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IN MARGINE AI "PROBLEMATA HELOISSAE" Author(s): Maria Cipollone Source: Aevum, Anno 64, Fasc. 2 (maggio-agosto 1990), pp. 227-244 Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/20858523 . Accessed: 10/06/2014 14:02 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Aevum. http://www.jstor.org This content downloaded from 195.34.78.209 on Tue, 10 Jun 2014 14:02:33 PM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

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IN MARGINE AI "PROBLEMATA HELOISSAE"Author(s): Maria CipolloneSource: Aevum, Anno 64, Fasc. 2 (maggio-agosto 1990), pp. 227-244Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/20858523 .

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IN MARGINE Al PROBLEMATA HELOISSAE *

Nel 1938, quando Pattribuzione dell'epistolario ad Abelardo ed Eloisa era gik stata messa in dubbio da alcuni storici *, anche se non con la forza dirompente delle osservazioni che sarebbero state presentate da altri studiosi alcuni decenni piu tar

di2, Gilson sottolineava come Pautenticit& delle lettere fosse questione tutt'altro che oziosa 3; negandola ci si precluderebbe in effetti la possibility di conoscere meglio Abelardo, uno dei maggiori pensatori del XII secolo, e di accostarsi ad una figura eccezionale di donna, Eloisa, il cui ritratto rimarrebbe affidato esclusivamente a scritti apparentemente impersonali e umanamente meno rivelatori4. Di tale perdita, inoltre, risentirebbe non solo lo studio di due personaggi particolarmente significati ve ma Pintera comprensione di un secolo, il XII, che sarebbe privato di un'opera che ne rappresenta uno degli aspetti piu vivi e stimolanti5.

In effetti sono soltanto tre i testi attribuiti ad Eloisa che ci permettono di rico struirne un ritratto il piu possibile ?storico?, non influenzato quindi dalle immagini che Peta romantica ha sovrapposto a questa donna facendone, a seconda delle prefe renze, ora una prometeica ribelle a Dio, ora una pia e compunta badessa: i Proble mata, la lettera a Pietro il Venerabile e la sua parte delPEpistolario (Pautenticita del

quale e stata a lungo messa in discussione 6); a questi si potrebbe aggiungere la rac colta dei documenti redatti al Paracleto durante il suo abbaziato.

Per quel che riguarda il Cartulario del Paracleto, gia nel suo ?sconvolgente? in tervento al Colloquio di Cluny del 1972 il Benton lamentava che i documenti relativi alia storia del monastero di cui Eloisa fu la prima badessa non fossero ancora stati sistematicamente studiati7. Scorrendo le carte degli anni compresi tra il 1131 e il

* Non posso fare a meno di esprimere la mia gratitudine al prof. mons. Piero Zerbi, che, ancora

una volta, mi ha incoraggiato e consigliato con delicatezza e pazienza. Ringrazio vivamente anche la prof. Annamaria Ambrosioni e il dott. Paolo Tomea per i loro preziosi suggerimenti e le loro utili indicazioni.

1 Dei primi contestatori dell'autenticita dell'Epistolario, dall'Orelli nel 1841 alia Charrier nel 1933, tratta il Gilson nel capitolo di Eloisa e Abelardo dedicato a ?L'autenticita del carteggio di Eloisa e Abelar do? (E. Gilson, Eloisa e Abelardo, trad. it. a c. di G. Cairola, Torino 1950, pp. 148 ss.).

2 Si veda, ad esempio, J.F. Benton, Fraud, Fiction and Borrowing in the Correspondence of Abe lard and Heloise, in Pierre Aboard - Pierre le Ve'ne'rable. Les courants philosophiques, littiraires et artisti ques en Occident au milieu du Xlle siecle, Abbaye de Cluny, 2 au 9 Juillet 1972 (Colloques internationaux du Centre National de la recherche scientifique, 546), Paris 1975, pp. 409-513.

3 Gilson, Eloisa e Abelardo, p. 150. 4 P. Zerbi, Un recente dibattito sulVautenticitd della ?Historia calamitatum? e della corrispondenza

fra Abelardo ed Eloisa, in Studi di letteratura e di storia in memoria di Antonio Di Pietro, Milano 1977, pp. 16-17.

s Gllson, Eloisa e Abelardo, p. 150. 6 Sulla querelle, un esauriente status quaestionis aggiornato al 1984 e quello di C. Ferrari, Le lette

re di Abelardo ed Eloisa nella storiografia dopo il Gilson, tesi di laurea discussa presso PUniversita Cattoli ca del Sacro Cuore, Facolta di Lettere e Filosofia, A. A. 1984-85, che cito con il consenso delPautrice. Ad interventi posteriori a tale data accenno piu avanti nel testo e alle nn. 15 e 19."

7 Benton, Fraud, Fiction, p. 472.

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228 M. CIPOLLONE

1164 (rispettivamente bolla di Innocenzo II contenente Papprovazione pontificia del la fondazione e data della morte di Eloisa), risulta subito evidente che Pistituzione godette in questi anni di crescente favore e prosperity sia per il notevole numero di richieste di accettazione (che portarono alia fondazione di sei filiazioni del Paracle

to), sia dal punto di vista economico (come provano le ricche donazioni e i censi menti periodici dei beni del monastero)8. Quanto e come Eloisa abbia contribuito a

questo sviluppo con la forza della sua personality e della sua fama e con Pawedu tezza della sua amministrazione resta ancora da studiare, e senza dubbio un esame

approfondito in tal senso potrebbe far emergere particolari significativi del suo ca rattere e del suo comportamento.

La lettera scritta da Eloisa a Pietro il Venerabile, abate di Cluny, che ospitd amorevolmente Abelardo nei mesi compresi tra la condanna del filosofo al Concilio di Sens e la sua morte (1141-1142), offre piu di uno spunto per una maggiore cono scenza di lei, soprattutto se esaminata congiuntamente alle due che lo stesso Pietro le indirizzd, la prima per informarla della morte delPuomo che era stato suo marito, la seconda per rispondere alia lettera della badessa. Cosi facendo, non si pud piu co

gliere nella lettera ?un atteggiamento spento, privo di slanci, come di chi compie atti esclusivamente doverosi? 9; essa acquista invece un particolare significato perche ci mostra Eloisa in un momento particolarmente delicato della sua vita, un'Eloisa alia

quale probabilmente le lodi, le raccomandazioni, le parole di calda amicizia e delica ta consolazione delPabate offrirono qualcosa di piu di una formale attestazione di

condoglianza. Una attenta lettura dello scambio epistolare tra la badessa e Pabate permette anche di dimostrare come sia superficiale, o almeno semplicistica, Pimma

gine di pia e imperturbabile badessa che alcuni credettero di ravvisare nel ritratto del Venerabile, e di conseguenza di sottolineare quanto la distinzione tra le ?due Eloise? della leggenda fosse forzata o non del tutto rispondente a realty 10.

L'autenticity dell'Epistolario, owero del corpus delle lettere scambiate tra Eloisa e Abelardo dopo che la prima ebbe letto YHistoria calamitatum del secondo, e stata

oggetto, come e noto, di lunghe e articolate discussioni. Non mi soffermerd a riper correre i passi di una questione che, dopo aver portato a un fruttuoso ripensamento sulPopera, sui loro autori dichiarati e sui loro rapporti, sembra per il momento e salvo nuove sorprese destinata a chiudersi su un riconoscimento della sostanziale au tenticity. In proposito vorrei ricordare solo due contributi che mi sembra siano stati

particolarmente significativi e abbiano segnato due passi importanti in tal senso. Lo Zerbi n, oltre a rispondere, punto per punto, alle obbiezioni alPautenticity

mosse dal Benton al Colloquio di Cluny, dimostrando come per ognuna di esse si possa trovare una logica spiegazione compatibile con Pattribuzione delle lettere ad

8 C. Lalore, Cartulaire de I'abbaye du Paraclet, Paris 1878 (Collection des principaux cartulaires du diocese de Troyes, 2), pp. VIII-XIII, 1-27, 62-81.

9 Cos! Pha giudicata la Cappelletti Truci in Abelardo ed Eloisa, Lettere, a c. di N. Cappelletti

Truci, introd. di C. Vasoli, Torino 1979, p. 130. 10 quanto si evince da E. Brivio, Eloisa e Pietro il Venerabile, tesi di laurea discussa presso PUni

versita Cattolica del Sacro Cuore, Facolta di Lettere e Filosofia, A. A. 1987-88, che cito con Pautorizzazio ne dell'autrice: non ci furono due Eloise, la peccatrice ostinata delPEpistolario e la devota penitente di Pie tro il Venerabile, ma una donna che percorse un cammino di redenzione non facile ne rettilineo, anzi sof ferto e contorto, come spesso accade nella natura e psicologia umana, e che forse risenti positivamente del Pincontro con il Venerabile grazie alia sollecitudine e alia delicatezza da questi dimostratele.

11 Zerbi, Un recente dibattito, e, dello stesso, Abelardo ed Eloisa: il problema di un amore e di una

corrispondenza, in Love and Marriage in the Twelfth Century, ed. by W. Van Hoecke - A. Welkenhuy

sen, Leuven 1981 (Medievalia Lovaniensia, series I, studia VIII), pp. 130-161.

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Abelardo ed Eloisa 12, sostiene altresi che la tesi delFautenticita riesce tutto sommato a risolvere piu problemi e contraddizioni di quella opposta, la quale, sciogliendo al cuni dubbi, ne apre tuttavia altri molto piu gravi. II pensiero che fa propendere con

maggior certezza lo Zerbi verso la convinzione che le lettere siano da attribuire pro prio agli autori in esse dichiarati e in ogni caso la liceita del ?salto dall'unita lettera ria alPautenticita?, ovvero le lettere costituiscono un tutto completo e organico, ognuna svolge aH'interno del corpus una sua precisa e insostituibile funzione: se an che una sola venisse a mancare, l'intero complesso ne risulterebbe disgregato. Come

non pensare ? si chiede lo Zerbi ? che a questa unita letteraria (o artistica) non

corrisponda Punita di un'esperienza umana autenticamente vissuta da un uomo e

una donna reali? L'unita e l'intima coerenza delPopera, insomma, possono essere

considerate, secondo lo Zerbi, come garanzie del fatto che quanto leggiamo nell'Epi stolario accadde sostanzialmente nei termini in cui e stato narrato.

La Pagani, partendo dalle conclusioni del von Moos in merito all'unita dell'ope ra 13 e riconoscendo come allo stato attuale delle conoscenze non sia piu possibile oggi sostenere seriamente la tesi della falsificazione (fatte salve alcune riserve su pro babili ?ritocchi? 14), si spinge ancora oltre. Laddove il von Moos aveva sostenuto che repistolario non era frutto di un reale scambio di lettere, bensi solo una costru zione letteraria (un resoconto edificante sulle origini del Paracleto oppure un trattato in forma dialogica epistolare sulla condizione della donna, bisognosa della guida del l'uomo), la Pagani obbietta allo studioso svizzero che una tale interpretazione, a vol te forzata, presuppone una premeditazione letteraria che in realta non sempre siamo autorizzati a immaginarci. Conclusione delPautrice e che l'epistolario possa essere

ugualmente (anzi, meglio e piu semplicemente) compreso ammettendo che si tratti di lettere reali, effettivamente scambiate, e non fittizie (anche se probabilmente ritocca te); a tale conclusione ella aggiunge la dimostrazione di come i vari passi delPepisto lario rivelino una perfetta aderenza a quello che in quel momento doveva essere con tutta verosimiglianza il complesso stato d'animo dei due personaggi. Si voglia accet tare o meno una simile conclusione, la Pagani ribadisce in ogni caso la straordinaria novita di un'opera che, forse per la prima volta nel XII secolo, ribalta la tradiziona le gerarchia di valori e mette l'elemento intimo, sentimentale al primo posto, e solo al secondo quello religioso.

Se dunque e vero che non e in nessun modo possibile dimostrare indubitabil mente l'autenticita delPEpistolario, la maggior parte degli storici sembra in ultima analisi propendere, spinta da motivazioni anche differenti, con gradi diversi di cer tezza, ad accettare come autori coloro che nelle lettere se ne dichiarano tali 15.

12 Lo storico tuttavia, ricorda lo Zerbi, deve guardarsi dalla tentazione di voler spiegare tutto a tutti i costi; e, d'altra parte, non si fatica ad ammettere che YHistoria calamitatum e l'Epistolario poterono an che subire adattamenti e parziali ritocchi da parte di qualche ordinatore posteriore ad Abelardo e Eloisa.

13 P. Von Moos, Le silence d'Heloise et les ideologies modernes, in Pierre Abelard - Pierre le Vene

rable, pp. 425-468, e, dello stesso, Post festum, in Petrus Abaelardus (1079-1142). Person, Werk und Wir

kung, hrsg. von R. Thomas, Trier 1980 (Trierer theologischen Studien, 38), pp. 267-286. 14 I. Pagani, Epistolario o dialogo spirituale? Postille ad un'interpretazione della corrispondenza di

Abelardo ed Eloisa, ?Studi Medievali?, 27 (1986), p. 283. 15 Si potrebbe assumere come riassuntiva in proposito la posizione del Verger, secondo il quale ?si

Ton peut bien admettre que ces lettres sont des textes ?authentiques?, c'est-a-dire refletant pour l'essentiel une pensee et un style qui sont bien ceux d'Abelard et d'Heloise, il faut aussitot ajouter que, dans l'etat ou nous les connaissons, ces textes ont ete l'object d'une reelaboration, de manipulations faites dans un but

precis. Cette reelaboration s'est faite selon toute vraisemblance a Pepoque meme ou peu apres, au Paraclet, peut-etre a l'inspiration d'Heloise. Elle s'explique par la fonction alors assignee a cette collection de lettres. II ne s'agissait nullement d'immortaliser le souvenir d'une passion malheureuse, que ce fut pour son interet

psychologique ou pour sa beaute litteraire; il s'agissait de constituer un recueil de textes relatifs aux origi

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In questa sede non si intende soffermarsi ulteriormente sulla questioner si segui rh Pindirizzo prevalente, che accetta la sostanziale autenticit? delPopera. Quanto qui ci si propone e semplicemente Paccostarsi ai Problemata, Pultima opera che consen ta di avvicinarci alia conoscenza di Eloisa, tentando di ricostruire Pintima coerenza del personaggio (messa in risalto finora, almeno in parte, dal Dronke), evidenziando

prima di tutto i paralleli tra Epistolario e Problemata, e sottolineando quindi quanto

nes du monastere du Paraclet et a ses fondateurs, Abelard et Heloi"se? (J. Verger, Abilard et les milieux sociaux de son temps, in Abe'lard en son temps, ?Actes du colloque international organise" a l'occasion du 9e centenaire de la naissance de Pierre Abelard (14-19 mai 1979)?, Paris 1981, p. 109). Anche il Benton e

passato, qualche anno dopo il Colloque di Cluny, a posizioni piu moderate: ritrattate le sue ipotesi sull'ori

gine del Paracleto, ammessa l'autenticita sostanziale ddYHistoria calamitatum, egli preferisce tuttavia attri buire anche il resto dell'Epistolario al solo Abelardo per risolvere il problema dell'apparente incompatibility tra la regola contenuta nell'Epistola VIII e le norme seguite al Paracleto e ricordate nelle Institutiones no strae (J.F. Benton, A reconsideration of the authenticity of the correspondence of Abelard and Heloise, in Petrus Abaelardus, pp. 41-52). Alcuni anni dopo l'intervento di Treviri il Benton, basandosi sui risultati di una ricerca condotta sul testo, all'occorrenza con l'aiuto di strumenti informatici, ha ribadito Palta proba bility della tesi della paternita totalmente abelardiana del corpus (J.F. Benton, The Correspondence of Abelard and Heloise, in Fdlschungen im Mittelalter, ?Internationaler Kongress der Monumenta Germaniae

Historica, Miinchen, 16.-19. September 1986?, Hannover 1988, pp. 95-120). Per le obbiezioni a questa tesi rimando a Zerbi, Un recente dibattito e Abelardo ed Eloisa, P. Dronke, Donne e cultura net Medioevo, trad. it. a c. di E. Randi, Milano 1986, pp. 186-190, P. Bourgatn, He'lo'ise, in Abe'lard en son temps, pp. 211-237. Fedele all'ipotesi della falsificazione si mantiene invece il Silvestre, che, dopo aver appoggiato e cercato di awalorare con ulteriori argomentazioni le tesi sostenute dal Benton al Colloque di Cluny (H. Silvestre, Reflexions sur la thkse de J.F. Benton relative au dossier ?Ab6lard-H6lo'ise?, ?Recherches de

Theologie ancienne et medievale?, 44 (1977), pp. 211-216), anche dopo la reconsideration di quest'ultimo, ha continuato a ipotizzare l'esistenza di un geniale falsario del XIII secolo, spingendosi poi ancora oltre nella sua ricostruzione, fino al punto di sostenere che lo scopo del falso sarebbe stato il corroborare con uno scritto di due ?autorita? (Abelardo e Eloisa) le sue teorie antimatrimoniali; non solo: Silvestre non esclude che Pautore di questo falso colossale sia quel Jean de Meung che, nella seconda parte del Roman de la Rose fa parlare proprio Eloisa contro il matrimonio (H. Silvestre, Pourquoi Roscellin n'est-il pas mentionne' dans l'?Historia Calamitatum?, ?Recherches de Theologie ancienne et medievale?, 48 (1981), pp. 218-224). Lo stesso Silvestre alcuni anni piu tardi ribadisce che l'autore del preteso scambio epistolare potrebbe essere in realta proprio quel Jean de Meung che per primo ?scopre? e traduce l'Epistolario; com

posto dunque questo falso, Jean se ne sarebbe servito per sostenere una tesi che gli stava a cuore: che, do

po l'istituzione del celibato ecclesiastico, dovesse essere riconosciuto ai chierici almeno il diritto di sottrarsi alia continenza e di mantenere delle concubine (H. Silvestre, Die Liebesgeschichte zwischen Abelard und

Heloise: der Anted des Romans, in Fdlschungen im Mittelalter, pp. 121-165). Tale tesi risulta, almeno dal

punto di vista cronologico, improponibile alia luce delle conclusioni tratte dalla Laurie: la quantita di pas si, immagini, temi e concetti dell'Epistolario dei quali Chretien de Troyes si serve creativamente nella stesu ra di Erec, Cliges e Yvain e tale, da non lasciare il minimo dubbio circa l'esistenza e la diffusione del cor

pus (compresa la regola dell'Epistola VIII) gia nel 1169 (presunta data di inizio della composizione dell'is

rec) (H.C.R. Laurie, The ?Letters? of Abelard and Heloise: a Source for Chretien de Troyes?, ?Studi Me

dievali?, 27 (1986), pp. 123-146). Per contestare l'autenticita di Historia calamitatum ed Epistolario, la Fraioli si basa su altre sofisticate argomentazioni: l'opera, confrontata con YAdversus Jovinianum di Gero

lamo, rivela, secondo la studiosa, sottili ma inequivocabili caratteri satirici; l'effetto ridicolizzante sui pro tagonisti sarebbe tale, da dover scartare Abelardo ed Eloisa dalla lista dei possibili autori di uno scritto che li getterebbe in una luce totalmente negativa e derisoria (D. Fraioli, The importance of satire in Jerome's

Adversus Jovinianum as an argument against the authenticity of the Historia Calamitatum, in Fdlschungen im Mittelalter, pp. 167-200). Per concludere, uno dei contributi piu recenti, quello del Luscombe, dopo aver proposto soluzioni in parte nuove ad alcuni passi problematici dtXYHistoria calamitatum e dell'Episto lario spesso evidenziati dai sostenitori della falsificazione a sostegno della loro tesi, ribadisce ancora una volta la strettissima relazione esistente tra l'Epistolario e le altre opere sicuramente scritte da Abelardo per il Paracleto, spesso su esortazione di Eloisa, e sottolinea come i due gruppi di opere non possano essere considerati separatamente; alia piu recente tesi del Benton, qui sopra citata, il Luscombe obbietta che ?de cisive proof of single authorship of the collected correspondence has no more been found than decisive

proof of two distinctive prose styles? (D. Luscombe, From Paris to the Paraclete: the Correspondence of Abelard and Heloise, ?Proceed. of the British Academy?, 74 (1988), pp. 247-283; il passo citato e a p. 279).

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la continuity tra le due opere sia utile per aiutarci a comprendere Pevoluzione inte riore di questa donna.

La paternity dei Problemata, costituiti da quarantadue questioni o dubbi scatu riti dalla lettura della Bibbia, che la badessa indirizzd ad Abelardo perche li risolves se, e dalle relative risposte del fondatore del Paracleto, non e mai stata contestata, per il semplice fatto che i Problemata, cosi come lo scambio epistolare con Pietro il

Venerabile, non contengono quella componente di novity che ha colpito, e tuttora

colpisce, i lettori delPepistolario tra Abelardo ed Eloisa e che ha portato alcuni a ri tenere che gli autori o Pautore delle lettere dovessero essere cercati assai piu avanti nel tempo 16. Questo carattere di minore novita rispetto alPEpistolario e stato d'altra

parte forse anche uno dei motivi per cui i Problemata non hanno riscosso ne presso i contemporanei (si trovano in un solo manoscritto, il Paris B. N. lat. 14511, risa lente alPincirca al 1400), ne presso gli studiosi moderni (si deve ancora ricorrere alia

Patrologia Latina), Pinteresse suscitato invece dalle lettere. Eppure sono un'opera che meriterebbe di essere considerata con maggiore attenzione, se non altro per gli elementi che la legano, sia stilisticamente che contenutisticamente, proprio alle tanto discusse lettere, come vedremo.

I Problemata 11, come e noto, sono una serie di quarantadue domande che Eloi sa rivolge ad Abelardo perche questi risolva alcuni dubbi sorti durante la lettura del la Sacra Scrittura. Le domande sono precedute da una lettera introduttiva nella qua le Eloisa esordisce ricordando ad Abelardo quanto san Gerolamo apprezzasse il fatto che santa Marcella non solo studiasse la Bibbia, ma anche lo interrogasse su proble mi sorti durante lo studio e non accettasse qualsiasi risposta, ma la esaminasse atten tamente. Questo doveva servire da monito ad Abelardo, perche si ricordasse delPob bligo contratto riunendo al Paracleto le sue figlie spirituali, consacrandole al servizio divino ed esortandole frequentemente alia lettura della parola di Dio; poiche lo stu dio delle Scritture e, secondo Pesempio proposto dallo stesso Abelardo, uno spec chio nel quale Panima riconosce la propria bellezza o bruttezza, nessuna delle spose di Cristo deve esserne priva; ma dato che la Scrittura non compresa e come uno

specchio posto davanti agli occhi di un cieco, Eloisa e le altre monache del Paracle to, intrapreso secondo la sua volonty lo studio della Bibbia, hanno pensato di notare e inviare ad Abelardo, perche le risolva, alcune questioni che, lasciate aperte, turbe rebbero la loro comprensione e le renderebbero meno solerti nello studio, dando lo ro Pimpressione di uno sforzo inutile. Abelardo non rifiuti dunque di aiutarle in quello studio che hanno intrapreso in seguito alia sua esortazione. Le questioni sono

poste, come afferma la stessa Eloisa, senza un ordine preciso, a mano a mano che affiorano dalla lettura giornaliera. Ognuna e composta dalla citazione del brano che ha sollevato il dubbio e dalla formulazione della relativa domanda, perlopiu in for ma piuttosto breve e concisa. Due soli problemi, il 13? e il 42?, non scaturiscono di rettamente da un preciso passo citato esplicitamente. Le fonti sono i Vangeli (in 26 casi, alcuni con riferimenti alle profezie di Isaia, Malachia e Zaccaria o a lettere di Paolo), la lettera di Giacomo (1 caso), quelle di Paolo ai Tessalonicesi I (2 casi) e

16 Dronke sospetta che nessuno dubiti dei Problemata perchS ?questi non contengono nulla di poco edificante. In altre parole, i dubbi espressi sulle tre prime lettere possono essere motivati, anche se in modo

ampiamente inconscio, dall'inquietudine di questi scettici di fronte a certi passaggi "profani" che si incon trano? (Dronke, Donne e cultura, pp. 151-152).

17 Si veda il testo dei Problemata in J.P. Migne, Patrologia Latina, v. 178, Lutetiae Parisiorum 1855, cc. 677-730. Per la possibile genesi e datazione si vedano D. Van Den Eynde, Chronologie des Merits

d'Ab&ard a He'loise, ?Antonianum?, 37 (1962), pp. 337-349, e Dronke, Donne e cultura, p. 181).

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232 M. CIPOLLONE

agli Efesini (1 caso), il I Libro dei Re (7 casi), il Deuteronomio (1 caso), i Salmi (1 caso), il libro della Genesi (1 caso). Le domande riguardano in genere o apparenti contraddizioni del testo (chi meglio delPautore del Sic et non avrebbe potuto rispon dere a dubbi di questo tipo?), o questioni che non sembrano sufficientemente spiega te dal testo e necessitano di ulteriori chiarimenti, o passi che, non interpretati, sem brano cozzare contro ogni logica o buon senso, o, ancora, brani per i quali le lettri ci avrebbero desiderato semplicemente un maggiore livello di dettaglio. Per quel che

riguarda le risposte di Abelardo, basti in questa sede notare che egli risolve ogni contraddizione e chiarifica ogni dubbio con dovizia di particolari, aggiungendo tal volta alcune osservazioni e interpretazioni che vanno oltre quanto richiesto dalle do mande: sarebbe interessante esaminare naturalmente anche la parte di Problemata che dobbiamo a lui, ma questo esula da quanto qui ci si propone, ovvero da qual che annotazione sulla personality di Eloisa.

Ebbene, la prima osservazione che emerge dalla lettura dei Problemata e che il

parallelo con PEpistolario e inevitabile sia dal punto di vista stilistico che da quello contenutistico, sia per le corrispondenze di carattere che per le analogie psicologiche ravvisabili nelPuna e nelPaltra opera.

A proposito delle somiglianze formali che awicinano i Problemata tanto alle lettere indirizzate ad Abelardo quanto al breve scritto inviato a Pietro abate di

Cluny, uno studio e gi& stato svolto dal Dronke 18. Individuati i caratteri peculiari dello stile delle lettere ad Abelardo, il Dronke cosi li riassume: mediante una sofisti cata tecnica statistica e possibile determinare che Eloisa faceva deliberato uso di clausole ritmiche per terminare le sue frasi; le forme di cursus da lei preferite erano il velox e il tardus, e, tra questi, era il secondo a ricorrere con maggior frequenza, particolare oltremodo raro nella prosa ritmica degli autori latini medievali. Ma cid che rende la prosa di Eloisa ancora piu inusuale e Parmonico intrecciarsi di clausole ritmiche e clausole nelle quali sono presenti rime o assonanze. L'origine di questa elaborata prosa d'arte e rawisata dal Dronke nelYars dictandi redatta da Adalberto Samaritano, il cui trattato inizid a circolare nella Francia del nord poco dopo il 1115. E senz'altro probabile che Eloisa si sia formata su questo modello di prosa epistolare, la cui fortuna era destinata tuttavia a declinare rapidamente. Da chiunque o in qualunque modo Pavesse appresa, resta notevole in ogni caso il fatto che questa complessa prosa rimata e ritmata in modo cosi inconsueto e presente non solo nelle lettere indirizzate ad Abelardo, ma anche nella lettera introduttiva ai Problemata, la

parte delPopera meno inadatta a un'analisi delle clausole perche Punica che conten

ga un certo numero di proposizioni libere da citazioni dalla Bibbia o da altre fonti 19.

18 P. Dronke, Heloise's ?Problemata? and ?Letters?: Some Questions of Form and Content, in Pe trus Abaelardus, pp. 53-73, e, dello stesso, Donne e cultura, pp. 154-155.

19 Prudentemente il Dronke si limita a comunicare le sue osservazioni, ribadendo tuttavia che queste statistiche non possono essere usate come prova definitiva di autenticita (Dronke, Heloise's ?Problemata? and ?Letters?, Appendice II, c, p. 73) perche" non garantiscono con sicurezza che Pautrice dei Problemata e l'autore delle lettere a lei attribuite siano necessariamente la stessa persona. Tuttavia non si dimentichi che il resoconto di questi studi apparve in anni in cui la questione dell'autenticita non sembrava ancora av

viata a prendere quella conclusione verso la quale oggi gli studi paiono indirizzati. Mi sembra corretto con tinuare a non considerare in alcun modo le sue osservazioni come ?prove? in senso stretto, ma penso si

possa parlare serenamente di elementi a favore, se ancora ve ne fosse bisogno, della comune paternita di

quegli scritti. Una conferma in tal senso e stata fornita, ancor piu di recente, da uno studio sui cursus nel quale lo

Janson, pur distanziandosi in parte da alcune ipotesi o osservazioni del Dronke (riguardo alPinflusso di Adalberto Samaritano sulla prosa dell'Epistolario e all'originalita delle lettere di Eloisa rispetto a quelle di

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IN MARGINE AI ?PROBLEMATA HELOISSAE? 233

Per quel che riguarda Porigine e il contenuto dei Problemata, il Van den Eynde, prima che scoppiasse la querelle sulPEpistolario, aveva affermato che gli stessi Pro blemata si presentano come ?continuazione e completamento delle Epistolae II-VIII? e ?fanno corpo? con esse 20. A sostegno di questo legame di palmare evidenza, egli citava:

? la dichiarazione contenuta nella lettera prefatoria ai Problemata nella quale Eloisa afferma, presentando al maestro i suoi dubbi, di obbedirgli ?in hoc quoque?, dove questo ?quoque? e da intendersi con riferimento alPultima volta che Eloisa si dichiara disposta a seguire la volonti di Abelardo: la promessa, fatta alPinizio del

PEpistola VI, di astenersi dal ripetere ancora ad Abelardo ?veterem illam et assi duam querelam (...) in Deum? 21, dispiegata con toni altamente drammatici soprat tutto nella precedente Epistola IV;

? il riferimento, nella lettera introduttiva, alPesortazione abelardiana allo stu dio delle Sacre Scritture e alle motivazioni addotte per giustificarla, che trovano

puntuale riscontro nelPultima delle lettere di Abelardo, PEpistola VIII, nella quale Pinvito allo studio dei testi sacri e caldeggiato proprio per le ragioni attribuite da Eloisa al maestro (il Van den Eynde sottolinea la forte somiglianza dei testi);

? il riferimento, tanto nelPEpistola VIII di Abelardo quanto nella lettera che Eloisa pose in testa ai Problemata, al rapporto tra Gerolamo e le nobili romane: Pa bate di St-Gildas-de-Rhuys esorta Eloisa ad imitare, nelPamore e nello studio delle

Scritture, Paola ed Eustochio, su richiesta delle quali Gerolamo compose delle opere esegetiche; da parte sua la badessa ricorda al suo ?direttore spirituale? quanto Gero lamo apprezzasse il fatto che Marcella e Asella, sue discepole, si interessassero ai te sti sacri e gli ponessero dei quesiti in proposito.

II Dronke 22, ribadita Posservazione del Van den Eynde in merito alia continuity tra Epistolario e Problemata, ne sottolinea altre spie:

? come nelle lettere si poteva riscontrare un andamento circolare o ciclico per che il tema delPobbedienza di Eloisa, alia quale Abelardo aveva Pobbligo morale di

corrispondere, svolgendo coscienziosamente la sua funzione di maestro spirituale, ve niva accennato alPinizio (Epistola II) e ribadito alia fine (Epistola VI), cosi anche nei Problemata i temi delPobbedienza da parte di Eloisa e delPobbligo conseguente da parte di Abelardo, ai quali si riferisce la lettera accompagnatoria, sono legati concettualmente, secondo il Dronke, all'ultimo Problema, nel quale Eloisa chiede ad Abelardo di chiarirle un dubbio in materia di comando e obbedienza, riprendendo cosi la stessa struttura circolare delle lettere;

? la citazione di Gerolamo nella lettera introduttiva ai Problemata, ?Ama scientiam scripturarum et carnis vicia non amabis?, non pud non richiamare alia me

Abelardo), ha sostanzialmente ribadito come l'analisi del cursus non possa portare ad ammettere che tre soluzioni in merito alPattribuzione delle lettere: se gli autori furono due, non e possibile immaginare altri che Abelardo ed Eloisa; se i testi sono opera di un solo scrittore, la scelta si restringe nuovamente a uno di

loro; se, piu verosimilmente, una sola persona rielabord i testi prima di pubblicarli, omogeneizzandone lo

stile, bisogna pensare ancora una volta ad Abelardo o ad Eloisa come possibili editori (T. Janson, Schools

of Cursus in the Twelfth Century and the Letters of Heloise and Abelard, in Retorica e poetica tra i secoli XII e XIVy ?Atti del secondo Convegno internazionale di studi delPAssociazione per il Medioevo e PUma nesimo latini (AMUL), Trento Rovereto 3-5 ottobre 1985?, a c. di C. Leonardi - E. Menest6, Padova

1988, pp. 171-200). 20 Van Den Eynde, Chronologie, pp. 340-342. 21

Epistola V (si segue la numerazione tradizionale delle lettere, diversa da quella dell'ed. qui citata), ed. in J.T. Muckle, The Personal Letters between Abelard and Heloise, ?Mediaeval Studies?, 15 (1953), p. 83.

22 Dronke, Heloise's ?Problemata? and ?Letters?t pp. 57-61.

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234 M. CIPOLLONE

moria la confessione dei turbamenti e dei rimpianti per i passati piaceri che Eloisa aveva affidato al testo della sua seconda lettera (Epistola IV);

? analogamente alcuni Problemata paiono contenere un'eco diretta delle preoc

cupazioni che assillano PEloisa delPEpistolario: cosi la citazione della Lettera di Giacomo che compare nel Problema 2 e presente anche nelPEpistola VI23; la natura della vera penitenza (Probl. 11) era gik stata Pangoscioso oggetto delPEpistola IV; e, ancora, quando Eloisa chiede ad Abelardo fino a che punto sia applicabile il motto

evangelico del ?fare agli altri quello che vorreste fosse fatto a voi? (Probl. 20), il Dronke si chiede come non pensare al tormento espresso da Eloisa nelPEpistola II, la dove, a proposito del matrimonio cui Abelardo Paveva spinta contro il suo pare re, la donna riconosceva che, per obbedire alia volonta di lui, gli aveva nuociuto ol tre misura.

Dunque Epistolario e Problemata condividono almeno in parte lo stesso patri monio di fonti, alcuni dei temi maggiormente ricorrenti, le medesime convinzioni, comuni atteggiamenti e un'analoga forma mentis. Oltre agli esempi sopra citati, rile vati dal Van den Eynde e dal Dronke, altri possono essere riscontrati. NelPepistola introduttiva Eloisa cita Pelogio di Gerolamo a Marcella, non tralasciando il partico lare che quel che piu il maestro apprezzava nella discepola spirituale era non tanto il fatto che ella si dedicasse allo studio delle Scritture, quanto piuttosto il fatto che le volesse capire a fondo e non si accontentasse di qualsiasi sua risposta, ma la soppe sasse e la valutasse con grande attenzione: ?Neque vero ? cita Eloisa da Gerolamo

? (...) quidquid responderem rectum putabat; nec sine ratione praejudicata apud

earn valebat auctoritas; sed examinabat omnia, et sagaci mente universa pensabat, ut me sentirem non tarn discipulam habere quam judicem?: non si pud non pensare al metodo e alia forma mentis che, tipici di Abelardo, Eloisa aveva tanto ben assorbito da disquisire disinvoltamente nelle sue epistole sulPimportanza della ratio, della ra

gionevolezza, della precedenza da accordare al comprendere rispetto al seguire per sola obbedienza o adeguamento alPautorita: e questo, ad esempio, il supporto del

PEpistola VI nella sua quasi totality, e questo il principio fondamentale che spinge Eloisa a chiedere ad Abelardo una regola per il Paracleto che, anziche seguire le an tiche norme, scritte palesemente per uomini e del tutto inadatte a un monastero fem

minile, si basi su ratio e discretio, una regola alia quale le monache possano aderire con motivata convinzione e non una alia quale debbano forzatamente adeguarsi sen za capirla.

Sempre nella lettera che accompagna i Problemata, all'oscillare di Eloisa tra ob bedienza, riconoscimento della propria posizione di subordine, atteggiamento che non sembra esagerato definire di devozione nei confronti di Abelardo (si vedano ?dilecte multis, sed dilectissime nobis?, ?spirituales filias tuas?, ?nos exhortari con

suevisti?, ?tuam in hoc quoque quoad possumus implentes oboedientiam?, ?discipu lae doctori, filiae Patri?, ?supplicando rogamus, rogando supplicamus?, ?cujus hor

tatu, imo et jussu?), fa riscontro un piu discreto, forse, ma non meno deciso pun tualizzare che pure Abelardo aveva, proprio in virtu del suo ruolo di fondatore e di

padre spirituale, delle precise responsabilita e dei doveri da rispettare (?non sunt haec documenta, sed monita?, ?quid debeas recorderis, et debitum solvere non pigri teris?, ?his solvendis intendere non dedigneris?). Ritroviamo cosi condensato in po che righe un andamento riscontrabile in piu punti delPEpistolario, nel quale vediamo

23 Epistola VI, ed. in J.T. Muckle, The Letters of Heloise on Religious Life and Abelard's First

Reply, ?Mediaeval Studies?, 17 (1955), p. 243.

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IN MARGINE AI ?PROBLEMATA HELOISSAE? 235

Eloisa passare continuamente da un tono di inferiorita (grande e la sua angustia per il male che, senza volerlo, gli ha procurato, solo Abelardo pud salvarla dalla tre

menda situazione in cui ella si dibatte, ogni sua azione e stata compiuta per obbedir

gli e per piacergli, incessante e Pallusione alia propria fragilita e debolezza femmini

le) a un altro, quello determinato con il quale Eloisa rivendica, per cosi dire, il pro prio unico ma irrinunciabile diritto: quello a non essere dimenticata e trascurata dal l'uomo dal quale ella dipende in tutto e per tutto, come moglie, come monaca e co

me badessa del Paracleto. Ravvisato questo parallelismo, bisogna tuttavia riconosce re che, laddove Pimpressione risultante dalPEpistolario e quella di una rivendicazio ne che sta tra Paccorato e il risentito, nei Problemata Pacerbita si smussa fino a di ventare una pacata e ben motivata richiesta di assistenza dottrinale.

Presente in entrambe le opere e anche il problema di coscienza connesso al cibo.

NelPEpistola VI24, enunciando i principi fondamentali ai quali avrebbe dovuto ispi rarsi la regola per il Paracleto, Eloisa aveva sottolineato come la proibizione della carne fosse precetto esteriore e senza ragion d'essere: anche san Paolo aveva conces so ai cristiani di nutrirsi di qualunque cibo, per che ? come ricordava nella Lettera ai Romani ? ?omnia quidem munda sunt, sed malum est homini qui per offendicu lum manducat?; non si commette peccato mangiando un determinato cibo, ma se si ha coscienza di compiere, cid facendo, qualcosa di male: ?ex nullis exterioribus ani ma inquinari, sed ex his tantum quae de corde prodeunt?. Ricorrendo alPetica abe lardiana delPintenzione, Eloisa dunque sembrava aver risolto da sola la questione.

Ma vi ritorna nel Problema 24, confrontando due passi scritturali che le sembrano in contraddizione: se, come afferma san Paolo, chi distingue tra cibi buoni e cattivi, se mangia di questi ultimi commette peccato perche non agisce secondo coscienza, come pud Cristo aver affermato: ?Non quod intrat in os coinquinat hominem, sed

quod procedit ex ore?? Non e forse vero che si macchia di peccato chi mangia quel che ritiene illecito, come per esempio qualcosa che sa pro venire da un furto o cid che sa essere stato offerto in sacrificio? La risposta di Abelardo sara naturalmente

positiva: ma cid che contamina la nostra anima, come dice Cristo, non sara il cibo in se nel momento in cui lo mangiamo, bensi la nostra coscienza che ha acconsentito a quel cibo pur riconoscendolo illecito.

Ma e soprattutto dal punto di vista del carattere e della psicologia che il paralle lo tra le due opere risulta particolarmente fruttuoso: tanto nelPEpistolario quanto nei Problemata sono riscontrabili infatti alcune peculiarity particolarmente in rilievo, sulle quali val la pena di soffermarsi per focalizzare la personality di chi redasse

quei testi. La Bourgain

25 sottolinea come non si possa non rimanere colpiti, leggendo PE

pistolario, dalla puntigliosit& di Eloisa a proposito di alcuni aspetti ai quali una re

gola per monache avrebbe dovuto prestare attenzione (Epistola VI); analogamente non si pud passare sotto silenzio quanto PEloisa delle lettere, lungi dalPessere ?trop po sottomessa? ad Abelardo, si presentasse al contrario molto esigente. Ebbene: Pu na e Paltra caratteristica trovano puntuale riscontro, come vedremo, nei Problemata.

II Dronke 26, da parte sua, si sofferma prima di tutto sul fatto che, tanto nella richiesta di una regola monastica adatta al Paracleto (Epistola VI) quanto nei Pro blemata nella loro globalita, Eloisa riveli piu o meno scopertamente la necessity di

24 Epistola VI, in Muckle, The Letters, pp. 248-251. 25 Bourgain, Hiloise, pp. 225-231. 26 Dronke, Heloise's ?Problemata? and ?Letters?, p. 61.

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comporre tutti gli elementi necessari per formarsi una sua etica, un suo modo di vita che risponda a esigenze interiori profondamente sentite e non solo a imposizioni esteriori prive di significato autentico per la sua persona. Inoltre, lo stesso studio so 27 non fatica a rawisare in entrambe le opere un altro elemento di forte continui ty, da lui identificato nella costante ?passione (...) per la pura verity? e nella ?sua incessante ricerca di capire, seriamente, completamente?. Anche su queste peculiarity ci soffermeremo per vedere quanto profondamente esse trovino riscontro nei Pro blemata.

Un'Eloisa puntigliosa, prima di tutto: se questo e vero per le richieste e le preci sazioni riguardanti la regola per il Paracleto, non lo e meno per quel che concerne

Pinterpretazione delle Sacre Scritture. Se lo studio della Bibbia deve essere, come ab biamo visto, come uno specchio per Panima, allora siano chiariti tutti i passi oscuri, siano spiegati tutti i minimi dettagli, anche la dove questi non hanno implicazioni etiche immediate. Perche Cristo ha affermato che sarebbe rimasto ?in corde terrae tribus diebus et tribus noctibus?, come Giona nel ventre della balena, quando invece e noto che fu sepolto ?sexta feria? di venerdi e risuscitd ?quarta vigilia noctis? tra sabato e domenica? (Probl. 4). Ancora: perche nel I Libro dei Re, nel cantico Anna parla di ?plurimos? suoi figli, se in quel momento aveva giy partorito solo Samuele, e perche definisce ?plurimos? i figli suoi, che furono in tutto sei, e solo ?multos?

quelli di Fenenna, che furono sette e quindi piu dei suoi? (Probl. 34). Ancora: per che i quattro evangelisti riportano quattro differenti versioni delle parole che Cristo rivolse a Pietro predicendogli il suo rinnegamento prima del canto del gallo? (Probl. 39). E la serie potrebbe proseguire a lungo.

Un'Eloisa esigente, si e detto. Verso se stessa, verso le sorelle del Paracleto, ver so Abelardo, precisa ancora la Bourgain 28; e tutto cid, verissimo per PEpistolario, non e meno vero per i Problemata. Eloisa pretende il massimo da se stessa, infatti si e imposta di obbedire al comando di Abelardo, e la sua lettura, come possiamo de durre dalle domande che pone, e tutt'altro che distratta e superficiale; pretende il massimo dalle monache di cui e badessa: nella lettera introduttiva Eloisa parla sem pre al plurale, e possiamo credere che, riconosciuta Putility spirituale della lectio di vina, avesse imposto quest'ultima anche alle altre sorelle. Pretende il massimo natu ralmente anche da Abelardo: abbiamo giy visto con quale tono oscillante tra ricono scimento della propria sottomissione e affermazione del proprio diritto Eloisa si ri

volga nella premessa ad Abelardo, ricordandogli senza troppe circonlocuzioni il suo

preciso dovere; non solo: Eloisa dice espressamente ad Abelardo che, se non verran no da lui chiariti i dubbi e risolti i problemi, ?pigriores efficimur in lectione, et

quod in sacris verbis magis ignoramus, minus diligere cogimur, dum infructuosum laborem sentimus, cui operam damus?; Eloisa vuole quelle spiegazioni, le vuole pre sto e le vuole soddisfacenti, perche, pare di leggere tra le righe, anche lei, come

Marcella con Gerolamo, non si accontentery delPautority del maestro e si ergery quasi a suo giudice, piu che a sua discepola. Di piu: Eloisa pretende il massimo, se cosi si pud dire, anche dagli autori dei testi sacri: certe incoerenze, certe contraddi zioni, certe omissioni o ridondanze non sono ammissibili in una pagina ispirata; cosi ad Abelardo spetta il compito di spiegare per esempio perche Cristo, a chi gli rivol geva una domanda, rispondesse ambiguamente ?Tu dixisti? o ?Tu dicis?, come se il questionante avesse fatto un'affermazione, anziche aver chiesto dubitativamente qualcosa (Probl. 3); analogamente non e chiaro perchS Cristo, per motivare il divie

27 Dronke, Donne e cultura, pp. 185-186. 2* Bourgain, mioise, pp. 228-231.

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to di giurare sulla propria testa, abbia addotto il fatto che Puomo non e neppure in

grado di rendere un capello bianco o nero: e veramente solo questo il motivo? E se uno riuscisse a compiere una tale trasformazione ? si chiede incredula Eloisa ? sa rebbe per questo autorizzato a giurare? (Probl. 17). Anche qui la serie di esempi in cui Eloisa non sembra affatto disposta a ?lasciar correre? potrebbe continuare a

lungo. Un'Eloisa che cerca di ottenere la formulazione di principi etici che rispondano

pienamente alle sue esigenze interiori, alle quali naturalmente comportamenti ed at

teggiamenti esteriori dovrebbero conformarsi, ha sottolineato il Dronke. La Regula Benedicti, cosi com'e, non pud essere da lei vissuta ne praticata con convinzione

perche ci sono in essa troppi elementi che la rendono inadatta a donne: nelPEpistola VI dunque ella ne chiede ad Abelardo una nuova che sia ispirata a ratio e discretio e sia fatta su misura per il Paracleto. Allo stesso modo la Sacra Scrittura necessita di

spiegazioni e chiarimenti, perche solo se la comprensione sar& completa Padesione sar& totale. Ed e questa, come sopra accennato, un'altra peculiarity spiccata del ca rattere di Eloisa: Pesigenza di capire fino in fondo, di vedere e far vedere ogni aspetto della realta con estrema chiarezza, di raggiungere la piena comprensione, di non accontentarsi di mezze verita, ma di porsi di fronte alia verita intera, anche a costo di toccare aspetti sgradevoli o imbarazzanti. NelPEpistola II Eloisa, sforzando si di capire gli eventi della sua giovinezza, cerca di essere sincera con se stessa ed e costretta a riconoscere (e possiamo immaginare quanto cio le dovesse costare) che

?concupiscentia te mihi potius quam amicitia sociavit, libidinis ardor potius quam amor. Ubi igitur quod desiderabas cessavit quicquid propter hoc exhibebas pariter evanuit? 29. E questo non era certo solo un rimprovero ad Abelardo: era il ricono scimento del crollo dell'ideale al quale aveva sacrificato con entusiasmo tutta la sua

vita; non a caso Abelardo, lontano dal capire quanto diversa fosse la natura del suo amore per lui, Paveva costretta a prendere il velo prima di entrare egli stesso in mo

nastero, non fidandosi pienamente di lei: e questa fu naturalmente per Eloisa una

gravissima e dolorosa mancanza di fiducia. Poco oltre, nelPEpistola IV, lo stesso de siderio di chiarezza la spinge ad accusarsi senza mezzi termini di ipocrisia, perche al Papparenza di badessa casta e virtuosa non corrisponde un'analoga disposizione in teriore: da tempo ella accusa Dio di crudelt&; da tempo, lungi dal pentirsi dei suoi trascorsi amorosi con Abelardo, continua a desiderare il peccato, ad ardere degli an tichi desideri e ad esserne ossessionata persino durante le funzioni religiose; non rie sce ad amare veramente Dio perche di Abelardo ha fatto il suo unico dio; a nulla

quindi valgono le pratiche di penitenza: nulla Dio fara per lei perche lei ha fatto ogni cosa solo per Abelardo. Infine nelPEpistola VI Eloisa invoca la ratio a princi pio guida della regola che chiede ad Abelardo: che senso ha seguire delle norme scritte per uomini, che potrebbero essere pericolose per donne? O imporre alia fragi lity di queste ultime delle norme che rischiano di schiacciarle? ?Quid praesumptuo sius quam eligere ac profiteri vitam quam nescias, aut votum facere quod implere non queas?? 30. E come ad Eloisa riuscirebbe impossibile aderire pienamente a un insieme di norme che per lei presentano inconvenienti e assurdita, cosi le risulterebbe anche gravoso seguire pienamente i dettami delle Scritture senza averli prima capiti completamente. Percio il fatto che Eloisa voglia sapere con esattezza chi e quando vide per primo il sepolcro vuoto e il Signore risorto non e questione da poco: sulla risurrezione si basa la fede, e gli evangelisti sembrano darne versioni discordanti!

29 Epistola II, in Muckle, The Personal Letters, p. 12. 30

Epistola VI, in Muckle, The Letters, p. 243.

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(Probl. 5). Lo stesso vale per le spiegazioni che Eloisa chiede in merito alia consa crazione del pane e del vino nelPultima cena (Probl. 6 e 7). Talvolta ella esprime la sua perplessita dinanzi a passi evangelici che le sembrano sfuggire alia logica: cosi ad

esempio nella parabola del ricco Epulone Cristo fa dire ad Abramo che non e possi ble ne passare dalPeterna beatitudine alia perpetua dannazione, ne viceversa; ma chi ? obbietta Eloisa ?

pud essere tanto folle da voler passare dalla felicita alia pena dei dannati? (Probl. 10). Peggio: ?quo mysterio, vel qua ratione? Cristo maledisse

per Peternita il fico per il fatto che portava solo foglie, dal momento che ?non erat

tempus ficorum?? (Probl. 26). E com'e possibile che Cristo ?miratus est? per la fe de del centurione che lo pregava perche guarisse il suo servo malato, dal momento che ?aliquid mirari dicitur, nisi qui insperatum aliquid accidere vident, quod nullate nus eventurum antea sciebant, vel credebant?, mentre non poteva verificarsi nulla che il Figlio di Dio non sapesse? (Probl. 22). E ancora: perche Cristo afferma che ci sara piu gioia in cielo per un peccatore pentito che per novantanove giusti che non hanno bisogno di penitenza? Non e molto meglio evitare il peccato che riparare quello commesso? Non e meglio che molti, e non uno solo, agiscano bene? (Probl. 11). Oppure: come e possibile aderire con convinzione e incondizionatamente al pre cetto evangelico che raccomanda di dare a chiunque chieda e di non richiedere il tuo a chi te lo toglie? (Probl. 23). E cosi via 31.

La medesima forma mentis, gli stessi interessi, identiche componenti del caratte re si manifestano dunque in entrambi gli scritti. Ma altro ancora emerge se si consi derano i Problemata cercando di tenere conto di quale potesse essere lo stato d'ani mo, la condizione psicologica di Eloisa quando, terminato lo scambio epistolare con

Abelardo, si accinse a inviargli quelle quarantadue domande. In altre parole, i Pro

blemata, se considerati come opera in se compiuta, possono senza dubbio sembrare una serie di domande impersonali, vuote, frutto di una mente esageratamente ?pi gnola?, di una pignoleria che a volte raggiunge livelli irritanti. Ma se considerati alia luce delle vicende personali di Eloisa e di quanto la protagonista di quella storia in consueta aveva scritto di se nelPEpistolario, ecco che anche i Problemata acquistano un rilievo ben diverso 32.

Eloisa, letta YHistoria calamitatum, scritta da Abelardo con Pintenzione (reale o

fittizia) di consolare un amico, aveva avviato lo scambio epistolare chiedendogli di non trascurare di far avere sue notizie alle sue figlie spirituali (nei confronti delle

quali aveva, come fondatore del Paracleto, dei doveri), e soprattutto a lei, verso la

quale il debito era ancora piu grande. II suo ?immoderatus amor? per Abelardo Pa

31 Si noti che Eloisa, ponendo questo tipo di domande, dimostrava di accostarsi al testo sacro in modo strettamente letterale; un tale approccio, sintomatico in un'epoca in cui il desiderio di interpretare e

vivere il Nuovo Testamento con la maggior adesione possibile al testo medesimo era largamente diffuso, ri velava nel contempo Pincapacita di comprendere la componente iperbolica, molto forte nella mentalita se

mitica. 32 Dronke, Donne e cultura, p. 183: ?Almeno in alcuni casi si pud vedere che il "problema" di

Eloisa non era solo puramente e astrattamente esegetico, del genere che avrebbe potuto risolvere da se va

lendosi di un comune commento, ma che era turbata dalle implicazioni umane di un certo numero di frasi e di episodi della Bibbia e che aveva consultato Abelardo, anziche delle opere di riferimento, per risolvere e chiarire quest'inquietudine?. ? cio di cui sono convinta; mi permetterei invece di dissentire almeno in parte dal Dronke quando questi giudica ?eccessivo ipotizzare riflessi personali nelle domande relative ai passaggi biblici? (ibid.); a meno che naturalmente egli non intenda mettere in guardia da certe forzature, da lui rile vate anche in altro luogo: ?it could also be over-speculative, or even falsifying, to try to make explicit here certain analogies that are, if anything, oblique and not insistent)), come ad esempio il tentativo di accostare Eloisa all'adultera del Probl. 8, o all'infelicissima Anna dei Probl. 31-34 (Dronke, Heloise's ?Problemata? and ?Letters?, p. 61).

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veva spinta a fare di tutto per obbedirgli: ?universa quae iusseris in tantum impleve rim ut cum te in aliquo offendere non possem me ipsam pro iussu tuo perdere susti nerem?: aveva acconsentito a sposarlo, nonostante fosse di parere opposto; era en trata in monastero non per vocazione, ma solo per non disobbedirgli; aveva subito Ponta di essere costretta da Abelardo a prendere i voti prima di lui, per una man canza di fiducia ingiustificabile e vergognosa; si era dovuta rendere conto che Abe lardo era stato legato a lei non da vero amore, ma da concupiscenza, come provava il fatto che ora la trascurava ormai da tempo, spento il fuoco della passione; Abe lardo le indirizzasse almeno, ben poco a confronto di quello che lei aveva dato a lui, degli scritti consolatori (Epistola II). Nella sua prima risposta Abelardo non si pone sullo stesso piano di Eloisa, quello delPamore umano: se non le ha mai inviato scrit ti consolatori, e perche non pensava ve ne fosse bisogno, conoscendo la sua saggezza e le sue virtu; la esorta in ogni caso alia preghiera, della quale esalta i benefici, e so

prattutto a ricordarsi di lui dopo la sua morte (Epistola HI). La risposta di Eloisa assume toni drammatici: cosi risponde Abelardo alia sua richiesta d'aiuto, facendo allusione ai pericoli che lo minacciano e alia sua prossima morte? Cosa resterebbe di Eloisa dopo la morte di Abelardo, che e sua ragione di vita? Dopo un lungo lamen to sulla sua sorte, Eloisa espone il suo dramma: lei, che e creduta pia, continua in cuor suo ad accusare Dio di crudelta; lei, ritenuta penitente, continua a ricordare e desiderare i peccati commessi con Abelardo; lei, reputata religiosa, non acquista al cun merito presso Dio, che scruta nei cuori e sa che ad Abelardo, non a Dio, va tut to Pamore di Eloisa, sa che e Abelardo che Eloisa teme di offendere, sa che per Abelardo e entrata in monastero: e tutti i suoi sacrifici, tutta la sua infelice vita non le frutteranno alcuna ricompensa in cielo. Non lodi dunque Abelardo questa donna infinitamente debole e bisognosa di aiuto, non la sopravvaluti e non le neghi il so

stegno che le e indispensabile (Epistola IV). A questo punto Abelardo esorta Eloisa a sforzarsi di cercare di capire quanto le richieste che egli le fara siano ragionevoli, e

quindi a cercare di obbedirgli: cessi Eloisa ?antiquam illam (...) et assiduam quaeri moniam? 33, se veramente vuol piacere ad Abelardo; contrariamente a quanto conti nua a ripetere Eloisa, Dio si e mostrato veramente misericordioso colpendolo; egli cerca di spiegarle che la punizione divina e stata provvidenziale non solo nei con front di Abelardo, ma anche verso Eloisa, che la loro colpa e stata grande, ma non

meno grande e stata la clemenza divina. Volga piuttosto Eloisa il suo amore verso il suo sposo celeste, che Pha veramente amata, sino a patire per lei la Passione: (Kama bat te ille veraciter, non ego. Amor meus, qui utrumque nostrum peccatis involve bat, concupiscentia, non amor dicendus est. (...) In hoc, obsecro, non in me tua to ta sit devotio, tota compassio, tota compunctio? 34. Grandi saranno i meriti di Eloi sa se vorra seguire i suoi consigli; ella ora e sposa di Cristo, e Abelardo, un tempo suo padrone, ora e suo servo, unito a lei da un vincolo di amore spirituale: non tra scuri Eloisa di pregare per lui, che ora versa in una situazione tanto difficile e dolo rosa (Pabbaziato di St. Gildas) (Epistola V). A questo punto a Eloisa non resta che dichiarare di piegarsi ancora una volta alia volont& di Abelardo: visto che lui non

vuole, non gli scrivera piu nulla a proposito del suo sincero dolore, sperando che col tempo anche Panimo, al quale non pud comandare come alia mano, riesca ad obbe

dirgli. Si volge allora con decisione alPedificazione delPopera comune, il Paracleto,

33 Epistola V, in Muckle, The Personal Letters, p. 87. 34 Epistola V, ibid., p. 92.

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e per questo chiede subito ad Abelardo uno scritto sulPorigine del monachesimo femminile e una regola (Epistola VI)35.

Cos'e dunque successo? Non e certo facile investigare nelPanimo umano per ca

pirne i movimenti piu reconditi, ma, dallo svolgimento dei fatti e dalle parole dei

protagonisti non sembra inverosimile poter trarre le conclusioni che leggiamo nelPa cuto studio della Pagani36: probabilmente Eloisa ha accettato per obbedienza la mo

nacazione, ma nel suo intimo non si e ancora pienamente convertita; cid provoca in lei un profondo malessere, che manifesta nelle lettere con espressioni di dolore pate tiche e sentimentali. Abelardo, il cui itinerario spirituale e stato probabilmente piu rettilineo e Pha portato ad una conversione piu profonda e matura, le risponde indi candole la via della ragionevolezza spirituale, Punica, ormai, sulla quale sia disposto ad intessere un dialogo. Ad Eloisa non resta che adeguarsi: se Abelardo, sua unica

ragione di vita, accetta solo questo tipo di rapporto, non dara piu voce ai suoi inti mi lamenti. Naturalmente una conversione intima non ha ancora avuto luogo (gli ar

gomenti di Abelardo non erano certo nuovi per lei, e non possono quindi aver pro vocato un repentino e completo cambiamento interiore); Eloisa per il momento non

pud che sperare in una futura conversione delPanimo 37, tacere il suo dolore, che tuttavia permane, e cercare di soffocarlo pensando risolutamente ad altro, al Para

cleto, che resta Punico comune terreno d'incontro, dal momento che Abelardo non accetterebbe di continuare altro tipo di dialogo.

E veniamo finalmente ai Problemata. Se il suo amore per Abelardo e stato ed e tuttora tanto grande da adeguarsi an

che questa volta alia sua volonta, possiamo ben credere che Eloisa cerchi di aderire al modello che egli le propone non solo esteriormente, ma impegnandovisi con tutte le sue forze. Abelardo Pha esortata allo studio delle Scritture (Epistola VIII), ed ella lo intraprende da par suo. Ma se ha dato tutto, non pud certo accontentarsi di poco da parte di Abelardo, ne per quel che riguarda il modello monastico che Abelardo le ha proposto, ne per quel che riguarda Pattivita alia quale Abelardo Pha esortata: da

qui la richiesta di una regola, non una qualsiasi, ma una che sia adatta a lei; da qui

35 Abelardo dedichera alForigine del monachesimo femminile e alia regola le Epistole VII e VIII ri

spettivamente. Ai caratteri che Eloisa auspica per questa regola ho gia accennato precedentemente nel testo. Rimando inoltre al prezioso contributo di L. Georgianna, Any Corner of Heaven: Heloise's Critique of

Monasticism, ?Mediaeval Studies?, 49 (1987), pp. 221-253: questa precisa analisi dell'Epistola VI mette in

evidenza, tra Paltro, la posizione critica e autonoma che Eloisa assume nel dibattito tra Cluniacensi, Cister ciensi e canonici regolari che si svolgeva proprio in quegli anni in materia di regola e vita religiosa; la sua

perplessita dinanzi al concetto stesso di ?regola?, considerata in fondo come uno strumento in grado forse di disciplinare il comportamento esteriore con le sue prescrizioni spinte talvolta fino alPesasperazione, ma non certo di guidare il ?cuore? e di indirizzare la vita interiore ad un autentico amor di Dio; il suo antici

pare, in questi assunti, alcuni dei concetti fondamentali del rinnovamento evangelico che avrebbe investito la spiritualita degli uomini nel corso del XII secolo; lo spazio e il peso che, come rivelano pochi ma signifi cativi passi dell'Epistola, Eloisa avrebbe voluto fossero riservati, nella nuova regola, alia preghiera, all'uffi

cio divino, dXYOpus Dei. 36 Pagani, Epistolario o dialogo, pp. 313-315. Illuminanti in proposito mi sembrano anche le osser

vazioni sulla discussa ?conversione? di Eloisa contenute nel saggio gia citato della Georgianna, Any Cor ner of Heaven, p. 229: ?Heloise's third letter does not offer evidence of a conversion in any conventional sense. But it does suggest that the kind of conversion she seeks is not the traditional event, sudden and mi

raculous, but rather an intellectual, emotional, and spiritual process, slow and painful at times, whose suc cess is always reversible and always in doubt?. Inoltre negli scritti di Eloisa ? e questo vale, come si cer

chera di dimostrare piu avanti nel testo, anche per i Problemata ? si parla ben poco di ?loving spiritual relationship with God?; ma, si badi, ?God is at least far distant, if not altogether absent, not because He

loise has defiantly excluded him, but because she has yet to find him? (Georgianna, Any Corner of Hea

ven, pp. 246-247). 37 Si ricordi l'ottativo utinam in apertura dell'Epistola VI, in Muckle, The Letters, p. 241.

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le domande di chiarimenti sui passi dubbi della Sacra Scrittura; da qui, ancora, quel tono cosi particolare con il quale Eloisa gli si rivolge, quel tono, al quale si e gik ac cennato, misto di sottomissione e di pretesa, di umilta e di risentimento, di obbe dienza e di consapevolezza di cio che le spetta di diritto. E come se inconsciamente Eloisa facesse notare ad Abelardo di aver impostato tutta la sua vita secondo le sue

direttive, ma si presentasse, nel contempo, come niente affatto disposta a rinunciare a quel poco che chiede in cambio. Di piu: dato che Abelardo le ha chiesto di disto

gliere il suo animo da lui e di volgerlo alia edificazione del Paracleto e, nel caso che ci interessa, allo studio della Bibbia, le dimostri ora egli la perfezione del modello

proposto, risolvendo quei dubbi che disturbano la sua forma mentis rigorosamente logica, la sua esigenza di impeccabile razionalita; se per piacere ad Abelardo deve

dedicarsi, tra Paltro, allo studio dei testi biblici, ella e disposta a farlo, purche alme no le si dimostri come in essi tutto sia logico, congruente e conseguente. A tale ne cessity e da ricondurre quel buon numero di Problemata nei quali alcuni passi scrit turali vengono confrontati con altri in apparenza contrastanti, oppure vengono sol tanto passati al vaglio di una elementare logica, di un comune buon senso contro il

quale sembrano cozzare. Altri di sapore un po' erudito non hanno nessun palese si

gnificato strettamente personale, e, con tutta probability, non sono che un'ennesima dimostrazione delPamore di Eloisa per la precisione, e nulPaltro possono aggiungere alia nostra conoscenza del suo carattere e del suo stato d'animo. Altri ancora tratta no assai piu da vicino temi che gi& erano stati toccati in passato, o scaturiscono da

passi che gia erano stati citati nelPEpistolario 38. Altre domande riguardano problemi che avevano avuto o tuttora avevano per

Eloisa e Abelardo profonde implicazioni esistenziali. Ad esempio il problema della

colpa di chi offende la legge anche in un solo punto (Probl. 2) doveva essere sentito da Eloisa in modo particolare, non solo perche era badessa di un monastero per il

quale aveva chiesto una regola non riuscendo ad adeguarsi con convinzione a tutti i

precetti di un'altra gia esistente, ma anche perche sapeva che la sua vita in apparen za esemplare nascondeva in realty una sola grande lacuna 39; ancora, il fatto che Dio apprezzasse di piu

? cosi almeno Eloisa interpretava Lc XV, 7 ? la penitenza di un solo peccatore della perseveranza di novantanove giusti non poteva non lasciarle

qualche perplessita (Probl. 11)40; inoltre ?quaestio ilia de peccato in Spiritum sanc tum irremissibili nos quoque sicut multos commovet?: nonostante il correttivo ?sicut

multos?, possiamo ben credere che il peccato contro lo Spirito Santo, Punico che non sarebbe mai stato perdonato, dovesse turbare non poco Eloisa, dato che nell'E

pistola IV ella aveva apertamente confessato di accusare Dio di crudelta (Probl. 13); poi: il precetto evangelico del fare agli altri quel che vorremmo fosse fatto a noi vale anche quando il prossimo vorrebbe che noi consentissimo a qualcosa di male? Eloisa aveva in mente probabilmente il consenso dato al matrimonio che Abelardo solo, contro il parere e la volonta di lei, aveva voluto (Probl. 20)41; infine il chiedere se

?aliquis in eo quod facit a domino sibi concessum, vel etiam iussum, peccare pos sit?, e come mettere in discussione la sua vita intera, dato che ogni sua decisione era

38 Cosi ad esempio il Probl. 1, sullo Spirito Santo, al quale Abelardo risponde tra l'altro enunciando i suoi principi etici; il Probl. 2 che riporta il passo iacobeo gia citato nelPEpistola VI (Muckle, The Let

ters, p. 243); il Probl. 24, che rimette in discussione il problema dei cibi impuri; il Probl. 31, che offre ad Abelardo l'occasione di tornare sul tema delPastinenza dal vino, gia toccato da Eloisa nelPEpistola VI e dallo stesso Abelardo nelPEpistola VIII, ecc.

39 Dronke, Heloise's ?Problemata? and ?Letters?, p. 60. 40 Ibid., p. 60. 41 Ibid., p. 61.

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stata presa, ogni sua azione era stata compiuta per piacere o per obbedire ad Abe lardo, suo unico e vero ?dominus?, come leggiamo nelPEpistolario (Probl 42) 42.

Infine, se si da uno sguardo d'insieme ai Problemata e si esamina su cosa verta la maggior parte delle domande, non si pud non giungere alia conclusione che il problema o i problemi che maggiormente stavano a cuore a Eloisa erano quelli atti nenti il giudizio, la legge, il pentimento, il raggiungimento della salvezza, lo stato dei beati, e tutte le relative implicazioni: insomma, problemi tutt'altro che oziosi43. Questo particolare taglio delle domande testimonia, se non altro, che Eloisa stava veramente facendo di tutto per seguire i consigli di Abelardo: non solo studiava co scienziosamente le Scritture, come egli le aveva suggerito nelPEpistola VIII, ma an che cercava di volgere la sua mente a Dio, perche di questo egli Paveva implorata nelPEpistola V.

In che modo poteva aver luogo in Eloisa questa ?conversione?? Non certo con manifestazioni di slancio mistico, ne con attestazioni di amore a Dio: le une e le al tre mancano del tutto nelPEpistola VI e non si possono scorgere neppure in filigrana nei Problemata\ ne, se pure ve le avessimo ravvisate, avremmo potuto facilmente crederle sincere, considerata la mentality di Eloisa, totalmente estranea a qualsiasi forma di misticismo. La sua conversione poteva essere raggiunta solo partendo da una razionale, completa convinzione, alia quale ella stava cercando di accompagnare un parallelo sforzo di piu intima adesione interiore.

Non ci si meravigli se nelle sue domande uno dei temi piu ricorrenti e quello delP?economia? della salvezza, ed altri analoghi, anziche, tanto per fare un esem pio, quello delPamore del prossimo o del perdono di chi ci offende. Eloisa vuole sa pere cosa bisogna fare per salvarsi e cosa e necessario non fare, se e sufficiente se guire la legge o no, con quale criterio saremo giudicati; non ci sono slanci di genero sity nelle sue domande: solo con Abelardo e stata generosa e a lui solo ha riservato tutto il suo cuore; ora che sa di doversi volgere a Dio non possiamo sorprenderci nello scoprirla poco magnanima, molto precisa e piuttosto ?calcolatrice?, preoccupa ta di sapere esattamente quale debba essere il suo comportamento per essere sicura di ottenere la salvezza e preoccupata nello stesso tempo di sapere cosa le spettera e come sara applicata la giustizia divina u; la sua preoccupazione e tale da esigere la massima precisione in tutto, anche in dubbi che forse avrebbero potuto essere risolti con un minimo di buon senso; ma una mente razionale come la sua vuol essere sicu ra che tutto collimi, che non restino contraddizioni: la Verita non pud lasciare adito a dubbi. Ne possiamo stupirci, del resto, che nelle domande di Eloisa Paccento sia posto piu sulla giustizia che sulla misericordia; a spiegare un simile atteggiamento possono contribuire almeno due elementi: prima di tutto la componente razionale fortemente presente nella sua mentality (fosse stata assorbita da Abelardo, che in questo era maestro, o sviluppata autonomamente da lei, o Puno e Paltro insieme) la doveva spingere naturalmente a valutare con equita e precisione piu che con indul genza; in secondo luogo, combinata a questa sua lucida razionalita, doveva giocare un certo peso anche, forse inconsapevolmente, la convinzione di aver lungamente e ingiustamente sofferto, e di meritare per questo una sorta di ricompensa o di com pensazione: questa donna che, ancora giovanissima, aveva goduto di fama straordi naria per la sua cultura, la sua bellezza, la sua saggezza e per aver meritato Pamore

42 Ibid., p. 58. 43 Solo i gruppi 3-7 e 30-41, a parte alcuni Problemata isolati, non sono direttamente riconducibili a

queste problematiche. 44 ProW. 15, 16, 18, 21, 23.

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di uno degli uomini piu celebri del tempo, doveva pur essersi fatta una certa idea del

proprio valore, dei propri meriti, della propria eccezionalita; questa stessa donna aveva visto rovesciare la propria sorte: Abelardo Paveva costretta a un matrimonio che lei non voleva, i suoi stessi parenti avevano inflitto ad Abelardo una punizione infamante, Abelardo aveva forzato nuovamente la sua volonta costringendola a

prendere il velo, in quindici anni di vita monastica (anno piu, anno meno) non ave va fatto altro che ripensare al marito, cosa ovviamente in stridente contrasto con la sua attuale condizione; divenuto Abelardo suo padre spirituale e fondatore della nuova casa, Eloisa non poteva tuttavia fare a meno di sentirsi vergognosamente tra scurata. Umanamente parlando si pud anche comprendere che avesse qualcosa da re criminare contro la sorte, che sperasse che le pene trascorse non fossero state del tutto inutili e avessero almeno un peso nel giudizio che Dio le avrebbe riservato. Non e da escludere, insomma, che, a dispetto delle dichiarazioni di indegnita e delle autoaccuse di ipocrisia di cui e costellato PEpistolario, in Eloisa si fosse formato, piu o meno consapevolmente, un alto concetto del proprio sacrificio: anche se in

gioventu aveva peccato con Abelardo 45, anche se la sua monacazione non era stata

spontanea, anzi, proprio per questo, gli anni passati in monastero conducendo vita

esemplare nonostante il grande dissidio interiore dovevano sembrare non poca cosa ai suoi occhi; come era dunque possibile che ?Deus unius peccatoris poenitentiam plus approbat quam multorum justorum perseverantiam? (Probl. 11)? Come era

possibile che i lunghi anni da lei virtuosamente trascorsi in monastero fossero valuta ti cosi poco? E ancora: perche gli operai inviati nella vigna alPinizio della giornata e

ricompensati dal padrone come quelli arrivati solo a sera invidiano questi ultimi e mormorano contro il padrone (Probl. 12)? Nella vita eterna non saremo forse con tend di quel che avremo ricevuto, non regnera forse Pamore e nessuno dissentira dalla volonta di Dio? Chi avra vissuto tanta parte di questa vita nella grazia di Dio

(e quindi chi, come Eloisa, ha trascorso santamente tanti anni in monastero) invidie ra forse chi si sara convertito solo alia fine? Sono questi i dubbi sui quali Eloisa vuole essere rassicurata. Lungi dal biasimarla per questo, non possiamo al contrario fare altro che prendere atto della sua particolare attitudine mentale e della sua pecu liare condizione d'animo e, casomai, ammirarla per Penergia e la volonta ferrea che dimostra prendendosi cosi a cuore le raccomandazioni di Abelardo: se e a Dio che si deve volgere, Eloisa non puo farlo che cominciando con Peliminare ogni riserva ra zionale che da Dio potrebbe dividerla, e nessuno potrebbe aiutarla in questo meglio di Abelardo, che e in grado di farlo e che ha il dovere di farlo, accompagnandola nei primi difficili passi sul nuovo cammino che egli stesso le ha indicato.

E a questo punto del cammino si collocano a mio parere i Problemata. E mi sembra che lo stabilire un legame tra Popera e la sua collocazione nelPambito della vita letteraria e spirituale di Eloisa possa offrire un duplice frutto: da una parte gli stessi Problemata acquistano un valore, un significato, una terza dimensione che al trimenti andrebbe persa, riducendosi essi a richiesta di chiarificazioni esegetiche piu o meno puntigliose, piu o meno oziose; dalPaltra parte, il confronto, la correlazione tra Epistolario e Problemata puo forse gettare nuova luce sulla controversa questio ne della conversione di Eloisa. Consapevole della delicatezza di un tale problema e di quanta circospezione sia necessaria nell'affrontare un simile argomento, ritengo che non ci si possa in alcun modo pronunciare in tale materia in modo definitivo.

45 Forse Eloisa non era neppur convinta di aver peccato con Abelardo, perche la sua intenzione era

buona (cfr. Epistola II).

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Tuttavia mi sembra lecito almeno avanzare Pipotesi che, come lo scambio epistolare tra Pietro il Venerabile e Eloisa 46, cosi anche i Problemata possano essere conside rati in un certo senso come un ponte, un anello di congiunzione fra le famose ?due Eloise? che tanto a lungo hanno costituito un problema per i lettori da una parte delPEpistolario e dalPaltra dei suoi pochi altri scritti; perche nei Problemata trovia mo sia la pia badessa del Paracleto, studiosa coscienziosa che si preoccupa della

comprensione del testo biblico da parte sua e delle sue sorelle, sia, come mi sono sforzata di mostrare, la donna con alle spalle una vicenda dolorosa le cui conseguen ze si trascinano ancora nel presente. Da un testo cosi poco ?personale? come i Pro blemata non ci e dato di sapere (sarebbe stato fuori luogo pretenderlo) se e quanto Eloisa avesse progredito nella via della conversione sulla quale Abelardo Paveva so

spinta; ma, anche senza voler forzare troppo la mano, pare di poter concludere che ancora una volta Eloisa cercasse di adeguarsi alia volonta di lui, anche se in questa circostanza non le veniva chiesta un'azione esteriore (matrimonio, monacazione), ma un ancor piu difficile cambiamento interiore.

Maria Cipollone

46 Si veda supra, n. 10.

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