CONGRESSO ATTACCAMENTO

E TRAUMALa resilienza del

corpo e della mente

12-13-14 MAGGIO2017

LONDRA

Lo sviluppo del nostro cervello, della nostra personalità e del nostro corpo sono determinati, come sappiamo, non soltanto da ciò che ci capita ma anche da come cervello e corpo reagiscono a questi eventi. La resilienza della nostra mente e, più in generale, del nostro sistema nervoso – che si estende in tutto il nostro corpo – dipende non soltanto da qualità innate ma anche, e soprattutto, dalle esperienze relazionali ed emotive vissute dal bambino durante il proprio sviluppo.

Per la prima volta a Londra, alcuni tra i più importanti esperti mondiali si incontrano nuovamente per confrontare la loro vastissima conoscenza, con l’obiettivo specifico di comprendere più a fondo in che modo le esperienze di vita - in particolare, traumi precoci e relazioni di attaccamento – interagiscono con i processi neurobiologici, determinando il modo in cui ogni essere umano è in grado di fronteggiare e superare eventuali traumi psicologici nel corso della propria esistenza, continuando ad accogliere le esperienze positive che la vita offre. All’interno dei diversi interventi, inoltre, particolare attenzione sarà dedi-cata all’analisi di tutti quegli ostacoli che impediscono alla mente e al corpo di superare le esperienze traumatiche, nonché alla presentazione di importanti ed efficaci interventi psicoterapici, volti ad aiutare chiunque sia rimasto “prigionie-ro” di traumi psicologici o esperienze avverse, ad aumentarne la resilienza psi-cologica, eliminando gli ostacoli al naturale percorso evolutivo e consentendo perciò un nuovo inizio.

Le precedenti edizioni del Congresso “Attaccamento e Trauma”, definito da molti “un evento storico nel panorama della Psicoterapia del Trauma”, hanno visto la partecipazione di migliaia di terapeuti provenienti da oltre quaranta Paesi nel mondo .

La quarta edizione del Congresso, dal titolo “Attaccamento e Trauma – La Resilienza del Corpo e della Mente”, si terrà nel cuore pulsante di Londra, pres-so il Queen Elizabeth II Conference Centre, a pochi passi dal Big Ben, West-minster Abbey e il London Eye.

CONGRESSO ATTACCAMENTO E TRAUMALa resilienza del corpo e della mente

PROGRAMMA

DANIEL SIEGEL Stati Unitiè attualmente Professore clinico di Psichiatria presso la UCLA School of Medicine, dove fa parte del corpo docente del Center for Culture, Brain, and Development ed è Co-direttore fondatore del Mindful Awareness Re-search Center. È inoltre il Direttore esecutivo del Mindsight Institute che, esaminando l’interfaccia tra relazioni umane e processi biologici di base, si dedica in particolar modo a come poter sviluppare la mindsight in indi-vidui, famiglie e comunità. È autore di numerose pubblicazioni tanto per un pubblico di specialisti

quanto per i profani. Le sue tre opere inserite dal New York Times tra le più vendute sono: Brainstorm: The Power and Purpose of the Teenage Brain (Tarcher, 2013; tr. it., La mente adolescente, Raffaello Cortina Editore, 2014), e poi The Whole-Brain Child: 12 Revolu-tionary Strategies to Nurture Your Child’s Developing Mind (Random House, 2011; tr. it., 12 stra-tegie rivoluzionarie per favorire lo sviluppo mentale del bambino, 2012) e No-Drama Discipline: The Whole-Brain Way to Calm the Chaos and Nurture Your Child’s Developing Mind (Bantam, 2014) scritte con Tina Payne Bryson, Ph.D. È inoltre autore di The Developing Mind, Second Edition (Guilford, 2012; tr. it., La mente relazionale, Raffaello Cortina Editore, 2013), Mindsight: The New Science of Personal Transformation (Bantam, 2010; tr. it., Mindsight. La nuova scienza della trasformazione personale, Raffaello Cortina Editore, 2011), The Mindful Brain: Reflection and Attunement in the Cultivation of Well-Being (Norton, 2007; tr. it., Mindfulness e cervello, Raf-faello Cortina Editore, 2009), e The Mindful Therapist: A Clinician’s Guide to Mindsight and Neural Integration (Norton, 2010; tr. it., Il terapeuta consapevole, ISC Editore, 2014). È poi fondatore e curatore per la Norton Professional Series on Interpersonal Neurobiology, a cui si devono quasi quaranta pubblicazioni. La speciale abilità del Dott. Siegel di rendere accessibili ed entusiasmanti dei concetti scientifici complicati, l’ha portato ad essere invitato a rivolgersi a gruppi locali, nazio-nali e internazionali. Ha parlato per il re della Tailandia, Papa Giovanni Paolo II, Sua Santità il Dalai Lama, la Google University, la Royal Society of Arts (RSA) di Londra e nei TED.

PRESENZA MENTALE, SALUTE FISIOLOGICA E RELAZIONALE

In questa presentazione esploreremo la natura della presenza, lo stato di consape-volezza ricettiva che, come le evidenze empiriche hanno dimostrato, migliora il be-nessere sia relazionale sia fisiologico. Possiamo coltivare la presenza con molteplici pratiche, e osservare come essa sia di sostegno per la resilienza dei clinici che si trovano a lavorare con vittime di un trauma. In queste persone, lo stato di apertura della presenza mentale può venire ostacolato dalle ripetute intrusioni di ricordi ed emozioni correlati agli eventi traumatici passati. Lavorare con la presenza favorisce il benessere e la resilienza di clinico e cliente, una situazione vincente per entrambi.

BESSEL VAN DER KOLK Stati Uniti

è Direttore sanitario di The Trauma Center di Boston “un centro primario negli USA per lo studio dello stress traumatico e la formazione dei del trauma” e professore di psichiatria alla Boston University Medical School. È stato, inoltre, presidente della International Society for Traumatic Stress Studies. Clinico e ricercatore, è autore di numerosi articoli scientifici peer review su diversi aspetti del trauma, tra cui: 1) la neurobiologia del trauma; 2) lo yoga per il trattamento del DSPT; 3) il teatro nella prevenzione della violenza; 4) i meccanismi dell’EMDR; 5) l’integrazione sensoriale nei bam-

bini traumatizzati; 6) il neurofeedback nel DSPT.

IL CORPO ACCUSA IL COLPO

La maggior parte delle persone che ricercano assistenza psichiatrica ha storie di trauma, caos o trascuratezza. Il DSPT è solo uno dei possibili adattamenti al trauma: è raro che esista da solo, e non tiene conto degli effetti differenziali del trauma nelle diverse fasi dello sviluppo mentale e cerebrale. Nell’ultimo ventennio, non si è avuta soltanto un’esplosione di conoscenze in merito a come l’esperienza plasmi il sistema nervoso centrale e la formazione del Sé, ma anche a ciò che costituisce un intervento efficace. I progressi nell’ambito delle neuroscienze, degli studi sull’attaccamento e dell’elaborazione delle informazioni mostrano come la funzione cerebrale sia plasma-ta dall’esperienza e che la vita stessa può influire continuamente sul piano percettivo e biologico. Esperienze travolgenti alterano la capacità di autoregolazione, attenzione ed elaborazione della memoria a causa di cambiamenti nei livelli sottocorticali, ossia “inconsci”, del cervello. Le tracce del trauma impresse nella memoria sono conserva-te come stati corporei e pattern di azione fisica. Di conseguenza, l’intero organismo umano reagisce automaticamente alle esperienze correnti come fossero ripetizio-ni del passato. Mentre linguaggio, insight e comprensione servono per far fronte a confusione e segretezza, raramente ciò è sufficiente per affrontare l’inesprimibile, intollerabile e inaccettabile natura dell’esperienza traumatica. Un trattamento effica-ce di un disturbo post-traumatico deve anche esaminare le tracce della memoria nell’esperienza fisica del Sé percepito come indifeso e in pericolo. Il recupero deve comprendere sia la gestione degli sforzi difensivi che furono di aiuto per garantire la sopravvivenza sia le esperienze fisiche che contraddicono sentimenti e sensazioni associati con il senso di impotenza e distacco. Nel seminario si presenteranno gli attuali risultati della ricerca relativi all’influenza delle esperienze traumatiche sul cer-vello, la mente e il corpo delle persone. Analizzeremo tecniche specifiche indirizza-te alla regolazione affettiva, all’integrazione degli aspetti dissociati dell’esperienza, al superamento del senso di impotenza, ai deficit attentivi e alla re-integrazione delle connessioni umane.

ANTONIO DAMASIO Stati Unitiè docente universitario di Neuroscienze, Psicologia e Filosofia presso lo USC Dornsife College. È inoltre Direttore del Brain and Creativity Institute presso la University of Southern California (Los Angeles). Formatosi sia nell’ambito della neurologia che in quello delle neuroscienze, Damasio ha contribuito in modo determinante alla comprensione dei processi cerebrali alla base di emozioni, sentimenti e coscienza. Le sue ricerche sul ruolo dell’affetto all’interno del processo decisionale di ciascun individuo hanno avuto un impatto significativo sulla psicologia e le neuroscienze; nel 2014,

infatti, è stato insignito del premio Grawemeyer Award, dopo aver ricevuto, nel 2010, il premio Honda Prize. Antonio Damasio è autore di numerosi articoli di ricerca scientifica (il suo H-Index in Google Scholar è di 144; più di 129.337 citazioni) ed è stato nominato “Highly Cited Researcher” dall’Istituto per l’Informazione Scientifica. Damasio è membro della National Academy of Medici-ne, nonché della American Academy of Arts and Sciences, della Bavarian Academy of Sciences, e della European Academy of Sciences and Arts. Nel 2005, è stato insignito del premio Asturias Prize in Science and Technology; inoltre, ha ricevuto importanti riconoscimenti quali i premi Noni-no, Signoret [2004] e Pessoa [1992], solo per citarne alcuni. Damasio ha ricevuto Lauree Honoris Causa – alcune condivise con la moglie Hanna – da alcune delle più influenti Università interna-zionali, tra cui l’École Polytechnique Fédérale de Lausanne [EPFL] (2011) e la Sorbona [Université Paris Descartes] (2015). Le idee e le ricerche condotte dallo studioso sono state oggetto di numerose pubblicazioni, tra cui “L’errore di Cartesio”, “Emozione e Coscienza”, “Alla ricerca di Spinoza” e “Il Sé viene alla mente”, tradotti in svariate lingue e utilizzati come libri di testo in molte università del mondo.(Per maggiori informazioni sul Brain and Creativity Institute, visitare il sito: http://www.usc.edu/bci/)

IL CERVELLO, IL CORPO E I SENTIMENTI: GLI ELEMENTI ESSENZIALI DELLA NEUROSCIENZA

Una gestione efficace delle problematiche relative a traumi e attaccamento ri-chiede imperativamente la definizione di una prospettiva chiara riguardo ai legami esistenti tra corpo e cervello umano, nonché al ruolo svolto da quest’ultimi nel determinare i diversi stati affettivi, siano essi sentimenti o emozioni. Questo inter-vento verterà perciò sull’analisi delle più recenti scoperte in materia, esplorando altresì le teorie fondamentali sull’argomento.

RACHEL YEHUDA Stati Uniti

è Professoressa di Psichiatria e Neuroscienze alla Icahn School of Medici-ne del Mount Sinai e Direttrice del Mental Health Patient Care Center pres-so il Bronx Veterans Affairs Medical Center. Ha pubblicato diverse cen-tinaia di articoli scientifici e composto oltre dieci libri analizzando diversi aspetti dello stress traumatico, e ha studiato DSPT e resilienza in veterani di guerra, sopravvissuti a genocidi, violenze interpersonali e terrorismo, e anche in modelli animali. Il suo lavoro si è concentrato su neuroendocri-

nologia, neuroimaging, studi di biologia genetica e molecolare sul trauma, terapie sperimentali (trials farmacologici e psicoterapeutici), biomarker, ereditarietà genetica ed epigenetica, differenze di genere, e suicidio.

EPIGENETICA E RESILIENZA

I fattori epigenetici svolgono una parte importante nei processi biologici e con-tribuiscono a determinare in che modo l’esperienza altera la traiettoria della vita umana. Le esposizioni ambientali prima e durante la gestazione, e poi anche nel periodo postnatale, rappresentano la fonte di variabilità più precoce non me-diata geneticamente. Sebbene ultimamente ci si sia concentrati in abbondan-za sui cambiamenti epigenetici associati alle variazioni ambientali nell’utero, le prove emergenti indicano che negli animali i cambiamenti epigenetici nello sper-ma possono condizionare l’eredità transgenerazionale degli effetti del trauma. Di conseguenza, sia i maschi che le femmine possiedono l’abilità di contribuire in maniera unica alla programmazione della capacità di rispondere allo stress dei piccoli. Si è generalmente ritenuto che il potere dell’ambiente di influenzare i nos-tri geni attraverso meccanismi epigenetici nelle prime fasi dello sviluppo aumenti la vulnerabilità. È però importante considerare anche gli aspetti positivi della ca-pacità di dar vita a trasformazioni durature in base all’esperienza. La relazione si concentrerà sulle opportunità di sviluppo precoce relativamente alle modifiche epigenetiche, ma dimostrerà anche che tali variazioni potrebbero manifestarsi nel corso della vita. I dati epigenetici presentati dimostreranno i cambiamenti associati a esposizione al trauma, DSPT e resilienza. Si discuterà poi delle loro implicazioni cliniche.

STEPHEN W. PORGES Stati Uniti un illustre ricercatore all’Indiana University, dove dirige il Trauma Research Center del Kinsey Institute. È professore di Psichiatria presso la University of North Carolina ed è inoltre Professore emerito di Psichiatria alla Univer-sity of Illinois di Chicago e alla University of Maryland. Ha presieduto sia la Society for Psychophysiological Research che la Federation of Associa-tions in Behavioral & Brain Sciences ed è stato insignito del National Insti-tute of Mental Health Research Scientist Development Award. Ha pubbli-cato oltre duecento articoli scientifici peer-review su diverse discipline, tra

cui: anestesiologia, medicina critica, ergonomia, fisiologia dell’esercizio fisico, gerontologia, neurologia, ostetricia, pediatria, psichiatria, psicologia, medicina spaziale e abuso di sostanze. Nel 1994 propose la Teoria polivagale, una teoria che mette in relazione l’evoluzione del sistema nervoso autonomo dei mammiferi con il comportamento sociale e sottolinea l’importanza dello stato fisiologico nell’espressione dei problemi comportamentali e dei disturbi psichiatrici.

RELAZIONALITÀ COME IMPERATIVO BIOLOGICO: COMPRENDERE LE CON-SEGUENZE DI TRAUMA, ABUSI E STRESS CRONICO ATTRAVERSO LA LENTE DELLA TEORIA POLIVAGALE

La Teoria polivagale amplia la nostra comprensione di comportamenti normali e atipici, salute mentale e disturbi psichiatrici. Integrando una prospettiva dello sviluppo, la Teoria polivagale illustra come la maturazione del sistema nervoso autonomo forma la “piattaforma” neurale sulla cui base poggiano il comporta-mento sociale e lo sviluppo di relazioni fiduciose. Spiega inoltre in che modo le reazioni al pericolo e alle minacce per la vita, ed esperienze di abuso e trauma, possono regolare il nostro sistema nervoso affinché rispondiamo ad amici, care-giver e insegnanti come se fossero dei predatori. La teoria potrebbe risultare di aiuto ai professionisti nel distinguere le caratteristiche contestuali che azionano le difese da coloro che sono fonte di calma, e di sostegno al coinvolgimento sociale spontaneo.

JUDITH LEWIS HERMAN Sati UnitiDott.ssa in Medicina e Professoressa Emerita presso la Harvard Medical School. Per ben trent’anni è stata a capo del Programma di Formazione rivolto alle vittime di violenza presso il Cambridge Hospital (Cambridge, MA). Quanto al suo percorso di studi, la Dr.ssa Herman si è laureata in medicina presso la Harvard Medical School e si è formata in psichiatria generale e di comunità presso il Boston University Medical Center. È autrice di due libri vincitori di importanti premi: “Father-Daughter Incest” (“L’incesto padre-figlia”; Harvard University Press, 1981) e “Trauma and Recovery” (“Trauma e

guarigione”; Basic Books, 1992). La Dr.ssa Herman è intervenuta di frequente sul tema della violenza sessuale e domestica. È stata inoltre insignita nel 1996 del premio Lifetime Achievement Award, riconosciutole dalla Società Internazionale per la Ricerca sullo Stress Trauma-tico, nonché, nel 2000, del premio Woman in Science Award, riconosciutole dell’Associazione delle Donne Medico. Nel 2007 è stata nominata Distinguished Life Fellow (membro onorario) dell’Ass-sociazione Americana di Psichiatria e, nel 2011, ha ricevuto il premio Lifetime Achievement Award, assegnatole dalla sezione di Psicologia del Trauma dell’Associazione Americana di Psicologia.

LE FONTI SOCIALI DELLA RESILIENZA (Intervento in video conferenza)

Lo sviluppo della resilienza in seguito a esperienze negative nella vita di un individuo è comunemente considerato una caratteristica afferente alla sfera della psicologia individuale. Durante questo intervento in video conferenza, verrà invece suggerita una tesi diversa: se, da un lato, fattori soggettivi quali temperamento e capacità intel-lettive incidono sulla resilienza dell’individuo nel corso dello sviluppo, dall’altro, fattori sociali e relazionali rivestono un ruolo altrettanto (se non più) importante nel determi-nare risultati positivi da questo punto di vista. Secondo quanto emerso da una serie di studi longitudinali prospettici riguardanti i bambini vissuti in ambienti familiari “ad alto rischio”(ossia in cui sono presenti condizioni di disagio fisico/psichico/sociale), la presenza di un legame di attaccamento sicuro con almeno un caregiver stabile e affidabile risulta estremamente importante. Inoltre, il servizio di consulenza pedago-gica domiciliare (il cosiddetto home visiting), rivolto alle madri “ad alto rischio” e ai loro figli, si è rivelato in grado non soltanto di ridurre significativamente la percentuale di bambini che manifestavano uno stile di attaccamento insicuro o disorganizzato durante i primi mesi di vita, ma anche di evitare che gli stessi bambini sviluppassero, negli anni successivi, problemi a livello educativo o sociale. Nei bambini più grandi e negli adolescenti, invece, i fattori sociali che influiscono sulla resilienza individuale includono aspetti quali la presenza di insegnanti, membri della comunità religiosa di appartenenza, o animatori in grado di offrire supporto al minore, nonché la possibilità di partecipare ad attività di gruppo organizzate in cui le abilità del minore risultino apprezzate. Per quanto riguarda gli adulti sopravvissuti a esperienze traumatiche, sono i soggetti che ricercano strategie dicoping – avvalendosi anche del supporto degli altri – a sviluppare una maggiore resilienza.

VITTORIO GALLESE Italiaè Professore Ordinario di Fisiologia presso il Dip. di Neuroscienze dell’Univer-sità di Parma, Adjunct Senior Research Scholar al Dept. of Art History and Archeology, Columbia University, New York, USA e Professor in Experimental Aesthetics all’Institute of Philosophy della University of London, U.K. È co-ordinatore del Dottorato di Ricerca in Neuroscienze e Direttore della Scuola Dottorale di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma. Neuroscienziato, tra i suoi contributi scientifici principali vi è la scoperta assieme ai colleghi di Parma dei neuroni specchio, e l’elaborazione di un modello neuroscientifico dell’inter-soggettività, la teoria della simulazione incarnata. Ha lavorato e insegnato nelle

Università di Losanna, Tokyo, Berkeley e Berlino. È autore di oltre 230 lavori scientifici su riviste e libri internazionali, di due libri in qualità di autore e di tre libri in qualità di curatore. Ha ricevuto la George Mil-ler Fellowship dalla University of California at Berkeley nel 2001, il Premio Grawemeyer per la Psicologia per l’anno 2007, il Doctor Honoris Causa dall’Università Cattolica di Lovanio, Belgio nel 2010, l’Arnold Pfeffer Prize for Neuropsychoanalysis a New York nel 2010, il Premio Musatti della Societa Italiana di Psicoanalisi nel 2014, la Kosmos Felloship dalla Humboldt Universität di Berlino e la Einstein Fellowship alla Berlin School of Mind & Brain della Humboldt University per il periodo 2016-2018.

L’IMPATTO DI MALTRATTAMENTI E TRASCURATEZZA PROLUNGATI SUI MEC-CANISMI FISIOLOGICI CHE SOSTENGONO LA NATURA SOCIALE DEGLI ES-SERI UMANI: STUDIO SU RAGAZZI DI STRADA DELLA SIERRA LEONE

Negli esseri umani lo sviluppo cerebrale dipende strettamente dal tipo e dalla qualità delle relazioni sociali che si instaurano per un periodo di tempo prolungato. Il pre-sente studio mostra come, seguendo particolari traiettorie di impatto, l’esposizione a maltrattamenti e trascuratezza prolungati produce delle specifiche alterazioni nei meccanismi fisiologici di base che sostengono la natura sociale degli esseri umani. In due gruppi di fanciulli di strada della Sierra Leone, uno di bambini e uno di ragazzi, emersero delle alterazioni significative nella mimica facciale e nella regolazione vagale davanti a espressioni facciali altrui di emozioni negative. In questi due gruppi esposti a maltrattamento e trascuratezza per diverso tempo, i risultati mostrarono poi un diverso livello di compromissione. La traiettoria di impatto relativa al tempo di esposi-zione a maltrattamenti e trascuratezza – variabile discriminante di un evento trauma-tico prolungato in generale – su mimica facciale e regolazione vagale fu ulteriormente investigata in uno studio longitudinale che comprendeva un ampio gruppo di ragazzi di strada di età compresa tra i 9 e 18 anni. In base allo studio, un’esposizione mag-giore aumentava l’incoerenza della mimica facciale e l’inefficacia della regolazione vagale in risposta a espressioni facciali negative. Fatto importante fu il reclutamento compensatorio del vago che si rivelò nel corso dei primi cinque anni di maltrattamen-to. Lo studio longitudinale getta nuova luce sui pattern naturali di resilienza e cronici-tà, fornendo dunque degli indizi per interventi riabilitativi coerenti.

PAT OGDEN Stati Unitiè una pioniera nella Psicologia somatica nonché fondatrice e direttrice di-dattica del Sensorimotor Psychotherapy Institute, una scuola riconosciuta a livello internazionale specializzata negli approcci somatico/cognitivo per il trattamento del Disturbo da stress post-traumatico e dei disordini dell’at-taccamento. Inoltre, è stata membro della Naropa University (1985-2005), è co-fondatrice del Hakomi Institute, clinico, consulente, formatrice e relatrice a livello internazionale, nonché primo autore dei rivoluzionari testi Trauma and the Body: A Sensorimotor Approach to Psychotherapy (Tr.

it., Il trauma e il corpo. Manuale di psicoterapia sensomotoria, ISC Editore, 2013) e Sensorimotor Psychotherapy: Interventions for Trauma and Attachment. Attualmente sta lavorando al suo terzo libro, Sensorimotor Psychotherapy for Children and Adolescents.

IL RUOLO DEL CORPO A SOSTEGNO DELLA RESILIENZA

Il nostro senso del Sé non è influenzato soltanto dal modo in cui descriviamo la nostra persona ma anche da una storia non verbale, raccontata agli altri – e a noi stessi – attraverso una serie di automatismi fisici di cui solitamente non ci rendia-mo conto. In un contesto associato al trauma e all’attaccamento, il vocabolario del movimento – la varietà di gesti, posture e movimenti che siamo rapidamente in grado di eseguire – si sviluppa nel corso del tempo. Alcune sequenze di azioni, come allungarsi, spingere o mantenere una postura allineata, finiscono per esse-re abbandonate o distorte quando non portano ripetutamente al risultato deside-rato. Questi correlati fisici di personalità, patologia e competenza possono essere osservati, in modo diretto e oggettivo, e modificati per incrementare l’autostima e favorire relazioni sane e intelligenza emotiva. Grazie all’approccio adottato dal-la Psicoterapia Sensomotoria, il vocabolario del movimento del paziente risulta amplificato, in modo che nuove sequenze di azioni – più appropriate all’interno del contesto attuale – divengano accessibili, favorendo così la resilienza e con-sentendo al paziente di guardare al futuro con speranza.

DIANA FOSHA Stati UnitiÈ l’ideatrice della Psicoterapia dinamico-esperienziale accelerata o AEDP (Accelerated Experiential-Dynamic Psychotherapy), nonché fondatrice e attuale direttrice dell’AEDP Institute.

NEUROPLASTICITA’ IN AZIONE: RIATTIVARE I MODELLI OPERATIVI INTERNI

La Psicoterapia Dinamico-Esperienziale Accelerata (AEDP), uno degli approcci tera-peutici in maggiore espansione nell’ambito del trattamento del trauma da attaccamen-to, ha sviluppato un processo terapeutico incentrato sulla neurobiologia, caratterizzato da interventi intensi, creativi e sistematici, volti a trasformare il trauma e a riattivare i modelli operativi interni dell’attaccamento. La AEDP si basa su una teoria del cambia-mento fondata su 3 diversi fattori: la connettività, l’emozione e la trasformazione. Con-traddistinta da un approccio terapeutico esplicitamente empatico, finalizzato all’affer-mazione e al coinvolgimento emotivo, la AEDP non teme di lavorare sull’esperienza del legame di attaccamento paziente-terapeuta, monitorandola momento per momento ed elaborandola in modo rigoroso. Durante questo intervento, sarà presentato l’ap-proccio terapeutico adottato dalla AEDP e, in particolare, l’attenzione da essa rivolta alla pratica clinica: trasporre la ricerca sull’attaccamento all’interno della pratica clinica, per favorire un attaccamento sicuro attraverso interventi espliciti ed esperienziali, è in-fatti parte della metodologia di questo approccio. In particolare, il lavoro esperienziale attuato dalla AEDP si concentra su: 1) le esperienze, vissute nel qui-e-ora, all’interno della diade terapeutica; 2) le esperienze affettive ricettive del sentirsi visti, sentiti, amati; 3) la regolazione diadica delle emozioni e l’elaborazione delle emozioni travolgenti; 4) la regolazione diadica delle emozioni e l’elaborazione dell’esperienza trasformativa. At-traverso un’elaborazione fino alla fine sia delle esperienze emotive traumatiche che di quelle rivitalizzanti, il processo terapeutico della AEDP culmina in energia, vitalità, una serie illimitata di spirali di resilienza (alimentate dalle emozioni positive), benessere e creatività, aspetti intimamente legati alla salute. Grazie all’utilizzo frequente di videoregi-strazioni tratte da sedute psicoterapeutiche reali, volte a illustrare sia i fenomeni affettivi che le tecniche cliniche, questa presentazione mostrerà specifiche strategie relazionali, esperienziali, somatico-sensoriali e trasformative finalizzate a porre la neuroplasticità al centro dell’azione clinica momento per momento.

LOUIS COZOLINO Stati UnitiIl Dott. Cozolino ha diversi interessi clinici e di ricerca ed è laureato in Fi-losofia, Teologia e Psicologia clinica. I suoi interessi si concentrano nella sintesi di neuroscienze e psicoterapia, educazione, management e lea-dership. Ha pubblicato sette libri: The Neuroscience of Psychotherapy; The Social Neuroscience of Education; The Neuroscience of Human Re-lationships (tr. it., Il cervello sociale. Neuroscienze delle relazioni umane, Raffaello Cortina Editore, 2009); The Healthy Aging Brain; Attachment-Based Teaching; The Making of a Therapist; Why Therapy Works. Inoltre,

è autore e co-autore di vari articoli e capitoli su abuso infantile, schizofrenia, educazione, linguaggio e cognizione. Il Dott. Cozolino tiene lezioni a livello internazionale su svi-luppo cerebrale, evoluzione e psicoterapia e continua a svolgere la pratica clinica e di consulenza a Los Angeles. Il Dott. Cozolino è laureato in Filosofia, Teologia e Psicologia clinica ed è partico-larmente interessato a fondere le neuroscienze con la psicoterapia, l’educazione, il management e la leadership. Inoltre, tiene lezioni a livello internazionale su sviluppo cerebrale, evoluzione e psicoterapia e continua a svolgere la pratica clinica e di consulenza a Los Angeles.

TRAUMI, SELEZIONE NATURALE E IL PATTO CON IL DIAVOLO

Decenni fa, Jonas Salk sottolineò come l’evoluzione sia un’arma a doppio taglio: ricordò infatti che, mentre è impegnata a risolvere i problemi del presente, la selezione naturale sta contemporaneamente creando i problemi del futuro. Da terapeuti, lo vediamo nelle molte “scelte” evolutive che sono state fatte per man-tenere i nostri organismi al sicuro, e per le quali il cervello e la mente umani sono ora così vulnerabili al disagio psicologico. Questo patto con il diavolo è quanto mai evidente nell’impatto del trauma sulla specie umana. In particolare nelle pri-me fasi di vita, il trauma influisce sulla matrice dello sviluppo neurobiologico e psi-cosociale in modi che possono generare i sintomi debilitanti per i quali le vittime richiedono il nostro aiuto. In questa presentazione, il Dott. Cozolino indagherà la storia profonda della vulnerabilità umana al trauma e farà leva sulla teoria dell’e-voluzione al fine di comprendere i come e i perché di un trattamento di successo.

ROBIN SHAPIRO Stati UnitiMSW, LICSW, ha curato e contribuito a scrivere EMDR Solutions: Pathways to Healing (Norton, 2005) e EMDR Solutions II: Depression, Ea-ting Disorders, Performance & More (2009), ed è inoltre autrice di Trau-ma Treatments Handbook (2010) e Easy Ego State Interventions (2016). Ama il suo lavoro: lo scrivere; il parlare in merito a Stati dell’Io, temi relativi all’EMDR, e prevenzione del suicidio; i consulti clinici per professionisti di EMDR e altri terapeuti; i trentacinque anni di pratica di psicoterapia intorno soprattutto a questioni legate a trauma, ansia e attaccamento.

Vive a Seattle con il marito Doug Plummer, fotografo e musicista.

INTERVENTI SUGLI STATI DELL’IO PER CLIENTI AUTODISTRUTTIVI

Questa presentazione pratica contiene una breve introduzione alla terapia degli Stati dell’Io per clienti dissociati e non, un metodo semplice per la valutazione e il trattamento delle capacità di suicidio e autodistruzione, e un modo per provve-dere l’intero sistema del cliente delle risorse e capacità di accudimento dei “Sé più vecchi e saggi”, o parti in apparenza normali (ANP, Apparently normal parts).

PROGRAMMA

Venerdì 12 MAGGIO

8.30-9.30 Registrazione 9.30-10.00 Apertura10.00-11.30 Louis Cozolino: “Traumi, selezione naturale e il patto con il

diavolo”11.30-12.00 COFFEE BREAK12.00-13.00 Rachel Yehuda: “Epigenetica e Resilienza”13.00-14.30 PAUSA PRANZO 14.30-16.00 Bessel Van Der Kolk: “ il corpo accusa il colpo. Mente, corpo

e cervello nell’elaborazione delle memorie”16.00-16.30 COFFEE BREAK16.30-18.30 TAVOLA ROTONDA

. Sabato 13 MAGGIO

8.30-10.00 Vittorio Gallese: “meccanismi fisiologici che sostengono la natura sociale degli esseri umani: studio su ragazzi di strada della Sierra Leone”

10.00-10.30 COFFEE BREAK10.30-12.00 Antonio Damasio: “Il cervello, il corpo e i sentimenti: gli ele-

menti essenziali della neuroscienza”12.00-13.00 Judith Lewis Herman (Video Conferenza): “Le fonti sociali del-

la resilienza”.13.00-14.30 PAUSA PRANZO14.30-16.00 Stephen Porges: “Relazionalità come imperativo biologico:

comprendere le conseguenze di trauma, abusi e stress cronico attraverso la lente della teoria polivagale”.

16.00-16.30 COFFEE BREAK16.30-18.00 TAVOLA ROTONDA

Domenica 14 MAGGIO

8.30-10.00 Diana Fosha: “Neuroplasticita’ in azione: riattivare i modelli operativi interni”

10.00-10.30 COFFEE BREAK10.30-12.00 Pat Ogden: “Il ruolo del corpo a sostegno della resilienza”.12.00-13.00 Robin Shapiro: “interventi sugli stati dell’io per clienti autodi-

struttivi”13.00-14.30 PAUSA PRANZO14.30-16.00 Daniel Siegel: “Presenza mentale, salute fisiologica e rela-

zionale”16.00-16.30 COFFEE BREAK16.00-18.00 TAVOLA ROTONDA

LINGUA Inglese

SEDE QEII Conference Centre - Broad Sanctuary, Westminster - SW1P 3EE London

QUOTA DI ISCRIZIONE • 420 euro (IVA inclusa)• 320 euro (IVA inclusa) per iscrizioni entro il 30 dicembre• 250 per studenti

ISCRIZIONE Richiedere il modulo di iscrizione a: isc@istitutodiscienzecognitive.it

Per iscriversi: inviare il modulo di iscrizione e copia del bonifico: isc@istitutodiscienzecognitive.it o al fax 079.9578217Bonifico Bancario intestato a:Istituto di Scienze Cognitive srlIBAN IT 84 D 01005 17200 0000 0000 4496 BIC/SWIFT: BNLIITRRCausale: Congresso, iscrizione di _______________ (indicare il proprio nominativo)

In caso di cancellazione comunicata per email entro il 31 gennaio è previsto il rimborso del 50%; dopo tale data ver-rà trattenuta l’intera quota.

INFOInstitute of Cognitive Sciences Via Rolando, 16 - 07100 Sassari -

Tel. +39 079/230449 - isc@istitutodiscienzecognitive.it

Psychotherapy Excellence Registered Office: 4a Edward Road Oxford Oxfordshire

OX1 5LH - Telephone: 01865 428 649 info@psychotherapyexcellence.com

www.uk-congress.comwww.isctraining.com

Per il Progresso nella Praticae nella Ricerca in Psicoterapia