1) La Mutazione Individualista Docx

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Introduzione

La tv cambia la testa degli italiani?

Gli storici rispondono di s.

Un chiaro esempio quello della lingua: nell'ultimo mezzo secolo i cittadini che parlano pi dialetto che italiano sono scesi da 2/3 a meno di 1/4 e questo lo si deve molto a Mike Bongiorno e al piccolo schermo.In Italia si legge poco e si va al cinema solo saltuariamente: la tv, invece , campeggia nella vita quotidiana e le dedichiamo in media 4 ore al giorno (statistiche).

E' il mezzo di informazione e consumo culturale dominante.Ci si chiede se la tv sia responsabile dei ragazzi che uccidono i genitori, degli atteggiamenti dei politici o degli immigrati che arrivano in Italia convinti di trovare la terra delle meraviglie.

La demonizzazione della tv vanta precedenti illustri: negli anni 60 la Scuola di Francoforte manifestava la sua idea della societ moderna come societ , piallata dalla cultura di massa e prodotta dalle industrie del consumo, obbediente al potere a alla persuasione della pubblicit commerciale.La Tv riesce a fare leva su problemi, insicurezze e fragilit che esistono gi, trasfigurandoli in un mondo di sogli, miti e illusioni.

Un passaggio fondamentale quello dalla tv pedagogica di Bongiorno e Bernabei (anni 60) alla neotelevisione (da Portobello '77 al Grande Fratello del 2000), che mette in scena e mitizza l'italiano medio.

Al tempo della paleotelevisione una ragazza poteva solo fantasticare di immedesimarsi nelle gemelle Kessler o in Sofia Loren; adesso, nel tempo della neotelevisione, la possibilit si concretizza: tutte possono diventare veline, senza studiare, prepararsi, aspettare.

Anche l'informazione politica cambia: da Samarcanda (1987) si supera il format del forum comunicativo di confronto tra opinioni regolato dalle leggi, mentre si approda ad una narrazione con buoni e cattivi, vincitori e vinti.

La politica diventa un genere di consumo.Le tv commerciali hanno l'obiettivo di vendere spettatori agli inserzionisti pubblicitari. La pubblicit diventa l'anima della neotelevisione.

La televisione non onnipotente: se riesce a cambiare la testa delle persone perch funziona da sponda di una trasformazione sociale profonda: la mutazione individualista.

La baby boom generation, nata tra la fine della guerra e il 1955, inietta nelle societ occidentali una dose di individualismo che si esprime tra il 68 e gli anni di piombo.

Gli effetti si misurano su 3 piani distinti:1) comportamenti demografici : + single e - matrimoni2) cambiamenti socioeconomici: calo della grande industria e sviluppo della piccola e media, + lavoro autonomo3) identit culturali: secolarizzazione e religiosit bricolage (credo in Dio, ma non nella Chiesa)

Solo in Italia la tv diventa soggetto politico.In tutta Europa si afferma nel corso degli anni 70 la televisione privata e il potere politico in grado di garantire le regole della libera concorrenza, consentendo agli editori il possesso, al massimo, di una sola rete nazionale.In Italia la rapida ascesa di Silvio Berlusconi si spiega con l'assenza di normative, grazie al rapporto di scambio che Berlusconi intrattiene con Craxi. Questo gli consente di far piazza pulita della concorrenza durante il lungo periodo di "far west".La legge che regola il sistema arriva solo nel 90, ma Berlusconi ha gi il monopolio.

La tv non determina il cambiamento: lo rispecchia e lo amplifica.Oggi la neotelevisione soddisfa ambizioni, crea sogni, regala attimi di celebrit a persone senza qualit, senza nemmeno richiedere l'abilit di rispondere ad un quiz. Pubblicizza beni di consumo come status symbol, cambia l'idea del futuro: non pi frutto di progetti comuni condiviso da molti, ma eterno presente fatto di soddisfacimento immediato di presunti bisogni personali.

CAPITOLO 1 - Il boom (1954 - 1967)

Rivoluzione in famiglia

Nel Novecento la copertina illustrata della Domenica del Corriere rappresenta un appuntamento importante per molti italiani: mette in scena un avvenimento emozionante per i lettori.Nel primo numero del 1954 (illustrata da Walter Molino), la copertina dedicata a un nuovo elettrodomestico il cui nome televisione.

La didascalia recita: "Rivoluzione in famiglia! L'arrosto brucia, i bambini dimenticano i compiti, il pap la pipa e l'appuntamento al caff."

Televisione = morte della conversazione = divorzio : questa teoria si era sostenuta qualche anno prima su Oggi.L'arrivo della radio non aveva destato grosse preoccupazioni: l'ascolto un atto pi naturale e domestico, inoltre avvicinava cittadini e istituzioni (famose le "chiacchiere al caminetto" del presidente Usa Roosvelt).

La presenza della tv, invece, vista come minacciosa e ingombrante.

Paolo Monelli manifesta il suo timore verso il nuovo mezzo con un articolo sulla Stampa : sostiene che, inizialmente, l'alto costo degli apparecchi avrebbe tenuto immuni molte famiglie borghesi e operaie da questo flagello (cit.), ma che poi sarebbero stati accessibili a tutti, grazie alla vendita a rate.Monelli parla di un progresso all'ingi, con la societ destinata a conformarsi e a meccanizzarsi; parla con preoccupazione della sorte dei rapporti sociali e familiari, destinati ad annullarsi; teme, inoltre, il potere persuasivo della tv, utilizzabile come strumento di propaganda politica.

Ottimiste, invece, le argomentazioni di Gianni Granzotto, inviato della Stampa negli USA: "Non bisogna aver paura della tv. Anche negli Usa si disse che avrebbe ucciso la cultura, la conversazione, le vecchie abitudini della vita sociale. La ipnosi da tv non un male cronico, ma una febbre passeggera. Se la tv prende un posto preminente accade nelle case dove non esistevano nemmeno prima quelle forme di vita sociale: case dove non si leggeva o si leggeva poco e male, dove non si tenevano conversazioni brillanti. In quelle case la tv ha colmato un vuoto."

La tv viene illustrata come status symbol della classe media emergente.Riduce gli spazi di socializzazione, ma d un motivo alla famiglia per stare insieme.

In Europa e Italia le preoccupazioni sono pi di natura politica.Luigi Barzini mette in guardia dalla potenza pervasiva e totalitaria del mezzo: "Praticamente la vita culturale sar nelle mani di pochi uomini". (1954)

La tv si diffonde nelle case insieme ad altri beni di consumo durevoli (frigorifero, lavatrice, auto) che compongono il quadro del "miracolo economico" (1955 - 1965), cio del pi significativo ed accelerato miglioramento della qualit della vita della storia del Paese.

Nasce l'immagine dell'immigrato con la valigia di cartone che arriva spaesato a Milano, con i meridionali in fuga dalle campagne pi povere e disastrate verso le zone agricole pi ricche, i comuni maggiori e le grandi metropoli.Nel dopoguerra calo degli addetti all'agricoltura: tra 1954 e 1964 scendono da 8 a 5 milioni.Questa anche conseguenza dell'innovazione tecnologica, con trattori e mietitrebbia che innalzano la produttivit e liberano forza lavoro che cerca impiego altrove.

Met anni 50 - a partire per le citt sono sempre pi i giovani; cresce il livello di scolarit (gli iscritti alle medie crescono da 500mila del 1947 a 1milione600mila del 1962).

Le citt crescono rapidamente (sale al 65,4% il numero di italiani che vivono in centri con + di 20mila abitanti contro il 59,1% degli anni precedenti)

La tv la chiave d'accesso a nuove culture e rispecchia il movimento verso il progresso.1953 -1963: i dischi venduti in Italia crescono da 5 a 22 milioniGenerazione delle 3 emme: Mestiere, Moglie, Macchina

Vita in citt = velocit e dinamismo. L'auto (la Seicento nel '55 e la Cinquecento nel '57) sostituisce lo scooter. 10mila sono i morti in incidenti stradali nel 1962, il doppio di quelli odierni.

Aspetti positivi della tv:Sveglia, agita la sete del nuovo e del meglio; supera i vecchi modi di vita e rompe barriere che sembravano invalicabili.Inventa una nuova opportunit di socializzazione, spontanea e autogestita.Incide sul costume pi del cinema.

Nel paese toscano di Scarperia ci sono solo 22 tv per 5000 abitanti. Contadini di montagna scendevano a piedi e facevano chilometri, anche sotto la pioggia, per recarsi nel locale pi vicino a vedere la tv.La fruizione pubblica della tv favorisce l'incontro tra immigrati e nativi: diventa un mezzo di integrazione importante, in un clima di diffidenza e di insistenza degli stereotipi negativi associati ai "terroni" ("vengono qui senza lavoro e poi tocca a noi mantenerli").

La tv rispecchia l'aumento del tenore di vita e si inserisce nel processo di industrializzazione del Paese.

Carosello

L'avvento della tv muta le pratiche di vita sociale degli italiani.Di questo se ne accorge anche il Partito Comunista, che passa da una iniziale demonizzazione antiamericana e un'attenzione pi aperta . Il quotidiano di partito segue le vicende di Lascia o raddoppia? e dalla fine del 1956 il titolo della rubrica di critica radiofonica e televisiva diventa Male e bene alla Rai Tv.

Lidia De Rita, sociologa, intervista dei contadini da cui emergono i motivi dell'interesse nei confronti della tv, principalmente 2: "c' da apprendere" e "c' il divertimento"."La tv sono diversi programmi (rispetto al cinema, che propone un film e nient'altro), durante la serata sono diverse cose, insomma c' pi da vedere [] Noi siamo della campagna, la sera ti senti stancoio l'unico divertimento, la sera me ne vengo alla televisione, sto un paio d'ore e poi mi vado a ritirare []""Prima non capivano nude [niente] invece m vedi la televisione, vedi parecchi programmi, parecchie cose, si capisce di pi".

La tv permette una nuova simultaneit, permettendo di confrontare la propria realt con altri mondi fino ad allora ignorati.I programmi pi guardati sono Il Musichiere (1957 con Mario Riva) e Lascia o raddoppia? (1955 con Mike Bongiorno).Il Musichiere mette in scena le canzonette ("l'hanno visto anche i bambini! E vanno cantando strada strada" - testimonianza dei contadini), il secondo ha un enorme successo grazie alla corrispondenza tra la media normalit del pubblico e quella del conduttore e dei concorrenti.In Mike non si avverte nessuna costruzione o finzione scenica, non si vergogna d'essere ignorante (Umberto Eco 1961).Con Lascia o raddoppia? scatta un meccanismo di immedesimazione del pubblico con il mezzo: la tv fa vedere "gente come noi".Entrambi i programmi sono importati dagli Usa.

Frattura tra cultura di massa e cultura d'lite: l'idea di frattura nasce da un pregiudizio legato a un concetto aristocratico della cultura che inadeguato a comprendere l'et contemporanea.Intellettuale sia chi scrive libri che chi dirige serial televisivi: entrambi devono fare i conti col mercato culturale, ma in misura diversa. E' questione di quantit e non di qualit.

Carosello per 20 anni (1957 - 1977) incarna la via italiana alla pubblicit e ai consumi di massa.La sua lgica impone una formula rigida alla comunicazione commerciale: 2 minuti e mezzo di spettacolo e mezzo minuto di spot.Concentrato nella fascia oraria di maggior ascolto (dopo il tg delle 20.30), esprime una sorta di primato della politica: le aziende private devono sottostare alla regola che antepone gli spettatori ai consumatori.La Rai, finanziata dal canone e monopolista, se lo pu permettere.La scomparsa di Carosello lascia molto rimpianto.

Carosello aveva introdotto gli italiani sulla soglia del consumismo: nel 1957 apre a Milano il primo supermarket. Liquori, detersivi ed altro corrispondono ai personaggi di Carosello (vedi Calimero e la candeggina Avs).Da Carosello si afferma una congiuntura storica di espansione del reddito medio e di grandi spostamenti di popolazione."A Nord si vive meglio", dicono i contadini del Gargano negli anni 60. La pubblicit televisiva svincola l'acquisto e il consumo di generi da ogni appartenenza di genere, classe, ideologia e religione. Unificazione socioculturale del paese.Gli abitanti del Sud realizzavano davanti al video una specie d'uguaglianza magica col resto degli italiani: ecco che le famiglie che non possedevano scarpe n un armadio, s'indebitavano per avere la tv.

Molti dei prodotti che passano per Carosello hanno a che fare con la cura della casa, sfruttando la dimensione domestica della donna: a questo che pensa Nino Pagot quando crea Calimero.Per vendere bisogna interessare le donne: cosa le attirano? Bambini e animali. Il prototipo del bambino indifeso il pulcino. Con il nero introduciamo l'idea che bisogna pulirlo. Se protesta, assecondiamo i vezzi degli italiani. Se combina guai gli togliamo il carattere troppo dolciastro che stancherebbe. (sintesi)

Carosello rappresenta dunque un'apertura al mercato pubblicitario: nel 1963 le entrate pubblicitarie sono di 11 miliardi.Carosello frutto di una virata laica, imposta all'ente dalla nuova gestione di Rodin e Arata. Il vecchio gestore Guala, subito dopo, entra nell'ordine dei frati trappisti, confermando la sua vicinanza alla Chiesa di Pio XII.A Guala si deve per l'assenza di chiusure pregiudiziali nei confronti della tv americana moderna.

La lingua degli italiani

La Rai potenzia e diversifica le proprie fonti d'entrata grazie alla pubblicit. L'attivo di bilancio consente l'ampliamento della programmazione alla fascia pomeridiana, dedicata ai programmi per ragazzi come Telescuola (1958).Tullio De Mauro stato il primo a identificare la tv come strumento decisivo di unificazione linguistica del Paese.C'era gi stata la radio, ma il parlato radiofonico diverso dal parlato normale: una lingua piatta e formale, priva di enfasi.In questo periodo storico due italiani su tre usano ancora il dialetto come idioma normale.La lotta della Rai all'analfabetismo si attua con programmi come Non mai troppo tardi (1960) con Alberto Manzi, con lezioni di grammatica, esercizi di scrittura, documentari e con la miscela di informazione e intrattenimento.La tv un misto tra appeal familiare e rispettabilit pubblica: non invasiva e coinvolge senza traumi.1964 - Pasolini scrive su Rinascita " nato l'italiano come lingua nazionale". E nasce soprattutto per opera della tv.

11 ottobre 1962 - Discorso di Papa Giovanni XXIII la sera della seduta di apertura del Concilio Vaticano II : "tornando a casa troverete i bambini, date loro una carezza e dite 'questa la carezza del pap'" -grande impatto sul pubblico, grazie al linguaggio semplice che diminuisce la distanza tra popolo e mondo ecclesiastico.

All'inizio la tv era un bene di nicchia: nel 1955 chi la possiede (1%) aveva anche radio, telefono e frigorifero. Dieci anni dopo le famiglie con la tv salgono al 49%, come anche quelle che possiedono un frigorifero e una lavatrice.Tv come strumento di autoidentificazione: ostentatorio per i ricchi e mezzo di uguaglianza per i poveri.

Con la tv si ha il pi alto livello di esperienza culturale condivisa: per tutto il paese, milioni di persone vedono lo stesso programma.

I motivi che avvicinano il pubblico alla tv sono:1) per essere al corrente dei fatti del giorno2) perch un piacevole svago3) per distrarsi e riposarsi dopo il lavoro

Tv americana 1957 - i programmi su cui gli inserzionisti pubblicitari investono di pi sono:1) film e sceneggiati2) quiz3) sitcom (situation comedy) : mette in scena le vicende della vita quotidiana, tra satirico e drammatico. La prima Father knows best (1954 - 1963)

Italia:Campanile sera (1960) - giro nelle province italiane con gli inviati Enzo Tortora ed Enza Samp, che portano nelle piazze il format della gara a quiz e delle prove di abilit.Attorno alla diretta televisiva si raccolgono autorit e popolazione del posto: la Rai rafforza il loro senso di identificazione nazionale e locale. Documentazione di una societ civile ordinata e composta, chiamata a dare il meglio di s.

Pedagogia e censura

Ci che negli Usa il frutto naturale del mercato e della libera concorrenza, in Europa e in Italia conseguenza delle politiche culturali.Tribuna poltica testimonianza dello stretto rapporto intrattenuto dalla Rai con le istituzioni pubbliche.Comunque, il contatto visivo con i politici per gli italiani una novit.La vicinanza della Rai alla politica si traduce anche in un volto censorio, impersonato a lungo dal codice di autoregolamentazione (istituito sotto la direzione di Guala e scritto da mons. Galletto) che vieta in tv argomenti ritenuti contro la morale. Il codice vieta di parlare del divorzio se non quando indispensabile e comunque di non parlarne bene, vieta l'incitamento alla lotta di classe, obbliga a colpevolizzare le relazioni adulterine e proibisce le scene erotiche e le nudit che offendono il pudore.Vittime illustri di questa politica culturale sono Dario Fo e Franca Rame in Canzonissima, variet musicale del sabato sera. Lo sketch incriminato riguardava gli infortuni di lavoro nei cantieri edili che la Rai riteneva inappropriato a causa della concomitanza della vertenza per il rinnovo del contratto di lavoro dell'edilizia.

1961 - aumentano le ore di trasmissione dedicate agli avvenimenti sportivi, ai programmi giornalistici e culturali e ai film.

1962 - dopo meno di un anno, si dimette Enzo Biagi dalla direzione del telegiornale del primo canale, che si scontra con le esigenze extraprofessionali di un'azienda di Stato.Il direttore doveva mantenere equilibrio, ma Biagi non si riteneva adatto.

1957 - l'Enciclica Miranda Prorsus promulgata da Pio XII apre con fiducia al nuovo mezzo e richiama al dovere di un suo esercizio educativo.

La tv unisce il paese dal punto di vista linguistico e della cultura di massa e attenua il conflitto generazionale, riunendo attorno allo schermo giovani e anziani.

Consumi culturali e opinioni

Nel 1968 il Radiocorriere Tv ospita un dibattito sul ruolo della tv pubblica.Un ascoltatore si rivolge al direttore Zatterin, sostenendo di non essere d'accordo con la sua teoria secondo cui non si pu essere troppo profondi quando la maggioranza del pubblico immaturo. Preferirebbe, invece, dare ai cittadini una maggiore educazione.Un altro ascoltatore, al contrario, si schiera contro i contenuti di tipo politico e informativo, sostenendo che quello che vuole il pubblico sono soltanto canzoni, divertimenti e spettacoli.

Negli Usa nel 1954 il numero degli ascoltatori radiofonici risale. La radio cambia collocazione, con la costruzione dei primi transistor e autoradio.La radio ancora preferita alla tv per i notiziari e per la musica.Lo stesso vale per l'Italia, dove le famiglie a pranzo ascoltano la radio nonostante possiedano il televisore.

I primi proprietari di tv erano anche gli ascoltatori pi assidui della raffio e lettori pi frequenti di giornali e riviste.Col tempo la tv diventa accessibile anche a persone che non leggevano con abitudine.Sul consumo di radio e stampa la tv non esercita un impatto determinante.Altre variabili pesano in modo significativo.A non leggere in Italia sono braccianti, agricoltori, casalinghe e operai, fermi alle scuole elementari.

Diverso quanto accade per il cinema.Dopo il calo statunitense, la crisi arriva anche in Italia: nel 1955 l'avvento della tv porta a un drastico calo delle vendite di biglietti, che precipita negli anni 80 con l'avvento delle vhs.La crisi del cinema na crisi di lungo periodo che in Italia prosegue ininterrotta sia durante la fase di espansione della spesa in consumi culturali, sia durante la fase di contrazione inaugurata dallo shock petrolifero del 1973.Sul cinema la tv esercita un ruolo di concorrenza diretta.

1965 - cresce la spesa per il turismo culturale: attivit di ballo, mostre e fiere

Gli italiani sostengono che la tv faccia conoscere le cose in generale e che il quotidiano sia meglio per approfondirle. In realt non sono in molti i lettori di quotidiani: si ascolta pi radio e si leggono altri tipi di giornali.

1953 - 1964: nel bilancio domestico italiano cresce la spesa per trasporti e comunicazioni, igiene e salute ed elettricit; scende quella per il cibo, abbigliamento e tabacco1968 - anno in cui la quota di utenti sistematici (che vedono cio la tv ogni giorno) supera la met della popolazione

L'esposizione alla tv, comunque, non sembra cambiare radicalmente le opinioni degli italiani.Non la tv ad accendere il Sessantotto, ma le immagini della guerra in Vietnam contribuiscono a diffondere oltre i confini nazionali i motivi delle agitazioni.Non la tv ad originare il movimento femminista, ma aiuta le donne telespettatrici a maturare nuovi punti di vista pi autonomi.

Iniziano intanto le prime discussioni pubbliche sul ruolo diseducativo della violenza in tv, con maestre e mamme che protestano preoccupate per le reazioni dei bambini alla vista delle immagini crude della guerra o altri contenuti discutibili (nel teleromanzo Non cantare, spara si vede una maestra che insegna ai suoi alunni a sparare con la pistola).Lo psicanalista Cesare Musatti sostiene che su soggetti "normali" i film non abbiano effetti negativi: non possono, cio, trasformarli in delinquenti. Questo pu accadere se , al contrario, i soggetti sono gi nevrotici di loro.La tv non fa altro che rafforzare orientamenti gi determinati.

1964 - Marshall Mc Luhan formula l'immagine del villaggio globale: la tecnologia televisiva collega tutto il mondo; il limite fisico di distanza superato dalla mondovisione.

Negli anni della ricostruzione e del boom la tv il mezzo di comunicazione che rispecchia efficacemente il mutamento vissuto dagli italiani.

CAPITOLO 2 - La rottura (1968 - 1980)

Pubblico e privato

Alla svolta del 68 la paleotelevisione pedagogica di Bernabei si presenta con il proprio volto plurale: da una parte Ungaretti con i versi dell'Odissea la domenica in prima serata, dall'altra La famiglia Benvenuti (1968) rompe il tab anti sit-com e ne declina una versione italiana.Con La famiglia Benvenuti entra in scena un nuovo tipo di telefilm che non narra di un eroe, ma di un nucleo famigliare alle prese con l'esperienza quotidiana, con problemi effettivi, umani, rapporti sociali e di comportamento. Veicola la fiducia piena nei valori della famiglia.

Nel corso degli anni 70 l'infelicit pubblica prende il sopravvento sulla felicit privata: le parole chiave diventano incertezza e conflittualit.Il mondo giovanile mette in luce contrapposizioni sociali interne.Dal 1960 era in commercio la pillola anticoncezionale, dall'alto valore simbolico. La sifilide era stata sconfitta e l'Aids non si era ancora presentato.Rivoluzione femminista e rivoluzione sessuale acquistano concretezza e il 1968 segnato da mutamenti sociali: maternit consapevole, parit dei diritti, distinzione tra il sesso e la riproduzione.Il 68 prolunga sul piano della mentalit il moto individualista acceso negli anni del boom.

Nel 1965 a Roma apre il Piper, un nuovo locale da ballo opera di Alberico Crocetta, avvocato e frequentatore degli Usa.Il Piper nasce come una platea dove i ragazzi possono scaricarsi, liberi dai vincoli della famiglia.

Nei paesi del blocco dell'Est europeo l'invasione cecoslovacca (agosto 1968) corrisponde a una stretta autoritaria e centralista, tendente all'industria pesante e bellica.Nelle strategie del Cremlino il 68 ha provocato il ritorno al comunismo di guerra: la sconfitta Usa in Vietnam (73) e l'invasione sovietica in Afghanistan (79) si consuma il sogno di contrastare l'egemonia americana. Ma la seconda guerra fredda che ne viene fuori porta al peggioramento del tenore di vita, che via via toglier il consenso al regime comunista, fino alla crisi finale.

La rivoluzione informatica dei personal computer (pc) proviene dal clima culturale del 68. I guru di quella rivoluzione (Bill Gates, Steve Jobs e Steve Wozniak) non nascondevano la loro appartenenza alla comunit hippy californiana.

In Italia la drammatica esperienza degli anni di piombo (terrorismo) schiaccia la considerazione del 68.Tuttavia quel periodo una delle pi intense stagioni riformatrici della storia d'Italia: riforma delle pensioni che fissa il minimo sociale (69), legge sul divorzio (70), statuto dei lavoratori (70), istituzione delle Regioni (70), riforma fiscale con anagrafe tributaria (71), servizio sanitario nazionale su base universalistica e non pi casse mutue professionali (74 - 78), nuovo diritto di famiglia con paritfra coniugi (75).

La Rai si muove con cautela. Lancia Quelli della domenica con Paolo Villaggio (1968) e aumenta la produzione di telefilm (39 nel 68, contro i 9 del 65).Paolo Villaggio urta e divide: c' chi lo idolatra e chi non lo sopporta.

Lo sforzo produttivo della Rai si incarna nel Rapporto sulla Rai di Matinoli, Bruno e De Rita (68). Tale Rapporto predice la trasformazione della Rai in una grande impresa di comunicazione, capace di estendere la propria offerta sul mercato dei consumi culturali e di competere sul piano internazionale svincolandosi dalla politica.Bernabei, comunque, resta fedele all'abbraccio politico.La Rai in realt non ha alcuna ratio organizzativa e risponde palesemente a criteri di sottogoverno clientelare al servizio dei partiti di governo.Bernabei deve anche sottostare al rigore invocato dal Partito repubblicano e all'opposizione interessata di industria automobilistica e giornalismo di carta, che rinviano al 75 l'introduzione della tv a colori (in Europa dal 67).

Secolarizzazione

Le fine di Bernabei, parallela a quella del suo padrino politico Fanfani, arriva con l'esito del referendum del 74, che sconfigge il tentativo della Dc di abrogare la legge sul divorzio.A determinare una maggioranza cos ampia di contrari il voto delle donne, altro effetto del 68.L'esito del referendum porta alla secolarizzazione, cio alla perdita di importanza delle istituzioni religiose nei tempi e nei modi della vita quotidiana.Sono sempre di pi gli italiani che affermano di credere in Dio, ma non nella Chiesa.

Fin dal 1930 la Chiesa Anglicana ammette il ricorso a pratiche contraccettive purch esenti da motivazioni egoistiche o lussuriose.

1963 - Giovanni XXIII istituisce una commissione sul tema, che nel 1966 rimette a Paolo VI un rapporto favorevole alla libert di scelta sui metodi contraccettivi nel quadro di una vita matrimoniale improntata al reciproco rispetto. Paolo VI, per, rifiuta questo rapporto.

Separazioni e divorzi sono in costante aumento, a partire dal 1974 scende il tasso di nuzialit, si alza l'et media degli sposi, che tocca i 30 anni; aumenta la percentuale dei figli nati fuori dal matrimonio. Scende il tasso di fecondit: da due a un figlio per donna.Secondo Pier Paolo Pasolini tutto ci dipende dalla televisione:>(Radiocorriere Tv, gennaio 1980)

(Tortora 1980).

L'altra domenica rappresenta il contraltare di Domenica In (46) il primo esempio di trasmissione no-stop della domenica pomeriggio e di televisione come sottofondo.

1974 - Raymond Williams conia il termine "flusso" per indicare la capacit inedita della tv di accompagnare le vite quotidiane, di accomodarsi in mezzo alle famiglie, di esercitare un ruolo costante di autorevolezza pesante mista a intrattenimento leggero.

In Italia spariscono le preoccupazioni di rispetto dei tempi di vita familiare, con l'introduzione di programmi a tutte le ore.Queste scelte invasive rompono i vincoli pedagogici e moralistici degli anni 60.L'obiettivo della Rai, non pi forte del monopolio, quello di guadagnare col mercato pubblicitario.Il limite massimo di pubblicit, per legge, era del 7% del tempo totale di trasmissione. Aumentando la programmazione a tutte le fasce orarie, sarebbe aumentata anche la pubblicit.

A farne le spese Carosello, che nel 1977 interrompe le trasmissioni, dato che ora gli spot possono essere trasmessi in tutto l'arco del palinsesto giornaliero.Proteste dal pubblico: Radiocorriere Tv riceve, tra le tante, la lettera di un cittadino del Nord:

La risposta che la nuova trovata , invece, un successo: il tg delle 13.30 seguito da oltre 3 milioni di persone, con punte di 5 milioni la domenica.

La Rai passa quindi dalla paleotelevisione del monopolio, che rispondeva ai criteri politici di alfabetizzazione e unificazione culturale, alla neotelevisione della libera concorrenza, il cui scopo quello di procurare spettatori agli inserzionisti pubblicitari.

I contenuti dei programmi non sono pi pensati in termini familiari, ma si frammenta il pubblico secondo i generi (bambini, adolescenti, maschi, femmine, adulti uomini, adulte donne) e rispondono quindi alle scienze del marketing.Si passa al flusso televisivo continuo e il sovraffollamento degli spot.Il risultato un aumento del consumo: tra il 77 e l'83 il tempo medio trascorso davanti alla tv passa da 3 ore e mezza a 5.La tv passa da strumento pedagogico a veicolo commerciale.Anche il Radiocorriere Tv di Nebiolo cambia rispetto agli anni 60 e alla direzione di Zatterin: assume l'aspetto di un rotocalco di gossip e perde l'aderenza ai programmi e agli argomenti televisivi.La logica della neotelevisione chiara quando, nel 1980, la Rai trasmette l'Odissea senza gli interventi di Ungaretti: >

Il Pci, ispirato dalla tv inglese, libera e senza pubblicit, propone una riforma su questo indirizzo.Solo nel 1995 si arriver a un referendum sulla limitazione degli spot in tv, ma il pubblico ne ormai assuefatto.

A met anni 70 il mercato pubblicitario italiano continua ad essere in ritardo.Cambia per la sua composizione interna. La quota di introiti pubblicitari che vanno alla stampa scende al 43% nel'84.Tra il 70 e il 79 il numero di quotidiani venduti ogni 100 abitanti scende a 9 contro i precedenti 14.In Europa, tranne che in Germania, la tv penalizza i quotidiani tra il 60 e il 93, anche se la stampa fino agli anni 90 continuer a primeggiare sulla tv.Solo Internet eroder significativamente gli investimenti pubblicitari sulla stampa.Negli anni 80 iniziano gli investimenti in spot radiotelevisivi (soprattutto aziende alimentari e di prodotti per la cura della casa e della persona).Imprese automobilistiche ed editori preferiscono ancora la stampa.Ogni giorno i telespettatori italiani vengono bombardati da 1500 spot.Rispetto agli altri media, le immagine televisive stemperano i confini tra reale e immaginario: il mondo illustrato dalla pubblicit realizza i sogni.La felicit privata si sgancia da quella pubblica e inizia l'epoca dell'edonismo immaginativo autonomo dei consumi soddisfatti.

Pluralit

L'ascesa della tv nei consumi e nella pubblicit avviene di pari passo a un significativo cambio di paradigma nella sociologia dei media.Alla lettura unidimensionale della scuola di Francoforte (secondo cui l'esposizione ai media porta a una manipolazione delle coscienze) , si sostituiscono approcci pi pragmatici e meno drastici.La teoria dell'agenda setting sostiene che i mezzi di comunicazione stabiliscono di volta in volta le priorit di cui occuparsi. Non dettano direttamente opinioni e scelte.Se i mass media si occupano continuamente del problema della disoccupazione, altri temi come l'integrazione razziale passano in secondo piano. L'effetto pu essere decisivo: un'elezione combattuta sul tema della disoccupazione sar molto diversa da una combattuta sull'integrazione razziale.La cultivation theory invece insiste sugli effetti a lungo termine dei media.La concezione della tv come strumento che interagisce tra gli individui apre la strada a una concezione del pubblico come entit attiva.Il consumo di tv diventa un esercizio di lettura al plurale: stesso prodotto, interpretazioni diverse.es. Flashdance su Canale 5 (canale generalista per famiglie) visto come una storia d'amore: su un canale giovanile (Italia 1) viene visto, invece, come un talent show.

La tv dispensa parole, mode, stili di vita che lo spettatore utilizza come strumenti di comunicazione e integrazione sociale.In Italia si attuano trasformazioni linguistiche indotte dal piccolo schermo: l'italiano parlato da Mike Bongiorno non cancella il dialetto, bens allarga le competenze linguistiche individuali.

1977 - viene introdotta la tv a colori. Inizialmente buon successo, ma non travolgente: il costo era elevato.Per incentivare l'acquisto di tv a colori, la Rai promette la distribuzione dei premi in denaro non vinti tra gli abbonati alla tv a colori, provocando non poche proteste.A resistere al cambio di apparecchio sono soprattutto gli anziani, che si sentono esclusi a causa della nuova programmazione, pensata per i pi giovani.

La tv conquista una posizione dominante, ma non esclusiva: si passa a un quadro plurale che vede il ritorno di attivit classiche (teatro, musica), con il raddoppio dei biglietti venduti e con i visitatori dei musei che aumentano significativamente.Analisti e sociologi definiscono questa fase di "frammentazione" e "politeismo" dei consumi culturali.

Alla fine degli anni 70 le ricerche di mercato raffigurano gli italiani come un insieme frammentato di gruppi di consumatori, divisi tra loro dall'adesione o meno a valori e stili di vita moderni (e non pi dalla condizione socioeconomica).L'Italia diventa un mercato segmentato.La propensione all'acquisto del tv color cresce o diminuisce a seconda della collocazione sulla mappa degli stili di vita.

L'Italia frammentata: pezzi separati di societ convivono in un clima di reciproca indifferenza; nel corso degli anni 70 smettono di credere a progetti politici condivisi e si concentrano sul lavoro autonomo, sull'egoismo demografico (sempre meno figli) e sul consumismo. I valori post-materialisti convivono con quelli materialisti.L'Italia lacerata internamente tra guelfi e ghibellini (luogo comune provinciale).L'italiano diventa stereotipo (pizza e mandolino) contraddistinto da un forte egoismo sociale.Culto del particolare: ritrarsi dai tumulti cittadini e collettivi verso la cura di s e dei propri interessi personali.Il palinsesto tv risponde scomponendo il pubblico in gruppi di consumatori da vendere agli inserzionisti.

Pluralit = perdita silenziosa e molecolare di un'identit nazionale condivisa.

L'Italia superficialmente unificata da tv e consumi di massa, ma frammentata profondamente da una mutazione individualista che non si riconosce pi nella politica.

CAPITOLO 3 - L' Italia degli individui

Dallas e particulare

Per gli italiani e la tv gli anni 80 sono quelli della pluralit.Al cambiamento tecnologico si sovrappone quello degli assetti istituzionali: nasce il duopolio Rai-Fininvest e si allarga l'offerta dei programmi in contemporanea.La neo tv commerciale cancella per sempre la paleotelevisione pedagogica.Il telecomando diventa l'incubo degli inserzionisti pubblicitari: contro lo zapping necessario ogni mezzo per inchiodare lo spettatore e indurlo a non sottrarsi alla dose quotidiana di spot.

1981 - Dallas, sit-com importata dagli Usa, viene trasmesso su Canale 5 (dal 1980 il primo canale televisivo privato di Berlusconi) e gli ascolti sono tali da permettergli di sostituire il film in prima serata.Lo slogan "in contemporanea con l'America" diventa un potente traino degli ascolti.Si inaugura un genere contraddistinto da una serialit lenta che consente un'immedesimazione degli spettatori diluita nel tempo: Dynasty (82), Flamingo Road (82), Anche i ricchi piangono (82), Beautiful (90).Il pubblico partecipa empiricamente alle vicende dei personaggi.

L'inflazione e la banalizzazione del dramma in formato Dallas mischiano l'introspezione psicologica, l'attenzione per la vita quotidiana, la fiaba che divide buoni e cattivi, il sentimentalismo da fotoromanzo.

La versione evoluta del genere sit-com, soap opera, telenovela elimina l'orizzonte collettivo delle istituzioni e dei movimenti per ridurre il mondo in un microcosmo di individui che si incontrano e scontrano reciprocamente.

La felicit non pi un bene pubblico, ma un bene privato da perseguire attraverso intrighi e relazioni. (Margaret Thatcher, premier inglese 79 - 90)

Neotv commerciale e deregulation del sistema tv accompagnano la rivoluzione neoliberista nelle politiche economiche anni 80.

Dallas rispecchia l'exit dalla politica dell'Italia negli anni 80.

Pluralit di usi della tv:1) regolativo : i tg scandiscono l'orario della giornata2) uso ambientale : tv come sottofondo3) relazionale4) di appartenenza: famiglia riunita davanti alla tv5) di apprendimento sociale

Dallas mischia tutte queste funzioni come fosse un supermarket di significati ad uso e consumo di clienti diversi.

In tutta Europa la crescita dei soggetti privati nel mercato tv porta in primo piano la competizione per la raccolta pubblicitaria.Per essere efficaci gli spot devono raggiungere un pubblico specifico: quello dei potenziali acquirenti del prodotto reclamizzato.E' l'economia ad imporre le sue leggi non solo alla tv, ma anche alla politica.Da sola la tv non inventa nulla. Rispecchia il tempo della post-democrazia.Quando la politica comincia ad andare in tv con le campagne elettorali (tra i primi il presidente francese Mitterrand '85) i suoi costi aumentano e per coprirli diventa inevitabile l'interazione tra lites politiche e lites economiche.

L'ascesa di Berlusconi nel sistema tv anche il frutto della capacit di capire e interpretare la mutazione individualista e la frammentazione degli italiani.La tv commerciale rispecchia la caduta della partecipazione e dell'impegno politico tradizionali.

Gli anni 80 si avviano con uno storico cambio di paradigma economico: la quasi 50ennale egemonia del keynesismo (fondata sull'espansione della spesa pubblica contro la disoccupazione) viene sostituita da un nuovo corso il cui problema principale l'inflazione, contro cui adatta misure monetariste rigide:

1) riduzione del ruolo economico dello Stato2) pareggio dei conti pubblici3) impulso alla libera concorrenza, imprenditoria privata e liberalizzazione commerciale

Torna la fiducia nei meccanismi trickle down (sgocciolamento verso il basso della ricchezza) propri del mercato libero.La conseguenza l'aumento dell'ineguaglianza interna, con l'aumento della dispersione salariale.

La cultura socialdemocratica gioca di rimessa, moderando la rivoluzione neoliberista.Gorbacev, segretario del Partito comunista dell'Urss collegato alla crisi dei socialismi europei: la forza capitalista appare un dato di fatto indiscutibile.Lo Stato smette di essere sociale e si riduce a custode delle regole della libera concorrenza.

La Cina di Xiaoping liberalizza l'economia rurale dando spazio alle energie imprenditoriali dei contadini.

Archiviati gli anni di piombo, il leader socialista Bettino Craxi l'aspirante interprete del tatcherismo (che fonde il conservatorismo con il liberismo).La Dc, colpita duramente dallo scandalo P2, in una fase di grande debolezza e nell'81 perde la presidenza del governo. Il Pci abbandona il compromesso storico e nell'80 Berlinguer propone un governo degli onesti.Craxi nell'83 diventa primo ministro e taglia per decreto un quarto dei punti di scala mobile.Il Pci (orfano di Berlinguer che muore improvvisamente) e la CGIL promuovono un referendum contro il decreto, ma viene sconfitto dalla maggioranza (54%).

Il management Fiat licenzia 60 operai responsabili di atti di violenza (79) e l'anno successivo mette in cassa integrazione 23mila operai.Nel febbraio 1980 un'inchiesta condotta dal Pci tra gli operai della Fiat svela che la maggioranza favorevole alla collaborazione tra lavoratori e impresa . Una minoranza sosteneva che fosse impossibile perch .

E' un segnale di come stia mutando la coscienza di classe: dall'orgoglio autonomista dell'autunno caldo ad un atteggiamento collaborazionista e difensivo.

I lavori

Tra gli effetti immediati dello shock petrolifero del 73 c' la riduzione del numero di lavoratori del comparto industriale, soprattutto nelle fabbriche del Nord.A sostenere la crescita economica del Paese negli anni 80 la terza Italia: aree del Centro e del Nord-Est, con piccole e medie imprese.Nelle zone della terza Italia si concentrano:1) crescita livelli occupazionali2) innovazione tecnologica e competitivit internazionale3) aumento della quota mondiale di esportazioni

Nel quadro complessivamente statico dell'Italia fanno eccezione i movimenti dei lavoratori dipendenti urbani e rurali verso la piccola borghesia urbana del commercio al dettaglio, dei mestieri artigiani, del lavoro autonomo e delle piccole imprese.Nelle grandi fabbriche la classe operaia si riduce e si trasforma.Crescono gli strati impiegatizi: i "colletti bianchi" che si occupano di mansioni intellettuali correlate alla produzione. Il modello Toyota introduce concetti nuovi, basati sulla flessibilit e sulla rotazione delle mansioni operaie.

La trasformazione aziendale degli anni 80 fa leva sia su costanti storiche sia su trasformazioni pi recenti.A fine anni 80 86mila dipendenti Fiat acquistano azioni del gruppo.L'operaio smette di pensare a se stesso come a un essere completamente subordinato e controllato da un potere alieno: almeno in parte, il lavoro pu essere creativo.L'Italia, per ,diventa sempre pi ineguale.L'indice Gini dei redditi italiani precipita nel corso degli anni 70 sotto lo 0,32 e negli anni 80 risale a 0,35. Le differenze tra redditi da lavoro sono forti (74% -89%).Il toyotismo all'italiana non premia i migliori, ma penalizza i peggiori.

L'ineguaglianza colpisce maggiormente il Meridione, dove si percepiscono redditi inferiori alla met della media nazionale, si alloggia in case popolari e la maggior parte delle famiglie numerose vivono con un solo stipendio.Inizia l'epoca dei lavori atipici, chiamati dai media "Mcjobs": il friggitore di patatine assunto con contratto a tempo determinato nelle catene di fast-food ne diventa l'emblema.84 - 86 : entrano in borsa 2milioni di nuovi azionisti. E' l'epoca del Bot peppole (acquirenti di titoli di stato), col decollo del debito pubblico.Alcuni osservatori teorizzano la fine del lavoro.Ma il lavoro non finisce: in tutto l'Occidente i lavoratori sono la maggioranza (2/3 in Italia).

Il lavoro per si frammenta, si complica e diventa precario. Si sposta anche: 1960/2000 i posti di lavoro industriale di paesi poveri come Asia, Africa e America Latina sale a 2/3.

Con la ridislocazione del lavoro si indebolisce il sindacato.La autoidentificazioni di classe vengono meno.

In una piccola parte (10%) il nuovo terziario italiano pu essere assimilato a quelli che Robert Reich (ministro del lavoro Usa) chiama analisti simbolici: operatori della conoscenza legati alla intermediazione strategica, alla ricerca e allo sviluppo, ai servizi finanziari, organizzativi, commerciali alle imprese, e non pi alle competenze da assumere e ripetere (come nelle vecchie professioni liberali).Essi incarnano la parte pi significativa della mutazione individualista connessa alla baby boom generation.

Nel terziario cresce il lavoro autonomo: tra l'80 e il 93 si moltiplicano liberi professionisti, imprenditori e dirigenti d'impresa.Le entrate da lavoro autonomo sopravanzano largamente quelle di Germania e Usa.Il "popolo delle partite Iva" italiano meno istruito, ma con redditi in rapida crescita.Il lavoro autonomo uno dei pochi canali di mobilit sociale di un paese altrimenti statico.

Frammentazione e immobilit

La terza Italia dei microimprenditori il prodotto pi vistoso della mobilitazione individualistica anni 80. Lo Stato rimane sullo sfondo.

Il mondo del volontariato non risente dell'exit dalla politica e dal sindacato dei primi anni 80. E' una faccia positiva della mutazione individualista.

Il riflusso si traduce in forme diverse di impegno sociale (non direttamente politico).

Le regioni rosse dell'Italia centrale non rimangono indietro nella corsa ai consumi di massa, come neanche il ceto medio "riflessivo" che le abita: nel 95 gli abitanti del Centro Italia vedono in tv pi intrattenimento che informazione (meno tg, meno programmi culturali).

Il dinamismo della mutazione individualista incontra un limite nel conformismo della tradizione.Non si divide per classi: operai e ceti superiori condividono lo stesso insieme di valori, con piccole devianze (es. le operaie vorrebbero pi tempo libero dal lavoro rispetto alle donne di ceto superiore, ecc.)Gli stili di consumo, dalla massima ostentazione al rifiuto del consumismo, si distribuiscono in tutte le condizioni sociali, dagli imprenditori ai pensionati.

Destrutturazione delle classi sociali. I tentativi di classificazione di Sylos Labini (74) sono obsoleti.Labini prova in questo modo:1) borghesia2) piccola borghesia3) ceto medio4) classe operaia

Le persone non si ridefiniscono pi soltanto in base al lavoro svolto, ma anche al capitale.

Frammentazione e individualismo non significano, in Italia, mobilit: essa statica rispetto al panorama europeo.Fanno eccezione i movimenti della classe operaia rurale verso il ceto medio urbano, cos come quelli della classe operaia urbana verso la piccola borghesia urbana.

Gli italiani del ceto medio indipendente fanno affidamento sull'indifferenza dello Stato, che non aiuta e non controlla: nel 2006 un quarto degli imprenditori e professionisti italiani dichiarano redditi di appena 6 mila euro.E' una sorta di patto: scarsa qualit dei servizi pubblici da parte dello Stato e tolleranza nei confronti dell'evasione fiscale.La scelta di exit dagli obblighi contributivi rappresenta la rottura del patto di cittadinanza.

Dell'assenza di una societ stretta ne fanno spesa le prospettive, soprattutto dei giovani: in Italia gi nella seconda met degli anni 80 i giovani disoccupati sono il triplo della media nazionale. Anche le donne sono in difficolt: nel 90 solo il 29% lavora.Le lacune dello Stato sono compensate in famiglia, con i giovani che lasciano tardi il tetto familiare.

Mutazione individualista e neotelevisione

Negli anni 80 l'ineguaglianza dei redditi si riflette in una divaricazione dei consumi.Pi il capitale basso, pi cresce l'ascolto televisivo.Nelle fasce pi alte di reddito e istruzione, invece, il consumo televisivo minore.La tv non pi un fattore unificante del Paese.

Per quanto riguarda la pubblicit, la Rai comincia la guerra contro i concorrenti privati.Rispetto alle critiche degli anni 70, negli anni 80 scende la diffidenza per la pubblicit. A guidare questo mutamento sono i giovani: la marca, la griffe,diventa valore di scambio, sinonimo di stile di vita e simbolo identitario.

La rottura del monopolio e la fioritura del pluralismo televisivo si svolgono all'insegna di un binomio tv-pubblicit che frammenta i generi e appiattisce le differenze.

Le reti Rai e Fininvest appartengono alla tv commerciale, la cui ragione sociale quella di vendere spettatori agli inserzionisti.Il binomio tv-pubblicit trasforma l'opinione pubblica in opinione di massa e la societ civile in societ di mercato, composta da individui isolati e passivi, attivi solo in quanto consumatori.

Alberto Sordi su Rai 2 con Storia di un italiano (79) presentava personaggi che incarnavano gli stereotipi italiani.Anche il consumismo americanista pi esasperato viene preso in giro.La scomposizione operata da tv e pubblicit rompe il nesso etico e intellettuale tra individuo e societ: i primi si sentono indipendenti dai secondi.83 - 95 : aumentano i programmi che hanno per oggetto la vita quotidiana delle famiglie. La tv rispecchia la mutazione individualista in atto e assegna all'audience un ruolo attivo nella definizione dei contenuti.La corrida (1986) in onda su Canale 5 apre il palcoscenico a dilettanti allo sbaraglio giudicati dal pubblico in sala.

La storia di Berlusconi la storia di un interprete della mutazione individualista e di un italiano.La sua ascesa inizia dall'acquisto del magazzino della Titanus: 500 film.Nel 1979 fonda Publitalia per la raccolta pubblicitaria dell'allora neonata Canale 5. Pubblitalia si propone come partner dell'inserzionista: in Superflash (82) sponsorizzata da Mike Bongiorno.Publitalia decolla con un ritmo di crescita pari a 4 volte quello della Rai, e consente a Berlusconi di acquistare Italia 1 (83) e l'anno successivo Rete 4.Nel 1988 la Fininvest acquista il Giornale e la maggioranza del gruppo Mondadori.

Craxi aiuta Berlusconi quando alcuni pretori oscurano le sue emittenti, dopo le sentenze della Corte costituzionale del 76 e del 81 per la regolazione legislativa antitrust e che consentivano tv private solo a carattere locale. Il potere politico interviene e annulla il provvedimento.

Laddove Craxi interviene meno pesantemente (stampa) gli effetti non sono devastanti: la stampa non soffre del carattere monopolistico della tv.

84 - Il gruppo RIzzoli viene acquisito da parte della Fiat concentrando Stampa e Corriere della sera nelle mani di Agnelli.Alla tv pubblica invece non resta che accettare il decreto Berlusconi.Sempre in quell'anno la Rai, le aziende che investono nelle pubblicit raccolte nell'UPA e le emittenti private locali e nazionali danno vita all'Auditel, che raccoglie dati sulle abitudini di consumo televisivo.

90 - Legge Mamm: tetto antitrust di 3 reti nazionali, divieto di possesso di quotidiani nazionali ( e qui Berlusconi aggira il divieto intestando il Giornale al fratello Paolo), limite per gli spot e facolt di trasmissioni in diretta per le tv private.Berlusconi pu mantenere il proprio monopolio.

La tv si allarga a coprire l'intero arco della giornata e conquista nuove fasce di pubblico.Nell'82 Canale 5 organizza il Mundialito di calcio, primo evento sportivo in Italia ed essere interamente predisposto in funzione della ripresa televisiva: al telecronista si affianca un ex calciatore, interviste a bordo campo e tribuna coprono i tempi morti.

La logica della neotv contagia anche Rai 3, nata alla fine del 79.Vanno forte i programmi della Tv-verit, volta alla messa in scena diretta alla societ italiana, definita "la nuova forma di romanzo popolare" (Guglielmi).Il processo del luned (80), Telefono giallo (87) e Chi l'ha visto? (89).

La colonizzazione del tempo domestico della mattina trova il battistrada in Pronto Raffaella (83).La Carr, vecchia conoscenza del pubblico, si trova in uno studio arredato come un qualsiasi salotto e conduce come fosse la padrona di casa amica di tutti.Il telefono ancora una volta il veicolo dell'interazione degli spettatori da casa.La tv casa e la casa tv.

Finch in vigore, il divieto di diretta indirizza le reti private verso l'intrattenimento: fino al 92 Canale 5 senza tg.

L'invenzione della piazza televisiva con Samarcanda (87) conferma la vocazione populista di Rai 3: l'infotainment (informazione + intrattenimento, priva di approfondimenti e particolari cautele) premia gli ascolti.La politica in tv diventa teatro: clamore, urla e chiacchiere, applausi, fischi.Lo spettatore si limita a fare il tifo e a seguire passivamente.

Le colpe della politica

Gli anni 80 vedono la deregulation del sistema tv e la nascita della neotelevisione commerciale in tutto il mondo occidentale.L'ascesa delle tv private apre il tempo della post-democrazia: partecipazione politica dei cittadini meno ideologica, pi difensiva e meno fiduciosa nella capacit della politica di costruire futuro.

E' difficile dire se la tv sia causa o effetto della frammentazione della vita sociale.

Le tv commerciali private non sono interessate al cambiamento politico, ma a vendere pubblicit.

In Italia la politica peggiore. Negli altri paesi europei la politica in grado di governare la deregulation:Germania - le 2 televisioni private maggiori conservano una salda priorit informativa e acquistano in esclusiva 1500 film da Hollywood.Inghilterra - Tv pubblica indipendente dalla politica che non rincorre il modello di tv commerciale.Francia - simile a Italia: 86 - Chirac abolisce il limite antitrust alla stampa quotidiana

La politica fa la differenza, ma non sempre la tv trasmette ci che la gente vuole.Quando l'innovazione di qualit arriva, la reazione positiva del pubblico non tarda: Quelli della notte (85) e Indietro tutta (87).Sulle reti Fininvest approda Drive In (83) di Antonio Ricci, giovanile e demenziale.Mentre Indietro tutta prende in giro gli spot, Drive In li usa come metronomo.

Drive In diventa simbolo della tv spazzatura, soprattutto per l'uso insistito del nudo femminile.Paradossalmente, Antonio RIcci anche autore di Striscia la notizia (1988), parodia di telegiornale che smonta i linguaggi dei media, provoca e denuncia.

Blob (1989) di Enrico Ghezzi e Marco Giusti propone spezzoni di programmi tv che mostrano le goffaggini e le incongruenze della tv.

Striscia (Italia 1) e Blob (Rai 3) tra l'87 e il 92 sono i programmi pi seguiti.

La situazione Auditel del 91 non molto diversa da quella degli anni 60: in testa c' l'informazione, seguono variet, giochi a quiz, sceneggiati e i talk show.

Spesso i programmi destinati agli stessi pubblici si sovrappongono.In Fininvest questo non accade, in quanto ha 3 canali a disposizione.

Nel corso degli anni 80 si inizia a settorializzare la pubblicit in base ai programmi e al target di pubblico.Miami Vice (86) funziona molto meglio nel tempo preserale che in prima serata.

La neotv segue in tempo reale le trasformazioni della famiglia italiana: i possessori di tv a colori sono maggiormente coppie giovani.

La tv lo specchio di una societ in rapido mutamento.Chi la segue di pi sono persone ai margini di questo mutamento, lo seguono e lo subiscono (es. anziani).Coloro che invece la guardano in modo normale, recepiscono i messaggi subliminali che modificano la loro percezione della realt: felicit come bene privato e materiale da raggiungere subito, la politica come il racconto di buoni e cattivi, la perdita di fiducia nel futuro e nella collettivit.

La politica rimane indietro: le categorie di analisi che abituata a usare (es. appartenenza a una classe, ideologie ecc.) non sono pi in grado di leggere la mutazione individualista e la frammentazione della societ.La societ italiana mutata tanto da risultare irriconoscibile e l'unica che ha seguito la nuova Italia degli individui la neotelevisione.

CAPITOLO 4 - La scesa in campo

Berlusconi

Telecrazia un termine che risale al 63 e che studiosi francesi hanno attribuito al generale De Gaulle e al suo ferreo controllo della tv di Stato.Il termine stato associato anche alla scesa in campo di Berlusconi nel 1994.

Nel 1999 il grado di concentrazione monopolistica della tv italiano il pi forte in Europa: Rai e Fininvest controllano l'82% del mercato.Con Berlusconi l'editore puro si trasforma in imprenditore politico.

La nascita del partito berlusconiano Forza Italia viene celebrata da una comunicazione che enfatizza la soluzione di continuit rispetto al ceto politico professionale appartenente al passato.

Meno tasse per tutti, per un nuovo miracolo italiano: la propaganda di Forza Italia si modella sui canoni della pubblicit commerciale.Forza Italia non un movimento di massa cresciuto spontaneamente nella societ civile, ma un'azienda che si trasforma in un partito.Non ha alle spalle alcuna cultura politica.

Forza Italia nasce in un contesto di radicale rifondazione del sistema politico, che era rimasto immobile per mezzo secolo.Due sono le novit: personalizzazione della lotta politica e la prevalenza della logica di coalizione su quella di partito.Forza Italia agisce da collante tra partiti esistenti, ma politicamente emarginati (Lega e Alleanza Nazionale).Berlusconi sfrutta il proprio capitale e le reti televisive di cui dispone, disinteressandosi della par condicio (ancora una volta vigeva un vuoto legislativo).Mentre nella Rai vi una certa equit di tempo dedicato ai diversi partiti, le reti Mediaset (nuovo nome della Fininvest '94) giocano di squadra: Canale 5 imita l'equilibrio della Rai, mentre Italia 1 e Rete 4 offrono maggior spazio a Forza Italia.

Berlusconi ha forte personalit: nessuno dei leadership del centrosinistra riesce a esercitare un simile carisma.

Il mezzo televisivo non funziona da strumento di spostamento d'opinione, piuttosto rafforza le proprie convinzioni.Non mobilita e non produce nuova partecipazione politica, ma conferma vecchie opinioni o nuove opinioni che non hanno peso nella mutazione individualista.Gli italiani, come emerge da alcuni sondaggi, sono insoddisfatti e disgustati dalla politica: i disinteressati sono il 70%.

Un nemico e una promessa

L'appello anticomunista di Berlusconi richiama anche il tradizionale collante religioso: 2/3 del voto cattolico vanno nel 94 alla coalizione di centrodestra.94-2001 - Forza Italia aumenta costantemente la propria capacit di penetrazione nella piccola borghesia urbana dei lavori autonomi, ma anche tra i lavoratori manuali.

Nella prima Repubblica la polarizzazione riconducibile a fattori oggettivi sia interni che internazionali: la presenza del partito comunista d'Occidente e la posizione geopolitica dell'Italia nella Guerra fredda. Nel 94, senza pi la guerra fredda, l'anticomunismo difende il benessere relativo contro chi vorrebbe appropriarsene: Stato e leve fiscali.

In quel periodo aumenta l'ineguaglianza, per diversi motivi:1) La globalizzazione, con l'afflusso di merci a basso costo dai paesi poveri che espellono dal mercato le industrie tradizionali2) L'immigrazione dei lavoratori, che porta alla delocalizzazione di posti di lavoro nei paesi a basso reddito e alla disoccupazione delle qualifiche operaie pi basse3) Innovazione tecnologica: con l'avvento dei container i lavoratori manuali rimangono disoccupati

Ineguaglianza e povert influiscono sul tessuto sociale: salute mentale, abuso di farmaci, obesit, rendimento scolastico, criminalit e mobilit verso l'alto sono le variabili che peggiorano a partire dagli anni 80.

La svolta politica degli anni 90 si sovrappone a quella monetaria ed economica.La spinta della terza Italia si affievolisce sotto i colpi della competizione globale portata dai paesi asiatici in rapida crescita.

92 - la lira esce dal sistema monetario europeo. Inizia un percorso di risanamento dei conti pubblici dettato dai parametri del Trattato di Maastricht (92) che porter all'entrata nell'euro (99).

Dinamismo e disordine pubblico danno il senso di frammentazione della societ italiana.

Per origine e natura sociale, ma anche per modalit di comunicazione, questa novit politica si collega alla neotelevisione commerciale.All'esordio pi della met dei parlamentari di Forza Italia sono imprenditori. Le elezioni del 94 triplicano il numero di imprenditori in parlamento.

I motivi morali della convivenza civile arretrano la spinta individualistica.

96 - le elezioni sono vinte dall'Ulivo di Romano Prodi (centrosinistra).Berlusconi vincer quelle degli anni successivi mostrando di saper interpretare i sentimenti della maggioranza degli italiani, anche se non in grado di innescare un ciclo riformatore paragonabile a quello dei primi anni 70.

Neotelevisione e maleducazione

Molti elementi dell'avventura berlusconiana, che dovrebbero suscitare scandalo (conflitto di interessi, monopolio televisivo, tentativo di sottomettere il potere giudiziario) risultano invece digeribili per gran parte dell'opinione pubblica italiana.

Se l'elettorato tollera le novit della maleducazione culturale e politica perch effetto di una trasformazione del senso comune che ha a che fare con la neotelevisione.Il Grande Fratello (2000), format importato dall'Olanda, conduce in porto il percorso di divizzazione del cittadino medio, intrapreso mezzo secolo prima con Lascia o raddoppia?.Una messa in scena pi interessante della fiction perch bidirezionale, capace cio di attivare i meccanismi di immedesimazione e partecipazione (mimesi e metessi) da parte degli spettatori.La gente occupa la scena.Il senso quello di Dallas: la riduzione del mondo e della vita in un microcosmo di individui che seguono la logica di sopravvivenza personale.Ci che si vede in tv verosimile.Il rispetto delle regole secondario risotto alla suspense del racconto. Lo spettatore si limita a tifare il pi simpatico e vedere chi vince.Un atteggiamento analogo stato quello di moltissimi italiani durante la campagna elettorale del 94.

89 - La ruota della fortuna di Mike Bongiorno funge da traino al nuovo tg, che arriver nel 92.

92 - arriva il Tg5 diretto da Mentana, che rende ancor pi familiare il modo di fare informazione, sulla linea di quanto aveva fatto Lilli Gruber negli anni 80, mostrandosi di 3/4 agli spettatori. Inviati e conduttore dialogano in maniera informale, il ritmo si velocizza.

Nascono nuovi talk show, tutti creature del network privato: Amici (92), Karaoke (92).Prima le donne desideravano diventare dive, adesso per farlo possono utilizzare la televisione, subito e senza sforzo.

92 - Scherzi a parte rovescia le gerarchie sociali: stavolta sono i personaggi dello spettacolo ad essere presi in giro.

La televisione realizza cos il sogno americano di una societ senza classi: nuova terra di opportunit.

Alle elezioni del 94 si crea una nuova frattura, quella dell'anti-intellettualismo: una rivincita populista di una societ post-alfabeta formata dalla neotv contro le lite di ogni ordine e grado. (Peppino Ortoleva)Questa trasformazione antropologica, connessa alla mutazione individualista, accomuna tutti gli strati sociali.La maleducazione politica in tv viene dal tempo di Samarcanda, quando il wrestling prende il posto della boxe (prevale lo spettacolo).

Per gli italiani la tv rimane fonte primaria di informazione.A seguire di pi i telegiornali sono gli italiani con minore capitale socioculturale (Auditel).La parte rimanente sceglie in modo critico i programmi da vedere(18%). C' poi una parte del pubblico che ne guarda poca o predilige lo zappino (36%).Gli spettatori consapevoli seguono: Amici e Karaoke, Le Iene (97) - giornalismo provocatorio - , Quark (81) - scientifico - e Report (97), rubrica di giornalismo serio diretto da Milena Gabanelli su Rai 3.

La differenza tra paleotelevisione e neotelevisione si potrebbe paragonare a quella tra giornalismo europeo e giornalismo americano di Tocqueville (met '800) : il giornalista francese discute in modo violento, ma elevato ed eloquente, i grandi interessi dello Stato; quello americano stimola grossolanamente, senza arte n preparazione, le passioni di colui cui si indirizza il giornale.

La campagna elettorale del 94 mostra come Mediaset sia pi capace, rispetto alla disorganizzata Rai, di penetrare nelle diverse fasce di pubblico: Italia 1 bambini e giovani, Canale 5 generalista.

Secondo Michele Serra ('91) le piccole minoranze televisive contano pi della maggioranza non televisiva per due motivi:1) la loro centralit nel sistema della neotelevisione commerciale: quelle minoranze forniscono dati veri2) la tv si presta a diversi usi sociali: chi non la guarda resta esclusa, ai margini della cultura di massa

Il talk show televisivo diventa una nuova sfera pubblica, non pi soltanto nel senso classico di Habermas (cio come sede moderna della formazione di un discorso e di una volont collettivi che rompe l'isolamento degli individui), bens come strumento indispensabile di integrazione sociale.

La neotelevisione commerciale non conosce opposizione tra programmazione e pubblicit.

Dopo l'emergenza seguita agli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001, gli investimenti pubblicitari non riprenderanno con la forza costante degli anni 80.Per la prima volta dal 1945 le spese si contraggono e ritorna l'attenzione al fattore prezzo.I saggi di Karl Popper e di Giovanni Sartori si muovono sullo stesso piano di analisi, quello dei mutamenti indotti dalla tv sui sistemi cognitivi dell'individuo.

L'homo videns una mutazione dell'homo sapiens poich l'immagine tende a perdere il rapporto con la parola, e il vedere diverso dal capire: non mette in moto l'immaginazione (come i libri o la radio).

La preminenza delle fiction e dell'intrattenimento produce un effetto di spoliticizzazione. La solitudine elettronica davanti allo schermo sostituisce i partiti come strumenti collettivi di formazione dell'opinione pubblica, con l'effetto di una perdita del senso di comunit civica.

La neotv commerciale rispecchia una trasformazione sociale (la mutazione individualista) che la precede e la sostiene nel tempo: la tv non ne la causa.La tv coltiva spinte e tendenze che sono gi presenti e vive nel pubblico.

Molti degli odierni movimenti significativi dell'opinione pubblica internazionale passano attraverso i social network via computer, che trasformano la solitudine elettronica in reti a distanza di informazione e mobilitazione.

Le reti informatiche aprono nuove dimensioni: non pi obbligo della contiguit fisica n degli orari fissi, la possibilit di lavorare da casa, il pagamento a prestazione (e non a tempo). Ma anche l'impraticabilit dello scipper come arma di pressione.

La grande maggioranza degli italiani negli anni 90 si sente profondamente insoddisfatta per la propria condizione materiale; inoltre le distante sociali continuano ad allargarsi.La spinta positiva della mutazione individualista innescata dalla baby boom generation sembra essersi arrestata.Il lavoro autonomo si contrae: l'unica categoria in espansione quella dei pensionati.Soffre anche la terza Italia, con la forza lavoro immigrata che altera profondamente il tessuto sociale comunitario.La competizione con i paesi in via di sviluppo a basso costo della manodopera mette in crisi le piccole imprese italiane, complice anche la scarsa capacit tecnologica.

Le subculture rossa e bianca si scongelano, con le sinistre che perdono l'amministrazione comunale di Bologna nel 99); il voto operaio perde la propria collocazione identitaria a sinistra e tra l'83 e il 2008 la preferenza per i partiti di centrodestra sale dal 31% al 60%.Le sinistre resistono maggiormente (ma non senza difficolt) nelle regioni centrali dove i tassi di migrazione sono minori.

Tra il 98 e il 2003 le nuove generazioni si trovano davanti a cambiamenti:1) nell'istruzione viene introdotta la laurea breve (triennale), che aumenter le immatricolazioni2) nel lavoro vengono introdotte nuove forme di impiego temporaneoLa grande contraddizione che aumentano i laureati, ma diminuisce la loro presenza sul lavoro.

Il lavoro precario una trappola che si riproduce nel tempo, con effetti negativi sulle prospettive dei giovani, che vivono una modernit liquida (Zygmunt Bauman). La nuova generazione pi globalizzata nei consumi e negli stili di vita, ma pi incerta sul futuro.

Alla vigilia della crisi finanziaria del 2008, l'Italia risulta essere un po' sotto la media dei paesi sviluppati.Nel 2005 un quarto dei giovani imprenditori sono laureati, ma si lamentano della scarsa utilit dell'istruzione ricevuta.La maggior parte dei giovani va incontro a un destino di disoccupazione o sottoccupazione.

Il successo del Grande Fratello dovuto anche alla nuova articolazione del sistema mediatico: a seguirne le vicende non solo la stampa, ma anche Internet e la pay tv, che permette di seguirle in diretta no stop.

A fine anni 90 la pluralit dei mezzi di comunicazione testimoniata da un decollo degli host italiani su Internet e da quello dei telefoni cellulari.La millennium generation dei nati negli anni 90 amplia il numero dei media utilizzati quotidianamente rispetto a quelli della baby generation: computer, cellulare, consolle, ecc. contro tv, radio e stereo.

Il digital divide che divide in due la societ italiana si rivela speculare al consumo di tv: a usare Internet di pi sono le fasce che guardano poca tv.

Aumentano gli abbonati alle pay tv: nel corso degli anni 90 il ricavo sale dal 6 al 22% e nel 2009 le entrate da abbonamenti superano quelle pubblicitarie.Cresce cos il numero di spettatori che dal broadcasting passa al narrowcasting: ci si allontana dal flusso continuo della tv generalista e si sceglie di pagare solo per ci che si vuol vedere.Inizia il tempo del vedere + usare.

Morte della televisione?

Quali sono le conseguenze di questa nuova pluralit dei media sulla neotelevisione commerciale?

I gusti generali non si discostano molto da quelli del passato, con il primato delle fiction e dell'informazione.Gli spettatori delle pay tv, per, mostrano segnali di rottura: all'intrattenimento dei reality preferiscono documentari e divulgazione scientifica.Le pay tv rompe il circolo vizioso della tv generalista, che concentra l'investimento pubblicitario sui programmi pi seguiti.La pay tv introduce il concetto di coda lunga: si sviluppano i consumi televisivi di nicchia, con programmi e interessi specifici che la tv generalista trascura perch troppo piccoli e dispersi, marginali.

Michele Serra definisce absence ci che la tv generalista non considera perch fuori dai grandi numeri del piccolo schermo.

L'Italia non resta indietro sul pluralismo dei media.La diffusione record dei telefonini lascia ipotizzare:1) la crescita di lavoratori autonomi, che non necessitano di un telefono fisso2) un mammismo italico che si sente rassicurato nel dare ai figli adolescenti un cellulare

Tra le generazioni del tempo di Internet si sviluppa il nomadismo tra media diversi e il disincanto: l'incapacit di definire attendibili le informazioni che si moltiplicano sul web produce indifferenza nei confronti del mondo, accompagnata dalla ricerca di forme di socializzazione virtuale attraverso i social network.I giovani dei paesi in via di sviluppo vedono Facebook e Twitter come le chiavi d'accesso al grande mondo, mentre i giovani dei paesi ricchi si appartano dal grande mondo per rifugiarsi in quello piccolo dei propri amici via computer.

Censis parla di ciclo dell'affermazione del primato del soggetto e della personalizzazione.

Il nuovo uso plurale dei media riproduce la tradizionale distribuzione sociale del consumo di tv: non lo modifica.Una nicchia di italiani colti e benestanti guarda la tv satellitare, al cui interno vi un ulteriore frammentazione provocata dalla moltiplicazione dei canali.La maggioranza che guarda molta tv generalista, guarda sempre la stessa.

La neotelevisione pu sopravvivere alla moltiplicazione dei media on demand? Per ora, s.I nuovi media non cancellano i vecchi: li obbligano a rifondarsi, a modificarsi, ma non ne decretano mai la scomparsa.Indagini Istat del 2005 confermano che la prevalenza di pc e Internet nelle giovani generazioni non si accompagna a un calo del consumo televisivo.

Rai e Fininvest acquistano sempre dagli altri: i contenuti visti dagli italiani sono gli stessi che vengono visti all'estero.

In Usa e Italia le modalit di ascolto tv sono simili: passivo e deconcentrato.In Russia, invece, i cittadini non credono all'indipendenza dei media e si sentono consumatori sfruttati e senza diritti.

Maleducazione e dissonanza convivono con la transizione verso i valori post-materialisti teorizzata da Inglehart:parit sessuale, soddisfazione di vita, lotta alle discriminazioni, volontariato, preoccupazione per l'ambiente non sono in contraddizione con la mutazione individualista, con il consumismo, con la presenza assidua davanti alla tv e con la riduzione della politica a spettacolo.La tv infatti capace di intercettare questi valori pi di quanto non riesca a fare la politica.