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Introduzione La tv cambia la testa degli italiani? Gli storici rispondono di sì. Un chiaro esempio è quello della lingua: nell'ultimo mezzo secolo i cittadini che parlano più dialetto che italiano sono scesi da 2/3 a meno di 1/4 e questo lo si deve molto a Mike Bongiorno e al piccolo schermo. In Italia si legge poco e si va al cinema solo saltuariamente: la tv, invece , campeggia nella vita quotidiana e le dedichiamo in media 4 ore al giorno (statistiche). E' il mezzo di informazione e consumo culturale dominante. Ci si chiede se la tv sia responsabile dei ragazzi che uccidono i genitori, degli atteggiamenti dei politici o degli immigrati che arrivano in Italia convinti di trovare la terra delle meraviglie. La demonizzazione della tv vanta precedenti illustri: negli anni 60 la Scuola di Francoforte manifestava la sua idea della società moderna come società <<a una dimensione>>, piallata dalla cultura di massa e prodotta dalle industrie del consumo, obbediente al potere a alla persuasione della pubblicità commerciale. La Tv riesce a fare leva su problemi, insicurezze e fragilità che esistono già, trasfigurandoli in un mondo di sogli, miti e illusioni. Un passaggio fondamentale è quello dalla tv pedagogica di Bongiorno e Bernabei (anni 60) alla neotelevisione (da Portobello '77 al Grande Fratello del 2000), che mette in scena e mitizza l'italiano medio. Al tempo della paleotelevisione una ragazza poteva solo fantasticare di

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  • Introduzione

    La tv cambia la testa degli italiani?

    Gli storici rispondono di s.

    Un chiaro esempio quello della lingua: nell'ultimo mezzo secolo i cittadini

    che parlano pi dialetto che italiano sono scesi da 2/3 a meno di 1/4 e

    questo lo si deve molto a Mike Bongiorno e al piccolo schermo.

    In Italia si legge poco e si va al cinema solo saltuariamente: la tv, invece ,

    campeggia nella vita quotidiana e le dedichiamo in media 4 ore al giorno

    (statistiche).

    E' il mezzo di informazione e consumo culturale dominante.

    Ci si chiede se la tv sia responsabile dei ragazzi che uccidono i genitori, degli

    atteggiamenti dei politici o degli immigrati che arrivano in Italia convinti di

    trovare la terra delle meraviglie.

    La demonizzazione della tv vanta precedenti illustri: negli anni 60 la Scuola di

    Francoforte manifestava la sua idea della societ moderna come societ , piallata dalla cultura di massa e prodotta dalle industrie

    del consumo, obbediente al potere a alla persuasione della pubblicit

    commerciale.

    La Tv riesce a fare leva su problemi, insicurezze e fragilit che esistono gi,

    trasfigurandoli in un mondo di sogli, miti e illusioni.

    Un passaggio fondamentale quello dalla tv pedagogica di Bongiorno e

    Bernabei (anni 60) alla neotelevisione (da Portobello '77 al Grande Fratello del

    2000), che mette in scena e mitizza l'italiano medio.

    Al tempo della paleotelevisione una ragazza poteva solo fantasticare di

  • immedesimarsi nelle gemelle Kessler o in Sofia Loren; adesso, nel tempo della

    neotelevisione, la possibilit si concretizza: tutte possono diventare veline,

    senza studiare, prepararsi, aspettare.

    Anche l'informazione politica cambia: da Samarcanda (1987) si supera il

    format del forum comunicativo di confronto tra opinioni regolato dalle leggi,

    mentre si approda ad una narrazione con buoni e cattivi, vincitori e vinti.

    La politica diventa un genere di consumo.

    Le tv commerciali hanno l'obiettivo di vendere spettatori agli inserzionisti

    pubblicitari. La pubblicit diventa l'anima della neotelevisione.

    La televisione non onnipotente: se riesce a cambiare la testa delle persone

    perch funziona da sponda di una trasformazione sociale profonda: la

    mutazione individualista.

    La baby boom generation, nata tra la fine della guerra e il 1955, inietta nelle

    societ occidentali una dose di individualismo che si esprime tra il 68 e gli

    anni di piombo.

    Gli effetti si misurano su 3 piani distinti:

    1) comportamenti demografici : + single e - matrimoni

    2) cambiamenti socioeconomici: calo della grande industria e sviluppo della

    piccola e media, + lavoro autonomo

    3) identit culturali: secolarizzazione e religiosit bricolage (credo in Dio, ma

    non nella Chiesa)

    Solo in Italia la tv diventa soggetto politico.

    In tutta Europa si afferma nel corso degli anni 70 la televisione privata e il

    potere politico in grado di garantire le regole della libera concorrenza,

    consentendo agli editori il possesso, al massimo, di una sola rete nazionale.

  • In Italia la rapida ascesa di Silvio Berlusconi si spiega con l'assenza di

    normative, grazie al rapporto di scambio che Berlusconi intrattiene con Craxi.

    Questo gli consente di far piazza pulita della concorrenza durante il lungo

    periodo di "far west".

    La legge che regola il sistema arriva solo nel 90, ma Berlusconi ha gi il

    monopolio.

    La tv non determina il cambiamento: lo rispecchia e lo amplifica.

    Oggi la neotelevisione soddisfa ambizioni, crea sogni, regala attimi di celebrit

    a persone senza qualit, senza nemmeno richiedere l'abilit di rispondere ad

    un quiz. Pubblicizza beni di consumo come status symbol, cambia l'idea del

    futuro: non pi frutto di progetti comuni condiviso da molti, ma eterno

    presente fatto di soddisfacimento immediato di presunti bisogni personali.

    CAPITOLO 1 - Il boom (1954 - 1967)

    Rivoluzione in famiglia

    Nel Novecento la copertina illustrata della Domenica del Corriere rappresenta

    un appuntamento importante per molti italiani: mette in scena un

    avvenimento emozionante per i lettori.

    Nel primo numero del 1954 (illustrata da Walter Molino), la copertina

    dedicata a un nuovo elettrodomestico il cui nome televisione.

    La didascalia recita: "Rivoluzione in famiglia! L'arrosto brucia, i bambini

    dimenticano i compiti, il pap la pipa e l'appuntamento al caff."

    Televisione = morte della conversazione = divorzio : questa teoria si era

    sostenuta qualche anno prima su Oggi.

    L'arrivo della radio non aveva destato grosse preoccupazioni: l'ascolto un atto

    pi naturale e domestico, inoltre avvicinava cittadini e istituzioni (famose le

  • "chiacchiere al caminetto" del presidente Usa Roosvelt).

    La presenza della tv, invece, vista come minacciosa e ingombrante.

    Paolo Monelli manifesta il suo timore verso il nuovo mezzo con un articolo

    sulla Stampa : sostiene che, inizialmente, l'alto costo degli apparecchi avrebbe

    tenuto immuni molte famiglie borghesi e operaie da questo flagello (cit.), ma

    che poi sarebbero stati accessibili a tutti, grazie alla vendita a rate.

    Monelli parla di un progresso all'ingi, con la societ destinata a conformarsi

    e a meccanizzarsi; parla con preoccupazione della sorte dei rapporti sociali e

    familiari, destinati ad annullarsi; teme, inoltre, il potere persuasivo della tv,

    utilizzabile come strumento di propaganda politica.

    Ottimiste, invece, le argomentazioni di Gianni Granzotto, inviato della Stampa

    negli USA: "Non bisogna aver paura della tv. Anche negli Usa si disse che

    avrebbe ucciso la cultura, la conversazione, le vecchie abitudini della vita

    sociale. La ipnosi da tv non un male cronico, ma una febbre passeggera. Se

    la tv prende un posto preminente accade nelle case dove non esistevano

    nemmeno prima quelle forme di vita sociale: case dove non si leggeva o si

    leggeva poco e male, dove non si tenevano conversazioni brillanti. In quelle

    case la tv ha colmato un vuoto."

    La tv viene illustrata come status symbol della classe media emergente.

    Riduce gli spazi di socializzazione, ma d un motivo alla famiglia per stare

    insieme.

    In Europa e Italia le preoccupazioni sono pi di natura politica.

    Luigi Barzini mette in guardia dalla potenza pervasiva e totalitaria del mezzo:

    "Praticamente la vita culturale sar nelle mani di pochi uomini". (1954)

    La tv si diffonde nelle case insieme ad altri beni di consumo durevoli

  • (frigorifero, lavatrice, auto) che compongono il quadro del "miracolo

    economico" (1955 - 1965), cio del pi significativo ed accelerato

    miglioramento della qualit della vita della storia del Paese.

    Nasce l'immagine dell'immigrato con la valigia di cartone che arriva spaesato

    a Milano, con i meridionali in fuga dalle campagne pi povere e disastrate

    verso le zone agricole pi ricche, i comuni maggiori e le grandi metropoli.

    Nel dopoguerra calo degli addetti all'agricoltura: tra 1954 e 1964 scendono da

    8 a 5 milioni.

    Questa anche conseguenza dell'innovazione tecnologica, con trattori e

    mietitrebbia che innalzano la produttivit e liberano forza lavoro che cerca

    impiego altrove.

    Met anni 50 - a partire per le citt sono sempre pi i giovani; cresce il livello

    di scolarit (gli iscritti alle medie crescono da 500mila del 1947 a

    1milione600mila del 1962).

    Le citt crescono rapidamente (sale al 65,4% il numero di italiani che vivono

    in centri con + di 20mila abitanti contro il 59,1% degli anni precedenti)

    La tv la chiave d'accesso a nuove culture e rispecchia il movimento verso il

    progresso.

    1953 -1963: i dischi venduti in Italia crescono da 5 a 22 milioni

    Generazione delle 3 emme: Mestiere, Moglie, Macchina

    Vita in citt = velocit e dinamismo. L'auto (la Seicento nel '55 e la

    Cinquecento nel '57) sostituisce lo scooter. 10mila sono i morti in incidenti

    stradali nel 1962, il doppio di quelli odierni.

    Aspetti positivi della tv:

    Sveglia, agita la sete del nuovo e del meglio; supera i vecchi modi di vita e

  • rompe barriere che sembravano invalicabili.

    Inventa una nuova opportunit di socializzazione, spontanea e autogestita.

    Incide sul costume pi del cinema.

    Nel paese toscano di Scarperia ci sono solo 22 tv per 5000 abitanti. Contadini

    di montagna scendevano a piedi e facevano chilometri, anche sotto la

    pioggia, per recarsi nel locale pi vicino a vedere la tv.

    La fruizione pubblica della tv favorisce l'incontro tra immigrati e nativi: diventa

    un mezzo di integrazione importante, in un clima di diffidenza e di insistenza

    degli stereotipi negativi associati ai "terroni" ("vengono qui senza lavoro e poi

    tocca a noi mantenerli").

    La tv rispecchia l'aumento del tenore di vita e si inserisce nel processo di

    industrializzazione del Paese.

    Carosello

    L'avvento della tv muta le pratiche di vita sociale degli italiani.

    Di questo se ne accorge anche il Partito Comunista, che passa da una iniziale

    demonizzazione antiamericana e un'attenzione pi aperta . Il quotidiano di

    partito segue le vicende di Lascia o raddoppia? e dalla fine del 1956 il titolo

    della rubrica di critica radiofonica e televisiva diventa Male e bene alla Rai Tv.

    Lidia De Rita, sociologa, intervista dei contadini da cui emergono i motivi

    dell'interesse nei confronti della tv, principalmente 2: "c' da apprendere" e

    "c' il divertimento".

    "La tv sono diversi programmi (rispetto al cinema, che propone un film e

    nient'altro), durante la serata sono diverse cose, insomma c' pi da vedere

    [] Noi siamo della campagna, la sera ti senti stancoio l'unico divertimento,

    la sera me ne vengo alla televisione, sto un paio d'ore e poi mi vado a ritirare

    []"

  • "Prima non capivano nude [niente] invece m vedi la televisione, vedi parecchi

    programmi, parecchie cose, si capisce di pi".

    La tv permette una nuova simultaneit, permettendo di confrontare la propria

    realt con altri mondi fino ad allora ignorati.

    I programmi pi guardati sono Il Musichiere (1957 con Mario Riva) e Lascia o

    raddoppia? (1955 con Mike Bongiorno).

    Il Musichiere mette in scena le canzonette ("l'hanno visto anche i bambini! E

    vanno cantando strada strada" - testimonianza dei contadini), il secondo ha

    un enorme successo grazie alla corrispondenza tra la media normalit del

    pubblico e quella del conduttore e dei concorrenti.

    In Mike non si avverte nessuna costruzione o finzione scenica, non si

    vergogna d'essere ignorante (Umberto Eco 1961).

    Con Lascia o raddoppia? scatta un meccanismo di immedesimazione del

    pubblico con il mezzo: la tv fa vedere "gente come noi".

    Entrambi i programmi sono importati dagli Usa.

    Frattura tra cultura di massa e cultura d'lite: l'idea di frattura nasce da un

    pregiudizio legato a un concetto aristocratico della cultura che inadeguato a

    comprendere l'et contemporanea.

    Intellettuale sia chi scrive libri che chi dirige serial televisivi: entrambi

    devono fare i conti col mercato culturale, ma in misura diversa. E' questione di

    quantit e non di qualit.

    Carosello per 20 anni (1957 - 1977) incarna la via italiana alla pubblicit e ai

    consumi di massa.

    La sua lgica impone una formula rigida alla comunicazione commerciale: 2

    minuti e mezzo di spettacolo e mezzo minuto di spot.

    Concentrato nella fascia oraria di maggior ascolto (dopo il tg delle 20.30),

    esprime una sorta di primato della politica: le aziende private devono

    sottostare alla regola che antepone gli spettatori ai consumatori.

  • La Rai, finanziata dal canone e monopolista, se lo pu permettere.

    La scomparsa di Carosello lascia molto rimpianto.

    Carosello aveva introdotto gli italiani sulla soglia del consumismo: nel 1957

    apre a Milano il primo supermarket. Liquori, detersivi ed altro corrispondono

    ai personaggi di Carosello (vedi Calimero e la candeggina Avs).

    Da Carosello si afferma una congiuntura storica di espansione del reddito

    medio e di grandi spostamenti di popolazione.

    "A Nord si vive meglio", dicono i contadini del Gargano negli anni 60. La

    pubblicit televisiva svincola l'acquisto e il consumo di generi da ogni

    appartenenza di genere, classe, ideologia e religione. Unificazione

    socioculturale del paese.

    Gli abitanti del Sud realizzavano davanti al video una specie d'uguaglianza

    magica col resto degli italiani: ecco che le famiglie che non possedevano

    scarpe n un armadio, s'indebitavano per avere la tv.

    Molti dei prodotti che passano per Carosello hanno a che fare con la cura

    della casa, sfruttando la dimensione domestica della donna: a questo che

    pensa Nino Pagot quando crea Calimero.

    Per vendere bisogna interessare le donne: cosa le attirano? Bambini e animali.

    Il prototipo del bambino indifeso il pulcino. Con il nero introduciamo l'idea

    che bisogna pulirlo. Se protesta, assecondiamo i vezzi degli italiani. Se

    combina guai gli togliamo il carattere troppo dolciastro che stancherebbe.

    (sintesi)

    Carosello rappresenta dunque un'apertura al mercato pubblicitario: nel 1963

    le entrate pubblicitarie sono di 11 miliardi.

    Carosello frutto di una virata laica, imposta all'ente dalla nuova gestione di

    Rodin e Arata. Il vecchio gestore Guala, subito dopo, entra nell'ordine dei

    frati trappisti, confermando la sua vicinanza alla Chiesa di Pio XII.

    A Guala si deve per l'assenza di chiusure pregiudiziali nei confronti della tv

  • americana moderna.

    La lingua degli italiani

    La Rai potenzia e diversifica le proprie fonti d'entrata grazie alla pubblicit.

    L'attivo di bilancio consente l'ampliamento della programmazione alla fascia

    pomeridiana, dedicata ai programmi per ragazzi come Telescuola (1958).

    Tullio De Mauro stato il primo a identificare la tv come strumento decisivo

    di unificazione linguistica del Paese.

    C'era gi stata la radio, ma il parlato radiofonico diverso dal parlato

    normale: una lingua piatta e formale, priva di enfasi.

    In questo periodo storico due italiani su tre usano ancora il dialetto come

    idioma normale.

    La lotta della Rai all'analfabetismo si attua con programmi come Non mai

    troppo tardi (1960) con Alberto Manzi, con lezioni di grammatica, esercizi di

    scrittura, documentari e con la miscela di informazione e intrattenimento.

    La tv un misto tra appeal familiare e rispettabilit pubblica: non invasiva e

    coinvolge senza traumi.

    1964 - Pasolini scrive su Rinascita " nato l'italiano come lingua nazionale". E

    nasce soprattutto per opera della tv.

    11 ottobre 1962 - Discorso di Papa Giovanni XXIII la sera della seduta di

    apertura del Concilio Vaticano II : "tornando a casa troverete i bambini, date

    loro una carezza e dite 'questa la carezza del pap'" -

    grande impatto sul pubblico, grazie al linguaggio semplice che diminuisce la

    distanza tra popolo e mondo ecclesiastico.

    All'inizio la tv era un bene di nicchia: nel 1955 chi la possiede (1%) aveva

    anche radio, telefono e frigorifero. Dieci anni dopo le famiglie con la tv

    salgono al 49%, come anche quelle che possiedono un frigorifero e una

  • lavatrice.

    Tv come strumento di autoidentificazione: ostentatorio per i ricchi e mezzo di

    uguaglianza per i poveri.

    Con la tv si ha il pi alto livello di esperienza culturale condivisa: per tutto il

    paese, milioni di persone vedono lo stesso programma.

    I motivi che avvicinano il pubblico alla tv sono:

    1) per essere al corrente dei fatti del giorno

    2) perch un piacevole svago

    3) per distrarsi e riposarsi dopo il lavoro

    Tv americana 1957 - i programmi su cui gli inserzionisti pubblicitari investono

    di pi sono:

    1) film e sceneggiati

    2) quiz

    3) sitcom (situation comedy) : mette in scena le vicende della vita quotidiana,

    tra satirico e drammatico. La prima Father knows best (1954 - 1963)

    Italia:

    Campanile sera (1960) - giro nelle province italiane con gli inviati Enzo Tortora

    ed Enza Samp, che portano nelle piazze il format della gara a quiz e delle

    prove di abilit.

    Attorno alla diretta televisiva si raccolgono autorit e popolazione del posto:

    la Rai rafforza il loro senso di identificazione nazionale e locale.

    Documentazione di una societ civile ordinata e composta, chiamata a dare il

    meglio di s.

    Pedagogia e censura

  • Ci che negli Usa il frutto naturale del mercato e della libera concorrenza, in

    Europa e in Italia conseguenza delle politiche culturali.

    Tribuna poltica testimonianza dello stretto rapporto intrattenuto dalla Rai

    con le istituzioni pubbliche.

    Comunque, il contatto visivo con i politici per gli italiani una novit.

    La vicinanza della Rai alla politica si traduce anche in un volto censorio,

    impersonato a lungo dal codice di autoregolamentazione (istituito sotto la

    direzione di Guala e scritto da mons. Galletto) che vieta in tv argomenti

    ritenuti contro la morale. Il codice vieta di parlare del divorzio se non quando

    indispensabile e comunque di non parlarne bene, vieta l'incitamento alla lotta

    di classe, obbliga a colpevolizzare le relazioni adulterine e proibisce le scene

    erotiche e le nudit che offendono il pudore.

    Vittime illustri di questa politica culturale sono Dario Fo e Franca Rame in

    Canzonissima, variet musicale del sabato sera. Lo sketch incriminato

    riguardava gli infortuni di lavoro nei cantieri edili che la Rai riteneva

    inappropriato a causa della concomitanza della vertenza per il rinnovo del

    contratto di lavoro dell'edilizia.

    1961 - aumentano le ore di trasmissione dedicate agli avvenimenti sportivi, ai

    programmi giornalistici e culturali e ai film.

    1962 - dopo meno di un anno, si dimette Enzo Biagi dalla direzione del

    telegiornale del primo canale, che si scontra con le esigenze extraprofessionali

    di un'azienda di Stato.

    Il direttore doveva mantenere equilibrio, ma Biagi non si riteneva adatto.

    1957 - l'Enciclica Miranda Prorsus promulgata da Pio XII apre con fiducia al

    nuovo mezzo e richiama al dovere di un suo esercizio educativo.

    La tv unisce il paese dal punto di vista linguistico e della cultura di massa e

    attenua il conflitto generazionale, riunendo attorno allo schermo giovani e

  • anziani.

    Consumi culturali e opinioni

    Nel 1968 il Radiocorriere Tv ospita un dibattito sul ruolo della tv pubblica.

    Un ascoltatore si rivolge al direttore Zatterin, sostenendo di non essere

    d'accordo con la sua teoria secondo cui non si pu essere troppo profondi

    quando la maggioranza del pubblico

    immaturo. Preferirebbe, invece, dare ai cittadini una maggiore educazione.

    Un altro ascoltatore, al contrario, si schiera contro i contenuti di tipo politico e

    informativo, sostenendo che quello che vuole il pubblico sono soltanto

    canzoni, divertimenti e spettacoli.

    Negli Usa nel 1954 il numero degli ascoltatori radiofonici risale. La radio

    cambia collocazione, con la costruzione dei primi transistor e autoradio.

    La radio ancora preferita alla tv per i notiziari e per la musica.

    Lo stesso vale per l'Italia, dove le famiglie a pranzo ascoltano la radio

    nonostante possiedano il televisore.

    I primi proprietari di tv erano anche gli ascoltatori pi assidui della raffio e

    lettori pi frequenti di giornali e riviste.

    Col tempo la tv diventa accessibile anche a persone che non leggevano con

    abitudine.

    Sul consumo di radio e stampa la tv non esercita un impatto determinante.

    Altre variabili pesano in modo significativo.

    A non leggere in Italia sono braccianti, agricoltori, casalinghe e operai, fermi

    alle scuole elementari.

    Diverso quanto accade per il cinema.

    Dopo il calo statunitense, la crisi arriva anche in Italia: nel 1955 l'avvento della

  • tv porta a un drastico calo delle vendite di biglietti, che precipita negli anni 80

    con l'avvento delle vhs.

    La crisi del cinema na crisi di lungo periodo che in Italia prosegue

    ininterrotta sia durante la fase di espansione della spesa in consumi culturali,

    sia durante la fase di contrazione inaugurata dallo shock petrolifero del 1973.

    Sul cinema la tv esercita un ruolo di concorrenza diretta.

    1965 - cresce la spesa per il turismo culturale: attivit di ballo, mostre e fiere

    Gli italiani sostengono che la tv faccia conoscere le cose in generale e che il

    quotidiano sia meglio per approfondirle. In realt non sono in molti i lettori di

    quotidiani: si ascolta pi radio e si leggono altri tipi di giornali.

    1953 - 1964: nel bilancio domestico italiano cresce la spesa per trasporti e

    comunicazioni, igiene e salute ed elettricit; scende quella per il cibo,

    abbigliamento e tabacco

    1968 - anno in cui la quota di utenti sistematici (che vedono cio la tv ogni

    giorno) supera la met della popolazione

    L'esposizione alla tv, comunque, non sembra cambiare radicalmente le

    opinioni degli italiani.

    Non la tv ad accendere il Sessantotto, ma le immagini della guerra in

    Vietnam contribuiscono a diffondere oltre i confini nazionali i motivi delle

    agitazioni.

    Non la tv ad originare il movimento femminista, ma aiuta le donne

    telespettatrici a maturare nuovi punti di vista pi autonomi.

    Iniziano intanto le prime discussioni pubbliche sul ruolo diseducativo della

    violenza in tv, con maestre e mamme che protestano preoccupate per le

    reazioni dei bambini alla vista delle immagini crude della guerra o altri

    contenuti discutibili (nel teleromanzo Non cantare, spara si vede una maestra

  • che insegna ai suoi alunni a sparare con la pistola).

    Lo psicanalista Cesare Musatti sostiene che su soggetti "normali" i film non

    abbiano effetti negativi: non possono, cio, trasformarli in delinquenti. Questo

    pu accadere se , al contrario, i soggetti sono gi nevrotici di loro.

    La tv non fa altro che rafforzare orientamenti gi determinati.

    1964 - Marshall Mc Luhan formula l'immagine del villaggio globale: la

    tecnologia televisiva collega tutto il mondo; il limite fisico di distanza

    superato dalla mondovisione.

    Negli anni della ricostruzione e del boom la tv il mezzo di comunicazione

    che rispecchia efficacemente il mutamento vissuto dagli italiani.

    CAPITOLO 2 - La rottura (1968 - 1980)

    Pubblico e privato

    Alla svolta del 68 la paleotelevisione pedagogica di Bernabei si presenta con il

    proprio volto plurale: da una parte Ungaretti con i versi dell'Odissea la

    domenica in prima serata, dall'altra La famiglia Benvenuti (1968) rompe il tab

    anti sit-com e ne declina una versione italiana.

    Con La famiglia Benvenuti entra in scena un nuovo tipo di telefilm che non

    narra di un eroe, ma di un nucleo famigliare alle prese con l'esperienza

    quotidiana, con problemi effettivi, umani, rapporti sociali e di comportamento.

    Veicola la fiducia piena nei valori della famiglia.

    Nel corso degli anni 70 l'infelicit pubblica prende il sopravvento sulla felicit

    privata: le parole chiave diventano incertezza e conflittualit.

    Il mondo giovanile mette in luce contrapposizioni sociali interne.

    Dal 1960 era in commercio la pillola anticoncezionale, dall'alto valore

  • simbolico. La sifilide era stata sconfitta e l'Aids non si era ancora presentato.

    Rivoluzione femminista e rivoluzione sessuale acquistano concretezza e il 1968

    segnato da mutamenti sociali: maternit consapevole, parit dei diritti,

    distinzione tra il sesso e la riproduzione.

    Il 68 prolunga sul piano della mentalit il moto individualista acceso negli

    anni del boom.

    Nel 1965 a Roma apre il Piper, un nuovo locale da ballo opera di Alberico

    Crocetta, avvocato e frequentatore degli Usa.

    Il Piper nasce come una platea dove i ragazzi possono scaricarsi, liberi dai

    vincoli della famiglia.

    Nei paesi del blocco dell'Est europeo l'invasione cecoslovacca (agosto 1968)

    corrisponde a una stretta autoritaria e centralista, tendente all'industria

    pesante e bellica.

    Nelle strategie del Cremlino il 68 ha provocato il ritorno al comunismo di

    guerra: la sconfitta Usa in Vietnam (73) e l'invasione sovietica in Afghanistan

    (79) si consuma il sogno di contrastare l'egemonia americana. Ma la seconda

    guerra fredda che ne viene fuori porta al peggioramento del tenore di vita,

    che via via toglier il consenso al regime comunista, fino alla crisi finale.

    La rivoluzione informatica dei personal computer (pc) proviene dal clima

    culturale del 68. I guru di quella rivoluzione (Bill Gates, Steve Jobs e Steve

    Wozniak) non nascondevano la loro appartenenza alla comunit hippy

    californiana.

    In Italia la drammatica esperienza degli anni di piombo (terrorismo) schiaccia

    la considerazione del 68.

    Tuttavia quel periodo una delle pi intense stagioni riformatrici della storia

    d'Italia: riforma delle pensioni che fissa il minimo sociale (69), legge sul

    divorzio (70), statuto dei lavoratori (70), istituzione delle Regioni (70), riforma

  • fiscale con anagrafe tributaria (71), servizio sanitario nazionale su base

    universalistica e non pi casse mutue professionali (74 - 78), nuovo diritto di

    famiglia con parit

    fra coniugi (75).

    La Rai si muove con cautela. Lancia Quelli della domenica con Paolo Villaggio

    (1968) e aumenta la produzione di telefilm (39 nel 68, contro i 9 del 65).

    Paolo Villaggio urta e divide: c' chi lo idolatra e chi non lo sopporta.

    Lo sforzo produttivo della Rai si incarna nel Rapporto sulla Rai di Matinoli,

    Bruno e De Rita (68). Tale Rapporto predice la trasformazione della Rai in una

    grande impresa di comunicazione, capace di estendere la propria offerta sul

    mercato dei consumi culturali e di competere sul piano internazionale

    svincolandosi dalla politica.

    Bernabei, comunque, resta fedele all'abbraccio politico.

    La Rai in realt non ha alcuna ratio organizzativa e risponde palesemente a

    criteri di sottogoverno clientelare al servizio dei partiti di governo.

    Bernabei deve anche sottostare al rigore invocato dal Partito repubblicano e

    all'opposizione interessata di industria automobilistica e giornalismo di carta,

    che rinviano al 75 l'introduzione della tv a colori (in Europa dal 67).

    Secolarizzazione

    Le fine di Bernabei, parallela a quella del suo padrino politico Fanfani, arriva

    con l'esito del referendum del 74, che sconfigge il tentativo della Dc di

    abrogare la legge sul divorzio.

    A determinare una maggioranza cos ampia di contrari il voto delle donne,

    altro effetto del 68.

    L'esito del referendum porta alla secolarizzazione, cio alla perdita di

    importanza delle istituzioni religiose nei tempi e nei modi della vita

    quotidiana.

  • Sono sempre di pi gli italiani che affermano di credere in Dio, ma non nella

    Chiesa.

    Fin dal 1930 la Chiesa Anglicana ammette il ricorso a pratiche contraccettive

    purch esenti da motivazioni egoistiche o lussuriose.

    1963 - Giovanni XXIII istituisce una commissione sul tema, che nel 1966

    rimette a Paolo VI un rapporto favorevole alla libert di scelta sui metodi

    contraccettivi nel quadro di una vita matrimoniale improntata al reciproco

    rispetto. Paolo VI, per, rifiuta questo rapporto.

    Separazioni e divorzi sono in costante aumento, a partire dal 1974 scende il

    tasso di nuzialit, si alza l'et media degli sposi, che tocca i 30 anni; aumenta

    la percentuale dei figli nati fuori dal matrimonio. Scende il tasso di fecondit:

    da due a un figlio per donna.

    Secondo Pier Paolo Pasolini tutto ci dipende dalla televisione:

  • La pubblicit disegna un modello con pochi figli e una donna casalinga, ma

    aperta al mondo. Le donne cominciano a vivere il conflitto tra la tradizione e

    l'ambizione lavorativa.

    All'inizio degli anni 70 si acquistavano beni di consumo famigliari (tv e

    elettrodomestici). Negli stessi anni, paradossalmente, aumentano i nuclei

    famigliari composti da una sola persona:

    nasce la cultura del narcisismo, con l'ostentazione di status symbol personali

    di cui entra a far parte anche la cura del corpo.

    Il ciclo della politica

    In Italia si manifesta una nuova soggettivit individuale che da un lato

    coinvolge e trasforma la famiglia da unit di risparmio a unit di consumo.

    Le donne chiedono di poter intervenire sulle spese familiari (es. lavatrice

    invece di automobile) , mentre prima a gestire il bilancio domestico era solo il

    capofamiglia.

    I giovani rivendicano il motorino.

    "Chi Vespa mangia le mele" il fortunato slogan della Piaggio nel 1969. Lo

    scooter diventa status symbol generazionale, non pi mezzo del capofamiglia.

    La merce viene estesa a stile di vita: compro, dunque sono. Un mezzo di

    trasporto pu trasformarsi in un simbolo di parit sessuale, partecipazione

    civile.

    1976 - campagna Mulino Bianco della Barilla incorpora il valore post-

    materialista dell'ambiente: l'estensione della merce a stile di vita, sulla base

    dello shock petrolifero del 73, riprende il mito della natura incontaminata.

    Il messaggio pubblicitario non era un semplice messaggio di vendita, ma

  • un'estensione del prodotto stesso.

    Non avere un certo prodotto genera un senso di esclusione, soprattutto nel

    pubblico pi fragile.

    "Quando funziona bene la pubblicit riesce a far sentire alla gente che senza

    quel prodotto sei un perdente." (Nancy Shalek, dirigente di agenzie

    pubblicitarie Usa)

    La soggettivit individuale si indirizza anche verso le istituzioni, con una forte

    domanda di democratizzazione.

    In Italia la conflittualit si trasmette dalle universit (maggio 68) alle fabbriche

    durante l' del 69, dove le ore di sciopero raggiungono il

    picco massimo nel 1971.

    La ricaduta nella baby boom generation rappresentata dall'operaio - massa:

    una figura di nuova di lavoratore giovane, emigrato, erede della mobilit degli

    anni del boom e istintivamente portato alla ribellione.

    Questa nuova generazione operaia richiede una rappresentanza diretta,

    creando il delegato di reparto, scelto dai compagni di lavoro e portavoce dei

    propri interessi, spazzando via la logica istituzionale delle vecchie strutture

    sindacali che, comunque, continuano a vivere: la CGIL raddoppia i suoi iscritti

    nel giro di 10 anni (67 -77).

    Tra il 69 e il 73 l'operaio massa protagonista di un ciclo di lotte tematiche

    (inquadramento salariale unico e normativo, rifiuto monetizzazione salute e

    lotta contro la nocivit sul lavoro, 150 ore retribuite da destinare allo studio).

    Da una parte ritorno alla fabbrica nella sua dimensione aziendale, dall'altra

    orgoglio di classe: intento di ricomposizione degli strati operai e di soggetto

    unitario, protagonista anche fuori della fabbrica.

    Anni centralit operaia: i lavoratori dipendenti del settore industriale

    incarnano il baricentro della societ italiana fino al censimento del 51.

    Le fabbriche del Nord influenzano il resto d'Italia.

    Scolarizzazione e urbanizzazione degli anni del boom producono un aumento

  • del pubblico impiego.

    Mentre i dipendenti danno vita ad un'intensa sindacalizzazione , le professioni

    vivono periodi di politicizzazione.

    Il referendum del 74 segna una svolta periodizzante, con le elezioni del 75 e

    del 76 che vedono trionfare la sinistra.

    I partiti hanno una logica di autocollocazione di classe: Pci e Psi raccolgono i

    voti dei dipendenti, la Dc quelli di chi non se ne sente parte (pensionati,

    casalinghe, lavoratori autonomi).

    Inizia il fenomeno della trasmissione ereditaria di opinioni di padre in figlio,

    che la sociologia spiega (met anni 60) parlando di "subcultura", applicata a

    zone delimitate del territorio nazionale (regioni rosse e regioni bianche),

    contraddistinte da uno stato di accentuata simbiosi tra identit politica e

    cultura popolare.

    E' una categoria di stampo Usa, impressionata dalla frattura tra comunisti e

    democristiani italiani negli anni 50.

    La subcultura impedisce la piena costruzione di una civic culture, cio di una

    cultura politica nazionale condivisa che comporti la piena identificazione nello

    Stato e nelle istituzioni.

    In Italia la rivalit pi sentita che altrove: persino gli insulti agli avversari

    politici sono pi frequenti rispetto a Germania, Inghilterra e Usa.

    Il cittadino italiano cittadino solo a met, lontano dall'idea di una res

    pubblica comune, ovvero di un'identit nazionale condivisa e di una moderna

    cultura della cittadinanza.

    I cittadini italiani trovano omogeneit soltanto attraverso il mezzo televisivo e

    alla sua profonda funzione unificante.

    Lievitano gli abbonati Rai: nel 1975 sono 12milioni.

  • Ma la funzione unificante della tv diventa difficile alla vigilia del primo shock

    petrolifero durante la guerra dello Yom Kippur (73), dove l'Italia arriva in

    ritardo rispetto al resto d'Europa.

    La discesa della spesa delle famiglie per l'alimentazione (indice di benessere)

    meno rapida. Questo ritardo rispecchia un atteggiamento di diffidenza nei

    confronti dei media e della comunicazione commerciale, atteggiamento

    condiviso con gli olandesi.

    La disaffezione per la pubblicit si concentra nelle classi pi giovani ed indica

    il peso del 68.

    1976 - l'Italia sente il peso dell'inflazione: crescono le proteste per

    l'inefficienza dei servizi pubblici, per la qualit dell'informazione e i cittadini si

    sentono ingannati dai commercianti.

    L'allontanamento dai media ribalta il ciclo di mobilitazione consumistica degli

    anni 60. In Italia nascono in forte ritardo le organizzazioni dei consumatori, il

    cui ruolo coperto da movimenti e partiti. Al cittadino consumatore si

    sostituisce il cittadino politico.

    Pasolini paragona il nuovo fenomeno a quello fascista: la differenza che nel

    periodo fascista le classi continuavano ad uniformarsi ai loro antichi modelli,

    con l'unico obbligo di obbedire a parole al regime. Ora invece non vi era

    alcun obbligo, ma per mezzo della tv il Centro ha assimilato a s l'intero

    paese, omologandolo e uccidendone le culture originali. Una volta il

    cattolicesimo era l'unico fenomeno culturale che omologava gli italiani, ma

    ora esso diventato un concorrente del nuovo fenomeno culturale

    omologatore che l'edonismo di massa.

    L'opinione di Pasolini non isolata. Del Festival di Sanremo, sempre andato

    forte, nel 73 viene trasmessa solo la serata finale a causa del calo di ascolti.

    Una minoranza rumorosa si batte contro i media e si concentra nelle

    universit e nelle fabbriche. La maggioranza silenziosa, invece, segue

    l'edonismo di massa.

  • La crescita quantitativa dei ceti medi prosegue nelle forme degli anni 50.

    Negli anni 70 invece l'Italia attraversa un momento difficile, con entrate statali

    insufficienti e con il deficit pubblico che corre velocemente.

    Sempre in quegli anni si era andata a creare una "terza Italia": l'incremento

    dei posti di lavoro industriali si concentra per 2/3 al Centro e al Nord-Est.

    Exit

    In Italia il livello di disoccupazione alto: nel 76 equivale al 6.7 % contro il 4,4

    % e il 4,6 % di Francia e Germania.

    La disoccupazione femminile supera il 10% : le stesse donne del 68 si ritirano

    dal mercato del lavoro e rientrano in famiglia.

    La modernit italiana si svolge nel segno contraddittorio di un nuovo

    individualismo: la famiglia colma quello che lo Stato non riesce a dare (servizi

    sociali, sussidi di disoccupazione, incentivi alla formazione lavorativa). Gli

    italiani si abituano presto a fare a meno delle istituzioni e della politica.

    Gli anni 70 appaiono dominati da un ciclo di intensa politicizzazione di massa,

    che contraddice la tradizionale passivit della sfera pubblica delle grandi

    masse.

    Italia e Germania sono gli unici paesi europei dove il 68 prelude alla lunga

    scia di sangue degli anni di piombo: tra il 69 e l'84 muoiono pi di 400

    persone sotto i colpi del terrorismo, sia di destra che di sinistra.

    Nel 78 con l'omicidio di Aldo Moro della Dc, il gruppo delle Brigate Rosse

    conosce la massima notoriet, ma anche l'inanit (inconsistenza) del proprio

    progetto politico.

    Si diffonde negli ambienti intellettuali lo slogan "n con lo Stato n con le

    Brigate Rosse".

    Dopo il 48 l'esito elettorale il pi bipolare della storia repubblicana, con Pci

    e Dc che ottengono pi del 70% dei suffragi a testa. Berlinguer, leader

  • comunista, propone il compromesso storico: strategia moderata, ispirata dai

    vincoli della guerra fredda e dall'impossibilit di un'alternanza al governo in

    Italia.

    L'idea quella di tornare a un governo solidale tra comunisti, socialisti e

    cattolici.

    Paradossalmente, alle amministrative dell'anno precedente il Pci prende i voti

    in base all'immagine di buon governo onesto, seccamente alternativo rispetto

    alla Dc.

    La visione dei comunisti pi positiva: crede possibile la prospettiva di

    un'alternanza al governo, anche con il 51% dei voti.

    Il Pci attira soprattutto elettori giovani, ma anche coloro che facevano parte

    della baby boom generation, che sentono la necessit di un futuro nuovo,

    lontano dal consumismo.

    La linea del Pci quella della partecipazione democratica: nel 75 la riforma

    della Rai istituisce un terzo canale televisivo affidato al partito d'opposizione.

    La reazione della Dc all'avanzata del Pci somiglia a una resistenza passiva.

    La lotta tra le correnti democristiane, che raggiunge il suo culmine con il

    sequestro di Moro, produce un'inazione di fatto, che tuttavia consegue il

    risultato di un logoramento del Pci.

    1978 - la linea dell'EUR, proposta dal segretario della CGIL Luciano Lama,

    propone ai sindacati tregua salariale in cambio di investimenti.

    Crollano cos le rivendicazioni dell'autunno caldo (egualitarismo, studio e

    salute), lasciando il posto al loro contrario (sacrifici la parola usata da Lama).

    I sindacati rinunciano a un ruolo di protagonisti nella modernizzazione della

    base produttiva.

    Berlinguer si mostra ancora una volta contrario alla societ consumista: invita

    all'austerit come mezzo per contrastare il sistema dello spreco e dello

    sperpero.

  • Gi nel 72 era emerso il problema dei limiti dello sviluppo: crescita

    demografica e fonti di energia rinnovabile a rischio di esaurimento.

    La contraddizione tra austerit e consumi resta implicita, ma apre un distacco

    tra politica e societ.

    La mutazione individualista non solo edonismo e consumismo.

    In Italia il terremoto elettorale (75 - 76), il sogno del cambiamento e della

    ripartenza, la baby boom generation rimangono senza prospettive.

    Il clima reso ancor pi insopportabile dal terrorismo che dilaga. Gli italiani si

    rifugiano istintivamente e quasi inconsapevolmente nel privato: famiglia, casa

    e lavoro.

    La politica del 68 si chiude nell'arco di 10 anni.

    I media lo chiamano riflusso, ma una concezione errata per due motivi.

    1) la sfiducia nella politica esprime comunque un movimento di opinione a

    carattere politico. Albert Hirschman la chiama Exit: una defezione, cio

    una scelta strategica razionale quando le strade alternative della lealt

    o della protesta sono difficili da percorrere. Crolla la fiducia nelle

    istituzioni, inquinate dallo scandalo della loggia massonica P2.

    Il terrorismo risulta sconfitto da questa ritirata. 1985 - il 47% dei

    cittadini prova indifferenza, noia e diffidenza per la politica. Il 27,5% ne

    disgustato. Perde attenzione anche il Tg1, mentre vanno forti Tg2 e

    Tg3 che adottano uno stile pi familiare, con il conduttore che si

    muove dando l'illusione di una comunicazione pi interattiva. I

    quotidiani si spostano verso il commento politico, lasciando

    l'informazione pura alla tv.

    2) I media leggono la realt con occhiali politici. Il riflusso in realt un flusso

    verso un dinamismo socioeconomico: lavoro autonomo e terza Italia (anni 80).

  • Frustrata da una politica parassitaria ed incapace, la baby boom generation

    trova nuove strade per proseguire la propria mutazione individualistica.

    Una di queste strade quella delle radio e tv private. La stagione delle radio

    libere intrattiene con il 68 e con i movimenti giovanili un rapporto pi diretto,

    anche se decollano solo a met anni 70.

    La programmazione si basa su 2 pilastri: 1) la musica rock, vera koin (cultura

    globale) dell'epoca in quanto veicolo di identit generazionale 2) filosofia

    dell'accesso, con il contributo attivo degli ascoltatori alle trasmissioni:

    Chiamate Roma 3131 (1969) della Rai arriva in pochi mesi a 3 milioni di

    ascoltatori.

    Diverso il ciclo delle tv private.

    La prima Telebiella nel 1971.

    Meno legate alla filosofia della partecipazione e della democrazia dal basso,

    meno centrate sulla musica, le Tv libere italiane sono opera di singole figure

    imprenditoriali, quasi sempre lontane dall'editoria (Rusconi, proprietario di

    giornali, il primo nel 76) e dall'industria, ma attente all'incentivo del profitto.

    La totale assenza di norme rendono questo fenomeno precario.

    Nel 74 una sentenza della Corte costituzionale dichiara illegittimo il decreto

    del ministero delle Poste che ordina lo smantellamento delle Tv straniere in

    Italia.

    Nel 76 una nuova sentenza liberalizza il mercato televisivo, invitando il

    Parlamento ad intervenire promulgando leggi in materia.

    La sentenza resta disattesa fino al 90, lasciando campo libero alla fase del Far

    west durante la quale le tv private crescono a dismisura lungo tutto il

    territorio: 30 nel 75 e 800 nell'81.

    Le tv schierate politicamente sono una minoranza.

  • La riforma della Rai

    In tutta Europa gli anni 70 vedono la rottura del monopolio e l'apertura ai

    privati del mercato televisivo.

    I motivi costituzionali di pluralismo informativo e culturale premono ormai in

    direzione di una liberalizzazione regolata.

    In Italia Scalfari manifesta il suo consenso verso l'iniziativa, ritenendola

    vantaggiosa.

    Francia - il sistema misto nasce dalla privatizzazione di una rete pubblica e

    fissa il limite di propriet consentito in una sola rete su scala nazionale.

    Germania - nel 1986 una sentenza della Corte costituzionale federale assegna

    una missione pubblica al settore privato e non consente partecipazioni

    azionarie sopra al 49,9%

    Belgio, Grecia, Portogallo e Spagna - il limite di concentrazione fissato in un

    quarto delle azioni di un solo canale

    USA - dal 1999 alzato a due il numero massimo di reti detenute dallo

    stesso soggetto, a condizione che nella stessa area sia consentita l'operativit

    di almeno altre 8 emittenti

    Italia - nulla fino al 1990

    L'effetto immediato della riforma del 1975 di accentuare la lottizzazione

    interna della tv pubblica: la Rai diventa un benefit mediatico a disposizione di

    quasi tutti i partiti.

    E' un vizio antico dei media italiani la vicinanza alla politica.

    Enrico Mattei e Carlo De Benedetti ne sono l'esempio: i loro affari si svolgono

    al di fuori dei media, ma hanno bisogno dei media per rappresentare i propri

    interessi altrove. Spesso questi media sono posseduti direttamente.

    Sulla ristrettezza del mercato dei media in Italia incidono anche debolezze

    congenite del processo di modernizzazione, come il basso livello di scolarit.

  • Il livello di istruzione nel 1980 di appena 5,22 %, contro l'8,67 dei paesi

    sviluppati.

    Eppure i quotidiani Usa, inglesi e francesi hanno superato la soglia del

    milione di copie anche quando il tasso di analfabetismo era alto.

    I giornali italiani vengono poco perch parlano di politica ai politici e non

    della realt ai lettori.

    77-83 - si riducono i programmi istruttivi e aumentano quelli di

    intrattenimento.

    L'apertura pluralistica post - riforma si traduce anche in una liberalizzazione

    del palinsesto.

    Nuovi programmi movimentano la scena: L'altra domenica (1976) con Renzo

    Arbore e Roberto Benigni, Bont loro (1976) e Portobello (1977).

    1) Bont loro - condotto da Maurizio Costanzo, inaugura il primo talk show

    italiano e anticipa simbolicamente il riflusso: Costanzo chiude una finestra

    all'inizio della puntata, come a rappresentare il ritorno dalla scena pubblica a

    quella domestica.

    2) Portobello - diretto da Enzo Tortora approfondisce la scoperta della

    provincia nello stile di Campanile sera.

    Per la prima volta il pubblico entra in scena, con drammi e gioie del

    quotidiano. L'interazione col pubblico avviene anche con le telefonate in

    diretta.

    Chiamate Roma 3131, Bont loro e Portobello rappresentano un

    avvicinamento alla neotelevisione di cui parla Eco nel 1983: quella in cui il

    pubblico si riconosce e dice .

  • (Tortora 1980).

    L'altra domenica rappresenta il contraltare di Domenica In (46) il primo

    esempio di trasmissione no-stop della domenica pomeriggio e di televisione

    come sottofondo.

    1974 - Raymond Williams conia il termine "flusso" per indicare la capacit

    inedita della tv di accompagnare le vite quotidiane, di accomodarsi in mezzo

    alle famiglie, di esercitare un ruolo costante di autorevolezza pesante mista a

    intrattenimento leggero.

    In Italia spariscono le preoccupazioni di rispetto dei tempi di vita familiare,

    con l'introduzione di programmi a tutte le ore.

    Queste scelte invasive rompono i vincoli pedagogici e moralistici degli anni

    60.

    L'obiettivo della Rai, non pi forte del monopolio, quello di guadagnare col

    mercato pubblicitario.

    Il limite massimo di pubblicit, per legge, era del 7% del tempo totale di

    trasmissione. Aumentando la programmazione a tutte le fasce orarie, sarebbe

    aumentata anche la pubblicit.

    A farne le spese Carosello, che nel 1977 interrompe le trasmissioni, dato che

    ora gli spot possono essere trasmessi in tutto l'arco del palinsesto giornaliero.

    Proteste dal pubblico: Radiocorriere Tv riceve, tra le tante, la lettera di un

    cittadino del Nord:

    La risposta che la nuova trovata , invece, un successo: il tg delle 13.30

  • seguito da oltre 3 milioni di persone, con punte di 5 milioni la domenica.

    La Rai passa quindi dalla paleotelevisione del monopolio, che rispondeva ai

    criteri politici di alfabetizzazione e unificazione culturale, alla neotelevisione

    della libera concorrenza, il cui scopo quello di procurare spettatori agli

    inserzionisti pubblicitari.

    I contenuti dei programmi non sono pi pensati in termini familiari, ma si

    frammenta il pubblico secondo i generi (bambini, adolescenti, maschi,

    femmine, adulti uomini, adulte donne) e rispondono quindi alle scienze del

    marketing.

    Si passa al flusso televisivo continuo e il sovraffollamento degli spot.

    Il risultato un aumento del consumo: tra il 77 e l'83 il tempo medio

    trascorso davanti alla tv passa da 3 ore e mezza a 5.

    La tv passa da strumento pedagogico a veicolo commerciale.

    Anche il Radiocorriere Tv di Nebiolo cambia rispetto agli anni 60 e alla

    direzione di Zatterin: assume l'aspetto di un rotocalco di gossip e perde

    l'aderenza ai programmi e agli argomenti televisivi.

    La logica della neotelevisione chiara quando, nel 1980, la Rai trasmette

    l'Odissea senza gli interventi di Ungaretti: >

    Il Pci, ispirato dalla tv inglese, libera e senza pubblicit, propone una riforma

    su questo indirizzo.

    Solo nel 1995 si arriver a un referendum sulla limitazione degli spot in tv, ma

    il pubblico ne ormai assuefatto.

    A met anni 70 il mercato pubblicitario italiano continua ad essere in ritardo.

    Cambia per la sua composizione interna. La quota di introiti pubblicitari che

    vanno alla stampa scende al 43% nel'84.

    Tra il 70 e il 79 il numero di quotidiani venduti ogni 100 abitanti scende a 9

  • contro i precedenti 14.

    In Europa, tranne che in Germania, la tv penalizza i quotidiani tra il 60 e il 93,

    anche se la stampa fino agli anni 90 continuer a primeggiare sulla tv.

    Solo Internet eroder significativamente gli investimenti pubblicitari sulla

    stampa.

    Negli anni 80 iniziano gli investimenti in spot radiotelevisivi (soprattutto

    aziende alimentari e di prodotti per la cura della casa e della persona).

    Imprese automobilistiche ed editori preferiscono ancora la stampa.

    Ogni giorno i telespettatori italiani vengono bombardati da 1500 spot.

    Rispetto agli altri media, le immagine televisive stemperano i confini tra reale

    e immaginario: il mondo illustrato dalla pubblicit realizza i sogni.

    La felicit privata si sgancia da quella pubblica e inizia l'epoca dell'edonismo

    immaginativo autonomo dei consumi soddisfatti.

    Pluralit

    L'ascesa della tv nei consumi e nella pubblicit avviene di pari passo a un

    significativo cambio di paradigma nella sociologia dei media.

    Alla lettura unidimensionale della scuola di Francoforte (secondo cui

    l'esposizione ai media porta a una manipolazione delle coscienze) , si

    sostituiscono approcci pi pragmatici e meno drastici.

    La teoria dell'agenda setting sostiene che i mezzi di comunicazione

    stabiliscono di volta in volta le priorit di cui occuparsi. Non dettano

    direttamente opinioni e scelte.

    Se i mass media si occupano continuamente del problema della

    disoccupazione, altri temi come l'integrazione razziale passano in secondo

    piano. L'effetto pu essere decisivo: un'elezione combattuta sul tema della

    disoccupazione sar molto diversa da una combattuta sull'integrazione

    razziale.

    La cultivation theory invece insiste sugli effetti a lungo termine dei media.

    La concezione della tv come strumento che interagisce tra gli individui apre la

  • strada a una concezione del pubblico come entit attiva.

    Il consumo di tv diventa un esercizio di lettura al plurale: stesso prodotto,

    interpretazioni diverse.

    es. Flashdance su Canale 5 (canale generalista per famiglie) visto come una

    storia d'amore: su un canale giovanile (Italia 1) viene visto, invece, come un

    talent show.

    La tv dispensa parole, mode, stili di vita che lo spettatore utilizza come

    strumenti di comunicazione e integrazione sociale.

    In Italia si attuano trasformazioni linguistiche indotte dal piccolo schermo:

    l'italiano parlato da Mike Bongiorno non cancella il dialetto, bens allarga le

    competenze linguistiche individuali.

    1977 - viene introdotta la tv a colori. Inizialmente buon successo, ma non

    travolgente: il costo era elevato.

    Per incentivare l'acquisto di tv a colori, la Rai promette la distribuzione dei

    premi in denaro non vinti tra gli abbonati alla tv a colori, provocando non

    poche proteste.

    A resistere al cambio di apparecchio sono soprattutto gli anziani, che si

    sentono esclusi a causa della nuova programmazione, pensata per i pi

    giovani.

    La tv conquista una posizione dominante, ma non esclusiva: si passa a un

    quadro plurale che vede il ritorno di attivit classiche (teatro, musica), con il

    raddoppio dei biglietti venduti e con i visitatori dei musei che aumentano

    significativamente.

    Analisti e sociologi definiscono questa fase di "frammentazione" e

    "politeismo" dei consumi culturali.

    Alla fine degli anni 70 le ricerche di mercato raffigurano gli italiani come un

    insieme frammentato di gruppi di consumatori, divisi tra loro dall'adesione o

  • meno a valori e stili di vita moderni (e non pi dalla condizione

    socioeconomica).

    L'Italia diventa un mercato segmentato.

    La propensione all'acquisto del tv color cresce o diminuisce a seconda della

    collocazione sulla mappa degli stili di vita.

    L'Italia frammentata: pezzi separati di societ convivono in un clima di

    reciproca indifferenza; nel corso degli anni 70 smettono di credere a progetti

    politici condivisi e si concentrano sul lavoro autonomo, sull'egoismo

    demografico (sempre meno figli) e sul consumismo. I valori post-materialisti

    convivono con quelli materialisti.

    L'Italia lacerata internamente tra guelfi e ghibellini (luogo comune

    provinciale).

    L'italiano diventa stereotipo (pizza e mandolino) contraddistinto da un forte

    egoismo sociale.

    Culto del particolare: ritrarsi dai tumulti cittadini e collettivi verso la cura di s

    e dei propri interessi personali.

    Il palinsesto tv risponde scomponendo il pubblico in gruppi di consumatori da

    vendere agli inserzionisti.

    Pluralit = perdita silenziosa e molecolare di un'identit nazionale condivisa.

    L'Italia superficialmente unificata da tv e consumi di massa, ma frammentata

    profondamente da una mutazione individualista che non si riconosce pi nella

    politica.

    CAPITOLO 3 - L' Italia degli individui

    Dallas e particulare

  • Per gli italiani e la tv gli anni 80 sono quelli della pluralit.

    Al cambiamento tecnologico si sovrappone quello degli assetti istituzionali:

    nasce il duopolio Rai-Fininvest e si allarga l'offerta dei programmi in

    contemporanea.

    La neo tv commerciale cancella per sempre la paleotelevisione pedagogica.

    Il telecomando diventa l'incubo degli inserzionisti pubblicitari: contro lo

    zapping necessario ogni mezzo per inchiodare lo spettatore e indurlo a non

    sottrarsi alla dose quotidiana di spot.

    1981 - Dallas, sit-com importata dagli Usa, viene trasmesso su Canale 5 (dal

    1980 il primo canale televisivo privato di Berlusconi) e gli ascolti sono tali da

    permettergli di sostituire il film in prima serata.

    Lo slogan "in contemporanea con l'America" diventa un potente traino degli

    ascolti.

    Si inaugura un genere contraddistinto da una serialit lenta che consente

    un'immedesimazione degli spettatori diluita nel tempo: Dynasty (82), Flamingo

    Road (82), Anche i ricchi piangono (82), Beautiful (90).

    Il pubblico partecipa empiricamente alle vicende dei personaggi.

    L'inflazione e la banalizzazione del dramma in formato Dallas mischiano

    l'introspezione psicologica, l'attenzione per la vita quotidiana, la fiaba che

    divide buoni e cattivi, il sentimentalismo da fotoromanzo.

    La versione evoluta del genere sit-com, soap opera, telenovela elimina

    l'orizzonte collettivo delle istituzioni e dei movimenti per ridurre il mondo in

    un microcosmo di individui che si incontrano e scontrano reciprocamente.

    La felicit non pi un bene pubblico, ma un bene privato da perseguire

    attraverso intrighi e relazioni.

  • le famiglie>> (Margaret Thatcher, premier inglese 79 - 90)

    Neotv commerciale e deregulation del sistema tv accompagnano la

    rivoluzione neoliberista nelle politiche economiche anni 80.

    Dallas rispecchia l'exit dalla politica dell'Italia negli anni 80.

    Pluralit di usi della tv:

    1) regolativo : i tg scandiscono l'orario della giornata

    2) uso ambientale : tv come sottofondo

    3) relazionale

    4) di appartenenza: famiglia riunita davanti alla tv

    5) di apprendimento sociale

    Dallas mischia tutte queste funzioni come fosse un supermarket di significati

    ad uso e consumo di clienti diversi.

    In tutta Europa la crescita dei soggetti privati nel mercato tv porta in primo

    piano la competizione per la raccolta pubblicitaria.

    Per essere efficaci gli spot devono raggiungere un pubblico specifico: quello

    dei potenziali acquirenti del prodotto reclamizzato.

    E' l'economia ad imporre le sue leggi non solo alla tv, ma anche alla politica.

    Da sola la tv non inventa nulla. Rispecchia il tempo della post-democrazia.

    Quando la politica comincia ad andare in tv con le campagne elettorali (tra i

    primi il presidente francese Mitterrand '85) i suoi costi aumentano e per

    coprirli diventa inevitabile l'interazione tra lites politiche e lites economiche.

    L'ascesa di Berlusconi nel sistema tv anche il frutto della capacit di capire

    e interpretare la mutazione individualista e la frammentazione degli italiani.

    La tv commerciale rispecchia la caduta della partecipazione e dell'impegno

    politico tradizionali.

  • Gli anni 80 si avviano con uno storico cambio di paradigma economico: la

    quasi 50ennale egemonia del keynesismo (fondata sull'espansione della spesa

    pubblica contro la disoccupazione) viene sostituita da un nuovo corso il cui

    problema principale l'inflazione, contro cui adatta misure monetariste rigide:

    1) riduzione del ruolo economico dello Stato

    2) pareggio dei conti pubblici

    3) impulso alla libera concorrenza, imprenditoria privata e liberalizzazione

    commerciale

    Torna la fiducia nei meccanismi trickle down (sgocciolamento verso il basso

    della ricchezza) propri del mercato libero.

    La conseguenza l'aumento dell'ineguaglianza interna, con l'aumento della

    dispersione salariale.

    La cultura socialdemocratica gioca di rimessa, moderando la rivoluzione

    neoliberista.

    Gorbacev, segretario del Partito comunista dell'Urss collegato alla crisi dei

    socialismi europei: la forza capitalista appare un dato di fatto indiscutibile.

    Lo Stato smette di essere sociale e si riduce a custode delle regole della libera

    concorrenza.

    La Cina di Xiaoping liberalizza l'economia rurale dando spazio alle energie

    imprenditoriali dei contadini.

  • Archiviati gli anni di piombo, il leader socialista Bettino Craxi l'aspirante

    interprete del tatcherismo (che fonde il conservatorismo con il liberismo).

    La Dc, colpita duramente dallo scandalo P2, in una fase di grande debolezza

    e nell'81 perde la presidenza del governo. Il Pci abbandona il compromesso

    storico e nell'80 Berlinguer propone un governo degli onesti.

    Craxi nell'83 diventa primo ministro e taglia per decreto un quarto dei punti

    di scala mobile.

    Il Pci (orfano di Berlinguer che muore improvvisamente) e la CGIL

    promuovono un referendum contro il decreto, ma viene sconfitto dalla

    maggioranza (54%).

    Il management Fiat licenzia 60 operai responsabili di atti di violenza (79) e

    l'anno successivo mette in cassa integrazione 23mila operai.

    Nel febbraio 1980 un'inchiesta condotta dal Pci tra gli operai della Fiat svela

    che la maggioranza favorevole alla collaborazione tra lavoratori e impresa

    . Una minoranza sosteneva che

    fosse impossibile perch .

    E' un segnale di come stia mutando la coscienza di classe: dall'orgoglio

    autonomista dell'autunno caldo ad un atteggiamento collaborazionista e

    difensivo.

    I lavori

    Tra gli effetti immediati dello shock petrolifero del 73 c' la riduzione del

    numero di lavoratori del comparto industriale, soprattutto nelle fabbriche del

    Nord.

    A sostenere la crescita economica del Paese negli anni 80 la terza Italia:

    aree del Centro e del Nord-Est, con piccole e medie imprese.

  • Nelle zone della terza Italia si concentrano:

    1) crescita livelli occupazionali

    2) innovazione tecnologica e competitivit internazionale

    3) aumento della quota mondiale di esportazioni

    Nel quadro complessivamente statico dell'Italia fanno eccezione i movimenti

    dei lavoratori dipendenti urbani e rurali verso la piccola borghesia urbana del

    commercio al dettaglio, dei mestieri artigiani, del lavoro autonomo e delle

    piccole imprese.

    Nelle grandi fabbriche la classe operaia si riduce e si trasforma.

    Crescono gli strati impiegatizi: i "colletti bianchi" che si occupano di mansioni

    intellettuali correlate alla produzione. Il modello Toyota introduce concetti

    nuovi, basati sulla flessibilit e sulla rotazione delle mansioni operaie.

    La trasformazione aziendale degli anni 80 fa leva sia su costanti storiche sia su

    trasformazioni pi recenti.

    A fine anni 80 86mila dipendenti Fiat acquistano azioni del gruppo.

    L'operaio smette di pensare a se stesso come a un essere completamente

    subordinato e controllato da un potere alieno: almeno in parte, il lavoro pu

    essere creativo.

    L'Italia, per ,diventa sempre pi ineguale.

    L'indice Gini dei redditi italiani precipita nel corso degli anni 70 sotto lo 0,32 e

    negli anni 80 risale a 0,35. Le differenze tra redditi da lavoro sono forti (74% -

    89%).

    Il toyotismo all'italiana non premia i migliori, ma penalizza i peggiori.

    L'ineguaglianza colpisce maggiormente il Meridione, dove si percepiscono

    redditi inferiori alla met della media nazionale, si alloggia in case popolari e

    la maggior parte delle famiglie numerose vivono con un solo stipendio.

    Inizia l'epoca dei lavori atipici, chiamati dai media "Mcjobs": il friggitore di

    patatine assunto con contratto a tempo determinato nelle catene di fast-food

  • ne diventa l'emblema.

    84 - 86 : entrano in borsa 2milioni di nuovi azionisti. E' l'epoca del Bot

    peppole (acquirenti di titoli di stato), col decollo del debito pubblico.

    Alcuni osservatori teorizzano la fine del lavoro.

    Ma il lavoro non finisce: in tutto l'Occidente i lavoratori sono la maggioranza

    (2/3 in Italia).

    Il lavoro per si frammenta, si complica e diventa precario. Si sposta anche:

    1960/2000 i posti di lavoro industriale di paesi poveri come Asia, Africa e

    America Latina sale a 2/3.

    Con la ridislocazione del lavoro si indebolisce il sindacato.

    La autoidentificazioni di classe vengono meno.

    In una piccola parte (10%) il nuovo terziario italiano pu essere assimilato a

    quelli che Robert Reich (ministro del lavoro Usa) chiama analisti simbolici:

    operatori della conoscenza legati alla intermediazione strategica, alla ricerca e

    allo sviluppo, ai servizi finanziari, organizzativi, commerciali alle imprese, e non

    pi alle competenze da assumere e ripetere (come nelle vecchie professioni

    liberali).

    Essi incarnano la parte pi significativa della mutazione individualista connessa

    alla baby boom generation.

    Nel terziario cresce il lavoro autonomo: tra l'80 e il 93 si moltiplicano liberi

    professionisti, imprenditori e dirigenti d'impresa.

    Le entrate da lavoro autonomo sopravanzano largamente quelle di Germania

    e Usa.

    Il "popolo delle partite Iva" italiano meno istruito, ma con redditi in rapida

    crescita.

    Il lavoro autonomo uno dei pochi canali di mobilit sociale di un paese

    altrimenti statico.

  • Frammentazione e immobilit

    La terza Italia dei microimprenditori il prodotto pi vistoso della

    mobilitazione individualistica anni 80. Lo Stato rimane sullo sfondo.

    Il mondo del volontariato non risente dell'exit dalla politica e dal sindacato

    dei primi anni 80. E' una faccia positiva della mutazione individualista.

    Il riflusso si traduce in forme diverse di impegno sociale (non direttamente

    politico).

    Le regioni rosse dell'Italia centrale non rimangono indietro nella corsa ai

    consumi di massa, come neanche il ceto medio "riflessivo" che le abita: nel 95

    gli abitanti del Centro Italia vedono in tv pi intrattenimento che informazione

    (meno tg, meno programmi culturali).

    Il dinamismo della mutazione individualista incontra un limite nel

    conformismo della tradizione.

    Non si divide per classi: operai e ceti superiori condividono lo stesso insieme

    di valori, con piccole devianze (es. le operaie vorrebbero pi tempo libero dal

    lavoro rispetto alle donne di ceto superiore, ecc.)

    Gli stili di consumo, dalla massima ostentazione al rifiuto del consumismo, si

    distribuiscono in tutte le condizioni sociali, dagli imprenditori ai pensionati.

    Destrutturazione delle classi sociali. I tentativi di classificazione di Sylos Labini

    (74) sono obsoleti.

    Labini prova in questo modo:

    1) borghesia

    2) piccola borghesia

  • 3) ceto medio

    4) classe operaia

    Le persone non si ridefiniscono pi soltanto in base al lavoro svolto, ma

    anche al capitale.

    Frammentazione e individualismo non significano, in Italia, mobilit: essa

    statica rispetto al panorama europeo.

    Fanno eccezione i movimenti della classe operaia rurale verso il ceto medio

    urbano, cos come quelli della classe operaia urbana verso la piccola

    borghesia urbana.

    Gli italiani del ceto medio indipendente fanno affidamento sull'indifferenza

    dello Stato, che non aiuta e non controlla: nel 2006 un quarto degli

    imprenditori e professionisti italiani dichiarano redditi di appena 6 mila euro.

    E' una sorta di patto: scarsa qualit dei servizi pubblici da parte dello Stato e

    tolleranza nei confronti dell'evasione fiscale.

    La scelta di exit dagli obblighi contributivi rappresenta la rottura del patto di

    cittadinanza.

    Dell'assenza di una societ stretta ne fanno spesa le prospettive, soprattutto

    dei giovani: in Italia gi nella seconda met degli anni 80 i giovani disoccupati

    sono il triplo della media nazionale. Anche le donne sono in difficolt: nel 90

    solo il 29% lavora.

    Le lacune dello Stato sono compensate in famiglia, con i giovani che lasciano

    tardi il tetto familiare.

    Mutazione individualista e neotelevisione

    Negli anni 80 l'ineguaglianza dei redditi si riflette in una divaricazione dei

    consumi.

  • Pi il capitale basso, pi cresce l'ascolto televisivo.

    Nelle fasce pi alte di reddito e istruzione, invece, il consumo televisivo

    minore.

    La tv non pi un fattore unificante del Paese.

    Per quanto riguarda la pubblicit, la Rai comincia la guerra contro i

    concorrenti privati.

    Rispetto alle critiche degli anni 70, negli anni 80 scende la diffidenza per la

    pubblicit. A guidare questo mutamento sono i giovani: la marca, la griffe,

    diventa valore di scambio, sinonimo di stile di vita e simbolo identitario.

    La rottura del monopolio e la fioritura del pluralismo televisivo si svolgono

    all'insegna di un binomio tv-pubblicit che frammenta i generi e appiattisce le

    differenze.

    Le reti Rai e Fininvest appartengono alla tv commerciale, la cui ragione sociale

    quella di vendere spettatori agli inserzionisti.

    Il binomio tv-pubblicit trasforma l'opinione pubblica in opinione di massa e

    la societ civile in societ di mercato, composta da individui isolati e passivi,

    attivi solo in quanto consumatori.

    Alberto Sordi su Rai 2 con Storia di un italiano (79) presentava personaggi

    che incarnavano gli stereotipi italiani.

    Anche il consumismo americanista pi esasperato viene preso in giro.

    La scomposizione operata da tv e pubblicit rompe il nesso etico e

    intellettuale tra individuo e societ: i primi si sentono indipendenti dai

    secondi.

    83 - 95 : aumentano i programmi che hanno per oggetto la vita quotidiana

    delle famiglie. La tv rispecchia la mutazione individualista in atto e assegna

    all'audience un ruolo attivo nella definizione dei contenuti.

    La corrida (1986) in onda su Canale 5 apre il palcoscenico a dilettanti allo

  • sbaraglio giudicati dal pubblico in sala.

    La storia di Berlusconi la storia di un interprete della mutazione

    individualista e di un italiano.

    La sua ascesa inizia dall'acquisto del magazzino della Titanus: 500 film.

    Nel 1979 fonda Publitalia per la raccolta pubblicitaria dell'allora neonata

    Canale 5. Pubblitalia si propone come partner dell'inserzionista: in Superflash

    (82) sponsorizzata da Mike Bongiorno.

    Publitalia decolla con un ritmo di crescita pari a 4 volte quello della Rai, e

    consente a Berlusconi di acquistare Italia 1 (83) e l'anno successivo Rete 4.

    Nel 1988 la Fininvest acquista il Giornale e la maggioranza del gruppo

    Mondadori.

    Craxi aiuta Berlusconi quando alcuni pretori oscurano le sue emittenti, dopo le

    sentenze della Corte costituzionale del 76 e del 81 per la regolazione

    legislativa antitrust e che consentivano tv private solo a carattere locale. Il

    potere politico interviene e annulla il provvedimento.

    Laddove Craxi interviene meno pesantemente (stampa) gli effetti non sono

    devastanti: la stampa non soffre del carattere monopolistico della tv.

    84 - Il gruppo RIzzoli viene acquisito da parte della Fiat concentrando Stampa

    e Corriere della sera nelle mani di Agnelli.

    Alla tv pubblica invece non resta che accettare il decreto Berlusconi.

    Sempre in quell'anno la Rai, le aziende che investono nelle pubblicit raccolte

    nell'UPA e le emittenti private locali e nazionali danno vita all'Auditel, che

    raccoglie dati sulle abitudini di consumo televisivo.

    90 - Legge Mamm: tetto antitrust di 3 reti nazionali, divieto di possesso di

    quotidiani nazionali ( e qui Berlusconi aggira il divieto intestando il Giornale al

  • fratello Paolo), limite per gli spot e facolt di trasmissioni in diretta per le tv

    private.

    Berlusconi pu mantenere il proprio monopolio.

    La tv si allarga a coprire l'intero arco della giornata e conquista nuove fasce di

    pubblico.

    Nell'82 Canale 5 organizza il Mundialito di calcio, primo evento sportivo in

    Italia ed essere interamente predisposto in funzione della ripresa televisiva: al

    telecronista si affianca un ex calciatore, interviste a bordo campo e tribuna

    coprono i tempi morti.

    La logica della neotv contagia anche Rai 3, nata alla fine del 79.

    Vanno forte i programmi della Tv-verit, volta alla messa in scena diretta alla

    societ italiana, definita "la nuova forma di romanzo popolare" (Guglielmi).

    Il processo del luned (80), Telefono giallo (87) e Chi l'ha visto? (89).

    La colonizzazione del tempo domestico della mattina trova il battistrada in

    Pronto Raffaella (83).

    La Carr, vecchia conoscenza del pubblico, si trova in uno studio arredato

    come un qualsiasi salotto e conduce come fosse la padrona di casa amica di

    tutti.

    Il telefono ancora una volta il veicolo dell'interazione degli spettatori da

    casa.

    La tv casa e la casa tv.

    Finch in vigore, il divieto di diretta indirizza le reti private verso

    l'intrattenimento: fino al 92 Canale 5 senza tg.

    L'invenzione della piazza televisiva con Samarcanda (87) conferma la

    vocazione populista di Rai 3: l'infotainment (informazione + intrattenimento,

    priva di approfondimenti e particolari cautele) premia gli ascolti.

  • La politica in tv diventa teatro: clamore, urla e chiacchiere, applausi, fischi.

    Lo spettatore si limita a fare il tifo e a seguire passivamente.

    Le colpe della politica

    Gli anni 80 vedono la deregulation del sistema tv e la nascita della

    neotelevisione commerciale in tutto il mondo occidentale.

    L'ascesa delle tv private apre il tempo della post-democrazia: partecipazione

    politica dei cittadini meno ideologica, pi difensiva e meno fiduciosa nella

    capacit della politica di costruire futuro.

    E' difficile dire se la tv sia causa o effetto della frammentazione della vita

    sociale.

    Le tv commerciali private non sono interessate al cambiamento politico, ma a

    vendere pubblicit.

    In Italia la politica peggiore. Negli altri paesi europei la politica in grado di

    governare la deregulation:

    Germania - le 2 televisioni private maggiori conservano una salda priorit

    informativa e acquistano in esclusiva 1500 film da Hollywood.

    Inghilterra - Tv pubblica indipendente dalla politica che non rincorre il

    modello di tv commerciale.

    Francia - simile a Italia: 86 - Chirac abolisce il limite antitrust alla stampa

    quotidiana

    La politica fa la differenza, ma non sempre la tv trasmette ci che la gente

    vuole.

    Quando l'innovazione di qualit arriva, la reazione positiva del pubblico non

    tarda: Quelli della notte (85) e Indietro tutta (87).

  • Sulle reti Fininvest approda Drive In (83) di Antonio Ricci, giovanile e

    demenziale.

    Mentre Indietro tutta prende in giro gli spot, Drive In li usa come metronomo.

    Drive In diventa simbolo della tv spazzatura, soprattutto per l'uso insistito del

    nudo femminile.

    Paradossalmente, Antonio RIcci anche autore di Striscia la notizia (1988),

    parodia di telegiornale che smonta i linguaggi dei media, provoca e denuncia.

    Blob (1989) di Enrico Ghezzi e Marco Giusti propone spezzoni di programmi

    tv che mostrano le goffaggini e le incongruenze della tv.

    Striscia (Italia 1) e Blob (Rai 3) tra l'87 e il 92 sono i programmi pi seguiti.

    La situazione Auditel del 91 non molto diversa da quella degli anni 60: in

    testa c' l'informazione, seguono variet, giochi a quiz, sceneggiati e i talk

    show.

    Spesso i programmi destinati agli stessi pubblici si sovrappongono.

    In Fininvest questo non accade, in quanto ha 3 canali a disposizione.

    Nel corso degli anni 80 si inizia a settorializzare la pubblicit in base ai

    programmi e al target di pubblico.

    Miami Vice (86) funziona molto meglio nel tempo preserale che in prima

    serata.

    La neotv segue in tempo reale le trasformazioni della famiglia italiana: i

    possessori di tv a colori sono maggiormente coppie giovani.

    La tv lo specchio di una societ in rapido mutamento.

    Chi la segue di pi sono persone ai margini di questo mutamento, lo seguono

  • e lo subiscono (es. anziani).

    Coloro che invece la guardano in modo normale, recepiscono i messaggi

    subliminali che modificano la loro percezione della realt: felicit come bene

    privato e materiale da raggiungere subito, la politica come il racconto di

    buoni e cattivi, la perdita di fiducia nel futuro e nella collettivit.

    La politica rimane indietro: le categorie di analisi che abituata a usare (es.

    appartenenza a una classe, ideologie ecc.) non sono pi in grado di leggere la

    mutazione individualista e la frammentazione della societ.

    La societ italiana mutata tanto da risultare irriconoscibile e l'unica che ha

    seguito la nuova Italia degli individui la neotelevisione.

    CAPITOLO 4 - La scesa in campo

    Berlusconi

    Telecrazia un termine che risale al 63 e che studiosi francesi hanno

    attribuito al generale De Gaulle e al suo ferreo controllo della tv di Stato.

    Il termine stato associato anche alla scesa in campo di Berlusconi nel 1994.

    Nel 1999 il grado di concentrazione monopolistica della tv italiano il pi

    forte in Europa: Rai e Fininvest controllano l'82% del mercato.

    Con Berlusconi l'editore puro si trasforma in imprenditore politico.

    La nascita del partito berlusconiano Forza Italia viene celebrata da una

    comunicazione che enfatizza la soluzione di continuit rispetto al ceto politico

    professionale appartenente al passato.

    Meno tasse per tutti, per un nuovo miracolo italiano: la propaganda di Forza

    Italia si modella sui canoni della pubblicit commerciale.

  • Forza Italia non un movimento di massa cresciuto spontaneamente nella

    societ civile, ma un'azienda che si trasforma in un partito.

    Non ha alle spalle alcuna cultura politica.

    Forza Italia nasce in un contesto di radicale rifondazione del sistema politico,

    che era rimasto immobile per mezzo secolo.

    Due sono le novit: personalizzazione della lotta politica e la prevalenza della

    logica di coalizione su quella di partito.

    Forza Italia agisce da collante tra partiti esistenti, ma politicamente emarginati

    (Lega e Alleanza Nazionale).

    Berlusconi sfrutta il proprio capitale e le reti televisive di cui dispone,

    disinteressandosi della par condicio (ancora una volta vigeva un vuoto

    legislativo).

    Mentre nella Rai vi una certa equit di tempo dedicato ai diversi partiti, le

    reti Mediaset (nuovo nome della Fininvest '94) giocano di squadra: Canale 5

    imita l'equilibrio della Rai, mentre Italia 1 e Rete 4 offrono maggior spazio a

    Forza Italia.

    Berlusconi ha forte personalit: nessuno dei leadership del centrosinistra riesce

    a esercitare un simile carisma.

    Il mezzo televisivo non funziona da strumento di spostamento d'opinione,

    piuttosto rafforza le proprie convinzioni.

    Non mobilita e non produce nuova partecipazione politica, ma conferma

    vecchie opinioni o nuove opinioni che non hanno peso nella mutazione

    individualista.

    Gli italiani, come emerge da alcuni sondaggi, sono insoddisfatti e disgustati

    dalla politica: i disinteressati sono il 70%.

    Un nemico e una promessa

  • L'appello anticomunista di Berlusconi richiama anche il tradizionale collante

    religioso: 2/3 del voto cattolico vanno nel 94 alla coalizione di centrodestra.

    94-2001 - Forza Italia aumenta costantemente la propria capacit di

    penetrazione nella piccola borghesia urbana dei lavori autonomi, ma anche

    tra i lavoratori manuali.

    Nella prima Repubblica la polarizzazione riconducibile a fattori oggettivi sia

    interni che internazionali: la presenza del partito comunista d'Occidente e la

    posizione geopolitica dell'Italia nella Guerra fredda. Nel 94, senza pi la

    guerra fredda, l'anticomunismo difende il benessere relativo contro chi

    vorrebbe appropriarsene: Stato e leve fiscali.

    In quel periodo aumenta l'ineguaglianza, per diversi motivi:

    1) La globalizzazione, con l'afflusso di merci a basso costo dai paesi poveri

    che espellono dal mercato le industrie tradizionali

    2) L'immigrazione dei lavoratori, che porta alla delocalizzazione di posti di

    lavoro nei paesi a basso reddito e alla disoccupazione delle qualifiche operaie

    pi basse

    3) Innovazione tecnologica: con l'avvento dei container i lavoratori manuali

    rimangono disoccupati

    Ineguaglianza e povert influiscono sul tessuto sociale: salute mentale, abuso

    di farmaci, obesit, rendimento scolastico, criminalit e mobilit verso l'alto

    sono le variabili che peggiorano a partire dagli anni 80.

    La svolta politica degli anni 90 si sovrappone a quella monetaria ed

    economica.

    La spinta della terza Italia si affievolisce sotto i colpi della competizione

    globale portata dai paesi asiatici in rapida crescita.

  • 92 - la lira esce dal sistema monetario europeo. Inizia un percorso di

    risanamento dei conti pubblici dettato dai parametri del Trattato di Maastricht

    (92) che porter all'entrata nell'euro (99).

    Dinamismo e disordine pubblico danno il senso di frammentazione della

    societ italiana.

    Per origine e natura sociale, ma anche per modalit di comunicazione, questa

    novit politica si collega alla neotelevisione commerciale.

    All'esordio pi della met dei parlamentari di Forza Italia sono imprenditori.

    Le elezioni del 94 triplicano il numero di imprenditori in parlamento.

    I motivi morali della convivenza civile arretrano la spinta individualistica.

    96 - le elezioni sono vinte dall'Ulivo di Romano Prodi (centrosinistra).

    Berlusconi vincer quelle degli anni successivi mostrando di saper interpretare

    i sentimenti della maggioranza degli italiani, anche se non in grado di

    innescare un ciclo riformatore paragonabile a quello dei primi anni 70.

    Neotelevisione e maleducazione

    Molti elementi dell'avventura berlusconiana, che dovrebbero suscitare

    scandalo (conflitto di interessi, monopolio televisivo, tentativo di sottomettere

    il potere giudiziario) risultano invece digeribili per gran parte dell'opinione

    pubblica italiana.

    Se l'elettorato tollera le novit della maleducazione culturale e politica

    perch effetto di una trasformazione del senso comune che ha a che fare con

    la neotelevisione.

    Il Grande Fratello (2000), format importato dall'Olanda, conduce in porto il

  • percorso di divizzazione del cittadino medio, intrapreso mezzo secolo prima

    con Lascia o raddoppia?.

    Una messa in scena pi interessante della fiction perch bidirezionale, capace

    cio di attivare i meccanismi di immedesimazione e partecipazione (mimesi e

    metessi) da parte degli spettatori.

    La gente occupa la scena.

    Il senso quello di Dallas: la riduzione del mondo e della vita in un

    microcosmo di individui che seguono la logica di sopravvivenza personale.

    Ci che si vede in tv verosimile.

    Il rispetto delle regole secondario risotto alla suspense del racconto. Lo

    spettatore si limita a tifare il pi simpatico e vedere chi vince.

    Un atteggiamento analogo stato quello di moltissimi italiani durante la

    campagna elettorale del 94.

    89 - La ruota della fortuna di Mike Bongiorno funge da traino al nuovo tg,

    che arriver nel 92.

    92 - arriva il Tg5 diretto da Mentana, che rende ancor pi familiare il modo di

    fare informazione, sulla linea di quanto aveva fatto Lilli Gruber negli anni 80,

    mostrandosi di 3/4 agli spettatori. Inviati e conduttore dialogano in maniera

    informale, il ritmo si velocizza.

    Nascono nuovi talk show, tutti creature del network privato: Amici (92),

    Karaoke (92).

    Prima le donne desideravano diventare dive, adesso per farlo possono

    utilizzare la televisione, subito e senza sforzo.

    92 - Scherzi a parte rovescia le gerarchie sociali: stavolta sono i personaggi

    dello spettacolo ad essere presi in giro.

    La televisione realizza cos il sogno americano di una societ senza classi:

  • nuova terra di opportunit.

    Alle elezioni del 94 si crea una nuova frattura, quella dell'anti-intellettualismo:

    una rivincita populista di una societ post-alfabeta formata dalla neotv contro

    le lite di ogni ordine e grado. (Peppino Ortoleva)

    Questa trasformazione antropologica, connessa alla mutazione individualista,

    accomuna tutti gli strati sociali.

    La maleducazione politica in tv viene dal tempo di Samarcanda, quando il

    wrestling prende il posto della boxe (prevale lo spettacolo).

    Per gli italiani la tv rimane fonte primaria di informazione.

    A seguire di pi i telegiornali sono gli italiani con minore capitale

    socioculturale (Auditel).

    La parte rimanente sceglie in modo critico i programmi da vedere(18%). C'

    poi una parte del pubblico che ne guarda poca o predilige lo zappino (36%).

    Gli spettatori consapevoli seguono: Amici e Karaoke, Le Iene (97) -

    giornalismo provocatorio - , Quark (81) - scientifico - e Report (97), rubrica di

    giornalismo serio diretto da Milena Gabanelli su Rai 3.

    La differenza tra paleotelevisione e neotelevisione si potrebbe paragonare a

    quella tra giornalismo europeo e giornalismo americano di Tocqueville (met

    '800) : il giornalista francese discute in modo violento, ma elevato ed

    eloquente, i grandi interessi dello Stato; quello americano stimola

    grossolanamente, senza arte n preparazione, le passioni di colui cui si

    indirizza il giornale.

    La campagna elettorale del 94 mostra come Mediaset sia pi capace, rispetto

    alla disorganizzata Rai, di penetrare nelle diverse fasce di pubblico: Italia 1

    bambini e giovani, Canale 5 generalista.

    Secondo Michele Serra ('91) le piccole minoranze televisive contano pi della

  • maggioranza non televisiva per due motivi:

    1) la loro centralit nel sistema della neotelevisione commerciale: quelle

    minoranze forniscono dati veri

    2) la tv si presta a diversi usi sociali: chi non la guarda resta esclusa, ai

    margini della cultura di massa

    Il talk show televisivo diventa una nuova sfera pubblica, non pi soltanto nel

    senso classico di Habermas (cio come sede moderna della formazione di un

    discorso e di una volont collettivi che rompe l'isolamento degli individui),

    bens come strumento indispensabile di integrazione sociale.

    La neotelevisione commerciale non conosce opposizione tra programmazione

    e pubblicit.

    Dopo l'emergenza seguita agli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001, gli

    investimenti pubblicitari non riprenderanno con la forza costante degli anni

    80.

    Per la prima volta dal 1945 le spese si contraggono e ritorna l'attenzione al

    fattore prezzo.

    I saggi di Karl Popper e di Giovanni Sartori si muovono sullo stesso piano di

    analisi, quello dei mutamenti indotti dalla tv sui sistemi cognitivi

    dell'individuo.

    L'homo videns una mutazione dell'homo sapiens poich l'immagine tende a

    perdere il rapporto con la parola, e il vedere diverso dal capire: non mette

    in moto l'immaginazione (come i libri o la radio).

    La preminenza delle fiction e dell'intrattenimento produce un effetto di

  • spoliticizzazione. La solitudine elettronica davanti allo schermo sostituisce i

    partiti come strumenti collettivi di formazione dell'opinione pubblica, con

    l'effetto di una perdita del senso di comunit civica.

    La neotv commerciale rispecchia una trasformazione sociale (la mutazione