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RIDEFINIZIONE\ SPAZI\ INTERNI\ ED OPERE\ IMPIANTISTICHE\ INTEGRATIVE PER\ ACCREDITAMENTO\ ISTITUZIONALE\ RSA\ DI\ CASOLI RELAZIONE\ IMPIANTO\ ANTINCENDIO ELAB.\ B2 ASL\ 02 \Lanciano-Vasto-Chieti REGIONE\ ABRUZZO Firme\ e\ timbri RAGGRUPPAMENTO\ TEMPORANEO\ DI\ PROFESSIONISTI: ARCH.\ MARIO\ DI\ PRINZIO\ (CAPOGRUPPO) ARCH.\ MARIO\ GALLO ARCH.\ PAOLO\ DE\ NOBILI ARCH.\ ANTONIO\ COLANZI ING.\ LUCIANO\ GENTILE PER.\ IND.\ GIUSEPPE\ DI\ PAOLO COLLABORATRICE:\ INTERIOR\ DESIGN\ \ ANTONELLA\ VERNA PROGETTO\ ESECUTIVO Data:\ Ottobre\ 2012

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RIDEFINIZIONE\ SPAZI\ INTERNI\ ED

OPERE\ IMPIANTISTICHE\ INTEGRATIVE

PER\ ACCREDITAMENTO\ ISTITUZIONALE\ RSA\ DI\ CASOLI

RELAZIONE\ IMPIANTO\ ANTINCENDIO

ELAB.\ B2

ASL\ 02\ Lanciano-Vasto-ChietiREGIONE\ ABRUZZO

Firme\ e\ timbri

RAGGRUPPAMENTO\ TEMPORANEO\ DI\ PROFESSIONISTI:

ARCH.\ MARIO\ DI\ PRINZIO\ (CAPOGRUPPO)

ARCH.\ MARIO\ GALLO

ARCH.\ PAOLO\ DE\ NOBILI

ARCH.\ ANTONIO\ COLANZI

ING.\ LUCIANO\ GENTILE

PER.\ IND.\ GIUSEPPE\ DI\ PAOLO

COLLABORATRICE:\ INTERIOR\ DESIGN\ \ ANTONELLA\ VERNA

PROGETTO\ ESECUTIVO

Data:\ Ottobre\ 2012

Progetto Esecutivo

Relazione Impianto Antincendio

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Sommario

1 PREMESSA .................................................................................................................................................. 2

2 DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO ............................................................................................................... 2

2.1 Compartimentazioni .......................................................................................................................... 2

Locali principali ed accessori ..................................................................................................... 2 2.1.1

Scala e ascensori ........................................................................................................................ 3 2.1.2

2.2 Impianto rivelazione ed allarme in caso di incendio ......................................................................... 4

2.3 Impianto antincendio e gruppo pompe ............................................................................................ 7

3 PROGETTO ANTINCENDIO ....................................................................................................................... 10

3.1 Rilevatore di fumo analogico ........................................................................................................... 10

3.2 Ripetitore di allarme ........................................................................................................................ 11

3.3 Rilevatore di stato completo di zoccolo .......................................................................................... 11

3.4 Sirena di allarme auto-protetta ....................................................................................................... 11

3.5 Pulsante di allarme a rottura vetro ................................................................................................. 11

3.6 Alimentatore a 24 Volts c.c. ............................................................................................................ 12

3.7 Centrale di rilevazione incendi e fumi ............................................................................................. 12

3.8 Cassetta per esterno in acciaio per naspo ....................................................................................... 12

3.9 Naspo orientabile a muro ................................................................................................................ 12

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1 PREMESSA

Anche se l’attività non è soggetta al controllo dei Vigili del Fuoco ed al relativo rilascio del CPI, in

quanto non rientra tra le attività soggette al Regolamento di Semplificazione D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151

(ex D.M. 16/02/1982) essendo il numero dei posti letto inferiori a 25 (attività 68), risulta essere soggetta

al D.M. 18/09/2002 Titolo IV Punto 18.3 riferito alle strutture esistenti.

2 DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO

2.1 Compartimentazioni

Locali principali ed accessori 2.1.1

L’ area di tipo D (aree destinate a ricovero) situata al piano primo, dovrà essere compartimentata

rispetto al vano scala (percorso di esodo verticale) con porta e strutture murarie almeno REI 90 come

indicato dal D.M. 18/09/2002 comma 6 del punto 15.3 dell’Allegato.

Il compartimento al piano primo dovrà essere suddiviso in altre due zone compartimentate in modo

da consentire l’esodo orizzontale progressivo indicato al punto 16.3 dell’Allegato al D.M. 18/09/2002.

Le due zone dovranno essere comunicanti per mezzo di muratura e porta REI 90 da installare all’inizio

del corridoio cieco.

Tale corridoio cieco, definito tale dalla lett. a) comma 2, punto1.1, Titolo I dell’Allegato al D.M.

18/09/2002, di lunghezza superiore a 15m ed inferiore a 25m, dovrà essere compartimentato. A tal fine le

pareti di separazione dei locali che si affacciano sullo stesso, dovranno avere caratteristica almeno REI 30.

Inoltre le porte dei locali di cui sopra, aventi caratteristiche almeno REI 30, dovranno essere anche

dotate di dispositivo di auto-chiusura o, nel caso che le stesse siano lasciate aperte, di fermo

elettromagnetico.

I fermi elettromagnetici dovranno essere diseccitati dalla centrale e permettere la richiusura

automatica delle stesse qualora scatti l’allarme antincendio, al fine di compartimentare tale corridoio e

proteggere la via di fuga (punto 16.5 Titolo III dell’Allegato al D.M. 18/09/2002).

Oltre alle porte dei locali anche la porta dell’ascensore che sbarca sul corridoio dovrà avere la

caratteristica REI 60 ed avere il vano corsa di tipo protetto con le stesse caratteristiche (punto 15.6 Titolo

III dell’Allegato al D.M. 18/09/2002).

Il locale deposito materiale sanitario di consumo e pulito di superficie fino a 10 mq, posti al piano

terra ed al piano primo, oltre al rivelatore di fumo, dovranno essere compartimentate con pareti e porte

antincendio almeno REI 30, inoltre il locali deposito materiale combustibile di superficie superiore a 10mq

e fino a 50mq, ubicato al piano terra, dovrà essere dotato di apertura di areazione, sulla parete esterna, di

superficie non inferiore ad 1/40 di quella del locale (richiesta per i locali destinati a deposito di materiale

combustibile aventi superficie superiore a 10mq e fino a 50mq, dal punto 17, Titolo III dell’Allegato al

D.M. 18/09/2002).

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Anche il locale lavanderia dovrà essere compartimentato con strutture e porta REI 90 provvista di

dispositivo di auto chiusura. Inoltre, visto che all’interno è presente una apparecchiatura alimentata a gas,

dovrà essere realizzata una apertura di areazione naturale, anche provvista di griglia di protezione, purché

di superficie totale paria a 10xQ, dove Q è la potenza termica in kW, con un minimo di 3000cmq

(equiparazione alle centrali termiche). In oltre dovrà essere installata una elettrovalvola esterna, sulla

condotta di mandata del gas, che blocchi l’afflusso del combustibile all’interno del locale, comandato dalla

centrale di rivelazione gas da posizionare all’interno del locale, o in caso di mancanza di tensione.

Scala e ascensori 2.1.2

La scala interna, esistente, di accesso al piano primo, dovrà essere almeno di tipo protetta. sarà

provvista di porta REI 60 e munita di richiusura automatica (comma 1, punto 15.5, Titolo III dell’Allegato al

D.M. 18/09/2002).

Il vano scala dovrà essere provvisto di apertura di aerazione, in sommità, o provvista di infisso

apribile su parete esterna, provvisto di dispositivo di apertura comandato sia dai rivelatori di fumo e sia

dai pulsanti manuali posti in prossimità di ingresso al piano terra del vano scala stesso (D.M. 18/09/2002

art. 15.5 comma 7). Il dispositivo di apertura dovrà essere costituito da un’ampolla termosensibile e

bomboletta contenente CO2. Il gas compresso in tale bomboletta, una volta sprigionato, azionerà il

pistone dell’infisso e lo aprirà. Il gas potrà essere sprigionato a causa della rottura dell’elemento

termosensibile, o dall’intervento dei rivelatori di fumo o manualmente azionando i pulsanti.

Tale sistema permetterà che eventuali fumi, lasciati passare dalle porte REI aperte per il passaggio

durante l’ evacuazione, possano essere mandati all’esterno, evitando che possano intasare il vano scala

rendendola non utilizzabile per l’esodo.

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Le porte REI dell’ascensore che sbarca nel vano scala dovranno avere resistenza al fuoco almeno REI

60.

Gli ascensori non potranno essere utilizzati in caso di incendio.

Le caratteristiche REI delle strutture edili di compartimentazione dovranno avere una resistenza al

fuoco o per costruzione (considerando lo spessore delle murature e la loro formazione edilizia) o

utilizzando idonei pannelli di rivestimento delle strutture, certificati e aventi idonea resistenza al fuoco).

Sia al piano primo che al piano terra, è ammesso avere vie di uscita non inferiore a 0,90m, da

computarsi come un modulo ai fini del calcolo del deflusso, purché ci sia la presenza di almeno una via di

uscita di larghezza almeno 2 moduli (1,20m) (art. 16.7 comma 1 dell’Allegato al D.M. 18/09/2002).

Considerando quanto sopra indicato, il piano primo risulta provvisto di n. 2 uscite:

- la scala interna di larghezza 1,20m

- uscita direttamente verso l’esterno di almeno 0,9m

Considerando che l’uscita al piano primo, sulla scala, si trova ad una quota compresa tra ± 7,5m si

considera una capacità di deflusso paria a 37,5 (art. 16.2 dell’Allegato al D.M. 18/09/2002).

Tali uscite permettono un affollamento massimo al piano primo pari a

50 persone dall’uscita di un modulo che da direttamente all’esterno;

75 persone dall’uscita sulla scala interna (2 moduli).

Il piano terra sarà provvisto di almeno due uscite direttamente all’esterno, di cui una di larghezza

1,20m. Quindi l’affollamento massimo permesso potrà essere di 150 persone (50 persone x n.3 moduli).

2.2 Impianto rivelazione ed allarme in caso di incendio

Come indicato dal D.M. 18/09/2002 punto 8 dovranno essere installati dei pulsanti di allarme

incendio che vadano ad azionare le sirene di allarme incendio (targhe ottico-acustiche) e dei rivelatori di

fumo in tutte le aree dell’attività. Detti rivelatori saranno installati anche nei locali destinati a deposito di

materiale combustibile situati sia al piano seminterrato e sia al piano primo (D.M.18/09/2002 punto 5.2.1.

comma 1 – locali di superficie non eccedente i 10mq).

Lungo i corridoi e negli spazi comuni, dovranno essere installati dei pulsanti di allarme incendio,

provvisti di coperchio in plastica, e delle targhe ottico-acustiche per la segnalazione e ripetizione

dell’allarme (punti 5.2 e 8 del D.M. 18/09/2002)

Dovranno essere previsti dei pulsanti di allarme manuali, posizionati nei corridoi dei piani, vano scala

ed in prossimità delle uscite di emergenza (norma UNI 9795 art. 6.1.2).

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I pulsanti dovranno poter essere raggiungibili con un percorso non superiore a 15m (norma UNI 9795

art. 6.1.2 – l’attività di considera a rischio di incendio elevato secondo il D.M. 10/03/1998 Allegato IX punto

9.2 lettera l) )

I pulsanti dovranno essere posizionati al una altezza compresa tra 1,00m ed 1,60m (norma UNI 9795

art. 6.1.3) e segnalati con apposito cartello (norma UNI 9795 art. 6.1.6).

I dispositivi di rilevazione dovranno essere puntiformi del tipo ottici di fumo

Essi dovranno essere distribuiti sia nelle camere, negli spazi comuni, nei corridoi, all’interno dei

controsoffitti, nei depositi, lavanderia, uffici, palestra, nel vano corsa degli ascensori e nel vano scala, i

quali, essendo di tipo protetto, si configurano come compartimenti a sé stanti.

I rivelatori dovranno controllare l’intera superficie dell’attività.

Il parametro considerato per il posizionamento dei rivelatori è il raggio di copertura (R) in relazione

all’altezza del locale riportato nella seguente tabella richiamata dalla norma UNI 9795 art. 5.4.3.4.

Altezza H del

locale o

ambiente

Inclinazione del soffitto

α ≤ 20° 20°< α ≤ 45° α > 45°

Raggio di copertura (R)

h ≤ 12 m 6,5 m 7 m 7,5 m

I rivelatori posizionati all’interno dei controsoffitti o nei vani non visibili, dovranno essere provvisti di

segnalazioni luminosi, visibili, posizionati sotto al controsoffitto in maniera di individuare l’intervento degli

stessi (comma 5 art. 8.2, richiamato dall’art. 17 dell’Allegato al D.M. 18/09/2002).

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La centrale di rivelazioni incendi dovrà essere posizionato in locale presidiato dal personale al piano

primo.

La stessa, ricevuta la segnalazione di allarme dai rivelatori o dai pulsanti, oltre a far partire la

segnalazione ottica e luminosa delle targhe, dovrà disalimentare i fermi elettromagnetici posizionati sulle

porte REI di delimitazione dei compartimenti, delle camere e del vano scala in modo che le stesse possano

chiudersi compartimentando le zone.

Tutti i dispositivi dovranno essere collegati alla centrale di rivelazione allarme incendio utilizzando lo

schema a loop o radiale.

I cavi da utilizzare per le linee di segnale che collegano la centrale di rivelazione ai rivelatori, pulsanti

e targhe ottico-acustiche dovranno essere resistenti al fuoco per almeno 30 min. La centrale di rivelazione

ed allarme incendio sarà posizionata in zona presidiata (locale personale).

La centrale dovrà essere alimentata elettricamente per mezzo di idoneo cavo non propagante la

fiamma e l’incendio e a ridotta emissione di fumi e gas tossici e corrosivi tipo FG7(O)M1 o FG10(O)M1, a

ridotta emissione di gas tossici e corrosivi (cavi LSOH), idoneo all’installazione in ambienti a maggior rischio

in caso di incendio, di sezione minima 1,5mmq posta all’interno di apposita tubazione o canalina a vista

protetta da apposito dispositivo di protezione installato all’interno del quadro elettrico di condizionamento

da posizionarsi nelle vicinanze del quadro elettrico generale esistente al piano primo.

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Essa dovrà avere una sorgente di energia autonoma di durata almeno 30min come indicato dal D.M.

18/09/2002 art.6 comma 6.

La centrale di rivelazione incendi dovrà essere provvista di un contatto libero, normalmente chiuso,

che intervenga in caso di allarme incendio e vada a disalimentare l’impianto di condizionamento come si

evince nello schema elettrico del quadro di commutazione rete-gruppo elettrogeno.

Dovranno essere istallati estintori portatili aventi carica minima non minore di 6kg e capacità

estinguente non inferiore a 21A 89B C posti all’esterno dei locali depositi di superficie fino a 10mq nelle

vicinanze delle porte di accesso (art. 5.2. dell’Allegato Decreto 18 Settembre 2002, richiamato dal punto 17

Titolo III) ed estintori portatili aventi carica minima 6kg e capacità estinguente non inferiore a 34A 144B C

all’esterno dei locali depositi di superficie fino a 50mq (Decreto 18 Settembre 2002 art. 5.2.2 comma 4).

Inoltre, nei piani, dovranno essere posizionati ulteriori estintori di cui sopra in ragione di 1 ogni

100mq di pavimento come richiesto al comma 2 del puto 7.2 del Decreto 18 Settembre 2002 richiamato dal

punto 17 Titolo III.

2.3 Impianto antincendio e gruppo pompe

All’interno del fabbricato dovrà essere realizzato un impianto idrico di spegnimento costituito da

naspi antincendio DN 25, idoneo per strutture fino a 100 posti letto (comma 1 del punto 7.3.2.2 del Decreto

18 Settembre 2002 richiamato dal punto 17 Titolo III).

I naspi dovranno essere conformi alla norma UNI EN 671-1.

L’impianto dovrà essere del tipo a pettine in grado di alimentare n. 4 naspi con una portata a ciascun

naspo non inferiore a 60 l/min ad una pressione residua di almeno 2 bar considerando in funzione non

meno di 4 terminali.

I naspi dovranno essere posizionati nelle vicinanze degli ingressi al piano terra, nel corridoio e nel

vano scala al piano primo.

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Essi saranno alimentati singolarmente da tubazioni in acciaio zincato aventi diametro nominale

minimo DN 25, in derivazione dalla tubazione principale, anch’essa in acciaio zincato con diametro

nominale DN 50.

Le tubazioni dei terminali saranno staffati a parete, mentre la tubazione principale sarà posizionata

all’interno del controsoffitto del corridoio del piano terra.

La tubazione principale partirà dal locale centrale idrica all’uscita del gruppo pompe.

Nel tratto di collegamento dalla centrale idrica all’interno del fabbricato, detta tubazione dovrà

essere interrata e protetta dal gelo.

Sul primo tratto di tale tubazione principale dovrà essere collegato ulteriore tubazione DN 50 in

acciaio zincato o in polietilene (idoneo per gli impianti antincendio), interrata per il collegamento del punto

di attacco motopompa dei Vigili del Fuoco, per mezzo del quale può essere immessa acqua nella rete in

condizione di emergenza, dall’automezzo dei Vigili.

Detto punto dovrà essere provvisto attacco DN 70 con girello UNI 804, di valvola di sicurezza,

dispositivo di drenaggio, valvola di intercettazione (solitamente aperta), valvola di ritegno come richiesto

dalla norma UNI 10779.

I punto di attacco dovrà essere posizionato sulla strada di arrivo ai parcheggi interni in modo che

possa essere raggiunto dall’automezzo dei Vigili del Fuoco.

All’interno della centrale idrica dovrà essere installato un idoneo gruppo pompe antincendio

rispondenti alle norme UNI 10779 ed UNI EN 12845.

Tale gruppo dovrà essere provvisto oltre della pompa pilota, necessaria a mantenere in pressione

l’impianto antincendio e della pompa di servizio, anche di tutti i dispositivi necessari al corretto

funzionamento.

Il gruppo pompe risulta essere idoneo per il tipo di alimentazione ordinaria. Non risulta essere

necessario un alimentazione di tipo superiore (costituto da una elettropompa e da una motopompa - UNI

EN 12845 art. 10.2) richiesto per strutture sanitarie a 100 posti letto dal comma 3 del punto 7.3.2.3.

dell’Allegato al Decreto 18 Settembre 2002 richiamato dal punto 17 Titolo III.

Il gruppo dovrà essere equipaggiato con idoneo di comando e protezione certificato.

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Esso dovrà essere alimentato da linea elettrica in partenza dal quadro di commutazione descritto nel

paragrafo dedicato al gruppo elettrogeno. Quest’ultimo, scelto con tempo di interruzione medio (t<15s)

risulta rispondente a quanto richiesto dal D.M. 18/09/2002 art. 6 comma 4.

Il gruppo pompe dovrà essere protetto dai cortocircuiti e dai contatti indiretti ma non dal

sovraccarico.

A tal fine, in partenza della linea di alimentazione del gruppo pompe, dovranno essere installati

interruttori con sola protezione magnetica avente la corrente di intervento Im>14 volte la corrente

nominale del gruppo ed una protezione differenziale con Id 0,5A contro gli interventi intempestivi.

Come sopra indicato, non essendo richiesto una alimentazione idrica di tipo superiore, si dovrà

utilizzare una alimentazione idrica singola costituito da una pompa ed un serbatoio di accumulo (lett. e) art.

9.6.1 norma UNI EN 12845) con capacità di circa 15000 lt. (in modo che l’impianto abbia una autonomia

non inferiore a 60min.)

Capacità serbatoio = 60 lt/min x n. 4 naspi x 60 min.= 14400 lt.

Il serbatoio dovrà essere in vetroresina idoneo per l’utilizzo in impianti antincendio, certificato,

resistente agli urti ed alla pressione dell’acqua, provvisto dei galleggianti e di tutti i dispositivi necessari al

corretto funzionamento e nel rispetto delle norme tecniche.

Esso dovrà essere collegato alla rete idrica ordinaria per effettuare il reintegro dell’acqua

L’impianto da realizzare dovrà essere come lo schema seguente.

ATTACCO MOTOPOMPA

VIGILI DEL FUOCO

SERBATOIO

RISERVA IDRICA

REINTEGRO

DALL'ACQUEDOTTO

NASPO

PIANO PRIMO

NASPO

PIANO TERRA

NASPO

PIANO PRIMO

NASPO

PIANO TERRA

CENTRALE

IDRICA

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Per quanto riguarda l’illuminazione di emergenza dovranno essere installate lampade autonome

autoalimentate idonee per realizzare una interruzione breve (t<0,5s) ed autonomia minima 2h come

indicato dal D.M. 18/09/2002. Le lampade di emergenza autonome dovranno essere posizionate e/o

sostituite quelle esistenti, nei seguenti ambienti:

­ camere;

­ corridoi;

­ scale;

­ vie di uscita;

­ cucina;

­ palestra;

­ sala polivalente;

­ locale mensa;

­ ambulatorio;

­ lavanderia;

­ uffici;

­ bagno assistito;

­ spogliatoi personale;

I corpi dovranno essere installati ad almeno 2m di altezza e dovranno essere in grado di garantire un

livello di illuminamento pari a 5 lux misurati ad 1 m di altezza dal piano di calpestio.

3 PROGETTO ANTINCENDIO L’impianto antincendio sarà composto dalle seguenti componenti.

3.1 Rilevatore di fumo analogico Rilevatore di fumo analogico indirizzato a profilo basso, a diffusione della luce (effetto Tyndall),

sensibile a tutti i tipi di fumo visibile con valutazione analogica della quantità di fumo presente nella

camera di misura. Collegamento con 2 fili, uscita per segnalatore ottico remoto, sistema di comunicazione

a bassa frequenza , completamente digitale asincrono a rilevazione d'errore ad alta immunità ai disturbi e

alle interferenze, protocollo con speciale sistema di trasmissione che permette una rapida risposta in caso

di allarme e la memorizzazione dello stato, del valore analogico e dei parametri di funzionamento, dotato

di:

- Indicazione ottica d'allarme con due LED a luce rossa fissa in caso di allarme;

- Dispositivo antimanomissione incorporato;

- Semplice innesto su base di fissaggio standard a vista;

- Elettronica schermata contro le interferenze nelle comunicazioni bidirezionali e incerata contro la

salsedine e ambienti umidi;

- Test remoto dalla centrale;

- Involucro esterno removibile per effettuare le operazioni di pulizia;

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- Camera ottica di analisi completamente sostituibile per una rapida e facile manutenzione;

- Retina in acciaio extrafine che impedisce alla polvere di inserirsi all'interno della camera ottica ed ai

vari insetti presenti nell'ambiente e scherma il circuito elettronico del rivelatore da eventuali

interferenze;

- Conforme alle normative Europee EN 54-7/9;

Caratteristiche tecniche:

- tensione di alimentazione: 22-38 Vcc;

- corrente in stato di sorveglianza: 350 µA;

- corrente in stato di allarme: 7mA;

- temperatura di funzionamento: -10 °C + 60 °C;

- umidità relativa: max 95%;

- grado di protezione: IP 43;

- diametro: 9,9 cm;

- altezza con base: 5 cm;

- plastica in ABS colore bianco.

3.2 Ripetitore di allarme

Ripetitore di allarme ottico provvisto di lampada alimentata a 12/24 Volts c.c. in custodia metallica o

PVC autoestinguente con vetro e pittogramma, fornito e posto in opera, completo di tutti gli oneri relativi

al montaggio ed al collegamento elettrico fino alla centrale su tubazione predisposta.

3.3 Rilevatore di stato completo di zoccolo

Rilevatore di stato completo di zoccolo, con uscita a relÞ, con collegamento elettrico a 12/24 Volts

c.c., fino alla centrale e su canalizzazione predisposta, completo di fissaggio del rilevatore, secondo

normativa EN54 o UL/LC. Di gas catalitico (metano o G.P.L.).

3.4 Sirena di allarme auto-protetta

Sirena di allarme auto-protetta alimentata a 24 Volts c.c., in custodia metallica verniciata, provvista

di batteria in tampone per alimentare la stessa per un periodo di almeno 1ora. Comprensiva dei

collegamenti elettrici alla centrale su canalizzazioni predisposte ed il suo fissaggio. Con lampeggiatore.

3.5 Pulsante di allarme a rottura vetro

Pulsante di allarme a rottura vetro realizzato in custodia in PVC o in ferro, con vetro frangibile, atto

ad azionare un segnale di allarme riconoscibile dalla centrale, sia da esterno che da incasso, incluso

l'allaccio elettrico, il collegamento elettrico alla centrale su tubazione predisposta. Da incasso.

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3.6 Alimentatore a 24 Volts c.c.

Alimentatore a 24 Volts c.c. su custodia metallica o isolante, in grado di fornire corrente da 2 a 5A,

provvisto di collegamento elettrico alla rete e batteria in tampone.

3.7 Centrale di rilevazione incendi e fumi

Centrale di rilevazione incendi e fumi provvista di custodia metallica verniciata o in plastica, in grado

di gestire un numero minimo di quattro zone indirizzate, ciascuna delle quali può ricevere il segnale

uscente da un massimo di 99 rilevatori e di fornire il segnale per allarmi ottici ed acustici esterni. Fino a 8

zone.

3.8 Cassetta per esterno in acciaio per naspo

Cassetta per esterno in acciaio per naspo completa di tubo gommato, rubinetto e lancia

frazionatrice. Cassetta completa per esterno per naspo antincendio costituita da rotolo porta-tubo, tubo

gommato con diametro interno minimo di mm 19, valvola d'intercettazione, lancia frazionatrice, cassetta

in lamiera per esterni, dimensione cassetta cm 60 x 60 x 27 per tubi fino a m 25 e cm 70 x 70 x 27 per tubi

oltre m 25. Lunghezza tubo m 30.

3.9 Naspo orientabile a muro

Naspo orientabile a muro completo di rotolo porta-tubo, tubo gommato, valvola di intercettazione e

lancia frazionatrice. Naspo antincendio su supporto orientabile a muro, completo di rotolo porta-tubo,

tubo gommato con diametro interno di mm 19, valvola di intercettazione, lancia frazionatrice. Lunghezza

tubo m 15.

Progetto Esecutivo

Relazione Impianto Antincendio

Pag. 13/ 13 RAGGRUPPAMENTO TEMPORANEO DI PROFESSIONISTI: Archh. M. Di Prinzio - M. Gallo - P. De Nobili - A. Colanzi - P. Ind. G. Di Paolo - Ing. L. Gentile

Data ottobre 2012

Firme

Arch. Mario di Prinzio (Capogruppo) _______________________________

Arch. Mario Gallo _______________________________

Arch. Paolo Francesco De Nobili _______________________________

Arch. Antonio Colanzi _______________________________

Per. Ind. Giuseppe Di Paolo _______________________________

Ing. Luciano Gentile _______________________________