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SETTEMBRE 2015 N. 2 / 2015 / 27° NUM. PUB. Inserto del periodico trimestrale TuttaPovo edito dal Club Interassociativo TuttaPovo IL MELOGRANO

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SETTEMBRE 2015N. 2 / 2015 / 27° NUM. PUB.

Inserto del periodico trimestrale TuttaPovo edito dal Club Interassociativo TuttaPovo

IL MELOGRANO

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IN QUESTO NUMEROEditorialeUn approccio di conciliazione tra libertà e protezione del residente fragile 3

Solidarietà fattivaPer una scuola materna in Mozambico 6

Mozambico, dove la speranza è giovane 7

ProgettoIl progetto: T-essere memoria 11

AnteprimaPresentato un libro sul metodo Gentlecare 15

La pagina della poesia 16

Grazie all’impegno del nostro personaleSistemi qualità: un percorso a tappe 17

AnteprimaRicorrenza decennale Centro Polifunzionale 19

Dalla RSA di PovoVolontariato giovanile 20

Dalla RSA di PovoIl teatro è ovunque 21

DivertimentoTanto per ridere…Concorso a premi 22

Dal Centro Diurno Estate 2015 24

Pillole di storiaAccadeva a Povo 100 anni fa 26

Inserto in centro rivistaSeconda parte del Rapporto sulla qualità e la soddisfazione dei servizi offerti dall’APSP “M. Grazioli” di Povo nel 2014

Inserto al Periodico trimestrale TuttaPovo edito dal Club Interassociativo TuttaPovo

SETTEMBRE 2015ANNO VIII / N. 27° / N. 2/2015

COMITATO DI REDAZIONE

Direttore: Paolo Giacomoni

Coordinamento:Antonio Bernabè

In redazione:Antonio Bernabè - Michela Bernardi - Erica Ciresa -Renzo Dori - MariaRosa Dossi - Roberto Maestri - Padre Domenico Marcato

Foto:Servizio Animazione - Fonti varie

Si ringraziano tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito a dar vita a questo numero de“Il Melograno” supplemento al periodico trimestrale TuttaPovo

Stampa:Publistampa Arti grafiche - Pergine Valsugana (TN)

In copertina:bosco in Chegul - foto di Renzo Dori

Il Forest Stewardship Council® (FSC®) garantisce tra l’altroche legno e derivati non provengano da foreste ad alto valore di conservazione, dal taglio illegale o a raso e da aree dove sono violati i diritti civili e le tradizioni locali.

IL MELOGRANO

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Il 3 giugno scorso si è tenuto inRSA un incontro sul tema “La col-laborazione tra famiglia e perso-

nale come strategia fondamentale perconciliare la libertà e la protezione delresidente”.

L’iniziativa si inserisce in un ciclodi appuntamenti che proseguirà dalmese di settembre 2015 nell’intento dirafforzare l’alleanza tra équipe assi-stenziale e famiglia per perseguire gliobiettivi prefissati per il singolo resi-dente nel Piano Assistenziale Indivi-dualizzato (PAI).

Questa nuova modalità di raccordotra l’impegno del personale e quellodei familiari sulla qualità della vita instruttura è da collocare come svilupponaturale dell’esperienza ormai trien-nale degli incontri semestrali di Nu-cleo con utenti, familiari e personaleper una verifica con la direzione sullaqualità dell’assistenza erogata.

È nel corso di questi incontri che èemerso l’interesse dei familiari peruna conoscenza più approfondita deiprincipi e del metodo di lavoro del per-sonale nell’approccio di cura dell’an-ziano fragile: la partecipazione interes-sata e attiva di un folto gruppo difamiliari all’incontro del 3 giugno ciconferma la validità della proposta diincontri a tema su specifici aspettidell’assistenza (vedere riquadro).

Il presidente Renzo Dori nel por-gere il suo saluto agli intervenuti hapresentato l’obiettivo aziendale di pro-mozione/difesa della massima libertàpossibile per i residenti della RSA at-traverso una programmata e costante

revisione e controllo sull’uso e applica-zioni di metodi di contenzione:• garantire la possibilità a tutti i resi-

denti di muoversi con la maggioreautonomia e libertà possibile, nelpiù ampio spazio disponibile e desi-derato, riducendo al minimo gli stru-menti di contenzione che limitano lalibertà di movimento per ragioni disicurezza e migliorandone costante-mente le modalità di prescrizione,utilizzo e monitoraggio, alla ricercadi tutte le alternative che la tecnolo-gia è in grado progressivamente dioffrire per la loro rimozione o sosti-tuzione;

• promuovere nel personale una culturache sappia valorizzare/rispettare lalibertà e l’autonomia del residente,stimolando l’esercizio della libertà discelta e la partecipazione/condivi-sione alle decisioni. Promuovere laricerca e la realizzazione di specificiambiti, spazi e occasioni organizza-tive in cui sia possibile per il resi-dente, meglio se accompagnato dalproprio familiare, esercitare concre-tamente la propria libertà di scelta edi decisione;

• condividere con i familiari percorsimiratidi riduzione della contenzionenel rispetto della persona, della sualibertà e sicurezza; in tal senso ver-ranno ulteriormente valorizzatetutte le forme di partecipazione pos-sibile del residente e dei suoi cari alprocesso di cura.Ha preso poi la parola la dott.ssa

Michela Toniolo, responsabile dellaQualità dell’Azienda e del “Progetto Li-

bertà e Sicurezza” per sviluppare la suarelazione sui motivi che sostengono lascelta della riduzione progressiva e ra-gionata dei mezzi di contenzione esulle strategie adottate dal personaleper attivare percorsi di maggiore li-bertà per gli anziani della struttura.

I limiti all’uso di mezzi di conten-zione sono richiamati nella stessa Co-stituzione italiana che prevede all’art.13 l’inviolabilità della libertà personaleche non può essere ristretta se non peratto motivato dell’autorità giudiziale enei soli casi e modi previsti dalla legge eall’art. 32 il consenso all’atto terapeuticoe l’inviolabilità dei limiti imposti dal ri-spetto della persona umana. Il Codicepenale stabilisce altresì che la limita-zione della libertà individuale è illegit-tima nei confronti di qualsiasi sog-getto, salvo situazione di necessità disalvare sé o gli altri da un pericolo nonvolontariamente causato e non altri-menti evitabile.

In questo caso la contenzione siconfigura come provvedimento di vi-gilanza, di custodia, di prevenzione odi cura, quindi al solo scopo di tutelarela vita o la salute della persona afronte di una condizione di incapacitàdi intendere e di volere che renda difatto inattendibile ogni scelta o mani-festazione di volontà del soggetto.

Il confronto con altre realtà a li-vello provinciale, nazionale ed euro-peo in convegni, seminari e visite gui-date e i percorsi di formazione propostia livello aziendale per tutte le profes-sionalità dell’équipe, hanno portatoall’adozione di modifiche nell’approc-

Un approccio di conciliazione tra libertà e protezione del residente fragile

Editoriale

di MariaRosa Dossi

N. 2 / SETTEMBRE 2015 / Il Melograno / 3IL MELOGRANO

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cio assistenziale quotidiano con risul-tati significativi, in termini di ridu-zione del numero dei residenti concontenzione.

Forti della consapevolezza che erapossibile migliorare e che l’organizza-zione era matura per produrre un cam-biamento è stato proposto un percorsodi formazione sul campo al personaledi tutti i nuclei residenziali. Un gruppointerprofessionale di circa 20 personenel 2013 e un altro gruppo nel 2014hanno intrapreso un programma diformazione che oltre ai momenti diaula, dove le persone conoscevano levarie implicazioni della riduzione dellemisure di contenzione, prevedeva pe-riodi di sperimentazione nei quali ilgruppo attuava dei piccoli cambia-menti nel lavoro quotidiano, che veni-vano riportati e discussi in aula per ap-prendere dalle esperienze vissute nellarealtà operativa.

Questo importante e impegnativopercorso ha fornito i primi risultaticon una riduzione significativa del ri-corso a mezzi di contenzione e un aumento di utilizzo di ausili e presidialternativi; al contempo si dava attua-zione a nuove strategie assistenzialiallo scopo di dare sicurezza senza con-tenere fisicamente l’anziano in diffi-coltà e a rischio di caduta.

Alla realizzazione del cambiamen -to assistenziale ha contribuito anche ilpercorso formativo a sostegno delruolo di OSS Tutor, che ha visto opera-tori impegnati ad approfondire e valo-rizzare la propria professionalità per lapresa in carico globale della situazionedel residente.

Merita richiamare in questa sedeanche la centralità dello strumento delPAI per il raggiungimento dell’obiet-tivo aziendale più sopra richiamato. Viè stata infatti inserita una sezione“Aspetto libertà-sicurezza” articolatain specifiche voci, che consentono unattento esame da parte dell’équipe eun puntuale rimando alla famiglia nelcolloquio post-PAI.

L’invito rivolto ai familiari èquello di valorizzare l’incontro seme-strale post PAI come occasione parti-colarmente significativa di condivi-sione a supporto alla protezione delresidente senza mezzi. I dati 2014 evi-denziano che il 10% dei residenti hausufruito dell’opportunità di n. 2 col-

loqui post PAI con i loro familiari, il40% di un colloquio, mentre per il 50%dei residenti il familiare non ha potutoessere presente. Pur dando atto che inquesti ultimi sono inclusi anche gli an-ziani che non dispongono di rete fami-liare, l’auspicio è che il familiare refe-rente del residente si possa impegnarea partecipare ad almeno uno dei dueincontri post PAI. La realizzabilità diprogetti come quello della costante di-minuzione delle contenzioni infattirichiede, oltre a una forte motivazionee professionalità degli operatori anche,nel limite del possibile, una altrettan -to forte condivisione del residente esuo familiare, solo così il percorso as-sistenziale può produrre tutti i suoi be-nefici effetti.

Ma qual è il vissuto dei residenti ri-spetto all’uso dei mezzi di conten-zione?

Ecco qualche testimonianza di anzianisull’uso delle spondine al letto:«Mi piaceva di più il letto vecchio.Con questo non posso uscire dal lettoquando voglio perché mi hanno mes - so le sbarre, sono prigioniero»;

«Il letto è comodo ma mi danno fa-stidio le spondine, mi sembra di es-sere in prigione»;

«Mi sento imprigionata con le sbarre».

Ed ecco l’esito delle osservazioni deglioperatori sull’uso delle spondine e dellacintura:«La residente si presenta molto intol-lerante e nervosa quando le vieneposizionata la cintura semplice sullasedia; la cintura viene rimossa perevitare di aumentare lo stato di agi-tazione».

«Nel primo pomeriggio non ha vo-luto andare a letto; riferisce che nonvuole le spondine e così ha preferitoandare a sdraiarsi in salottino sullepoltrone».

«Rimozione cintura di contenzione:da oggi rimossa definitivamente. La residente riferiva ancora ieri diessere molto contenta rispetto a que-

sta decisione. Aggiornato quadroletto. Prego segnalare in consegnaeventuali problemi. Sensibilizzare laresidente a chiamare per essere ac-compagnata in bagno. Riposizionatacintura addominale, molto rattri-stata. È andata in stanza in lacrime.Parlato con lei, le abbiamo fatto ca-pire che non è una punizione che leabbiamo dato come lei aveva capito,ma che è per la sua sicurezza. Alle 13sono ripassata in stanza e abbiamoparlato ancora, mi riferisce che è ar-rabbiata ma dopo averle spiegatocon calma quali sono state le ragioniper il nuovo posizionamento dellacintura, si è tranquillizzata».

Viene da chiedersi a questo punto:ma se personale e familiari riuscisseroa mettersi nei panni di colui che vienecontenuto, non si riuscirebbe forse adallontanare il più possibile nel tempoquesta misura, accettando di correrequalche rischio in più rispetto alle pos-sibili cadute?

La tematica sviluppata dalla dotto-ressa Michela Toniolo con il supportodi slides molto significative ha solleci-tato i presenti a esporre numerosidubbi e interrogativi sui quali si è pro-ceduto a ulteriori approfondimenticon il supporto del dott. Carlo Buon-giovanni, medico coordinatore, e dellaCoordinatrice dei servizi sanitari e as-sistenziali Lucia Rossi.

Nel corso dell’incontro ha preso viavia corpo l’idea che la ricerca del puntodi equilibrio tra libertà e protezionedel residente fragile deve coinvolgereil residente stesso e che un approccioeticamente corretto non può far pre-valere un aspetto a scapito dell’altro.

Le situazioni in cui ci si imbattenella RSA consentono di rilevare chenon esiste una soluzione ideale al problema della contenzione: diventaquindi fondamentale la condivisionetra l’équipe assistenziale e i familiariper non abbandonare, ma, anzi, inten-sificare la ricerca continua, caso percaso, di un bilanciamento dei due va-lori di “sicurezza” e di “libertà”, en-trambi importanti. L’esperienza sinqui maturata ci insegna che quandoquesto evento si verifica il “tasso” dicontenzioni tende a diminuire con unaumento significativo della qualità divita della persona.

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N. 2 / SETTEMBRE 2015 / Il Melograno / 5IL MELOGRANO

PROSSIMI INCONTRI CON I FAMILIARI

23 settembre

La condivisio

ne dell’appro

ccio al dolore

nella nostra R

SA

I programmi di migliora

mento in atto

14 ottobre

Alimentazion

e e qualità del

la vita

Le specificità

dell’alimentazi

one

nell’anziano –

il menù proposto

nella nostra R

SA e le modalità

di presentazi

one dei pasti

Gli incontri si

terranno ad

ore 16.30

nella Sala for

mazione l pi

ano 0

SETTEMBRE - OTTOBRE

Per novembre 2015 sono programmati i seguenti

incontri dei familiari con la direzione sulla defini-

zione del Budget e delle aree di miglioramento per

l’anno 2016:

4 novembreper i Nuclei del Piano Rialzato

(Girasole, Rosa e Genziana)11 novembreper i Nuclei del Primo Piano

(Melograno, Ciclamino e Mimosa)25 novembreper i Nuclei del Secondo Piano

(Tulipano, Mughetto e Primula

NOVEMBRE

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Il nostro contributoper una scuola maternain Mozambico

/ Solidarietà fattiva

di Padre Domenico Marcato

Domenica 19 luglio 2015: la Ce-lebrazione Eucaristica dome-nicale si è arricchita con la

presenza di Padre Sandro Capoferri, diorigine bergamasca, missionario De-honiano in Mozambico.

Da un po’ di tempo è iniziata unarelazione di amicizia e di aiuto mate-riale tra la RSA “Margherita Grazioli”e la missione di Alto Molócuè, attra-verso il “Progetto asilo Alto Molócuè”.È bello che una casa che accoglie per-sone anziane si prenda cura, sponta-neamente, di un’altra casa che acco-glie bambini, in una cittadina in cuinon esiste ancora nessun asilo e ibambini sono lasciati crescere come“pecorelle senza pastore”, perché i ge-nitori, per sopravvivere e in generecon un carico di numerosa figliolanza,non si preoccupano molto di loro, la-sciandoli vagabondare nelle strade apiccoli gruppi.

L’iniziativa nata a Povo ci fa pen-sare a dei nonni che si prendono curadei loro nipotini, anche se sono lon-tani e non li conoscono. Sono questi imiracoli che ancora oggi, in mezzo atanti egoismi, la solidarietà può conti-nuare a realizzare. La solidarietà, checome dice spesso papa Francesco, èuna parola cancellata dal vocabolario,a livello mondiale, perché ciò che co-manda sono gli interessi del dio de-naro (si veda l’enciclica “Laudato sì”),eppure riappare in queste piccole masignificative iniziative che non fannonotizia sui giornali, né sui telegiornali.

Padre Sandro, all’inizio della Mes -sa, ha manifestato la sua gioia di poter

stare con noi, in comunione con tuttele altre comunità cristiane, che si riu-niscono nello stesso giorno, la dome-nica, il giorno del Signore risorto, perincontrarsi con Lui, per pregare con lestesse preghiere, ascoltare la stessaParola di Dio, mangiare lo stesso corpodel Signore e ricevere lo stesso invitoad andare e testimoniare a tutti lagioia di Cristo risorto. Ci fa bene cheogni tanto qualcuno ce lo ricordi!

Durante l’offertorio, un’ospite, anome di tutti gli ospiti della casa, hapresentato a Padre Sandro un cestinocon dentro alcune buste contenenti leofferte raccolte dalla domenica diPasqua in poi e alcune offerte perso-nali. Un applauso finale ha volutoesprimere la nostra gioia nel potercondividere il poco che abbiamo ecosì continuare la moltiplicazionedell’amore.

6 / Il Melograno / N. 2 / SETTEMBRE 2015 IL MELOGRANO

Padre Domenico Marcato

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Mozambico, dove la speranza è giovaneTestimonianza di Padre Sandro Capoferri, missionario in Alto Molócuè

Il 4 ottobre 1992 per il Mozambico ha rappresentatouna data importante. A Roma, presso la Comunità diSant’Egidio, si arrivò alla firma dell’Accordo generale

di pace fra due contendenti: il Frelimo (Fronte di Libera-zione del Mozambico), partito al Governo, e la Renamo (Re-sistenza Nazionale Mozambicana), che conduceva la guer-riglia. L’accordo ha messo fine a più di un decennio diguerra civile, pur non cancellando completamente tutto ilbagaglio di incomprensioni e di odi che il conflitto avevagenerato. Da quel giorno, tuttavia, le armi hanno taciuto e,caso più unico che raro, a distanza di venti anni la paceregna ancora in Mozambico.

Il Mozambico è uno Stato dell’Africa australe grandecirca 2,5 volte l´Italia e con circa 25 milioni di abitanti, ches’affaccia sull´Oceano Indiano con 2.500 km di costa. Pos-siede una straordinaria varietà di ecosistemi: ampie zonepaludose, foreste di mangrovie, ricchi habitat marini lungo

le coste, grandi foreste tra i monti Chimanimani e il massic-cio di Gorongosa: insomma un paese interessante anchesotto l’aspetto turistico e ancora tutto da scoprire. Ci viveuna popolazione giovane, poiché i mozambicani in età da 0a 14 anni sono più del 50% (in Trentino Alto-Adige le stesseclassi d’età registrano un misero 15,5%) e gli anziani con piùdi 65 anni sono appena il 2,5% (e in Trentino Alto-Adige gliultrasessantacinquenni arrivano al 20%).

Lo scorso mese di luglio abbiamo incontrato Padre Ales-sandro Capoferri, bergamasco, della Congregazione dei Sa-cerdoti del Sacro Cuore di Gesù, più conosciuti come “Deho-niani”. Padre Sandro è partito per il Mozambico nel lontano1986: dopo 17 anni di lavoro laggiù è stato missionario per10 anni in Sudafrica. Rientrato da poco in Italia per un breveperiodo, Padre Sandro ritornerà nuovamente in Mozam-bico, nella sua missione ubicata nella provincia della Zam-bézia, Distretto Alto Molócuè.

N. 2 / SETTEMBRE 2015 / Il Melograno / 7IL MELOGRANO

Padre Sandro Capoferri nella “Escolinha” (Scuola materna) della parrocchia dehoniana di Maria Regina della Pace in Alto Molócuè (Mozambico)

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«In questa nazione – dice Padre Sandro – le Missioni De-honiane sono presenti dal lontano 1947. Durante questo lungoperiodo la presenza dei padri ha subìto numerose traversie,non ultime quelle derivanti dalla guerra civile che hanno por-tato devastazione e c’è stato pure qualche rapimento di perso-nale religioso. Tuttavia, anche se i missionari hanno dovutoabbandonare alcuni luoghi di missione, in Mozambico non èmai venuto meno l’apostolato Dehoniano. Potremmo dire chel’indipendenza nazionale, proclamata nel 1975, la rivoluzionesocialista e la guerra civile hanno contribuito a modellare al-meno dall’esterno anche la nostra Chiesa. Ma se lo Spirito ci hafatto passare per sentieri non facili, ora però ne vediamo ifrutti. Negli anni seguenti all’accordo di pace si è verificato un

rapido aumento del numero dei cristiani e delle comunità,sono stati ordinati in tutte le diocesi sacerdoti locali, sia dioce-sani che religiosi, ed è cresciuto considerevolmente il numerodelle suore mozambicane. Quelle che all’inizio erano chiamatePiccole Comunità Ministeriali ora hanno un numero conside-revole di fedeli. Ogni Missione ha attorno a sé, in un raggio dioltre cento chilometri, da 100 a 300 comunità cristiane e i pretiche le assistono sono 2 o 3 per ogni zona. La percentuale deicristiani in Mozambico è stimata in poco meno del 30% dellapopolazione, compresa una piccola percentuale di protestanti.Da tempo lo Stato non frappone limitazioni di alcun genere al-l’espressione della libertà religiosa. La Chiesa cattolica, fra leChiese, è senza dubbio la più importante e la più considerataper la sua valenza religiosa, morale e assistenziale. Anzi, il go-verno strizza volentieri l’occhio alla Chiesa cattolica nella spe-ranza di un suo coinvolgimento in certe scelte di tipo politico.

Da noi le Missioni hanno sempre operato come strutturaprivata, senza alcun apporto o contributo statale. Va ricordatoche in un recente passato erano stati nazionalizzati sia il si-stema educativo sia quello sanitario e che fino a non molti annifa era impossibile aprire scuole private. Solo di recente i gover-nanti hanno dato il via a una certa liberalizzazione.

Dal punto di vista sanitario – continua Padre Sandro –noi Dehoniani abbiamo avuto la fortuna di poter contare suun nostro confratello, Padre Aldo Marchesini, medico chirurgoche è stato inserito nel sistema sanitario nazionale e recente-mente insignito della cittadinanza onoraria mozambicana.Padre Aldo è stato per così dire la “chiave” che ha permesso anoi missionari di ottenere preziosi aiuti e cooperazione di vo-lontariato.

Vecchia chiesa dehoniana in Alto Molócuè

24 giugno 2015 - Il Presidente del Mozambico, Filipe Nyusi, consegna a Padre Aldo Marchesini il diploma di riconoscimento della cittadinanza

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Dal 2001 abbiamo in essere una proficua collaborazionecon l’Associazione Progetto per il Mozambico onlus, asso-ciazione con sede legale a Sarche in Trentino, mentre la sedeoperativa e gli uffici sono a Bologna. I soci e i volontari di que-sta associazione risiedono per lo più in Emilia Romagna, inTrentino, in Veneto e in Lombardia. Inizialmente l’Associa-zione ha promosso progetti finalizzati a costruire e ristruttu-rare scuole, ma nel tempo le attività si sono focalizzate sui set-tori dell’assistenza sociale e socio-sanitaria, in appoggio aimalati di AIDS (diagnostica, medicinali, accompagnamentodei malati in casa, pacchi alimentari). Questo progetto ha aiu-tato moltissimo noi missionari nel portare avanti la forma-zione di assistenti sanitari rurali che curano la sanità di base.

Da circa 10 anni a questa parte la cura dei malati di AIDS èstata presa in carico dallaComunità di Sant’Egidio, Comunitàche nel 1992 è stata la principale artefice dell’Accordo generaledi pace per il Mozambico. Da noi non esiste pericolo per la pan-demia Ebola, ma è diffusa in tutto il paese la malaria: questamalattia è tuttora la principale causa di morte fra la popola-zione e ci si augura che presto possano essere trovati vacciniefficaci per la sua eradicazione.

Per quanto riguarda la condizione in generale della popo-lazione mozambicana – aggiunge Padre Sandro – potrei quasidire (per assurdo) che essa ha bisogno di tutto e di nulla.

Ha bisogno di tutto perché la maggior parte della gente, inparticolare quella che vive in ambiti rurali, non ha nulla. Lanazione dispone di scarso personale educativo, di infrastrut-ture precarie, di un sistema stradale ridotto all’osso mentre imezzi di comunicazione sono affidati esclusivamente alla tele-fonia cellulare. Specialmente nelle zone rurali c’è poco lavoro

remunerato, scarsa circolazione di denaro, un turismo che haregistrato una fase di espansione soltanto dopo i disastri cau-sati dalla lunga guerra civile. Perciò moltissime persone vivonoancora di un’economia di pura sussistenza, consumando quelpoco che producono.

Dico che la popolazione non ha bisogno di nulla perché sele stagioni sono propizie difficilmente un mozambicano è ridotto alla fame. E tuttavia un’adeguata alimentazione è ge-neralmente carente, i bambini sono sottoalimentati e questofacilita la possibilità di contrarre malattie. Anche quando fre-quentano le scuole, traggono poco profitto dall’insegnamentoperché la loro pancia è quasi vuota.

N. 2 / SETTEMBRE 2015 / Il Melograno / 9IL MELOGRANO

Punto sanitario mobile

Centro giovanile in Alto Molócuè

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Per concludere possiamo dire che al Mozambico servonoinnanzitutto grandi progetti infrastrutturali, che tengano tut-tavia conto della salvaguardia e dell’interesse della popolazionelocale. Le ricchezze del sottosuolo (carbone, gas naturale, pe-trolio) e del suolo (si veda il progetto di monocoltura per espor-tazione chiamato “ProSavana”) fanno gola alle grandi multi-nazionali cinesi, giapponesi, britanniche e brasiliane.

La speranza è che questi mega progetti servano da volanoper lo sviluppo e che i loro effetti passino dalla macro allamicro economia. Ci si augura che le concessioni non venganoelargite agli amici degli amici o a chi più paga e non abbianoeffetti deleteri sulla popolazione, quali lo sradicamento di mi-gliaia di persone dalle loro terre.

Il territorio della nostra missione di Alto Molócuè si trovaa 700 metri di altezza e gode di un clima propizio per il grano,frumento, ortaggi, fagioli di varie qualità, manioca e alleva-mento di maiali e galline. Le piogge sono ben distribuite e in ge-nere accompagnano il lavoro della gente, che, nonostante ilbassissimo prezzo dei prodotti, riesce sempre a vendere e adavere un minimo di sussistenza familiare. Non ci sono fabbri-che né officine: la quasi totalità della gente vive scambiando ipropri prodotti.

L’Alto Molócuè oggi ha una grande potenzialità in quantoè un luogo strategico, crocevia fondamentale per le comunica-

zioni che favoriscono lo sviluppo urbano ed economico. Sitrova, infatti, a metà strada tra Quelimane (capoluogo dellaZambézia) e Nampula (capoluogo della Regione omonima), edè attraversato dalla strada nazionale n° 1, l’unica via che con-giunge il nord con il sud del Mozambico

Nella nostra missione in Alto Molócuè, abbiamo già co-struito il Centro giovanile, è in costruzione la chiesa parroc-chiale e abbiamo in previsione la realizzazione di altre opere,quali l’asilo infantile e la scuola primaria. Nel frattempo un ini-zio di asilo funziona già nella struttura del Centro giovanile.Ai bambini che vi accedono viene data una merendina al mat-tino, il pranzo e una merendina al pomeriggio. Un 60% circa diquesti bambini provengono da famiglie indigenti, impossibili-tate a pagare il servizio, i cui costi vengono in gran parte co-perti dal restante 40% di bambini paganti.

Mi fa piacere che una comunità di anziani, di nonni comequella del “Margherita Grazioli” di Povo abbia voluto tangibil-mente sostenere con le proprie offerte la costruzione dellascuola materna di quelli che potrebbero essere i loro nipotini,laggiù in Mozambico. A tutti loro, a nome di questi piccoli chefrequentano l’asilo infantile dico semplicemente “muito obri-gado, grazie mille”, augurandomi che la collaborazione con gliamici di Povo possa continuare e promettendo che da partenostra vi ricorderemo nelle preghiere».

10 / Il Melograno / N. 2 / SETTEMBRE 2015 IL MELOGRANO

Paesaggio in Alto Molócuè

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Settembre, mesededicato ai temidell’Alzheimer.Una nostra esperienza.

/ Progetto

La nostra Azienda “MargheritaGrazioli” nel dicembre delloscorso anno sottoscriveva un

accordo di partenariato con la Sovrin-tendenza per i beni culturali della Pro-vincia Autonoma di Trento, per colla-borare alla realizzazione di un progettoparticolarmente innovativo tendentea coinvolgere alcuni ospiti del nucleo

Alzheimer in una visita museale enello specifico al Museo archeologicodelle palafitte di Fiavé.

Di primo acchito viene da chie-dersi come sia possibile coinvolgeredelle persone che stanno perdendo lamemoria in un luogo ove si custodisceprioritariamente la memoria, il ri-cordo di tempi non solo passati, ma

molto lontani come quelli facentiparte di una preistoria. L’obiettivo di“aprire” le porte di un museo a un pub-blico che difficilmente in questa fasedella vita viene accompagnato in que-sti luoghi o partecipa a “laboratori ar-cheologici” risultava quindi piuttostoimpegnativo. Le esperienze di tali atti-vità in Italia erano veramente rare e

N. 2 / SETTEMBRE 2015 / Il Melograno / 11IL MELOGRANO

di Renzo Dori

Al Museo delle palafitte di Ledro

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nel mondo esisteva solo qualche casoin America.

Forti del convincimento chenuove forme di coinvolgimento e sti-molazione cognitiva di persone conAlzheimer potevano risultare di be-neficio alle persone coinvolte aiutan-dole a ricostruire momenti di memo-ria, di vissuti e di gratificazione, ci si èmessi al lavoro.

Si è proceduto alla predisposizionedi un progetto condiviso e strutturatoin diverse fasi:• Costituzione del gruppo incaricatodella stesura del progetto e dellasua attuazione, così composto: per laSovrintendenza per i beni culturaliPAT Luisa Moser, responsabile deiServizi Educativi dell’Ufficio beniarcheologici; per la APSP “Marghe-rita Grazioli” Roberto Maestri, ani-matore, Alberta Faes, fisioterapistaed Emanuela Trentini, educatoreprofessionale esperto in demenza.

• Individuazione, con il supporto del -la neuropsicologa dott.ssa Giraudo,del le 12 persone coinvolgibili nell’at-tività e in parte provenienti dal nu-cleo Alzheimer “Girasole” e in parteda altri nuclei della RSA “M. Gra-zioli”.

• Programmazione di 6 interventi-in-contri con l’attivazione di laboratorispecifici dell’educatore musealepresso la nostra sede coadiuvatodall’équipe della APSP “Grazioli”.

• Uscita delle persone coinvolte contutta l’équipe di progetto con visita“guidata” presso il Museo delle pala-fitte di Fiavé.Il primo incontro è stato finalizzato

alla conoscenza reciproca, momentoindispensabile per prendere confi-denza e instaurare un rapporto di fidu-cia sia con l’educatore che con le altrepersone partecipanti al progetto. Nellapresentazione si è cercato di far par-lare ciascuno della propria vita, deipropri interessi: cosa facevano, dovevivevano, quali attività praticavano, ipassatempi e i divertimenti... così daorganizzare gli appuntamenti succes-

sivi tenendo conto di quanto emerso,in modo da proporre attività adeguate,che potevano interessare e con le qualipotevano facilmente interagire.

Un secondo incontro è stato dedi-cato alla presentazione del mondo“palafitticolo” e di vari oggetti utiliz-zati dai loro abitanti, introducendoelementi di conoscenza su cosa unmuseo può conservare per mantenereviva la memoria di quel tempo pas-sato. Ognuno ha potuto toccare, osser-vare, riconoscere alcuni oggetti, faresupposizioni, cercare di portare a gallaricordi o antichi gesti. «Oggetti ricchidi storia e anche di ricordi» come ha

Laboratorio lavorazione argilla

12 / Il Melograno / N. 2 / SETTEMBRE 2015 IL MELOGRANO

Laboratorio preparazione burro

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spesso sottolineato Saveria, toccandouna tazza di ceramica o la copia diun’ascia in bronzo. Reperti molto sem-plici, essenziali ma ricchi di significatoche hanno stimolato la memoria deipartecipanti.

Gli altri tre incontri sono stati de-dicati ai laboratori a tema partendoda copie di reperti appositamente se-lezionati, si è dato ampio spazio all’os-servazione, alla manipolazione e alladiscussione, in modo da mettere inatto la stimolazione cognitiva e la va-lorizzazione delle abilità residue. Si ècercato inoltre di variare le proposteanche all’interno dei singoli incontriper tenere sempre alta l’attenzione ela partecipazione.

I laboratori di tessitura, lavora-zione dell’argilla e preparazione delburro sono stati momenti molto im-portanti: tutte le persone hanno par-

tecipato volentieri (aspetto non scon-tato per chi soffre di Alzheimer), sisono messe in gioco, hanno saputo riprodurre, con estrema facilità egrande attenzione, antichi gesti, dimo-strando come alcune abilità, quali il“saper fare”, la manualità e la creati-vità (questo aspetto è emerso partico-larmente nel laboratorio dedicato allalavorazione dell’argilla)... permanganononostante la malattia, se adeguata-mente stimolati.

I laboratori pratici sono risultatiesperienze stimolanti, emotivamentecoinvolgenti e piacevoli, che hannopermesso alle pazienti di accedere apersonali memorie e saperi, di potersimettere in gioco, sperimentare le pro-prie abilità e anche aumentare la pro-pria autostima.

L’ultimo incontro è stato riservatoalla riproposizione attraverso le im-

magini del percorso e delle attivitàrealizzate dai partecipanti. Anche inquesto caso c’è stata grande attenzionee partecipazione e, cosa non scontataper chi soffre di Alzheimer, anche il ri-conoscimento della propria persona odi quella presente durante le attivitàdi laboratorio.

L’uscita al Museo delle Palafitte èstato il momento conclusivo del per-corso: uscire dalla loro struttura perandare in un posto nuovo e scono-sciuto è stata sicuramente un’espe-rienza stimolante e ha assunto ancheun valore particolare: “esco, vado almuseo, faccio ancora parte della so-cietà... in museo c’è qualcuno che mi at-tende, mi accoglie, ha strutturato unpercorso adatto a me...” Alla visita alMuseo hanno partecipato solamentele ospiti del nucleo “Il Girasole”, in uncaso anche accompagnate dal fami-liare.

La visita è stata condotta cercandodi far partecipare le signore e di ri-prendere l’osservazione dei reperti giànoti (anche in questo caso si sono uti-lizzate inizialmente copie di oggettiper favorire la manipolazione e l’inte-razione). La visita è durata due ore:tutte le partecipanti sono state moltoattente, hanno dimostrato grande in-teresse e curiosità, hanno posto moltedomande e si sono confrontate fraloro nell’osservazione dei reperti.

Nel museo sono stati dati molti sti-moli: le signore hanno mostrato gran -de capacità di osservazione, anche diparticolari che sfuggono ai più… sisono sentite a loro agio, libere di muo-versi, di esprimersi, di toccare, di faredomande e di veder esaudite le lorocuriosità.

Le persone presenti durante la vi-sita si sono dimostrate contente e noncerto intimorite di essere in un luogo“inusitato” come un museo; per tutti è stata un’esperienza importante. Si sono meravigliate della bella strut-tura che le ha ospitate: «non pensavoche fosse così bello, è così grande... Nonpensavo che ci fossero tutti questi og-getti…» ha ripetuto più volte Elsa affa-scinata dalla struttura in legno e dalsuo odore... e poi, quando hanno calpe-stato il pavimento che simula il fondolacustre, «oddio, ci bagneremo i piedi»…Ancora Elisa, davanti alla ricostru-zione degli accumuli di “immon dizie”

N. 2 / SETTEMBRE 2015 / Il Melograno / 13IL MELOGRANO

Laboratorio tessitura

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dell’antico abitato di Fiavé, si è soffer-mata dicendo… «chissà che odore dimarcio che si sentiva»... E che dire dellemacchioline bianche all’interno deimodellini? «ma gha’l fiocà?» (si trattavain realtà di infiorescenze dovute alcambio di umidità che solo un restau-ratore o un archeologo riesce a ve-dere).

Il progetto si è concluso con un mo-mento di verifica dell’équipe di pro-getto durante il quale sono stati evi-denziati diversi elementi positivi apartire dalle attività proposte chehanno suscitato grande interesse (frale attività laboratoriali è piaciuta so-

prattutto la preparazione del burro e latessitura), migliorato l’attenzione e laconcentrazione, facilitato la socializza-zione e favorito l’interazione fisica e lapartecipazione. «È stato bello stare in-sieme» ha detto Rita.

Si è potuto inoltre constatare comequesto percorso abbia influenzato po-sitivamente la qualità della vita di unpaziente affetto da Alzheimer. Infattiattraverso gesti ancestrali, come quel -lo del tessere o del preparare il cibo,l’ammalato ha potuto riconoscere atti-vità svolte in passato (Sofia raccontache «è un lavoro che ho già fatto e me loricordo, per questo mi è piaciuto»), riper-

correre sentieri antichi e in parte noti,mettere in atto pensieri e riflessioni(Elsa dice «mi è piaciuto perché aiuta latesta») e aumentare la propria auto-stima (Maria Pia ha aggiunto «non pen-savo di essere all’altezza»).

Sul fronte più generale si è potutoaltresì constatare che un museo, sereso fruibile e “partecipativo”, puòsvolgere un ruolo sociale significativoe può aiutare nel decorso della malat-tia a migliorare la qualità di vita per ipazienti ma anche per chi si occupa diloro, i care givers, che si trovano a con-vivere con questa devastante patolo-gia.

14 / Il Melograno / N. 2 / SETTEMBRE 2015 IL MELOGRANO

Al Museo delle palafitte di Ledro

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Presentato presso l’APSP “M. Grazioli” un libro che documenta il “Metodo GENTLECARE ”

/Anteprima

Nel quadro delle iniziative promosse dall’Associa-zione Alzheimer di Trento per ricordare a tutta lapopolazione i complessi e gravi problemi legati

all’assistenza dei malati di Alzheimer, la nostra Azienda haorganizzato, per venerdì 18 settembre, un pomeriggio di co-municazione/riflessione sui metodi di cura non farmacolo-gica della malattia attraverso la presentazione da parte degliautori, in anteprima italiana, di un libro dal titolo abba-stanza esplicito: “Cronache di assistenza - Soluzioni, moda-lità e idee di applicazione del metodo Gentlecare” editodalla Erickson di Trento.

In quella sede le autrici dott.sse Bortolomiol e Lionettihanno ricordato che il libro è stato curato e promosso dalGruppo Ottima Senior, referente italiano ed europeo delModello Gentlecare, e che raccoglie e propone esperienze,idee, dati, dal Nord al Sud dell’Italia.

Il testo parte da una riflessione sui nuovi bisogni dellepersone anziane e sulle ragioni per le quali il metodo Gen-tlecare aiuta a costruire un possibile “fare” nella complessitàdella demenza. I tre elementi della protesi – spazio fisico,persone, programmi – sono poi illustrati da un punto divista metodologico e operativo, per fornire indicazioni pra-tiche di applicazione e di valutazione dell’efficacia. La se-zione centrale del libro propone alcune esperienze di appli-cazione nelle diverse regioni d’Italia (anche quella maturatanel nostro nucleo specializzato e che da tempo applica ilmetodo Gentlecare), evidenziando la duttilità del metodo ei risultati ottenuti. I curatori hanno voluto dopo 10 anni di

attività nel campo sociale e sanitario divulgare un’assi-stenza diversa che porti a riconoscere, per esempio, le partidel giorno dove una persona vive, non dove sopravvive.

Il modello Gentlecare valorizza infatti la persona al cen-tro di ogni servizio di cura e in modo originale e unico mettetutto il gruppo di cura, dal direttore al manutentore, in unaprospettiva di valorizzazione della persona ammalata edella sua famiglia. Nelle esperienze raccolte all’interno delmanuale si potranno percepire questi concetti nelle paroleche le varie strutture e i vari professionisti hanno svilup-pato nelle proprie esperienze.

Viene infatti considerata nel lavoro di cura ogni vitaumana che tesse una relazione terapeutica all’interno di uncontesto, che deve avere come obiettivo sia quello di com-pensare i deficit cognitivi e funzionali, che quello di offrireuna risposta immediata a un bisogno, soddisfatto dalle per-sone che agiscono, dalle attività costruite e dall’importantecostruzione dell’ambiente protesico.

I cambiamenti necessari non vengono immediatamenterappresentati ma vengono costruiti nel tempo con tuttal’équipe di cura, che ogni struttura forma secondo delle mo-dalità legate al Gentlecare.

Una sempre maggior diffusione del metodo, hanno ri-cordato le autrici, può favorire un cambiamento culturale eorganizzativo, grazie al quale pensiero clinico, relazione te-rapeutica e forma organizzativa sono interdipendenti.

La lettura di alcuni brani del testo è stata piace -volmente intervallata da musiche eseguite dal gruppo“Aires”.

IL MELOGRANO N. 2 / SETTEMBRE 2015 / Il Melograno / 15

Il gruppo “Aires”

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16 / Il Melograno / N. 2 / SETTEMBRE 2015

La pagina della poesiaPer Titti, malata di alzheimer

Ma dove sarà andata

la donna che sei stata

non credo sia sparita

si è solo trasformata

Come l’aria di sera

si è fatta più leggera

così ci passa accanto

sfiorandoci soltanto.

E se le tue parole

si dicono da sole

contagia il tuo sorriso

che viene da lontano

quando interroghi il viso

di chi ti da la mano.

La tua buffa ironia

che ti accompagna ancora

condisce la magia

di un tempo senza ora.

E la natura è quella

di cui mi meraviglio

madre, nonna, sorella

e figlia di tuo figlio.

di Clara Vajtho, animatrice terza età

Poesia

Volevo scriver ’na gran bela poesia;illuderme de eser qualchedun,pensando de parlar con chi la lezema no so neanca come scominziar.Per scriver bison eser studiadi,guai dir le robe presapoc,quel che te disi el deve eser ciar,come l’è vera che l’è azuro ’l mar.Alor poderia scriver del temp nà,qualche ricordo de l’ultima me istà.Forsi le meio tirar en bal l’inverno,o perché no do rime su l’inferno.Continuo a far laorar el me zervel,pensando a qualcos de enteresanteper scriver ala fin sta poesia,ma vedo sol el temp che scampa via.

Antonio Maule

Luci de not

Da la tèza de ’na vècia casaMe godo ’l panorama.El panorama de la nòtcon tante lampadineche slùse ’n mèzz al stròf.Vardando quele luci balerine,sbiadide come vèce cartoline,me scampa via la mentai àni lontani, senza gnènt.Alora la nòt l’era demò stròf:che fèva luce, ghèra sol el fòc.Quel fòc el dava calor e alegria,el te ’nvidava a star en compagnia.La zènt la se voleva bènLa ciacolàva,en caso de bisògn la se aiutava.Finisso de pensar, e dào n’ociàdaa sta zità si tant enluminàda.El sarà ’l progresso, mi no digo gnènt,ma de nòvo me scampa ’ndrè la ment,a quando no ghèra lampadine,e le persone le era pù vizine.

Antonio Maule

IL MELOGRANO

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Articolo Rivista “Il Melograno” / 2015

INSERTO / Il Melograno / I

Iniziamo da “LA QUALITÀ DEI SERVIZI ALBERGHIERI”:

RISTORAZIONESono stati monitorati quotidianamente i pasti erogati nei vari nu-clei RSA e presso il Centro Diurno, cui accedono anche i residentidal domicilio. In ogni sala da pranzo i residenti dispongono di un modulo “Comeavete mangiato oggi?” in cui segnalare a ogni pasto eventualiaspetti di miglioramento o criticità.

Complessivamente la qualità percepita quotidianamente senzacriticità nel 97% dei casi ci consente di confermare il livello diqualità raggiunto dal Servizio Ristorazione.È stata ospitata per 2 pranzi una commissione mista che havalutato il pranzo (Panel) con i seguenti risultati:

Oltre alla media di giudizio complessivo sono state raccolte moltesegnalazioni significative di particolare dettaglio che compren-dono la gestione del servizio al tavolo.

Nei 3 Focus group dedicati al tema si pone per gli utenti l’occa-sione di segnalare cibi e piatti particolarmente graditi che desi-derano riassaporare o migliorare. Contestualmente sono suggeritiaspetti di miglioramento nella preparazione delle pietanze (cibipiù morbidi, miglioramento degli accostamenti, dei formati, dellapresentazione dei piatti). Un aspetto di miglioramento del 2014ha riguardato la preparazione dei tavoli con arredi da tavolo piùmoderni e alberghieri, accompagnati dall’utilizzo dell’acqua datavola in brocche colorate di acqua fresca.

PULIZIE AMBIENTALIMerita una segnalazione l’avvio dal luglio 2014 del nuovo Capi-tolato d’appalto con la ditta Copura (Cooperativa Pulizie RavennaSoc.Coop. R.L.); il nuovo avvio ha permesso di apporre alcune

La qualità e la soddisfazione per i nostri servizi nel 2014L’Azienda ne fa un resoconto (2a parte)

Sèguito dell’articolo pubblicato su “Il Melograno” di marzo 2015, n 26 che ha per titolo: “Rapporto sulla qualità e la soddisfazione dei servizi offerti dall’APSP ’M. Grazioli’ di Povo nel 2014”

ESITI MONITORAGGIO “COME AVETE MANGIATO OGGI?” 2014

Positivi 97%

Negativi 3%

PanelMedia Valutazione

complessivaMin Max Partecipanti

10-apr-14 8,6 7 10 Familiari Residenti e Utenti Personale

30-set-14 8,9 7 10Familiari Residenti e

Commissari Esterni diAudit del Marchio Q&B

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Articolo Rivista “Il Melograno” / 2015

migliorie al servizio (lavaggio dei materiali di pulizia, nuovi car-relli chiusi più sicuri, uso di prodotti ecolabel, procedure effi-caci/efficienti). La verifica da parte dell’Azienda dispone di unpuntuale sistema di controlli; nello specifico il risultato dellepulizie ambientali è verificato mensilmente con particolare ri-guardo agli aspetti di igiene degli ambienti abitati dai residenti.Complessivamente la qualità riscontrata raggiunge il livello diqualità prevista nel capitolato; la ditta promuove tempestiva-mente interventi correttivi nei casi in cui vi siano criticità rag-giungendo prontamente il risultato desiderato. È stata raccoltapiena soddisfazione nei 3 incontri con Residenti (FG) e negli in-contri con i familiari per la pulizia degli ambienti, nessun aspettodi miglioramento suggerito.

GUARDAROBACostante la garanzia della tempestività della presa in carico deicapi personali dal momento dell’ingresso (infatti in giornatasono personalizzati con etichetta e riposti nell’armadio).Gestione del guardaroba di ogni singolo residente con presa incarico tempestiva ed efficace ai fini di segnalare alla famigliaeventuali necessità di integrare la dotazione personale.

CENTRO DIURNONel grafico sono rappresentati il totale degli utenti frequentantiin 2 o più giorni la settimana.

La provenienza degli utenti nel 2014.

PRESA IN CARICO DELL’UTENTE(Standard 1.1 - 1.2 - 1.3 Carta dei Servizi)Tempestività della presa in carico: 13 gli utenti nuovi inseriti nel2014, gli inserimenti sono avvenuti entro i 5 giorni lavorativi diattesa (Min. 3 Max 8). Positivo il riscontro della soddisfazione circa la presa in caricoe la tempestività attraverso focus group con gli utenti entrati nelperiodo precedente (1 FG il 26/05/2015 per l’anno 2014).

SERVIZI ALBERGHIERI(Standard 2.1 Qualità del pasto - 2.2 Qualità delle pulizie am-bientali - 2.6 Qualità delle attività di cura della persona - 2.7 Qualità del trasporto)Riscontro molto positivo circa la qualità percepita dei servizi ri-levata attraverso 1 focus group con gli utenti. Sono apprezzatigli ambienti puliti e ben manutentati, la ristorazione con il co-stante strumento del questionario quotidiano consente di segna-lare prontamente quanto si desidera cambiare; gradite le attivitàdi cura della persona con la richiesta di estendere le giornate didisponibilità; non sono emerse criticità rispetto al trasporto.

PARTECIPAZIONE DEGLI UTENTI E FAMILIARIPer quanto riguarda le verifiche, il 92% degli utenti ha parteci-pato alla verifica congiunta del proprio piano di frequenza delCentro. In tale occasione sono presenti, oltre ai famigliari, l’As-sistente Sociale, l’Educatore professionale (o il RTO) e l’Oss Tutorreferente del caso.

II / INSERTO / Il Melograno

N° UTENTI CENTRO DIURNO 2014

75%25%

PROVENIENZA DEGLI UTENTI 2014

Villazzano 34%Trento 19%

Argentario 17%Povo 30%

ISCRITTI AL CENTRO DIURNO 2014

12410

MF

MF

PARTECIPAZIONE UTENTI E FAMILIARI 2014

Effettuate con il familiare: 56

Effettuate senza il familiare: 3

Non effettuate: 2

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Articolo Rivista “Il Melograno” / 2015

Nel grafico sono presentate le diverse tipologie di attività svoltedagli utenti. La varietà di attività svolte mostra la possibilità che l’utente hadi impegnare la giornata al Centro rientrando al domicilio conuna giornata vissuta pienamente pur nel rispetto delle capacitàpsicofisiche di un anziano. In particolare vanno sottolineati i momenti molto graditi dagliutenti in quanto valorizzati dalla relazione con la comunità di ri-ferimento e dalla presenza di altre generazioni (adulti, bambini);significative le attività di stimolazione cognitiva e culturale.

CENTRO SERVIZINel 2014 il Centro Servizi ha offerto ai 134 iscritti una gamma diprestazioni ampia e diversificata.

ATTIVITÀ MOTORIA Oltre alla varietà di corsi proposti che trovate riassunti in tabella si segnala La giornata attivante - Movimentiamoci: la giornata èun momento ricreativo - motorio, in cui la palestra e la vasca te-rapeutica del Centro Servizi vengono aperte gratuitamente al pub-blico per la partecipazione ad alcuni laboratori programmati di at-tività motoria, rivolti alla popolazione anziana.

ATTIVITÀ ESTIVAL’attività estiva del 2014 è stata ricca di proposte e di incontri:I primi appuntamenti sono stati organizzati all’interno del pro-getto promosso dal Comune di Trento “SPORT NEL VERDE”: il 14e il 28 maggio è stato organizzato il laboratorio RI-TROVIAMOCICON IL RESPIRO; l’8 e il 22 maggio è stato programmato il labo-ratorio GIOCHIAMO TUTTI INSIEME organizzato in collaborazionecon la cooperativa Kaleidoscopio e l’Associazione Casa dell’Ar-cobaleno. Tutti gli incontri si sono svolti presso il parco adiacenteall’APSP “Margherita Grazioli”.Nell’estate del 2014 sono stati attivati n. 14 corsi di attività mo-toria: • Giugno: 4 corsi di acquagym • Luglio: 3 corsi di acquagym e 1 corso di acquaticità • Agosto: 3 corsi di acquagym e 1 corso di acquaticità • Settembre: 1 corso di acquagym e 1 corso di acquaticità.

In particolare si segnala la proposta da metà luglio e fino a fineagosto de I FINE SETTIMANA ESTIVI quale offerta di socializza-zione per gli anziani del territorio.

INSERTO / Il Melograno / III

ATTIVITÀ CENTRO DIURNO 2014

STIMOLAZIONECOGNITIVA 4%

PROGETTI DICOMUNITÀ 11%

INTRATTENEMENTO SOCIALE 8%

LUDICO-RICREATIVE16%NARRAZIONE 10%

ATTIVITÀ MANUALE 8%

ATTIVITÀ OCCUPAZIONALE14%

RELAZIONI INDIVIDUALI5%

ATTIVITÀ SPIRITUALI 4% ATTIVITÀ MOTORIA 12%

1. Ginnastica in acqua 43

2. Acquaticità 1

3. Ginnastica posturale 5

4. Yoga e rilassamento 3

5. Pilates 2

6. Zumba 2

7. Ri-Troviamoci con il respiro 1

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Articolo Rivista “Il Melograno” / 2015

ATTIVITÀ CULTURALI - LABORATORI ATTIVITÀRICREATIVE - DI ANIMAZIONE.LE INIZIATIVE IN COLLABORAZIONE CONALTRE REALTÀ TERRITORIALINel 2014 su 12 percorsi proposti ne sono stati attivati 10 cosìsuddivisi.• ATTIVITÀ CULTURALI: CAFFÈ PER LA MENTE - VISITA AL MUSE

- L’INCONTRO CON L’OPERA - PROGETTO MOSTRA - PROGRAM-MAZIONE FILM

• LABORATORI E ATTIVITÀ RICREATIVE: LABORATORIO DI MA-GLIA - DI CUCITO - CORSO DI ACQUERELLO - DI PANIFICAZIONE

• ATTIVITÀ DI ANIMAZIONE: PROGETTO INCONTRO TRA GENE-RAZIONI - POMERIGGI DANZANTI - ANIMAZIONE rivolta agli an-ziani degli alloggi protetti - Tennis Tavolo o Ping Pong

• INIZIATIVE IN COLLABORAZIONE CON ALTRE REALTÀ TERRI-TORIALI: PARTECIPAZIONE AL TAVOLO TERRITORIALE PER GLIANZIANI SOLI - CARNEVALE - IL TORNEO DI BRISCOLA.

UTILIZZO SPAZI CENTRO SERVIZILa locazione degli spazi del Centro Polifunzionale si conferma unodei settori di attività di maggiore respiro del Centro Servizi. È sempre più nota e apprezzata la possibilità di accedere alla pa-lestra, alla vasca terapeutica, alla sala incontri e alla sala video.Gli 83 contratti, di natura e durata diversa stesi nel corso del

2014, denotano la vivacità di proposte e iniziative organizzate alivello territoriale dalle molteplici associazioni operanti nel ter-ritorio. Fiore all’occhiello del Centro polifunzionale resta la vascaterapeutica, che offrendo particolari caratteristiche di comfortquali l’acqua a 32° e la cura degli ambienti è particolarmenteapprezzata da fasce di utenza che necessitano una particolareattenzione: bambini e disabili. In particolare le attività a favoredi bambini, rispetto agli anni precedenti, hanno subito un incre-mento importante, grazie all’impegno attivo di Associazioni chesi sono rivolte al Centro Polifunzionale per la prima volta.

LE PRESTAZIONI DI CURA DELLA PERSONA Concludiamo con il resoconto non trascurabile delle prestazionidi cura della persona offerte nel Centro Servizi in corso d’anno.

IV/ INSERTO / Il Melograno

Prestazioni di cura della persona TotaleBagno Assistito 52Parrucchiera/Barbiere 109Manicure 113Pedicure 905Mensa per territorio 743

Michela TonioloResponsabile Qualità

Tel. 0461.810688 - mail: [email protected] - sito: www.apspgrazioli.it

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Sistemi qualitàpresso la RSA “M. Grazioli”: un percorso a tappesignificative

/ Grazie all’impegno del nostro personale

di Renzo Dori

Il controllo e la verifica costantedei livelli di qualità delle presta-zioni e dei servizi offerti alle per-

sone residenti all’interno della nostraAzienda permane come obiettivo co-stante in un percorso impegnativo dimiglioramento continuo. In effetti, senon riuscissimo a inserire le verifichedi qualità in un modello gestionaletendente al miglioramento continuoanche gli obiettivi raggiunti magarianche con punte di eccellenza in bre -ve tempo si “annebbierebbero” per-dendo la loro valenza e significato.

Tutti noi, ospiti, operatori, fami-liari, amministrazione, abbiamo da

tempo condiviso diversi percorsi, pro-getti, attività alla base dei quali perma-neva sempre questo elemento di con-tinuità, di ricerca continua a faremeglio con tutti i limiti posti da unafase di contenimento e contrazionedelle risorse. Non è un caso che co-munque anche quest’anno si sia volutomantenere alto “l’investimento” peresempio nei percorsi di formazionedel personale nonostante la tendenzagenerale in molti settori aziendali diprocedere con tagli lineari proprio apartire dalla formazione del personale.I sistemi di qualità sono sicuramenteuno strumento valido per consentire

di verificare i livelli raggiunti e pro-grammare le azioni di ulteriore miglio-ramento o di correzione di alcuni pro-cessi, ma la “molla” fondamentale perpoter aderire veramente a questi si-stemi rimane la continua e sempre piùpuntuale formazione del personale.

Precisato questo va anche dettoche i sistemi di certificazione dellaqualità dei servizi forniti alle personehanno come elemento particolarmen -te positivo quello di sottoporre le atti-vità, l’organizzazione a verifiche nonsolo interne (autovalutazione), ma so-prattutto di valutatori esterni menocondizionati e più propensi all’esame

N. 2 / SETTEMBRE 2015 / Il Melograno / 17IL MELOGRANO

L’APSP “M. Grazioli” con la struttura della RSA e il collegato Centro Polifunzionale a Povo

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critico dei processi. Un’azienda quindiche si sottopone, che sceglie di intra-prendere un percorso di certificazio -ne/verifica della qualità dei propri ser-vizi e della propria organizzazione,accetta in modo attivo e non passivo disottoporsi ad “esami” a volte anchestringenti per garantire alle personeche usufruiscono del propri servizi eprestazioni impegno, serietà, profes-sionalità all’altezza delle necessità.

Nel corso di quest’anno abbiamoavuto due percorsi di verifica dellaqualità particolarmente significativi: • Il primo è stato quello del marchio“Qualità & Benessere” che ormai daqualche anno interessa in modoparticolare la RSA e la qualità delleprestazioni offerte e più in generale

la vita assicurata agli ospiti resi-denti. I risultati sia della valutazionefatta dal team di valutatori esterniche da quelli interni hanno confer-mato il buon livello di qualità rag-giunto e suggerito alcune aree di mi-glioramento su cui l’azienda è giàimpegnata alla realizzazione. Il ri-sultato finale è stato la piena con-ferma della certificazione anche perl’anno 2014.

• Il secondo percorso rappresenta unanovità assoluta e riguarda la certifi-cazione del modello di cura non far-macologica applicato all’interno delnucleo Alzheimer basato sul metodoGentlecare (ideato nel 1999 da unastudiosa americana, Moyra Jones).Perché questa ulteriore certifica-zione? Soprattutto perché il metodoGentlecare è stato adottato nel nu-cleo come elemento portante delprocesso di cura ormai da qualcheanno ed era opportuno sottoporre averifica i risultati importanti rag-giunti e definire possibili linee di mi-glioramento. La gestione della per-sona affetta da demenza, infatti,rappresenta una cura a lungo ter-mine che impone la ricerca di solu-zioni sempre più articolate. Il tra -dizionale modello biomedico nonriesce a far fronte alla complessità diquesta malattia. Così, obiettivo prin-cipale della cura diviene non più laguarigione della malattia bensì lapromozione del benessere della per-sona e il contenimento dello stress dichi si occupa del malato (operatoree/o familiare). Il metodo Gentlecareaiuta a raggiungere tali obiettivi.

La società di valutazione interna-zionale Bureau Veritas Italia SpA haprovveduto a effettuare presso il nostro nucleo Alzheimer-Girasole lavisita di Audit nel giugno scorso dedi-cando una giornata intera alle veri -fiche e riscontri e costatando a finegiornata il buon livello raggiunto nel-l’applicazione di tale metodologia, l’al -ta professionalità degli operatori, lapositiva relazione con i familiari, l’effi-cienza/efficacia dell’organizzazione esoprattutto la ricaduta positiva chequesto insieme di fattori ha determi-nato per la qualità di vita di ogni per-sona residente e la sua sicurezza. Ladecisione conclusiva è stata che il no-stro nucleo Alzheimer sarà certificatoGentlecare come poche altre realtà inItalia (formalmente la certificazioneverrà trasmessa dalla società BureauVeritas entro la fine del mese di set-tembre).

Questi obiettivi così importantisono stai raggiunti grazie all’impegnoe professionalità di tutto il nostro per-sonale assistenziale e amministrativoche opera ai vari livelli dell’Azienda ea loro e soltanto a loro ne va ricono-sciuto il merito.

18 / Il Melograno / N. 2 / SETTEMBRE 2015 IL MELOGRANO

“IL METODO GENTLECARE

NELL’ASSISTENZA ALLA 

DEMENZA:

UNA MIGLIORE QUALITÀ DI

VITA PER LE PERSONE”

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In ottobre GRANDE FESTA al Centro PolifunzionaleDieci anni di attività del Centro diurno, del Centro servizi e degli alloggi protetti

/Anteprima

Il prossimo 23 ottobre si festeggerà il decennale di atti-vità del Centro servizi e alloggi protetti mentre la suc-cessiva domenica 25 sarà la volta dei festeggiamenti del

Centro diurno. Per tale occasione verranno organizzati in-contri, musica, apertura del Centro Polifunzionale alla po-polazione (“porte aperte”) e verrà presentato un piccolo vo-lume che racconterà le tante iniziative e servizi offerti siaalle persone iscritte o che hanno usufruito, frequentato ilCentro, sia alle molteplici associazioni e circoli anziani delterritorio che hanno utilizzato e utilizzano i vari spazi per

attività fisiche (palestra e vasca terapeutica), sale incontriper attività culturali e di svago.

Sarà anche un momento significativo per fare un primobilancio di quanto sin qui fatto e organizzato pensando aiprogetti futuri e all’importante compito che il Centro svolgenella rete dei servizi alla persona e nella promozione di stilidi vita atti a garantire benessere al più a lungo possibile.

Tutti sono invitati a partecipare!

N. 2 / SETTEMBRE 2015 / Il Melograno / 19IL MELOGRANO

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Volontariato giovanile

Siamo abituati a sentire che igiovani fanno notizia soltantoquando assumono compor ta -

men ti negativi: in questo caso pos-siamo sfatare questo pregiudizio edire con orgoglio che dall’inizio del-l’anno a oggi abbiamo assistito amolti esempi virtuosi di presenzagiovanile all’interno della nostrastruttura.

Attraverso vari progetti diversi-ficati in convenzione con alcuni isti-tuti scolastici e il Comune di Trento,abbiamo registrato la presenza diben 26 giovani, suddivisi in piccoligruppi nel corso dell’anno, che sisono impegnati in attività di sup-porto al Servizio Animazione dellaAPSP “Margherita Grazioli”. Gli isti-tuti scolastici coinvolti sono stati: il Liceo “Rosmini” diTrento e l’Istituto di Istruzione Superiore “Don Milani”di Rovereto i quali ci hanno inviato i loro studenti inse-riti in periodi di tirocinio integrato al percorso di studidei ragazzi, mentre con il Comune di Trento è stata rin-novata l’esperienza di Summerjobs avviata anche lo

scorso anno e che ha visto impegnati 9 ragazzi nel corsodei mesi estivi.

Inutile dire quale possa essere il beneficio tratto dainostri anziani nell’accogliere queste “ventate di aria fre-sca” provenienti dall’esterno, rappresentate da questi ragazzi disposti a mettersi in gioco dal punto di vista

relazionale, della gestione di piccoleattività in affiancamento agli opera-tori di animazione ma soprattuttonell’incontro fra generazioni dove loscambio di esperienza e conoscenzadiventa il cardine della relazione tragiovani e anziani.

Dal punto di vista educativosiamo convinti che anche i giovaniabbiano potuto trarre profitto daquesta esperienza, portando con séun insegnamento che potrà, ci au -guriamo, lasciare un piccolo segnonelle loro vite future. Certo è che cia-scun membro del gruppo, al terminedi ogni periodo di stage, è andato viacon una punta di malinconia nel la-sciare le persone alle quali si era inqualche modo affezionato.

20 / Il Melograno / N. 2 / SETTEMBRE 2015 IL MELOGRANO

Dalla RSA di Povo

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Il teatro è ovunque: anche nel volontariato 2015

Dalla RSA di Povo

Un interessante progetto di volon-tariato legato all’espressività enel lo specifico al teatro, ha visto

l’esordio sul palcoscenico della nostra saladedicata a Gino Bertotti. Lo spettacolo,messo in scena da attori non professionistipreparati dagli insegnanti del “Teatro Port -land” di Piedicastello a Trento, è il momentofinale di un progetto denominato Teatroo-vunque e finanziato dal Centro Servizi Vo-lontariato del Comune di Trento in collabo-razione con la scuola di teatro del Portland,l’Associazione Culturale Bubamara, moltoattiva nel repertorio di letture e narrazionisceniche e la nostra APSP.

Il progetto ha avuto come obiettivoquello di formare un gruppo di volontariche, per mezzo di brevi sketch e azioni tea-trali, porteranno l’animazione teatrale in realtà comeRSA, Centri anziani, e tutte le strutture che potranno ac-cogliere iniziative di questo tipo.

Il debutto, molto applaudito dai nostri anziani, è av-venuto sabato 20 giugno scorso nella nostra struttura, al termine di un percorso formativo che ha visto impe-

gnati studenti della scuola del “Port -land”, membri dell’Associazione Bubamara e alcuni appassionati diteatro. Regista e conduttrice delgruppo è Sara Rosa Losilla, attrice einsegnante della scuola di teatro“Portland” la quale ha portato acompimento il progetto iniziato nelmese di febbraio di quest’anno.

L’intento del gruppo è quello diportare avanti l’iniziativa rinno-vando periodicamente il repertorioe adattandolo alle realtà nelle qualiandrà a presentarsi.

Teatroovunque sarà nuovamen -te in scena il prossimo 4 ottobrepresso il Centro Anziani di via Be-lenzani 19, nell’attesa di calcare nuo-vamente le “tavole” del nostro palco-scenico, come quelle di altre RSAdella provincia.

N. 2 / SETTEMBRE 2015 / Il Melograno / 21IL MELOGRANO

In scena Teatroovunque

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Tanto per ridere...... e divertirsi un po’

Divertimento

Ricchi premi riservati agli ospiti della RSA e del Centro Diurno che sapranno indicare la risposta esatta ad almeno uno dei due indovinelli.

Ritorna il

GRANDECONCORSO A PREMI

Indovinello n. 1

Sono seduto a tavola

e sul tavolo ci sono dieci

mosche. Con uno

schiacciamosche ne

uccido 3, quante mosche

rimangono sul tavolo?

Indovinello n. 2Qual è l’uniconumero che ha tantelettere quante lacifra che indica?

Le soluzioni vanno consegnate agli operatori di anima-zione con indicato il nome dell’anziano; seguirà la pre-miazione con nome e foto del vincitore nel prossimo

numero de “Il Melograno”!

22 / Il Melograno / N. 2 / SETTEMBRE 2015 IL MELOGRANO

Senza parole…

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Ecco i vincitori del concorsoindovina indovinelli n° 26

Divertimento

Scrinzi Maria (RSA Nucleo Ciclamino)

Ongari Giuseppe (RSA Nucleo Mughetto)

all’indovinello n. 1“Padre e figlio sono incampagna: uno guarda versonord e l’altro verso sud.Come possono vedersi senzavoltarsi?” Hanno risposto esattamente: “Se sono uno di fronteall’altro”

Fontana Maria Luisa (RSA Nucleo Ciclamino)

Ongari Giuseppe (RSA Nucleo Mughetto)

all’indovinello n. 2

“Il classico dongiovanni escedi casa con un grande spiritodi conquista, ma che cosadovrà fare per far sì che tuttele donne gli vadano dietro?”

Hanno risposto esattamente: “Camminare davanti a loro”

N. 2 / SETTEMBRE 2015 / Il Melograno / 23IL MELOGRANO

Congratulazioni e un applauso a tutti quelli che hanno indovinato e un incoraggiamento per quelli che non hanno azzeccato la risposta!

FORZA, CONTINUIAMO COSÌpartecipare è facile!

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Estate 2015 al Centro Diurno

L’estate che si sta preparandoa salutarci ci ha regalatomolte giornate ricche di

sole e con esse la possibilità di go-dere di tante occasioni per stare al-l’aperto, per frequentare luoghi einiziative organizzate sul territorioe per trascorrere piacevoli momentiin compagnia.

Tra le altre cose abbiamo avutomodo di recarci al mercato, in cittàma anche nei comuni limitrofi, allaricerca di qualche acquisto utile osfizioso; abbiamo fatto visita e ospi-

tato i bambini del vicino asilo nidodi Oltrecastello; una piccola delega-zione ha visitato il Museo Capronimentre in un’altra occasione siamostati ospiti del Museo Pietra Viva diSant’Orsola Terme.

Abbiamo festeggiato e ballato incompagnia dei nostri amati volon-tari, per ringraziarli della loro pre-ziosa e gradita presenza; ci siamosperimentati in laboratori di pastic-ceria, gustando i nostri manicaretti;ci siamo fatti ingolosire da un’ottimagrigliata di mezza estate…

24 / Il Melograno / N. 2 / SETTEMBRE 2015 IL MELOGRANO

Le nostre attività

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Abbiamo curato con pazienza e amore il nostro orto,raccogliendo aromi e verdure con i quali abbiamo pre-parato un succulento pesto alla genovese e contorni sa-poriti e colorati!

Quelle che riportiamo in queste due pagine sono al-

cune immagini che documentano e ricordano quanto èstato realizzato.

Grazie a tutti coloro che alla buona riuscita delle attività hanno collaborato!

N. 2 / SETTEMBRE 2015 / Il Melograno / 25IL MELOGRANO

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IL MELOGRANO26 / Il Melograno / N. 1 / APRILE 2014

Accadeva a Povo 100 anni fa

Pillole di storia

di Antonio Bernabè

Il conflitto mondiale nel 1915 portagrandi e gravi novità per i Tren-tino-tirolesi. Fra la popolazione

viene meno l’iniziale speranza di unconflitto di breve durata, mentre nellenostre vallate, benché filtrate dallacensura, sempre più frequenti giun-gono le notizie di morti e feriti sulfronte galiziano. La metà dei cadutipoèri di quest’anno trova la morte pro-prio combattendo in Galizia.

Ma il 1915 è soprattutto, come sidirà in seguito, l’anno nel quale il con-flitto investe come un uragano la po-polazione civile. Limitiamoci, per ora,a vedere quanto accadeva in quel-l’anno a Povo, che era Comune auto-nomo e contava circa 2.300 abitanti.

L’amministrazione comunale eraguidata dal sindaco Vittorio Merz,coadiuvato dagli assessori GiovanniGasperi – ottantenne – e GiovanniGroff – militare – sostituiti pertanto daCandido Pecoretti e da Tomaso Merler.Sono queste le persone, oltre al par-roco don Dellafior e all’onnipresentesegretario Ezechiele Pontalti, chehanno gestito i drammatici anni dellaGrande Guerra.

L’incombente, probabile raziona-mento dei generi di prima necessitàinduceva l’amministrazione comunalea far rifornimento di 70 quintali digrano, 300 di granturco e 5 quintali difagioli. Il comune si attivava, inoltre,affinché l’assegnazione delle “part delalegna” e del “farlet”venisse individuatain una località il più possibile vicina al-l’abitato; questo poiché “mancano brac-cia valide per i lavori più pesanti”.

La scuola in tempo di guerraLo scoppio della guerra aveva cau-

sato fin da subito difficoltà al regolaresvolgimento scolastico. Nel febbraiodel 1915, verbalizza il segretario comu-nale, era «assai diffusa l’opinione dele-teria causata dalla voce pubblica che vadicendo che quest’anno non vi sonopene per le assenze scolastiche».

Del resto, che dire… molti capifa-miglia erano sotto le armi e per prov-vedere a un’economia di sussistenzatornavano utili tutte le braccia rimastein paese, minori compresi. Qualchescolaro più grandicello s’era intrufo-lato tra gli operai militarizzati dellefortificazioni e i maestri erano diven-tati soldati. Tutto questo aveva indottoil Consiglio scolastico locale – benchéle scuole fossero ufficialmente aperte –

a chiudere un occhio sulle numeroseassenze dei ragazzi.

Trento città fortezza, caserma acielo aperto

L’ordine di evacuazione della popo-lazione civile da Trento, sobborghi edalle vallate contigue al confine conl’Italia arriverà soltanto a fine maggiodi quest’anno, con l’entrata in guerradell’Italia. Ma già da alcuni mesi le fa-

Pompeo Ciresa (1891-1948) in divisa di soldato dell’esercito austroungarico durante la Prima guerra mondiale.Aveva ottenuto il posto di maestro fisso a Povo nel marzo del 1916. (Archivio privato Fam. Ciresa)

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IL MELOGRANO N. 2 / SETTEMBRE 2015 / Il Melograno / 27

miglie facoltose che possedevano villein collina avevano preso il largo; chiera filotedesco in direzione di Viennamentre quelle filoitaliane si erano di-rette verso la Lombardia o il Veneto.

Nel gennaio dei 1915 il Capoco-mune faceva recapitare ai proprietaridi abitazioni gentilizie in Povo la se-guente missiva: «Si interessano i sottoriportati signori a voler lasciare a unapersona di propria fiducia dimorante inpaese le chiavi dei loro fabbricati siti inPovo, onde li si possa aprire in caso sirendesse necessario per acquartiera-mento di truppe». La comunicazioneera diretta ai baroni Valentino e Fran-cesco Salvadori, al conte MassimilianoManci, ai signori Santoni, Chinatti,Frizzi, Garavaglia, Fogarolli, Dalrì, Pre-delli, Girardi e Zambra.

Il mese seguente da Trento arri-vava in paese l’ordine di sgomberarel’intero edificio della scuola infantile,trovando per le suore altra sistema-zione. Provvedimenti simili di sgom-bero interessavano tutta la città e ilcircondario, dov’erano ormai acquar-tierati migliaia di soldati che porta-vano la divisa austroungarica. Fin dal1914 erano state individuati come re-parti ospedalieri le scuole, gli asili non-ché edifici già sede di istituti religiosi.Adesso i militari occupavano ancheabitazioni di privati con le spiacevoliconseguenze che ben si possono im-maginare.

Rispondendo a una richiesta dellesuperiori autorità di Trento, il Capoco-mune assicurava che la disponibilità dialloggi per i militari a Povo arrivava a1.500 posti.

Forti preoccupazioni per le con-dizioni sanitarie

Il 1915 si apre con una preoccupatarelazione del medico condotto di Povo,dr. Carlo Zanetti. Egli raccoglie gli allarmanti segnali che arrivano daTrento e scrive: «Visto che ai parassitidel corpo umano, quali cimici, pulci e inmodo speciale pidocchi, sulla testa e suipiedi, si attribuisce la proprietà di tra-sportare il contagio di malattie infettive,e tenuto presente che sono molti i lavo-ratori e i soldati reduci da località nellequali vi sono molte malattie infettive, esono oltremodo numerosi i suddetti pa-rassiti, si raccomanda una scrupolosapulizia della persona, degli indumenti,

della biancheria, sia di corpo che delletto, in particolare dei giacigli usatidagli operai, consigliando che venganobruciati i rimansugli. Si segnala cheanche l’uso della paglia come letto per glianimali può essere veicolo per la propa-gazione dei parassiti».

Fra le diverse misure di preven-zione indicate dal dr. Zanetti c’era l’ac-quisto di grandi quantità di disinfet-tanti, quali la calce e la creolina, laricerca di locali adatti all’accoglimentodi persone colpite da malattie conta-giose (locali poi individuati presso laCasa di Riposo “M. Grazioli”), ancoraun severo controllo sulle fontane pub-bliche dove si abbeverano gli animalie talora si lavano i militari e infine laricerca di una persona adatta a svol-gere il lavoro di infermiere.

Seguono alcuni consigli che il dr.Zanetti indirizza a tutta la popolazione:• non trasformare in discarica a cielo

aperto il corso del rio Salé;• curare la massima pulizia delle pro-

prie case;

• non accordare quartieri ai militari,anzi far in modo da tenerli più lon-tano possibile dai nuclei abitati.

Il 20 maggio del 1915 il dr. Zanettiveniva arrestato dalla gendarmeriaaustriaca e internato nel campo diconcentramento di Katzenau. Qual-che giorno dopo – scrive il nostro Comune – «si è dichiarato disposto adassumersi provvisoriamente la con-dotta medica, gratuitamente e senza al-cuna tassa per le visite, Casa di Riposocompresa, il medico militare dr. Ema-nuele Rosenfeld». L’unica condizioneche l’ufficiale medico sanitario ponevaall’amministrazione di Povo era che ilComune fosse obbligato a versaremen silmente 200 corone, metà dellequali in favore della Croce Rossa emetà a favore delle famiglie dei cadutiin guerra. Condizione che venne ov-viamente accettata…

(Continua)

Mappa austriaca, poi aggiornata, che delimita entro la linea verde l’ambito della citta-fortezza di Trento. Sonofacilmente individuabili sulla destra le opere fortificate che partendo dal Calisio passavano per il Celva econtornavano tutta la Marzola.

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