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Il Commercialista * numero 5/2013
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Aveva ragione il Presidente Tartaro quando, nello scorso editoriale1, sottolineava, sin dal
titolo del suo intervento, la “consapevolezza che diffondere un qualsiasi verbo possa solle-
citare coscienze, idee, opinioni”. A chi scrive, per esempio, è bastato guardare alla sua de-
stra, all’articolo di Isidoro Capobianchi2 - attualissimo e non scontato, ancora di più perché
scritto da un Professionista - per ricordare una fredda mattinata bolognese del 2004 quando
– con la forza e la “fame” dei trenta anni – presentai il saggio con cui avevo partecipato
alla NSA (New Scholars Award) della Italian Cyberspace Law Conference3. La riflessione
prendeva spunto dal detto igno-
rantia legis non excusat per cui
la mancata conoscenza di una
qualsiasi legge da parte del con-
sociato non può rappresentare
una scusante in caso di inosser-
vanza. E nel contempo osser-
vavo come anche il sistema di
doppia pubblicazione (sotto
forma di stampa della legge
nella Gazzetta Ufficiale e d’in-
serzione nella Raccolta ufficiale
degli atti normativi) rappresen-
tasse un mero momento formale
che rende nota la legge senza nel
contempo renderne noto il con-
tenuto.
Colpa – e qui cominciarono a
tremare le gambe, dato che di
fronte a me vi era una platea in-
teramente costituita da giuristi
ed avvocati – di un linguaggio,
quello giuridico, di difficile
comprensione e dai continui ri-
mandi che non riesce ad inter-
cettare un target vasto quanto
trasversale. L’idea, dunque – e
anche in questo caso pesò molto
un certo entusiasmo giovanile –
era quella di utilizzare la Rete
come facilitatore di compren-
sione, affiancando alla proce-
dura già nota una ulteriore
spiegazione concentrata sulla
concreta enunciazione dei com-
portamenti che si possono tenere
contrapposti a quelli che non si
possono tenere. La credibilità
della spiegazione sarebbe stata
anno 1 - numero 5 Novembre 2013
il CommercialistaNotiziario dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Tivoli
www.odcectivoli.it - [email protected] - tel. 0774 332770
Bimestrale di informazione professionale
Un detto attribuito allo storico, oratore e sena-
tore romano Publio Cornelio Tacito (primo se-
colo dopo Cristo) recita “corruptissima re
publica plurimae leges” che, tradotto più o
continua a pag. 4
Il tema della giustizia tributariapresenta, numerose sfaccetta-ture e si presta a innumerevoliconsiderazioni.Come per ogni discorso giuri-dico che si proponga di avere unsenso almeno compiuto, porto-lano basilare non può che esserela Costituzione; connaturale aquesta nozione è l’idea che tuttii cittadini siano uguali di fronte
alla Legge, che in ogni contro-versia e in ogni rapporto con loStato o con i pubblici poteri,essi siano trattati nella stessamaniera, secondo leggi generalie regole comuni.Questo, è il principio di egua-glianza formale, iscritto nell’art.3, comma 1, della Costituzione,
Riflessioni sullagiustizia tributaria
Corruptissima
Re Publica
plurimae legesdi doMenico calvelli *
La fragilitàdelle Professioni
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di SiMonetta ronci *
Sul cambiamento: una suggestione
di lettura
continua a pag. 10
continua a pag. 4
di renzo Bitocchi *
Il CAso
Dopo la costituzione dell’Ordinea Tivoli, è in cantiere un’altrapriorità per la nostra professione,anzi per la Professione in gene-rale.Per questo, tra le CommissioniConsultive del nostro Ordine Ter-ritoriale è stata creata la “Com-missione RapportiInterprofessionali”.
Il Progetto comune
Lo scopo che si prefigge l’inizia-tiva che l’Ordine dei Commercia-listi ha affidato alla sopra indicataCommissione è quello di creare,nel territorio Tiburtino, un Orga-nismo (CUP Territoriale?), cheriunisca tutte le professioni rego-lamentate e presenti nel territoristesso.Non si intende tornare alle corpo-razioni medievali, ma affermare ilruolo indispensabile di tutte leprofessioni nell’ambito di qualun-que aggregato sociale.È utile anche per il mondo delle
continua a pag. 3
di Stefano Martello *
il Commercialista2 novembre 2013
La giurisprudenza è giunta ad af-
fermare l’esistenza nel nostro or-
dinamento di una regola generale
antielusiva direttamente discen-
dente dal principio di capacità
contributiva, in forza della quale è
legittimo disconoscere gli effetti
fiscali di condotte tenute dai con-
tribuenti ogni qual volta che con
esse si ottengano risparmi di im-
posta ritenuti disapprovati dal le-
gislatore anche se si tratta di
condotte che non rientrano fra
quelle individuate nell’art. 37 bis
DPR 600/73.
Prescindendo dalle critiche che si
possono muovere alle sentenze
che hanno affermato l’esistenza
dell’abuso di diritto ed il suo radi-
camento nell’art. 53 della Costitu-
zione, è comunque certo che
l’Agenzia delle Entrate di fronte
ad una fattispecie pretesamente
elusiva non è libera di motivare
l’accertamento in modo indiscri-
minato invocando il principio non
scritto del divieto di abuso del di-
ritto.
Occorre rilevare come le garanzie
procedimentali dettate dall’art. 37
bis DPR 600/73 in favore del con-
tribuente, costituenti il contrap-
peso rispetto ai poteri attribuiti
all’Amministrazione Finanziaria,
devono essere rispettate non solo
quando il Fisco agisce secondo la
norma antielusiva scritta (art 37
bis), ma anche quando invochi il
principio non scritto contestando
comportamenti di presunta elu-
sione fiscale. Si ricorda che l’art.
37 bis citato è una disposizione
procedimentale e quindi la stessa,
ed in particolar modo le garanzie
procedurali a favore dei contri-
buenti in essa previste, deve tro-
vare applicazione, oltre che in
accertamenti antielusivi, in accer-
tamenti invocanti il principio di
divieto di abuso del diritto. Infatti
trattandosi di una disposizione
procedimentale, nulla osta ad una
sua applicazione analogica a casi
asseritamente non disciplinati.
A tal proposito si ricorda che se-
condo la Corte di Giustizia Euro-
pea il rispetto del diritto di difesa
costituisce un principio comunita-
rio che trova applicazione ogni-
qualvolta l’amministrazione
finanziaria si proponga di adottare
nei confronti di un soggetto un
atto ad esso lesivo. In forza di tale
principio, i destinatari di decisioni
che incidono sui loro interessi de-
vono essere messi in condizione di
manifestare il loro punto di vista
in merito agli elementi sui quali
l’amministrazione intende fondare
la sua decisione.
Quanto precisato porta a ritenere
quanto meno poco convincente il
principio, sancito dalla Cassazione
nelle note sentenze del 2008, sulla
rilevabilità d’ufficio dell’abuso
del diritto. Secondo l’orienta-
mento della Suprema corte, il ca-
rattere elusivo delle operazioni è
rilevabile d’ufficio dal giudice che
sarebbe persino tenuto ad appli-
care ex officio la clausola generale
antiabuso, in virtù del radicamento
costituzionale del principio antie-
lusivo.
La rilevabilità d’ufficio non può
comunque condurre a legittimare
soluzioni a sorpresa in quanto la
decisione presentata alle parti
ignare della questione, rilevata e
risolta senza alcun contributo delle
parti stesse, integra una palese
violazione del principio del con-
traddittorio. Tale principio, deri-
vante dagli articoli 24 e 111 della
Costituzione, recepito dal Codice
di procedura civile con una regola
di portata generale (art. 101) è ri-
tenuto pacificamente applicabile
al processo tributarrio (circ.
17/E/2010).
E’ tuttavia necessario rammentare
che coloro che intendono lamen-
tare la violazione del diritto al
contraddittorio da parte del giu-
dice hanno l’onere di prospettare
concretamente le ragioni che
avrebbero potuto far valore qua-
lora il contraddittorio fosse stato
tempestivamente attivato (Cassa-
zione 17949/2012).
* Commercialista in Tivoli
Pres/te Comm/ne II.II.
ODCEC di Tivoli
Abuso del Diritto
e Diritto di Difesadi faBio BalSaMo *
Durante la pausa estiva, e sottoli-neo meritata pausa estiva, mi è ca-pitata sotto mano un numero dellarivista FOCUS Storia. Volendoleggere qualcosa di diverso dal so-lito, ed ovviamente più interes-sante dei soliti argomenti, hocominciato a sfogliarlo sofferman-domi sugli articoli più interessanti.“Purtroppo” a pag. 40 della rivista,scherzi del destino, mi sono im-battuto nell’articolo Tasse Pazze.Non vi nascondo la tentazione disaltare a piè pari l’articolo ma ilsenso del dovere, che ci ha abi-tuato a fagocitare tutto quanto ri-guarda la nostra sferaprofessionale, è stato più forte ecosì, mio malgrado, mi sono ritro-vato a leggere argomenti che spe-ravo di rinviare almeno di una odue settimane.L’artico, fortunatamente, non eratecnico ma storico, peraltro conmolte illustrazioni, e ripercorrevale più curiose tasse che si eranosusseguite nel corso del tempo. La prima illustrazione, una vi-gnetta del 1892, non lasciavagrossi spazi all’immaginazione sulrapporto esistente all’epoca trafisco e contribuente; l’Erario,sotto forma di diavolo, scoperchiale case per “controllare” i contri-buenti!! Non oso azzardare alcunparagone con istituti di recente in-troduzione.
Le altre illustrazioni, miniature,quadri del Brueghel ed altre vi-gnette d’epoca, sulla stessa lun-ghezza d’onda, confermavano cheil Fisco, dal latino fiscus, il cane-stro di vimini in cui si conservavail denaro delle tasse versate, nonè mai stato visto di buon occhio inogni epoca.Tra le varie tasse riportate nell’ar-ticolo, oltre a quelle, certamentenote, applicata sull’urina, utiliz-zata dai conciatori istituita dal-l’imperatore Vespasiano ovvero legabelle ed i balzelli in uso nel-l’Europa feudale ve ne sono moltealtre, assai curiose.Sotto l’impero di Augusto , persalvaguardare l’istituzione dellafamiglia, venne introdotto un im-posta sui senatori celibi. Vi erano tasse per tagliare l’erba,la legna, per abbeverare gli ani-mali, per raccogliere ghiande, perattraversare i ponti (pontatico), perla pesca di rane e pesci e persinola tassa sul focolare domestico,tasse, tutto sommato, a me sem-bra, non molto difformi dalle at-
tuali (quale quella sulle “bananesecche” che credo sia ancora invigore nel nostro sistema tributa-rio).Nel XIV secolo, in Spagna, venneistituita una tassa sulle vedove chesi fossero risposate entro i primidodici mesi trascorsi dalla mortedel marito e ciò sembra per evitarele numerose uccisioni del co-niuge!Nel XVII e XVIII secolo fu isti-tuita una tasse sulle parrucche,molto di moda in quell’epoca, chegenerò grosso scompiglio tra gliutilizzatori. Sembra che proprio acausa di tale tributo ben presto tra-montò l’uso della parrucca stessa.Molto curiosa anche la tassa sullefinestre, che prendeva a basequantità e dimensione degli in-fissi. A Tivoli all’incrocio traPiazza Santa Croce e Via dellaMissione si possono notare sullafacciata del palazzo alcune fine-stre finte, solo dipinte, e ciò,credo, più frutto di tale tassazioneche di pure esigenze di prospettivaarchitettonica.
L’articolo continua elencandoaltre curiose tasse ad esempioquelle sul grano macinato, sullebarbe etc.Nel 1927 fu istituita, sempre conl’intento di esaltare matrimonio,prole numerosa e famiglia, la tassasul celibato che poteva compor-tare per gli scapoli più incallitiquasi il raddoppio delle tasse sulreddito.Conclusa la, confesso, piacevolelettura volevo trarre qualche con-clusione non tanto sulle motiva-zioni che avevano portato i varilegislatori ad istituire le varie tassema, soprattutto, redigere una clas-sifica sulla tassa più curiosa.Sulle motivazioni c’è poco dadire, lo scienziato Benjamin Fran-klin affermava che le uniche cer-tezze della vita erano, e sonoancora, aggiungo io, la morte e letasse.La scelta della tassa più curiosa,almeno inizialmente, è stata piùdifficile ma dopo qualche istanteil dubbio è stato sciolto: la più cu-riosa, la più estemporanea, è senzadubbio quella che, sotto formaembrionale, serpeggia ancoranelle menti dei numerosi, forsetroppi, esperti che ci governano!
* Commercialista in Tivoli
Consigliere ODCEC di Tivoli
Tasse Pazzedi Stefano Boanelli *
che è divenuto, per indicazionedella dottrina e pratica giurispru-denziale, “valore integrativo gene-rale” rispetto a tutti gli altriprincipi e valori, e che, per questomotivo, contribuisce a ordinare ilsistema secondo ragionevolezza econcorre al tempo stesso ad elimi-nare discrasie normative che, nonpossono essere tollerate dall’ordi-namento.Dal principio di eguaglianza si di-panano principi ulteriori, scolpitiin altrettante norme della Costitu-zione: da quello di eguaglianza so-stanziale, a quello di solidarietà, dicapacità contributiva, fino a quellidi imparzialità e buon andamento,di legalità dell’azione giudiziariae, non certo per ultimi in ordine diimportanza, ai principi di terzietàe imparzialità. Queste considerazioni valgono, inlinea generale, anche per la giusti-zia tributaria ed in particolare peril processo innanzi alle Commis-sioni Tributarie, visto assai spessoe erroneamente come processo diserie B e come un procedimentonel quale l’interesse prevalente ri-mane quello dello Stato, asseritoportatore del c.d. interesse fiscale,rispetto alla tutela dei diritti sin-goli.Sebbene il processo tributario siadeputato a vagliare e garantire al-cuni tra i più importanti beni giu-ridici, e più precisamente:- da un lato, proprietà e ricchezzaprivata guardate per il tramitedella capacità contributiva,- da un altro, Diritto di Credito
dello Stato attuato mediante lostrumento correlato dell’obbliga-zione d’imposta,bisogna avere l’onestà intellet-
tuale di riconoscere che moltiaspetti della sua disciplina mal siaccordano coi principi dettati dallaCostituzione.Di qui, a mio parere, dovrebbe es-sere effettuata una scelta teoricainevitabile: quella di ricondurre ilprocesso tributario al modello pro-cessuale c.d. “forte”, ossia ad unmodello improntato a regole “su-perprimarie, generali e indefetti-bili”, fissate dalla Costituzione; unmodello processuale, quello“forte”, lontano da esigenze con-tingenti del diritto sostanziale eanche da esigenze proprie alla pra-tica di governo. A questo risultato si può aspirarenon soltanto invocando i principistabiliti dalla Costituzione, maanche privilegiando adeguata-mente leggi e trattati internazio-nali, ad iniziare dallaConvenzione Europea dei dirittidell’uomo ed in particolare dal suoart. 6, che assolve la funzione divera e propria norma grimaldello,con la quale iniziare ad accorciarele distanze tra giustizia tributaria egiustizia tout court.Infatti la centralità degli interessiche ogni giorno vengono discussidavanti al Giudice Tributario esi-
gono un avvicinamento tra que-st’ultimo e il cittadino; una ri-forma è sicuramente auspicabile:l’istituzione di un giudice specia-lizzato e soprattutto paladino dellaGiustizia Tributaria, non influen-zato però dall’interesse fiscaledello Stato.Una riforma simile, d’altra parte,sarebbe semplice e a costi mini-mali, ma avrebbe un potenziale ri-voluzionario; come tutte leproposte semplici, però, anchequesta, già da tempo avanzata daautorevoli studiosi, incontra resi-stenze e si scontra con interessi ap-parentemente insuperabili equindi, forse perché troppo sem-plice o forse perché priva di im-mediata utilità politica, sembraassolutamente impraticabile.
Chiudo questa breve introduzionetornando all’argomento iniziale,ossia a quello della giustizia senzadeclinazioni o applicazioni a spe-cifici rami del diritto.
In Protagora, scritto intorno al
380 a.c., Platone racconta:
Zeus, incarica Ermes di portare
agli uomini il rispetto e la giustizia
terrena, entrambi principi ordina-
tori di città e legami produttori di
amicizia. Ermes domandò a Zeus
in quale modo dovesse dare agli
uomini giustizia e rispetto: “devo
distribuire questi come sono state
distribuite le arti e cioè non a tutti,
ma solo ad alcuni?”.
Zeus rispose: “distribuisci rispetto
e giustizia a tutti quanti, affinchè
tutti quanti ne partecipino, perché
non potrebbero sorgere città, se
solamente pochi uomini ne parte-
cipassero; anzi, poni come legge
in mio nome, che chi non sa par-
tecipare del rispetto e della giusti-
zia, venga eliminato come un male
della città”.
Quando si dice l’attualità dei clas-sici.E quando si dice la purezza delpensiero che, proprio per questo,supera la storia e le barriere dei se-coli.
* Commercialista in Tivoli
Vice Pres.te Commissione
Contenzioso Tributario
ODCEC di Tivoli.
il Commercialista 3settembre 2013
segue dalla prima pagina
di SiMonetta ronci * Riflessioni sulla
giustizia tributaria
il CommercialistaNotiziario dell’Ordine
dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Tivoli
BIMESTRALE DI INFORMAzIONE PROFESSIONALE
Anno 1 numero 5 novembre 2013
Iscrizione Tribunale di Tivoli n. 15 del 29/12/2011Registro della stampa e dei periodici
Proprietario Testata:Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Tivoli
Via Palatina, n. 19 • 00019 Tivoli (Roma)tel. 0774 332770 • fax 0774/315591
www.odcectivoli.it email: [email protected]: [email protected]
Editore: Fondazione ADeRC - Via Palatina 19 - TivoliComm/ne Stampa, Comunicazione ed Informatica ODCECdi Tivoli: Gianluca Tartaro, Enrico Crisci, Alessandro Fal-cone, Andrea Brunelli, Maria Cristina Rovazzani, CarloDe Vincenzi, Fabrizio Fiasco, Francesco Lando, IsidoroCapobianchi, Patrizia Frangella, Sonia Quaranta.Direttore Responsabile: Dott. Gianluca Tartaro
Grafica, Impaginazione e Stampa
Azienda Grafica Meschini snc
Via Inversata 6 - 00019 TIVOLI (Rm) - Tel. 0774 312794
chiuso in tipografia il 31/10/2013
Professioni, a garanzia di corret-tezza, preparazione e tecnicisminecessari, partecipare ai tavoli de-cisionali, attualmente frequentatida Potere politico, grandi Imprese,grandi Sindacati, grandi Banche egrandi Assicurazioni.Abbiamo voluto (i Professionisti)da sempre essere considerati ausi-
liari dei predetti poteri. Le com-petenze professionali invecedovrebbero rappresentare il col-lante di tutte le iniziative che siprendono per la gestione dellacosa pubblica.Occorre (a mio parere):- Coscienza del nostro ruolo- Orgoglio professionale- Senso di appartenenza e solida-rietà interprofessionale
- Severa ed onesta autocritica al-l’interno di ogni professione, ondeevitare che vengano svolte attivitànon deontologicamente né etica-mente corrette.- Rimuovere i pregiudizi, special-mente della stampa, nei confrontidei professionisti- Creare organismi comuni cherappresentino tutte le professioni:Organismi predisposti a rappre-sentare tutte le 27 professioni Or-dinistiche.
Il Professionista nel proprio
territorio
L’aspetto pratico della coesione
locale delle professioni è quello diinteragire con le Istituzioni Pub-bliche, Enti Locali, in primo luogoal fine di:- individuare e valorizzare le ec-cellenze e ridurre le criticità;- disponibilità delle professioniognuna per le proprie specializza-zioni nei confronti degli Enti Pub-blici che governano il Territorio;- promuovere tavoli di confrontocon i detti Enti;- relazionarsi anche con le forzepolitiche diventandone, ove possi-bile, il braccio tecnico, operativoe di controllo;
- ostacolare, denunciare e combat-tere le attività illegali a tutti i li-velli e indirizzate ai vari settori(ambientali, culturali, sociali, sa-nitari, giuridici,amministrativi);- collaborare ed esaltare le forzebuone del territorio e della Societàcivile stessa.Se non si ha il coraggio di intra-prendere la strada della coopera-zione, saremo (noi professionisti)purtroppo sempre “cani sciolti” efragili, al punto da non riuscire farfronte a qualunque fazione che aturno ci comanda. E di questo,come sempre, non diamo la colpaagli altri!!!
Creare un territorio più sereno e
ricco, permette a tutti di vivere
meglio e con più dignità.
il Commercialista4 novembre 2013
tutelata dalla presenza della stessa
nel competente sito istituzionale.
Per fare un esempio, una Legge
regionale sarebbe stata spiegata
sul sito della Regione interessata.
Con il tempo, quello stesso entu-
siasmo si è scontrato (perdendo)
con la quotidianità, con una prassi
che, più che giuridica appare cul-
turale, e che nella sacralità della
“parola alta” intravede non tanto
un senso quanto un riconosci-
mento di status.
Ma il problema resta, e la stessa
testimonianza di Capobianchi –
pur calibrata sul proprio singolo
ambito di competenza – dimostra
come la criticità non vada ad in-
fluire solo nella vita del conso-
ciato ma, anche e soprattutto, sulle
dinamiche di relazione Professio-
nista/Cliente.
In attesa di un cambiamento epo-
cale che interessi i processi di
comprensione legislativa che
hanno un enorme impatto nelle di-
namiche sociali, la relazione tra il
Professionista ed il proprio assi-
stito può rappresentare un punto
d’inizio, facilitato (per alcuni, più
cinicamente, reso necessario) da
un Cittadino sempre più informato
e sempre meno passivo; da una
crescente attenzione, anche nelle
professioni intellettuali, ad una di-
namica relazionale bidirezionale e
non, come accadeva in passato,
unidirezionale e, più in generale,
ad un esponenziale aumento delle
dinamiche competitive interne a
ciascuna categoria professionale.
D’altronde, gli strumenti (digitali
e non) non mancano, così come
non manca una possibilità di ap-
plicazione che includa anche le
piccole e medie realtà professio-
nali, molto presenti nel panorama
italiano e, nonostante ciò, spesso
colpevolmente discriminate in
base ad indici di valutazione pura-
mente quantitativi o dimensionali.
Ciò che (ancora) manca è forse la
consapevolezza di un processo re-
lazionale più trasparente e perso-
nalizzato.
Un dato che, da solo, contribuisce
a molte delle distorsioni riscontra-
bili nella quotidianità. Pensiamo,
per esempio, a condotte comuni-
cative casuali e/o non attenta-
mente pianificate nei confronti del
proprio target di riferimento o
all’utilizzo di strategie comunica-
tive che facciano esclusiva leva
sull’aspetto evocativo omettendo
la visuale sostanziale. O, ancora,
sull’errata scelta del singolo stru-
mento di comunicazione rispetto
alle caratteristiche del proprio
pubblico o del territorio in cui si
opera.
Qualcuno – prendendo in prestito
i tanti legal thriller americani - po-
trebbe obiettare il rischio (legit-
timo) di svilimento delle
professioni; qualcun altro, più
concreto, potrebbe avanzare il
dubbio di come questa ulteriore
“incombenza” in capo al Profes-
sionista possa “appesantire” un ri-
torno finanziario già precario.
Sono tutte obiezioni legittime a
cui bisogna offrire una risposta
certa ed univoca, che sia frutto di
un sistema di regole condivise. Il
rischio, d’altronde, è quello di non
sfruttare pienamente un momento
di transizione che – come tutti i
momenti di transizione – na-
sconde al proprio interno criticità
e grandi potenzialità di crescita.
Privilegiando ad un comporta-
mento critico – che metta in di-
scussione il presente per costruire
il futuro – una attitudine difensiva,
inefficace ancora di più nei con-
fronti di un Cliente sempre più ag-
giornato e sempre più esigente.
* Consulente in comunicazione
in Roma.
1 Fermento! Le voci degli iscritti, in ilCommercialista, n. 4, settembre 2013.2 Il “Tributarese”: lingua viva o linguamorta?, in il Commercialista, n. 4, set-
tembre 2013.3 S. Martello, La Rete come “facilita-tore” nella comprensione dei testi nor-
mativi da parte del cittadino, in
Ciberspazio e Diritto, vol. 5, n. 3,
2004, pp. 263 – 272.
l’AnAlIsI
segue dalla prima pagina
di Stefano Martello *
Il CAso
La fragilitàdelle Professioni
segue dalla prima pagina
di renzo Bitocchi *
* Commercialista in Tivoli
già Presidente ODCEC Tivoli
Sul cambiamento: una suggestione
di lettura
Piazza Domenico Tani nasconde
nel suo sottosuolo un tesoro ine-
stimabile che purtroppo non può
essere visitato appartenendo a pri-
vati: i criptoportici di età repubbli-
cana. Essi sono due, paralleli, di
altezza massima all’interno di
circa sette metri, lunghi quasi set-
tanta metri e si trovano ancora
sotto il lato occidentale della
piazza esposto verso Roma. Su di
essi si insediarono il Convento di
S. Benedetto, andato poi distrutto,
case medievali ed in seguito ari-
stocratici palazzi rinascimentali;
tali edifici, cambiando proprietari,
furono rimaneggiati ma i lavori di
riutilizzo non toccarono mai le
strutture sottostanti antiche che fu-
rono suddivise su due piani per
usarle come cantine. Si provvide
invece in più riprese a fare muri di
consolidamento ed a ritoccare gli
intonaci e le tinteggiature interne.
Le prime notizie, che si hanno dei
criptoportici, risalgono al secolo
XVI ma siccome furono creduti
una continuazione del tempio
d’Ercole la descrizione, che ci è
pervenuta dal Sebastiani e dal Ca-
nina, non è veritiera. Bellissime
sono le incisioni del Rossini che li
ritrasse. Nell’età repubblicana in
questi criptoportici, molto larghi
(ca. 3 m. ciascuno), si passeggiava
e ci si scambiava pareri sugli ar-
gomenti più disparati per ripararsi
dalla canicola estiva o dalla piog-
gia. Erano frequentati dalle per-
sone che affollavano il vicinissimo
Foro che fu ristrutturato tra la fine
del II sec. a. C. e gli inizi del I a.
C.. In questa occasione fu siste-
mata ampliandola l’area sopra-
stante, che fungeva da piazza,
dando luogo ad una scenografia
particolarmente possente ma nello
stesso tempo di grande utilità.
I resti di questo doppio criptopor-
tico, in opera incerta ed in traver-
tino (dal periodo di Silla questo
materiale fu particolarmente im-
piegato nell’edilizia), sono dav-
vero stupefacenti e ci si rende
conto dell’enorme disponibilità fi-
nanziaria che aveva Tibur (Tivoli)
in quel tempo tanto da poter far
fronte a spese così ingenti per
quanto riguardava l’acquisto dei
soli materiali (la manodopera in-
fatti era gratuita avendo a disposi-
zione moltissimi schiavi).
Bellissimo ed accurato è lo studio
che ne ha fatto il prof. F.Cairoli
Giuliani e riportato in “Tibur pars
prima”. I due criptoportici paral-
leli sono divisi da una spina costi-
tuita da una serie di esili e rastre-
mati pilastri, ornati da bellissimi
capitelli in travertino e distanziati
circa m.1,50. Tali pilastri sono
uniti da archi a sesto molto ribas-
sato. Dalla parte, che guarda
Roma, è visibile una serie di archi
ciechi a tutto sesto; ne rimangono
nove ma, secondo la lunghezza del
muro, se ne possono ricostruire
altri undici. Detti archi, chiusi da
una parete in opera incerta con tre
finestre (una maggiore e due mi-
nori laterali) per dare luce ai cor-
ridoi interni, sono coronati al di
sopra del punto più alto da una
cornice di altezza pari a 50 cm..
Tutto questo complesso terminava
dalla parte a sud della piazza
(verso la Cattedrale) con un avan-
corpo costituito da una costru-
zione quadrata che sporgeva dal
livello dei pilastri esterni circa
nove metri permettendo così di
raggiungere la zona antistante la
serie degli archi ciechi. Tale edifi-
cio, un tempo molto ben decorato,
è oggi poco riconoscibile sotto le
abitazioni sorte con il tempo su di
esso.
È accertato che i due corridoi
erano dipinti: quello esterno era
caratterizzato dal colore bianco-
latte delle pareti e della volta men-
tre quello interno presentava la
volta nera e le pareti bianche.
La pittura rossa invece decorava le
pareti esterne ed i pilastri interni
degli archi ciechi. Probabilmente
il piano sopra la cornice, che so-
vrasta gli archi, era costruito con
colonne sostenenti la volta di un
portico e quindi asportabili con
molta facilità poiché sarebbe re-
stata qualche traccia se esso fosse
stato fatto in muratura. Quando
poi a Roma l’imperatore Aure-
liano dette il via alla nuova co-
struzione della cinta muraria,
anche a Tivoli provvide a raffor-
zare la difesa dell’attuale Via del
Colle (un tempo Via Tiburtina),
inglobando e riutilizzando le co-
struzioni presenti (è questo il caso
ad esempio sia dell’avancorpo,
posto sul limite meridionale del
criptoportico, che divenne un ba-
stione facente parte della cinta
muraria difensiva, sia della parte
esterna del criptoportico che, tra-
mite le aperture lucifere poste a
quasi cinque metri dal suolo, per-
metteva di difendersi dagli attac-
chi nemici.
www.tibursuperbum.it
I Criptoportici di Piazza Domenico Tani
il Commercialista 5novembre 2013
Gli approfondimenti di www.tibursuperbum.it
“Tivoli e dintorni – Terre da scoprire”
Venerdì 11 ottobre, dopo la vi-
sita al Sacro Speco di Subiaco,
e alla Biblioteca del Monastero
di Santa Scolastica, si è svolto,
nella sala convegni del sud-
detto convento, il VII Forum
dell’Ordine dei Dottori Com-
mercialisti ed Esperti Contabili
di Tivoli. Il Forum ha avuto un
inizio piuttosto insolito, ma
senza dubbio originale e inci-
sivo; infatti; il Presidente
dell’Ordine, Dott. Gianluca
Tartaro, ha pensato di far pre-
cedere i lavori veri e propri
dalla proiezione di un video re-
cante delle considerazioni ap-
parentemente molto
pessimistiche sulla situazione
sociale ed economica del no-
stro Paese; ma il video si rive-
lava presto un palindromo, per
cui, lette al contrario, le frasi
stesse si trasformavano in un
messaggio di fiducia e di spe-
ranza nel lavoro di ciascuno di
noi, soprattutto a vantaggio
delle nuove generazioni, verso
le quali abbiamo la responsa-
bilità sociale e morale di non
dilapidare ciò che la nostra Na-
zione ha saputo costruire e rap-
presentare, in ogni campo
dello scibile, - non escluso il
lavoro - nel corso della sua sto-
ria civile e culturale. Non c’è
dubbio che l’idea del Presi-
dente, volta a indurre alla ri-
flessione e a stimolare le nostre
coscienze, abbia colto nel
segno, come dimostrava il con-
vinto consenso dei presenti.
Il Forum, incentrato sul tema
“Professione Commercialista”,
si è sviluppato su tre argo-
menti:
1) L’Odcec di Tivoli: attività
istituzionali;
2) Professione Commerciali-
sta: un osservatorio sulla nor-
mativa vigente;
3) Professione Commerciali-
sta: temi condivisi, criticità
proposte.
Ha iniziato i lavori il Dott.
Francesco Lando, Presidente
della Rappresentanza Territo-
riale di Subiaco, che ha dato il
benvenuto agli intervenuti, rin-
graziandoli per la partecipa-
zione e invitandoli ad
approfondire la conoscenza di
Subiaco e dei suoi dintorni,
considerata la notevole bel-
lezza e importanza storica e re-
ligiosa dei luoghi. Ha
proseguito rappresentando la
difficoltà di esercitare la no-
stra professione in una zona
depressa come quella della
Valle dell’Aniene, situazione
in cui il commercialista, oltre
all’attività prettamente profes-
sionale, è chiamato altresì a un
certo impegno di carattere so-
ciale, considerato il rapporto,
diretto e umano, che viene a
instaurarsi con la clientela.
Trattando più generalmente
della professione, il Dott.
Lando ha sottolineato come il
lavoro del commercialista si
stia connotando sempre di più
come un servizio a favore
dell’Amministrazione Finan-
ziaria, la quale richiede alla no-
stra categoria sempre più
servizi, sottraendo tempo e ri-
sorse a quella che dovrebbe es-
sere la nostra vera professione.
Dopo il dott. Lando è interve-
nuta la D.ssa Claudia Di Pa-
squali, che ha riportato il
caloroso saluto del Sindaco di
Subiaco.
Nella prima parte del Forum
sono state illustrate le attività
istituzionali dell’Ordine, e in
una tavola rotonda moderata,
dal Dott. Giuseppe Gismondi,
sono intervenuti i Presidenti
delle attività istituzionali
dell’Ordine, che hanno esposto
i lavori delle stesse, facendo ri-
ferimento in primis alle novità
apportate dalla recente norma-
tiva in tema di tirocinio, pun-
tando poi l’attenzione
sull’importanza della forma-
zione per la nostra professione,
e infine illustrando le attività
formative in corso.
A seguire, in una seconda ta-
vola rotonda, moderata dal
Rag. Patrizio Battisti con i Pre-
sidenti delle Commissioni del-
l’Ordine, si sono affrontate
tematiche relative alla continua
evoluzione della normativa in
tema di imposte dirette, indi-
rette e societarie. È stato un
momento di notevole intera-
zione e confronto, nel corso
il Commercialista6 novembre 2013
Settimo Forum dell’Ordine
dei Dottori Commercialisti
e degli Esperti Contabili
di Tivoli
Rappresentanza Territoriale di Subiaco
di franceSca ficorella*
continua a pag. 7
il CommercialistaPRImO PIanO 7novembre 2013
del quale i Presidenti delle
varie Commissioni hanno illu-
strato agli iscritti la possibilità
di consultare le stesse per es-
sere supportati nello svolgi-
mento della professione.
Interessante è stato l’inter-
vento del Dott. Sorbera, che ha
rappresentato la sempre mag-
giore difficoltà di svolgere la
professione in maniera indivi-
duale, in modo tale che comin-
cia a prospettarsi più
vantaggiosa e professional-
mente sicura, per la nostra ca-
tegoria, l’associazione con altri
colleghi, specializzati in ambiti
diversi. Stimolante l’inter-
vento del Dott. Balsamo, che
ha invitato i colleghi ad am-
pliare i propri orizzonti di la-
voro, allargando la professione
nel campo della mediazione,
dei rapporti con il Tribunale,
della consulenza e della revi-
sione Enti Locali ecc.
Hanno chiuso i lavori la D.ssa
Sonia Quaranta e i Presidenti
delle Rappresentanze Territo-
riali dell’Ordine, i quali hanno
illustrato le attività che le rap-
presentanze stanno svolgendo
all’interno del proprio ambito
territoriale, evidenziando
anche le difficoltà riscontrate e
prospettando le eventuali solu-
zioni. Apparso subito di
grande importanza, quest’ul-
timo intervento non ha avuto,
purtroppo, lo spazio che
avrebbe meritato, considerata
l’ora avanzata. Alla D.ssa Qua-
ranta va, in ogni caso, il plauso
e il ringraziamento di tutti noi
anche per la preziosa collabo-
razione che ha fornito, con en-
tusiasmo e competenza
professionale, in tutte le fasi
dell’organizzazione del Con-
vegno.
Non è mancato, prima della
conclusione del Forum, il sa-
luto del Padre Abate Don
Mauro Meacci, il quale ha
avuto parole di affetto e di in-
coraggiamento, condensate
nella magnifica citazione di
San Benedetto: “Correte men-
tre avete la luce della vita”.
Tirando le somme, pensiamo
che il VII Forum dell’Ordine
abbia rappresentato un altro
positivo, cordiale, proficuo in-
contro fra persone che condi-
vidono non solo una
professione, ma anche quel po’
di solidarietà, amicizia, condi-
visione di ideali che ci qualifi-
cano come esseri umani. E a
questo proposito, valgano le
parole con cui il Presidente
Tartaro ha voluto esprimere il
suo apprezzamento per il Con-
vegno, inviando a tutti noi una
mail in cui ha saputo perfetta-
mente condensare lo spirito
con cui il Forum è stato inteso.
La riporto letteralmente: “Per
quanto mi riguarda, personal-
mente, credo sia veramente
stato un incontro fra Amici,
prima ancora che tra Colleghi.
Quando in apertura di Forum,
ho comunicato alla platea che
mi sentivo emozionato non era
frase di circostanza, ma senti-
mento sincero. È rara cosa
sentirsi così vicini ed accomu-
nati dal medesimo “destino”.
Da qui il mio ottimismo. Da
qui, il mio profondo desiderio
di cambiare il canonico modo
di vedere i Colleghi e, di con-
seguenza, la Professione. E se
dovessi guardare al VII Forum
come punto di partenza per ini-
ziare questo cambiamento di
rotta e di pensiero, mi viene
naturale pensare che siamo
sulla buona strada”.
*Commercialista in Gerano
R.T. di Subiaco
da pagina 6
il Commercialista PRImO PIanO8 novembre 2013
La Mediazione civile e commer-ciale è tornata obbligatoria a par-tire dallo scorso 20 settembre2013. E’ questa la notizia più ecla-tante dopo che la sentenza dellaCorte Costituzionale n. 272 del2012 aveva, di fatto, reso incosti-tuzionale il D.lgs 28/2010 per ec-cesso di delega (l. 69/2009 art.60), nella parte che rendeva obbli-gatoria la mediazione in caso dicontroversie riguardanti le materiepreviste dall’articolo 5. Prima di procedere nell’analisidelle modifiche apportate al de-creto legislativo, volevo ribadirela mia contrarietà nel voler ren-dere obbligatoria la mediazione alfine di divulgare tale istituto nelnostro Paese. Difatti, così facendo,non abbiamo fatto altro che crearedelle false aspettative, condizio-nando tutte le parti interessate alsolo scopo di cercare di tirare lacoperta dalla propria parte, modi-ficando in alcuni casi in modo im-proprio - quello che per lamediazione è l’anima: cioè la vo-lontà delle parti di decidere nellamaniera più libera possibile e conla massima semplicità, visto che,a mio modesto parere, il volere“lecito” delle parti interessate èsempre meglio di una decisionecondizionata da qualcun altro.Vediamo di seguito quali sonostate le principali novità introdottedalla legge 98/2013: iniziando dall’articolo 1 “Defini-zioni” il legislatore ha voluto met-tere in risalto l’attività delmediatore “facilitatore”, rispetto aquella del “valutatore”, conside-rando la proposta del mediatorecome un’eventuale opportunità, ri-spetto all’attività principale;una modifica sostanziale è stataapportata al successivo articolo 4“Accesso alla Mediazione”, nelquale è stato inserito il principiodella “territorialità” così comeprevisto dal C.P.C. Le domandedi mediazione devono esserepresentate soltanto presso gliOrganismi che hanno la propria
sede nel luogo del giudice terri-torialmente competente. nell’articolo 5 “Condizione diprocedibilità e rapporti con il pro-cesso”, dopo l’abrogazione daparte della Corte Costituzionaledel comma 1) è stato inserito ilcomma 1 bis, che riporta le mate-rie oggetto della mediazione ob-bligatoria. Rispetto allaprecedente versione, è stataesclusa la materia “risarcimentodel danno derivante dalla circola-zione di veicoli e natanti”, ed èstata inserita oltre la responsabi-lità medica, anche quella sanita-ria. Inoltre è stata resaobbligatoria per le parti l’assi-stenza di un avvocato. Difatti,per tutte le materie citate nell’arti-colo 5, le parti, per dar seguito alprocedimento giudiziale, devonoesperire un tentativo obbligatoriodi mediazione assistito da un le-gale. Oltre tutto, è stata inserita lamediazione a “tempo”, ossia la di-sposizione sull’obbligatorietàdella mediazione ha caratteresperimentale e una durata limi-tata a 4 anni; dopo i primi due, ilMinistero della Giustizia dovrà at-tivare un monitoraggio sugli esitidell’esperienza svolta.mentre nel comma 2 dell’art. 5, ladisposizione stabilisce che lad-dove il giudice ritenga, per la na-tura della causa, lo statodell’istruzione e il comportamentodelle parti, che sia esperibile una
mediazione, potrà disporre chele parti vi procedano; in tal casoil tentativo di mediazione di-viene condizione di procedibilitàdell’azione (tanto in primo gradoquanto in appello). Attualmente ildecreto legislativo dispone che ilgiudice possa sempre invitare leparti alla mediazione, senza peròche la mancata adesione all’invitoabbia ripercussioni sulla procedi-bilità dell’azione, a differenzadella previgente norma dove ilgiudice “invitava” le parti ad untentativo di mediazione.Nella modifica dell’articolo 6“Durata” è stato semplicementeridotto il periodo della procedurada “quattro” mesi a “tre” mesi.Nel successivo articolo 8 “Proce-dimento” è stato aggiunto il se-guente testo: “al primo incontro eagli incontri successivi, fino altermine della procedura, le partidevono partecipare con l’assi-stenza dell’avvocato. Durante ilprimo incontro il mediatore chia-risce alle parti la funzione e le mo-dalità di svolgimento dellamediazione. Il mediatore, semprenello stesso primo incontro, invitapoi le parti e i loro avvocati aesprimersi sulla possibilità di ini-ziare la procedura di mediazionee, nel caso positivo, procede conlo svolgimento.l’articolo 12 “Efficacia esecutivaed esecuzione” viene modificatoin modo sostanziale, “Ove tutte le
parti aderenti alla mediazionesiano assistite da un avvocato,l’accordo che sia stato sottoscrittodalle parti e dagli stessi procura-tori costituisce titolo esecutivo perl’espropriazione forzata, l’esecu-zione in consegna e rilascio, l’ese-cuzione degli obblighi di fare enon fare e di ipoteca giudiziale.Gli avvocati presenti attestano laconformità dell’accordo allenorme imperative ed all’ordinepubblico. In tutti gli altri casi l’ac-cordo è omologato, su istanza diparte, con decreto del Presidentedel Tribunale, previo accerta-mento della regolarità formale edel rispetto delle norme impera-tive e dell’ordine pubblico.” nell’articolo 16 “organismi di me-diazione e registro. Elenco deiformatori” è stato aggiunto ilcomma 4 bis “Gli avvocati iscrittiall’albo sono di diritto mediatori.Gli avvocati iscritti ad organismidi mediazione devono essere ade-guatamente formati in materia dimediazione e mantenere la pro-pria preparazione con percorsi diaggiornamento teorico- pratici aciò finalizzati, nel rispetto diquanto previsto dall’articolo 55-bis del codice deontologico fo-rense. Dall’attuazione dellapresente disposizione non devonoderivare nuovi o maggiori oneri acarico della finanza pubblica.”.È stato aggiunto il comma 5 terall’articolo 17 “risorse, regimetributario e indennità” che speci-fica nel caso di mancato accordoall’esito del primo incontro deter-mina la mancata corresponsionedel compenso all’organismo dimediazione;Articolo 2643 c.c. “atti soggetti atrascrizione” è stato aggiunto ilcomma 12 bis che risolve l’annosadisputa della trascrivibilità deiverbali di mediazione che accer-tano l’usucapione.
Le contraddizioni dellemodifiche al D.lgs. 28/2010dopo la conversione della
legge 98/2013di Giancarlo anGelucci *
continua a pag. 9
il Commercialista 9novembre 2013
Alla base delle suddette modifichesi vengono a creare delle incer-tezze e complicazioni burocrati-che che non fanno altro chesminuire, quando non addiritturadistruggere, la mediazione. Di-fatti, già con l’istituzione della ter-ritorialità riaffiora la volontà divoler creare un “quarto” grado digiudizio, con una serie di proble-matiche tali da aumentare la diffi-coltà del cittadino che vuoleutilizzare le tecniche di ADRcome incontro per la risoluzionealternativa delle controversie. Asupporto della necessità d’inserirela territorialità, è stato evidenziatol’eventuale uso in malafede dellapossibilità di utilizzare organismidi mediazione distanti, con loscopo di far fallire l’incontro. Mipiacerebbe sapere quanti casi cisono stati! Nella mia breve espe-rienza ho riscontrato esattamenteil contrario, ossia l’istante chesemmai si preoccupava di averela parte avversa al tavolo e, a talfine, si attivava peri trovare unasede di mediazione il più comodapossibile. Nelle modifiche all’ar-ticolo 5 è stata esclusa la materia“risarcimento del danno derivantedalla circolazione di veicoli e na-tanti”. Il governo ha giustificatol’esclusione della materia per lascarsa adesione (96.2%) dellecompagnie assicurative alla me-diazione. In questo caso non sa-rebbe stato forse meglio capire lemotivazioni che hanno spinto lecompagnie di assicurazione a di-sertare in massa la mediazione, in-vece di escludere la materia? Conl’approvazione di un emenda-mento da parte delle Commis-sioni riunite, in sede diconversione in legge del decreto,è stato provvidenzialmente sop-presso l’obbligo per il giudice diindicare l’organismo al quale ri-volgersi. Con questo emenda-mento si sarebbe creato veramenteun mercato delle mediazioni, conrisvolti a dir poco inimmaginabili.Di notevole importanza poi le mo-difiche all’articolo 8. Nel primo
inciso viene affermato l’obbligodella presenza delle parti assi-stite dell’avvocato per tutta ladurata della procedura. Quindisia le parti che i rispettivi legali“devono” essere presenti, ergonon possono essere più ammesseprocure al legale? Considerandopoi che siamo nell’articolo 8 “pro-cedimento”, essendo ribadita l’as-sistenza obbligatoriadell’avvocato, automaticamentel’obbligo si pone allora anche pertutte le procedure che seguono ilrito del D.lgs. 28/2010, le cosid-dette “volontarie”, quelle deman-date da giudice ecc.? Ancora piùassurda è la lettura dell’ultimo ca-poverso, ove si evidenzia che “leparti e i loro avvocati” si devonoesprimere sulla possibilità di ini-ziare la procedura di media-zione. Che cosa succede se la partisi trovano in disaccordo con i lorolegali? Può eventualmente la partesostituire il legale, oppure si deveattenere alla decisione di quest’ul-timo e rinunciare alla mediazione?Si verrebbe a creare veramente unparadosso: la parte in disaccordocon il suo legale si vedrà costrettaa rinunciare alla mediazione perseguire la procedura giudiziaria,oppure a revocare l’incarico al suolegale e ad iniziare da capo con unaltro avvocato, con un enorme ag-gravio di spese e di tempo che nonfarebberoo altro che allontanare icittadini dalla giustizia e dalla me-diazione. A complicare ulteriormente il qua-dro s’inserisce anche l’articolo 12“Efficacia esecutiva ed esecu-zione” che recita: “Ove tutte leparti aderenti alla mediazionesiano assistite da un avvocato…….”. Qui il legislatore sembra con-siderare la possibilità che si pos-sano effettuare mediazioni senzala presenza assistite dei legali, maquali? Quelle volontarie? Quelledemandate dal giudice? Non èdato saperlo. Nel prosieguo del-l’articolo 12 viene inserita unasemplificazione: nel caso in cuitutte la parti assistite dai relativilegali abbiano raggiunto un ac-cordo, sottoscritto da tutti, questocostituisce titolo esecutivo perl’espropriazione forzata, l’esecu-
zione per consegna e rilascio,l’esecuzione degli obblighi di faree non fare, nonché per l’iscrizioned’ipoteca giudiziale. In questocaso dunque non sarà necessa-rio procedere con l’omologa-zione da parte del tribunale,poiché spetterà agli avvocati cer-tificare la conformità dell’accordoalle norme imperative e all’ordinepubblico. La disposizione precisainoltre che «in tutti gli altri casi»l’accordo allegato al verbale potràessere omologato dal presidentedel tribunale.La modifica meno invasiva sul-l’istituto, ma quella più contro-versa, la troviamo al comma 4 bisdell’articolo 16. Ricercare articolisulla scarsa professionalità delmediatore è storia recente, soprat-tutto da parte delle associazioni dicategoria professionali, che hannoda sempre contestato l’iter forma-tivo: dapprima le 40 ore, con ild.lgs. 5/2003 e successivamente le50 ore, con il D.lgs. 28/2010, rite-nendole insufficienti per formareun buon mediatore. Ora, final-mente dopo una battaglia politicastorica, siamo riusciti ad aumen-tare la professionalità dando il ti-tolo di diritto a una categoriaprofessionale. Di fatto siamo tor-nati indietro al d.lgs. 5 del 2003,dove i professori universitari, imagistrati in quiescenza e gliiscritti in albi/ordini nelle materieeconomichee giuridiche (Avvo-cati, Commercialisti, Consulentidel Lavoro e Notai), con un’anzia-nità superiore ai 15 anni, avevanoil diritto ad essere conciliatori.Una norma di difficile interpreta-zione, considerato che la concilia-zione in Italia era sconosciuta.Successivamente il legislatore, ac-cortosi di tale contraddizione, haabolito detta norma con l’emana-zione del d.lgs. 28/2010. Il legisla-tore attuale, invece, si è reso contoche hanno un’adeguata prepara-zione solo coloro che del diritto nehanno fatto una professione …Anzi no, perché soltanto una partedi questi, ossia i gli “Avvocati”,avrebbero la competenza necessa-ria, mentre i professori universi-tari, i magistrati in quiescenza, inotai non sono stati considerati
tali. Chissà perché …La figura del mediatore a livellointernazionale abbraccia le più di-sparate conoscenze: dalla media-zione politica tra stati, a quella aterroristi, tra parenti di vittime eassassini, affacciandosi in moltie diversi settori della vita sociale.Considerare pertanto un legale ildetentore assoluto della sapienza,sembra quindi piuttosto irragione-vole. Il voler a tutti i costi circo-scrivere la professionalità dellamediazione pare alquanto ridut-tivo, perché le capacità di un me-diatore sono trasversali. Invece difare la lotta per la spartizione dellatorta tra tutte le categorie profes-sionali, dove gli avvocati hannoalzanto le barricate per paura diperdere la propria fetta di lavoro,mentre le altre professioni cercanodi allargare la propria competenzaper i motivi opposti, perché al-lora non si cerca piuttosto di dareun’organicità a questo nuovo isti-tuto? Come mai non si è cercatodi aumentare la professionalitàdegli addetti ai lavori, magari conl’istituzione di un corso di lau-rea/master specifico? Solo cer-cando di aumentare laprofessionalità di coloro che vo-gliono svolgere o svolgono l’atti-vità di mediatore, cercando disemplificare e snellire le proce-dure, si può sperare che la media-zione risulti uno strumento utile atutta la collettività e non solo allagiustizia come avviene in Italia.Ridurre la mediazione ad un’alter-nativa per lo smaltimento delleoltre 5.000.000,00 di cause pen-denti è veramente riduttivo e sem-plicistico. Speriamo che il ritornodell’obbligatorietà possa daremodo a tutti i cittadini di cono-scere, ancorché limitatamente, lepotenzialità di questo istituto.Concludo questa analisi alle mo-difiche del d.lgs. 20/2010 con unaforisma di (Confucio), che pensoben descriva quanto finoraespresso: “ A noi l’etica e la mo-rale, ai barbari il diritto”.
* Commercialista in Fontenuova
Presidente Commissione mediazione
e arbitrato – ODCEC Tivoli
da pagina 8
il Commercialista novembre 201310
agenzie:
Palestrina (rM) 00036 piazza di s. maria degli angeli 6 06953001 069535188
cave (rM) 00033 Via albert einstein 069580383 069581458
labico (rM) 00030 Via roma, 65 069510140 069510779
zagarolo (rM) 00039 Via Valle del formale, 16 069576060 069575323
Genazzano (rM) 00030 piazza della repubblica 069578634 069578831
Palestrina S.rocco (rM) 00036 Viale pio Xii, 135 0695307020 0695307177
tivoli (rM) 00019 piazzale delle nazioni unite, 2/4 0774319167 0774310835
Montecompatri fraz. laghetto (rM) 00040 Via lago di Bolsena, snc 0694771069 0694771069
villa adriana (rM) 00019 Via rosolina 75/a 0774533606 0774533606
roma - Ponte di nona (rM) 00143 Via francesco caltagirone 366/368 0622184016 0622184016
Gallicano nel lazio (rM) 00010 Viale aldo moro 0695462144 0695469429
Guidonia Montecelio (rM) 00012 largo cornelia 0774342003 0774342003
velletri (rM) 00049 Via dei Volsci 71 069642361 069636927
affile (rM) 00021 piazza s. sebastiano 2 0774808009 0774808897
Subiaco (rM) 00049 Via giacomo matteotti 19 077483470 0774822467
agosta (rM) 00049 Viale trieste 78 0774800000 0774800000
Marano equo (rM) 00049 piazza dante 3 0774820041 0774820070
meno liberamente, significa “le
leggi sono moltissime quando lo
Stato è molto corrotto”. E sì che
Tacito non fu certo a digiuno di
cultura: considerato uno degli sto-
rici più importanti dell’antichità,
scrisse tra le sue opere maggiori
gli Annales e le Historiae, che nar-
rano la storia dell’Impero Romano
dalla morte dell’imperatore Augu-
sto fino alla morte dell’imperatore
Domiziano.
Uno Stato fragile norma ogni
aspetto della vita del cittadino, au-
menta la casistica e la cavillosità
delle leggi, incrementa eccessiva-
mente le sanzioni (penali ed am-
ministrative) ma riesce solo a
colpire pochissimi rei (Mao Tse
Tung sostenne l’inaccettabile prin-
cipio del “colpirne uno per edu-
carne cento”, ma lui era un
dittatore…), in ultimo non pone ri-
medio ai mali della società perché
parte dal principio della mala fede
(esattamente il contrario del prin-
cipio di buona fede che informa di
sé le legislazioni dei maggiori
Stati democratici e liberali del-
l’Occidente) del cittadino che, a
quel punto, diviene né più né
meno che un suddito assoggettato
all’arbitrio piuttosto che al diritto.
Così la Legge, che non ammette
ignoranza (“ignorantia legis non
excusat”), impone ad ognuno
l’inaccettabile -oggi- onere di co-
noscere tutte le circa 150/200.000
norme vigenti nel nostro Paese
(contro le 3/7.000 di paesi civili
come la Germania, la Gran Breta-
gna, la Francia); tutti i cittadini do-
vranno pertanto sprofondarsi nella
lettura dell’intera pletora di Gaz-
zette Ufficiali della Repubblica
Italiana, che ogni settimana del-
l’anno vengono pubblicate dal-
l’Istituto Poligrafico e zecca dello
Stato.
Gli stessi tecnici del diritto, come
i magistrati, gli avvocati, i com-
mercialisti, i notai, i funzionari
pubblici debbono profondere un
sempre maggior impegno per
poter affrontare con cognizione di
causa questa vera e propria selva
normativa.
Un docente universitario di cin-
quant’anni fa affermò con amara
ironia che “l’Italia è il paese dal-
l’eccesso di Leggi mitigato dalla
loro naturale inosservanza”, e que-
sto -ribadisco- cinquant’anni fa,
quando le Leggi erano molte
meno di oggi; ma questo non
credo che ci consoli un granchè.
Del resto in questo clima di con-
fusione si distinguono i falsi mo-
ralisti, fasulli perbenisti e sedicenti
difensori del diritto (verrebbe da
dire “sepolcri imbiancati”), che
sguazzano (vedremo per quanto
tempo ancora) in questo humus di
confusione; così bene ha descritto
la situazione il Romano Pontefice
Benedetto XVI tempo addietro,
affermando che ‘’anche ai nostri
giorni molti sono pronti a strac-
ciarsi le vesti di fronte a scandali
e ingiustizie, naturalmente com-
messi da altri, ma pochi sembrano
disponibili ad agire sul proprio
cuore, sulla propria coscienza e
sulle proprie intenzioni”.
* Commercialista in Biella
Presidente ODCEC di Biella
segue dalla prima pagina
di doMenico calvelli *
Sede legale - direzione Generale - Palestrina (rM)00036 Via della Vittoria, 21 - 06 953001 06 9535188
divisione amministrativa - Gallicano nel lazio (rM)00010 Viale aldo moro, 85 - 06 9546291 06 954629209
Corruptissima
Re Publica
plurimae leges
“…….per compiere grandi passi non bisogna solo agire ma anche sognare, non solo pianificare ma anche Credere……
A D CAssociazione dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili
Sindacato Nazionale Unitario - Sezione di Tivoli
www.adctivoli.it tel./fax +39 0774331696 @: [email protected]
il Commercialista novembre 201312
Primum sapere.La sfida è quotidiana: non solo in-formarsi, ma anche apprenderedall’altrui esperienza, tramite spe-cifici percorsi formativi, restal’unico imprescindibile mezzo perassicurare la qualità della presta-zione del libero professionista.Questo messaggio è stato ribaditocon forza in sede europea, in oc-casione del “Bolstering the busi-
ness of liberal professions
working group”, che si è tenuto il23 settembre scorso a Bruxelles.Si parte da una semplice constata-zione: se le basi dello sviluppoeconomico e culturale del futurovanno costruite sulla conoscenza,chi, se non il professionista, dovràessere in prima linea nel guidarequesto percorso?Noi siamo pronti. Già da moltianni prevediamo nella nostra nor-mativa deontologica la forma-zione obbligatoria continua (Life
long learning) degli iscritti al-l’Albo dei Commercialisti edEsperti Contabili.Ma il tema resta attuale e la di-scussione si sposta su quale sial’oggetto di studio da ritenersi più
utile o più richiesto dal mercato esu quale sia il mezzo più idoneo emoderno affinché la formazionepossa raggiungere la sua miglioreefficacia.Il professionista del futuro saràsempre più specializzato e uniràalle competenze tecniche capacitàrelazionali e comunicative piùevolute.Strategica, in particolar modo,sarà anche la sua vocazione alcontesto internazionale, da inten-dersi non solo come conoscenzelinguistiche, ma anche come as-sottigliamento di un gap culturaletipicamente italiano.L’attenzione va rivolta dunque arendere più omogenei sia percorsiformativi negli Stati europei, già apartire dagli studi secondari e uni-versitari, sia i requisiti per l’ac-cesso alle professioni, attualmente
ancora marcatamente diseguali.Sulla stessa linea, sarebbe auspi-cabile per i giovani professionistila creazione di un vero e proprio“praticantato europeo”, abbinatoad efficaci servizi di orientamentoprofessionale e con il supporto diidonee piattaforme virtuali suweb.È indispensabile anche monitorarequali siano le specializzazioni pro-fessionali con un trend crescentedi richiesta da parte del mercato eriportarne il relativo feedback sulcatalogo di offerta formativa pro-posta.Chi si occupa di progettare e som-ministrare formazione, non potràinfine sottovalutare l’innovazionenei metodi didattici.Oltre alla tradizionale formula le-gata ai convegni in aula, anche iprofessionisti italiani stanno spe-
rimentando metodi di apprendi-mento più moderni ed efficacicome i forum, le tavole rotonde, ilaboratori attivi in piccoli gruppi(project working) e il crescenteutilizzo di nuove tecnologie e sup-porti multimediali (e-learning, vi-
deoconferenze).
Restano da attivare i necessaristrumenti giuridici volti ad agevo-lare il potenziamento della mi-gliore formazione possibile afavore dei professionisti, nellaconsapevolezza del ruolo chiaveche essi rivestono come interme-diari tra cittadino/utente, impresae settore pubblico.Ruolo di livello qualitativo auspi-cabilmente sempre più elevato,strategico ed essenziale nell’interosistema economico e culturale eu-ropeo.
* Commercialista in Tivoli
Presidente Commissione
“Organizzazione e tutela delle
Rappresentanze territoriali ODCEC
di Tivoli”
Formazione sempre“in forma”
di Sonia Quaranta *