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Il giornalino della scuola “A. Manzoni” Un anno di...scuola! Correzzola, a.s. 2018/19 n.2

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Il giornalino della scuola “A. Manzoni”

Un anno di...scuola!

Correzzola, a.s. 2018/19 n.2

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• EDITORIALE: LA GENTILEZZA • SALUTO ALLA SCUOLA MEDIA • SPETTACOLO DI FINE ANNO • THIS IS ME! NO AL BULLISMO! • USCITE • EVENTI E ATTIVITA’ DIDATTICHE - Medioevo - All for life - Incontri con l’autore - Giornate dello sport - Non buttiamo tutto in fumo - Incontro con la storia - Apprendisti poeti - Caro Dante... - Leopardi - Rispetto per l’ambiente • VARIE - Storia - Cinema - Ricette gelate - Umorismo - Cruci-inglese

La redazione e gli insegnanti augurano a tutti…

BUONE

VACANZE!!!

Insegnanti: Lotto, Mengardo Copertina: Giulia e Simone M.

Online sul sito www.icscorrezzola.it —> i plessi —> Secondaria Correzzola

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Anche quest’anno siamo riusciti a stampare il nostro giornalino

grazie al finanziamento di Banca Patavina.

La redazione ringrazia sentitamente il Consiglio di Amministra-

zione, sempre attento a promuovere le iniziative degli Istituti

scolastici della Saccisica...UN GRAZIE DI CUORE!!

E...a proposito di gentilezza, una riflessione per l’editoriale: "Considero valore la gentilezza che gli altri mi donano.

Considero valore la gentilezza che apre le porte all'amicizia e alla pace" La gentilezza è un grande valore e senza di lei noi saremmo spietati, crudeli. La gentilezza può essere definita in molti modi, per esempio come un gesto o un'emozione. Emozione perchè ci fa felici e rende felici la maggior parte delle persone, ti fa sentire fiero quando la doni oppure quando la ricevi dai genitori, dagli amici, insomma, ti fa sentire speciale, quasi un eroe! Noi dovremmo essere più gentili con il nostro pianeta e con tutte le persone che ci vivono! Ecco la chiave che ci ha guidato per gli articoli di questa edizione... Asia T. Giorgia T.

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CONTINUITA’ CON LA SCUOLA PRIMARIA Giovedì 28 marzo dalle ore 9:45 alle 10:30 abbiamo incontrato i compagni della scuola Primaria nel secondo incontro del Progetto continuità, che si è svolta all'insegna del motto: ”io ho scelto la gentilezza”, seguendo i precetti del signor Browne, del libro Wonder.

In mensa abbiamo giocato con 5 buste, suddivisi in 5 gruppi misti, ripercorrendo la trama del libro. Abbiamo colorato il mandala dell'amicizia e incollato sulla scatola che ognuno aveva portato. Poi siamo andati in palestra e abbiamo giocato su percorsi che i prof avevano costruito per noi. Alla fine della giornata abbiamo costruito il muro delle amicizie, un muro che non divide, ma che unisce e rende forti! Riportiamo alcune frasi che i nostri compagni delle quinte ci hanno lasciato sul muro colorato. Avremmo voluto scriverle tutte, perchè sono bellissime, ma non sarebbe bastato un intero gior-nalino! Alberto L. La fiducia è una cosa rara: quando qualcuno la ripone in te si crea un ponte dal suo cuore

al tuo. Abbi cura di quel ponte. (Matilde F.)

Non usare gli amici solo perché vuoi qualcosa da loro, ma perché gli vuoi bene, e se gli vuoi

bene è perché sono buoni amici. (Aurora C.)

Un amico è la cosa più preziosa che tu possa avere, è la cosa migliore che tu possa essere.

(Edoardo)

Camminare con un amico nel buio è meglio che camminare da soli nella luce.(Gabriele)

Un vero amico è una persona che ti apre il suo cuore e ti accoglie.(Giorgia B.)

Un amico non è una persona che ti asciuga le lacrime, ma evita che tu cada.(Naomi B.)

La vera amicizia resiste al tempo, alla distanza e al silenzio.(Giada B.)

L’ amicizia è l’unico cemento capace di tenere insieme il mondo. (Lara B.)

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SALUTI ALLA SCUOLA MEDIA…

Ci ricordiamo tutti il primo giorno di scuola, agitati e felici, con i ragazzi di terza che ci sembravano giganti in corridoio, che ci scrutavano dalla testa ai piedi e noi, consapevoli che un giorno saremmo diventati come loro: sono passati così in fretta tre anni da quel momento! Giorno dopo giorno siamo venuti a scuola e abbiamo ascoltato ore e ore i professori, anche se sapevamo tutti, professori compresi, che la maggior parte del tempo il no-stro cervello era già in vacanza, con la noce di cocco in mano a ballare la hula! Sono infinite le volte che siamo tornati a casa magari sbuffando e dicendo che non vedevamo

l'ora di andarcene, che i prof ci davano troppi compiti, eccetera…

E diciamoci la verità, qualche volta è stato vero. Ciò non toglie il fatto che ci siano stati anche dei momenti indimenticabili, fatti di risate e di gioia all'interno della classe e fuori, momenti che porteremo sempre fra i nostri ricordi più belli. Ad esempio le gite: quella di Sappada, dove la seconda notte c'è stata una piog-gia di telefoni addosso ai professori o a Roma, quando in pullman si disputavano tornei di briscola. Questi begli anni passati con voi, cari compagni, ci mancheranno, soprattutto le vostre facce di prima mattina mezze addormentate e con certi sbadigli da cui,

come diceva la prof, si potevano vedere anche i calzini. Siete stati la parte fondamentale di que-sto non più ormai infinito, percorso. Insomma, sono stati degli anni molto impegnativi per noi, ma soprattutto per gli insegnanti: ave-re a che fare tre anni con dei ragazzi come noi, non deve essere stato facile. Quindi un grazie va ai professori che ci hanno preso sotto la loro ala sin dal primo giorno e ci hanno aiutato a crescere e a maturare con le loro sgridate costruttive, e che ci hanno accompa-gnato in questa “avventura”, ma anche per averci sopportato e dato sempre una seconda possibi-lità. Un grazie anche ai collaboratori scolastici per averci aiutati con la loro disponibilità. Un saluto ai futuri ragazzi di terza e seconda, ai quali lasciamo il nostro posto, sperando di esse-re stati un esempio da seguire e che farete lo stesso con i futuri ragazzi di prima. Ma la domanda che sorge spontanea è: siamo veramente pronti ad abbandonare le braccia calde e accoglienti della scuola media??? In effetti l'ansia e la paura a volte ci sovrastano, ma va bene così, perchè è questo il bello della vita: affrontare nuove sfide e mettersi alla prova! Vi ringraziamo tutti, nessuno escluso, per averci insegnato le basi della vita!

Camilla B. Elena B. Irene P. Giulia T. Camilla S.

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SPETTACOLO DI FINE ANNO!

Udite, udite...Venerdì 7 Giugno alle ore 20:30 al Palazzetto dello Sport di Concadalbero si terrà lo spettacolo teatrale di fine anno: "Gli sposi promessi".

Il lavoro per preparare questo spettacolo ha impegnato il laboratorio di Teatro, sotto l'occhio attento delle prof. Salmaso e Cappuzzo, il laboratorio di Pratico manuale, che ha realizzato le scenografie con l'aiuto del prof. Branciforti e le ore di musica per preparare i canti con la prof. Baldo, ma tutti, in qualche modo, hanno collaborato alla sua realizzazione.

La storia, ambientata vicino al lago di Como, parlerà di un matrimonio andato a monte, di litigi, di complicazioni, di aiuto, di amore e di peste, come il romanzo a cui si ispira: " I promessi sposi" di Alessandro Manzoni.

Tutta la storia è attraversata da personaggi con caratteri opposti: Don Abbondio il pauroso, Renzo l'impavido, la timida Lucia, l'Innominato misterioso, Don Rodrigo senza timor di Dio, Fra Cristoforo il tuttofare.

La serata si concluderà con il flash-mob realizzato durante l'anno con la prof. Lotto e la parteci-pazione di tutti gli alunni. Che serata ragazzi!!! Il modo migliore per concludere l’anno scolastico!

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This is me !

Nessuno può spezzare le tue ali Sabato 4 maggio 2019 abbiamo affrontato il problema del bullismo con il gruppo “Amici miei”, un gruppo artistico di Villa del Bosco che, attraverso i suoi spettacoli, finanzia progetti di solida-rietà per il territorio. Il progetto vedrà la conclusione con un grande spettacolo, dove anche noi saremo protagonisti. Quella mattina, arrivati a scuola, abbiamo assistito a un teatro itinerante dei ragazzi di terza media di Arzergrande che ci hanno parlato della legalità. La nostra classe, 1 B, si è unita alla 1C, nella stessa aula. Messi da parte i banchi, ci siamo seduti sulle sedie (ma alcuni sui banchi per problemi di posto), lasciando lo spazio al centro per i ragazzi di Arzergrande che mettevano in atto alcuni skethc riguardanti la mafia, l’abuso di alcol e il bullismo tra ragazzi. Le storie pre-sentate venivano intervallate da filmati di fatti realmente successi, come la morte dei magistra-ti Borsellino e Falcone. Poi tutte le classi si sono riunite in mensa per incontrare la psicologa Sonia Marcato, che è an-che assessore nel nostro Comune, che ci ha spiegato che esistono due tipi di bullismo: • diretto, cioè quando la vittima viene picchiata, • indiretto, se si esclude qualcuno dal gruppo di

amici, oppure si mandano messaggi offensivi. Il microfono è poi passato a una testimone, Ilaria, che ci ha raccontato la sua triste storia. Da Chioggia si era trasferita a Sottomarina e dal primo giorno delle scuole medie, ha avuto difficoltà a inserirsi nella classe, dove tutti si conoscevano. I compagni la escludevano perché la credevano diversa per il sem-plice fatto che era nuova e non aveva il padre. Per questi semplici motivi, nessuno la voleva e al-cune ragazze la picchiavano. Lei non riusciva a confidarsi con nessuno, nemmeno con sua madre e quando tornava con i vestiti un po’ rotti le raccontava che era caduta dalla bici. Però poi, quando anche il compagno di cui si era innamorata, le diede delle percosse e quando il padre la rifiutò di nuovo, raccontò tutto alla madre. Lei soffriva così tanto che aveva deciso di togliersi la vita. Per fortuna non lo fece. Quando finì le medie, riuscì ad avere degli amici e, dopo svariati mesi, quan-do re-incontrò le persone che la trattavano male, le chiesero scusa e lei le perdonò. Si rese con-to lei stessa che anche il bullo ha problemi, come chi viene bullizzato. Lara, l’esperta dell’Associazione Welcome di Padova, ci ha fatto la domanda: “Perchè un perso-na ha bisogno di sottometterne un’altra?”. Lei rispose: “Perchè il bullo e la vittima hanno un pro-blema di autostima. Il bullo ha bisogno di sentirsi superiore agli altri, mentre la vittima, essendo presa di mira, pensa di non essere forte e comincia a non credere in se stessa e ad isolarsi dagli altri”. Francesco Betelle, un cantante rap, insieme a Denise ci ha cantato la canzone composta da un ragazzo di soli 14 anni: “Nessuno può spezzare le tue ali”. Anche noi abbiamo cantato insieme il ritornello. Poi con Lara abbiamo visto alcuni filmati, che ci facevano capire che attraverso il nostro cellulare siamo spiati in ogni momento della nostra vita e che ogni foto e ogni messaggio che mettiamo sui social non sparisce mai! E’ stato tanto interessante per tutti noi che, alla fine, quando dovevano rimanere solo le terze per un’attività di gruppo, abbiamo chiesto di restare tutti e così abbiamo sceneggiato alcune parti della canzone. Dopo questo incontro di sabato 4 Maggio presso la scuola media di Correz-zola, il progetto contro il bullismo si è concluso con il concerto solidale di “Amici miei” il 25 Maggio, con la partecipazione di un nutrito gruppo di alunni della nostra scuola.

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Gli alunni hanno cantato la canzone “Un messaggio”, scritta per Emergency, con testo delle prof.sse Baldo e Mengardo e musica della prof.ssa Baldo, ed eseguito un flash mob su un medley di Grease, realizzato con l’aiuto esperto di Monica Rubin. Bravi ragazzi!!! E grazie ad Amici miei! Tanto lavoro e impegno hanno reso grande lo spettacolo!

PAOLO BORSELLINO E GIOVANNI FALCONE Paolo Borsellino e Giovanni Falcone erano due magistrati siciliani. Falcone, grazie all’interpretazione dei segni, dei gesti, dei messaggi e dei silenzi degli uomini di Cosa Nostra è riuscito a decifrare il loro “linguaggio”, il loro modo di agire. Un lavoro fatto soprattutto grazie al rapporto con i pentiti, uomini che hanno scelto di abbandonare la mafia per collaborare con la giustizia. Proprio grazie a uno di loro: Tommaso Buscetta, hanno iniziato a conoscere il codice segreto della mafia. Non amavano sentirsi degli eroi perché anche loro avevano paura dei “cattivi”. Ma comunque non si sono mai arresi, e soprattutto hanno dimostrato che lavorare in-sieme può essere un’arma vincente. I due si sono conosciuto durante una partita di calcio all’oratorio: spesso si ritrovavano a giocare con compagni che un giorno sarebbero finiti tra i “cattivi”, i mafiosi. Ma loro no, quei due ragazzi avevano scelto di stare dalla parte giusta e dopo il liceo, si ritrovarono a studiare insieme per diventare magistrati e poi ancora a lavorare per sconfiggere la mafia. Sono passati 27 anni dal tragico 23 maggio 1992: il giorno in cui Giovanni Falcone è morto assas-sinato. Anche quest’anno migliaia di persone hanno fatto un minuto di silenzio davanti all’albero a lui dedicato. Invece il 19 luglio 1992, Paolo Borsellino, recatosi insieme alla scorta in via D'Ame-

lio, dove vivevano sua madre e sua sorella Rita, perse la vita in un attentato: l’esplosione di una Fiat 126 imbottita di tritolo e parcheggiata sot-to l'abitazione della madre.

Beatrice C. Silvia M. Jacopo M.

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vedo la mia faccia per terra mio padre che beve e bestemmia l'astuccio svuotato sull'erba mia madre che si rassegna e mi chiedo perchè proprio a me non riesco a risolvere sto cruciverba sta vita Ë una merda e un motivo non c'Ë e mi chiedo perché proprio a me non riesco a risolvere sto cruciverba se ci riuscissi sarebbe più bella una gomma non basta per cancellare questa botta ho una matita per disegnare il mio futuro ma la pun-ta si è rotta dove cercare la risposta? dove cercare la risposta? amico vola anche se l'aria non Ë buona vola anche se l'aria non Ë buona nessuno può spezzare le tue ali nessuno può decidere i tuoi piani nessuno cambiare il tuo domani solo tu puoi farcela solo tu solo tu solo tu x4 hey amico te lo dico da sfigato non dare a questa vita mai niente per scontato cancella il tuo passato io l'ho fatto e sono rinato non comincerà più così non sarà più la stessa storia niente più lividi o nodi alla gola amico vola anche se l'aria non Ë buona vola anche se l'aria non Ë buona nessuno può spezzare le tue ali nessuno può decidere i tuoi piani nessuno cambiare il tuo domani solo tu puoi farcela solo tu solo tu solo tu x4

QUESTO IL TESTO DELLA CANZONE CREA-

TA PER L’INCONTRO ALLA SCUOLA MEDIA

DAL RAPPER “SCONOSCIUTO”...GRAZIE

FRANCESCO!!!

Hey amico te lo dico da sfigato sui temi della vita sempre stato impreparato ma che soddisfazione non avere mai copiato e non essermi adattato a ciò che mi hanno dettato comincia sempre così É sempre la solita storia É la prima ora di storia e la prof che ripete a memoria non ho comprato la felpa nuova mi hanno lasciato sto livido viola in più un nodo alla gola censura la mia libertà di parola se solo sapessero cosa si prova ad avere paura anche del suono della campana dell'ultima ora una gomma non basta per cancellare questa botta ho una matita per disegnare il mio futuro ma la punta si Ë rotta dove cercare la risposta? dove cercare la risposta? amico vola anche se l'aria non Ë buona vola anche se l'aria non Ë buona nessuno può spezzare le tue ali nessuno può decidere i tuoi piani nessuno cambiare il tuo domani solo tu puoi farcela solo tu solo tu solo tu x4

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GITA A ROMA Il 25 e il 26 Marzo 2019 noi, alunni delle classi terze, siamo andati per due giorni a visitare la nostra bellissima capitale: Roma.

Siamo partiti alle 06:00 della mattina e dopo un paio di soste, alle ore 14:20 siamo arrivati nel posto dove dovevamo incontrarci con la guida. Abbiamo visitato tutta la città soffermandoci sui tantis-simi monumenti, sulle fontane e sui palazzi. Abbiamo visto la fontana di Trevi, il Pantheon, Piazza Navona, Piazza di Spagna, Piazza Venezia e molte chiese ed edifici importanti. Verso le 16:30, per fare merenda, ci siamo fermati nella gelateria più grande d'Italia! Dopo aver ripreso il no-stro cammino, abbiamo visto la Fontana della Barcaccia e poi siamo tornati al pullman, che ci ha portato all’hotel.

Il nostro albergo era vicino al Vaticano ed era gestito da ecclesiastici. Dopo aver mangiato, c'è stata la “solita” riunione in corridoio, dove i prof ci hanno spiegato in dettaglio il programma del giorno successivo. Appena finita la riunione, siamo tornati nelle nostre camere e, dopo esserci lavati, alle 22:50 ci hanno ritirato i telefoni e siamo andati a dormire.

Il giorno dopo ci siamo vestiti bene, dato che dovevamo entrare al Senato, e alle 9 siamo arrivati al cancello per fare tutti i controlli di sicurezza. Una guida ci ha accolti e ci ha fatto visitare varie sale e l'Aula, spiegandoci come funzionano le votazioni.

Dopo aver finito la visita al Senato, siamo andati a vedere l'Altare della Patria, ma, visto che pioveva un po', siamo andati direttamente al ristorante a mangiare. Finito il pranzo, siamo saliti sul pullman e tornati a casa.

Questi due giorni, anche se un po' estenuanti, sono stati piacevolissimi: abbiamo visto ed impa-rato molte cose e soprattutto ci siamo divertiti molto, insieme ai nostri compagni ed insegnanti!

Asia R. Marco B.

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GITA SULLA NEVE: SAPPADA

Quest'anno, dall'8 all'11 Gennaio noi, classe 2B, siamo andati a Sap-pada, con i compagni di 2A e le classi seconde di Agna e Candiana: la famosa gita per "imparare a sciare" è stata una splendida esperienza e tutti noi ci siamo divertiti un sacco ed ora vi racconteremo gli epi-sodi più "succulenti". Il viaggio è durato quattro lunghe ore: l'unica nota positiva è stata guardare il panorama in prossimità dell'hotel. Appena arrivati, siamo andati a noleggiare tute, sci, scarponi e caschetto e ci hanno asseg-nato le camere. All'una circa siamo andati a mangiare e ci siamo fatti 3 piani di scale di corsa più volte, perchè non sapevamo se uscire con o senza tuta! La stanza era un pò piccola e datata; abbiamo iniziato subito a tirare fuori le nostre cose e già sorgeva un "problema": dentro al beauty si era aperta la crema, e si era sparsa per tutta la valigia!! La stanza, da tanto ordinata e carina quando siamo entrate, è diventata un vero e pro-prio disastro: vestiti in giro dappertutto, zaini rovesciati, ecc...insomma una confusione pazzesca. Dopo siamo andati a sciare e, a me e Giada, sembrava una cosa davvero impossibile, anzi, mi sem-brava di essere l'unica incapace, che non era in grado di salire una specie di "mini salita". Quindi il primo giorno è stato un po' scoraggiante, ma comunque non vedevamo l'ora di inziare il se- condo. La prima notte non è andata male, ma comunque ci siamo addormentate tardi e grazie a dei gio-chetti "prendi sonno" sui numeri e sull'alfabeto, che hanno testato le nostre capacità in mate-matica e italiano! La mattina seguente abbiamo sciato (moooolto meglio del giorno prima) e dopo, verso il pomeriggio, siamo andati in piscina: ci siamo divertiti molto tutti insieme,facendo gare di nuoto e non solo! Al momento della doccia, è sorto un altro“problemino”: il phon non funzionava e abbiamo provato a capire il perchè, fino a quando Federica non ci ha salvato dicendo:"ho io il phon!" - per fortuna lei aveva pensato anche a quello, altrimenti eravamo nei guai. Tanto per cambiare, Angelica ne ha combinata una delle sue: mentre stava cantando a squar-ciagola in doccia….poof! È caduta! Si è sentito un tonfo fortissimo, per fortuna senza conse-guenze. La sera è successo un altro piccolo imprevisto: proprio quando ci stavamo addormen-tando, abbiamo sentito una nostra compagna alzarsi da letto e andare in bagno…per decenza, diciamo che il suo stomaco non ha retto la tensione del giorno e il lavandino non ha molto apprez-zato!! Per non farci mancare niente, un’altra compagna ha iniziato a piangere come una disperata, perchè non riusciva a dormire: per consolarla, abbiamo pensato di giocare a carte, fino a quando (un pò tardi) non siamo crollate! Il terzo giorno è stato uno dei più belli: siamo riuscite tutte a sciare decentemente! La sera eravamo stanche morte e ci siamo addormentate subito. Il quarto giorno abbiamo dimostato a tutti di saper sciare e ci siamo divertiti un mondo sulle piste in libertà. Da un breve sondaggio, abbiamo scoperto che questa gita vorremmo rifarla tutti: è stata vera-mente speciale e unica: oltre a momenti di divertimento, ha avuto anche uno scopo educativo. È stata un’esperienza indimenticabile: prima di partire avevamo grandi aspettative, che sono state pienamente all'altezza. Speriamo si ripeta anche l'anno prossimo, perchè sciare ci è piaci-uto veramente moltissimo, soprattutto in compagnia!! Giada B. Angelica A.

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Uscita Didattica a Vittorio Veneto

Vittorio Veneto è una tranquilla cittadina che sorge tra le colline del Trevigiano e le pendici del-le Prealpi Bellunesi. In Italia tutti la conoscono per essere il luogo dove, di fatto, terminò la Grande Guerra con la vittoria dell'esercito italiano su quello austro-ungarico nell'ottobre del 1918. Oggi offre la possibilità di scoprire questa importante vicenda grazie al Museo della Bat-taglia, ospitato nelle stanze del cinquecentesco palazzo della Comunità di Ceneda e recentemen-te riaperto al pubblico. Martedì 14 marzo, noi alunni delle classi terze, abbiamo avuto la possibi-lità di visitare il Museo grazie al sindaco del nostro Comune, Mauro Fecchio, che ha organizzato e finanziato l’uscita a conclusione dello studio fatto in classe sul conflitto mondiale, anche con l’esperta Caterina Lovison. La guida ci ha spiegato che l'idea di costruire il museo della Battaglia

nacque nel 1938 in occasione del ventennale della vittoria quando Lui-gi Marson, un "Ragazzo del '99" di Vittorio Veneto, decise di donare alla comunità gli oggetti legati alla sua esperienza bellica che, per la loro importanza, vennero esposti all'interno del palazzo. Successiva-mente, il museo si arricchì grazie ad altre donazioni come una raccol-ta di grafici e documenti ufficiali devoluta dallo stesso Ministero della Guerra. La parte più interessante per noi è stata la trincea , ricostruita al primo piano che, attraverso un percorso tortuoso, permette di cono-scere i diversi aspetti della vita trascorsa in questi spazi ristretti. Non mancano poi filmati, effetti sonori, visivi che consentono di im-mergersi completamente in questa realtà per molti aspetti scono-sciuta. In questa parte del museo è ben visibile inoltre il tribolo, un ostacolo che veniva posto tra trincee nemiche e che oggi è il simbolo

del museo stesso. Al secondo piano abbiamo visto le stanze dedicate al periodo dell'occupazione militare in seguito alla Ritirata di Caporetto e l’Armeria. Infine, nel terzo piano abbiamo ripassato le vicende della Battaglia Finale che consentì all'eser-cito italiano di respingere definitivamente quello austro-ungarico, decretando così la vittoria. Terminata la visita, ci siamo spostati nel Cansiglio per pranzare e fare una passeggiata nel bo-sco, però il tempo non è stato clemente con noi e la pioggia non ha lasciato spazio all’uscita. La giornata comunque è stata indimenticabile! Sarah C. Elio D. Ilaria A. Nikolas Z.

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CASTELLO DI BEVILACQUA Il Medioevo, da tanti è definito come un’età buia, forse perché per lungo tempo il clima di quegli anni è stato ostile e piovo-so e non facilitava la vita delle persone. C’erano molte zone paludose, luoghi di lupi e leggendarie streghe, luoghi malsani che favorivano la diffusione delle malattie. Si moriva per poco e la vita media era al di sotto dei 50 anni. E poi c’erano i castelli, i cavalieri, i re e le regine, i castellani, i mo-naci e tante persone che lavoravano per vivere e a volte erano costrette a uccidere i figli, soprattutto se erano femmine, per-ché non potevano aiutare nei lavori duri ed erano “inutili bocche” da sfamare. Quale uscita migliore quella di recarci in un castello alla ricer-ca del medioevo? E come fare per sentirci parte di quell’età storica? Il Comune di Correzzola, che rievoca con La Marciliana alcuni momenti di quest’età, ci ha prestato i vestiti, bellissimi e ben riprodotti, così siamo entrati meglio nel personaggio. Il castello di Bevilacqua è ben tenuto, anche perché alcune parti sono adibite ad albergo e a ri-storante. Abbiamo potuto fare 3 laboratori:

• Il tiro con l’arco; • Gli amanuensi; • L’alchimia

Abbiamo visitato le antiche cucine, gli alloggi dei re e delle regine: tutte provviste di botole ben nascoste, che in realtà erano dei passaggi segreti per poter fuggire, nel caso ci fossero degli assedi. Siamo saliti anche al piano nobile, nella sala dei poeti dove c'era un mappamondo, una statua di Dante Alighieri e una di Shakespeare. Qui, la principessa Felicita suonava l’arpa e si dice che si aggiri ancora all’interno del castello come fantasma! Più tardi, con la guida, siamo andati nel giardino pensile, situato in un terrazzo dove si vedeva un meraviglioso panorama. Quando siamo tornati al piano di sotto, abbiamo fatto una tisana maci-nando con il pestello, nel mortaio, i fiori di camomilla e le foglie di menta. Alla fine, in una stanza dove c'era un grande tavolo preparato con fogli, penne stilografiche ed inchiostro, ci siamo allenati con la scrittura gotica. Qualcuno di noi si è appassionato, si è com-prato la penna e l’inchiostro e ha cominciato a scrivere come un vero amanuense! Guardate qua… Beatrice C. Marco G.

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MAGNIFICO MEDIOEVO

Studiare la storia attivamente attraverso un vero e proprio laboratorio è impegnativo, ma ci si diverte e si apprende con più entusiasmo. Che lavoro! Abbiamo costruito spade, scudi, la bale-stra e gli stemmi delle nostre famiglie su una pergamena da noi creata!

A proposito, lo sapevate che nel medioevo c’è stata una crisi della fab-bricazione delle pergamene che si ricavano dalle pance delle pecore?Forse per una moria di questi animali... E allora si riciclavano le perga-

mene già scritte, lavandole e scrivendoci sopra. Per questo ora negli archivi posse-diamo pergamene importantissime che, an-che se apparentemente sembrano inutili annotazioni di mercanti, possono nasconde-re dei codici importanti. Asia ha costruito una spada e uno scudo, ispirandosi alla spada di re Artù e dei cava-lieri della Tavola rotonda. Azzurra ha costruito un’altra spada, dire-

mo più affilata, anche se in legno e innocua, Simone una lancia in miniatura e Nicholas ha porta-to una balestra. Con la visione del film “The first knight” cioè “Il primo cavaliere”, abbiamo capito che cos’era l’investitura del cavaliere: la giostra che si era soliti fare nel Medioevo come gara di abilità, e ci siamo appassionati alla storia della regina Ginevra e di Ser LancilLotto. E poi, come avete già letto, abbiamo visitato il castello di Bevilacqua in costume: eravamo conta-dini, dame, monaci, arcieri, parroco, castellani, scudieri e c’era perfi-no un giullare di corte. Istruzioni per creare la finta pergamena

- prendere un foglio di carta - metterlo in una bacinella con il tè nero - immergere il foglio - aspettare 10 secondi - prenderlo e capovolgerlo - metterlo sul termofisone ad asciugare - stirare

Che lavoro!!! Ne è valsa la pena e alla fine abbiamo imparato non solo la storia del medioevo, ma anche a lavorare in gruppo come una vera e propria famiglia. Ringraziamo ancora il Comune di Correzzola, che ci ha prestato gli abiti della Marciliana: non mancate all’appuntamento di fine Luglio! Azzurra S. Asia T. Giorgia T.

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ALL FOR LIFE

A SCUOLA DI CUORE Il 24 gennaio 2019 l’associazione ALL FOR LIFE ha tenuto un corso di primo soccorso per le classi 3° della nostra scuola. La mattinata è stata divisa in 2 parti: - dalle 8:30 alle 10:00 si è parlato di infarto miocardico, Basic Life Support (BLS), manovre di disostruzione, il tutto accompagnato da slide e video. - dalle 10:15 alle 12:15 sono state insegnate manovre salvavita e posizione laterale di sicurez-za: dalla teoria alla pratica! Finita l’attività, ci sono stati consegnati degli attestati di partecipazione e alcuni poster ri-guardanti la manovra di Heimlich. Per concludere la giornata, alla presenza di tutte le classi, il prof. Romanato ha voluto ricordare Mabea Filippo, fondatore dell’associazione e ex allenatore della squadra di pallavolo locale, che ci ha lasciati nel 2017, facendo dono alla moglie di un col-lage fotografico delle squadre dell’epoca. Per noi è stata un’esperienza bella e costruttiva, che ci ha insegnato molte cose utili per la nostra vita futura. Asia R. Marco G.

Le classi prime e seconde hanno seguito il corso di primo soccorso con “Pronto Conselve”. Si ringrazia il Presidente Lorenzo Zambon e i volontari che ci hanno accompagnato nella forma-zione con tanta professionalità e gentilezza, facendoci ricordare che anche noi, conoscendo delle semplici manovre, possiamo salvare una vita! Nicolò Q. Simone D.

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Incontro con l’autore

MOMENTO FANTASY Mercoledì 27 marzo sono venute nella nostra scuola, nello spazio lettura, due autrici di generi diversi: Ilaria Cavalletto, prof.ssa di lettere, e Giulia Borgato, bibliotecaria scrittrice, che ci hanno letto alcune parti dei loro libri e ci hanno raccontato la loro passione per la scrit-tura. Giulia ci ha introdotto al fantasy leggen-do l'inizio del primo libro di Harry Pot-ter, la Pietra Filosofale. Poi ci ha parlato della sua passione di cost player, cioè un gruppo di lettori e scrittori che si tra-vestono come i personaggi dei libri fan-tasy o personaggi di fantasia. Poi, entrando nella sua pagina facebook, ci ha mo-strato le foto di come si vesti quando partecipa assieme al marito agli eventi costplayer. Ci ha detto che l’urban fantasy è un racconto ambientato in una cit-tà: quello che ha scritto lei, si svolge a Stanpounck, dove tutto funzione con le macchine da fumo. Alla fine della spiegazione ci ha nominato alcuni libri e film che potremmo leggere o vedere, come Pacific Rim, Harry Potter, Animali Fanta-stici, Dottor Hu, Guardiani della Galassia e molti altri ancora. Infine Giulia ci ha permesso di prendere in mano e guardare alcuni libri, il suo fantastico cappello con una nave comprata e dipinta, una mascherina con il becco color bronzo, poi un paio di occhiali spessi con le lenti nere e un libretto scritto in lingua vichinga,

che molti di noi sanno leggere. Ci ha inoltre presentato i suoi libri: “Accanto a un angelo”, “La trilogia Steampunck“, “Il poema di Antenore.” E’ poi tornata per incontrare e raccontare la sua passione anche ai compagni di seconda! Sara P. Azzurra S.

RUNE VICHINGHE Le rune vichinghe sono delle lettere usate come in italiano solo in un'altra lingua, che viene tra-mandata da antiche civiltà, come i vichinghi e germani. Siamo venuti a conoscenza di questa scrittura grazie a un libro intitolato "Dragologia", che par-lava ovviamente di draghi, ma nella scrittura vichinga. Noi all'inizio non sapevamo leggerla, ma abbiamo trovato l'alfabeto dentro a una busta all'inizio del libro, cosa che ci ha permesso di studiarlo e così ci siamo divertiti a decifrare i testi che parlavano di draghi. Poi abbiamo trovato un foglietto dove c'era scritta questa formula, che serve per evocare un drago:

"Mischiate una piuma di fenice con sputi di unicorno,

andate all'imboccatura di un'antica grotta,

disegnate un cerchio a terra

e pronunciate queste parole:

dexstai sinixstay admey.

E il drago vi apparirà davanti per servirvi per nove mesi

ma se pronunciate le parole magiche in modo errato

il mostro vi si torcerà contro per nove mesi

Silvia M. Asia T.

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I RACCONTI DELLA PROF. CAVALLETTO

La professoressa Ilaria Cavalletto ci ha letto alcune pagine del suo libro: “Una vacanza indimen-ticabile”, che parla di una storia di amicizia. Un bambino di nome Pietro aveva finito la scuola e, mentre stava facendo un giro in bici, si scon-tra con un suo compagno di classe, Yosef. Lui aveva promesso di dimenticarselo per l’estate. Quando Pietro arriva a casa è felicissimo. Suo zio Gianni gli aveva promesso di portarlo in vacan-za nel suo rifugio in montagna, visto che i genitori non avevano la possibilità di portarlo alla soli-ta vacanza al mare. Arrivati al rifugio, Pietro ha una brutta sorpresa: scopre che il padre di Jo-sef è il collega dello zio Gianni. Così, all’inizio della vacanza Pietro e Josef non si rivolgono la pa-

rola. Tutti i giorni i due ragazzi vanno insieme agli adulti nel bosco per catturare dei cuccioli d’aquila. Una sera, finito di cenare, si azzuffano e gli adulti, dopo averli separati, li mandano in camera in puni-zione. Una mattina i due adulti vengono avvisati di un orso che vaga nella foresta, così costringono i due ragazzi a rimanere chiusi in casa. Dopo un po’ di tempo si accorgono che l’orso ha circondato la casa. Così chiudono a chiave la porta e ci mettono il tavo-lo a barricarla. Intanto chiamano gli adulti, che ar-

rivano prontamente. Scampato il pericolo, i due ragazzi diventano amici. Che bella l’amicizia, è un grande valore! Sebastiano M. Eleonora V. Nel secondo incontro, con la 1^B, la professoressa Cavalletto ha letto il racconto dal titolo “Il sole”, scritto per il concorso “Giallo Milanese”, nel quale si richiedeva di scrivere un breve rac-conto che contenesse il colore giallo, con cui la prof ha vinto il primo premio. Ecco la sintesi. Un signore, molto triste e solo, dopo la morte del figlio e della moglie in un tragico incidente, decide di andare da un frate in una missione in Amazzonia. Nel viaggio è accompagnato dalla spe-ranza di ritrovare un po' di serenità. Arrivato in Amazzonia, il frate portò il signore in una scuola dove c’erano appesi alla parete tanti soli gialli e tra questi anche un sole grigio. Il signore rimase perplesso, poi posò lo sguardo su una gradinata e vide un bambino che se ne stava seduto piangendo, tutto solo. Egli si avvicinò e gli chiese perché piangeva. Il ragazzino rispose che se ne stava lì tutto solo, perché da poco aveva perso la madre per colpa di una grave malattia. Il ragazzino sconfortato continuava a piangere, ma a un certo punto il signore rispose che anche lui aveva perso la famiglia in un incidente stradale e nell’abbraccio dei due nasce la speranza di una nuova vita e di nuove risposte. “Quando le persone muoiono, salgono in paradiso e si trasformano i mille soli, che noi ogni notte vediamo come stelle”. Ecco perché alla fine, quel ragazzino si alzò e tornò in classe, chiese alla maestra un cartoncino giallo e ci disegnò un sole di un bel giallo inteso e lo appese al posto di quello grigio.

Giulia M. Gioia R. Azzurra S.

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L'ORTO DELLA SCUOLA

Quest'anno, noi alunni della classe 1B, ci siamo presi cura dell'orto giardino, che il professor Romanato ha realizzato nel novembre del 2016 insieme ai suoi alunni. Abbiamo cominciato a togliere l'erba e alcuni di noi hanno portato delle nuove piantine. In novembre abbiamo seminato l' orzo, il mais e il farro e abbiamo seguito la crescita: ora devo-no solo maturare le spighe, se il tempo lo permette, perchè la pioggia non lascia spazio al sole. Comunque abbiamo fatto un'ottima raccolta di piselli e la prof ci ha fatto un’ottima focaccia: davvero buona!

Coltivare l’orto, piantare i semi, innaffiare le piante e vivere la gioia del raccolto aiuta gli alunni di tutte le età a ritrovare il contatto con la natura, che purtroppo rischia sempre più di andare perduto, tra le lunghe ore passate sui banchi e il trop-po tempo dedicato alla tecnologia e ai videogiochi. Esiste un modo diverso di apprendere che richiama pro-prio gli insegnamenti che solo la natura ci può dare. Gli alunni sono sempre attratti dalla possibilità di piantare un seme, di osservare crescere i primi germogli e poi le piantine, e di sco-prire da dove proviene il cibo che portiamo in tavola. Le attività didattiche legate all’orto si possono inserire nelle materie scolastiche di tipo scientifico e non solo. Si possono infatti invitare gli studenti, in base alle età, a fare delle ri-cerche sulla tipologia degli ortaggi, sulle cure di cui hanno bisogno e sugli elementi botanici da tenere in considerazione

per riconoscere le piante. Speriamo di riuscire a portare avanti questo progetto! Simone D. Alberto L. _______________________________________________________________________ Nel corso di un lavoro di geografia, abbiamo inventato una banconota, ispirandoci e riflettendo sul tema: il denaro e le emozioni. La ricchezza: un po’ per me, un po’ per te, un po’ per tutti. Ecco il risultato:

Il soffio di un bambino, il desiderio di tutti: una ricchezza distribuita per un mondo più

equo.

Classe 2B

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L'8 marzo, in occasione delle “Giornate dello sport” promosse dalla Regione, il Comune di Ponte-longo ha proposto una serie di appuntamenti di discussione e confronto aperti agli studenti di P o n t e l o n g o , P i o v e d i S a c c o , C a n d i a n a e C o r r e z z o l a . Alle ore 9, nella palestra degli impianti sportivi, abbiamo assistito a una conferenza sul tema “Sport è” con gli interventi di Amy Fabé Dia Longo, velocista francese naturalizzata italiana, Maurizio Pistore, il nostro insegnante di educazione fisica e membro del Motorbike Adventure Team e la mamma di Ciro Esposito, Antonella Leardi, che ci ha voluto presentare e raccontare la causa della triste morte di suo figlio.

Il nostro prof. ci ha raccontato dei suoi splendidi e intrepidi viaggi. E ci ha confidato che, fino alle superiori, era bravissimo a scuola, però in scienze motorie era una frana e in pagella aveva appena la sufficienza. E' stato un insegnante delle superiori a fargli amare lo sport, tanto da scegliere di diventare a sua volta professore di motoria.

Amy Fabé Dia Longo è una velocista. Ha vinto 21 titoli na-zionali, 15 francesi e 6 italiani. Detiene 6 record nazionali, 5 francesi di categoria ed 1 italiano masters. Una vera campionessa: per lei lo sport è stato sacrificio, fatica, ri-nunce. Ha cominciato per imitazione della sorella: “Mia so-rella più grande, N'Deye, era una velocista. Ho avuto lei come esempio e il vederla tornare spesso a casa con le me-daglie mi ha dato lo stimolo per iniziare: volevo raggiungere anch’io i suoi traguardi!”

Antonella Leardi, la madre di Ciro Esposito ci ha raccontato la storia della triste morte di suo figlio, tifoso della squadra napoletana. Il 3 maggio 2014 ritornò dal lavoro e disse a sua mamma che voleva andare a vedere la finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina. Antonella, a questa noti-zia, gli preparò un panino squisito con una ricetta napoletana. Partito, andò allo stadio di Roma, dove si svolgeva la finale di Coppa Italia. Ciro, appena arrivato, sentì dall'altra parte di un muro delle grida di terrore e disperazione e colpi di pistola. Appena sentì questi rumori, scavalcò il muro e salì sul pullman da dove venivano le urla e da dietro un colpo di pistola lo colpì alla schie-na. Dopo il colpo venne portato al reparto di rianimazone dell’ospedale Gemelli di Ro-ma. Daniele De Santis, 48 anni, ex ultrà romanista responsabile della morte di Ciro, oggi deve rispondere di omicidio volontario, tentato omicidio e porto abu-sivo di armi. Nonostante Daniele abbia ucciso volon-tariamente suo figlio, Antonella lo ha perdonato, dimostrando che chi sa per-donare, sa amare. Simone D. Andrea T.

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Quest'anno nelle giornate dello sport abbiamo ricordato anche il maratoneta Leonardo Cenci e i suoi insegnamenti.

“Quando ho cominciato la maratona più difficile del-la mia vita, ho messo i sogni ai piedi e l’invincibilità nel mio cuore”. Infatti quando cinque anni fa gli hanno dato quattro mesi di vita, Leonardo ha preso una decisione: ‘Non se ne parla neanche, ho troppi sogni in corso, troppe cose da fare’. Ha chiesto scusa alla mamma perché si era ammalato di un male inguaribile, ha festeggiato il capodanno a novembre per portarsi avanti, si è rimboccato le maniche della tuta e si è dato da fare per rendere il tempo che gli restava il migliore pos-sibile.

Da buon maratoneta, ha detto al suo cancro: ‘Io continuo a camminare, vedi un po’ se riesci a starmi dietro’. E il suo ‘ospite’ – così chiama la sua malattia – ha dovuto rassegnarsi e seguir-lo fino a New York, correndo con Leonardo ben due maratone. Quattro ore e 6 minuti è il tempo con cui ha tagliato il traguardo della seconda gara, migliorando addirittura quello dell’anno prima. La pratica sportiva per Leonardo ha rappresentato il miglior alleato nella battaglia contro la malattia. Con le cure mediche e una forza d’animo rarissima, a febbraio del 2017 il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, gli ha conferito il titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana “Per la determinazione e forza d’animo con cui affrontava la sua gravissima malattia, offrendo agli altri malati un esempio per reagire e in di-fesa della vita”, questa la motivazione. Il 30 gennaio è morto questo grande guerriero. Un esempio di speranza e amore per la vita. Noi l’abbiamo ricordato nelle giornate dello sport, che quest’anno abbiamo dedicato alla corsa …ai maratoneti eroi. Grazie Leo per quello che ci hai insegnato. Anche noi dobbiamo dare valore a ogni momento della nostra vita e questo è il nostro slogan! ALLENATI mentre gli altri dormono

STUDIA mentre gli altri escono

RESISTI mentre gli altri mollano alla fine avrai quello che gli altri SOGNANO La classe 1B ha realizzato un video sugli sport che pratichiamo; è stato divertente e ci ha fatto capire che chi pratica uno sport si prepara ad allenarsi per la vita. E'stato bella anche la mini olimpiade delle classi prime, organizzata dalla prof.ssa Zatta, che ha visto trionfare nella sfida di pallavolo la classe 1A, nella gara di pallacanestro la classe 1 B e in atletica leggera ancora la 1A. Un incitamento alla classe 1C, che spiccava in simpatia! Gioia R. Giulia C. Nicolò Q.

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RUN FOR CORNELIA

“VIVI, AMA, CORRI AVANTI TUTTA”

01/03/2019 Oggi è stata una giornata molto bella, ma anche molto importante. Abbiamo vissuto lo sport in maniera davvero singolare. Per cominciare le 1^, le 2^ e le 3^ si sono raccolte tutte in atrio per incontrare Vincenzo Placida, un maratoneta fondatore di “Run for Cornelia”. Vincenzo ci ha

spiegato che ha una figlia di nome Valentina, affetta dalla sindrome di Cornelia De Lange, una malattia rara, che dà il nome all’associazione. Infatti tutto è nato per lei, per darle la possibilità di stare insieme agli altri, perché con la sua patologia non riesce a comunicare . Ci ha detto che circa fino a un anno e mezzo fa, non aveva mai corso e poi ha cominciato a fare qualche marcia insieme a lei in passeggino, fino ad arrivare a fare la maratona di Venezia con molte altre perso-ne che hanno aderito all’associazione. Abbiamo visto il filmato di questa corsa e tutta la felicità di Valentina. Vincenzo ha raccontato che in questa impresa, compiuta insieme a molti amici ha visto una scintilla di felicità negli occhi di sua figlia. E questa gli ha dato la forza per superare gli ostacoli incontrati lungo il cammino, come l’ acqua alta che impediva di andare avanti e i tanti ponti da superare. Quando mancavano tre chilometri e c’era un ultimo ponte da oltrepassare, con il passeggino era impossibile. Vincenzo allora ha deciso di prendere Valentina in braccio e di por-tarla fino al traguardo. Quanta commozione nelle sue parole e anche in noi che lo ascoltavamo. Dopo questa chiacchierata, noi alunni delle classi prime siamo andati fuori e con la nostra compa-gna Beatrice e abbiamo fatto, assieme a Vincenzo, una mini maratona per le vie del paese: la no-stra corsa per Valentina e tutti quelli che come lei hanno delle difficoltà. Ci siamo messi il pet-torale con il logo “run for cornelia” e con le parole di Cenci : “VIVI, AMA, CORRI AVANTI TUTTA”

Grazie a Gloria e a suo marito per averci fatto conoscere Vincenzo! Ecco cosa riporta di noi: “Oggi per la prima volta sono stato in una scuola media per raccontare l’esperienza delle corse con Valentina. Non pensavo di provare così tanta emozione nel de-scrivere cosa significhi per me correre con la mia prin-cipessa. Le parole sono uscite senza che me ne accor-gessi. Sono venute dal cuore. E alla fine, negli occhi di tutti i ragazzi e gli insegnanti, c’era quello sguardo che ti fa capire quanto importante sia quello che stiamo facendo. E ancora più importante è che tutti capiscano quanto bene sia per Valentina e tutti i nostri ragazzi stare in mezzo alla gente che ti vuole bene e che ti aiuta. Emozioni che creano emozioni. Grazie a Gloria e ad Andrea che mi hanno invitato alla scuola Manzoni di Correzzola. E grazie a tutti gli insegnanti e alunni che mi hanno accolto a braccia aperte. Un abbraccio alla piccola Beatrice con cui abbiamo condiviso una piccola corsa con i suoi amici”.

Sara P.

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NON BUTTIAMO TUTTO IN FUMO! Martedì 19 febbraio la mia classe ha partecipato ad un incontro con medici e testimoni dell’Associazione Oncologica Italiana per i Mutila-ti della Voce: è stato un pomeriggio molto interessante, ma soprat-tutto ha rinnovato in noi i valori di responsabilità, impegno, libertà e sacrificio. Questo incontro, che fa parte del progetto “Non buttiamo tutto in fumo”, ha coinvolto entrambe le classi seconde della nostra scuola, nell’ottica di informarci sugli innumerevoli danni che il fumo può pro-vocare, anche se a me, personalmente, è piaciuto molto il fatto che riprendesse molti altri rischi in cui possiamo “cadere”, data la nostra giovane età e la poca esperienza. A volte siamo così ingenui e scioc-chi da lasciarci influenzare da brutte compagnie, senza renderci conto che, una volta preso il vizio, non è così facile abbandonarlo, perché le sigarette, oltre a dare dipendenza a causa della nicotina, sono un “veleno” a tutti gli effetti, perché contengono ammoniaca e sono altamente cancerogene a causa del catrame...eppure ancora oggi moltissime persone continuano a fumare, consapevoli o inconsapevoli di ciò che immettono nel loro organismo. Abbiamo discusso a lungo anche della nostra libertà, che finisce esattamente dove inizia quella degli altri, e senza regole non può esistere; di responsabilità, e quindi del fatto che bisogna essere consapevoli delle nostre azioni; dell’impegno e del sacrificio, tramite i quali possiamo raggiungere i nostri obiettivi, ed infine delle scelte dannose che non dobbiamo fare per non “buttare in fumo” i traguardi raggiunti. Abbiamo capito che il divertimento non è eccesso ed esagerazione, perché dipendere da

sostanze come alcool, droga e fumo non significa divertirsi, ma rovinarsi progressivamen-

te, prendendo una strada poi difficile da ripercorrere contromano.

La parte più significativa dell’incontro, a mio parere è stata la testimonianza di Tarcisio N., un laringectomizzato, ovvero una persona che ha subito un’operazione chirurgica che prevede l’asportazione della laringe (e quindi delle corde vocali) e di parte della trachea: dopo questo intervento, la persona non respira più attraverso il naso o la bocca, ma attraverso lo stoma, un foro creato alla base del collo. Inoltre Tarcisio parla in modo “strano” perché la sua voce non è più prodotta dalle corde vocali, ma dall’esofago: imparare a utilizzare la voce esofagea non è facile, motivo per cui molti preferiscono utilizzare un laringofono, cioè uno strumento che per-

mette ai laringectomizzati di parlare leggendo il labiale. La sua testimonianza si è integrata benissimo con il resto dell’incontro, perché siamo così abituati a sentirci dire che “non dobbiamo fare questo, non dobbiamo fare quello...” che qua-si non ascoltiamo sempre chi ci parla con attenzione, sembrano quasi sto-rielle inventate per spaventare i bambini; invece vedere con i nostri occhi una persona operata e mutilata a causa del fumo, dà la certezza che si tratti di una cosa veramente reale.

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È stata un’esperienza molto utile e importante, che ha ribadito per l’ennesima volta i rischi di cadere in quell’enorme buco nero che è la dipendenza da qualsiasi sostanza o persona possa rive-larsi dannosa per la nostra salute. L’abuso di alcool e la dipendenza da droghe o tabacco sono i “maggiori esponenti” di questo buco nero, in cui spero noi non cadremo, proprio perché non possiamo, anzi, non vogliamo “buttare tut-to in fumo”! Federica A. Alessio B.

Noi volontari dell'Associazione Oncologica Mutilati della Voce che abbiamo partecipato alla rea-lizzazione del progetto contro il Tabagismo, ringraziamo la Dirigente e tutti gli insegnanti dell'Ic di Correzzola che ci hanno accolto con interesse ed entusiasmo e siamo grati al Respon-sabile contabile che ha curato la parte amministrativa. Ma è soprattutto i ragazzi che vogliamo ringraziare: ogni volta è per noi un'emozione osservarli mentre ascoltano con pazienza, quando abbassano le voci e sgranano gli occhi per ascoltare con empatia l'esperienza dei testimoni e come poi, sanno far tesoro di tutto per continuare a lavora-re sui contenuti proposti. Sappiamo di aver proposto tanto e come molte cose possano apparire lontane dalla loro espe-rienza attuale. Speriamo di essere riusciti a lasciare un piccolo seme di informazioni, di spiega-zioni e di storie di vita, che in futuro possa essere ripreso dalla memoria di ciascuno per costru-ire il proprio percorso personale. AOI Mutilati della Voce Giuseppe Pavan Tarcisio Nalesso Pierino Tronchin dr. Vito Migliorini dr.ssa Simonetta Lazzarin

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INCONTRO CON LA STORICA LOCALE

MAESTRA C. LOVISON

Martedì 30 Aprile 2019, noi delle classi terze abbiamo partecipato a un incontro con la storica Caterina Lovison, ex insegnante di scuola primaria, sulla vita durante la prima guerra mondiale. Ci ha raccontato che è andata a cercare negli archivi comunali informazioni riguardanti la vita dei caduti di Correzzola durante il periodo di guerra. Ci ha portato un libro scritto da lei, nel quale ha trascritto tutte le informazioni che ha trovato sui documenti del Comune. I ragazzi-soldati di Correzzola erano contadini inesperti e spesso analfabeti. Come per i ragazzi di tutte le altre regioni d’Italia, anche questi giovani si sono tro-vati catapultati in una realtà tragica. Impreparati. Restano lettere, qualche foto, qualche rac-conto tramandato, che testimoniano la dura vita nelle trincee, e i loro nomi scolpiti sui monumen-ti dei paesi. Abbiamo sentito tanta emozione nei racconti di Caterina, perché anche la sua fami-glia è stata coinvolta, con il padre Primo testimone del secondo conflitto. In così poco tempo (un’ora è volata!), è riuscita a farci capire com’era realmente la vita in situa-zioni così difficili, complicate e atroci. Ci ha spiegato moltissime cose e ci ha mostrato immagini di vari documenti e certificati di guer-ra, che descrivevano gli oggetti in possesso dei soldati ormai caduti al fronte. Ci ha raccontato inoltre della vita dei soldati in trincea e di come comunicavano con i propri familiari. Insomma, un incontro molto formativo, un’ora molto interessante e diversa di storia locale!

Mattia B. Sara L.M. Eros F. Simone B. Marco M.

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L'école à notre façon

La 5ème de nos reves La seconda dei nostri sogni n'a pas de professeurs non ha professori ni de portes fermées. né porte chiuse. La 5ème de nos reves La seconda dei nostri sogni n'a pas d'impositions non ha imposizioni ni de notes disciplinaires. né note disciplinari. La 5ème de nos reves La seconda dei nostri sogni est pleine d'espoir è piena di speranza "une interminable récré" “une interminabile ricreazione” Un coeur très grand Un cuore molto grande de la lumière dans les pensées della luce nei pensieri une liberté constructive una libertà costruttiva pour des élèves heureux per degli alunni felici qui apprennent en s'amusant che imparano divertendosi aiment le respect et la dignité amano il rispetto e la dignità dans les regards et les sourires negli sguardi e sorrisi de toutes les personnes di tutte le persone dans cette école in questa scuola à notre façon. a modo nostro. Classe II A

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APPRENDISTI POETI CRESCONO...

Anche quest’anno gli alunni delle classi 1^B, 1^C e 2^B si sono cimentati con laboratori di scrittura creativa e poesia...ecco una selezione di questi lavori, uno dei quali si è classificato al secondo posto del Concorso di poe-sia promosso dal Comune di Pontelongo!

SCELTE

Una luce spenta, un luogo proibito, tutto ciò che il mondo reputa appassito.

Un messaggio chiaro, una luce forte, un quadro innaturale di immagini contorte.

Un silenzio inumano, uno spazio immenso, visioni a cui cerco di dare un senso.

Una vita spesa male, buttata via... solamente per seguire una nota e sbagliata scìa. Federica A., 2^B 2^classificato

QUESTA SONO IO

Una tempesta in un giorno di sole, che non si calma mai.

Una goccia in mezzo all’oceano, dispersa in altre mille.

Il fuoco sulla neve che arde scoppiettante...

Una ragazza come tante che, nel suo piccolo, si ama. Ines E.K., 2^B LE STELLE

In un cielo blu scorgo una stella che brilla, credo sia la più grande e la più bella.

Sembra vicina, si tocca quasi con un dito ma non è cosi, fa la birichina.

Continuo a sognare di poterla prendere in mano anche se, nel frattempo, il mio sogno rimane vano. Riccardo Z., 2^B

CI SONO COSE

Ci sono cose indecifrabili che nessuno può capire, che nessuno può immaginare. Sono le cose, le persone più importanti che hai e che non lascerai mai... con gli occhi, ma, soprattutto, con il cuore. Aurora L., 2^B STELLE

In quella settimana mi sono vista cadere il cuore in mano e distruggersi in mille pezzetti, e mentre si distruggeva, emanava lacrime che, come stelle, oltre a cadere fuori dal corpo, cadevano anche all'interno, aiutandomi a brillare. Michela M., 2^B CIO’ CHE SENTO Io sento il grido di un bambino felice, sento un tifoso allo stadio sento la natura che si muove, ma ancora non riesco a smettere di sentire grida di guerra. Alessio B., 2^B

DOLORE

Dolore negli occhi dei bambini costretti a lavorare, dolore nelle case, dove è morta una donna, dolore nella natura, succube del nostro be-nessere, dolore in una strada sommersa di rifiuti, dolore in un amore falso.

Gioia nell’amicizia che non vede differenze! Leonardo G. 2^B

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INNAMORATI

Il cielo stellato, i vestiti colorati, la gioia e la tristezza sui volti disegnati. Gli occhi di chi sogna e di chi è impaurito vedranno sempre verso l'infinito. Prendersi per mano Uno accanto all'altro con amore: è un incanto. Sara P., 1^B LA NOTTE

Il mio sguardo Si innalza verso il cielo. Verso di te, Splendente stella della notte, Scende l'oscurità di tutti i desideri, di tutti i pensieri. Uno sguardo si perde in questa visione, sono sola, Tutto tace, pensieri vanno e vengono, mi abbandono nel buio, mi sento protetta e non ho paura, faccio solo bei sogni. Giulia C., 1^B OCCHI

Il tuo viso ha due enormi e bellissimi occhi, che mi sembrano due porte aperte sull'universo, che non ha fine, che non ha confini, che mi fa ricordare il profumo del mare. Attraverso te vedo il mondo più bello, più generoso, e mi fai ben sperare. Grazie mamma di essere tua figlia. Silvia M., 1^B L'AMICIZIA

L'amicizia è qualcosa che non si può toc-care, l'amicizia è qualcosa che ci fa sentire protetti, l'amicizia si sente col cuore e non si compra, l'amicizia non si può spezzare, l'amicizia è oro; avere un amico è trovare un tesoro. Beatrice C., 1^B

AMICI

Amici ancore nei giorni tristi amici giorni di sole e giri in bici amici luce nel buio amici speranza infinita amici gioia e simpatia lungo la via amici come fratelli. Andrea T., 1^B

L'AMICIZIA Dall'amicizia non ti puoi separare, perchè è qualcosa che tanto vale. Non ha significato, basta solo sognare. Ma non è un sogno, non è un illusione, tutti ce l'hanno dentro il cuore, ed è anche amica dell'amore. L'amicizia è qualcosa di speciale qualcosa che tutti possono meritare, non serve la guerra, basta la pace. Non bisogna combattere, bisogna aiutare, per fare una bella vita ed imparare ad amare. Elena F. 1^C IL SOLE

Sole che oggi sei appena spuntato tutta la notte dove sei stato? Sole che oggi tramonterai dietro quei monti laggiù, dove vai? Dall'altra parte c'è un continente. Giri di sotto a svegliare la gente, il loro giorno è quando dormo io, però domani riportami il mio. Riccardo A. 1^C

IL MARE Mare, mare com'è bello sognare! Se tu mi culli, sto qui ad abitare! Mare di aria, mare di vento. se tu mi parli sono contento! È bello il mare quando fa contare! Eleonora T. 1^C

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CARO DANTE, TI SCRIVO…

Ecco i componimenti di alcuni alunni della 2B sul tema della Divina Commedia: prima una lettera scritta a

Dante in persona, utilizzando un linguaggio all’altezza del “padre” della lingua italiana, poi un viaggio

all’Inferno, con l’introduzione di nuovi peccati, molto “attuali”…buona lettura!

Gentile Dante,o, per meglio dire, Durante, le scrivo per pregarla di dare risposta ad alcune delle domande che mi pongo da tempo riguardo la sua più grande opera: ”La Commedia”. Nel XIV canto dell’Inferno ad esempio, lei attribuisce la creazione dei tre fiumi infernali alle lacrime di un gigante posto sul monte Ida. Ammesso che questa non sia una futile leggenda, per pura curiosità, la mia domanda è la seguente: se le acque del Flegetonte sono colme di sangue ribollente, quelle dello Stige di fango scuro come pece, quelle dell’Acheronte di una materia imprecisata, e la ghiaccia di Co-cito è invece formata da acqua ghiacciata, di che materia sono le gocce che il misterioso gigante lacrima? Sono giorni che mi arrovello per trovare un’implicita spiegazione a questi versi e non so se lei potrà darmi una risposta precisa, ma la prego almeno di rassicurarmi in caso tutto ciò sia frutto della sua fervida immaginazione. Inoltre, essendo lei un uomo di grande perspicacia e ingegno, mi chiedo perché, con questa Com-media, si sia voluto sostituire all’intangibile giudizio divino, peccando quasi certamente di super-bia. Perdoni la mia insolenza, ma sono sicura che ci fossero altri modi per dimostrare la sua va-sta bravura e conoscenza… Ho notato inoltre che lei ha grande disprezzo per gli ignavi, e posso facilmente immaginarne il motivo, non comprendo tuttavia perché lei non li reputi nemmeno degni di entrare all’inferno, dando così all’ignavia la fama del peggior delitto che un uomo possa compiere. Quindi, qual è il motivo di questa collocazione? Un altro grande rompicapo è per me la pena del contrappasso dei ladri, costretti a subire la cru-dele metamorfosi di bruciare, incenerirsi, ed infine riassumere la propria forma. Non che io re-puti troppo leggera o pesante la pena, ma non ne capisco il motivo: perché mai una persona che si appropria illecitamente di averi altrui dovrebbe subire una simile trasformazione? Le altre pene del contrappasso, sia per analogia che per contrasto, mi sono abbastanza chiare, eccetto quella degli eretici, che consiste nel riposare eternamente in tombe infuocate, da cui provengono gemiti e lamenti. Non posso che finire la mia lettera con una lode a lei e al suo capolavoro: un’opera ingegnosa, in cui nulla è lasciato al caso, ogni riferimento alla realtà e ai fatti passati è minuziosamente cura-to, ogni verso e ogni strofa da lei composta contiene più di un insito significato, che solo con at-tenti studi è possibile scovare. La sua raffinata poesia raccoglie, inoltre, una grande vastità di informazioni che variano dal campo letterario a quello scientifico e tutto è disposto con ordine e precisione. Spero non mi inserirà tra i ruffiani delle Malebolge dopo queste mie ultime parole, e spero anche che la mia lettera non sia per lei indice di disturbo, ma che sia anzi un motivo per approfondire ulteriormente le sue già ampie conoscenze. Distinti saluti, Federica A.

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DIVINA COMMEDIA?DIVINA COMMEDIA?DIVINA COMMEDIA?DIVINA COMMEDIA?

Era un sabato sera tranquillo e stavo leggendo la Divina Commedia di Dante quando...mi sono ritrovato davanti alla porta dell'Inferno, con la famosa scritta da "Per me si va ne la città dolente" a "Lasciate ogne speranza o voi ch'intrate" in una strana lingua, quasi cuneiforme, che non riconobbi, ma che compresi comunque, come se fosse scritta in una lingua che, inconsciamente, ogni essere umano conosce; non vidi nessuno nei dintorni, così mi avvicinai alla porta: intorno c'era un pae-saggio roccioso, inabitato, misterioso. Sempre più vicino a quell' oscu-ro buco nella roccia non sapevo se entrare o fuggire, ma non riuscivo a fermarmi, ero come at-tratto; ero ormai giunto sotto la tragica scritta e cercai inutilmente di scorgere qualcosa oltre quell'impenetrabile buio, misi un piede all'interno dell'infernale porta, feci poi un saltello dentro e uno fuori, poi uno, due, tre passi e tornai di corsa verso la luce: volevo assicurarmi di poter uscire da lì! Ripetutasi un paio di volte questa operazione, vidi una figura sfuocata e pallida nel buio della Porta: di scatto afferrai una pietra e presi la mira, ma la spettrale figura continuava ad avanzare lentamente; osservai meglio: era alta e molto magra, feci pochi passi in avanti e su-bito la riconobbi, no, non poteva essere vero...la prof: era proprio lei!! Pensai fosse qualche strano trucco, ma non era possibile; l'ombra mi fece gesto di avvicinarmi e io obbedii: era veramente lei. Subito mi è scappato un: "anche nell'aldilà mi perseguita...". Ma lei rispose seplicemente: "Seguimi". Attraversammo la Porta dell'Inferno e lei aggiunse: "Sono stata inviata per mostrarti l'Inferno e avvisare te e i tuoi compagni su quale strada non prendere." Dopo qualche minuto di camminata

in silenzio, sbucammo accanto ad una barca che galleggiava sulla lava, con una specie di scheletro a remare. Una volta saliti sulla barca, lo scheletro fece per aprire bocca, ma la prof lo fulminò con lo sguardo e subito lo scheletro cominciò a remare. Durante il tragitto, mi chiesi come mai la prof si trovasse all'Inferno, ma non osai chiederglielo...aveva detto di essere stata inviata dal Paradiso... Navigammo sopra fiumi di lava e fuoco, e dopo poco si scorse la riva; lo scheletro attraccò, io e la prof scendemmo e lo scheletro ripartì. Il paesaggio era cambiato: eravamo in una

radura piena di rifiuti, dove c'erano uomini, o meglio anime, che correvano nude, scappavano da bestie mostruose, e c'erano delle specie di lupi giganteschi, con zanne sproporzionate, pipistrelli che attaccavano le anime mordendole al collo, felini dagli artigli come spade, serpenti a due o tre teste, lucertole dalla coda spinosa... La prof mi spiegò come un peccato aggiunto da poco a quelli infernali fosse il maltrattamento degli animali e l'inquinamento dell'ambiente che, per contrappasso, veniva punito in questo modo: come in vita le anime avevano trattato male l'ambiente o gli animali, ora questi si ribellano all'uomo attraverso bestie spaventose e la furia degli elementi: terremoti, fiammate improvvise, grandine, un vento fortissimo e i fulmini che si scagliavano a destra e a manca. Proseguendo, ho notato diverse facce conosciute, ma meglio che non faccia i nomi... Ricominciammo a camminare e trovammo una specie di porta: era rotonda, fatta di ossidiana, ma non si vedeva oltre perchè era tutto viola; la attraversò prima la mia guida ed io la seguii. Il pae-saggio mutava ancora: eravamo in una gigantesca palude di sangue puzzolente: "Qui soffrono gli assassini e gli omicidi: attraverso delle visioni sono costretti a rivivere ogni momento dell'ucci-sione della vittima, subendola però su loro stessi. Quello che vedi infatti ha appena avuto la vi-sione della sua compagna assassinata, ma i tagli della lama li subisce cento volte tanto sulla pro-

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pria pelle. A controllare tutto ci sono dei diavoli, che colpiscono a loro volta i peccatori". Sforzando la vista, riuscii a riconoscere Hitler e altri assassini visti in TV, non mi ricordo i nomi di tutti, ma alcune facce erano abbastanza familiari...però devo dire che i peccatori qui erano davvero molto numerosi. Mentre continuava-mo a camminare sul sangue lercio, la mia guida mi spiegò che colo-ro che uccidono per difesa o in un incidente invece, si salvano e scontano la loro pena in Purgatorio, mentre il sangue su cui stava-mo camminando era il sangue delle vittime! Proseguendo, oltrepassammo un altro portale e ci ritrovammo su una enorme distesa di lava fusa e raffreddata, da cui ogni tanto salivano delle fiammate, mentre dall'alto piovevano palle di fuoco e getti di lava incandescente; in mezzo a questo caos si trova-vano creature gigantesche, che schiacciavano le anime. "Qui vengono puniti i bestemmiatori: a loro è stata mozzata la lingua e assistono a visioni del Paradiso che in realtà sono illusioni, dove le anime e i giganti lottano tra loro per il primato; il "fortunato" che arriva davanti a quella che sembra la porta del paradiso, viene ustionato da una fiammata improvvisa e l'illusione svanisce, facendo ricominciare il ciclo all'infinito". Stavamo per attraversare un nuovo portale, quando sentii il rumore della sveglia e mia mamma urlare. "Sei in ritardo, sei in RITARDO, sbrigati, sei in ritardo, datti una mossa!!!" Sbattei le palpebre e, quando riaprii gli occhi, mi trovavo a pancia in giù, sul mio letto, con mia mamma che mi correva intorno...era stato solo un sogno? Non può essere: era troppo vero, le immagini troppo nitide, ma forse non lo saprò mai... Leonardo G.

GIACOMO LEOPARDI

L'INFINITO, 1819 (Canti, XII).

Sempre caro mi fu quest'ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quiete io nel pensier mi fingo, ove per poco il cor non si spaura. E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comprando: e mi sovvien l’eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, il suon di lei. Così tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare.

Quest'anno ricorrono i 200 anni dell'Infinito di Giacomo Leopardi: la poesia più celebre del "canone" italiano. E' stata scritta infatti nel 1819, quando l'autore era giovanissimo. Aveva solo 20 anni quando ha messo nero su bianco il testo, che è diventato il simbolo della sua intera opera di scrittore. Una delle liriche più belle di sempre, una delle più ricordate e amate, una delle più importanti e significative. Giorgia T.

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FENOMENO, MEDIO E CAIMANO…

Ispirati da un testo di Benni, gli alunni si sono cimentati con la scrittura di testi umoristici rela-tivi a varie attività...eccone un assaggio! IL NUOTATORE FENOMENO

1. Si allena 7 giorni su 7, feste comprese. 2. Fa 10 vasche a stile libero senza fermarsi. 3. Prima di entrare in piscina fa sempre la doccia. 4. Si tuffa di testa con molta eleganza ed entra in acqua senza schizzi. 5. E’ molto ordinato e veloce: nello spogliatoio, si cambia in 5 minuti perché poi ha lezione in palestra!

MEDIO

1. Si allena un paio di volte la settimana. 2. Fa 10 vasche a stile libero, ma con 5 minuti di pausa una dall’altra. 3. Prima di entrare in piscina fa quasi sempre la doccia. 4. E’ uno specialista dei tuffi a bomba! 5. A volte dimentica qualcosa nello spogliatoio, dopo esserci rimasto mezz’ora!

CAIMANO

1. Si iscrive in piscina, ma, dopo la prima volta, non ci mette piede! 2. Quando inizia la prima vasca, rischia di affogare per l’acqua troppo alta! 3. Prima di entrare in piscina, non fa mai la doccia...dice che l’ha fatta ieri sera a casa! 4. I tuffi li fa solo se lo spingono, ma cade di pancia! 5. Esce dallo spogliatoio dopo un’ora, ma ancora in costume perché non trova la borsa con il cam-bio! Michela M. Riccardo Z. Nicolò T. IN VACANZA: FENOMENO

1. Prenotazione: cerca la miglior qualità al minor prezzo. 2. Arriva in aeroporto due ore prima, per essere tranquillo. 3. Durante le escursioni, sembra sapere più della guida, tanto da interromperla continuamente. 4. In piscina, è un nuotatore eccezionale e si diverte a organizzare gare con gli amici. 5. Alla fine della vacanza, saluta il gestore dell’albergo dicendo “ci vediamo l’anno prossimo!”

MEDIO 1. Prenotazione: non se ne preoccupa, pensa a tutto la moglie. 2. Arriva in aeroporto giusto in tempo e sale puntuale. 3. Durante le escursioni, ascolta distrattamente la guida. 4. In piscina, controlla perennemente il figlio che gioca con i bottoni dell’idromassaggio, sperando che non li rompa. 5. Alla fine della vacanza, carica la macchina e parte senza salutare.

CAIMANO

1. Prenotazione: sceglie l’albergo con criteri di valutazione che nessuno co-nosce (nemmeno lui) e spesso si dimentica di confermare. 2. Arriva in aeroporto 5 minuti prima e deve fare tutto di corsa rischiando di perdere il volo. 3. Durante le escursioni, si perde nel boschetto dei pic-nic e si dispera: verrà ritrovato dalla guardia forestale e multato per schiamazzi. 4. In piscina tenta di fermare il figlio che stacca le piastrelle ma, non riuscendoci, si limita ad andare via, sperando che il bagnino non si accorga di niente. 5. Alla fine della vacanza, mente nella hall piange disperatamente perché è già finita, è il gesto-re che lo saluta a bassa voce: “Speriamo di non rivederci l’anno prossimo!”

Federica A. Michela M.

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IO STO CON GRETA!

Questa ragazza si chiama Greta Thunberg, ha 15 anni ed è sve-dese. Ogni venerdì, da mesi, salta la scuola per andare a pro-testare davanti al Riksdag, il parlamento di Stoccolma, contro il cambiamento climatico. Che fortuna direte voi! Beh, dovete sapere che non lo fa per non essere interrogata in inglese o per saltare il compito di matematica. Si è messa in testa che i “grandi” non fanno abbastanza per il futuro del nostro pianeta: per l’aria che respiriamo, per il clima che cambia, contro il ri-scaldamento della Terra. Così dal 10 agosto scorso ogni venerdì si piazza davanti al par-lamento del suo paese con un cartello dove ha scritto “Skolstrejk för klimatet”,cioè “sciopero scolastico per il clima”. All’inizio era da sola. Anzi, accompagnata dalla mamma e dal papà. Poi la sua rabbia ha contagiato mezzo mondo e oggi mi-gliaia di studenti scenderanno in piazza per lo sciopero più glo-bale che c’è.

Greta è stata proposta anche per il Nobel per la Pace. Il 15 marzo in 1600 località di tutto il mondo c’è stato lo sciopero per il clima. In prima linea c’erano gli studenti. Il “Venerdì per il futuro” (#fridaysforfuture o “sciopero scolastico per il clima”) è stato una manifestazione organizzata per chiedere ai governi azioni più incisive per contrastare il cambia-mento climatico e il riscaldamento globale. Tutto è partito proprio da Greta Thunberg. E’ nata il 3 gennaio 2003, in Svezia. La sua mamma è cantante lirica, il papà attore. Ha la sindrome di Asperger, come ha raccontato lei stessa. “All’età d 11 anni mi sono ammalata. Ho smesso di parlare e di mangiare. In due mesi ho perso 10 chili. Più tardi mi è stata diagnosticata la sindrome di Asperger e un mutismo selettivo. In prati-ca parlo solo quando ritengo sia necessario. Questo è uno di quei momenti. Per quelli che come me sono aldilà dello spettro (autistico) quasi tutto è bianco o nero. Credo che sotto molti aspetti gli autistici siano normali mentre il resto delle persone molto strane. Come quando affermano che il cambiamento climatico è una minaccia seria e poi continuano a com-portarsi come sempre”. A 9 anni per la prima volta comincia interessarsi al cambiamento climatico e non si spiega perchè “i grandi” non fanno qualcosa di grande per cambiare le cose.

Agli inizi di dicembre è intervenuta anche al vertice delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici tenutosi a Katowice, in Polonia.

E noi cosa possiamo fare? Nelle pagine seguenti qualche suggerimento…

Sara P. Khalid E.F.

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RACCOLTA TAPPI

A scuola, con la professoressa Lotto abbiamo organizzato un RACCOLTA TAPPI di plastica. Questi tappi li daremo all’associazione “Passo Dopo Passo” per contribuire a realizzare opere benefiche.

L’Associazione Passo dopo Passo

L’Associazione nasce nel 1998 con il primo volontario, Fernando, che rispose alla richiesta di un sacerdote trentino incaricato di gestire una parrocchia in Brasile, di costruire una nuova chiesa, con due stanze per il sacerdote, una sala per gli incontri e un ambulatorio per l’assistenza medi-ca gratuita. I volontari, in 4 settimane riuscirono solo a finire il piano terra e poi tornarono a casa. Ci sono voluti 3 viaggi e tanta volontà per portare a termine il progetto. Questa associazione opera ancora oggi: i volontari, nei viaggi annuali, oltre a controllare i lavori di manutenzione delle strutture trovano sempre nuove idee, e nel 2015 è partito il progetto or-to. Oggi con la raccolta dei tappi, l’Associazione continua a costruire opere laddove ne sia richie-sta la necessità. Nicholas P. Giorgia T.

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A LEZIONE DI STORIA… ABITI e COSTUMI DELLA RIVOLUZIONE FRANCESE: DAI CAPPELLI MILITARI ALLE AR-MI DEI SANCULOTTI Per chi ama la storia, in questo articolo si parlerà della rivoluzione francese dal 1789 al 1799. In questo periodo, in Italia cade la Repubblica di Venezia, in Francia scom-pare l’assolutismo, ma non solo… Succede di tutto: guerre, rivoluzioni e grandi cambiamenti. Iniziamo dai vestiti: tutti i nobili, come segno di distinzione, indossava-no delle parrucche, anzi, i nobili e i generali indossavano parrucche vi-stose per rendersi più grandi dell’ altezza media di 1,70 m.. Un altro importante capo di abbigliamento sono le culottes: si tratta dei pantaloni corti dei nobili, che arrivavano poco sotto il ginocchio chiusi con un elastico, mentre per coprire i polpacci si usavano lunghe calze. I sanculotti infatti venivano chiamati così proprio perché indossavano i pantaloni lunghi e non le culottes (erano “sans culottes”), per distinguersi dai nobili.

Anche i copricapi erano molto diversi, soprat-tutto all’interno dell’esercito. Il tricorno era il cappello di ogni uomo della fanteria prima che tutti iniziassero a indossare i bicorni, tipici del periodo napoleonico. I bicorni erano i cappelli degli ufficiali o dei fanti di linea, perché, aumentando l’altezza, facevano più paura davanti al fuoco nemico. I cappelli da fanteria e dei cacciatori a cavallo: usati alla fine dell’impero di Napoleone, ma an-

che dai fanti veneziani e dai cacciatori a cavallo alla fine del 1700. Elmi dei dragoni: sono sempre stati elementi difensivi perché intimoriscono. Per quanto riguarda le armi: i fanti erano armati di moschetti, tromboni, granate e, per gli uffi-

ciali, sciabole e alabarde. Ecco alcuni esempi: Falcione inastato: un’arma che usavano i rivoluzionari, essendo facile da fabbricare.

Moschetti e armi da fuoco: portarono dal 1700 al 1824 morte e distruzione, anche se erano mono-colpo.

Alabarda: così si chiamava la lancia unita a una scure,l’arma usata dai sergenti. Leonardo R.

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Inside Out nella testa di uno studente… Ci siamo chiesti cosa succederebbe se Inside Out, insieme a tutti i personaggi del film, sbarcas-se nella testa di uno studente! Il risultato? Solo risate! Durante il laboratorio di Cineforum, abbiamo visto (o rivisto) un film di animazione che ha avuto molto succes-so negli ultimi anni: Inside Out! I sentimenti della bam-bina protagonista di questo cartone animato sembrano la rappresentazione esatta di tutto quello che abbiamo provato anche noi alla sua età, nel periodo che precede l’adolescenza e che lascia definitivamente alle spalle l’infanzia. Dodici anni, in un misto di ansia, felicità, gioia e dolore, voglia di vivere e volontà di “entrare nel mondo dei grandi”, ci si incammina piano piano nel percorso che ci porterà a definire noi stessi. Intanto, mentre in famiglia avvengono i primi litigi, a scuola cominciamo a far valere la nostra opinione, a smettere di prendere tutto per scontato e a mettere in dubbio ciò che non ci convince. E allora, ci siamo chiesti cosa succederebbe se Inside Out, insieme a tutto il sistema emotivo protagoni-sta del film, sbarcassero nella nostra classe a rappresentare i sentimenti che contraddistinguo-no ogni studente. Le fasi di una giornata trascorsa tra i banchi sono infatti moltissime: dal mat-tino alla fine delle lezioni, noi studenti siamo capaci di passare dalla gioia alla tristezza, dalla paura alla calma nel giro di un’ora, soprattutto se, per dire, abbiamo un compito e subito dopo un’ora libera!

Ecco allora cosa GIOIA, RABBIA, DISGUSTO, TRISTEZZA e PAURA potrebbero combinare in una mente “scolastica”! Noi abbiamo provato con la nostra...ed ecco cosa ne è emerso! Provate anche voi! 1. DISGUSTO: L’elenco potrebbe iniziare oggi e finire domani mattina. Il disgusto che prova uno studente è very very inside: è a tutti gli effetti dentro di lui! Lo prova alla mattina quando suona la sveglia, al suono della prima campanella, sul pullman con la gente che non si lava. Lo prova an-che quando vede un 4 sulla verifica. Ok, non ci dilunghiamo….Disgusto si racconta da sé in manie-ra più che evidente.

Ah dimenticavamo! Il disgusto di vedere un compagno che, mentre festeggiamo un compleanno, riempie il bicchiere con aranciata, tè verde, pop-corn, patatine e biscotti!!

2. RABBIA La rabbia nella testa di uno studente è uno dei sentimenti più comuni: ecco un piccolo elenco. 1) La rabbia quando il professore arriva in anticipo e ti dice che sei in ritardo anche se la campanella non è ancora suonata; 2) La rabbia di essere il primo interrogato del giro di interro-gazioni della prima interrogazione dell’anno; 3) Quando la quinta ora del sabato, vedi i compagni delle elementari uscire prima! 4) La rabbia perché non studi una volta e chiama te; 5) Quando qualcuno ti prende in giro.

3. TRISTEZZA Senza nominare le cose più gravi, a scuola la tristezza è quasi sempre legata ai brutti voti o alle amicizie: quando un compagno deve trasferirsi o viene bocciato, quando finisce una gita mitica, quando all’ultimo giorno dell’ultimo anni si fa un mega abbraccio della classe e sai che tutto cam-bierà, e (forse) sentirai la mancanza persino dei professori...

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4. PAURA: Sentimento più che comune che colpisce lo studente nei momenti più dispa-rati della giornata. La paura coinvolge qual-siasi tipo di studente, anche il più bravo, almeno una volta al giorno. Compito in clas-se? Verifiche a sorpresa? Interrogazione? Esame? Distribuzione dei voti? Pagella? Chi più ne ha più ne metta…lo studente non pauroso è un alieno! Anche i più coraggiosi, spesso e volentieri, anche se non lo ammet-tono, la strizza la sentono eccome!

Anzi, qualcuno di noi ha detto che prova paura...prima di entrare in bagno!! O quando deve salire sul quadro svedese... 5. GIOIA

“Buongiorno ragazzi, volevo avvisarvi che oggi il professore è assente, che dovete andare tutti a casa, che la scuola chiuderà una settimana e che che forse questa estate farete 5 mesi di va-canza”…GIOIA, GIOIA PURA VIENI A ME! (magari...) Oppure...durante i laboratori, quando posso stare con dei miei compagni che magari non sono in classe con me! Quando prendo un bel voto o quando sento la campanella dell'intervallo!! Quando sono in fila per prendere i panini e riesco ad accaparrarmi proprio l'ultimo! E voi, siete d’accordo? Quando provate questi sentimenti? Gli studenti del laboratorio di Cineforum

ARRIVANO I FILM… Vi piace andare al cinema o guardare film a casa stesi sul di-vano? Se la risposta è SI! Allora questo articolo è fatto per voi! Vi consigliamo alcuni film, suddivisi per genere, ma non vogliamo svelarvi troppo…lo spazio dopo i puntini, lo riempirete dopo averli visti!!

GENERE COMICO Coco: un ragazzo vuole diventare musicista, ma i suoi genitori non lo lasciano per diversi motivi… Baby Boss: un agente segreto si intromette in una famiglia cercando di salvare le loro azioni commerciali… Come un gatto in tangenziale: Giovanni e Monica hanno un obiettivo in comune, e riguarda i loro figli…

GENERE HORROR It: è ambientato nel Maine nella città di Derry, i protagonisti sono 7 ragazzi che scoprono un essere... Annabelle: un innocente gruppo di orfanelle viene accolto nell'imponente casa coloniale di un fabbricante di bambole... La casa delle bambole: due ragazze adolescenti ricevono in eredità una vecchia villa piena di bambole antiche che rendono l'atmosfera tetra e inquietante...

Ines E.K. Emma F. Michela M.

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GELATO!

ORIGINE: durante il Medioevo vennero congelati i primi succhi di frutta, ma soltanto nel 1686 Francesco Procopio dei Coltelli, un cuoco siciliano, riuscì a creare la miscela perfetta per con-fezionare il gelato! Amato in estate, gustato volentieri anche in inverno, il gelato è uno dei cibi preferiti dal mondo intero, ecco alcune curiosità che forse non conosci.

CURIOSITA’ SUL GELATO

• Secondo l’Aidepi, un’associazione che riunisce le industrie dolciarie, mangiamo 3,6 kg a testa di gelati confezionati ogni anno, e circa 6 kg di gelato artigianale, per un totale di quasi 10 kg.

• Il gelato è un alimento antichissimo: ne parla perfino la Bibbia, quando racconta che I-sacco offrì al padre Abramo latte di capra misto a neve. Quello industriale, invece, lo inventò a fine ’800 Jacob Frussel, un lattaio di Baltimora: invece di buttare il latte in-venduto provò a congelarlo.

• Il cono è nato... per caso. Tutto si deve all’inventiva di un pasticciere che, durante la Fie-ra Mondiale di St. Louis del 1904, avendo terminato le coppette ebbe l’idea di servire il dolce freddo usando le cialde prese da un banchetto vicino. E fu un successo!

• Oltre 9 tonnellate di gelato, 90 kg di pan di Spagna e 136 kg di biscotti sbriciolati: sono gli ingredienti della torta gelato più grande del mondo. È stata confezionata per benefi-cenza nel 2011 a Toronto (Canada).

• Il gelato con lo stecco, da mangiare per strada, è stato inventato dal cavalier Feletti, industriale torinese del cioccolato e proprietario della storica gelateria Pepino. Nel 1939 brevettò il Pinguino, un gelato alla vaniglia con una leggera copertura di cioccolato. Costa-va una lira, come il biglietto del cinema.

• Se ci fosse una gelateria che offre tutti i gusti attualmente disponibili, la scelta sareb-be fra circa 600! I favoriti, però, sono sempre gli stessi: primo il cioccolato, col 27% del-le preferenze, poi nocciola (20%), limone (13%) e fragola (12%).

• La gelateria più antica d’Italia è il Palazzo del freddo Fassi, a Roma. È nata nel 1880 co-me bottega di ghiaccio e grattachecca (ghiaccio grattato a neve con l’aggiunta di scirop-po).

• Nella classifica dei gusti più strani del mondo, stilata da una giornalista americana, il pri-mo posto per il gelato al foie gras, mentre il “respiro del diavolo”, è diventato il gelato più pericoloso del mondo: prodotto in Scozia, è noto per la sua straordinaria piccantezza, oltre 500 volte più forte del Tabasco.

Jun H.

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BAT-TUTE DI OGNI GENERE

Nicolò T. Leonardo G.

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CRUCI…INGLESE!

Angelo H. Jun H.

Page 41: Il giornalino della scuola “A. Manzoni” Un anno discuola!€¦ · Il giornalino della scuola “A. Manzoni” Un anno di...scuola! Correzzola, a.s. 2018/19 n.2 . 2 • EDITORIALE:

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PENSIERI d’ESTATE...

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La Dirigente si unisce ad alunni e insegnanti della Scuola

Secondaria di I^ “A. Manzoni” di Correzzola per ringra-

ziare Banca Patavina che ha permesso di stampare, con

il suo finanziamento, questa edizione del giornalino.

BUONE VACANZE!