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La psicologia nell’Emergenza si rivolge alle persone colpite

da catastrofi, lutti, traumi e ai loro Soccorritori

Crea modelli efficaci di intervento:

Prima….. Progettandoli

Durante…..gestendoli

Dopo…..agendo sugli effetti dell’evento

Il fine è:

•Evitare la cronicizzazione

dello stato d’ansia

•Evitare comportamenti

“reattivi disfunzionali”

nell’individuo

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LA “PSICOLOGIA NELL’EMERGENZA”

….. si occupa di:

•Sviluppare le capacità di “informare” e “creare alleanze” per proposte d’aiuto in tuttele situazioni di Emergenza;

•Sviluppare le capacità individuali di giungere a “gestire Autonomamente” lo stato di“stress” da parte del Soccorritore sia prima che durante che dopo l’evento;

•Apprendere tecniche specifiche necessarie a “sostenere” le vittime (saper ascoltare,saper esternare emozioni, saper accogliere dolore, saper comunicare, sapersi muoverein certi difficili contesti…….. )

•Apprendere tecniche che aiutino a ridurre lo stato di “stress” legato al vissutotraumatico (dalle tecniche di rilassamento autogeno , alle immagini mentali, al SIT,all’ipnositerapia, alle tecniche di defusing e di debriefing, ecc.)

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LA “PSICOLOGIA NELL’EMERGENZA”

……e si rivolge a:

•Persone colpite da catastrofi, lutti, traumi ma anche….

•……ai Soccorritori che intervengono per primi e che, insieme ai sopravvissuti,sperimentano sensi di impotenza, angoscia, ansia e disperazione Ecco perché si parla di“Traumatizzazione Vicaria” ovvero il rischio del Soccorritore di essere seriamentecoinvolto nelle esperienze traumatiche di chi soccorre.

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“La vittima”•Il trauma•Fasi di risposta psicologica•Meccanismi di difesa

“Il Soccorritore”•Fonti di stress•Reazioni allo stress•Fattori di rischio•Stili di personalità

“ Interventi”•Tutela del Soccorritore•Modelli di intervento•I dati

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inquadramento generale

Ogni tipo di calamità travolge l’ambito dell’esperienza umana normale: dal punto di vistaPsicologico si tratta di “eventi traumatici che inducono condizioni di Stress a chiunque sitrovi nella situazione “ (vittime, familiari, soccorritori,ecc.)

L’essere travolti da tali eventi mette a durissima prova le capacità di Adattamentodell’essere umano e la stessa salute psicologica.

Ecco perché le reazioni di stress significative sono estremamente soggettive e varianonotevolmente da persona a persona per tipo ed intensità ; infatti, la storia personale diciascuno, le sue risorse, le sue debolezze sul piano psicologico e relazionale influiscononotevolmente sulle reazioni alla calamità.

Risulta estremamente difficile elencare tutti i fenomeni psicologici caratterizzanti lesituazioni di emergenza sia per la grande varietà delle manifestazioni, sia perché possonocomparìre isolatamente o associati ad altri sintomi a seconda dei soggetti.

Tyhurst (1950) individuò nella “Sindrome da Disastro” una condizione clinica in cui siosservano nel soggetto i seguenti iniziali sintomi:assenza di emozioni, ricordi intrusivi,sensi di colpa, disturbi ossessivi, fobie, condotte aggressive, comportamenti automatici.

La ricerca sul campo della Psicologia dell’Emergenza e gli studi effettuati concordano sullasignificativa ricorrenza di una serie di costanti nelle reazioni psicologiche.

“La Vittima”

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“Il trauma”

IL TRAUMA, GETTA LE PERSONE COSI’ FUORI DALLA LORO GAMMA DI

EQUILIBRIO CHE PUO’ RISULTARE PER LORO ASSAI DIFFICILE RISTABILIRE UN

SENSO NUOVO DI EQUILIBRIO NELLA VITA. E QUANDO CI RIESCONO SARA’

SEMPRE DIVERSO DA QUELLO PRECEDENTE, CON NUOVI CONFINI E NUOVE

DEFINIZIONI.

Quanto maggiori sono la minaccia di morte percepita e l’esposizione sensoriale(intesa come visione di più immagini stressanti – vedi bimbi molto piccolicoinvolti, ecc. o lesioni fisiche come menomazioni, ecc.) tanto maggiore è laprobabilità che si manifesti il Disturbo Post-Traumatico da Stress.

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NON E’ NELLA NATURA DI UN EVENTO L’ESSERE UN TRAUMA,

MA SITUAZIONI POSSONO ESSER CONSIDERATE TALI SE PROVOCANO

DETERMINATE REAZIONI (QUALI?)

NELLE PERSONE CHE NE SONO COINVOLTE

Carlson e Dalenberg propongono tre definizioni di un evento traumatico:

•Mancanza di controllo su ciò che sta avvenendo•Percezione che l’evento sia un’esperienza fortemente negativa•Carattere improvviso dell’esperienza stessa

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Le fasi della risposta psicologica delle vittime

E’ questo un importante aspetto della Psicologia dell’Emergenza: presento brevemente icontributi maggiori

Farberow (1981) quattro fasi della risposta emozionale delle vittime:•FASE EROICA•FASE LUNA DI MIELE•FASE DI DISILLUSIONE•FASE DI RICOSTRUZIONE

Wilkinson e Vera (1989) andamento bifasico nelle risposte emozionali:•FASE DI DINIEGO (torpore, sensazioni di irrealtà, iperattività, insonnia,amnesie)•FASE DI INTRUSIONE (allucinazioni, ipervigilanza, incubi notturni,pensieri intrusivi)

Tyhurst individua tre fasi:•FASE DI IMPATTO (shock, paura, palpitazioni, ansia nel 75% dei soggetti – lucidità eautocontrollo 10-20% dei casi – risposte gravemente inadeguate con grida isteriche, staticonfusionali, comportamenti aggressivi nel restante 10-20%)•FASE DELLE PRIME REAZIONI (recupero lucidità, partecipazione emotiva, regressioneverso comportamenti emotivi,elaborazione maturativa dell’esperienza)•FASE DI RISPOSTA (riorganizzazione e ricostruzione di un equilibrio interno, familiaree sociale)

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da: “L’assistenza psicologica nelle emergenze” di: Young e altri

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da: “L’assistenza psicologica nelle emergenze”

di: Young e altri

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Meccanismi di difesa delle vittime nell’emergenza

•Paralisi emotiva (Baelz 1894)

•Apatia – insensibilità (Frankl 1946)

•Indifferenza emotiva (Cohen 1953)

•Stato di intoccabilità (Bettelheim 1960)

•Utopia ed euforia post-traumatica (Wolfentein e Stierlin 1957)

da:”Psicotraumatologia e Psicologia dell’Emergenza”

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“Il soccorritore”Fonti di stress

E’ soggetto a tre principali fonti di stress(Young 2002, Cusano, Napoli 2003)

1. “Fattori Oggettivi”: stimoli traumatici, visioni traumatiche, fallimento della missione,errori umani, gravi danni per neonati e bimbi, eventi che causano la morte di colleghi,necessità di compiere scelte difficili, ecc.;

2. “fattori “Soggettivi”: tendenza ad identificarsi con la vittima, bisogno del Soccorritore atenersi a distanza dalle vittime, mancanza di idonee strategie di fronteggiamento allostress e/o inadeguate capacità di valutare la propria tolleranza allo stress;

3. “Richieste e/o pressioni dell’organizzazione”: sovraccarico di responsabilità, abilitàrichieste, conflitti interni all’organizzazione, carenze nei processi di selezione e formazioneai Soccorritori, mancanza di programmi per il supporto psicologico dei Soccorritori.

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INOLTRE

…vi sono fattori “Esterni” ed “Interni” al Soccorritore che predispongono al fattorerischio

• tra gli Esterni ricordiamo l’intensità dell’esposizione a circostanze pericolose, al numerodi immagini, suoni o comunque percezioni vissute minacciose, vicinanza al pericolo, perditeoggettive subite, qualità delle risorse sociali a disposizioni (reti di sostegno sociale,protezione e soccorsi materiali, aiuto psicologico professionale)

• tra i fattori interni (o personali del Soccorritore): valutazione della situazione di stress(pericolosità, imprevedibilità, incontrollabilità), disturbi a livello di stress precedenti, tipodi personalità (es:ottimismo, preparazione professionale, stabilità emotiva)

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INFINE

Ulteriori fonti di stress possono essere le seguenti:

•Urgenza

•esposizione a pericoli imprevedibili

•incontro con morte specie se di massa, violenta o di bimbi

•incontro con sofferenza delle persone

•percezione di cattiva assistenza alle vittime

•turni lunghi di lavoro e disorganizzato

•errori umani

•inefficacia dei mezzi

•ambiguità del proprio ruolo

•scarsità di fondi e risorse

•condizioni atmosferiche

•eccessiva identificazione con le vittime

•stili di personalità che generano stress

da: Lo Iacono ”Gestione dello stress nella prospettiva cognitivo-comportamentale”

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“Reazioni allo stress”

Soccorritori soggetti ad un maggior grado di rischio

1. Personale medico e paramedico

2. Personale delle ambulanze

3. Operatori di ricerca e salvataggio superstiti

4. Medico legale e suo staff

5. Forze dell’ordine

6. Volontari che operano sul luogo dell’evento

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I problemi derivanti dallo stress del Soccorritore

sono legati a modificazioni:

fisiologiche, emotive, cognitive e comportamentali

L’intervento di soccorso si articola in quattro fasi (Hartsough

1985) alle quali si correlano svariate risposte psichiche soggettive

(o fasi di “Reazione allo stress” ) che vanno considerate

risposte normali a situazioni anomale

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1. Fase di allarme

• a livello emotivo ansia, stordimento, paura, shock

• cognitivo disorientamento

• Fisico tachicardia, aumento pressorio

• Comportamentale aumento livello di attivazione, difficoltà comunicative

2. Fase della mobilitazione

• l’agire aiuta a dissolvere la tensione e lo stato di allarme creato e concorre al recupero

dell’autocontrollo anche il trascorrere del tempo che comporta una normale attenuazione

dell’impatto emotivo;

3. Fase dell’azione

• a livello emotivo euforia, rabbia, sconforto oltre l’ansia (sempre presente)

• Cognitivo difficoltà mnemonica, perdita dell’obiettività

• Fisico nausea, sudore, tremore e tachicardia

• comportamentale aumento abuso di fumo, alcool e farmaci

4. Fase del “lasciarsi andare”

Due i contenuti di questa fase:

• il carico emotivo fino ad ora represso, riemerge ora chiaramente

• il complesso di vissuti (separazione compagni e ritorno alla routine) riemerge

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Disturbi d’adattamentosintomi sono molto insidiosi perchécamuffati e non sempre ben compresi.(dissociazioni, flashback, ansia,depressione, uso di sostanze, sintomipsicotici)

PTSD

(Disturbo Post-Traumatico da Stress)

compresenza per almeno un mese di sintomi intrusivi e di evitamento.

Patologie non specifiche

si possono presentare dopo un evento traumatico, disturbi dell’umore, sessuali, dell’alimentazione, somatoformi, correlati a sostanze, disturbi di personalità.

CISS(Critical Incident stress syndrome)Mitchell ed Everly 1996(reazioni emotive) Sensi di colpa, rabbia(reazioni fisiche) tachicardia, disturbi del sonno(reazioni cognitive) disorientamento, incapacità a concentrarsi e di giudizio con amnesie(reazioni comportamentali) iperattività

ASD(Disturbo Acuto da Stress)Bryant-Harvey 2000sintomi di stress dissociativi. Ansia, aumentodell’attivazione fisiologica entro un mesedall’evento. Per il DSM IV deve durare minimodue giorni e massimo quattro settimane e simanifesta entro 4 settimane dall’evento

“Fattori di rischio”

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CRITERI DIAGNOSTICI PER IL PTSD SECONDO IL DSM-IV

La persona è stata sottoposta a un evento traumatico nel quale erano presenti entrambe le seguenticaratteristiche• ha vissuto o assistito con uno o più eventi che hanno implicato morte o minaccia di morte o o minaccia all’integrità fisicapropria o di altri;• ha risposto con paura intensa o senso di impotenza o di orrore.

L’evento traumatico viene rivissuto in uno o più dei seguenti modi• ricordi spiacevoli ricorrenti od intrusivi dell’evento (pensieri, immagini,percezioni) sogni spiacevoli ricorrenti dell’evento• agire o sentire come se l’evento si stesse ripresentando (illusioni, allucinazioni, flashback)• disagio psicologico intenso all’esposizioni a fattori esterni che assomigliano all’evento traumatico

Evitamento degli stimoli associati al trauma con attenuazione della reattività generale dimostratadalla presenza dei tre (o più) degli elementi seguenti• Sforzi per evitare pensieri associati al trauma• Sforzi per evitare luoghi, persone che evocano ricordi del trauma• Incapacità di ricordare aspetti importanti del trauma• Riduzione marcata degli interessi• Sentimenti di distacco verso gli altri• Riduzione gamma affetti (incapacità di provare sentimenti di amore)• Senso di mancanza di prospettive

Sintomi persistenti di forte attivazione con la presenza di due dei seguenti aspetti• Difficoltà di addormentamento• Irritabilità• Difficoltà di concentrazione• Ipervigilanza

• Reazione di trasalimento esagerata

La durata del disturbo supera 1 mese

Il disturbo causa un disagio clinicamente significativo omenomazione nel funzionamento sociale o di altre aree importanti nella vita della persona

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“Stili di personalità”(che aumentano la vulnerabilità’ allo stress)

Il perfezionismoBisogno di riuscire, sensazione di non aver mai fatto abbastanza, tendenza a criticarsi;

Il bisogno di controlloPreoccupazione eccessiva dell’immagine data agli altri,convinzione che una mancanza dicontrollo sia sintomo di debolezza;

Il bisogno di piacere agli altriDipendenza della propria autostima dalle opinioni degli altri, esitamento di certi compiticompetitivi per paura di deludere;

Le preoccupazioni di incompetenzaSensazione di non saper mai valutare bene le situazioni e di mancare di buon senso, sensazione di non poter mai dire d’aver fato bene il proprio lavoro.

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“Interventi”Tutela del Soccorritore

Il Soccorritore presenta, senza alcun dubbio, una soglia di tolleranza allo stress più altadi quella media che in genere, ovviamente, lo protegge dal trauma;Va tuttavia tutelato dallo stress indotto da ogni attività di Soccorso che causa una forteripercussione sia somatica che emotiva…

Ecco che

•un adeguato Training personale•una discreta consapevolezza delle proprie motivazioni•una chiara definizione di ruoli•le precedenti esperienze di intervento in catastrofi•e una tranquilla vita affettiva (coniugato piuttosto che single)

sembrano essere, ad oggi, i principali fattoridi prevenzione dei disturbi emozionali del Soccorritore

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“Modelli di intervento”

Strategie a “piccoli e grandi” gruppi(prima dell’evento)•“Informazione e Formazione”: gestione dellostress, rischi, la Comunicazione verbale e non,rudimenti pratici sull’Autostima e l’Assertività,ecc.•Apprendimento di semplici tecniche dirilassamento.

Strategie Generali•Selezionare il personale•Programmare ritmi di lavoro adeguati•Ridurre al minimo le tensioni comunicative entrol’organizzazione stessa.

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Strategie a “piccoli gruppi”(dopo l’evento)•Defusing o “Pronto Soccorso Emotivo”•Debriefing•Brevi interventi psicoterapeutici•EMDR•Ipnositerapia•Strategie cognitivo-comportamentali

Strategie individuali•Psicoterapia interpersonale•Terapia cognitivo-comportamentale•Terapia focalizzata sulle emozioni•Immaginazione Guidata•S.I.T.•Rewind•Psicoterapie dinamiche

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Studi di Horowitz che di Meichenbaum concordano sul fatto chegli scopi del trattamento delle sindromi da stress siano quelle di

•ristabilire un senso di sicurezza

•migliorare le abilità decisionali

•stabilire un’idea realistica di sé

•migliorare le competenze familiari sociali e personali

•e migliorare la resilienza a stressors futuri

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“I dati”

Svariate ricerche e studi riportati recentemente in letteratura, indicano chiaramente chevari tipi di “disturbi psichici” sono ampliamente diffusi nel Personale di Soccorso.

Ravenscroft (1994):ha verificato che il personale di ambulanze di Londra manifesta PTSD del 15% in piùrispetto alla popolazione generale; e che i vigili del fuoco il 16.2% in più.Inoltre ha evidenziato disagi mentali nel 52% nel personale di soccorso, presenza del25% di disturbi nel sonno,e il 51% di difficoltà a “staccare dai pensieri” .

Colen (1978):ha presentato una diversa indicazione del disagio con l’aumento di richiesta dipsicoterapia.

Driefing (1993):riporta che il 29% dei Soccorritori soffre di ipertensione arteriosa e di cefalea.

Genest (1990):gli operatori di Emergenza riportavano continuamente di avere pensieri intrusiviriguardo l’accaduto e affermavano di avere difficoltà nell’accantonare tali pensieri

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da: “L’assistenza psicologica nelle emergenze”

di: Young e altri

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DECALOGO DELL’ASSISTENZA IN EMERGENZA

1. provvedere ai bisogni fondamentali per la sopravvivenza

2. aiutare a ottenere sonno tranquillo

3. proteggere lo spazio personale da intromissioni esterne

4. fornire contatto sociale senza invadere

5. affrontare problemi di salute fisica

6. ricongiungere familiari superstiti

7. facilitare ritorno ai normali ruoli familiari, comunitari e scolastici

8. fornire supporto nell’elaborazione di lutti

9. aiutare a contenere le tensioni e le ansie

10. aiutare le vittime nella quotidianità

da:”L’assistenza psicologica nelle emergenze”