Archivio 2019L'Alieno? Cerchiamolo sulla Terra, dice la Nasa
2
Ufo, il 2018 anno record per gli avvistamenti. E tra gli Ifo
aumentano i palloni led e i droni 2
L'Ufo crash del 1997 a Fiumicino, storia di un (probabile)
depistaggio 3
Cinegiornale bUFO / 53 - Sfere di luce e strafalcioni 4
I 24 laghi di Marte, ideali per la vita 5
Cinegiornale bUFO / 54 - Marte high tech 7
Dibatti bUFI / 64 - Quei volti sono terrestri? 8
Sono arrivati gli Alieni: e adesso che cosa facciamo? Lo spiegano
psichiatri, antropologi e pedagogisti 10
Qui Marte: e se questo fosse un umanoide? Intanto sul Pianeta Rosso
spunta un oggetto metallico 12
Tabby Star ha una sorella. Rispunta l'ipotesi aliena 14
Il fenomeno Ufo in Italia come non lo avete visto mai: Marco ha
elaborato numeri e statistiche per mappare gli
avvistamenti 15
Dibattiti bUFI / 65 - Star Walk, l'"app" che sdogana il misterioso
Pianeta Nove e lo colloca vicino alla
costellazione di Orione 16
"Oumuamua non è un asteroide e arriva dagli Alieni": il professor
Loeb rilancia la sua tesi 18
Dibattiti bUFI / 66 - Gli Ufo? Sono macchine del tempo che giungono
dal futuro 19
Ecco l'Ufo "ibrido": la Us Navy ha il brevetto per un velivolo che
si muove nell'aria e nell'acqua. Si spiega
l'avvistamento degli F18 della Nimitz? 20
Lech Walesa e gli Alieni che ci osservano: "Se sgarriamo sono
pronti a mettere fine alla nostra civiltà" 22
Cinegiornale bUFO / 55 - Quel traffico curioso e un po' strano nel
cielo notturno di Dublino 23
Il Pentagono e quella caccia agli Ufo ancora marchiata dal vizio
della genericità 24
Cinegiornale bUFO / 56 - Elizondo, un'altra ammissione: "Gli Usa
conservano detriti di Ufo" 26
Rieccoci su Marte: rocce o rivoltelle? 28
Dibattiti bUFI / 67 - Il dico e non dico di Trump: "I nostri piloti
vedono qualcosa di diverso rispetto al passat2o"9
I misteri (dimenticati) della piramide di Gubbio 30
Cinegiornale bUFO / 57 - Dibattito riaperto sull'autopsia
dell'alieno di Roswell: non sarebbe un fake (ma è
difficile crederlo) 38
Giorgio e le "sue" sfere bianche di Mondello: due Ufo alla ricerca
di un'identità 39
Luna, Nasa, umani e misteriose presenze: la voglia di un
controcanto 41
Gli Alieni e lo spazio-tempo: breve racconto per una riflessione
44
Tom De Longe e il frammento misterioso che sarebbe un pezzo di Ufo
45
L'Ufo del caso Manises e il "Triangolo delle Bermuda" del Mar
Mediterraneo 47
Dibattiti bUFI / 68 - L'elemento 115, alias Moscovio: allora Bob
Lazar aveva ragione? 48
Non solo ricerca degli Alieni, il cosmo sta diventando un business
anche per salvare l'economia di noi umani49
La Us Navy: "Veri i filmati di Elizondo". Ma rimane il silenzio
sulla natura e sulla provenienza degli Ufo
avvistati 51
Cinegiornale bUFO / 56 - Atlantis, forse c'è una città antica su
Marte 53
Cinegiornale bUFO / 57 - Robert Salas e il caso Malmstrom, un
ospite storico al convegno di Roma del Cun 57
I nuovi dati del Geipan: il 3,5 % degli avvistamenti in Francia
rappresenta fenomeni non identificati 58
Il presente "incrocia" con la storia: ecco perché dal convegno di
Roma del Cun arriva un messaggio di fiducia59
Parola di studioso: la missione Viking nel 1976 trovò già
l'evidenza della vita su Marte 61
UAP Expeditions: ex funzionari militari, imprenditori della Silicon
Valley e accademici lanciano la caccia agli
Ufo 63
Il trentennale dell'Ufo di Oleg e Nikolay, i due camionisti russi
coinvolti in incontro molto ravvicinato 64
Il Risveglio degli Antichi, storia (volutamente dimenticata e
sabotata?) di una civiltà vissuta sulla Terra 55
milioni di anni fa 67
Un Ufo, un super-drone russo oppure uno stormo di uccelli
svolazzava sulla Casa Bianca? 69
Miniaci, gli Antichi, le immagini di Marte e l'arroganza della
Scienza ufficiale 70
"Colony" e "War of the Worlds", quando l'Alieno è despota e cattivo
72
Gli Alieni gli dicono di costruire un Ufoporto, ma uno svizzero in
Argentina finisce nei guai 75
Dibattiti bUFI / 69 - Il 2020 e l'anno della possibile "disclosure"
76
Riflessioni sul "Blob", l'organismo né vegetale né animale e dotato
di intelligenza: siamo forse in presenza di
un essere alieno? 77
Archivio 2019
L'Alieno? Cerchiamolo sulla Terra, dice la Nasa
Buon anno, prima di tutto. Mentre i cinesi sono arrivati alla
faccia nascosta della Luna, nella speranza che
ci svelino qualcosa di più del nostro satellite – peccato solo che
siano molto distanti dalla zona dei crateri
Delporte e Izsak, dove avrebbero potuto appurare se la famosa foto
scattata dall’equipaggio di Apollo 15
testimonia solo un gioco di ombre dei rilievi lunari oppure
quell’oggetto enorme che aprirebbe scenari
diversi -, ecco che “mamma Nasa” ha divulgato uno studio di un
certo interesse. Secondo l’ente spaziale
americano potrebbe darsi che la prova evidente di una presenza
aliena l’abbiamo già sotto il naso, senza
dover scrutare l’universo: alcuni artefatti extraterrestri,
infatti, sarebbero già presenti sulla Terra.
Tecno-marcatori, questa è la parola chiave: sta per definizione
delle prove di un qualcosa di legabile a una
tecnologia aliena avanzata. Andiamo a cercarli, questo è l’invito.
Ecco allora il link di Sputniknews dove
si trova l’articolo in questione (già tradotto). Un amico non ben
disposto nei confronti della Nasa mi ha
fatto osservare che, essendo uno studio di questo ente, bisogna
andare con i piedi di piombo. A voi il
verdetto.
Ufo, il 2018 anno record per gli avvistamenti. E tra gli Ifo
aumentano i palloni led e i
Archivio 2019 Ufo, il 2018 anno record per gli avvistamenti. E tra
gli Ifo aumentano i palloni led e i droni
Anno nuovo, conti vecchi. Qual è stato il bilancio degli
avvistamenti Ufo nel 2018? Pare sia stato un bilancio
particolarmente ricco, con un deciso incremento
rispetto alla stasi degli ultimi periodi. E si conferma una
curiosità: agli Ufo pare piacciano in particolare
le annate legate al numero 8 finale, basti pensare ai famosi “flap”
del 1978 (la stagione che sarebbe
diventata famosa anche per la vicenda di Piero Zanfretta, per la
cronaca). Ad ogni modo, c’è un 61% in
più rispetto al 2017: così certificano il Cun (Centro Ufologico
Nazionale) e la sua sezione fiorentina (Suf)
che ha particolarmente a cuore i dati statistici. Nella ricerca
sono però stati considerati anche i casi di Ifo,
ovvero degli oggetti ben identificati e “battezzati”: la cosa
curiosa è che oltre alle immancabili lanterne
cinesi sono in aumento i droni e le sfere led. Insomma, pure certi
fenomeni sono figli dei tempi, così
come è interessante l’osservazione fatta dal Cufom (Centro
Ufologico Mediterrano): i nostri amati
oggetti non identificati sono diventati “trendy” sui social
network: pare ci sia stato un incremento di
segnalazioni – anche se quasi tutte sono, ahimé, bufale marchiane –
e di condivisioni. Nella speranza del
primo selfie con un bell’Ufo di quelli “giusti” (e magari con il
suo pilota, meglio se alieno), vi rimando
al comunicato del Cun, Invece, al suo link (cliccate qui) trovate
una serie di interessanti tabelle.
Nell’anno 2018 sono pervenute al Servizio Ufoline del Cun (Centro
Ufologico Nazionale) e
raccolte dalla Suf (Sezione Ufologica Fiorentina), un totale di 184
segnalazioni. Questo dato
numerico porta ad un incremento del 61% rispetto alle segnalazioni
del 2017 che sono state 114.
Nel 2018, luglio è il mese che ha visto il picco di segnalazioni
con ben 47 casi, mentre la regione
che mostra il maggior numero di segnalazioni è la Lombardia con ben
26 avvistamenti. Seguono
la Toscana con 24 e il Lazio con 22. Ultima risulta attualmente
essere il Molise, con una sola
segnalazione. Roma è invece la provincia con più segnalazioni, 16.
A seguito di una verifica
interpretativa delle segnalazioni, si sono raccolti i dati per
tabelle regionali, tabelle per provincia,
valutazioni e andamento quinquennale. Interessante è anche
l’analisi degli Ifo, i casi di oggetti
identificati. Il fenomeno delle lanterne cinesi è sempre presente
con diverse segnalazioni, ma in
diminuzione percentuale rispetto allo scorso anno. Nel 2017
rappresentava il 20,7% di tutte le
segnalazioni, nel 2018 è sceso al 7,6% del totale. A parte i soliti
bolidi e avvistamenti planetari,
sembra in aumento il fenomeno del lancio dei palloni led e dei
droni.
L'Ufo crash del 1997 a Fiumicino, storia di un (probabile)
depistaggio
Archivio 2019 L'Ufo crash del 1997 a Fiumicino, storia di un
(probabile) depistaggio
Giusto per riallacciarci al precedente post, a proposito di
avvistamenti, incontri ravvicinati di vario tipo e quant’altro
attiene a vicende che normali non sono, voilà,
vi propongo una storia che ricompare dal recente passato e che chi
l’ha vissuta l’ha voluta condividere
con tutti utilizzando il suo blog. La persona in questione si
chiama Valerio Petretto e nel gennaio 1997 ha
vissuto di persona un’esperienza che ha avuto per scenario la
pineta di Fregene: sto parlando del
cosiddetto Ufo crash di Fiumicino. Che, ovviamente, per le cronache
ufficiali non è mai stato nulla di
tutto ciò ma – forse – una parte di un missile terra-aria caduto da
quelle parti (il che sarebbe perfino più
inquietante, comunque). “Un caso – sottolinea Petretto nel
preambolo – che ufficialmente è stato chiuso
in pochi giorni con la solita spiegazione assurda. Ma io c’ero e
so, in parte, cosa è successo” . Leggete
con attenzione, vi renderete conto di come le forze dell’ordine
depistano e intimidiscono chi, invece, non
casca nei loro trappoloni. Sembra una storia molto simile a quelle
di certi Ufo crash americani, nei quali
esercito o polizia attuano, anche con maniere forti, dei piani di
allontanamento di coloro che sono
giudicati dei ficcanaso. Questo è il link per accedere al testo.
Ricordo che dell’Ufo crash di Fiumicino
hanno scritto pure i colleghi LaoPetrilli e Vincenzo Sinapi nel
loro libro sugli X-files resi pubblici
dall’Aeronautica Militare.
Archivio 2019 Cinegiornale bUFO / 53 - Sfere di luce e
strafalcioni
L’amico Andrea,
spulciando nella rete, ha pescato il filmato di una trasmissione –
di qualche anno fa – che secondo me è
emblematica di una certa supponenza della scienza. Disserta il
professor Caligiuri (fisico e ricercatore, ci
viene ricordato a ogni pie’ sospinto): incalzato da
un’intervistatrice spesso inopportuna e logorroica,
parla di vari argomenti, cominciando dalle sfere di luce per le
quali ha certezze a tutto tondo: spiegabili,
spiegabilissime. Poi allarga il tiro anche agli Ufo, a batteri
cosmici, al vuoto e a tante altre cose, pure
queste riconducibili in un solco razionale. Forse sono un po’
troppi i temi trattati, in un “risotto” che
vorrei affidare al vostro giudizio. Tra l’altro, prof: come
spiegare le famose sfere bianche che spesso
compaiono nel cielo, viaggiano in formazione e si esibiscono in
vari movimenti? Ma forse non è
nemmeno questo il punto. Maximilian Caligiuri – la cui preparazione
non discuto – quando si sofferma
sulle sfere di luce fa anche riferimento alle “Luci di Hessladen”
(ripetuto varie volte). Peccato che siano
le Luci di Hessdalen….
5
Archivio 2019 I 24 laghi di Marte, ideali per la vita
Marte, pianeta
azzurro: è questa la convinzione che sempre più si va facendo
strada tra gli scienziati. L’ultima scoperta a
questo proposito è di un ricercatore italiano, Francesco Salese,
dell’università olandese di Utrecht in
collaborazione con l’Università Gabriele D’Annunzio di Pescara.
Secondo i dati forniti dai satelliti Mars
Express dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Mars Reconnaissance
Orbiter (Mro) della Nasa, si sono
potuti individuare, nell’emisfero Nord di Marte, 24 antichissimi
laghi risalenti a 3,5 miliardi di anni fa,
dei quali almeno 5 presentano una composizione minerale ideale ad
ospitare organismi viventi.
Questo enorme
complesso di laghi va ad aggiungersi al lago salato sotterraneo
scoperto, sempre da scienziati italiani,
nell’estate scorsa vicino al polo Sud. Come descritto sul Journal
of Geophysical Research-Planets, i dati
raccolti dai satelliti orbitanti intorno a Marte mostrano che i 24
laghi dovevano essere profondi almeno
Archivio 2019 I 24 laghi di Marte, ideali per la vita
4mila metri e che, con ogni probabilità, sono coevi al grande
oceano che occupava almeno la metà del
pianeta, con il quale formavano un unico sistema acquatico. “Finora
più modelli avevano ipotizzato la
presenza di acqua nascosta nel sottosuolo marziano, ma adesso ne
abbiamo la prima evidenza geologica”,
ha dichiarato Salese. Secondo il ricercatore italiano la sola acqua
non è sufficiente per dare luogo alla vita
ma sono necessari anche alcuni minerali, come quelli identificati
nel cratere McLaughlin rinvenuti nei
suoi sedimenti come “smectiti ricche di magnesio, serpentino e
minerali di ferro-idrato. Per gli
astrobiologi questo significa un sito ad alta priorità”. Afferma lo
studioso che è necessario approfondire la
ricerca sui delta di altri 14 degli antichi laghi che “permettono
di individuare i siti ad alta priorità per la
ricerca della vita, dove prodotti organici potrebbero avere avuto
una alta probabilità di conservarsi”. E se
già milioni di anni fa sono esistite le premesse per l’esistenza
della vita sull’ormai ex Pianeta Rosso
nessuno ci impedisce di ipotizzare che alcune forme di vita siano
sopravvissute fino ai nostri giorni
superando i grandi sconvolgimenti subiti da Marte. D’altronde anche
sulla Terra si sono scoperti
organismi estremofili ed estremotolleranti. Per fare qualche
esempio, si sono identificati microrganismi in
grado di crescere ad alte (termofili e termotolleranti) e basse
temperature (psicrofili e psicrotolleranti), in
presenza di elevate radiazioni (radiotolleranti) e in condizioni di
elevata salinità (alofili e alotolleranti),
elevata acidità (acidofili e acidotolleranti), elevata alcalinità
(alcalofili e alcalotolleranti), alta pressione
(barofili e barotolleranti) alta aridità (xerofili e
xerotolleranti). Nulla ci impedisce di credere che un
ambiente estremo come quello di Marte possa aver selezionato forme
di vita in grado di riprodursi e
prosperarvi.
Tetricus
7
Restiamo su Marte, più
che altro per salutare Opportunity, il rover della Nasa che ha
smesso di funzionare dopo una lunga e
gloriosa carriera (durata oltre 14 anni e non la manciata di mesi
che si ipotizzava al momento dell’entrata
in servizio). Ci rimango anche per proporre, in un cinegiornale
bUFO, un filmato che Pablo Ayo ha
lanciato lo scorso dicembre su Frontiere. E’una specie di riassunto
di quanto abbiamo già detto e scritto
più volte noi (a cominciare dai potenziali cover up dell’ente
aerospaziale americano), grazie soprattutto al
contributo di Tetricus, il nostro marzianologo. Ma quanto dice Ayo,
compresa una digressione sull’high
tech marziana, ha diviso la rete: se guardate i commenti su
Youtube, c’è chi l’ha elogiato e chi l’ha
stroncato, anche con parole violente (e c’è stato pure chi ha
bestemmiato, segno dei tempi e del degrado
della civiltà nel dibattito). Proviamo allora anche noi a dare un
giudizio, magari più bilanciato (in positivo
o in negativo). Di sicuro concordo su una cosa, con i critici: il
buffo doppiaggio delle voci originali di due
intervistati è veramente qualcosa che sarebbe stato da
evitare.
Dibatti bUFI / 64 - Quei volti sono terrestri?
8
Mi viene in mente
Peter Kolosimo e il su0 celebre libro “Non è terrestre”. Mi
riferisco alle enigmatiche
9
Archivio 2019 Dibatti bUFI / 64 - Quei volti sono terrestri?
statue dell’insediamento neolitico di Ain Ghazal, in Giordania,
risalenti a 9000 anni fa e conservate al
Jordan Museum di Amman. La foto l’ha mandata, a suo padre, il
figlio del nostro Tetricus: è un esperto
di archeologia e forse, se non ricordo male e non dico una
fesseria, è proprio il settore nel quale lavora.
Nel girarmi questa immagine, Tetricus mi ha fatto notare come i
tratti somatici dei personaggi siano
clamorosamente moderni: volti lisci, capelli curati, sguardo
magnetico. Lui aggiunge pure, anche se su
questo punto non concordo molto, occhi da… Rettiliano. Comunque,
siamo di fronte a un qualcosa di ben
lungi dall’idea che ci potremmo fare degli uomini che circolavano a
quei tempi. Lo scultore che ha
realizzato quella statua, a chi si è rifatto? Forse a creature che
erano in relazione con gli umani
dell’epoca? A voi la parola. Vi passo anche un link nel quale
potrete trovare informazioni su Ain Ghazal:
cliccate qui.
Sono arrivati gli Alieni: e adesso che cosa facciamo? Lo spiegano
psichiatri,
antropologi e pedagogisti
Pierangelo Garzia è il responsabile dell’ufficio stampa dell’IRCCS
Istituto Auxologico Italiano di
Milano. E’ da tempo un lettore di Mistero bUFO ed è uno dei tanti
che formano quella platea di
amici che vivono il blog senza, di norma, partecipare in prima
linea con commenti o con testi. Ma
ogni regola ha la sua eccezione. Ed è così che Pierangelo mi ha
proposto un post su un argomento
davvero interessante. Buona lettura.
Archivio 2019 Sono arrivati gli Alieni: e adesso che cosa facciamo?
Lo spiegano psichiatri, antropologi e pedagogisti
Acqua su Marte. Esopianeti che potrebbero ospitare la vita.
Gli
alieni si avvicinano. Per alcuni sono già arrivati. Per la
fantascienza ci sono da sempre. Che siano i
Superni, custodi e motivatori dell’evoluzione umana ma “lontani
dallo spazio che non è per l’uomo” del
romanzo di fantascienza di Arthur C. Clark Le guide del tramonto, o
i piloti di UFO già giunti fino a noi
secondo gli appassionati di ufologia. Comunque sia, la scienza
attende. Fa ipotesi. Ma cosa accadrebbe
nel momento in cui avessimo un contatto con una intelligenza
extraterrestre? E se intelligenze aliene
fossero in grado di arrivare fin quaggiù, sulla Terra come nel film
Arrival di Denis Villeneuve? L’anno
passato ho rivolto questo tipo di domande a un gruppo di
psichiatri, pedagogisti e antropologi per la
rivista “Mind. Mente & cervello”: l’inchiesta è uscita sul
numero di maggio 2018 con il titolo “Sono
arrivati gli alieni!”. E un’altra parte delle risposte, inedite, le
ho ora postate su Neurobioblog. Eccone
qualche stralcio: (Raffaele Mantegazza, docente di Scienze umane
presso il Dipartimento di medicina e
chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca) «Sarebbe un nuovo
inizio, quello di cui forse l’umanità ha
bisogno. Come dice Guy Consolmagno, direttore della Specola
Vaticana, le prime a doversi ripensare
sarebbero le religioni rivelate: questo straordinario religioso già
oggi afferma che Dio si è incarnato in un
essere umano perché doveva parlare agli abitanti del nostro
pianeta, ma niente fa escludere che su altri
pianeti l’incarnazione sia avvenuta nel corpo di un essere alieno,
dalla forma del tutto differente dalla
nostra. La forma con la quale gli alieni si presenterebbero
potrebbe poi essere del tutto sconvolgente:
esseri di pura energia, esseri di luce, chissà quale forma può
avere assunto. La vita la stessa, la nostra idea
di vita organica potrebbe essere rivista e radicalmente ripensata.
Ma la sola vittima di questo incontro
sarebbe, finalmente, la vera dannazione dell’umanità, ovvero
l’antropocentrismo. L’idea arrogante e
presuntuosa che questa scimmia poco pelosa costituisca il centro
dell’evoluzione e dell’universo. Fosse
anche solo per far tramontare questa idiozia, speriamo che gli
alieni arrivino presto».
11
Archivio 2019 Sono arrivati gli Alieni: e adesso che cosa facciamo?
Lo spiegano psichiatri, antropologi e pedagogisti
Mantegazza, per sua stessa ammissione, si è talmente
appassionato al tema dell’inchiesta da avere scritto e pubblicato
nei mesi successivi il volumetto Educare
con gli alieni. Manuale di pedagogia per l’anno 2219, uscito da
Castelvecchi. (Paolo Perticari era
docente di pedagogia generale, filosofia della formazione, teoria e
pratica dei processi all’Università di
Bergamo. Purtroppo è prematuramente scomparso lo scorso novembre):
«Da pedagogista ritengo che i
problemi mentali emersi nella storia moderna sono già
sufficientemente gravi da non dover imputare agli
UFO alcunché. Se si dovesse dare la notizia immediatamente, senza
preparazioni, né manipolazioni?
Certo che sì. Ma vede, anche questo in realtà è poco probabile. Noi
terrestri abbiamo costruito un mondo
in cui il vero è un momento del falso e stiamo educando in questo
modo anche i nostri piccoli, per cui la
strumentalizzazione e la falsità fanno parte dell’aria che
respiriamo. Per questo motivo auguro agli UFO
di riparare al più presto l’avaria che li ha fatti atterrare e
ripartire al più presto verso territori meno falsi
del nostro». (Valerio Rosso, psichiatra e psicoterapeuta): «Io
credo occorra partire da un dato di fatto:
una civiltà che ha sviluppato le tecnologie per raggiungere altri
mondi, deve per forza aver superato con
successo la sua adolescenza tecnologica. Chi riesce a non
autodistruggersi con le proprie mani e a
dominare le istanze onnipotenti che sono profondamente connesse con
la scienza, molto probabilmente ha
parallelamente sviluppato delle dimensioni etiche tali da concepire
il valore assoluto della vita e
l’importanza del mantenimento e del rispetto delle diversità.
L’incontro con una razza aliena potrebbe
farci confrontare di colpo con la domanda: siamo noi una civiltà
adulta e risolta?».
Pierangelo Garzia
Qui Marte: e se questo fosse un umanoide? Intanto sul Pianeta Rosso
spunta un
oggetto metallico
12
Archivio 2019 Qui Marte: e se questo fosse un umanoide? Intanto sul
Pianeta Rosso spunta un oggetto metallico
Devo aggiornare il post perché c’è una seconda cosa interessante
che ha fatto la sua comparsa su Marte:
un oggetto dall’aspetto circolare con tanto di buco in mezzo. La
scoperta l’ha fatta, come riporta
Segnidalcielo, il ricercatore Neville Thompson. Pure nelle foto
Nasa provenienti dal rover Curiosity si
trova questo “coso”. E qui mi riaggancio al testo originario del
post: nella prima versione si parlava di
un’altra questione, ovvero della possibile scoperta del corpicino
mummificato di un umanoide. In un altro
scatto, inoltre, si poteva ravvisare la forma di un cane. Immagino
che quelli delle pareidolie e i loro amici
siano già pronti a smontare tutto. Ad ogni modo, è inutile perdersi
nei bla-bla-bla ed è meglio lasciar
parlare le immagini (e i filmati): starà a chiunque di voi
esprimere un giudizio, ovviamente e come
sempre nella massima libertà di pensiero. Lo scoop dell’eventuale
corpicino è stato realizzato dal canale
ArtAlien Tv, mentre le immagini sono state scovate da Lànyi Gabor
che le ha rilanciate sul suo profilo
Facebook. In Italia il merito di aver proposto questo documento
molto interessante è, come dicevo prima,
di Segnidalcielo (dal quale riprendo pure la foto del possibile
umanoide mummificato): al suo sito vi
rimando (dovete cliccare qui) per leggere testo e vedere foto e
filmati. A quest’altro link trovate invece
l’articolo relativo al pezzo di metallo (la cui immagine, presa
sempre da questo sito, pubblico qua sotto).
Buona lettura.
Tabby Star ha una sorella. Rispunta l'ipotesi aliena
Bella e interessante notizia divulgata oggi dall’ANSA: Tabby Star
avrebbe una “sorella”. E può
così riprendere la discussione su un eventuale “zampino” alieno. Vi
passo il servizio così com’è
stato diramato dalla nostra principale agenzia di stampa.
Scoperta una sorella
ancora più anomala della famosa Tabby Star, che aveva acceso la
fantasia perché le oscillazioni della sua
luminosità avevano suggerito la presenza di strutture aliene nella
sua orbita, ma la nuova stella, Epic
204376071, mostra oscillazioni molto più marcate che fanno
rispuntare l’ipotesi degli Alieni. La
scoperta, pubblicata sulla rivista della Royal Astronomical Society
e frutto di una ricerca guidata dal
Massachusetts Institute of Technology (Mit), promette di far
discutere gli astronomi. “La stella in realtà è
Archivio 2019 Tabby Star ha una sorella. Rispunta l'ipotesi
aliena
molto diversa da quella di Tabby, si tratta di una stella di classe
M, quindi molto più piccola e fredda”,
spiega all’ANSA Isabella Pagano, dell’Istituto Nazionale di
Astrofisica (Inaf) di Catania. “Mentre per la
Tabby Star la percentuale di stella occultata era del 22%, in
questo caso è addirittura dell’80%, perciò si
tratta di un fenomeno molto più importante. Purtroppo, nonostante
il corpo celeste sia stato osservato per
160 giorni, l’evento è stato visto una sola volta”, continua
Pagano. “Quindi se il colpevole è un pianeta o
un’altra stella che ruota intorno alla compagna, si tratta di un
oggetto estremamente piccolo che non
riusciamo a vedere e che non avrebbe potuto causare una variazione
di luminosità così grande. Per questo
motivo – aggiunge – gli autori dello studio ipotizzano che si possa
trattare di dischi di polveri compatti
associati a un ipotetico pianeta o a una stella, ma anche in questo
caso il fenomeno avrebbe dovuto
ripetersi in meno di 80 giorni”. “Tuttavia, dal momento che si
tratta di una ‘baby-stella’ molto giovane,
di circa 10 milioni di anni, potrebbe anche trattarsi di una caduta
di materiale verso la superficie. Un
evento – spiega ancora la ricercatrice – che si verifica durante la
formazione. In ogni caso, finché non si
troverà una spiegazione tutte le ipotesi restano in campo, compresa
quella di strutture aliene: la tendenza
dell’uomo a fantasticare è sempre una cosa positiva”.
Il fenomeno Ufo in Italia come non lo avete visto mai: Marco ha
elaborato numeri e
statistiche per mappare gli avvistamenti
15
Archivio 2019 Il fenomeno Ufo in Italia come non lo avete visto
mai: Marco ha elaborato numeri e statistiche per mappare
gli avvistamenti
L’amico Marco
Bertoncelli, uno dei più assidui e attivi frequentatori di Mistero
bUFO, si è preso la briga di svolgere un
lavoro certosino sui dati statistici relativi agli avvistamenti Ufo
italiani recenti e nella storia. Il suo lavoro,
che ha richiesto la consultazione e l’analisi dei numeri ufficiali
diramati dal Cun, incrociati poi con una
serie di cifre provenienti dall’Istat, ha permesso di realizzare
una mappatura molto profonda del
fenomeno degli Oggetti Volanti Non Identificati (per una volta
tanto usiamo la dizione “indigena” del
termine). E’ probabilmente la prima volta nella storia che si
mettono a confronto questi dati per cercare
una sintesi. Marco, che per questo motivo ha vinto un giro
turistico fino a Z-Reticuli su un’astronave dei
Dargos, è stato davvero bravo: non si è limitato a mettere in luce
macro-categorie, ma è andato ben più a
fondo. Per dire: si è divertito a scomporre gli avvistamenti
contenuti negli elenchi del Cun con
riferimento alla popolazione residente censita dall’Istat. E così
via, con “torte”, grafici, tabelle, colonne e
quant’altro. Va anche detto che il suo lavoro può essere
suscettibile di ulteriori espansioni e
approfondimenti. Quindi il senso di questo post è anche di invitare
chi ha pazienza e la passione per i
numeri e la ricerca a trovare nuove aree per rendere l’analisi
ancora più raffinata. Non vi voglio privare
del piacere di consultare i vari file, ma vi anticipo che Nord
Ovest e Nord Est hanno la maggioranza degli
avvistamenti e che la pianura è il luogo ideale per effettuare
osservazioni “particolari”. Qui di seguito
trovate i link ai file di Bertoncelli. Devo avvisarvi che qualcuno
di voi potrebbe trovare difficoltà a
visualizzare perfettamente questi documenti, visto che si tratta di
formati pdf che la piattaforma del blog
accetta secondo una procedura macchinosa (e qui il lavoro me lo
sono sciroppato io): si deve infatti
procedere come se agganciassi delle foto, ricavando però delle url
e dando il relativo link. Ecco
comunque i testi pdf: serve anche un minimo di pazienza per
visualizzarli. Dati istat (1); Dati istat 2; Dati
istat 3; Dati istat 4; Dati Istat 5
Dibattiti bUFI / 65 - Star Walk, l'"app" che sdogana il misterioso
Pianeta Nove e lo
colloca vicino alla costellazione di Orione
costellazione di Orione
Segnalazione di
Andrea, un amico del blog, e pronta verifica: è tutto vero. Di che
cosa stiamo parlando? Di una curiosità,
o se preferite di una stranezza, che riguarda Star Walk, la
bellissima “app” per smartphone e tablet che
consente di scrutare la volta celeste. Ecco, se scaricate la
versione 2 nella soluzione “free” troverete una
sorpresa: viene indicato anche il misterioso Pianeta 9 (o Pianeta
X), il presunto corpo celeste del quale si
parla da tempo e sul quale la comunità scientifica sembra ora
manifestare qualche apertura dopo averne
sistematicamente negato la possibile esistenza. Ricordo, citando
quanto scrive Wikipedia, le possibili
caratteristiche di Planet Nine
Pianeta 9 è un corpo celeste ipotetico che potrebbe esistere nel
sistema solare esterno, molto al di
là dell’orbita di Nettuno.Se esistente, il pianeta dovrebbe avere
una massa di circa 10 volte la
massa terrestre e un raggio da due a quattro volte quello della
Terra. Il 20 gennaio 2016 gli
astronomi del Caltech Konstantin Batygin e Michael Brown hanno
annunciato una prova indiretta
supplementare dell’esistenza del nono pianeta basata su un nuovo
modello scientifico delle orbite
estreme di alcuni oggetti transnettuniani
Parlando del Pianeta X non si può non fare riferimento pure a
Nibiru, il pianeta ipotizzato da Zecharia Sitchin che riapparirebbe
ogni 3600 anni. Ad ogni modo, c’è
un’altra curiosità relativa a quanto fatto da Star Walk: la app
colloca il Pianeta 9 nella zona di Orione, da
cui secondo il saggista Mauro Biglino proverrebbero gli
Anunnaki/Elohim. Ma la domanda che pongo per
17
Archivio 2019 Dibattiti bUFI / 65 - Star Walk, l'"app" che sdogana
il misterioso Pianeta Nove e lo colloca vicino alla
costellazione di Orione
il dibattito è questa: che senso dare all’iniziativa di Star Walk?
Gatta ci cova? E’ un test voluto per
catalogare la reazione della gente? E’ un mettere le mani avanti
perché tra poco l’esistenza del corpo
celeste sarà ammessa? A voi la penna.
"Oumuamua non è un asteroide e arriva dagli Alieni": il professor
Loeb rilancia la
sua tesi
C’è
un ricercatore di Harvard che tiene duro e che continua a portare
avanti la sua tesi: stiamo ricevendo
messaggi dagli Alieni. O meglio, loro stanno provando a
contattarci. Il luminare è Avi Loeb, direttore del
dipartimento di astronomia della prestigiosa università americana.
Sotto la doccia riflettè sulla vicenda di
Oumuamua, il misterioso oggetto che si era si era avvicinato alla
Terra il 19 ottobre 2017 e che era stato
classificato come il primo asteroide proveniente dall’esterno del
nostro sistema solare. Ma secondo Loeb
aveva una forma estremamente allungata per essere un corpo celeste
di quel tipo. Mentre il mondo della
scienza impazziva per cercare una spiegazione (aggiungo: una
spiegazione che rientrasse nei suoi canoni
classici), l’uomo di Harvard percorse un’altra strada: era qualcosa
di diverso perché si era mosso in
maniera insolita, a una velocità molto più lenta rispetto alle
stelle avvistate negli anni. Era forse qualcosa
inviato da una mente superiore, da un’intelligenza aliena? Il prof
nei mesi successivi portò avanti questa
teoria assieme a un ricercatore di Harvard, Shmuel Bialy. Entrambi
presentarono le conclusioni alla
rivista scientifica The Astrophysical Journal Letters: ebbero il
consenso anche di Stephen Hawking, ma
nemmeno questo bastò a evitare lazzi e sberleffi. Ebbene, Loeb
tiene duro e continua le ricerche. Lo
scrive il Boston Globe, affermando che il luminare avrebbe
liquidato le critiche nei suoi confronti come
“stupidi pregiudizi” dettati da alcune forme di gelosia.
“Quell’oggetto non si muoveva come avrebbe
dovuto fare un asteroide o una cometa quando si avvicina al Sole”,
ha spiegato. “C’è sempre
un’accelerazione, invece rallentò in modo incredibile“. Secondo il
professore, poi, un’altra anomalia era
18
Archivio 2019 "Oumuamua non è un asteroide e arriva dagli Alieni":
il professor Loeb rilancia la sua tesi
la conformazione all’estremità e la mancanza della coda formata da
gas e polvere. Loeb avrebbe quindi
deciso di tenere duro: “Nell’esercito c’è un detto: se sei un bravo
soldato, sdraiati sul filo spinato e fai
passare i tuoi compagni. Io voglio mettere il mio corpo su quel
filo per aiutare gli altri scienziati“. E al
New Yorker ha dichiarato: “Al prossimo avvistamento, non facciamoci
trovare impreparati“.
Il Cun lancia il premio Extra in memoria del regista Daniele D’Anza
per
lo sceneggiato sulla vicenda di Pascagoula
Una segnalazione relativa al Cun – Centro Ufologico Nazionale
-: istituisce il Premio Arti Visive “Extra”, dedicato alla memoria
del regista italiano Daniele D’Anza
(1922-1984). “Extra” è uno sceneggiato trasmesso in due puntate nel
1976 e già alla prima messa in
onda suscitò scalpore per le tematiche affrontate. Narrava infatti
la vicenda del presunto caso di
rapimento extraterrestre ai danni di Charles Hickson e Calvin
Parker, avvenuto vicino alla località di
Pascagoula nel Mississippi (Usa) l’11 ottobre 1973. L’episodio si
basa sulle dichiarazioni dei due
protagonisti, prelevati e portati a bordo di un disco volante,
sottoposti a strani esami medici e poi rilasciati
in stato di choc. Il caso fu indagato dallo stesso professor Hynek
(considerato il padre dell’ufologia) e
dal professor James A. Harder, docente di ingegneria presso
l’Università di Berkeley. I due uomini, dopo
aver testimoniato nella vicina base aerea dell’Usaf di Keesler la
loro terribile esperienza, si recarono
negli uffici della locale polizia sottoponendosi volontariamente
anche al test del poligrafo. E’ di pochi
giorni fa la notizia che ulteriori testimoni solo adesso avrebbero
deciso di confermare l’esperienza di
Hickson e Parker poiché, all’epoca dell’episodio, ebbero il timore
che parlando sarebbero stati
danneggiati nella vita e ricoperti di ridicolo.
Dibattiti bUFI / 66 - Gli Ufo? Sono macchine del tempo che giungono
dal futuro
19
Archivio 2019 Dibattiti bUFI / 66 - Gli Ufo? Sono macchine del
tempo che giungono dal futuro
Non è il primo a dirlo. Lo
hanno scritto in molti, nei romanzi e nei racconti di fantascienza.
Gli Ufo? Sono i mezzi con cui i nostri
discendenti tornano a darci un’occhiata dal remoto futuro. Ecco
perché non si mostrano e, soprattutto,
perché non interagiscono pubblicamente. Per i famosi “paradossi
temporali” sconquasserebbero infatti
tutta la linea degli avvenimenti nel tempo. Lo dice e lo scrive
Michael P. Masters nel suo recente libro dal
tiolo “Identified Flying Objects: A Multidisciplinary Scientific
Approach to the Ufo Phenomenon”. La
copertina mostra una successione evolutiva fino… all’Alieno (cioè
noi nel futuro, secondo l’autore). “Il
fenomeno Ufo potrebbe essere spiegato così: i nostri lontani
discendenti ritornano attraverso il tempo per
studiarci nel loro passato evolutivo”: questa è, appunto, la
conclusione di Michael P.
Masters. Affascinante. Ma si vede che Masters non si fa la barba
col “Rasoio di Occam”. Cioè spiega un
mistero (Ufo) con un mistero ancora più grande, ammesso sia mai
possibile viaggiare nel tempo. In ogni
caso, Michael P. Masters è professore di antropologia biologica
alla Montana Tech di Butte, nel Montana.
Si è laureato in antropologia alla Ohio State University nel 2009,
dove si è specializzato in anatomia
evolutiva degli ominidi, archeologia e biomedicina. Che cosa ne
pensate della sua tesi? Nell’attesa dei
vostri pareri, colgo l’occasione per augurarvi Buona Pasqua.
Ecco l'Ufo "ibrido": la Us Navy ha il brevetto per un velivolo che
si muove nell'aria
e nell'acqua. Si spiega l'avvistamento degli F18 della
Nimitz?
20
Archivio 2019 Ecco l'Ufo "ibrido": la Us Navy ha il brevetto per un
velivolo che si muove nell'aria e nell'acqua. Si spiega
l'avvistamento degli F18 della Nimitz?
Notizia interessante
in arrivo dagli Stati Uniti e rilanciata dal sito britannico
Metro.co.uk. La Us Navy si è assicurata un
brevetto che le avrebbe permesso di dare vita a un velivolo
avanzato in grado di volare con caratteristiche
rivoluzionarie, sostanzialmente analoghe a quelle di un “flying
saucer”. Dettagli aggiuntivi: questo mezzo
sfrutterebbe l’antigravità e sarebbe in grado di muoversi in due
fluidi differenti, l’aria e l’acqua. Un Ufo
ibrido almeno per quanto riguarda gli scenari operativi, insomma.
Il risvolto tecnologico più interessante
è la presenza di un dispositivo che riduce la massa inerziale. Meno
massa significa anche meno inerzia (la
resistenza al moto di un oggetto, ndr): il risultato è che
l’oggetto può schizzare a una velocità
straordinaria. Il brevetto è particolarmente complicato e descrive
anche le tecniche possibili per ridurre la
massa: tra queste c’è pure la generazione di onde gravitazionali,
rilevate la prima volta nel 2016 dopo la
collisione di due buchi neri. Spiega il brevetto: “Di un oggetto in
moto è possibile ridurre la massa
21
Archivio 2019 Ecco l'Ufo "ibrido": la Us Navy ha il brevetto per un
velivolo che si muove nell'aria e nell'acqua. Si spiega
l'avvistamento degli F18 della Nimitz?
inerziale e di conseguenza quella gravitazionale grazie a
un’improvvisa perturbazione dello sfondo non
lineare del locale spazio-tempo”. Il velivolo descritto nel
brevetto dispone di una cavità nel bordo
d’attacco riempita con un gas che viene fatto vibrare mediante
potenti onde elettromagnetiche. Questa
situazione crea vuoto attorno all’oggetto, permettendo di spingerlo
ad altissima velocità. E il bello che
l’Ufo funziona sia nell’aria sia nell’acqua. Pur essendo in
possesso del brevetto, non significa
necessariamente che la Us Navy ha costruito un velivolo così.
Peraltro questo darebbe una spiegazione
più che plausibile alla famosa vicenda degli avvistamenti degli F18
Hornet della portaerei Nimitz,
corredati con le famose rivelazioni di Luis Elizondo. E ci
sarebbe pure una quadra rispetto a quanto rivelato giusto pochi
mesi fa in merito alle ricerche del governo
Usa su tunnel spazio-temporali, antigravità e invisibilità
applicati a fenomeni aerei inesplicabili. In realtà
la domanda sarebbe un’altra: questi pacchetti tecnologici sono
farina del sacco umano? E gli americani
forse sperimentano novità supersegrete all’insaputa di non pochi
settori del loro stesso Paese?
(i due disegni sono di Salvatore Cezar Pais/Google)
Lech Walesa e gli Alieni che ci osservano: "Se sgarriamo sono
pronti a mettere fine
alla nostra civiltà"
Quello che ha detto è
scivolato via, ignorato dai media occidentali che hanno dato poco
spazio o addirittura zero spazio alla
notizia. Ma le parole pronunciate da Lech Walesa all’inizio dello
scorso aprile rientrano nel dossier che
22
Archivio 2019 Lech Walesa e gli Alieni che ci osservano: "Se
sgarriamo sono pronti a mettere fine alla nostra civiltà"
riguarda gli interventi di personaggi di spicco della politica
sulla questione Ufo (vi ricordate, per dire, il
famoso caso Medvedev, all’epoca presidente della Russia?): merito
del sito PostBreve.com averne
parlato con un articolo di Andrea Tosi. Che cosa ha detto allora
l’ex leader di Solidarnosc diventato poi
presidente della Polonia? Ha detto che secondo lui gli Alieni non
solo esistono e usano quelli che noi
chiamiamo Ufo per spostarsi, ma che ci controllano con intenzioni
potenzialmente non pacifiche.
Potrebbero addirittura dettare la scomparsa della Terra così c0me
noi la conosciamo per predisporre una
nuova ripartenza. Walesa, per la precisione, ha dichiarato quanto
segue: “Ci sono tre livelli di sviluppo
intellettuale in altre galassie e noi siamo a quello più basso. Le
civiltà superiori vengono e guardano
quello che stiamo facendo. Se minacciamo di destabilizzarci,
interverranno, ci taglieranno a metà e la
Terra collasserà”. L’ex presidente polacco stava parlando di
tutt’altro argomento in un club dell’antica
città di Krosno: ad un certo punto ha deviato dal discorso e ha
introdotto il discorso delle civiltà superiori
e degli Ufo. Per inciso, queste digressioni sembrano sempre più
frequenti da parte dei politici: in fondo lo
stesso Medvedev colse di sorpresa la giornalista televisiva che lo
intervistava facendo riferimento, in un
fuorionda, alla questione della valigetta con i documenti segreti
relativi agli oggetti non identificati e a chi
li pilota. Walesa pare sinceramente preoccupato degli atteggiamenti
dei nostri governanti, in particolare di
quelli di figure come Putin e Macron: “Se le civiltà superiori si
arrabbieranno, non sarà positivo per noi:
le loro azioni non saranno benevole e le conseguenze saranno
durature. Loro possono mantenerci così per
migliaia e migliaia di anni, ma anche azzerarci e inviarci “altri”
Adamo ed Eva per ricostruire il mondo”.
Andiamo bene…
Cinegiornale bUFO / 55 - Quel traffico curioso e un po' strano nel
cielo notturno di
Dublino
23
Archivio 2019 Cinegiornale bUFO / 55 - Quel traffico curioso e un
po' strano nel cielo notturno di Dublino
di Dublino che per passione è abituato a osservare il cielo, mi ha
mandato un interessante filmato
corredato dalle sue impressioni. E’ perfetto per un Cinegiornale
bUFO e per i vostri commenti.
Ho un aggiornamento a proposito degli avvistamenti a Dublino. Nei
mesi scorsi ho costruito un aggeggio
costituito da un visore ad infrarossi collegato ad una telecamera
HD. Il marchingegno è in grado di
mostrare con estrema chiarezza stelle e oggetti normalmente non
visibili ad occhio nudo perché troppo
flebili. Nell’arco degli ultimi mesi ho trascorso nottate ad
effettuare registrazioni dalle quali si evincono
oggetti “strani” e non segnalati come satelliti dai servizi web che
li mappano. Potrebbero esistere satelliti
militari non segnalati, ma c’è anche da dire che i satelliti non
emettono luce propria e che i satelliti sono
visibili solo all’imbrunire, quando riflettono la luce del sole
mentre volano nella parte buia del cielo.
Stessa cosa per la spazzatura spaziale. In una delle ultime notti
ho effettuato 5 minuti di registrazione
senza staccare mai e quello che si vede è per lo meno curioso:
tante luci con traiettorie e velocità diverse,
punti di partenza e arrivo sempre diversi. Gli aerei, quando
ripresi con gli infrarossi, mostrano una scia a
causa della condensa e della luce intensa per i sensori. Nessuna di
queste luci ha la coda. E nessuna di
esse era visibile ad occhio nudo (ma devo dire che ero concentrato
più sul visore che sul cielo). Cosa ne
pensate del video? Ovviamente posso , fornire anche l’originale non
montato.
Il Pentagono e quella caccia agli Ufo ancora marchiata dal vizio
della genericità
24
Archivio 2019 Il Pentagono e quella caccia agli Ufo ancora
marchiata dal vizio della genericità
La notizia dei giorni scorsi relativa al fatto che il Pentagono
continua a tenere aperti i suoi dossier sugli
Ufo, merita una riflessione aggiuntiva rispetto a quanto già
commentato nel post precedente, su imbeccata
di Megrez che aveva segnalato la novità. Prima di tutto, riprendo
per esteso il testo d’agenzia (in questo
caso l’Ansa) così com’era circolato in Italia:
Il Pentagono ha finalmente ammesso che sta tuttora indagando sugli
Ufo. Lo rivela un portavoce
del dipartimento della Difesa, il quale ha parlato di un’iniziativa
governativa segreta denominata
Advanced Aerospace Threat Identification Program (Aatip), che “ha
condotto ricerche e indagini
su fenomeni aerei non identificati”. Il Pentagono finora aveva
sempre detto di aver chiuso l’Aatip
nel 2012, ma il portavoce Christopher Sherwood ha riconosciuto che
il dipartimento sta ancora
indagando sui presunti avvistamenti di astronavi aliene. “La Difesa
è preoccupata di identificare
tutti gli aeromobili nel nostro ambito operativo, nonché di
identificare qualsiasi funzionalità
straniera che possa rappresentare una minaccia per la patria”. “E
continuerà ad indagare attraverso
le normali procedure le segnalazioni di aeromobili non identificati
rilevati dall’aviazione militare
americana al fine di garantire la difesa della patria e la
protezione contro il fattore sorpresa da
parte dei nostri avversari”.
25
Archivio 2019 Il Pentagono e quella caccia agli Ufo ancora
marchiata dal vizio della genericità
Questo è quanto, dunque. La mia prima riflessione è una risposta ai
dubbi di Coccodipo, relativi alla
possibilità di occultare tecnologie avanzate e luoghi di ricerca e
sperimentazione. Il pensiero è che sì, è
possibilissimo fare tutto ciò, a volte perfino all’insaputa dei
tuoi stessi connazionali: in fondo sembra
proprio la storia dell’Area 51, la cui esistenza è stata negata per
decenni salvo poi ammettere che ci si
lavorava da tempo. Tutto questo appare poi come un corollario di
quanto Luis Elizondo ha dichiarato
mesi fa, prima di tutto nell’intervista al New York Times (che
secondo me rimane la unica e vera
“primizia”) e poi a Roma (dove – e qui non voglio riaprire la
diatriba con l’amico Bibolotti, ma non ho
cambiato idea – ha semplicemente riproposto quanto aveva già
detto). Ma sia le uscite del portavoce del
Pentagono sia quelle di Elizondo contengono per me una pecca: la
genericità. Si parla di fenomeni aerei
(anche se il collega dell’Ansa aggiunge arbitrariamente il concetto
di astronavi aliene) e di non ben
identificati nemici stranieri. Ecco, così siamo nel solito campo
del vago: uno, nessuno e centomila. Io
sono fermamente convinto che questi signori stiano verificando
l’eventuale valenza extraterrestre degli
Ovni, ma non lo ammettono per tante e note ragioni. E allora casca
tutto: sono solo parole al vento, sterili.
Ci vorrebbe più coraggio e questo darebbe il salto di qualità che
ancora manca. Non solo: Elizondo in
quello che per è stato l’unico passaggio nuovo e interessante della
relazione romana, ha fatto capire – ma
non è andato fino in fondo pure qui – che forse si tratta di
provenienze da altre dimensioni. Argomento
interessantissimo che introduce una domanda: queste realtà sono
popolate da umani oppure no?
Cinegiornale bUFO / 56 - Elizondo, un'altra ammissione: "Gli Usa
conservano
detriti di Ufo"
Diciamo che questo
Cinegiornale bUFO è un sequel del post precedente, che ha avuto
decisamente successo. Restiamo
dunque in area Pentagono, Cia e dintorni. E in zona “ammissioni”.
Tardive, ma pur sempre ammissioni.
26
Archivio 2019 Cinegiornale bUFO / 56 - Elizondo, un'altra
ammissione: "Gli Usa conservano detriti di Ufo"
Una panoramica fotografica dei materiali “esotici” di cui ha
parlato Luis Elizondo
Lo scorso 31 maggio il buon Luis Elizondo, ex direttore del
progetto AATIP, ha partecipato al
programma di Tucker Carlson su Fox News. Nel corso dell’intervista
ha trovato modo di ripetere alcuni
concetti che va illustrando da mesi (tra questi le cinque
differenze osservabili tra la tecnologia Ufo e
quella a noi nota: accelerazione istantanea, velocità ipersonica,
bassa osservabilità, possibilità di viaggi
trans-dimensionali, antigravità) e ha pure aggiunto le ragioni del
cambio di rotta al quale stiamo
assistendo. Su questi temi, infatti, fino a poco tempo fa il
negazionismo delle autorità era granitico,
mentre ora si ammette che gli avvistamenti Ufo sono di routine e
soprattutto sono ancora monitorati da
chi di dovere. Perché una virata tanto clamorosa? La risposta è la
più logica possibile e quella che tante
volte ci siamo dati pure noi: “Ormai siamo oltre il concetto se
esistono o non esistono. Esistono, questo è
chiaro; sono tra di noi. Le ragioni che in precedenza portavano a
negare tutto sono state varie: non c’era
un adeguato livello tecnologico, prima di tutto, e poi questo era
un tema tabù”. Elizondo continua a non
sbilanciarsi sull’origine e la provenienza di questi oggetti e
nemmeno in questa trasmissione ha
confessato qual è la sua personale idea (che di sicuro ha; ma anche
a Roma ha preferito non svelarla). Ma
se non altro ha attribuito “una bassa percentuale di probabilità”
al fatto che gli Ovni siano frutto di
qualche tecnologia straniera (rispetto agli Usa). In compenso,
seppur riducendola ai minimi termini, ha
fatto un’importante ammissione. Domanda di Tucker Carlson: “Pensi
che il Governo statunitense
disponga di materiale relativo a uno di questi velivoli?”.
Risposta: “Dico di sì”. Carlson non si è fermato:
“Vuole allora dire che sono in possesso di detriti di un Ufo?”.
Elizondo ha sorriso e ha concluso: “Più di
tanto non posso dire, non posso entrare nei dettagli: devo stare
attento. Ma semplicemente, dico di sì”.
Non è moltissimo, ma non è nemmeno poco, stavolta. Forse è un’altra
picconata al muro di gomma (che,
peraltro, rimane alto, spesso e solido).
27
Archivio 2019 Cinegiornale bUFO / 56 - Elizondo, un'altra
ammissione: "Gli Usa conservano detriti di Ufo"
Rieccoci su Marte: rocce o rivoltelle?
Comunque, tanto per
restare in tema di cose strane (mi riferisco ovviamente, prima di
tutto, ai reperti di Ufo di cui abbiamo
parlato nel precedente post), vorrei sottoporvi quando il buon
Tetricus ha riportato alla memoria mia. E’
una vicenda di qualche anno fa, quando si cominciava a discutere a
fondo di quanto hanno visto/trovato i
rover marziani della Nasa. Ebbene, nel 2014 l’ente aerospaziale
statunitense diramò un’immagine
28
Archivio 2019 Rieccoci su Marte: rocce o rivoltelle?
scattata da Curiosity: non credete che assomigli veramente tanto,
oserei dire troppo, a una pistola
automatica? Ve la propongo anche in uno scatto panoramico,
contestualizzandola rispetto al resto che
circonda l’oggetto. Inutile sottolineare che i lancieri della
pareidolia avevano scagliato immediatamente
le loro armi. Ma Tetricus fa notare come di questo episodio si sia
parlato poco o nulla. Comunque, non è
stato l’unico caso di reperto simil-pistola: un astronomo inglese
amatore, tale Joe White, aveva diffuso
un’altra foto marziana nella quale appare uno strano oggetto, pure
questo simile a una rivoltella. Dorata,
in questo caso. Vuoi vedere che “Agente 007, l’uomo dalla pistola
d’oro” l’hanno girato lì e non a Phi
Phi Island?
Dibattiti bUFI / 67 - Il dico e non dico di Trump: "I nostri piloti
vedono qualcosa di
diverso rispetto al passato"
29
Archivio 2019 Dibattiti bUFI / 67 - Il dico e non dico di Trump: "I
nostri piloti vedono qualcosa di diverso rispetto al passato"
Una chicca di questi
giorni in merito alla questione degli avvistamenti Ufo dei piloti
della Us Navy. Nel corso di un’intervista
esclusiva con George Stephanopoulos di Abc News, è intervenuto
addirittura Donald Trump. Dunque,
pure lui si iscrive all’elenco dei presidenti, dei capi di Stato e
dei maggiorenti in senso lato che sono stati
interpellati sul tema. E quanto ha dichiarato, un dico e non dico
(anzi “non dico” più che un “dico”, ma
con sfumature interessanti), può essere uno spunto per le vostre
valutazioni. Ecco, comunque, quanto ha
dichiarato Trump, partendo dal suo giudizio sull’aumento dei report
di avvistamenti. “Ciascuno è libero
di pensare quello che vuole. Dicono, dicono… E io ho visto, ho
letto, ho udito. Ho avuto anche un meeting
sull’argomento. La gente dice di avvistare Ufo: io ci credo? Non
particolarmente”. Incalzato
sull’eventualità che Ufo sia sinonimo anche di vita extraterrestre,
il presidente ha risposto così: “Credo
che i miei grandi piloti lo saprebbero. Sì, i miei grandi piloti lo
saprebbero. Vedono qualcosa di differente
rispetto al passato. Quindi, stiamo a vedere. Stiamo osservando voi
sarete i primi a sapere”. Come
giudicate queste parole? Sono, come sostiene qualcuno, un altro
piccolo segnale che ci si sta avvicinando
alla “disclosure”?
30
Archivio 2019 I misteri (dimenticati) della piramide di
Gubbio
Abbiamo parlato delle piramidi egizie ma anche di quelle, naturali,
della Bosnia. Così il mio amico
Mario Farneti, collega e scrittore mi ha sotto, mi ha passato – più
che altro per pura curiosità -,
alcune immagini elaborate da lui e da un suo caro amico circa la
piramide di Gubbio. Fu tema
qualche anno fa di un articolo sul mensile Hera: “Ma di questo
servizio – spiega Mario – nessuno si
ricorda più, tantomeno gli eugubini che la piramide l’hanno sopra
la testa e non la vedono…”. Vi
lascio allora alla lettura (lunga ma molto interessante) e ai
commenti del caso.
Gubbio è sicuramente mio, se il Vecchio del monte non me lo leva!
Tramandano le cronache
31
rinascimentali che Braccio da Montone (1368-1424), capitano di
ventura, avesse così esclamato mentre
irrompeva in Gubbio i primi di marzo del 1419 per saccheggiarla.
Tuttavia, come il condottiero aveva
temuto, il Vecchio del monte apparve prodigiosamente ad alcuni
eugubini fuggiti sull’altura che sovrasta
l’abitato, in un luogo chiamato Fonte dell’Avello. Il misterioso
vecchio era Sant’Ubaldo, Patrono di
Gubbio, che fu visto dai fuggiaschi tracciare dall’alto sopra la
città il segno della croce. Spaventati dalla
notizia dell’apparizione, gli invasori al seguito del condottiero
si ritirarono e si dispersero nelle campagne
rinunciando al saccheggio. Il vescovo Ubaldo Baldassini era morto
in santità, già da due secoli e mezzo,
nel 1160, e in seguito il suo corpo era stato traslato in cima al
monte dove tuttora giace incorrotto. Già da
giovane Ubaldo aveva dimostrato particolare predilezione per quei
luoghi vicini al Cielo, dove l’aria
cristallina e rarefatta rende più facile il contatto con Dio. Non a
caso il suo corpo fu trasferito lassù nella
basilica a lui dedicata, poiché quel monte, il Monte di
Sant’Ubaldo, rappresentava un luogo di antica
sacralità che lo legava alla città di Gubbio fin dai primordi.
L’ascesa rituale che fanno i Ceri, le pesanti
macchine di legno portate a spalla dagli eugubini lungo le sue
pendici nella festa del 15 maggio, ne è il
simbolo più palpitante. Sebbene la Corsa dei Ceri si svolga in
concomitanza con la vigilia della morte del
Santo avvenuta il 16 maggio 1160, traspare da essa una ben più
antica origine pagana che riecheggia i riti
tramandati dalle sette Tavole Eugubine (III – I secolo a.C.). La
parte finale della corsa, la più difficile e
pericolosa, si snoda lungo le ripide salite, fino alla basilica di
Sant’Ubaldo. Per quale motivo quel monte
esercita una così grande attrazione? Quali misteriose energie si
sprigionano dalle sue rocce?
Il monte di Gubbio
Il Monte di Sant’Ubaldo si erge sopra la città di Gubbio,
nascondendo a nordest gli Appennini, e di essa è
divenuto il simbolo, poiché già in epoca medievale, la sua immagine
effigiava lo stemma del libero
comune. Provenendo da Perugia se ne individua in maniera netta la
forma, un triangolo isoscele alle cui
falde biancheggiano i conci calcarei degli edifici medievali della
città. Oggi è ricoperto da macchie di
conifere in seguito al rimboschimento seguito alla seconda guerra
mondiale, ma nei tempi antichi il suo
aspetto era ben diverso come si può constatare dalle foto scattate
dalla fine del XIX secolo fino agli anni
Trenta del XX. A quei tempi era un monte roccioso quasi brullo che
in epoca preistorica si elevava su una
vasta pianura boscosa non priva di acquitrini. Una strada sterrata
risalente al primo ‘800 e delimitata dai
cipressi permette di salirvi agevolmente se non si vuole ricorrere
alla più comoda funivia. Lungo il
cammino, tre cappelle, le cappellucce della tradizione locale,
dividono il percorso in altrettante tappe
prima di raggiungere la basilica di Sant’Ubaldo, all’ombra della
vetta dove torreggia l’antica rocca
medievale.
Il quadrato del NIGER REGIN
Una decina di anni fa, grazie alle nostre ricerche, scoprimmo nei
pressi della prima cappelluccia un
minuscolo quadrato palindromo scolpito nella roccia mai documentato
fino allora. Si trattava
dell’iscrizione conosciuta in seguito come quadrato palindromo del
NIGER REGIN, di certo la più rara
iscrizione di questo genere insieme con quella del Sator. Di
piccole dimensioni, era formata da cinque
righe di cinque lettere ciascuna, disposte in modo da formare un
quadrato leggibile sia in un senso sia
nell’altro.
Archivio 2019 I misteri (dimenticati) della piramide di
Gubbio
Pubblicammo la scoperta sul periodico Hera (n. 43, luglio 2003) e
la notizia rimbalzò in tutto il mondo,
tanto che molti appassionati di misteri se ne sono da allora
interessati senza però spiegare in maniera
convincente il suo significato. La conclusione cui pervenimmo già
allora fu che il quadrato potesse
appartenere a una confraternita segreta di epoca rinascimentale
legata alla tradizione templare vicina alla
corte di Federico da Montefeltro, Duca di Urbino, nato a Gubbio nel
1422. Naturalmente tenemmo
nascosta l’ubicazione del quadrato magico per preservarlo da
possibili atti vandalici, ma questa
precauzione, purtroppo, non bastò. Nonostante le dimensioni ridotte
(pochi centimetri quadrati) e la
difficoltà a raggiungere il luogo dove era scolpito, qualcuno, in
tempi recenti, ha deciso di
distruggerlo. Per le modalità con cui è stato compiuto questo atto,
è stata subito chiara l’intenzione di
volerlo cancellare per sempre. Non è bastato infatti distruggere
l’iscrizione con una mazza da muratore,
ma è stata ricoperta ogni sua traccia con del gesso bianco, per
imitare le macchie di licheni dello stesso
colore presenti su tutta la parete rocciosa, allo scopo di
cancellare, con il passare degli anni, il ricordo
dell’esatta ubicazione del petroglifo. Non può escludersi che
qualcuno ben conscio del significato
esoterico di quelle cinque righe, abbia voluto operare una sorta di
damnatio memoriae, perché il luogo da
esse contrassegnato cadesse nell’oblio.
Il NIGER REGIN di Puglia
Eravamo convinti già al tempo della scoperta del quadrato magico
che ne sarebbero potuti emergere di
simili in altri luoghi e la conferma ci è giunta di recente grazie
a un opuscolo (Gabriele Tardio, Segni di
presenza umana nel Gargano occidentale, Edizioni Smil, San Marco in
Lamis 2007) inviatoci da un
ricercatore pugliese che contiene la foto delle rovine dell’eremo
della Trinità nel territorio dei comuni di
San Marco in Lamis e San Nicandro Garganico in cui “…Nelle pietre
riusate per realizzare un muro
interno c’è una iscrizione con strane lettere in parte scolpite in
un verso e in parte scolpite in un altro”
(ibidem, pag. 15). Ad un’analisi dell’iscrizione possiamo
confermare che si tratta dello stesso
palindromo di Gubbio. Un antico legame mette infatti in relazione
la città umbra con la Puglia attraverso
Federico II di Svevia (1194-1250), anch’egli sommo iniziato, che
per edificare Castel del Monte arruolò
33
Archivio 2019 I misteri (dimenticati) della piramide di
Gubbio
squadre di scalpellini di Gubbio. Inutile poi soffermarci sulla
presenza nel Gargano della Foresta Umbra.
Le grotte sacre
Nell’articolo di Hera ricordammo l’interesse dimostrato verso il
monte di Sant’Ubaldo da vari circoli
iniziatici e da personaggi misteriosi a partire dal XIX secolo, ma
dopo qualche tempo ci accorgemmo di
aver dimenticato un aspetto importante, forse preminente, che
riguardava l’intero versante del monte che
si affaccia sulla città. Si trattava di un’evidenza che avevamo
trascurato, come spesso avviene per le cose
troppo vicine e troppo grandi. Durante le nostre esplorazioni sul
terreno ci imbattemmo in varie cavità, in
particolare la Grotta di S. Agnese, anticamente nota con il nome di
S. Agata Sub Grotta, e la cosiddetta
Grotta delle Merende, che apparvero subito connesse con un culto
“betilico”, legato cioè alla pietra
considerata come ricettacolo della divinità (dall’ebraico Beth-El,
casa di Dio), abbinato al culto delle
acque alle quali si lega spesso la presenza di una divinità
femminile. Davanti alla Grotta delle Merende,
sul lato sinistro del monte osservandolo dalla città, esiste
infatti un grande menhir abbattuto in epoca
altomedievale ed esorcizzato attraverso l’incisione di una croce
potenziata forse da parte degli anacoreti
che lì dimoravano. Anche la Grotta di Sant’Agnese, sul lato
opposto, è stata modificata nella stessa epoca
con la costruzione di una barriera che ne occlude la parte più
profonda. Sulla destra, vicino al soffitto
scoprimmo un canale di scolo che sembra dirigersi verso l’interno
della montagna oltre l’occlusione
34
Archivio 2019 I misteri (dimenticati) della piramide di
Gubbio
artificiale. Lo stretto ingresso, niente più di un taglio nella
roccia, si apre sopra una piattaforma calcarea
da cui si diparte una rampa che sale verso il balzo sovrastante.
Percorrendolo per una ventina di metri, si
raggiunge un viottolo che si snoda in una pietraia e sale fino al
balzo, uno spiazzo dal quale si osserva
agevolmente la pianura di Gubbio e la città stessa. Proprio qui, ai
margini del balzo, rinvenimmo alcune
lettere scolpite: RREG, un probabile frammento delle parole NIGER
REGIN, che richiamano l’enigma
del quadrato magico, trovato a non più di 50 metri di distanza in
linea d’aria. Perlustrando il monte,
apparvero tracce di canalizzazioni ricavate nella roccia,
realizzate per convogliare le acque che
sgorgavano dall’alto verso are e ricettacoli oggi sommersi dalla
vegetazione.
Il monte-piramide
Dopo queste escursioni, considerato che il versante del monte che
si affaccia su Gubbio è inscrivibile in
un triangolo isoscele, concludemmo che la forma del monte era stata
ottenuta per mezzo dell’intervento
umano che aveva operato profonde modificazioni, tali da conferirgli
la forma di una ziggurat. Si trattò di
un’opera ciclopica che appare ancora più evidente osservando le
foto risalenti al XIX secolo in cui il
monte, privo di vegetazione, appare composto di due gradoni che
culminano in un pyramidion costituito
dalla vetta dove sorge la rocca medievale. Nell’antichità non
esisteva l’inquinamento atmosferico né
quello acustico, perciò ogni evento verificatosi sull’altura poteva
essere visto e ascoltato anche da
notevole distanza. Posso testimoniare che ancora negli anni
Cinquanta del XX secolo era facile parlarsi da
un monte all’altro o dal monte alla città. A causa della sua
posizione era perciò il luogo ideale a ospitare
riti e cerimonie cui potevano assistere le comunità che abitavano
la pianura eugubina e le alture
prospicienti. Naturalmente non stiamo parlando di civiltà
conosciute, a noi relativamente vicine, come
quelle degli Umbri, dei Celti o dei Romani, ma di ciò che gli
storici e gli archeologi definiscono con
vaghezza “substrato preindoeuropeo” cui il mito dà, di volta in
volta, nomi suggestivi: pelasgi, iperborei,
atlantidi e via discorrendo. Se il mito, però, assegna ai popoli
della nostra preistoria nomi fantasiosi e
35
Archivio 2019 I misteri (dimenticati) della piramide di
Gubbio
difficilmente verificabili attraverso le fonti documentali o le
evidenze archeologiche, non per questo
dobbiamo ritenere che si tratti di pura fantasia. Già il concetto
di “popolo” stride con lo stereotipo
darwiniano del cavernicolo coperto di pelli, capace di emettere
disarticolati grugniti, condannato a
trascinare la sua bestiale esistenza in luridi abituri o nelle
caverne. La scoperta nel 1991 del corpo
mummificato di Ötzi conservatosi nei ghiacciai del Similaun per
cinquemila anni dimostra la presenza nel
nostro continente, in epoche remote, di civiltà complesse e
raffinate, non dissimili da quelle “storiche”.
E’ perciò nostra convinzione che alcuni circoli iniziatici operanti
a Gubbio (e non solo), cui non è
difficile pensare avesse dato impulso Federico da Montefeltro, Duca
d’Urbino, sommo mecenate e adepto
dell’Arte Regia praticata dai Templari, ritrovarono sul Monte
Ingino quell’acqua di cui parla Dante nel
Canto XI del Paradiso, anche lui, occultamente, cavaliere templare
(cfr. Robert L. John, Dante Templare,
Hoepli, Milano 1987). Parlo proprio dell’acqua “che discende del
colle eletto dal Beato Ubaldo” (Dante,
Paradiso XI, 43-44) di valenza sacrale e taumaturgica, che oggi non
si capisce esattamente dove si trovi e
che viene confusa con le sorgenti del Chiascio che scaturiscono ben
lungi di lì. Sorge perciò legittimo il
dubbio che l’Alighieri intendesse riferirsi proprio alla Fonte
dell’Avello, il luogo dove in seguito sarebbe
apparso Sant’Ubaldo agli eugubini fuggiaschi durante la scorreria
di Braccio da Montone.
Il monte-tempio
Le tracce dell’impianto che aveva trasformato il monte in un grande
tempio con lo scopo di rendere
fruibile l’acqua che ne sgorgava, erano ben più evidenti nei secoli
passati, tanto da suscitare l’interesse di
chi sapeva leggere i segni oltre le apparenze. E’ assai probabile
che il quadrato magico del NIGER
REGIN, andato ormai irrimediabilmente perduto, facesse riferimento
a quel culto. Ancora nel XIX
secolo si distinguevano, nei pressi della basilica, le tracce di
un’ampia conca che costituiva una specie
d’impluvium nel quale veniva raccolta l’acqua di una sorgente o
addirittura l’acqua piovana che
attraverso una rete di canali defluiva verso il basso nella Fonte
dell’Avello dov’è ancora visibile una
parete rocciosa vagamente rettangolare, forse un’ara dedicata al
culto delle acque. Della conca che
costituiva l’impluvium emergono ancora oggi, nella parte nord-ovest
alcune strutture rocciose che
scompaiono sotto la strada costruita nei pressi di un moderno
hotel. Alla base dell’altura, poco sopra la
Grotta delle Merende, sul lato sinistro, emergono le tracce di una
struttura trapezoidale di grandi
dimensioni, forse una rampa, che costituiva uno dei punti di arrivo
dell’acqua sacrale che si dipartiva
dalla Fonte dell’Avello e che con molta probabilità aveva una sua
omologa nella parte destra del monte
poco distante dalla prima cappelluccia nei pressi del luogo dove
rinvenimmo il quadrato magico del
NIGER REGIN. In questo posto giacciono grandi massi che i terremoti
ricorrenti nella zona
dell’Eugubino hanno fatto precipitare verso la strada distruggendo,
nel 1871, anche la grotta sulla cui
parete interna era scolpito il quadrato magico del NIGER
REGIN.
36
I costruttori di piramidi
Abbiamo delineato una interpretazione della morfologia del monte
che non va intesa come frutto di mera
casualità bensì come l’effetto di un intervento umano assai
profondo che ha inteso modellarlo alla stregua
di una ziggurat, la piramide a gradoni tipica della Mesopotamia,
che un popolo sconosciuto assai
civilizzato, realizzò molti millenni prima che a quella regione
fosse attribuito il nome di Umbria. E’
questa una deduzione che può apparire azzardata ma che invece
deriva da accurate misurazioni eseguite
con l’ausilio di Vincenzo Ambrogi, di professione medico e docente
universitario, ma anche indagatore
attento delle antichità eugubine. Prima però di considerare questi
dati, è bene ritornare brevemente
sull’origine dello stemma di Gubbio, costituito oggi da cinque
monti. Nessuno ha mai compreso la
ragione di questa forma, poiché, come ho già anticipato, nel
medioevo è documentato soltanto il monte
(cfr. Piero Luigi Menichetti, Storia di Gubbio dalle origini
all’Unità d’Italia, Vol. I, Peruzzi Editore,
Città di Castello 1987, pag. 389), e perché nella realtà a
sovrastare la città non sono cinque monti ma uno
soltanto. Dalla sovrapposizione dello stemma operata da Ambrogi su
una foto dell’altura, è facile
accorgersi che esso si giustappone perfettamente alla forma di
questa, costituita da due ampi
terrazzamenti che sostengono la cuspide; in tutto cinque sporgenze
compresa la cima. Il triangolo nel
quale è iscrivibile la ziggurat ha un’altezza, dalla parte più alta
dell’abitato, di 400 metri e l’inclinazione
su ambedue i fianchi è identica: 41 gradi. Il primo gradone della
ziggurat si sviluppa lungo una linea retta
che ospita oggi due boschi, entrambi nei pressi di altrettante
cavità. Quello di sinistra sorge sopra la
Grotta delle Merende, mentre quello di destra sopra la Grotta di
Sant’Agnese, siti entrambi che
testimoniano una frequentazione umana ininterrotta fino ad oggi. Il
secondo gradone corrisponde all’area
37
Archivio 2019 I misteri (dimenticati) della piramide di
Gubbio
dell’impluvium sopra la quale si staglia la vetta del monte e sorge
la basilica di Sant’Ubaldo.
L’Avello e l’immortalità
Abbiamo iniziato questo viaggio dalla Fonte dell’Avello che sorge
nei pressi della seconda cappelluccia
quasi al centro del declivio del monte, una specie di umbilicus
montis. Ma che cos’era in realtà l’Avello
che ci tramanda la tradizione locale? Un’accezione strettamente
etimologica lo accomuna alla parola
lavello, come luogo di raccolta della acque, ma una seconda
accezione, stavolta letteraria, lo identifica
con un sepolcro. Forse chi s’immergeva nell’acqua sacra dell’Avello
otteneva uno speciale potere?
L’entrata nella tomba d’acqua poteva alludere a un rito
d’incubazione da cui si usciva rinnovati e sanati
nel corpo e nello spirito. Affinché questo rito fosse efficace, era
necessario che avvenisse in luoghi
precisi, da cui s’irradiano misteriose fonti di energia, attive
ancora oggi sul monte di Gubbio. E’ perciò
verosimile che un antico popolo, molti millenni prima dell’arrivo
degli Umbri, trasformasse il monte in
una colossale ziggurat, per segnalare il luogo nel quale entità
trascendenti si manifestavano agli uomini,
molto prima che altre genti in epoche successive e in regioni
diverse, elevassero edifici artificiali di forma
analoga. Nacque forse tra quei monti lo stereotipo cui s’ispirarono
le civiltà protostoriche nel realizzare
edifici di forma piramidale. E’ infatti sempre più diffusa tra gli
studiosi la convinzione che le piramidi
fossero macchine per l’immortalità e non meri edifici tombali. Al
corpo del sovrano che vi era custodito,
veniva assicurata la continuazione della vita in un piano
esistenziale superiore. E la ricerca della
trascendenza non è soltanto un fatto recente, come vuole far
credere la visione darwiniana
dell’evoluzione umana; la scoperta del santuario preistorico di
Göbekli Tepe in Turchia, risalente al 9500
a.C. conferma infatti l’esistenza già nel neolitico di un luogo di
culto comunitario che testimonia la
presenza di una civiltà complessa e di una religiosità radicata.
Una religiosità che perpetuandosi nei
millenni ha attraversato anche la storia recente facendo sì che il
corpo incorrotto di Sant’Ubaldo,
custodito sul monte, ne fosse concreta testimonianza. Come la
mummia del faraone all’interno della
piramide garantiva ai mortali un collegamento costante con la
trascendenza, allo stesso modo il corpo
incorrotto del Santo sul Monte di Gubbio custodisce il varco
dell’eternità.
Mario Farneti e Bruno Bartoletti
(le elaborazioni grafiche sono di Vincenzo Ambrogi)
Cinegiornale bUFO / 57 - Dibattito riaperto sull'autopsia
dell'alieno di Roswell: non
sarebbe un fake (ma è difficile crederlo)
38
difficile crederlo)
volte ritornano. In attesa
che lo facciano i nostri amici del cosmo, vi segnalo che è tornato
in auge il dibattito sull’autopsia del
presunto cadavere dell’alieno di Roswell (quello che sarebbe stato
ritrovato dopo il crash del luglio
2017). Nel 1995 l’inglese Ray Santilli divulgò le immagini,
sostenendo di averle avute per caso mentre
stava cercando alcuni documenti su Elvis Presley. In breve la fama
di Santilli divenne planetaria e il
filmato fu proposto praticamente in tutto il mondo. Ma qualche anno
dopo, non prima comunque di aver
fatto una bella palata di soldi, Santilli ammise che era tutto un
falso. E nel 2017 comparve un greco,
Spyros Melaris, a confermare di essere il co-autore di un fake
diventato famosissimo: l’alieno era un
fantoccio (peraltro ben fatto) e i vari organi estratti erano
quelli di animali, soprattutto mucche e agnelli.
Ebbene adesso il Daily Mail dice che è falso ritenere quelle
immagini… un falso. Riporta infatti la
testimonianza di Kit Green, ex scienziato della Cia piuttosto
quotato. La rivelazione-scoop è che è
(meglio: sarebbe) tutto vero: Green afferma di aver visto lo stesso
documentario in un briefing al
Pentagono. Vi lascio dunque al link del Daily Mail (sopra, invece,
avete il filmato dell’autopsia tratto da
Youtube) e apro il dibattito: c’è da credere (tutto sommato a me
pare difficile essere “pro”, viste le
ammissioni fatte: ma non si sa mai…)? Il falso è far credere che
sia tutto un falso?
Giorgio e le "sue" sfere bianche di Mondello: due Ufo alla ricerca
di un'identità
Ecco qua la vicenda che il nostro Giorgio Bongiorno ha anticipato
in un commento a un precedente
post. Diciamo che la sua vicenda rientra nel filone, ormai
piuttosto classico, degli avvistamenti delle
famose sfere bianche. Dal nostro punto di vista sembrano delle
palle da tennis. E come ben
sappiamo, non sempre si manifestano come singolarità. Anzi, spesso
viaggiano in formazione (a
due, a tre, a quattro; a diamante, a croce, a boomerang etc) e non
raramente danno vita a
39
Archivio 2019 Giorgio e le "sue" sfere bianche di Mondello: due Ufo
alla ricerca di un'identità
movimenti particolari (scatti, cambiamenti di posizione, a volte
perfino “balletti”). Le hanno viste, e
le vedono, in tutto il mondo. Di giorno, di sera, di notte. Che
cosa siano, be’… è ancora tutto da
chiarire: oggetti veri, dotati di un moto particolare? Masse di
energia? Droni degli Alieni? Tengo
solo a ricordare l’esperienza di molti, a cominciare da quella di
qualche anno fa di Delphie, nostra
seguace: queste sfere a volte danno l’idea di essere dotate di una
loro intelligenza e di “scegliere” la
persona con cui interagire. Non vado oltre: pubblico la
testimonianza del nostro Giorgio e le
immagini che mi ha mandato. Purtroppo senza strumenti adeguati, non
poteva fare molto di più.
Metto allora un paio di immagini ingrandite delle sfere bianche che
ha avvistato. A voi il compito di
giudicare (p.s.: se guardate bene la morfologia, sembra avere un
aspetto morifome. E allora non
posso non tornare alla famosa vicenda di quell’avvistamento di
Treviso di qualche anno fa – che
creò accese polemiche nel blog -: Mara, la tetimone, vide la sfera
separarsi in unità minori).
Cari amici, non è che
ci sia molto da dire a parte che, come al solito, certe cose
capitano sempre all’improvviso, quando si
pensa ad altro e non certo agli Ufo! Nel tardo pomeriggio di
qualche giorno fa, dopo aver lavorato quasi
tre ore, decido di riposarmi prendendo un po’ di frescura davanti a
casa. A quell’ora è già in ombra . Io
abito in collina e di fronte ho il golfo di Mondello, a Palermo.
Per cui ho la fortuna di avere tanto spazio
libero: alla sera, in particolare, si traduce in cielo stellato e
poco inquinamento luminoso. E’ una cosa che
amo molto assieme a uno spicchio di natura lontano quanto basta dal
caos cittadino. Come vi dicevo, mi
sono seduto fuori casa e ho alzato gli occhi al cielo: era terso e
senza una nuvola. Subito ho notato questi
due “cosi” in alto, quasi allo zenit sulla mia testa. Sono rimasto
sorpreso ed interdetto, ma molto
emozionato perché ho subito avuto la sensazione che fossero cose
fuori dal “seminato” ! Ho chiamato
mia moglie, soprattutto per avere la conferma che ci fossero sul
serio e che non me li stessi immaginando
(anche se di norma non sono tipo da immaginarmi le cose). Ebbene,
pure lei li vede e mi dice: “Ma che
cosa sono ?” Nel frattempo ero andato a prendere il binocolo per
capire meglio di che cosa si trattasse:
magari erano due palloni o due droni, o cose di questo genere, e
col binocolo lo avrei capito subito.
Invece quando li punto vedo una sorta di alone luminoso e dentro
delle luci che si muovevano. Ma niente
che si riconoscesse come noto. I due “oggetti”, anche se a questo
punto non so proprio se fossero cose
solide (ma vi assicuro che lo sembravano), erano distanti un “tot”
l’uno dall’altro. E tale posizione è
rimasta tra di loro per tutto il tempo dell’avvistamento – quasi
mezz’ora -: non è cambiato nemmeno il
rapporto prospettico. Erano, se non identici, dello stesso tipo;
erano silenziosi e non sembrava che si
muovessero grazie al vento che veniva debole ma sostenuto da Nord
Ovest.
40
Archivio 2019 Giorgio e le "sue" sfere bianche di Mondello: due Ufo
alla ricerca di un'identità
Anzi, davano
l’impressione di andare controvento. Ma non credo che si muovessero
lateralmente: semmai procedevano
in verticale perché dopo un po’ mi sono accorto che lentamente
salivano, sempre all’unisono . Faccio in
tempo a prendere la macchina fotografica, una Canon reflex molto
economica, monto l’unico obiettivo di
una certa potenza che ho e riesco a scattare una decina di
fotografie. Ho smesso quando ho capito che
salivano e si allontanavano. Dopo circa 30 minuti le sfere erano
molto alte e le riuscivo a vedere solo col
binocolo, sempre uguali tra di loro e ferme. Poi ad occhio nudo si
sono perse nel blu del cielo. Io credo
che fossero ferme, del tutto. Se c’è stato uno spostamento, è stato
quello nostro, del pianeta che si muove.
E’ una cosa che verifico ogni sera con le costellazioni che danno
l’impressione di viaggiare nel cielo ma
in realtà è il nostro pianeta che lo fa: ecco, secondo me si sono
comportate alla stessa maniera delle stelle
”fisse” , a parte l’aumento di quota . Le foto ovviamente le ho
scaricate subito per vedere cosa ne fosse
uscito. In effetti anche se l’obiettivo mi aveva aiutato molto
relativamente ingrandendole, emergeva
quanto ho detto all’inizio e cioè che presentavano un alone
luminoso ed irregolare dentro cui c’erano
queste tre o quattro luci, bianche come il resto, in movimento; le
foto hanno una dimensione di 10
megapixel, che non è molto, ma questo avevo e questo ho usato. Anzi
mi hanno “concesso” di farsi
riprendere! Sono quasi certo che non fossero oggetti comuni e dico
“quasi” perché è giusto lasciare aperta
la possibilità che abbia preso un granchio. In questo genere di
situazioni credo sia più saggio non usare
toni trionfalistici. Certo, la mia idea, sin dall’inizio, è che
fossero due cose di un altro mondo e anche per
questo motivo ho coinvolto Flavio e il blog. Mi spiace non poter
fornie immagini migliori. Lo farei
volentieri e al limite voi amici mi potreste solo dire: “Datti una
calmata, erano due calamari !”
Luna, Nasa, umani e misteriose presenze: la voglia di un
controcanto
41
Archivio 2019 Luna, Nasa, umani e misteriose presenze: la voglia di
un controcanto
Sono i giorni in cui in tutto il mondo si celebra il mezzo secolo
dal
primo sbarco sulla Luna. Faccio una premessa: da un lato sono
convinto che sul satellite naturale siamo
effettivamente arrivati, ma non vi nascondo che non chiudo gli
occhi e non mi tappo le orecchie davanti
alle teorie di chi sostiene che questa straordinaria avventura del
genere umano è stata comunque
macchiata da cose che non tornano. Lascio da parte le tesi
palesemente marchiane e assurde – figlie di un
complottismo degno di miglior causa -, ma sottolineo che tanti
hanno messo più di una pulce
nell’orecchio. E solo perché tutto ciò va contro l’establishment e
il “codificato”, ecco che non può
circolare e finisce stroncato (pur essendoci fior di libri e altri
documenti che meriterebbero, se non altro,
una discussione). Tra l’altro sulla questione Luna ci sono/ci
sarebbero pure risvolti adatti al nostro blog:
parlo delle “presenze” (aliene?) che alcuni astronauti hanno
avvertito (Peter Conrad in primis) o anche la
stranezza dell’abbandono in fretta e furia di un programma che è
stato il fiore all’occhiello degli Usa e
del suo ente aerospaziale. Il nostro Mario Farneti si è preso la
briga, sulla sua pagina Facebook, di
sottolineare questi aspetti e il suo controcanto mi piace proprio,
anche perché sintetizza un bel pezzo del
mio pensiero. Con il suo permesso lo ripropongo qui, at