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L’INTEGRAZIONE L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA: FIGURE DI SCOLASTICA: FIGURE DI

RIFERIMENTORIFERIMENTO1 DICEMBRE 2012 1 DICEMBRE 2012

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_______________La Scuola Italiana accoglie nelle sue classi da più di trent’anni tutti i bambini e le bambine, le ragazze e i ragazzi con problemi di disabilità. Tutto questo è stato promosso e accompagnato da importanti decisioni legislative e normative,da investimenti di risorse, di personale e di formazione. La cosa più importante che da sempre ha contraddistinto la storia normativa dellalegislazione speciale per l’integrazione del nostro paese è che tutti i docenti della classe hanno la responsabilità della realizzazione del processo di integrazione scolastica dello studente diversamente abile.

La funzione non è di competenza esclusiva del docente di sostegno

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Legge 104/92Il punto di svolta nella normativa per

l’handicap, non solo in campo scolastico, è la

legge-quadro 104/92 per l’assistenza, l’integrazione sociale e i

diritti delle persone handicappate

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ARTICOLI PIU’ SIGNIFICATIVI L’articolo 12L’articolo 12 sancisce il diritto all’integrazione in ogni ordine

e grado di scuola, sottolineando che il diritto all’educazione non può essere impedito da difficoltà di apprendimento né altre difficoltà.

Prevede, inoltre, ai fini di garantire una reale integrazione, la necessità di predisporre una serie di atti quali la diagnosi funzionale e il profilo dinamico funzionale.

L’art. 13 è il più importante dell’intera legge 104/92, per la parte specifica dell’integrazione scolastica. Si ribadisce che l’integrazione stessa si realizza nelle classi “comuni” e che in tutte le scuole di ogni ordine e grado sono garantite le attività di sostegno mediante l’assegnazione di docenti specializzati. Nella scuola secondaria superiore le attività di sostegno sono strutturate secondo aree disciplinari. Infine si conferisce la con-titolarità delle sezioni e classi in cui insegnano, ai docenti specializzati, specificando, inoltre,

che essi partecipano a tutte le attività scolastiche degli organi collegiali, secondo la secondo la loro competenza

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L’art. 16, infine, tratta una materia di particolare delicatezza, tuttora questione aperta in tema di integrazione dei disabili: la valutazione del loro rendimento e delle prove d’esame che deve rapportarsi al PEI (Piano educativo individualizzato) approvato dai competenti organi collegiali.

La valutazione dell’allievo disabile è l’indicatore più importante e delicato di tutta l’integrazione, in quanto oscilla sempre tra due posizioni opposte: da una parte un’eccessiva severità e dall’altra un inefficace “buonismo” che, spesso, nasconde “benefici” più per i docenti che per i disabili.

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L’INSEGNANTE DI SOSTEGNO

La figura dell‘insegnante “di sostegno” è nata giuridicamente con il D.P.R. 970/1975,

come docente "specialista", distinto dagli altri insegnanti curricolari ed è stata

ulteriormente definita dalla Legge 517/1977 che ratifica il diritto alla piena integrazione

degli studenti con handicap nella scuola pubblica. L'insegnante "di sostegno" prima di tutto è

un insegnante.

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L'insegnante "di sostegno” condivide con tutti gli altri colleghi i compiti professionali e le responsabilità sull'intera classe.

Non "ha" un suo alunno disabile, tutto per sé, in possesso esclusivo.

Nella scuola secondaria, l’insegnante di sostegno, pur non possedendo una preparazione specifica su tutte le materie, può lavorare, in caso di necessità, anche al di fuori della propria area disciplinare, in quanto è un “mediatore di contenuti” e deve, quindi, possedere strategie didattico-metodologiche specifiche, non necessariamente contenuti specifici (anche se è sempre meglio preparasi studiando, studiando e studiando!).

L'insegnante "di sostegno", in realtà, è un insegnante "per" il sostegno o, meglio, per attivare le varie forme di sostegno che la comunità scolastica deve offrire.

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Competenze e funzioni dell’insegnante “di sostegno”

L'insegnante per il sostegno deve essere in grado di tessere reti di relazioni significative a livello professionale con i colleghi curricolari, con gli educatori, con il personale assistenziale, con i familiari, con gli operatori sociali e sanitari, con le figure importanti di un territorio, con i rappresentanti degli Enti locali, di varie amministrazioni, di cooperative sociali, ecc.

Deve, quindi, possedere forte capacità di ascolto, un conoscitore delle dinamiche dei gruppi, capace di attivare alleanze professionali nuove. Deve essere un mediatore che non si stanca di connettere,

avvicinare, limare, trovare un filo di raccordo, di progetto comune, di impegno collettivo, di decisione condivisa, di

patto operativo.

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Competenze e funzioni dell’insegnante “di sostegno”

L'insegnante per il sostegno può essere una fonte importante di aiuto e di supporto anche per la famiglia dell'alunno disabile

Le famiglie possono essere una fonte inesauribile di risorse e di coinvolgimento, di stimolo all'autonomia e alla crescita; la famiglia va sempre trattata come un alleato prezioso nel percorso di integrazione scolastica e sociale.

E’ necessario rapportarsi con i familiari con considerazione, ascolto, empatia, comunicazione, mediazione e coinvolgimento continuo. Ma è anche importante fissare assieme regole, confini, limiti e tutele della professionalità degli insegnanti, che non dovrebbero,

in nome di un eccesso di "familismo“, essere al servizio di ogni “piccola richiesta” dei genitori e colludere con alcune scelte

"tecniche" della famiglia che possono essere addirittura controproducenti per l'alunno

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Competenze insegnante di sostegnoL'insegnante per il sostegno non è certo l'unico responsabile del

Piano educativo individualizzato per l'alunno disabile - che è invece frutto di una corresponsabilizzazione di tutti i docenti, degli operatori sociali e sanitari e della famiglia - ma ne è il perno, il garante di un equilibrato funzionamento collettivo.

E’ un professionista che interpreta un ruolo di tutela dell'alunno disabile, che lo aiuta nella definizione di un suo progetto di vita.

In tal senso deve lavorare con la persona disabile ed i colleghi nel definire, in modo condiviso, "obiettivi partecipati" (elaborati e vissuti insieme, non imposti), percorsi possibili, criteri di verifica e valutazione sia degli obiettivi sia dei percorsi fatti per cercare di raggiungerli.

Deve avere uno "sguardo lungo", in modo da orientare un Piano educativo individualizzato

verso una dimensione di Progetto di vita.

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Conclusione

L’insegnante di sostegno non ha ilcompito di occuparsi solo dell’alunno

certificato subordinandosi ai colleghi,ma di fungere da mediatore per

l’integrazione

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Conclusioni

Opera sulla classe e non sul singolo alunno.

Le attività di sostegno sono aggiuntive e nonsostitutive a quelle curriculari, di

conseguenza le attività previste per gli alunni con deficit saranno

una personalizzazione di quelle generali per la classe e non una sostituzione di esse.

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Criteri di fondo per una validametodologia di intervento

Necessità di un intervento secondo una progettualità enon lasciato al caso o alla semplice buona volontà e

creatività dell’insegnante.

Necessità di avere una valida, esaustiva e tempestivadocumentazione dell’alunno certificato.

Importanza del lavoro di equipe inteso non solo cometeam docenti, ma come responsabilità attribuita a tutto

il personale della scuola.

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la documentazuioneDOCUMENTAZIONE

1. CIS

2. Diagnosi Funzionale

3. Profilo Dinamico Funzionale

4. Piano Educativo Individualizzato

La documentazione

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L’iscrizione alla scuola

Il processo di integrazione scolasticadell'alunno disabile inizia al momento

dell'iscrizione. Compito della FAMIGLIA:

esibire alla scuola il CIS ela diagnosi funzionale (D.F.)

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•IMPORTANTE!La D.F. è un documento finalizzato al recupero

della persona perciò deve indicare le POTENZIALITA’

registrabili in ordine all'aspetto:1. cognitivo2. affettivo3. linguistico4. sensoriale5. motorio6. neuropsicologico7. dell'autonomia

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Il Profilo Dinamico FunzionaleAnalizza i possibili livelli di risposta dell’alunno intempi brevi (sei mesi) e medi (due anni);consiste, quindi, in una sorta di previsione peripotizzare le risposte dell’alunno alle stimolazionie agli interventi nelle stesse aree indicate dallaDiagnosi Funzionale: cognitiva, affettivo-relazionale,comunicazionale, linguistica, sensoriale, motorio-prassica, neuropsicologica, dell’autonomia e dell’apprendimento.

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il Profilo Dinamico FunzionaleIl PDF è un documento che, basandosi sulla

Diagnosi Funzionale e su un’osservazione attenta neicontesti scolastici e quotidiani del bambino, fornisceall’insegnante una mappa delle competenze dell’alunno

nelle differenti aree per poter realizzare un valido PianoEducativo realmente Invidualizzato, e come sintetizzatodalla legge 104/92: indicare “omissis: sia le difficoltà di

apprendimento conseguenti alla situazione di disabilità e le possibilità di recupero, sia le capacità possedute che

devono essere sostenute, sollecitate e progressivamente rafforzate e sviluppate nel rispetto

delle scelte culturali della persona disabile.”

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Il Piano Educativo Individualizzato

“Il Piano educativo individualizzato è ildocumento nel quale vengono descritti gli

interventi integrati ed equilibrati tra di loro,predisposti per l'alunno in situazione di

handicap, in un determinato periodo di tempo,ai fini della realizzazione del diritto

all'educazione e all'istruzione, di cui ai primiquattro commi dell'art. 12 della legge n. 104/92”

Dpr 24/02/1994 Art. 5 comma. 1

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PEIRedatto da:

operatori sanitari dell’USL e dal personale insegnante curriculare

e di sostegno della scuola, in collaborazione con i genitori

dell’alunno.

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IMPORTANTE!

Il P.E.I. tiene presente i progetti didattico educativi, riabilitativi e di socializzazione

individualizzati, nonché le forme di integrazionetra attività scolastiche ed extrascolastiche;

non si tratta, quindi, solo di un progetto didattico, ma del progetto globale sull’alunno, mettendo in

sinergia tre aree:• dell’autonomia,

• della socializzazione • degli apprendimenti

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IntegrazioneQuando integriamo un bambino con

deficit in una classe dobbiamo far sìche la sua presenza, la sua patologia,non siano la causa di disturbo alleattività dei compagni, ma che al

contrario siano l’occasione per un’altaqualità per tutti.

Un processo di integrazione si realizzanello scambio e nell’adattamento

reciproco, intendendo la diversità comerisorsa e non come problema.

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Organico di sostegno: ripartizione del contingente provinciale A/S 2012/2013

In base alla ripartizione del contingente Regionale dei posti per il sostegno A/S

2012/2013, proporzionalmente al numero di alunni in situazione di disabilità si

assegnerà un rapporto medio fra docenti e alunni disabili di 1:2.20, (acquisiti i pareri

espressi da Guppo di Lavoro Interistituzionale e dal GLH):

Ambito di territoriale di Bologna:1275 posti a fronte di 2804 alunni

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Assegnazione

I posti vengono assegnati complessivamente ad ogni Istituzione scolastica, è poi responsabilità del DS

attribuire ai singoli casi secondo valutazioni d’insieme e singole necessità

, sentiti gli Organi corrispondenti d’Istituto (G.O. e G.L.I.S.)

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Assegnazioni in deroga

A tale contingente di posti sono stati autorizzati in sede di adeguamento degli organici ulteriori posti in applicazione della sentenza della Corte costituzionale n. 80 del 26 febbraio 2010, dietro presentazione da parte della scuola di un Progetto di intervento su alcuni alunni con “gravità” (assegnazioni nominative)

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EducatoreLEGGE REGIONALE 8 agosto 2001, n. 26

DIRITTO ALLO STUDIO ED ALL'APPRENDIMENTO PER TUTTA LA VITA.

Art 5Nell'ambito degli accordi di programma, in particolare:

“ i Comuni provvedono - nei limiti delle proprie disponibilità e sulla base del piano educativo individualizzato

predisposto con l'Amministrazione scolastica e le Aziende Unità sanitarie locali - agli interventi diretti ad assicurare

l'accesso e la frequenza al sistema scolastico e formativo attraverso la fornitura di servizi di trasporto speciale, dimateriale didattico e strumentale, nonché di personale aggiuntivo provvisto dei requisiti di legge e destinato a

favorire e sviluppare l'autonomia e la capacità di comunicazione”

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Assistente educatore

L’assistente educativo ha compiti di affiancamento alla struttura scolastica durante la frequenza dell'alunno disabile non autonomo, al fine di sostenerlo e di aiutarlo. Ciò implica che possono essere presenti sia il docente di sostegno sia l’educatore in quanto l'uno non sostituisce l'altro.

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Educatore

• Tale personale viene assegnato in attuazione degli obiettivi indicati nel PEI e richiesto dal Dirigente scolastico e distribuito secondo le procedure e le risorse fissate nel bilancio di previsione degli Enti Locali territoriali di competenza.

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Utilizzo

• L’utilizzo del personale avviene sotto la responsabilità funzionale e organizzativa del Dirigente Scolastico.

• Sempre considerando il PEI può essere contemplata una flessibilità dell’utilizzo delle ore assegnate (in accordo con i soggetti fornitore del servizio)

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Educatore

L’intervento del personale educativodeve rientrare a tutti gli effetti nel

PEI in una visione di “progettazione partecipata”.

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Aree d’intervento Le azioni di supporto individualizzato possono essere

richieste per intervenire nei confronti di bambini e ragazzi per i quali è stata emessa una diagnosi funzionale che ne certifica una qualche forma di disabilità, quando la risorsa dell’insegnante di sostegno risulta insufficiente.Spesso l’educatore lavora anche per supportare alunni per i quali non sussistono le condizioni per una certificazione di disabilità, ma che presentano quadri di apprendimento e comportamentali di difficile gestione da parte degli insegnanti.In ultimo, l’educatore viene chiamato a operare all’interno di classi in cui si trovano inseriti uno o più studenti che possono presentare problemi di vario genere, già segnalati o in carico al servizio sociale.

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Esigenza dell’educatore L'esigenza di tale personale nel processo di

integrazione nasce dalla necessità di proseguire - nei momenti, in cui non è presente (in base al Piano Educativo Individuale) il personale docente di sostegno- un’ azione diretta a dare risposta a bisogni materiali (cura della persona, nei soli casi in cui l’alunno non autosufficiente sia stato stabilmente affidato all’assistente-deambulazione- attrazione di prassi ecc, …) e ad esigenze immateriali (bisogno di comunicazione, riconoscimento del proprio corpo, riconoscimento del rapporto distanza - vicinanza con le altre persone, relazioni partecipate, …).