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NUMERO SPECIALE MONOGRAFICO A CURA DELLA BIBLIOTECA CIVICA “EUGENIO BERTUETTI” ALLEGATO A IL GATTOPARDO GIUGNO 2012

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allegato al numero di giugno de IL GATTOPARDO

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NUMERO SPECIALE MONOGRAFICOA CURA DELLA BIBLIOTECA CIVICA “EUGENIO BERTUETTI”ALLEGATO A IL GATTOPARDO GIUGNO 2012

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PREMESSA

Già nel 1994 l’UNESCO formalmente appro-vava, nel corso del Consiglio intergovernativo del Programma per l’informazione generale, il “MANIFESTO per le biblioteche pubbliche” per riconoscere loro il ruolo preferenziale di via d’ac-cesso libero e senza limitazioni alla conoscenza, al pensiero, alla cultura, e all’informazione.

Questo Manifesto dichiara la fede dell’UNE-SCO nella biblioteca pubblica come forza vitale per l’istruzione, come condizione essenziale per l’apprendimento permanente, l’indipendenza nelle decisioni, lo sviluppo culturale dell’indivi-duo e dei gruppi sociali, e come agente indi-spensabile per promuovere la pace e il benes-sere spirituale delle menti di uomini e donne. Per attuare questi obiettivi il Manifesto individua alcuni compiti chiave che dovrebbero essere al centro dei servizi della biblioteca pubblica, quali

1. creare e rafforzare nei ragazzi l’abitudine alla lettura fin dalla tenera età;

2. sostenere sia l’educazione individuale e l’autoistruzione, sia l’istruzione formale a tutti i liveli;

3. offrire opportunità per lo sviluppo creativo della persona;

4. stimolare l’immaginazione e la creatività di ragazzi e giovani.

Per ottemperare a ciò, la biblioteca comuna-le “Eugenio Bertuetti” di Gavardo annualmente predispone un piano di intervento promozionale che prevede una stretta e pro!cua collaborazio-ne con l’istituzione scolastica presente sul terri-torio, sia primaria che secondaria di primo gra-do. Tali progetti sono da anni entrati a far parte integrante non solo del Piano dell’Offerta For-mativa, ma del macroprogetto denominato “Per la qualità della vita” agito in collaborazione tra Scuola, Comune di Gavardo e Comunità Monta-na di Valle Sabbia con la !nalità di creare azioni formative e preventive a favore di un completo ed equilibrato sviluppo dei minori.

Le attività annualmente previste, diverse per metodologia e tematiche, a seconda del ciclo coinvolto, sono state indicate come “azioni di completamento indispensabili” atte a promuo-vere e sviluppare negli alunni la capacità di indi-

viduare gli elementi caratterizzanti dei testi lette-rari, di comprenderli, di interpretarli e rielaborarli, la ri"essione critica e il dibattito su di essi, ma soprattutto l’abitudine e il piacere della lettura.

Per questo che è il !ne primo e ultimo di tut-te le biblioteche pubbliche, il personale instan-cabilmente opera con serietà e professionalità, cercando di garantire quel costante aggiorna-mento bibliogra!co essenziale alla conoscenza e diffusione del libro e dell’informazione cultura-le al passo con i tempi.

Il percorso di ogni progetto è sempre segna-lato da un itinerario bibliogra!co appropriato, spesso arricchito da integrazioni fotogra!che, !lmiche, musicali, descrittive, testimoniali, che mai come quest’anno, hanno saputo rendere dinamica la reazione degli studenti, chiamati a ri"ettere sulla privazione del diritto di ogni esse-re umano di essere libero.

La fatica, spesso e purtroppo vana, della sua riconquista deve essere monito per i giovani all’impegno del ricordo ed esempio di fermezza di vita. La celebrazione annuale del Giorno del-la Memoria dà loro l’occasione di pensare se il dover ricordare si sia ridotto oggi ad una mera imposizione legislativa, o sia sincero momento di crescita collettiva e coscienza civica. I citta-dini gavardesi conoscono l’importanza di questi fatidici giorni, alcuni per averli vissuti di perso-na, altri per aver sofferto ulteriori esperienze tre-mende quali il bombardamento aereo del paese del 29 gennaio 1945.

È doveroso mettersi a disposizione di chi an-cora non conosce, senza remore. Questo è il compito che spetta non solo alle istituzioni cul-turali, ma ad ognuno di noi, poco o tanto che sappia.

La biblioteca ha voluto realizzare proprio que-sto lavoro di rete fra più soggetti culturali, con il !ne ultimo di far rivestire ai ragazzi il ruolo di protagonisti e di dimostrare all’esterno che an-che loro sono in grado, con un po’ di !ducia e di incoraggiamento, di imitare l’impegno, il sacri!-cio di altre generazioni.

Manuela Franzoni

completamento indispensabili” atte a promuovere e sviluppare negli alunni la capacità di indivere e sviluppare negli alunni la capacità di indi-

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PREMESSA viduare gli elementi caratterizzanti dei testi lette-

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EDITORIALE

“LA CONOSCENZA RENDE LIBERI”

E’ una parte del testamento intellettuale e spi-rituale, e contemporaneamente l’oggetto del passaggio del testimone (una cornice autogra-fa contenente “Wissen macht frei”), ricevuta dal maestro e amico Italo Tibaldi, deportato a Mau-thausen e a Ebensee, matricola numero 42307, che ho deciso di accogliere e di assumere non senza dubbi e dif!coltà.

Questo è il motto, e insieme il taglio del pro-getto-intervento proposto dal progetto culturale “Collettivamente Memoria 2012” (silvia.berruto.wordpress.com/2012/01/) dedicato alle clas-si terze di Gavardo e intitolato “Il sogno di una cosa. Il dovere-diritto di essere liberi. In un con-testo condiviso di rispetto delle regole valide per tutti.”

Ho deciso di interpretare in questo modo, nel-la vita di tutti i giorni, il dovere di testimoniare. Come allieva di Italo Tibaldi, ma anche come ni-pote di un internato militare - Francesco Gallinari - internato per due anni in Stalag in Polonia e in Germania per aver rispettato la parola data e la scelta, senza ritorno, della parte in cui stare.

La misurazione del sapere (know-how) delle studentesse e degli studenti partecipanti, inizia-le e !nale, si evince dalla lettura comparativa dei documenti iniziali e dei prodotti culturali !nali che gli studenti hanno creato e che, in parte, sono pubblicati, e/o almeno segnalati, in questo nu-mero speciale del Gattopardo e sul sito della bi-blioteca.

Le produzioni culturali di rilievo sono state un report collettivo scritto sul bombardamento di Gavardo del 29 gennaio 1945, un corto sul 29 gennaio 2012, una mostra dal titolo omonimo del progetto-intervento, la lettura collettiva dei primi dodici articoli della Costituzione della Repubblica Italiana (Principi fondamentali) tenutasi il 23 aprile 2012 in Piazza Marconi alla presenza del Vicesin-daco Sergio Bertoloni, degli insegnanti, di alcuni genitori e di alcuni cittadini di Gavardo.

La misurazione dell’acculturazione e della for-mazione degli adulti partecipanti - insegnanti, bibliotecarie e della sottoscritta - è nei parame-tri autogestiti e a cura dell’onestà intellettuale di ciascun singolo.

Per un percorso COLLETTIVO di protagonismo

e di cittadinanza attivi, processi di partecipazione e di umanizzazione della storia individuale e col-lettiva di ogni studente, nel dif!cile compito quo-tidiano del diventare adulti, a partire dallo status di apprendisti cittadini in cui attualmente essi si trovano e di ogni adulto che voglia intraprendere un’avventura davvero com-partecipata coi gio-vani e coi propri pari.

Perché Libertà è partecipazione. Per sancire il dovere-diritto di sapere per poter essere liberi. E perché o si è tutti liberi o nessuno è libero. Il tut-to vissuto in un’ottica nonviolenta per un vivere collettivo ispirato agli imperativi gandhiani tra cui ricordo “Vivere semplicemente, per permettere agli altri semplicemente di vivere”.

E in ultimo, ma non per ultimo, posso affer-mare, con una certa commozione, che ci siamo scambiati “Il talismano” regalatoci da Gandhi:

‘Ti darò un talismano.Ogni volta che sei nel dubbio o quando il tuo

io ti sovrasta, fai questa prova: richiama il viso dell’uomo più debole e più povero che puoi avere visto e domandati se il passo che hai in mente di

fare sarà di qualche utilità per lui.Ne otterrà qualcosa?

Gli restituirà il controllo sulla vitae sul suo destino?

In altre parole, condurrà all’autogoverno milioni di persone affamate nel corpo e nello spirito?Allora vedrai i tuoi dubbi e il tuo io dissolversi’.

In quella prospettiva maieutica che non !nisce mai di stupire, per la bellezza, la trasversalità in-trinseca e per la capacità inclusiva di tutti, sem-pre sostenuta e auspicata dall’amico e maestro Danilo Dolci.

Questo è stato il ritmo del percorso “Il sogno di una cosa. Il dovere-diritto di essere liberi”, all’insegna di quella promessa insita nella Costi-tuzione della Repubblica Italiana del voler essere, senza se e senza ma - PER TUTTI.

Nel primo incontro con le insegnanti avevo di-chiarato da che parte avrei voluto stare e da che parte mi sarei schierata: dalla parte delle studen-tesse e degli studenti.

A loro va la riconoscenza per l’esperienza con-vissuta, con l’augurio di tanta voglia di futuro e di Libertà, con un prestito da Oscar Luigi Scalfaro, a cui abbiamo reso omaggio il 30 gennaio scorso: “Non mollate mai, non esiste”.

Con rispetto, Silvia Berrutociascun singolo.

Per un percorso COLLETTIVO di protagonismo Con rispetto, Silvia BerrutoPer un percorso COLLETTIVO di protagonismo Con rispetto, Silvia Berruto

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EDITORIALE e di cittadinanza attivi, processi di partecipazione

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IL PROGETTO© “Collettivamente memoria 2012”per la Biblioteca Civica di Gavardo

Progetto-intervento© IL SOGNO DI UNA COSA

“IL DOVERE-DIRITTO DI ESSERE LIBERI”IN UN CONTESTO CONDIVISO DI RISPET-TO DELLE REGOLE VALIDE PER TUTTI

Ipotesi per un percorso collettivo dipartecipazione e di cittadinanza responsabili:

fra storia e memoria

Percorso realizzato e compiuto insieme alle classi terze della scuola secondaria di primo grado

Periodo 7 dicembre 2011- 29 gennaio/23 aprile 2012

E’ un progetto-intervento per un’accultura-zione e un empowerment consapevoli dei par-tecipanti, sulla complessa strada dell’emanci-pazione, individuale e collettiva, verso la libertà.

E’ contemporaneamente anche un percorso collettivo a partire dal territorio e dalla dimen-sione locale per arrivare alla visione della di-mensione globale di alcuni avvenimenti storici.

Dal dovere di ricordare - per legge (per leg-ge?) - ovvero dal Giorno della Memoria alla let-tura collettiva della Costituzione della Repubbli-ca Italiana - attraverso un itinerario bibliogra!co, fotogra!co, !lmico, testimoniale, caratterizzato da una ri"essione collettiva sul dovere-diritto di ogni essere umano di essere libero. La deloca-lizzazione degli spazi e l’ottica di cultura siner-gica fra i soggetti partecipanti sono insieme il contenuto, la modalità e la s!da del progetto-intervento.

La biblioteca ha proposto alla scuola l’uscita dagli spazi consueti per un esercizio di anima-zione e per un lavoro di rete fra più soggetti cul-turali, negli spazi di responsabilità e di proprietà collettivi quali sono la scuola, la biblioteca e la piazza (agorà).

I prerequisiti indispensabili al progetto sono stati il coinvolgimento e la partecipazione attiva degli insegnanti, degli studenti, delle istituzioni e di tutti i cittadini gavardesi.

Il lavoro si è articolato attraverso la lettura di avvenimenti storici a partire da fonti multiple bi-bliogra!che, iconogra!che, !lmogra!e, fotogra-!che, audio e le testimonianze dirette per la suc-

cessiva restituzione scritta di alcuni avvenimenti storici, locali e non.

Con l’autoproduzione di un dvd di sintesi del lavoro svolto.

La metodologia è stata partecipativa attiva da parte di tutti i soggetti partecipanti all’inter-no di un percorso di lettura su libri forniti dalla biblioteca agli studenti sino alla produzione di un testo scritto collettivo attraverso l’uso di fonti multiple e di testimonianze dirette.

Per l’esercizio di un protagonismo attivo di tutti i partecipanti, interpretato e vissuto in di-mensione e in prospettiva maieutica.

Gli incontri

- 7 dicembre 2011A scuolaA scopo conoscitivo. Per l’illustrazione del

progetto a cura della proponente.Prima misurazione del know-how delle stu-

dentesse e degli studenti.

- 29 gennaio 2012Per un “Giorno della Memoria” particolare.In Biblioteca e nel paese di GavardoDalle ore 13:00 !no alla !ne delle cerimonie

istituzionali previstePer un “Giorno della Memoria” vissuto collet-

tivamente.Per un Lavoro di Gruppo e per la produzione

della bozza di un report di gruppo sulla giornata del 29 gennaio che comprenda la ricostruzione della giornata dal punto di vista storico e dell’at-tualità.

- 30 gennaio 2012In BibliotecaRedazione collettiva dei cinque report di reda-

zione a cura di ogni singola classe

L’intervento-contributo per il Giorno della Me-moria 2012 a Gavardo (ravvisato nella data del 29 gennaio 2012) si ascrive nel più ampio con-cept di progetto-intervento offerto da © “Col-lettivamente memoria 2012” che dovrà risulta-re nei documenti di promozione e informazione dello stesso, è inteso come dovere civile, segno e testimonianza personale dell’accettazione del “testimone”. In memoria e in omaggio a tutte e a tutti coloro che non sono tornati, ai deportati, agli internati militari e a tutti gli umiliati del siste-

bliogra!che, iconogra!che, !lmogra!e, fotogra!che, audio e le testimonianze dirette per la suc

“testimone”. In memoria e in omaggio a tutte e a tutti coloro che non sono tornati, ai deportati, !che, audio e le testimonianze dirette per la suc- a tutti coloro che non sono tornati, ai deportati, agli internati militari e a tutti gli umiliati del siste-

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IL PROGETTO cessiva restituzione scritta di alcuni avvenimenti

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ma fascinazista.Per tali ragioni il contributo viene effettuato,

ogni anno, in segno di un impegno civile.Senza compenso.

- Febbraio-marzoPercorsi tematici di lettura su FASCISMO E

NAZIFASCISMO, SHOAH E DEPORTAZIONI, LE RESISTENZE, LA RESISTENZA, LA LIBE-RAZIONE

- 23 Aprile 2012Mattina- Percorso bibliogra!co di lettura proposto

dalla biblioteca. Analisi e approfondimento. Per voce e a cura delle e dei 117 lettrici e lettori delle cinque classi terze.

- Visione degli spezzoni !lmici !nali. Dedicata “A tutti coloro che non sono MAI stati ricordati” tra i quali Pietro Pasini.

- Omaggio a Francesco Capitanio e a France-sco Gallinari. Da “I DIMENTICATI. Un’Idea per ricordare” 2005. A cura di Giovanna Capitanio e di Silvia Berruto. Autoprodotto. (http://silviaber-ruto.wordpress.com/2006/01/20/). Per la voce di Paola Roman.

- Analisi, riconoscimento e omaggio a testi letterari, musicali, testamenti spirituali, canti nonviolenti, di testimonianza, di empowerment e di liberazione.

- Dal “sogno di una cosa” alla scoperta che “da cosa nasce cosa”.

Dall’incontro con Paolo Bacchetta nasce la “nostra” scelta, condivisa, (di Paolo e mia), di proporre alle cinque redazioni delle e dei 117 reporter, una prova d’orchestra vocale di accul-turazione d’armonia, attraverso la conoscenza e l’interpretazione di un canto di emancipazione e

di lotta.Dallo spartito al testo, !lologicamente inscin-

dibili, dal signi!cato al senso della storia sottesi al canto sino al senso di una sua e NOSTRA in-terpretazione collettiva.

Alla chitarra classica, in un’insolita e, impro-babile, veste, il M° Paolo Bacchetta con Silvia Berruto.

Con meraviglia.Lettura collettiva della Costituzione della Re-

pubblica Italiana in Piazza Marconi a cura dei 117 studenti delle classi.

Idea e testo by Silvia BerrutoPomeriggioProiezione del !lm “La libertà costa cara mol-

to. Volti e voci della Resistenza bresciana”Presentazione della mostra a cura delle stu-

dentesse e degli studenti delle cinque classi ter-ze. Inaugurazione uf!ciale della mostra dal titolo dell’omonimo progetto: “Il sogno di una cosa. Il dovere-diritto di essere liberi”.

© “Collettivamente memoria 2012” e il Progetto-intervento © “Collettivamente memoria 2012” IL SOGNO DI UNA COSA: “IL DOVERE-DIRITTO DI ESSERE LIBERI. IN UN CONTESTO CON-DIVISO DI RISPETTO DELLE REGOLE VALIDE PER TUTTI”è un progetto culturale di Silvia Berruto. La pro-gettazione è esclusa dal budget preventivato.© 2011-2012 Tutti i diritti riservati.Estratto dal progetto - Versione del 18.12.2011A cura di:Dott.ssa SILVIA BERRUTO • Nipote di un internato militare • Fotorepor-ter e giornalista freelance • Viale Gran San Bernardo, 43 11100 - AostaAssociazione Nazionale Fotogra! Professionisti TAU VISUAL Milano Ordine dei Giornalisti Valle d’Aosta • Giornalisti contro il razzismo(http://www.giornalismi.info/mediarom/) • Cell (+39) 339 - 505 32 [email protected] • http://silviaberruto.wordpress.comwww.liberostile.blogspot.com

LA BIBLIOGRAFIA

Dal Lager con il Libro verso la Libertà: il sogno di una cosa attraverso la conoscenza e il ricordo.

Note bibliografiche a.c. della Biblioteca di Gavardo con il contributo della Cooperativa Equilibri di Modena

Si può ancora, a tanti anni di distanza dalla Seconda Guerra Mondiale, parlare ai ragazzi di guer-ra e di pace, di resistenza e di liberazione, senza sentirsi ripetitivi e scontati? Si può, a partire da quelle di ieri, approdare alle guerre di oggi, ragionando sui con"itti attuali e sulla loro complessità? Ma, soprattutto, si può proporre ai giovani studenti percorsi di lettura esclusivamente centrati su guerre e con"itti?Ma, soprattutto, si può proporre ai giovani studenti percorsi di lettura esclusivamente centrati su guerre e con"itti?

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ma fascinazista. di lotta.

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Guerre mondiali

Bruckner IL GRAN SOLE DI HIROSCIMADidelez LO STREGONE DI HITLERLevi LA COLLANA DELLA REGINALucarelli IL TRILLO DEL DIAVOLOMuller IL MONDO QUELL’ESTATEPetter CI CHIAMAVANO BANDITI

Petter UNA BANDA SENZA NOMESessi L’ISOLA DI RAB. 1941-1943

Variale NON DITELO A CIALI’Wall IL RAGAZZO CHE INCONTRO’ HITLER

Viganò L’AGNESE VA A MORIRERigoni Stern IL SERGENTE NELLA NEVE

Buongiorno IO E SARA, ROMA 1944Costa L’IMPERO DI SABBIA 1933-1936

Denti ANCORA UN GIORNO. MILANO 1945Dowswell AUSLÄNDER

Levi CECILIA VA ALLA GUERRA

Levi UN DONO COLOR CAFFÉNostlinger DUE SETTIMANE IN MAGGIO

Ragusa LA CASA DELLE RONDINIRoccheggiani LA BICICLETTA DI MIO PADRE

Sears LA BAMBINA SOTTO IL TAVOLOVariale LA BANDA DEI CHERUBINIWestall LA GRANDE AVVENTURA

Cormier R. EROIDetti ESTRELLA

Dische LETTERE DEL SABATOKacer UN POSTO SICURO

Levi IL SEGRETO DELLA CASA SUL CORTILEMcKay IL MARE DI CHARLIE

Morpurgo LA GUERRA DEL SOLDATO PACESessi PRIGIONIERA DELLA STORIA

Bloor E LONDON CALLINGCercenà QUI RADIO LONDRA: L’AQUILA VOLA

Cronin QUEL GIORNOGreene L’ESTATE DEL SOLDATO TEDESCO

Si può, si deve, e la strada della lettura, che apre le porte all’emozione e alla partecipazione simbolica agli avvenimenti, è quella da imboccare.

La letteratura per ragazzi oggi sa dare voce in modo ef!cace a temi così complessi, cogliere con grande puntualità ed impegno i nodi principali della convivenza sul nostro pianeta. In particolare, sa parlare ai ragazzi di oggi delle guerre di ogni tempo e luogo, delle divisioni che hanno contrad-distinto la società contemporanea: dalle guerre mondiali alla Shoah, dalla guerra del Golfo ai con-"itti etnici e religiosi che da decenni travagliano diverse aree del mondo. Nello stesso tempo non dimentica di farsi portavoce delle parole della pace, sostenitrice dei valori della convivenza e del rispetto delle diversità etniche, religiose e culturali.

La scelta dell’itinerario bibliogra!co proposto alle cinque classi terze ha cercato di mettere a di-sposizione dei ragazzi accurate fonti note e meno note, semplici e complesse, classiche e attuali. Una proposta ponderata ed aperta alle maggiori sollecitazioni culturali possibili: non unicamente parole scritte, ma immagini, contenute in libri illustrati solo apparentemente di facile lettura, nei fumetti, con il loro tipico linguaggio vignettistico giudicato spesso duro ma di grande ef!cacia.

Perché il panorama storiogra!co fosse completo abbiamo aggiunto a quelle letterarie, sia fonti !lmiche che musicali.

Di seguito si presenta la bibliogra!a, suddivisa per classe, consegnata e spiegata ai ragazzi nel mese di dicembre, che vede i libri della biblioteca raggruppati in tre macro sezioni:

• Guerre mondiali• Shoah e Palestina• Conflitti oggi

Gli studenti sono stati invitati a prepararsi attraverso la lettura individuale e il confronto collettivo e interdisciplinare a scuola, gli insegnanti a fornire esaustivi elementi sul contesto storico dei temi monogra!ci proposti dal progetto intervento, prima degli incontri operativi dei mesi di febbraio, marzo, aprile. A supporto sono state fornite schede di approfondimento, alcune di carattere gene-ralista come note storiche e cronologiche, altre di carattere più scienti!co e monogra!co come “A survivor from Warsaw” di Arnold Schönberg, con relative sitogra!e.

CECILIA VA ALLA GUERRACronin QUEL GIORNO

Levi CECILIA VA ALLA GUERRALevi CECILIA VA ALLA GUERRALevi Greene L’ESTATE DEL SOLDATO TEDESCO

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Si può, si deve, e la strada della lettura, che apre le porte all’emozione e alla partecipazione simbolica

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Meter�LETTERE A BARBARAResegotti�NEVICO’ PRESTO QUELL’INVERNO

Westall UNA MACCHINA DA GUERRAKerr LA STAGIONE DELLE BOMBE

Dahl IN SOLITARIO: DIARIO DI VOLODenti LA MIA RESISTENZA

Uhlman L’AMICO RITROVATOCharyn SOGNANDO BATAAN

Detti LEDA E IL MAGOHartling PORTA SENZA CASA

Levi LA VILLA DEL LAGOKing-Smith LO SCACCIACORVI

Milani SEDUTO NELL’ERBA, AL BUIOPetter NEL RIFUGIO SEGRETO

Petter SEMPIONE ‘45: IL SALVATAGGIO DELLA GALLERIA

Schneider HEIKE RIPRENDE A RESPIRARETaylor L’ ONDA MALEDETTA

Strasser L’ ONDAHartling VIAGGIO OLTRE IL CONFINE

Shoah e Palestina

Boyne IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHELevi L’ALBERGO DELLA MAGNOLIA

Levi 1940-1945 GIOELE, FUGA PER TORNARELevi L’AMICA DI CARTA

Millmann IL BAMBINO NASCOSTOMolesini ALL’OMBRA DEL LUNGO CAMINO

Orlev L’ISOLA IN VIA DEGLI UCCELLISchneider STELLE DI CANNELLA

Spinelli MISHA CORREThor LO STAGNO DELLE NINFEELevi P. SE QUESTO E’ UN UOMO

Frank A. DIARIOBecker JAKOB IL BUGIARDOKaniuk IL LADRO GENEROSO

Levi DA QUANDO SONO TORNATAMaier FUORI C’È L’AURORA BOREALE

Orlev CORRI, RAGAZZO, CORRISchneider L’ALBERO DI GOETHE

Sessi SOTTO IL CIELO D’EUROPAShahar LA GUERRA DI RIKIThor UN’ISOLA NEL MAREThor OLTRE L’ORIZZONTEGutman LA CASA VUOTA

Levi UNA VALLE PIENA DI STELLE

Lowry COLPI ALLA PORTAMelis IL SEGRETO DELLO SCRIGNO

Orlev GIOCO DI SABBIAReiss LA STANZA SEGRETA

Schnur IL SEGRETO DI MONT BRULANTSiegal CAPRO ESPIATORIO

Thor MARE PROFONDOTagliacozzo ANNI SPEZZATI

Malle ARRIVEDERCI RAGAZZIFrank A. RACCONTI DALL’ALLOGGIO SEGRETO

Sessi IL MIO NOME È ANNE FRANKBirger HO SOGNATO CIOCCOLATA PER ANNI

Ghazy PROVA A SANGUINAREGold MI RICORDO ANNA FRANK

Lagercrantz LA RAGAZZA CHENON VOLEVA BACIARE

Levi UNA BAMBINA E BASTAOberski ANNI D’INFANZIA

Sessi ULTIMA FERMATA AUSCHWITZRichter SI CHIAMAVA FRIEDRICHFiano IL CORAGGIO DI VIVERE

Abi-Ezzi LA BAMBINA DI POLVEREBergman IL RAGAZZO DI LASSÙ

Gutman LA CASA VUOTAGutman L’ALBERGO DEL RITORNO

Lahav GLI ZOCCOLI DI ANDRÉLevine LA VALIGIA DI HANA

Mincer VARSAVIA, VIALE DI GERUSALEMME 45Pederiali I RAGAZZI DI VILLA EMMA

Schmitt IL BAMBINO DI NOÈSilvestri IL COMMERCIANTE DI BOTTONI

Conflitti Oggi

Abdel-Fatah LE 10 COSE CHE ODIO DI MEAl-Windawi DIARIO DI THURADekel SUI MURI DI JABALYA

Ghazy OGGI FORSE NON AMMAZZO NESSUNOLaird QUANDO NEL MIO PAESE

CRESCEVANO GLI ARANCIStrada PAPPAGALLI VERDI

Tashjan VOTA LARRYBayle MOUSSA E JASON, BAMBINI SOLDATO

Cohen URI E SAMIMilani UN ANGELO, PROBABILMENTE

Silver LA GRANDE FESTA DEI MURALESSwindells NEMICI UNA VALLE PIENA DI STELLE Swindells NEMICILevi UNA VALLE PIENA DI STELLELevi UNA VALLE PIENA DI STELLELevi Swindells NEMICI

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Meter LETTERE A BARBARA Lowry COLPI ALLA PORTALowry COLPI ALLA PORTALowry

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Zenatti QUAND’ERO SOLDATOZenatti UNA BOTTIGLIA NEL MARE DI GAZA

Brasioli IL CAFFE’ DI TAMERCompestine LA RIVOLUZIONE NON E’ UN

PRANZO DI GALAEllis SOTTO IL BURQA

Forsyth LA CORONA DEGLI ZINGARIGrondona RAGAZZE DEL SAHELMarchetta TERZA GENERAZIONE

Peet IL CAMPIONEL’AFGHANISTAN DI SORAYA E MALALAI

Abdel-Fattah SONO MUSULMANAAlvarez PICCOLI MIRACOLI

Cardoso SCOMPARSOD’Adamo JOHNNY IL SEMINATORE

D’Adamo STORIA DI IQBALLaird UN PICCOLO PEZZO DI TERRAD’Adamo STORIA DI OUIAH CHE ERA

UN LEOPARDOFerrara ANGUILLA

Kadohata KIRA-KIRALodoli QUESTO MARE NON È IL MIO MARE

Lucarelli FEBBRE GIALLARossi CHRIS PRIMA DELLA GUERRA

Westall GOLFO

Fumetti

Eisner RACCONTI DI GUERRAGiardino NO PASARAN

Tezuka LA STORIA DEI TRE ADOLFGuibert LA GUERRA DI ALAN

Ficarra STALAG XBAbirached IL GIOCO DELLE RONDINI

Pratt LA GIOVINEZZASpiegelman MAUS

Kubert YOSSEL: APRIL 19,1943Stamaty LA BIBLIOTECARIA DI BASSORA

Croci AUSCHWITZMicheluzzi SIBERIA

Di Virgilio LA GRANDE GUERRA

Illustrati

Sis IL MUROReynolds LA NOTTE DI Q

Battut LA GUERRAFrank ALBUM DI FAMIGLIA

Zoppei AURELIO MIO NONNOLevi GIOVANNA E I SUOI RE

Heuvel LA STELLA DI ESTHERRoveda UNA PARTIGIANA DI NOME TINA

Bellina LA GIACCA ROSSACohen-Janca L’ALBERO DI ANNE

Hoestlandt PAURA SOTTO LE STELLEPoole ANNE FRANK

Levi LA PORTINAIA APOLLONIAInnocenti LA ROSA BIANCA

Hausfater-Douieb IL BAMBINO STELLARodari LA GUERRA DELLE CAMPANE

Kramer ANNA FRANK: UN RAGGIO DI SOLE NEGLI ANNI BUI

Film

JAKOB IL BUGIARDOTRAIN DE VIE

SENZA DESTINOSCHINDLER’S LIST

L’ONDAHIROSHIMA

I RAGAZZI DI ST. PETRIMIRACOLO A SANT’ANNA

LETTERE DA IWO JIMAEUROPA EUROPA

IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHEHOTEL MEINAI DIMENTICATI

ARRIVEDERCI RAGAZZIIL FALSARIO

ROSENSTRASSELA CADUTA

I RAGAZZI DEL REICHIL PIANISTA

JONA CHE VISSE NELLA BALENA

Audioregistrazioni

ARNOLD SCHÖNBERG: il lamento della shoahCANTI DELLA RESISTENZA IN ITALIA

Se comprendere é impossibile

conoscere é necessario

(Primo Levi)Battut LA GUERRABattut LA GUERRABattut (Primo Levi)

Frank ALBUM DI FAMIGLIAFrank ALBUM DI FAMIGLIAFrank

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Zenatti QUAND’ERO SOLDATOZenatti QUAND’ERO SOLDATOZenatti Zoppei AURELIO MIO NONNOZoppei AURELIO MIO NONNOZoppei

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PRIMO INCONTRO7 Dicembre 2011

Misurazione iniziale della conoscenza dei dati

CLASSE 3ª A HA SCRITTO:

Cesare Secondo me il progetto è bello però io non vengo. Riguardo al bombardamento i caccia hanno attaccato falsando il ponte. Per evitare che passassimo dall’altra parte. I duce Mussolini si alleò con Adolf Hitler per sterminare gli ebrei. Io avevo un nonno che era stato a Auschwitz.

Luca 8 caccia hanno sganciato 16 bombe su un edificio, anche se l’obiettivo era il ponte di Gavardo, ma hanno distrutto la vec-chia posta nel 29 gennaio 1945. (52 vittime)

Giada Il 29 gennaio 1945 bombardarono il ponte di Gavardo. 8 aerei americani hanno sganciato 16 bombe, ma non lo colpirono. Il paolo è intellettuale.

Erika Il 29 settembre 1945 gli americani bombardarono il ponte di Gavardo per impedire di andare a Salò, morirono 52 persone mandando giù dai caccia 16 bombe, ma non colpirono il ponte. Vorrei sapere quello che hanno provato.

PaoloSecondo me è stato un gesto brutto perhè sbagliando a prendere il ponte hanno ucciso persone innocenti. I missili hanno colpito il convento uccidendo il prete monsignor Ferretti e alcune suore.Questi dati li ho ricavati da mia nonna che quel giorno vide tutto.

Luca Il 29/01/45 gli americano fanno un errore di calcolo, invece di distruggere il ponte di Gavardo, fanno vittime innocenti. E’ giusto ricordare tutte le vittime che hanno combattuto e sofferto durante la guerra, quel fatidico giorno morirono 52 per-sone

Mamadou Il 29/01/45 gli americani fanno un errore di calcolo

Lorenzo 8 caccia hanno sganciato 16 bombe su un edificio anche se l’obiettivo era il ponte di Gavardo. 52 vittime. Ciao è stato un onore

Daniele Gli americani nel 29 gennaio 1945 bombardarono il ponte di Gavardo, ci furono circa cinquanta morti . Bombardarono il ponte, con i caccia bombardieri.

Emanuel Io vorrei sapere perché gli americani dovevano tirare così tante bombe per distruggere dei ponti per poi fare una strage di uomini. Io non conosco niente del 29/1/1945 perché non sono italiano, ma vorrei conoscere tutta la storia.

LucaMi è piaciuto sapere più informazioni su quello che è successo a Gavardo, il 29 gennaio 1945, quando i caccia volevano bombardare il ponte di Gavardo, ma che alla fine sono morte 52 persone.Mi piacerebbe sapere più informazioni sul 1945 e sulla storia che c’era in quell’epoca.

Matteo 8 caccia bombardieri americani volevano abbattere il ponte di Gavardo perché era una posizione strategica, sganciarono 16 bombe e lo mancarono e fecero 52 vittime nel 1945 alle ore 13:20

Alice

L’Italia fascista si era alleata con la Germania Nazista. Benito Mussolini era il capo del governo fascista in Italia, mente Hitler governava in Germania. La politica di Hiltler aveva tra i tanti scopi quella di sterminare gli ebrei. Questo progetto mi interessa molto, e quasi sicuramente verrò il 29 gennaio; mi ha colpito molto la frase “ricordare per non dimenticare”Gli americani bombardarono il ponte di Gavardo nel ’45.

Maurizio 8 caccia hanno sganciato 16 bombe su un edificio anche se l’obiettivo era il ponte di Gavardo sono morte 52 persone.

MadalinaNon so molto sul bombardamento, so solo che gli americani hanno bombardato il ponte di Gavardo e alcune cose su Hitler e sulle sofferenze degli ebrei. Però vorrei sapere di più e ci sarò sicuramente il 29/01/12. Voglio sapere cosa diranno le persone più anziane che hanno vissuto quando è successo tutto ciò. E cercherò anche io di trovare delle altre informazioni.

Martina 8 caccia bombardieri americani sganciarono 18 bombe per beccare il ponte, ma lo mancarono. Queste bombe nel 1945 uccisero 52 persone

Francesca Secondo me quando i caccia sono venuti su Gavardo, non hanno pensato che mandando le bombe avrebbero colpito anche le 52 vittime innocenti, per colpire un ponte che alla fine non hanno colpito, insomma sono morte 52 persone per nulla.

Imane Il 29 gennaio 1945 ci fu un bombardamento su Gavardo da parte degli Americani. Gli americani volevano distruggere il ponte che faceva da collegamento, gli americani non riuscirono, a distruggerlo, distrussero però il grattacielo e ci furono 52 vittime. Gli americani lanciarono a Gavardo 16 bombe.

Binash Il 29 gennaio 1945 ci fu un bombardamento, gli americani volevano distruggere il ponte

Andrea 29/01/1945. A Gavardo alle ore 13:20, i bombardieri americani sganciano 16 bombe sul ponte di Gavardo. L’Italia fascista di Mussolini si allea con la Germania fascista di Hitler. Il progetto è molto interessante

Marco Secondo me gli americani sono stati costretti poiché la Germania era la più grande potenza al mondo, il bombardamento a causato molti morti che potevano essere evitati (secondo me).Marco Secondo me gli americani sono stati costretti poiché la Germania era la più grande potenza al mondo, il bombardamento Marco Secondo me gli americani sono stati costretti poiché la Germania era la più grande potenza al mondo, il bombardamento a causato molti morti che potevano essere evitati (secondo me).

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PRIMO INCONTRO

Page 11: allegato Gattopardo Giugno

Michael Nell’1945 gli americani bombardarono il ponte di Gavardo che portava a Salò. Gli americani secondo me, era solo per vendicarsi e quindi vollero distruggere l’Italia

Thomas8 caccia bombardieri hanno sganciato 16 bombe su Gavardo cercando di abbattere il ponte, perché era punto di collega-mento con Salò cioè Mussolini, ma non riuscirono ad abbatterlo provocando 52 morti, distruggendo la posta e la piazza della chiesa.

Andrea 29/01/1945 Bombardamento del ponte di Gavardo

Emanuela Ore 1,20 del 29/01/45. 8 caccia americani bombardarono Gavardo. 16 bombe mancano il ponte. Viene colpita viene col-pita la piazza. 52 morti tra i civili. Molte famiglie distrutte dal dolore. Persone alla ricerca di parenti.

CLASSE 3ª B HA SCRITTO:

Damiano A Gavardo alle 13:20 gli alleati americani con dei caccia bombardieri hanno lanciato 16 bombe sul ponte della pizza per non far passare Benito Mussolini e gli alleati fascisti. I morti furono 52

Matteo Secondo me la colpa è degli americani che avendo una brutta mira hanno sbagliato il bersaglio. Sono stati stupidi e inco-scienti, per colpa loro sono morte 54 persone più alcuni preti.

Sabrina29.01.1945 dopo l’una. Il ponte è un punto strategico e l’idea di colpirlo è fallita, ci sono state vittime innocenti tra i civili come spesso accadde in tutta la seconda guerra mondiale. Bombardamento americano non era atteso, perché erano alleati. La storia non è solo il grande fatto riportato dai libri, ma anche grandi tragedie non ricordate dal mondo ma molto vicine a noi.

Emma 29 gennaio 1945 C’è stato il bombardamento da parte degli americani; essi lanciarono 16 bombe contro il ponte di Ga-vardo, ma non lo distrussero e in cambio ci furono 52 morti.

Davide F.29/1/1945 a Gavardo gli americani con 8 caccia bombardieri volevano bombardare il ponte con 16 bombe, ma non cen-trarono il bersaglio, e uccisero 52 persone, e fecero crollare un palazzo della posta. Questo atto permise ai tedeschi di non arrivare alla repubblica di Salò.

Davide29/01/1945 A Gavardo alle 13.20, gli Americani tentarono di bombardare il ponte di Gavardo per non permettere ai tede-schi di raggiungere la repubblica di salò, ma purtroppo nessuna delle 16 bombe lanciate centrò il ponte, e causarono 52 vittime. Ho sentito dire che gli americani provenivano dai monti dopo Vallio e Sopraponte.

Giorgio Gli americani non hanno preso la mira e hanno sbagliato facendo morire 52 persone facendo crollare il grattacielo cioè il palazzo della posta.

Mourad29 gennaio 1945 giorno del bombardamento. E’ stato quando gli Stati Unti hanno voluto distruggere il ponte che collegava la repubblica di Salò. Ma gli statunitensi hanno sbagliato e hanno provocato 52 morti. La loro intenzione era indebolire la Germania di Adolf Hitler.

Katia

Jennifer 29 gennaio 1945 c’è stato il bombardamento da parte degli americani, essi lanciarono 16 bombe sul ponte di Gavardo

Daniele

Secondo me è stato un atto indecente da parte degli americani perché hanno ucciso tante persone innocenti

Samuele Il 29 gennaio sono state sganciate 16 bombe da 8 caccia bombardieri americani per abbattere il ponte di Gavardo per non permettere il passaggio con Salò. Morirono 52 persone, ma il ponte non fu abbattuto.

Andrea Il 29 gennaio del 1945 8 caccia sganciarono 16 bombe su Gavardo, causarono 52 morti. Secondo me la colpa è stata de-gli americani perché dovevano essere più precisi.

Nicola Il 29 gennaio 1945 il ponte di Gavardo è stato bombardato dagli americani.Sono morte circa 50 persone

Andrea Nel 29 gennaio 1945 alle 13.20 i caccia americani sganciarono 16 bombe sul ponte che collegava la repubblica di Salò e Gavardo. Morirono 52 persone

Martina Bombardamento il 29 gennaio da parte degli Stati Uniti sul ponte di Gavardo che collegava la repubblica di Salò a Gavardo alle 13.20

EnricoNel 29 gennaio 1945alle ore 13.20 dei caccia americani sganciarono delle bombe sul ponte di Gavardo che collegava la repubblica di salò a Gavardo e provocarono 52 morti. Fortunatamente il ponte non venne abbattuto ma ci furono solo violenza e vittime.

Sofia 29 gennaio 1945 ore 13.20. Bombardamento a Gavardo. Quando gli Stati Uniti volevano abbattere il ponte che collegava la Repubblica di Salò a Gavardo. 52 morti. Anche se gli americani falliscono perché il ponte non viene abbattuto

Marco Il 29 gennaio 1945 è una data molto importante perché gli americani, pur facendo dei danni e causando 52 morti, cerca-rono di liberare Gavardo dai tedeschi. Oggi è una data molto importante perché si ricordano tutti i morti.Marco Il 29 gennaio 1945 è una data molto importante perché gli americani, pur facendo dei danni e causando 52 morti, cerca-Marco Il 29 gennaio 1945 è una data molto importante perché gli americani, pur facendo dei danni e causando 52 morti, cercarono di liberare Gavardo dai tedeschi. Oggi è una data molto importante perché si ricordano tutti i morti.

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Nell’1945 gli americani bombardarono il ponte di Gavardo che portava a Salò. Gli americani secondo me, era solo per

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Sabrina

Il dovere è il diritto di essere liberi. 1936 trattato di alleanza tra il fascismo italiano. Il 25 luglio 1943 viene arrestato Vittorio Emanuele III e poi in seguito liberato, 8 settembre 1943 ci fu un unificazione detta resistenza, cioè movimento di popolo in cui a partecipare erano uomini e donne ed entrambi hanno avuto importanza, nel 29 gennaio 1945 gli americani bombardarono Ga-vardo in cui ci furono 52 morti. Questo fatto fu molto importante e lo è ancora, e dovrà rimanere un ricordo importante.

CLASSE 3ª C HA SCRITTO:Cristian B.

Andrea 8 bombardieri 16 bombe 52 vittime 27 gennaio bombardamento distrutto ponte e piazza

Denni 8 bombardieri. 16 bombe. Gavardo. 52 vittime (molto poche). Auschwitz = figata

Matteo 1945 8 caccia bombardieri con 16 bombe attaccarono il centro di Gavardo e ci furono 52 vittime, hanno bombardato an-che il ponte per non far passare i tedeschi.

Chiara 1945 : gennaio 29 bombardarono Gavardo. Volevano bombardare il ponte, ma baccano il centro storico

Andrea Nel 29 gennaio 1945 alle 13.20 i caccia americani sganciarono 16 bombe sul ponte che collegava la repubblica di Salò e Gavardo. Morirono 52 persone

Cristian 8 caccia bombardieri attaccarono Gavardo con 16 bombe e ci furono 52 vittime

Maksim 8 caccia bombardieri attaccarono Gavardo con 16 bombe ci furono 52 vittime

Valentina P. 8 caccia bombardieri sganciarono il 29 Gennaio 1945 16 bombe a Gavardo ci furono 52 morti

Zoraima

Adama 8 caccia bombardieri sganciarono il 20 gennaio 1945. 16 bombe a Gavardo e ci furono 52 morti

Marcos 8 caccia bombardieri sganciarono il 20 Gennaio 1945. 16 bombe a Gavardo e ci furono 52 morti

Umar 8 caccia bombardieri attaccarono Gavardo con 16 bombe. 52 persone persero la vita

Benedetta 29 gen. 16 bombe. 8 caccia. Dovevano invadere Salò, ma hanno sbagliato mira

Alessia 8 bombardieri. 16 bombe. 52 vittime. Distrutto il centro di Gavardo

Andrea 8 caccia bombardieri sganciarono 26 bombe su Gavardo e ci furono 52 morti il 29 gennaio 1945

Andrea 8 caccia bombardieri il 29 gennaio 1945. 16 bombe a Gavardo ci furono 52 morti

Giulia 8 bombardieri. 16 bombe. 52 vittime. Bombe verso il centro di Gavardo

Luca 8 bombardieri (caccia) molarono 16 bombe, quindi due ognuno 8x2=16. 53 morti

Daniel 8 caccia bombardieri. 16 bombe. 52 vittime

Osmany C. 16 bombe. 52 morti. 8 bombardieri. Distrutto ponte.

Beatrice 27 gennaio. 16 bombe. 8 bombardieri. 52 morti, colpito ponte e piazza

Chiara 1945 gennaio 29 bombardarono Gavardo, volevano bombardare il ponte ma beccarono il centro storico

Sara Il 29 gennaio del 1945 a Gavardo ci fu il bombardamento da parte degli americani (penso) con 8 caccia bombardieri: hanno distrutto il ponte.

CLASSE 3ª D HA SCRITTO:

Daniel Sul bombardamento del 29 gennaio, mi ricordo che mio nonno che lui si ricorda quando hanno distrutto il ponte, e mia bis nonna è morta sotto le macerie

Matteo 8 caccia bombardieri sganciarono nel 20 gennaio 1945 18 bombe a mano, a Gavardo.

Badr 8 caccia bombardieri volevano distruggere il ponte di Gavardo, ma hanno attaccato il ponte e furono uccise 56 persone

Vittoria 29 gennaio 1945: Gavardo; per fermare i tedeschi i militari francesi, pilotando i caccia bombardieri, hanno sganciato 16 bombe mirando il ponte, sbagliando però mira le bombe sono cadute sulla piazza uccidendo 52 persone.

Veronica 29 gennaio 1945, 8 cacciabombardieri, sganciano 16 bombe, ma sbagliano mira. Le bombe sono cadute sulla piazza uc-cidendo 52 persone alle 13.20

Daniel 1945 8 caccia bombardieri con 16 bombe attaccarono il centro di Gavardo e ci furono 52 vittime. Hanno bombardato il ponte per non far passare i tedeschi

Habib

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Il dovere è il diritto di essere liberi. 1936 trattato di alleanza tra il fascismo italiano. Il 25 luglio 1943 viene arrestato Vittorio

Page 13: allegato Gattopardo Giugno

Renata 29 gennaio 1945 alle 13.20 bombardamento del ponte di Gavardo. 8 bombardieri hanno sbagliato a sparare e hanno bombardato sulla piazza

Ana Il 29 gennaio 1945 le truppe tedesche bombardarono il ponte di Gavardo alle 13.20. Ci furono 52 vittime tutte di Gavardo, fu un duro colpo per i gavardesi

Claudia29 gennaio 1945 Cosa succede ? C’è il bombardamento sul ponte, alle 13.20. Perché proprio il ponte? Beh è un punto importante di contatto, purtroppo però mirano al centro storico, distruggendo parte degli edifici. Ci furono molte vittime quel giorno, ma altri sono sopravvissuti, e ce lo possono raccontare. Mi piacerebbe incontrare una di queste persone

Alessia 29 gennaio 1945 Gavardo ore 13.20

Badiaa Il 29 gennaio 1945 bombardarono la strada per sbaglio

Letizia Il 29 gennaio 1945 8 caccia bombardieri alle ore 1.20 di pomeriggio, dovevano bombardare il ponte per per fermare i te-deschi, ma sbagliarono e le 16 bombe finirono in piazza De’ Medici e uccisero 52 persone

Ajjani Caccia bombardieri attacano Gavardo con 16 bombe. 52 persone persero la vita

Fatima Il 29 gennaio 1945 a Gavardo c’è stato un bombardamento. 16 bombe hanno distrutto il centro storico di Gavardo e il ponte, tuttavia l’obiettivo era distruggere la repubblica di Salò, di cui era a capo Mussolini. Ci sono state 52 vittime.

Federico Hanno bombardato Gavardo e hanno distrutto il centro. 52 morti

Lieta 29 gennaio 1945 Gavardo, ore 13.20. 8 cacciabombardieri per fermare l’avanzata tedesca hanno sganciato 16 bombe, per colpire il ponte, ma hanno sbagliato mira: le bombe sono cadute sul centro storico uccidendo 52 persone

Nicola Gli americani hanno usato 8 bombardieri per distruggere il ponte di Gavardo ma non ce l’hanno fatta

Samuele 8 caccia bombardieri sganciano il 29 gennaio 1945 e morirono 59 persone

Pietro Il 29 gennaio muoiono 52 gavardesi a causa del bombardamento

CLASSE 3ª G HA SCRITTO:Sara Gli americani hanno bombardato Gavardo per fermare i tedeschi, nel 29 gennaio

Manuela Io non so niente su questo evento storico, ma spero di imparare molte cose con questo progetto.

Federica Il 29 gennaio 1945 a Gavardo c’è stato un bombardamento causato dagli alleati che per sbaglio hanno buttato le bombe nel centro della città

Abdel In una giornata di gennaio vennero sganciate 16 bombe vicino al ponte da 8 caccia militari americani

Andrea Il 29 gennaio, alle 1.02 gli americani bombardarono Gavardo, come obiettivo il ponte per non avere più contatto con la Repubblica di Salò

Martina Il 29 gennaio alle ore 1.02 gli americani bombardarono Gavardo, come obiettivo il ponte per non avere più contatti con la repubblica di Salò

Alessandro Il 29 gennaio alle ore 1.02 gli americani bombardarono Gavardo, come obiettivo il ponte per non avere più contatti con la repubblica di Salò

Sara Il 29 gennaio 1945 c’è stato un bombardamento per distruggere il ponte, di Gavardo, ma hanno sbagliato la mira e hanno distrutto quasi tutto causando la morte di 52 persone.

Alessandro Il 29 gennaio 1945 8 caccia bombardieri americani sganciarono 16 bombe con obiettivo il ponte Chiese, ma colpirono prima e dopo il ponte uccidendo 52 civili.

Camila Il 29 gennaio del 45 all’una e venti di pomeriggio gli americani che dovevano buttare giù il ponte bombardarono per impe-dire che arrivassero i tedeschi, hanno mancato il ponte e ci sono stati 52 morti.

Andrea Una mattina durante la seconda Guerra Mondiale, gli americani hanno sganciato 16 bombe per colpire il ponte di Gavardo e hanno ucciso 53 persone

Simone Il 29 gennaio 1945 hanno bombardato il ponte di Gavardo per non fare avanzare i tedeschi anche coinvolgendo delle per-sone innocenti (52 vittime)

Andjel Il 29 gennaio 1945 hanno bombardato il ponte di Gavardo per non fare avanzare i tedeschi causando 52 vittime

Martina Io so che gli americani hanno bombardato Gavardo per fermare l’avanzata dei tedeschi uccidendo 52 persone

Alessia Il 29 gennaio gli americani hanno sganciato 16 bombe, ferendo 52 persone e distruggendo il ponte. Lo hanno fatto per fermare l’avanzata tedesca.

Federico T. 8 caccia bombardieri Americani sganciarono 16 bombe su Gavardo, morirono 52 civili.

Veronica Il 29 gennaio 1945 c’è stato un bombardamento per distruggere il ponte di Gavardo, ma hanno sbagliato la mira e hanno distrutto quasi tutto causando la morte di 52 persone

Christian Il 29 gennaio 1945 8 caccia bombardieri americani sganciarono 16 bombe si Gavardo causando 52 morti

distrutto quasi tutto causando la morte di 52 persone

Christian Il 29 gennaio 1945 8 caccia bombardieri americani sganciarono 16 bombe si Gavardo causando 52 morti

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29 gennaio 1945 alle 13.20 bombardamento del ponte di Gavardo. 8 bombardieri hanno sbagliato a sparare e hanno

Page 14: allegato Gattopardo Giugno

Giorgio Il 29 gennaio 1945 sono state sganciate delle bombe a Gavardo da dei bombardieri alleati

Simone Il 29 gennaio 1945, 8 caccia sganciano 16 bombe su Gavardo causando la morte di 52 persone, morte incredibile !

Ruchita 29 gennaio 1945, volevano beccare il ponte, ma beccano il centro di GavardoMuoiono molte persone, altre sono sopravvissute. Le persone si nascondono nella chiesa. 52 vittime

Fabio Il 29/01/1945 8 guardia caccia americani scaricarono 16 bombe sul centro di Gavardo, la loro intenzione era in realtà quella di colpire il ponte, che era un collegamento con Salò. Causarono 52 vittime

Nicolò Il 29 gennaio 1945 Molti caccia americani seminarono il terrore tra i cittadini di Gavardo, sbagliando mira perché ne avevano poca, colpendo la piazza di Gavardo

Valentina Volevano bombardare il ponte, hanno bombardato il centro, morirono 52 persone. Le persone per proteggersi si nascond-evano nella chiesa. Gli americani erano i bombardatori.

Outmane

Sukaina

Silvia Berruto 29.1.1945 Bombardamento Gavardo 8 caccia bombardieri 16 bombe, ponte distrutto

29 GENNAIO 201267 anni dopo: come ricorda Gavardo?Abbiamo iniziato il nostro report-age in biblioteca alle 13:20 quando abbiamo ascoltato i 51 rintoc-chi delle campane che ricordano i morti del bombardamento. Suc-cessivamente abbiamo ascoltato la canzone “Bella ciao” che è stata riconosciuta come inno di tutti i movimenti di resistenza. Poi ab-biamo letto l’articolo 1 e 2 della legge 211 a firma del presidente della repubblica Ciampi che uffi-cializza la giornata della memoria ogni 27 gennaio (quando è avve-nuta l’apertura dei cancelli di Aus-chwitz). Successivamente ci hanno diviso in classi e ci hanno dato due buste contenenti la planimetria di Gavardo, due foto riguardanti la situazione dopo il bombardamen-to, un foglio con delle indicazioni per le interviste, un libretto dove si racconta la storia del 29 gennaio e un taccuino. Dopo siamo usciti, abbiamo attraversato il ponte e ci siamo recati verso i portici e siamo arrivati alla seconda tappa.In piazza della chiesa abbiamo in-contrato tre sopravvissuti al bom-bardamento. Il primo era il maestro Rino Simoni di 92 anni che il giorno del bombardamento ne aveva 25. Al momento del bombardamento si trovava sulle colline della Faita e ha visto del fumo giallo salire da Ga-

vardo. Quando è entrato in paese, la canonica era distrutta e l’orologio nell’edificio era fermo alle 13 e 29. Le vittime erano messe nella chiesetta della disciplina. In quel periodo dell’anno si celebravano i tridui per questo ci furono molte vittime. Alla domanda perché la guerra è da rifiutare? Ha risposto la libertà è il dono più bello che Dio ci ha dato, se c’è la guerra non c’è la libertà. Ha inoltre detto una comu-nità che non conserva il ricordo è destinato a disfarsi perché è con il passato che si vive il presente, in-oltre ha detto anche che la guerra è il delitto più grosso che può fare l’umanità. Il secondo era Antonio Poli che ci ha raccontato che in quel periodo c’era la neve alta, ha visto che don Angelo Calegari era tutto sporco di bianco (di calce) e gridava “sono tutti morti” riferen-dosi ai quattro sacerdoti morti nella canonica. Ha detto anche che una squadra di pronto soccorso aiuta-va ed estraeva dalle macerie feriti e morti. Tutti davano un contributo per aiutare gli altri. Dopo di che ci siamo recati nella piazza dei caduti dei lager e Lanfranco De Agostini ci ha raccontato che in quella pi-azza c’era una grande cascina di contadini è stata colpita dalla terza bomba in cui sono morti 2 conta-dini. In un edificio c’era una latte-ria sotto un portico sotto il quale grazie alle colonne si sono salvate

26 persone. Ha spiegato che le bombe erano attaccate agli aerei con cinghie di cuoio e che quando si dovevano sganciate, le cinghie venivano slacciate se le bombe cadevano di punta esplodevano altrimenti rimanevano innescate ma innocue. Siamo andati al cen-tro sociale e lì 2 signori, Giovanni Tobanelli e Franco Prati si trovava in piazza Zanardelli sotto i portici ha visto cadere la parte sinistra dell’edificio che si è attaccato a una colonna. Ha visto gli aerei e ha aiutato quelli intrappolati sotto le macerie. Giovanni si trovava all’esterno e nel salvarsi ha dovuto correre sotto il bombardamento è riuscito a salvare una bambina di 12 anni e ricorda che faceva molto freddo e c’era 1,50 metri di neve. Successivamente hanno lasciato noi ragazzi liberi di intervistare tutti coloro che si ricordavano del bom-bardamento. La 3A ha intervistato la signora Tina. A quell’epoca ave-va 20 anni circa e viveva con i suoi genitori e le sue sorelle. Avevano un giardino in cui avevano scavato una buca dove andavano quando passavano gli aerei che sgancia-vano le bombe nel momento del bombardamento la madre stava preparando il pranzo, mentre le figlie si sono rifugiate spaventate nella buca. Si sono accorte che tra loro non c’era la madre e rientran-do in casa l’hanno trovata sotto il

29-30 GENNAIO 2012Restituzione originale dei report scritti dalle classi

Al momento del bombardamento si trovava sulle colline della Faita e ha ria sotto un portico sotto il quale loro non c’era la madre e rientrantrovava sulle colline della Faita e ha visto del fumo giallo salire da Ga-

ria sotto un portico sotto il quale grazie alle colonne si sono salvate

loro non c’era la madre e rientran-do in casa l’hanno trovata sotto il

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Giorgio Il 29 gennaio 1945 sono state sganciate delle bombe a Gavardo da dei bombardieri alleati

Page 15: allegato Gattopardo Giugno

lavandino di pietra che non voleva più uscire perché troppo spaven-tata. Erano momenti di paura. Poi noi ragazzi abbiamo intervistato i signor Battista Brunelli è nato il 15 giugno del 1939 e aveva più di 25 anni quando c’era stato il bombar-damento. Frequentava un asilo di suore e sentiva i camion con i mili-tari passare per le strade. Dopo il bombardamento tutti i bambini sono stati sfrattati in un altro paese, perché Gavardo era quasi del tutto distrutto dopo il bombardamento. Poi ci siamo diretti verso il ricove-ro e abbiamo intervistato quattro signore. Si chiamavano Evelina Rivetta, Lucia Chiodi, Bianca Si-moni e Annunciata. Quest’ultima ha raccontato il lavorare in un pani-ficio e che si era attaccata alla pi-anta fuori in una collinetta durante il bombardamento e che non era la prima volta perché gli allarmi si ripetevano spesso. Hanno racco-ntato che quando mitragliavano si scappava all’aperto e si correva, che nella zona passavano i cac-ciabombardieri facendo un fra-casso infernale e che il colpo più grosso è stato quello sulla chiesa e sulla canonica. Alla domanda perché è successo tutto questo? In alcune hanno risposto “che vol-evano scaricare le bombe sul pon-te ma che hanno sbagliato zona e hanno preso le case in parte al fiume Naviglio e il Chiese. Alla fine siamo usciti e siamo tornati in bib-lioteca e lì abbiamo fatto merenda e abbiamo iniziato ha lavorare su ciò che abbiamo ricavato durante tutto il pomeriggio. Alle ore 18:30 c’è stata la messa e alle 19:15 c’è stata la cerimonia di commemora-zione in cui ogni ragazzo portava in mano delle foto di persone morte nel bombardamento.

Reporter 3ª A : Giada Bardelloni, Erika Morselli, Martina Podavini, Marin Maddalena, Rahif Imane, Alice Podavini, Binash Amanat, Maurizio Bignotti, Thomas Nolli, Paolo Marostica, Lorenzo Martina, Cesare Lauro e Emanuel Stafie

A Gavardo il 29 gennaio 1945, alle ore 13,20 si av-vistarono otto aerei che avevano sganciato 16 bombe, per evita-re la ritirata dei tedeschi, come primo ordine Mussolini disse di non documentare l’accaduto.

Per questa occasione abbia-mo intervistato alcune persone:

Una signora di nome Tilde al momento del bombarda-mento insieme alla sua famiglia si rifugiò in una buca costruita in caso di attacchi nemici ma purtroppo la madre non era con loro. Dopo qualche ora, al termine del bombardamento, l’hanno ritrovata sotto il lavan-dino di pietra, impaurita e fortu-natamente illesa.

Un’altra signora (che ci ha fornito informazioni) ha preferito non riferirci il suo nome, all’ora del bombardamento la signora si trovava in bagno e a causa della paura non ebbe il coraggio di uscire. Alla !ne con grande fortuna riuscì a salvarsi.

La signora Evelina, a quei tem-pi, lavorava in un lani!cio (oggi chiamato Grignasco). Al termine dell’orario lavorativo la signora uscendo dall’edi!cio avvertì uno strano rumore, all’improvviso vide gli aerei americani, i quali, in picchiata cominciarono a mi-tragliare e a bombardare la zona circostante.

Per solo miracolo riuscì a mettersi in salvo e a trovare sana e salva la sua rispettiva abitazione.

Il signor Fontana Stefano di anni 77, !nito il pranzo, andò a trovare alcuni amici, quando vide otto cacciabombardieri nemici in picchiata.

In preda al panico si nascose sotto un balcone, in compagnia di un adolescente che le aveva chiesto aiuto. Purtroppo, per disgrazia, sono rimasti per ben due giorni sepolti tra le macerie, e al loro ritrovamento la disper-azione si diffuse tra i famigliari delle due vittime.

Scrittori della 3ª B: Baldo An-drea, Felappi Marco, Francinelli Giorgio, Morselli Emma, Kaur Sabrina,

Tebaldini Daniele, Scal! Mat-teo, Simonini Samuele

Foto: 20, Filmati: 12

29 gennaio 1945. Una giornata nera per Gavardo

Era il 29 gennaio 1945, quan-do, la piazza di Gavardo colta di sorpresa venne bombardata da otto cacciabombardieri ameri-cani. Servirono pochi attimi per trasformare quello che poteva essere un normale pomeriggio in famiglia, in uno dei misfatti più terri!canti della storia.

Oggi, 29 gennaio 2012, la classe 3C, ha deciso di docu-mentarsi più approfonditamente.

Alle ore 14.00 davanti al mon-umento, abbiamo intervistato, insieme alle altre classi, alcuni anziani che durante il bombarda-mento erano presenti. Il maestro Simoni il 29 gennaio 1945 era un ragazzo di 25 anni, ha assistito alla caduta delle bombe in prima persona. Ci ha raccontato inoltre che la canonica è stata comple-tamente distrutta, ma fortuna-tamente Don Angelo Callegari è riuscito a salvarsi pur essendo !nito sotto le macerie.

Il maestro Simoni ha pronun-ciato queste parole: “Ora vedete una piazza ma prima non esiste-va niente di ciò che avete davanti ai vostri occhi”.

Cesare Lauro e Emanuel Stafie vide otto cacciabombardieri nemici in picchiata.

una piazza ma prima non esisteva niente di ciò che avete davanti nemici in picchiata. va niente di ciò che avete davanti ai vostri occhi”.

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lavandino di pietra che non voleva A Gavardo il 29 gennaio In preda al panico si nascose

Page 16: allegato Gattopardo Giugno

A questo proposito ci ha pre-sentato Lanfranco De Agostini che nonostante fosse a Sopra-zocco è riuscito a raccontarci qualcosa.

Ci ha spiegato che verso la !ne della guerra proprio alcuni funzi-onari del Ministero degli Interni della Repubblica di Salò, hanno salvato parecchi giovani consi-gliandoli di nascondersi per non andare a combattere con la Re-pubblica di Salò.

Il maestro Simoni ha aggiunto che “una comunità non consape-vole del ricordo di questi misfatti non è degna di vivere perché è destinata a diventare di nuovo schiava.

“Cercate di divenire il più pos-sibile attori della libertà perché libertà è il dono più bello della vita”.

Alle ore 16.00 ci siamo recati presso il Centro Anziani di Gavar-do e abbiamo intervistato Franco Prati, testimone oculare del bom-bardamento del giorno 29 Gen-naio 1945, ci ha raccontato ciò che ricorda…

Usci dal bar e vide i portici im-mersi in un grande disastro; era terrorizzato, aveva solo dician-nove anni e osservò l’aereo che sganciò le bombe.

Franco si attaccò fortemente ad una colonna !no a che tutto !nì.

Fu davvero molto fortunato perché la bomba cadde dieci metri distante da lui.

Lui subito corse ad aiutare gli altri nel bar e fu informato della morte di un suo coscritto.

Franco trascorse davvero un momento terri!cante e triste; per di più era anche tanto giovane, però ora è ancora in vita e “in gamba”, con la bellezza di 90 anni.

Gavardo, 29 gennaio 2012Andrea Raus, Giulia Arici, Aurea

Avalos, Daniel Sgotti, Luca Mora, Marcos Massolini, Sara Sanca, Adama Doumbia, Tebaldini Bea-trice, Nicolai Andrea, Podavini Valentina, Nolli Benedetta, Grumi Chiara, Berardi Alessia, Matteo Vella

29 GENNAIO 1945 Piero Simoni parla del bom-

bardamento del 29 gennaio del 1945 a Gavardo per ricordarci l’accaduto e per farci vivere le proprie emozioni.

Ci racconta.Al momento del bombarda-

mento non si trovava nei pressi del ponte poiché abitava in via Roma. Il 1° dicembre del 1945 dei caccia militari mitragliano la zona vicino alla piazza Aldo Moro e la sua casa venne semidis-trutta, per ripararsi si nascose in un angolino per proteggere sua madre. Visto che la casa era or-mai inagibile a Soprazzocco i proprietari della cascina del “Bu-sela” ospitarono Piero e la madre nel solaio. Si accorse del bom-bardamento quando vide il fumo provenire dalla piazza De’ Medici; prese allora la bicicletta e raggi-unse la nuvola giallastra di fumo, mentre pedalava incontrò Sergio Franceschetti che esclamo: “Ga-vardo non c’è più!”.

Le case erano distrutte, sulle strade c’erano cumoli di mac-erie. La chiesetta di fronte alla parocchiale ospitava le vittime impaurite. Purtroppo 4 sacerdoti (Mons. Rinaldo Giuliani, Don Bru-no Guerra, Don Emilio Maffezzoli e Don Celestino Panizza) furono soffocati dai calcinacci caduti, e Piero ricorda con tristezza ciò.

Le bombe scostavano le mac-erie e impolveravano tutto e tutti. Addolorato racconta la morte del suo amico descrivendolo con un groppo alla gola.

Gentilmente il signor Simoni ha

risposto a due nostre domande:1 “Come si sente ad essere so-

pravvissuto all’accaduto?”“Molto fortunato! Ringrazio Dio

di essere vivo!”2 “Non si sente in colpa certe

volte di essere vivo?”“Assolutamente no.”Dice che la guerra è il delitto

peggiore perché solo Dio ha il do-vere di controllare la vita degli uo-mini. Se c’è una parola che pos-siamo dire noi giovani (al giorno d’oggi) è: GRAZIE, poiché siamo fortunati a non aver assistito ad un evento simile ed abbiamo tutto a nostra disposizione senza alcun minimo sforzo.

Questa era l’intervista rilasciata dal signor Piero Simoni. Tutti lo ringraziamo per la sua disponibil-ità. Successivamente siamo stati accompagnati dalla bibliotecaria Manuela Franzoni e Silvia Ber-ruto al Centro Sociale ove abbia-mo incontrato alcuni “superstiti”, nonché testimoni oculari della tragedia. Nonostante la tarda età sono riusciti a raccontarci la vi-cenda.

Riportiamo la testimonianza di Giovanni Tobanelli che ci racco-nta dove si trovava al momento del bombardamento, all’ora ave-va soltanto 12 anni.

“Stavo raggiungendo la casa di un mio caro amico quando intravisi in aria i caccia bombar-dieri. In quell’istante aiutai un rag-azzina di nome Federica Vezzola che si trovava sotto alle macerie della chiesa. Dopo sono riuscito a salvarmi correndo a destra e a manca, schivando i calcinacci che cadevano. E’ stata questa la mia salvezza: correndo sono rius-cito a sopravvivere. Ad un certo punto però mi aggrappai ad una rete metallica e caddi nella neve, che in quella fredda giornata era molto alta e densa.”

TESTIMONIANZA della signo-

anni.Gavardo, 29 gennaio 2012

suo amico descrivendolo con un groppo alla gola.

che in quella fredda giornata era molto alta e densa.”Gavardo, 29 gennaio 2012

Andrea Raus, Giulia Arici, Aurea groppo alla gola.

Gentilmente il signor Simoni ha molto alta e densa.”

TESTIMONIANZA della signo-

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A questo proposito ci ha pre- Avalos, Daniel Sgotti, Luca Mora, risposto a due nostre domande:

Page 17: allegato Gattopardo Giugno

ra Silvana Codurri:<<Erano le 13, stavo lavando

i piatti quando sentii il rombo di due motori della formazione de-gli aerei, mi affacciai alla !nestra e vidi su nel cielo azzurro gli aerei piccoli, piccoli perché erano molto alti. Mentre li guardavo, osservai i caccia che si staccavano dalle formazioni e scendevano in pic-chiata. Io non avevo idea di cosa stessero facendo, così ignara del pericolo dissi alla mamma: <<Guarda i “caccia” che vengo-no giù!>> e la mia mamma spav-entata urlò. <<Vieni via da lì!>>. Ci siamo rifugiate sul fondo della cucina che era molto grande, ap-pena in tempo:le !nestre sono venute giù, tutte in frantumi; il sib-ilo delle bombe durò pochissimi minuti, dopodichè un frastuono assordante e poi… un silenzio terri!cante. Subito, io sono corsa sul mio portone, c’era la neve, e guardavo pietr!cata i cumuli di macerie e di detriti tutt’attorno, della mia città non era rimasto che quello. Io non capivo più ni-ente: dove mi trovavo? Dov’era il mio paese? In pochi secondi tutto era stato spazzato via. Non era rimasto nulla…

Ricordo che più tardi mi venne-ro a chiedere se volevo andare a trovare la mia amica Valeria, che purtroppo era morta durante il bombardamento, e in quel mo-mento si trovava nella chiesetta, distesa tra tutte le vittime. Ma io non andai perché volevo ricor-darmi della mia cara amica Vale-ria com’era il giorno prima, la do-menica nella quale la vidi ridere per l’ultima volta. Infatti, ricordo bene che il giorno precedente ero andata a chiamarla per andare al catechismo, nella canonica dove abitava con suo zio il parroco; andai anche per giocare insieme con la neve, e così abbiamo fatto.

E anche ora mi è rimasto il vivo

ricordo delle ultime parole della mia amica, perché purtroppo lei morì con tutti i sacerdoti quel triste 29 gennaio del 1945.>>

Dopo siamo stati accompag-nati alla casa di riposo gavardese per incontrare 4 gentilissime si-gnore che ci hanno offerto la loro testimonianza. Evelina Rivetta, Chiodi Lucia, Annunciata Fran-ceschini e Bianca Simoni hanno raccontato più o meno i fatti nello stesso modo, che noi riassumer-emo in poche parole.

Appena il rumore del bombar-damento eccheggiò nel cielo l’unico pensiero che offuscava le loro menti era quello di salvarsi e di trovare un riparo sicuro.

Tutti i “superstiti” ci hanno rivelato che appena la guerra !nì nessuno aveva il diritto di fotografare e parlarne pubblica-mente, ma un comandante della Milizia della Re-pubblica di Salò ebbe il permes-so di scattare al-cune immagini. Le fotogra!e che ora possiamo vedere e compi-angere le ha ac-quistate un citta-dino gavardese che le pagò profumatamente con ben 200.000 lire. Vi espor-remo ora le nostre considerazioni nei confronti di questa tragedia.

Prima di tutto, nell’inoltrarci in quest’avventura, ci siamo sentiti fortunatissimi per non aver assis-tito a questa tragica esperienza. Ormai la generazione di giovani di oggi ha tutto a portata di mano, e molto probabilmente nel sen-tire questi racconti stenteranno a crederci. E’ stato questo il nostro obbiettivo, farvi conoscere la re-altà dei fatti.

Inoltre vogliamo farvi capire la nostra ammirazione ai cittadini gavardesi di allora per essere riusciti a ricorstruire un intero paese, al servizio di tutta la co-munità.

Ecco alcune fotografie di allora:

A questo progetto ha parte-cipato la classe 3ª D: Komenan Renata, Soumahoro Fatima, Huynh Vittoria, Fancini Veroni-ca, Gidea Ana, Giustacchini Lie-ta, Voinescu Claudia, Sleagun Alessia,Leni Letizia, Saccabiani Daniel, Susio Pietro, Bonetti Nicola, Dassa Matteo, Ajjani El-hussin, Andreassi Daniel. andai anche per giocare insieme

con la neve, e così abbiamo fatto.crederci. E’ stato questo il nostro obbiettivo, farvi conoscere la re

hussin, Andreassi Daniel. con la neve, e così abbiamo fatto.

E anche ora mi è rimasto il vivo obbiettivo, farvi conoscere la re-altà dei fatti.

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ra Silvana Codurri: ricordo delle ultime parole della Inoltre vogliamo farvi capire la

Page 18: allegato Gattopardo Giugno

Introduzione Oggi, 29 gennaio 2012, ricordiamo il triste giorno

29 gennaio 1945 del bombardamento; sono pas-sati 67 anni. Nonostante la quantità di questi anni, i sopravvissuti gavardesi ricordano come se fosse ieri quel momento. Per cercare delle testimonianze o in-formazioni sul bombardamento, noi ragazzi di terza media abbiamo intervistato questi sopravvissuti in va-rie parti del paese: piazza De Medici, piazzetta Caduti dei Lager, il centro sociale e il ricovero “La Memoria”.

Piazza De MediciCome prima tappa ci siamo diretti in piazza De’

Medici, dove abbiamo incontrato il Signor Piero Si-moni, il Signor Agostini Gianfranco e il Signor Antonio Abastanotti. Il Signor Agostini ci ha raccontato che il maestro Simoni nel momento del bombardamento, non si trovava a Gavardo ma nella frazione di Sopraz-zocco. Il Signor Simoni ci testimonia: ”Io abitavo in via Roma ma il primo dicembre 1944 dei cacciabombar-dieri vennero a mitragliare queste zone”. Nel ’45 il Si-gnor Simoni aveva 25 anni e, come già detto, non si trovava a Gavardo e da Soprazzocco vide un enorme nube di polvere e gas. “Il mio primo pensiero è dato

a mio padre e a mia sorella”. Tutti i gavarde-si tornarono ad aiutare i superstiti, i soccorri-tori venivano anche da fuori paese. Da questo tragico avvenimento 50 furono le vittime più una che è stata trasportata all’ospedale di Brescia. Tra le vittime ricordiamo 4 preti: il parroco di Ga-vardo Maffezzoli, Don Bruno Guerra, Don cu-

rato di Limone, Don Panizza parroco di Sopraponte e padre Giuliani predicatore di Brescia. La ristruttura-zione di Gavardo fu molto lenta a causa della mancan-za di fondi che Brescia usava per ristrutturare il centro della città precedentemente bombardato.

Centro SocialeIn un’altra tappa, il centro sociale, abbiamo in-

tervistato persone sopravvissute al bombardamen-to. Durante l’intervista abbiamo notato che nelle voci di questi si avvertiva il terrore e l’angoscia che hanno provato in quel momento. Franco Prati ci ha raccontato la sua esperienza: il giorno del bombar-damento si trovava in piazzetta dei Caduti dei Lager, sotto i portici delle case accanto, e sentì i !schi dal

cielo: erano i cacciabom-bardieri che portavano sotto le loro ali le bombe che poi sono state sgan-ciate. Dopo lo sgancio gli edi!ci sembravano cad-ergli addosso, fortunata-mente Franco si trovava sotto quei portici, ma no-nostante ciò non mancò un forte trauma e la pre-occupazione verso i suoi familiari. Giovanni Tobanelli si trovava sul ponte di

Gavardo e vide gli “apparecchi” (così gli anziani chiama-no i cacciabombar-dieri) che iniziavano a bombardare il suo paese. Durante la sua fuga trovò una bambina im-paurita che cercava

suo fratello. Non sapendo ignorare questa situazi-one, accompagnò la piccola alla propria casa, oltre che ad aver aiutato persone vittime delle macerie. Un altro sopravvissuto, Antonio Abastanotti, stava lavorando in fabbrica, e dopo quel rumore terribile uscì e vide tutto quel disastro: gente a terra che urlava, bambini in cerca dei genitori e soprattut-to quella montagna di macerie. Gof! Maria, ora ottan-tenne, quel giorno

GAVARDO RITORNA A PARLARE

Una veduta del Fiume Chiese dal ponte

Il maestro Piero Simoni

Franco Prati

Giovanni Tobanelli

Antonio Abastanottidamento si trovava in piazzetta dei Caduti dei Lager, Maria, ora ottan-damento si trovava in piazzetta dei Caduti dei Lager, sotto i portici delle case accanto, e sentì i !schi dal tenne, quel giorno

Antonio Abastanotti

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GAVARDO RITORNA A PARLARE

Page 19: allegato Gattopardo Giugno

si accingeva a prendere l’acqua e quando senti gli apparecchi sopra di lei scappò in cantina. Con-forti Margherita era a casa, precisamente in cucina, cominciarono a cadergli addosso utensili vari. Impau-rita, da via Zanardelli, uscendo sul ponte vide fuoco e molto fumo. Tilde, una signora di novant’anni… in quegli anni abitava in via Sormani.

Quel giorno si nascose sotto la fontana del suo giardino e il suo unico pensiero era la madre, incastra-ta sotto il lavello di pietra.

Fortunatamente la sua famiglia riuscì a salvarsi, ma è uno spettacolo che Tilde non augura a nessuno.

Casa di riposo “La Memoria”Dopo essere stati al centro sociale ci siamo diretti

alla casa di risposo La Memoria dove abbiamo incon-trato Rivetta Evelina. Quel fatidico giorno, durante il bombardamento, si trovava in strada e come prima reazioni si nascose sotto un albero. Durante l’intervista Evelina dice: “il mio primo pensiero è andato a Gavar-do, io pensavo che non ci fosse più”. Un’altra testim-one è Franceschini Annunciata che ci ha descritto il bombardamento nei minimi particolari :”Quattro bom-bardieri, due da una parte e due dall’altra… Volevano bombardare il ponte ma in realtà hanno colpito tutti gli edi!ci intorno tranne esso”. Alle nostre domande sulle emozioni provate in quei momenti tutti hanno risposto all’unisono: terrore, sensazione di impotenza e angos-cia. La Santa Messa e la cerimonia celebrativa .Si-curamente la Santa Messa insieme alla cerimonia ci-vile sono stati due dei momenti più emozionanti della giornata: l’omelia del nostro parroco Giacomo Bonetta è stata incentrata sulla parola “libertà”, come del resto tutta la giornata di domenica, durante la quale noi rag-azzi abbiamo veramente capito come colmare la nos-tra esistenza con la conoscenza e l’apprendimento del vero signi!cato della vita: lottare per ottenere e mantenere i propri diritti e la propria libertà. La chiesa di Gavardo era colma di persone pronte a ricordare quel triste giorno e commemorare le 51 vite spezzate dalle bombe americane e dopotutto anche dall’odio di cui è capace l’uomo. La cerimonia e stata molto emozionante, molte anche le persone commosse: al-cuni parenti delle vittime, altri semplicemente persone

Bianca Simoni alla casa di riposo, testimone del

bombardamento

Margherita Conforti al centro sociale

31 GENNAIO 2012Spettacolo teatrale “Gavardo,

29 gennaio ’45: perché?”Monologo scritto ed interpretato da Alberto

Veneziani, musiche di Paolo Bacchetta

«L’idea del monologo è nata nel 2006 dopo aver letto il libro di testimonianze sul bombardamento “Gavardo, 29 Gennaio 1945”edito in quell’anno. Una raccolta di ricordi, pensieri ed immagini scolpite nella mente di chi quel funesto giorno l’ha vissuto in prima persona. Leggendo quel libro, però, non si può non notare come, a distanza di più di sessant’anni i con-cittadini vivano ancora con alcuni dubbi, relativi a quel tragico giorno: perché vollero colpire il ponte, perché lo sbagliarono, perché non tornarono a colpirlo… Da questo punto è partita la ricerca storica tra i micro-film inviati per posta dagli USA e cercati nell’archivio nazionale britannico da una valente collaboratrice. Il monologo si sviluppa tra il tentativo di rispondere ai perché e la presentazione di alcuni stralci di testimo-nianze che si trovano nel libro sopracitato».

La novità di questa nuova rappresentazione risiede nella partecipazione attiva di alcuni alu-nni, della scuola secondaria di primo grado, classi terze, chiamati direttamente a recitare: sei ragazzi leggeranno le sei testimonianze scritte riportate nel monologo e tratte dal libro.

Martedì 31 gennaio, ore 9.00, Auditorium della Bib-lioteca comunale. Con il !schio del vento e una lunga sciarpa azzurra che svolazza, si apre la rappresentazi-one sul bombardamento del 29 gennaio 1945, messa in scena da Alberto Veneziani, accompagnato dalle note della chitarra del maestro Bacchetta. Il registra e unico interprete ha scelto alcuni di noi, sei ragazzi delle classi terze dell’Istituto Comprensivo di Gavardo, per leggere alcune testimonianze, intercalandole al suo monologo, costruito su una serie di perchè, per cercare una risposta a quel terribile e insensato evento, che costò tanto dolore, morte e distruzione alla nostra cara Gavardo. Quella mattina, quei tragici fatti del lontano 1945 si sono resi più vicini, quasi famigliari: abbiamo compreso e abbiamo cercato di far capire a tutti i nostri compagni che hanno assistito alla rappresentazione, il

partecipi nel dolore dei loro compaesani! Grazie a questo progetto abbiamo avuto l’occasione di istruirci sul triste avvenimento che ha colpito il nostro paese natale. Insieme abbiamo raccolto testimonianze dei sopravvissuti, che gentilmente si sono messi a nos-tra disposizione, un grazie speciale alla reporter Silvia Berruto che ci ha accompagnato in questa memora-bile esperienza.

Grazie a Camila, Alessandro, Simone, Federico, Federica, Ruchita, Valentina, Outmane, Soukaina,

Andjel, Alessia, Manuela e Sara.

emozionante, molte anche le persone commosse: al 1945 si sono resi più vicini, quasi famigliari: abbiamo compreso e abbiamo cercato di far capire a tutti i nostri cuni parenti delle vittime, altri semplicemente persone compreso e abbiamo cercato di far capire a tutti i nostri compagni che hanno assistito alla rappresentazione, il

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si accingeva a prendere l’acqua e quando senti partecipi nel dolore dei loro compaesani! Grazie a

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CONFIDENZIALERapporto Operativo GiornalieroGruppo: 57° Squadrone: 66° Data: 29 gennaio 1945 Missione n°: 3195N° Aerei inviati: 8 P-47D Thunderbolt Decollo: 12:00 Rientro: 15:15Ore volate: 26:00Tipo di missione: Ricognizione armataCondizioni meteo: Cielo limpido, con foschiaObiettivo: Ricognizione dell’area compresatra i laghi di Como e di Garda.Obiettivo primario, un ponte stradale in F-2374, nei pressi di “Salò”.Ora dell’attacco: 13:15N° aerei effettivamente sul bersaglio: 8Quota di attacco: 1000 piedi (350 metri circa)N° aerei dotati di bombe: 8Tipo di esplosivi impiegati: 16 bombe da 500 libbre G.P. (uso generico); effettivamente sganciate, 16.Munizionamento imbarcato: 17600 colpi calibro 12,7mmMunizionamento sparato: 7480 colpi.Reazione antiaerei nemica: Incontrato fuoco antiaerei pesante,impreciso e scarso sulla verticale di K -5571.Descrizione:Volo in due “sezioni” di quattro aerei ciascuna, guidatedal caposquadriglia.Il ponte è stato attaccato e due bombe hanno provocato il crollodella campata.Edifici posti a Nord e a Sud del ponte sono stati demoliti

dolore, l’incredulità, la speranza dei gavardesi di trovare i loro cari an-cora vivi, sotto le macerie. Abbiamo anche capito quanto la guerra sia inutile, insensata e porti solo sof-ferenze e morte. Quella con Alberto Veneziani, come tutto il progetto in-titolato “il sogno di una cosa”, ide-ato da Silvia Berruto, giornalista e sostenuto dalla nostra bibliotecaria Manuela, è stato un’esperienza che ci ha coinvolto ed arricchito.

Lieta

Io sono un'alunna della classe 3A della scuola media G. Bertolotti di Gavardo e ho partecipato allo spet-tacolo teatrale ''Gavardo 29 gennaio 1945: perché?'', monologo scritto e interpretato da Alberto Veneziani con le musiche di Paolo Bacchetta che si è tenuto il 31 gennaio. Io con altri cinque ragazzi delle altre sezioni (Alessia, Martina, Lieta, Mourad e Christian), abbiamo letto delle testi-monianze dei gavardesi che hanno vissuto il tragico bombardamento del 1945. Ci siamo ritrovati in bib-lioteca un paio di pomeriggi prima dello spettacolo in modo che Al-

berto potesse insegnarci come esprimere, attraverso le parole e l’intonazione della voce, emozioni come paura, tristezza, angoscia, ma anche felicità e speranza. In-somma, abbiamo imparato a leg-gere recitando. Il giorno dello spet-tacolo siamo andati in biblioteca alle 8.10, per allestire l’auditorium e abbiamo aspettato le nostre classi. Alle 8.30 sono venute 3A, 3B e 3C, verso le 11 sono arrivate 3D e 3G; quindi abbiamo ripetuto lo spet-tacolo due volte. Per noi ragazzi, in generale, è stata un’esperienza emozionante e c’è da am-mettere che all’inizio erava-mo parecchio nervosi, però ci siamo impeg-nati e il risultato è stato più che buono. Mentre attendevamo le varie classi, abbiamo fatto una pausa e ci siamo rilassati

un po’; ciò per dire che abbiamo fatto qualcosa di serio ma diver-tendoci comunque. Lo scopo di questo spettacolo era quello di non dimenticare il passato del nostro paese e di cercare di dare una spie-gazione a questo bombardamento che abbiamo subito dagli Alleati e di omaggiare le 51 vittime e i testimoni di questo avvenimento. Un enorme grazie alla bibliotecaria Manuela e a Alberto e Paolo, che ci hanno sos-tenuti e aiutati (e anche un po’ sop-portati …).

Alice

Il ponte è stato attaccato e due bombe hanno provocato il crollodella campata.della campata.Edifici posti a Nord e a Sud del ponte sono stati demoliti

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dolore, l’incredulità, la speranza dei berto potesse insegnarci come un po’; ciò per dire che abbiamo

Page 21: allegato Gattopardo Giugno

Si coglie l’occasione per segnalare alla popolazione il reperimento, da parte della civica biblioteca, dell’inedito documento storico che testimonia l’effettiva intenzionalità della missione militare americana di colpire il ponte.Fonte: gruppo di ricerca A.C.Po di Soresina, Prof. Agostino Alberti.Il lavoro di ricerca è coordinato dall’Archivio di Stato di Cremona, che ha messo a disposizione documentazio-ne relativa alle incursioni aeree, e si basa sull’analisi di rapporti uf!ciali, documenti e testi di provenienza statuni-tense (NARA College Park; AFHRA Maxwell), britannica (TNA Kew Garden), tedesca (BundesArchiv Koblenz), francese (SHAA Vincennnes). Importantissimo, il contributo della Direttrice dell’Archivio stesso, Dott.ssa Angela Bellardi Cotella, del Prof. Luciano Roncai e del Sig. Gianluigi Boldori del D.L.F. Cremona. Indispensabile, quello dei ricercatori statunitensi Barbara Connolly, John Fitzgerald, Karen Needles. Particolare importanza viene ri-servata alle testimonianze rilasciate dalle persone anziane incontrate ed intervistate nell’arco delle ricerche ed ai contatti con i Veterani delle aviazioni Alleate, proprio al !ne di garantire allo studio una prospettiva a 360 gradi.

FEBBRAIO-MARZO

PERCORSI TEMATICI DI LETTURA E DI APPROFONDIMENTO STORICO SUFASCISMO e NAZIFASCISMO - SHOAH e DEPORTAZIONI

LE RESISTENZE - LA RESISTENZA - LA LIBERAZIONE

Il giorno 24 febbraio noi ragazzi di 3ª A siamo andati in biblioteca e la giornalista Silvia Berrutoci ha invitati a rispondere alle 5W ovvero le domande che ogni giornalista si deve porre

per realizzare un buon report.Il nostro report riguarderà principalmente nazismo e fascismo

COSA?(WHAT)

CHI?(WHO)

DOVE? (WHERE)

QUANDO? (WHEN)

PERCHÈ? (WHY)

COME?(HOW)

-Nazismo-Fascismo-Deportazioni-Comunismo-Dittature

FASCISMO: -Benito Mussolini -Italiani NAZISMO:-Adolf Hitler-Ebrei e malatidi mente-Tedeschi-Razze inferirori (neri,zingari,slavi)COMUNISMO:-Stalin

FASCISMO: -Italia -Spagna-Trieste (Risiera di S.Saba)NAZISMO: -Germania -Polonia-Austria-Campi di concentramentoCOMUNISMO:-Russia

FASCISMO: -dal 1922 a 1945 -entrata in guerra:1940 NAZISMO:-dal 1933 a 1945-entrata in guerra:1939

FASCISMO:-Autonomia agraria-Colonie nel Mediterraneo-Orgoglio patriotticoNAZISMO:-Razza suprema-Antisemitismo-Ristabilire la potenza della Germania-Spazio vitale-Nazionalismo

FASCISMO: -Violenza -Corruzione-Propaganda-Culto del capo-Spunto dal passato (antichi romani)-Ripresa economicaValori negativi:-Niente libertà-False speranzeNAZISMO:-Legalmente al potere-Violenza-Propaganda-Culto del Capo-Spunto dal passato-Ripresa economicaValori negativi:-Niente libertà-False speranze-False speranze

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Si coglie l’occasione per segnalare alla popolazione il reperimento, da parte della civica biblioteca, dell’inedito

Page 22: allegato Gattopardo Giugno

COMMENTO DEI LIBRI

Abbiamo poi commentato due libri:Fuori c’è l’aurora boreale (diario di una ragazza ebrea, Ruth Maier)Se questo è un uomo di Primo Levi (che riguarda i cam-pi di concentramento)BRANO: UNA MADRE TEDESCAAbbiamo ascoltato questo brano prima in tedesco e poi in italiano,che parla di una donna che cerca suo fi-glio soldato,che però è morto.COMMENTI: La morte è la stessa per tutti, Italiani o Te-deschi che siano; è un brano molto triste e profondo.STRALCIO DEL FILM ‘’ROMA CITTÀ APERTAQuesto film è stato fatto negli anni ‘40. Nella scena che abbiamo visto,i nazisti e i fascisti entrano in casa, facendo uscire tutti; un parroco aiuta un vecchio che non è uscito fingendo che egli sia morto. In seguito si vede una donna, Pina, che respinge le carezze di un nazi-fascista e che poi rincorre il suo promesso sposo, Francesco , che viene deportato, ma le sparano. Alla fine del film il parroco viene fucilato.‘’LE DONNE NELLA RESISTENZA’’Questo film è un documentario realizzato nel 1965. Le donne intervistate raccontano che nessuno era tran-quillo, per una minima resistenza venivi fucilato. Esse lavoravano, ricamavano e cucivano per i partigiani. La propaganda era contro le cosiddette bande partigiane.ESEMPI DI RESISTENZA: un gruppo di donne strappa dalle mani dei fascisti un ragazzino di tredici anni. I nazi-sti sfondano la porta di una casa e uccidono i bambini soltanto perchè erano al piano inferiore. La loro madre si è salvata perchè era al piano superiore. I nazisti rin-chiudono una madre e sua figlia in una cella e poi ucci-dono la figlia in un bosco perchè aiutava gli ebrei.‘’IL GRANDE DITTATORE’’Questo film è una parodia del 1940 di Charlie Chaplin nella quale lui interpreta ‘’Hinkel’’ e ‘’gioca’’ con il mondo come un bambino.LA PROPAGANDAIl filmato ‘’Nazism was beautiful’’ esalta gli aspetti ‘’posi-tivi’’ del Nazismo: il Duce viene filmato con una bambina e con un cane; la propaganda mostrava una Germania ordinata, una nazione ariana fiera, con pompose mani-festazioni, parate militari e un popolo devoto. L’incontro si è concluso con la lettura dell’articolo di giornale di Sil-via Berruto.

HANNO PARTECIPATO AL REPORT: la classe 3ª A di Gavardo, la giornalista Silvia Berruto,la professoressa Bruschi e la bibliotecaria Manuela.IL REPORT È STATO RIELABORATO DA: Albini Fran-cesca, Frigoli Luca, Podavini AliceCLASSE 3ª A

La resistenzaDurante la resistenza italiana, i partigiani e le parti-

giane avevano una base dove tendevano delle im-boscate ai nazisti e ai fascisti, tra i quali i Repubbli-chini. I partigiani creavano un diversivo per gli alleati ospitandoli nei loro rifugi e aiutandoli nei rifornimen-ti (armi, viveri, ecc…). Tra i partigiani si potevano trovare i soldati ritirati dall’esercito, gli anti-fascisti, i giovani che non volevano arruolarsi nell’esercito e i monarchici, che volevano il ritorno del Re in Italia. La resistenza italiana, che nacque dopo l’armisti-zio dell’8 settembre 1943, !rmato tra gli italiani e gli alleati anglo-americani, è un organizzazione di opposizione contro il fascismo e il nazismo, nel ten-tativo di liberare il popolo italiano dall’oppressione dei due regimi in vigore, difatti i partigiani venivano catturati per poi essere torturati e portati nei campi di concentramento. I partigiani consideravano mol-to importante la fratellanza, l’amicizia, la pace e la costituzione estesa a tutti, anche se !n da piccoli, pure a scuola, venivano inquadrati al fascismo, in-fatti non c’era la libertà e dovevano obbedire sem-pre. Essi si organizzavano in gruppi o brigate, tra cui, i componenti facevano parte di vari partiti, in-fatti questa voglia di libertà superava ogni politica. A loro volta queste brigate si suddividevano in ar-mate, che, con varie imboscate, cercavano di aiu-tare gli alleati anglo-americani ad avanzare col !ne di arrivare al nord d’Italia per liberare gli altri parti-giani. Fra queste armate si potevano trovare alcune donne, che per la prima volta decisero di partecipa-re attivamente alla guerra; tra queste ci fu una don-na che ha fornito delle testimonianze dicendo: “Tra il 13-14 febbraio del 1943, arrivarono i carri armati tedeschi che deportavano in modo brutale i parti-giani, la guerra portò in miseria molte famiglie. Mol-te donne quindi cominciarono, facendo la staffetta, a portare: armi, munizioni, documenti, messaggi, e medicinali… “Tutto ciò si svolse in Italia. Le imbo-scate avvenivano in luoghi protetti, ad esempio tra le montagne o colline. A Gavardo si nascondevano in Tesio, in Paina, in Magno, a Rampenaga. L’op-pressione dei due regimi sul popolo italiano terminò nel 1945 con la fucilazione di Mussolini da parte dei partigiani sul lago di Como, a Dongo; e il suicidio di Hitler nei sotterranei di una cancelleria prima della resa dei Tedeschi. CLASSE 3ª B

La conoscenza rende liberiRiguardo all’argomento resistenze ci poniamo

diverse domande: -Resistere perché? Per non ar-rendersi, per portare a termine i propri ideali, per vivere, per sopravvivere. Questi sono i nostri pare-ri espressi durante l’incontro in biblioteca. -Resi-stere a chi? Al regime di Tito e al regime fascista.

CLASSE 3ª A ri espressi durante l’incontro in biblioteca. -Resistere a chi? Al regime di Tito e al regime fascista. stere a chi? Al regime di Tito e al regime fascista.

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COMMENTO DEI LIBRI La resistenza

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-Resistere quando? Nella rivoluzione francese del 1940-1943 e contro Tito nel 1943-1945 -Resistere come? I comunisti per sbarazzarsi degli oppositori, in modo crudele, gettavano le vittime nelle foibe, i malcapitati venivano legati gli uni agli altri con del !lo spinato, il primo della !la veniva ucciso a colpi di pistola e cadendo nell’inghiottitoio trascinava con sé gli altri uomini. Non sempre gli oppositori veniva-no uccisi ma venivano sfruttati, i bambini rom emuli venivano usati per esperimenti scienti!ci, gli ebrei suonavano per i fascisti o venivano utilizzati come servi. Le donne venivano abusate sessualmente, era un modo per umiliarle, bambini e anziani veni-vano uccisi perché erano considerati inutili. Durante l’incontro abbiamo visionato un video che tratta di una signora anziana che canta una canzone im-parata nel campo di concentro dove lei è stata. La donna è stata nel campo di Auschwitz perché sul braccio riporta un numero, il quale rappresenta la sua permanenza in quel posto, e solo in quel lager tatuavano i numeri sul corpo dei deportati. Abbia-mo anche visionato un’intervista a un rom. Mirko Vevac parla di Auschwitz e lo descrive come ultimo sopravvissuto morto l’anno scorso. Lui dice che fa-rebbe di tutto per essere di nuovo rom. Parraimos è sia partigiano sia rom e sopravvive. Nel 16 maggio 1944 le donne di Auschwitz organizzano una resi-stenza e con le proprie mani difendono i propri !gli dagli aguzzini. “La pace si prepara in tempi di pace non nei momenti di guerra”! CLASSE 3ª C

La conoscenza rende liberi: “wissen macht frei”12 lettere che fanno ancora rabbrividire i soprav-

vissuti al giorno d’oggi: deportazione. Per appro-fondire questo ampio discorso, svilupperemo me-glio i cinque punti da noi interressati: quando, dove, come, chi e perché. Questa grande tragedia inizia a diffondersi in tutta Europa nel 1933 prima ancora della seconda guerra mondiale. I tedeschi, e gli ita-liani nazisti che appoggiavano il fascismo, deporta-rono gli ebrei per una svariata lista di motivi. Noi sia-mo giunti alla conclusione che una risposta esatta al “come?” non c’è, perché hanno usato molti me-todi, anche scorretti, per farlo; tali l’inganno o con la costrizione. Quesito che ancora oggi ci fa ragionare sulla crudeltà umana è “PERCHE’ ?” Qui possiamo dire che Hitler, aveva un’idea sbagliata sull’impor-tanza della razza ariana, ma attenti! A lui non sem-brava affatto sbagliata, avendo agito nella sua ma-niera. Noi sappiamo solo che NESSUNO è degno di catalogare le persone, anche se purtroppo suc-cesse proprio questo. La giornalista Silvia Berruto, ha posto ad una nostra compagna di nome Renata la domanda: “Cosa pensi sul fatto di <<cataloga-re>> le persone?” “Non è giusto- intervenne pron-

tamente- perché chi ci ha creati ci ha fatti uguali.” Ovviamente il cancelliere Hitler non credeva ciò; lui fu “vittima” dei ragionamenti del Darwinismo So-ciale. Credeva che “il più forte sopravvive” quindi pensò che sfruttando certe razze, si sarebbe sen-tito superiore. Ragionando su questo argomento, siamo giunti al punto che le REGOLE servono a tut-ti per essere liberi, è un dovere ed un diritto di tutti!

Ma, cosa avrebbe potuto fare chi non c’era?1) Scegliere 2) RibellarsiIn questo mondo, dobbiamo accettarci tutti, di-

versi e uguali. Dicendo così però ritorniamo al di-scorso “non fare differenza fra noi!”. Einstein diceva che l’unica razza esistente è quella umana. A que-sto punto, Renata (una nostra compagna di colore) pone una domanda a un suo compagno, Nicola, chiedendo: “Secondo te, quali sono le differenze tra me e te?” Lui risponde all’inizio con un raggiro di parole cercando di evitare la risposta alla vera do-manda, poi esclama: “Ci sarà stato un brutto sole! Siamo diversi nel colore della pelle e nelle idee. Non mi interessa degli altri! Me ne frego!” Possiamo ca-pire molte cose da queste povere parole, in primis che lui si sente diverso, e già questa è una cosa alquanto grave, e poi che non gli importa di ciò che fanno gli altri. “Tanto risolvono tutto i grandi!” escla-ma in seguito, senza rendersi conto che un gior-no, sarà lui il “grande”. Silvia Berruto gli fa notare un prezioso particolare, facendogli una semplice domanda. “Se fossi stato tu quello deportato, che avresti fatto?” “Se ci fossero state le deportazioni e loro fossero portati via non me ne sarebbe importa-to; se fossi io quello deportato avrei chiesto <<Che ho fatto?>>” Risponde nervoso.

“La cinesica contraddice le tue parole.” interviene Silvia. Con l’andare avanti dell’argomento scopria-mo che il nonno della giornalista, Francesco Gal-linari, è stato un deportato. Tutti noi siamo molto dispiaciuti per lei e soprattutto per lui, che ha do-vuto sopportare tutte le sofferenze. Lei è venuta qui da noi per testimoniare, per far sì che non accada più. Se venisse qualcuno a prendere la sua liber-tà, lei direbbe di NO. “Piuttosto che essere inattivi è meglio essere violenti.” Diceva Gandhi. Difatti ci sono stati ebrei che sono stati capaci di ribellarsi, alcuni di questi erano abitanti a Salò, la Repubblica Nazionale Italiana di Mussolini. Noi, la 3ª D, siamo una classe molto fortunata perché abbiamo molte nazionalità con cui confrontarci, ma bisogna sem-pre trovare una relazione. La cosa migliore che pos-siamo fare è testimoniare, perché ogni scelta ha un costo e facendo così possiamo evitare che succe-da nuovamente. Certe persone che sono state rila-sciate dai campi di concentramento si son lasciate morire, per esempio Italo Tibaldi e Maria Musso.

la domanda: “Cosa pensi sul fatto di <<catalogare>> le persone?” “Non è giusto- intervenne pron

sciate dai campi di concentramento si son lasciate re>> le persone?” “Non è giusto- intervenne pron- morire, per esempio Italo Tibaldi e Maria Musso.

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-Resistere quando? Nella rivoluzione francese del tamente- perché chi ci ha creati ci ha fatti uguali.”

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Questo perché avendo patito sofferenze così forti nella loro vita, morire è una liberazione. Verso la !ne dell’incontro abbiamo visto un intervistato del !lm SHOAH. Posso dire che non c’è nulla di più forte che i racconti delle persone che hanno sofferto ver-so chi non c’era, non ha vissuto. Le loro testimo-nianze sembrano quiete invece sono contaminate dal dolore. Alla !ne del discorso che narrava tutti gli orrori di quel tempo in cui si stava nei campi di concentramento, disse che gli indifferenti sono an-cora più cattivi dei carne!ci. E dopo ciò, abbiamo raccolto tutte le nostre cose e siamo usciti dall’au-ditorium, ma qualcosa era cambiato; non eravamo più così estranei tra di noi come prima, sentivamo in cuor nostro che qualcosa di profondo ci legava: la consapevolezza della sofferenza degli ebrei so-pravvissuti. CLASSE 3ª D

REPORT DI UNA GIORNATA IN BIBLIOTECAIl giorno 24 Febbraio 2012, noi ragazzi della 3ª G

ci siamo ritrovati nell’auditorium della biblioteca ci-vica di Gavardo per discutere, con la fotoreporter Silvia Berruto, il tema sulla liberazione dell’Italia del 25 Aprile 1945.

Arrivati in biblioteca alle 11:00 ci ha accolto la no-stra bibliotecaria Manuela che ci ha condotti dentro l’auditorium, dove avevano preparato per noi un

grande tavolo al centro della stanza con ventisette sedie . Silvia ha iniziato l’incontro con le parole del presidente Oscar Luigi Scalfaro per rendere omag-gio alla sua scomparsa pochi giorni prima. Dopo di che abbiamo cercato di rispondere alla domanda propostaci da Silva: “Quando avviene una libera-zione ?”. Noi facendo un po’ di baccano, causato da alcuni ragazzi che non essendo interessati di-sturbavano, abbiamo risposto alla domanda : “Una liberazione avviene dopo una prigionia” Succes-sivamente Silvia ci ha parlato dell’armistizio dell’8 Settembre 1943 dove anche la nostra professo-ressa e accompagnatrice Erculiani ci ha raccon-tato l’esperienza vissuta da suo nonno, il quale il giorno dopo l’armistizio si ritrovò col fucile puntato alla testa dai tedeschi, quando !no al giorno pri-ma aveva combattuto proprio al !anco degli stessi. Dopo di che la nostra fotoreporter ci ha fatto vede-re un video sulle donne partigiane. Queste donne rischiavano la vita facendo le cosiddette “staffette” nelle quali dovevano portare cibo e rifornimenti ai combattenti partigiani.Così si è concluso questo incontro svoltosi con non poche dif!coltà; è dove-roso ringraziare la nostra bibliotecaria Manuela e la fotoreporter Silvia Berruto per la loro pazienza e di-sponibilità. CLASSE 3ª G

23 APRILE 2012LETTURA COLLETTIVADELLA COSTITUZIONE

DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Il progetto-intervento “Il sogno di una cosa. Il dovere-diritto di essere liberi” ha proposto la let-tura dei primi 12 articoli (Principi fondamentali) in Piazza Marconi uno degli spazi plurali di respon-sabilità e di proprietà comuni e collettivi, oltre alla biblioteca e alla scuola: luoghi inclusivi della citta-dinanza allargata che uniscono

tutti i cittadini, nessuno escluso. Si è trattato di un percorso, inten-so quanto breve, di avvicinamen-to alla lettura della Costituzione: della carta dei valori, dei diritti e delle regole valide per tutti. Il sen-so di questo tipo di lettura è da ri-cercarsi negli intenti, nelle parole e nei gesti collettivi. Nella grande promessa, rispettata, contenuta nella Costituzione: l’essere valida per tutti. Ho adagiato con cura a terra, protetta dal contatto diret-to col suolo, la copia multilingue della Costituzione della Repub-blica Italiana, editata dal Comune di Gavardo, con le traduzioni del testo in arabo, cinese, ucraino, macedone, albanese, romeno, spagnolo, inglese, francese e ita-liano. Per un esercizio collettivo di cittadinanza responsabile e at-tiva, i 117 studenti, per voce di 12 loro rappresentanti, hanno letto collettivamente i Principi fonda-mentali. Ho augurato a tutti i pre-senti tanta voglia di futuro e tanta voglia di libertà leggendo l’incipit dell’articolo 13: “La libertà perso-nale è inviolabile”.

PROIEZIONE DEL FILM “LA LIBERTÀ

COSTA CARA MOLTO”Volti e voci della Resistenza

bresciana”.

Nel corso dell’analisi storica è stata proposta la visione di spez-zoni tratti dal !lm del gavardese Michele Beltrami “Presi. Gior-ni rubati all’azzurro degli occhi” (2009), dal !lm “Voci di Sabbia”. Un viaggio tra i ricordi e le pa-role della Guerra di liberazione partigiana in Valle Sabbia (2009) e del recente “La libertà costa cara molto” (2011). In occasione dell’inaugurazione della mostra e in omaggio alla Resistenza bre-sciana, la scelta si è inevitabil-mente indirizzata al !lm “La liber-tà costa cara molto. Volti e voci della Resistenza bresciana”, re-gia di Vincenzo Beschi, Silvia Pa-lermo e Irene Tedeschi del 2011, per il carattere di opera inedita per Gavardo e per la biblioteca civica. Sono le voci, i volti, i si-lenzi, gli occhi lucidi e gli sguar-di oltremodo impermanenti di 8

collettivi, oltre alla biblioteca e alla scuola: luoghi inclusivi della citta

voglia di libertà leggendo l’incipit dell’articolo 13: “La libertà perso

civica. Sono le voci, i volti, i si-lenzi, gli occhi lucidi e gli sguarscuola: luoghi inclusivi della citta-

dinanza allargata che uniscono dinanza allargata che uniscono dell’articolo 13: “La libertà perso-nale è inviolabile”.

lenzi, gli occhi lucidi e gli sguar-lenzi, gli occhi lucidi e gli sguar-lenzi, gli occhi lucidi e gli sguardi oltremodo impermanenti di 8 di oltremodo impermanenti di 8

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Questo perché avendo patito sofferenze così forti grande tavolo al centro della stanza con ventisette

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Alice“Noi alunni delle classi terze della scuola media

di Gavardo abbiamo partecipato al progetto-inter-vento: IL SOGNO DI UNA COSA. IL DOVERE-DI-RITTO DI ESSERE LIBERI in un contesto condiviso di rispetto di regole valide per tutti. Questo pro-getto si è svolto sulla strada dell’emancipazione, individuale e collettiva, verso la libertà. Promosso dalla giornalista Silvia Berruto e dalla Biblioteca di Gavardo, si è svolto vivendo il centro storico del paese e gli spazi della Biblioteca. Attraverso la let-tura di alcuni libri della Biblioteca sull’argomento, le fonti fotografiche, audio, iconografiche, video e testimonianze dirette di coloro che hanno vissuto nel periodo del primo Novecento, abbiamo realiz-zato dei report, rielaborando i nostri lavori svilup-patisi nei nove incontri a cui abbiamo partecipato attivamente. Per svolgere tutto questo siamo usciti dalla scuola, andando in biblioteca e nel nostro pa-ese, guardando da vicino la realtà che ci circonda. L’obiettivo era quindi quello di fare di noi ragazzi i protagonisti di qualcosa di concreto e di creare un’ottica di continuità in questo progetto rifletten-do sul dovere-diritto per ogni essere umano di es-sere libero. Il 7 Dicembre la bibliotecaria Manue-la e la giornalista Silvia ci hanno spiegato in cosa consisteva questo progetto che ha avuto inizio il 29 gennaio, data del bombardamento di Gavardo, con l’ascolto dei cinquantuno rintocchi delle cam-pane che ricordavano le vittime del bombardamen-to. Subito dopo abbiamo incontrato dei testimoni che ci hanno raccontato le loro emozioni durante questo avvenimento. Nel tardo pomeriggio ci sia-mo recati in biblioteca per iniziare a rielaborare i vari

appunti sulla giornata. La sera abbiamo partecipa-to alla Santa Messa in suffragio delle vittime e alla commemorazione civile. Il giorno dopo ci siamo radunati nel pomeriggio per completare i report. Il 31 Gennaio si è tenuto lo spettacolo teatrale “29 Gennaio 1945: perché?”. Le varie classi si sono poi incontrate a due a due nei giorni 23 e 24 febbraio e il 21 e 22 marzo per degli incontri in cui abbiamo di-scusso su temi riguardanti in fascismo, nazi-fasci-smo, shoah, deportazioni, resistenza e liberazione. Oggi, 23 aprile, tutte le sezioni delle classi terze alle 10 e 30 si sono riunite in piazza Marconi di fronte al municipio, per una lettura collettiva dei primi 12 articoli della Costituzione della Repubblica Italiana, concludendo il progetto così come lo si era inizia-to. Ora prenderanno la parola, descrivendo le loro attività nel progetto, il gruppo video, teatro, mostra ed evento”.

FedericoCon i ragazzi del gruppo Video (Simone, Fatima,

Federica, Alessia, Denni, Chiara e Martina) abbiamo lavorato alla creazione del video conclusivo che ve-drete allestito alla mostra. Ci siamo trovati con Pietro Berardi, che ci ha aiutato molto mostrandoci alcune tecniche e insegnandoci alcuni trucchi del mestiere, e abbiamo prima discusso su “cosa” rappresentare e su “come” farlo. I materiali di cui disponevamo erano tutti quelli ripresi durante gli incontri e le in-terviste con i superstiti del bombardamento di Ga-vardo, ripresi con i dispositivi più diversi: cellulari e videocamere e di diverse qualità. Abbiamo comun-que deciso insieme di tenere tutto il materiale e uti-lizzarlo anche se non di ottima qualità video e audio, proprio per dimostrare che tutti hanno contribuito con i loro mezzi per la realizzazione del progetto. Ci è sembrato importante anche mostrare le ripre-se storte, poco chiare e imprecise proprio per do-cumentare tutto quello che è successo ricordando che non disponiamo di attrezzature professionali. Abbiamo montato i filmati e, con Pietro, abbiamo lavorato sui titoli di coda divertendoci. Ci è stata data la possibilità di vedere dal vivo la realizzazione di un video in stop-motion e abbiamo utilizzato que-sta bellissima tecnica per animare i nostri nomi per il titoli. L’esperienza è stata senza dubbio gratificante e costruttiva, abbiamo visto che da immagini non perfette si può comunque ottenere un gran lavoro.

partigiane e di 24 partigiani a 66 anni di distanza a ritmare un’ope-ra magni!ca quanto imperdibile per la poesia e la didattica del-la storia: la centralità delle fonti iconogra!che, l’importanza della consultazione diretta delle fonti e

la fondamentale importanza del-la storia locale. Per sensibilizzare gli studenti all’importanza della storia locale. Per sensibilizzare gli adulti. Per sensibilizzare gli inse-gnanti. “Questo è un !lm perico-loso, dice Angelo Vigo: “Nuoce

gravemente alla credibilità degli adulti che lo opporranno ai ra-gazzi senza essere veramente convinti che la libertà costa cara molto”.

S. Berruto

CONFERENZA STAMPAa cura delle studentesse e degli studenti per l’inaugurazione dell’esposizione

“Il sogno di una cosa. Il dovere-diritto di essere liberi”

questo avvenimento. Nel tardo pomeriggio ci sia- e costruttiva, abbiamo visto che da immagini non questo avvenimento. Nel tardo pomeriggio ci siamo recati in biblioteca per iniziare a rielaborare i vari

e costruttiva, abbiamo visto che da immagini non perfette si può comunque ottenere un gran lavoro.

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partigiane e di 24 partigiani a 66 la fondamentale importanza del- gravemente alla credibilità degli

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Alessia“Io, Martina, Alice, Lieta, Cristian, Mourad abbia-

mo recitato nello spettacolo teatrale “Gavardo, 29 Gennaio ’45: perché?” monologo scritto e interpre-tato da Alberto Veneziani, con le musiche di Paolo Bacchetta. Ognuno di noi appartiene ad una sezio-ne diversa delle scuole medie di Gavardo e insieme abbiamo partecipato a varie prove di lettura e reci-tazione diversi giorni prima dello spettacolo, Alber-to ci ha insegnato i “trucchi del mestiere” dandoci consigli preziosi grazie ai quali abbiamo imparato a trasmettere emozioni attraverso l’intonazione della voce e l’espressione del viso interpretando le testi-monianze dei sopravvissuti. Il 31 Gennaio, giorno dello spettacolo, ci siamo ritrovati nell’auditorium della Biblioteca. Eravamo tutti emozionatissimi pri-ma di iniziare; quando camminavamo verso il cen-tro del palco davanti a più di cinquanta persone il cuore batteva a mille. Applicando tutto ciò che ci è stato insegnato abbiamo dato il meglio di noi e lo spettacolo è stato un vero successo: nella gente si vedeva l’interesse nel ritrovare ricordi, ormai di-menticati, del loro paese. Ringraziamo Alberto che ci ha condotti in questa esperienza ed è stato il pro-tagonista di questo bellissimo spettacolo.

ClaudiaDa “Batti il muro” scritto da Antonio Ferrara.

“Il mio silenzio non era mai scomodo. Né invadente. Né rumoroso. Quando non mi andava di parlare dalla mia gola non usciva alcun suono. Come spremere acqua da una pietra. Non usciva neppure una parola. Le pa-role dovrebbero essere fatte della stessa sostanza delle cose, e nominarle dovrebbe bastare a farle comparire, le cose. La parola pioggia dovrebbe bagnare, pensavo. La parola fumo dovrebbe aleggiare. Invece le parole sono fatte di niente, non puoi vederle, non puoi toccar-le, non puoi tenerle tra le mani. Di solito con le parole puoi solo farti male.”Avete mai fatto caso al “potere” che alcune parole con-servano? Pensateci, è fenomenale come con poche lettere, se unite con cura e in modo armonioso pos-sano dare vita a qualcosa di concreto, pieno di vita e significato. ALT. Certe volte però, si sbaglia; qualcosa va storto. Vengono generati termini che riscuotono ango-sce, paure e terrore. NAZISMO, FASCISMO, GUER-RE, ODIO... non vi trasmettono niente di particolare? Scommetto che nelle vostre menti si sono già proiet-tate delle immagini, allegate ad alcuni pensieri, che fa-rebbero venire i brividi a qualsiasi persona ne verreb-be a conoscenza. Beh, io adesso vi spiegherò come meglio posso ciò che ha realizzato il gruppo “mostra”, il quale ha aiutato ad allestire, sia con le idee, sia con le mani. Questa, appunto, mostra che inaugureremo stasera tratterà di guerra, ma non solo. Sì noterà anche come noi, ragazzi della scuola media Bertolotti, vedia-mo la libertà. Come sapete e avrete sentito dire: “Ehi ragazzi, la libertà costa cara molto”. Io penso che per avere una buona visuale, di tutto ciò che ci circonda, bisogna cambiare prospettiva, e osservare i fatti da più

punti di vista. In questo caso, sarete a conoscenza di come abbiamo interpretato noi questa avventura. La parola chiave d questa serata, da come avrete capito, è proprio “mostra”. Il primo pensiero che collego nel sen-tirla è “conoscenza”, perché appunto scoprendo nuo-vi aspetti di questa esperienza, sono sicura che dopo questa avrete arricchito il vostro bagaglio culturale (di-ciamo). Difatti noi, cosa vogliamo farvi conoscere? Fon-damentalmente, l’atrocità della guerra, e la calma della pace, che tutt’oggi noi dovremmo optare a raggiunge-re. Per poter allestire questa mostra ci siamo riuniti in 4 incontri, il primo dei quali abbiamo raccolto e immagaz-zinato le nostre idee, che in quelli successivi abbiamo messo in atto. Non nego che ci siamo divertiti! Infatti abbiamo imparato tutte queste cose col sorriso stam-pato in faccia, e credo che sia stato il modo migliore per farlo! Sono contenta di aver partecipato, come tutto il resto del gruppo!

MartinaAl Gruppo Evento di cui ho fatto parte hanno

partecipato: Alice, Chiara, Erika, Federico, Luca e Claudia. In questo gruppo abbiamo assegnato i ruoli alle persone che hanno partecipato a que-sta serata. Abbiamo inoltre elaborato i discorsi di presentazione del progetto divisi in base ai gruppi creati e nelle discipline diverse che hanno creato il risultato finale, facendo riuscire alla perfezione il progetto. In questo gruppo abbiamo dato il meglio di noi perché questa attività fosse realizzata nel mi-gliore dei modi, facendo capire a tutti che si può realizzare un progetto serio anche divertendosi.

“E ora la parola al critico… ChiaraPer noi ragazzi quest’esperienza è stata entusiasman-

te. Ci ha fatto capire quanto sia importante essere liberi. Noi ora siamo liberi e tutto grazie alla persone che hanno combattuto: i partigiani e chi con loro ha contribuito a li-berare l’Italia. Inoltre, per la prima volta, ci siamo sentiti protagonisti di qualcosa di importante e abbiamo sfatato il mito dell’adolescente pigro, incapace e menefreghista. Se ci viene data la possibilità di fare qualcosa noi sap-piamo dare il nostro meglio. Abbiamo imparato concet-ti molto profondi come la libertà e i diritti dell’uomo non solo in modo teorico ma anche pratico, divertendoci!”

ragazzi, la libertà costa cara molto”. Io penso che per avere una buona visuale, di tutto ciò che ci circonda, avere una buona visuale, di tutto ciò che ci circonda, bisogna cambiare prospettiva, e osservare i fatti da più

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Alessia punti di vista. In questo caso, sarete a conoscenza di

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Noi ragazzi di 3ªG, in collaborazione con la biblioteca civica di Gavardo, abbia-mo partecipato ad un progetto in ricordo del bombardamento avvenuto il 29 gennaio 1945. La nostra esperienza è iniziata proprio il giorno del 67° anniversario di questo triste evento, durante il quale abbiamo raccolto informazioni e testimonian-ze dai sopravvissuti. In successivi appuntamenti, con l’aiuto di Silvia Berruto, abbiamo collegato l’episodio del bombardamento con le varie resistenze eu-ropee, in particolare quella bresciana, italiana e danese. Dopo ogni incontro abbiamo riassunto ciò che abbiamo imparato come dei giornalisti in erba.Martedì 31 gennaio 2012, con l’aiuto dell’attore Alberto Veneziani e del mu-sicista Paolo Bacchetta, noi, il gruppo teatro composto da Alessia, Martina, Christian, Lieta, Alice e Mourad, abbiamo recitato nello spettacolo teatrale “Gavardo, 29 gennaio 1945: perché?” e interpretato le testimonianze dei so-pravvissuti al bombardamento. Alberto, nel suo monologo, cercava di chiarire il motivo per cui quel giorno quelle bombe furono sganciate sul nostro paese e le cause dell’imprecisione degli americani, svelando parte della verità sul bombardamento. Lo spettacolo ha suscitato molto piacere ad alunni e pro-fessori, soprattutto per l’originalità del personaggio interpretato dall’attore del monologo: il vento. Alcuni nostri compagni hanno raccolto i nostri scritti, quindi le nostre esperien-ze, per esporre il nostro lavoro, per far conoscere e non far dimenticare alla gente quanto l’uomo può essere crudele. Per organizzare l’allestimento ci siamo divisi in quattro gruppi con diversi com-piti: gruppi mostra, evento, video, teatro. Il gruppo evento è stato la mente che ha partecipato ai vari momenti “salienti” della mostra, per esempio ha presen-tato per una settimana quest’ultima ai cittadini e ha organizzato la cerimonia di inaugurazione. Il gruppo mostra è stato un po’ il braccio di tutto, infatti è quello che ha materialmente “costruito” la mostra, e che ha sfornato idee per l’allestimento estetico delle varie stanze.I vari video proiettati durante la mostra sono stati realizzati dal gruppo video, con l’aiuto speciale di Pietro Berardi, un grafico esperto che ci ha dato una mano nel montaggio e nella realizzazione di questi video. Questi lavori ci hanno portato via gran parte del tempo libero, che potevamo usare divertendoci con gli amici, ma una cosa che grazie ad essi abbiamo capito è che non solo con gli amici ci si diverte, ma anche lavorando seriamente, come piccoli giornalisti, interessatissimi a simili avvenimenti. All’inizio pensavamo che la guerra fosse “il male”, cioè ciò che uccide anime innocenti. Ma in realtà è ancora di più, è anche un qualcosa che rimane dentro se stessi per sempre, impressa, senza pietà. Le persone che hanno testimoniato il bombardamento, anche se dopo moltissimi anni, l’hanno raccontato con tanta commozione, come se potesse riaccadere da un momento all’altro. Approfittiamo dell’occasione per ringrazia-re tali persone. Inoltre, un grandissimo GRAZIE a Silvia Berruto e Manuela Fran-zoni, senza di loro non avremmo potuto prendere parte ad un progetto simile. Infine, chiediamo un parere anche alla nostra professoressa Erculiani Giovan-na: “Al termine di quest’esperienza dobbiamo tirare le somme: ripercorrere questi mesi e incontri e capire ciò che abbiamo compreso. All’inizio di questo progetto avevo timore di non riuscire a coinvolgere ogni alunno e che non avremmo raggiunto il fine di questo “viaggio” a causa della confusione creata dalla classe molto numerosa. Purtroppo, come avevo previsto, non tutti hanno partecipato ai lavori e alle attività. Ma la maggior parte degli alunni coinvolti sono maturati ed ora hanno capito ciò che è la guerra, e che non è lontana da noi, persino persone che ogni giorno incontriamo per strada hanno vissuto un avvenimento così crudele. Questi alunni, lavorando in gruppo, hanno allestito la mostra conclusiva e organizzato la sua inaugurazione. Questa opportunità è stata molto importante per loro, che hanno “concretizzato” la storia a loro modo, grazie ai video, alle spiegazioni di Silvia, alle testimonianze dei soprav-vissuti, ma soprattutto grazie ai LIBRI, che sono stati il nucleo del progetto. Ringrazio la bibliotecaria Manuela Franzoni, che ha reso il tutto possibile e alla giornalista foto-reporter Silvia Berruto, grazie alla quale i lavori sono stati realizzati”

Il progetto biblioteca ci ha aiutato a capire che i nazisti hanno maltrattato per-sone innocenti e che la guerra non serve per risolvere i problemi personali e che le persone che sono sopravvissute hanno sofferto. Grazie al progetto abbiamo imparato che anche se una persona è diversa si deve trattare come uno di noi perché in fondo siamo tutti uguali. Daniel A. e Badr T.

Il lavoro fatto con la biblioteca è stato molto interessante, abbiamo parlato della seconda guerra mondiale e della reclusione degli Ebrei. In certi mo-mento è stato molto commovente; abbiamo parlato anche della bomba caduta su Gavardo il 29 gennaio 1945 e abbiamo visto immagini e filmati molto crudi. Ci siamo chiesti se il fatto che la bomba sia caduta sulla città senza colpire il ponte (l’unico obbiettivo) sia stata una casualità o fosse già premeditato. Comunque gli incontri con Silvia Berruto, la giornalista, sono stati i più interessanti, ogni volta aveva un significato profondo e mi hanno fatto capire l’importanza della libertà. La discriminazione, la guerra, la sof-ferenza sono stati i principali argomenti trattati, infine dico che è stata una bella esperienza. Ana

Il progetto ha dato molte possibilità di adesione sia in ore scolastiche sia in tempo libero; alcuni hanno aiutato anche a preparare la serata di lunedì 23 soprattutto la classe III C con Chiara Grumi che è stata un po’ il nucleo della serata, ma anche altri ragazzi di III G e III D hanno preparato gruppi, che sono gruppo video, audio e teatro.Silvia, la giornalista, è stata un punto di riferimento per noi soprattutto quando abbiamo fatto il lavoro con le cinque w, in seguito ci ha fatto capire cosa è stata la guerra ma in particolare la resistenza partigiana, questo lo ha fatto capire a 117 ragazzi con dei video da lei montati. Per questo io ringrazio tutti coloro che hanno partecipato perché è stato veramente interessante per il motivo che ho sempre sentito parlare di resistenza ma non mi sono mai reso conto di quanto è veramente successo. Daniele T. Il progetto biblioteca di quest’anno si è svolto sull’argomento delle resistenze, lo scopo non era solo quello di approfondire quello già fatto in storia, ma di provare a studiare questa materia in un altro modo. Il progetto di quest’anno mi è piaciuto perché ha coinvolto tutti e non solo alcune classi, è stato bello lavorare insieme al fine di produrre un articolo per un giornale, che poi ver-rà pubblicato e diventerà approfondimento per altre persone che ne vogliono sapere di più sulle resistenze. Oltre a questo il progetto è servito per stare in contatto con altre persone non solo della nostra classe, ma di tutta la scuola. Devo dire che stare in contatto con altre persone attraverso questo progetto mi ha fatto capire che il lavoro di gruppo può essere molto utile e che è di gran lunga migliore di quello del singolo. Bisogna anche ammettere che le persone che hanno organizzato e hanno contributo a questo progetto, quali professori, la bibliotecaria e la giornalista Silvia Berruto, si sono impegnati davvero molto per farci raggiungere questo obiettivo. Spero che il nostro lavoro letto possa far capire a molte persone, che magari non hanno mai sentito parlare di resisten-za, che le dittature e i regimi totalitari hanno portato solo cattiveria e disprezzo verso il prossimo e che gli artefici della resistenza sono stati molto coraggiosi e noi dovremo sempre ringraziarli. Spero che questo progetto si ripeta negli anni perché è stato molto interessante e che ognuno di noi possa ricavare qualcosa di buono dopo questa attività. Marco F. e Matteo S.

A me è piaciuto questo progetto realizzato con la giornalista Berruto. Que-sto lavoro lo abbiamo svolto in biblioteca e abbiamo imparato tante cose diverse divertendoci e dividendoci nelle varie classi; alla III B è toccata la Resistenza italiana. A molti di noi è interessato perché abbiamo rafforzato il legame di gruppo lavorando insieme e ci siamo divertiti; come dice la nostra insegnante “E’ un’attività diversa dal solito”. Il momento che mi è piaciuto di più è stato quando abbiamo ascoltato le testimonianze della II guerra mondiale nei Paesi Bassi, invece la cosa che mi è piaciuta di meno è stato quando si è letta la Costituzione, perché a me non piace leggere la legge italiana, forse perché odio la politica. Giorgio F.

CONTRIBUTI CRITICI… in libertà

la legge italiana, forse perché odio la politica. Giorgio F.

la legge italiana, forse perché odio la politica. Giorgio F.

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CONTRIBUTI CRITICI… in libertà

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In questi mesi, noi ragazzi delle classi terze, di Gavardo, abbiamo parte-cipato a un progetto sulla resistenza italiana, servendoci di ricerche, film riguardanti quest’argomento e molte altre fonti.Giunti alla fine vogliamo ringraziare la bibliotecaria Manuela e la giorna-lista Silvia che hanno partecipato attivamente, contribuendo, aiutando e coinvolgendo tutti noi nei lavori, che hanno poi portato alla buona riuscita del progetto. Esso è servito, secondo me, a noi ragazzi per conoscere la storia in un’altra prospettiva cioè non leggendola e studiandola sui libri ma, grazie appunto ai film, alle canzoni di quel tempo e, soprattutto, alle testimonianze di anziani, che hanno vissuto in quel periodo, abbiamo ca-pito e scoperto lo stile di vita e le abitudini dei partigiani che continuavano a resistere al fascismo senza mai arrendersi.E’ stata una nuova esperienza che ci è servita molto e che non dimen-ticheremo… sicuramente non a tutti è interessato l’argomento e il pro-getto in sé, mentre invece ad altri è servito molto. Ma, comunque, è stata una buona idea, che potrebbe essere di nuovo proposta alle classi future, magari anche con nuovi argomenti! Sofia P.

Il progetto della biblioteca “IL DIRITTO-DOVERE DI ESSERE LIBERI” durato circa 5 mesi, è stato interessante, perché ci ha permesso di conoscere ed essere informati attraverso fonti storiche, come video, immagini, te-stimonianze e documenti, su cosa i partigiani hanno fatto, quali rischi hanno corso, quanti ne sono morti e quanti si sono sacrificati, tutti per un unico fine: LIBERARE il proprio paese dai nazisti e finalmente poter dire di ESSERE LIBERI. E’ stato anche un diverso modo di fare storia attraverso il quale, collettivamente, abbiamo potuto confrontarci e lavorare-impa-rando. Infine siamo venuti anche a conoscenza di una parte importante della storia del nostro territorio e dei suoi protagonisti, avendo parlato non solo della resistenza in generale, ma soprattutto di quella bresciana, arricchendo l’argomento con le azioni svolte dai partigiani. Martina Z.

Il progetto che abbiamo fatto con la biblioteca è stato molto bello ed interes-sante, soprattutto quando abbiamo lavorato in classe per realizzare la rela-zione dei primi incontri. Inoltre per questo progetto abbiamo lavorato anche utilizzando tempere e matite per realizzare dei disegni a favore della pace e la bibliotecaria Manuela ci ha dato dei libri sull’argomento. Ma la cosa più bella è stata vedere i nostri lavori esposti in biblioteca e sapere che la gente li ha visti e apprezzati. Davide B.

Il lavoro svolto a scuola è stato molto bello, molto utile perché abbiamo scoperto della cose nuove. Io ho appreso delle nuove idee che non sa-pevo esprimessero i nostri pensieri così da creare un collegamento e anche un dialogo. Abbiamo visto anche dei video storici su racconti di persone anziane che hanno vissuto la guerra in prima persona, secondo me lo dovrebbero riproporre anche nelle classi successive perché è stato molto interessante e ci ha fatto capire molte cose importanti della vita e che magari potremo insegnare ai nostri figli, abbiamo trattato anche argomenti molto toccanti che fanno capire veramente cosa è stato e cosa sarà sempre la guerra. Kevin P.

Quello che abbiamo fatto con l’organizzazione bibliotecaria e con Silvia Ber-ruto è servito per mantenere ancora vivo fra di noi il ricordo del bombarda-mento aereo su Gavardo, e per sapere sempre cose più nuove della storia precedente accaduta, e anche per sapere i pensieri di tutte quelle persone, che hanno assistito dal vivo sotto il comando dei fascisti e sottoposti alle re-gole di Mussolini. Tutto questo percorso è stato impegnativo, ma allo stesso tempo anche molto utile per aumentare le nostre conoscenze. Secondo me l’organizzazione era stupenda e anche la bibliotecaria di Gavardo Manue-la Franzoni ci ha messo molto impegno, perché andasse molto bene tutta l’organizzazione facendo del suo meglio. Io ho trovato tutto questo molto in-teressante appunto perché mi ha coinvolto molto molto ci sono state molte iniziative, libri da leggere, film da guardare in classe, disegni artistici fatti da noi per la mostra dell’inaugurazione. E anche la piantumazione del caco è stata importante. Dopotutto non me ne pento di aver partecipato a così tan-ti progetti perché non si hanno sempre così tante occasioni per partecipare

e assistere a organizzazioni che ti aiutano ad aumentare le tue conoscenze. Sabrina K.

Questo progetto, “Il diritto e il dovere di essere liberi” ha visto partecipe le classi terze della scuola media di Gavardo. Servendoci di ricerche, film riguardanti questo argomento e molte altre fonti ci siamo fatti un’idea di com’era la vita ai tempi della resistenza già studiata come argomento scolastico che abbiamo avuto modo di approfondire grazie a questa iniziativa fornitaci dalla biblioteca di Gavardo. Questo progetto ha interessato la maggior parte del nostro gruppo. Stefania S.

Durante il progetto della biblioteca, abbiamo lavorato in diversi modi, intervi-stando alcuni testimoni sopravvissuti a quel tragico evento e leggendo alcuni libri. Grazie a questo progetto ho potuto conoscere il tragico evento della 2ª Guerra Mondiale, che ha causato moltissimi morti, disperazione e tristezza, che noi anche se cerchiamo di comprenderla non riusciremo mai, perché fino adesso non abbiamo vissuto un evento così catastrofico e quindi non riusci-remmo a comprendere a pieno la malinconia e la disperazione di quei poveri innocenti. Questa esperienza mi ha aiutato molto, e chi ha la possibilità di viverla gli consiglio di non sprecare questa occasione perché è davvero una bel-lissima opportunità. Voglio ringraziare la giornalista Silvia e la biblioteca-ria Manuela, che ci hanno sempre seguito e aiutato in questo progetto. Matteo V.

Quest’anno, come tutti gli anni che ho trascorso alle medie, noi ragazzi di terza media abbiamo svolto un lavoro con la biblioteca: “il dovere-diritto di esse-re liberi”. In questo progetto noi ragazzi dovevamo immedesimarci in piccoli giornalisti. Il nostro mentore in questa avventura è stata Silvia, una giornalista Vera! Il fine di questo progetto era far capire a noi ragazzi che la guerra non è un gioco e che c’è stata anche vicino a noi e non soltanto negli altri Paesi e sicuramente sono riusciti nell’intento, almeno per me! Ci sono stati più incontri con la bibliotecaria Manuela (l’altra nostra accompagnatrice ), purtroppo non sono riuscita a partecipare a tutti per vari problemi, ma se riuscissi a tornare indietro nel tempo vorrei partecipare a tutto quanto! Abbiamo potuto capire quanto fosse dura la vita per quelle persone che hanno vissuto nel periodo della guerra! Abbiamo potuto conoscere dei testimoni che ci hanno raccon-tato la loro storia, abbiamo potuto esprimere le nostre emozioni e soprattutto abbiamo potuto leggere, il passatempo più bello secondo me. Attraverso i libri ho potuto capire la vita vera durante la guerra. Abbiamo, inoltre, trattato il vero significato della Libertà, che è il diritto di ogni uomo! Devo proprio ringrazia-re chi mi ha permesso di partecipare a questo, a mio avviso bellissimo ed istruttivo progetto! Quindi grazie, soprattutto a Silvia e a Manuela che ci hanno accompagnato nel nostro inedito viaggio ! E grazie anche alla scuola che ci ha permesso di partecipare. Beatrice T.

Quest’anno la biblioteca di Gavardo, come del resto tutti gli anni, ci ha offerto molte occasioni divertenti da trascorrere insieme, ma anche molto importanti, educative ed impegnative.. ad esempio il giorno 29 gennaio 2012, in cui lo stes-so giorno del 1945 avvenne il bombardamento proprio qui, nel mio Paese. Per me era come se non fosse successo nulla, ma ora che conosco tutti i minimi dettagli forniti dagli anziani testimoni oculari del Paese, capisco che fu un acca-duto a dir poco raccapricciante. Sul loro volto si poteva leggere un’espressione di terrore che, purtroppo resterà per sempre indelebile. Oltre a questa indimenti-cabile esperienza, la biblioteca non vuole, ovviamente, farci perdere l’amore per la lettura; infatti ci ha offerto molti libri riguardanti la seconda guerra mondiale e i campi di concentramento. Con la biblioteca ho vissuto molte bellissime espe-rienze e di esse non vorrei mai cambiare nulla, anzi le rivivrei ancora mille volte, senza cambiare un minimo particolare. Ci hanno aiutato a capire il significato delle parole “libertà di parola, unione, collaborazione”. Noi ragazzi abbiamo lavorato molto tutti insieme, ottenendo soddisfacenti risul-tati, immergendoci in serietà e risate! Grazie ai giorni trascorsi in biblioteca ho capito che con la volontà e l’impegno si può ottenere tanto e soprattutto tanto orgoglio, soddisfazioni e felicità. Aurea A.

Noi alunni delle classi terze in collaborazione con la biblioteca comunale

noi per la mostra dell’inaugurazione. E anche la piantumazione del caco è orgoglio, soddisfazioni e felicità. Aurea A.noi per la mostra dell’inaugurazione. E anche la piantumazione del caco è stata importante. Dopotutto non me ne pento di aver partecipato a così tan-ti progetti perché non si hanno sempre così tante occasioni per partecipare

orgoglio, soddisfazioni e felicità.

Noi alunni delle classi terze in collaborazione con la biblioteca comunale

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In questi mesi, noi ragazzi delle classi terze, di Gavardo, abbiamo parte- e assistere a organizzazioni che ti aiutano ad aumentare le tue conoscenze.

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di Gavardo abbiamo trascorso delle giornate insieme conoscendo così l’origine del nostro paese e alcuni fatti della seconda guerra mondiale (resistenza eccetera).Tutto questo si è verificato attraverso varie fonti orali (testimonianze) di coloro che hanno assistito al bombardamento di Gavardo. Mi ha colpito molto la testimonianza del maestro Simoni perché ci ha fatto capire il dolore che ha provato, parte della popolazione di Gavardo. Ringraziamo inoltre coloro che ci hanno permesso di partecipare al progetto “ il dovere e il diritto di essere liberi.” Sara S. - Benedetta N.

Questo anno insieme alla biblioteca e a tutte le terze della scuola abbia-mo approfondito la seconda Guerra Mondiale. Grazie alla scuola e alla biblioteca ho capito che orrore è la guerra, inoltre ho capito il perché del bombardamento del 29 gennaio 1945.Durante questo percorso durato 4 mesi, mi sono acculturato ma mi sono anche divertito. Lo scopo di questo progetto era far capire a noi ragazzi il significato della guerra e di dirci che anche il nostro paese, Gavardo, ne è stato segnato con un bombardamento da parte degli alleati, gli americani.Purtroppo io durante questo progetto non ho potuto partecipare a tutti gli incontri e questo mi è dispiaciuto. Però ho potuto partecipare all’allesti-mento della mostra di Gavardo della biblioteca.Ho capito, grazie alla mostra, come è successo il bombardamento di Gavardo e per quale motivo è successo. Il progetto ci faceva capire an-che come diventare giornalisti, in questo progetto i nostri ciceroni erano Manuela e Silvia una giornalista. Da questo progetto ho capito il duro lavoro dei giornalisti, ma ho capito anche quello che le persone durante la guerra hanno passato. Andrea N.

Il progetto: ”il dovere-diritto di essere liberi” è stato, per me, un momento di apprendimento, in modo ludico, ma anche un modo per far capire alla gente che non tutti gli adolescenti sono pigri e menefreghisti. In questo periodo di apprendimento ho fatto parte di due gruppi: il gruppo video e il gruppo evento. Due gruppi che hanno dato modo di esprimerci e mettere in atto le nostre idee. Nel gruppo video, insieme a Pietro e altre persone abbiamo creato un video, dove abbiamo fatto vedere quello che abbiamo svolto durante i vari incontri. Invece, nel gruppo evento, abbiamo organiz-zato tutto ciò che riguardava la conferenza e abbiamo preparato le ultime cose della mostra. E’ stato un periodo fantastico! E voglio ringraziare tutte le persone che hanno collaborato in particolare: Manuela, Patrizia, Pietro e Silvia. Chiara G.

Noi alunni della scuola G. Bertolotti con la biblioteca abbiamo fatto un progetto intitolato il dovere-diritto di essere liberi guidato da una vera reporter Silvia e la bibliotecaria Manuela. Questo progetto secondo me è stato bellissimo e fondamentale.Abbiamo parlato del bombardamento di Gavardo dove abbiamo intervi-stato alcuni testimoni che hanno vissuto quell’orrendo momento poi ab-biamo parlato di resistenza e libertà. Le giornate passate in biblioteca sono state bellissime e interessanti, per me queste giornate sono asso-lutamente da rifare. Alcuni di noi hanno passato delle giornate anche con Pietro e Manuela per organizzare un’esposizione. Ringrazio la scuola e la biblioteca per averci dato questa possibilità di conoscere ed approfondire. Marcos M.

Quest’anno, come tutti gli anni passati alle medie, noi ragazzi delle terze abbiamo svolto un progetto molto utile e divertente “Il Dovere-Diritto di essere liberi”. In questo progetto noi ragazzi dovevamo trasformarci da alunni in piccoli giornalisti. Abbiamo trascorso delle bellissime giorna-te insieme a “nonni” che ci raccontavano le loro esperienze durante la micidiale guerra.I nostri aiutanti sono stati: Silvia e Manuela. Quest’espe-rienza mi ha fatto riflettere molto perché si pensa che la guerra possa ac-cadere in altri stati, ma invece ho scoperto che non è così. Anche Gavardo ha potuto sentire la distruzione e la paura, il terrore della guerra. Io ringrazio tutti i collaboratori che ci hanno permesso di affrontare questo progetto. Grazie, grazie davvero a tutti ma soprattutto a Silvia, a Manuela e alla Scuola G.Bertolotti di Gavardo. Alessia B.

La Biblioteca Comunale di Gavardo, in collaborazione con l’Istituto Com-prensivo G.Bertolotti, ha organizzato diversi incontri per permettere alle classi terze di poter ripercorrere le principali tappe di quel lontano 29 gennaio 1945 quando “un bombardamento” ha segnato la storia di Ga-vardo. Questi incontri ci hanno riportato nel passato, quando la felicità era fatta di nulla, un fiore appena sbocciato, un abbraccio caloroso, un arco-baleno dopo la tempesta, bastava poco per colorare le proprie giornate. Fino a quando, “per uno sbaglio di conti”, parte del paese venne distrutta e l’amarezza regnò sovrana. L’uomo di oggi non si rende conto di quanto è fortunato, anzi, più ha, più vuole. Questi numerosi ricorsi al passato, trattati in maniera approfondita anche in classe, mi han fatto capire molte “cose”, ma una in particolare: l’uomo d’oggi è talmente ben abituato, tanto da non ponderare i veri valori della vita. Facendo questa dietrologia, oltre alle numerose spiegazioni, ci siamo recati in alcuni centro-anziani per raccogliere delle testimonianze tangibili su ciò che veramente è ac-caduto. Persone anziane che attraverso un volo pindarico ci ricostruivano i fat-ti come avessero in mano un copione, dicendo e ripetendoci numerose volte “lo ricordo come se fosse ieri”. Nei loro occhi giacevano ancora il rancore, la rabbia l’angoscia, la paura che nonostante i molti anni tra-scorsi sembravano non essersene mai andati. Questi incontri sono stati un’occasione veramente inedita per conoscere ciò che è accaduto nel passato nell’attuale Gavardo. Valentina P.

Anche quest’anno la biblioteca ci sostiene con un importante progetto!Fin dalla prima media la biblioteca ci accompagna con letture sul pro-gramma scolastico.Ma quest’anno è stato diverso e molto divertente, all’inizio la biblioteca ci ha portato dei libri sulla prima Guerra Mondiale e altri generi, successiva-mente abbiamo avuto altri incontri molti interessanti nei quali ci è stata insegnata la brutalità e la crudeltà della guerra.Io vorrei ringraziare Silvia e Manuela per il tempo e per il lavoro che ci hanno dedicato. Luca M.

In questo anno scolastico 2011/2012, come docente di Storia ed educa-zione Civica, mi sono trovata “piacevolmente” coinvolta insieme ai miei discenti della classe terza sez. C nel progetto “Collettivamente Memo-ria 2012”. Al riguardo, pur ammettendo una certa incertezza iniziale nel dover affrontare con largo anticipo il periodo storico dal Fascismo alla Liberazione, ne è valsa sicuramente la pena.Nella mia oramai lunga carriera gli stessi percorsi analizzati in questa Attività non erano stati mai recepiti con altrettanto interesse dai ragazzi pur mettendo in atto le strategie più disparate. D’altronde a soli tredici anni la Storia solitamente risulta “ostica”, la per-cezione “aleatoria”. Oggi mi sento (alla conclusione della suddetta Attività ed alla fine dello svolgimento del Programma di Storia) di affermare con assoluta franchezza ed al di fuori di ogni intento adulatorio che questa “Iniziativa Magnifica” ha sortito dei frutti sia a breve sia a lungo termine, rivelandosi di reale supporto alla disciplina storica. Splendida la co-conduzione: la Signora Silvia Berruto concretamente affiancata dalla bibliotecaria Signora Manuela Franzoni, hanno saputo dare ai ragazzi un costante stimolo tramutatosi in vivido incoraggiamento allo svolgimento di una Attività che, per quanto mi riguarda, è riuscita a coinvolgere, forse, l’intero gruppo classe consapevolizzandolo sul periodo “nero” dal Fascismo alla Liberazione.I vari interventi da parte di entrambe le Esperte sono stati dosati in ogni incontro utilizzando un linguaggio efficace ed accessibile indiscutibil-mente di ottima resa.Ben vengano iniziative di siffatta portata inculcanti il valore inestimabile della Libertà e della Dignità dell’essere umano! Prof.ssa Virginia Fontana, 3ª C

Il progetto “Il sogno di una cosa, il dovere-diritto di essere liberi” ha il me-rito innanzitutto di aver spostato gli spazi e i tempi abituali del fare scuola dilatandoli, addolcendoli, eliminando cioè cattedre, classi, banchi e cambi dell’ora per portarci attraverso un percorso dialogato, lento, lungo, a tap-

Io ringrazio tutti i collaboratori che ci hanno permesso di affrontare questo progetto. Grazie, grazie davvero a tutti ma soprattutto a Silvia, a Manuela

rito innanzitutto di aver spostato gli spazi e i tempi abituali del fare scuola dilatandoli, addolcendoli, eliminando cioè cattedre, classi, banchi e cambi progetto. Grazie, grazie davvero a tutti ma soprattutto a Silvia, a Manuela

e alla Scuola G.Bertolotti di Gavardo. Alessia B. dilatandoli, addolcendoli, eliminando cioè cattedre, classi, banchi e cambi dell’ora per portarci attraverso un percorso dialogato, lento, lungo, a tap-

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di Gavardo abbiamo trascorso delle giornate insieme conoscendo così l’origine del nostro paese e alcuni fatti della seconda guerra mondiale

La Biblioteca Comunale di Gavardo, in collaborazione con l’Istituto Com-prensivo G.Bertolotti, ha organizzato diversi incontri per permettere alle

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pe in un Luogo di Responsabilità collettiva più Grande. Per noi insegnanti ha costituito un momento per rimetterci in gioco, rimescolare le carte e i ruoli e assumere un punto di vista dinamico. Siamo stati Coinvolti insieme e sullo stesso piano (ragazzi, genitori, inse-gnanti, educatori, formatori, bibliotecari) tutti PRATICANTI- ABITANTI del “paese planetario”. Ci siamo ricordati che la storia non è solo una materia da studiare ma memoria del passato nel presente. Il presente è storia e la storia siamo noi. Prof.ssa Diana Senese, 3ª D

Il progetto ideato quest’anno per le classi terze è stato innovativo, sia per i tempi molto lunghi, sia per gli elementi coinvolti nella scuola e nella società, numerosi e vari. Questo modo di LAVORARE-IMPARARE è piaciuto alla classe, che si è sentita parte attiva nella creazione di un prodotto culturale e non solo destinataria di date e fatti.Interessante anche per l’insegnante che ha potuto ampliare un argomen-to di notevole importanza, analizzandolo da diversi punti di vista, sfrut-tando materiali e fonti non sempre accessibili, aprendo l’aula a ciò che la circonda. Prof.ssa Sabrina Zanetti, 3ª B

Finalmente fuori dalla scuola, dalle quattro “opprimenti” pareti di un aula scolastica! Via i manuali scolastici! I ragazzi delle classi terze, quest’anno, hanno potuto sperimentare cosa significhi in campo cognitivo apprendere da attori, essere loro stessi i fautori del loro apprendimento.Report, fotografie, filmati, canzoni, rappresentazione teatrale, interviste ai testimoni dell’evento tragico del 29/01/1945: il bombardamento di Gavardo che causò morte e distruzione nel nostro paese, fra la nostra gente, incontri con autorità, stretto rapporto con la giornalista Silvia Ber-ruto, figlia di uno dei tanti che hanno vissuto l’esperienza del lager dove il termine LIBERTÀ era completamente negato. La piazza, la biblioteca, il centro sociale, la casa di riposo diventano fon-damentali centri di cultura dove si fa scuola attiva: i ragazzi leggono, disegnano, scrivono, si divertono, si aiutano, collaborano.Dimenticavo la regista, la cerbera Manu, che bacchettando docenti e alunni ci ha guidato lungo il cammino con entusiasmo e passione.Ma perché tutto questo? Quale era l’obiettivo? È stato raggiunto lo scopo? SÌ! I ragazzi si sono finalmente staccati dal mondo virtuale, nel quale preferi-scono vivere per non soffrire, per calarsi nel mondo reale dove il tutto non è roseo. Aver toccato con mano la cruda realtà, li ha portati a riflettere, a interiorizzare i concetti fondamentali della convivenza civile.In particolar modo hanno compreso l’inestimabile valore del termine LI-BERTÀ.Un grazie a tutti coloro che hanno permesso questo Prof.ssa Emanuela Bruschi, 3ª A

Libro e LibertàIl punto di partenza, come ogni attività della biblioteca, è il Libro, per arri-vare al Libro, per capire che il Libro non è la prigione delle parole.Avete letto questi libri sulle guerre mondiali, sulle deportazioni e la shoah, sulle privazioni, per capire quanto sia importante “liberare” le parole con la nostra lettura, e farle rivivere in noi, a modo nostro.È quello che abbiamo fatto attraverso la scrittura dei report, i video, i dise-gni, i cartelloni, le fotografie, le riflessioni, le poesie, esprimendo il segno che in noi hanno lasciato le parole ascoltate, le immagini viste, i film, la musica, in questi mesi vissuti collettivamente al di qua (in biblioteca) e al di là (a scuola) del ponte.Non pensiate che la biblioteca sparisca dal vostro futuro. Cambierà sede, numero civico, che aumenterà come in voi l’età, ma continueremo a ve-derci e forse di più. Magari per motivi “meno divertenti” perché più obbli-gati e obbligatori. L’importante è che non scordiate mai questi momenti e quanto bisogno ci sia di LIBERTA’, anche per i LIBRI: fateli uscire dalla BIBLIOTECA! LIBERATE le vostre idee senza paura! VI ASPETTERO’ SEMPRE.

Grazie ai protagonisti di questa storia, con l’augurio di esserlo per tutta la vita!

Alice, Andrea, Binash, Thomas, Cesare, Erika, Martina, Imane, Lorenzo, Matteo, Francesca, Giada, Paolo, Daniele, Maurizio, Luca B., Luca F., Ma-madou, Madalina Gabriela, Emanuel Sebastian, Michael.

Sabrina, Matteo, Andrea B., Damiano, Jennifer, Mourad, Andrea B., Gior-gio, Marco, Emma, Katherina, Sofia, Martina, Stefania, Andrea B., Shulei, Kevin, Davide B., Davide F., Nicola, Samuele, Enrico, Marta.

Luca, Osmany, Andrea R., Adama, Beatrice, Zoraima, Denni, Matteo, Mak-sim, Valentina, Andrea N., Benedetta, Sara, Simone, Marcos, Daniel, Chia-ra, Christian K., Christian B., Umar, Giulia, Aurea, Alessia.

Daniel A., Nicola, Matteo, Badiee, Veronica, Federico, Andrea, Lieta, Vit-toria, Roberta, Letizia, Samuele, Daniel S., Alessia, Fatima, Pietro, Badr, Ana, Claudia.

Nicolò, Camila, Alessandro B., Outmane, Fabio, Andrea, Soukaina, Sara E., Martina F., Ruchita, Andjel, Abdel, Veronica, Christian, Alessia, Manuela, Andy, Simone P., Alessandro R., Federica, Giorgio, Federico, Simone T., Sara T.,Valentina, Martina Z., Andrea.

Ciao a tutti, Manu

CONTRIBUTI:

Il video “29 gennaio” realizzato dagli studenti ed altri mate-riali prodotti duranti l’iniziativa saranno consultabili sul sito del comune, nella home page della biblioteca:http://www.comune.gavardo.bs.it/node/146

Il Dovere-Diritto Di Essere Liberi. E’ un progetto-intervento di acculturazione e empowerment collettivi, di Silvia Berruto è consultabile all’indirizzohttps://www.transcend.org/tms/2012/02/italian-il-dovere-diritto-di-essere-liberi-e-un-progetto-intervento-di-accultu-razione-e-empowerment-collettivi/

Hanno collaborato, IN e di CON-CERTO, a questa pubblica-zione con la loro voglia, passione, fantasia, allegria, simpatia, stanchezza, forza e convinzione speciali, in ordine, disordi-nato, di apparizione: Manuela Franzoni, Patrizia Barba, Pietro Berardi, Elvezio Bussei, Dalila Pavoni, Silvia Berruto.

La prima e la quarta di copertina sono state realizzate da Pietro Berardi. Photo Pietro Berardi.

VI ASPETTERO’ SEMPRE.

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Grazie ai protagonisti di questa storia, con l’augurio di esserlo per tutta la vita!

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