Analisi 100 metri femminili italiani

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  • 7/30/2019 Analisi 100 metri femminili italiani

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    I 100 femminili in Italia negli ultimi 9 anni: aumenta la base e

    stallano i vertici

    Di Andrea Benatti e Gianluca Zuddas

    Che significato potrebbe avere uno studio macro-statistico eseguito su una popolazione presente in unadeterminata specialit dell'atletica, mi son chiesto, visto che poi bastano uno e due atleti che stanno al "top"nelle liste mondiali, e quella specialit viene automaticamente definita "vincente"? Ebbene serve per

    comprendere alcune "tendenze" socio-sportive in atto. Innanzi tutto se aumentano e migliorano le basistatistiche, aumentano anche le possibilit che in quelle specialit soggette a quelle tendenze, aumentino lepossibilit di vedere atleti primeggiare. E' logico. E' anche un modo per capire come le metodologie diallenamento intervengano sui vertici della specialit bersaglio nel tempo e nella capacit di produrre atleti

    che possano lottare per i vertici.

    L'idea dello studio sorta dopo il 44"71 della Nazionale italiana femminile al meeting di Zurigo. Tempomediocre (come molti altri degli anni precedenti) ma che stato ulteriormente svilito dal contemporaneo43"29 della Svizzera, che ha 1/10 della popolazione italiana, ma produce sprinters (almeno al femminile)decisamente migliori di quelli transalpini a quanto pare. La crisi dello sprint italiano femminile non conosce

    praticamente soluzioni di continuit, dopo l'ultima vera grande sprinter che ha calcato un rettilineo di 100metri, ovvero Manuela Levorato. Invero potremmo pure chiederci se sia mai esistita una tradizionesprintistica azzurra al femminile, e se invece, come ipotizzato in premessa, ci si affidi solo a qualchesingolarit statistica.

    Segue quindi questo piccolo studio che dimostra alcune tendenze in atto. Sono state prese moltosemplicemente le graduatorie e le liste italiane dal 2005 al 2013 (9 stagioni), le si comparate e poi si

    voluto nuovamente appaiare con le medesime graduatorie mondiali ed europeo. Una semplicissima analisistatistica che dimostra le tendenza italiane in atto e se queste tendenze si avvicinino o si allontano alle pari-graduatoria mondiali ed europee. Naturalmente si deve considerare anche che il 2013 non si concluso...quindi i dati della stagione in corso sono suscettibili di miglioramento.

    Graduatorie dei 100 femminili: in 9 anni migliorata la base ma stallato il vertice

    Iniziamo come una panoramica sulle graduatorie italiane degli ultimi 9 anni, assunta sia in relazione allaposizione nella graduatoria nazionale di fine anno (ogni 10 posizioni) che a determinati tempi target (ogni 10centesimi). Qui sotto le tabelle 1 e 2.

    Per capire cosa significhino queste prime due tabelle sarebbe il caso di trasporle in una serie di grafici che

    rappresentino figurativamente le dinamiche in atto da nove anni a questa parte.

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    I due grafici (sono gli stessi ma quello di destra semplificato con minori tempi-target) incardinano il

    numero di atlete a seconda delle prestazioni-target, raccontano diverse cose, ovvero:

    1- guardando le curve pi alte (quella delle prestazioni peggiori, ovvero quelle delle sprintercomplessive che hanno corso sotto i 1200), aumenta inesorabilmente il numero di atlete che

    negli ultimi 9 anni sono riuscite a scendere sotto i 12. Dalle 18 del 2005 sino alle 29 di

    questanno (e lanno non ancora finito) con la singolarit statistica del 2011 con un record di

    32 atlete.

    2- Le curve poi dimostrano che dopo la curva dei sub-12, le altre curve sino a 1160, dopoliniziale impennata delle 2006-2007, si stabilizzano tranne la solita singolarit statistica del

    2011.

    3- Il maggior numero di atlete sotto gli 1160 (6) e 1170 (9) corrisposto con il 2008 e 2012,ovvero gli anni olimpici. Che la possibilit di una staffetta abbia stimolato ad essere pi

    performanti?4- Il 2011 un anno, come detto, che mostra una singolarit particolare, ovvero un picco di

    miglioramento delle prestazioni delle atlete medio-basse (rispetto ai target considerati) e

    praticamente lazzeramento dei vertici. Mistero gaudioso.

    La prima tabella, nella pagina precedente, che individua invece i tempi delle atlete in considerazione

    alla posizione che occupavano nella classifica generale, ovvero alla 10^, 20^. 50^ posizione. Ebbene,

    i trend, che comprendono una base statistica pi ampia, sembrano seguire le tabelle sul numero di atlete

    sotto i target. In sintesi, dopo il biennio 2005-2006, c stata una sostanziale impennata delle

    prestazioni medie, che poi sostanzialmente stallata nei 7 anni successivi con piccole variazioni

    trascurabili.

    Anche in questo caso si rileva la singolarit del 2011, unico anno in cui la 30^ sprinter italiana aveva

    corso sotto i 1200. Nonostante questo, il 2011 stato lanno pi avaro quanto a prestazioni apicali.

    Landamento della Prestazioni ricavata dalle liste annuali

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    Questa tabella invece, prende in considerazione le singole prestazioni (quindi pi prestazioni per ogni

    atleta) in relazione ai tempi-target indicati nel titolo. E ancora una volta si vede confermato il trend

    individuato nelle precedenti tabelle. Impennata dopo il biennio 2005-2006, e poi sostanziale stallo.

    Teniamo sempre presente che il 2013 ancora in corso, e che quindi i riferimenti su questanno

    potrebbero sicuramente migliorare. Naturalmente sorprende il dato di questanno: un solo sub 1150

    (Gloria Hooper a Rieti) in tutto il 2013. Lanno scorso furono addirittura 9, grazie soprattutto ad

    Audrey Alloh e la sua buona stagione sostenuta. Lanno di grazia fu per il 2008, dove fu decisivo

    lapporto di Anita Pistonee si arriv a toccare la doppia cifra: 10 sub 1150.

    Il 2008e il 2012, anni olimpici, sono stati anche gli anni che hanno visto nettamente pi risultati sotto il

    secondo target, ovvero 1160, con valori praticamente doppi rispetto a quelli degli altri anni presi in

    considerazione.

    In questi grafici sono riportati dati della tabella di cui si appena parlato, in due configurazioni: una

    con pi target, laltra semplificata. In questo caso, studiando tutte le prestazioni apicali delle atlete,

    dopo il solito picco del biennio 2005-2006, le tendenze iniziano ad essere randomizzate, ma con un

    preoccupante e significativo peggioramento che, se non ci fosse stato il solito 2011, sarebbe stato

    lineare. Ma cosa sar successo nel 2011? Infatti, come contrappeso al record di prestazioni sub 1200(ben 150) si arriva anche al record negativo di sub 1150 (0), e 1160 (2). Peggio del 2011, a livello

    apicale, si corse solo nellannus horribilis2006.

    Il confronto con le tendenze in Europa e il Mondo: lItalia si sta allontanando

    dallo sprint di vertice?

    Abbiamo sempre ritenuto che non avrebbe senso produrre delle analisi qualitative su una sola

    popolazione campione (le sprinter azzurre dei 100 metri), senza poterle raffrontare con le macro-

    popolazioni esterne di cui farebbero parte, ovvero le centiste europee e quelle mondiali. Va da s che sele sprinter italiane in ipotesi peggiorassero ma nel contempo quelle europee e mondiali peggiorassero

    con percentuali maggiori, non tutto il male arriverebbe per nuocere. Alla fine vorrebbe dire che lItalia

    si starebbe avvicinando ai propri macrogruppi. Presento qui sotto quindi una tabella un po p i

    complessa, in cui sono state comparate le prestazioni presenti nelle graduatorie italiane, con quelle

    mondiali ed europee. Il quesito che ne sta alla base : lItalia si sta avvicinando o si sta allontanando?

    Vi lascio prima di tutto alla tabella, in cui presente anche lo spread ovvero il differenziale espresso

    in centesimi tra latleta italiana nelle diverse posizioni della graduatoria (10^, 20^ 50^), e quella

    europee e mondiali.

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    Con DM indichiamo le graduatorie mondiali, mentre con lEM le graduatorie europee. Per

    comprenderle meglio ci vengono in soccorso i grafici.

    Rispetto alle sprinter europee a livello di base (se con base prendiamo in considerazione una

    popolazione di 50 unit oltre davvero difficile pensare a livello prestativi elevati), il gap tra Europa

    e Italia sembra si stia assottigliando. Il problema naturalmente il vertice, perch alla fine le medaglie

    le finali le raggiungono le prime, e non il movimento nella sua interezza. Dal 2005 al 2009 si

    assistito ad un miglioramento netto e continuo: il gap tra le prime dieci italiane e le prime dieci

    europee, si infatti assottigliato per 5 anni consecutivi, da 060 a 041: ben 19 centesimi in un lustro.

    Dopo il 2009 quel gap invece tornato a salire, sino ad attestarsi attorno ai 50 centesimi (cio tra la 10^

    italiana e la 10^ europea ci balla mezzo secondo).

    La comparazione tra graduatorie italiane e mondiali, invece, tremendamente chiarificatore di un

    fenomeno. Limpatto sulle prestazioni dei Giochi Olimpici (e lapparente indifferenza dello sprint

    italiano). Guardate in corrispondenza del 2008 e del 2012 come il gap col resto del mondo si impenni.

    Nel triennio 2005-2007 ci registrano anche fenomeni di avvicinamento, poi boom, con lanno

    olimpico le distanze vengono rimarcate. Nel 2011 il punto pi vicino (ma stiamo parlando di oltre 70centesimi tra la 10^ o la 20^ in Italia e la corrispettiva 10^ e 20^ al mondo uneternit sprintistica).

    Ora purtroppo, nel 2013, la tendenza non si invertita dopo lanno olimpico, come la velocit azzurra

  • 7/30/2019 Analisi 100 metri femminili italiani

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    non si fosse ancora ripresa dallanno scorso. Del resto lunico sub 1150 di questa stagione testimonia

    questa anemia di risultati con il conseguente sfasamento con il resto del mondo. Di sicuro il gap

    molto importate, e non sappiamo quanto sia un gap significativamente buono. 30? 40 centesimi?

    Fatto sta che dal 2011 in poi lItalia sembra andare alla deriva rispetto al resto delle sprinters globali.

    Le prestazioni sotto gli 1150 dal 2005 a oggi

    Ecco qui sotto tutte le prestazioni italiane sotto gli , visto che in Italia diventata una sorta di1150

    barriera che separa leccellenza dal resto della popolazione. Sono , ovvero solo per anno.36 4

    liste 2005-2013 x

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    Conclusioni

    Idee, ipotesi? Noi una ce labbiamo.

    Il fatto che vi sia un miglioramento medio dei rincalzi ma che negli anni successivi non porta ad un

    avvicinamento dei vertici italiani con quelli europei o mondiali si potrebbe spiegare in diversi modi. Difatto se ci pensiamo i vertici mondiali (e in parte quelli europei, che per presentano tendenze simili a

    quella italiane), si caratterizzano da un alto tasso di professionalizzazione, ovvero ci che manca in

    Italia. Esisterebbero dei limiti raggiungibili con le tradizionali metodologie di allenamento, e che non

    necessiterebbero quindi dellindotto in termini di rehab (come direbbero negli Usa), ovvero nelle terapie

    di rigenerazione e recupero, compresi terapisti, osteopati, massaggiatori, fisioterapisti, o

    nellintegrazione alimentare, nella presenza di uno staff con compiti precisi. Oltre questi limiti, il gap

    con chi riesce effettivamente ad ottenere sistemi di allenamento professionisticamente orientati,

    aumenta a dismisura.

    Non lasciamoci ingannare dal fattore reclutamento che in questo piccolissimo studio non interviene. Si

    parla di tendenze che si stratificano nel tempo in relazione ai campioni studiati. Quindi se una

    popolazione campione avvicina le proprie prestazioni medie a quella di riferimento dei gruppi pi

    ampi, capite che parlare di reclutamento una questione che esula dal discorso.

    Quello che emerge inequivocabilmente che lo sprint azzurro di vertice stia stallando almeno dal 2005,

    mentre dallalto si assiepano sempre pi atlete che avvicinano quelle prestazioni, senza per trovare

    lo slancio per sfondare le tendenze. Una specie di effetto collo di bottiglia che non riesce a dare

    risultati apprezzabili, proprio perch la qualit delle prestazioni (la difficolt di scendere sotto gli 11 50

    in primis) apicali rimane ancorata proprio sopra quel target.

    Le soluzioni sembrano dover necessariamente intaccare le strutture organizzative alla base lo sport

    del XXI secolo sta viaggiando verso il professionismo estremo: i fenomeni sembrano durano lo spazio

    di una stagione, e poi, se non riescono ad accedere a percorsi strutturati di professionismo, ritornano

    nella normalit.