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LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE
IL CONFLITTO “IL GIOCO DELL’INTERRELAZIONE”
annalisa amadi
Latina Scalo 22-23 giugno 2013
1
il conflitto
2
si esprime attraverso i comportamenti
il comportamento
3
è la manifestazione visibile di ciò che una persona è,
vorrebbe essere, ciò in cui crede e ciò che teme
il comportamento
4
è il prodotto dell’interazione tra persone e ambiente
ma è anche elemento attivo nella loro costruzione
nel comportamento
5
interagiscono fattori genetici, fisici, sociali, ambientali
6
è importante essere in grado di riconoscere
i nostri stati emotivi ed i nostri modelli comportamentali
per poter interpretare correttamente una situazione
7
è importante essere in grado di prevedere il comportamento degli altri
per potervi adeguare i nostri comportamenti
per prevedere il comportamento
8
è necessario comprendere come l’interdipendenza tra
fattori soggettivi fattori sociali
produca l’azione concreta in un determinato tempo, in un determinato luogo,
in una determinata situazione
9
è l’interrelazione degli elementi a provocare una
causalità circolare
10
ciascuno di noi
è la storia del proprio rapporto con gli altri, dei gruppi di cui ha fatto parte e del suo conseguente modo
di vivere e sentire
11
il gruppo non è solamente un insieme di persone:
un gruppo strutturato è un’individualità, è un organismo dotato
di peculiarità proprie ed autonome rispetto alle persone che lo compongono
il gruppo
12
è un organismo vivo, con una sua storia,
una sua potenzialità/capacità conoscitiva e operativa,
con sue regole e miti
13
ogni gruppo è perciò diverso da ogni altro
14
spesso non c’è identità tra gli obiettivi del lavoro per i quali il gruppo
si è ufficialmente formato e gli scopi affettivi (bisogni individuali)
dei suoi membri
15
i bisogni individuali possono ostacolare,
deviare o facilitare il raggiungimento degli obiettivi ufficiali
16
il gruppo può variare nelle sue dimensioni
( mini gruppo – macrogruppo ) e conseguentemente variano
le sue caratteristiche
17
solitamente l’appartenenza ad un macrogruppo
è determinata dalle circostanze, quella al minigruppo è spesso frutto
di scelta personale
un gruppo può essere
18
a) rigidamente strutturato, chiuso, statico, deterministico e prevedibile, con relazioni e compiti ufficialmente chiari e prestabiliti
(macro) b) fluido, aperto, dinamico, probabilistico,
a volte con-fuso con/negli obiettivi, nelle strategie, nelle posizioni reciproche
(mini)
nel gruppo
19
si manifestano due livelli di struttura
……………………
formale
informale
livello di struttura formale
20
a. finalità b. regole b. ruoli c. strategie
livello di struttura informale
21
a. relazioni b. comunicazioni non verbali b. segnali interattivi
l’avis di base
22
in genere è un minigruppo dove è attiva
soprattutto la struttura informale
l’avis nazionale
23
è un macrogruppo, dove è attiva soprattutto
la struttura formale
24
in ogni gruppo si strutturano sempre posizioni note e
a livelli più o meno gerarchizzati, e posizioni informalmente riconosciute
la leadership
il leader è espressione dei bisogni
emotivi del gruppo quindi
ogni gruppo ha il leader “che si merita”
e, reciprocamente, gruppo e leader
si autodefiniscono
25
membership
26
è la consapevolezza di essere parti di un gruppo
in un processo di interazione ma anche di interdipendenza
27
GRUPPO
membership
bisogni dell’individuo
stima/autostima contribuzione
sicurezza identità
groupship
28
è la rappresentazione mentale del soggetto gruppale;
è il “noi”
29
groupship
bisogni del gruppo
coesione uniformità
differenziazione appartenenza
il gruppo funziona quando
lo scopo da raggiungere è definito
il leader ha il ruolo di organizzatore e facilitatore delle esperienze dei singoli
la relazione interpersonale recupera in termini costruttivi le diversità e la conflittualità dei componenti del gruppo
i gruppi di lavoro “crescono”
30
si coltivano i rapporti interni
partecipazione su uno stesso livello
rispetto delle competenze e dei ruoli
clima buono
i rapporti personali sono gratificanti su un piano emotivo
31
la lotta per il potere
è ‘all’ultimo sangue’ in associazione come in qualsiasi altro gruppo perché il termine
‘volontariato’ si riferisce alla scelta individuale, non alla gratuità
32
la lotta per il potere
la ricerca o il rifiuto del potere mirano a soddisfare i bisogni individuali consapevoli
e non
33
le tensioni nel gruppo
34
sono legate al comportamento degli attori sia su un piano razionale che emotivo.
3 stati affettivi (assunti di base): a) dipendenza
b) accoppiamento c) attacco-fuga
35
ritroviamo le stesse tensioni sia tra i componenti del gruppo
che tra gruppi
il conflitto
36
è un particolare tipo di interazione sociale
in cui le parti coinvolte fanno esperienza di una incompatibilità
negli scopi o nei comportamenti
il conflitto
37
indica uno scontro tra ciò che una persona,
o il proprio gruppo, desidera e un’istanza interiore,
interpersonale o sociale che ne impedisce la soddisfazione
il conflitto serve a
38
definire la struttura interna del gruppo e i suoi confini
conquistare il proprio spazio, affermarsi come persona o gruppo, cercare di soddisfare i propri bisogni personali, agevolare la groupship,
39
il conflitto perciò non è necessariamente una situazione
negativa
40
non esiste situazione sociale in cui non si verifichino conflitti:
il conflitto quindi è una situazione normale
41
le parti non rispondono ad un conflitto reale
ma sempre ad una propria personalissima interpretazione e rappresentazione mentale
del conflitto stesso
42
le percezioni soggettive di una parte in causa possono condurre
a scegliere un certo tipo di reazione (aggressivo o accomodante)
che si struttura, per ogni individuo o gruppo, nel tempo, in modelli tipici
(schema mentale) di reazione alle situazioni conflittuali
il conflitto
43
ha un’evoluzione caratterizzata da fasi a. nascita b. crescita c. acme d. attenuazione
si parla di 1. conflitto intrapsichico 2. conflitto interpersonale 3. conflitto sociale
44
il conflitto intrapsichico
conflitto di avvicinamento conflitto di evitamento
45
b a
c
conflitto di avvicinamento - evitamento
il conflitto interpersonale
46
A
B
A
A
B
B
esiti del conflitto
A perde B vince
B perde A vince
A perde B perde
A vince B vince
47
il conflitto può essere
48
a. cosciente o inconscio b. di ruolo c. generazionale d. cognitivo e. affettivo
in avis, gruppo fluido,
si presentano soprattutto problematiche inerenti a
divergenze tra soci vecchi e nuovi
divergenze generazionali
defezione dei soci 49
il conflitto è legato
50
alla percezione dei propri bisogni e alla scarsità delle risorse necessarie a soddisfarli;
alla percezione di una disparità di potere; alla percezione che ogni guadagno della
controparte è una perdita propria: a) divergenza di interessi (dimensione il futuro) b) rancore (dimensione il passato)
risoluzione del conflitto
51
attraverso a. lotta b. autorità c. norme
52
un conflitto cresce nutrendosi di ambiguità sulle regole,
sul potere, sulle relazioni
in avis
53
a. tensioni tra soci b. tensioni tra strutture avis c. tensioni tra avis ed istituzioni (asl, comuni)
è utile
54
neutralizzare la percezione di questioni conflittuali
come questioni di principio: si deve promuovere una valutazione economica
delle questioni in gioco, cioè trasformare una questione indivisibile
(morale) in una frazionabile (materiale) e quindi affrontabile nelle singole parti
55
trasformare la forma del conflitto da affettiva a cognitiva;
promuovere una transizione da una prospettiva di scarsità ad una di abbondanza
cosa e come fare per agevolare una soluzione
voler veramente risolvere il conflitto
confrontarsi direttamente su
a) obiettivi finali e parziali
b) metodi
c) risorse economiche
d) risorse umane
porre l’accento sul problema da affrontare,
non sulle divergenze
ricercare i punti di accordo e potenziarli 56
identificare gli ostacoli, le difficoltà del problema – causa – dello scontro
elaborare soluzioni possibili, prevederne i risultati e contemplare iniziative alternative
contrattare per cercare un compromesso
accettando
di cambiare, se necessario
di scambiare e condividere con l’altro informazioni, motivazioni, emozioni
57
attraverso
il rispetto dell’altro e del suo modo di essere, valorizzandone l’identità personale/sociale
il costruire veramente un linguaggio comune
il definire ed il definirsi reciprocamente negli obiettivi comuni
e ancora
evitare l’escalation competitiva
costruire alleanze
rendere la comunicazione bilaterale
partire da un presupposto di fiducia ed esternarlo
58
gestione del conflitto
59
a. negoziazione integrativa b. problem-solving c. mediazione d. arbitrato e. compromesso f. inazione g. ritirarsi per sempre dal conflitto
negoziazione integrativa
60
far dialogare le parti attorno ai loro interessi di fondo
che possono essere complementari o comunque diversi
in avis
61
collaborare con altre associazioni non per « rubarsi » i donatori
ma per avere più donazioni nel territorio
problem-solving
62
è una soluzione creativa, esito di una nuova configurazione
delle questioni in gioco
mediazione
63
utilizza una figura equidistante dalle parti che sanciscono
liberamente l’accordo
in avis
64
i conflitti formali si affrontano attraverso l’organo dei probiviri
arbitrato
65
gestione affidata ad un ‘super partes’
cui si riconosce il potere di decidere e di imporre una soluzione
compromesso
66
lascia insoddisfatti tutti al 50%
il diritto
67
leggi e codici sono un mezzo per gestire
i conflitti all’interno della società
in avis
68
ci sono statuti e regolamenti
per risolvere un conflitto
69
è necessario esserne consapevoli e soprattutto
volerlo realmente risolvere o quantomeno contenere
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è fondamentale evitare di nascondere il conflitto,
di fare come se non ci fosse: l’esplosione può portare
ad una situazione insolvibile
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riduce la creatività individuale e del gruppo, abbassa la qualità delle decisioni collettive, limita lo sviluppo e l’innovazione, danneggia la comunicazione e le relazioni
La soppressione del conflitto
non sempre cambiano
le cose o le situazioni,
ciò che può cambiare è
il nostro modo di guardarle,
sentirle ed interpretarle
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