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Lorenzo Lome Menguzzato
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LOME
LOME
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LOME Lorenzo MenguzzatoDi Verde Natura
Università degli Studi di Trento, Molino Vittoria28 ottobre - 10 dicembre 2004
ProgettoMassimo Egidi, Lorenzo Menguzzato, Marco Tomasi
CoordinamentoFrancesca Menna
OrganizzazioneUfficio Comunicazione del Rettorato, Università degli Studi di TrentoUfficio di Gabinetto del Rettorato, Università degli Studi di Trento
FotografieAGF BernardinattiPaolo GardimanEnzo ObisoPaolo Utimpergher
AllestimentoDirezione Patrimonio immobiliare e appalti, Università degli Studi di Trento
Ufficio StampaAlessandra Saletti
Impaginazione e stampaEffe e Erre litografia, Trento
Grafica inviti, locandine e sito internetDivisione Comunicazione e orientamento, Università degli Studi di Trento
Sito internetwww.unitn.it/events/lome
Si ringraziala Biblioteca Civica eArchivi Storici di Roveretoe la Galleria d’Arte ModernaLa Cornice di Trentoper la collaborazione prestata. Inoltre tutti i collezionisti privatie le gallerie che hanno concesso in prestito delle opere per la mostra.Un grazie particolare ai collezionisti Paolo Bertotti, Adriana Mazzonelli,Alessandro Dalla Torre,Riccardo Pegoretti eAnna Corradiniper la cortese disponibilità.
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Mi fa molto piacere inaugurare una nuova mostra, iniziativa che si colloca in un progetto più ampio di realizzazione di mostre d’arte all’interno delle strutture dell’Università di Trento e che rappresenta un segnale importante del ruolo cul-turale rivestito dall’ateneo. In particolare, mi fa piacere inaugurare la mostra di un giovane eclettico artista trentino come Lorenzo Menguzzato, Lome. La mo-stra e il presente catalogo raccontano il suo percorso artistico, un percorso che, attraverso periodi ben precisi e identificabili, lo ha condotto infine a una origi-nale sintesi: caratteristiche diverse e spunti diversi hanno prodotto opere che, pur nella loro diversità, guardano lo stesso orizzonte e suggeriscono la medesima armonia. Lome trasferisce infatti nella sua arte l’energia e la vivacità del colore, la forza, la resistenza e la duttilità del ferro, la precisione quasi irreale della sua proiezione, la delicatezza e la trasparenza del vetro e ne fa un gioco astratto di colori, di luci e di ombre.La mostra di Lome assume per me una pluralità di significati: collocandosi a po-chi giorni dalla scadenza del mio mandato come Rettore, essa non rappresenta soltanto il raggiungimento di un obiettivo, bensì anche un segnale di continui-tà. Mi sembra che le opere di Lome esprimano bene il mio stato d’animo in un momento di passaggio di consegne: ottimismo e armonia sono le due sensazioni che, al primo impatto, le opere di Lome trasmettono. La pittura ad olio su car-ta, su tela e su tavola e la lavorazione del ferro, del vetro e della ceramica sono modi diversi, ma sempre decisi, positivi e carichi di energia, di comunicare e interpretare la realtà.Voglio sottolineare inoltre un importante significato di questa mostra, l’incon-tro con la città, uno degli obiettivi che in questi anni ho perseguito con tenacia e che rimane per l’istituzione un elemento qualificante. L’ateneo trentino inten-de non soltanto essere promotore di cultura trasferendo la scienza dall’interno all’esterno dei propri muri, ma anche aprire le proprie strutture ai contributi di chi opera al di fuori e accogliere le sollecitazioni in questo senso da parte della comunità; al contempo, soprattutto con iniziative di questo genere, l’Università si propone come tramite fra l’arte e il territorio. Da produttrice a promotrice e mediatrice di cultura a luogo di incontro per tutti: questa è l’università che
Massimo EgidiRettore dell’Università degli Studi di Trento
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immaginavo e che oggi vedo, con l’obiettivo chiaro di favorire le opportunità di crescita e di conoscenza reciproca per l’intera comunità. Un servizio dunque dell’ateneo per l’ateneo stesso e per chi opera al suo interno ma anche per la sua città, con la quale ha cercato in questi anni sempre maggiore integrazione e occasioni di collaborazione.Più voci, più mani, più teste danno sempre i risultati migliori. E, se dimenti-chiamo le tonalità cupe delle immagini tragiche che ogni giorno dal mondo, attraverso i più moderni mezzi di comunicazione, si trasferiscono in tempo reale davanti ai nostri occhi, anche più colori possono forse per un attimo mi-gliorare le nostre esistenze. Ed è con la stessa carica che le immagini e i volti, e soprattutto i cromatismi, delle opere di Lome emanano che voglio augurare a questo ateneo di continuare il proprio percorso con la stessa voglia di crescere, con la stessa ricerca di obiettivi e risultati di qualità dimostrate da coloro che, dall’interno e dall’esterno, hanno contribuito in questi anni e contribuiscono ogni giorno alla crescita dell’Università di Trento.
TESTI CRITICI E LIRICI
Luigi Serravalli pag. 11
Fabio Cavallucci pag. 13
Nicola De Maria pag. 72
Alda Merini pag. 89
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Luigi Serravalli
Icone di Lorenzo Menguzzato, LOMELa grande stagione astratta, dopo Kandinskij, dimostra in certi casi tendenze afasiche ed anoressiche. Quindi, entro certi limiti, il ritorno alla neo figurazione di Lorenzo Menguzzato ci propone prospettive, possibilità di indagini, scoperte, ricognizioni, cioè work in progress, che allargano il panorama dell’attività estetica e non debbono rappresentare, tout court, un ritorno, una debolezza o, semplicemente, il ripercorrere territori già noti. Spesso, infatti, l’astratto, particolarmente in provincia, si riduce all’invenzione di sagome lontanamente antropomorfiche che non hanno, logicamente, più nulla di umano ma appaiono semplicemente come ripetizioni di sterili attaccapanni. Così come può ritenersi esaurito il campo delle estreme semplificazioni o quello delle innumerevoli proposte tardo tachiste, spazialiste, segniche, informali, ecc. Diciamo dunque icone perché questo tipo di figure, nella storia della pittura orientale, si riduce (quasi sempre) al ritratto: affidarsi unicamente alle suggestioni, sempre varie, del nostro viso, del dato antropologico, concentrando in esse ogni vagabondaggio linguistico e significante. Lo schema, quindi, molto semplice nell’originalità del disegno (dove i modi tradizionali, comunque, appaiono stravolti) ci propone immagini crude, efficaci, ottenute attraverso l’originale libertà del segno e l’uso appropriato e sensibile del colore. Una lunga serie di ritratti che, in realtà, non riportano alcuna effige conosciuta. Simulacri pittorici, rivolti a rivelare la forza del mezzo oltre che la fisionomia psichica di un qualche personaggio che, tuttavia, resta anonimo, sconosciuto. Non è certo la psicologia (in senso veristico e realistico) ad interessare il Nostro che si applica sugli accadimenti di un volto umano come se, invece, si trattasse di un paesaggio sconosciuto, avventurosi happenings o, semplicemente, vitale manifestazione di un esserci bergsoniano, qui, in questo momento, su questo pianeta, verso avventure, queste sì, rimaste sconosciute, del tutto astratte e anche inconoscibili ed irrilevanti. Si può pensare infatti che proprio la figura, caricata implicitamente di tutti i suoi nonsense, possa apparire, nella sua lucida chiarezza, più astratta di un discorso astratto ma, nello stesso tempo, polisignificante, ammiccante, e, infine, per chi riesce a decrittarla, perfino più chiara, evidente, lucida del ragionamento matematico
Dedica di Giulio Turcato per copertina di tesi
Interno di studio nel 1987
Performance in onore di Mauro Rostagno,Facoltà di Sociologia, Università di Trento
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che, nel suo complesso, finisce sempre con l’incontrare l’insormontabile barriera di paradossi infiniti. Questi ritratti di nessuno, come moderne sfingi, non nascondono, infatti, la segnaletica ricavabile dai dati somatici, segnaletica però che, alla fine, ci propone solo il rebus di una antropologia che ha, nei suoi limiti stessi, l’angoscia di un esistenzialismo cosciente e sofferente, dopo Kierkegaard e Bergson. Potrei infatti citare altri artisti contemporanei che, dal loro bisogno di perspicuità e di chiarezza, arrivano, attraverso una necessaria trafila, a questi risultati, nella nuova realtà più astratti di quelli dei vecchi astrattisti, del resto abbastanza identificabili nei territori percorsi, dopo l’antico kantismo, da Fichte e dai suoi seguaci. Sappiamo, infatti, che la Sfinge, in origine, è solo il ritratto gigantesco di un Faraone che, col tempo, è diventata l’immagine stessa dell’inconoscibilità, del mistero, dell’inaccessibile. Le piccole sfingi di questo pittore trentino costituiscono quindi una ideale galleria con i comprimari che rappresentano la nostra commedia umana. Le diversità fisiomatiche, infatti, stanno a dimostrare la molteplicità variegata della nostra presenza sul pianeta: i diversi destini, l’irrazionalità della storia, lo scontro fra materiale e sublime, l’evoluzione millenaria della nostra specie. Insomma il senso profondo del tempo e dello spazio. Il volto è come uno schermo sul quale viene proiettata quella che Balzac chiama “la Commedia umana”. Lo scorrere dell’essere nel tempo e nello spazio. L’essere e il divenire, lo scontro fra tragedia e commedia. Da anni il Nostro gira una specie di film con fotogrammi di diversa grandezza, immagini umane maschili e femminili (le età dell’uomo), tenendo presente maestri come Picasso e Mirò, che egli rivisita, adattandoli ai suoi istinti, ai suoi incubi ed alle sue scoperte. Un lavoro nel quale riscontro una lodevole umiltà, di fronte a tanti artisti dilettanti, ma desiderosi di facili glorie, che progettano, ogni volta, il nuovo assoluto come se invece la storia della pittura non fosse quella di corsi e ricorsi, eterni ritorni, consapevolezza che il raggiungimento non è effimero successo consumistico ma coscienza interiore di una conclusione, il cui valore sarà sempre legato ai suoi limiti. Maschere, bozzetti, caricature, ritratti, finte fotografie, disegni, schizzi, studi, prove, modelli, deformazioni, simulacri, dipinti, un autentico Circolo Pickwick, come diceva Charles Dickens, dei tipi più disparati che ci vogliono per fare una umanità. Tutti considerati con simpatia e sense of humour. In questa Galleria, LOME si confessa e ricerca, al fine, se stesso.
Con Luigi Serravalli al Bosco dei Poeti
Vetrata per cappella Giovanni Paolo II a Loreto
Installazione “Relitti” in Piazza Duomo
Presentazione libro/oggetto “A Sirena Spietata” con Gabriella Belli e Pietro Monti, Mart di Rovereto
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Fabio Cavallucci
Cosa ce ne facciamo oggi della pittura? Perché usare ancora questo strumento paleolitico quando le nuove tecnologie consentono in un attimo di copiare, modificare, costruire un’immagine? Perché affannarsi con quel pene-pennello che stende maldestramente i colori quando possiamo raggiungere effetti più accurati solo entrando nella dimensione virtuale del computer? E poi come può il silenzio della pittura combattere contro il frastuono delle tecnologie audio-visive, come può farsi notare nel chiasso roboante dei nuovi mezzi della nostra contemporaneità?Queste domande si è posto anche Lome, artista non ancor quarantenne che però ha già una lunga storia, artistica e personale. Una storia fatta di passioni e di eccessi, di amore e di curiosità, di conoscenze e di viaggi, anche in quel-l’America Latina da cui forse ha tratto il segno solare, i colori accesi, le forme stilizzate che caratterizzano ancora la sua pittura. Queste domande se le è poste, ed ha risposto come solo si può rispondere oggi, in un’epoca di transizione di cui nessuno può conoscere l’esito: seguendo il proprio istinto e la propria inclinazione, continuando pervicacemente a dipingere, a dispetto delle mode e delle fascinazioni, come una profonda esigenza interiore. Dipingere è per lui un’azione necessaria quanto apparentemente immotivata, come lo è il rifugiarsi talvolta nel suo bosco, il Bosco dei poeti che ha fondato a Dolcé, con decine e decine di poesie, di segni, di racconti e di dediche sparse tra i rami, di alcuni tra i maggiori poeti italiani e stranieri. Quando si chiude nel suo studio, la notte, il fragore del giorno ritorna in un tur-binio di colori, di segni spessi, di volti stilizzati. Perché dipingi così spesso delle facce, dei busti? – gli chiedo. Perché quando parliamo con qualcuno, quello che vediamo è la faccia – risponde. Il volto è un po’ la quintessenza di una persona. E allora comprendiamo come nella sua pittura l’impulso comunicativo, la con-tinua volontà di relazione, siano determinanti quanto nella sua vita, che lo vede muoversi tra una persona e l’altra, tra un contatto e l’altro, tessendo trame di relazioni non finalizzate ad un vantaggio immediato, ma dettate da un grande istinto di generosità, nella consapevolezza che le cose funzionano per noi solo se funzionano per tutti.
Bodeguita del Medio Avana, presentazionelibro/oggetto “Campai Sodo”
Con Lisa Ponti e Franco Toselli nel Bosco dei Poeti
Con Luigi Ontani per “Parole all’Arte”,Palazzo Lodron di Trento
Con Fabio Cavallucci, Gigi Zoppello e Giobatta Meneguzzo al Museo Casabianca di Malo (Vi)
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Quei volti affollano così i suoi viaggi notturni, diventano un popolo ora allegro e festoso, ora anche minaccioso. Diventano dieci, venti, cento piccole facce, cia-scuna nella sua piccola tela, o l’arena di Palma di Maiorca brulicante di figurine in quello che resta ancora uno dei suoi capolavori di qualche anno fa.È un’esigenza di poesia, di riflessione, quella che lo fa continuare a dipingere? In parte sì. La stessa esigenza che gli fa realizzare il Bosco dei poeti, dove autori come Sanguineti, Zanzotto, Alda Merini, o artisti come Nicola De Maria e Luigi On-tani, hanno sparso lungo un sentiero i loro messaggi poetici, come a creare dei momenti di sosta, di meditazione lungo l’affannoso percorso che porta alla cima. La stessa che gli fa elaborare dei libri-oggetto con immagini e poesie: prima con i raccontini del fraterno amico Luigi Serravalli, ora con le brevi liriche di Alda Merini. Ma quell’esigenza di quiete viene subito rinnegata dalla quantità, dal vortice della moltitudine, che ricrea un frastuono silenzioso. Il mondo è ormai questo, una ressa di voci svariate, un turbinio di pensieri che si intersecano, una folla di genti diverse. E Lome non è artista da monacali isolamenti. Per questo i suoi dipinti non sono da prendere a piccole dosi, ma da vedere in quantità. Le tele accostate l’una all’altra diventano una parete brulicante di colori e di volti, come migliaia di fotogrammi che raccolgono una sola giornata. Ma egli è anche consapevole che ormai la pittura non può essere l’unico stru-mento padrone del campo. La sua potenzialità di comunicazione va ampliata, moltiplicata, estesa. Ecco allora che già da anni ha cominciato ad adoperare altri mezzi: il vetro, dove i segni dipinti sulla sua trasparenza possono catturare un intero paesaggio; la scultura, che non è mai per Lome una materia piena, ma si espande nello spazio o gioca con la sua stessa ombra; le diapositive realizzate a mano, i vetrini dipinti in diretta e ingranditi dal proiettore su larghi spazi; i video e i cd musicali, persino, in cui Lome elabora immagini in movimento che scorrono al ritmo musicale. La pittura non è nostalgicamente l’unica tecnica possibile. Strumento tra gli strumenti, oggi essa non può fare a meno di segnalare questa sua insufficienza, di appoggiarsi persino ad altri mezzi per affermarsi. Così, a ben guardare, c’è un gioco folle e allo stesso tempo raffinato nei dipinti di Lome. L’artista realizza un’immagine, poi magari la proietta, poi ancora la fotografa, la riproduce in serigrafia, ne prende una parte, la riduce, la ingrandisce, la trasforma ancora col pennello. Un mondo in continua trasformazione, come quello di oggi, in cui il messaggio individuale si può espandere anche grazie alla tecnologia, ma con quella antica volontà di mantenere un rapporto diretto, umano, con le cose, che si può avere solo quando la mano impasta ancora i colori. Che poi è la differenza che c’è tra un bicchiere di buon vino e una pasticca di vitamine.
Con Nicola De Mariaal Museo Diocesano Tridentino
Arturo Schwarz e Gigi Zoppello al Bosco dei Poeti
Foto di gruppo amici e artistidella Galleria Civica di Trento sul Lagorai
Con Gianmarco Montesano e Maurizio Cattelana Malga Caldenave, Lagorai
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Preludio, 15,5x10, 1985
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Dinamiche innaturali, 60x110, 1985Vuoto tra i rami, 60x110, 1986
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Preludio musicale, 70x100, 1986
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Musica naturale, 35x50, 1987Improvvisazione, 35x50, 1987
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Allegro ma non troppo, 35x50, 1987Sostenuto andante, 35x50, 1987
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Relitti, 140x130, 1987
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Miniere di neve e di sangue, 140x190, 1988
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Cosmogonia, 80x120, 1988
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Sguardi a Sud/Sud Est - Senza titolo, 100x150, 1989Sguardi a Sud/Sud Est - Asiatico, 100x150, 1989
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Sguardi a Sud/Sud Est - Anatolia, 120x170,1989
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Oltre la soglia rosso, 120x180, 1990
27
Oltre la soglia blu, 120x170, 1990
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Oltremare, 50x70, 1991
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Rosso e cinabro, 50x70, 1991
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Una fatale origine blu, 100x200, 1993
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Re felino, 70x45, 1994
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Lunatica, 30x22, 1995Pensiero illuminato, 30x22, 1995
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Santero, 96x65, 1995
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Guerriera, 100x65, 1994
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Papessa, 100x70, 1996
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Arena di Palma “Salsa de Hombre”, 90x120, 1995/1999
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Muse d’Oltremare, 50x35, 1996
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Muse d’Oltremare, 50x35, 1998
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Muse d’Oltremare, 50x35, 1997
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Coto Privado de Caza e Melanconia Majorchina, 50x35, 1994
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Malamocco (Venezia), estate 1997
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Carisolo, Piazza 2 Maggio, 1998, vetrofusione e granito
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Carisolo, Piazza 2 Maggio, 1998, vetrofusione e granito
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Storo, Cappella S. Lorenzo, Crocifissione
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Storo, Cappella S. Lorenzo, timpano, “Segno di pace”
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Cappella ipogea, Aereoporto di Orio al Serio (Bg) - Crocifissione, 1999/2000
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Cappella ipogea, Aereoporto di Orio al Serio (Bg) - Pace di giorno e pace di notte, 1999/2000
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Cappella ipogea, Aereoporto di Orio al Serio (Bg) - Interno cappella, 1999/2000
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Cappella ipogea, Aereoporto di Orio al Serio (Bg) - Interno cappella, 1999/2000
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Loreto, Cappella Giovanni Paolo II, 2001
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Loreto, Cappella Giovanni Paolo II, 2001
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Cognola (Tn), Casa Serena, 2002 - Affresco
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Cognola (Tn), Casa Serena, 2002 - Scultura in bronzo flamizzato
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Bosentino (Tn), Scuola d’Infanzia, 2003 - Vetrofusioni
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Bosentino (Tn), Scuola d’Infanzia, 2003 - Vetrofusioni
5656
Incisioni acquerellate dal libro/oggetto “A Sirena Spietata”, testi di Luigi Serravalli
5757
Incisioni acquerellate dal libro/oggetto “A Sirena Spietata”, testi di Luigi Serravalli
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Sculture in ferro - altezza 50 cm.
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Scultura in ferro - altezza 50 cm.
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Viola del Pensiero, tecnica mista su vetro da diapositiva, 2003
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Tristezza, tecnica mista su vetro da diapositiva, 2003
62
Rete dietro il velo, tecnica mista su vetro da diapositiva, 2003
63
Freddo pensiero, tecnica mista su vetro da diapositiva, 2003
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Irato, tecnica mista su vetro da diapositiva, 2003
65
Giullare, olio su tela e tavola, 30x22, 2004
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Dinamiche innaturali, olio su tela e tavola, 35x50, 2004
67
Doppia vista, olio su tela e tavola, 35x50, 2004
68
Ad un passo dalla luna, olio su tela e tavola, 30x22, 2004
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Senza titolo, olio su tela e tavola, 30x22, 2004
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Di notte come neve al fuoco, olio su tela e tavola, 50x70, 2004
71
Sdoppiamento, olio su tela e tavola, 35x50, 2004
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Di Verde Natura, olio su tela e tavola, 30x21, 2004
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Di Verde Natura, olio su tela e tavola, 30x21, 2004
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Di Verde Natura, olio su tela e tavola, 30x21, 2004
78
Di Verde Natura, olio su tela e tavola, 30x21, 2004
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Di Verde Natura, olio su tela e tavola, 30x21, 2004
80
Di Verde Natura, olio su tela e tavola, 30x21, 2004
81
Sentinella del bosco, ferro, altezza 220 cm., 2003
82
Pensieri lunatici, ferro, altezza 220 cm., 2003
83
Re, ferro, altezza 160 cm., 2004
84
Uccello, ferro, altezza 70 cm., 2004
85
A un passo dalla luna, ferro, altezza 350 cm., 2004
86
Maschile, ferro, altezza 170 cm., 2004
87
Femminile, ferro, altezza 170 cm., 2004
88
Piccolo Principe, ferro, altezza 175 cm., 2004
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Se la piantanon avesse radici
non potrebbelevarsi al cielo
*
C’è chi va nei boschiper perdersi come quelliche affrontano l’amore
senza discernimento
*
Credo che tutto ciòche fa parte del legno
e delle piantefaccia segretamente
parte della nostraresurrezione
*
È difficile tornare illesi dal boscodopo che si è sentitoil canto degli uccelli
9090
Acquerelli per “Il Bosco lingua sconosciuta di Dio”, 2004
9191
Acquerelli per “Il Bosco lingua sconosciuta di Dio”, 2004
9292
Acquerelli per “Il Bosco lingua sconosciuta di Dio”, 2004
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LOME
Lorenzo Menguzzato. Nato a Trento il 27 agosto 1967.Ha frequentato nel 1983 a Venezia la Scuola Internazio-nale di Grafica con Riccardo Licata.Diplomato al corso di pittura aula Emilio Vedova all’Acca-demia di belle arti di Venezia del 1987/88. Borsa di studio nel 1989 del Comune di Trento per la frequentazione della stamperia/laboratorio di Giorgio Upiglio a Milano.Lavora a Trento e Dolcè (VR). Studio: Vicolo Santa Ma-ria Maddalena, 16 - 38100 Trento - tel. 0461/982124 - [email protected]
1985 70° Collettiva Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia
1985 “Apparizioni” Castello di Stenico (TN) a cura di Danilo Eccher
1987 “Kunstler” personale Traklhaus, Salisburgo (Austria) a cura di Luigi Serravalli
1988 Performances “Canto profano, miniere di neve e di sangue”, personale Aula Magna Accademia di Belle Arti di Venezia “Situazioni” Museo d’arte moderna e contemporanea, Palazzo delle Albere, Trento a cura di Gabriella Belli, Danilo Eccher, Luigi Serravalli, Rinaldo Sandri e Giorgio Mascherpa
“Senza limite/unbergrentz “Stigt Viktring, Klagenfurt (Austria) a cura di Luca Massimo Barbero Performances “Hermes, Tibet, meraviglioso Mauro”, Facoltà di Sociologia, Università di Trento
1989 “Estate artisti di galleria”, galleria il Cenacolo - Trento “La memoria di Otto / Otho”, personale, la Bottega dell’Antiquariato, Trento - a cura di William Belli “Sguardi a sud/sud est”, personale, sale comunali Ragoli - Madonna di Campiglio
1990 “Oltre la soglia”, personale, galleria Pancheri, Rovereto
1991 3° Biennale selezione triveneta, Cattedrale ex macello, Padova a cura di Giorgio Segato “A chi spara il cacciatore?” sala della Colonna, Cles; galleria Quadriarte, Trento a cura di Riccarda Turrina “Beauty is difficult”: homage to Ezra Pound “Museo d’arte moderna, Bolzano a cura di Vanni Scheiwiller, Piero Do-
razio e Rossana Bossaglia “I disastri della guerra”, Casa degli Artisti a Tenno; Auditorium comunale di Riva del Garda Videoperformances “Una fatale origine blu”, personale, Kunstrampe, Merano “Last Wawe” Teatro fabbrica Michelin, Trento; a cura di Luigi Serravalli
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“Arte prima 97”, contatto Europa, Laboratorio internazionale di Milano “Zirudele, strambotti, epigrammi e frottole” (ed. La Maddalena), libro/oggetto con Luigi Serravalli; Centro culturale
Rosmini, Trento; galleria le Due Spine, Rovereto; sala congressi Rainalter, Madonna di Campiglio; Museo d’arte mo-derna di Bolzano
“Relitti/Wrecks. Intervento per una Jugoslavia senza massacri e guerra”, personale, piazza Duomo a Trento
1992 “Campai sodo”, libro/oggetto con Luigi Serravalli, Museo d’arte moderna, Bolzano; Museo Casabianca, Malo (VI). Presentazione di Nanda Vigo e Giobatta Meneguzzo
“Opere”, personale, galleria d’arte Grigoletti, Pordenone
1993 “Il tempo dell’immagine, l’immagine del tempo” studio Zambanini a Trento “Diplo” fiera del libro d’arte, Museo d’arte moderna e contemporanea, Trento e Rovereto; Fortezza Da Basso, Firenze “Campai sodo”, libro/oggetto con Luigi Serravalli, la Bodeguita del Medio, Avana (Cuba) “Segnalazioni urbane” Galleria civica e quartiere Savonarola, Padova - su invito di Danilo Eccher “Uno per uno” Museo Casabianca, Malo (VI) a cura di Achille Bonito Oliva, Barbara Pascoli e Boris Brollo “Premio e città di Laives”, Laives, Bolzano “No Wars” castello di Rovereto; Museo della guerra a cura di Maurizio Scudiero
1994 “40 per 40” galleria Grigoletti, Pordenone
1995 “Assenza”; maratona per Sarajevo, Dro (Trento) “Stanze/Bunker” performances con “Destinazione Loa”, Circolo culturale Arcipelago “Le montagne dell’Alto Adige negli ex libris”, Castel Mareccio (BZ) “Correnti ed arcipelaghi”, Castel Ivano (TN) a cura di Luigi Serravalli
1996 Premio “La colomba”, Venezia 1° premio nazionale d’arte contemporanea A. Volpi, Pisa
1997 “Architettura di vetro”, personale presso la galleria d’Architettura a Trento a cura del Circolo Trentino per l’Architettu-ra Contemporanea
1998 1° premio per la realizzazione di una vetrata per la chiesa presso la Casa per anziani di Storo e Bondone (TN) “La soglia ed oltre” - arte ed ambiente - Castel Ivano - Ivano Fracena “Arte a palazzo”, Palazzo Barbi, Cembra (TN) 1° premio per la decorazione dell’atrio del nuovo ospedale di Ala
1999 Incarico ed esecuzione del monumento per la piazza “Due Maggio” di Carisolo (TN) “Segni Cortesi”, Museo Casabianca di Malo (VI) Incarico ed esecuzione vetrata a nord est della cappella della Casa di soggiorno per anziani di Storo/Bondone Studio ed esecuzione per le vetrate sacre della cappella ipogea dell’aeroporto di Orio al Serio (BG)
2000 Biennale d’arte Postumia - Museo d’arte moderna - Gazzolo degli Ippoliti (Mantova) “Astrattismo Trentino”, Galleria d’arte il Cenacolo, Trento “Inciso tra memoria e presente”, Palazzo Libera - Museo della grafica - Villalagarina (Rovereto) “Postumia”, Civico Museo Parisi Valle - Maccagno (Varese)
2001 “A Sirena Spietata”, libro oggetto con Luigi Serravalli - MART archivio 900, Rovereto “A Sirena Spietata”, libro oggetto con Luigi Serravalli - Museo laboratorio Casabianca, Malo (VI)
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Incarico ed esecuzione per le vetrate della cappella San Vigilio - “Centro Giovanni Paolo Secondo”, Loreto “A Sirena Spietata”, libro oggetto con Luigi Serravalli - Palazzo del Duca - Museo d’arte moderna, Senigallia
2002 Incarico ed esecuzione di due sculture in bronzo e quattro affreschi per “Casa Serena” - Cognola (TN) “Superotto” libro d’artista, con Luigi Serravalli, Galleria Civica di Arte Contemporanea - Trento “Yourself”, Sesto Senso - Bologna III Biennale d’arte Postumia, Museo d’Arte Moderna - Gazzolo degli Ippoliti (Mantova) e Museo Boldini (Varese) “Magiche Montagne”, Castel Thun (Trento), a cura di Patrizia Buonanno “Acqua Fonte di Vita”, 59° Mostra del Cinema di Venezia, Chiostro di S. Nicolò - Lido di Venezia “Presenze”, Arte contemporanea Senzafissadimora, Villalagarina (Rovereto) a cura di Rita Matano “Mutazioni”, Videoinstallazione sonora per il Festival Musica 900 e Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento,
Centro polifunzionale dell’Università degli Studi di Trento “Segni Cortesi per Meneghello”, Museo laboratorio Casabianca, Malo (VI)
2003 Incarico ed esecuzione delle Vetrate artistiche per la Scuola d’infanzia di Bosentino (Trento) “Zirudele e Superotto” tra Malo e Rovereto. Museo Casabianca, Malo (Vi) Still Stars, giornata mondiale della poesia. Polo Culturale, sala Multimedia - Rovereto “Libri oggetto a quattro mani”, Biblioteca Civica, Polo Culturale - Rovereto “Bosco dei Poeti”, Dolcè (Vr) “Silenzi nel Vento”, Castel Noarna, Nogaredo (Tn) Arte Trentina del ‘900 1975-2000 Palazzo Trentini - Trento Situazioni. Trentino Arte 2003 - MART, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea - Rovereto “September Four” Swinger Art Gallery - Verona “Il ciclo della vita tra forme e colori” Tridentum Arte Contemporanea - Trento “Dionisiaco/Dionisiaco” Work Art TV, Cantine Endrizzi San Michele a cura della Galleria Civica di Arte Contempo-
ranea di Trento
2004 “Quotapoesia”, Perle ai Porci, porcilaia di Arte Sella malga Costa - Borgo Valsugana “Wedding Project”, Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento “La Tenda Rossa”, Studio Pane, Villa di Gargnano - Brescia “YTA”, Sesto Senso - Bologna “Arti e scrittura”, Il bosco lingua sconosciuta di Dio, libri d’artista con Alda Merini, Biblioteca Civica e Museo d’Arte
Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto
Ha collaborato con scritti e disegni a: “Maulauf” - “Analfabeta” - “Tu sei importante”, libro di prevenzione per i bambini di scuola elementare, ed. Comune di Trento.Ha curato per la casa editrice Utopia la copertina per il volume di poesie “Responso” di Arnold de Vos.Ha eseguito le scenografie per la realizzazione del volume - edito da Electa “La forma del lavoro/vent’anni di premio Smau Industrial Design”.Ha curato per la Sede RAI di Trento le interviste ad artisti nel programma “Glassnost” tra i quali Toti Scialoja, Giulio Turcato, Fabrizio Plessi ed altri. Dal 1996 è titolare dell’Azienda Silvoambientale Vergnana a Dolcè (Vr) dove è curatore del progetto “Bosco dei Poeti”.Nel 2001 in qualità di autore ha curato per RAI radio 2 lo spazio per arti visive nel programma Kontiki.Ha curato nel 2003 per la galleria Civica d’arte contemporanea di Trento il ciclo di incontri “Parole all’arte”.Nel 2004 sono usciti tre libri oggetto per l’Edizioni Pulcino Elefante e ha realizzato quattro libri d’artista con Alda Merini.
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