, un sorriso, uno sguardo un po’ spaesato. Il dialogo improvvi-sato tra voce e pianoforte funziona alla prima, producendo un mix letale di emozioni profon-dissime, una dimensione irripetibile di intimità, vicinanza e forte commozione. Da allora, in tanti hanno cominciato lentamente a scoprire chi fosse Ezio Bosso, la sua malattia neurodegenerativa, il suono della sua musica, la sua poetica. Della serie “non è mai troppo tardi”,

perché di cose, il musicista e compositore tori-nese, ne aveva già fatte moltissime: per citarne alcune, la composizione di colonne sonore per film importanti (come “Rosso come il cielo”, “Io non ho paura”, “Quo Vadis, Baby?” e “Il ragazzo invisibile”), la vittoria d’importanti premi in-ternazionali e di riconoscimenti italiani, l’in-venzione del “Zusammenmusizieren: far musi-ca insieme”, la collaborazione con la London Symphony Orchestra, che ha anche diretto. Ha avuto anche il tempo di imparare nuovamente a vivere la musica, a saperla leggere, ascoltare, ca-pire e suonare, ripartendo da zero, dopo un’ope-razione al cervello subita nel 2011, rovesciando la tabula rasa che gli era piombata addosso. E qui sta la grandezza di Bosso: condividere, parlare, insegnare la propria esperienza, la propria vita, la propria saggezza, e contaminare, contagiare con la propria energia e quella spontaneità che neanche le sue parole affaticate sanno trattenere. “La musica è la nostra vera terapia”, lo diceva il Maestro Abbado, lo ha ripetuto Bosso stesso durante l’ospitata all’ultimo Festival di Sanre-mo, il 10 febbraio scorso (che ha spaccato in due fazioni, tra incazzati/indignati e adoranti, la platea virtuale). E forse ci voleva questo bagno di pop(olarità), il picco di share, la sua simpa-tia (anche dopo il tweet sarcastico di Spinoza, al quale ha saputo rispondere a tono), la fatica sfacciata con cui ha raccontato la genesi del suo primo disco solista ufficiale, “The 12th Room”

- le dodici stanze che ci caratterizzano, che ci formano, che ci rendono unici e liberi - per ren-derlo più vicino, più noto, più “nostro”.Da quel momento, tutte le prevendite dei suoi concerti futuri sono andati subito sold out, compresi i due fiorentini, che lo vedranno impe-gnato il 19 aprile al Puccini e il 20 aprile al Verdi. Verrebbe spontaneo chiedersi se gli appassiona-ti dell’ultima ora sono mossi, incuriositi dall’uo-mo o attratti dalla sua musica. Non approfondiremo qui la questione, prefe-riamo raccontarvi l’artista e la sua sensibilità, il suo viaggio e le sue composizioni: “I brani, come sempre nelle mie scelte, rappresentano un piccolo percorso meta-narrativo. Quelli di repertorio rive-lano anche da dove provengo, dove si trovano le ra-dici della musica che scrivo. Rivelano i due musicisti che convivono in me: il compositore e l’interprete. Soprattutto sono storie di stanze. Alcuni brani mi hanno aiutato a tornare a suonare, a uscire dalla stanza”. Preferiamo fermarci ad ascoltare, perché come dice il Maestro stesso “ascoltare è la cosa più im-portante che esista”. E se inizierà i suoi concerti con “Following a bird”, voleremo tutti dietro al suo sguardo, al suo suono, alla sua anima. Per ri-tornare mutati o semplicemente più grati.

EZIO BOSSOE LE SUE 12 STANZE

4 musica

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di eleonora ceccarelli

«L’olfatto è il senso più sottovalutato in assoluto, ci stiamo dimentican-do della sua importanza».

Così si presenta Maria Letizia Longo, archi-tetto dalla molta esperienza che si è trovata un giorno a voler intraprendere un’altra strada, fa-cendosi guidare dai suoi sensi e seguendo la sua creatività. Per motivi di salute Maria Letizia si è avvicinata agli oli essenziali: un incontro che ha cambiato totalmente il suo modo di vivere.Così anni dopo ha preso questa decisione, ed è nata la prima Profumeria Botanica nel centro di Firenze, immersa in un giardino meraviglio-so, dove vengono creati profumi aromaterapici per ambienti. Attraversando questo giardino entriamo nel laboratorio di Aromantique, un la-boratorio che ha sapore di magia, con scatoline, boccette, flaconi, contagocce e uno splendido tavolo con sopra un percorso aromaterapico da provare all’istante. Con le indicazioni giuste e la guida esperta del nostro architetto è possibile apprezzare ed avere delle belle soddisfazioni. Ogni passaggio viene da lei descritto con in-canto e precisione. «Ogni sostanza restituisce l’energia di cui è composta. Non utilizzo fissatori chimici per non inquinare il potere delle piante, che agiscono sugli aspetti sottili degli stati d’animo e sul benessere personale». La profumeria botanica viene quindi utilizzata negli ambienti per ripor-tare equilibrio e benessere. L’olfatto è l’unico dei cinque sensi che non subisce alcuna mediazione

dal cervello e di conseguenza è impossibile op-porsi. La reazione fisiologica risulta automatica: le ciglia olfattive sono terminazioni nervose che non lasciano dubbi, comunicano direttamente con noi senza attraversare la ragione. Per que-sto l’obiettivo è fare una ricerca di oli essenzia-li corretti per ognuno, in modo da attivare una risposta positiva e ottenere una sensazione di benessere emotivo che si riflette sulla nostra felicità e buonumore. L’ambizione di Maria Le-tizia è elevata: creare un profumo della felicità ed un profumo ad personam per ognuno di noi. Spesso vengono svolti anche dei workshop su questo tema per creare il proprio profumo aro-materapico.«La profumeria botanica è l’arte di comporre pro-fumi utilizzando solo estratti di pianta, lavorando con materie prime vive e completamente naturali, e si occupa da sempre di restituire all’uomo l’ener-getica della pianta selezionando materie prime di alta qualità».Potremmo dire che indossare ed odorare un profumo botanico è come decidere di avere vi-cino un alleato invisibile. Foglie, radici, frutti, fiori: ogni parte della pianta ha una sua caratte-ristica che partendo dall’olfatto arriva al nostro cervello per creare sensazioni di benessere, re-lax, energia, positività, concentrazione, a secon-da del tipo di essenza.Adesso dichiara di non essere più la stessa per-sona, ammette che dopo avere allenato il suo naso attraverso “l’olfazione” riesce a percepire tutto al meglio e a prendere decisioni più consa-

pevoli attraverso questo senso. Il fascino dell’olfatto sta anche nella sua memo-ria storica. Infatti noi non dimentichiamo gli odori che abbiamo incontrato nella nostra vita. Non accade mai di perdere memoria olfattiva. Ed ogni olio essenziale ha delle proprietà tera-peutiche specifiche, e possono essere create del-le sinergie straordinarie ed ottenere degli ottimi risultati per sentirsi meglio magari ponendo al centro del proprio profumo un ricordo piace-vole del passato. Chiunque può provare questa esperienza e recarsi in questo spazio unico su appuntamento, oppure il giovedì pomeriggio ad ingresso libero. Scoprire un profumo perso-nalizzato, partecipare ad un’esperienza olfattiva, trovare l’aroma corretto per un ambiente, parla-re di profumeria botanica o altro. Uscire rigene-rati da questa stanza in una tremenda giornata di pioggia e tornare a casa con un’energia nuova e con tante domande su questo senso che alla fine risulterà sconosciuto. Ricordiamoci che l’a-ria è vita. Senza non saremo qui, e niente è più importante.

http://www.aromantique.it

5profumi

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di michelle davis

D ietro ogni immagine si cela una storia, dietro ogni storia pulsa una visione. Nel terzo millennio, la grande narrazi-

one del presente si muove online e a velocità supersoniche, sferrando colpi di adorabili gat-tini, arguti hashtag e contenuti virali. In questo mondo sempre più votato alla sfera visiva, come possiamo far sentire la nostra voce, raccontare la nostra realtà? Ogni epoca dà vita a nuove professioni e se qualche anno fa si sogghigna-va alla menzione del fantomatico Social Media Manager, oggi si parla di Visual Storyteller, una professione che, armata degli strumenti del giornalismo, della fotografia, del videomaking e del social, affronta una missione ben chiara: rac-contare con le immagini. Non si dice forse che valgano mille parole? Ne abbiamo parlato con Roberto Malfagia, direttore didattico e docente presso La Jetée, la prima scuola di Visual Story-telling in Italia che, guarda caso, nasce proprio a Firenze e tiene i corsi nell’area ZAP, prima Casa della Creatività. “Vediamo La Jetée come una bottega, formiamo persone con un’ottica diretta di inserimento nel mondo lavorativo. Cerchiamo di unire formazione e produzione, poiché viviamo in un’epoca in cui lavoro e studio viaggiano su binari paralleli. Un luogo comune da sfatare è che le storie siano frutto di un momento di creatività estemporanea: i veri

narratori sono anche grandi progettisti. Narrare richiede una pre-produzione, una produzione e una post-produzione, soprattutto se ci troviamo all’in-terno di processi industriali. In quest’epoca non ci possiamo confinare in spazi predefiniti di pubblica-zione: si parla di crossmedialità”.Sarà che siamo ancora bambini dentro, ma le storie sono sempre fonte di grande fascino. Lo sanno bene i responsabili marketing del-le aziende, che tessono trame infinite intor-no ai loro prodotti, inventando personaggi e proponendoci ogni giorno nuovi stimoli. All’interno di questo grande racconto, qual è il ruolo dei Visual Storyteller? “Se prima avevamo letteratura, scrittura, giornal-ismo, cinema ora sono arrivati i nuovi media che offrono una gamma di nuove possibilità espressive tutte da scoprire. Soprattutto, dobbiamo impara-re a leggere le immagini. Stiamo surfando sulla rivoluzione digitale e vogliamo creare una figura professionale con competenze transversali. Abbia-mo ufficialmente inserito la figura del Visual Sto-ryteller nell’albo della Toscana con l’intenzione di confermare l’importanza dei visual studies, finora sottovalutati in Italia”. Quando si parla di utenti, quanto è labile il confine tra passivo e attivo? Quando è che il racconto dà vita anche a spazi di coinvolgi-mento e riflessione? “Il Visual Storytelling prende spunto da molti am-biti, creativi e sociali. La fotografia di massa è un

fenomeno dal potenziale enorme ed è sfruttato non solo da strategie di marketing ma anche dal mondo dell’arte. Quando nel 2011 la Montblanc lanciò il nuovo cronografo, ideò la campagna online ‘The Beauty of a Second’, in cui invitava il pubblico ad esprimere il proprio concetto di bellezza. Questo è solo uno dei tanti esempi di user generated content, in cui è l’audience a creare un gruppo autoriale ca-pace di rivoluzionare i sistemi tradizionali. Questo è un processo tipico delle comunicazioni del terzo millennio, pensiamo ad esempio ad Amalia Ulman, che su Instagram ha creato un opera d’arte perfor-mativa ora esposto al Tate Modern. Facebook stesso è un diario visivo in cui ognuno si descrive con il proprio stile, la propria visione. La Jetée esplora tut-to questo, il potere narrativo dell’immagine”.E perché questo nome curioso? “La Jetée è un film del 1963 di Chris Marker, con-siderato un cortometraggio di rottura, una sequen-za fatta di fotografie, filmati e audio che evoca un intenso viaggio emotivo. Gilliam lo omaggiò con ‘L’Esercito delle dodici scimmie’. Inoltre La Jetée in francese significa ‘molo’ e ci piace pensare alla nos-tra scuola come ad un punto di attracco ma anche di partenza, luogo di scoperta ed esplorazione”. Comunicatori, ormeggiate le ancore e spalan-cate gli occhi: che il viaggio abbia inizio!

http://www.lajetee.it

L’ARTEDEL VISUALSTORITELLING

6 storie

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di sara vergari

Non tutti sanno cos’è Ultimate, ma tutti hanno giocato almeno una volta con un frisbee. Ecco, questo è lo sport

del frisbee. Nato alla fine degli anni Sessanta in America, si tratta di un gioco di squadra a sette giocatori che, passandosi il disco, devono se-gnare nell’area di meta avversaria. Il campo ret-tangolare ha dimensioni di 100mX37m e vince chi arriva prima a 19 con almeno due punti di scarto. Non ci si può muovere mentre si è in pos-sesso del disco e si ha 10 secondi per effettuare il passaggio mentre l’altra squadra cercherà di ostacolarlo senza però alcun contatto fisico.Ultimate ha un campionato nazionale in Italia,

così come in molti altri paesi, e a Firenze non manca certo una squadra competitiva. “La squadra è nata a Prato nel 2000 ma ora ci allenia-mo a Firenze, al Campo sportivo Niccolò Galli in Via dei Vespucci” inizia a raccontarci Max Vitali, attualmente il giocatore più anziano, capitano e presidente per diversi anni. Oltre alla così detta squadra competitiva ne esiste una non competi-tiva che per ora si allena indoor, ma con la bella stagione si unirà agli altri outdoor.Nel gioco di Ultimate l’arbitro è assente e, pen-sando alle sue regole e allo svolgimento, può sembrare quasi impossibile. “Ogni giocatore è arbitro e ha diritto di chiamare un fallo. Se due giocatori non riescono a mettersi d’accordo il disco torna a chi lo aveva in precedenza”. Questo è il

vero spirito del fair play. Questo è lo spirito di Ultimate e soprattutto dei ragazzi in campo du-rante ogni partita. È fondamentale iniziare ogni competizione con l’obbiettivo di non commet-tere irregolarità o di riconoscerla sportivamente nel caso in cui succeda.Negli ultimi anni il gioco del Frisbee si sta fa-cendo conoscere sempre di più tra le persone e sempre di più si avvicina il riconoscimento completo tra gli sport ufficiali. “Il nostro sport si sta muovendo progressivamente. Partecipa già ai World Game ed è aperta la strada per le Olimpiadi. Ciò che viene maggiormente apprezzato è proprio lo spirito del fair play dovuto all’assenza dell’arbi-tro ma anche la possibilità di mettere in campo una squadra mista di uomini e donne”.Proprio la squadra di Firenze ha inoltre orga-nizzato nel 2014 i campionati mondiali a Lecco, dove la nostra nazionale under 20 si è classifica-ta quarta, a un passo dal podio.“Ricordo con piacere e con orgoglio la stagione 2009 quando siamo diventati campioni naziona-li”, ci dice Max con modestia ma gli si legge nel volto la soddisfazione sua e di una squadra che da più di quindici anni si allena intensamente per raggiungere livelli sempre più alti.È possibile seguire i ragazzi di Firenze, così come le altre squadre italiane, sul sito ufficiale della federazione flying disco.

http://www.fifd.it

ULTIMATE: L’ECCELLENZADEL FAIR PLAY

7play

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8 personaggi

di valentina messina

La mia parola del mese di aprile è “filtra-re” vale a dire riuscire a trattenere solo il meglio, il buono, l’essenziale. Così

come si filtrano le emozioni, le amicizie, le situa-zioni, così si dovrebbero filtrare anche le parole e la buona musica.Claudia Lagona, classe 1987, in arte Levante, che viaggia, scrive, ama, ma soprattutto canta alla velocità del vento.

Reduce – anzi ancora completamente im-mersa – in un tour che le sta dando molta soddisfazione e pienoni a ogni data la gente, si chiede chi fosse quella ragazza che batte il cinque alla vita rimanendo comunque se stessa, prima di diventare un’icona pop ita-liana. Levante prima di Levante era diversa, di certo, ne-cessariamente. Sicuramente il mio modo intimidito e quasi “svogliato” di sedere su una sedia e cantare le mie canzoni davanti a trenta, quaranta persone... non c’è più. All’inizio non avevo molta voglia di farmi avanti e non perché credevo di non meritarlo o perché non mi sentivo pronta, ma semplicemen-te perché la mia musica era nata dentro ad una stanza e forse non mi interessava poi così tanto che qualcuno applaudisse o storcesse il naso. Era una

necessità e basta quella di fare musica e non mi andava di associarla a molto altro. Con il tempo il desiderio di comunicare si è fatto sempre più forte e grande, fino a diventare gigante e così eccomi, sem-pre un po’ intimidita dall’idea che qualcuno abbia voglia di ascoltarmi ma totalmente investita dal de-siderio di mangiare il palco. È terapeutico! Rimango affascinata dal suo spirito genetica-mente ereditato di viaggiatrice che, effettiva-mente, non può prescindere dalla vita di un musicista. Una vita costellata dagli sposta-

menti: una siciliana trapiantata in Piemonte da piccola e adesso - con la sua carovana gipsy che ha toccato già più di trenta tappe e città diverse - le chiedo se si immaginerebbe una vita diversa invece di questa. Potrei morire in una dimensione diversa da questa. Davvero potrei raggiungere il punto più buio e pro-fondo della tristezza e poi morire. Non so se la vita mi regalerà per sempre la possibilità di vivere di questo, ma se così non fosse mi inventerò qualcosa per non stare ferma mai!

LEVANTEUN FILTRO DI MUSICA PRIMAVERILE

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percorso felice. Intimista sì, riflessivo, ho fatto i con-ti con dei cambiamenti molto grandi e anche con l’arrivo di una “felicità delirante” che mi ha fatto scrivere molte canzoni mentre altre sono semplici fotografie di eventi specifici. È un disco pieno d’a-more, c’è anche un “cuore salvo” in copertina a sot-tolinearlo. Tutto parte dall’amore per se stessi però,

Ne è passato di tempo dall’estate 2013 quan-do c’era ancora Alfonso a farle cantare “che vita di merda”  -  pur sempre mantenendo un certo aplomb. Musicalmente parlando dal primo al secondo album Levante è cresciuta sia professionalmente che interiormente. Ed è cresciuto anche il numero dei suoi fan.Sono cambiate molte cose da che “Alfon-so” (singolo d’esordio) mi ha dato la pos-sibilità di arrivare a così tante persone. In soli due anni siamo riusciti (e parlo al plurale perché è stato uno splendido lavo-ro di squadra) a raggiungere dei risultati bellissimi. Il salto è stato gigantesco e lo ab-biamo fatto con le sole forze della mia musica e la professionalità delle persone che lavorano con me, senza il grande aiuto della televisione. I fan sono aumentati ma non è cambiata la quali-tà del rapporto che ho con loro, sempre pronta a rispondere, a leggere i commenti, sempre pronta a farmi abbracciare dopo i concerti e scambiare delle chiacchiere. Il nuovo album “Abbi cura di te” è  un disco intimista che sembra più una raccolta di ri-cordi, emozioni, esperienze personali. Do-dici tracce che scorrono troppo in fretta, a creare una sorta di fotografie musicali.ABCDT è un disco consapevole, meno arrabbia-to rispetto a “Manuale Distruzione”, una sorta di

quello di un equilibrio interiore “nonostante tutto” per poi arrivare a quello con gli altri, i rapporti, le

amicizie i ricordi... E anche il disamore, come ac-cade in “Pose Plastiche”.

Sabato 16 Aprile Levante si esibirà sul palco del Viper Theatre, tra magliette

glitter e giri armonici alla chitarra. Sentiamo delle good vibration a ri-guardo. E anche lei.Firenze, come ho detto più volte, è un qua-dro dell’Italia che vorrei vedere ovunque, nonostante sia splendida la diversità, quel

tipo di bellezza, sia a livello paesaggistico sia a livello umano, è il paese che vorrei. Ad

ogni modo sarei una pazza a non esserne in-namorata, follemente innamorata!

Che siate fan del tè o delle tisanine delle 23.00 saprete come gustarvi al cento per cento, traccia dopo traccia, questo disco che altro non è che un infuso concentrato al sapore di dolcezza e co-raggio, con accordi ballabili – e questa cantante che ci invita a prenderci (più spesso) cura di noi.

foto: Riccardo La Valle, Giandomenico Ricci, Simarth

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10 sipario

di tommaso chimenti

L’inverno non c’è stato e questo è pacifi-co. Marzo è stato ventoso e anche que-sto poteva essere prevedibile. L’aprile

che debutta con il solito pesce (poveretto, la-sciamolo nuotare in pace nell’Arno inquinato e, dicono fonti attendibili, anche colmo di residui di cocaina, forse per questo i siluri vengono su rigogliosi e di dimensioni spropositate), l’aprile delle allergie, l’aprile del dolce dormire, l’aprile dell’exploit della primavera in fiore, teatralmen-te parlando si apre come corolle, si dipanano le-ziosi e avvolgenti i petali sinuosi e carnivori, dai gambi erti alla ricerca del sole. Un bell’aprile fio-rentino tra Puccini, Calenzano, Rifredi, Pergola (“La controra”, dal 15 al 24, con Pierfrancesco Favino, direttore della Scuola per attori del Tea-tro della Toscana), e Pontedera (con “Lear” di Roberto Bacci, dall’1 al 3).Ritorna “Anelante” di Antonio Rezza, con l’im-mancabile Flavia Mastrella nella costruzione degli apparati e componentistica scenica, al Te-atro Puccini (1 e 2) con altre due date toscane dopo quelle del Metastasio pratese. Il Puccini ha sempre amato la lucida follia di Rezza, la sua fisicità, il suo essere grande performer e attore e la sua immensa capacità di far catalizzare l’at-tenzione sui suoi movimenti, le sue aperture cerebrali, le sue deviazioni e divagazioni che danno contorno e senso intimo e sociale alla sua

drammaturgia. Chi ancora pensa che Rezza (in questa prova supportato da vari giovani attori con buone doti) sia soltanto provocatorio, che utilizzi il nudo per far colpo o creare scandalo, non ha ben compreso la portata della sua diga che ogni sera erompe e s’infrange sulla platea, scardinandola, forse soltanto per il tempo dello spettacolo, accedendo a quelle crepe di pensiero che la cronaca, l’attualità, la politica, la televisio-ne e i social network s’impegnano ad ingolfare come colesterolo nelle vene. Ecco, Rezza me lo vedo con stetoscopio ad auscultare cuore e pol-moni, dare botte di vita, immettere energie e re-spiro e ossigeno nuovo e fresco nei nostri cervel-li buonisti, impauriti, impregnati, saturi, satolli.Ci piace la nuova drammaturgia, ci piacciono i giovani che sperimentano, i trentenni capaci, con la penna attiva a sondare angoli di società, pezzi di mondo, fotografie dell’oggi. Gherardo Vitali Rosati è l’identikit giusto. Giornalista e critico teatrale (non depone a suo favore, ghe-rardovitalirosati.it), si è messo prima a scrivere testi (“Fumo blu” e “Medici Dynasty”) come il frontman di Rai Tre Alberto Severi, adesso si è lanciato nella regia con questo “Glory Hole” (al Manzoni di Calenzano dal 6 al 10). Gli manca la sfera attoriale che però lasciamo a Renato Pa-lazzi. La traduzione ci dice già tutto. Con una trasposizione da macellaio potremmo arrivare al “buco della gloria”, il foro che porta la feli-cità, apre le porte del Paradiso, regala gioia ed

entusiasmo. Roba da sexy shop, peep, locali osé, massaggi particolari. Ricade nella sfera del por-no, qui trattata con la sensibilità di Ilaria Mavilla e le capacità di Roberto Andrioli. Ne parlò, in versione manuale e non orale (come prevede la glory hole originale), anche la pellicola “Iri-na Palm”. Qui si dovrebbe dare più spazio alle motivazioni, al prima, al background che hanno portato e condotto l’uomo, il protagonista, lì in questo angolo, in questo buco a cercare soddi-sfazione e comprensione, forse ascolto e vici-nanza.Il Teatro di Rifredi da qualche stagione appog-gia ed ama, sostiene ed è un suo immancabile tassello, Alessandro Riccio. Sentimenti ricam-biati con performance che portano gente, sorrisi e qualche interrogativo da portarsi a casa. Dal 12 al 17 la nuova creatura è “Roba da duri”. Pre-paratevi, stavolta il trasformismo dell’attore e regista fiorentino lo porterà a tatuaggi e piercing d’ogni forma e grandezza. Un ragazzo immerso nella crescita, fatta di bosco e paure e piccole grandi imprese da superare, che si confronta con il mondo dove gli orchi e i lupi abbondano e le apparenze la maggior parte della volta inganna-no. Chi è oggi il cattivo? Quello con la faccia da duro o quello con il doppiopetto e la cravatta? “Il nemico è la paura”, diceva Gandhi.

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11costumi

di alessandra pistillo

È il dettaglio a dare valore all’abito. For-me e colori, gioco e seduzione, simboli-smo e materialità. Questo e molto altro

si cela dietro ogni capo d’abbigliamento, sintesi perfetta tra abilità artigiana e creatività. Lo sa-pevano bene le donne del Novecento che oggi vengono celebrate dalla Galleria del Costume di Palazzo Pitti. Con capi dal XVIII secolo ad oggi, per un patrimonio di circa 7000 pezzi, la Galleria ospita la mostra “Donne protagoniste del Novecento”: abiti e costumi che raccontano tutta la loro personalità.Nel nostra visita troviamo Rosa Genoni, la pri-ma a incoraggiare il Made in Italy attraverso l’ar-te italiana del Rinascimento. I suoi capi furono presentati all’Esposizione Internazionale di Mi-lano nel 1906: “Manto da corte” da un acquerello di Pisanello e l’abito da ballo ispirato alla “Pri-mavera” del Botticelli. Ricami, strascichi regali: ci vuol poco per esserne conquistati. C’è Donna Franca Florio, personaggio di grande fascino ed eleganza, protagonista dell’alta società d’inizio Novecento. Il suo ricchissimo guardaroba fu ul-teriormente ampliato nel 1902, quando ebbe il privilegio di essere nominata dama di corte del-la regina Elena di Savoia. Ammiriamo a bocca aperta il sontuoso mantello di corte del 1925 e l’abito da cerimonia. Si prosegue poi con Anna Piaggi, giornalista di moda che collaborò con Condè Nast, figura iconica dallo stile eccentri-co, provocatorio ed estremamente colto e nota per aver inventato il Vintage ancor prima che ne fosse coniato il termine. Seguono Maria Cuma-ni Quasimodo, attrice, moglie e musa ispiratrice di Salvatore Quasimodo, che indossava abiti di scena perfetti al punto da farla confondere tra

palco e vita reale, ed Antonella Cannavò Florio, pianista, che sposò il console della Thailandia Emilio Florio, la cui abitazione fu un perno della vita modana negli anni ‘50 e ‘60 e nei suoi abiti, tutto lo spirito romantico e la fantasia di Emi-lio Schuberth, couturier dell’alta società e delle dive del cinema. Eleonora Duse, non poteva es-sere assente: personaggio mitico della storia del teatro, famosa per la ricercata sobrietà del suo modo di vestire, contraddistinto da una sempli-cità nobile e altera.Il tour continua poi tra gli abiti da sposa dagli Trenta agli anni Settanta, così pudici e raffinati,

che hanno reso molte donne protagoniste per un giorno carico di attese e significati. Interes-santissimo, infine, il tributo a Susan Nevelson (morta lo scorso anno), l’eclettica designer di Ken Scott dal 1962 al 1991. Oltre ai suoi colo-ratissimi vestiti, presenti anche alcune foto che la ritraggono in tutta la sua impressionante sen-sualità senza tempo. Abiti che non sono cimeli ma simboli vivi e vi-branti dell’anima di queste donne, che sembra respirare ancora là sotto quella stoffa. È stata la loro arte a trasformarle in icone ed ora è giusto che si godano l’immortalità.

di erika gherardotti

Il Polimoda è nato a Firenze nel 1986 dalla collaborazione dei Comuni di Firenze e Prato e da alcune associazioni imprenditoriali. Due sono le sedi: una a Villa Favard a Firenze e l’al-tra a Scandicci, in cui ospita i laboratori. E non a caso sono inserite in questo territorio, ricco di arte, di cultura e di aziende di moda. Il Poli-moda è collegato a doppio filo con importanti realtà imprenditoriali: partecipa a Pitti Imma-gine e collabora con le imprese del settore e grandi brand, nei quali i suoi studenti iniziano un percorso di collaborazione. In un mondo come quello attuale, in cui tutto sembra sia stato shakerato e accelerato, è importante per la Moda rimanere al passo con il tempo. Anzi, deve spesso anticiparlo. E’ necessario quindi fornire allo studente una formazione aggior-

nata, informatizzata e non polarizzata, che ab-bia un occhio attento all’attività lavorativa che andrà a svolgere. Non solo, siamo sempre più cittadini di un mondo globale, per cui diventa fondamentale inserire l’alunno in un contesto interculturale. Visitando le sedi del Polimoda si ha subito la sensazione di essere in un Campus internazionale: le lezioni si svolgono prevalen-temente in lingua inglese e gli iscritti proven-gono da ben 70 diversi Paesi, con il 70% degli allievi di nazionalità straniera. Questo è senza dubbio un valore aggiunto per chi vuole intra-prendere una carriera nel mondo della Moda perché per “fare moda” bisogna spesso viag-giare, comunicare, lasciarsi ispirare da culture diverse e formarsi in una realtà aperta. Come il Polimoda.

IL POLIMODA: UNA FORMAZIONE APERTA

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12 pellicole

di caterina liverani

Aprile è il mese di transizione per eccel-lenza. Dalle giornate ancora incerte di marzo ci traghetta verso una primave-

ra più matura, e mentre nelle sale cinematografi-che i film della stagione delle premiazioni inter-nazionali cedono il passo ad una nuova tornata di promettenti pellicole, in Toscana stanno per sbarcare, insieme ai due festival che chiudono il consueto spazio dedicato alla cinematografia orientale, due veri e propri monumenti del cine-ma americano contemporaneo.George Romero, nato nel Bronx 76 anni fa, che nel 1968 ha dato una fondamentale svolta al cinema di genere horror con il cult senza tempo La notte dei morti viventi, è uno degli ospiti del Lucca Film Festival, l’evento che si svolgerà dal 3 al 10 aprile tra Lucca e Viareg-gio (www.luccafilmfestival.it)Romero riceverà l’8 aprile un premio alla carriera e lascerà le sue impronte nella nuova “Walk of Fame” di Lucca Comics & Games. Nei giorni seguenti avranno luogo una ma-sterclass e una visita del regista alla mostra a lui dedicata, allestita nel Palazzo Ducale di Lucca (dal 26 marzo all’1 maggio) con locan-dine, fotobuste e manifesti originali italiani dei suoi film.Tra gli altri ospiti della manifestazione luc-chese, che da un decennio porta in Toscana alcune tra le personalità più importanti della cinematografia mondiale, un’altra pietra mi-liare del cinema americano: William Friedkin,

uno dei registi contemporanei più discussi e celebrati che, nell’arco di una carriera quaran-tennale, ha realizzato film come L’Esorcista, Cruising fino al più recente Killer Joe.Oltre alle proiezioni, al premio alla carriera e ad un’imperdibile masterclass, la presenza di Friedkin sarà occasione per la realizzazione di un documentario sul suo rapporto con Gia-como Puccini, di cui ha spesso curato la regia delle opere.Non mancherà l’omaggio a due eccellenze del cinema italiano come Marco Bellocchio che, oltre a ricevere un riconoscimento alla carrie-ra, condurrà una giornata di studi su cinema e opera al “Gran Teatro Giacomo Puccini” di Torre del Lago e il premio Oscar Paolo Sor-rentino protagonista di un incontro venerdì 8 aprile. La Pittura Dietro l’Obiettivo è il tito-lo dell’esposizione di dodici dipinti realizzati in età giovanile da Bellocchio insieme a 100 opere su carta, nate durante la realizzazione dei suoi film.Tornando su territorio fiorentino, la città si prepara a dare il benvenuto a uno degli even-ti più attesi e che meglio sanno raccontare la nostra contemporaneità. Il Middle East Now (5-10 aprile) giunto alla sua settima edizione è il secondo appuntamento della Primavera Orientale e avrà come tema centrale “Live & Love Middle East”, ovvero raccontare il Me-dio Oriente dal punto di vista di chi lo vive e lo ama.Quaranta pellicole tra lungometraggi, docu-mentari, film d’animazione e cortometraggi

da Iran, Iraq, Kurdistan, Libano, Israele, Libia, Palestina, Egitto, Giordania, Emirati Arabi, Yemen, Afghanistan, Siria, Bahrein, Algeria e Marocco per un incontro a tutto tondo con la vita e la società mediorientali. Nel program-ma spicca come di consueto la grande atten-zione all’universo femminile con i documen-tari Speed Sisters e A Made for Each, il film Go Home con protagonista la bellissima Gol-shifteh Farahani, l’ultimo film della regista li-banese Danielle Arbid Parisienne e l’omaggio al cinema della regista turca Yesim Ustaoglu. Middle East Now non è solo cinema, ma an-che arte, cibo e incontri segnalati, insieme a orari e luoghi di tutte le proiezioni, sul sito www.middleastnow.it.Chiude questo mese densissimo di appunta-menti il Dragon Film Festival, terzo e ultimo evento della Primavera di Cinema Orientale con il meglio del cinema contemporaneo proveniente da Cina Continentale e Hong Kong; dal 18 al 21 aprile la manifestazione si svolgerà al Cinema Odeon per poi coinvolge-re anche Prato dal 22 al 24 tra il Museo del Tessuto e la Biblioteca Lazzerini. Ospite di questa terza edizione l’attore Simon Yam, in-terprete di molte pellicole di Johnnie To; tra le proiezioni più attese Underground Fragan-ce presentato all’ultimo Festival di Venezia e i documentari Doris & Dong e Jia Zhangke, A Guy from Fenyang su uno dei registi cinesi emergenti più apprezzato nei festival interna-zionali.

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13L’ESPERTO CONSIGLIA “MAESTRI DEL BRIVIDO EDITION”

L’ESORCISTA (1973)

E se il film che tutti abbiamo visto almeno una volta, ricevendone uno shock di solito difficile da dimenticare, in realtà con l’horror non

avesse poi molto a che fare? Se la terribile storia della possessione demo-niaca della piccola Regan, messa magistralmente in scena da William Fri-edkin, partendo dal romanzo di William Peter Blatty, non avesse una sola e scontata lettura? Tra tutte le sue molteplici interpretazioni L’Esorcista è infatti anche un film interamente costruito sui rapporti fra genitori e figli: quello tra la bella attrice Chris (Ellen Bustryn) e la figlia adolescente Regan (Linda Blair) e quello tra lo psichiatra e sacerdote gesuita Damien Karras ( Jason Miller) e la madre in fin di vita. Relazioni complesse che rappresentano due fasi diverse della vita: quella in cui è il genitore a pren-dersi cura di un figlio in difficoltà e quello in cui i ruoli sono invertiti ed è il figlio ad accudire una madre anziana. Altro dato interessante è che in entrambi i nuclei familiari raccontati nel film manca una figura paterna. In conclusione non è tutto horror quello che fa rabbrividire.

LA METÀ OSCURA (1993)

Sono strane e terribili le cose che capitano al piccolo Thad Beaumont quando viene colto all’improvviso dai suoi debilitanti mal di testa.

Venticinque anni e un’operazione al cervello dopo, Thad è un padre di famiglia, stimato docente e autore di romanzi polizieschi di serie B ad alto tasso di violenza sotto lo pseudonimo di George Stark. Quando, con la speranza di sfondare come scrittore firmando un libro finalmente col suo vero nome, è costretto a “uccidere” la sua seconda identità letteraria, quegli strani rumori che riecheggiavano nella sua testa quando era bam-bino ritornano a farsi sentire.La metà oscura è un intrigante horror\thriller, tratto da un grande suc-cesso di Stephen King, perfettamente figlio del suo tempo (l’inizio degli anni 90) nell’ambientazione e nell’atmosfera. George Romero dirige un affascinante e versatile Timothy Hutton impegnato ad evocare una con-vincente interpretazione in chiave moderna del Dottor Jekill e Mr Hyde.

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14 palati fini

di marta staulo

Se invece dei pesci di aprile voleste prendere un cavallo pazzo, vi basteranno forse un

bastone ed una carota, o anche solo una torta che sa di carote e un po’ di mandorle. Toglietevi anche dalla testa le Camille, quelle cupoline alcoliche giusto un li-vello sotto la Fiesta, che stanno alle ca-rote quanto me al matrimonio, ma che quando il nutrirsi in modo consapevo-le non apparteneva a questo mondo e le nostre mamme non conoscevano l’esistenza del glutine e del saccarosio, per un primitivo tentativo di green-wa-shing, a soli 8 anni mangiarne una riu-sciva a farci sentire fighissime e a dieta, nonostante grondassero di olio di pal-ma. E dimenticate anche i coniglietti bianchi che già vi saltellano nella men-te, questa è una torta di carote cignala, granulosa e persistente, con il burro e tanto mascarpone, e dal profumo che vi resta sulle dita tutto il giorno. Cono-sco persone che detestano la cannella. Io detesto il prezzemolo perché non mi porta con la testa da nessuna parte, mentre la cannella ha un potere evoca-tivo incontrollabile. Sarà perché ha più profumo che gusto e quindi attiva il ricordo più di ogni altro alimento. Sarà perché è culturalmente trasversale: è indiana ma allo stesso tempo araba ed ottomana, quindi inevitabilmente scandinava e mitteleuropea. E tutto ciò basta per premere play ad un susse-guirsi di immagini calde: il riso al latte di mia nonna, i confetti cannellini (nei quali Giacomo Leopardi si dice abbia trovato la morte, uno che di ricordi ne sapeva qualcosa) chiamati così per la forma simile agli omonimi legumi, le zeppole cotte sulla stufa a legna nella

teglia di coccio forata, le merende a piantare alberi in Islanda, i forni cruc-chi del mio Erasmus ma anche solo il bar dove spendi le ultime monete che ti restano in tasca all’Ikea.Ripensandoci però, forse è la torta giu-sta con cui trovar marito, perché solo un uomo capace di apprezzare una tor-ta fatta di ortaggi, spezie termogeniche e frutta secca, credo meriterebbe la mia mano. Un test che vale quasi più che dormirci insieme per vedere se russa. D’altronde ricordo che quando mia zia portò a casa il suo primo fidanzato, io gelosa marcia nel sapere che avrebbe voluto bene più a lui che a me, in rispo-sta alla domanda se approvassi o meno la sua scelta d’amore, lo definii uno “scarotato”, dove la S privativa, che in effetti indicava davvero l’essere “estra-niato dal suo contesto a fini analitici”, andava per me a significare la sua poca affinità con le carote. Quindi, se come me volete mettere alla prova il vostro prescelto per testarne brio e sregolatez-za, iniziate ad accendere il forno a 180° e ad imburrare e foderare la teglia.Vi consiglio di grattugiare le carote e di non frullarle perché, più che con una Camilla, vi troverete con un omo-geneizzato Plasmon, e non mi sem-brano maturi i tempi. A questo punto potete dividere gli ingredienti in due categorie, umidi e secchi, ed unirli in due ciotole diverse, ed in seguito amal-gamarli pian piano. Fine dei giochi e quasi un’ora di cottura. Dopo che la vostra torta si sarà raffreddata, potrete dividerla in tre strati e farcirla e rive-stirla di mascarpone dolce al profumo di vaniglia. Tagliatene ora una fetta e chiedetegli di chiudere gli occhi. Se lui riuscisse nell’impresa di riconoscere tutte le spezie, allora è vero amore.

LA TORTA DI CAROTEEra inevitabile: l’odore delle mandorle amare gli ricordava sempre il destino degli amori contrastati.

L’amore ai tempi del colera (Gabriel Garcia Márquez)

INGREDIENTIper l’impasto - 4 uova, 60ml olio d’arachidi, 120g burro fuso, 280g farina 00,  300g zucchero di canna,  380g carote grattugiate,  50g mandorle tritate,  1 piz-zico di sale,  2 cucchiaini di essenza di vaniglia, 1 bustina di lievito,  1 cuc-chiaio di cannella,  1 pizzico di chiodi di garofano, 1 pizzico di noce moscata. per la crema - 500g mascarpone, 250g formaggio spalmabile, 125g zucchero a velo, essenza di vaniglia.

http://perchehosemprefame.tumblr.com

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l’agenda di

APRILEVENERDÌ 1

ANELANTE (1-2/04) Teatro Puccini (FI) ing. 16-20 € WONDER WOMAN (1-2-3/04) Teatro di Rifredi (FI) ing 16/14 €

GALLINA VECCHIA (1-3/04) Teatro di Cestello (FI) ing. 15/13 € GESÙ DI NAZARETH (1-2/04) Teatro Lumière (FI) ing. NP

RABARBARI Circolo Il Progresso (FI) ing. libero BOA VIAGEM TRIO Caffè 19.26 (FI) ing. NP

BOBO RONDELLI (1-2/04) Sala Vanni (FI) ing. 18 €

NECESSARIAMENTE Auditorium Flog (FI) ing. 10 € SALMO Viper Theatre (FI) ing. 18 € SE NON VIENI A VEDERE QUESTO FILM AMMAZZIAMO IL CANE Glue (FI) ing. libero con tessera

TRUTH - IL PREZZO DELLA VERITÀ (1-4/04) Cinema Odeon (FI) ing. NP

SABINA GUZZANTI Teatro Obihall (FI) ing. 20/30 €

KLIMHOUSE TOSCANA (1-3/04) Stazione Leopolda (FI) ing. NP

LE MILLE E UNA NOTTE (1-14/04) Spazio Alfieri (FI) ing.. 7 €SABATO 2

CASA NOVA, VITA NOVA Teatrodante Carlo Monni (Campi Bisenzio) ing. 15/12 € AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA (2-3/04) Teatro Verdi (FI) ing. 19/31 €

KEVIN MUCAJ + MARCO MAGGI Caffè 19.26 (FI) ing. NP HELL SPET + NO FUNNY STUFF Combo Social Club (FI) ing. 5 € NICOLA GENOVESE Circolo Il Progresso (FI) ing. libero

TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI Auditorium Flog (FI) ing. 15/12 € RITMOS DO BRASIL Glue (FI) ing. libero con tessera IL TEATRO DEGLI ORRORI Capanno Blackout (PO) ing. 10 € con tessera BERNARD JOUBERT (2/04 - 3/06) Galleria Il Ponte (FI) ing. libero

AB-BRACCIATA COLLETTIVA (2-3/04) Hidron (Campi Bisenzio) ing. 10 €

RASSEGNA DI DANZA PGS Teatro Obihall (FI) ing. NPDOMENICA 3

IL NUOVO VESTITO DELL’IMPERATORE Teatrodante Carlo Monni (Campi Bisenzio) ing. 8 € HOLI WAVE Combo Social Club (FI) ing. 5 € IL PIFFERAIO MAGICO Teatro Puccini (FI) ing. 8 € IL LIBRO DELLA VITA Nuovo Auditorium (Scandicci) ing. libero MAURIZIO BATTISTA Teatro Obihall (FI) ing. 22/33 € COMPANATICA Circolo La Pace (Compiobbi) ing. 15 € con tessera

LUNEDÌ 4 LESSJAZZ QUARTET Caffè 19.26 (FI) ing. NP IL BAMBINO DI MÂCON CPA (FI) ing. libero

LE PROIEZIONI / TEATRI MITI IN TOSCANA (4-14/04) Teatro della Pergola (FI) ing. libero TITANIC - THE END (4-5/04) Teatro della Pergola (FI) ing. 12/10 €

FIERA DELLA SS ANNUNZIATA Piazza SS Annunziata (FI) ing. liberoMARTEDÌ 5

MIDDLE EAST NOW (5-10/04) Varie Location (FI) ing. 6/5 € ROBERT TREVINO + DIMITRI MAKHTIN Teatro Verdi (FI) ing. 16/13 € MAELA CHIAPPINI (5-14-28/04) Caffè 19.26 (FI) ing. NPMERCOLEDÌ 6

L’OMBRA DEL CANNIBALE Teatrodante Carlo Monni (Campi Bisenzio) ing. 15/8 € GLORY HOLE (6-10/04) Teatro Manzoni (Calenzano) ing.13/10 € DOLORE SOTTO CHIAVE / PERICOLOSAMENTE (6-9/05) Teatro della Pergola (FI) ing. 12/10 € TEA FOUR THREE TRIO Caffè 19.26 (FI) ing. NPGIOVEDÌ 7

GIOCO DI SPECCHI (7-8-9/04) Teatro di Rifredi (FI) ing 16/14 € IL LIBRO DELLA VITA Nuovo Auditorium (Scandicci) ing. libero SHILPA RAY Combo Social Club (FI) ing. NP MATCH DI IMPROVVISAZIONE TEATRALE Auditorium Flog (FI) ing. 12 € TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE (7-10/04) Teatro Verdi (FI) ing. 25/37 € MILLELEMMI+MICHAEL BYRNE Rex Cafè (FI) ing. liberoVENERDÌ 8

IL MONDO SOSPESO Teatro Puccini (FI) ing. 5 € AI WEIWEI: NEVER SORRY Glue (FI) ing. libero con tessera WOODSTOCK PARTY Combo Social Club (FI) ing. libero IRINA PALM Biblioteca civica (Calenzano) ing. libero POETA,MUSICISTA E VAGABONDE Circolo Il Progresso (FI) ing. libero AFRICA UNITE + EBM Auditorium Flog (FI) ing. 13/11 € RIO Viper Theatre (FI) ing. 12 € ALDO, GIOVANNI E GIACOMO (8-9/04) Nelson Mandela Forum (FI) ing. 27/60 € COSE CHE NON MI SONO CAPITATE ANCORA Teatrodante Carlo Monni (Campi Bisenzio) ing. 22,50/10,50 € CINEMA OUTSIDE THE BORDERS Glue (FI) ing. libero con tessera SABATO 9

NO PARTI Teatrodante Carlo Monni (Campi Bisenzio) ing. 15/12 €

FAUST’O Circolo Il Progresso (FI) ing. 8 €

KLEVRA Combo Social Club (FI) ing. libero NICOLA RATTI + KASSEL JAEGER Sala Vanni (FI) ing. 15/10 € MARLENE KUNTZ Auditorium Flog (FI) ing. 15/13 € OFELIADORME + AMARCORD Glue (FI) ing. libero con tesseraDOMENICA 10

I GRANDI ARTISTI DEL NOVECENTO ITALIANO LUCIO FONTANA Museo del Novecento (FI) ing. libero

PINUCCIO CHIAMA FIRENZE! Teatro Puccini (FI) ing. 15 €

QUARTO COLORE Ospedale di Careggi (FI) ing libero I RACCONTI MAGICI Ospedale Pediatrico Meyer ing. Libero FIERA DI OLTRARNO Piazza Santo Spirito (FI) ing. liberoLUNEDÌ 11

I RACCONTI DEL CUSCINO CPA (FI) ing. libero LEZIONI DI ROCK, OMAGGIO A DAVID BOWIE Teatro Puccini (FI) ing. 20/15 €MARTEDÌ 12

ROBA DA DURI (12-17/04) Teatro di Rifredi (FI) ing 16/14 €

AMLETO2016 (12/04 - luglio 2016) Castello di Elsinor (FI) ing. libero GIGI D’ALESSIO Teatro Obihall (FI) ing. 32/48 € HITCHCOCK - TRUFFAUT Cinema Odeon (FI) ing. 10 € L’UNIVERSALE Teatro Verdi (FI) ing. NPMERCOLEDÌ 13

I DUELLANTI Teatrodante Carlo Monni (Campi Bisenzio) ing. 22,50/10,50 € CAVEMAN - L’UOMO DELLE CAVERNE Teatro Puccini (FI) ing. 18-22 € FUOCHI A MARE PER VLADIMIR MAJAKOVSKIJ Teatro della Pergola (FI) ing. 12/10 €

MANCA SOLO LA DOMENICA (13-14/04) Teatro della Pergola (FI) ing. 12/10 € VILLA TRIESTE Teatro Verdi (FI) ing. 7/17 € STEVE WYNN Circolo Il Progresso (FI) ing. 8 €GIOVEDÌ 14

BUDZILLUS Combo Social Club (FI) ing. libero D.VYZOR Rex Cafè (FI) ing. libero PUPO Teatro Obihall (FI) ing. 20/34 € TODO MODO Sala Vanni (FI) ing. 10 € CAPRONI! INVENZIONE A DUE VOCI Teatro della Pergola (FI) ing. 12/10 € WWE LIVE Nelson Mandela Forum (FI) ing. 34/74 €

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MUSICA/TEATRO/ARTE/CINEMA/EVENTI

VENERDÌ 15 GAETANO ESPINOSA Teatro Verdi (FI) ing. 10 € THE MIXTAPERS Combo Social Club (FI) ing. 5 € ERA FACILE PERDERSI E LIVORNESI! Teatro Puccini (FI) ing. 5 € LA SPOSA CADAVERE (15 -17/04) Teatrodante Carlo Monni (Campi Bisenzio) ing. NP

SPIRITUAL GUARDS (15/04-02/10) Piazza della Signoria + Palazzo Vecchio (FI) ing. N

LIVIA FERRI + SOFIA NOVELLI Circolo Il Progresso (FI) ing. libero

ALBERTO CAMERINI + NED Auditorium Flog (FI) ing. 7/5 €

CESAR MARTIGNON MAMBOKIDS LITE QUARTET Caffè 19.26 (FI) ing. NP

FIRENZE & DANZA (15-17/04) Teatro Obihall (FI) ing. NP

FLORENCE BIKE FESTIVAL (15-17/04) Parco delle Cascine (FI) ing. NPSABATO 16

IL FUTURO DELL’ECONOMIA MONDIALE Auditorium Stensen (FI) ing. libero I MINISTRI Auditorium Flog (FI) ing. 15/13 € SBANEBIO Combo Social Club (FI) ing. libero ROSE IS A ROSE IS A ROSE IS A ROSE Teatro Manzoni (Calenzano) ing.13/10 € IL SECONDO APPARTAMENTO Cafè 19.26 (FI) ing. NP

CIRCO SOCIALE (16-17/04) Impact HUB Firenze ing. libero

L’ALLEGRIA DEGLI ANGOLI E ALTRE STORIE Teatro Puccini (FI) ing. 10-15 € FACCIAMO MUSICA DA TRE SOLDI Circolo Il Progresso (FI) ing. libero WILLIAM BASINSKI Sala Vanni (FI) ing. NP STANZE SEGRETE (16-17/04) Cango (FI) ing. 9/10 €

CARMEN Teatro Verdi (FI) ing. 28/69 € LEVANTE Viper Theatre (FI) ing. 15 € MUSICA RIBELLE Teatro della Pergola (FI) ing. libero su prenotazione FORTEZZA ANTIQUARIA (16-17/04) Piazza Vittorio Veneto (FI) ing. liberoDOMENICA 17

SUZANNE ‘SILVER Antico Spedale del Bigallo (Bagno a Ripoli) ing. libero

ORCHESTRA DI BAMBINI SUZUKI Ospedale di Careggi (FI) ing libero EVOLUSHOW 2.0 (17-18/04) Teatro Verdi (FI) ing. 26/63 €

IL LIBRO DELLA VITA Nuovo Auditorium (Scandicci) ing. Libero FIERUCOLINA DELLA CASA Piazza Santo Spirito (FI) ing. libero

FIORENTINA - SASSUOLO Stadio Artemio Franchi - FirenzeLUNEDÌ 18

DRAGON FILM FESTIVAL (18-24/04) Varie Location (FI+PO) ing. NP

IL CUOCO, IL LADRO, LA MOGLIE E L’AMANTE CPA (FI) ing. liberoMARTEDÌ 19

EZIO BOSSO Teatro Puccini (FI) ing. 25/18 € DANIELE SILVESTRI Teatro Verdi (FI) ing. NP LO STRANIERO, UN’INTERVISTA IMPOSSIBILE (19-24/04) Teatro Niccolini (FI) ing. NPMERCOLEDÌ 20

ENRICO RUGGERI Teatro Puccini (FI) ing. 30/24 € EZIO BOSSO Teatro Verdi (FI) ing. NP IPERMOBILITÀ Il Palmerino (FI) ing. libero LA CONTRORA (20/04 - 1/05) Teatro della Pergola (FI) ing. 16/32 €GIOVEDÌ 21

IL SOLDATO Teatro Puccini (FI) ing. 18 € BANPAY CREW Combo Social Club (FI) ing. libero TOCO DI CUNTO QUARTET Cafè 19.26 (FI) ing. NP MATCH DI IMPROVVISAZIONE TEATRALE Auditorium Flog (FI) ing. 15 € ARCHEO RECORDINGS SOUNDSYSTEM+CANTE Rex Cafè (FI) ing. libero FIRENZE GELATO FESTIVAL (21-24/04) Piazzale Michelangelo (FI) ing. NP FIRENZE TANGO FESTIVAL (21-25/04) Tango Club (FI) ing. NPVENERDÌ 22

THE JAIL Teatro dell’Affratellamento (FI) ing. 15 € STORIE DI ORDINATA FOLLIA (22-24/04) Teatro di Cestello (FI) ing. 15/13 € RENANERA Combo Social Club (FI) ing. libero ANDREA GROSSI Circolo Il Progresso (FI) ing. libero TAMA TAMANDUA’ QUARTET Cafè 19.26 (FI) ing. NP

99 POSSE Auditorium Flog (FI) ing. 13 € FULL MOON PARTY Capanno Blackout (PO) ing. NP TRICARICO Cycle (Calenzano) ing. 10 € con tessera LA GRANDE BOX Nelson Mandela Forum (FI) ing. 22/82 €SABATO 23

BOTTECCHIA ‘23 Teatrodante Carlo Monni (Campi Bisenzio) ing. 15/8 € LEI DISSE SÌ + RIOMEZZANINO (TBC) Glue (FI) ing. libero con tessera GATTI MEZZI + FORRÒ MIOR Auditorium Flog (FI) ing. 10/8 € MACISTE CONTRO TUTTI Combo Social Club (FI) ing. libero EVIOLINS DUO Cafè 19.26 (FI) ing. NP AMLETO Cinema Odeon (FI) ing. 10 €

MOSTRA MERCATO INTERNAZIONALE DELL’ARTIGIANATO (23/04 - 1/05) Fortezza Da Basso (FI) ing. 6 €DOMENICA 24

ZUBIN MEHTA Nuovo Teatro dell’Opera (FI) ing. 250/20 € VIA DEL CAMPO Combo Social Club (FI) ing. libero FIORENTINA - JUVENTUS Stadio Artemio Franchi - FirenzeLUNEDÌ 25

ARTISTI UNITI PER L’ANCONELLA Combo Social Club (FI) ing. liberoMARTEDÌ 26

MERCOLEDÌ 27 LA SPOSA CADAVERE (27-28/04) Teatro Puccini (FI) ing. NP

STEVEN WILSON Teatro Obihall (FI) ing. 40 € LE NOSTRE DONNE (27-30/04) Teatro Studio (Scandicci) ing. NPGIOVEDÌ 28

IOLANTA Nuovo Teatro dell’Opera (FI) ing. 120/10 € VENERDÌ O IL LIMBO DEL PACIFICO Teatro Puccini (FI) ing. 5 € NIK GONNELLA + HERTZ COLLISION Rex Cafè (FI) ing. libero LUNGARNO ON AIR su NOVARADIO 101.5 - ore 20.00VENERDÌ 29

BRAD LUBMAN Nuovo Teatro dell’Opera (FI) 30/10€ I CANI Auditorium Flog (FI) ing. 13 € GULP Combo Social Club (FI) ing. 5 € FRATELLI TARZANELLI Circolo Il Progresso (FI) ing. libero PATISSERIE DE LA MUSIQUE Cafè 19.26 (FI) ing. NP BEATRICE DILLON Sala Vanni (FI) ing. 15/10 € GIANNA NANNINI (29/04 - 2/05) Teatro Verdi (FI) ing. NP CLASSICA FOR DUMMIES (29-30/04) Teatro di Cestello (FI) ing. 15/13 € ITALY DANCE TROPHY (29/04 - 1/05) Nelson Mandela Forum (FI) ing. 11 €SABATO 30

LE GRAND CABARET DELUXE Teatrodante Carlo Monni (Campi Bisenzio) ing. 15/12 € PATTI DEROSA Cafè 19.26 (FI) ing. NP JAM SESSION Circolo Il Progresso (FI) ing. libero LIZZARD Viper Theatre (FI) ing. 10 € BACK TO ‘99 Capanno Blackout (PO) ing. NP NOTTE BIANCA Varie Location (FI) ing. libero

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APRILE da non perdereVENERDÌ 8

ALDO, GIOVANNI E GIACOMONelson Mandela Forum (FI) ing. 27/60 €

D’accordo, al Festival di Sanremo sono stati di una tristezza incredibile. Vero, spesso nei film riprendono battute che hanno già detto a teatro e a teatro riprendono battute che funzionavano nei film. Si, non sono più quelli di Mai Dire Gol. Però non va neanche bene segarli del tutto sen-za il beneficio del dubbio visto che parliamo di signori capaci di creare personaggi come i Sardi, Gervasoni, Rezzonico o tormentoni come Ta-fazzi o Rolando. In 3° ITIS nel 97 - o nel 98 - mi ricordo tale Manenti che, imitando Tafazzi con una bottiglia di Fanta piena, si procurò una le-zione a un testicolo e finì all’ospedale. Rientrò a scuola una settimana dopo e, non ancora soddi-sfatto, salì sulla cattedra per dimostrare all’incre-dula professoressa di italiano che aveva una palla blu. Sarò per sempre riconoscente.

LUNEDÌ 11LEZIONI DI ROCK, OMAGGIO A DAVID BOWIETeatro Puccini (FI) ing. 20/15 €

Forse non sono ancora pronto per un’esperienza del genere. Il vuoto lasciato da Bowie è immen-so e il lutto ancora presente. E non credo di esa-gerare. Sento amici che ancora adesso ne parla-no come se avessero perso un parente, uno zio di quelli diversi dal resto della famiglia. Allo stesso tempo è stata una morte spettacolare e spetta-colarizzata che fatico a mettere insieme ai senti-menti travolgenti e intimi che mi evocano certe canzoni alle quali sono profondamente legato. Come Five Years, in assoluto il pezzo che non mi ha mai stufato, che conosco in ogni piega, respiro, vibrazione. Si, lo so, sono un po’ triste e forse trasmetto anche molta malinconia. Ma non so fare diversamente. Mi manca, ci manca e sono sicuro che non passerà.

VENERDÌ 15ALBERTO CAMERINI + NEDAuditorium Flog (FI) ing. 7/5 €

Prima di riconoscerlo nei dj set sfigati di svuota pista alla festa dell’Unità, per me Alberto Came-rini era quel personaggio strano sulla copertina dell’album che mia sorella d’estate alternava a Claudio Baglioni nel mangiacassette sotto la pergola dei miei nonni. Il mio primo contatto musicale avvenne con “Maccheroni Elettroni-ci”, era la mia preferita e avevo voglia di farmi la cresta viola e imparare ad impennare il CIAO di quella stronza di mia cugina. Poi venne il momento in cui lo vidi da vivo. Era fine estate, un caldo torrido, forse il 2003. Un po’ grassot-tello, un filo rovinato, accompagnato da due personaggi stranissimi e pieni di ossessioni. Lui volteggiava un basso bianco come se fosse una scimitarra e chiuse il concerto con un laconico “Non funziona un cazzo”. Poi scattò la rissa.

SABATO 16WILLIAM BASINSKISala Vanni (FI) ing. NP

La mia fonte me l’ha spacciato come “amico di David Bowie”. Come al solito, muore uno famo-so e tutti erano suoi amici. Tanto mica si può testimoniare, o chiedere conferma… no? Mica tutti possono fare come Brian Eno che c’ha fatto dischi 40 anni fa e c’ha pure le mail degli ultimi mesi? Comunque dedico questo spazio a questo artista che ha il nome a metà tra un antivirus con l’abbonamento scaduto e uno delle brigate rosse che organizza il nascondiglio in campagna. Al di là dei gradi di separazione, il lavoro di Basinski è particolare ed energetico, generato da tecnolo-gie inusuali che portano un livello di espressio-ne naturale ed elementare. Soundscape ricchi di loop a sottolineare la natura temporale della vita e il mistero del tempo. Anche per questo mese la supercazzola è servita.

MARTEDÌ 19EZIO BOSSOTeatro Puccini (FI) ing. 25/18 €

Vorrei più trasmissioni con Ezio Bosso ma meno trasmissioni a caccia di audience con Ezio Bosso. A volte è difficile cogliere le reali motivazioni die-tro le scelte televisive; se c’era reale empatia, se c’era ricerca di ascolti a man basse, se c’era neces-sità di lanciare un messaggio. Non voglio essere polemico, anzi, è un punto serio il mio. Forse sarà che i contenitori di musica in tv sono così sparu-ti… Fatto sta che mi ha emozionato, che ha emo-zionato in tanti, anche mia nonna che credo sia una delle poche persone che il giorno dopo non l’ha condiviso su facebook. L’idea di leggiadria sprigionata da quel corpo ingabbiato, l’armonia di un movimento reso macchinoso da una malat-tia ma comunque soave, slegato. L’ho visto come se, a un tratto, avesse preso il volo con il suo sor-riso scomposto e il suo ciuffo indomabile come un Upupa, volteggiare sulle teste parruccate delle prime file e sfuggire ai riflettori delle prime serata.

LUNEDÌ 25FESTA DELLA LIBERAZIONE

Lo avraicamerata Kesserlingil monumento che pretendi da noi italianima con che pietra si costruiràa deciderlo tocca a noinon con i sassi affumicati dei borghi inermistraziati dal tuo sterminionon con la terra dei cimiteridove i nostri compagni giovinettiriposano in serenitànon con la neve inviolata delle montagneche per due inverni ti sfidarononon con la primavera di queste valliche ti vide fuggirema soltanto con il silenzio dei torturatipiù duro d’ogni macignosoltanto con la roccia di questo pattogiurato fra uomini liberi che volontari si adunaronoper dignità non per odiodecisi a riscattare la vergogna e il terrore del mondosu queste strade se vorrai tornareai nostri posti ci ritroveraimorti e vivi con lo stesso impegnopopolo serrato intorno al monumentoche si chiama ora e sempreResistenza.

Piero Calamandrei

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Spazio alfieri cinema

Con il contributo di In collaborazione con Ridotto soci

Spazio Alfierivia dell’Ulivo 6 Firenze055 53 20 840www.spazioalfieri.it

11 aprile 2016

Gramsci 44Antonio Gramsci, intellettuale e parla-mentare comunista, venne confinato dal regime ad Ustica: il docufilm “Gramsci 44” racconta l’uomo e il suo rapporto con l’isola, l’emarginazione condivisa, il riscatto collettivo e l’opera di alfabetiz-zazione, anche attraverso la voce di chi quei giorni li ha vissuti.

15 aprile 2016

dusturÈ stato uno dei film più discussi e ap-plauditi dalla critica dell’ultimo Torino Film Festival, dove ha vinto il Premio ‘Occhiali di Gandhi’ alla cinematografia nonviolenta.

Dal 31 marzoLe miLLe e una notte 1Dal 7 aprile  Le miLLe e una notte 2 Dal 14 aprile   Le miLLe e una notte 3  Le mille e una notte - Arabian Nights ha debuttato all’ultima Quinzaine des Réalisateurs, diventando un vero e proprio “caso” e iniziando da Cannes un percorso fortunato che l’ha portato nei principali festival di tutto il mondo.

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pisa

di pratosfera

A Prato ci entusiasmiamo all’improvviso e altrettanto velocemente ricadiamo nello

sconforto. Siamo così, c’è poco da fare. Succe-de perché siamo degli ottimisti veri e quando le cose non vanno come avevamo sperato non riu-sciamo a darci pace. Adesso, per esempio, ci go-diamo la nuova mostra di Palazzo Pretorio sugli Etruschi: una mostra interessante per davvero, ma che in città apre uno squarcio di malessere chiamato Gonfienti, la città etrusca seppellita sotto l’interporto. Ecco, questa è la nostra ma-rea di godimenti e sofferenze. In questo periodo poi non c’è quasi altro in città, se non quel ricco meccanismo di iniziative private o semi private che sempre di più anima la scena culturale lo-cale. Una di queste è “Un Prato di Libri”, che ogni anno organizza in città decine e decine di iniziative per ragazzi. È il festival della lettura per ragazzi e il nostro invito è quello di parteci-pare con la prole ad almeno uno degli eventi in programma intorno al 9 e 10 aprile, i due gior-ni principali del festival. Nel frattempo, mentre da Firenze, Pistoia e Lucca ci piovono addosso nomi e stralci di cartelloni estivi di un certo spessore, a Prato registriamo l’assenza anche della più piccola indiscrezione sugli eventi in programma per l’estate e soprattutto per l’ormai noto “Settembre”. Insomma, non sappiamo nul-la. E non sapere nulla, da una parte aumenta le

aspettative, dall’altra fa temere il peggio. Anche perché dopo l’ottima edizione del 2015 era stato annunciato un bando per la gestione triennale della manifestazione più importante della città. Un modo, venne spiegato, per permettere un’or-ganizzazione migliore e soprattutto in prospetti-va del cartellone. È molto probabile che quando leggerete queste righe il bando sarà già pubbli-cato e i lavori di organizzazione avviati, ma il discorso non cambia. Mentre noi stiamo qui ad inserire in calendario i grandi nomi in arrivo a Pistoia, Lucca e Firenze, attendiamo fiduciosi la nostra onda di godimenti. Vi terremo informati.

di maria carmela saracino

“Mare mare mare, quanta voglia di ar-rivare…”. Lo cantava da giovane ma

anche ora, che sulla costa ci arriva con il suo Pop-up Tour. Il 7 aprile Luca Carboni sbarca al Teatri Verdi di Pisa e lo sappiamo tutti, “ha bi-

sogno d’affetto” e di tutto il nostro più sincero incitamento. Ma se di mare avete bisogno anche voi e magari siete accompagnati anche di un fido amico a quattro zampe, non perdetevi “La festa dei cani da salvataggio” a Marina di Pisa. Vener-dì 8 è in programma la passeggiata a sei zampe in pineta mentre sabato 9 e domenica 10, in piazza Sardegna, stand con educatori e veterinari per qualche consiglio sulle buone maniere per cre-scere il vostro amico ed, a chiudere, tutti in pas-serella per una sfilata piena di dog model. Saba-to 16, invece, non perdetevi Pisae Pisarum per visitare con guide specializzate la città partendo da Piazza dei Miracoli fino ad arrivare ai Bagni di Nerone. In due ore di percorso scoprirete le ori-gini della città e alcuni dei suoi angoli più nasco-sti. Poi, se le temperature ce lo permettono, tutti in spiaggia a prendere la prima abbronzatura.

MARE, MARE, MARE...

I PROVINCIALI

empolipratoINCERTEZZE

PRATESILUDI-COMIX

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di silvia amerighi

Al via la 13a edizione di Ludicomix Bricks & Kids: nel weekend del 16 e 17 aprile

Empoli diventa la capitale del gioco, del diver-timento e del mondo fantasy. Si amplia l’offerta e il target a cui è rivolta la festa, grazie alla colla-borazione del Comune di Empoli con le realtà Ludicomix, ItLUG e Italian LEGO User Group. Maggiore spazio ai padiglioni e agli eventi che la passata edizione ha visto con successo oltre 18mila visitatori. Quest’anno sarà possibile visitare la personale dedicata a  Rita Petruccioli, giovane illustratrice romana che passa da auto-produzioni a  gran-di marchi con una naturalezza non comune. All’interno anche la terza edizione della Mo-stra/Concoso Illustratori a Km 0 curata dalle Vanvere. L’associazione Fumetti e Dintorni darà vita all’Area Vintage e Collezionismo  in Piazza del Popolo: i visitatori potranno portare i loro oggetti da  scambiare, vendere  o soltanto farsi valutare dagli esperti collezionisti. Sarà poi possibile mangiare nei maid cafè, tipico fenomeno della cultura pop giapponese moder-na: sono locali a tema in cui si possono gustare pietanze servite da  cameriere che interpretano personaggi femminili dei manga. Grazie all’as-sociazione culturale  KISEKI, nasce il primo maid cafè itinerante della regione Toscana, in-cludendo anche i butler, l’equivalente maschile della maid.

http://www.ludicomix.it

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a cura di riccardo morandi

Non di sola Firenze vive il fiorentino. Si parla di concerti e di eventi, ovviamente: tantis-

simi artisti in giro per la Toscana in questo mese, quello del disgelo pieno, della primavera e del pesce d’aprile. Un pesce d’aprile non è, per co-minciare, il concerto che vi suggeriamo per pri-mo, ovvero quello di Patty Pravo al Teatro Verdi di Montecatini proprio il primo aprile. Poco da dire sull’artista, la nostra Nico, orfana dell’Andy Warhol mai esistito in patria nostra. Il pubblico più giovane, forse impegnato nelle gite fuori por-ta, potrà comunque rifarsi subito dopo, con i no-stranissimi Cecco e Cipo (Santa Croce sull’Arno, venerdì 2) o con l’ottima formazione di rock 70’s

che risponde al nome The Winstons (Officina Giovani, Prato, venerdì 8). Se volete fare un salto al mare vi ricordiamo l’en-nesimo concerto di Calcutta, di scena al The Cage di Livorno (sabato 9); la città labronica vi dona in ogni caso l’opportunità di recuperare, qualora lo aveste perso, il live del padre di tutti i cantautori, sua simpatia Francesco De Gregori (sabato 16). Non vi piacciono gli artisti con dei nomi e dei cognomi normali? Pronti per voi, secondo la moda del momento, ci sono in questo mese Iosonouncane (Arezzo, sabato 15), Giungla (Siena, giovedì 21) e Iacampo (Prato, sabato 23). I restanti eventi da segnalare hanno come linea di demarcazione la questione generaziona-

le. Da un lato i cosiddetti anziani della musica che possono a sua volta dividersi fra il concerto dei freschissimi Modena City Ramblers (do-menica 24) o quello dell’uomo dal belato più potente d’Europa, ovvero Antonello Venditti, (sabato 30) sempre in una Livorno che a que-sto giro sbanca davvero. In opposizione a questi eventi lasciamo la chiusura di questa rubrica al rock leggero e mai retorico del Teatro degli Or-rori in concerto alla Festa di Liberazione (si, la fanno ancora anche se non c’è più il giornale) di Fornacette (lunedì 25) ed il mitico Appino, sabato 30 presso Empoli. Leggerezza, allegria e nessuna polemica: sono questi i caratteri che contraddistingueranno questi ultimi due live. Buona gita, signori.

NOI VI CI MANDIAMO

news dall’ente cassa di risparmio di firenze

Il sipario è una porta verso la magia del teatro. Che si stia seduti a guardare o che si calchi

il palcoscenico, ogni momento è un’indimenti-cabile esperienza che innalza verso la gioia della creatività. Se parliamo poi di lirica le declinazio-ni di questa meraviglia si moltiplicano: la mu-sica, il canto, l’armonia di un coro, la bacchetta ritmata del Direttore. Da questa consapevole magia nasce il progetto “All’Opera… le scuo-

le al Maggio”, che fa salire sul palco del Teatro dell’Opera di Firenze circa 900 ragazzi per met-tere in scena “I Capricci della sorte”, ovvero il melodramma “L’Italiana in Algeri” di Gioacchi-no Rossini con un adattamento drammaturgico e musicale a cura di Giuseppe La Malfa e Manu Lalli. Questa è la decima edizione dell’iniziativa curata dall’Associazione Venti Lucenti, e forte-mente voluta dall’Assessorato dell’Educazione del Comune di Firenze, la Fondazione del Mag-gio Musicale Fiorentino e la Fondazione Ente

Cassa di Risparmio che lo sostiene in maniera sempre più significativa. Un appuntamento che permette ai giovani di scoprire attraverso labo-ratori di preparazione le opere liriche dei grandi compositori che hanno reso la lirica uno stru-mento di grande educazione culturale, avvian-doli all’ascolto e la comprensione della musica. “I Capricci della sorte” sarà in scena dal 1 al 5 aprile.

http://www.operadifirenze.it

NOI CI ANDIAMO

SGUARDI

PALESTRA ROBUR - lezioni di ginnastica culturale per fiorentini

I PANINARI IN PIAZZA DELLA REPUBBLICA

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di leandro ferretti

Ci sono degli angoli di città che diventano proverbiali come ritrovo di comitive o par-

ticolari gruppi, per motivi che non sempre sono esattamente ricostruibili, o hanno delle preci-se spiegazioni storiche. A Firenze quel lembo di piazza della Repubblica che diviene via dei Brunelleschi si è, da un certo punto nel tempo, trasformato nel ritrovo della gioventù “bene”, quella ricca e ben vestita. Forse la cosa ebbe inizio dalla presenza del Gambrinus con cine-

ma e biliardi, chissà. Sta di fatto che negli anni Ottanta quel territorio era la riserva di caccia dei paninari. Imperavano lì i risvolti di El Charro, gli sgargianti Moncler, i quadri dei Burlington, i Sì blu delle femmine e i costosi Laverda dei maschi. Se eri un vero alternativo da quel posto giravi al largo, e a comprare le corde da Ricordi ci arrivavi da dietro. Poi, come ben si sa, cam-biano le mode. I ragazzi bene son sempre lì, e le minicar hanno preso il posto dei ciclomotori. O tempora, o motores.

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NODI DA SCIOGLIERE

PRÊT-À-PORTER

NON CHIAMATELE SCARPE DA GINNASTICA

SONO STATO BRAVO?

foto: theliveitup.com

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di martina milani

Non ho mai imparato a fare la ruota, né la verticale, né i tuffi di testa. È un peccato

perché quando sei ragazzina queste cose possono cambiare le tue giornate in spiaggia. Credo di aver più volte recuperato consenso con qualche match a racchettoni e un tuffo a bomba. Diciamo che puntavo sulla simpatia anziché sul gesto estetico, sognando un giorno di saper fare anche l’inverso. Tommaso Negri, una vita trascorsa a testa in giù sul palo cinese, tra acrobazie, capriole ed eserci-zi che sfidano la gravità, ne sa qualcosa di abilità e ribaltamento degli schemi. È il responsabile di AltroCirco e lavora per portare il circo sociale in Italia. Dimenticate i tendoni con gli animali e le scimmie col cappello. Il circo sociale è una meto-dologia che sfrutta le arti circensi per l’inclusione di chi è al margine. «Quando all’abilità si dà una forma artistica – spiega - tutti, anche le persone che definiamo “disabili”, diventano capaci e si scoprono bravi agli occhi degli altri. È una magia che annulla etichette e pregiudizi». AltroCirco sarà ad Impact Hub Firenze il 16 e il 17 aprile per presentare i suoi strumenti e metodi ad educatori, insegnanti e as-sociazioni. Non mancheranno laboratori e spetta-coli aperti a tutti (anche a quelli che, come me, non sanno fare la ruota).

di alice cozzi

Sport e fashion sono l’accoppiata vincente per la Primavera/Estate 2016. Il total look activewear è stato protagonista sia

sulle passerelle che nello street style delle Fashion Week mondiali di questo inverno e le sneakers (o scarpe da ginnastica) sono ormai diventate dei veri e propri must have anche fuori dalla palestra.Sempre più tecniche, ma senza rinunciare a un tocco di femmini-lità, stagione dopo stagione, sorprendono tra nuove linee, colori sorprendenti, tecnologie e materiali hi-tech. Se il 2016 per Pantone è l’anno del rosa quarzo e celeste serenity, le sneakers non stanno certo a guardare, tingendosi di tutte le tonalità pastello, dal rosa al celeste appunto, dal giallo al verde latte-menta. Potete abbinarle a jeans e gonne di giorno, ma anche abiti un po’ più chic di sera. Non chiamatele scarpe da ginnastica, le sneakers sono molto di più.

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IN CITTÀ TUTTO TRANQUILLO

MAMME A FIRENZE

PERCHÉ NOI SIAMO NOI...

APRILE BAMBINO

di nanni the pug

Bipedi, voi lo sapete chi governa il mondo? Naturalmente noi, pelosi a quattro zampe che viaggiamo a venti centimetri da terra. E volete sapere perché? Provate a immaginarvi la scena vista da occhi

extraterrestri. Passeggiamo insieme e ad un certo punto ci fermiamo. Solitamente io faccio una specie di balletto e poi curvando la schiena sulle zampe posteriori lascio i miei bisogni a terra. Fino a qui, tutto na-turale. Sapete che cosa accade, poi? Voi bipedi, se ben educati, raccogliete la nostra cacca. Ecco, secondo il vostro modestissimo intelletto, chi pensiate che governi il mondo, visto da occhi stranieri? Detto questo, voglio avvisarvi “sudditi” bipedi: con la primavera e il bel tempo ho notato che amate stare nei prati, sdraiati o a piedi nudi sull’erba. Il mio gentile invito è quello di non ribellarvi alla vostra condizione e raccogliere sempre in ogni luogo le nostre bellissime feci. In alternativa, sappiate, ci saranno bipedi molto solerti che con divisa e blocchetto potranno farvi una multa che può andare da 80 a 500 euro. I sacchetti costano poco e voi, comunque vada, sarete sempre considerati la razza inferiore. Meglio almeno essere educati.

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di cristina romeo

L’evento del mese per bambini e famiglie è senza dubbio il Festival dei Bambini, giunto

alla terza edizione, che si terrà a Firenze il 15, 16 e 17 aprile. Ogni anno per il Festival vengono orga-nizzati tantissimi eventi speciali di cui molti gra-tuiti in tutta la città (musei, biblioteche, ma anche piazze e giardini). Da non perdere! Nello stesso weekend il centro storico di Empoli ospiterà Lu-dicomix Bricks & Kids dedicando due giorni al mondo immaginario dei fumetti, dei cosplay e dei mattoncini LEGO. (vedi anche l’articolo di Lungar-no sugli eventi di Empoli - ndr.). L’ingresso ad alcu-ne aree è a pagamento (gratis per i bambini fino a 8 anni). Vi segnalo infine una mostra che potrà senz’altro interessare i bambini (e non solo). Fino al 31 maggio il Museo della Specola, in via Romana a Firenze, ospita I predatori del micro-cosmo: sedici piccoli predatori tra ragni, insetti, rettili e anfibi in teche che riproducono il loro am-biente naturale. Sono in programma anche visite guidate e laboratori.

http://www.mammeafirenze.it

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NIENTE PANICO

LA SCIABOLATA

SPA-GHE-TTI

LA GRANDE TRUFFA DI FRANCO BATTIATO

di tommaso ciuffoletti

Dovete mangiare. Bere. Dovete essere buo-ni, puliti, giusti e mangiare, cazzo, mangia-

re. A chilometro zero. Che ogni volta maledico gli arabi, non per il fondamentalismo islamico, ma per aver inventato lo zero. Fondamento del fondamentalismo alimentare. A Firenze man-giare a chilometro zero significa andare a pesca-re i siluri nell’Arno, scuoiare gli scoiattolini delle Cascine o i cetrioli dei trans in battuta.La grande mangiazione, Pantagruele e Lucul-lo, Slow Food, vinaini, TripAdvisor, la droga, panini, paninetti, panini tipici, trippa, lardo di Colonnata, fagioli zolfini, peti, droga, trito d’er-be della Meloria, riduzione di sottaceti senza solfiti, riduzione di solfiti sottaceto, riduzione di ingrossamento della gotta, formaggio di fossa, odore di fessa, la droga, diventeremo i came-

rieri del mondo. Unica prospettiva di sviluppo. Sviluppo della nostra interiorità e delle nostre interiora. E quando saremo grassi abbastanza, gonfi di chilometri zero, verremo macellati, per consentire l’eterno ciclo della mangiazione.Firenze capitale del cibo. Firenze capitale del mangiare. Firenze autarchica e tu chi sei, infame kebabbaro, e tu che vuoi, alcolizzatore cingale-se. I minimarket sono un cancro, disse Nardella, dobbiamo estirparli. Che cosa orribile. Cuci-niamoli nello spaghetto allo scoglio. Perché noi siamo Firenze, ombelico del mondo. Ombelico ricolmo ed in fuori. Stile cartoni animati giap-ponesi di quando eravamo giovani. E teorici del gusto e filosofi dell’assaggio. Chef alchimisti, cuochi psicologi, paninari. Ridatemi i paninari. Che furono i primi, gli originali. Zero chilome-tri, zero solfiti. Paninaro ti amo.

di riccardo morandi

Pioveva il 28 Febbraio, c’era il Teatro Verdi imballato ed avevo il biglietto per il concer-

to di Franco. Battiato, lui. Musica, emozioni, bel-lissima atmosfera. Sulle note di Prospettiva Ne-vskij avevo le lacrime; poi, dopo pochi istanti, si è aperto in me il terzo occhio. La magia poetica di Battiato si è tramutata, con la velocità in cui Verdini è diventato una costola della maggioran-za, in una splendida accozzaglia di parole senza senso, ad effetto, perfette. PARACULE. Il mio cervello è uscito dai misticismi inventati o dalle ambientazioni improbabili (“pieni gli alberghi a Tunisi …”), dalle invettive vuote (“mandiamoli in pensione i direttori artistici”), dai giochi di parole che saccheggiano il patrimonio musica-

le italiano (“Chi vi credete che noi siam… noi siam come le lucciole”) o dalle vuote citazioni di parole in improbabile inglese (“Shock in my town, Velvet Underground”). Una frase è echeg-giata in me: questo signore che sta dicendo? È l’arte, mi rispondono. È il Maestro. È Franco.Provo ancora di più stima ed amore per questo autore, che con una paraculata degna delle argo-mentazioni migliori per un quesito referendario, ha aggirato tutti gli altri cantautori, si è incarnato in un mistico del nuovo millennio a base di the verde e carcadè. Il mito Battiato che cade per ri-sorgere: ho percepito in lui il mestierare, l’alchi-mia dei suoi pezzi, musicalmente stupendi, ma composti nelle parole come con una ricetta quasi standard. Una frase stupenda, assonanze verba-li geniali e riferimenti spazio temporali casuali:

con la rima baciata, alcuni, sullo stile del grande Freak Antoni. Un the al caffè della Paix diven-ta improvvisamente un Fernet ad Hammamet. Amo ancora di più Franco. Perché fa emoziona-re vendendo fumo. Del resto gli inglesi hanno avuto la grande truffa del rock’n’roll, e noi la grande truffa del cantautore. Tutto quadra.

w la Liberazione, w la Resistenza!

25 aprile 1945-2016

arci�renze.it

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di mattia marasco

La piazza, dopo settimane di nuvole e pioggia, è invasa da uno dei primi soli

caldi della stagione. Oggi c’è il mercato, una scolaresca elementare si è fermata sulle gra-dinate per il pranzo al sacco, i bimbi tengo-no stretti tra le mani i panini al latte avvolti nella stagnola mentre tre studenti di archi-tettura si guardano attorno e commentano le volte a vela dei due loggiati. Dal IX seco-lo un lato di Piazza Santissima Annunziata è occupato dallo Spedale degli Innocenti, progettato inizialmente da Filippo Brunel-leschi, su iniziativa e per merito dei finan-ziamenti di Francesco Datini, che deside-rava fortemente la creazione di un luogo dedicato alla cura e all’assistenza di orfani e neonati abbandonati. Quello dell’Istituto era un compito complesso: offrire una so-luzione ad un mal costume molto diffuso all’epoca, protrattosi nell’anonimato fino al 1875, quando la “ruota degli esposti”, una finestrella che permetteva di abbandonare un neonato nelle mani dello Spedale, fu de-finitivamente chiusa per lasciare spazio ai più “ethically correct” Uffici di Consegna.

FERMO IMMAGINE

LO SPEDALE

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WOODYdi Federico Baccomoedito da Giunti - pp. 94  -  euro 14,50

Esiste una vignetta che potrebbe farvi capire tutto immediatamente. Lei passeggia con il suo cane in un parco. Una nuvoletta di pensieri esce dalla testa umana ed è piena di pensieri, cose strane, asterischi. Al suo fianco, il fido sta ugual-mente pensando e nella sua testa ha solo il par-co, la sua padrona e se stesso, ovvero ciò che sta vivendo. Beh, ecco, se avete visto quel disegno almeno una volta sarà rimasto impresso nella vostra memoria: loro, questi amici pelosi che ci accompagnano per un po’ nella nostra vita sono molto più semplici della nostra complessità. Il bene è bene, il male è male: un sistema binario che non permette sbagli o sfumature. In Woody,

brevissimo romanzo di Federico Baccomo edito da Giunti, il mondo ci viene raccontato da un quadrupede di razza basenji che la padrona Laura ha chiamato come il titolo del libro (o sarebbe meglio dire che il titolo del libro ha preso in prestito il nome del cane). In quella che sembra una storia per adolescenti (il cane, le illustrazioni di Alessandro Sanna, un italiano semplice e ripetitivo - è il cane che narra!) ritroviamo uno dei drammi più frequenti della nostra generazione: la violenza sulle donne. Laura è una giovane ra-gazza che per puro caso incontra un tipo niente male. Cominciano a frequentarsi finché la gelosia porta l’uomo ad un tentato stupro. Sarà il fido compagno della donna a salvare l’aggredita ma sarà anche il capro espiatorio e l’ogge tto di vendetta del balordo. Woody verrà rinchiuso in una gabbia di un canile e destinato ad una brutta fine. Vista da qualche centimetro da terra, la vicenda è un’assurdità: Woody da dietro le sbarre non capisce perché un uomo che ha detto ti amo poi ha aggredito la donna amata. Se bene è bene, amare è incondizionato. Noi la capiamo, invece, quella pazzesca vicenda perché la nostra complessità a volte si fonde con la falsità, con la violenza, con le giustificazioni successive e il tentativo vano di scagionare le nostre azioni. Non c’è mai nulla che possa salvare la violenza, mai. E forse serve proprio una storia raccontata con semplicità a farci compren-dere che ancora oggi, dopo lotte e cronache infami, c’è ancora troppo silenzio e troppa viltà davanti alle ignobili violenze nei confronti delle donne. Escluso il cane, tutti gli altri son cattivi? Forse non tutti ma sono ancora troppo pochi.

IDENTITÀ LETTERARIE

Nome: Alessandro Cognome: Raveggi

Anni: 35 Altezza: 187 cm

Peso (lordo, con i vestiti): 87 kg 

Città in cui risiedi: Firenze

Città in cui vorresti vivere: Firenze/Mexico DF/New York

Segno zodiacale: Gemelli 

Tatuaggi: Mi deciderò 

Orecchini e/o piercing: Nada 

Ultimo libro pubblicato: “Il grande regno dell’emer-genza” (Liberaria ed., in uscita a maggio 2016) 

Prima lettura nella vita: Cosciente, sicuramente “Robinson Crusoe”Un libro che hai cominciato ma non hai mai finito di leggere: Ce ne sono tanti, ma ultimamente “Con-servatorio di Santa Teresa” di Bilenchi, che tutti mi consigliavano. Scritto bene, ma anche molto noioso quel Sergio. Un film che non ti stancheresti mai di rivedere: “Stalker” di Tarkovskij, ma in genere tutto Tarkovskij. Il luogo della vacanza più bella finora fatta: Credo una spiaggia del Messico, sebbene il mio luogo ideale sia da sempre Castiglioncello.  La citazione che più ami: Tra le tante: “You may not be interested in absurdity but absurdity is interested in you” (Donald Barthelme)

CHI DI NOIdi Mario Benedettiedito da Nottetempo - pp. 116 -  euro 12

Questa è una dichiarazione d’amore, non una breve re-censione. Io amo Mario Benedetti. Amo la sua scrittu-ra semplice, curata in ogni vocabolo, capace di entrare nell’intimo di ogni sentimento e saperlo raccontare. Amo il suo sguardo sul mondo senza pregiudizi, il suo pren-dersi cura dei personaggi, il suo guardarli crescere e senza fretta metterli a disposizione del lettore. Amo la sua real-tà narrativa, il suo contegno stilistico, la sua padronanza sentimentale. Ne sono innamorato a tal punto che ogni suo romanzo soffro a terminarlo ed ogni sua poesia cer-co di impararla a memoria. Non è semplice spiegare cosa può fare la letteratura ad un animo, né dare motivo di una passione che nasce quando si ha in mano un volume, ma Mario Benedetti per me ha il fascino del primo bacio e quell’indimenticabile sensazione di assoluto. Fosse anco-ra in vita probabilmente sarei a bussare alla porta della sua casa, cercando di convincerlo a farmi entrare e farmi leggere ogni sua riga. Oggi invece devo accontentarmi di sentire la sua voce nei libri che in Italia vengono tradot-ti. Ultimo pubblicato è Chi di noi (Nottetempo), il suo romanzo d’esordio. Non mi esprimo, non avrebbe senso dopo ciò che avete letto. Posso solo dire grazie a questo scrittore, grazie di aver dedicato la vita alla letteratura e di avercela donata.

ESERCIZI DI STILE / gabrieleametrano.com

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di gabriele ametrano

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FARFALLE

CASA JAZZ

LA PRIMAVERA DI BENdi the nightfly

Gli ormoni devono ballare. C’è bisogno di ritmo: perché è primavera, perché ci piace alzare il vo-

lume, urlare una canzone fermi al semaforo, sfidare il polline e il sole, la strada e la notte, la paura con il sor-riso e via così, verso nuove avventure. Benvenuta primavera, io nel frattempo apro il finestrone dello stu-dio uno di Controradio e penso già all’estate che verrà. Altra roba la vita senza il maglione addosso e senza tutta quella roba che non sai mai dove mettere. Mi serve un

disco. Sì, ce l’ho. Anzi, celo: come quando scambia-vo le figurine dei calciatori a ricreazione. Ben Harper con i suoi vecchi amici, i criminali innocenti. Ben è una certezza, anche se la voglia di suonare ogni tanto lo por-ta non si sa bene dove e con chi. Ma frugando tra i solchi di questo “Call it what it is” è facile farsi trascinare sulle onde di quella densa leggerezza che vive nell’amore per il blues di strada, quello imbevuto di folk e magari di reggae. Ben dal vivo vale sempre qualcosa in più di un suo disco. Ma intanto spalanchiamo le finestre e alziamo il volume: benvenuta primavera.

di giulia focardi

Per capire chi sia Stefano Tamborrino basta fermarsi ad ascoltarlo un attimo: “Sono

nato un anno prima che l’Italia vincesse i mon-diali, quelli dell’82, a Firenze, per crescere poi nella periferia di uno di quei paesi limitrofi, che difficilmente trovano collocazione come zone di campagna e tanto meno come centri indu-strializzati, mentre la loro identità diventa negli anni quella di una strada di passaggio per tutti coloro che non decidono di piantarvi radici”. Elegante, consapevole, ironico. Ma Stefano è soprattutto uno dei veri talenti nel panorama jazz italiano: ha cominciato a suonare la batteria (una vera, comprata con qualche faticoso rispar-mio) a 19 anni, dopo aver passato i precedenti sette anni a sognare e simulare con bacchette, salvadanaio di latta, stecche di legno e poco più. Autodidatta, con un polso “difettoso” a segui-to di un incidente (“porto ancora un supporto

metallico nel polso sinistro che a detta del chi-rurgo avrebbe compromesso per sempre il mio desiderio di suonare. Sì, questo è il momento Vietnam dell’intervista”) ha fatto il suo esordio professionale con un’orchestra di liscio e la pale-stra con l’heavy metal, ma è nel jazz che, adesso, esprime tutta la sua creatività.Oltre ai progetti con Gabriele Evangelista e Alessandro Galati, con Gianluca Petrella nel nuovo trio (con un disco in uscita ad aprile con Repubblica), con Giovanni Guidi, Alessandro Lanzoni, Simone Graziano, il trio Hobby Hor-se (pronto al nuovo atteso disco), per citarne alcuni, nel suo futuro c’è anche una fuga in so-litaria: “Una raccolta di materiale al quale lavoro intimamente con una strumentazione elettro-nica analogica, che manipolo come un pittore, avendo una tavolozza di colori ai quali attingo per ritrarre una sonorità della mia mente, da so-lista”. Libero di essere, così come il jazz – a det-ta di Tamborrino stesso – “è la libertà di essere

creativi. Non si può soffocare la creatività di una persona, allo stesso modo in cui non credo si possa essere creativi in una sola cosa”.

STEFANO TAMBORRINO: ELEGANZA E FURORE

foto: Andrea Ruffi

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UNDERWORLDBARBARA, BARBARA, WE FACE A SHINING FUTURECaroline Records

Gli Underworld provano a spiegarci il segreto della longevità, una virtù assai rara soprattutto quando si è dei mostri sacri della scena elettropop mondiale. In silenzio per sei anni, l’ultimo album “Barking” è infatti del 2010, Karl Hyde e Rick Smith nel frattempo hanno proseguito le loro

rispettive carriere imboccando nuove strade: il primo pubblicando un disco solista e collaborando in due album di Brian Eno (Someday World, High Life); il secondo, scrivendo la colonna sonora per Trance del regista inglese Boyle (lo stesso di ‘Trainspotting’ a cui gli Underworld contribuirono con l’immensa Born Slippy) e dirigendo le musiche per la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Londra del 2012. “Stare lontani per molti anni, lavorare e vedere altre persone è un’esperienza rigenerante e che ti dà nuove energie.” sostiene Hyde in una recente intervista. Che sia questo il segreto che rende gli Underworld una band “immortale”? Barbara, Barbara, we face a shining future intanto, è il loro nono album in studio, lontano 27 anni dall’esordio di “Underneath the Radar” e composto da sette brani “crudi” e “spontanei” in cui l’imprinting underworldiano non trapassa. Rimangono i bassoni techno (I Exhale), le melodie house (If Rah) e gli stilemi rock (Motorhome). Così il duo, dal 2005 trio con l’aggiunta di Darren Price, riesce a proporre un prodotto che suona contemporaneo ma con un approccio all’incisione decisamente vintage: volutamente lontani dalle tecnologie dei software di produzione musicale, hanno deciso di registrare tutto su “moduli” utilizzando chitarre e vari effetti a pedali, assemblando poi il tutto in un laptop. Il risultato è un lavoro complessivamente gradevole, non eccelso, ma che getta le basi per un atteso ritorno degli Underworld alla dimensione live, quella dove hanno sempre saputo dare il meglio di sé.

WILD NOTHINGLIFE OF PAUSECaptured Tracks

La carriera di un musicista, per certi versi, è simile a quella di un calciatore: una vita fatta di sacrifici per guadagnarsi un posto da titolare, la fiducia dei propri tifosi e, chissà, magari arrivare a vincere la Champions League. Jack Tatum non è un fuoriclasse delle merengues né tantomeno un centravanti d’aerea alla Nikola Kalinic, ma è il fondatore del progetto Wild Nothing e,

se il precedente “Nocturne” lo aveva fatto sobbalzare con merito nei primi posti della classifica - quella di Pitchfork - “Life of Pause” cerca la definitiva consacrazione, azzardando una ricerca sonora “nuova” prendendo spunti synth-pop (“Lady Blue”) e dreamy (“Life of Pause”). Non servono molti ascolti per capire però che gli undici brani non spiccano certo per originalità e il senso di pesantezza si diffonde già da “Japanese Alice”, patetico episodio dal sapore brit all’intento psych-pop di “Alien”, anch’esso scarno di appeal; “To Know You” costeggia la via del neo-shoegaze quasi preannunciando una sterzata, soppres-sa però nell’immediato dalla successiva “Adore”, banalissima e sbiadita rievocazione eighties. Il giovane Tatum prova la giocata di fino in “A Woman’s Wisdom” tra jazz e r&b, anch’esso episodio prevedibile e fine a se stesso. Life of Pause in definitiva è un album dignitoso, ma abulico se lo si mette di fronte alle aspettative scaturite dal precedente “Nocturne”. Un’opera non riuscita, dove l’intento del protagonista era quello di cimentarsi con qualcosa di nuovo e che fosse in grado di distinguersi, in una scena indie americana mai come ora in grado di sfornare così tante produzioni di qualità. Life of Pause inaspettata-mente non riesce a tenere il passo. No, nemmeno quello del ‘fantasista’ viola Tino Costa.

THE DOORMENABSTRACT [RA]autoprodotto

Abstract [ra] è il titolo scelto per terzo full length degli ita-

liani The Doormen. Suonano tanto e su palchi prestigiosi (ad Agosto scorso hanno aperto il concerto di Paul Weller all’Umbria Rock Fe-stival) e la loro città, Ravenna, vero gioiello per quanto riguarda l’underground, deve averli si-curamente stimolati nel loro percorso. Un indie-pop compatto di stampo internazionale vuoi per il cantato in inglese vuoi per quei moti melodici brillanti e accattivanti di “Kill Me Right Now” e “It Could Be You” dove si notano riferimenti dalla psichedelia alla new wave contemporanea. Un lavoro che nell’insieme forse pecca di auda-cia, seguendo per tutto il suo cammino quasi sempre lo stesso percorso, fatto di tinte scure al-ternate con momenti più esplosivi di rock’n roll; ciò non preclude comunque l’ottima prospettiva futura per questa band romagnola.

[email protected]

È bellissimo quando una realtà consolidata come WWNBB, label italiana dal sapore internazionale (negli ultimi anni ha sfornato perle assolute come Be Forest, Brothers In Law, Karibean…), decide di scommettere su una giovane e talentuosa ragazza fiorentina, artisticamente conosciuta con il moniker Birthh. Born in The Woods è il suo primo album, in cui il suono mostra una grande attenzione ai particolari e un gusto per le atmosfere downtempo e ambient, unendo la sensibilità di una scrittura cantautorale, dalle evidenti radici folk, alle ricercatezze degli arrangiamenti elettronici. Alice, questo il suo vero nome, debutterà dal vivo al SXSW “South by Southwest” 2016, uno di più grandi festival musicali degli Stati Uniti. Per vederla nelle nostre zone invece, ci sarà da aspettare ancora un po’ e noi fremiamo nell’attesa! Voi nel frattempo appuntatevi questo nome: Birthh.

MADE INFLORENCE

BIRTHHBORN IN THE WOODS (WWNBB COLLECTIVE)

SNOWPOETSNOWPOETTwo Rivers records

Il loro omonimo album di de-butto esce per Two Rivers, una

giovane etichetta a cui piace rilanciare, senza re-strizioni, nuovi artisti dal jazz contemporaneo all’indie-folk. Loro sono gli Snowpoet, band di base a Londra. La voce di Lauren Kinsella è il punto di forza, un’artista da sempre interessata allo sviluppo della musica improvvisata, riuscen-do a combinare un accento vocale sussurrante (a tratti affine a Julia Holter) con il sound raffinatis-simo dei suoi musicisti tra piano, sax e un’elettro-nica impiegata in maniera limitata ma con peri-zia. Questa band britannica, ancora sconosciuta ai più, mira a cercare nuovi modi di comporre attraverso la melodia, l’armonia e il ritmo: il loro poliedrico debutto si fa apprezzare per la sua mi-nuziosità nel congregare così tante “sfere” sonore tutte diverse tra di loro, prendendo come princi-pali riferimenti Bjork, Tom Waits, Ólöf Arnalds. Brano consigliato: Eveternity.

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di gianluca danti

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Arriva la sveglia Ariete. È il tuo mese, il miglior periodo dell’anno ricco d’amore, di soldi, di lavo-ro e pure di belle e sane e grosse incazzature. D’al-tra parte, se non sbaglio, è qualche mese che non ti incazzi seriamente come sai fare tu. La cosa bella è che ad aprile sarai capace di incendiarti per qualsi-asi cosa. Quasi ti invidio.PROGRAMMA TV DEL MESE: Sgarbi Quotidiani

Gli astri suggeriscono che sarà il mese della “resa dei conti” ma ho una paura terribile a dirtelo per-ché so che potrei galvanizzarti e trasformarti in un pezzo d’acciaio difficilissimo da piegare. Ormai l’ho fatto. Quindi è giusto anche che ti dica che il lavoro sarà il campo di battaglia. Ma non portare lo scazzo a casa: sebbene non ti sembri, lì le cose andranno a gonfie vele.PROGRAMMA TV DEL MESE: Mi manda Lubrano

…e risboccia l’amore. Ma gli astri mettono tantis-simi protagonisti in questo quadro, caro mio ge-melli. Forse la tua natura un po’ “doppia” sta aprendo molti – troppi – fronti? Ecco, ad aprile è giusto che tu cominci una piccola selezione, una sorta di casting. Confronta, metti alla prova e sce-gli. Non è facile per te ma da qualche parte dovrai pur cominciare, no?PROGRAMMA TV DEL MESE: Il gioco delle coppie

Mi ha scritto una lettrice dicendomi che non parlo mai dell’amore del Cancro. E non ne parlerò nean-che adesso perché le tre righe che mi restano ho bisogno di investirle nell’argomento “finanze”. Caro Cancro, c’è sempre tempo per l’amore, meno per colmare i debiti e non finire sul lastrico. E certe scelte potrebbero farti finire al verde, come la primavera.PROGRAMMA TV DEL MESE: Zio Tibia Picture Show

Stanchezza? Non è colpa del cambiamento di sta-gione, non raccontartela più.È che le scelte che credevi sbagliate si stanno rivelando per quelle che sono: sbagliate. Dovresti fidarti più delle pri-me sensazioni e pensare di più a te, a quello che vuoi e che sei. E soprattutto dedicarti alle cose fri-vole con maggiore consapevolezza. Spendi soldi per te, al risparmio penserai a settembre.PROGRAMMA TV DEL MESE: Nonsolomoda

Bisogna tenere duro almeno altri 30 giorni e pen-sare che alla fine c’è di peggio. La prospettiva deve essere sempre lanciata al “domani”. Non voglio gufare ma aprile segna rallentamenti e confusioni, tensioni e un pizzico di paure. Tu non te ne curare, vai sempre al giorno dopo, non inca-gliarti nelle ore pallose di questo aprile svogliato.PROGRAMMA TV DEL MESE: Almanacco del giorno dopo

Da che parte penderà il tuo mese di aprile? Dalla parte della tua onnipotenza verso il mondo che non ti merita o dalla parte dell’inguaribile pessi-mismo verso il mondo che non ti capisce? E sarai snob con gusto o pop con sticazzismo? E ti vesti-rai bene perché ti piace o perché speri che qualcu-no noti il tuo cambio di stile? Quello che so è che il quadro sarà netto, senza pareggi.PROGRAMMA TV DEL MESE: Forum

Vorrei essere nato scorpione per sapere cosa si prova in periodi come questi. Più analizzo, più mi confronto con alcuni colleghi, più il prospetto è chiaro e definito. Passione, sesso, mutande che vo-lano, numeri che si registrano, uozzappini che in-fiammano e fughe notturne che insospettiscono. Esci di casa e poi prova a smentirmi.PROGRAMMA TV DEL MESE: Colpo di fulmine

Vortici di pianeti che tracciano il ritorno dal pas-sato di qualcosa o qualcuno con il quale non hai fatto bene i conti. Ma non in negativo, non un vecchio coinquilino che ti dice che è arrivata una bolletta della casa dell’università e nemmeno Equitalia. Forse un vecchio amore che vecchio non è, un parente che ti deve delle scuse o un ex datore di lavoro che non può fare a meno di te.PROGRAMMA TV DEL MESE: Carramba! Che sorpresa

Ti spingi un filo più in là del lecito ma senza strafa-re e senza essere volgare. Le tue azioni sono spin-te, da seconda serata, ma senti che pagheranno e ti appagheranno. È il piacere dell’imbarazzo altrui che ti sta stuzzicando. Sorriso sornione e ammic-camenti vari. La vera fortuna di aprile è la tua leg-gerezza. Non c’è niente di male.PROGRAMMA TV DEL MESE: Colpo grosso

Ci sono dei momenti dove è opportuno affidarsi a una regia esterna e smetterla di voler dirigere se stessi e gli altri. E sarà aprile. Togliersi responsabi-lità, delegare, lasciare che gli altri ti dicano cosa e come fare. È utile perché, alla lunga, chi sa ben eseguire saprà anche ben decidere. Non sentirti un gregario. Segui la coreografia.PROGRAMMA TV DEL MESE: Non è la Rai

Sei una voce fuori dal coro ma non per antagoni-smo, bensì per vera e originale alternativa. Dici cose che gli altri hanno paura a dire, ma le dici bene, con ironia, sagacia, sei creativo, intelligente, calzante. Cosa ti manca? Un po’ di spazio e fiducia da parte degli altri. Magari non vedrai subito il ri-sultato ma dammi retta che manca poco al primo obiettivo che ti sei fissato quest’anno.PROGRAMMA TV DEL MESE: Avanzi

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di faolo pox - illustrazioni di aldo giannotti

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DAL 14 APRILE AL CINEMASPAZIO ALFIERI

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