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Grout - Storia Della Musica 1

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Prima parte del libro "Grout" di storia della musica.

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  • minava come suoi inventori e primi esecutori di e K midi quali LA mUfIApollo. Anfione e O rfeo. In questo oscuro mondo pre istorico l. M/lA wmwica av~ poteri magici: la gente riteneva che essa fosse in gn. 1f~/ pnfJdo di guarire le malattie, purificare il corpo e r. mente e operare M/I'_nll'miracoli nel rqno deDa natura. Poteri simili sono altribuiti alJa GfKUlmusica ndJ 'An rico Testamento; basti citare le storie di Davide , cheC\Ina la {oJJia di S. u1 col suono dell'a.rpa (Primo libro di 5Itmtl~k,XVI , 142 ) , o gli squilli di tromba e le grida che ebbenerceo lemuta di Gerico (GioJu~J VI, 12.20). Nel periodo ornerico i bardiCIntavano poemi eroici ai banchetti (OdiJS~Q, VIU , 72.82).

    Fin dai tempi primitivi la mw iCll ma inseparabile dalle cerimo-ne religiose. Nel cul to di Apollo lo srrumemc cann erinico era I.

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    L'~ 11'.

    lira, men tre nelle cekbraztoru in ODO~ di Dioniso ua l' lIulM: em-bedue questi str umenti arrivercoc in Geecie probabilmente daU' Asi...M~re: 1.11 lira, come lo strumento a lei affine ma d proponil>hl ~agglO!1' la cetr~ .erano strumenti d. cinque a sette corde (pitardi persino a undlel corde): erano ambedue usate in esecueioni~is.t~ o per accompagnatt il can eo o la declamazione di poemiepICI. L tlultn, uno strumento ed ancia doppia (non un I leurc dun-quel dal suono stridulo e penetrante. en usate per accompagnare ilcanto di un tipo per ticclere di poesia (il ditirambo) nelle prat ichedel culto dionisiaco, da cui si ritiene abbia avute origine il dramma

    gr~. Ne ~n.5e8ue che nei grandi drammi dcll 'eti classica - ope-ra dt Eschilo, So(ode ed Euripide - i cori e le altre sezioni musi-cali erano accompagnati dal suono dcll 'lIuto1. o alternati a esso .

    A partire almeno del V1 secolo a.C. sia la lin , sia l'.u/os furono

    L'erediti grea

    La storia ddJ 'UIC' musicale in Occidente comincia propria:men-te con l. musica delle Chiesa cristiana. M. per rene il Mfioc:yo.e ancora oggi, gli uomini hanno continuamente fatto riIerimc:nto.11. Gitti. e a Roma per la ricerca di stimoli, di rettifiche e di "piorazioni , nei diversi campi di anivit; ci vale _oche per I. musica- sia pure con alcune important i diffe renee. La lenerarura latina,per esempio, non h. mai smesso di esercitare III propria influenzadurante il Med ioevo. un ' influenn che ! andata accentuandosi neisecoli XIV e XV quando crebbe I. d iHusione di ope re dell'an caRoma ; DdJo Stesso tempo, inoltre, si venne vi. via rscopreodoqua nto erti sopravvissuto delle ktleratUl'l greca. Ma in letteratur.,ccee in altri campi (in particolare nella scuJtun), ali artisti medioe-vali o rinucitnmlali avevano il vantlggio di poter studiare: c , se lodesideravano, imitare i rnoddJi ddJ'anUchiI.l. Di Crome a loro c'e-rano Le composizioni poetiche c I. sutuari. eli qeell'epoca; in musi-ca, invece . non era cosi. D Medcevc non possedeva un solo esem-pio di musce gtK8 o romana - n , bisogna -.ggiunge~. la SilUU:io.ne ~ molt o rniglionlt a ai nostri giorn i. A tun 'oggi 10 00 slati scopee-ti IIU'inc.irca un. dcaaina di ese mpi di musica greca - mc:t. deiquali 5010 semplici {ramment i - C! quas i tutti attribuibili a periodirelarivameme tardi, m. non vi .kun unanime accordo riguardoalla loro esa tta ~alinazione. E, per quanto riguarda la musica del-"antia. Roma, non ci rimane .lcuna tcsti.moniJ.nu autentica. Sic-cM a noi , come agli uomini del pericdc medioevale, quasi tutt a I.eoecscenee di ques t'arte, appanenente a queste antiche civilti, stata tn mandat. indirettamente da resoconti piuttosto ....hi diesecuaicnl, ma soprattutto da lnluati teo rici e descrWoni len e-rane.

    Alla base dell'esaurirsi delle praric be musicali tradizionali nel.l' ant ica Roma all'inizio del Medioevo c'. un motivo specifico: me l-ta di ques ta musica en legata a occas ion i sociali cui l'antica Chiesacristian. guardava con orrore, o riti ~ligios i pagar che I. Chiesariteneva dovessero essere messi al bando. Percil> si fece 08ni sforacnon solta nto per tenere fuori dalla Chksa quella musica ebe avreb-be richiamato alla mente dei fetidi tali abomini, ma, se possibile.per cancc:Uarne ogni memoria. Quanta di ques ta musica abbia poru -te inK:rini ed essere conservata e qua nta sia sopnavvissuta fuoridella Chiese enreversc i secoli. non dese sapere .

    Tutt.via alcune cananeri$liche: dell 'antica prat1ca musicale so-pravvissero od Medeevo, sia pure per la semplice ragione che ebo-lirk avrebbe quasi sicurememe significato abol ire l. musica stessa;inolt re, la teo ria musicale degli antichi era all. bue della l (!()fizza~alone medioevale e parte int egra nte d vari siSlemi filosofid . Per-tan to , se vogliamo capire la musica medioevale, dobbiamo ccncsce-re qualcosa delle musica dci popoli antichi e in particolare dellapratica e della teoria musicale dei Grcx.i

    La minlogia grtttl assegnb alla mwica un'origine divina e no-

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  • usati indipendentcmente, come srrumemi soJ1Sllci La cron-et diuna competizione o festa musicale, tenuta in occasio ne dd g~ipit ici del '86 .C., riferisce di un uomo di nome S.kadas che CSC'-gul una composizione per aulos che ~scrjvC'va il combanimenrc I nApollo e: il drago - il pi emico brano conosciuto di musica a pro-gramma, rim.s to {.moso per secoli . Care per saonatori di cetra edi alilol C' cdcbruioni di musica strtllm:nt:ak: e vocale divcnt.ronoJempre: pi popolari dopo il V secolo .C.: a mano a mano che lamusica Strumentale: si rendevt pi autonoma , andava ancc.ndo ilnumero dci virtuosi C'insieme la musica andu a facmdosi semprepi compkua d. ogni punto di vista . Nel TV K'COlo Aristotcle met -reva in guudi. dal conferire un raglio profeuioninico eccessive al-l'educezicne musicale dei giovani:

    Ci potrebbe oueneni, riguardo allo uudio, se i giovani non si.ff. ticusero rqIj cscrcW che prepuano alle competizioni prof~nall C' in rutti i vinuosismi C' le ric~aucx che lIdesso tonO passatindk compctirioni C' daDc competiriocu nd AsceIU educ-nvo, ma inc:se:rcW [non]di tal~ fino Id essere in .rado di pkre ddLt. bdkmdodic C' dei bei rioni c non toIlanfO dd fucino comune dd1. musica, C:OrM alcuni dcali .lui animali C' I. maua degli schiavi e dci ....&mi.'

    Qualche tempo dopo la Hoe dell'epcce classica (approssimativa.mente tra il 450 e il .lV a.C .) ci fu una reeaione nei confronti dellecompbsit. tecniche: e dagli inizi dell ' re cristiana la teoria musicale greca, e pr0b8bilmcn te anche la pratica, sub irono un processo diKmplifu:uionc. La maggiot pane degli esempi di musica grecagiun ti fino a noi provengono da periodi relativemenre tard i. I prin-cipali sono: due inn i delf ici ad ApoUo del UO .C . circe: uno sko-lion o caRIO bacchico dello stesso periodo o forse poco pi tardo, etre inn i di M~mIe di Creta, dd 11 secolo d.C.

    Quantunque non si s.appia granchi: intorno alla mU5ica greca ealla sua Sloria, possil.mO tuttavia .ffermare che: sotto tre aspettifondamentali essa li pu u similare alla musica cristiana primitiva.In primo luogo, era (ondame:nta.lmeRle manodi"" cio melod ia pu-t a, senza un sostegno armonico o contrappuntistico. Troviamoqualche esile traccia di musica a due voci in Grecia, ma certo la suapratica non pot essere stata . isteroatic. n di qualche peso. Nelperiodo in cui si usarono complessi vocali o mumc:ntali di grandidimmsiooi, acc.dde spesso cM alcuni Jtf'UlMf1U potessero abbe.llirC'la meJod.iI, eN= veniva contempon.neamente c:squila in modo pisc:mpIice dagli altri stnnnenti dd complesso, prod ucendo cosl unalOtta di tJmJ!on;a; ma n l'eterofonia. n l' inevitabile ntteSSit dicantare in on ava, quando sia uomini sia tagani si trovavano unitinel coro, costituiscono una ven e propria pomonia.

    AaImmu.~, VIII, 1J41". IO. tr ... di 8 T--. ""'" ~tocw.dij.'Dr .... ....ts-t~.~ YorIl, 1941, P. lI) . u 1'1_ q,...... II ..... Ieri,. Laccu.,(97).14 C& ....Pu.~Lo. U. 6696. 77l::b',"~. h .... s.i. u--. 1971.....

    "In secondo IUOSO, a quan to ci consta, le esecuz jcni musica.l.i nel

    periodo pi~ ficreme ddJa civil l greca c.rano improvvisale: l'esecu-rcre era, Iioc a un certe pcmc, eoc be compositore. Questo non si-gnifica che tu tto quamo esse faceva fosse istimivo e non richiedes.se una prepereelcne. Egli doveva comunque: testare all'interno diun complC'~.~ norme universalmente a~uale. che regolavano leforme e gh suli della mussce adatta a parucolari occasi oni. e prebe-bilmente inseriva neUe sue eseccacnl akuni moduli music.li fissatid.alla t~ne: ; ma aU 'infuori di queste restr izioni godeva certo dinou::voJe hbert. Dato cbe l'esecutore non era impegnato a ruJjzza.te un brano memorizzato o appreso da una parti tura, cee si poteva-~ dere due esecu7ioni idemi~ dello stesso branc: l'improvvisa.zlo~e , l,! qt,lCsta o In una accencne affine, C' t. propria di tutti i pc-poli amichi: essa prevalse anc he nella nostra musica occidentaleprobabUmente fino er'vur secolo d.C . e , come vedremo, continue.:ri a lungo I influenza.rr ali stili musicali, anche dopo l'invenzionedi precise- notazioni musicali

    In rereo lUOJO, la musica 8teca fu quasi sempre associata a untc:510 o aIl. dama, o a rutti e due: gli elementi; melodia e ritmo era-no spesso intimamente connessi con il ritmo e 111 mdodia del conte-ne poe tico. e la musica delle funzioni religiose, dei drammi e de llegrandi comr.ti2ioni pubbliche era eseguita da can tanti che acccm-pagnavano a loro mdodia co n i movimenti di prescritte figuruionidi danza.

    M. rikvarc k: somiglianze rra la musia della Chiesa primit iva Ut kofJlle la musica grttll. suUa base di un comune eweu ere monodico e ",,,S tell"improvvisativo e . uU'insep:arab ilit da un lesto, non signiHca asse- ~aere una continuit. storia. Non si pubdimos trare nessu na connes-sione diretta tra l'una e l'al tri . Fu la teorie, piuttosto che la praticadci Geec , a infloeneaee la musica in Europa durame il MedioevoC' di fatto ou.i siamo in possesso di un numero di informazionimaggiore circa II: teorie musica.li greche che non sulla musica verat propria".Queste teorie si posso"? s~ividete in d ue classi: 1) ledOllnne cm:a la natura dell a muso, il suo poste nell 'urversc , isuoi effe lti e i suoi correrti usi l'c.Ua societ umana e 2) k:. descri-zioni sislematiche dci materi .li e dei modelli di comPosizione musi-cale. ia nella filosofia sia nellescienza musicale i Greci attivaronoa intuizioni e formularono principi in gren parte ancora inseperari.Naturalmwte il pensiero musicale grC'CO non rimase immutalO daJlempo ~ Pitqora (circa 500 a.C.), ri tenuto il suo loodalore. finoa Cl. udio Tolomeo (U secolo d.C .' , l 'ultima ftgtlta di notevole imo

    ~:ta; l'espostttonc che Kguc:, sebbene ne.ttssatiamc.nle acmpli.fietta, InC'tter in rilievo le pos izioni r.i caratteristiche:: e pi imoportanti pe.t lo sviluppo succts$i vo del . musica occ identale .

    La parola >'musica" aveva pet i Greci un signif icato molto pia.mpio di quanto ne abbia 088i, c.uc::ndo in origine una forma~t.uvale derivlta da m llrM - odia mitologia classica ognunll delle n0-ve dee sorelle che presiedevM'lO aUe diverse ani e scienu 11 rappot-to etimolosico suggc::risa che ptC'UO i Greci la musica era conside.

  • , PuoTOlC,~. x, 611

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    ' Aa..rm7ru.a. Podo, I. 1447' , 28. IO' ... Rl McK-. al~ 1'oIoIta. v m. t~ dr Pu.TDNa,~. Il . 66~ . 66I-670,l1lC

    La strena un tonc: di melodia e poesia rappresenta un'altra di-mensione in cui possiamo rilevare l'ampieua della ccoceetcoe mu-sicale dei Greci , In realt ~ scorrette parlare: di "unione", perchpre$JO i Greci i d ue termini erano praticamente sinonimi. Quandonoiogi pa.rliamo di "musa dd1a poesia" , sappiamo di US~ unafigura reicrca:~ i Greci, invece. queSta musica era una vera.c propria melodia, di cui si potevano descrivere precisamente gliinlervalli e i ritmi. Poesia "lirica" tigniflC.va proprio poesia cantalasulla lira; il termine "trqc.dia- incorpora il verbo am/nn, "cantare" , In effeui molti termini greci che designano i diversi dpi dipoesia, come otk, o inno, sono termini musicali, mentre: le formeprive di musica non erano .ffatto ddinite. All' inizio delle PtHtiuAriSlolele, dopo aver elencato la mdodia, il ritmo e i1 linau':fBio.quali dementi della poesia, afferma: ..C'~ poi un'altra forma darlela quale si vale del linguaggio puro e semplice... , o in prosa O inversi... Questa forma d' ene, fino ad oggi, si trova a essere senunome".)

    L'Kka greca di una musica come: di qualC05Jl esseezielmente in-dissolubile: dalla parola parlata ~ riapparsa in vari aspe tti nc:.1la sto-ria ddla musia; ad esempio. ~ presente eele teorie wagne:riaM suldrtJnJn.a musicalc:, od seccc XIX. La rittrca di un'unione: perfett.tra musica e parole, per alcuni compositori moderni, pub voler direnon pi che uno sforzo per la ecrrene dc:damui~ rimuca del te-SIO; per ah,ri pub avere un significa to pi globale: edessere motivatadalla credenza che: nella musica ci sia un potere simile a quello delleparole, di influc:tu. re il pensiero e l'uionc: umlna; e che pertantoun artislA , nell'uso della musica come: delle: parole, ,la obbligato aesercitare tale potere col dovuto riguardo per il suo effetto suali al-tri. Questa convinzione ~ uno dei pi evidenti e ircpcrtem aspett idel pensiero musicale greco.

    La dottrina dc:U 't thot, ossia le quali t} morali e gli effe lti della La J Olft'lmusica, sembra avere radici nelle conceeicne piltgorica della musi- tk/l'e/boca come edeeeesee, un sistema di suoni e ritmi reao'ato dalle:stesse leggi matematiche che: operano nellt IOlatili delfa. creazionevisibile e invisibile, In~ta concezione: la musica non era soltantoun'irnnuginc inerte ddJ 'ordine universale, m. eocbe una fona chepoteva -aire sull'universo - di quideriva, infatti, l'amibu:r:ione dirniracoli ai leggendlUi musicisti della mitologia. Un'epoca soccessi-va, ispinra a un lICCrac::iuto n,ore: scieeufeo, scnolioe gli effcttidella musiCll sulla volont~ e quindi sul ccsuere e la condona degliesseri umani. Coree la musica potesse ~rare sulla volanti fu mes-so in luce da Atistotelc:~ per mem dell. domina dell'Imiteaicne.La musiea - egli sostiene - imita dreuememe (0$3ia nlpprc:sc:nta)le passioni o gli stati d 'animo: la gentileua , la rabbha, il coraggio,I. lemperanUl, cosl come i loro contrari e altre qualitillj di cense-guc:n:u , escchaodc un. musica che imiti unI certa passione si rima

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    rata come: qualcosa di comune o fondamentale rbpenc aUc 8uivi l.d~ perseguivano I. bc:llem o I. veru. Negli insegnamenti di Pire.geni e dd suoi seguaci, la musica e !'Intrn'ia non erano ~le;come la comprensione dei numeri era ritenutI I. chine per I. compresionc dell 'huerc universo spiri tuak: e fisico, cosI il sislema deisuoni e dei ritmi, esseodc ordinato da numeri , en concepito comeesemplilicuiooe ckU'armonia cosaa e ad essa ccrrispoodeme.

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    QuestI dottrina fu e5posta od modo pi approfondito e sistematkod. Platone. particolarmente nel Timeo (il suodialoeo pi universal-mente noto in epoca medioevale) e nelle Rcpubb/ka. Le opinioni diPlatone sulla natura e le funzioni della musica. cosl come venneropoi interpretate dagli scrittori medioevali, ebbero un'influen ZI pro-fonda/ eureversc tutto quel periodo, sulle loro speculazioni intornoalI. musa e allUO ruolo nell'educazione.

    Secondo alcuni pensetori greci I. musia era anche: in stte.UIconnc.u.ione con l'aslronorm. non soltanto a causa dell'idetuil~ del-le leggi matematiche che si riteneva Iceeec tU. base sia del ,istemadegli in tc:rvtlli musicali sia del sistem. dei corpi celesti , ma anchein ragKme di una pankof.re eorrispondcnu di certi modi e anchedi ceni suoni con i vari pieeeti. Simili connotutoni cd estensionimagiche della musica erano comuni a rutu i popoli orienlali. A taleidea venne: data forma poelica da Platone ' nello splendido miladella "musica delle sfere", che avr un'eco in molti scriuo ri di mu-si. in ruuc il Medioevo e: si pu rintracciare: anco... in Sbekespee-re: e Milron. Tclcmec, uno dci pi illustri teorici della muaica, fuanche l'astronomo piii importante dell'antichit - cos come, aluulmente. molti dei mial10ri dilettan ti di musica sono soprattuttoscienzati in fisica .

  • ' Vf
  • ca consis terne essenzialmente di pura e libera linea melod ica; 2) l'i-dea di melod ia intimamente connessa con I~ parole spec lal~~nreper quanto riguarda l'aspetto ritmi~ e memco: !.) una tr:adr: ,onedi esecuzione musicale basata sostanZialmente su ll tmprovvlSu~Ont" ,senza una ncreaione fissa e dove l'esecutore creava per cos dire lamusica ogni volta, obbedendo solo alle conveneenl comunemen te

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    accett ate e usando alcuni moduli musicali della nadatone: 4) unafilosofia della musica che considerava quest'.art e non cO,me una 'pr-o-duz ione di gradevoli suoni in un vuoto spirituale e SOCiale dell arteper amore dell'erte , ma piuttosto COITK' un ordi nare sistem! ~ol1egatOcon il sistema della natura, e come urut {ona In gudo ,di tn~ue~'aare il pensiero e la ccndcrra umana; 5) una teoria Q~usuca sctc.nt1:fcemen ee fondata ; 6) un sistema d scale formate SUI rerreccrdi h lveda a pp. 41 sgg.}; e 7) una terminologia musicale. .

    Par te di questa eredit (i pun!i " 11 e 7) era ~;'-llrmente greca il resto era comune alla maggior parte, se non all intere mondoan'tico, la conoscenza d i esso e le opinioni al riguardo furono t!'ll 'smesse all'Occidente sia pure in modo imprecise e fnlmmentan~,media nte vari tcamiti: la Chiesa crist iana - i cui riti e 1~ cui t?USt-ca inizialmente furono derivat i per larga parte da forni ebrecbe .sebbene selWl gli accessori degli strument i e della da~zll del Tem-pio r-, le opere dci Padri della Chie~ e, i prif!li tN.ttatl della ~cola .st iCl. medioevale che tra una rnclti rudin di ahr! argomenti psr-

    . ,

    lavano anche di musica.

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    Ladottrina greca dell 'ethos fu quindi stabili ta in base alla ccnvln-zione che la musica potesse influenzare il carattere e che tipi di musi-ca diversi producessero effetti d iversi. Nella dist inzione (atta tra ivari tipi d i musica possiamo percepire una dicotomia generale: la mu-sica il cui effe tto conduceva alla calma e all'elevazione spirt uale, e lamusica tende nte a produrre ecci tazione ed entus iasmo. Il pri mo geonere era associato al culto di Apollo: il suo strumento era la lira e leforme poetiche ad esse connesse erano l'ode e l'epica. il secondo ge-nere era messo in rapporto con il culto di Dioniso: il suo strumentoera l'oulos- e le (orme poetiche relative il d itirambo e il dramma. Que-sta sudd ivisione evidenzia ledue tendenze opposte, q>pure perellele,usualmente distinte come c14ss;co e romontica, o apollinea e dionisia-ca, che hanno agito reciprocamente IUJ180 rutt a la storia della musica.(Pet una tranaacne particolareggiata della teor ia musicale greca siveda l'AppenJia a questo capitolo, pp. 41.7).

    Non sappiamo se i Romani ccm ribuironc in modo significativealla teoria e alla pratica musicali. Essi attinsero all'atte musicaledella G recia, sopra ttutto dopo che quel Paese diventb un a provin-da romana, nel 146 a.C., J p robabile che ques ta cultura impor-rata sostituisse una musica indi gena, etrusc a o italica di cui non siha conoscenza . l Romani inventarono o migliorarono, peeticolae-mente per scopi militari , alcuni strumen ti di ottone simili alla t rom-ba o al come. Molti passi degli scrini di C icerone, Quintiliano ealtri mostrano che la familiar it con la musica o quantomeuc con itermini musicali tra considera ta parte essenzia le dell 'educazione diuna persona colta, cosl come si supponeva che tale persona fossecepece di scrivere e parlare in greco,

    Nel periodo pi importante dell 'Im pero romano (i pr imi due se-coli dell'era criniana), l'art e, l' architett ura, la musica, la filosofia,i nuovi rit i religiosi e molti altri beni cult urali erano mutuati dalmondo elleuisrico. Numerosi resocont i testimoniano la popolaritgoduta da famosi virtuosi, il favore accorda to ai cori e alle ceche-m e di vaste dimensioni e I. grandiositi di feste e gare musicali.Molti imperatori proteggevano I. musica; Nerone aspir addiritturaa una fama personale di mus.ic~ta. Con il declino economico del-l'Impero nel ID e IV secolo cessb la dispend iosa produzione musi-cale su larga scala; sopravvisse natural mente qualche forma di vitamusicale anche in ques ti periodi torbidi , ma di essa sono rimastepoche testimonianze; dopo il V secolo praticamen te scompare: ogninsccla di pratica musicale pm(ana . Questo, naturalmente, non si-guif ia che non ci fosse nessun a (orma di musica profana nel primoMedioevo. Come per gli antichi Romani, difficile credere che icompatrioti di Cicerone, Virgilio e Orazio siano stati assolutamenteprivi di originalit in campo musicale, ma possiamo $010 dire che,se essl d iedero all'a rte qualche: contributo originale significa tivo,nessuna prova di d ~ Venuta sinora in luce.

    Rbsscmeedo. anche: se permane molta incertezza riguardo aipsrlica1ari, sappiamo che: il mondo emico essmse al Medioevo al.cune idee fondememall suDa musica: 1) uni ccnceacne della musl-

    LA musiunel/'onticaRoma

  • Il L'nJ!ft"O"C di PlilM -t"- ~'-~JNb ..,wJkvr -nd~ UN pon i," G~p'0>l,M \IG int.anl""I"lO- , piuuOtllGc:ht. ~fW>Wl:

    Un modo simile d i tanto era rapp resentato dalla ta/moJia enti-fo1titk, in cui le due parti del versetto, o alte rnativamente due verosetti eran o cantati a turno da due cori , Un 'altra usanza che la

    Chj~$a cristiana mutu dai riti della religione ebraica fu la recita-zione di brani stabiliti de lle Sacre Scritture da parte di un solis ta ,che usava aironi moduli melcdc le cui linee eS$CUziali potevanot'nere mantenute, mentre alcuni particolari venivano varlali e ede-guati alle esigenze di un particolare testo .

    Essendosi diffuso. attraverso l' Asia Minore, in Afric a e in Eu-ropa, il Crist ianesimo primitivo accumul elementi musicali d.i di -verse aree . I monasteri t' le chiese. della Siria furono importanu perlo sviluppo della salmodia enrlloaele e per l'~ degli inni. Entr~.bi ques ti canti ecclesias tici , a quanto pare, SI propagarono dalla SI-ria attraverso Bisanac Ilnc a Milano e ad altri cent ri dell'Occideo-te . L'innodia la pi antiO' traccia di un'attivit musicale nellaChiesa cristiana (Mott. , XXVI, 30; Man:;o, XIV. 26). Plin io il G io-vane verso l'anno 112, riferiva dell' usanza cristiana d innalz.are"un carne a Cristo come a un dio" nella provincia di Birinia in .AsiaMinore . Il Probabilmente, alcuni inni dell'antica Chiesa erano mto-nati su quelle che oggi chiameremmo melodie popo lari, ed proba-bile che alcune di queste melodie fossero state accolte nel reperto-rio ufficiale dci cant i ecces lest lci.

    Il pi ant ico esempio rimastoci di musica della Cblese cristiana un inno in lode della T rinitl, in greco e con notazione greca, $CO-per to in un papiro nei pressi dell'antica citt egizia di Osslrincc epubblcnc nel 1922. lJ papiro risale approssimativamente alla fine:del ID st'COIOi com iene soltanto gli ultimi pochi versi dell'inno ed mutilo al punto che neppure questi possono essere tot almente ricostrui ti. Dapprima si era ritenuto che U frammen to di Ossirtnccprovasse definitivamente n nUuenza della musica greca odia Chiesa primitiva' ma successive ri rche hanno dimostrato che, nono-stante la no~az.ione greca. la melodia probabilmente ~ piuttosto diorigine orientale .

    Le Chiese orientali, in mancanza di una forte autori t centrale , BiJdm:i(svilupperono liturgie diverse nelle diverse ttgio~i. And~ ~_ no? CI giunto n~s~un ma.noscritlo d~lJ~ muaca ~sa[a , LO, qeesn n tl .oneotali nei pnml secoli dell'era cnsnane, negli ulrimi an m Studi esau-rienti sulla musica ebraica e bizantina hanno consentito di fare im-portanti deduzioni in merito alla musica delle prime Chiese d'O -riente.

    La citt d Bsanzio (o Costantinopoli, l'auuale [mnbul) fu ri-costruita da Costant ino e, nel no, proclamata capitale dell'Imperoremano da lui riunificato. Dopo la definiliva scissione dell'Impero,nel J9~, essa restb capitale dell'Impero d'Orleate per pi di milleanni , fino alla conquista turca, nel 14'J. Per quasr rene quest o pe -riodo , Bisanzio fu sede del governo pi pote nte in Europa c centro

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    La prima Chiesa crisci.m

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    Ci imposs ibile sapere esattamente quanto e che cosa della musi-ca greca e delle socie t ellenisrico-criemali dell'Asi. Minore sia pene-trato nella Chiesa cristiana ni primidue o tre secoli della sua esisten-u . Alcuni tr at ti dell'antica vita musicale furono nettamente respinti,ad esempio l'idea della musica come arie di puro godimento. Soprer-tutto le forme e i t ipi di musicu connessi con i gra ndi spettacoli pub-blici, quali le feste, le gare e le rappresentazioni drammatiche , coslcome I. musica desrinara a pi intime occasioni conviviali, furonoconsiderali sconvenienti dalla Chiesa, non tan to per avvers ione allamusica in s, quanto per lanecessit di allontanare in numero via viacresce nte dei convertiti da tutto quanto per essi poteva associarsi alpeganesimc del passato. Questo atteggiamento, agli inizi, port anoche Il una diffiden za verso ogni musica strumentale. Tutt avia nonpu esser stata una rottura complers. Cosl come la teologia cris tianafu iniaialmenre inlluenza ta dal la filosofia dell' antichit, anche la mu-sica del primo C ristianesimo pu avere ereditato qualcosa - quandoe che cosa non possibile d ire - da fonti pagane.

    Pi importante. tu ttav ia, di ogni influe nza esterna di quel tipo fuil fatto che il culto del Cristianesimo prim itivo veniva eserci tato infor me: strettamen te modellate sui riti religiosi ebraici. Similmente 11essi, ques te forme includevano la lettura dei libri sacri, i salmi, gli m-ni, le preghiere e l'ele mosina - lutt i elementi cbe permangono sinoai nostr i giorni nella liturgie della Messa (nella quale sonc segui{i, na-turalrnerue, dall ' Eucar istia, la celebreaicne dell 'U ltima Cena) . E unasupposizione sicura ritenere che nella musica, come: nella liturgia, ilCrsdenesimc primit ivo abbia adc na tc le: prat iche usuali della sina-goga, probabilmente aggiungendo alcune caratteris tiche desunte dal-l'ad orazione nel Tempio. Nei servizi divini sia degli Ebrei, sia deicris tiani, gli stili caratteristici e le forme delle parti musicali eranoadattati alla funzione liturgica (e in effetti da essa condiz.ionati) . Pososiamo quindi segnalare qui brevemente alcune tra le caraneristichegenerali della musiOt ebraica, che furo no presenti oel culto dellaChiesa. cristiana primitiva c: che: penetrarono infine nei vari tipi dicenri lit urgici svtlupparts nei secoli successivi.

    Presso gli Ebrei i salmi erano cantati alternativamente da un scl-sta e dalla messadei fedeJ.i; in una forma di alrernanaa che diventerpoi import ante nella liturgia cristiana con il nome di u /modia rerpcn-10,u,k-. iI solista intonava Upr imo rigo del versetto di ogni salmo e

    J'~blea replicava cemandc il seconde rigo. Tale proced imento per cclerme nee adatto alla strunura dei salmi in cui i versetti soven-te hanno due (rasi parallele, I.. seconde delle quali riaffe rma o conti.nua o aml'lifica il pensiero esposte dalla prima :

    " 'Ikncdke .nima mea Domine: I el noli obLivisci omO

  • "di una fiorente cu ltura, che fuse elementi eUcni st id e orientali Lamusica della Chiesa di Bisanzio continoo a esercitare una certa in-

    fl~nu sull' Occidente fino al defiohivc scisma tra Chiesa d'Oeien-le e Chiesa d'Occkeme nel 1054; il cento liturgico bizantino. inol-tre, ~ l'eneenarc ddla musica della moderna Chies. grecc-cn cdos-sa, di quella russa e di altre Chiese d 'Oriente.

    Gli esempi migliori e pi caratteristici d i musica bizanli na nelMedioevo furono gli inni. Questi easserc origine dalle brevi agogiunte pceucbe (J7o/NIrUt) pcsre [t1I i verseni dei salrrn. intonare sumelodie o tipi di melodie venuti forse dalI. Siria Q~ti insert i~bbero .gradualmente d 'importanza e voll e vennero wiluppltiIn forme LOnogrsfache s, d. suddividere in due gruppi principali;i /tonWe;'. che fiorirono od VI secolo, c i Ic4noM:f, diflusisi tral'VOI c il X secolo, che .oo.tarono probabi1mc:ntt alcune melodieprime usate nei konI4Ja . Gli inni bizan tini eveveoc una Strulfut'llelabonta in contras tO con quelli della ehm d'Occdeme. Un 1:4.non comprendeva di rqola OIlO seaioni Idene OC'3), ciascu na com-posta di d iverse strofe. Knunll de.lle oJn di un ktllIOI1 era C':I:nta~su unii propria melodia, c:&: rimaneva t- medes ima JX1' ogni stanzaddJ'ok. Ogni otk conisponckva a uno specifico Cilnhco biblico; inntici sono frammenti lirici dd1a Bibbia simili ql.i inni o si salmi,can tui nei riti liturgici in occasioni speciflcbe. I Clotici cklla Ch ie-s.. biuntin a perrrtaDiOno tuttora, con una eccezione, nd1t litu rgia~ Chiesa CI~tolia. roma~i ~ pi important~ trll ques t!, per t-stona della mWla, ~ il ceaucc dclIa .ac.ta Ve.rgme Mana , il Mtlf/li .'''',' (Luu, l, 46-" ).

    .1 testi ~i unonn bizant ini non erano creeaicni de l tUltO origi.nali , ma pnntcsrc ccmroen reri o variuioni sui moddli biblici. Ancbe le mdodic non er ano del tutto originali , ma venivano composteseguendo un principio comune a rurta la musica orientale, affauodiverse dalle concezion i cccidenreli. Co~ unit munurak nonc 'era una serie di note organizza te in Kala , ma piuttosto un gruppodi b~vi motivi presubiliti - tra cui il camere poteva sccglk:re ecombinarne alcuni nella sua melodia. Certi motiv i dovevano esserewati all'iniz io, alcuni nella perte centrale e altri aUa fane. d i unamelodia, altri ancon servvenc da anelli di congiunriOOC:i c' eranopoi alcuni moduli co nvcrttionali di omllrDent.%lonc (m~/ismflJ). L'o-riginalit~ del cantore ccnssteve nel modo in cui combinava i moti -vi c li variava con i moduli ornamentali.

    I motivi cosl nlggruppati hanno nom i diversi nei d iversi sistemimusicali : riiP nella musica ind, maqi", in quell a u aba, ho! inquella bizantina e vari termini, uaducibili co n modo. in quellaebraica . Un ,igp, un ma'lim, un echo! O un modo sono, per cos1dire. un repenorio di motivi melodici ; tutti i mot ivi d i un gruppoche han no in comune il fatto di esprimere pi o meno un'emozionedi cara ttere comune, una corrispondenza melodiC1l e ritmica, e sipossono far risalire li una m!.esima scala La sceltll di un part icola-re rtiga o modo 1'00 d ipendere dalla natura de l testo da cantare:, oda una par tico lare occasione, o daUa stagione deU'a nno, e a volte

    "(come neUa musica ind ) dall 'ora de l giorno. Le melodie delle sina-goghe ebraiche sono srere classifica te in base ai loro motli. La musi-ca bizantina si fondava su un sistema di ono echoi e le melodie nel-le collezioni per i htnOllt!J SOno c1u sificale secondo tale sistema.

    Le melodie delle 1inaae>&he ebraiche e della Chiesa bizantina(cos1 come qoelle delle Chiese: occiden ta li) si enano tramandate arotraverso una tradiz.ione oN1e per SOIi pr ima di essere trascritte.La comparazione con le tesmonian.zc pi an tiche liK'Cessibili e l'e-same di altre circostanze hanno persuase a li studiosi moderni chesia le antiche melodie ebraiche, sia quelle delle prime Chiese cri-stiam furono costruite sul princip'o deimodi; in aJcuni cui ~ $latopossibile: definire con un elrc grado di probabilit ali an tichi eedc-li melodici. Queste scoperte scoc state importanti neUa storia dcIIaprima musica sacra occidentsle per due motivi:

    L Molti dei pi antichi canti occidentali sono cos trUiti secondoil metodo usato nelle melodie ebraiche - vale a dire in bue a mo-ddJi mdodic:i e includenti un numero di motivi melodici stabili .In qualche caso la somj~za tra i canri ebraici e qcelli occidentali talt: da sugerire addirittur1l che ques ti fossero presi da quelli, Oaltrimenti che ambedue fossero varianti d i un modulo comu ne. Iso-t- te somialianzc: melodiche , in otni caso, SODO meno import antidd1a simile merodoqia di bue e dei principi di ccs nuscee melo-dica usati sia nel CIntO eb raico sia in quello cris tiano. ln base qUCIu' somialianza pouiamo conduden che la musica SKra &.0.pi antn Chiesa occidentale inco rporb numerosi dementi del latradizione: ebrace, o direttamente dai cami delle sinaaotthe, o indirertememe, essendo su,te modificate le melodie: origlOaIi ne: i primicentri cristi an i in G recia, Siri. , Eginc e in altre rt:gioni del MedioOriente. In quale. modo tale tras fusione: si sia verif icata e quali fossere i rispet tivi co ntributi derivati da quest i vari centr i, ! argcmen-te non anco ra abbananza chiarit o.

    2. 11 sistema bizantino degli ono hoi ebbe un impor tan te in-f lesse sulla u:oria medioevele dell 'Occidente degli o rto modi eccle-siastici . Come. i modi dd1a Chiesa occidentale, gli ho; erano rag-JlUppliti in quattro coppie, cbe terminavano rispettivamente con lenote rt, mi. t. $O/. Non sappiamo quanto il sistema bizantino fosseinfluenzato dall a teori a areca, ma certo il scccessl vc sistema medio-evale occidentale fu chiaramente formate daali ecboi bizantini unitia to"oi greci. Gli hoi possono essere considerat i un primo stadiodi un processo evo lut ivo di cu i la teoria musicale occ idemale rep-presenta un euJmlne: logico . Essi non erano scale, ma piutt osto col-lezioni di moti vi melod ici. l tecrcl occide nt ali partirono da questopunto, per dedurne in seguito le scale su cui i rispe ttivi gruppi dimotivi erano form llti, e cerca rono infine di porre in rellazione queste scale con il siste ma greco di tonoi. l risultati di questo proc.!. imento appa iono in (ormll completa nel sistema modale occide ntale{si veda il secondo capitolo}.

    In Occidente, come in Orient e, le Chiese locali furono da pprima rdativameme autonome. Sebbene , na tura lmente. cond ividesse>

  • U liturgi~ ro una vasta pratica comune, tuttavia probabile che: ogni regioneocd tkntali dell 'Occiden te abbia accolto l'eredit oriemale in forma leggermen-

    te diversa . Queste differense iniziali si unirono alle particolari con.di zioni locali producendo ccsl molte pratiche liturgiche di surue evari corpus di canti tra il V e l'VIII secolo. Alla fine tutte questedHferenziazioni locali, canoe una (la liturgia amb rosiana), o scom-parvero o furono assorbite entro l'unica pra tica uniforme permessadall'autorit centrale di Roma . Dal IX al XVI $CCOlo, in teoria esempre pi anche nella pratica , la liturgia della Chiesa occidentalefu regolare dalla Che$1l d Rom.

    Le principali liturg ie non romane del primo periodo furonoquella tJ11licana in Frencla, quella f1IoVlrllbica in Spagna co: la litu rgiaambrosill ll f1 Il Milano. Nelle rnaggior parre dcll'r~Uterra la liturgiae i canti dd rito di Salisbu ry (Sarom) furo no usati dal tardo Medio-evc fino alla Riforme. la liturgia 8allicana~ che includeva elementisia bizan tini sia celtici , rimase in uso presso i Franchi sino verso lafine ddl'VUI secolo. La liturgia romana deriv da quella gallicanaelcnnl brani dei riti del Venerdl samo, tra cui gli Improperz (testipresi soprat tut to dai Profer, canuti come per rappresentare i le-menti d Cristo dalla croce) e due inni : Crox jitk/u e Pan~ lingua...certamin,

    In Spagna, nel V secolo. la liturgia fu influenzata dall'invasionedei Visigoti, che portarono con loro le pratiche orientali della Siriae di Bisanzio . LA ssremazic ne definuiva alle usanze lit urgiche sp~'gncle venne data nel Conc ilio d Tcledc del 633, e dopo le conqur-sta musl,llmana dell 'VIU secolo questa liturgia acquisl l'appellativodi mozarabica, termine. che tuttavia non legittima !llcuna supposi-zione circa un' influenza araba sulla rnusica. Il rito spagnolo non Iu

    en",~ ..... NL:fU1t rkI_~. Ilf QlJ~ ,.robr i\kuf'~", Irw M:J -'~ 1lr.-~ I", ,.,e~b ruHJt;. "., ,. j,su Mi_ tm.... , Ct:-iII"i) fPn IP't1k_~ iII& 6!1fM~1

    27

    A. ~ . ... ,

    sosti tu ito ufficialmen te da quello romano fine el 1071, e ancora og-gi alcune tracce ne sono visibili in qualche chiesa a Tc jedc . Sala-manca e Valladolid.

    li centro pi importante della Chiesa occidentale al di fuor i diRoll1ll fu tu ttavia Milano, che aveva stretti legami cultura li con Bi-sanzio e l'Odeme: la citt Iu la sede pi import ant e degli impera to-ri d 'Occidente durame il IV seco lo e pi rsrdi di venne capitale delregno lo~obardo dell'Italia seuenrriorele, che dur dal '~8 al744. Sem Ambrogio, arcivescovo di Milano dal )74 al 397, Intro-dusse per primo la selmcdia anrifonale in O ccidente. Crazie ell'Irn-portanza di Milano e all'energia e alla fama J1CNOnale di sant' Am-brOgio, la liturgia e la musica di MillUlO ebbero grande influenzanon solo in Francia e in Spagna, ma anche Il Roma, dove la salmo-dia anrifcnale venne adottata agli inizi dd V secolo. I canti del ritomilanese sarebbero stati conosc iu ti pi tard i SOttO il termine gleba-le di Canto ambrosiano, bench non sia aHatt o ce rto che tutte: lemelodie pervenureci siano propri o del periodo d i ssnr' Ambrogio.La liturgia amb rosiana, con l'intero suo corpus di canti, s manre-nuta quasi intatta. a Milano fino ai nostri giorni , nonostenre i nu-merosi tentat ivi di sopprimerla. Molti canti nella loro forma attualesono simili a quelli della Chiesa romani, il che denota uno scambioo uni derivazione da una fonte comune. Dove si tro vano due ver-sioni della Stessa melodia , si constata che quando essa ~ fortementeornata (come nel caso di un Alk>lui4), la versione ambros iana risultausualmente pi elaborata di quella romana, mentre nel caso di unamelodia semplice (come un canto dei salmi), tale semplid ti ~ piaccentuata nella versione ambrosiana .

    Un ' aggiunti importante al repertorio musicale de la Ch iesa

    2'

  • nurcr gli inni era~ adatti ~ espri~re ~ntimenti personali, indivi-dUal.I,.ment re. .a!ltI elementi della Uturglll sono al confronto pi og-gettiVI, pubblici e formll.li.

    Con 1:e;v?lu:.ione d,e1."~io ~e liturgiCll., e particolarmente dopoche nel rUI Il canto di IOni divent compito dd coro invece chedeU'assemblell dei fedeli. molte melodie primitive furono arricchitemediante 1'l(!8iunta di note ornament.li; furono anche composte

    ~uove ~1

  • "va qeello del'srcivesccvc di Roma, e il predominio deU'.ufOrit~romana in materia di fede e d isciplina cominci ed essere ricono-sciuto.

    Con il continuo IUJMnto de i necliri c , di conseguenza, dellericc:hau della Chiesa , si poterono COS[~ greodi b&silK:M e glJuffici liturgici non po tevano pi essere condotti od modo relativamente informale dd prtmi tempi. Dal V al VlI 5010 molti papi sipreoccuparono di una revisione della lirUlgUl c della musica , c inquesto compito ebbero un .iUIO CHiCACe de l monaci dell'ord ine disan Benedetto (onda tO nel '29). Fu u(fN:ia1mentc istituita I. u ric.d i u ntor, o capo camere JOlista (uo'initU%tot1C ereditatI d.ll. sin.AI); cori di rapni, d'uso comune a G erusaJmune. verso !'iniziodel V secolo furono lntrodotti in Occidente; verso il V secolo Re-ma si era costituita UN SchoI4 CanlOrwn, formata da ceneri c inse-gnanti col compire di istruire uomini c ragaui come rnusici ecoClesiastici. Durame tutte queste vicende, la distinzione di base Incanto con.k I esUZioni solisticber~ intatta c pertemc ancoroggi neu. mus ica dell a Chieu romana c' d istinzione ln la salmo-dia responsori.ak e qudla sofistica. da un lato , e laulmodia ..mfc-nale e l'inoodia, daD'altro - essendo le prime ritmicamente flessi.bili e melodicamente elaborate, le al tre al confronto severe e sem-plici.

    Il momento cuhnirwlle ~11a riranna della lituraia e dd camcreliaioso sembra C$kT stato in ano pane Gpe'1'II di Gregorio I Ma-gno, papi dal '90 al 604. l ' impresa di san G rqorio fu 00$1 ammirata che verso la met Adel rx secolo cc moci iii diffondersi una leg-genda che lo volev a ccmposltcee egli stesso, per ispin zionc divi na ,di rene le melodie in uso nella Ch~. U suo effenlve contributo.

    a~ se importantissimo. (u in real ri assai meno estese di quantoJli atrribuisR la successiva tl"klizionc mfionale; ~ semplicementeincredjbile che una mole di lavoro cosI gnnde e vasta po:ua essereSltUl portata a termine in quattord ici anni. Egli diede nuove le88iaUa liturgia e riorganiu la Sc:bola Cmloru", ; asKgM riti panico.lari alle varie liturgie di tutto l'an no, in un ordi~ rimasto poi im-mutato neUa sostanu Ilec al XVl 5010; diede impuho a quelmovimentO che infine rondUSK alla c:ostitu:r.tone di un reperterieuniforme di canli in uso e",mite Ja Chiesa in tu tti i peesl. Alrnquestione ~ se .san Gregorio abbia effettivamente composto dellemelodie

    Un corpus di canti d i ccsiddene camo esnco 1'011"mo ci ~ $latoconservato in alcuni manoscritti datati tr1I l 'Xl e il XllI KCOJo.Molee di QUC$te rneiod ie sono pi o meno simili a qucUe che attuaimente troviamo nei libri del canto ufficiale, anche se in genere distruttura non cosl bene organjuA ta. ~ possibile che il canto anticoromano rappresentl le prime versionl delle forme auualmeme inuso; d 'altra parte le dfferenee possono esser dovute non a fattorieronolOfJM:i, bensl a ditferemi usanze regionali L'in te.ra ques lio nc

    ~ tutton incttta Tuttavia, possiamo essere certi del fano che Mla versione ddJ'antico IOtnQlfO n queUa attualmente in uso siano

    "giunte a noi invariate dai tempi di un Gregorio. impossibile Sh.bi.Jire t:?~ ven!s.w:ro es:au~.nle eseguiti i canti a quell'epoca, de-re che I pru antichi mencsceuu che contengono trascri~ioni musica -li non appaiono che t re secoli pi ta rdi

    No~ la (mizione medioevale nel complesso possedevauna base storo reale . t percib appropriato chiamare questo interoCO!1'IIS ~i mwiche "can to grqoriaoo", come. si feue per piu di unmillennio. Nel Xli e Xlll seco lo gli si d iede aoche il nome di c.".tus planus, per d istinguerlo dal C41ttuS ligutrllis o f1IenruTahis termi niche stavano li indicare la mwkt polifo nica "misura ta " 'del Me .dkevc.

    J canti grqoriani fanno pane dei pi grandi tesori ddIa civiltoccidentale. A somiglianza dell 'architettura romanin, essi stan nocome un monumento alla lede. rdigiosa dcU'uomo mIioevaJc: fu.rono fonte e upirazio~ eli una gran pane della musica occide~t.lcfino al X VI secolo , rappresentano un. delle pi antichr collezionidi canti tuttora in uso ovunque e includono llkunc: tra le pi alt ette:azioni artis tiche di pura mdodia mai create.

  • cale deU'antichit - o almeno quan to ne era rimasto dopo il "pe-riodo di lIgituioni" e dopo le invasioni barbariche - venne: recccl-IO, riassunto, modificato e trasmesso in Occidente. Le figure pinotevoli di tale operaz ione furono Man:iAno CapellA, CO l) il trauatceocelcped cc De Nupliis Mn"CUTii et PhilrJ/ogUte (all' inizio del V U"colo) e Anieio Manlio Severino Boezio (circa 480' 24) con Di' hm;

    tuton~ musca (all'inizio del VI secolo).Boezio fu lo scrittore pi autorevole In campo musicale dell'alte Boezio

    Medioevo e le sue idee sono quelle tipiche del periodo , Come i piougorici e Platone. egli ritiene che: la musica fosse un corollario del-la matematica, esemplificando COIl nei suoni i princpi dell'o rdinee dell 'armonia che sono il fondamento di cune l' universo. Egli indi.vidub tre tipi fondamentali di musica: la musica mumi4na [musicadell'universo), che si riferisce alla "musica delle sfere" e alle. rele-rioni mareruarjcamenre ordinare che si possono osservare nel mcvi.mento delle: stelle, dei pianeti e della Terra - cio nel macrQ(O'SOlO; la muJaJ humana, che rappresenta i modi il) cui [aJj relazioniarmoniose si imprimono nell'anima e nel corpo umano - il raicro-cosmo; infine la musica ;nstrumenf4US, cio la musica prodotta dastrumenti (in

  • J8 '9

    ,'

    i

    rruliMJ l'ultima cantica della Divina Co",,,,~;a di Dame . Tracetdella do trr ina boeaiana intorno . lla musica h,,,,,rona sopravvisserodurante: ruuc il Rinascimento c effenivameme permangono fino ainostri giorni in forma di astrologia. . . .

    Tredccendc e sintetizzando le sue fonu grecbe, BoeZIO nb.l'influenza della musica sul cereu ere e sull'etica. La musica diventacasl uno strumento essenz.iale dell'edccmcoe de i giovani e nellesue: .implicazioni teorico-mate1tlatic.hc ~ ritenuta un 'introduxiont:agli studi filosofici pi progrediti; pucib I~ musa t~. posto, ~.cene allari~tica . alla geomctn. e alllStronomla. nd 'lu Jn.Il;U,,,. le quat tro scienze pi devate all. bue dci siJtema med;ioeva.le di educazione:: deUe sene arti bbertli. Il IN tmJitul;O~ mMne" Cnl.oottato. Oxfcrd CO~ libro di teste fino al XVIU 101o.

    Clusif.ica.ndo l. ",,mCII ;"S/rIlm m w !iJ - pnticamentc: "intettarte: musicale COOK' l'in tend iamo ogi - nel terzo livello,~biJ.mente: il pi basso, Sottto seguiti una ececealcee che consideravala musict come un ogetto di COl105CCIlU piuttosto che un menoper l'espressiollC' dci ~cimt:nti. La m~C1l._egli dice, ''l' sbilit' diesaminare con cura la d lvasttil tra suoni alli e blSS!, per meno ~Ila ragione e 00 seasi". Quindi vero mWKina non il ceneore, ocolui che esegue - "il semplice eseccicee" , come diremmo 0U1 - ,n~ .I!.roduce melodK SQuendo solo il proprio istinto e ignorandoil sil nihca tO di quel che: Ta, bens il ftlosofo, iJ critico, "rol~i chepossiede la facoItl di giudkarc, conforfTK"menl~ alI~ s~~ cal rqiofWJ'tento appropristo e ad atto alla musica, I mocil, I rneu ~i tipi di mdodie c l'insieme di rum: queste. CC)5t: " che. hanno atti -nenza al sogctto. "

    Essendo questo l'enemememc di bese, soprattutto accoml;'-'gnato CO~ era dalla ferma cceviruicne del POI.C:~ che. .Ia musk:Sesercire sull'ascoltatore nel bene c nel male, facile ca~lre perchi Hlosof c gli ecclesiastici dell'ahc Medioevo non accClI1ics~ro l'idea _ per noi oggi ~ntata - .che si~~ha~ mWlC.a papuro godimento estetico, o esegUirla per il semplice piacere ~1 pro-durre suoni gradevoli. Essi non nc8a~ano, natunlme.nt~, ~he. il suo-no ddla musica fosse: piacevole, ma m eoeveec che OBnl pl.cerc do-vesse: essere giudicato in modo conferme al princir.io plltoni~ ~le cose belle esstcno soltanto per faro ricordare a ~Ueua divinae perfetta c che pertanto . ia':'O da ~pin8ere le bellez~ ~.~eche ispirano soltanto un godimento fulC a se S1USO o Il desideriodel possesso. La musica, perci. si doveva giudiCll t'C in base al.p?re.re che hl di elevare "animo alla contemplazione delle cose diVIDe.Su questa concezione si fondano molte posizioni teoriche delle ope-re dci Padri della Chiesa (e pi tardi delle opc~ teologiche delllllRiforma Protcstante). .

    In particolare la loro filO$Ofia C'fa che 111I musica doveva conSide-rarsi ance.l1A della religione. DegnI' di es$Cte ascoltata in ~~icSll ertsoltanto la musica che: col suo polere . pre la mente agb Inscgna

    " I brani citau _ lntUde SM, 861 SRA, 16)

    menli cristiani c la dispone a pensieri santi. Dito che la musica se-parala dalla parola era considerata in.dana III queste scopo, dappri-ma fu esclusa dalle funzioni pubbliche ogni musica strumentale,bench fosse permesso ai fedeli di usare: un. lira per 11CCOmp~areil camo di inni e di salmi nelle loro case e in occas ioni non ufficiali.Su questo punto i Psdri della Chiesa ioconeesrcec alcune difficold,poich: l'Antico Tesramemo. e in modo plltticola.re i salmi, abbonodano di riferimenti al salterio, all'arpa, all'organo e ad altri suu -menti mwtctb. Come polcvano essere spiegati? In seoee. si (eccricorso all'a.1Jcgoria: "I. lingua u 'saiterio ' di Dio.., per ' arpa' sideve Iereodere la botta, che. mcua in vibrazione dallo SpiritoS-antO come da un pknro... l"organo' iJ OQStro corpo..." Questecome molte altre: spiegazioni anaJoahc erano tipiche di un'epoache si diJcuava nell'interpretazione alJcgorica delle Sacre Scritture.

    L'esclusione di alcuni tipi di musica dai riti del culto odiaChicu primiliva aveva anche motivi pratici: i cemi dabon.ti, i coridi ampie dimensioni, gli suumenti e le dan:r:e si associavano, nellamente dci primi convertiti, agli speuecclt pagani. Fin taDto che isentimenti di pecere Ieflll ti a questo genere di mw ica potcvmo inqualche modo I.r1Isfcrirsl dal teatro e dal mercato in chiesa, questitipi di espress coe musicale furono cotWden.ti sepctti; meglio "es-sere sordi al suono degli strumenti-, che abbandonani III quei "coridiabolici" , a quei "can ti lascivi c perniciosi- , "Non assurdo che:cobo che hanno ascoltato la mistC1l voce dd Cbcrubino delCiclo,possano aprire: le orecchie a1Jc cenece d issolute e alle mcJodie ce-nate dcJ lcalro?" Ma Dio, pietOSO verso la deboJeua umana, ha"mescolato la dolttua della mdodi.a ai precetti delle n:lilione... aisalmi sono state v uote melodie piacevoli, sicch: quanti SODO anocora b.mbini possa.no elevare il proprio animo, mentre ritengonodi eseguire un semplice carne" . t6

    "Alcuni proclamano che: io ho scOOtlO il popoJo con le melodiedci miei inni", dice. sanl' Ambrosia, a8Biunacndo ofROdiosamc-n1c.: 10 non lo nego" . Il Scnu dubbio, qualcuno, neO. C'1im, depree-u va la musica e eddiriuura tendeva . considerare tutta l'arte e lacultura come nemiche della religiooc; tnI ci furono altri che nonsolo difesero l'ene c la letteratura PaBane, ma furono a tal puntOessi stessi sensibili alla belleeee da provare effettiv amente timoreper il pleceee avvertito nell'ascchere la musica, anche in chiesa. LeIamcse parole di sant 'Agostino esprimono questa aJtc.mativa:

    Scnonc~ quando mi ricordo ddl~ lacrime Vl:ua le aU'ooin i artlidena tua Chi~SI nei primordi dci mio ritorno aD. fede::, c: anche: adu 50, quando mi commuovo non per il canto, ma per ci che: viene: cantato, allorch lo ti llllccia con voce limpida c: modulua nella manic:c.pi convc:nic:ntc, tl:CO che di nuovo riconosco Il snnde militi di qUC'-

  • .-

    Appe.nJi: U si tema musicale greec

    Per quaD!O riguardA ,li a5pC:Uir.: tecnici deJJI leoni musicale gn:a.si prendono In cons.idnltionc tre attori, ritenuti in arado di inn~nU'rel'ethos di una melodi. il ritmo, il genere e il modo. Le- nome informlrionicirca i primi due" sono abbaSllnu euuricnci Rilmo di un Cimo JtO erail ritmo dci testo portico c con oani prnbcIbilit il 1ncma rilmico ddbmusica strumenlale ers il medesimo di quella vocaLe Alla bue del sistt:rta TiI la quanuti. che comport'VI II divisione in Wlabc Junchc c sillabebrevi, con cui v.:niV1lno (ormlli i divuV piedi poet ici (come il pmbo, iltroebeo. eee.I, che I IUrno veni vano combinali IU'interno ckall schclDi delveeso. L'flCCf:nto tonico non scmbn aver lVUIO gnlndc importanu , .Ime-no nel periodo c1usico (il pi .....ru.IOMedioevo riprese il metodo di mi-fUrazionc del ritmo music.tk con uniti lunghe e brevi raggruppat e in 1110--do a:Wogo Ili piedi poet ici - i modi ritmic,)

    Ptt comprendere il fcrmi~ .ge~" od conlesto della nnWca area.r ncct'SSlrio Slpere che il puppo su cui $i basavano ali intervall i Wl rap-presentlto dal ktlW&orrJo, unii serie di quattro DOle. la pi II~ e la pibas.. ckJ1c qu.li crano aDa di$lanu di una quarta giusta. ~tO int~lo r di importama auciaIc: in tU11l i sistemi muska1i. ed praticamentecerto che i Greci dcriv~rono l'otaanin.zione per tc.lrllCOrdi di qualchefcme orienlalc. In ogni elsa, quCStO e gli llui intc.rvaUi della scaI. musiCi.le furono determinati rtatcmlticamente da Pil.aora o dai suoi discepoliftTtO la fine del VI secolo a.C ., mediante la misuruine d.t corde vibranti.cdcsptUU iD term.i.ni di proporzioni (2: I, OIlIVI; J:2. quint~ 4.) , quU tl ;ece.I che sono anc:on aJla bue ddla tC'OrlICUStia mockm.. Le due not~cst:m)t del tel:t'lCOfdo, cuc.ndo fon natc da un inlc.rvaBo che- poteva sern-ptc CSSCff inlona to esauIlIIC:ntc, erano COfUidcnte fisse, mentn: quelle in-terne potev.no spostarsi Stmbta probabile che in un.t fuc prduorica del .la musica 8reca, all'infe rno di questO inrervallo musicale si trOVI5SC un.soli noti , in una posuionc indefinita, mi molto vicina al suono fluo pibo....

    Es. 1-3 Tnnari

    . Il.pi antico _ltllUl to musicak greco esulcnle, aL Ekmcnb J, a""tm,.dI AlUloueno (arCi JJO ..c.l. prctdlt. un sUlc.ma melodico not l:\-oImcn-te~!o,~tO sccnndoun w tema di tetneonli di tre up. o JC-rwm pnnop.h; DWmHHrKO. c:ro-lIco e 4:.JO'II", (Es 1-8 I b c) . Qui lat'IOtlUionc dcUc due notc interne : lI01u 'n1o approuimativa. Aris tOSJCnodescri...e ~ variet i O "sfumaru~" del tetl'llOOfdo crom. lico e due d quel-lo d.alofllco. Ottenule dillo fpostl mt'nto ddle due noie imerne in varipum cntro l'intervallo che limiti Il qUlre. perfetti , caU dl .k:unc normeper I. !ofo rd"IVI posizione di . !ten., m. 1mmt11c~ teor t::lmente I.varier poui~k di lfumatun: r infinita In conlr'Uto con Pilq ou . Ari.U05scno sos,ume che ti metodo corn:u~ per de terminare aL mlcn-alh passiI tt raverso l oruchio e non fCIUI la VII del ecoIo lDIltematlCQ; c ti suo

    Il ecofllnc tra sacro c profano nell 'arte non particolare al Me -dioevo. i sempre staLi concordi sul fatto che alcuni tipi di musi-ca. per una ragione o per "alm, non sono semplicemente adatti al-l'uso re ligioso. Chiese diverse , comunit~ ed epoche diverse. hannostabilito il Iimir e a diversi livelli , anche se queste limite non sem-pre perfett amente chiaro , La ragione per cui nel primo periodo,volte si sia cosl vicine all'estremo limite ascetico nella situuionestorica. La C hiesa era, ai luoi in izi , un gruppo minori tario, chimla.eo convenire l'intera popolazione: eutop alla rdigionc: cristiana.Per fare qurs to. le fu necessario feodee una romurut~ cristianaeeuemeere differenziata daUa societl pagana circostante, e 0l'la-ni.ZZJH.t in modo tale: da proclamare con ogni meno possibile l'ur-genza d sottomettete ogni cosa mondina - anche le rose buone c:scpranu no le migliori, come le arti - all'eremo benessere dello'f,irito. Ccsl, nell'opinione di molli, III Chiesa, simile. un esercitec li: aoolllYa in ba llaglil, non poteva permettersi di portare: un cari-co eccessivo SOltO forme di musica non streu emeore m:ceuaria alproprtOcompito . Nella ncrevole me1afon di Toynb,la Chiesa fu"I, crisalide da cui emerse la nostra societ occ.idmta1e". "O suoacrme di potere creativo" 19 in campo musicale fu espresso nd ca ntogregoriano. J mi.uionari cristi.ni, pcrcorrt:ndo le strade romanr nell'alto Medioevo, diffusero quelle ~Iodie in tult a l'Europa occi-dentale. Es5C furono uno dd semi da cui, a tempo opporl\lnO, sisvilupp la nostra musa occi

  • 1 modi

    ... J

    Il sistema perfetto maggiore fu, almeno in orialne, un. srruuu ra [corioca cui li pervenne aggiuflit'ndo un tetraoordo congiUntO Il. ogni estremeddJ'ott. v. cenrrele mi' -m. Entro quat'l ou . ... . si situavI . per quantO sipossa dire, l'ambito della ma.ggiQr parte delle melodie Cflut.tc c suonlledagli Intkhi Greci. ES51 fu d.pprima definila come 1(:111 doC'a (tonos)ndlo sresso modo che noi dilUilO il nome di una nota a UlU ~la in reppcr-lOa varie ltcue di suoni. Alcuni teorici distinscro alnll:no quindici scalc:,alcune sopra, ehre !otto quelli dorica; Tclcmec. nella sua Armonicii tcirc.

    1 ~0 d.C.l, I\e ridusse il numero I K'tlc.Con quanto nalo deltO come prefazione, pouiamo colUwe['lue dc~ Ari.stOtde e Platone inlende...ano per modo. "'J modi musicali sono es-w:nrialmente diven i l'uno dall'altro", sosticne: Aristotelc, "c chi li asrolt.

    ~ diversamente influenzdO da ognuno di cssi m. di (ronte I uuni si sentcpiunou o triSte c g.tave. come, ad esempio, di (ranle q~Uo chiamato'mso1idio', di fronte ad altri, J"t"r c::scmpio quclli molli, pi abbandonatondlo spirito, di fronte: a un .Itro 50(UUllUIIO. modera.to ~ compoJfO, il cheproduct:: a quantO pare: unico tr a lutt i, qU8$10" con unsig:nifiCito opposto al nostro. eW perch questa defIni7.ionc: t~"a origined.na rd.tivi posizione delle corde della l...: lo jIIM,lmcnlo veniVI tC'nutodal suor.atore in modo che le corde dal JUOOO pi 1(\110 {QSSC' ro meno di-stanti da letta dv: quelle gravi. "LichanoJ". o" viillmel)tt': . deriva dali. d,lC88iatura ddJa lira. Il nome del lt'ttal:Ordo "dieaeugmenon" deri.... dalf.tto me l'imervello SUA, tra due tctracordi disgiunti. di UI) [ono ime-re per cui esso ~ il "punto di disgiunziol1(", in greco Jluuxis.

    Nell'E s. t IO le MU- estreme o fisse di ogni telraeorOO nell. modernanoluione sono rese: con note "VUQtc" . Le due nere interne: di ogni umaecrdc (note nere) potevano a herere l'ltcZz.a del suono per e n eoere varie-

    t~ diverse:di sfumature c i geoeri enarmonici e cremarici, come si indiatOsopra; ma, indipendentcmente dalla modificazione deU' a1tena dd suo-ni, queste note m.nt enevano ali Sles.si nomi (p.mIlIel~, tri(~, /ich4111>f, fJfI.m,..p.rtd come nel geoue diatomea.

    E"steva anc:he- un Sil tnntl P~~ltO Mi1lQr(', ccruisteme ndI' ott ....a da /is I.4 uguale . queUa del Sittema Perfette Msg,giore con "aggiunta di unteuacordo oongiunto (detto symmt",~o,,) , costituito d.1k note re' .do -siMnoJkI4,

    L_o

    El. I10 11 SJikma Perfetto M~fi@=~H'''''~

    Lich.nos: "'dito indkc:'"P.rhypate: "'pl'O$,imo al pi altO'"H)'pate: " il pi . Ito'" o wil principalt"MClOn: "del (tetracordo) eent~"HY1IOn; "del {rel.racordol principale"

    mercdo non quello delle misur. propon:ionale, berul un sl.uema &uio.miri') in cui il tO OO Imere divise in dodici perti usuali. DaUe descritiloomcoos

    '" Vedi la _ NfIl,O l'l'l Ckurio

  • l.I

    ,IIl

    ll

    "rica mj '..mi _ come cons istente, neU".ltc;:tu dei suon entro cui si IlIo18~ .o il modello da essa costituito di Ioni e semitcni (dlllttndendo: TTf-T.T.T.I, non possiamo avvertite aH.lIo I. capaciti di produrre un umor.:l"IlOdeN:tO e ecmpcsec o qual$illSi .hrl di$posizione mc.nlalc. chiaro per-cill che Ariu ouJc non intende per modo un'astrazione. quale C: appuntoun'otta\.. del Sistema Perfetto MI &lJiot'e; o. K lo [ egli lo cons.idera eo-me p.rtto di un'assoluta $OSlam l musiceled. cui fu derivlla l' UII''IZ!alone pe.r indiclfe il m~ (harm()1Iid) non un termi ne tnic:o,musicale, benil uo vocabologCnC'rko di vario sign.iHcalo, e che,quando httrmOl1id usato da un au tore presumibilJ'l)(':ntc ~tto di terminologia musik, questo termine o del'lOtll chiaramente qu.alrosa che I)Onha ouUa che rlre con la modaJiti , oppure rrau lltO come un sinooimodi lonO).

    Di CO"14,UOfUI. JOndD W. tJfI pi ftIcefIlf' IJ!nf:l'tlitrUHtl: IlCcelt.,., unmodo ~ (1M sc. I. t: i dh'ersi modi rappn:scm.avaoo divef$(' K'I.Ie, cio trl'sposil';io.lli di un mocro quindi dovu-tO consentire I.a loro ualizuzione a1I 'illtemo di quest'ambito, che lo spa,zio musicale ddl'otlllva ccnrnale o KCllrartcristca" mi ' mi dd SislemaPefenc Maggiore. Se il modello dilltonico di base (disa mdente TT' i-"TT.T-.) immaginaro secondo il modo frigio, ossil partendo da Fa' diesis,le note che cadono entro lo spazio dell'cn ava eanttteristica sarebberolNi '."'-do'dtriss/t.r'Jol./a dil'riJ, mentre se. Il modello fO$J~ pensato se-condo il modo lidio, che comincia da IO/' dif'sn, le sue noie nell'ottiviCllrluerinica sarebbero: ,,,l' re' diCj ir.Jo' dmiN;Is.JO/ diesiJ, mentre ledue noie esterne 10/' dl~iJ Ja ' didiJ apparirebbero come sol diM e jIfdit1u, ossia un'o ttavi sotto a qucU.a !teorlcametne) ori&nale (vedi l'Es, II I l i e similmente sccedrebbe per le altre SClle, L'eleocc delle JoCllIe secon-do Tolomeo mostratO dal.l 'Es. 112.

    El 11 1 ~iont ddk DOte nell'Oliava c:.tlutetUlk.Moda frlllo Ulha

    Come CO(Istguenzll deU'effettiva o ipotedea trasposiziooe dd basilaresi!tent.t di intervllUi a K'ttt diveni livelli d i alleua .ll'interno dell'OliaVIw aueriSlica trii ' -1111 r.lsuhano se.\te diversi schemi di inn:f'VllIi. Quen iKtte diverslaspet o JPit:J di Oll'lVa sono eHeniva.mente definiti in baseali. stila di derivuio~ i DOmi origirWme-nte assegnali .ne Jl:ll l~ nell. eo-1oa1U A ddl'Es, 1 12 vm nem amibuiti , per naturale auotiuionedi id,l i modell d'ottllvi oorru pondenti ne lla colonn. 6. Oltre a ci 000 c'~idea che lali modelli llve.sscro mliL UII Cllrane" modale, (~ unII serie ord inata d MIe con uno o pi pullli focali quale troviamo nei modi cedesi. u lci medioevali con le loro dominlnti e finalj. L"errore della ICQria I)ianUca. s.i asserI, consisteVI nel oonsitknlfC le specie di oUlve origlna.li ele. scak come. derivate, e oeU 'll.lUlbui re I: prime un CIIJ'IIltere modale.

    Questo adattamento della teorJl di lrupouooc non kfl\bu chiarirein che senso 110a scala I)I,K! suonare pi !K"UII o pi grave. di uo' alt ra, poich appareOlemente l'unica IrlSposi:.ione COtllCCS ~ di arattere teorico eil S\IO Kllo effeuo pe~epibile "rebbe la rul istribut Ofie dei looi C' dci 5('.

  • o da luitudini pi o meno inconsce riprdo ai diveni tipi di melodie: ~ancht. possibile che: in qinc i tmnini "dorico", "Crigjo-, ecc.. polCSSCfOriferiDi I pa1tW:obri tipi di music'lo I divene modalit di C5CCU%i0nc , CI-rtllcristi.c:hc: ddk: varie: componenti etniche da cui in cpoc:I StorKt derivil popolo grecc . riJuardo I rutto questo non possilmo che: Cormulll'c ddlcipotesi. Adoan! modo potremmo essert: quasi a:ni che, quale che fOl~ lamusicl C1lnt.tl c IUOfUU' dal popoJo comune nella Gril di Illora, CSSanon fu qul5i ,(f,teo influentatl d. i viri sutcmi Irtificiali delll musica"colti". prDpUJnlti da fosoO c teorki,

    Insomma non sappiamo, c probabilmente non .premo mai, che COSIfoucrn esIIllImc:nte: i ",odi di cui soc:ris.sao Platone e: Aristotde, o in qualeinanimi essi si discostaUCrO da come furono intesi i ",odJ dai teorici peste-riori . "Ci impossibile dare una descrizione pmxoI.al'q;gi.u ddll musKtsrca . Non ri SOI'lO sufficienti dimostruioni-. I:J Oanunl deUc: varie jpe-tnl rigulrdanti i modi rivendica una sua cmIibilil1l c OInuna ... i suoidiCCIUOri, Nessun campo ddll musicoloQil ha prodcno una magior quan-tit di dispute di un t(:freno pi .,idQ di clement i Nel complcltO le font itonO cosrinme di una ven tina circa di trattlt i, l. maggior par te

  • 2 Il can to gregorimw e il canto pr'lfano nelM edioevo

    n canto gregoriano e I. lit urgia tomBn.

    Nello studio delle storia della musica ~ naturalmente necessercapprendere alcuni dati sulle forme e sugli stili musicali nei dive n iperiodi storici; ma ancor . pi necessario riuscire il conoscere lamusica com'era praticata . I fatti non sono che arid i dadi soltanrcla musica fornisce loro vitalit e significato. Q uesta considerazione

    ~ import an te da tenere a menu: soprarruno quando si studia il csn -te gregoriano, una musica che per familiare: a molti. Sono cantiche dovrebbero essere ascolta ti c can ta ti finch lo studente non si abhueto alla loro particolare sonori ti; c. a ogni livelle di tale pro-gressiya conoscenza, egli non dovrebbe considerarne: solo la bellee-za, ma anche il rapporto con i dal i uoricl e analitici pi importantiche conitcscone l'a rgomento di que sto cap itolo .

    E un ew en imemc ancora pi pressame perch, da quando illat ino stato sosti tuito dalla IiQg Ull volgare, per disposizione delConcilio Vat ic.no II 0962-t965). nella liturg ia il cant o gregoriano virtualmente scomparso dal riti della Chiesa cau clca. In Eu ropaesse ancora usato presso qualche monastero e. in alcune cecesc-ni, presse alcune delle maggiori chiese parrocch iali: in AmeriCll, molto meno presente. Anche se, in teoria, il latino rimane la linguaufficiale della Chiesa (e il gregoriano il suo canto), in pratica ai can-ti della tradiz ione seno state sostituite musiche pi facili e giudica-te pi adatte per essere canl ate da tutt a l'sssernbles dci fedeli: verosloni semplificate delle melodie gregoriane pi note; nuove melo-die, sovente di gene re commerciale mcdeno . di nessuno o scarsovalere musicale; Il volte , espe rimenti occasionali in sti li pi sofisticari di tipo pcpclare. Anche quando si a mano le melodie originali,il ritmo verbllfe delle Iingull volgare alte ra il cara ttere musicale delcan to, mentre !li d iretta comp rensibilit delle parole che sono nellalingua d 'uso dd credente va Il da nno dell'obieniva qUlllit che pososedev a invece il S\lO testo latino,

    A qua ntO pare , oggi non c'e alcuna prcspe nive di una restaura-zione del canto gregoriano su larga SColla , Tuuavia , se nza ccns ide-

    reme lo stil/us pratico cc rrenre. unil COIlO5(enu del canto gregc rie-no utile per se stessa, oltre che: essen ziale per la eomprensiooedella sto ria della musica (no n solo sacra) nel Medi oevo, nel Rinasci-ment o e anche nei periodi successivi,

    Ascoltando per la prima volta il camo gregoriano, probeblmen- La niltumte ne avremo un 'impressione negarlv. Possiamo essere abbastanla fkl cantocolpit i non tanto da quello che c' ma da quello che non c', Av gregorianoveniamo la mancanza di un'armonia di sostegno o di un accc mpe-gnamento; non riusciamo Il definire chia ramente la durata e le rego-le di sccenruazlone: oppu re. poss iamo not are che la linea melodicaprende Il volte strane direzioni e spesso non cadenaa sulla nota cheimmagina vamo; o magari. Il malincuore. ci rendiamo ce nto che qUC'-SUl musica non intende sffenc stimolare i nostri sensi o sollecitarele nostre emozioni. U canrc gregoriano consiste di un 'unica lineamelodica cantata, su testo latino, da voci maschili senza accompagnamenrc, su Un ritmo flessibile articolato secondo i significatipicn csec che da un'accenrcaaooe regolare, io un sistema di scaledifferenre dalle nostre scale maggiori o minori; encora. esso ha in una qualit~ impersonale, oggett iva, uhramondana in cui la bel .lezza sensuale e il richiamo emot ivo sono in gran parte subcrdinarial contenuto religioso del resto.

    La separazione tra sacro e profana si cos'l rad icata nel nostropensiero che occorre uno sforzo per renderei COntO che nel Medlce-\'0 non si considerava la musica "Chi come rctelmeoee disrinra dal.l'esperienza quotidiana. Molte melodie gregoriane erano familiaricome oggi lo sono alcune cenacni popolari. l bambini le imparavano Il scuola. Alcune erano canta te dall'assemblea dei fedeli. che al.lora includeva in pratica ogni membro del1a comunid. M.olte can-zoni popolari del Medioevo e alt re composizioni profane eranoadattamenti di melodie sacre, e , viceversa. la Chiesa adattava aisuoi fini delle melodie pro fane, Dame nomina sovente nella Div;'JIICOt11l'11edia de i canti gregoriani, che ritiene. noti III [errore . Tutt osommato, il canto gregcrjanc nel Medioevo era sia la musica ddpopolo sia la musica della Chiesa..

    Il canrc gregoriano, anche se splendido come pura musica, noninte nde essere ascoltato per se stesse: in quanto con nesso III cu lto, sostanz ialmente ona musica Icnacnale. Pertanto, per conoscernela musica. necessarie avere alcuni rudimenti sulla lit urgia en trocui si colloca. Dobbiamo perci esaminare anz irutto le pr incipalicarauerisriche delle liturgia canclca latina come si sono venu te de-finendo a partire da.! tardo Cinquecento . non soffermandoci urn e-vi. su particolari mutamenti era in corso di adozione , insieme conil passaggio dal lati no alla lingua volgare, deciso dal Concilio Vaticane il. Quel che segue, qui ndi , ~ una descrizione so mml1rili (in cuiuseremo il te mpo presente per ccmodrl di quella che possiamochiama re la forma storicamente definita della liturgia romanapcsrmedicevale _ che, anche se non identica in runi i parucclerialle Ic rme medioevali primiti ve, .bburanza vic ina ad esse neglidementi essenziali utili al nostro scopo.

  • "pl ; O ' dlild,w -linde. O c1t men. : O

    V'rgO Ma.rl I .

    v,. ta. duld do. et.petI l'Io6Itta, dJ.tre. Ad teI--

    E- la etio, Advocl.. la ncSttra, nlol t6. OJ miseri

    Nc.lla ChieSI cauollca l'inte ro cerimoniale. dell a celebraz ioneeuca ristica de tto Mmil Solnme (Mina Solnnnis), che. inc lude unIran numero d i cami eseguhi da un celebesme, da un diaco no e d aun suddiacono insieme con dec lamazioni melodiche. o canti pclifc-niei eseguiti dal coro e/o da ll'assemblea dci fedeli. La Mena &ssa(Nissa PnlJtl14) una forma pi breve e semplifiCtlta dell a Messa,dove un sacerdote (il celebrante) si !USUme lepa rt i .uegn.te al dia -cono e al suddiaoono, c. un chierico quelle del coro e di tu tti glialtri minis tri del culto; nell. MesSi Bassa ogni cosa detta (vale .dire rttitata) pi che: CIlJ1UHa Un compromesso moderno tra laMessa Sceeee e la Mena Bassa I. Mm.r un/ll/a rMissa Curia,.),dove un unico pre te k:bra la Messa . con l'.iuto del coro e/o del-l'a.uc.mblea che canta si. monodicamentc. sia polUonicamenle.

    I due generi principali di servizi liturgici sono !'UH,ciCJ c la Alnose, Ci sono otto Ulfici, od Ore unonicM, che vengono cd ebraliogni giorno 4 00: stabilite e in ordine (isso, anche se Ili loro recitain pubblico in genere avvie ne solo nei monasteri e in alcune cane-drali: il Milttutino (prima dell'alba), le LAudi (al sorgere del sole), laPnlI1A. 1. Tmll, la Snla e I. NOl1fl (rupe: ttiva.menlc . lk 6. alle 9mezqiorno c alle 1:5), i V~pn (al calar dci sole) c loa 0Jmp~tIl Idisoll rc subito dopo i Ve:rpn) . lA musica grego riana per gli Uffici rteeoltll in un libro liturgico detto An/ifomJl~. I tran i f.r inc.ipali dc.~1i u({ic:i sono "intonazione dd salmi con relative ami cne. il cantodegli inni c dei cantici e la declamazione melodica delle ketionnIbeen tra ni dalle Sacre Scri tture) con i respcosori allegali. Dalpunto di visti. muscele, gli Uffici pi importanti sono il Mattutino ,le lAudi e i Vespri . Nei Ma ttutini sono presemi alcuni dei pi anli -chi anti della Chiesa. Nei V~pri si canta ilMtlVflJ~.' (u ftma mNDo",;"ltm (L'.nima mi. m.qnirtCfl il Signore, !..Mca, I, 46-") che,IKcomc: questo UffK:io ~ l'unico ad avere unmesso fin dai primitempi il canto polilooico, ~ particolarmente imponante ndla noriaddl. music. sacra (si v~ la di.scusJio~ sui Secondi Vespri di Ne-tale qui a pp. 87 sa dcU 'Appnrdiu qursto capitolo), Un trenocaratteristico di Compieta il camo delle: qua ttro an tifone ddIaVc.rgioe:, le CO$iddc.:ttc. antifone "mariane", una per oenuno dciquattro tempi (ondamc.nuw ddI'anno IifUrJieo ': AInt4 RNmrpIcmM./~, dall'Awc.:nto al IO febbraio: Aut Rtgiffil attorultl da! 2 (cb-brelc a! Vcnerdl seruo: Rt'&JnII ca~h latta" (Rallic.rati, Regina deicielil da Pasqua alla domenica dcI1a Trinil; e Salve Rqi1f4 dallaTrinitl all'AvventO (cfr l'ill. che aquc. e l'El. Il -I ].

    La M~sa, sebbeee la sua liturgia rsaJaa un periodo posteriorea quello degli Uffici, il ritO princ.ipak &.na Chiesa cattolica. (Fauna dC$Crlz:ione di una intc.n Messa tipo, vedi l'Appnrdtu all. Hoc.del ClI'p'itolo.) 11 termine "Messa " proviene data frase che chiude ilrho: Ire Missa est " (Andate, la messa Hnit.) ; un ri to noto anoche ad altre Chiese crutiam, coi nomi di "Eucaristia" , " Liturgia~,"S. nta Comcrcoe" e la "Cene de l Signore". L'an o in cui culminala Mena l. commemorazione: o ripc.liz.io~ dell'Ultima Cees (LMCQ, XXU, 1920; 1 Cor., IJ, 2J26) , e , infatti, le parti essenaiali ddrito sono l'otferta c. III ccnseceealcne de l pane e del vino ela disrri -buz.ione. di esai ai fedeli. li maggior parte della Messa che precedequesta azione derive in o rigine dall 'ant ico rituale ebraico . cui Iuaggiu nta specificameme l'Eucaristia cristiana .

    ,.

  • "Nella SUl! forma sto ricamente defi nita, I. liturgia de lle Messa

    comincia con l'lntroito; in origine. esso era un intero salmo ccn lapropria lIntifona, cantato per intero durante: l'ingre sso del sacerdo-te (l'altl iphofUI ad inlraitum), ma pi tardi si abbrevi e fu ridottoa un solo versetto del salmo con un'antifona. Subito dopo l'Im rci-IO il COro canta il Kyric. sulle parole greche K'Yrie ~kiJQ" (Signoreebbi piet di noi), Chrisle ~ku()n (Cristo abb i pietA di noi) e Kyritetebon, ogni invocazione essendo cantata per tre volte . Segue poiIrranne che nei tempi penhenaisli di Avvento e Quaresima) il G/Q-ria, iniziato dal celebrante con le paro le Gloria in excesis~ (Giooria li Dio nell'alto dei cidil e ccnrinusro dal coro con Et in t~pax (E pace suUa terra ). Poi vengono le preghiere (la Colle/w) c: lalet tura dell'Epistola dd giorno, seguite dal Gtr1duak e daU'A/k /ttia,(1l11t~ti entrambi da uno o pi solisti cui risponde il coro. Nei tempipeniieneiali l'Alleluia sosti ruiro dal pi solenne Tratto. Dopo lalettura del Vt1ng~/o viene il Credo, iniziato dal sacerdote con Cm/oin unu," Delitti e continuato dal coro con le parole PatTem ottlm'pot~tcm, Ques to, insieme all'eventu ale cmells , conclude la primaparte della Messll; segue il rito eucaristico vero e prop rio. Men tresi prepara il pane e il vino , viene can ta ro 1'0 11010";0 , A questo se-guono varie preghiere e il Pre/atio che si conclude col Sanctur e il

    B~nt:diclu1, canta ti en trambi dal coro. Quindi viene il Canone, opreghiera della consacrazione, Il cui segue il Paler noster e l'AgnusDd. Dopo che si sono ccnsurnari il pane e il vlnc, il COro canta ilCommano, che- t: seguito dal Pos/communio intonato dal sacerdote.Il rito si conclude poi con la formula di commia to l /e Misw nl olknedicamuf Domino, cantata dal sacerdo te cui risponde il coro.

    I testi di alcune pani della Messa sono invariabili, llitri cambia .no secondo la sl.gione dell'enne o in occasione di particolari festeo ccmmerncraaioni, La par te variabile viene de tta il Proprio d~11aMfflIJ (Proprium MiSJa~) , U Cclleue, " Epistola, il Vangelo, il Pre-fazio e il Posrcommun ic e altre preghiere sono tutti parti de l Pro-prio; le sezioni musicali pill importanti del Prop rio sono l' Intrctrc,il Graduale, l'Alleluia, il T ratto, I'Offerrcnc ~ il Comm unio . Leparti invariabili del servizio sono chiamate l'Ort/wrio della M/!SUJ10 rdinarium Mi.ua~) e comprendono il K,ri~, il G/oria. il Crt'do. ilStznctuJ, il ~dictur e l'AgnUJ Dr, Queste parti sono cantare dalcoro, ma enricamenre erano csntete anche dall'assemblea dei fede-li. A partire. dal XIV secolo. essi $000 i resti pi frequeeretnemeusati nella musica pclfcnce. tento che il te rmine "Messa" spesso usato dai musicisri soltanto in riferimento a que lle parti COmentU. Meno in n ml1'101't d i Bach o nella MJ1ll so/crmis di Beetho-ven. Per inciso, occorre di re che n la Mesta di Bach, n quella diBeerhcven sono adatte all'uso liturgico; e c.i JOOO molli altr i arr..n-giame.nti musicali dell'Ordinano che sono inadatt i dg usare in che-u dllta la loro eccessiva lunghezza , le ripeti zioni del teste, o, ingenerale, il loro carattere ornato.

    Un tipo part icolare di Messa, scvenre (anche se solo a parriredalla mel del Quattrocenlo) arnmgiato polifcnicameme. la Mes

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    sa funebre. o MesJiI dtt "qu,~", . cosi chiamalI da lla prima pJ'rol.del suo Introito. cbe inizia RequlI'''' actnnam dona ds Domine (L'c:.temo riposo dona loro, o Signo~) La Messa da reqolem ha un Pr0-prio par t icolare. che non varia col calc:ndario. Il Glontl c: il CmkJsono omeui. c: dopo il Tratto si msensce la sequenza Dln trI,t, d,"1/14 (Giorno deIl'irt, o tc:nibilr gio rno) . Gli arrtngia~nti modernidel RIuic:m (ad esempio. quelli di Mozart . 8erlioz, Verdi c: Faur)compre:ndono elcun ltstj dd Proprio. quali l'Ioeouc , l'Ofrc:norioDomine: Iesu Chris~. il Communio Lsx ac:1emiI c: volle: il Respon.sorto 1..lbna mc:, DomIM.

    U musica gregoriana prr 1.1 Musa . sia qudla M I Proprio sia

    tlueUa OJll (K.gni sinJOli che: nppresentano dee O pi noie) si de vono normal mente lqgere da sinis tra a des tra , selve il ptJti4IUJ o pn ( ~ ) , in cuib nota pi baua vieee can tata prima. Un neuma obliquo lndica soJtant o due divene DOle (e non impUca un port4mbIIO) . Un naima,5C:mplice o composto, non porta mai pi di una sillaba . 1 segni delhtmolJe, a meno che non siano indica ti aI] 'inU.kt ddla linea, vaJao-no soltan to fmo alla soccnsiva divisione verticale o Iec all'inizioddla parola seguente. n piccoJo sqno (cwstos) alla fant di una lineaserve a mo5lrare b pos.iz.iooe ckUa nota ndla 1inn squeme. UnISteriSCO nel testO sqnala .. sostitudooe del solista da part e del cc-ro; i segni it e Iii indicanocbe la f~ precedeere deve esserecanl a-ta due O rre vehe. Per un esempic di mdodia in notaUone gtqoria.na moderna e in trUe:rizione moderna, vedi le pp. 51 e 52.

    u mdodle del can to sre80riano sono stale: conservate in centinaia di manoscri tti a patt ire: dal IX 5010 e ohre:. Questi mano-scritti furono compilati in diversi periodi e in zone: moh o distamitra loto. Molto spesso la medesima mc:lodia si trova in maOO$Critlimolto di versi; ed rileVAnte anche il fauo che questi manoscrittiannotano la melodia quasi in forma iden tica - moho vicina, inve

    ' J.."~ uw ... ptt iIdnN """l" . di "f'IlU'l"- ddk_~ l indku. t>d,tu.-_.n.~NoM

    re, . U. forma in cui appare negli a ttuali libri Liturgici. Come dob-biamo interpretare quest o fano? Ovviamente. si pu supporre cheques te melodie: provengano tutte da un'unica fonte e si siano poidiffuse con estrema cuna e fe:ddtl , sia in modo orale, si. medianteun antico Slstema di ootuionc: di cui non ci ~ giunto alcun esem-pio. Pi o meno di questO tipo , in sostanza, .. tesi es.press' dascrittori dell'VIli e LX secolo, che: in pi affermavano che questa"Icme unica" era lo stesso san Gregorio. La musicologia modernaha dimostrato l'insostenibilit di questa. tesi, se non viene 505tan -xWmente modifica ta. Come si possono spqare non solo le: concordanz..e tra i ml.n05Critti antichi mA il fatto che furono scri tti non aRoma e nemmellO in Italia , ma in vari centri dell 'attuale: Francia eSvWua e nella Germania Occidemele - in alt re parole, neI terri-tor io del tegno dei Franchi di Carlo Magno (742-8 14)?

    Va riJcv. tO che: t. C'O'piatura sist ematica delle: melodie dei can tie l'attribuz ione: di esse all'ispiruiooe divina (per meeec di san Gre-gorio) coincidono con una precise nione di riforma intrapresa daire franchi per unificare il loro regno poliglona . A tale fine era ne-cessario anche: poter disporre di un. Liturgia uniforme e: di una mu-sica ecclesiale omogenee, come: legame: connettivo entro l' intera pc-pclazlcne. Roma, cosl venerabile per L' imm. g.ina:d one del Mc:dioc:~vo, era un modello nat urale, sopra ttu tto dopo che Carlo Magnonell'SOO vi fu incoronato impereteee del Sacro Remano Impero.Egli e: i successori iniziarono a sostituire le liturgie galUc.ne dellererre franche con l' uso romano . Numerosi -missiotwi" li turgico-musicali fecero la spol. tra Roma e il Nord tra l'VIII e il rx secolo,e una loro efficace: arma di propaganda fu b legenda di san Grego-rio e del suo eeme ispirate da Dio. Naturalmente i loro ten tativi siSCOntrarono con foni resistenze e diedero origine a molta confusio-ne: prima che si ragjungesse in fine l'unificuione U tt:gistrarc lemelodk ~bbe quindi sta to un modo di ISsicurarsi che , d. allorain poi , i canti si sarebbero ClJuari ovunque allo stesso modo.

    C' un'altra ipotesi , o meglio un 'ipotesi "supp1c:menure", ' perspieguc: la riproduz~ dei canti in DOtuione musicale del IX x -colo. Quanto sappiamo delle loro SIOri. JWlma di allora dimosuache: di fatto ess ereoc tn,smessi oralmente, e non in versioni fissee: inal terabili imparale. a me'mori. da un documento serino o da uninsegnante. Nelle chiese cristiane: primitive: e: fleo all'VUl secolocirca , l'esecuzione: di questi canti era t",pt'0tNis4l4: non si lra tt. va,come ovvio, di " lihtre" improvvisuioni spontanee, ma di esecu-zioni in cui k strutture me:lodi~dell. tradizione o i " tipi melodi ci" associati a sez ioni specif iche dell. liturgia o a particolari lempidell'anno litu rgico fornivano una bllC: suUa quale il cantore: potevawatt: certi moduli melodki convenzionali durante I. sua improvvi -snione. Questo ptincipo id~ntko a quello ch~ abbiamo giA in

  • ad acceusrlc - distinguendo, quando necessario, tra . le origin!romane o gregoriane c i successivi mutamenti, o aggn mte. de lFrenchi.

    Classi, forme e tipi dci unto gregcrsoc

    Tu tti i canti si possono dividere in canti con testo bibltco e can-li con teste "on-biblico; osnuna di ques te doe classi, poi , pub sud-dividersi in carni con tlCSti lJt proJ4 c: quelli con lesti PMtiCI. Esempidi testi di prose bibliche sono le bioni ddl'Ufficio, e: l'Epistola e:il V.~lo della Messa; testi bibl ici poeci .sono invece i salmi e icantici. I testi non-b iblici in prosa romprtodono il Te 1kum, molteantifone e tre delle qua ttro antifone mariane; canti con resti poeticiecn-biblici sono gli inni e le sequenze_ . ,

    Si possono classificare i canti anche: secondo il modo In CUI.sono(o erano, nei tempi antichi) cantati: tmlifo1l46 (cori alternati). (r-JPOfISOri.1i (ah ernanza di sowu e coro), o di"'11(senza altemanz~) .

    Un'ulteriore cla.ssiflCnione si basa sulla rduionc tra note e sil-labe. 1 canti in cui le sillabe sono unte, o in aran parte, una pernot., sono deui sif14bici; quelli carauerimti da lunghi p-ssagg!~.lodici su una singol. sillaba sono deni mt'hsm4tki. QUCSI. distin-zione non ~ sempre netta, poichi canti prevalentemente mc1ismatici di solito contengono quakhc: frase o alcune sezioni sillabichc: e,al contrario, molti canli sillab ic.i hanno a vche brevi melsmi diquattro o cinque note su alcune sillabe: QUC:SIO tipo di cento vienea volte de no "~l1'Ullico.

    Di norma. I. linc:a melodica di un canee rillene la norm1le se-cenrueaicne moderna delle parole latine ponc:ndo le sillabe pi imoponenti sulle noie pi e he. o dando loro un numero maggiore diocre. Ma qUl:ua regola ha molte ecceaicm , . oche in un cmto. reo-deratamenle fiorito; c. cvviameme, essa non pu essere applkatlin pieno nei C'ltnti simili al recnerivc , do ve molte sillabe sono canta-le una dopo !"altra sull. sressa nota o ncg.Ii inni, dove ogni strofadeve essere canta t. sun. $lessa melodia . lcclce, od canti fioriril'accento melodico spesso pi importante dell'ecceruc del testo;perci possiamo trovare lunghi melismi su sillabe deboli, in par tico-lare sulle sillabe: finali, ad esempio I. ..... rinale di "alleluia" o leultime sillabe: di paro le come "Dcruncs" , "exchemus" , o "Kyrie".In queSli canti le: sillabe: e le parole imponlll'lli in una fl'llM IO~Ocnfatizzate c rese chiare mcttcndo1e in ll1111 musica pi semplice, 1IlmOOo da cvidenziare il contrasto con la ricca ornamen tlUione de lle:sillgbe ato ne. Nel canto gregoriano si danno rarame nte ripclbionidi parole, singole o a gruppi; l'enfasi descrittiva sulle pa.role o unasimile riflessione esplici ta su unI singola rarola o immagine ~ ecce-ziongle. La melodia si .datla .1 ritmo de testo , al suo stato d 'ani -mo gener.le, t' .U. funzione liturgie. che adempie il canto: non sirca affatlo di adaltare: I. melod ia a speciali effe ni emotivi o de-

    "com reto il proposito della musica amic. c che ~ i1!lCOrt in lun"ioncpresso molti popoli (cfr. pp. 242').

    Non dovremmo stup irei dd Iene che questo sistema richiedesse.uni prodigiosa capacitla mOC'monica: una simile dote era richiestaanche agli aedi o ai bardi che recitavano i poemi ornerici o l'epicamed ioevale prima dell. lcrc lnSCTizKme. e ancora oggi~iarnoascoltare esecuzioni di questo tipo , ad esempio ne lunghi "cantiepici" cfj a1cuOC'popoluioni dell'Asia centrale c dell 'Europa cree.late . ~ Verso la fine dc:U'VUl R'COIo. lutravia , il numero dei testiIitul'Jici era 0051 aumenrerc che i cantori avevano crrrui non pccbediffK:01t nell'sdauare cosl diven i instmi di parole agli schemi me-Jodici di base delle tradizione. Di consquerua. dvcntb nes5lrio{iuare le melodie per meno den. scri ttura. La notnione musicalepi antka non fornisce un'esaue descrizioOC' dc.llJ rndodia.: i segniavevano piuncetc un funzione di promemoria per il cantore, gli ri-cordavano quaIcoA che egli Japrvl gi abbastanu beone . Ccnrem.poraneamente, cresce la lellema all'uniformuione . La nou.Xlontmuskak- - prima dd ripe "~moria", e pi tardi in intervalliprecisi - apparve soltan to dopo che l 'unifor~.~ us s~ata rtg-aiunta in Ja:ga misura nel campo delle~nt l~pro~tC . LanotUKme, in breve, fu una consegumu dI Iale unlformn. , corsepure un tne:!zw per renderla stabile e trasmetterla

    Ma quali furon o, dunque, le melodie portate da Roma nelle ter-re dci Franchi? A .qu:sn do~a ~uno pob ris~~re_ con ~rtcua. Le imonusoru della recltuaonc, le tntonnK>01 dd salmi cqcakbe ahrc in i tipi pi semplici erano molto antichi c possonoessersi conservali praticamente: inani dai tempi pi remoli; cimtre nta o quaranta melodie anfonaU pouono aver avuto origine altempo di san Gregorio; numerose: melodie pi complesse - Trani,Graduali, Oifertcri, Alleluia - ttaDO probabilmen te usate (fonein versioni pi semplici) a Roma prima di essere pori ate al Nord,cd possib ile che quakhc antica mcJodia si fosse conservata neimanoscritti dell'Antico Can to Romano . In osoi caso, si pu ipotiz-zare che ne.Ua nuova sua sede la musica cos\ importa ta ~ st~t. ~ttopos ta in gran parte, se non totalmente , ad aicune vanenn prunadi essere tl'a5Critta nella forma in cui la troviamo nei manoscri uipi antichi, V. de nc inoltre che moltissime nuove melodie c nuoveforme d i canto si diffusero al Nord dopo il IX secolo. Riassumen-do : l'imerc COrpul ~c1 canto gregcrianc, cosl ro~e ci 8i~nto, ri51l:le in pnltlca a Icori franche che o IRco rponlRO, In unII ~I$ut! ~ligoola, mate:rille romano oppu re contengono nuova musica dI Otlgl-ne settentrionale, PertaOlO, in sc:nso stre ltlOlnw:ntc storico, quotemelodic non dovrebbero essere considerate come facent i parte ddeorpuf "gtTgoriltnO". Ma poich il nome dOPOI UllO ha qualche giu-st ificazione storica, e: dato che "ca nto Bregoriano" ~ un termine or-mai affermatosi e ron s'ct'll to dal l'uso di KCOIi, possiamo conti nuare

    ' Vedi io cltlub:1or.. In T..J~IIt,,,,_ "- 01 f/'fI'a..b, .n 11l'TUl'U~~lMu~ SQol.TY, ltfJIO"l' 01 TMIb~ n.,..w.- IH l/, 1'.-.1 c~I'.1110. l'P U'M9

    ,.

  • Et. Il.... Anrifon. GIMou et 6Ntzm_ di Hl:tfMM di Rt:ichenall

    6 '

    smi) e la presenza di moduli melodic i soliti - suageriscono che iTratti sono una sopravvivenza, probabilmente in forma e1. borat . ,di parte della musica risalen te al periodo grtl0riano o addirittura aquello pregrqoriano. Se que-Sto fosse vero, starebbe a siJnificarc:che in origine. c'ermo solo due modi, lnVCU

  • .2 .)

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    Offerto,;

    l etmtit:k/I'Ordimuio

    Pu essere signifkativo il fatto che composiuoni d i ques to dIX)fan no la loro prima comparsa tra gli AJkluia - canti relativamentetardi in cui c' una grande quantit di melodia senza parole e chedsslgcoc Il u~ per~odo .in cui, avrebbe oominc.i:l(~ li. fars.i sent ire ilbisogno di prlnelpi c rdoaecn puramente musicali, de~ tipo ap\?CRaelencato. interessant e paragonare da questo punto di VI$~ gli AIleluill i G raduali c i Tratt i. G li ult imi dee sono de riva li da Ul'\Qstile ~rcaico di origine orienta le: in cui La. melcdie evidentementeil frutt o di quel tipo di improvvisazione gi descritto (p. 24) , b.&sat"Dsu tipi melcdici geoeeelieeati che inccrpceeveno piccoli, US~aJl mc-duli melodici. Molti Alleluia , invece, si avv icinano li. uoo stile basa.to su pr inc1pi ordlnaror! pi moderni e occi~ental i ; ~!s i co~~?C!iii preporre mezzi di padro~nza sul. materiale musicale J?lU npi crdella musica composta che di quella tmprovvu ata. SI ccnun uarcecIl scrivere.Al1duia sino alla Hoe del Medioevo, dando origine a nuo-ve importanti forme dOJX' il IX secolo .

    Gli O ffertcri, nelle stile melodico, suno simili ai G raduali. l norigine gli Offerrcei erano cend molto lungh i eseguiti sia dell'es-semble:~ che dal celebrante: durante la cerimonia deU. presemeaiooedel pane e del vino ; quando la cer imonia fu abbre~iata! si ab~n:vianche: l'Offereoric, ma curiose tracce della $UII desnaatone cngme-le sono evidemi nelle occasionati ripetizioni del testo . Forse , untempo , queste potevano essere Iecclredve, ~r dare modo ai .ca~toridi allungare o abbreviare il canto in. reJa:u one. al t(:m~ richiestoper la presentazione: delle offer te . G li Offerrcri abbraCCIa"? moltevariet di forme e di schemi melcdtcl, e mostrano la medesima ree-nk a di ripet izione ~d J.I1otiV? e della ~ima musicale come si tt~vllnegli Alleluia. l melismi degli Offerto rl sono stre ttamente legao altest o e spesso h~nno. un .fine sia espressivo sia d~rativ? .

    l canti per I OrdinarIO della Messa erano forse In ongme mele-die sllsbiche assai semplici canta te dall 'assemblea: esse furono so-stitu ite, dopo ilIX secolo. da altri adattamenti : Lo ! tile s ~lIab~o simantenne ancora nel Gloriil e nel Credo, ma gli aliti cene dell O r-dinario si presentano ON. alquanto pi ornati. 11 Kyri~, il S4netus el'Agnu.r Dci. data la narura.de i testi , $000 suddiv isi .in se.z:i?ni triopar tite . nKyrie, per esempio, presenta la seguen te dspos iacne:

    A K,rif tkiMJn (Sgnorc, pietl)li ChriJ tlkis01l (Cristo. pict~)A Kyril! tkht>" (Signore, pict~)

    Dato che ogni esclamazione viene pronunciata tre volte, l puavere una forma ABA entro ciascuna delle ne sezioni principali.Versioni pi sofisticate. del K)'ritt poS$OOO avere il modello A~C,con lmerccn nessioni d,i motivi (d r. il Kyric Orbis /aclo,.): le paru Ae B possono essere simili come schema e avere fwi finali identiche(rima mosicalel: l'chms ripet izione d~ll.a pa.rt~ C pub evere .II'!n~ 'zio UDil frase differente oppure pub dilatarsi ripetendo l. frase 10 1'aiale, l'ultima seetcne della quale sali simile alla prima frase della

    parte A. In modo analogo, l'Agntls D~ P.U avere la forma ABA,ancm- se a volte si usa una sola melodia p