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CNOP - ORDINE DEGLI PSICOLOGI - psicamp.it · CNOP - ORDINE DEGLI PSICOLOGI Rassegna Stampa del 04/06/2010. INDICE CONSIGLIO NAZIONALE DELL ORDINE DEGLI PSICOLOGI 03/06/2010 Il Gazzettino

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CNOP - ORDINE DEGLIPSICOLOGIRassegna Stampa del 04/06/2010

INDICE

CONSIGLIO NAZIONALE DELL ORDINE DEGLI PSICOLOGI

03/06/2010 Il Gazzettino - NAZIONALE

L'esercito dei falsi medici6

04/06/2010 La Nazione - Firenze

L'INTERVENTO7

04/06/2010 Corriere Adriatico - MACERATA

"La prova nel processo penale"8

04/06/2010 La Tribuna di Treviso - Nazionale

Sales, Paradoxa davanti all'Ordine9

PSICOLOGI E PSICOLOGIA

04/06/2010 Corriere della Sera - NAZIONALE

Il racconto degli italiani: violenze fisiche e psicologiche11

04/06/2010 Il Sole 24 Ore

Un anno e mezzo su Marte (per finta)12

04/06/2010 Il Resto del Carlino - Ferrara

Depressione, ne soffre una mamma su 1013

04/06/2010 Il Resto del Carlino - Reggio Emilia

Mamme a scuola: «Ora capiamo e parliamo l'italiano»14

04/06/2010 Avvenire - Nazionale

Assalto in casa Padovese ucciso senza movente15

04/06/2010 Il Giorno - Milano

L'allarme dello psichiatra: casi come questo sono in enorme aumento16

04/06/2010 La Gazzetta dello Sport - NAZIONALE

«L'importante è non cadere. Gli altri? Dietro»17

04/06/2010 Il Fatto Quotidiano - Nazionale

"È STATA UNA CARNEFICINA" IL RACCONTO DEL BLITZ ANTI-PACE19

04/06/2010 Il Fatto Quotidiano - Nazionale

BRUNETTA , VUOTO A RENDERE20

RIFORMA DELLE PROFESSIONI

04/06/2010 Corriere della Sera - NAZIONALE

I sacrifici (necessari) dei manager22

04/06/2010 Il Sole 24 Ore

Compensi zero anche per i cda delle società24

03/06/2010 Il Gazzettino - NAZIONALE

03/06/201026

04/06/2010 Il Mondo

Con il rating evoluto grandi banche più vicine27

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI

04/06/2010 Il Sole 24 Ore

Ue: subito la parità per le statali30

04/06/2010 Il Resto del Carlino - Reggio Emilia

Gare d'appalto on line, il nuovo sistema ridurrà le spese fino al 90%32

04/06/2010 Finanza e Mercati

Brunetta: «C'è ancora tempo per rimediare»33

04/06/2010 Libero - Nazionale

La cassa integrazione ora si può chiedere anche via Internet34

04/06/2010 Il Secolo XIX - Nazionale

E 90 mila precari del pubblico torneranno a casa35

04/06/2010 Il Foglio

Riformare per crescere37

04/06/2010 ItaliaOggi

Librandi: deluso da Berlusconi, scelgo Fini38

04/06/2010 ItaliaOggi

L'innovazione tecnologica va in onda39

04/06/2010 ItaliaOggi

Lo Scaffale degli Enti Locali40

04/06/2010 La Gazzetta dello Sport - NAZIONALE

Donne pensionate a 65 anni: perché l'Ue sgrida l'Italia?41

04/06/2010 Il Mondo

Brunetta, riforme a chilometri zero43

04/06/2010 Il Mondo

Batte il cuore di silicio44

04/06/2010 DailyMedia

Circuito Cinema punta sull'autorialità e sui vantaggi della digitalizzazione46

04/06/2010 Il Fatto Quotidiano - Nazionale

"IN PENSIONE A 65 ANNI"47

UNIVERSITA

Il capitolo non contiene articoli

CONSIGLIO NAZIONALE DELL ORDINEDEGLI PSICOLOGI

4 articoli

L'esercito dei falsi medici Dentisti che sono odontotecnici, fisiatri che altro non sono che manipolatori, sedicenti psicologi che nella

migliore delle ipotesi dopo le superiori hanno fatto un non meglio precisato corso. Ma sono stati smascherati

anche chirurghi, nefrologi, ortopedici, ginecologi, ematologi. Per tutti la laurea è un optional. Molti vengono

beccati al primo errore, la maggior parte riesce a gabbare il sistema per anni. C'è chi una volta scoperto

"sana" la posizione ritornando nelle aule, ma la maggior parte si eclissa e cambia mestiere (gli smascherati a

Nordest alla fine hanno fatto quasi tutti così).

I falsi medici sono «una degenerazione del sistema sanitario» su cui la Commissione d'inchiesta della

Camera sugli errori in campo sanitario «farà accertamenti». I numeri sono da paura: trentamila persone in

Italia, secondo stime degli Ordini professionali, esercitano la professione medica senza averne titolo,

mettendo a rischio la salute dei cittadini. Sono circa 15.000 i falsi medici e altrettanti i dentisti fantasma: 1600

si stima solo a Nordest. Solo nel 2009 sono state 1.170 le persone denunciate dal Nas per esercizio abusivo

della professione medica, cifra cui vanno aggiunti i dati dell'attività della Guardia di Finanza e della Polizia,

poco meno di un centinaio a Nordest. Circa mille ogni anno i processi per questo tipo di reato a livello

nazionale. Le condanne non sono quasi mai parametrate ai rischi per la salute. Si va dall'abuso della

professione o di titolo, alla truffa ai danni del sistema sanitario quando l'abusivo è riuscito a farsi assumere.

Altro è, naturalmente, se esiste una denuncia da parte delle persona che ha subito la visita o l'intervento da

parte del sedicente professionista.

E in questo caso il quadro cambia. É l'esempio del sedicente psicologo che sottopone i dipendenti a test per

verificarne il carattere o le attitudini: se alla fine risulta non avere i titoli, paradossalmente son più dolori

giudiziari per chi lo ha chiamato in azienda che per lui stesso.

Falsi medici nei titoli, ma veri medici di fatto. L'elenco delle forze dell'ordine è chilometrico: a Udine un

signore si definiva naturopata e prescriveva diete ed esami; a Santo Stefano di Cadore una "dottoressa"

molto conosciuta ed apprezzata aveva pure studio e ricettario; in un comune delle Terme Euganee a Padova

un richiestissimo e notissimo ortopedico dell'alta società è risultato professare da anni senza essersi mai

laureato; sempre a Padova ad essere smascherato è stato un ematologo, anche lui richiesto e amato dai

pazienti e stimato dai colleghi ospedalieri.

«Per la medicina generale è un po' difficile che si siano medici non laureati in quanto le domande di

inserimento in graduatoria devono essere supportate da certificato di iscrizione all'Ordine, forse sarebbe bene

fare dei controlli a campione. - sottolinea Domenico Crisarà, Fimmg - Alla fine è una questione di

remunerazione: è più facile trovare un falso dentista che un falso medico di famiglia perchè il reddito è ben

diverso».

Altro discorso coloro che si vanno a laureare all'estero, alcune Università sono di tutto rispetto, altre no, altre

ancora finiscono quasi con il regalare il certificato: «In Europa, esistendo la libera circolazione delle

professioni, l'Ordine deve solo controllare che il percorso di studi sia stato seguito - aggiunge Crisarà - Per gli

extracomunitari, la congruità della laurea viene valutata da una commissione ministeriale e solo se arriva il

nullaosta c'è l'iscrizione all'Ordine».

© riproduzione riservata

03/06/2010 13Pag. Il Gazzettino - Ed. nazionale(tiratura:114104)

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CONSIGLIO NAZIONALE DELL ORDINE DEGLI PSICOLOGI - Rassegna Stampa 04/06/2010 6

L'INTERVENTO LA CRONACA e gli studi sociali ci dimostrano che il bullismo è un fenomeno che si riscontra in tutte le classi

sociali e trasversalmente alle etnie. Se di fattori di rischio si vuole parlare essi possono essere scovati

all'interno del contesto familiare ma nei termini di assenza dei genitori per la maggior parte del giorno, la

mancanza di un adeguato dialogo, valori che incitano alla competizione e non solo situazioni di violenza

domestica. TRA TALI FATTORI infatti si rinviene anche un atteggiamento genitoriale di eccessiva protezione,

od al contrario l'incapacità di dare dei limiti adeguati. Se il fattore di rischio è comunque un'eventualità e non

una certezza, è ovvio come quelli appena delineati possano ritrovarsi in moltissime famiglie. Allo stesso modo

anche l'ambiente scolastico potrebbe favorire l'insorgere di tali comportamenti, soprattutto la disattenzione,

spazi alla mercé dei ragazzi senza alcuna supervisione, assenza di punizioni adeguate e della loro

comprensione da parte degli studenti. Il rischio più grande di questo genere di etichette è quello di classificare

i vari agiti senza considerare le conseguenze che avranno sulla vita dei ragazzi, al contrario sono stati messi

a punto soprattutto negli ultimi 10 anni metodi di trattamento sia individuale che di gruppo e soprattutto

direttive preventive della comparsa del fenomeno. Il Ministero della Pubblica Istruzione ha istituito la

campagna "Smonta il bullo" e vari strumenti sono stati messi a punto. LO SCORSO ANNO l'Ordine degli

psicologi della Toscana ha stilato il protocollo d'intesa con la direzione generale dell'Ufficio scolastico

regionale proprio con l'intenzione di migliorare anche le tematiche relative al bullismo, perché certi

comportamenti possono essere modificati e tutti devono avere la possibilità di imparare dai propri errori, pur

pagandone le adeguate conseguenze. * Presidente Ordine regionale Psicologi Toscani

04/06/2010 7Pag. La Nazione - Firenze(tiratura:176177)

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CONSIGLIO NAZIONALE DELL ORDINE DEGLI PSICOLOGI - Rassegna Stampa 04/06/2010 7

Tecnici e giuristi a confronto da oggi al teatro Marchetti "La prova nel processo penale" Tre giorni di dibattito su "La prova nel processo penale: scienziati e giuristi a confronto verso una giustizia

migliore", si terranno al teatro Filippo Marchetti da oggi a dopodomani, organizzato dalla Fondazione

Guglielmo Gulotta e dall'Ordine degli Avvocati di Camerino.

L'evento ha ricevuto il patrocinio dell'Unione Camere Penali, dell'Università di Camerino, dell'Ordine degli

Psicologi delle Marche.

Sono stati riconosciuti venti crediti formativi per gli avvocati.

Da l le 14 .30 d i ogg i , i l convegno po t rà essere segu i to in d i re t ta on l ine da l s i to

h t tp : / /www.v ideoshare . i t / convegno/ .

Dopo i saluti del sindaco di Camerino Dario Conti, del presidente del tribunale di Camerino Sergio Fusaro,

del procuratore capo Giovanni Giorgio, del preside della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli studi

di Camerino Ignazio Buti, dei presidenti delle camere penali di Camerino e Macerata, Francesco Copponi e

.Paolo Giustozzi, sarà la volta dei relatori moderati da Corrado Zucconi: .Guglielmo Gulotta, Oreste

Dominioni, Luciano Garofano, Ephraim Nissan, Aniello Nappi e Paolo Ferrua.

04/06/2010 13Pag. Corriere Adriatico - Macerata(tiratura:24149)

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CONSIGLIO NAZIONALE DELL ORDINE DEGLI PSICOLOGI - Rassegna Stampa 04/06/2010 8

CORSI DI SESSO Sales, Paradoxa davanti all'Ordine Caso «Paradoxa» l'istruttoria avviata d'ufficio dalla commissione deontologica dell'Ordine degli psicologi del

Veneto sta per terminare. Lo psicologo Andrea Sales, direttore del centro di formazione finito nell'occhio del

ciclone per i corsi di affettività alle scuole medie «Stefanini» del centro città, ha ricevuto una lettera

dall'Ordine. «Mi sono stati chiesti chiarimenti in merito ad alcune segnalazioni - dice lo psicologo - Fa parte

della procedura. A mia volta ho chiesto all'Ordine di informarmi su quali sono le segnalazioni cosicché possa

poi possa fornire tutte le spiegazioni di cui i commissari hanno bisogno». Lo psicologo dice comunque di

essere tranquillo e fiducioso: «Ho la consapevolezza di aver fatto il mio lavoro in modo corretto e sono certo

che l'Ordine voglia dei chiarimenti anche per tutelare un associato». Possibile, ma non certo, il colloquio di

fronte alla commissione deontologica. Fra lo psicologo e l'Ordine c'è solo stato finora uno scambio epistolare.

E' possibile inoltre che le controdeduzioni possano avvenire via mail o via lettera. «Sulle modalità non

abbiamo ancora discusso», spiega. Sales ha rivelato inoltre di essere vicino a un accordo con Raitre per un

programma televisivo. Ma non solo: lo psicologo potrebbe comparire anche sugli schermi Mediaset. (l.c.)

04/06/2010 21Pag. La Tribuna di Treviso - Ed. nazionale(tiratura:23555)

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CONSIGLIO NAZIONALE DELL ORDINE DEGLI PSICOLOGI - Rassegna Stampa 04/06/2010 9

PSICOLOGI E PSICOLOGIA

9 articoli

Ritorno I reduci a Milano e Roma: «Nessuno di noi era armato, abbiamo vinto» Il racconto degli italiani: violenze fisiche e psicologiche Frattini: «Chiederemo chiarimenti sugli episodi denunciati» L'accoglienza Atterrati a Malpensa la giornalistaAngela Lano e l'attivista Mawin Qaraqe, accolti da decine di militanti e numerosi egiziani di Milano: «Abbiamomesso sotto gli occhi del mondo la tragedia di Gaza». A Roma l'arrivo di Manolo Luppichini, che accusa: «Levittime sono diciannove» Claudio Del Frate MALPENSA - «Abbiamo vinto noi»: Mawin Qaraqe, uno dei pacifisti italiani sfuggiti all'attacco israeliano alle

navi della Freedom Flotilla pronuncia queste parole appena atterrato a Malpensa. Lo circondano decine di

militanti filopalestinesi che urlano «Netanyahu assassino! Gaza libera!» inalberando foto del premier turco

Erdogan, nuovo eroe della loro causa. Visto da Malpensa, l'esito dell'assalto alle navi sembra dare ragione a

Qaraqe: non solo le associazioni vicine ai palestinesi si sono mobilitate per l'occasione ma la temperatura

sale anche tra le comunità degli immigrati; prova ne sia il fatto che a Malpensa sono arrivati anche numerosi

egiziani di Milano, uno dei gruppi più coesi e forti nel capoluogo lombardo. «Abbiamo messo sotto gli occhi

del mondo la tragedia di Gaza» commenta trionfale Qaraqe.

L'attivista italo-palestinese è arrivato in Italia ieri, alle 17.40, proveniente da Istanbul; con lui è sbarcata

Angela Lano, la giornalista torinese che era a bordo di una delle navi assaltate. È rimasto in Turchia, invece,

il terzo volontario atteso nello scalo milanese, Giuseppe Fallisi: «Sono stato picchiato in aeroporto dagli

israeliani» fa sapere dalla Turchia. «Ha voluto sottoporsi a controlli medici, teme che gli israeliani gli abbiano

dato dell'acqua contaminata» dicono i suoi amici a Malpensa.

Il ritorno in Italia ha dato innanzitutto l'occasione ad Angela e Mawin di raccontare per la prima volta le fasi

dell'assalto. Parla la giornalista, ma la versione del suo compagno d'avventura è identica: «Ci trovavamo su

una nave greca; verso l'una di notte ci è arrivato un messaggio da una nave israeliana: ci diceva che

eravamo entrati nelle loro acque territoriali, ma non era assolutamente vero. Alle quattro del mattino abbiamo

visto arrivare dei gommoni carichi di militari vestiti di nero, armati fino ai denti: ci hanno abbordati, hanno

lanciato bombe che hanno creato solo rumore e scompiglio. Gli attivisti avevano nel frattempo formato un

cerchio attorno alla cabina di pilotaggio, creando uno scudo umano: gli israeliani a quel punto hanno

cominciato a sparare proiettili di gomma e scariche elettriche con i teaser finché si sono impadroniti della

nave».

I due reduci negano le accuse emerse in questi giorni: «Nessuno di noi era armato, trasportavamo solo

medicinali, sedie a rotelle e materiali da costruzione; abbiamo fatto solo resistenza passiva».

I passeggeri sono stati portati prima ad Ashdod, poi nel carcere di Beersheba: «Gli uomini sono stati picchiati,

le donne no ma hanno subito violenze psicologiche; siamo stati derubati dei nostri averi e bagagli, volevano

farci firmare una carta nella quale dichiaravamo di aver violato le acque di Israele: abbiamo rifiutato». Episodi

sui quali l'Italia «chiederà chiarimenti all'amico Israele», ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini.

A Fiumicino, dove sono arrivati in mattinata altri pacifisti, il clima è identico: il sottosegretario Stefania Craxi è

stata accolta a suon di fischi. Il pacifista Manolo Luppichini sostiene che i morti nell'assalto sono stati 19,

riaccendendo la polemica. E i filopalestinesi a Malpensa giurano: «Tra due mesi parte una nuova flotilla verso

Gaza, stavolta non ci fermeranno».

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04/06/2010 9Pag. Corriere della Sera - Ed. nazionale(diffusione:619980, tiratura:779916)

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PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 04/06/2010 11

Russia. Partita la simulazione di sei cosmonauti - A «bordo» anche un italiano Un anno e mezzo su Marte (per finta) ESPERIMENTO Vivranno chiusi in una sorta di astronave costruita per misurare gli effetti fisiologici epsicologici dell'isolamento Antonella Scott

MOSCA. Dal nostro inviato

Quando hanno chiuso la porta, ieri mattina, è iniziato il viaggio più lungo. Si spingeranno dove l'uomo non è

mai arrivato. Sei astronauti sono partiti ieri per Marte, dall'Istituto per i problemi biomedici di Mosca.

Torneranno tra 520 giorni: e non si saranno mossi di un millimetro. La loro missione è virtuale.

Occorreranno anni prima che l'uomo possa mettere piede sul pianeta rosso. Ma finora nessun esperimento

aveva simulato così il viaggio vero e proprio: l'obiettivo è capire come un essere umano reagisce volando in

un mondo che non è il suo. Che effetti ha l'isolamento su aspetti fisiologici e psicologici quali lo stress, il

sonno, l'umore, l'equilibrio ormonale. E prima ancora di rendere possibile una missione vera, questa ricerca

aiuterà a capire meglio i comportamenti sulla Terra.

Un anno e mezzo in una casa senza finestre, fatta di quattro cilindri d'acciaio interconnessi. Non sarà una

passeggiata per i sei - tre russi, un francese, un cinese e un italo-colombiano. L'esperienza deve essere più

realistica possibile - le stesse scomode e claustrofobiche condizioni che incontrerebbero se davvero

potessero posarsi sul pianeta rosso. Cattivi odori, contatti con il mondo solo via mail, un ritardo di 20 minuti in

ogni comunicazione con Mosca. Un ambiente simile alla Stazione spaziale internazionale in orbita attorno alla

Terra, ricreato dall'Agenzia spaziale europea insieme all'Istituto biomedico moscovita: sei camere da letto,

serra, palestra, dispensa. Per chi volesse seguire l'esperimento passo passo, l'istituto di Mosca e Google

Russia hanno creato un portale - www.google.com/mars500 - che ogni giorno darà conto delle ricerche e dei

progressi fatti, offrendo in aggiunta tour virtuali di Marte e la lettura - in inglese e russo - di un romanzo

sull'esperimento a cui scrittori russi di science-fiction aggiungeranno ogni settimana un capitolo.

Mars 500. Cinquecentoventi giorni è il tempo necessario per un'andata e ritorno da Marte - 250 l'andata, 240

il ritorno, 30 di "soggiorno", con uscite sul quinto modulo della finta astronave che simula la superficie di

Marte con rocce e sabbia. Spetterà a tre uomini dell'equipaggio: "sbarcare" per un mesetto.

In conferenza stampa, ieri mattina, i sei eroi dello spazio virtuale - volontari - hanno spiegato la ragione della

loro scelta, e hanno cercato di immaginare cosa peserà loro di più. La lontananza dalla famiglia e dagli amici

(il comandante, il russo Aleksej Sitjev, si è appena sposato), il sole, l'aria fresca. Non sembra da poco il

problema di cosa fare nei week-end: gli astronauti condurranno esperimenti e cureranno la manutenzione

dell'astronave cinque giorni alla settimana, ma il week-end è sacro anche nello spazio. «Sono un po'

preoccupato per gli imprevisti, soprattutto psicologici», ha confidato l'astronauta-ingegnere che viene

dall'Italia, Diego Urbina, 27 anni. Per complicargli ulteriormente la vita e metterli alla prova, "da Terra"

simuleranno black-out, problemi tecnici ed emergenze mediche. Non si sa mai.

Non ci sarà solo Diego Urbina a rappresentare l'Italia. Il monitoraggio delle condizioni psicofisiche dei sei è

affidato al Centro Extreme di Pisa, ricercatori dell'Istituto di fisiologia clinica del Cnr, della Scuola superiore di

Sant'Anna e dell'Università di Pisa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Foto: Pionieri. Gli astronauti: l'italiano Diego Urbina è in basso a destra

04/06/2010 12Pag. Il Sole 24 Ore(tiratura:405061)

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PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 04/06/2010 12

Depressione, ne soffre una mamma su 10 Martedì prossimo, un evento in Sala Estense con Lella Costa per discutere il problema ANCHE A Ferrara, come nel resto d'Italia, la depressione colpisce prevalentemente le donne, donne che

vivono situazioni di stress, determinano spesso dal sovraccarico o dalla difficoltà di gestire i diversi ruoli di cui

sono investite. La depressione post partum colpisce circa il 12% delle neo-mamme della provincia estense.

Per conoscere da vicino il problema, martedì prossimo nella Sala Estense, a partire dalle 18, si terrà un

incontro dal titolo 'Chi ha paura della depressione? Come favorire i comportamenti che tutelano le donne dal

rischio di depressione'. La serata, che vedrà la partecipazione di numerosi esperti e il coinvolgimento

dell'attrice Lella Costa, è stata presentata ieri alla presenza di Edgardo Contato, direttore sanitario Ausl di

Ferrara, Chiara Sapigni, assessore alla Salute, Maria Caterina Sateriale, responsabile U.O. Piani per la

Salute, Chiara Benvenuti, direttore Dipartimento Cure Primarie Distretto Ovest, e Adello Vanni, direttore del

ipartimento Assistenziale Integrato Salute Mentale Dipendenze Patologiche. «L'incontro - ha spiegato Maria

Caterina Sateriale - vuole promuovere i comportamenti che tutelano le donne dai rischi della depressione. Nel

corso della serata sarà presentato un video per informare e diffondere conoscenze sulla depressione

femminile, attraverso le testimonianze di donne che hanno vissuto o vivono la depressione». Edgardo

Contato ha ricordato i dati recentemente diffusi dall'Istituto Superiore di Sanità: «In Italia e nella nostra

Regione è colpita da depressione una persona su 10, le donne in misura doppia rispetto agli uomini, l'età più

a rischio va da 35 a 49 anni». Sulla sinergia tra istituzioni è intervenuta Chiara Sapigni: «E' compito del

Comune, in particolare, far percepire la propria vicinanza alle persone che vivono una situazione di disagio

attraverso la rete dei servizi. Ferrara, per affrontare in modo sinergico il problema, ha partecipato a un tavolo

di lavoro trasversale coordinato dai piani per la salute a cui partecipa anche l'università». Per quanto riguarda

la depressione post partum, Chiara Benvenuti ha ricordato il progetto 'Ben arrivato piccolo mio', nato alla fine

del 2008, con il quale è stato realizzato un punto di ascolto per genitori con bambini al di sotto dell'anno di età

e che è stato pensato proprio per prevenire fenomeni di depressione, prestando assistenza e supporto a

famiglie che presentano vulnerabilità o fragilità psico-sociale. Le considerazioni finali sono starte affidate a

Adello Vanni che, commentando i recenti dati del Rapporto Osservasalute 2009, che rilevano un aumento del

424,5% nell'uso di antidepressivi dal 2000 al 2008 in Emilia-Romagna.

04/06/2010 13Pag. Il Resto del Carlino - Ferrara(tiratura:206221)

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PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 04/06/2010 13

PROGETTO DI ALFABETIZZAZIONE GIOVANI DONNE DI TUTTO IL MONDO PREMIATE ALLAPRESENZA DELLO PSICOLOGO BRUNER Mamme a scuola: «Ora capiamo e parliamo l'italiano» «NON PARLAVO con nessuno perché non riuscivo a dire niente. Avevo paura: dovevo sempre farmi

accompagnare da mio marito. Ora che ho frequentato "mamme a scuola" faccio più cose da sola». E' una

delle testimonianze di giovani madri straniere venuta ad abitare a Reggio da tutto il mondo: marocchine,

egiziane, ghanesi, cingalesi, tunisine, nigeriane, senegalesi, kosovare, indiane, cinesi, albanesi, dominicane,

indonesiane, bengalesi, filippine, ucraine, brasiliane, della Costa d'Avorio e del Burkina Faso. IN SALA

TRICOLORE, alla presenza del sindaco Graziano Delrio, dell'assessore all'Educazione Iuna Sassi e di

Jerome Bruner (foto a destra), psicologo di fama mondiale che a lungo si è occupato di educazione, la

consegna dell'attestato di partecipazione alle madri che hanno partecipato al progetto "Mamme a scuola".

Coinvolte oltre 120 mamme straniere, seguite da 22 volontarie, in un percorso di alfabetizzazione e di

conoscenza degli spazi e dei servizi, per accrescere la consapevolezza del contesto in cui vivono e metterle

in grado di seguire meglio i figli nell'iter scolastico. «Oggi facciamo un grande passo per costruire la nostra

comunità» ha detto il sindaco alle mamme e alle volontarie del progetto. MAMME a scuola è partito in via

sperimentale nel 2008. Offre una forte esperienza di inclusione delle mamme nel contesto cittadino e

scolastico. Il percorso è iniziato in novembre con due incontri settimanali nelle cinque sedi di villa Cougnet,

ludoteca "Il grillo parlante", scuole Leonardo da Vinci, Marconi e Morante. Un'altra testimonianza significativa

della validità di simili iniziative: «Mi piacerebbe conoscere donne italiane ma solo dopo aver imparato bene

l'italiano». Image: 20100604/foto/10830.jpg

04/06/2010 5Pag. Il Resto del Carlino - Reggio emilia(tiratura:206221)

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PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 04/06/2010 14

il fatto fl vicario apostolico di Anatolia è stato accoltellato a morte dal giovane che lo accompagnava nei suoispostamenti. Sembra che il 26enne soffrisse di crisi depressive male indagini per ora non escludono altrepiste II Nunzio Lucibello: nessuna spiegazione plausibile. Il vescovo di Smirne: l'ipotesi del matto è un luogocomune LA MORTE DEL PRESULE Assalto in casa Padovese ucciso senza movente Arrestato l'autista da anni alswfianco «Non e 'entra la religione, raptus di follia» FRANCESCA BERTOLDI DA ANKARA Era tornato alla residenza vicino al mare per riposare. In un quieto giardino a Iskenderun, nel

sud della Turchia, monsignor Luigi Padovese è morto, accoltellato da chi era considerato uno dei suoi

collaboratori più fedeli, trattato da sempre come un figlio. A uccidere il vicario apostolico di Anatolia e

presidente della Conferenza episcopale turca è stato infatti il suo autista personale, Murat Altun, di appena 26

anni, che da cinque anni accompagnava monsignor Padovese in tutti i suoi spostamenti, Italia compresa. Una

persona fidata, sicura, conosciuta da tutto lo staff del presule, che ieri è stato fermato dalla polizia. Ancora

incerto il movente dell'omicidio. Le autorità turche e la prefettura stanno facendo tutti i riscontri della

situazione. Rimangono aperte le diverse piste ma per il momento quella dell'omicidio a sfondo

politicoreligioso sarebbe la meno ipotizzabile, mentre sembra più probabile quella di un raptus di follia da

parte del giovane, che da qualche tempo pareva soffrire"di crisi depressive. Un'opinione condivisa anche dal

Nunzio Apostolico, monsignor Antonio Lucibello, che esclude «una relazione o analogia tra i precedenti fatti

di sangue accaduti in questo Paese», in particolare con l'assassinio di don Andrea Santoro avvenuto nel

febbraio del 2006 aTrebisonda. «Padre Santoro - spiega il nunzio apostolico - fu ucciso da un giovane per un

atto di fanatismo politico-religioso. In questo caso mi sento di escludere un simile gesto di fanatismo compiuto

da uno stretto collaboratore, che ha sempre dato l'impressione di essere una persona di fiducia. Tutto è

possibile, ma al momento non ci sono spiegazioni plausibili». Di «gesto di uno squilibrato» ha subito parlato il

governatore della regione di Hatay, Celalettin Lekesiz e la stessa assistente del vicario ha confermato il

precario stato di salute mentale del giovane autista. «Murat da almeno una quindicina di giorni soffriva di una

grave depressione, nell'ultimo periodo si vedeva spesso con monsignor Padovese che stava cercando di

aiutarlo a risollevarsi. Gli aveva anche chiesto di accompagnarlo a Cipro, ma l'autista si era rifiutato», ha

spiegato ieri suor Eleonora de Stefano, francescana delle missionarie dell'Immacolata Concezione, che ha

raccontato le ultime ore di vita del vicario apostolico all'agenzia missionaria Misna. Assistente personale e

segretaria di monsignor Padovese da ben 22 anni, suor Eleonora ha raccontato che monsignor Padovese se

ne è andato dal vicariato versoie 11.30 alla volta della casa al mare. «Muraf l'ha raggiunto più tardi. Doveva

pranzare con monsignor Padovese per parlare del prossimo viaggio a Cipro, dove ilvicario si sarebbe dovuto

recare per la visita del Papa. Alle 13, quando l'ho sentito per l'ultima volta, mi ha detto di annullare sia il

biglietto di Murat per Cipro sia il suo, visto che non si sentiva molto Dene», racconta ancora suor Eleonora.

Su quello che è accaduto dopo, per ora è buio completo, ma dal vicariato sembrano certi che i due uomini

fossero da soli a pranzo quando si è verificato l'omicidio. A non essere pienamente convinto della tesi della

follia è però l'arcivescovo di Smirne e predecessore dello stesso Padovese alla guida dei vescovi di Turchia,

monsignor Ruggero Franceschini: «La tesi del matto che uccide è un luogo comune che era già stato

utilizzato per don Andrea Santoro», ha sottolineato ieri. Monsignor Franceschini esclude il «movente politico»

dietro l'omicidio, ma non l'esistenza di «focolai fomentati anche dalla stampa. Anche la persona che ha

gettato una bomba molotov sulla nostra cattedrale di San Policarpo, qui a Smirne, è stato definito "un malato

mentale" - ha spiegato monsignor Franceschini -. E ci può essere sempre qualcuno che approfitta di difficoltà

psicologiche per spingere a fare queste cose». Da parte sua, il governo turco ha espresso «cordoglio»

attraverso un messaggio del ministro della Cultura Emigrili Gunay, definendo Padovese come «una persona

straordinaria che contribuiva al dialogo fra le religioni».

04/06/2010 3Pag. Avvenire - Ed. nazionale(diffusione:105812, tiratura:151233)

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PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 04/06/2010 15

L'INTERVISTA PARLA CLAUDIO MENCACCI, DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALEDEL «FATEBENEFRATELLI» L'allarme dello psichiatra: casi come questo sono in enorme aumento ROSSELLA MINOTTI di ROSSELLA MINOTTI - MILANO - UNA vera tragedia, l'ennesima, quella di via Moncucco. Claudio

Mencacci, direttore del Dipartimento di Salute Mentale del Fatebenefratelli, commenta con tristezza gli eventi:

«Ormai la questione degli omicidi-suicidi è all'ordine del giorno». Abbiamo dei dati? «Molto negativi: dal

Duemila a oggi in Italia abbiamo avuto circa 400 casi di omicidio-suicidio o tentato suicidio. E le assicuro che

sono tanti, probabilmente sono anche di più di quelli che sappiamo. Sta di fatto che la condizione di quando

c'è un familiare che soffre grave disturbo psichiatrico fa sì che nei momenti di riacutizzazione ci possano

essere momenti di aumentata aggressività». Cosa si può fare? «Per cercare di prevenire abbiamo alcuni

strumenti, in primo luogo garantire la continuità delle cure, far tutto quanto è possibile affinché la persona

possa avere le terapie in maniera continuativa, verificare che le assuma e addestrare in questo caso i

familiari anche a cercare di non esporsi a situazioni di pericolo. E quando si verificano situazioni di violenza

devono rivolgersi alle forze dell'ordine, come qualunque altro cittadino». I servizi sul territorio sono sufficienti?

«Purtroppo i disturbi psichici sono in enorme aumento, non solo a Milano ma in tutta Europa. E invece

purtroppo ancora ragioniamo come se la malattia mentale riguardasse piccoli numeri o patologie più gravi. In

realtà noi sappiamo che circa il 27% dei cittadini milanesi soffrirà di un disturbo psichico, e i servizi sul

territorio sono oberati di lavoro, perché oltre alle patologie consuete come la schizofrenia o i disturbi bipolari,

oggi sono presi d'assalto per vere altre emergenze: depressione, ansia, disturbi di personalità e molti altri che

nel passato non venivano neanche presi in considerazione». Servono più risorse? «La Regione in Lombardia

fa molto per la salute mentale, siamo all'avanguardia, ma da Roma devono dare un segnale, riconoscere i

disturbi psichici come una vera e propria emergenza quanto lo sono quelli cardiovascolari. Certo abbiamo

bisogno di più risorse, quel 5% che la Sanità dedica ai disturbi psichici dovrebbe avvicinarsi alla media

europea che è intorno al 7%».

04/06/2010 22Pag. Il Giorno - Milano(tiratura:107480)

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PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 04/06/2010 16

PARLA LORENZO COME È MIGLIORATO L'APPROCCIO ALLE GARE DEL LEADER DEL CAMPIONATO «L'importante è non cadere. Gli altri? Dietro» Il lavoro con uno psicologo gli evita pensieri negativi, così «anche questo diventa un GP come tutti gli altri. El'obbiettivo è finire il più avanti possibile» PAOLO IANIERI

d

SCARPERIA (Firenze) Non gli interessa che l'avversario si chiami Valentino Rossi, Casey Stoner o Daniel

Pedrosa: «Sia ben chiaro, io ho molto rispetto per Valentino, ma il mio rendimento non dipende da lui» dice

guardandoti fisso negli occhi Jorge Lorenzo.

Convinzione Con due vittorie di fila alle spalle («Sarei stupido se non avessi ancora più motivazioni») e il

ruolo di leader da difendere, il 23enne di Palma de Maiorca in questo inizio di Mondiale ha indossato come

mai prima la veste di anti-Valentino, anche se la cosa non gli piace. «Si parla troppo del duello Rossi-

Lorenzo. Non è così. Magari qui vedremo Stoner o Pedrosa velocissimi». E tiene il profilo basso quando lo

indicano come pilota da battere: «Non mi sento il più forte, ma non vedo l'ora di migliorarmi».

Crescita Frasi che sembrano slogan, ma che rispecchiano la mentalità dello spagnolo. «Da quando lo

conosco la sua è stata una crescita continua - dice il capotecnico Ramon Forcada -. Jorge fa un lavoro

importante sia in pista sia lontano dai GP: è più tranquillo, concentrato. I primi tempi se qualcosa andava

male si arrabbiava, ora ha capito che quello era solo tempo perso. E ha ancora margine di crescita. Punti

deboli? Sì, ne ha. Ma li affronta. Uno, per esempio, era la partenza e i primi giri poco aggressivi. Ci abbiamo

lavorato a Jerez ed è riuscito a superarlo: ha capito il lavoro tecnico da fare, come funziona, si è fidato. E a

Le Mans si è visto».

Psicologo Da anni Lorenzo lavora con uno psicologo per migliorare l'approccio alle gare. Con Marcus Hirsch,

oggi anche suo manager, dal 2002 cura la preparazione fisica. Nel passato si era avvicinato anche all'ipnosi

(«anche se non era proprio ipnosi» precisa), mentre lo scorso anno ha iniziato a collaborare con Pep Font,

psicologo dello sport che lavora al Car, centro di alta specializzazione di Barcellona che segue sportivi di alto

livello. È stato lui ad avvicinarlo alla sofrologia (dal greco sos = armonia e phrem = spirito), scienza che studia

le alterazioni degli stati di coscienza dell'uomo e ha come scopo il superamento del dolore e uno sviluppo più

armonioso di carattere e personalità: «Con la sofrologia abbiamo chiuso otto mesi fa - spiega Lorenzo, che

non ama parlare del percorso psicologico -. Ora faccio 10 minuti al giorno di rilassamento. Mi isolo da tutto e

da tutti: se devo preparare una gara, per esempio, mi stacco dal mio corpo, mi immagino di essere sospeso

sopra la pista, osservando tutto da una prospettiva diversa». Al Car Jorge si reca una volta al mese, con Font

che gli assegna i compiti per casa. «Jorge è concentrato su se stesso» dice Forcada. E Lorenzo svela quello

che considera il suo segreto: «È l'ambizione di migliorare, la passione in tutto quello che faccio. In spagnolo

si dice, chi cerca trova: se vuoi essere un campione, devi crederci».

Pressione Così, l'approccio al GP d'Italia non è da cuore in gola. «La pressione ce l'hai se hai pensieri

negativi. Sarebbe negativo se mi dicessi che non posso perdere questa gara, che è troppo importante per il

campionato. Ma se la vedo come opportunità per un buon risultato e un passo in avanti...». Così questa

diventa un GP come gli altri. L'obiettivo principale è non cadere e finire il più avanti possibile. Già riuscire a

ripetere il risultato di un anno fa (2° dietro Stoner e davanti Rossi; n.d.r.) per me sarebbe buono, non importa

se dietro o davanti a Valentino. Non mi interessa dove finirà lui. Ma sia chiaro che non ci metto la firma

adesso».

ha dettoJORGE Non sento la pressione. Chiaro che stare davanti nel Mondiale mi interessa, aumenta la mia fiducia,

ma da qui alla fine del campionato mancano ancora 15 gare

Foto: I NUMERI

04/06/2010 26Pag. La Gazzetta dello Sport - Ed. nazionale(tiratura:513197)

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PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 04/06/2010 17

Foto: 1

Foto: Jorge Lorenzo ha ottenuto un solo successo al Mugello, nel 2006 in 250. In MotoGP è caduto nel 2008

ed è arrivato 2° nel 2009

Foto: 2

Foto: I trionfi di quest'anno su tre gare. Lo spagnolo ha vinto in Spagna e Francia ed ha chiuso al 2° posto in

Qatar

Foto: Jorge Lorenzo, 23 anni, è alla terza stagione in MotoGP sempre con la Yamaha IPP-OMEGA

04/06/2010 26Pag. La Gazzetta dello Sport - Ed. nazionale(tiratura:513197)

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PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 04/06/2010 18

DAL MONDO "È STATA UNA CARNEFICINA" IL RACCONTO DEL BLITZ ANTI-PACE Oggi manifestazione per Gaza. Anche il Vaticano si schiera "Sembrava di essere in una scena di Apocalypsenow". Dubbi sul numero delle vittime Roberta Zunini I pacifisti italiani sono tutti a casa. Salvi e anche sani. Gli schiaffi e le botte che hanno preso durante l'assalto

alla flottilla e poi in aeroporto prima di partire per l'Italia non sono nulla se comparati alle violenze che hanno

dovuto subire coloro che si trovavano sulla Marmara. Alcuni di loro sembrerebbero ancora dispersi, altri,

ricoverati in qualche ospedale israeliano, feriti così gravemente da essere in pericolo di vita. Mentre a

Istanbul si celebravano i funerali dei 9 attivisti uccisi, al grido di "Morte a Israele" e " Allah U'akbar ", anche

Manolo Lupicchini, saliva sull'aereo di Stato assieme al sottosegretario Stefania Craxi. Il regista romano,

attivista per i diritti umani dei palestinesi è stato infatti l'ultimo a venire rilasciato. Aveva discusso

animatamente con le forze di sicurezza aeroportuali israeliane ed era stato nuovamente schiaffeggiato e

bloccato per alcune ore. Tutti gli altri erano arrivati già nelle prime ore del pomeriggio, visibilmente provati e

incazzati. "Non ne voglio più sapere di tornare in Israele - ha detto il più giovane Manuel Zani - quello che ho

visto però non lo dimenticherò, sembrava di essere in 'Ap o c a ly p s e n ow '. I militari avevano tutti il

passamontagna, armati fino ai denti, ci hanno assaliti con violenza". Angela Lano, ha sottolineato anche la

crudeltà psicologica dei carcerieri. In carcere non solo non ha avuto diritto a sentire un legale. Atterrato a

Roma, Lupicchini ha fatto dichiarazioni shock: "I miei compagni mi hanno detto che hanno contato 19 morti e

che i soldati israeliani che hanno assaltato la nave su cui mi trovavo, la 8000, hanno preso in ostaggio per

ore, minacciandolo con le armi, un bimbo di 13 mesi, figlio del capo macchina". L'hanno fatto per convincere il

comandante della nave (greca, ndr ) a cambiare rotta e andare verso il porto di Ashdod. Un'infermiera mi ha

detto che all'interno di un bagno della nave c'era più di un morto, e tutti avevano un colpo alla nuca". A sentire

Luppichini dunque si è trattato di un bagno di sangue, una vera carneficina, con più morti di quelli ammessi

finora dalle fonti militari israeliane. Ma soprattutto si tratterebbe di dichiarazioni sommarie, non di

combattimenti, seppur ad armi impari. La giornalista torinese Angela Lano invece ha dichiarato che ripartirà

presto con un'altra flottiglia che altri attivisti stanno preparando. "Non intendiamo lasciare i civili innocenti che

vivono a Gaza in quel carcere a cielo aperto, senza medicine, in condizioni di miseria materiale e psicologica

". Tutti gli italiani vogliono tornare perché non vogliono che il sacrificio dei loro compagni sia invano. Anche la

Santa Sede si è espressa contro l'assedio israeliano a Gaza e ha auspicato la fine dell'embargo nei confronti

di civili che non hanno commesso alcun reato. Anche gli altri attivisti stranieri che si trovavano sulla flottilla, al

loro arrivo hanno dichiarato che non intendono fermarsi in questa lotta contro la brutalità dell'assedio e la

mancanza di pietà da parte dei militari israeliani. Oggi pomeriggio alle 17, in varie città del nostro Paese si

terranno manifestazioni di protesta "c o n t ro il massacro degli attivisti ma anche contro l'assedio di Gaza -

dice Claudia della Rete romana di solidarietà per la Palestina -. La più importante si tiene nella vie del centro

di Roma. "Protestiamo anche contro la palese sudditanza del nostro Governo nei confronti di I s ra e l e ".

Anche il vice presidente della Knesset, il Parlamento israeliano ieri ha detto che è arrivato il momento di

rivedere l'assedio a Gaza.

Foto: L'arrivo a Roma degli attivisti italiani liberati in Israele

Foto: Te s t i m o n e

Foto: Manolo Luppichini, uno dei 6 attivisti italiani che erano sulla nave turca assaltata dai marines i s ra e l i

an i

04/06/2010 13Pag. Il Fatto Quotidiano - Ed. nazionale(tiratura:100000)

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PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 04/06/2010 19

A DOMANDA RISPONDO BRUNETTA , VUOTO A RENDERE Furio Colombo So che all'autocelebrato ministro del niente Renato Brunetta ha già dedicato risposte a molte lettere. Ma il

caso è grandioso. Per mesi e mesi il ministro Brunetta è stato di volta in volta elogiato, apprezzato, lodato,

applaudito, celebrato, per la sua dinamica infaticabile opera. Mai nessuno ha verificato ma tutti sono stati al

gioco. Adesso con un solo click sul suo potente computer, l'a l t ro ministro prodigio, Tremonti, gli ha

cancellato tutto. Commenti? Giancarlo IL CASO Brunetta è destinato, io credo, a diventare materia di studio

nei dipartimenti di psicologia, di comunicazione e di organizzazione aziendale. La psicologia dovrà dirci come

una possente autostima a senso unico possa travolgere ogni ragionevole e persino amichevole obiezione e

diventare non solo il verbo di una predicazione (adesso li sistemo io i fannulloni!) ma anche la motivazione di

una celebrazione (i fannulloni li ho sistemati io!) fra due ali di folla (ai party, alle feste, alle presentazioni di

libri, ai talk-show) senza una voce per avvertire "badate che non è successo nulla". Nelle scuole di

giornalismo basterà, per provare un clamoroso caso di malainformazione, rilegare insieme in volumetti di

lavoro, tutte le pagine e le trascrizioni di eventi radiofonici e televisivi dedicati al ministro della Funzione

pubblica. Il volume sarà pesante, il susseguirsi di notizie e commenti fitto, il periodo non inferiore a un anno.

Agli studenti di giornalismo sarà affidata la verifica fra notizie su Brunetta (o di Brunetta) e fatti realmente

accaduti. Il risultato sarà, in se, documento di un'epoca vuota. Il corso di organizzazione aziendale

esaminerà, nella vera vita aziendale, il rapporto fra teoria e fatti. In teoria il nostro eroe stana dal loro

nascondiglio coloro che non lavorano dentro una fitta e articolata organizzazione di capi e sottocapi. In

pratica la fitta barriera di capi e sottocapi o accetta la responsabilità di avere creato il fannullone o lo

nasconde come ha sempre fatto (se no il fannullone non esisterebbe). Ma, come si è detto, un click sul

computer di Tremonti ha cancellato tutto. Tagli uguali per tutti, buoni e cattivi, gentili e villani, presenti e

assenti. È come dare una medaglia ai più furbi, i fannulloni e i fannulloni dipendenti. Ed esonerare Brunetta

dal suo lavoro, che, per sua fortuna, lui non ha mai fatto.

04/06/2010 19Pag. Il Fatto Quotidiano - Ed. nazionale(tiratura:100000)

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PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 04/06/2010 20

RIFORMA DELLE PROFESSIONI

4 articoli

STANGATE E PROPAGANDA POLITICA I sacrifici (necessari) dei manager MASSIMO MUCCHETTI Il governo cerca di rendere socialmente equa la stangata sul pubblico impiego con due misure: a) meno

rimborsi elettorali ai partiti e retribuzioni più contenute ai parlamentari; b) un'addizionale del 10% su bonus e

stock option dei manager finanziari. Non pagano soltanto i soliti, è il messaggio: questa volta tocca pure a

politici e banchieri, i responsabili della crisi. Sfortunatamente, trattasi di mera propaganda.

Dal taglietto ai rimborsi elettorali, che proseguono per i 5 anni della legislatura anche se ci fossero elezioni

anticipate, si ricaveranno pochi milioni. Per deputati e senatori le Camere, organi costituzionali, decideranno

con comodo entro l'anno. Come? Lo scetticismo è d'obbligo sol che si guardi al compenso dei portaborse:

nella Prima repubblica, questi 4 mila euro al mese venivano assegnati previa ricevuta del beneficiario che,

fosse pure la moglie prestanome del deputato amico, così emergeva davanti a fisco e Inps; con la Seconda

repubblica, la ricevuta sparisce e il parlamentare può girare al partito l'altrui paghetta o tenersela in nero.

Retribuire degnamente il parlamentare è un obbligo della democrazia. Diversamente, avremmo solo ricchi,

corrotti, incompetenti o servi. Ma la dignità sta anche nella ragionevolezza del compenso che per un servitore

della comunità non può e non deve essere competitivo con quello professionale, e nella trasparenza

dell'erogazione.

Dubbi ancor più radicali vengono suggeriti dal prelievo sui manager in base all'articolo 33, numero di vago

sapore massonico, del decreto legge. Secondo il G20, si legge, bonus e stock option possono distorcere

l'economia. Ecco dunque un'aliquota addizionale del 10% sulla parte variabile delle retribuzioni che superi il

triplo della parte fissa. Si dà il caso, però, che questo non accada più dal 2007: da quando la Banca d'Italia

esortò le banche a contenere la componente speculativa dei compensi. E oggi i banchieri sono ben felici di

rafforzare il fisso. Il decreto azzoppa un cavallo morto.

Il richiamo al G20, tuttavia, manda echi riformisti. Vogliamo crederci? Allora, diamo alla Banca d'Italia non

solo il potere di revoca dei banchieri scorretti o faciloni, appena rivendicato dal governatore Mario Draghi, ma

anche quello di sindacarne più in profondità le paghe, visto che i manager usano tenersi bordone l'un l'altro.

Perché Bill Gates vola in economy e i top manager nostrani sembrano dame della sinistra al caviale, liberté,

egalité, avion privé? E poiché la finanza non è solo banca, sarebbe logico estendere i nuovi poteri all'Isvap,

l'Autorità di vigilanza sulle assicurazioni, settore nel quale bonus e benefit sono stati materia di polemiche, a

partire dalle Generali.

Al di là dell'incerta efficacia riformista, l'articolo 33 appare discutibile sotto il profilo dell'equità sociale. Perché

colpire un banchiere e non un manager industriale con una retribuzione analoga? E perché trascurare

l'imprenditore o l'azionista di riferimento che esalti il rendimento a breve termine del capitale ricorrendo alla

leva finanziaria nella stessa, esagerata e pericolosa misura del più arrembante private equity? Nei giorni

scorsi, il gerente del fondo infrastrutturale F2i si è autoridotto del 10% il compenso. E' il segno, assieme al

versamento di quote dei premi a beneficenza da parte di altri manager e banchieri, di una civile condivisione

del destino di un Paese. Se, come dice il ministro Tremonti, siamo a un tornante della storia, chi più ha si

dovrebbe chiedere se non gli corra l'obbligo morale di dare un esempio tangibile, oltre a predicare contro la

politica e gli statali: lo stesso obbligo che induce Warren Buffet a difendere la tassa di successione negli Usa.

Il medico ospedaliero che ti salva la vita subisce un prelievo del 5-10% sull'imponibile oltre i 90 mila euro.

Idem il magistrato, che talvolta rischia la vita. Hanno, costoro, il diritto politico di trovarsi a fianco, nel

salvataggio dei conti pubblici, anche l'assicuratore che vive di Rc Auto, il banchiere che impiomba i Comuni di

derivati e finanzia gli speculatori immobiliari, il grande professionista che stacca parcelle milionarie o il

fortunato che ha ereditato 100 appartamenti e vive di affitti?

04/06/2010 44Pag. Corriere della Sera - Ed. nazionale(diffusione:619980, tiratura:779916)

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RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 04/06/2010 22

Confindustria, Abi, Ania, ordini professionali potrebbero chiedere al governo di istituire un fondo al quale

volontariamente versare un'addizionale per lo stesso tempo della vacanza contrattuale forzosa degli

insegnanti dei figli dei loro associati. Ma siccome è più facile parlare di corporate social responsability che

mettere mano al portafoglio, sarebbe più pratico se il governo incoraggiasse l'establishment alla generosità

estendendo l'addizionale a tutti i redditi oltre una certa soglia. Secondo i calcoli di Simone Pellegrino,

dell'Università di Torino, il 10% sui 77 mila redditi eccedenti un imponibile di 200 mila euro, darebbe un gettito

di 1,1 miliardi l'anno, il 9% della manovra. Qualcosa in più del marketing politico.

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04/06/2010 44Pag. Corriere della Sera - Ed. nazionale(diffusione:619980, tiratura:779916)

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RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 04/06/2010 23

La manovra LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Compensi zero anche per i cda delle società L'Economia: la stretta va applicata a tutti gli enti - Colpiti gli incarichi in corso al 31 maggio Gianni Trovati

MILANO

L'austerità imposta dalla manovra è un'onda di piena, che supera anche gli argini della pubblica

amministrazione.

A spingerla ai vertici di enti e società anche private è soprattutto la norma sul «compenso zero» negli organi

collegiali, che rende «onorifiche» (cioè senza stipendio, con la possibilità residuale di un gettone da 30 euro)

le cariche nei consigli di amministrazione, collegi sindacali, organi di revisione negli «enti» che a vario titolo

ricevono contributi «a carico delle finanze pubbliche» (si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri).

Fra gli enti nel mirino - come confermato ieri dal ministero dell'Economia - ci sono anche le società, private o

pubbliche che siano: il discrimine non è il modello adottato (societario, associativo o altro), ma il fatto di

pesare in modo più o meno marcato sui conti pubblici.

I nomi degli interessati dalla stretta, entrata in vigore il 31 maggio, potrebbero essere migliaia: dalle ferrovie

alla Rai (titolare della convenzione per il servizio pubblico), fino alle società aiutate dalle finanziarie regionali,

sono molti gli organi collegiali a rischio-stipendi. Difficile, per ora, stabilire con precisione chi è colpito e chi si

salva; si è però facili profeti se si prevede che l'ampiezza del raggio d'azione della nuova regola alimenterà il

dibattito parlamentare, le polemiche dei diretti interessati e un'intensa attività interpretativa. Senza dubbio al

sicuro sono solo ministeri, agenzie, previdenza e assistenza nazionale, sanità, università e camere di

commercio.

Nella rete dell'azzera-stipendi sembrano destinate a finire anche molte società pubbliche: quelle che grazie

ai loro dividendi sono impegnate a dare più che a ricevere contributi ai conti pubblici possono considerarsi in

salvo, ma per molte delle altre è il momento della stretta. La manovra, per esempio, fissa il divieto generale

per le pubbliche amministrazioni di ripianare i conti delle partecipate ma apre ad alcune deroghe, per

esempio quando il capitale sociale scende sotto i livelli di guardia (fissati dall'articolo 2447 del Codice civile).

Gli amministratori che navigano in cattive acque potranno chiedere aiuto ai soci pubblici, ma potrebbero poi

doversi rassegnare a sedere gratis in consiglio. Un assegno più o meno corposo da parte di un ente pubblico

cancella i compensi nelle fondazioni e nelle associazioni, fra cui ci sono molte delle realtà culturali tagliate

dall'elenco poi espunto dal decreto in accordo con il Quirinale. Molte di queste realtà, insomma, hanno

scampato per un pelo lo stop ai fondi pubblici, ma se vorranno continuare a riceverli dovranno rinunciare ai

compensi per gli organi di vertice.

Gli sguardi preoccupati sulle norme taglia-compensi dominano anche i piani alti dei ministeri. In questo caso

l'ansia nasce due commi dopo rispetto all'azzera-stipendi, dove si legge che gli incarichi dei dipendenti

pubblici negli enti vigilati, partecipati o finanziati dallo stato si intendono svolti «nell'interesse

dell'amministrazione di appartenenza», a cui vengono girati i compensi prima destinati all'incaricato. Questi

soldi finiranno nei fondi per gli stipendi accessori, colpiti però dal congelamento delle buste paga previsto dal

2011.

La tagliola scatta anche sugli incarichi in corso, e colpisce i dirigenti ministeriali che siedono nei cda e nei

collegi sindacali e di revisione degli enti non economici (dall'Istat all'Aci dall'Inps alle altre sigle della galassia

pubblica) e di università, scuole, casse e ordini professionali. Negli uffici degli interessati si sente già parlare

di dimissioni e di fuga, soprattutto per il fatto che la forbice azzera i compensi ma non le responsabilità, anche

patrimoniali, di chi firma o verifica bilanci anche da centinaia di milioni di euro.

[email protected]

© RIPRODUZIONE RISERVATA L'ANTICIPAZIONE Sul Sole 24 Ore di ieri sono state passate in rassegna

le norme taglia-compensi per gli organi collegiali degli enti che ricevono finanziamenti pubblici, per i consigli

04/06/2010 4Pag. Il Sole 24 Ore(tiratura:405061)

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RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 04/06/2010 24

di amministrazione delle società partecipate e per gli incarichi affidati a titolari di cariche elettive o dipendenti

pubblici. In particolare, è stata prospettata l'ipotesi che l'azzera-stipendi si applicasse anche alle società,

come confermato ora anche dall'Economia

La platea e la norma

L'AMBITO DI APPLICAZIONE

Le realtà che devono azzerare i compensi agli organi collegiali se ricevono contributi pubblici:

Società pubbliche o private

Fondazioni

Associazioni

Enti non profit

LE SANZIONI

Enti pubblici: responsabilità

erariale e nullità degli atti

Enti privati: blocco dei contributi

pubblici diretti o indiretti

(tranne il 5 per mille)

Gli altri «compensi zero»

Incarichi a titolari di cariche elettive

Incarichi a dipendenti pubblici negli enti partecipati, vigilati o finanziati

04/06/2010 4Pag. Il Sole 24 Ore(tiratura:405061)

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RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 04/06/2010 25

03/06/2010 Come può avvenire che una persona senza laurea possa lavorare con profitto anche in ospedale, per anni?

«Ogni tanto capita. Nessuno ha conoscenza precisa del fenomeno, gli Ordini sono nati proprio per il

controllo. - sottolinea Maurizio Benato, Ordine dei Medici - É probabile che nelle more amministrative l'Ordine

non venga neppure consultato. In tutti i casi che ho valutato ci siamo accorti che l'Ordine non era mai stato

coinvolto».

Qual è la procedura, ad esempio di un ente pubblico, quando deve assumere un medico? «Chiede all'interessato il certificato di iscrizione all'Ordine. E' però probabile che non vengano neppure

richiesti, oppure che il medico faccia un'autocertificazione e che prima che l'Ente chieda a noi l'autorizzazione

passi del tempo».

Cosa accade a chi viene smascherato?«Non molto. Deve rispondere di abuso di professione, reato che non prevede una condanna severa. L'Ordine

di Padova, ad esempio, si presenta parte civile e lo fa a tappeto. Sia per chi fa l'odontoiatra e non lo è, sia per

i cinesi che esercitano senza laurea. Si vuole tutelare l'immagine del medico e anche il ruolo a cui il medico è

deputato».

Come è possibile che una persona che mai ha studiato medicina sia poi giudicata dai pazientibravissima?«É difficile che si riesca a valutare la bravura del medico. E' evidente che in una pratica come la medicina che

è fatta di conoscenze, comunicazione ed empatia, anche se il presunto medico è deficitario di conoscenza, il

risultato per l'utente possa apparire lo stesso buono».

É complesso controllare?«Abbiamo altri problemi. Ci sono figure che entrano nel processo curativo, ma non diagnostico. Ad esempio

un fisiokinesiterapista pratica la fisioterapia, ma non può fare diagnosi. Molte volte la fanno. Questi aspetti

richiederanno una serie di passaggi anche legislativi, come la costituzione degli Ordini professionali per

queste figure». (D. B.)© riproduzione riservata

03/06/2010 13Pag. Il Gazzettino - Ed. nazionale(tiratura:114104)

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RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 04/06/2010 26

ISTITUTI DI CREDITO SEGNALI DI RIPRESA DALLA MECCANICA DI PRECISIONE E DAL COMPARTODELLA MODA E TESSILE Con il rating evoluto grandi banche più vicine «Si rivede una crescita degli investimenti produttivi, ora si può parlare di uscita dalla crisi» Mariarosaria Marchesano Il gruppo Unicredit è uno dei due unici istituti di credito italiani (l'altro è Montepaschi ) che è stato autorizzato

dalla Banca d'Italia all'utilizzo di un rating evoluto per l'erogazione dei prestiti alle imprese come previsto dal

protocollo di Basilea. Si tratta un sistema di monitoraggio sulla solvibilità delle singole imprese-clienti, in

pratica i soldi vengono concessi sulla base di una sorta di pagella con votazioni assegnate al bilancio (criteri

quantitativi) ma anche al marchio, ai brevetti, alla formazione dei dipendenti, al comparto di riferimento (criteri

qualitativi). Eccetto i già citati sistemi di monitoraggio avanzati, tutti gli altri istituti utilizzano dei modelli

standard, altrettanto validi, ma che obbligano la banca a maggiori accantonamenti a causa del più elevato

rischio assunto rispetto a chi utilizza una tipologia di rating avanzata. Tutto questo che cosa vuol dire? Che

una struttura come Unicredit Banca, che vede tra i suoi principali obiettivi il sostegno delle pmi, è stata in

grado di incrementare le erogazioni grazie alla disponibilità di provvista: al 30 aprile 2010 sono stati erogati

nella regione lombarda finanziamenti per 1,2 miliardi, poco meno della metà di quanto erogato in tutto il 2009

(circa 3 miliardi). «È il segnale che qualcosa si sta muovendo», spiega Rodolfo Ortolani, direttore generale di

Unicredit Banca, «la Lombardia sta reagendo meglio di altre regioni alla crisi, gli imprenditori si stanno

rimboccando le maniche e finalmente si vede una crescita degli investimenti produttivi». Ortolani sottolinea il

clima di collaborazione che, dopo un periodo molto difficile a cavallo tra fine 2008 e i primi mesi del 2009, si è

creato con le associazioni degli industriali e i confidi con i quali sono stati avviati tavoli di lavoro per affrontare

le emergenze. Grazie a questo clima è decollato lo scorso settembre anche il progetto Sos Impresa-Italia,

una sorta di intervento di pronto soccorso grazie al quale sono state aiutate a uscire dalla crisi oltre 3.200

imprese nella sola Lombardia. A rimettersi in pista più velocemente sono le realtà che operano nella

meccanica di precisione, nella produzione di energia solare e fotovoltaica e, per certi aspetti, il comparto della

moda e del tessile che ha ripreso le esportazioni verso i Paesi emergenti. Tra i settori che, al contrario,

soffrono di più c'è l'edile-immobiliare: «Quello delle costruzioni, che ha conosciuto uno sviluppo straordinario

negli anni passati, ha contribuito per almeno due punti percentuali all'aumento del pil in Italia, ma ora si trova

in difficoltà: chi ha già portato a termine i lavori e ha già in atto accordi di commercializzazione, è più

avvantaggiato anche nei confronti della banca. Ma per le imprese che hanno ancora i lavori in corso e senza

prospettive di vendita, occorre intervenire con sospensioni e allungamento dei piani di preammortamento»

continua Ortolani, il quale, comunque, sottolinea la grande eterogeneità del tessuto produttivo della

Lombardia, «fattore che si è rivelato un grande vantaggio competitivo della regione». La scommessa per il

futuro, secondo il direttore generale di Unicredit Banca, è ora rappresentato dalle esportazioni nei Paesi del

centro e dell'Est europeo, come Polonia, Russia e Turchia, che stanno conoscendo ritmi di crescita superiori

di tre o quattro volte quello dell'Italia. Ma, tornando al rating, come fanno le imprese a cogliere opportunità di

sviluppo se la realizzazione dei loro progetti dipende da una griglia di valutazione applicata in maniera rigida

dalla banca? «Il problema è che il rating viene percepito come uno strumento dannoso per il credito e non è

proprio così», prosegue Ortolani. «Posto che le banche sono tenute al rispetto di vincoli patrimoniali stringenti

dettati dalle norme di Basilea, esistono modalità di valutazione dell'impresa che non si limitano all'esame

della sua contabilità, ma tengono conto anche, per esempio, dell'andamento generale dei suoi movimenti sul

conto corrente. E può capitare tranquillamente di finanziare un'azienda che, pur avendo i conti in rosso, si

dimostra trasparente e puntuale nella sua relazione quotidiana con la banca». Il riferimento è a tutti quegli

sconfinamenti che spesso non vengono comunicati in tempo utile alla filiale e che se reiterati nel tempo

vengono considerati come un comportamento poco virtuoso per un'impresa. Su questo fronte l'approccio di

diversi istituti è diventato più elastico negli ultimi tempi, rispetto per esempio ai primi mesi del 2009 quando i

04/06/2010 79Pag. Il Mondo - N.24 - 11 maggio 2010 - dossier lombardia(diffusione:79889, tiratura:123250)

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RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 04/06/2010 27

cordoni del credito erano molto serrati. In diversi casi si tollera l'utilizzo dello scoperto anche oltre i limiti

consentiti. Ma, secondo Ortolani, talvolta questo può essere rischioso per l'impresa. Può accadere che

magari viene trasferito il direttore di una filiale oppure la banca in questione subisce un'ispezione, insomma

l'aria cambia e all'improvviso l'imprenditore si ritrova a gambe all'aria. «Molto meglio, dunque, se l'impresa

può fare affidamento su un sistema di regole oggettivo e collaudato come il rating. L'unico vero limite di

questo sistema è rappresentato dalla diversa interpretazione che i vari Paesi europei possono dare a questo

strumento, poiché si pone un serio problema di competitività tra i sistemi economici. Chi ha in mano il

governo delle politiche comunitarie dovrebbe fare in modo che le regole siano uguali per tutti». Mariarosaria

Marchesano 1.241 1.105 Aziende supportate Aziende accompagnate N.ro Esposizione 1559 269 milioni (dati

all'8 maggio 2010) 2009 2010 (DATI AL 30 APRILE) VOLUMI N.RO PRATICHE VOLUMI N.RO PRATICHE

AZIENDE CLIENTI UNICREDIT CHE HANNO ADERITO ALLA MORATORIA PMI LOMBARDE CHE HANNO

ADERITO A SOS IMPRESA ITALIA - UNICREDIT GROUP Medio lungo termine 1.134,60 6.556 447,10

2.474 Breve termine 1.828,00 16.283 710,20 8.000 Totale 2.962,60 22.839 1.157,30 10.477 EROGAZIONI

ALLE PMI LOMBARDE - UNICREDIT GROUPQUATTRO REGIONI LEADER IN EUROPA Lombardia

9.791,3 0,5 251.254,7 0,8 Rodano-Alpi 6.143,3 1,0 159.066,0 1,0 Baden Württemberg 10.747,9 0,5

307.110,2 2,4 Catalogna 7.295,7 1,0 235.318,2 7,0 L'andamento delle regioni più industrializzate d'Europa

REGIONI POPOL AZIONE VAR. % PIL VAR. % 2009 2009 2009 1990-2009RECUPERO PIÙ

CONSISTENTE

REGIONI 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Lombardia -5,3 1,3 1,4 1,8 1,5 1,8 Nord Ovest -5,1 1,1 1,2 1,7

1,3 1,7 Nord Est -5,0 1,0 1,1 1,6 1,3 1,7 Centro -4,5 0,6 0,9 1,5 1,2 1,5 Mezzogiorno -5,5 0,2 0,5 1,1 0,8 1,2

Italia -5,0 0,8 1,0 1,5 1,2 1,5 Le previsioni del pil regionale a confronto con l'andamento dell'ItaliaUN

FATTURATO CON IL SEGNO PIÙ

INDUSTRIA 1° TRIM. 2010 ARTIGIANATO 1° TRIM. 2010 Produzione +3,1 +0,7 Ordini interni +4,6 -0,2

Ordini esteri +2,9 +0,2 Fatturato +4,9 -2,6 Quota fatturato estero 36,6% 5,4% Prezzi materie prime +3,3 +3,1

Prezzi prodotti finiti +0,5 -0,3 L'economia lombarda in cifre

Foto: Rodolfo Ortolani

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RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 04/06/2010 28

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTIPUBBLICI

14 articoli

Conti e sviluppo LA PREVIDENZA Ue: subito la parità per le statali Adeguamento dell'età pensionabile entro il 2012, pena il deferimento alla Corte Davide Colombo

ROMA

Il governo deve riaprire il dossier pensioni. E decidere in tempi velocissimi, due mesi al massimo, per evitare

di incappare in un nuovo deferimento alla Corte di giustizia europea e nelle sanzioni previste per gli stati che

non rispettano le sue sentenze.

Il nodo da sciogliere è quello dell'età per il pensionamento di vecchiaia delle dipendenti statali, in via di

allineamento a quello degli uomini (65 anni) con un sistema di innalzamento graduale che è scattato a

gennaio per arrivare a regime tra otto anni. Dal 2010 l'età minima necessaria per l'assegno di vecchiaia è

salita da 60 a 61, e di un altro anno dovrà aumentare ogni 24 mesi fino al 2018. Una transizione troppo lunga,

secondo l'Ue, che chiede un allineamento entro il 2012. E che comunque non risolve l'aspetto discriminatorio

indicato dai giudici del Lussemburgo nella sentenza del 13 novembre 2008. Paradossalmente, da qui al 2018,

bisognerebbe garantire anche agli uomini la possibilità di beneficiare del requisito ridotto delle colleghe donne

per assicurare fino in fondo la parità di trattamento richiesto nelle pensioni dei funzionari pubblici, considerate

dai giudici europei alla stregua di retribuzioni differite nell'ambito di un regime professionale particolare e,

quindi, una cosa diversa dalle pensioni regolate nel settore privato, dove per le donne la vecchiaia continua a

valere dai 60 anni.

Della questione si discuterà giovedì prossimo in consiglio dei ministri ha assicurato ieri il ministro della

Pubblica amministrazione e l'innovazione, Renato Brunetta. «Questo nuovo monito nulla ha a che fare con la

manovra correttiva - ha precisato ieri il ministro -. Noi avevamo già saputo che il nostro sistema di

perequazione non era stato considerato sufficiente dalla Commissione e ora torneremo a discuterne in piena

collegialità già dal prossimo consiglio dei ministri con tutta la delicatezza del caso». In attesa di capire quale

soluzione verrà adottata, Brunetta ha indicato la possibilità di introdurre la nuova norma correttiva, come

emendamento del governo, nel decreto appena inviato al Senato: «Quello è il veicolo che abbiamo a

disposizione» ha detto il ministro, in linea con le dichiarazioni fatte dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni, a

Lussemburgo, che ha parlato di «ingiunzione cui è difficile non dare corso». Un'accelerazione del

meccanismo di aumento dell'età di pensionamento delle statali era stata in effetti introdotta nella versione del

decreto circolato prima dell'approvazione di martedì scorso: l'ipotesi era di arrivare all'allineamento a 65 anni

entro il 2016. Poi però la norma è stata stralciata.

Già quest'anno, secondo stime Inpdap, con il meccanismo previsto dalla legge 102/09 il diritto il

pensionamento di vecchiaia slitta per 3.500 dipendenti pubbliche, che dovranno compiere 61 anni prima di

lasciare il lavoro. Una platea che sale a oltre 254mila lavoratrici interessate dagli «scalini» previsti nella fase

di transizione fino al 2018; donne che per oltre due terzi lavorano nel settore scolastico. L'adeguamento,

secondo il governo, avrebbe anche un effetto rilevante sulla spesa previdenziale che verrebbe ridotta, a

regime, di 2,5 miliardi.

Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, in missione in Cina, ha già fissato un incontro con il commissario Ue

Viviane Reding lunedì prossimo a Lussemburgo, dove parteciperà alla riunione dei ministri del Lavoro:

«Cercherò di agire al meglio per una soluzione che sia definitiva» ha detto Sacconi.

Compatta la reazione dei sindacati: Cisl e Uil hanno chiesto chiarimenti immediati al governo escludendo che

«siano le lavoratrici del settore pubblico a dover pagare», mentre per Rossana Dettori (Fp Cgil) è

quantomeno paradossale «che in un paese che negli ultimi due anni ha collezionato oltre 150 procedure

d'infrazione dall'Ue, di cui oltre 60 in corso, proprio quella sull'età di pensionamento delle donne nella

pubblica amministrazione desti tanta preoccupazione».

04/06/2010 3Pag. Il Sole 24 Ore(tiratura:405061)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 04/06/2010 30

© RIPRODUZIONE RISERVATA COME CAMBIANO LE PENSIONI Sul sito del Sole 24 Ore tutte le risposte

degli esperti ai quesiti inviati nel corso del Forum online sulle pensioni

www.ilsole24ore.com/pensioni

Parola agli esperti Lunedì prossimo, sulle pagine del Sole 24 Ore, una nuova selezione dei chiarimenti forniti

nel corso del Forum

04/06/2010 3Pag. Il Sole 24 Ore(tiratura:405061)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 04/06/2010 31

NOVITÀ PRESENTATO IERI IL NUOVO SISTEMA PER CONCORRERE AI BANDI PUBBLICI. OGNIOPERAZIONE DELL'ASTA SARÀ VIRTUALE Gare d'appalto on line, il nuovo sistema ridurrà le spese fino al 90% «MENO BUROCRAZIA, meno costi e più trasparenza». Si può riassumere in questo slogan del sindaco

Graziano Delrio il progetto dell'amministrazione, «GareSenzaCarta» che permetterà alle aziende di

partecipare alle gare pubbliche utilizzando un sistema telematico. «Un sistema - afferma l'assessore

all'Innovazione e allo Sviluppo economico Graziano Grasselli - che ridurrà dell'80% i tempi per le pratiche

amministrative e del 90% i costi e gli sprechi di carta». L'iniziativa, che partirà a ottobre, è stata presentata ieri

in Comune alla presenza del sindaco Delrio, dell'assessore Grasselli e di Enrica Montanari, responsabile

unità operativa «Appalti e contratti» del Comune. Da ottobre, dunque, si partirà con questo sistema che sarà

obbligatorio, in una prima fase, solo per le gare a procedura negoziata (a invito da parte del Comune), con un

importo tra i 150 e i 500mila euro. Tuttavia l'amministrazione ha annunciato ieri che intende estendere la

procedura, dopo una prima fase di sperimentazione, anche a tutte le altre gare. IL RISPARMIO potrebbe

essere notevole se si considera che la gestione delle procedure di appalto per lavori pubblici del Comune ha

coinvolto, nel 2009, ben 571 aziende. Il servizio consentirà di consegnare ogni sei mesi a consiglieri

comunali, Camera di commercio, associazioni di categoria e casse edili, un report sulle aziende che hanno

partecipato alle gare pubbliche, su quelle che le hanno vinte, sugli importi e le tipologie delle opere oggetto di

gara. Il sistema funziona in questo modo. Comune, commissione di gara e concorrenti opereranno su una

scrivania virtuale (il computer) su cui compariranno step e scadenze da seguire per l'espletamento della gara.

I concorrenti dovranno iscriversi al sistema digitale per accedervi. La procedura di gara on line prevede la

creazione, virtualmente, di tutte le fasi che esistono in una gara d'appalto: lettera di invito a partecipare,

sopralluogo, aggiudicazione definitiva della gara e, in futuro, anche la firma digitale del contratto. Le imprese

dovranno dotarsi di una smart card, una sorta di carta di identità elettronica, e firma digitale (riproduzione

digitale della firma personale) rilasciate dalla Camera di commercio, oltre alla casella Pec (casella di posta

elettronica certificata, le mail hanno in tal caso valore di raccomandata con ricevuta di ritorno). Il software

utilizzato permette la blindatura di tutti i passaggi di gara. Il partner scelto dal Comune è Credemtel, società

attiva nell'offerta di servizi e prodotti telematici a banche e aziende. Paolo Pergolizzi Image:

20100604/foto/10790.jpg

04/06/2010 3Pag. Il Resto del Carlino - Reggio emilia(tiratura:206221)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 04/06/2010 32

Brunetta: «C'è ancora tempo per rimediare» Il ministro: «Risponderemo a Bruxelles nei tempi dovuti. In ogni caso abbiamo ancora il veicolo del decreto,ora in Parlamento, per recepire le indicazioni «Un'equiparazione cui noi abbiamo risposto già otto mesi fa, con l'innalzamento di un anno ogni due per l'età

di pensionamento di vecchiaia delle donne della Pa, perché c'era stata una sentenza della Corte di Giustizia

europea. Adesso l'Unione europea ci dice che non basta, ne prendiamo atto, e vedremo come rispondere:

abbiamo il veicolo della manovra». È quanto ha affermato ieri il ministro per la Pubblica amministrazione,

Renato Brunetta, a margine di una conferenza stampa sulla «Giornata nazionale dell'innovazione», in merito

all'avvertimento inviato dalla Commissione europea sull'equiparazione dell'età di pensionamento di vecchiaia

tra uomini e donne, cui l'Italia deve provvedere e che, in base ad una risposta già formulata aveva previsto

l'equiparazione ai 65 anni a partire dal 2018. Il ministro ha quindi spiegato: «Aspettiamo di leggere e valutare

le motivazioni, abbiamo due mesi di tempo per rispondere, poi il governo risponderà in maniera collegiale. Lo

abbiamo già fatto una volta, nel caso lo faremo una seconda volta». Della questione «relazioneremo al

prossimo Consiglio dei ministri -ha continuato Brunetta- valuteremo il da farsi con il ministro competente

Ronchi e ci consulteremo anche con Sacconi e Tremonti». Quanto all'anticipazione dell'equiparazione dell'età

pensionabile, Brunetta ha ribadito: «se ce lo chiede la Corte Ue vedremo come e in che modo rispondere,

alle sentenze si ottempera. Noi avevamo pensato che fosse corretto un anno ogni due ma non è stato

valutato sufficiente. Occorre una decisione ponderata».

04/06/2010 4Pag. Finanza e Mercati(diffusione:21000, tiratura:267600)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 04/06/2010 33

Novità dall'Inps La cassa integrazione ora si può chiedere anche via Internet Prosegue la "rivoluzione" digitale nella pubblica amministrazione. Sul sito Internet dell'Inps è disponibile un

nuovo servizio per le aziende. Da ieri è attivo l'invio telematico delle domande di autorizzazione per la cassa

integrazione guadagni ordinaria. Il nuovo servizio, informa una nota dell'istituto, va ad aggiungersi a «quelli

recentemente introdotti per facilitare in misura crescente il controllo remoto delle pratiche, quali la

presentazione online delle domande di disoccupazione e delle denunce retributive e contributive da parte

delle aziende». Il nuovo servizio consente di inoltrare, collegandosi al sito internet dell'Isti tuto, www.inps.it, le

richieste riguardanti due comparti produttivi molto importanti, l'industria e l'edilizia. L'ac quisizione della

domanda avviene in modalità online: aziende e consulenti possono compilare i modelli Igi 15 e conservarli in

formato digitale senza dover scaricare alcun programma. La procedura, inoltre, permette di effettuare controlli

di congruenza sui dati immess nell'archivio dell'Inps. È possibile accedere al nuovo servizio - denominato

"Acquisizione on line domande Cigo" - attraverso la sezione "Servizi per aziende e consulenti" del portale

Inps, sotto la voce Cig. Eventuali richieste di assistenza normative e tecniche da parte di aziende e

consulenti, possono essere inoltrate alle sedi Inps attraverso un'apposita casella di posta elettronica e un

numero telefonico dedicato.

04/06/2010 31Pag. Libero - Ed. nazionale(tiratura:224026)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 04/06/2010 34

E 90 mila precari del pubblico torneranno a casa Nel 2011 niente rinnovo, servizi a rischio MICHELE LOMBARDI Non c'è solo il blocco degli stipendi per 3,5 milioni di statali e dipendenti pubblici, che non vedranno un euro

in più fino al 2014. Se questi lavoratori resteranno fermi un giro (come ha detto Silvio Berlusconi qualche

giorno fa), la manovra da 25 miliardi del ministro Giulio Tremonti risulterà ancora più amara per circa 90 mila

precari della pubblica amministrazione, che resteranno senza busta paga dal 2011, semplicemente perché

verranno mandati a casa, sacrificati sull'altare dei conti pubblici da risanare. La mannaia è attivata dall'articolo

9, comma 28, del decretone di 150 pagine varato dal governo e ora all'esame del Senato: la norma prevede

che le amministrazioni dello Stato dal 2011 possono avvalersi di personale a tempo determinato o con

convenzioni ovvero con contratti di collaborazione continuata e continuativa nel limite del 50 per cento della

spesa sostenuta per le stesse finalità nell'anno 2009. Se si trattasse solo delle amministrazioni il danno

sarebbe limitato, anche perché molti precari "storici" sono stati nel frattempo stabilizzati in base alle

Finanziarie del governo Prodi, ma il taglio si allargherà a macchia d'olio, coinvolgendo praticamente tutti, dal

centro alla periferia. E così nella tagliola finiranno anche gli enti pubblici, gli enti di ricerca, l'Università, le

Regioni e il Servizio sanitario nazionale. Non si salveranno Comuni e Province, che dovranno tagliare nella

stessa misura per rispettare il Patto di stabilità interno. Il risultato è che il 2011 rischia di essere un anno nero

per i lavoratori precari e flessibili, co.co.co e co.co.pro, ai quali non verrà rinnovato il contratto praticamente

da tutti i comparti pubblici (esclusa la scuola). In più c'è anche un piccolo giallo: il comma 29 estende il taglio

anche alle società non quotate controllate direttamente o indirettamente dallo Stato, fra cui potrebbe esserci

anche la Rai, con il suo esercito di giornalisti e programmisti precari. Su questo i sindacati non hanno

ottenuto un risposta chiara dal Tesoro. «Secondo i nostri calcoli ­ ha spiegato al Secolo XIX Rossana Dettori,

segretaria generale della Cgil Funzione pubblica ­ i lavoratori precari del settore pubblico sono circa 220 mila.

Di questi oltre 90 mila rischiano di perdere il posto per effetto della manovra: 45 mila sono contratti a tempo

determinato in senso stretto gli altri sono contratti flessibili di altra natura. Ma il problema ancora più grave è

che il taglio riguarderà 38 mila lavoratori impiegati nella sanità e nell'assistenza alla persona». I sindacati

temono una mezza ecatombe, che colpirà non solo i lavoratori flessibili ma anche i servizi ai cittadini. La

prospettiva, infatti, è quella di ri­ trovarsi con i servizi erogati da Regioni e Comuni in debito d'ossigeno, anzi di

personale: Pronto Soccorso sguarniti, liste di attesa negli ospedali che si allungano, asili nido con personale

insufficiente, anziani senza più l'assistenza domiciliare. Ma c'è di più. La norma taglia­precari si andrà a

sommare agli altri tagli della manovra, che riguardano il turn over, le pensioni, gli enti locali e l'acquisto di

servizi intermedi con un effetto­valanga soprattutto sulla sanità e i servizi locali. Il blocco del turn over e la

grande fuga verso la pensione per evitare il blocco delle finestre nel 2011 renderanno la situazione ancora

più drammatica. Al danno per i lavoratori si aggiunge la beffa per i cittadini, che avranno meno servizi, è

l'opinione della Dettori. Quel taglio deciso nelle stanze di via XX Settembre, che per inciso farà risparmiare

150 milioni in tre anni sul fabbisogno statale, si ripercuoterà soprattutto a livello locale, con Regioni, Province

e Comuni, che già devono tagliare 14 miliardi in tre anni per accontentare Tremonti. Rischiano di trovarsi in

seria difficoltà soprattutto i Comuni perché, nella stragrande maggioranza, non potranno fare assunzioni di

personale a qualsiasi titolo con qualsivoglia tipologia contrattuale. La scure del Tesoro non risparmierà

neanche i precari degli enti in via di scioglimento: chi ha il posto fisso finirà nei ministeri o negli altri enti, chi

ha un contratto a termine resterà in mezzo al guado, cioè per strada.

L'ARTICOLO 9 DELLA FINANZIARIA ­50% il taglio dei contratti per il personale precario della pubblica

amministrazione: si tratta di 90­100 mila posti a rischio 45000 impiegati a termine la quota di dipendenti da

tagliare che attualmente lavora nel campo dei servizi alla persona 22500 i precari negli enti locali è il totale

dei contratti a termine nei Comuni e nelle Province: senza di loro gli enti rischiano la paralisi

04/06/2010 5Pag. Il Secolo XIX - Ed. nazionale(tiratura:127026)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 04/06/2010 35

LE PROTESTE MAMME DI DISABILI AL QUIRINALE: CI PENALIZZATE L'associazioni Mamme di disabili

ha chiesto e ottenuto udienza ieri al Quirinale, per protestare contro la manovra economica: «Ci penalizza».

LUNEDÌ IL CORTEO ANTI­TAGLI ALLA CULTURA Il mondo della comunicazione, cultura e dello spettacolo

sono pronti a scendere in piazza per dire no ai tagli dalla finanziaria: presidio il 7 giugno a Roma.

04/06/2010 5Pag. Il Secolo XIX - Ed. nazionale(tiratura:127026)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 04/06/2010 36

EDITORIALI Riformare per crescere Analisi spassionata di una manovra inevitabile ma integrabile Il decreto del governo per la manovra correttiva di finanza pubblica è entrato in vigore. E' quindi il momento di

un esame con cognizione di causa. Il provvedimento contiene molte misure contingenti di riduzione delle

spese, come il blocco pluriennale delle pubbliche retribuzioni, il contenimento di varie voci di spesa dei

ministeri, i tagli (in parte dimostrativi) nelle retribuzioni elevate, la diminuzione dei trasferimenti alle Regioni.

Poi ci sono importanti misure strutturali per le entrate: l'obbligo di non pagare in contanti al di sopra di 5 mila

euro, la fattura telematica e il nuovo redditometro. C'è anche la collaborazione dei comuni all'accertamento

delle imposte sul reddito con devoluzione a essi del 30 per cento del maggior gettito; una norma che modifica

radicalmente l'accertamento dell'imposta personale sul reddito, comportando la necessità per gli enti locali di

dotarsi di nuovi uffici fiscali. Invece appaiono carenti le misure strutturali per le spese e la riduzione delle

strutture del governo. Nel campo della sanità, uno dei settori in cui le riduzioni di spesa sono più durature,

sono da valutare gli effetti dei nuovi sistemi di acquisto. Ci sono poi tagli nei prezzi dei farmaci, ma la spesa

farmaceutica è una componente minore della spesa sanitaria. Per quanto riguarda gli investimenti pubblici vi

sono semplificazioni, mentre vi sono misure tendenti a dare all'Anas un profilo di impresa, per escluderla dal

perimetro della pubblica amministrazione. Nulla di nuovo invece c'è per innovare il sistema pensionistico,

salvo la firma del decreto preesistente sull'adeguamento dell'età di pensione a quella della vita media, troppo

diluito nel tempo. Conclusione: il tasso riformatore di un decreto comunque inevitabile è al momento

insufficiente ai fini procrescita.

04/06/2010 3Pag. Il Foglio

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 04/06/2010 37

intervista al volo Librandi: deluso da Berlusconi, scelgo Fini Gianfranco Librandi, presidente di Unione Italiana, imprenditore di punta nel settore dell'alta tecnologia per

illuminazione, uomo che tiene alto il nome dell'Italia all'estero, da un anno ha fondato un nuovo partito,

Unione Italiana, che ha l'ambizione di contrastare, prima al Nord, poi in tutto il paese, lo strapotere della Lega

e raccogliere il meglio dell'esperienza di Forza Italia. In Lombardia alle ultime elezioni ha ottenuto un

lusinghiero 20% di media (unico dato in contro tendenza, togliendo consensi al Carroccio), e poi

recentemente ha incontrato anche Gianfranco Fini, guadagnandosi il ruolo di (la definizione è del quotidiano

Libero) «terzo-polista dinamico». D. Perché ha incontrato Fini, cosa c'è dietro l'angolo?R. Un ragionamento

molto semplice: l'attuale bipartitismo, basato su Pdl e Pd, si è rivelato fallimentare. Non è stato capace di

rappresentare le idee, la società civile, le migliori energie dei territori. Non c'è stato un vero ricambio della

classe dirigente. Insomma, non siamo ancora riusciti a costruire davvero la seconda Repubblica. Vedo Fini,

come il simbolo di una destra repubblicana e costituzionale che va oltre il Pdl e che scompaginerà molti

equilibri. D. Cosa rimprovera a Berlusconi?R. Di aver disatteso i valori su cui ha fondato Forza Italia: la

competenza, la meritocrazia, il libero mercato, la tutela delle Pmi, la modernizzazione. Io voglio portare a

livello nazionale la protesta degli imprenditori, dei professionisti, degli artigiani, dei contadini e dei lavoratori,

stanchi della sinistra ideologica e di una certa destra che ormai fa rima con le caste e le cricche. E poi,

rimprovero al Cavaliere di aver ceduto tutto alla Lega. Noi di Unione Italiana vogliamo unire gli italiani del

Sud, del Centro e del Nord. Attenti al falso federalismo.D. Un suo giudizio sulla manovra di Tremonti.R. È un

pannicello caldo. Si comincia a tagliare qua e là, ma mancano interventi strutturali. I politici non ne

risentiranno. E gli enti locali aumenteranno le tasse. E poi, non dimentichiamo un fatto: è vero che la Ue, il

Fmi e Mario Draghi hanno apprezzato le scelte di Giulio Tremonti; ma è altrettanto veroche già chiedono

un'ulteriore manovra. Segno che questa è insufficiente.

04/06/2010 11Pag. ItaliaOggi(diffusione:88538, tiratura:156000)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 04/06/2010 38

celebrazioni L'innovazione tecnologica va in onda Le innovazioni italiane saranno protagoniste il prossimo 8 e 9 giugno quando, in due eventi distinti,

rispettivamente a Roma e a Milano, si celebrerà la Giornata nazionale dell'innovazione. A presentare ieri il

programma, con tanto di spot televisivi, è stato il ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione,

Renato Brunetta, in una conferenza stampa in cui ha parlato di un evento nel quale «l'Italia nonostante la crisi

e la mancanza di risorse mostra di essere un paese innovativo e vitale». L'obiettivo dell'evento?

Sensibilizzazione i cittadini su innovazione e coordinamento tra tutti i principali attori pubblici e privati per fare

il punto sullo stato dell'innovazione e condividere gli obiettivi da raggiungere.

04/06/2010 30Pag. ItaliaOggi(diffusione:88538, tiratura:156000)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 04/06/2010 39

Lo Scaffale degli Enti Locali Autore - Fulvio Sarzana di S. IppolitoTitolo - La nuova videosorveglianza per gli enti locali, le imprese e i

privatiCasa editrice - Maggioli, Rimini, 2010, pp. 244Prezzo - 34 euroArgomento - Negli ultimi anni l'esigenza

sempre più avvertita di tutelare la sicurezza dei cittadini, anche con strumenti tecnologicamente avanzati,  ha

portato all'emissione di norme e provvedimenti in grado di cambiare il concetto stesso di videosorveglianza. Il

volume edito dalla Maggioli costituisce un'utile guida alle modifiche introdotte nel biennio 2008-2009 dal

legislatore mediante i c.d. decreti sicurezza e dal Garante privacy con il nuovo e recentissimo provvedimento

generale sulla videosorveglianza dell'8 aprile 2010, con il quale sono state dettate nuove e più stringenti

regole con particolare riferimento per gli enti locali. Il testo in questione illustra i criteri per il corretto

trattamento dei dati personali, gli obblighi per i titolari del trattamento, con particolare riferimento alle misure

di sicurezza e i nuovi tempi di conservazione dei dati, nonché al tema della videosorveglianza nei luoghi di

lavoro, negli ospedali e nei luoghi di cura, negli istituti scolastici e nel trasporto pubblico. Il volume ha un

taglio pratico e operativo e si rivolge sia agli operatori degli enti locali sia a quanti siano interessati ad

approfondire l'argomento per motivi di studio o di lavoro.Autore - Nicola CentofantiTitolo - Il piano regolatore

nella legislazione regionaleCasa editrice - Giuffrè, Milano, 2010, pp. 508Prezzo - 38 euroArgomento - I

principi stabiliti dalle disposizioni del Testo Unico dell'edilizia trovano completamento nella legislazione

regionale, cui è stata attribuita la funzione legislativa concorrente in materia di governo del territorio. Il volume

edito dalla Giuffrè analizza le principali disposizioni della legislazione regionale sulla pianificazione comunale

alla luce della dottrina e della giurisprudenza più recente in materia. Dopo una prima parte dedicata all'analisi

delle fonti normative della programmazione urbanistica comunale, viene approfondita la normativa in tema di

procedimento, incarico di progettazione, approvazione regionale, varianti, limiti allo ius aedificandi. Mentre la

terza parte del libro è dedicata all'analisi della legislazione regionale, la quarta tratta dei vincoli di piano, per

poi passare alla perequazione (parte quinta). Completa la trattazione l'esame delle forme di tutela

amministrativa e giurisdizionale. Il volume ha un taglio pratico e operativo e si rivolge agli operatori degli enti

locali addetti agli uffici tecnici nonché a quanti abbiano interesse ad approfondire la materia per motivi di

studio o di ricerca.A cura di Gianfranco Di Rago

04/06/2010 36Pag. ItaliaOggi(diffusione:88538, tiratura:156000)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 04/06/2010 40

IL FATTO DEL GIORNO 5 DOMANDE 5 RISPOSTE Donne pensionate a 65 anni: perché l'Ue sgrida l'Italia? Oggi il sistema prevede che si vada a regime dal 2018, l'Europa impone che si anticipi al 2012 GIORGIO DELL'ARTI [email protected]

L'Unione europea ci ha ammonito nuovamente, e a quanto pare con una certa durezza, per la storia delle

dipendenti statali che non vanno in pensione con le stesse modalità degli uomini. Si ventila alla lontana una

procedura d'infrazione, che stando a quello che si sa potrebbe essere piuttosto costosa.

1

Mi ricordo qualcosa, cioè mi ricordo che ne abbiamo già parlato e... Ma non avevamo messo tutto a posto?

Allora, il 13 novembre del 2008 la Corte europea ha condannato l'Italia perché nella pubblica amministrazione

tratta diversamente le pensioni degli uomini e quelle delle donne. La Corte non specificava chi fosse il

discriminato della situazione, se i maschi o le femmine. Però non ammetteva che vi fossero criteri diversi in

base al sesso e ci invitava a uniformarli. Le donne andavano in pensione a 60 anni, gli uomini a 65. In teoria,

per la Ue, si sarebbe potuto anticipare anche il pensionamento dei maschi. Naturalmente le casse degli istituti

previdenziali sarebbero saltate per aria. Perdo ancora un istante per ricordarle il modo con cui si schierarono i

politici nell'occasione: sia la destra che la sinistra si spaccarono in due, sostenendo che era una misura in

difesa delle donne farle lavorare fino a 65 anni (gli uni, tra cui Emma Bonino) e, dall'altra parte, dichiarando

che non consentire il ritiro a 60 anni era una turpitudine (su questa posizione si trovavano soprattutto i

sindacati). Si ricordò allora che questo trattamento di maggior favore verso le donne era anche la

conseguenza delle discriminazioni patite dall'occupazione femminile. Solo il 46 per cento delle donne lavora,

contro il 70 per cento degli uomini. La retribuzione femminile media (parliamo di lavoratori dipendenti) è di 15

mila euro l'anno, quella maschile di 21 mila. Al momento della pensione, gli uomini prendono il 64 per cento

dell'ultimo stipendio, le donne appena il 46. La pensione media di una donna è di 520 euro al mese, quella di

un uomo raggiunge i 980.

2

Ribadisco: non avevamo messo la cosa a posto con l'Europa?

Sì, ma molto gradualmente. L'anno scorso il sistema venne riformato in questo modo: a partire da quest'anno

le statali sarebbero andate in pensione non più a 60 anni, ma a 61. Si sarebbe poi aggiunto un anno a ogni

biennio: l'età pensionabile delle dipendenti pubbliche era stata così portata a 62 anni nel 2012, 63 nel 2014,

64 nel 2016 e finalmente 65 nel 2018. La parità desiderata dalla Ue sarebbe così stata raggiunta tra otto anni.

Adesso l'Unione europea ci dice che questo sistema è troppo lento. Bisogna, secondo Bruxelles, che le

donne vadano in pensione a 65 anni a partire - al massimo - dal 2012.

3

I nostri governanti che dicono?

Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha comunicato ai giornalisti che parlerà lunedì prossimo con la

commissaria Viviane Reding. «Cercherò di agire al meglio per una soluzione che sia definitiva. Bisognerà

discutere il punto relativo all'anno 2012 perché è giusto dare alle lavoratrici il tempo di organizzare il loro

percorso di vita. Si tratta di capire quanto sia cogente la richiesta europea e quanto minacci di tradursi in

un'infrazione». Il ministro, che non è mai stato un entusiasta dell'idea di mandare le lavoratrici in pensione più

tardi, ha ricordato che l'altra volta il sistema di arrivare a un'equiparazione graduale era stato trattato con

Bruxelles ed era parso allora che i commissari europei fossero persuasi della bontà della soluzione italiana.

4

Questa infrazione in che consiste?

Se fossimo condannati si tratterebbe di pagare una multa oscillante tra gli 11.904 e i 714.240 euro al giorno.

Se ci atteniamo alla media tra queste due cifre, viene fuori una cifra molto consistente.

04/06/2010 39Pag. La Gazzetta dello Sport - Ed. nazionale(tiratura:513197)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 04/06/2010 41

5

M'era parso che ci fosse qualcosa nella manovra presentata dal ministro dell'Economia Tremonti.

Sì, nelle prime versioni di quella benedetta manovra era stato previsto un anticipo, invece che andare a

regime nel 2018, la parità completa tra uomo e donna sarebbe stata raggiunta in anticipo nel 2016. Il 25 la

norma era ancora nella bozza del decreto ed era stata valutata 2,5 miliardi l'anno, cioè cinque miliardi.

Anticiparla al 2012 significherebbe a questo punto realizzare risparmi per 15 miliardi. Ho il dubbio che

Tremonti sapesse tutto prima. Infatti questo punto è sparito dal decreto, lo stesso Sacconi, intervenendo in

televisione a Porta a Porta, annunciò che «sul pubblico impiego non ci sono novità per quanto riguarda

l'omologazione tra donne e uomini sull'età dei 65 anni». L'articolo della manovra era stato cassato, ma il

decreto è adesso in Parlamento e basterà un emendamento per reintrodurre il concetto, come si dice, al volo.

Ieri Brunetta, il ministro per la Pubblica amministrazione l'Innovazione ha fatto capire che si potrebbe seguire

proprio questa strada.

Foto: I NUMERI

Foto: 254

Foto: Le migliaia di donne La riforma dell'età pensionabile, fino al 2018, interesserà in totale circa 254 mila

donne italiane

Foto: 2,5

Foto: I miliardi di risparmio La normativa con le donne in pensione a 65 anni farà risparmiare circa 2,5 miliardi

da oggi al 2018

Foto: 30

Foto: Le migliaia di pensioni Secondo l'Inpdap, la nuova normativa farebbe calare di 30 mila unità le pensioni

nel 2018

04/06/2010 39Pag. La Gazzetta dello Sport - Ed. nazionale(tiratura:513197)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 04/06/2010 42

SURFER Brunetta, riforme a chilometri zero DAVIDE CORRITORE «Sono convinto che nel settore pubblico, se giustamente guidato, si annidi ancora un enorme potenziale di

maggiore produttività che potrebbe essere addirittura il driver della ripresa economica. Ce la possiamo fare.

Anzi, lo stiamo già facendo». Con questa frase a effetto il ministro per l'Innovazione, Renato Brunetta ( foto ),

ha chiuso l'intervento al recente Forum Pa 2010, in cui ha lo stato di avanzamento delle riforme di

modernizzazione intraprese: dalla posta elettronica certificata alla sperimentazione della trasmissione

elettronica all'Inps dei certificati medici di malattia di tutti i dipendenti pubblici e privati, dalla Linea Amica,

ovvero il contact center multicanale della Pubblica amministrazione al progetto Vivi facile, la piattaforma che

dà accesso via telefonino ai servizi web della Pa. Particolare enfasi è stata riservata al programma Giustizia

Digitale in collaborazione con il ministero di Grazia e Giustizia, che prevede la dematerializzazione degli atti

depositati in cancelleria e in futuro il pagamento online dei diritti di copia e la possibilità di scaricare dalla rete

gli atti. Sempre secondo Brunetta, «si tratta di riforme a costo zero», che contribuiscono in maniera

determinante a rilanciare l'economia e a rivitalizzare il Paese e hanno un impatto mediatico fortissimo perché

eliminano sprechi e scardinano privilegi. Sulla banda larga, purtroppo, nessuna riforma a costo zero in vista.

([email protected])

04/06/2010 51Pag. Il Mondo - N.24 - 11 maggio 2010(diffusione:79889, tiratura:123250)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 04/06/2010 43

HI-TECH LA RECESSIONE NON HA INTACCATO IL PRIMATO TECNOLOGICO DELLA REGIONE Batte il cuore di silicio Da Ibm a Sbi, da Acer ad Hp... Così grandi gruppi e piccole eccellenze ridisegnano l'Italia Umberto Torelli Una grande diffusione di infrastrutture di telecomunicazioni e cellulari, a cui si contrappone lo scarso utilizzo

di computer e servizi internet. Con una penetrazione dell'Ict nelle piccole e medie imprese a macchia di

leopardo. Questa la fotografia dell'hi-tech in Lombardia, secondo quanto emerge dalla recente ricerca

Connectivity Scorecard di Nokia Siemens Network . «Tuttavia, la nostra regione», dice Carlo Maccari, dallo

scorso 23 aprile nuovo assessore regionale alla Semplificazione e Digitalizzazione, «presenta casi virtuosi in

materia di connettività, come confermato dai dati che vedono Milano la città più cablata d'Europa». Non solo.

La Lombardia si distingue per l'elevato numero di aziende ad alta tecnologia, specie nell'Ict, che figurano

come sedi di multinazionali presenti nel nostro Paese. Impossibile elencare tutte le imprese, spesso di

eccellenza, che operano in Lombardia. Più semplice, invece, individuare alcuni tra i grandi brand. Ibm Ha 83

anni, ma non li dimostra. L'azienda americana è sbarcata in Lombardia nel 1927, nella prima sede di via

Tolmezzo lavoravano 11 persone. Si chiamava Società Italiana Macchine Commerciali, importava dagli Usa

un sistema meccanografico Hollerith per la gestione del magazzino ricambi delle Ferrovie dello Stato. Da

allora la sua storia coincide con quella dell'informatica nel nostro Paese. Negli anni Trenta i dipendenti

salgono a 300 e la società diventa leader nel calcolo con schede perforate. Nel dopoguerra il grande sviluppo

con le tabulatrici elettromeccaniche e i primi calcolatori elettronici a valvole. Così Ibm trascina il Paese verso

l'era dei chip e dell'informatica, identificata dall'S/360. Con il 1966 nasce a Vimercate il polo produttivo e la

Silicon Valley nazionale. Di lì a poco il boom dell'Ict irromperà nella Pmi e nei distretti, con le soluzioni

verticali pacchettizzate e con l'era del mid-range. Quella del mitico As/400. Il resto è storia dei nostri giorni.

Oggi Big Blue, guidata da 18 mesi da Nicola Ciniero, conta 7 mila dipendenti, oltre la metà sono localizzati in

Lombardia. Acer Ad avere optato per la Lombardia come sede sono diversi produttori orientali dell'Ict. Tra

questi la taiwanese Acer con sede a Lainate, un centinaio di dipendenti. È tra i leader per i pc, con una quota

di mercato del 42% nei notebook. E poi fiore all'occhiello dell'azienda è il presidente e ceo di Acer,

Gianfranco Lanci, è uno dei pochi, se non l'unico top manager italiano, a salire in cattedra per spiegare come

si conquista il rispetto in Asia. Il capoluogo lombardo è diventato così una meta internazionale ambita per le

aziende dell'hi-tech. Grazie alle università da cui attingere talenti, e dalla posizione strategica per i Paesi

emergenti dell'Europa dell'Est. Non solo. L'Italia per Acer è il Paese dove prendono forma strategie e

vengono prese le decisioni importanti, una sorta di headquarter virtuale. Nel tempo la filiale italiana ha

assunto un'immagine ben più internazionale e oggi al suo interno può contare su team eterogenei in cui la

convergenza di diverse culture ha portato a una maggior apertura mentale e ha offerto nuovo slancio

all'innovazione. Samsung Electronics Italia È la filiale della multinazionale coreana, presente con quattro

divisioni che commercializzano sistemi audio-video, apparecchi di telefonia mobile, ma anche

elettrodomestici progettati seguendo gli standard dell'eco-sostenibilità ambientale. Ha sede a Cernusco sul

Naviglio, conta oggi 370 dipendenti e nel 2009 ha chiuso con un fatturato di 1,8 miliardi di euro. Fiore

all'occhiello delle attività italiane è il Samsung Design Milan, uno dei maggiori design center che la

multinazionale coreana ha aperto in Europa. Una scelta scontata in quanto capitale europea di moda e

design. Qui lavorano progettisti provenienti sia dall'Italia, sia da altre parti del mondo. La ricerca investe i

trend, gli stili di vita e il design in grado di generare nuovi concetti di prodotto e strategie di settore. Hp Tra le

aziende storiche del panorama hi-tech lombardo troviamo senza dubbio Hewlett Packard. Approdata in Italia

nel 1964, dopo l'acquisizione di Eds conta circa 6 mila dipendenti ed è guidata da tre anni da Luigi Freguia.

Oltre al quartiere generale di Cernusco sul Naviglio, è presente in altre 13 sedi dislocate su tutto il territorio

nazionale. Punto vitale della strategia sono la rete di 27 mila rivenditori e 400 Hp Preferred Partner, con

competenze maturate attraverso programmi di specializzazione. Sempre la sede di Cernusco ospita l'Italy

04/06/2010 89Pag. Il Mondo - N.24 - 11 maggio 2010 - dossier lombardia(diffusione:79889, tiratura:123250)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 04/06/2010 44

Innovation Center, un centro di eccellenza inaugurato nel 1999, punto di riferimento europeo per iniziative,

progetti e tecnologie all'avanguardia. Adobe In Italia dal 1994, ha sede al centro direzionale Colleoni di

Agrate Brianza. La sua struttura conta una rete di un centinaio di partner distribuiti su tutto il territorio, di cui

circa la metà rivolti al mondo enterprise. Vanta clienti dall'istruzione alla Pa e banking, dal manufacturing alle

società finanziare e di telecomunicazioni. Vanta iniziative a valore aggiunto in Lombardia, come la gestione

documentale al tribunale di Cremona. Symantec Soluzioni per la sicurezza, archiviazione dati e gestione dei

sistemi con l'obiettivo di aiutare aziende e privati a proteggere e gestire le proprie informazioni. Questo

l'obiettivo di Symantec, presente nel nostro Paese dal 1997. Con sede principale a Milano e uffici a Roma e

Torino, Symantec Italia conta oggi circa 150 dipendenti. In Lombardia il principale cliente nel settore pubblico

è il Comune di Milano. Dove vengono gestiti i sistemi di sicurezza informatici e il controllo degli accessi di

rete. Sap Offrire soluzioni software per la gestione del business aziendale. Questa la mission di Sap, in Italia

dal 1988 con un organico di 530 dipendenti e una vocazione al verde. Visto che la nuova sede è inserita

all'interno del parco tecnologico Energy Park di Vimercate, ed è tra i progetti più performanti dal punto di vista

dell'eco-sostenibilità. In grado di garantire un risparmio energetico del 40% rispetto ai tradizionali edifici per

uffici. Un progetto registrato presso lo Us Green Building Council, in attesa della prestigiosa certificazione

Leed-Cs Gold che attesta i severi parametri degli edifici verdi. Nel nostro Paese 3 mila imprese utilizzano

software Sap per la gestione delle attività aziendali, di cui oltre il 65% appartiene alla piccola e media

impresa. Nel 2009 ha registrato un fatturato di 305 milioni di euro. Asus Anche Asus, azienda taiwanese del

settore Ict, ha scelto da luglio 2000 l'hinterland milanese per la sua sede italiana, dove oggi lavorano oltre 60

addetti guidati da settembre 2009 dal country manager Andrea Galbiati. Una scelta legata al fatto che Milano

è considerato il principale centro finanziario del Paese e uno dei poli economici più importanti d'Italia, che ha

visto lo sviluppo di un terziario avanzato in diverse direzioni, dalla finanza all'editoria, dalla pubblicità alle

società di marketing, fino all'informatica e alla tecnologia. Sbi Un parco di 500 clienti composto da pmi ma

anche grandi aziende come Manpower, Mondadori, Pernod Ricard. È il biglietto da visita di Sbi Italia, società

It con sedi a Milano e Genova, attiva nelle macroaree dei sistemi informativi, della business analysis e del

document management. «Il primo ambito ci vede impegnati soprattutto al fianco delle pmi», racconta l'ad

Massimo Missaglia. «Per quanto riguarda il document management, la gestione dei processi e il recupero di

efficienza, invece, lavoriamo anche per realtà grandi: per Manpower, per esempio, abbiamo realizzato un

progetto di dematerializzazione che ha coinvolto 450 filiali e 1.600 utenti, mentre in Mondadori 2 mila persone

utilizzano una nostra piattaforma, e Penny Market si è affidata a noi per tutta la gestione del ciclo passivo.

Pernod Ricard ha scelto invece il servizio di full outsourcing dei sistemi informativi». Nata sei anni fa con

un'operazione di management buyout, Sbi Italia ha visto il giro d'affari crescere progressivamente anche

durante la crisi: lo scorso anno il fatturato ha toccato i 5 milioni di euro. Umberto Torelli

Foto: La nuova sede dell'Ibm, alle porte di Milano

Foto: Massimo Missaglia

04/06/2010 89Pag. Il Mondo - N.24 - 11 maggio 2010 - dossier lombardia(diffusione:79889, tiratura:123250)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 04/06/2010 45

Circuito Cinema punta sull'autorialità e sui vantaggi della digitalizzazione Circuito Cinema è un sistema di sale cinematografiche dell'imprenditore Valter Casini. Presente con 190

schermi nelle principali città italiane, il circuito è specializzato in cinema di qualità, titoli d'autore e di alto livello

culturale. Impegnato nella digitalizzazione delle sale Casini spiega che il piano dipende anche da quanto i

distributori sono disponibili a fornire il mercato di film in digitale. «Attualmente disponiamo di un 10% circa di

sale attrezzate, e siamo pronti a investire per completare la dotazione nel giro di 24 mesi. Ma abbiamo

bisogno che il mercato spinga da questo punto di vista. I distributori dovrebbero, in modo unilaterale, imporre

la tecnologia digitale; altrimenti gli esercenti non si sentiranno spinti a investire. Anche perché l'impegno

economico in questa fase è imponente». Il vantaggio del digitale è molto consistente: «Si abbattono

drasticamente i costi di distribuzione e i tempi di trasferimento. Una sola copia in pellicola costa oltre dieci

volte di più del prodotto in digitale. La possibilità di avere i titoli più in fretta consente anche di intervenire sulla

programmazione sia cinematografica sia di altri contenuti, che a questo punto si possono aggiungere». Le

sale, in particolare quelle cittadine, sono spesso teatro della proiezione di eventi diversi, dalla lirica allo sport

ai concerti, anche live e «le nostre sale sono ideali per fare questo salto di qualità, abbiamo già sperimentato

in tal senso e adesso è allo studio la possibilità di programmare maratone di registi e di serie televisive cult».

La digitalizzazione favorisce anche le pianificazioni pubblicitarie, che sono più economiche, tempestiva e più

controllabili sul fronte della messa in onda. Nelle sale di Circuito Cinema, gestite da Movie Media, si fa anche

attività di marketing secondo quella che è una tendenza in crescita: «Le nostre sono sale-salotto, frequentate

da un pubblico che ha dai 25, 30 anni in su, con buone capacità di spesa. Rappresentiamo mediamente 2

milioni di spettatori e quest'anno ci aspettiamo di crescere molto, dal 10 al 20% rispetto al 2009».

Foto: Valter Casini

04/06/2010 5Pag. DailyMedia(diffusione:15000, tiratura:15000)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 04/06/2010 46

"IN PENSIONE A 65 ANNI" L'Europa: le impiegate pubbliche non possono lasciare il lavoro a 60. Nuovo rischio infrazione I sindacati "Giùle mani dalle statali. L'Ue ha 60 procedure contro di noi. Dal governo una fretta sospetta" Alessandro Cisilin È un vecchio contenzioso con l'Europa, che il governo tarda a risolvere. Ed è un'inerzia che rischia ora di

costare alle casse italiane, già in grave sofferenza, l'ennesima sanzione di Bruxelles. Il nuovo ultimatum

trasmesso ieri a Palazzo Chigi invoca l'e q u i p a ra z i o n e dell'età pensionabile tra uomini e donne nel

settore pubblico a 65 anni. Tale adeguamento alle norme europee, già preteso in via immediata da una

sentenza della Corte di Giustizia di Lussemburgo nel 2008, sembrava non dispiacere all'esecutivo italiano,

tant'è che oltre un anno fa aveva potuto preanannunciarlo con l'usuale argomento, stavolta corretto, che "ce

lo chiede l'E u ro p a ". All'ar gomentazione, il ministro per la Pubblica Amministrazione e Innovazione Renato

Brunetta aveva poi aggiunto le sue proverbiali bacchettate, quali: "Il lavoro pubblico è stato usato per tanto

tempo come un ammortizzatore sociale, soprattutto da parte delle donne che uscivano a fare la spesa in

orario di l avo ro ". Non si tratterebbe dunque solo di un'esigenza di equità, ma anche di sanzionare la

categoria femminile elevata a simbolo della categoria dei "fa n nu l l o n i ", coniata dallo stesso ministro. Ma

al di là delle provocazioni e delle polemiche, la strada sembrava spianata, anche per la tiepida reazione

sindacale, col segretario della Cisl Raffaele Bonanni ad annunciare che "le equiparazioni pensionistiche non

sono più un tabù". Nulla è stato fatto però l'anno scorso. La nuova occasione sembrava venire con la

manovra di aggiustamento attualmente in discussione. E tra un taglio e l'altro - a stipendi, investimenti,

assunzioni pubbliche, scuola, assistenza e sicurezza - l'esecutivo ha in effetti messo mano alla materia,

potendo così rivendicare qualcosa in materia di "rifor me". La bozza del provvedimento prevedeva un

adeguamento graduale dell'età pensionabile da completarsi entro il 2016, ma nel testo definitivo è sparito

quel riferimento, confermando la scadenza nel 2018. Troppo tardi in ogni caso, secondo la Commissione

Europea, che pretende un adeguamento già entro il 2012. I critici dell'equiparazione rilevano come la

discriminazione in favore delle donne sia una compensazione - oltretutto parziale - per i carichi familiari e per

i loro deficit in termini di avanzamento di carriera e di tasso di occupazione, ai minimi assoluti nel Vecchio

Continente. Le norme comunitarie, così come i meccanismi previdenziali e assistenziali in vigore in larga

parte d'E u ro pa, muovono tuttavia dalla filosofia opposta: la priorità dell'intervento pubblico non è la

permanenza domestica delle donne, bensì la protezione del loro lavoro, anche attraverso ben più cospicui

investimenti nelle strutture educative, a cominciare dagli asili nido. Piaccia o no, l'allineamento pensionistico

nel pubblico impiego è comunque norma europea, e Bruxelles ha perso la pazienza. Nella missiva si

chiedono spiegazioni sui ritardi e si sottolinea come la questione sia rimasta irrisolta dopo i tanti richiami

succedutisi negli anni, e nonostante la procedura d'i n f ra zione già aperta nel 2009 contro il nostro paese

proprio per la mancata attuazione della citata pronuncia della Corte. Ma nonostante tutto questo il governo

manifesta sorpresa. Lunedì prossimo Maurizio Sacconi incontrerà la Commissaria europea alla Giustizia

Viviane Reding. Obiettivo: "Capire quanto sia cogente la richiesta di Bruxelles e quanto minacci di tradursi in

infrazione", ha spiegato il ministro del Lavoro, in missione a Pech i n o . Ricevendo una risposta netta e

contraria dai sindacati che dicono "giù le mani dalle donne statali". Rossana Dettori della Fp Cgil annota: "È

quantomeno paradossale che in un Paese che negli ultimi due anni ha collezionato oltre 150 procedure d'i n f

ra z i o n e dall'Ue, di cui oltre 60 in corso, proprio quella sull'età di pensionamento delle donne nella

Pubblica Amministrazione desti tanta preoccupazione". Sulla stessa linea Cisl e Uil chiedono al governo di

chiarire con l'Ue.

04/06/2010 11Pag. Il Fatto Quotidiano - Ed. nazionale(tiratura:100000)

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