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La gestione del conflitto
nell'apprendimento cooperativo
Chiara Trubini
Psicologa e PhD Psicologia dell’Educazione
Brescia, 23 Marzo 2010
CONFLITTO
Avviene quando due attività- idee- bisogni differiscono tra
loro e una prevale, blocca e interferisce con l’altra.
- Controllo risorse
- Valori
- Opinioni
- Relazionale
(Deutsch, 1973)
CONFLITTO
Cognitivo
Concettuale
Relazionale
(Johnson e Johnson, 1995; Doise, 1900)
OBIETTIVI INSIEME
OBIETTIVI MAGGIORI
PREVARICAZIONE“faccio tutto io!”
DE-RESPONSABILIZZAZIONE“lascio fare tutto a voi!”
INDIVIDUALISMO“faccio tutto da solo …”
GESTIONE CONFLITTO
“Un repertorio di comportamenti verbali e non verbali con i
quali i ragazzi influenzano le risposte di altre persone nel
contesto interpersonale.
(Rinn e Markle, 1979)
• SAPERE
• SAPER FARE
• SAPER APPLICARE , DARE SIGNIFICATO, VEDERNE UTILITA’ SOCIALE
Riconoscere natura del conflitto
Trovare strategie per risolverlo
Valutare vantaggi e svantaggi
GESTIONE CONFLITTO
aggressivosfuggente
accomodante
arrendevole patteggiante
Interesse per propri interessi e bisogni
Inte
resse p
er
l’alt
ro e
salv
are
la r
ela
zio
ne
Quali strategie?
Sfuggente (fuga): perdente e perdente, rinuncia ai
suoi obiettivi, non esistono risoluzione conflitti
Aggressivo (prevaricare): vincente e perdente,
raggiungere propri obiettivi a tutti i costi, conflitto
come occasione per poter vincere, essere superori
Quali strategie?
Arrendevole (salvare la relazione): perdente e
vincente, rinuncia ai suoi obiettivi per salvare la
relazione, il conflitto allontana le persone
Quali strategie?
Accomodante (compromesso): né vincente né
perdente, in parte rinuncia ai suoi obiettivi, in parte
persuade gli altri, tutti possono guadagnare qualcosa
Quali strategie?
Patteggiante (salvare bisogni e relazione): vincente
e vincente, conflitto è situazione problematica da
affrontare in modo che risulti soddisfacente per
entrambi
Quali strategie?
1. Essere disponibili a discutere ciò che determina conflitto per superarlo
2. Identificare i propri bisogni e scopi, cosa si vuole per l’altro
3. Saper confrontarsi discutendo sul problema e non sulla persona
4. Comprendere la prospettiva dell’altro
5. Inventare soluzioni di mutuo vantaggio
6. Proporre diverse soluzioni coerenti con interessi, bisogni di entrambi e
rispondenti a criteri oggettivi
7. Accordo che sia soddisfacente per entrambi
NEGOZIAZIONE
RUOLO DEL MEDIATORE
“LA RISOLUZIONE DI UN PROBLEMA STA
NELLA SUA DESCRIZIONE …”
ALBERT EINSTEIN
ABILITÀ SOCIALI DA INSEGNARE
Ascolto attivo: attenzione, riassumere,
chiarificare, riformulare
Saper esprimere emozioni e sentimenti
Saper etero- centrarsi
Sapere essere creativi (braingstorming)
ABILITÀ SOCIALI DA INSEGNARE
Controllo della rabbia
Evitare il giudizio
Non cedere al desiderio di avere ultima parola
Non insistere su un principio se è una preferenza
Evitare di fare interpretazioni: focus sul comportamento
(no persona) e sul contenuto (no presumere i motivi)
QUALI LINGUAGGI SONO DISFUNZIONALI?
usare verbo essere (comportamento non è la persona)
… no etichette … sono proiezioni nostre
usare attribuzioni lineari e causali (è colpa di …)
usare mai, sempre …. ma quantizzare e dislocare nel
tempo, contestualizzare
Insegnare che …
“IL MODO CON IL QUALE DESCRIVIAMO IL MONDO FINISCE COL
COSTRUIRE UN MONDO SIMILE A QUELLO CHE DESCRIVIAMO”
Jerome Bruner
CONTROVERSIA
e pensiero critico
RIFLESSIONI IN CERCHIO
GUARDARE IN VISO ALUNNI CHE PARLANO
DOMANDE APERTE PER FACILITARE LA COMUNICAZIONE
ASCOLTO ATTIVO
RIMANDARE LORO LE EMOZIONI CHE ESPRIMONO NELLA DISCUSSIONE
RIMANDARE AL GRUPPO L’ESPERIENZA E CONDIVIDERLA
EVITARE USO GIUSTO E SBAGLIATO, SOTITUIRE CON FUNZIONALE
LASCIARLI PARLARE TRA LORO SENZA RISTABILIRE SUBITO SILENZIO
IN CASO DI PROVOCAZIONE, RIMANDARE LA DOMANDA AL GRUPPO: VOI COSA
NE PENSATE?
IN CASO DI PROVOCAZIONE, CERCARE DI VOLGERLA AL POSITIVO,
RIDEFINENDO LA SITUAZIONE E LA PROVOCAZIONE
"Dato che non penseremo mai nello stesso modo e
vedremo la verità per frammenti e da diversi angoli
di visuale, la regola della nostra condotta è la
tolleranza reciproca"
(Mahatma Gandhi)
Cenni Internazionali …
APPRENDIMENTO COLLABORATIVO
Procedura Relazione tra pari Compito Composizione
Peer Tutoring Asimmetrica
Assegnazione ruoli:
Tutor/Tutee
Diade
Gruppo
Collaborative
Approach
Simmetrica
Distribuzione
spontanea della
leadership
Non
strutturato
Diade
Gruppo
Cooperative Learning Simmetrica
Distribuzione
programmata della
leadership
Strutturato Diade
Piccolo gruppo
Tutor/tutee Tutor/tutee reversibili Leadership distribuita
Peer Tutoring Collaborative
Approach
Cooperative
Learning
Learning Togheter Università Del Minnesota
Structural ApproachUniversità di Berkeley
Student Team BuildingUniversità Johns Hopkins
ClassWide Peer Tutoring (CWPT)
University of Kansas
Stili di apprendimento di Richiard felder
North Carolina State University