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Milano rifugio

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Indice

Prefazione� x

Ringraziamenti� x

Introduzione� x

I�capitolo:�Breve�storia�dell’asilotra�protezione�e�repulsione

1.1. Iprimiflussidirichiedentiasilo x1.2. IlrifugiopoliticoelaPrimaguerramondiale x1.�. RifugiatipoliticieSecondoconflittomondiale x1.4. LaDichiarazioneUniversale deiDirittidell’Uomo x1.5. LaconvenzionediGinevra x1.6. Lelimitazionialrifugiopoliticoneglianni‘80e’90: Schengen,Dublino,Londra,Amsterdam x1.7. IlrifugiopoliticoinItalia x1.8. Europa:libertà,sicurezzaegiustizia x

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II�capitolo:�Richiedenti�asilo�tra�dipendenza�e�autonomia�

2.1. L’accoglienzainItalia:dallaLeggePuglia alSistemadiProtezione� x2.2. IlSistemadiProtezioneperRichiedentiAsilo eRifugiati(SPRAR) x2.� MilanonelSistemadiProtezione x2.4. RifugiatiaMilano: vulnerabilità,mobilità,irreperibilità x2.5. Malpensa x2.6. IlcasodiViaLecco:rifugiatievisibilitàpolitica x

2.6.1.�Pregiudizi�e�rappresentazioni�� sociali�sui�rifugiati� x2.6.2.�L’emergenza�come�evento�� strutturante�ed�evento�comunicativo x

2.7. Lepolitichediassistenza x2.8. IlcentrodiidentificazionediviaCorelli x

III�capitolo:�Fuggire�e�cercare�rifugio�a�Milano

�.1. Milanoeleambiguitàdellasuaaccoglienza x�.2. L’accoglienzaneicentrimaschili perrichiedentiasiloerifugiati x�.�. Progettidiaccoglienzaindividuali epercorsidiautonomia x�.4. Cercareunlavoro x�.5. Mangiarenellemense x�.6. Dormire.Puntidivista deirichiedentiasiloedeirifugiati x�.7. Governareattraversolalibertà x

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IV�capitolo:�Etnografia�della�vulnerabilità.�Storie�di�donne�richiedenti�rifugio�a�Milano�

4.1. Tempoevulnerabilità x4.2. Chiaccoglieledonne? ViaSammartiniperrichiedentiasilo x4.�. Storiedivitaediesilio: Sandra,Florence,Perpetua x

4.3.1.�Sandra.�“Quando�parti�sai�� che�puoi�anche�morire”� x4.3.2.�Florence.�Arrivare� x4.3.3.�Perpetua.�Lacerazione�� e�ricomposizione�delle�identità�e�dei�legami x

4.4 Formedidipendenzanellarelazionediaiuto x

V�capitolo:�Comunità�e�ambiguità:�il�caso�dei�rifugiati�politici�kurdi

5.1. Pazarcik-Milano: l’immigrazionekurdainEuropa x5.2. Ilcontestoitaliano x5.�. Viadall’esercitoturco x

VI�capitolo:�Il�Corno�d’Africa�a�Milano

6.1. Complessitàesingolaritàdeicontestidipartenza� x6.2. Unpassaggioinvisibile: breviaccennisulcasodeirifugiatisomali x6.�. Ladoppiadistanzaeilfallimento dellacomunità:ilcasodeirifugiatieritrei x6.4. IlrifugioaMilano:unageografiainmovimento x6.5. Larelazioneconlacomunità storicaeritreaaMilano x

Indice

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Bibliografia

I�capitoli�sono�stati�scritti�da:

Matteo arMelloni:capitolo�1,�capitolo�5

luca ciabarri:capitolo�2�(da�2.4�a�2.8),��capitolo�6�

lorenzo D’angelo:paragrafo�1.8,�capitolo�2�(da�2.1�a�2.3),�capitolo�3

barbara Pinelli:capitolo�4�

Indice

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Prefazione

Questotesto,fruttodellacollaborazionetralaProvinciadiMilano– Assessorato alla Pace, Partecipazione e CooperazioneInternazionaleedilCREAM(CentroperleRicercheEtno–An-tropologiche di Milano) non vuole essere uno studio per “ad-detti ai lavori” del settore dei “refugees studies”, al contrariosiproponecomestrumentodilavoroediriflessione“adampiospettro”.

Ovviamenteiltemacentraleèlacondizionedicoloroche,aMilanoeProvincia,sonorifugiatipoliticiorichiedentiasilo,mal’orizzontevuoleesserepiùesteso;abbozzareunariflessionesuunodegliaspettifondatividelnostrotempo,laglobalizzazione,daunpuntodivistamoltoconcreto,indagandolecondizionedivitadicoloroche,gliaspirantirifugiatiappunto,hannopresomoltosulserioleparoledemocraziaedirittiumani.

Potremmovederequindicomenellaprassisimiligrandiva-lorivenganotroppospessosvuotatidicontenuto,inariditinonnella loro formulazioneteorica,ancheseavoltecapitaanchequesto,mapiùefficacementenell’operarepraticoattraverso,adesempio,brevidisposizioniinterneagliufficiprepostiall’“ac-coglienza”,tecnichedisciplinarinonscrittemaagite,medianteunaseriecapillaredi“azioni”,singoleodistituzionali,checrea-nounacostellazionedipraticheprofondamentedisumanizzantiesubordinanti.

Grazie alla lettura di questo libro potremmo farci un qua-drodichecosasignifichioggiessererichiedenteaMilano,mapiù ingeneralepotremmoavvicinarciavederequale ruolo lanostrasocietàassegniachihapensatocheiprincipidellano-straCostituzionesianounarealtàoperante,contribuendoforse

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arafforzareinnoil’esigenzadicontinuareilcamminoperunaveraattuazionedellospiritoegualitarioedemancipativocheinessapulsa.

AssessorA AllA PAce, PArteciPAzione e cooPerAzione internAzionAle,

ProvinciA di MilAno

irMA dioli

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Ringraziamenti

Moltepersonehannopermessolarealizzazionediquestola-voro.Inparticolare,desideriamoringraziareUgoFabietti,Diret-toredelCREAM,eMarioBarenghi,DirettoredelDipartimentodiScienzeUmaneperlaFormazione,UniversitàMilano-Bicocca,perilsostegnoistituzionaleall’attivitàdiricerca;L’AssessoraallaPartecipazione,Pace,CooperazioneInternazionaledellaProvin-ciadiMilanoIrmaDioliperaveresostenutolemotivazionedellaricerca; l’UfficioStranieridelComunediMilano, inparticolareStefaniaBecchellieDanielaAngeli;PaoloGrassini,ResponsabiledeicentridiaccoglienzamaschiledelComunediMilanodiviaNovara e via Giorgi e i suoi collaboratori; Italo Siena e tutti ivolontari del Naga-Har, in particolare Davide, Cristina, Lucia,Lucilla,Luisa,Maraperillavorochesvolgonoquotidianamenteeperlapossibilitàchecihannodatodientrareneiloroufficieconoscereillorolavoro;GiorgioeivolontaridellaCasadiBetaniadiRozzano;DelaRancidellaCooperativaTerrenuove;FiorenzoDeMollidellaCasadellaCarità;PaoloZanettiPolzi,responsabiledelCentroImmigratidellaCGILdiMilano.

Unringraziamentoparticolareperlagenerosadisponibilitàvainfinea:Ansumana,Badembo,Hussein,Innocent,Jullious,Khaled,Laszlo,Liman,Mamadou,Mussa,Richard,Toutou,Tsegay,Yehia.

Il gruppodei ricercatori ringraziaAliceBellagambaeMauroVanAkenperchénonsemprelaricercadiventaun’esperienzadilavorocollettivo.

Soprattutto,atutteledonneegliuominichesisonolasciaticoinvolgerenellenostredomandeedicuiinquestepaginetrove-retepartedellelorostoriedivitaedimigrazione.Aloro,ilnostrograziepiùsentito.

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Introduzione

� “La� nostra� terra� inghiottita�non�esiste�sotto�i�piedi,�nostra�patria�è�una�barca,�un�guscio�aperto.Potete�respingere,�non�riportare�indietro,�è�cenere�dispersa�la�partenza,�noi�siamo�solo�andata”�

(erri de lucA, 2005, P.34)

Milano è luogo di rifugio, polo di attrazione, di transito, dicircolazione,diresidenzaeavoltedinuovadispersionedituttal’ampiaumanitàche rientranellecategoriedi rifugiato, richie-denteasilo,detentoridivistidiprotezioneumanitaria,sussidia-riaoprotezioneinternazionaleo“ricorrenti”:categorieinclusive,comequelladelrifugiatochehaottenutolostatusdallacommis-sione territoriale; categorie temporaneeedeventualmentecon-vertibiliinvistidilavoro,comequelladichi“gode”diprotezioneumanitariaper6mesi;categorieliminalicomeirichiedentiori-correnti.Eaccantoaquesti,numerosisonogli“irreperibili”,colo-rochedopoaverepresentatoladomandadirichiedenteasilononsonopiùraggiungibili,chitornaallaclandestinitàochièinatte-sadiunaeventualeedemergenzialesanatoriapervistidilavorodopoildiniegodelriconoscimentodelbisognodiprotezione.

Nellavitaquotidiana,tuttequeste“categorie”vivonospessoinun’ampiazonagrigianellacittà,travulnerabilitàedipendenzadall’aiuto,tratentatividinascondersievolontàdiesserericono-

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sciuti, tramarginalitàdella stradae legami comunitari lontanieintimiassieme,trarelazionidiassistenzaefragilitentatividiautonomia.CiòchesidispiegaèunapluralitàdirifugiaMilano,un’eterogeneitàdicausedellafugaedimodalitàdi inserirsiedorientarsinellametropoli,ormaicroceviadi fugheglobali.Allostessotempo,ciòchecaratterizzalavitamilanesedeirichiedentièunaprofondaecontinuaambivalenzadiunafugachespessosiperpetua.

La città di Milano e la sua provincia attraggono infatti nonsolocompositiflussimigratorimainparticolarepersoneincercadiunrifugioperséoperlapropriafamigliainattesachelalorodomanda sia vagliata dalle commissioni territoriali preposte aquestoscopo.Nelpassatoquestoperiodopotevaprolungarsiperdueotreanni,mainseguitoairecenticambiamentilegislativisièparzialmenteridotto.

Lostatuselecondizionidivitadeirichiedentiasilo-espessoanchedicolorochedetengonounvistoumanitariotemporaneoolostatusveroepropriodirifugiato-rimangonoparticolarmentevulnerabili.Sulpianonazionale,daanni fortipressionisolleci-tanouna leggeorganica inmateriad’asilo,dicui l’Italia,unicopaeseinEuropa,ècarente.Percolmareunagravelacunacono-scitiva,sonostatiprodottiancheiprimirapportisurichiedenti(ICS2006).Nonostante ciò, si sa ancora troppopocodellepro-spettiveedellepercezionideirichiedentiasilo,dellelororisorseedell’eterogeneitàdellalorocondizioneedelloroinserimentonelcontestoitaliano.QuestoèunprimotentativodiguardareMilanodalpuntodivistadichisirifugia.

Conoscereericonoscerequestarealtànascosta,“sotterranea”,senonresavisibileneicontestidiprotestaperunacasaodiemer-genzaperlasicurezza,èallostessotempounmodoperparlareanchedinoi,diMilanoedell’Italia.Potremmodirecheirifugiatiparlanoanoiedinoi,equestoperdiverseragioni.

Introduzione

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Innanzitutto,perchéillorostatuslegaledipendedallenostrecategoriediriconoscimentoedainostrimodellidiospitalitàediasilo,cherimangono,nonostanteillentoadeguamentoallenor-mecomunitarie,privediunaleggeorganica.Questovuotolegi-slativosisituainuncontestodicrescentecontrazionealivellocomunitariodel riconoscimentodiasilo,con laprecarizzazionedellostatusdirifugiatoattraversoladiffusionedivistidiprote-zioneumanitariaosussidiaria,conlacontinua“produzione”dellaclandestinitànell’ambitodiemergenzecheraccontanopiùdellenostrepaureedelnostro“disorientamento”chedeirifugiatistes-si.

Riconoscere“loro”,chearrivanoperdiversefughedamolte-plicicontinenti,èallostessotempounridefinire“noi”comeco-munitànazionaledifrontealglobaleeallesuedinamichelocali:irifugiatiaMilanoraccontanodiunacittàcheèancheegiàgloba-le,inquantoconnessapropriodaquestipercorsiadaltriluoghi,acollassistatalinelCornod’Africa,arepressioneodisgregazionifamiliari,acrisipoliticheedecologichealtrove.

C’èunaMilanoetiope,eritrea,somala,kurda,cheperòdeveri-manereinqualchemodoaimarginionascosta.LafugadalCornod’Africa,dallaTurchia,lapartenzadidonneedisingoliscappatidaguerreorepressionesonopartediquelpiùampio”cosmopoli-tismodalbasso”,dilegamitransnazionalicheconnettonolareal-tàmilaneseadunaltrovechespessofapauraesemplicementenonsicomprende.Milanoospitagiàdiversediasporedelmondo,ègiàunriferimentocrucialedelleviedifugachearrivanodal-l’Africaodall’AsiaodaiBalcani,mastentaavolerloriconoscereeconoscere:un’ospitalitàrimossa,chenonaccoglierisorse,storieeanchecompetenzedichicercarifugio.

Ilprimoecrucialericonoscimentoèquelladella“vera”imma-ginedirifugiato:ilsuorispecchiarelenostrecostruzionecultura-li,primaancorachelegaliegiuridiche,sucomedebbaapparireun“vera”personainfuga.Sofferente,vittimaassolutaoeroetragico

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daaiutare:questediverseecontrastanti immagini stereotipatesonostatedefinitedurante la IIguerramondiale,costituisconoil nostro immaginario dell’esilio e dell’esiliato, ma rimangonomolto distanti dalle nuove guerre, dalla nuova geopolitica, dalnuovodis/ordineinternazionaleedallenuoveformedigestionedellaviolenza.L’immagineproiettatasuirichiedentiasiloèperciòsemprepiùantiteticaedambivalente:daunlatoincarnal’eroesofferente,dall’altro il potenziale impostore,poiché sfruttatoredeiprogrammipubblicidiassistenza,cheingannapropriol’ordi-nemoralecheilprimorichiama.Untruffatorechenonsiadeguaperciòaunamodalitàdiesprimerelasofferenzaeladipendenzaechequindifascattareilsospetto,l’ingannomorale,lasfiducia,elanecessitàdi“prove”peressereassistitoeprotetto.

Nell’immagineveicolatadei“rifugiati”sipresentadaunlatounaidealizzazioneetnocentricadicomedovrebbeessereunveroebuonrifugiato,dall’altrosidemonizzailpotenzialeimbroglionechesinascondedietroognidomandadiasilo:unaquestionediperformance,dicomportamentieproveappropriatedapresen-tareallacommissione,maanchenell’incontroistituzionalequo-tidiano.Inquestadicotomia,piùsiparladirifugiatoemenosiparladiuominiedonne:piùsivuoleedeve “riconoscere”,piùsidisconosceimponendopropriecategorievittimaliostigmatiz-zanti. Inoltre, più si sviluppano e diffondono nuove tecnologiedi“identificazione”,enuovetecnichedi“accoglienza”,ditratte-nimentoedicontenimentonellenuoveformedeicampi,menospaziosilasciaariconoscereuominiedonnechechiedonoaiuto.

Iltentativodicontenereirichiedentinelleregionidiorigine,l’esternalizzazionedeicampi“ditransito”inLibiaoinMarocco,l’abbandonodellastoricapraticadelnon-refoulement-perilqua-lenessunodovrebbe essere rispeditoalle frontieredei territoridovelasualibertàevitapotrebberoessereminacciati-sonotuttipartediunaprecarizzazioneeuropeadell’asilo,einItalia,diunasuaframmentazioneprimaancoradiaverraggiuntounqualche

Introduzione

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tipodicoerenzainleggeorganica.Allostessotempo,accantoalvuotolasciatodalleistituzioninell’affrontareilbisognodiprote-zioneerifugioquidanoi,numerosesonoinveceleassociazioni,igruppi,leretilocalichesisonomobilitateesonoattivequotidia-namentenelriconoscereeassistereirichiedenti,nell’ammetterequestafettadimondonell’identitàenellavitadellacittà.

Mairifugiaticontinuanoaparlaredinoiperaltrimotivicru-ciali.Milanosipresentaspessoalprimopostonelsistemadipro-tezionedeirichiedentiasiloperlestrutturepresentieperleasso-ciazionimobilitateallorofavore,mairichiedentisonoallostessotempocostrettiadormirespessosudiunapanchina,acercaredi lavorare innero, adipenderedall’assistenzapermangiare evestirsiinunarelazionediforteambivalenzaeasimmetria.Para-dossalmente,ilrifugioaMilanoassomigliaspessoadunanuovafuga,anuovedipendenze:leviolenzesubiteaMilanosonovissu-tecomeunariproduzionediquelledacuisièscappatidalpaese,doveilnonriconoscimentocomeuominiedonneconparidignitàcaratterizzaperciòunanuovafaseliminale.

Larealtàquotidianadimoltirichiedentiasiloèritmatainfattidaitempideidormitori,dellemense,dell’assistenzalegale,dal-la dipendenza da istituzioni, amici, parenti e conoscenti per lasopravvivenzaopercercaredigarantirsiunminimodistabilitàeintimitàall’internodellacittà.ParlandodelleloroprospettivesuquestediversedimensionidelvivereaMilano,illibroillustrail contestodiaccoglienza,attraversoun’indaginedei sistemidiospitalità,dellecapacitàistituzionalinelriconosceregli“altri”eilorobisogni,delsensodiappartenenzadellacittàedeisuoicam-biamentineltempo.Ascoltareiraccontideirichiedentiasilo,sof-fermarsisulmodoincuidescrivonolepropriecondizionidivitaelemicro-strategiequotidianeconcuicercanodiricostruireilsen-sodiséinquantosoggettiautonomi,apresquarcisuunaMilanochelanostraquotidianitàtendetroppospessoadignorare.

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Ipercorsideirichiedentieilmodoincuiraccontanolapro-priacondizioneevidenzianononsolo lavulnerabilitàsocialeepoliticadellacategoriasocialedi‘richiedentiasilo’elecondizio-nidiesclusioneincuiversano,maportanoallalucelerisorseeconomiche,socialiemoralimesseingioconell’esperienzadellamigrazioneforzata,leretisocialieitessutifamiliaricheinse-guitoallafugacercanodiricomporsiinun’arenatransnazionale,dove Milano e l’Italia costituiscono spesso soltanto località ditransitopiùomenotemporanee.

Seguirequestetraiettoriesignificaquindiriscoprireunapar-tediquestacittàediquestaItalia,unaparteintima,presenteespessosofferente:lenostreideediaiuto,chespessononvoglionoononriesconoaconoscereericonoscerechiarrivadalontano;larealtàeconomicasommersadellavoroinneroaMilano,dovevengono spesso assorbiti i richiedenti; i nostri spazi pubblici,comelaStazioneCentrale,“centrale”ineffettiperirichiedentiappenaapprodatiincittàperorientarsi,trovareamici, lavoro,informazioniodamangiare.

Se i richiedenti asilo vengono dal sud Italia verso Milanocomepolodiattrazioneocomeluogodoverendersiunpo’ in-visibilinel lorostatoliminalediattesa,essisidirigonospessoenuovamenteversoilsud,accantoa“clandestini”o“regolari”,a vendere braccia nella raccolta della nostra agricoltura. Nel2005, in un’indagine di MSF Italia il 2�.4% dei lavoratori im-piegati in agricoltura, per lopiù innero, era richiedenteasiloe il6.�%avevagiàottenuto lostatusdi rifugiato;nel2007, il72%deibracciantierano irregolari, inuntragittostagionaleeinuncircuitochepartedallaprovinciadiFoggiaperlaraccoltadelpomodoro,poiAndriaperlaraccoltadelleolive,AlcamoinSiciliaperlavendemmiadisettembre,poiPianadiGioiaTauroinCalabriaperlaraccoltadellearancefinoaprimavera.Lavoroinnerosottopagatoincondizioniancoraunavoltadirifugiomasenza“protezione”,accantoadaltrimigranticlandestiniorego-

Introduzione

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lari,incaseabbandonateopagandoperalloggidifortuna,conaltirischidicronicizzazionedimalattieperlecondizionidivitamaancheperirischiallasaluteacausadelcontattoconipesti-cidiutilizzati inagricoltura.Ilconfinequi,comeinmoltialtricontesti,tramigranteeconomicoerifugiatosiperdenellesimilieprecariecondizionidivita.

Questitentatividirifugio,spessoliminali,fallitiorespinti,ci raccontano anche di conflitti e di violenza altrove, parlanodeilegamistoricideiSuddelmondoconl’Italia,delmarechecihasempreconnessoconl’Africaecheoggidiventasemprepiùinvalicabile:2000mortiogniannostimatinelMediterraneoneltentativodiraggiungerci.Questoinuncontestodovechisimo-bilitaalsalvataggio,comenelcasodelpersonaledelpescherec-cioTunisinonel2007,rischiadiessereaccusatoearrestatoperfavoreggiamentodell’immigrazioneclandestinaaifinidilucro.Semprepiùspesso,quindi,accadechedeipeschereccisirifiutinodirisponderealsacroSOSlanciatoinmare.Oletantetestimo-nianzeditortura,violenzaearbitrioneicentriditransitoedirespingimentolibici,dovecomemoltepersoneinfugaraccon-tano“nessunociprotegge”1:laLibianonèfirmatariadellaCon-venzionediGinevraenonhaprocedurediasiloequindisembradiventareunbuonpartnernellapoliticadi contenimento ediesternalizzazionedell’asiloitaliano.

Etnografia�a�MilanoQuestolibroèilrisultatodiunacollaborazionefral’Assesso-

ratoallaPartecipazione,Pace,CooperazioneInternazionaledellaProvincia di Milano e un gruppo di antropologi culturali affe-rentialCREAM(CentroRicercheEtno-AntropologicheMilano)ealDipartimentodiScienzeUmaneperlaFormazione“RiccardoMassa”dell’UniversitàdiMilano-Bicocca.LaricercasullavitaepratichequotidianedirichiedentiasiloaMilanoèstatacondottaproprioinunperiodoincui laquestionerifugiatierichiedenti

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asilohaassuntonelterritoriomilaneseunaparticolarevisibilitàeattenzionepolitica,attraversoilcasodiVialeLecco.

Sepocosisa ingenere inItaliadeirifugiati,senonquandooccupanounostabileabbandonatoaTorinocomeamarzo2008,aRoma,oaMilanoogniinvernoconl’arrivodelfreddo,ancormenosappiamodicomelorostessivivono,pensanoesirelazionanoconlacittàdiMilano2.Oltrealnumerodi“rifugiati”dacontareelecategoriedistatusincuivengonoclassificati,nonsiriesceanda-re;spessoancheall’internodellestrutturecheaccolgonoechevivonoastrettocontattoconirichiedenti,sonodifficilileformediriconoscimentodellaeterogeneitàdeipercorsiebisogni.

Questolavorosibasasuunostudioetnografico,condottotragennaioenovembredel2006,voltoacogliere,attraversoquattrocasistudio,lepratiche,lepercezioni,ledinamiche,lesimilaritàel’eterogeneitàdeirichiedentiasilochepassanoevivonoaMi-lano.

Lemetodologied’indaginedell’etnografia(inquantopraticadiricercachesiconfronta inprimapersonacon icontestidivitaquotidiana)eglistrumentiteoricidell’antropologiaculturale(di-sciplina che quasi per definizione pone al centro le dimensionisoggettiveevissutedell’esperienzasocialeeculturale)sonostatichiamati in causaper elaborareunquadrodeimodidi abitaredeirichiedentiasilo,deicontestipoliticidacuiprovengonoeconcuisiconfrontano,delleretidisupportochesonoattiveo,perconverso,deicontestiedellesituazionidimarginalizzazioneediframmentazionedeilegamiidentitariinseguitoallafuga.

Propriolaraccoltadistoriedivitaedifuga,ilpartecipareacontestiedinamichediassistenzaol’accompagnareinostriin-terlocutorinei tragittiperMilanohapermessodiavvicinarsiapuntidivistaineditisudi loroe,allostessotempo,sullacittà.Questoperpartire,perunavolta,dalpuntodivistadegliattori,irichiedenti,edalla“loro”Milano,iloropercorsispesso“disorien-tati”nellametropoli.Eproprioinquestedinamichequotidiane,

Introduzione

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sarebbeimpossibilenontenerecontodellalororelazioneconleistituzioni,irappresentatidell’ordinepubblico,congliattoridel-l’assistenza,comepartidirettamentecoinvolteneldefinireeri-conoscereil“rifugiato”eil“richiedente”cheneldefinireilritmodellalorovitamilanese.Irichiedentisondefinitilegalmente,maanche e soprattutto attraverso atti quotidiani, pratiche sociali,contestiemergenzialievisibilitàmediaticainalcunicasi,omoltopiùspessodimenticatiincondizioniliminali.

Iquattroricercatorichehannocondottoquestaricerca–LucaCiabarri,MatteoArmelloni,BarbaraPinellieLorenzoD’Angelo-sonostatidifattolorostessi“accolti”,“ospitati”,avolteinvitatidairichiedentierifugiatistessi:èinevitabileragionarequindiapartiredallestoriedifugaversoMilano,maanchedentroedaMilano,sulruolodellanostraaccoglienzaedellanostraospitali-tà,tantopiùcheleistituzionistesseoleassociazionesonoiprimirappresentatidell’Italiaincontratidairichiedentistessi.Centraleinquestocontestoèstatoilruolodi“ospitalità”svoltodalNaga-Har,un’associazionedivolontariatochedaannisidedicaall’assi-stenzadeirichiedentiasiloaMilano.

L’indaginehadovutoquindiaffrontare le formedicontrolloediviolenzaquotidianasubitadagliaspirantiall’asilopolitico,unacategoriasocialechedalpuntodivistasocio-economicori-maneincondizionidiforteesclusione.Propriopersalvaguardarel’identitàdeinostri“informatori”,abbiamoutilizzatosigleinizialionomisostitutivi,questoanchenelcasodilavoratoriovolontarideicontestidiassistenza.

UnaMilanoquindivistadalpuntodivistadellapanchinaodeldormitoriodeirichiedenti,chevifancasatemporaneaedovein-contranoaltrecategorievulnerabiliespessoautoctonedellavitadistrada.Un’otticatesaquindiamettereafuococomelacittàsiavissutadachicisiperdeperchéappenaarrivatoeconpochiappigli,allaricercadiunpasto,unqualchelavoroesoprattutto

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qualchelegameeintimità;maanchecomelacittàcambiaapar-tiredallecomunitàtransnazionaliedinfugachequitrovanounancoraggio.

Lerelazionielecondizionidivulnerabilitàdeirichiedentinel-lacittàmilanesenonsonoperòsemplicideficit,falledelleistitu-zioniomancanzadi responsabilitàpolitica. I richiedenti, comeimigranti ingenere,vivonoquotidianamente ladiscrezionalitàdelleistituzioniacuiessidevonofareriferimentoconfileconti-nueinQuestura,icontrollielecontinueidentificazioniperstradaconilrischiodiesserecondottierinchiusiinunCentrodiPerma-nenzaTemporanea,diesserederubatidinottesudiunapanchinamentre si dorme o di essere divisi dalla propria famiglia nellestrutturediaccoglienza.

Questa discrezionalità e queste forme di discriminazione sipresentanoinrealtàcomeunaperformanceistituzionale,unpre-sentarel’Italiae ilmodoincuièpossibileeventualmenteinse-rirsi,unapoliticaconampispazidinon-politica,diambivalen-zanell’applicareleleggielecircolari,neldiscriminarechiègiàdebole,nellosfruttaresullavorochièinattesadiun“visto”.Ladiscrezionalitàdelleistituzioni,oltrecheperformativainquantometteinscenaunrapportodiviolenzaeoffesaresolegittimoespessostrutturale,èanche“formativa”:èattraversandoquestanon-ospitalitàselettiva,questicontinuitentatividicontrolloedirespingimento,questodoveressereassistitimaallostessotem-pononpoterviverediassistenza,checisi“forma”all’Italia:si“costruiscono”,oltrepassandoquesteproveequestospaziolimi-nale, i rifugiati come “ospitati”dall’Italia.Questoperplasmareunostranieroaccettabile,proprioattraversolaquotidianitàdel-lerelazionie leperformance istituzionalichemanifestanonel-le pratiche questa totale dipendenza e la potenziale esclusioneacuisièsempresoggetti.Inquestaottica,lecontinueespessoinconcludentifile inQuestura, icontinuicavilliburocraticichefanno “rimbalzare” i richiedenti tra molteplici istituzioni per idocumentinecessariperessereidentificatioperlavorare,icon-

Introduzione

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trolliperstradadovesièobbligatiavivereseppur“protetti”ola dipendenza dal lavoro in nero, non sono semplicemente deiripieghi,madinamichestrutturalidellemodalitàdi“accogliere”eintegraree,allostessotempo,unpresentarealmigranteun’im-maginedell’Italiaacuiadeguarsi.

LanecessitàditornaredaMilanoaCrotone,senzasoldipermodificareunadenominazionediunvisto,laperditadidocumen-tiolarichiestacentellinatadivoltainvoltadinuovidocumentinecessari,l’impossibilitàdiespatriaredopoancheannidiattesainvistadellaconvocazioneallaCommissione,l’esserel’obiettivodelle forzedell’ordineproprioperchénonsihaalternativaallostareovivereperstrada,sonotuttielementilegittimatiinItaliaperquestecategoriediumanità,dinamiche indirettamente for-mative,costruttive,cheesprimonounarelazionesimbolicavolu-tamenteasimmetrica.

Comelacasualitàconcuisipuòdeterminareiltrattenimentool’espulsione,lacasualitànellapossibilitàdipresentarelastes-sadomandadiasiloafrontediunacrescenteossessioneperlasicurezza.

Segliuominirichiedentisiformanoall’Italia“perstrada”,ledonne,eventualmenteconfigli,si formanoesi“educano”nellecomunitàdiaccoglienza;ambeduelecategoriedigenereoscillanoinunatensionecontinuatralaspintaadiventareautonomielariproduzionestrutturaledelladipendenzaedelladiscrezionalitàsuampiefascedellapropriavita.

Ancheirifugiati,nonostanteilnumeroirrisoriodiriconosci-mentiaccordatiannualmente,rientranonegliultimianniapienotitolo nelle ondate emergenziali che “invadono” le nostre città.Milanosièaccorta,seppurtemporaneamenteestagionalmentedurantel’inverno,diessereunacittàdirifugiatiproprioinsegui-toalleoccupazionieleprotestedialcunecomunitàdipersoneinfugadalCornod’Africa,chehannovolutamentepoliticizzatolelororichieste:unacasa,un’accoglienza,usciredallastrada.Ma

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questomostracomelastessaemergenza“rifugiati”,mediatizzataeurlataperpoiesseredimenticatavelocemente,èstrutturaleestrutturantedellemodalitàconcuiconcepiamoirifugiati:vitti-meassolute,chechiedonoquindiunaiutopensatocomeneutrooeducativomaallostessotempoipiùgrandi“imbroglioni”.

Daun lato, i rifugiati sipresentanocomesimbolouniversa-le, ma così generale da rendere impossibile un riconoscimentosingolare, storico, politico: essi sono talmente “vittime” da le-gittimareogniformadiaiuto,anchequellachesifaspersonaliz-zante o infantilizzante. All’opposto speculare, essi sono latentiimbroglioniperchétralefiladeirichiedentisinasconderebberotanti falsi rifugiati che vorrebbe ottenere proprio lo status piùambitoounodeipochipossibiliapartiredacerticontestidifuga,perché,all’internodellesemprepiùfragili formedi ingresso inItalia,èquellochepiùsiavvicinaallostatusdicittadino.Edèinevitabilechesipresentino“falsi”richiedenticheinrealtàsonoincercadilavoroosonoinfugadadisastrieconomicideipaesidiprovenienzacomeall’opposto,moltepersoneinfugaeincercadirifugiosonoriuscitiastarenellacittàunicamentetraducendosiinmigrantiregolarioclandestini.

Nel corso del lavoro sono emerse alcune dinamiche centra-li nel modo di arrivare, abitare e rifugiarsi a Milano. Innanzi-tutto,laprofondaeterogeneitàdeipercorsi,degliadattamentiedeicircuiticheportanoaMilano:siarrivaaMilanoperchéc’èla“comunità”,comenelcasodekurdi,oproprioperchénonc’è,comeneipercorsididonnechehannopersoinnanzituttoilegamisocialiefamiliari,onelcasodichiscappanonsolodalpaesemaanchedallapropriacomunitàperquestionipolitiche.Questaete-rogeneitàimponequindidiconoscereericonosceremaggiormen-teladiversitàdeipercorsiedellesoggettivitàelerisorsecheirichiedentiportanoconsé.Lestesseformediriconoscimentodeirichiedentineiterminidi“comunitànazionali”operatedalleisti-tuzionisirivelanospessoincapacidileggerelastessaframmen-

Introduzione

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tazionecomunitariaoilcollassostatalecheèspessoall’originedella fuga. Il linguaggiodellepolitiche socialimanifesta spessounmulticulturalismocheslittasemprepiùnelculturalismo,rei-ficando l’alterità dell’altro in omogeneizzanti forme stereotipe,etichetteappunto“culturali”ecomunitarieapropriousoecon-sumo.Inoltre,seirifugiativengonospessocompresiincategorie“comunitariste”,semprepiùdinamicheportanoadindividualiz-zarelalorofuga,depoliticizzandolaeriducendolaadunaquestio-nedi“gestione”delrifugio.

Insecondoluogo,notiamounafortetensionetraunavulne-rabilitàeunaprecarietàstrutturalenellavitamilanesedialcunefascedirichiedentielacontinuaricercadinuovilegami“perso-nali”,intimi,quandospessol’intimità,ilpersonaleeilsocialeèstatofrantumatonelpaesediorigineeanchenellungotransitoversol’Italia-Milano.Questoaspettoèconnessoall’ambivalenzatraladipendenzaastrutturediassistenzaperipasti,unletto,unvestitoounmedico,eiltentativodiricostruireunsensoeunospaziodiautonomia,diaffetti,diriconoscimentoumanoinunacittàaliena,tantopiùdopofughetraumatiche.Sel’assistenzaèspessoeinevitabilmentepercepitacomespersonalizzante,comeunaformadiaiutoancheimposta,unadelleesigenzeprincipalièquellodiricostruireunospaziodiautonomia,unastimadisé,unosforzocontinuodidipenderesulleproprieforzee,avolte,undovereludereomanipolarel’assistenzastessa.

In terzo luogo, vi è una tensione continua tra la necessitàdiesserelocalizzatielacontemporaneanecessitàdimobilità:sel’assistenza,leCommissioniterritoriali,laQuesturainduconoastareedinsediarsiaMilano,lanecessitàdilavorareportaami-grarenelsudItalia,oamuoversiinItaliaperriallacciarepreziosi,ancorchérariavolte,rapportipersonali,familiariocomunitari,osemplicementeperunpostoinunalloggio.Questatensioneèallabaseanchedellealtepercentualidi “irreperibili”,dirichiedenti

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dicuisiperdetraccianelmomentodellaconvocazionepressolaCommissione,unaambivalenzacherimanecentraleneldetermi-narel’incontrodifficileespessocontraddittoriofrairichiedentieleistituzioni,traidealeformativodell’assistenzaelavitapraticaeleproblematichedivulnerabilitàquotidianaapartiredaMila-no.Traildoverstareeildoversispostare,siperpetuaspessoil“nonsaperdoveandare”,inunprocessochehaunafortesimi-laritàcon ledinamichedell’aiutoumanitarioadei rifugiatineicontestidelsuddelmondo.

Inultimo,edinsintesi,ècentralel’ambivalenzatraessereog-getti di aiuto, di controllo, di status e il tentativo curciale, agliocchideirichiedenti,diesserericonosciuticomesoggetti,incarneossaeconrisorseproprie,donneeuominiconlelorospecificitàculturali, politiche, religiose e storiche. E questo emerge non acaso,dalleprimemanifestazionipolitichedeirichiedentinegliul-timianniaMilano:depoliticizzaticomeproblemadiordinepub-blico,glistessirichiedenti,rifugiati,“umanitari”divaricontestidelCornod’Africa,hannorivendicatoinveceladimensioneanchepoliticadellaloropresenzaaMilano,masenzacasaeprotezione.

Emergenza�e�assistenzaIrifugiatierichiedentiriflettonolenostrecategorie,lenostre

proiezioniepureilnostropassatodimigrazioneediesilio:comeabbiamovisto,daunlatoessisonoassorbitiall’internodiunpa-radigmavittimaleinquantovittimeuniversalioppurestigmatiz-zatiinquantopotenzialitruffatorioiconediunapresuntaepiùampiainvasionedalSuddelmondo;inambedueicasi,essisonodimenticaticomesoggettistoricieposizionati.Essiriflettonoainostriocchialtrerealtàdigestionedellaviolenza,diframmen-tazionenazionale,dipulizieetniche,didecadimentiecologici–esemprepiùsiparleràdi“rifugiatiambientali”-chehannodifattocambiatolarealtàdichiscapparispettoall’idealedimezzosecolofasucuisièfondatol’ACNUR�.

Introduzione

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Sesiriconosconoirifugiatioggi,losifainnomediunacomu-nitàdistinta,omogeneaemaiinriferimentoadsoggettopartico-lare:ilruoloèdepoliticizzato,toltodallastoriaedaltentativodicomprenderequeiconflittiparticolarielenuoveguerreattornoanoio incuinoi stessi siamo imbricati.Lafiguradei rifugiatirimanenelcontestomilanesecontemporaneofortementedefinitadall’emergenza,chesipresentaquindicomestrutturanteefor-mativadiciòcheunrifugiatoèo,soprattutto,dovrebbeessere.

L’assistenza stessa diventa il cuore di questa ambivalenza.Aiutoall’altroinquantovittima,manonriconoscimentodell’al-tro in quanto uomo o donna in fuga, con mancanze ma ancherisorse,contraumimaancheappartenenzeculturali.

Daquiquelledinamichediinfantilizzazionespessopercepitenell’incontroconlerealtàdell’assistenzadapartedeirichiedenti,lacostruzionediunasfiduciareciprocatrachiaiutaechièaiu-tatooicasidimanipolazionereciprocadell’aiutostesso.Sipre-sentaunatensionecontinuatradipendenzaassoluta,anchenelmododiessererappresentatienelladefinizionedeipropribisognielaricercadiunaminimaautonomianellafuga.Questoaspettoèancorapiùevidenteneipercorsididonnenonostanteilterminerifugiatosiaperlopiù,eimplicitamente,declinatoalmaschile:donneinseriteneicentridiassistenzainunprogettopedagogi-copiùampio,unprogettoformativodeldiventaredonneema-drimoderne,inrelazioneadun’assistenzachesipresentaunpo’come“unagrandeMadre”.Mal’incontroconaltredonneemadriinfugarivelalamatriceculturaledellemodalitàdipensarefami-glia,figli,educazioneeilcontestopoconeutroespessoetnocen-tricoincuiavvienel’accoglienza.Inoltre,ilpercorsodellafugaèspessounpercorsodigenerecheimplicaframmentazionifami-liariprecedenti,laseparazionedeinucleifamiliarinellafuga,oinseguito,aMilano;anzichécomunitàdisupporto,siritrovanoretisocialideboliaccompagnatedallacostruzionedinuovilegamitradonnerichiedentichetrascendonoleappartenenzecomunitarie

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allaricercadiunaminimaintimitàafrontedellacontinuaperce-zionedivulnerabilità.

Riteniamocheprendereattodiquestestoriemolteplici,rico-noscerleevalorizzarlesiaunpassofondamentaleperripensareiservizieirapportidiassistenzadifronteadunmondochecam-biaeadunaMilanogiàtrasformata.Primadidiscutereecostrui-re nuove politiche d’accoglienza occorre insomma uscire dallecategorieastratte–rifugiati, richiedenti,donne–chepopolanol’immaginarioeidiscorsicomuni,perriconoscereedarespazioamotivazioni,contestiebisognieffettivi.

Tra�fuga�continua�e�comunità�“milanesi”Ilmondodeirifugiatiedeirichiedentiècosìampioedetero-

geneocheèdifficileparlarealsingolare,senonperlecategorieamministrativeincuivengonoomologati/e.Attraversovariemo-dalità di inserimento, circuiti e strategie, essi rappresentano ilglobaleinnestatoaMilanoeunaMilanogià“integrata”inlogichedimobilitàedirifugio.Icasichepresentiamoquimostranotantounafugacontinua,unavulnerabilitàriprodottainformanuovanelrifugio,quantolegamicomunitaririattivatieduninserimen-toneltessutolavorativoesocialecittadino;mostranoipercorsitantodiuominisoliquantodidonneefamiglieeilloroincontroconl’assistenza.

Nei primi due capitoli presentiamo una breve introduzionestoricadellacostruzionedell’asiloinItaliaeun’analisidellaco-struzionedelrifugiatoedellemaggioridinamichediincontroconl’assistenzanell’ambitomilanese.Questoèconnessoalcontestolegislativoitalianoeallesueconseguenzepratichesullavitadeirichiedenti: lapresenzadiunavastazonad’ombraperlaman-canzadiunaleggeorganica,leconseguenzedelrecentecambia-mentodellenormativeapplicateai richiedentiealcune logichesottostanti al restringimento della pratica di asilo. In secondoluogo,evidenziamolacentralitàchehaassuntoMilanonell’ul-

Introduzione

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timodecenniocomepolodiattrazioneperrichiedentiasiloelaconseguentepoliticizzazionechelafiguradelrichiedentehaas-suntonellasferapubblicaitaliana.

Nel terzocapitolo introduciamo lemodalità in cuiMilanoèabitatadairichiedenti,soprattuttoapartiredacolorochedipen-dono dalle mense e dai dormitori, dalle panchine o dalle asso-ciazionidiassistenzaediaiuto. Il titolodelcapitolo– “AbitareaMilano”–giàsottolineal’importanzacentraledellaquestione“alloggio”:laricercadiunluogodovestaresicaratterizzacomeunapreoccupazionequotidianaebasedellasituazionedimargi-nalitàincuiirichiedentipermangonoalungoecheperpetuanoparadossalmenteilsentimentodifugaepersecuzionenelconte-stodiaccoglienza.

Inrelazionesempreall’abitareMilano,ilquartocapitoloaf-frontalaquestionedell’asilopoliticodaunpuntodivistaesclusi-vamentefemminile.Lacategoriadirifugiatoèinfattitroppospes-soconcepitaimplicitamentealmaschile,quandoinvecelestoriedifugasonoanchestoriealfemminileostoriedidisgregazioneetentativodiricongiungimentofamiliare.Inquestocontesto,lerelazioni con i servizi di assistenza e la particolare condizionedidifficoltàcheledonneincontranoneiloropercorsi,inquantomogliemadri,sonoparticolarmenteimportanti.

Due studi invece su contesti collettivi e di “comunità” sonopoipresiinesamenelquintoenelsestocapitolo,tenendosem-precontodell’eterogeneitàedellacomplessitàchesinascondonodietroiltermineastrattodi“comunità”.Ilprimocaso,mostraleconnessioni tra generazioni di rifugiati kurdi a Milano, dove illegamecomunitarioe identitariooperadacollanteedaretediassistenzaeauto-aiutoprincipaleesiconnetteallostessotempoalegamitransazionalikurdinelcontestoeuropeo.

Aquestoseguel’analisidelladislocazionedalCornod’Africaverso Milano (eritrei, sudanesi, etiopi, somali) che negli ultimiannihannoportatoallaluce“stagionalmente”laquestionedeiri-

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fugiatialpubblicoeallastampa,proprioperchéattoridimanife-stazionieoccupazioniinambitocittadino.Dasemplicisquatter,hannorivendicatoun’identitàpoliticaall’internodellanostra,eallostessotempoloro,sferapubblica.

MAuro vAn Aken

Note�di�fine�capitolo

1www.storiemigranti.it2L’ultimaoccupazioneèavvenutaafineinverno2008,quandol’exscaloferro-

viariodiPiazzaleLodièstatooccupatodarichiedentierifugiatidelCornod’Africa,“sanati”poiattraversol’utilizzodelvistoumanitariocheescludelostatusdirifu-giatomarendepossibilelatraduzioneinvistodilavoro.

�AltoCommissariatodelleNazioniUniteperiRifugiati.

Capitolo�I

BREVE�STORIA�DELL’ASILO�TRA�

PROTEZIONE�E�REPULSIONE

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1.1.�I�primi�flussi�di�richiedenti�asiloLastoriadeirichiedentiasilopoliticoèunpercorsodaicon-

torniassaisfumatiedincerti.Dasemprevisonoindividuichesispostanodalproprio luogodinascitapersfuggireallepersecu-zioni,allafameoallaguerra:qualsiasipuntostoricosidecidadiindividuarecomeinizioèinevitabilmentefrutto,inparte,diun“arbitrio”:

(…)lastoriadell’esilio,dell’asilo,delrifugiopermotivipoliti-ci,religiosioetnicièanticaquantoilconcettodistatoedisovra-nitàterritorialeefindaitempidegliassirisitrovanospecificheleggi in merito. Fin dall’antichità infatti, l’esilio e la fuga sonostate sia una forma di repressione, sia una forma di dissenso;perconversoconcederel’asiloeraancheunmodoperribadirelapropriasovranitàterritoriale(Travi,1997,15).

Tuttavia,seprendiamoinconsiderazioneilsignificatocontem-poraneodiasilopoliticoedirifugiato,accogliendol’opinionepre-valentenellaletteraturascientificainmerito,possiamoindicaregliannisuccessivial1848comeilperiododimaturazioneditaleconcetto.Daquestadatainpoi,comeindicazionedimassima,irifugiatisonopercepiti inmododiversodalleautoritàpoliticheedessistessisivannoacollocareadundifferente livellonellasocietàd’accoglienza:

Dopoil1848muta[anche]l’etimologia:ilconcettodiesilioèanticoquantolaciviltàoccidentale,mafinoall’ottocentolaparo-la“rifugiato”serveaindicareprevalentementeiprotestantimes-sialbandodallaFranciadel17secolo […] Il1848rappresentacomunqueunpuntodisvoltanell’etimologiadell’esilio,inquantooramutalagenealogiadicolorochesonomessialbando[…]tutticostoro sono per lo più poveri e nei paesi d’accoglienza si me-scolanoconlaclasseoperaia;moltisonostatimembriattivideisindacatiedeigruppisocialisti(Sassen,1999,44-45).

Brevestoriadell’asilotraprotezioneerepulsione

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Lafiguradelrifugiato,quindi,cambiaradicalmente:essacom-prenderànonpiùsolol’intellettualedibuonlivelloeconomicoesociale,maancheilmilitantepoliticodi“base”chefuggesenzaalcunapossibilitàeconomica.

Un altro punto di non ritorno nella costruzione della figuradelrichiedenteasiloèsicuramenteil1880,quandounasecondagrandeondatadiesulipermotivipoliticisegneràl’Europainpro-fondità.Ancheinquestocaso,lascansionetemporaleèpiùsim-bolicachereale.Tuttavia,essacostituisceilprecipitatostoricodiduefenomenidimassa:lafugadegliebreidallaRussiazaristadaunlatoelafugadaiconflittideiBalcanidall’altro:

Intornoal1880siapreunnuovocapitolodellastoriadell’emi-grazione.E’lastoriadeigrandiflussidirifugiaticheattraversanoilnostrosecolo:daallorainpoifugaedemigrazionesiincrocianosemprepiùspessofinoquasiaconfondersi.(Sassen,1999,77).

Siconsolidacosìilprocessocheavevamossoisuoiprimipassiapartiredal1848:lafugadivienedimassaecoinvolgenonpiùsololeeliteculturaliopolitiche,bensìampistratidellasocietà.IconfiniegliStatinazionali,inquestafase,assumonosemprepiùlafisionomiachelicaratterizzaoggi.Essismettonodiconsideraregliesulicomeininfluentirispettoalledinamichepoliticheinter-ne,rappresentandoli,alcontrario,come“nemicipotenziali”.Gliesiliatisemprepiùspessosimescolanoallaclassi“pericolose”e,alcontempo,vengonomarcaticomeportatoridiquella“diversitàetnico/culturale”controlaqualeinascentiStatinazionalistannoaffannosamentecombattendo.

Sedurante ilperiododell’economiamercantile – tra il 1500eil1800–glispostamentidegliimmigratieranovisticomeunaricchezzaperlesocietàd’accoglienza,oralasituazionemutara-dicalmente.Inprecedenza,infatti,lepolitichedichiusuraeranofinalizzate a impedire imovimenti d’uscita e a facilitarequellid’entratadellepopolazioni.Conl’affermarsidell’economiacapi-

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talistaedellostatonazionale,invece,leautoritàritengonolamo-bilitàdelledonneedegliuominiunpericoloall’ordineesistente,capacedisovvertireilcontrollosulcorposocialeeildisciplina-mentodella forza lavoro.Talepoliticadiesclusioneecontrollosistrutturacompiutamentenelperiododelprimoconflittomon-diale.

1.2.�Il�rifugio�politicoe�la�prima�guerra�mondialeIl primo conflitto mondiale vede lo spostamento di enorme

flussidiuominiedonneche,perfuggiredagliorroridellaguerra,cercanorifugioinluoghiritenutipiùsicuri.Nellanuovasituazio-netuttavia,essinonpossonopiùspostarsiliberamentecomeinprecedenza:nonesistonopiùineffettispazipoliticamentevuo-ti.ConlafinedegliImperiloStato–nazionesièaffermatoquasiovunqueesipresupponechetuttelepersonesianodi“proprietà”diunaqualcheautoritàstatale.L’attraversamentodellefrontieredivieneun’azionegiuridicamentecomplessa,senonimpossibile.Lalegittimitàdiunasimileimpresaeraquasisemprenegatadalleistituzioni,lequalicostringevanoglisfollatiaincredibili“pere-grinazioni”:

Lostatonazionale,incapacedifornireunaleggeperchiave-vapersolaprotezionediognigoverno,demandòl’interafaccen-daallapolizia.Eralaprimavoltachenell’Europaoccidentalelapoliziavenivaautorizzataadagirepercontoproprio,adisporredirettamentedellepersone;inunasferadellavitapubblicaessanonerapiù lo strumentoper imporre l’osservanzadella legge,maun’autoritàindipendentedalgoverno[…]Deportavaclande-stinamentegliapolidiespulsineipaesilimitrofi,colrisultatochequestiglirendevanolapariglia.(Arendt2004,�99)

Conilprimoconflitto,quindi,leautoritànazionalisiconsoli-danoeperirifugiatinoncisonopiùspaziliberi:

Brevestoriadell’asilotraprotezioneerepulsione

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Ilconcettodistranieroassumeunsignificatodeltuttonuovo,poichéillegamecreatositrasovranitàstataleenazionalismotra-sformalostranieroin“outsider”:lostato,negandoidiritticiviliairifugiati,negalorol’appartenenzaallasocietànazionale.Ancheinpassatoeranoconsiderati“outsider”,masoloinquantoindivi-duiintransitoovagabondi,mentrenel20°secolosonoconside-ratigruppoaparte,eoralostatohailpotereelalegittimazioneistituzionaleperescluderlidallasocietàcivile.Ciòchecaratteriz-zal’Europanelprimoquartodelnostrosecoloèpertanto,daunlato, ilcostituirsidimassedirifugiatie,dall’altro, l’interventodellostatoneldefinirlienelcontrollarli(Sassen,1999,78).

Imovimentimigratorisonorealmenteimponentiesonoper-cepiticomeunaminacciad’ordinepubblicoesociale.LaSocietàdelleNazioni,perovviareaquestoproblema,decide,nel1920,di nominare F. Nansen4 primo alto commissario per i rifugiati.Ilsuocompitospecificononeradi“risolvere”laquestionedeglisfollatima,piùinparticolare,dipermettereilritornoinpatriadeiprigionieritrattenutisulsuolosovietico.L’annoseguenteeglifuincaricatodiaffrontarelaquestionedegliesulirussichefug-givanodallarivoluzionebolscevica.Ilcentrodellaquestione,cheapparivairrisolvibile,eracheaquestisoggettinonvenivadatalapossibilitàdiattraversareiconfinidegliStati:quest’ultiminonvolevanochemigliaiadiuominivarcasserolafrontierasprovvistidi“regolari”documentidiviaggio.Nansendecisedi“creare”deidocumenti,dettipassaportiNansen,perovviareaquestoosta-colo.

Aseguitodelsuccessodiquesteoperazioni,lequalivalseroaF.Nansennel1922ilPremioNobelperlaPace,laSocietàdelleNazionidecisediindividuarei“pianidiaiutoNansen”comere-golaretecnicadigestionedegliesulidaiconflitti.Gliinterventi,adifferenzadelmodusoperandi successivamenteconsolidatosiconl’adozionedellaconvenzionediGinevranel1951,sirivolge-vanonongiàairifugiatiindividualima,piuttosto,agruppi“etni-

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co/nazionali”consideratinellalorototalità.Possiamoanticiparechesimileorizzontediverràunacostante,unelementoessenzialedellepolitichediinterventonelsettoredell’“aiuto”airifugiati.

Neglianniseguenti,laSocietàdelleNazioniistituìunaseriediorganismiperaffrontareinuovimovimentidirifugiati.Ognivoltafudefinitaunaspecificacategoriadipersone,ingeneregruppiet-nici,cheavevanodirittoall’assistenza:assiri,turchi,greci,armeni,spagnoli,ebreitedeschieaustriaciecc.(Travi,1997,19).

Questalogicadigestionedeiflussi,tuttavia,dimostròbenprestoisuoilimiti,soprattuttoapartiredalcasodelletensionitraTurchiaeGrecia.Di fronteall’espulsionedimigliaiadigrecidecisadalleautoritàturche,F.Nansen,incaricatodirisolverelaquestione,pro-poseeattuòunpianodiveroeproprio“scambio”dipopolazionitraleparticoinvolte:oltreunmilionedigrecifurono“barattati”incambiodimezzomilionediturchi.Gliesitifurono,eufemisti-camente,problematici.Questotuttavianondeterminòuncambioradicalediparadigmanell’affrontarelequestionilegateairifugiati(cfr.Buttino,2001;un’impostazioneassaisimileèstataripropostanegliultimianniconilconflittoinBosnia).Conilprimoconflittomondialesiconsolidaunostrumento“tecnico”perlagestionedeirifugiatichedaallora,edoggipiùchemai,caratterizzeràinprofon-ditàilsettorechestiamoanalizzando:ilcampoprofughi.

Lasuagenealogiaaffondaleradicinelperiodocolonialecomestrumentoessenzialmentemilitare.IlprimocampoappareaCubanel1896efucostruitodagliSpagnoliinuncontestodiinsurrezionegeneralizzatama,cosìcomenelcorsodelsecondogrande“momen-tostorico”chevedelapresenzadicampi,ovverolaguerratraboerieinglesi,lagiustificazioneadottatadalleautoritàèquelladitutela-relepopolazionicivilidagliscontriarmatitraesercitoeinsorti.

IlfenomenosiriproponepoinellaNamibiadel1904occupa-tadaitedeschi, iqualideciserol’internamento,sempreascopo“protettivo”,dimigliaiadiherero5.Ilfattocheintuttietreicasiildecessodegliinternati-protettifosselaconseguenzaprincipaleditalesistemalasciavaleautoritàcolonialisostanzialmenteindif-

Brevestoriadell’asilotraprotezioneerepulsione

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ferenti.QuestaformaorganizzativariemergeràinEuropaconlaprimaguerramondiale,“accogliendo”lamaggioranzadeglisfol-latichevagavanoper ilvecchiocontinentesenzaaveriesenzadocumenti.

Ilcampoprofughi,conilsuocaricodisignificatisimbolici,nonabbandoneràmaipiù lepolitiched’aiutoecontrollodegli esulipolitici.Potremmoaffermarecheinquestoperiodostoricovièilpassaggioperlaprimavoltadella“tecnicacampo”dall’ambitopiùimmediatamentemilitare,propriadelperiodocoloniale,alsettorepiùampiamentecivile,dell’assistenzaedell’aiuto.Lalogicapro-fondache sostiene simile “slittamento” risiedenellapercezionediunaporzionedellapopolazionecomeun“soprannumero”,chedeveessereri–collocatoeri–confinatoentrounospaziodotatodialtadensitàedicontrollo.Partendodaqui,forse,possiamocom-prenderelacentralitàdeiCentridiPermanenzaTemporaneanellepolitichecheoggiambisconoa“controllare”iflussimigratori.

1.3.�I�rifugiati�politicie�il�Secondo�conflitto�mondialeLasalitaalpoteredelregimenazistacrealaprimagrandeon-

datadiesiliatidopolaprimaguerramondiale.Migliaiadiebrei,sottopostiaferocidiscriminazioniinpatria,decidonodifuggire,sperando inutilmente inunaiuto internazionale.Gliunicicon-tributi“logistici”provengonodalleassociazioniebraicheprivate.ÈverochelaSocietàdelleNazioni,comeinpassato,nominaunAltoCommissarioperaffrontarelaquestione,JamesMcDonald,tuttaviaeglisidevescontrareconl’ostilitàdeigovernieuropei,contrariadognilorocoinvolgimentodiretto:

Nel19��,ledecinedimigliaiadipersonechefuggironopreci-pitosamentedallaGermania,temendodiessereperseguitatipermotivirazzialiopolitici,sidiresserosoprattuttoversolaFrancia,l’Austria,laCecoslovacchiaelaSvizzera.Difrontealmassiccioafflussodiprofughineipaesiconfinanti, laSocietàdelleNazio-

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ni nominò un Alto Commissario per i Profughi dalla Germania[…]dall’altrolatolamaggiorpartedeigovernivaròalcontemponormesemprepiùrestrittiveriguardoallapossibilitàdiingresso,di soggiorno, di lavoro e di libertà di espressione. Per protestacontroquestapoliticadichiusuraJamesMcDonaldsidimisenel19�5(Travi,1997,21).

L’operazione,neifatti, fallisce, lasciandogliesulial lorode-stino.Lafinedelsecondoconflittomondiale,comeimmaginabile,lasciadietrodisédevastazionidienormeportatae,insiemeadesse,unaenormeschieradisfollati.Ilfenomenononpuòpiùes-sereaffrontato,comeinveceavvenivanelpassato,conoperazioniadhocsenzaunaspecificaistituzionedi“supporto”.LapoliticadinominareAltiCommissaridotatidi competenzemomentaneeeconriferimentounicamenteasingoleproblematichevieneconsi-deratasuperata,ancheallalucedelcasoMcDonald.

Sioptaquindiperl’istituzionediunastrutturadotatadimag-giorpeso.L’IRO(OrganizzazioneInternazionaleperiRifugiati)èfondatanel1946conmandatofinoal1950,tuttaviaunaveraepropriapoliticaperirifugiati,cosìcomevieneintesaatutt’oggi,ècollegatasoloallanascitadell’ACNUR,cheavvieneil14dicembredel1950.Igovernieuropei,insiemeallafragilitàorganizzativa,percepisconoanchelafragilitàdella“condizionegiuridica”delri-chiedenteasilopolitico.Per tentaredidaremaggiore soliditàaquestafiguravieneredattail28lugliodel1951laConvenzionediGinevra:

allafinedellasecondaguerramondiale,[quando]milionidipersonesradicatepreseroavagabondare senzametaeaffamatepercittàecampagnedevastate[…].Inunafflatodi commiserazione e di umanesimo, e nella speranza chetali atroci sofferenze potessero essere evitate nel futuro,diversenazionisiconvocarononellacittàsvizzeradiGine-vraecodificaronodeiprincipiinternazionalivincolantisul

Brevestoriadell’asilotraprotezioneerepulsione

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trattamentodeirifugiatiesugliobblighideglistatineiloroconfronti6.

1.4. La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo PrimadianalizzarelaConvenzionediGinevrariteniamoin-

dispensabile descriverne le sue “premesse” teoriche, ovvero ilcontestochehadato“forma”alsuo impiantoeallasua ispira-zioneideale.InquestadirezionenonpossiamononconsiderarelacentralitàdellaDichiarazioneUniversaledeiDirittidell’Uomoufficialmentepromulgatail10dicembre1948.

Lasuaportatapuòesserecompresaafondosesiconsideracheessarappresentaunaconcretizzazione,ancheseparziale,diunotraipiùgrandidibattiticulturalicheabbiamaiattraversatolafi-losofiaoccidentale.LaDichiarazionedel‘48,infatti,simuovenelsolcodelconfrontosecolaretradueimpostazionefilosofiche:una,definita universalista, tesa a valorizzare l’aspetto oggettivo delsapereedeivaloriancoratiadunanaturaumanasempreuguale7;l’altra, definita relativista, tesa a sottolineare la parzialità e lasoggettivitàdiogniesperienzaconoscitiva.

Tale stimolo intellettuale, tuttavia, non venne accettato el’assemblea optò per una opzione di tipo universalista-oggetti-va,temendocheleteorierelativistichepotesserospingereversoun“eccessivogiustificazionismo”neiconfrontidiquellepraticheconsideratedisumane,qualorafosserostaterappresentatecomeespressionediparticolaritàculturali.

Ilconfronto,essenzialmente,simuovevaetentavadielimina-reduepericoli.L’universalismoportaconséilrischiodidivenireastratto;viè lapossibilitàchenellasuatensioneeticacaratte-rizzatadalprincipiodiuguaglianzasottostimiirealirapportidiforzaedisensoesistentinellarealtà.È,infatti,necessariorico-noscere come la complessità determinata da una diseguale re-distribuzione delle risorse economiche e simboliche determini

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dislivellidi“potere”chedebbonoesseretenutiinforteconside-razionenell’avanzarelapossibilitàdiunpuntodivistagenerale,universaleappunto.Ilpericoloreale,infatti,ècheessodegeneriin“imperialismoculturale”,esiaquindispintoaproporrevaloried idealiparzialidei gruppipiù “potenti”,poiché legati adunaspecificaeconcretaorganizzazionesociale,comeunicivalorirea-liedoggettivi.

Anche le istanze portate avanti in questo contesto dal rela-tivismo culturale potevano essere tuttavia gravide di aspettinegativi. Il rischiorealeeconcreto, infatti,era ilpassaggiodalriconoscimentodeldirittoalladifferenza,allasuaesaltazionefe-ticistica, troncando lapossibilitàdell’incontroecomunicazionetradiversità, sostituendoadununiversalismoastratto,undif-ferenzialismo settario8. Il pericolo di creare mondi chiusi in sestessiedautoreferenzialièsempreincombente.

La diatriba culturale ebbe fortissimi implicazioni pratiche,chesimanifestarononelmomentodelvoto.Larisoluzionefina-le non incontrò il favore di Unione Sovietica, India e Cina perciòcheconcerneilprimoarticolo–làdovesiparladel“destinoimmortale dell’umanità” – in quanto ritenuto troppo ancoratoad una prospettiva di tipo occidentale. L’Arabia Saudita conte-stòl’uguaglianzasancitaperleggetrauomoedonna,ritenendoloelementoestraneoallatradizioneislamica.FranciaedInghilter-ra, dal canto loro, respinsero la proposta sovietica di sancire idirittidelleminoranzeetnicheinnomediunsuperioreprincipioall’uguaglianzaeconunpensiero,moltoconcretamente,allepro-priecolonie.Ilprincipiocheemerseafondamentodelcongressointernazionaleful’ideadiporrel’uguaglianzaabasedituttelelegislazioninazionaliesovra-nazionali.Inultimaanalisipossia-moaffermarecheildocumentolicenziatoafinedeilavoriincludeerappresentatreorientamentiteorici:

a)Latradizionelaicaeliberale,soprattuttodioriginefrance-se,cheprovienedirettamentedall’illuminismo,incentratasuunforterazionalismo;

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b)Latradizionemarxista,cheinfluenzòlepartitesearicono-scereidirittilegatialmondodellavoro;

c)Latradizionecristiana:laDichiarazionedel1948portaconséquestoorientamentoquasicome“spiritoprofondo”,nellasuaimpostazione generale caratterizzata da un forte orientamentoeticoesolidaristico.

Comedapiùpartiriconosciuto,quindi,questaassembleain-ternazionalesegnòunpassaggiostoricononsolonelcampodeldiritto,maanchedellaneldibattitoculturale.Sipuòaffermarecherappresentil’iniziodiquellocheèstatodefinito“ilsecondoperiodo”deidirittiumani,dopoquellodellarivoluzionefrance-se:

Idirittidiprimagenerazione,giàsancitidallaDichiarazionedel1789,sonoquellirivoltiallatutelacontrol’assolutismodelpoteredeiregimitotalitarigarantendodiritticiviliepolitici.

Lasecondagenerazionecomprendeidirittirichiestiaglistaticomequellieconomici,socialieculturalichetrovanolaprimadichiarazione globale nella Dichiarazione Universale (Tarozzi,1998,71)

Afiancodegliaspettipositivi,dicuisiègiàparlato,sottoli-neiamo anche due aspetti che sollevano alcune perplessità: in-nanzitutto,ilruoloeccessivoassegnatoagliStati,inrapportoasuoicittadini.Insecondoluogo,l’eccessivaimpostazionecultu-raleditipo“occidentale”.

Ilprimopunto–checondizioneràfortementeanchelaCon-venzionedel1951–fariferimentoalfattochetroppospessoiverisoggettiattivisembranoesseregliStati,enonisingoliindividui.Ciòfasì,peresempio,cheuncittadinochesiriconosce inunaminoranzadefinitasubasietnichenonabbiadirittoadesprimerelapropriaspecificitàculturaleinmodoautonomorispettoall’or-dinamento statuale (esempio è il dirittoall’istruzione, solenne-

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mentesancito,cheperònonpermetteaicittadinidiscegliereinqualelinguaessodebbaavvenire).Lasecondaperplessitàemer-genelmomentostessoincuisiaffermapositivamenteunforteuniversalismodeivalori,misconoscendo,però,irapportidiforzarealiafavoredeipaesioccidentali,militarmenteedeconomica-mentepiùforti.

Lavisionedallafortederivazioneplatonica, tendentearap-presentareiprincipicomecaratterizzatidaunavaliditàeternaetrascendente,negataperòneifattinelmomentoincuinel1966cifulanecessitàdiun“aggiornamento”dellaDichiarazione(l’as-sembleapreseilnomediConvenzionesuiDirittidell’Uomo),per-vadetuttoildocumentofinale.

1.5.�La�convenzione�di�GinevraL’incontroginevrinodel1951hailcompitospecificodifonda-

redalpuntodivistalegislativounanuovapoliticadelrifugiopo-litico,muovendosi,potremmodire,nelsolcodeldibattitoteori-co/culturalesegnatodallaDichiarazionedel1948analizzatanelprecedenteparagrafo.Ladiscussioneperarrivareaduntestochepossagoderediunampiofavoreèincredibilmentecomplessaedarticolata.Inizialmenteilrisultatoraggiuntoèassaiparzialeedincompleto;allachiusuradellasessionedel28luglio1951man-canocompletamentelefirmediqueipaesiaderentialcosiddetto“bloccosovietico”.

Ulterioreelementochefaemergerelatensionepuòesserecol-tosesiricordachelaratificaveraepropriadellaconvenzioneavviene solo nel dicembre del 1952, grazie all’azione determi-nanteedeterminatadellaDanimarca.Finoal29Gennaio1954,però,soloseipaesi,Danimarca,Norvegia,Belgio,Lussemburgo,Repubblica Federale Tedesca ed Australia hanno ufficialmentesottoscrittotuttiiprincipidellastessa.

Tuttavia,nonostante ledifficoltàe isuoinotevoli limiti, laConvenzionedivienebenprestounpuntodiriferimentoimpre-scindibileeperildirittointernazionaleeperlapoliticaestera;

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l’ambiguitàcheinpartelacolpiscederivadalfattochelenormedaessasancitesiriferisconoquasiesclusivamenteaicittadinieuropeieacolorochefuggonoperfattiavvenutianteriormenteal1gennaio1951,determinandonelprimocasounlimitegeo-grafico,nelsecondocasounlimitetemporale(entrambisuperatisoltanto dal Protocollo di New York del 1967). Molti, inoltre,sonoisuoiaspetticheverrannogiocatiinchiavestrumentaleinfluenzandoledecisionitatticheestrategichedeisingolistatinazionali e dei “blocchi contrapposti” tra loro in conflitto. Lastrategia della guerra fredda, infatti, spingerà spesso il bloc-coatlanticoadutilizzare laConvenzionecomestrumentopercondannare pubblicamente le politiche del blocco sovietico9.Inoltre, in due casi storici specifici, la rivolta d’Ungheria e lesommossediPraga,lenormesanciteaGinevraecheconsenti-ronodiaprireleporteaglioppositoridiMosca,verrannoutiliz-zatealfinedisottolinearelabrutalitàdellasuapoliticaestera.IndubbiamenteladirezionegeneraledellaConvenzionemiraaindividuarecomerealidepositarididirittiedipotereisingoliStatinazionaliecomeuniciveriinteressilegittimiquellidelleistituzioninazionaliesoloinsubordine,quellideirifugiati.Sièspessoritenutochel’impiantostessodellaconvenzioneavessecomeobbiettivopoliticodirettorafforzaregliStati“occidentali”control’aread’influenzasovietica:

Schematizzando l’ordine costituente cui la convenzione diGinevra ineriva era dato dall’equilibrio bipolare e dalla guerrafredda.LafiguradirifugiatocheemergenegliannicinquantaeperdurafinoallafinedeglianniSettantaèinfattiessenzialmentepolitica, sovradeterminata politicamente. Così è in Occidente einEuropaperlecentinaiadimigliaiadiprofughiprovenientidalbloccocomunista(Rahola,200�,95-96)

Tuttavia, sideve ricordarecomenel1951vieneespostaperlaprimavoltaladefinizione,tuttorautilizzata,di“rifugiatopo-litico”pergarantireatutticolorochefuggonodallapersecuzione

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uno strumento giuridico minimo per far valere i propri diritti.Rifugiatopoliticoè:

“unapersonacheacausadiunfondatotimoredipersecuzio-ne,permotividirazza,direligione,nazionalità,appartenenzaadundeterminatogrupposocialeodopinionepolitica,sitrovaaldifuoridelpaesedicuihalacittadinanzaenonpuòoppure,acausaditaletimore,nonvuoleavvalersidellaprotezioneditalepaese”(Art.1,ConvenzionediGinevra1951)

Oltrealladefinizionequiriportatasidevericordarecheildo-cumentodel‘51sancisceilfondamentaledirittodinon-refoule-ment, elemento questo che ancora oggi può essere individuatocomelaprincipalegaranziadicuigodonoirichiedenti:

nessunoStatocontraentepotràespellereorespingere(refou-ler)–innessunmodo–unrifugiatoversolefrontieredeiluoghiovelasuavitaolasualibertàsarebberominacciateacausadellasuarazza,dellasuareligione,dellasuanazionalità,dellasuaap-partenenzaaunadeterminatacategoriasocialeodellesueopi-nionipolitiche(Art.��ConvenzionediGinevra1951)

Purtenendocontoquindidituttiilimitiacuiprecedentemen-teavevamofattoriferimento,unasimiledisposizionerimanevi-talepermigliaiadiesuli,iquali,inassenzadiunsimilearticolo,verrebbero,conestremaprobabilità,espulsidalterritoriod’asiloconestremafacilità.Ilprincipiodinonrespingimento,dunque,haoramaiconseguitoilvaloredinormaimperativa(juscogens)del diritto internazionale e consuetudinario, vincolando tutti imembridellacomunitàinternazionale,indipendentementedallaloroadesioneallaConvenzionedel951suirifugiati.Ciòimplical’obbligoaconcederealmenounasilotemporaneo,finchél’inte-ressatononsiaingradoditrovareunaltropaesecheloaccolga(delleDonne,2004,�5).

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Indefinitivaemergonocosìduefiguredirifugiato:1-RifugiatosecondolaConvenzionediGinevradel1951:egli

gode interamente della protezione del “nuovo” Stato ospitante;purnonessendonecittadino,lasuasituazioneèmigliorerispet-toaquelladeglistranieri“normali”,inquantolasuaeventualeespulsionerisultapiùcomplessa.

2-Rifugiato “de facto”: Egli non viene riconosciuto rifugiatodalloStatonelcuiterritorioprovvisoriamentesoggiorna,tutta-via,spessosottoprotezioneACNUR,nonnepuòessereallontana-tofinoaquandonontrovaunaltropaesedispostoadospitarlo.

Comesipuòfacilmenteosservarevengonoadelinearsiintor-noalrifugiatounaseriedi“trameprotettive”nuovee,inparte,efficaci.Laloronaturaprofondaè,comegiàricordato,fruttoan-chediunimponentedibattitoculturalepost-bellico.Laconsta-tazione dei massacri e delle sofferenze determinatesi a seguitodellatragedianazista,edalconflittodaessacausato,spinseaduna riflessione dai forti connotati ideali, incentrata sull’analisidell’uomoedeisuoidirittiinalienabili.SipuòquindiaffermarechelaConvenzionediGinevraaffondalesuebasietico-teoricheinquestariflessioneculturale,daifortirisvoltipratici,cheattra-versatuttoildopoguerraechesiconcretizzanellaDichiarazioneUniversaledeiDirittidell’Uomodel1948.

1.6.�Le�limitazioni�al�rifugio�politico�negli�anni’80�e�’90:�Schengen,�Dublino,�Londra�e�AmsterdamLa metà degli anni ‘80 vede l’emergere di un mutato clima

internazionale.Moltideiconflitti inAmericaLatinaraggiungo-no una situazione di equilibrio, mentre in Africa la natura de-gliscontriassumenuoviconnotatipolitici.Questiultimi,infat-ti,nonsembranopiùcorrispondereallelineediconfinedeidue“imperi”chehannodominatoildopoguerra,madivengonocon-flittiregionali.Losfondogenerale,chehadeterminatoilnuovopanoramastorico,èilcosiddettoperiododella“distensione”tra

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U.S.A.eUnioneSovietica.Leviolenzecertonondiminuiscononéperintensità,népervastità.Leguerre,tuttavia,sonoinvestitediunsentimentodirevivaletnico-nazionalistico10cheperdurafinoadoggiecheinfluenzeràlacrudeltàel’aggressivitàdeiconflitti.Leviolenzenonsonopiùinseriteinungrandeconflittosovrana-zionale.Inevitabilmente,ciòmodificaanchelavisionepropostadellepopolazionitravoltedatalidisastriarmati:irifugiatinonsimuovonopiùinuncontestointernazionale,madivengono,perlaretoricapoliticadominante,unproblema“sololocale”,dari-solvereinterminilocalieareali.Indefinitiva,ildirittoall’asilopoliticoeirifugiatiincarneedossanonvengonopiùindividua-tidalleparticontrappostecomearmadipropagandapoliticadautilizzarecontroilnemicoperevidenziarneicaratteriilliberalietotalitari11.Laripercussionepraticadiquestanuovainterpre-tazioneèlaprogressivachiusuradellefrontiereneiconfrontideimovimentimigratoriscaturitidaiconflitti(maancheneiconfron-tideimovimentimigratoriingenerale),lanascitadipolitichedi“sviluppo” regionale e per il mantenimento della pace. Il terzoelemento,anch’essoimportante,ècheaumentanosensibilmentelespinteperilrimpatriovolontario

Comesiintuisce,quindi,sipuòparlarediun“cambiodistra-tegia”. Si possono evidenziare alcuni problemi: lo spostamentod’accento dal rifugiato alla prevenzione delle cause che deter-minanolanecessitàdichiedererifugio,èstataaccompagnatainterminioggettividanormecherendonosemprepiùarduoilrag-giungimentodeipaesiconsideratisicuri.Aquesto,inoltre,sièac-compagnatounclimadisospetto,senondiveraepropriaostilità,neiconfrontideirichiedenti, indicaticome“furbi”chevoglionoscaltramentevarcareiconfini,purnonavendonediritto.

LeconvenzionidiSchengenediDublino,sanciterispettiva-mentenelgiugno1990(inItaliaoperativadalgiugno1996)eil1settembre1997,sonoilfruttodiquestaatmosferapolitica.Ilpri-moincontroavevacomefinalitàprincipalequelladicostruiredei

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dispositivinormativiche“rinforzassero”lefrontieredell’UnioneEuropeaversol’esternoe,alcontempo,sancisserolacompetenzadeisingolistatiinmeritoalladomanded’asilopresentiefuture.Ilprimopuntoèstatoaffrontatoconunacertadurezzaelasuaimpostazionedifondopuòessereracchiusainduenorme:

1.lefrontiere,anchedapartedeirichiedentiasilo,possonoes-sereattraversatesoloneivalichienegliorariprevisti.Anessuno,nemmenoachiscappadallapersecuzione,èdatalapossibilità,inteoria,dioltrepassareicontrollisenzaidocumenticonsolariregolari.

2. Sono istituite pensantissime sanzioni a carico delle com-pagnieditrasporto,definite“vettori”,chenonhannoeffettuatoapprofonditicontrollideipasseggeriprovenientidapaesi“adaltotassodiimmigrazione”,coinvolgendonegliaccertamentiancheipotenzialirichiedentirifugio.

Lasecondapartedegliaccordi,quellaconcernentelacompe-tenzadeglistatiperledomandedirifugio,fudiscussaperevitareilfenomenodei“rifugiatiinorbita”.Inquestasituazionesitro-vavano tutticoloroche incappavano inuna “guerradiattribu-zione”traduepaesi,iqualicontinuamente“sirimbalzavano”ilrichiedentedaunterritorioall’altro.Leparoledichilavorainuncontestoapplicatociaiuterannoamegliodescrivereilquadro:

Unacaratteristicainquietantedelloscenarioattualeèquelladeicosiddettirifugiatiinorbita:deirichiedentiasilocostrettiafarelaspoladaunpaeseall’altro,incercadiunostatochesias-sumalacompetenzaperl’esamedellalorodomanda.Sierasoste-nutocheilconcettodi“paeseterzosicuro”avrebbepostofinealproblema,dandoadunsolostato–ilprimopaesesicuroraggiuntodalrichiedente–lacompetenzaditaleesame.L’esperienza,però,indicachelarecentepanopliadimisurerestrittivenonsolononèriuscitaadeliminarequestoproblema,relativamenteantico,maanzicreatounonuovo,sottoformadi“deportazioneinserie”:la

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ripetutaespulsionediunrichiedenteasilodaunpaeseall’altro,con la motivazione che avrebbe potuto presentare la domandanelprecedentepaeseditransito.Tali incidentiaumentano,evi-dentemente,iltraumafisicoepsichicosubitodairichiedentiasilo(AAVV,1998,199).

Inoltre, viene ufficialmente sancito che al singolo soggetto èdatalapossibilitàdichiedererifugioinunsolopaesedell’Unione.AtalescopofuistituitoilSistemadiInformazioneSchengen(SIS),ilqualehailcompitodi“monitorare”ilnumero,glispostamentiel’identitàdeirichiedentiasiloedeirifugiatiriconosciuti.Ledi-sposizioni riguardanti la “difesa”delle frontieresonoquellechehannosollevatopiùdubbieriserve.

Ilprimopuntoèinnettacontraddizioneconl’articolo��dellaConvenzionediGinevraedè infatti“inutilizzabile”dapartedeivarigoverninazionali;ilsecondoèinvecequellochehapiùincisonellimitareildirittod’asilo.

Spessogliaddettiallasorveglianzaprivatanegliaeroporti,neiporti in tutti i puntidi sbarco, i qualinonèdetto cheabbianocompetenze nel campo del diritto internazionale, divengono unveroepropriomuro“illegittimo”perchi,legittimamente,vogliachiedere asilo in Europa. La Convenzione di Dublino riprendeedapprofondisce,sostituendole,lenormesull’attribuzionedeglistatiinmeritoallaprimaistanzaformulatenellaconvenzionediSchengen.Nellacapitaleirlandesesidecisecheognisingolopaeseè competente nell’esaminare la domanda quando vi sono le se-guenticondizioni:

-legamifamiliaritrailrichiedenteedunsuoparente(coniuge,genitoriseeglièunminorenne,figliseminoridi18anni)giàrico-nosciutorifugiatoinquelpaese;

-quandolostatointeressatoabbiarilasciatoalrichiedenteunvistodiqualsiasinatura;

-quando il richiedente presenti per la prima volta domandad’asilonellostatointeressato;

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-quandolostato,seconsideratosicuro,siastatoattraversatoperprimodalrichiedente.

EntrambeleConvenzionisipongonocomeelementiche“modi-ficanoalribasso”lamateriadelrifugio,limitandolacircolazionedeirichiedentielalorolibertàdiavanzarerichiestadiprotezione.Talielementihannogeneratomolteperplessitàinmeritoallale-gittimitàdisimilidisposizioni,poichéessesonostatevaratefuoridaldirittocomunitario,sostanzialmenteattraversoaccordidirettitraigoverni,senzainformaregliorganidemocraticirappresenta-tivi,comeilparlamentoeuropeoeivariparlamentinazionali.

Unragionamentoanalogoèapplicabileall’incontrotra imi-nistri dell’immigrazione tenutosi aLondranel 1992,durante ilqualesipreseunadecisionedallepesantiripercussionipratiche:fu creata la categoria delle domande di asilo “manifestamenteinfondate”. Si ritenne che le domande provenienti da cittadinidi taluni paesi classificati come democratici fossero irricevibilipoiché“chiaramente”strumentali.Unasimiledisposizione,assaicontroversa,eragiàstataistituitaconilprotocolloallaconven-zionediSchengendel1992,maintalecasoessacoinvolgevasoloicittadiniprovenientidaunodeipaesidell’Unione.Nellacapita-leinglese,invece,questadirettivavenneallargataancheamoltialtri paesi i cui cittadini, nei fatti, venivano esclusi dal dirittoall’asilopolitico.Sulla“democraticità”dicertigoverniinseritiinquestalista,AmnestyInternationaledaltreorganizzazioniperladifesadeidirittiumanihannosollevatomolteriserve.LaTurchia,adesempio,invirtùdelsuopesopoliticoestrategico,èriuscitaspessoafarsiinseriretraipaesiinviadifortedemocratizzazio-ne,benchédairapportidell’Associazioneper iDirittiUmani inTurchia(IHD),emergaunquadroassaidifferente:

Lasituazionedeidirittiumaninonègratificantesesivalutanolametàdell’annoprecedenteequelladiquestoanno,separata-mente.Leviolazionideidirittiumanisonoproseguiteinentrambiiperiodi.Sononecessarisforzicontinuativiesistematiciperfar

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diminuireeporrefinealleviolazioni,perpoterdefinitivamentegiungereadunprogressopositivo.L’IHDèdelusadelleviolazionideidirittiumaniestafacendotuttoquellocheènecessarioperagirepreventivamente(KurdistanReport,4/12/2000,26).

Rimaneildatoche l’asilo,secondolaconvenzionediGinevradel1951,deveessere riconosciuto solodopo l’analisidel singolocaso.Inunregimedemocratico,infatti,nonèdettochenonpossa-noverificarsicasidipersecuzioneindividuale.Larigiditàdellenor-meintrodotteeilfattochegliaccordi(Schengen,DublinoeLondra)sianoesterniallanormecomunitariehannoportatomoltianalistiadesprimeredubbieperplessitàsuinuovidispositivi.Infatti,po-stefuoridallecompetenzedegliorganismicomunitariedallaCortediGiustiziaeuropea,lequestioniinerentiildirittod’asilo,l’attra-versamentodellefrontiereolapoliticasull’immigrazionevengonoaffidateallaCooperazioneintergovernativadeipaesimembri,valeadireallacooperazionedeiMinistridegliInterni,dellaGiustiziaedellerispettivePolizie.Nell’ambitodellaCooperazione,gliaccordipossonoesserepresiinsegreto,nonsottopostiadalcuncontrollogiurisdizionaledegliistituticomunitarienondevonoessererati-ficatidalParlamentoeuropeo,nei fatti impedendo,o fortementelimitando,lapossibilitàdapartedell’opinionepubblicaodelleas-sociazioniperladifesadeidirittiumanidiintervenirenelsettore.

IltrattatodiAmsterdam,siglatoil2ottobre1997edentratoinvigoreil1maggio1999,costituisceuntentativodirisponde-reaquestecritiche.Ilsuoscopo,infatti,eradi“comunitarizza-re” a livellodell’Unione lenormedelleprecedentiConvenzioniedaccordisull’asilopolitico.Leprecedentidisposizionivenneroconfermate;malacompetenzanonerapiùesclusivadeigoverni.Essapassavaalleistituzionicomunitarie:Consigliod’Europa,laCommissioneeilParlamentoeuropeo,laCortedigiustiziaeuro-pea.L’auspicioerachesipotessegarantireunmaggiortassoditrasparenzaemaggiorispazididibattitodemocratico.

L’unicoveroaspettodigrandenovitàdelTrattatodiAmster-

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damèl’averaffrontatolaquestionedella“temporary�protection”,acuièstatodatoriconoscimentolegaleinternazionale.Inaugu-ratadurantelaguerranellaex-Jugoslavia,essaricevetteun’in-vestitura giuridica sovranazionale solo qualche anno dopo. Perquantoriguardalasuaprimaapplicazione,gliscontriarmatitraleattualiSerbia,BosniaeCroaziacausaronoungrannumerodiesuli e di richiedenti asilo sul territorio europeo, i cui governiinauguraronol’usodeldocumentoappenacitatoperospitaregliampi movimenti migratori di fuga. Simile decisione ebbe alcu-ni aspetti indubbiamente positivi: le procedure furono snelliterispettoalrifugiopoliticotradizionaleel’accettazionedelledo-manderichieseuntempomoltobreve.Inoltre,ladomandanondovette essere accompagnata da una grande documentazionecomprovante la persecuzione, poiché questa fu considerata undatodifatto.Tuttavia,vifuancheunazonad’ombracheperdurafinoadoggi.La“temporaryprotection”èmoltomenovincolanteperloStatod’accoglienza:leautorità,generalmenteinpresenzadiunmiglioramentoanchesoloformaledellacondizionepoliticaneiterritoridifuga,possonodecideredirimpatriaretutticolorochegodonodiquestopermesso.Quelcheavvenne,infatti,èchenonappenasiraggiunseuntrattatodipace,piùteoricocherea-le,gliStatiospitantiiniziaronounapoliticadirimpatrio.Questastrategiarappresentòrealmenteunpuntodisvolta,icuieffettisisentonoconforzaancoraoggi.L’asilopoliticosancitoaGinevranel1951,infatti,èsemprepiùirraggiungibile,afavoredelsecon-dodocumento,checonsenteaipaesid’arrivodiassumersiminoriobblighi:

“Adifferenzadeldirittod’asilo,lostatutoditemporaryrefugee,edirifugiatodiprimafacie,concedeunaformadiprotezioneadinterimesiapplicacollettivamente,evitando“dispendiose”pro-cedurediaccertamentoindividuale,consentendocioèidealmenteunarispostapiùimmediataall’emergenza.[…]Neifatti,glieffettidiuntale“statuto”collettivoannullanoogniistanzaindividuale

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elapieganoacriteridiriconoscimentoesclusivamenteetnici.So-prattutto,sospendonoognidirittosocialeprevistoperlostatutoindividuale di rifugiato: le prestazioni di welfare in termini didirittoallasalute,all’assistenzaeall’educazione,nonchéildirittoallavoro[…]lacategoriaditemporaryrefugeesembradestinataainglobarealpropriointernolafiguradelrifugiatostabilitadallaConvenzionediGinevra,supresuppostioppostirispettoaquelliauspicatidall’AltoCommissariato”(Rahola,200�,129)

In sostanza, afiancodell’aspetto incoraggianteprecedente-mente indicato-lacomunitarizzazionedeldirittod’asiloeuro-peo-anche ilTrattatodiAmsterdamtendequindiaseguire ladirezioneprevalenteneglianni ‘80e ’90,verso un forte ridi-mensionamentodeldirittoall’asilopoliticosulsuoloeuropeo.

L’ultimopunto che ci restadaaffrontare,per comprenderea fondo le restrizioni imposte al diritto all’asilo nel corso delperiodostorico indicato, riguarda il “rimpatrio”.Questoaspet-tohaincisoinprofonditànellapoliticadigestionedeirifugiatipoliticinelpresente;irimpatrisonoavvenutiancheprimadellascansionetemporaleindicata,tuttaviaèindubbiocheessihannoassuntounpesostrategicoimportanteversolafinedelsecolo.

Duedatipossonocontribuireamegliocomprendereilfenome-no.Neimesisuccessiviall’accordodiDaytondel1995sonostatirimpatriati250.000bosniaci,nellamaggiorpartedeicasirifugia-tipoliticiinterritorioeuropeo.Perquelcheriguardailcontinenteafricano sideve indicare comeuno tra ipiùgrandiprocessidirimpatriodellastoriaavvenganelsecondosemestredel1996;inpochimesifuronoricollocatiinRuanda720.000rifugiatiprove-nientidall’exZairee485.000dalconfinedellaTanzania.

Questonuovoorientamentonellagestionedichiscappadallapersecuzioneportaconséaspettidotatidiunaqualchepositività.Taliaspettisonoessenzialmentedue:ilritornodicolorocheera-nofuggitipuòdefinirsiunaveraepropriainiezionedifiduciapercolorochesonorimasti.Questohapiùvaloredimillediscorsie

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dimilleaccordidipace.Similimovimenti,infatti,rappresentanoconcretamenteilfattocheilperiododitensioneediconflittoèrealmenteterminatoechetuttoètornato“comeprima”.

Ilsecondofattoreèstrettamentedinaturapolitica.Lapersi-stenzadigrandimassediuominiedonnefuoridalterritoriona-zionalepuòdivenireunfattoredestabilizzante;nonpartecipandoalprocessodipaceediricostruzione,essidelegittimanoimpli-citamenteglieventualiaccordistipulatitra leparti inconflittopoiché,peravereunarealeefficacia,devononecessariamentein-cluderetuttiicittadini.Afiancodiquestibuonimotivi,però,ilrimpatrioportaconséseriproblemi.Ilritornoacasapuò,comeèavvenutonelcasodeiruandesirifugiatisiinTanzania,avveniresottocostrizioneeversounterritoriononpacificato.Ciòavvienepoichéilpaeseospitante,specieseinprecariecondizioniecono-miche,decideche“l’onere”peraccogliereirichiedentiasilononèpiùfinanziariamentesostenibile.Talesceltahavistocomepro-tagonistiancheipaesieuropei,iqualihannoritenuto,comenelcasodialcunicittadinibosniaci,cheilpaesediprovenienzadeirifugiati avesse raggiunto una sicura stabilità democratica. Unsecondoproblema–troppospessosottovalutato–ècheilrimpa-trioèunveroepropriotraumapercolorochevivonoall’esterodamoltianniesonooramaicompletamenteinseritinelpaese“ospi-tante”.Ilritorno“acasa”coincideconunsecondoabbandonodiunacondizionesocialeche,magari,sistavagiàevolvendoversouna“tranquillità”economicaedaffettivaeconlanecessitàdiri-cominciaretuttodaccapo.

Ilrientropuòdareorigineafenomenidiaggressivitàerancoreneiconfrontidicolorochevengonoaccusati,dapartedicolorochenonsisonoallontanati,diessere“scappati”.Inuncontestodipacificazione,quindi,possonoverificarsigraviattidiviolenzaversocolorocheritornano,costringendoliadunnuovopercor-somigratorio, alla ricercadiunposto chepossagarantire lorolanecessaria tranquillitàperpotervivere. Il rimpatrio,quindi,troppospessovieneutilizzatocomeunmezzoveloceedefficace

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per“liberarsi”deirifugiati,divenuti,insiemeaimigranti,caproespiatoriodellarecessioneostagnazioneeconomicacheinvestemoltipaesi,costituendosicomeunaveraeproprialimitazionedeidirittideirifugiati.Suquestopuntol’ACNUR,purrimanendoina-scoltato,hadatempoprotestatoefattosentirelapropriavoce:

Malgradoilprincipioconsacratointernazionalmente,secondocuiilrimpatriodeveaverluogo“subasetotalmentevolontaria”ein“condizionidisicurezzaedignità”,èbenchiarocheunanote-voleproporzionedeirimpatriatirecenti,intuttoilmondo,sonostatisottopostiaunaqualcheformadicoercizione.[…]questaèstatainmolticasiintenzionaleedèstataesercitatadaigoverniedallecomunitàospitanti,oltrechedaaltrepartiincausa,conilprecisointentodicostringereirifugiatiafarritornoinpatria.Ètristeconstatareche,negliultimianni,ilprincipiodinonrefou-lement(nonrespingimento),cheimpediscecheirifugiativenganorimandatiinpaesiincuilalorovitaolalorolibertàsarebberoinpericolo,èstatoregolarmentecalpestato(AAVV,1997,147).

1.7.�Il�rifugio�politico�in�ItaliaL’analisidellanormativasulrifugiopoliticonelterritorioita-

lianodevepremettereche inItalianonesisteancorauna leggespecificaperordinarequestamateria.Sebbeneilnostroordina-mentoabbiaricevutolaConvenzionedel1951conlalegge722del24luglio1954,lamateriaoggettodiriflessionenonhaunasuanormativadeterminata.

L’Italiasièpercepitaperanniesclusivamentecomeunpaesediemigrazionepiùchediimmigrazione.Ilprimopacchettodileg-giinquestosettoreèdel1986esoloconildecretoleggenumero416del�0dicembre1989,convertitonellaleggenumero�9del28febbraio1990,èstatoabolitoilvincoloterritoriale,cheinpre-cedenzaincludevasoloicittadinieuropeiperl’assegnazionedel-l’asilopolitico.Tuttavia,nonsidevepensarecheinquestosettorespecificononvisiamaistataattenzione. Ipadricostituzionali,

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alcontrario,sancironosolennementeildirittoalrifugiopolitico,tantochel’articolo10comma�recita:

Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivoeserciziodellelibertàdemocratichegarantitedallaCostituzioneitaliana,hadirittod’asilonelterritoriodellaRepubblica(Baldas-sarre,Mezzanotte,1987,222)

L’autopercezionediesseresolamenteterradiespatrioèfacil-

mentecontraddettadalfattochesulsuolonazionaletrail1945eil1952arrivarono120.000profughi,assistitiprimadall’UnitedNationsReliefandRehabilitationAdministration(UNRRA)esuc-cessivamentedall’InternationalRefugeesOrganization(IRO).Inquestoperiodol’Italiasvolgeunruoloessenzialmentedispaziodi transito, seppur di una certa durata; i rifugiati soggiornanonelpaesefinoaquandoleorganizzazioniinternazionaliindicatenontrovanounoStatodispostoaconcedergliasilo.Allafinedel1951,l’IROcessalesueattivitàel’assistenzadeiprofughidivie-nedidirettacompetenzadelgoverno,tramitel’Amministrazioneaiutiinternazionali(AAI),incollaborazioneconl’ACNUR,chenelfrattempoavevaapertoisuoiufficinelterritorio.Nel1977,l’AAIcessalesueattivitàeinuoviufficichecollaboranoconleNazioniUnitesonodidipendenzadelMinisterodegliInterni–Direzionegeneraledeiservizicivili,divisioneassistenzaprofughistranie-ri.Anche inquestocaso, tuttavia, sul territorionazionalesonopresenti solo rifugiatide facto,nonriconosciuti tali secondo laConvenzionediGinevradel1951dapartedelGoverno,ilqualesiappellaancoraalla“riservageografica”.Soloconlalegge�9/90,ilrifugioentranellagiurisprudenzaitaliana:supressionedell’opi-nionepubblica,venutaaconoscenzadellecondizionidivitadeiprofughiinItaliaaseguitodell’omicidiodiJerryMaslo12,vieneistituitalaCommissioneCentraleperilriconoscimentodell’AsiloPolitico, con sede a Roma. Tuttavia, nonostante le sollecitazio-nipolitichenonsianomancateanche in tempirecentissimi,ad

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esempioconl’asilopoliticoconcessoalleaderdeikurdiAbdullahOcala(consentenzaemessail1ottobredel1999),atutt’ogginonesisteancorainItaliaunaleggeorganicasuldirittod’asilo.

La legge “Bossi–Fini” (189/2002) ha introdotto delle novitànei regolamenti nel settore analizzato, divenuti operativi nel-l’aprile2005.Sonostateistituitesettecommissioniterritorialiper l’analisidelledomanded’asilo,esonostateallestiti speci-fici Centri di Identificazione per richiedenti asilo sottoposti atrattenimento obbligatorio per aver eluso o tentato di eluderei controllidi frontieraocomunque incondizionedi soggiornoirregolare.Costorodevonoaffrontarela“procedurasemplifica-ta”delladuratamassimadiventigiorni,conlapossibilità,neisuccessiviquindicigiorni,difareappelloalTARealtribunalecivileincasodiesitoalorosfavorevole.Ancheinquestocaso,ledisposizionisembranorispecchiareilclimaprevalenteapar-tiredallasecondametàdeglianni‘80,consistenteinunarealediminuzionedellelibertàgarantiteairichiedentirifugiopoliticosulterritorioeuropeo.Perquesto,alfinedicomprendereappie-noqualisianoglieffetticoncretidellenormesuldirittod’asilo,riteniamoindispensabilecitareleparoledichidirettamentehavissutoprimal’esperienzadarichiedente,eoral’esperienzadiviveredarifugiata:

èverocheviviamoinunmondoglobalizzato,nelqualesonostatiabolitiilimitidelletransazionifinanziare,maèunmondochecreabarriere insormontabiliallagente in fugadasituazio-niestremamentedure,causatealorovoltodallasocietàglobale.Talibarrierehannorisvoltipolitici,sociali,economici,maancheumani.[…]Laproceduraperottenerel’asilopoliticoinItaliaèdicircaunanno:èunalungaattesa.Nelfrattempononpuoilavora-reenonpuoiesserepadronedellatuavita(Hanciles,200�,99).

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1.8.�Europa:�libertà,�sicurezza�e�giustiziaNel1999ilConsiglioEuropeosiriunìaTampereperconcorda-

reunadirettivabasatasulprincipiopercui“unapoliticacomunenelsettoredell’asilo,cheprevedaunregimeeuropeocomuneinmateriad’asilo,costituisceunelementofondamentaledell’obiet-tivodell’Unioneeuropearelativoallaprogressivarealizzazionediunospaziodilibertà,sicurezzaegiustiziaapertoaquanti,spintidallecircostanze,cercanolegittimamenteprotezionenellaComu-nità”(direttiva200�/9/CEdelConsiglio).

IlConsiglioEuropeoriconoscevacosìlanecessitàdiapplica-renelmodopiùestesopossibilelaConvenzionediGinevraeleprincipaliCartedeidirittiumani,inclusalaCartadeiDirittiFon-damentalidell’UnioneEuropea.Alcontempo,cercavadistabilireperl’accoglienzadeirichiedentiasiloedeirifugiatideglistandardminimicomuniatuttiglistatimembri.StabiliredeglistandarddiaccoglienzacomuniatuttigliStatidell’Unione,avrebbe,secondolaDirettiva,dovutogarantiredaunlato“standarddivitadignito-siecondizionicomparabili”(direttiva200�/9/CEdelConsiglio)e,dall’altro,proprioinvirtùdiquestestesse“condizionicompara-bili”,prevenireelimitarei“movimentisecondari”deirichiedentiasilo.NellaterminologiadellaDirettiva,sei“movimentiprimari”coincidonoconipercorsidifugadalproprioPaese,i“movimentisecondari”altrononsonochelemigrazioniattraverso iconfinideglistatieuropeidapartediqueirichiedentichesonoincercadicondizionidiaccoglienzapiùvantaggiose.Questi “spostamenti”inpassatoeranolegati,almenoinparte,aquellocheènotocome“asylum shopping”: presentare più domande di asilo in diversiStati è stataa lungounadelle strategieusatedaalcuni richie-denti per aumentare la possibilità di ottenere il riconoscimen-todellostatusdirifugiatoinalmenounodiessi.L’applicazionedellaConvenzionediDublinoedellemisuredicontrolloadessacorrelateharadicalmenteridimensionatoquestapossibilità.UnabancadatidiimprontedigitalidisponibileallepoliziediogniSta-tomembro,permetteinfattidiindividuareipaesidicompetenza

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peririchiedentiasiloche,sottofalsegeneralità,cercanodiintro-dursiinaltripaesi,ossia,inpaesidiversidaquellodovehannopresentatoperlaprimavoltalarichiestadiasilo.

Unobiettivochequestadirettivaeuropeasiproponevaquin-di, eradiomologare leprocedureegli standarddiaccoglienzaper fare inmodochenon fossero sologli stati conunwelfarepiùgenerosoasobbarcarsiilcaricomaggioredirifugiati.Inaltritermini, si cercavadi fare inmodo che fossero altri fattori adinfluenzarelasceltadelPaesenelqualepresentareladomandadiasilo.

C’èunassuntodifondoimplicitoinquestadirettivachevalelapenasottolineare:miglioricondizionidiaccoglienza–unsiste-madiwelfarestatalepiùefficienteosemplicementepiù“gene-roso”–attraepiùrichiedentiasiloepiùrifugiaticonconseguentiaumentideicostieconomiciesocialiperilPaesed’accoglienza.Comprendiamoalloracomesiinsinuisottilmenteun’altraidea,ossia,cheilrichiedenteasilooilrifugiatosiaunpesoeconomicoesocialechegravasullelimitaterisorsenazionali:un“ricevente”piuttostocheun“contribuente”.

Daquestol’importanzadidistingueretrameritevolienonme-ritevoli,“veri”e“finti”rifugiati,doveildubbioesospettosonoin-sitinel“riconoscimento”stessodell’”altro”(Bloch,Schuster2002;Sales2002).Comedareallorarispostaallalegittimarichiestadiprotezionedapartedi chi richiedeasiloma, soprattutto, comeproteggerelasicurezzadell’“areaeuropeadi libertàegiustizia”senzaintaccarequestestesseideedilibertàegiustizia?

Partendo da questi assunti, per scoraggiare l’arrivo di “mi-grantiforzati”unapossibilemossaconsisteproprionelridurreidirittidiaccessoalwelfarediunPaese,depotenziandol’“effettomagnete” (Bloch, Schuster 2002) che questo può esercitare suiflussimigratori; insecondo luogo, fare inmodochesianoaltristati nazionali, meglio se “paesi terzi”, ad occuparsene (Dwyer2005).Queste,almeno,sembranoessereleduedirettriciprinci-palidellepoliticheeuropeesull’asilodiquestiultimianni.

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Danotare,perquantoriguardaladeresponsabilizzazionede-gli stati europei, chegli accordibilaterali con “paesi terzi”perilrimpatriodistranieri–einparticolare,dicolorogiunticlan-destinamente in Europa dalle coste africane sul Mediterraneo–rispondonoperfettamenteaquestaesigenzarestrittivaperchéallontanano,nonsologeograficamente,leresponsabilitàdi“chiaccoglie”dai confiniedai territorideipaesi europei, comenelcasoitalianodovesiesternalizzasemprepiùilconfineela“ge-stione”dell’asiloinLibia.

Sulfronteinterno,invece,percomprenderecomesisiaevolutalarispostaeuropeaaquestastessaesigenza,occorretenercontodellacrisidelwelfarenazionaledistampokeynesianoaggravatapropriodaiflussimigratoriglobalizzati(Jessop1999).Semprepiùstatieuropei,negliultimianni, seguendounaprecisa tendenzaneoliberale, hanno delegato la responsabilità di accogliere e diassistereimigrantidiogniprovenienzaadentidelterzosettore:ONGoassociazionidivolontariatoecooperativesociali,adesem-pio,maancheentiistituzionalilocalieregionali.InItaliaquestatendenzaèforsepiùevidentechealtroveperlapressanteneces-sità dei governanti locali e nazionali di ridurre l’impatto dellaspesasocialesulletassedeicittadinieconessol’impressionantedebitopubbliconazionale.Itagliaifinanziamentidisponibiliperlaspesasocialesonostatidunquesemprepiùconsistentiesonoandatidiparipassoconunaconcezioneliberaledellacittadinan-zachesottolineaconmaggioreenfasichemai laresponsabilitàindividualedibadareasestessi,difarcontosulleproprierisorsenellamassimaautonomiapossibile, inbreve,di “vivereperico-losamente” lapropria libertà (Foucault 2005b). Le conseguenzediqueste riduzioni edi questi tagli, che colpiscononona casoeprincipalmenteirichiedentiasiloeirifugiati,sonoevidentiachiunqueabbiaachefareconquestepersone.

Pertuttequesteragioni,questaanalisinonpuòesseredisgiun-tadaconsiderazionicheprendano inesame il ruologiocatodaONG,cooperativeeassociazionidivariotipocheentranoafar

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partedell’oceanodiattorinonistituzionalichesupportano,inunambiguometissaggiodiresponsabilità,ilsistemadigaranzieso-cialiitaliano.Lagestionedellaquestioneabitativadeirichiedentiedeirifugiatidaquestopuntodivistaèesemplificativa.Ipostilettodellestrutturediaccoglienzacomunaliperuominisonoge-stitiaMilanodaunacooperativasocialeprivata.Ipostidispo-nibili sono tuttaviadecisamente inferiori rispettoalnumerodirichiedentierifugiatichenehannobisogno.Colorocherimango-noesclusipervarieragionidallapossibilitàdiaccedereaquestotipodistrutturecomunalivengonoinviatiofannoriferimentoastrutturegestitedaaltrecooperativesocialioassociazionidivo-lontariato.Questesiassumonospessoanchel’incaricodigestirealtreproblematichelegateallenecessitàdeirichiedenticometro-vareunlavoro,preparareootteneredocumenti,cercarecorsidiformazione.Dalmomentocheiltempodipermanenzainciascu-nadiquestestruttureèlimitatoedefinitodaaccordiprecisi–espessostandardizzati–conibeneficiari,irichiedentierifugiatichenonhanno trovatouna sistemazionedefinitivaperproprioconto devono continuamente cercare e muoversi sul territorioperindividuarenuovestrutturealloggiative.Inquestosensoilsi-stemadiaccoglienzacomunalefunzionasoloperchépresupponel’esistenza,espessoancheunrapportodicollaborazionedirettooindiretto,conquestealtreorganizzazionieassociazioni.

Pertornareallaquestionedellepolitichedell’asiloinEuropaèseguendola logicaeuropeadiaverestandardminimicomunia tutti gli statimembridellaComunitàche si èarrivatiadunregimed’asilodistandardcomuniminimi(Duvel,Jordan2002;Lindstrom2005).Loscopoèchiaro:rendereglistatidell’UnioneEuropeatuttiugualmentenonattrattivi(Bloch,Schuster2002).

Questa strategia sovrannazionale di armonizzazione dellagestionedellemigrazionihaprodottoneltempounacomplessaretedigovernoamolteplici livelli, sia internamenteai confinideglistatinazionalisiaaldilàdiessi(Dwyer2005).Mailfattoche,comesiaccennava,adoccuparsidimigrantisianosempre

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piùnumerosigliattorinonstatalinonsignificachelostatona-zionenonabbiasmessodigiocareunruolodeterminanteenonmantenga ilpoterepoliticoestrategicodi influenzare lesceltesullepolitichedell’immigrazioneesuquelledeimigranti(Jessop1994;Dwyer2005).Sebbeneproliferinogliaccordieitentatividiaveredefinizionicomunialivelloeuropeo–apartiredalladefini-zionestessadi“rifugiato”–ciascungovernonazionale,neifatti,cercadiconservarelaprerogativadistabilireicriteridiricono-scimentoedicollocazionedeirifugiatientroilpropriosistemadiwelfare.Ognitentativodiestendereipropriparametrialivellocomunitariosiètradottoperquestomotivoinungiocoalribassodovesonoprevalse,inmateriadiasilo(manonsolo),leprocedu-repiùrestrittiveemenofavorevoliperimigranti.Aquestopro-posito,dapiùpartisifanotarecomeilmodellodiaccoglienzadeipaesieuropeimeridionali–chenotoriamentehannounsistemadiwelfarestatalepiùdebolerispettoapaesicomeRegnoUnitooGermania–abbiaoffertoiprincipalispuntidiispirazioneperlenuovepoliticheeuropeesull’asilo.

Per concludere, vale la pena sottolineare come il sistema diwelfarediciascunostato,nelmomentoincuipresupponeedefi-nisceicriteridiappartenenzaadunacomunità,sia–perlasuaparadossale capacità di includere ed escludere al contempo lestessecategoriedipersone(Bommes1999;Williams1996,citatiin:Bloch,Schuster2002)–unodiqueidispositividigovernochepossonoasuavoltaprodurreoriprodurreformedimarginalizza-zioneedisofferenzasociale(Kleinmanetal.1997).

Note�di�fine�capitolo

4FrjdtiofNansenèstatounoscienziatoedesploratorenorvegeseconstrettirap-porticonl’Italia.ANapoli,infatti,fondòunimportantecentrointernazionaleperlaricercazoologicaedoceanografica.Èdaricordare,inoltre,cheogniannol’ACNURassegnailpremioF.Nansenadistituzioni,gruppiosingolichesisonodistintiper

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l’operaeccelsaprestataa favoredeirifugiati.Nel2006, il riconoscimentoèstatoassegnatoalcapitanoArneRinnandellanaveTampacheil26Agostodel2001salvòcentinaiadiuominiedonneprovenientidall’Indonesiaiquali,imbarcatisuunacarrettadelmareedirettiversol’Australiaperrichiederel’asilopolitico,stavanonaufragandonelcuoredell’OceanoIndiano.

5Glihererosonounapopolazionedell’attualeNamibiache, inepocacolonia-ledovettesubireunadevastanteguerragenocida.Infatti,apartiredallasecondametàdel1800,essisiopposeroall’espansionismocolonialetedescopagandountri-butoenormeperquestalororesistenza;inparticolarmodoilgeneraletedescoVonTrothaadottò,neiprimiannidel1900,unaveraepropriastrategiadisterminio.Seprimadell’invasionecolonialelapopolazionehereroeracompostada80000indivi-dui,nel1905,dopoleazionididistruzioneportateavantidall’esercitotedesco,illoronumerosceseanonpiùdi16000soggetti.Maggioriinformazionisonocontenu-teinAnnaMariaGentili(1998).

6Ibidem,p.67LadefinizionediuniversalismopropostadalfilosofoPierreAndrèTaguieffèla

seguente“Visionedell’umanitàchesifondasull’affermazionedell’esistenzadiunanaturacomuneatuttigruppiumaniedellalegittimitàdelleesigenzeuniversali.Inmodopiùspecifico:Dottrinadellafondamentaleunitàdelgenereumano,aldilàditutteledifferenzebiologicheeculturali”(Taguieff,1999,118).

8Ildifferenzialismoèunadottrinapoliticoculturaleportataavantidallanuovadestrafranceseapartiredametàdeglianni’80eche,recentemente,staottenendouncertosuccessointuttaEuropa.PerunadefinizionerigorososipuòcitarePierreAndrèTaguieff “Insiemediattitudiniedicomportamentiche fannoprevalere leappartenenzeparticolari rispettoall’appartenenzaal genereumano.Piùprecisa-mente:1.Visionedell’umanitàcheprivilegialedifferenzetraigruppi(razze,etnie,popoli,nazioni,civiltà),echetendeadessenzializzareleidentitàcollettive.2.Dot-trina fondata su un radicale relativismo culturale, che postula l’incommensura-bilitàdelleculture (odellamentalitàdigruppo)e la lorochiusura insestesse.”(Taguieff,1999,112).

9Questastrategiapoliticaèdurataalungo,tantochenonmoltiannifaungran-deespertodiquestioni legateall’immigrazioneapropositodeiflussidall’Albaniacon ironia scriveva “Le posizioni governative e quelle della grande stampa sonostatemoltocoerenti.MentrelagiornalistaM.A.Macciocchi,sull’autorevoleCor-rieredellaSera,spiegavachebisognavadareatutti,maproprioatutti, lostatusdirifugiatopoliticoperchèfuggivanodagliorroridelcomunismo,ilpresidentedelConsiglioAndreottiadottavadueadolescenti[…]l’azionedelpresidentedelConsi-gliononpotevanonavereunvaloresimbolico:uninvitoad“adottare”glialbanesi(Pugliese,1997,50).

10UnasimileprospettivaèstatacoltaconluciditàdaCliffordGeertz,ilqualescrive“Ilcrollodell’UnioneSovietica,peresempio,eipassiincertidiciòcheleèsucceduto […]hanno innescatouna catena di sconcertanti divisioni e instabilità

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tutt’altrochetrasparenti.LostessodicasidellerinnovatepassioninazionalisticheinEuropacentraleedorientale[…]Ilsorgere,inmolteregionidelmondo,dimovi-mentiarmatiasfondopolitico-religiosoeilnasceredinuovicentridipotereedibenessere inMedioOriente, inAmericaLatinaenelSud-Estasiaticohannocon-tribuito,alorovolta,alfarsistradadiungeneraleimpressionediinstabilitàediinsicurezza”(inGeertz,1998,15).

11Veramenteincisivaèlaseguenteaffermazione“Durantelaguerrafredda,lesuperpotenzeeiloroalleatinelleregionimenosviluppatenutrivano,neiconfrontideirifugiati,uninteressestrategicochecompensavaicostidell’asiloedell’assisten-za.Inalcunicasi[…]unesododirifugiatipotevaesserestrumentalizzatosiaperscreditareilgovernodelpaesediorigine,siaperpromuoverel’immaginedeipaesicheoffrivanol’asilo”in(A.A.V.V.,1995,�7).

12EraunsudafricanorifugiatodefactoinItaliaucciso,forseperrazzismo,nel1990aVillaLiterno.Scappòdalsuopaesepoichédirettamenteimpegnatonelmovi-mentoperidiritticiviliepoliticiaineri.

Capitolo�II

RICHIEDENTI�ASILO�TRA�

DIPENDENZA�E�AUTONOMIA

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2.1.�L’accoglienza�in�Italia:dalla�Legge�Puglia�al�Sistema�di�ProtezioneInItaliailproblemadicomeaccogliereirichiedentiasiloei

rifugiatisorsesoloneglianninovanta.Ilconflittojugoslavo–condisertori eprofughidi guerraalla ricercadiun rifugioaldi làdell’Adriatico-miseaduraprovagiàdaiprimiannideldecenniolecapacitàorganizzativeediaccoglienzadellevarieassociazioni,ONGecomitatilocalicheperprimisiimpegnaronoafornireunsupporto,perlopiùmateriale,atuttequestepersone.

Lamancanzadiuncoordinamentoediunaretetraivarientiche,avariotitolo,eranocoinvoltinellagestionediquestiarrivi,spinseglistessiacercareluoghidiconfrontoediscambiodiideeperelaboraredellestrategiediinterventocherimettesseroindi-scussioneunacertaideadiaccoglienzaecheassumesseunapro-spettivacentratasullasingolapersona,“vistanelsuocomplessoeportatricedidiritti,dignitàestorie”(ICS2005,66).Siavvertìperciò,findasubito,l’esigenzadiprofessionalizzaregliinterven-ti,acominciaredallaformazionedeglioperatorisulcampo,persuperareun’ideadiaccoglienzapensatacomeunalbergaggiochefornisce “vitto, alloggio e vestiario” ad “assistiti, destinatari diazionidicarità”(ICS2005,66).

Nonostantequestipropositivenneemanatanel1995 laco-siddetta “Legge Puglia” che istituiva lungo le coste pugliesi deicentridiprimaaccoglienzaconl’obiettivoprimariodiidentifica-reedistinguerelerichiestedeimigrantidaquelledeirichiedentiasilo.Nessuneffettivopercorsodiaccompagnamentoduranteedopo l’eventuale riconoscimentoe il rilasciodiunpermessodisoggiornoeraprevisto.

Ciò favoriva la dispersione sul territorio nazionale – con laconseguentedifficoltàareperirecolorochenonavevanoancoraavutounaconvocazionedifronteallaCommissioneCentrale–eladispersioneinaltripaesieuropei,conl’effettodiincentivareilcosiddetto“shoppingdell’asilo”(ICS2005).

Richiedentiasilotradipendenzaeautonomia

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LacrisidelKosovo,con“l’emergenzaumanitaria”chenecon-seguì,segnòunasvoltaperilsistemadiaccoglienzadistranie-ri in Italia. Ilnumerodiprofughierasemprepiùconsistenteeledomandediasilonel1999raggiunserounaquotamaitoccataprima:��.000.E’inquestocontestochenacqueilprogetto“Azio-neComune”,unpartenariatoestremamenteeterogeneodientitàsocialidelterzosettore1�,pensatoperfarfronte,almenoinizial-mente.all’emergenzacreatadall’arrivomassicciodeikosovariinmaniera coordinata e con degli standard di intervento comuni(ICS2005,68)magradualmenteestesaadaltre categoriedi ri-chiedenti.L’obiettivoeraquellodioperare“inmodoomogeneoalfinedievitarediscrepanzetradiversemodalitàdipensareerea-lizzarel’accoglienza”(ICS2005,68),cosìcomesuggerivailnomestessodelprogetto.

AzioneComune,eradunqueuntentativodi“superaredefini-tivamenteilconcettodellameraaccoglienzamateriale”edipro-porre innanzituttounefficace serviziodiassistenza legaleediinserimentosocialechericonoscesse,daunlato,lanecessitàdicollaborareconglientilocaliaffinché“l’accoglienzadirichiedentiasilonon[rimanesse]unaquestioneprivatadelleorganizzazionidel terzo settore” (ICS2005,68) e che,dall’altro, esigesse sem-pre maggiore professionalità ai suoi operatori per rispondere abisogni edomandedi accoglienza semprepiùprecise emirate.Fuchiarofindasubito,infatti,cheil“semplicevolontariato”,perquantofornisseuncontributofondamentale,nonerasempreingradodisostenereerispondereadeguatamenteatutteleesigen-zecheemergevano.Cambiòinsommailconcettodiaccoglienza–“intesainmodocomplessivo”–econessolastrutturachecer-cavadiimplementarlainazioniedecisioniconcrete.

AzioneComuneduròappenaunanno.Nel2000ilMinisterodell’Internoel’ACNURintervenneronelprogettopermonitorareevalutareillavorosvolto.Nelcorsodellostessoanno,ilMiniste-rooffrìaduntavolodiassociazionil’opportunitàdiaccedereai

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fondidellaquotaIRPEFOttoperMille–daintegrareconfondieuropei–perpresentareunprogettodiaccoglienzaalivellona-zionaleperrichiedentiasiloerifugiati.NacquecosìilProgrammaNazionaleAsilo(PNA):unaretediprogettiterritorialicoordinataegestitadaunasegreteriacentrale,chesiproponevadirispetta-restandardcomuninell’accoglienzaecheoperavacercandounastrettacooperazionetraentieassociazioni.

IlPNA,cheprevedevafindall’inizioanchelapartecipazionedell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), prese for-manell’ottobredel2000conunprotocollodiintesafirmatoda:Ministero dell’Interno, ANCI e ACNUR. Tra le principali orga-nizzazionicoinvoltedirettamentenelprogettovierano inoltre:ICS(ConsorzioItalianoSolidarietà),CIR(ConsiglioItalianoperiRifugiati),CaritaseOIM,l’OrganizzazioneInternazionaleperleMigrazioni.

Ledifficoltàelelentezzeburocratichenell’erogazionedeifi-nanziamenti,nonchéiltaglionettodeifondiadisposizioneopera-tonel2002,ostacolaronopesantementeivariprogettiterritorialidiaccoglienza.Il2002nonacaso,èl’annoincuiilParlamentoitalianoapprova la cosiddetta legge “Bossi-Fini” che introdusseimportantinovitànormativeinmateriadiimmigrazioneediasi-lorivoluzionandol’ideastessadiaccoglienzaperglistranieri.IlPNAinnanzituttovennesostituitodalSistemadiProtezioneperrichiedentiasiloerifugiati(SPRAR).Contemporaneamente,attra-versoildettatodell’art.�2,1-sexies,dellasuddettaLegge,venneistituitounFondoNazionaleperlepoliticheeiservizidell’asilo–conlapossibilitàdierogarecontributipercoprirefinoall’80%dellespesesostenutedaglientilocali.

Il Decreto legislativo n. 140 del �0 maggio 2005, infine, in-trodusse nell’ordinamento nazionale la normativa europea chestabiliscenormeminimerelativeall’accoglienzadei richiedentiasilo(direttiva200�/9/CEdelConsiglio)giàinparteattuataattra-versolalegge�0luglio2002,n.189edilregolamentorelativoalle

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procedureperilriconoscimentodellostatusdirifugiatoadottatoconilD.P.R.del16settembre2004,n.�0�.ConquestodecretoilSistemadiProtezioneperrichiedentiasiloerifugiatièentratoapienoregime.

2.2.�Il�Sistema�di�Protezione�perRichiedenti�Asilo�e�Rifugiati�(SPRAR)IlSistemadiProtezioneèstatoistituitodallalegge189/2002e,

comeperilPNA,isuoibeneficiarisono:richiedentiasilo,rifugia-ti,straniericonpermessodisoggiornopermotiviumanitarioperprotezionetemporanea.Essosicomponedi“uninsiemediproget-tidiassistenza,tutelaedintegrazionesocio-economicapromossidaglientilocaliitalianiattraversol’attivazionediretiterritoria-licheimpegnanoorganizzazioninongovernativedisettore,maancheentiedorganismiconesperienzeecompetenzeinambitosocialeeproduttivo”(ServizioCentrale–www.servizicentrali.it).Lacollaborazioneconleorganizzazionidelterzosettoreèdun-queancorafondamentalesebbenesianocambiatiirapporticonglientilocaliistituzionali.

SeilPNAèilprimotentativodapartediorganizzazioniappar-tenentiperlopiùalterzosettoredicostituire,alivellonazionale,unsistemaorganicodiaccoglienzaediassistenzaperrifugiatierichiedentiasilo,loSPRARrappresentasenz’altroilprimodispo-sitivoistituzionalediapplicazionedellepoliticheitalianesull’asi-lochecercadirispettarestandarddiqualitàeuropei.MentreconilPNAilruolodeglientilocalieralimitatoaquellodipromotoredegliinterventi,conilnuovosistemasonoquestiultimiadessereiprotagonistie iprincipaligestorideivariprogetti territoriali.InquestomodoorganizzazionicomeICS,CIReCaritasvengonogradualmenteescluseemesseaimarginidallagestionedelnuovoprogettonazionalediaccoglienza.Ciònonsignificatuttaviachenoncontinuinoagiocareunruoloimportante.

Ilcoordinamentoe ilmonitoraggiodeiprogetti territorialièaffidatoalServizioCentraleilqualeèasuavoltagestitodall’AN-

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CI,d’intesaconilMinisterodell’Interno,comeprevistodall’art.�2dellalegge189/02.L’ANCIinoltre,siavvalediunaccordoconl’OIMpersupportareleattivitàdelServizioCentralee,inparti-colare,pergestireleoperazionidirimpatriovolontarioneicasiincuiilrichiedentebeneficiariodelServiziorinuncialladomandaoricevadallaCommissioneunarispostanegativa.

Il Servizio Centrale ha vari compiti tra cui: il monitoraggiodellapresenzasulterritoriodeirichiedentiasilo,deirifugiatiedegli stranieri conpermessoumanitario; l’aggiornamentodellabancadatidegliinterventirealizzatialivellolocaleinfavoredeirichiedentiasiloedeirifugiati; ladiffusionedelle informazionisugliinterventirealizzati;l’assistenzatecnicaagliEntilocalicheprestanoservizidiaccoglienza;l’attuazionediprogrammidirim-patrioattraverso l’Organizzazione Internazionaleper leMigra-zionioaltriorganisminazionalieinternazionali.

IlSistemadiProtezioneoperaseguendo la logicadella rela-zioneedell’integrazionecontinua fra il centroe laperiferia. Ilmodellogestionalediriferimentoancoraunavoltaèquellodellagovernancemultilivello.L’obiettivoinfattièdifareinmodoche“lepratichemigliorirealizzatelocalmentediventinopatrimoniocomuneeiservizioffertigarantiscanostandarddiqualità”(Ser-viziCentrali–www.servizicentrali.it)affinchécisia“unaretediservizi chenonequival[ga] alla sommadei singoliprogetti,masicaratterizz[i]comesistemacoordinatodiaccoglienza”(ServiziCentrali–www.servizicentrali.it).

IservizioffertidalSistemacentraleaisuoibeneficiariinclu-dono: l’ospitalità instrutturediaccoglienza, l’assistenza legaleemedica,laformazioneel’inserimentosocio-lavorativononchéquellosocio-abitativo.Loscopochecisiprefiggeè“laconquistadell’autonomiadellapersonaeunpienoinserimentosulterrito-rionazionale”(ICS2005,74).

E’importantesottolineareche“taleobiettivoèraggiungibilenelmomentoincuilostatuspersonaleconsentadipoterlavora-

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reeauto-sostenersi:rifugiatiriconosciutietitolaridiprotezioneumanitaria” (ICS 2005,74) oppure richiedenti asilo residenti inItaliadaalmenoseimesidallapresentazionedelladomanda.

Le ragionipercui si escedalSistemadiProtezionepossonoesserediverse.Nel2005,lepersonechehannosmessodiricevereibeneficidelSistemasonostate1752.SecondoidatidelServizioCentrale,elaboratiincollaborazioneconilCensis,pocopiùdel-lametà (il51%)sonouscitedalSistemaperché “integrate”.Per“integrazione” si intende qui “un insediamento territoriale conun’abitazioneidoneaeunlavorocheconsentel’autonomia”(Ser-vizi Centrali – www.servizicentrali.it). Altre ragioni per usciredalsistemasonostate: l’abbandonovolontario, lascadenzadeitermini,l’allontanamentoeinfineilrimpatriovolontario.

2.3.�Milano�nel�Sistema�di�Protezione�IlComunediMilano è entrato apieno titolonel Sistemadi

Protezionedal15novembre2004quandoilSettoreServiziSocialiperAdultidelComunehasottoscrittounaconvenzioneconl’AN-CINazionale.IlComunediMilanodisponedicinquestrutturediaccoglienzaperilSistemadiProtezione:tredestinateagliuominiedueriservatealledonneeallaloroeventualeprole.Ipostidi-sponibilisonocomplessivamente260.ICentrisonogestitidaentidelterzosettorechevengonoselezionaticonunagarad’appalto.ICentrimaschilisonogestitiattualmentedallacooperativasocialeFarsi�Prossimo�OnlusmentrequellifemminilisonogestitidallaCroce�Rossa�Italiana.

Perquantoriguarda iCentridiAccoglienzamaschili, ipostidisponibiliinviaGiorgisono�0mentreinviaNovarasono90.IlCentroinvialeFulvioTesti,riapertodopol’“emergenzadiviaLecco”,disponeinoltredi40posti.AltriCentrisonostatiapertipropriodopoquesta“emergenza”perunperiododitempoperòli-mitato.ICentridiviaUdine,viaPucci,viaAnfossievialeOrtless,hannoospitato,traglialtri,alcunedellepersonecheavevanooc-cupato l’edificio inviaLecco inunadelleprime “emergenze” e

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protestedirichiedentiasiloaMilano(sivedacap.2.6).Icentridiaccoglienzafemminilisonoinvecedue:ilcentrodiviaSammar-tini(70postidiprimaaccoglienza)eilcentrodiviaGorlini(60postiperlasecondaaccoglienza)

Come viene precisato nel Piano d’intervento per la Città diMilanodel2006,elaboratodall’UfficioStranieridellostessoCo-mune14,l’obiettivoèdioffrireairichiedentiasilo“accoglienzaeprotezionenell’attesadelladefinizionedellaproceduradiricono-scimentodello‘statusdirifugiato’”(ivip.2)mentreperirifugiatielepersoneconunpermessodisoggiornopermotiviumanitarioprotezionetemporanea,sitrattadioffrireserviziper“unpienoe autonomo inserimento nel contesto territoriale” (ivi p.2). Perquantoriguardainvecei“diniegati”,ovverocolorochehannori-cevutorispostanegativadallaCommissione,ilpropositodell’Uf-ficioStranieri èdi offrire “orientamento e consulenza sociale egiuridicanonchéassistenzalegaleinalcunicasiparticolarmentemeritoriditutela”(ivi.p.2).

Ingeneraleemergecheunodegliobiettiviche l’UfficioStra-nierisi impegnaamantenereèquellodi“incentivareilsistemaintegratodiservizirivoltoarichiedentiasiloearifugiatimiratoafavorirel’acquisizionedistrumentiditipolinguistico,relazionaleeprofessionaleindispensabiliperpoterpartecipareinmanieraat-tivaallavitasocialeelavorativanelcontestoitaliano”(ivip.�).

I servizi che l’Ufficio Stranieri del Comune di Milano offrea richiedenti asilo, rifugiati o titolari di permesso di soggiornoumanitario,sonoprincipalmenteditretipi:1)accoglienza;2)in-tegrazione;�)tutela.CosasiintendaconquestiterminièchiaritonellostessoPianod’intervento.

Accoglienza. L’attività di accoglienza prevede due momen-ti distinti o “ambiti di intervento”: un’attività di orientamentoe di accompagnamento sociale svolta dal personale dell’UfficioStranieri–Areaasilopoliticoedaoperatoridiunostudiolegaleconvenzionatoconilcomune,eun’attivitàdiaccoglienzainsenso

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strettopressolestrutturediproprietàdelComunediMilano(inviaGiorgi�1,viaNovara451,viaSammartini75eviaGorlini1).L’accoglienzainquestocasoègestitadirettamentedalpersonalediciascunCentrodiAccoglienzaalorovoltacoordinatidall’Uffi-cioCentridiAccoglienza.

Integrazione.SecondoilPianod’interventoper“misurediin-tegrazione”sideveintendere“l’insiemedirisorsemesseincampoasostegnodellesingolepersonesiaospitineiCentridiaccoglien-zasiarifugiatipresentisulterritoriodiMilano”(ivip.29).Piùindettaglio,alparagrafodedicatoallemisuredi integrazionesco-priamocheesseincludono:corsidilinguaitaliana;orientamentoallaformazioneprofessionaleealmercatodellavoro;servizidisupportoallaricercadirisorsealloggiativedisecondaaccoglien-zaodialloggiautonomi;erogazionedicontributieconomiciafa-voredell’autonomiaalloggiativaedi“buonisocioassistenziali”.

Tutela. Le misure di tutela previste dall’ufficio Stranieri ri-guardano attività di consulenza psicologica “per il sostegno dirichiedentiasilo/rifugiati(singolienuclei)insituazionidisoffe-renzaedisagiopsichico”(ivip.�1);attivitàdiorientamentoeso-stegnogiuridicoperrichiedenti“diniegati”e,perquantivengonorimpatriati, accoglienzaper “rifugiatipoliticiportatoridi gravipatologiefisiche”.Altriservizisonoinfasediprogettazioneoinviadidefinizionecome,adesempio,unservizioper“vittimeditortura”.

2.4.�Rifugiati�a�Milano:vulnerabilità,�mobilità,�irreperibilitàL’analisideiprimidati(dal21/04/2005afine2005–cf.http://

www.cir-onlus.org/Statisticheitalia.htm)relativiallenuoveCom-missioniterritorialiperildirittod’Asilo,permettediavereunageografia immediatadei percorsi della ricercad’asilo che inve-stonoilterritorioitaliano.Scorporandoidatisubaseterritorialeinoltre,risultanoevidentialcunepeculiaritàrelativeallasitua-zionediMilano.

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Quantoemergedunqueè:1)una forte concentrazionedelle richiestediasilopresso le

commissionidelsudItalia,cheraccolgonoirichiedentiapprodativiamare,generalmentesullecostesicilianeeapartiredallaLibia(5.898su7.278)–laCommissionediGorizia,sucuidovrebberoconvergeregliarrividallafrontieranord-est,containveceillimi-tatonumerodi175domande;

2)unaumentodellavelocitàdelleCommissioninell’esaminareledomandericevute–questoparticolarmentealsud, facilitatodalfattochelasededelleCommissionistesseèsituatainstrettaprossimitàconicentridiidentificazioneediprimaaccoglienzacheraccolgonoirichiedenti.Questoèunprocessodi“accelera-zione”dellepratichecomecomunepoliticaeuropeadellariformadell’asilo;

�)laconfermadiunabassissimapercentualedicoloroacuièeffettivamentericonosciutolostatusdirifugiato(288su7278)epercontro,unampiousodellostrumentodellaprotezionepermotiviumanitari(2.801–ilnumerodelledomanderespinteèin-vecedi�.21�).

Inquestocontestogenerale,Milanosidistingueinrelazioneaduefattori:

1) ilnumerodelledomandependentio inattesadiesameè,siainterminiassolutisiaamaggiorragioneinvaloripercentuali,ilpiùalto:�02su880(�4,�%):MilanoèdunquedigranlungalaCommissioneterritorialemenoefficiente.Taleaspettositraduceimmediatamenteintempidiattesapiùlunghiperirichiedentienelprolungamentodiunostatodiincertezzatantosulpianogiu-ridicoquantosulpianodellecondizionidivita.

2)ilnumerodegliirreperibiliè,anchequisiainterminiasso-lutisiarelativi,ilpiùalto:171su880,parial19,4%.

Sequestosecondodatopuòessereinpartecollegatoalprimonellamisuraincuievidenziairitardiburocraticichehannocon-traddistinto la localeCommissione (secondovarie segnalazioni,

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peresempio,leconvocazioniperilcolloquiopressolaCommis-sionesonospessogiunteagliinteressatisolamentedopoladatadelcolloquiostesso),allostessotempoessorilevalacaratteristicaprincipaledelledinamichedellarichiestad’asilosuMilano:ilfat-tocioècheMilanocostituisceuncroceviadimobilità,centrodiattrazionee,alcontempo,dinuovadispersione.Inquantotale,iprocessicheinvestonolacittàsonoespostialrischiodiarticolar-siall’internodiunostrettocollegamentotramobilità/vulnerabi-lità/irreperibilità.

Milanononèsituatadirettamentesualcunafrontieradiar-rivo. L’aeroporto internazionale di Malpensa è in effetti la suaunica “frontiera”: le domande di asilo qui presentate rientranoinfattinellacompetenzadellaCommissioneTerritorialediMila-no(nel2005Malpensaharegistrato450richieste–fonte:www.varesenews, 28/02/2006). Attraverso una stretta collaborazionetralaPrefetturadiVareseeloSportelloRifugiatipresenteinae-roportoegestitocongiuntamentedaCaritaseCir, i richiedentichequipresentanodomandavengonotuttaviadirettamentede-stinatipressolestrutturediaccoglienzalocalizzateinprovinciadiVareseoall’internodelsistemaSPRAR.

Poichénonsi registraunnumerorilevanteeconcentratodidomandesullealtre frontierechefannocapoallaCommissionemilanese (Lombardia, Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, EmiliaRomagna),loscartotraledomandediMalpensaeilnumerotota-leappoggiatosullaCommissionestessaderivadunquedaproces-sidimobilitàsulterritoriocheinfinesiconcentranosuMilano.

Inassenzadidatiadeguatinonèpossibileformulareipotesiprecise;sipuòtuttaviaperlomenosupporre–eidatietnograficiraccoltisiallineanoataliipotesi–che

1)partedicolorochegiungonoaMalpensapresentanolapro-priadomandadirettamenteallaQuesturadiMilano;

2)lostessofaccianocolorocheraggiungonol’Italiadallafron-tieranord-est:sivedaperes.ilcasodeiKurdi(cap.5).Inragione

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diquestamobilitàorientatadirettamentesuMilano,sipuòanchesupporrecheinlargapartequestirichiedentisiaffidinoapropricircuitieaproprieretiorganizzativeperlarichiestadiasilo.

Al di fuori dei dati concernenti laCommissione territoriale,Milanosicaricainoltredialtririfugiati–generalmentepersonetitolaridipermessoumanitariorilasciatodallequesturedelsudItalia–cherichiedonoiltrasferimentodellapropriapraticapres-solaQuesturamilanese.TalecambiamentoburocraticosirendenecessariopoichélestrutturediassistenzalocaliaccettanosolopersoneprovvistedidocumentirilasciatidallaQuesturamilane-se.Ladifficoltànell’attivarequestapratica, riscontratasemprepiù nel 2007, complica la condizione marginale dei richiedentie amplifica quella continua ambivalenza tra dover stare vicinialuoghidell’assistenzamadoverallostessotempo,proprioperrendersiautonomi,muoversisulterritorionazionale.

L’arrivoaMilanoapartiredaprecedentiluoghidiapprodoèdiperséindiceetestimonianzadipratichedimobilitàchecarat-terizzanolapermanenzasulterritoriotantodeirichiedentiasiloquantodeititolaridiprotezioneumanitaria,informatantomag-gioreincorrelazioneconlatemporaneitàeprecarietàdeltipodiriconoscimentogiuridicoottenutoedell’assistenzaricevuta.

Inrealtà,leminimetraiettoriedimobilitàcheidatilascianosupporresiappoggianosupercorsiedinamichebenpiùconsisten-ti,confermatinelcorsodellanostraricercasulcampo.Milanoèin effetti un centro d’attrazione, così percepito per l’immagineche esso stessoproietta: il capoluogodelnord, ricco edinami-co.Luogodunquedoveèpossibiletrovareopportunitàdilavoro,luogodiarrivoerilanciodelproprioprogettodifuga.Èinoltrelagrandecittà,incuièpossibileperdersi,mimetizzarsioessereanonimi,perciòricercareunarelativatranquillitàounpossibilerifugio.Èuncrocevia,cheoffrepossibilitàdimolteplicicontatti,eperciòunluogodacuisipuò,eventualmente,“ripartire”.

Nonèluogodiprimoapprododellafuga,cosìcomegeneral-mentenessunluogodelterritorioitalianoloè,bensìrappresenta

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unterzooquartoapprodo,soventenonl’ultimopresoinconsi-derazione.

Oltreallacapacitàattrattivadellegrandicittà,unsecondofat-torechedeterminagli spostamentidei rifugiati sul territorioèdatodalrichiamoesercitatodallapresenzadicomunitànazionalidiriferimento:perMilanoiKurdieglieritrei,mentreperirifu-giati somaliperesempioesercitanomaggiorattrazioneRomaeFirenze.

Su queste basi, Milano attrae dunque non solo coloro chegiungono in ItaliadaMalpensaodalnord-est,maanchepartedi coloro che giungono in Italia dal sud. Se esistono circuiti dimobilità che coinvolgonoesclusivamente l’Italia settentrionale,relativiallamobilitàperlavoroeallepolitichedidislocamentosulterritoriodellasecondaassistenza,ipercorsidimobilitàpiùestesasonotuttaviaquellichecolleganoMilanoconilSudItalia.IlSudItaliaèluogodiarrivo,viamareattraversoilsistemadeglisbarchi clandestini attuati prevalentemente sulle coste sicilia-ne(menooralaPuglia)edèluogodiprimapermanenza,nonchéspessodiinserimentonelmercatodellavoroneroagricolo.

Il sud offre un primo sistema di accoglienza che tuttavia ècostantemente messo in crisi nel corso degli sbarchi estivi: gliarriviaritmoserratodiunaltonumerodimigrantirendeimpos-sibilegestireilfenomenosecondoleprocedureprogrammateedall’internodellestrutturestabilite. Inalcunicasisembraquasiimmediatoquindil’ingressonelmercatoagricolodipiantagionein nero, attraverso modalità e condizioni ora ben conosciute edescritte(cf.MSF,2005).

Taliprocessidiintegrazionesiaufficialecheinformale,han-no tuttavia dei limiti di saturazione ampiamente raggiunti neimomentipiùcriticiedelle fasidiespulsione (peresempio,allafinedellavoroagricolostagionale).Cisonocertoaltricircuitidellavoronerocheassorbonopartediquestapotenzialemanodopera(illavoroagricoloinoltrenonèsolocaratteristicadell’estate;ha

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tuttaviaunapausainautunno).Unaparteperciòsispostaversoigrossicentriurbani,Napoli,RomaeMilano,oversocentridovesitrovanocomunitànazionalidiriferimento(peresempioFirenzeeBolognaperalcunigruppisomaliederitrei).Comeluogodiof-fertadilavorostagionale(illavoroagricoloestivo)ecomecentroburocraticodellapropriapraticailsudrimanetuttaviaancheunluogodiritorno,seppurmomentaneo:laviasud-nordèpercorsainentrambiisensi,eunadiminuzionedellapressionesuicentridiaccoglienzaaMilanodurantel’estatesegnalaquestacapacitàdiattrazionedelsud.

LeopportunitàdilavorotrovateaMilanoproduconoinoltreulteriori traiettorie di mobilità: per esempio verso centri comeBergamo,BresciaoilVeneto.Trattandosianchequiingeneredilavorotemporaneoeprecario,Milanorimanepoiluogodiritor-no.

Inquestosensodunquelacittàècroceviadimobilità.Lamo-bilità–sullalineasud-nord,attraversoilnordoall’internodellacittà stessa – è così uno dei tratti centrali della quotidianità edeiprogettideirifugiati:èapartiredaipercorsipersonalinellospazio che si costruisce una sorta di geografia socializzata cherappresentalaformaparticolarediconoscenzadellarealtàsocia-ledapartedeirifugiati.Alcunideibisognimaggiormentesentitiderivanopropriodaquesto:comeeconqualimezzimuoversisulterritorio,potermantenereicontattiall’internodiquestipercor-sididispersione,averaccessoanotizieepoterleaggiornaresucomeedovespostarsi,dovetrovarlavoro,dovertrovareunpostodovedormire.Ognipercorsomigratoriohalapropriageografiaedilpropriobagagliodiinformazioni.E’inquestosenso,peresem-pio,chelestazioniogliinternet-caffèsonosnodicrucialiesitra-sformanoinunasortadi“centripolifunzionali”incuièpossibiletrovareservizidicomunicazione,socializzazioneelavoro.

Questamobilitàsiscontraconlestrutturediassistenza,cheprevedonoinveceesperienze“sedentarizzate”echiaramentelo-

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calizzate.Èsuquestobloccodunquechesialimentailnodomo-bilità/vulnerabilità/irreperibilità.

Lamobilitànascedaunaprecarietàdellasituazione,quindidavulnerabilità:l’assistenzaoffertanonètaledaradicareleperso-ne.Malamobilità,rispettoadunsistemad’assistenzaorganizza-tointermini‘sedentari’mantienesenonaumentaquestastessavulnerabilità.Inquestomodoipercorsideirichiedentiodeitito-laridiasilooprotezioneumanitariasiassocianoesovrappongo-noconquellidisoggettinonriconosciuti:migranticlandestinioaltrefiguremarginali.Ciòavvieneinprimoluogosulterrenodel-laprecarietàabitativa,nellacondivisionedidimoreoccasionaliqualiparchi,areedismesseoedificiabbandonati.

L’assistenza,percomeècostruita,organizzataepensata,nonriescearispondereaquestedinamiche,senonaprezzodi for-zature.Èinfattiattraversodelleforzatureo“emergenze”chelaquestionerifugiatièemersaneldibattitopubblicomilanese, inparticolare attraverso la questione dell’occupazione di aree di-smesseol’abusivismo.

2.5.�Malpensa15

Apartiredall’aperturadellanuovaMalpensa,ilnumerodelledomandediasilopresentatesuquestafrontieraècostantementeaumentato:8nel1998,95l’annosuccessivo,1�7nel2000,140nelprimosemestre2001(fonte:http://www2.varesenews.it/arti-coli/2001/luglio/sud/26-7asilanti.htm).

DaLuglio2001,èattivoinaeroportounoSportelloperrifugia-tipolitici,inapplicazionedellaleggeTurco-Napolitanodel1998che prevede sui posti di frontiera l’esistenza di un servizio diorientamentoeconsulenzaperchiintendeavanzaredomandadiasilo.LosportelloègestitocongiuntamentedaCaritaseCIR,Cen-troItalianoRifugiati,edèstatoapertoafineLuglio2001.Ilser-vizioèindirettorapportoconlaPrefetturadiVareseperoffrireairichiedentiunasistemazioneabitativaall’internodelloSPRAR.InprovinciadiVaresesonooradisponibili centridi immediata

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accoglienzapercolorochepresentanodomandainaeroporto,finoalmomentodellaverbalizzazionepresso laQuesturadiVarese.Visonopoistrutturediprimaesecondaaccoglienzaconnesseaprogettidi integrazionesociale.Quirisiedonocolorochehannonotificatolapropriadomandad’asilopressolaQuesturadiVareseesonoinattesadelcolloquioconlaCommissioneTerritorialediMilano.Perchiinvecenontrovapostoinquestestrutture,unanuovasoluzioneabitativaèricercatasututtoilterritorionazio-naleattraversoloSPRAReladomandad’asilovieneconseguen-temente appoggiata presso la relativa Questura e Commissioneterritorialediriferimento.

Ilsistemamiraesplicitamenteanoncrearesulterritoriorag-gruppamentidineo-arrivatisenzadimora.Anchequestosistemahaconosciutotuttaviaunpuntodicongestione,incorrisponden-zaconlacontinuacrescitadelnumerodirichiested’asilo(450nel2005–www.varesenews,28/02/2006–1500richiestedall’aper-turadellosportello:Caritas)cheharaggiuntonelperiodocom-presotradicembre2005emarzo2006ilcaratterediemergenza.Taleemergenzafudovutaall’impennatanelnumerodegliarrivi(circa600richiestedagennaioagiugno2006,conlaprospettivadisuperareperl’interoanno2006,fattogiàavvenuto,ilnume-ro di 1000) e si concretizzò nell’attesa da parte dei richiedenti–duratagiorninellesaledell’aeroporto–chelapropriadomandavenisseraccolta(verbalizzazionedelladomandad’asiloeaggan-cioalsistemadiricercadiunadimora).Siètrattatodunquediunacongestionenelsistemadiaccoglienzaediaccettazionedel-ladomanda,primaancorachedelledi strutturediaccoglienzaeabitazionepresenti sul territorio,unproblemaquestoancorapresente.

I rifugiati arrivavano prevalentemente da Togo e Colombia.Sullo sfondo indistintodelle tante crisi africane, l’aumentode-gliarrividalTogo–giàapartiredai2000questocanaleeraco-munqueaperto–hadellemotivazionispecifiche.Quiinfattinelcorsodel2005,dopolamortenelfebbraiodelpresidenteEyade-

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ma,ilpaesegiunsesull’orlodelcollasso,caratterizzatodafortidisordiniculminatinellarepressioneseguitaallenuoveelezionipresidenzialidiAprile2005,conmorti,imprigionamentiecirca�8.000personechehannodovutoabbandonareilPaesepericon-finantiGhanaeBenin(rapportoOnuriportatodaPeacereporter,26/09/2005).

2.6.�Il�caso�di�Via�Lecco:rifugiati�e�visibilità�politicaÈdunqueaseguitodiunaforzaturachelaquestionerifugiati

èemersaneldibattitopubblicomilanesee,soloamargine,nazio-nale.Inparticolare,ciòèavvenutoattraversolaquestionedel-l’occupazionediareedismesseedell’abusivismo,eall’internodiuna congiuntura piuttosto specifica: l’avvicinarsi delle elezionicomunali ed il confronto serrato tra le varie forze politiche incampo.Inaggiunta,questoconfrontocoinvolgevadirettamenteanche alcune istituzioni: il Comune e la Provincia, un prefettouscenteedunnuovoprefettoentrante.

IlcasodiViaLecco,cosìcomeèpoistatochiamato,sotten-de tutte ledinamiche relativeal temadellamobilitàpreceden-tementeelencate:Milanocomecroceviadeipercorsidirifugio;unamobilitàchesiassociaamarginalizzazioneevulnerabilità;ladirettiva sud-nordcomeparticolaregeografiadeimovimentisulterritoriodeirifugiati;ilnonriconoscimento,dapartedelleistituzionipreposteall’assistenza,diquestimovimenti.

Tuttiirifugiatiprotagonistidell’occupazionediViaLeccoera-no in effetti accomunati da questo percorso. Tuttavia ciò non èelementosufficienteperspiegarel’emergenzadiviaLecco.Unul-terioreelementovaaggiunto:ilgruppoprotagonistadellaprotesta(sebbenedivisogrossomodointrecomunitànazionali,ognunaconiproprirappresentanti:sudanesi,somali,eritrei)erainfattieffetti-vamenteun�gruppo,cheesprimevaunaconsapevolezzadifinalitàerivendicazioniedunaleadershipcapacediportarleavanti.

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Inpartequestoesitoderivadameccanismidimobilitazioneetero-diretti, in parte esso è tuttavia diretta conseguenza del-l’esperienza comune di vita in condizioni non sostenibili nelleareedismesse (zonaForlanini), aspetto che, associato a specifi-checircostanze,èsuscettibilediprodurreunaconsapevolezzadigruppoeunadinamicadirivendicazione.Traquestecircostanzesidevemenzionare:lapresenzadifigureguidanelgruppochesisonofattecaricodiquesteespressioni (curiosamente,alcunediquestepersoneavevanoun’esperienzadilavoronelpaesed’ori-ginepressoorganizzazioniinternazionalipreposteallatuteladeirifugiati:adesempioilportavocedelgruppoeritreo);unasitua-zionedidiritti già riconosciuti (laprotezioneumanitaria) a cuinoncorrisposetuttaviaalcunatutela;un’operadipoliticizzazio-neesternadapartediassociazioniepersonecheoperanonellarealtàmilanesesutemiqualiintegrazione/marginalizzazioneconparticolareriferimentoalmercatolavorativoedalmercatoabi-tativo,siaitalianesiapartedellecomunitàstranieregiàpresentiincittà.Laquestioned’altraparte–latuteladacorrispondereadeterminatidirittiriconosciuti,illavoroneroel’accessoallacasa–èeminentementepolitica,percuinondevonodestaresorpresaalcunataliprocessidipoliticizzazioneedimanipolazionedeidi-versiattorisocialicoinvolti(associazioni,sindacati,partiti).

Insintesi, i fatti sonoriassumibiliall’internodiquestasuc-cessione:

a)nelleareedismessenellazonaForlaninisiraccolgonogruppidipersonetitolaridiprotezioneumanitariarilasciatadalleque-sturedelsudItalia,inparticolaredopolapausacheillavoroagri-colodipiantagionedelsudconosceinautunno(inrealtàanchedopoprocessidi espulsioneeprecarizzazione legati almercatodellavoromilanese).Talesituazionetuttaviadiventasemprepiùdifficileconl’avvicinarsidellastagioneautunnaleel’inverno;

b)daquestasituazionedimarginalitàsisviluppaundialogo/rivendicazioneconleistituzioni,conl’interventocomeaccennato

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diassociazioniqualiActionMilanochehannolavoratosuitemidell’integrazioneedellacasa–aottobrec’èancheuncolloquioinprefettura;iservizicomunalisonoallostessomodocoinvolti;

c)questiincontrinonproducononulladiconcreto;sisvilup-panoallorasoluzionipiùradicali:ladinamicaportaametàno-vembreall’occupazionedellacasadiviaLecco9,inpienaMilano,inzonaPortaVenezia.la“piccolaEritrea”diMilano.Conquestamossa laquestionediventaapertamenteunaquestionepoliticacheentraneldibattitopubblicocittadino;

d) le successive trattative portano ad un ulteriore grado dipoliticizzazione della questione, con l’entrata in scena di altreassociazionidiassistenza,candidatisindaci,partitipolitici.Talinegoziazioninonportanoadalcunrisultato,bloccatedallaman-canzadifiduciaericonoscimentodellepartiedaunadoppiain-transigenza.

e)sigiungecosì, il27dicembre,allosgomberoforzatodellostabile.Laprotestadeirifugiatieletrattativeperunasoluzioneabitativaproseguonoperstrada(compresaunanotteall’aperto)sotto la neve. Il confronto tra Comune e Provincia acquista inquestafaseilcentrodellascena.

All’internodiquestonodo–processidimarginalizzazione,ri-vendicazione, riconoscimento/disconoscimento, politicizzazionee radicalizzazione– si aprono tuttauna seriediproblematichee contraddizioni che costituiscono una diretta esemplificazionedialcunedellemaggioritematichecheruotanoattornoaltemadell’asiloaMilano.

La traiettoria che portadal riconoscimentodellaprotezioneumanitariaadunostatodicompletavulnerabilitàsulpianoabi-tativoelavorativoèlaprimadinamicadimarginalizzazione.Ilpuntofinalediquestamarginalizzazione,incuiadunriconosci-mentodidirittoèassociatounnonriconoscimentodifattodaunaparteedellefortimisuredicontrollodall’altra,ècoincisoconleultime richieste dei rifugiati, quando le trattative con Comune

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ePrefetturaeranogiunteadunostallocompleto:inparticolarelarichiestadifarcancellaredallabancadatieuropealeproprieimprontedigitali incambiodiunarestituzionedeipermessidisoggiorno,inmodocheglistessirifugiatipotessero,nontrovandoassistenzainItalia,ricercarerifugioinunaltropaeseeuropeo.

Sièsviluppatatuttaviaancheunaprogressivamarginalizza-zionedaitavoliistituzionalidiconfronto,fattochehaprocuratospazioagruppiradicalieadun’estremizzazionedimezziefini.

Lapoliticizzazionenascedaunarealtàdifatto: laposizionedivulnerabilitàdisoggettiperdipiùformalmentetutelatièdiperséunaquestionepolitica.Ladinamicadipoliticizzazionetut-taviacomprendeanchelequestionidellarappresentanzaedellastrumentalizzazione:chirappresentaisoggettideboli,chièpor-tavocedichi,qualisonolefinalitàegliobiettiviingiocoechilidetermina.

QuestiaspettisonostatieffettivamentealcuoredellavicendadiviaLeccoeoggettodicontesatraivarisoggettichehannopresoparteall’interavicenda,alpuntodaporreinsecondopianolaso-stanzadellaquestione:lamancanzadiunadignitosasistemazio-neperititolaridellostatusdirifugiatoediprotezioneumanitaria.TaleesitoèdaunapartelegatoalfattocheilcasodiviaLeccohacoincisoconl’iniziodellacampagnaelettoraleperleelezioniam-ministrative;piùingeneraletuttaviacorrispondepureallecon-dizionientrocuiiltemadelrifugiopoliticoedellemigrazioniingeneraleèarticolatoall’internodeldibattitopubblicotantolocalequantonazionale.

Inquestomodo, irifugiatidelCornod’AfricaprotagonistidiviaLecco,econloroirifugiatiingenerale,sonodiventatisoggettopolitico(irifugiatidiviaLecco,comeetichettadiperségiàsignifi-cante,inseguitotantevolteevocatineipiùsvariaticontesti)avol-teindipendentementedallalorostessaconsapevolezzaolontanodallelororivendicazionioriginali.Irifugiati,cometerminegene-ralechesièconquistatounpostoneldibattitopoliticoaseguitodi

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unaforzaturaediun’emergenza,diventanoalloraunriferimentopoliticoall’internodidiscussionirelativeaitemidellemigrazio-ni,dell’integrazione,dellamarginalizzazionedeisoggettideboli,delledifferenzeculturali,deirapportididominioedipendenza,delleareediconflittonelmondo,ecosìvia.Osemplicemente,di-ventano strumento politico all’interno di contese politiche o didinamichediauto-riconoscimentostrettamentelocali,strumentocheconsentel’acquisizionediconsensoevisibilità.

Allostessotempo,afiancodiquestaproiezioneesterna,alleetero-direzioni e alle strumentalizzazioni, le dinamiche di viaLeccomostranotuttaviaancheunpercorsoautonomodisoggetti-vazioneediconsapevolezza:lerichiestedeirifugiatidinonesseredivisiedillororifiutodisoluzionichespezzasseroilgrupposotto-lineaanchequestoaspetto,cosìcomelacompattezzadelgruppoduranteilpercorsodirivendicazione,duratoperlomenotremesi.

Daultimo,attraversoladiscussionedelcasodiViaLecco,ritro-viamolamaggiorpartedeisoggetticoinvoltinellaquestioneasilo,aMilanocomealtrove,chiperdovereistituzionale,chicomepar-tediunlavorosocialediassistenzaesolidarietà,chiinrispostaalleopportunitàdell’economiadelterzosettore,chipersempliceautoconvocazione:ilComuneelaProvinciaperiservizielestrut-turediaccoglienza,PrefetturaeQuesturacomeresponsabilidel-l’ordinepubblico,leassociazionieorganizzazionicheoperanonelsettore(Caritas,cooperativaFarsiprossimo,Sindacati,Arci,Naga,Cir,CasadelGiovane,Action),ipartitipolitici,imedia,l’opinionepubblicachesiinformaattraversoimediaopartecipaadalcunimomentidimobilitazione:sivieneacostituireun’arenapoliticaattornoall’emergenza.

2.6.1.�Pregiudizi�e�rappresentazioni�sociali�sui�rifugiatiEventicomequellidivialeLeccomettonoinmostraaperta-

mente le rappresentazioni sociali legate ai rifugiati e a quantoruotaattornoallafiguradell’altro.Omeglio:èesattamentealse-guito di tali eventi che queste rappresentazioni sono prodotte,

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riformulatee“sedimentate”nell’ambitodell’opinionepubblicaedeldiscorsopolitico.Èinfattisulterrenodelleemergenze,edellapoliticizzazionecheleaccompagna,cheleetichetteelerappre-sentazionilegateairifugiati(cosìcomelepolitichediaccoglienza:sivedanoicap.4e5)trovanounaprimadinamicadiproduzione.Inquestosenso,viaLeccosiponealseguitodiunalungaseriediemergenze,ognunacaratterizzatadaspecificherappresentazionieparolechiave:dallenavideglialbanesiegliscafisti,ipassaportisomali,ilKosovo,ilcasoOcalan,perfinireconlesuccessionidi“sbarchi”aLampedusa–dovelaparolachiavecheriassumetuttiquestieventièclandestini.

Èapartiredalleconteseedaidibattitichesigiocanointaliambiti,doveiltemadell’asilovienelegatoatemipoliticipiùge-nerali,chelerappresentazionisuirifugiatiemergono.

Intuttiquesticasi, lerappresentazioninasconoapartiredaunrapportoequestorapportosiproducesullabasedidotazioniasimmetriche di potere, legittimità, possibilità/capacità di rap-presentarelasituazione,diversitàdiaccessoecapacitàdicomu-nicazionesui “palcoscenicidellarappresentazione”. Inutiledirecherichiedentiasiloerifugiatisisituanoallivellopiùbassodiquestastratificazione,tantocheanchelerappresentazionialorofavorevoli,quellecheperesempiosupportanopolitichediacco-glienza più estese, spessononnedescrivono la realtà concretaquantounlorosuppostoruoloditestimonianzadellavittimapereccellenzadiprocessidimarginalizzazione,guerreeconflittinonmegliolocalizzati.

TornandoalcasodiviaLecco,unabreveanalisideidiscorsiportatiavantidagliattorisocialiprotagonistidelcaso–attraver-solecronachedeiduemaggioriquotidianilocali/nazionali(Cor-rieredellaSeraeRepubblica)–puòmostrareinmodoconcretoletensioninellarappresentazionedeirifugiati.IlcasodiviaLecco,comecasopoliticosviluppatosiattornoalproblemaamministra-tivodifornire(oeventualmentedecideredinonfornire)un’assi-

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stenzaabitativaairifugiatietitolaridiprotezioneumanitaria,havistoinparticolareduecontesealcentrodeldibattitopubblico,cosìcomepresentatosuigiornali.

Laprimaèstatalabattagliaperdefinirechifosseroglioccu-pantidiviaLecco;daquestadefinizionedipendevailtipodiassi-stenzachequestiavrebberomeritato.Lasecondariguardainvecelaposizioneassuntadifronteall’opinionepubblicadapartedeisoggettipoliticichesisonoconfrontatipertrovareunasoluzio-ne al problema: la politicizzazione del tema delle migrazioni edell’asiloèinfattidirettamentelegataallaraccoltadelconsensopolitico.All’internodiquestiassisisonosviluppatiimaggioridi-battiti,peresempioseirifugiatifosseroomenostrumentalizzatidasoggettiesterni(fattocheavrebbeinqualchemodomodifica-tolalorosituazionedibisogno)oqualifosseroeffettivamentelepropostedelComuneeperchéquestevenisserocontinuamenterifiutatedaglioccupanti.

Riguardoalprimopunto:laspecificitàdelcasodiviaLeccoècominciataeffettivamenteconunadefinizione.Èstatoinfattiilriconoscimentocheglioccupantieranotitolarididirittienonin-vececlandestinioirregolariarallentareilprocessodisgomberoavvallatodaunadeliberacomunalegiàpochigiornidopol’iniziodell’occupazione,nelmesedinovembre2005.Eilparadossodelpossessodidirittisullacartacuinoncorrispondevaun’assistenzadifattoèstatalabasesucuisisonoappoggiatetutteleriven-dicazioniafavoredeirifugiati.“Fuggitidalladisperazionedellaguerra”èun’espressionetipicadiquestarappresentazione;taleimmagine “vittimizzante” è stata contrastata soprattutto dagliesponentidelComuneattestati sulla lineacontroogniabusivi-smoeperilrispettodellalegalità,utilizzandoespressioniquali“strumentalizzazioni politiche” o “centri sociali e professionistidell’occupazioneaorganizzaretrasfertediprofughi”(DeCorato,19/11/2005,Corsera);“daoggiquestaoccupazionenonèpiùdi-versadallealtre.IlComunehaoffertoaiprofughiospitalità[…]percorsolavorativoecorsidilingua.Lorohannorifiutato”(DeCo-

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rato,22/11/2005,Repubblica);“nonricevonoisoldichespettanoairifugiatiperchésonolontanidalleprefetturecheglielohannoconcesso”(DeCorato,21/11/2005,Repubblica).

Ilconfrontotraquesteposizionisièfattoancorpiùserratoecrudoneimomentifinalidellavicenda,nelcorsodelmesedigennaio:perspiegarel’intransigenzadelComunelerappresen-tazioni di chi fossero i rifugiati sono scivolate verso “personechehannofattocapricci”;“capettifannullonichestannoinIta-liadaanni”;“hannorifiutatopostidignitosissimi”;“hannofattodanniallestruttureospitanti”(T.Maiolo–Corsera17/01/2006,in relazione al negoziato sul trasferimento del gruppo eritreodallasoluzioneprovvisoriadiviaPucciallastrutturadivialeF.Testi);sullostessotonoilsindacouscenteAlbertini:“irifugiatinonsono270ma15.Non liabbiamo lasciatial freddo,hannoscelto lorodi restare in strada” (letteraaCorsera20/01/2006).L’argomentodiAcnurItalia“Rifugiatipoliticietitolaridiprote-zioneumanitariahannoparidiritti”(L.Boldrini,portavoceAc-nur,08/01/2007Corsera)èinstrettarelazioneaquestacontesasulledefinizioni.

Riguardoalsecondopunto,l’attenzioneversol’opinionepub-blicadapartedegliattorisocialicoinvoltièstataulteriormenteamplificata dall’imminente campagna elettorale per l’elezionedelnuovosindaco.Così,aunatteggiamentodelComune-legali-tàcontroabusivismo-rimastoimmutatonelcorsodituttalavi-cenda,sisonocontrappostituttaunaseriedidistinguoedipresediposizionedapartedialtrisoggetti.Questohariguardatoperesempiolepolemichetraicandidatisindacodelloschieramentodi centro-sinistra (in vista delle successive elezioni primarie),cosìcomelatensionetraComuneeProvincia.

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2.6.2.�L’emergenza�come�evento�strutturanteed�evento�comunicativoLeemergenzeegliallarmichecoinvolgonorichiedentierifu-

giatinonrappresentanosololacomparsaintermittenteetempo-raneadisituazionididifficoltàetensione,poidestinatearien-trarenellanormalità.Ilsusseguirsidiemergenzerappresentanoinrealtàqualcosadipiù:sonoineffettiilmodoincuivienepor-tataavantilaprogrammazionedegliinterventidiassistenzaairifugiatistessi,peresempioattraversol’usodinuovestrutturee immobiliriabilitatieriadattatiper lanecessitàechepoidi-ventanopartedellastrutturad’assistenza,omutuandodaaltriambitiimodellidiintervento.

Leemergenzesonoquindiuneventostrutturantedelsiste-mad’assistenza.comegiàloeranostatenellepolitichediinclu-sione/esclusione dei migranti nel passato in Italia. Allo stessotempo,sonouneventocomunicativo,dove,comenelcasodiviaLecco,lerappresentazioniveicolatesonodirettamentecollegateallapoliticizzazionedellatematica.

In questo quadro, le rappresentazioni si polarizzano facil-mente in due prospettive opposte e distinte. Il fenomeno del-l’asilo è visto da una parte come destabilizzante e pericoloso,noncontrollabile,unfenomenodigrandinumericapacediin-taccare,perlomenosulpianodellasostenibilitàeconomica,ilcorposocialenazionale.Perdipiù,sostenereealimentareque-sta posizione è ritenuto politicamente premiante. Essa si alli-neacon ledinamichegeneralidicontrazionedellepolitichediassistenzaefalevasullostereotipodelrifugiatocometruffato-re,migranteeconomicomascheratochecercadi infiltrarsinelsistemadiprotezioneegoderneibenefici.Beneficichesonopiùampi,inoltre,delmigranteregolareperlavoro,epiùviciniallostatusdicittadino.

Talestereotipoasuavoltasialimentasullasemplificazionedellecondizioniemodalitàattraversocuisiproduconooggi lemigrazioniforzate.

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Incontrasto,siopponeadessalarappresentazionedelrifugia-tocomevittima,soggettopassivo,edell’accoglienzacomeaspettononproblematico,cheallostessomodofaastrazionedaicontesticoncretienonproduceunriconoscimentodellecondizionirealidellepersone.Questoesponetaleposizioneafortidebolezzenelmomentoincuiemergonofattinonconsoniallasemplificazionepositiva.LadisputaperesempiosuchifosseroeffettivamenteirifugiatidiviaLecco(es.neo-arrivatiopresentiinItaliadalungotempo;titolaridistatusdirifugiatoodiprotezioneumanitaria)sifondasullastrategiadicogliereincontraddizionequellacheerapresentatacomelapeculiaritàdiquestocaso:personecondirittiriconosciutiinteoriamanonnellapratica.

2.7.�Le�politiche�di�assistenzaAnche imodellidiassistenzae le concretepoliticheportate

avanti crescono sulla spintadelle emergenzeche si trovanoadaffrontare:l’emergenzacorrispondeallaprogrammazioneeallacostruzione del sistema d’assistenza stesso. In questo quadro isistemid’assistenzariguardantil’asilosonomutuatidaimodellirelativiallemigrazionieconomichecreatialivellolocaleincor-rispondenzadellegrandisanatorieprevistedalla leggeMartelliafineanniOttanta–inizioNovanta.Questoproducedueconse-guenze.Laprimaècheiltemadell’asilononètrattatonellasuaspecificità,utilizzandoperciòdeglistrumentichenonnericono-sconolepeculiarità,lasuadimensionestrutturaleenoninvasivaintermininumerici(illargousodellatutelapermotiviumanitaririproduceoraquestastessaquestione).Ciòalimentaunasortadinon-rappresentazionedelrifugiato,assimilatoadaltrecategorie.

Lasecondaècheattraversoquestaassimilazioneilproblemadell’assistenzaalrichiedenteasiloèanzituttovistoneiterminidiintegrazionenelsistemaeconomicoeraggiungimentodiunaau-tonomia.Laddovesiassumeilcaricodisofferenzaelacerazionechesottendeadunpercorsodifuga,essoèsolitamentedeclinatoattornoaltemadeltrauma,dellavittima,diuninterventodiso-

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cializzazione,avvicinandoiprogrammiperirifugiatiaimodelliperisoggettideboliodeviantiemarginali.Taleeffettoèaccre-sciuto dal tema della “differenza culturale” che ulteriormenteponeilrifugiatoaldifuoridelcorposocialenormaleesoggettoadunlavoroperrientrarvi.

Questecontraddizionipossonocontribuirealfallimentodellarelazioned’aiuto.Asuavolta,talefallimentoproduceealimentanuove rappresentazioni dei rifugiati, articolate attorno ai temiqualifalsità/verità,accettazionedell’aiuto/tradimento,noncolla-borazione,richiestepretestuoseeincomunicabilitàculturale.

2.8.�Il�centro�di�identificazione�di�via�CorelliSecondoledirettivedellaleggeBossi-Fini,neldicembre2005

hacominciatoadoperareaMilanouncentrodiidentificazione.E’situatoinviaCorellidifiancoalpre-esistenteCPT(CentrodiPermanenzaTemporanea).Ilcentrodiidentificazioneèstrutturaspecificamentecostituitaperirichiedentiasilo.Quivengonoal-loggiati:

1-contrattenimentoobbligatoriocolorochesonofermatisulterritoriosenzadocumentiecheintendonopresentaredomandad’asilo,peruntempomassimodi�0giorni.

2-contrattenimentoparziale(lacosiddettaaccoglienza:conobbligodirientroseraleepernottamentonelcentro)coloro,trairichiedenti,chesonoinpossessodidocumentimachenonhannodomicilio,peruntempomassimodi20giorni.

IlcentroègestitodallaCroceRossa,cosìcomeilvicinoCPT.Haunacapienzadi20postiecomprendecamere,bagni,salecomuni,salapranzoemensa.VilavorapersonaledellaCroceRossa,inas-sociazionecolCPTafianco.Sonoimpiegatelefigureprofessionalidipsicologo,assistentesociale,educatore,avvocato,oltrecheunsostegnomedicoedunserviziodiinterpretariatoperlelinguepiùcomuni.Inciòèripresalastrutturadiassistenzanormalmenteimpiegata nei confronti dei richiedenti asilo: consulenza legale

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perl’istruzionedelcolloquiconlaCommissionegiudicante,ser-vizidisostegnopsicologicoesociale.

L’accessoalcentroèstrettamenteregolatoe,dinorma,nonconsentitosenonaglioperatorichevilavorano.

Abbiamoavvicinatounodeglioperatoridelcentropochimesidopolasuaapertura(marzo2006).Nellaconversazione,dueque-stionisonoemerse:

(1)comeassicurareiserviziinterni–cioèleattivitàintegrati-verispettoallamerapermanenzanelcentro–ecomeraccordarel’uscitadefinitivadellepersonedalcentrostesso,generalmentedopolascadenzadeiterminidipermanenza,coniservizidias-sistenzaesterni.QuestopuntosispiegaconlarecenteaperturadelCentrodiidentificazione.Segnalatuttaviaancheunulterio-reaspetto: lanecessitàdiuna sortadi invenzionedellaprassiedelleregoleconcretenecessariaperfondareiterminigeneri-ciprevistidallalegge.ComesottolineatonelrapportoICS2005questa invenzione della prassi, in altre situazioni di relazionecon irichiedentiasilo,hapoigeneratounaaltadiscrezionalitàe difformità negli interventi (per esempio con riferimento alleQuesture).

(2) La seconda questione riguarda il problema concreto dicomegliospitipossonopassareillorotempo.Lanoia,questoèquantosegnalato,costituisceinfattil’aspettocentraledellaquo-tidianitàdiquantirisiedononelcentro.Inquantostrutturatotal-menteisolatarispettoall’esterno,essaproduceeriproduceunasituazionedide-socializzazionecheinvesteanchecoloroospitaticon trattenimento parziale e che quindi potrebbero uscire du-rante il giorno.Talepossibilità infattinonvienegeneralmenteutilizzata,inquantolavitainternanonfavoriscealcuncontattoconl’esterno,costruendounartificialetempodellasospensioneedell’attesa.

Secondodellevalutazioniprovvisorierelativeaiprimimesidiaperturadelcentro(dadicembre2005afebbraio2006),leperso-

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neospitatesonostateintotaleall’incircacinquanta(suunperio-dodiduemesi),conunanettaprevalenzadipersoneinviatedallaquesturadiGoriziaeprovenientidallaSerbia–Montenegro.

Note�di�fine�capitolo

1�IlRapportoICS2005distingueduelivellidipartenariatoaquestoprogetto.AlprimolivelloappartenevanoCIR,ICS,ACLI,Caritas,CasadeiDirittiSocialidiRoma,CIES,CISL,CTM-Movimondo,FederazionedelleChieseEvangelicheeUIL.Adunsecondolivello,relativoallareteICSsitrovavanoadoperare:ARCIToscana,ARCIArezzo,ARCIEmpoli,ARCINapoli,ARCIPisa,CaritasSiena,ComitatoCitta-dinodiSolidarietàconlePopolazionidellaexJugoslaviadiIvrea,ComunediCre-mona,FacciamoPace!diTorino,ICSTrieste,IlMondonellaCittàdiSchio,MondoSenzaFrontierediSiena,RetediEntidiUdine.

14SettoreServiziSocialiperAdulti–UfficioStranieri,2006,SistemadiProte-zioneperRichiedentiAsiloeRifugiati.Pianod’interventoper laCittàdiMilano,Milano,ComunediMilano.

15PerlastesuradiquestoparagraforingrazioperlacortesecollaborazioneRo-bertaMontagninieMarcoTenaglia,CIRLombardia.

Capitolo�III

FUGGIRE�E�CERCARE�RIFUGIO�

A�MILANO

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La parola rifugiato evoca diverse forme di categorizzazionechecoincidonospessoconun’immaginedivittimadellasuastoriadifuga,segnatadalsilenzioedall’impossibilitàdiagireeconunaconcezionestereotipata,senonessenzializzata,dell’identitàcul-turale(VanAken2005).Neconsegueunatendenzaaraffigurarecomeomogeneiivissuticheriempionol’esperienzadifugaedirichiestadiasilo.Declinato,inoltre,quasisempresoloalmaschi-le,ilterminerifugiatotendeamisconoscerespecificheformediviolenzaerichiestediaiutocheriguardanoledonne.Ilcontestodiaccoglienzaelestrutturediassistenzasonopertantomiopirispettoalledifferenzedigenere,allacomplessitàdellestorieedeivissutidegliuominiedelledonnerichiedentirifugio.

Iprossimiduecapitoliraccontanorispettivamentelestoriedivitaediesiliodiungruppodiuominiediungruppodonneche,purprovenendodadiverseareegeografiche,condividonoitimo-ri, lesperanzee idesideridimoltideirichiedentiasilopoliticochevivononellacittàdiMilanoenellasuaProvincia.Ponendoattenzionealprocessodiricollocamento,sarannomesseinevi-denza l’asimmetriadelle relazionidiaiutoe la frammentarietàdelle reti sociali, raccontando così la difficoltà di ricostruire ilquotidianoinunnuovocontestoquandoisistemidiappartenen-zasisonopersi, laceratiomodificatiinseguitoallamigrazioneforzata.Spessoimprigionatinellaretediassistenzaeallaricercadi una minima autonomia, le donne e gli uomini che abbiamoincontratohannomostratocomel’accoglienzatendaariprodurreposizionidisubalternitàedipendenza,piuttostocherimuoverelalorovulnerabilitàeconomicaesociale.L’intentoèfaremergereloscartofralacategorizzazionedellepolitichediaccoglienzadel/larifugiato/ael’immaginediséchequestedonneequestiuominihannoprodottoconlelorotestimonianzeeconlepraticheagiteperricomporrelalorovitaquotidiana.

Interessatiadesplorarelepolitichedell’accoglienzamesseinattodaistituzionieassociazionismoper i/lerifugiati/ee i/leri-chiedentiasilochevivonoaMilanoenellasuaProvincia,abbia-

FuggireecercarerifugioaMilano

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mocercatounambitoperesplorareleambiguitàeleasimmetriedellerelazionidiaiuto,capacedifaremergere,tralealtrecose,lalorononneutralitàdaunpuntodivistadigenere.Questosceltacihapermessocosìdiavvicinareilquotidianodiuominiedonneche,nellestruttureabitativecomunalioinquelledelleassocia-zionidivolontariato,trascorronopartedellelorogiornate.

3.1.�Milano�e�le�ambiguità�della�sua�accoglienzaAMilano,lastoriadell’accoglienzadell’asilopoliticoèattra-

versatadaambiguitàecontraddizionireseevidentidallecarat-teristichedeicentridiaccoglienzaedaimodiconcuiquestiluo-ghisonostatiridefinitiinseguitoasituazionidiemergenza16.Ladescrizionediquestispazidell’abitare�lasciaemergereideologieeformedicategorizzazionechelegittimanolepolitichedell’acco-glienzaaMilanoelestereotipieconcuiadiversilivellil’immaginedel/larifugiato/aècostruita.Inparticolare,dagliincontriconglioperatorieiresponsabilideicentridiaccoglienzaedairaccontiriportatecidalledonneedagliuominichehannopresoparteallenostrericerche,sonoemersealmenotreformedicategorizzazio-ne:l’ideachei/lerichiedentirifugiosianovittimedellelorosto-riedifuga,soggettipassividaaiutare/educareeprividiunaloroagency;unavisioneculturalistadelleidentitàedelleesperienze,e,inlineapiùgenerale,unatendenzaaconsiderarelasolaidentitàetnico/culturaleodirichiedenterifugio,piuttostochealeggerelemoltepliciposizionichequestiuominiequestedonneoccupano(comepadri,madri,lavoratori,disoccupati,giovani,etc.);infine,unavisionedellemigrazioniforzatecomeemergenzaenoncomeilrisultatodiunaseriediprocessistrutturatipregnidisfumatureallorointerno.Nederivaunapoliticadiaccoglienzaemergenzialeepocodirettaarimuovereleformedisubalternitàsocialechei/lerichiedentiasilovivononeicontestidiapprodo.

Il Servizio Immigrati del Comune di Milano esiste da circa20anni.LoSportelloperRifugiatieRichiedentiAsilonascenel

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1990,assumendodaglianni1995/1996unruolocentralenellepo-litichediaccoglienzadellacittàinseguitoall’emergenzaKosovo.L’ultimaemergenzaaffrontatadallo SportelloRichiedentiAsilorisalealmesedidicembredel2005coni“fattidiviaLecco”.Se-condoglioperatoricheabbiamoincontrato,il“casodiviaLecco”èstatoconseguenzadiunamobilitàinternaaiconfininazionalichehacoltoimpreparatelepolitichedell’accoglienzadellacittàdiMilano.Inaltritermini,questaemergenzahafattoseguitoadunospostamentodidonneeuominiarrivatinellecittàdelSudespostatesipoiversolecittàdelNord,Milanoinparticolare.Frail2004eil2005,ilnumerodellerichiestediassistenzaedipostinellestrutturealloggioeraaumentatosinoalpuntodiobbligarenelmesedidicembredel2005ilgovernolocalearaddoppiareilnumerodeicentridiaccoglienza,cheda4passaronoa8.Piùchestrutturedell’abitare,questiluoghieranocentriimprovvisatiperl’emergenza,chiusipoinelmesedigiugnodell’annoseguente.Inquestadata,alcunideirichiedentiasiloospitidiquestestruttu-refuronosistematipressoaltresistemazioniabitativegestitedaimedesimientichesioccupavanodeicentridiaccoglienza,qualiCaritasoCroceRossa,adaltrifuronopropostesoluzioniabitativeabassocosto,spessoincondivisione,maquasisemprerifiutate.

Siamoentratiincontattoconicentridiaccoglienzaapartiredallaprimaveradel2006;allafinedell’estateedurantelanostraricercaicentridiaccoglienzaeranosuddivisiinbasealgenere(centriperdonneeperuomini),altempodipresenzanellacittàdiMilano(centridiprimaesecondaaccoglienza);infineedesclu-sivamentepericentrimaschili,inbaseall’età(perragazzidai18ai25anni;peruominiconetàsuperioreai25anni).

Icentriperledonne,edeventualifigliminorennierano:Cen-trodiviaSammartiniconcirca40postiadisposizioneeconside-ratodiprimaaccoglienza;CentrodiViaGorliniconcirca60postieconsideratodisecondaaccoglienza.Icentriperuominierano:CentrodiviaNovaracon90posti,diviaGiorgicon�0posti;diviaTesticon50posti,finoal2005destinatoalledonneepoiara-

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gazzidai18ai25anni.Fradicembre2005egiugno2006–periodosuccessiviaifattidivialeLecco–l’amministrazioneavevamessoadisposizionealtripostilettopressoilcentrodiViaUdinecon72posti,diviaPuccicon50posti,diviaAnfossicon56posti,divialeOrtlesscon72posti.

Adifferenzadeicentrimaschilicheapronolaseraechiudo-no lamattina, icentriper ledonnecomprendonovittoeallog-gio(ledonnepossonoconsumarecolazione,pranzoecena,oltrechedormire)enonhannooraridichiusuradiurna.Ognicentro,siamaschilechefemminile,haunsuoresponsabileeundiver-sonumerodi collaboratori e assistenti sociali. Iprimi seimesi– definiti di prima accoglienza – sono gratuiti in tutti i centri.Doposeimesi–passaggiodefinitodisecondaaccoglienza–vienechiestouncontributoditreeuroalgiornoediseieuropercolorochelavorano.Ledonnepaganouneuroperognibambinofinoalterzo,dalquartofiglio il soggiornoègratuito.Questa regoladipagamentoè,inrealtà,spessononrispettataperlamancanzadidisponibilitàeconomicadegliuominiedelledonneospitideicen-trieilsoggiornopressolestrutturediprimaaccoglienzatendeaprolungarsipercircaunanno,anzichéperiseimesiprevisti.Operatorieresponsabilideicentrihannosottolineatocomelari-chiestadiuncontributodopounapermanenzagratuitacostitui-scauntentativodieducareuominiedonnerichiedentiasiloadunsensodiresponsabilitàneiconfrontideiluoghiincuivivono.Insegnareadiventareresponsabiliecapacidiprovvedereaséeai luoghi incuisiviveèuna ideadiemancipazionechespessoattraversalepolitichedell’accoglienzaechemostraun’immaginedei/dellerichiedentirifugiocomepersoneincapacidiprovvede-reaséovittimedaeducareadunviveresocialechesipresumecompletamentediversorispettoalloro.

Leregoledeicentriimpongonolaseparazionedeinucleifami-liari:moglieemaritochechiedonoaiutoallestrutturesonodivisieospitatirispettivamenteneicentrifemminiliemaschili;ifigli,sinoa18anni,rimangonoconlamadre.Questaregolaèmotivata

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daunaprecisaideadi integrazione:secondoleresponsabilideicentri,ungruppofamiliaresiinseriscenelcentroepoinellacittàconmaggioridifficoltàrispettoadunsingoloindividuo:uominiedonneseguono,infatti,programmidiintegrazionedifferenziaticherisultanopiùfacilidaapplicaresingolarmente.Inoltre,unafamiglia tende a sviluppare una maggiore dipendenza dalle re-lazionidiaiutoeaprolungarepertantolaloropermanenzaneicentri.Visitediamicieparentisonopertantocontrollate:ipadri/maritidevonofareunarichiestaperincontrarelemoglieifiglierispettareglioraridivisitadeicentri.Ledonnestesse–leunicheche possono ricevere visite, perché i centri maschili durante ilgiornosonochiusi–devonochiedereunpermessoperriceverevisite.

Infine, anche la suddivisione della componente maschile inbaseall’età– iragazzidai18ai25annisonoospitatialFulvioTesti,gliuominipiùadultineglialtricentri–segueunaprecisaideadiintegrazione:secondoigestoridell’accoglienza,ipiùgio-vanihannoesigenzedifferentirispettoaipiùadultienecessitanopertanto di programmi di inserimento socio-lavorativo specifi-ci.Mentregliadultisonoincentivatiatrovareunlavoroperchéspessohannounafamigliaedunquel’urgenzadiguadagnare,aipiùgiovanisonoofferticorsidiformazioneprofessionaleperac-quisirenuovecompetenze.

Ipercorsidi integrazione sonoquindipensati eprogettati aseconda delle categorie di età, di genere e del tempo trascorsodall’arrivoaMilanoopressoicentri.Alledonnesonooffertiso-prattuttocorsidiOSS(OperatriciSocio-Sanitarie)oOSA(Opera-triciSocio-Assistenziali)necessariperlavorarenelcampodell’as-sistenzaedellacura;auominicorsiprofessionaliperacquisirecompetenze tecniche. Presso gli enti del governo locale, sonoprevisti inoltre corsi di italiano e di formazione, quasi semprefinanziatidalFondoSocialeEuropeoedaentipubblicilocali.Piùvolteglioperatorideicentrihannosottolineatolascarsafrequen-za, soprattutto da parte dei più giovani, ai corsi loro proposti,

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mostrandounaforteincomprensionerispettoaquestoatteggia-mento, lettocomeun’incapacità�di�approfittare�delle�occasioni�loro�date.

Nellepolitichedell’accoglienza,spessolecategorie–digenereodietà,delleidentitàdiappartenenza–prendonoilpostodellestorierealidellepersoneimpedendoquindidiesplorarelacom-plessitàinternaalmondodell’immigrazioneforzata.All’immagi-nedellarifugiatacomesoggettopassivodaaiutaresiaccompagnaadesempiolostereotipodi“donnaimmigrata”acuiinsegnareunlavorodicuraeassistenza.Questerappresentazionistereotipiz-zate creanounadistanzacomunicativa fra le strutturedell’ac-coglienzaeleesigenzerealicheuominiedonnerichiedentiasiloesprimono.

Piùvolte, ilpersonalee i responsabilidei centrihannopre-cisato come l’autonomia dei/lle loro ospiti fosse la finalità del-l’accoglienza.Inrealtà,èproprioquestosovrapporsidifinalità,accoglienzaeautonomiaediideologie,richiedentirifugiocomepersonedaemancipareedaeducare,amostrareleambivalenzee leambiguitàdeiregimidiaccoglienzaeaiuto.Larichiestadiunpagamentopereducaredonneeuominiall’autonomiaealri-spettodellestrutture,laseparazionedeinucleifamiliarialfinediintegrarealmeglioisingoliindividui,ipercorsiformativiediinserimento decisi per categorie di genere o di età, il controllodeglispaziedellevisitedelleretifamiliari,l’ideadeicentricomeoccasionidiinserimentosocialeesprimonoinfattiunintentodiassistenzamaanchelecontraddizionideicircuitidiaiuto.

Questoinsiemedipraticheimpongonounmodellodiemanci-pazioneacuidonneeuominidevonoadeguarsielacostruzionedellecategoriedirifugiatodefinisceibisogni,leproposteformati-veeipercorsidiemancipazione.Inquesterelazionidiassistenza,leidentitàdei/dellerichiedentirifugiosubisconounprocessodispersonalizzazione: lebiografiesiperdonoe idesideri, le tatti-cheperagiresullapropriaesistenzaesulfuturosvaniscononei

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percorsipensatiperlacategoria“rifugiato”.Nellenostrericerchecercheremodievidenziareladistanzafralacategorizzazionedei/delle rifugiati/eprodottadallepolitichediaccoglienzae lavitaquotidianatestimoniatadagliuominiedalledonnecheabbiamoincontrato,eciòchesperanosaràillorofuturo.

Inparticolare,daremospazioaquestipunti:a)l’intentoedu-cativo dei centri: il personale delle strutture di accoglienza hasottolineatocomeinquestiluoghiegrazieallostaffchevilavora,donne e uomini richiedenti asilo ricevano un’educazione che liprepara al nuovo contesto sociale e un insegnamento su comecomportarsi.Questicentrisonopercepiticomeun’anticameraincuiapprendereleregoledelmondosocialeesterno;b)la�diversapercezionecheilpersonaledeicentrihadellaretediassistenzarispettoalledonneeagliuominicheabitanonellestrutture. Ilprimodescrivel’accoglienzacomeunmezzocapacedirimuoverelecondizionidimarginalitàsocialeedeconomicadeirichiedentiasilo;isecondidenuncianolamancanzadiaiutistrutturaliperriuscireacostruireunapropriaautonomiaeconomicaesociale.

3.2.�L’accoglienza�nei�centri�maschiliper�richiedenti�asilo�e�rifugiatiCiavvaliamoquidiunaprospettivateorica“governamentale”

peranalizzare,daunlato,leesperienzequotidianedeirichiedentiasiloedeirifugiatichevivonoinProvinciadiMilanoe,dall’altro,il lororapportocon ivariattori istituzionalienon istituzionalichesioccupanodellaloro“accoglienza”,“integrazione”e“tutela”.

NelcorsoalCollege�de�Francetenutotrail1977eil1978,Fou-caultintroduceperlaprimavoltalanozionedigovernamentalitàperanalizzareilproblemadellostatoedellapopolazioneeinda-garequellaspecificaformadipotereche“hanellapopolazioneilbersaglioprincipale,nell’economiapoliticalaformaprivilegiatadisapere,neidispositividisicurezzalostrumentotecnicoessen-ziale”(Foucault2005a,p.88).SecondoFoucault,inetàmoderna,lapopolazionediventaunfinedell’artedigovernare,“uninsieme

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di processi da gestire” che è oggetto di tecnologie e dispositividisicurezzachemiranoamigliorarne lasalute, incrementarnelaricchezzaeallungarne lavita. Inquest’ottica lapopolazioneè però anche un nuovo soggetto la cui condotta è a sua voltaunfineeunmezzopergovernare.Con“governamentalità”Fou-caultintendeproprioriferirsialla“condottadicondotta”(Gordon1991).Tantopiùlacondottadiunapopolazioneèlibera,eque-staliberacondottaèregolamentata–omeglioancora,“gestita”-,tantopiùefficaceedeconomicasaràl’azionedigoverno:questoè,insintesi,unodeiprincipiispiratoriche,secondoilpensatorefrancese, staallabasedell’arte liberaledigovernare.Perché lalibertà,questalibertà,“nonèaltrocheilcorrelatodeidispositividisicurezza.Perchéfunzioniundispositivodisicurezza[…]deveesisterequalcosacheèlalibertà,nelsensomodernocheassumenelXVIIIsecolo.Nonsitrattapiùdellefranchigieodeiprivilegilegatiaunapersonamadellapossibilitàdimovimento,dispo-stamento, il processo di circolazione degli uomini e delle cose”(Foucault2005a,p.48).

Le ragioni di questa scelta teorica sono molteplici ma valela pena evidenziarne almeno tre. Innanzitutto questa prospet-tiva consentedi ragionare suunmododi governare chenonègerarchico-sovranomaorizzontaleebasatosulleretisociali.Inquest’otticailgoverno–nelnostrocaso,dellamobilitàedeiri-chiedenti–deveessereintesopiùcomeunprocessocheun’isti-tuzione(Sending,Neumann2006).Insecondoluogo,permettedipensareallasocietàcivile,nontantocomeadunoggettopassivodigovernomacomeadunaentitàcheèsiaoggettochesoggettodigoverno. In terzo luogo, inquadraconmaggiorechiarezzadialtreprospettiveteoricheilruologiocatodagliattorinonstatalineldareformaeapplicazioneallalogicadigovernoneoliberaledellanostrasocietà.

Insintesi,laprospettivagovernamentaleciconsentedipensa-relostato,al�di�là�dello�stato(Rose,Miller1992)senzaperquesto

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avereunaconcezionedelpotere‘asommazero’,“doveadunin-crementodelpotereedell’influenzadegliattorinonstatalicorri-spondedifattounasimultaneariduzionedelpotereedell’autori-tàdellostato”(Sending,Neumann2006,652,trad.nostra).

Unodegliobiettividiquestaanalisièproprioquelladimostra-reilfunzionamentodelletecnologiegovernamentalipensateperl’accoglienzadeirifugiati,ossia“l’insiemedeiprogrammi,calcoli,tecnicheeapparati,documentieproceduremondaneattraversolequalileautoritàcercanodiincorporareedareconcretezzaalleambizionigovernamentali”(Rose,Miller1992,175,trad.nostra).

3.3.�Progetti�di�accoglienza�individualie�percorsi�di�autonomiaPerquantononesistanostimeufficialisulnumerodirichieden-

tiasiloedirifugiatiresidentiaMilano,nétantomenonellaPro-vinciadiMilano,permoltideglioperatoriintervistatièevidentecheipostilettoelestruttureoffertedalComunediMilanononsianosufficientiacopriretuttelecrescentirichieste.Ilruologio-catodalterzosettorepersopperireaquestalacunaèfondamenta-le.Perquestomotivoabbiamoritenutoutileintervistarenonsologlioperatori“istituzionali”maancheivolontarieiresponsabilidiquellecooperativeeassociazioniche,perusarelaterminologiasceltadall’UfficioStranieridiMilano inalcuni suoi rapporti, sioccupanodi“accogliere”,“integrare”e“tutelare”richiedentiasiloerifugiati. Il rapportocheesistetra lediverserealtàèperaltromoltostretto,nonsempreformalizzatodaconvenzioniocontrat-tiufficiali.Delrestoglioperatorispessosiconosconotralorooperchéhannolavoratoinpassatonellestessecooperativeeneglistessiufficioperché,operandosullestesserealtà,primaopoien-tranoincontattoperragionidilavoro.Inaltritermini,nonesisteunademarcazionenettatra“pubblico”e“privato”,“professionale”e“amicale”.Inevitabilmenteanchegliutentideiservizidiacco-glienzasiaffidanoesiadattanoaquestaretecercandodiintrec-ciarlaconquelladeipropricontattipersonali.

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LepersonechevengonoaccolteneiCentridiaccoglienzaco-munalisonocomunqueinviatedall’UfficioStranieriesonoperlamaggiorparterichiedentiasiloorifugiatichehannoaccettatodiessereinseritinelSistemadiProtezione.Ancoraprimadientra-renelCentrovieneinfattistipulatopressol’UfficioStranieriunaccordo,definitoanchecome“contrattodiaccoglienza”,dovesistabiliscono,fralealtrecose,ladatadiingressoequelladiuscitanonchéglieventualioneridasostenerepercontribuireallespesequaloral’ospiteprolunghilapropriapermanenzaoltreiterminiprestabiliti.IprimiseimesidipermanenzasonoinfattigratuitieicostidigestionedeiCentrisonointeramentesostenutidaifondidelSistemadiProtezione.Terminatoilsemestrediprimaacco-glienza,sel’ospiterimane,devepagareunacifradicircatreeuroperognigiornodipermanenzainpiù.

UnavoltaarrivatoalCentroilrichiedenteasilodeveinoltresostenereun“colloquiodiammissione”conglioperatoriiqualispieganoalnuovoarrivatoleregoledisoggiorno.Inquestaoc-casionec’èlapossibilitàperglioperatoridifareunaprimaco-noscenzadell’ospiteepreparareun“progettod’accoglienza”cheprevede,solitamenteanchelafrequentazionedicorsidiitaliano,ilsupportonellaricercadellavoro(perquantisonoinItaliadapiùdiseimesi)l’orientamentoaiservizisulterritorio.Intalunicasi,comecihaspiegatounoperatorediunCentrodiaccoglienzamaschile,lisipuòpersinoaccompagnareneivariufficicomunalipersbrigarelepraticheburocratichenecessarie.

Unadelleassistentisocialiciharaccontatodiunasuaprece-denteesperienzacomevolontariainundormitoriodiMilanocheoranonesistepiù.Qui:

c’erasololacenaelacolazione,senzaattivitàspecifiche[…].Costruivamodeipercorsiindividualizzati.Nelgirodipochigiornisi definiva il progetto d’accoglienza. Sui richiedenti c’erano al-cunevoltedegliaccompagnamenti individuali:orientamentoaiservizi,guardaroba(intervistaaS.C.)

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Inquelcasoilprogettodiaccoglienzaerafinalizzatoprinci-palmenteall’inserimentoinaltriservizioCentricomunali.Conleparoledell’assistente,“nonc’eral’ideadiprendersiincaricolapersonamalasiindirizzavaadaltriCentri”.Alcontrario,ora,nelCentromaschile incui lavora, “facciamoprogettieducativiconpersone,unpercorsodiaccoglienzadiseimesichecomprende,fra le varie cose, l’accompagnamento alla ricerca di una strut-turaabitativaperdopo”.Rispettoai tempistretti impostidallastrutturadiaccoglienza incuiavevaprecedentementeoperato,l’assistentehasottolineatocomegliospitichearrivanonelCen-trodiAccoglienzaincuiattualmentelavorahannounprimoverocolloquioconoscitivosolodopotresettimane,allevolteancheunmese, “il tempodi assestarsi”.Durantequesto colloquio, l’assi-stentesocialecercadicapirequalèlasituazionedellapersona,esplorainsiemeall’ospitedelCentroqualisonoisuoidesiderielesueaspettativeperilfuturo.“Cosavuoifarepertestesso?”èladomandasocraticacheimplicitamentesirivolgeall’ospiteedaquestasipartepercostruireilprogettodiaccoglienza.E’altresìveroche“loroseguonoilloroprogetto,chenonsempreesprimo-nototalmente”hariconosciutol’assistentesociale.

Semettiamoaconfrontoleprocedurediaccoglienzapossia-monotarealcuneanalogieedifferenzesignificativetraiCentricomunalieleCasediaccoglienzagestitedirettamentedaglientidel terzo settore. Per quanto riguarda la Casa della Carità, adesempio,èprevistochelapersonapresaincaricodebbaprimasvolgere alcuni colloqui con gli operatori ma solo dopo esserestatasentitadal“Centrod’ascolto”ilquale“riceveilbisognodel-lapersonaindifficoltàe[…]fissadeisuccessivicolloquiconglioperatori”(CasadellaCarità–www.casadellacarita.org).Ancheinquestocasoicolloquiservonoastabilireun“percorsodiac-coglienza” con l’ospite, il quale, non è necessariamente un ri-chiedenteasiloounrifugiato.AnalogamenteaquantoavvieneperiCentricomunali,questopercorso“prevedelasottoscrizione

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diunregolamento,lapermanenzaall’internodellaCasaperunperiododiprovadelladuratadiduesettimaneeladefinizione,sel’esitodellaprovaèrisultatopositivo,delladuratadelperiododipermanenzadell’ospitedellaCasa”(CasadellaCarità–www.casadellacarita.org).Esiste infattiun regolamentochegli ospi-tidevonorispettareesottoscrivere.SebbenelaCasasiasempreapertaachinehabisogno, ci sonodeglioraridi ingressoediuscitaprestabiliti.L’usodeglispaziedeglioggettièdisciplina-to:occorre,adesempio,avercuradelbagno“lasciandolosemprepulitodopoaverlousato”,oppure“pernondisturbare il riposodeglialtri,nonèpossibileutilizzareradioeregistratoriincame-ra.Ancheilcellularepersonalevaspentodalle2�.00alle7.00delgiorno successivo”.Lapersonaaccoltadeve inoltre avere curadellesuecose,dicomesicomportaconglialtri“pernonturba-relaconvivenza”.Devequindiprestareattenzioneanonrecaredisturbopercontribuirea“crearecondizionidibenessereunitoaquellodituttiglialtri”(CasadellaCarità–www.casadellaca-rita.org). Si può entrare alle 17.�0ma si deveuscire alle 9.�0,adeccezionedeigiornifestiviincuisipuòrimanerenellaCasatuttoilgiorno.Iltempomassimodiaccoglienzaancheinquestocaso,comeperiCentricomunali,èdiseimesi,terminatiiqualituttavia“vienericontrattata lapresenzadell’ospite.Inpratica,siiniziaachiedergliincambioqualcosaattraversodeipiccolila-voretticomepulirelamensaunavoltalasettimana”(CasadellaCarità–www.casadellacarita.org,enfasi inorig.).Danotare inquestocasounadifferenza:neiCentridiaccoglienzadelComunenon c’è la possibilità di “ricontrattare” la durata della propriapermanenza.

E’interessantesottolineare,sempreaquestoproposito,che“lapermanenzaall’internodellaCasavienestabilitadaglioperatoriedall’ospiteedècalcolatainbasealtempochesarànecessarioall’ospitepertrovareunapropriasistemazione”(CasadellaCarità–www.casadellacarita.org).Quindi,siescedallaCasaquandosiè trovata “una propria sistemazione abitativa” in altri termini,

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quandol’ospiteèingradodigestirlain“autonomia”(CasadellaCarità–www.casadellacarita.org).

ComehaprecisatounodeiresponsabilidellaCasaduranteunaintervistachecihaconcesso,ipercorsiprogettaticongliopera-torisonoindividualizzati,dapiùpuntidivista:

F.Iltentativoèdifaredeipercorsiconloro,personalizzati.Inlineadimassimailtempo[dipermanenza]èdiseimesi.Peròèindicativo.Doposicostruisceconlepersoneilpercorso[…].”

L.Perpercorsoindividualizzatocosaintende?Ilfattochecia-scunohalasuastoriae…?

F.Si,si,partiamopropriodalfattocheciascunohalasuasto-ria.

L.Echetipodiprogetti?F.Dipende.Peririchiedentiasilosivadalseguireildiscorso

giuridicodeidocumentialvederel’inserimento;dallalinguaal-l’[inserimento]lavorativo.Sepossibile,robadiquestogenere.Seèunostranierochehapersoillavoroehaun[permessodi]sog-giornoedèquidaanni,[c’è]ildiscorsodicapireildisagio[…].Seèunitalianodipende[…].Seunoèetilista,comefarearisolvereilsuoproblema.Seèsfrattato–abbiamoavutofamigliesfrattate[…](intervistaaF.D).

La personalizzazione non è solo legata ai tempi e al tipo diproblemidiciascunapersona.Nelcasodeinucleifamiliari,unodegliobiettivideglioperatoridellaCasaèdicercaredimantenereunita la famiglia, all’oppostodiquello cheaccade, adesempio,nellestrutturecomunali:

F.IlComunenonhastruttureperfamiglieintereetendenzial-mentespaccalefamiglie:gliuominisiarrangianoe,casomai,lamammaconibambinilitieneinsieme.

L.Anchein“Sammartini”?

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F.IlComunehanelCentro[diviaSammartini]mammeebam-bini,nonfamiglie.

L.Eperché?F. E’ una scelta, opinabilissima, criticabilissima, ma è una

sceltafattadalComune.Nonl’homaicondivisa.Holottatoquan-dolavoravoper*****suquestacosaqui.Probabilmenteeranatanel1998,fine‘98,conl’emergenzaKosovo.C’eranotantikosovarie tanti curdi inStazioneCentrale.Hannoapertodibotto “Gor-lini”, in fretta, cheeraunavecchia scuolaabbandonata, credo,dall’Università.Siccomec’eraViaGiorgi livicino,eViaNovaravicino–questaèunamialettura-,[hannodetto]:tantosonovi-cini,200metri,mettimammeebambinilàemettiipapàquiinGiorgi.Tantoc’èdimezzo,nonsosehaipresente,ilparco.Quan-doperòhannomandatolemammeeibambiniinFulvioTesti,dalìsono12km!Peròlilarobaoramaieraandataedèstataquasierettaasistema.Edèsempreandataavanti inquestamanieraqua.Quindi,tendenzialmente,seriusciamo,noi,invece,teniamoilnucleofamigliareunito.‘Personalizzato’èquestacosaqua”(in-tervistaaF.D.).

Unasceltadiflessibilitàrispettoaitempidiaccoglienzaana-logaaquelladellaCasadellaCaritàèstatafattadallaCasadiBe-taniadiRozzanoche,alcontrariodellaprima,ospitasoprattuttorichiedentiasiloericorrenti.Comeraccontaunodeiresponsabili,anchenellaCasadiBetaniafinoaqualchetempofal’accoglienzaduravaseimesi–einognicasooccorrevalasciareilpropriopo-stoecercarneunaltroperlachiusuraestiva.Daqualcheanno,invece,lastrutturaèapertatuttiigiorni,tuttol’annoeitempidipermanenzapergliospitipossonoessereanchemoltolunghi.Questopervenireincontroalleesigenzedella“nuova”utenza,inparticolare, richiedentiasilocheaspettanoancoradiconoscerel’esitodell’audizioneconlaCommissioneStralcioodiRoma;ri-correnticheaspettanodisaperequaledecisionehapresoilTri-bunale civile rispetto al loro ricorso. Il responsabiledellaCasa

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cihaspiegato,durante l’intervistaavutapresso la strutturadiaccoglienzaincuilavora,che“sifaunprogettoconognisingoloospite”,unprogettochepuòdurareunoodueanni,allevoltean-chetre,asecondadeicasi.Leragionidiquestasceltasuitempidiaccoglienzasonosemplici:“preferiscotenerlidipiùpiuttostochetenerlisolodueotremesi.[Diversamente,sarebbe]comemetterlisullescialuppedisalvataggioperpoiributtarliamare”.

Ancheinquestocaso,sebbenecisiaunamaggioreflessibilitàsuitempi–enelleproceduredell’accoglienza–l’enfasièsull’au-tonomiadegliospiti.TraidoverielencatinelregolamentodellaCasadiBetania,alpuntoterzosipuòleggereche“l’ospitehailprimariodovered’impegnarsinellaricercadiunalavoroediunalloggio,tenendocostantementealcorrenteglioperatorisull’esi-todeiproprisforzi”.Gliospiticontribuisconoallespesepagandounarettasimbolicachevadai50ai100euroalmese.Nontuttiperòlapagano,soloquellichelavorano.SecondoilresponsabiledellaCasa,ilpagamentodellarettacontribuisceacreareunmi-nimodisensodicomunitàperchétuttipartecipanoallespeseequellichepossono,indirettamente,aiutanoquellichenonposso-no.Ilresponsabileammetteanchecheinquestomodorischiadiincoraggiarealcunianonpagareperchéèsemprepossibiledirechenonsi sta lavorandoanchese, in realtà, lo si fa.Dall’altraparte,egliriconosceaisuoiospitiuncertogradodionestàpercuisache,allimite,ritardanoacomunicarediavertrovatounlavoroperunmeseoduemapoirispettanol’impegnoecontribuisconoanch’essiallespese.Elui,nelfrattempo,chiudeunocchio.Nonera così prima quando la Casa era gestita facendo rispettare ilregolamentoconmaggioreseverità.Infattituttigliospitieranoobbligatiapagareanchesenonavevanoun lavoro, “nell’otticapedagogista di renderli autonomi” ci ha spiegato il responsabi-ledellaCasa. Ilcompitodel responsabile rimanecomunqueundifficileequilibrio traduediverseesigenze: “daunapartevan-no‘coccolati’edall’altrabisognaaiutarli,pernonfarlistarequitroppotempo”.

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La Casa offre vitto, alloggio, docce, giochi, corsi di italiano;organizzaeventi,manifestazioni,gitefuoriporta.MalamaggiorpartedeltempogliospitidellaCasalopassanofuori,acercarelavoro.“Iltempodeveessereusatopermigliorare:cercarelavoro,farealleanze”haaggiuntoilnostrointerlocutore.

3.4.�Cercare�un�lavoro�SecondoilresponsabiledeiCentridiaccoglienzamaschilidel

comunediMilano,spessoirichiedentiasilohannounbuonlivel-loculturalema,perusarelesueparole,nonhannotitolidistudio“spendibili”inItalia.Inaltritermini,cisonorichiedentichehan-notitolidistudiouniversitarimalamaggiorpartedelleoffertedilavorosonopermansioniconunbassoprofiloprofessionale.Cisonoinvecerichiedentichehannotitolidistudioperprofessionidicuiilmercatodellavorononnecessitacosìcomecisonoaltririchiedentichenonhannopotutoportareatermineglistudi.Perquestomotivoall’internodeiCentri,manonsolo,sicercaquantopiùpossibilediaiutarelepersoneaproseguireipropripercorsiprofessionalieleesperienzegiàacquisiteoaintraprendernedeinuovi.Alcontemposicercadioffriredeicorsidiformazionechepossanogarantiremaggioriopportunitàdiinserimentolavorati-vo sul territorio. I corsi chevannoper lamaggiore sonoquelliperdiventaremagazziniere,mulettista,panettiereogiardiniere.Tutti lavori che, come si accennava in precedenza, non richie-donoun’altaqualificazioneprofessionale.L’assistentesocialediunodeiCentridiaccoglienzamaschiledelcomunediMilanociha raccontatoaquestopropositodi comesiadifficileperalcu-ni richiedenti adattarsi alle proposte formative a disposizione:“personeconunmasterchedevonofareilcorsoperelettricista”(intervistaaP.T.).

ComecifahafattonotareilresponsabiledeiCentrimaschili,cisonoinoltrepersonechenelpropriopaeseavevanounlivellosocialeelevatoechesiscontranoquiinItaliaconunarealtàchenonèquellaacuieranoabituati.Questopuògenerareinsoddisfa-

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zioneoveraepropriafrustrazione.Nonèinfattisemplicetrova-reunlavoro“adeguato”.Inmoltisitrovanoafarevolantinaggiocomeprimolavoro.Dai“lavorettidivolantinaggio”sipassapoiailavoridicarico/scaricomercinotturni,adesempioe,soloperipiùfortunati–ciharaccontatoilnostrointerlocutore-,cisonoilavoridaoperaioconturnidiurni.

T.O.,uncongoleseconunpermessoumanitario,inunainter-vistaconfermaindirettamentealcunediquesteconsiderazioni:

L.Com’ècambiatalatuavitadalCongoall’Italia?T.Ok,sai,lavitanonèlastessaperchéinCongoavevounla-

voro“speciale”maqui…L.Unlavoromoltoparticolare?“Sensibile”?T.Si,equidevolavoraremoltoduramente,lavorichesefossi

statonelmioPaesenonavreimaifattoechequiinItaliafaccio.L.Peresempio?T.Peresempiolavorareinfabbrica,nellefabbrichechimiche,

alcunefabbricheperillegno.L.HaistudiatoinCongo?T.Ok,hostudiatoall’Università.

Leretiamicalisonoquellesucuiirichiedentifannopiùaffi-damentopercercare lavoroperchéricevonolerispostepiù im-mediate sebbene sianoanche lepiùprecarie e lepiù rischiose.Alcunevolte“trovanogrossefregatureoperchésonosottopagatioperchénonsonopagatipropriooperchévengonopagatimenodiquelloprevisto[…].Restano“scottati”daquesteesperienzeealcunitrovanocosìlostimolopercercarealtritipidilavoro”(in-tervistaaP.G.).

SecondoY.,unsudaneseconunpermessoumanitario,aMi-lano c’è tanto lavoro ma è difficile trovare quello “regolare”. Ilavori“innero”sononelsettoredellepulizie,comemontatoredipalchiomuratore,adesempio. “Per trovarequesti lavoribiso-gnaaveretanteconoscenzeaMilano.Seconosciquestepersone

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lavoritanto”.E’piùdifficiletrovareunpostotramiteleagenzieinterinalioaltricanali“ufficiali”.Y.adesempio,hagiàportatodecinedicurriculumindiversiinterinalieglihannosempredet-tochegliavrebberofattosaperequalcosaappenapossibile.Nelgiugnodel2006avevatrovatounlavorocomemuratoretrami-teunconoscente.Ottooredilavorocomplessive.Nonlohannoancorapagato.Un ‘amico’ sudanese, che cercavaaltrequattropersone, aveva trovato il posto. Si sono trovati così un giornoinStazioneCentraleaMilanoeconunamacchinaqualcuno lihaportati inuncantiere.Nonha saputopiùnienteY.,nonsanemmenoquantisoldiglidevonoperchénonsièmessod’accor-doprima.Luisifidavadell’‘amico’sudanesemaorasachequeisoldinonlivedràmai.

Quando abbiamo domandato al responsabile dei Centri ma-schiliperqualemotivosecondoluileprofessionipiùrichiestedalmercatodellavorofosseroquelledimagazziniereodimulettista,perfarequalcheesempio,eglicihaspiegatochequestisonoila-vori“piùspendibili”inquantolavorinotturni(edunquepocori-chiestidamanodoperapiùqualificataolocale)espesso“innero”(economicamentevantaggiosiperidatoridilavoro).Lepersonechetrovanoilavoripiùstabiliciarrivanodopounostage,oppureattraverso l’Ufficio Provincia del Lavoro (il “vecchio” Ufficio dicollocamento), oppure ancora tramite l’Ufficio Orientamento alLavorodelComunediMilano.Quest’ultimooffreanchetirocinidilavoroeborsedilavoro,spessoperòindirizzatealle“personepiùfragili”chehannobisognodipiùaiutoesostegno,inpartico-lare,giovani,anzianiopersonechemostranoqualchesegnodi“fragilità”psicologicao“difficoltàrelazionali”.

Alledifficoltàditrovareunlavoroinregolasisommanopoilecomplicazioniburocratiche.IlresponsabilediunaCasadiacco-glienzainProvinciadiMilanocihafattonotarechedaunpo’ditempoaquestaparteleagenziedilavorointerinalehannoinizia-toachiedere,traivarirequisitiperessereassunti,ancheil“cer-tificatodiconformitàdell’alloggionominale”cosìcomelacarta

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d’identità.LaCasagestitadalresponsabileintervistatononhairequisitinecessariperpoteroffrireilcertificato“perchéquines-sunopagaunaffitto”edunqueisuoiospitidevonotrovarealtresoluzioni per superare il problema o chiedendo favori ad ami-cichehannounacasapropriaoppurevalutandoladisponibilitàdialtrestruttureidonee.Larichiestadiquestedocumentazionisonounodeitantiesempididiscrezionalitàedicontinuemodifi-cheincuiincorronorichiedentineicircuitiistituzionali.

Il Comune di Milano offre la possibilità di ottenere la resi-denzadopotremesidipermanenzaneiCentridiaccoglienza.Lapersonainteressatapresenta larichiestadiospitalitàall’UfficioStranieri,ilquale,asuavolta,rilasciaidocumentinecessariperpoipresentarsiall’UfficioAnagrafedelcomune.Laprassiprevedeinfinechecisiailcontrollodelmessocomunalechesirecanellastrutturaabitativaindicatadalrichiedenteeverificachelaper-sonaeffettivamenteviabita.Intuttiquestipassaggiburocraticitra i variuffici passanoanchequattromesi,ma “c’è gente chenonricevelaresidenzanemmenoinseimesi”–sièlamentatoilresponsabiledeiCentridiaccoglienzamaschiliquandoloabbia-mointervistato–conevidentiripercussioniedifficoltàpratichecome,perl’appunto,trovareunlavorotramiteleagenzieinteri-nali.

Altraquestioneimplicatanell’incontroburocraticochecom-plica lavitadei richiedentialla ricercadiun lavoro–eneac-centua,diconseguenza,lavulnerabilitàsociale-,èilrilasciodelpermessodisoggiornoche:

devonosempretenereconsé.E’unfogliodi‘cartavelina’.Bastafareunafotocopiaenonsivedepiùniente.Quelloautenticotenen-dolosempreconsésirovinafacilmente[…].Perchénonglidannounacard?[…].InQuesturarilascianoun‘cedolino’inattesadeldo-cumentoufficialema,nelfrattempo,conquesto‘foglietto’nessunotidaunlavoroeloroaspettanodeimesi(intervistaaG.M.).

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I documenti di identità devono essere sempre tenuti con séperchéicontrollidelleforzedell’ordineaMilanosonofrequentiperglistranieri.UnragazzodelCamerun,inItaliadapochimesi,ciharaccontatodiesserestatofermatodallapoliziabenduevol-tenell’arcodipochesettimane.Dallesueparoleintuiamolafasti-diosasensazionediessereunbersaglioprivilegiato–perilcoloredellapelle,iltipodivestitiindossati–equindinoncasuale,deicontrolliperlasicurezzapubblica:

[Laprimavolta]sonoandatoaFamagostaatrovareunamico.Eroinmetro.C’eranotantepersonee[ilpoliziotto]hachiamatopropriome[…].Glihoprestatolamiapennaperscrivereilmionome…[…].Questadomenicaavevoimieivestiti‘africani’.SonoscesoaCadorna.Hopresolascalamobile.C’eranotantepersonee[ilpoliziotto]hachiamatomeehascrittoilmionome.Perché?Perlasicurezzamihadetto”(intervistaaH.M.).

Tornandoallaquestionedellavoro,peralcunioperatorilari-cercaassiduadiunpostodilavorodapartedirichiedentiasiloerifugiatipuòessereallevolteindicedelfattocheladomandadiasiloèusatainmanierastrumentale.Unoperatorecheabbiamointervistato in un Centro di accoglienza maschile si è spinto adirecheunabuonapartedelledomandediasilononhalebasiperesserericonosciuta.Sivedeanchenell’approccioconcuicisirapportaalCentroqualèl’ideadivitacheunohainItalia,haspiegatoilnostrointerlocutore.“Sivedechesipuntapiùsulla-vororispettoaquellocheèstatoilpropriopercorso”.Sipuntasulpresenteesul“micercounlavoro”.Quelliche,invece,hannodeimotiviunpo’“piùforti”,secondol’operatore,arrivanoinItaliaconun’altraaspettativa:trovareun“luogodiriposo”.Quellichenelloropaesehannoavuto“unasituazionepesante”,“unbagagliopesante”daportarsidietrocercanodove“scaricarlo”.

Gli argomenti dell’operatore sono esemplificativi di un con-vincimentoediunaincomprensionediffusa,spessotacita,chesi

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puòestrarretantodaidiscorsiquantodagliatteggiamenti,dallenormativeedairegolamenticosìcomedalleprocedureburocra-tiche – puntigliose, cervellotiche, asfissianti – che riguardano irichiedenti.Questidiscorsisembranoconvergereversounafigurastereotipatadirifugiatopresainprestitodall’esperienzaeuropeadegliesulipolitici:unuomoounadonnacheèfuggito/adaper-secuzionipolitichee,passaportoinmano,sièconsegnato/aalleautoritàmostrando,possibilmente,gliinequivocabilisegnidelleviolenzesubitenelproprioPaese.Il“vero”rifugiatoèl’immaginediunavittimasoffocatadalpropriodolorecheaspettauninter-ventodiaiutodicuisaràriconoscente,uncorpocompassionevo-ledaaccudire,imprigionatonellapropriastoria.Nonsonoperòdellostessoavvisolamaggiorpartedeirichiedentiasiloerifu-giaticheabbiamointervistatooconcuiabbiamosemplicementeconversato. Il giovane camerunese che ha raccontato di esserestatofermatodallapoliziaduevolte,durantel’intervista,piùdiunavoltaciharivoltolaseguentedomanda:“E’scrittonellaleg-ge italianacheuno stranierodeveaspettare seimesiperpoterlavorare?”, cercandounchiarimento suundubbioche loassil-lava.Ilnostrotentativodidareunarisposta“tecnica”alquesitotuttavianon lo soddisfaceva.Noncredevapossibilechestandoallanormativaitalianainmateriadiasilo,duranteiprimimesidipermanenzainItalia,avrebbedovutodipendereingranpartedalladisponibilitàdellestrutturediaccoglienzaincuieraospi-tepiuttostochedallemenseedalleassociazionidivolontariatochefrequentavaperilsoddisfacimentodeisuoibisogniprimari.Sebbeneinfattiapprezzasselosforzofattodaglioperatoriedaivolontaricheloaiutavano,disse:unuomochenonpuòlavorarenonèunuomo.Iononpossofarel’elemosina.No.Iononposso”(intervistaaH.M.).

L’aiuto può depersonalizzare , proprio perché toglie l’altrodalriconoscimentosocialeedalsuotentativodiricercadiau-tonomia.

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3.5.�Mangiare�nelle�menseUnragazzonigerinocheabbiamoconosciutonellaprimavera

del2006 frequentando ilNaga-Har,un’associazionedivolonta-riatocheoffreassistenzamedico-legalearichiedentierifugiati,ciharaccontatochesolitamentepreferiscemangiareneiMcDo-nald.Quihalapossibilitàdiconoscerepersonediversedaquel-lechevedetuttiigiornineidormitoriediincontraregliamici.Nellemensegestitedaassociazionicaritatevoli,acuisirivolgelamaggiorpartedellepersonesenzamezzidisussistenzaoincon-dizionieconomichesvantaggiate,noncivuoleandarepiù:

T.Quandoho5,10euromangiodaMcDonald.L.Perchénonmanginellamensa****cheègratis?T.Perchénonvabene.L.Maperché?T.Perchénonèbuono.L.Nontipiaceilmangiareoaltro?

Inrispostacifacapirechenonè“dignitoso”riceverecibosenzapagarlo.Nemmenoivestiti.Seunohaunpo’disoldi,deveprocu-rarsidaséquestigeneridinecessità.Dellostessopareresonoaltrepersonecheabbiamoincontratooconosciutodurantelanostrari-cerca.Unuomosudaneseacuidomandavamoinsiemeadunavo-lontariadelNagadoveandasseamangiaredisolito,ciharisposto:

K.Mangiare?Nonmangio.Dalmattino,allenovedella seranonmangio.Poisehoforzavadoallamensa******.[Ma]nonmipiaceandarelà,misentocomesequalcunomidovesseammaz-zare.Macosapossofare?

B.Cosanontipiace?K.Nonmipiaceandarelàperchéilcibononècommestibile.Io

lavoro,cosacifacciolì?Perchémangiolì?Quelpostoèperglian-ziani,gliinvalidi,nonperme!Sonovenutoquinonpermangiaremaperl’asilopolitico.Capisci?(intervistaaK.)

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H.,ancheluisudanese,inItaliadacircaunannoconunper-messoumanitario,nonmangiainnessunadellemensegestitedaassociazionicaritatevoliperchéhapaurachemettano“lemedi-cine”nel cibo.Secondo lui,queste “medicine”hannouneffettosedativo.ServonopertranquillizzarelepersoneinmodochelaseranoncreinoproblemineiCentrionelleCasediAccoglienzaovadanoingiroperlacittàdigiornoadarfastidio.Alcunivolon-taridiunaassociazionedivolontariatomilanesechesioccupadirifugiatimihannoconfermatol’esistenzadiquesta“diceria”traalcunirichiedenti.AbbiamochiestoaH.chigliavessedettochec’èqualcunochemettele“medicineperdormire”nelcibodellemense.Ciharispostocheseneèaccortodasolo.Ognivoltachemangiavanellemenseinfattiglivenivasonnoenonandavapiùacercarelavoro.Cheforseèpropriociòchevoglionoigestoridellemense,halasciatosottointesoH.

Daquestidialoghi,edaquestametaforadelciboconsedativi,emergecomesiaambiguoilrapportoconilvolontariatocarita-tevoleacui,quasiinevitabilmente,moltirichiedentidevonori-volgersiperpotervivereaMilano.Questepersonesannoperòdidoverscendereacompromessiconilpropriosensodidignità.Echitrovaunlavoro,nonappenahaqualchesoldointasca,cercadievitarequestotipodiaiuti.Ladiceriasulsonniferoneipiat-ti serviti allemensecidicequalcosadipiù innanzitutto suunpiano metaforico. Le strutture per rifugiati, istituzionali o nonistituzionali,creanodipendenzaadispettodiquantodichiarino.Ilmessaggiochemandano,consideratelestrutturediaiutonelloro insieme, è infatti ambiguoe contraddittorio.Daun lato sichiedeallepersonediessereautonome,indipendentie,dall’altro,nonsicreanoleeffettivecondizioniperpoterraggiungerequestiobiettiviespessosiincentiva,semmai,ilcircolodelladipenden-za.Quandopoilepersonestessetrovanoosidannodafareperavereun’autonomiaeconomicavengonospessoaccusate,perlopiùimplicitamente,dinonessere“veririfugiati”ediesserevenu-tiinItaliasolopercercarelavoro.

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3.6.�Dormire.�Punti�di�vistadei�richiedenti�asilo�e�dei�rifugiatiInItalia,apartiredall’apriledel2005,lanormativacherego-

lamental’asiloècambiata.Nonostantequestemodifiche,lecon-dizionidivitadimoltirichiedentiasilo,rifugiatioricorrentinonsembranoesseremigliorate.Moltedifficoltàsonorimastelestessediprimaeincerticasisisonopureaggravate.Nell’estatedel2004eravamo andati a visitare con un gruppo di volontari di un’as-sociazioneperstranieridiMilanounafabbricaabbandonatadaparecchianni.L’edificiositrovavanellaperiferiaovestdiMilanoecieragiuntanotiziachefosseabitatadamigrantisenzarego-larepermessodisoggiorno.Cirecammolìperdareinformazionilegaliefarconoscerel’associazione.Inquell’edificiosupiùpiani,formatodaunintrecciodicorridoiestanzedisposteconlastes-saclaustrofobicarazionalitàdiunaprigione,abbiamoconosciutoperlaprimavoltaunrichiedenteasilopoliticosudanese,K.

Diseguitoriportiamoalcunistralcidiunaconversazioneavu-taconluinellacasadiaccoglienzadiun‘associazionedivolonta-riatodove,nelfrattempo,avevatrovatoospitalità.

K.Iosonopulito,nonvogliovenderedroga,nonvogliofarelavorisporchi.Sai,sevolessipotreifarlo.Manonmiinteressa,nonvengodallastrada.Vogliolavorareconlemiemani,questodovrebbeaiutarmi.Allafinepossoprenderelamiavaligiaean-dareperlastradaesaròlibero:mipiacelalibertà!Sonovenutodalmiopaeseperchémipiacelalibertà[…].ComediceilLibroVerde17:“Chiunqueviveinunacasachenonèlasua,anchesepaga,nonèlibero[…].Lacasaèmoltoimportanteperogniper-sonanellapropriavita”,questodiceilLibroVerde.Tucostruiscisuquestaterraequestaterraèpertutte lepersone.C’ètantagentedellostessopaesechenonhadamangiare.Tucostruisciunacasaperte,latuafamigliaeituoibambinimasecostruiscialtipalazziperfarstaredentrolagenteenonglidaideisoldi,unapersonaaprelaportadicasaedègiàfuori!Secostruisciuna

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casa,lacasadeveesseredichicivivedentro,nontua[…],questodiceilLibroVerde.

B.QuandoseiarrivatoaMilano,iprimigiorni…K. Dove ho vissuto? Ho vissuto in un posto che in arabo si

chiama“kherba”.Kherbainitalianosignifica“postosporco,senzaluce”,dovenemmenoglianimalipossonovivere!Soloicriminalipossonoviverelì!Quandomiavetevistoinquelposto,eralìcheiovivevo.Sevedilamiavaligia,èrotta.

L.Chitihasuggeritodiandareinquelposto?K.Lepersonechenonhannounpostodoveandare,chenon

hannosoldipermangiare,vannolìedormonoafiancoacrimi-nali.

B.Perchédiciquesto?K.Perchévendonodroga!Eperchévendonodroga?Nessunoè

creatodaDiocriminale.Unapersonachenonhadamangiarechecosapuòfare?Arrivaafareditutto:rubare,uccidere.Puòfareditutto.Capisci?Haivisto?Mihannorottolavaligia.AdessotuttiimieidocumentiimportantiliholasciatialNaga-harperchéhopaurachequalcunomelirubi.”

L.Qualèiltuosognoora?K.Ilmiosogno?L.Si,seavessiunabacchettamagicacosacambieresti?K. Ilmio sognooranon lo so,veramente.Questa èunado-

mandaperlaqualenonhorisposta[…].E’unadomandamoltodifficile.Primaavevosognimaadesso,dopoavervistoqualèlasituazionequi,ilmiosognoètrovareunacasa[ride],unbagno.Primaavevoungrandesogno,adessoquestoèilmiosogno[ri-dendo].Credetemiallevoltequandocipensoquasi impazzisco.Nonvorreimaèunasituazionechenonpossocontrollare.

Ledifficoltàegli imbarazzidiK.sonocondivisiancoraoggida molti richiedenti asilo. Come si accennava in precedenza lasituazionepertalunièpeggioratadopolemodifichedel2005inmateriadiasilo.Ci riferiamo inparticolareacolorochehanno

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ricevutoildiniegodifronteallaCommissioneecercanodiintra-prenderelapraticadelricorsomasitrovano,perlegge,adoverlasciareilterritorionazionaleeadesseresenzadocumenti.

Esseresenzadocumenti,inattesadiavviareilricorso,signifi-canonpoteraccedereaidormitoripubbliciequindidormireperstradaopressoamici;nonaverelapossibilitàdicercareunlavoroinregola;dipendereancoradipiùdalleassociazionicaritatevoli;vivereconiltimorediesserefermatoperstradadalleforzedel-l’ordineereclusonelCPTdiviaCorelliperessererimpatriato.

Pocoprimadell’agostodel2006,abbiamoavutomododicono-scerepressoilNaga-harT.S.,ungiovaneetiopeche,avendorice-vutoildiniegodaunacommissioneterritorialenelsudd’Italia,avevadecisoditrasferirsiaMilanopercercaremezzidisosten-tamentoeunavvocatocheavviasselapraticadelricorso.T.S.,cometuttiirichiedentichenonhannoancorapotutoavviarelapraticadelricorso,erasprovvistodidocumentidisoggiornore-golari.SebbenenonavessemaicommessoalcuncriminepassavalegiornatecercandorifugiotralaStazioneCentraleeigiardinipubblici,evitandoquantopiùpossibilediincrociarepoliziottiecarabinieri.Nonostante tutte lecauteleerastato fermatovarievoltedaalcuniagentidipattugliaeavevaricevutounfogliodiespulsionedalterritorionazionaleperchénonerainpossessodidocumenti regolari. Tagliato fuori dal Sistema di Protezione inquanto “diniegato”e residenteperdipiù inunaprefetturachenoneraquelladisuacompetenza,ciraccontòalcuniepisodicheglieranocapitatidurantelasuapermanenzaaMilano,situazioniche inalcunicasi loavevanoumiliatoe inaltrisemplicementefatto riflettere.Ungiorno,adesempio,passeggiando lungounodeimarciapiedichecosteggianolaStazioneCentrale,ciraccontòdiesserestatofermatodaunitalianochegliavevachiestofavorisessualiincambiodidenaro,unfattocheinEtiopianonsisareb-benemmenosognatoglipotesseaccaderenellavita.Unanotte,invece,mentredormivainstazione,unnordafricanoavevacer-catodisfilargliilportafoglioditasca.Seneeraaccortoeaveva

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chiestoalladruncoloperqualemotivoavesseintenzionedide-rubarlo,vistochenelportafoglioavevasolodocumentipersonalie fogli di carta condegli appunti scarabocchiati. L’uomo si eragiustificatonegandoiltentativodifurtoeaffermandochelasuaveraintenzioneeradivolerfareamicizia.“Vuoiessermiamico?Ealloraperchétocchiilmiosedere?”recitòpernoiT.S.,mentreridevamoimmaginandoinsiemelascena.Forseancheaseguitodi questi episodi, il nostro interlocutore conduceva la sua vitadi “rifugiato” dormendo di giorno nei parchi e rimanendo sve-glioquantopiùpossibilelanotte.Quandogliabbiamochiestolaragionediquestasceltacispiegòchecosìsisentivapiùsicuro,soprattuttonelleorenotturne. “I’m�batman,�now”cidissesor-ridendo,mentregiungevaunsuoamicocon ilqualeavevagià,evidentemente,collaudatolabattuta.

NellostessoperiodoincuiconoscevamoT.S.,cicapitòdias-sistereadunatelefonatadiunavolontariadelNaga-harche,vo-lendoaiutarealcunepersonechesi eranorivoltealCentropertrovareunpostodovedormire,cercavanelsuoelencotelefonicoindirizziutili.Sfiduciata inpartenza,vistialcuni tentativi fattineigiorniprecedentiperaiutarealtrepersonenellestessecondi-zioni–evistalasituazionedisovraffollamentochedenunciava-noglioperatorideidormitoriinquelperiodo,ancheacausadelconcomitanteriversarsisullestrutturediaccoglienzapubblichedidetenutiliberaticonl’indultoeperlacontemporaneachiusuraestivadimoltiCentri–lavolontaria,infine,riuscìatrovareunpostoperunragazzonigeriano.L’uomo,titolarediunpermessopermotiviumanitari,eravisibilmenteesaustoperlenottipas-sateall’addiaccio,tantocheeradispostoamettermanoallepo-cherisorsemonetarierimasteglipurdievitaredidoverdormireun’altranotteall’aperto.L’unicopostolettochelavolontariaerariuscitaatrovareattraversoilsuoindirizzario,infatti,eradispo-nibilesoloapagamento.

LavolontariadelNaga-har,capitolostatod’animodell’uomo,nonebbe ilcoraggiodi tradurre in inglese larispostaavutada

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unaresponsabilediundormitoriogestitodaun’associazionedelprivatosociale laquale,uditalarichiesta,pertelefonorispose:“E’agosto.Seanchedormonofuoriqualchegiornononsuccedeniente”.

Chelaricercadiunpostoperdormiresiaunproblemadinonpococonto,forseunodeiproblemimaggiori–esicuramenteunodi quelli che crea più disagio – lo si può capire ascoltando unqualunquerichiedenteasilo,ricorrenteorifugiatointerrogatoaproposito.T.O.,adesempio,èunuomodicircatrent’anni,fuggitodallaR.D.Congocircatreannifa,checonosceabbastanzabenel’italianoechehaottenutounpermessoumanitario.NellaCasadiaccoglienzaincuieraospitedapochesettimaneecheavrebbedovutolasciare,perregolamento,pochigiornidopolanostrain-tervista,ciconfidòalcunedellesuepreoccupazioni:.

L.Apropositodiunpostodovestare,dovedormire…T.Ok,questoèilproblemachehopropriooraperchénonso

[doveandare].Sai,ovunquetuhaideirifugiati,loStatodiquelPaesehaunqualchepostodovetenerelepersone,maquestononè il casoqui in Italia.Quiogni rifugiatodeve trovaredaséunpostodovevivere.Peresempio,orahoottenutotuttodalgovernoitalianoma soffro ancoraperchénon [ho]unpostodove stare.Sempreacorrere[…]sempreacambiareposti:oggiqui,domanilì.Nonèlavitaperunapersonachehasolobisognoditrovareoavereunavitabuona.Questotipodivitanonèbuonaperme.

L.Seimaistatoinundormitorio?T.Sonostatoinundormitorio,qui[vicino],inviaCalvino.L.Com’era?T.Molto,moltodifficile.L.Moltodifficile?Perché?T.Moltodifficile,perché,peresempio, inunastanzatustai

con16-17persone,chedormonoinunastanza,dapaesidifferen-

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ti,eognunohalasuamentalitàealcunibevono.Nonèbuonoperpersonechecercanodiavereunavitabuona.

L.Ok,tivolevochiedere…T.LavitainItalia?L.Ok…T.LavitainItaliapernoièmoltodifficile[…]perchéinaltri

paesi–inBelgio,inFranciainGermania,peresempio-,seilri-fugiatoottienelostatus[dirifugiato]loStatoèobbligatoodevedispensareunaltroposto.

L.Deveoffrireunpostodovevivere…T.Ok,ok,loStatodeveaiutarelepersonechehannoottenuto

lostatus,ilmododitrovareunlavoro,mainItalianonècomeinaltripaesiperchéquisetuhaiilpermesso[osenoncel’hai]è lastessavita.Conoscopersonechehannounbuonpermessodisoggiornochenontrovanolavoroeconoscopersonechenonhannoilpermessoechequandocercanolavoroloottengono.Lasituazioneèdifficiledaspiegare.

IlparadossomessoinlucedaT.O.circalepossibilitàditrovareunlavoroconosenzaunpermessodisoggiornosegnalaunadel-lecontraddizionidellanostrasocietà.Percomprenderlameglio,occorreincluderenelnostroragionamentoaltrecategoriedimi-granticoinvoltedaquestostessoparadosso.

Ilmercatodellavoroitaliano,infatti,haancoraoggiimpor-tanti settoridiattivitàchesibasanoprincipalmentesul “som-merso”osul“lavoroinnero”.Illavorostagionaleagricoloneèun esempio tipico. E’ ancora più significativo però il fatto cheoggi,inItalia,lamaggiorpartedeglistranierientratipermotividi lavoro è stata per almeno un periodo di tempo presente inmodoirregolare,senzacioèledovuteautorizzazionielerelativetutele in campo sanitario o sindacale.E’ lo stessomercatodellavoroarichiedereunamanodopera“flessibile”maincerticasiquestaflessibilitàpuòspingersibenoltreibinaridellalegalità,alpuntodapreferirelamanodoperasottopagata,quellachepuò

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essereassuntaolicenziataasecondadelleesigenzedichioffreillavoro.

Con l’attuale legge in vigore in materia di immigrazione, ilpermessodisoggiornoèstrettamentevincolatoalpossessodiuncontrattodilavoro.PerquestomotivolaleggeBossi-Fini,hapo-stogliimmigratiinunaposizionedimaggiorericattabilitàrispet-toailorodatori.Glispaziperun’emersionedall’illegalitàsisonoridottieognitentativodiregolarizzazionedevepassareattraver-so lamediazionediundatoredi lavorodispostoed interessatoa farlo, o facendo leva, dove possibile, su altri possibili canalidi regolarizzazione (ad esempio, il ricongiungimento familiare).Inquestosensochipossiedeunregolarepermessodisoggiorno,comenelcasodiT.O.,incerteporzionidelmercatodellavoropuòtrovarsisvantaggiatorispettoaun“clandestino”oadun“irrego-lare”.Inquestaprospettiva,sipuòparlaredi“produzione”attivadellaclandestinità,connessaaduninteressatoedampiomercatodilavoroneroemarginaleeadunasituazionedidipendenzadapartedivastefascedistranieri,tracuiirichiedenti.

3.7.�Governare�attraverso�la�libertàRiprendiamounadellequestionisollevateneicapitoliprece-

denti(vedicap.I).Perqualeragioneproprioirichiedentiasiloeirifugiatisonofraipiùespostiaitentatividiintaccareiprivilegiaccordatiaibeneficiaridelwelfarestate?Perché,rispettoadaltrecategorie di migranti, con i richiedenti asilo si può agire quasidirettamentesullaqualitàdellalorovitanelmomentostessoincui si mette in discussione il loro accesso al sistema di servizisociali?

Suirifugiatigravaunadistinzionecheliseparadaognipossi-bileconfusioneconaltretipologiedimigranti.Irifugiatisonoperdefinizione“vittime”.BastaleggerelaConvenzionediGinevraperconvincersene.E’proprioquestacostruzionedelrifugiatocomevittimacheciaiutaacomprenderelecontraddizioniincuisonocostrettelelorovite.ComenotanoBlocheSchuster:

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[l]acostruzionestoricadeirifugiaticomevittimehaavutouneffettosuilorodirittidiaccessoalwelfare.Nelperiododopolaguerra e durante la Guerra fredda, rifugiati e richiedenti asiloerano “presi in cura” non per un qualche diritto garantito, maperchèeraunespedientepoliticoperrispondereumanamenteacolorochefuggivano,perlamaggiorpartedalBloccoSovieticoodaisuoialleati.Loro“meritavano”compassionee,diconseguen-za,l’accessoalwelfareacausadiciòcheavevano“sopportato”,mentre i migranti avevano guadagnato i diritti al welfare par-tecipando al mercato del lavoro e pagando le tasse […] (Bloch,Schuster2002,�97).

L’impossibilitàalavorareneiprimimesidipermanenzainIta-

lia,nonchélastessadifficoltàatrovareunlavoroinregolanelcomplesso,variegatoespessoinformale,mercatodellavoroita-liano,contribuisceacrearedipendenzadaiservizisocialiedalleassociazionicaritatevolicheoffronoiprincipaligeneridineces-sità:vestitiecibomaanchealloggio.

Granpartedellaretoricadell’accoglienzadientiistituzionalienonistituzionalichesioccupanodirichiedentiasiloerifugiatiruotaperòintornoaconcetticome“autonomia”,“libertà”,“inte-grazione”insintoniaconunaconcezioneneoliberaledellacittadi-nanzachesuggerisceicriteriperdistinguere,tracolorochesonoinseritineivariprogrammidiaccoglienza,chisonoimeritevolie inonmeritevoli.AihwaOng, inunsuostudioetnograficosuirifugiatielerifugiatedelSudestasiaticochevivononegliStatiUnitihabencoltoquestopuntoquandoafferma:

SoprattuttoapartiredaglianniSettantalenormedellabuonacittadinanzanelledemocrazieliberaliavanzatehannoabbando-natol’enfasisuidoveriesugliobblighiversolanazione,perin-sisteresemprepiùsuldiveniresoggettiautonomicheprendonodecisioniinmodoresponsabileechesonopiùutiliallanazionediventando‘imprenditoridisestessi’.Esteseincursionidellalo-

FuggireecercarerifugioaMilano

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gicadelmercatohannomodellatolafamigliaeilwelfare,lapo-liticasanitariaelapraticareligiosa.Ilcittadinopiùmeritevoleèinsommailflessibilehomoaeconomicus(Ong2005,p.29).

L’intervista con l’uomo sudanese che aveva il timore che lemensegestitedaenticaritatevolidistribuisserodeisonniferinelmangiareciricordaqui,apartiredaunpianometaforico,quantosiaambiguoeasimmetricoilrapportotra“assistiti”e“benefat-tori”. Come si ricorderà, i beneficiari del Sistema di Protezionedevono accettare un “contratto d’accoglienza”; in talune strut-turedelterzosettorepossono“contrattare”,entrocertilimiti,laduratadellaloropermanenza.Glioperatoricercanodicostruireconl’ospitedelCentroilsuoprogettodiaccoglienza.Ciòchesida per scontata è la possibilità per le persone di poter decide-renellapiùampiaautonomiapossibileilpropriofuturo,ciòchedesiderano. Ma si da anche per scontato che un intervento dapartedi“espertidisoggettività”(Rose1990)possasologiovarealpienoinserimentodeirifugiatinellasocietàitalianaorientandoneiprogettiindividuali.Governarelelibertà,attraversolalibertàstessa.Delresto“tantopiùilsoggettovieneprodottocomelibero,ecioèvalorizzatocome[…]titolarediundirittoadagirecomevuole,tantopiùlasualibertàchiedediesserearmonizzata,resacompatibile, ‘governata’” (Chignola2006,p.11).Eccoallorachei“dispositividisicurezza” (Foucault2005a;2005b)che,comeilSistema di Protezione, sono pensati per “accogliere” i rifugiati,funzionanocometecnologiepercollegareillivellodei‘centridicalcolo’delpotere(Latour1986;Rose,Miller1992)conillivellomolecolaredeicentridiaccoglienza,degliospedali,dellequestureedituttequellerealtà–nonsoloistituzionali–chehannoachefareconrichiedentiasiloerifugiati.E’centraledunqueilsaperechevieneprodottointornoaquestepersoneperpoter“tradurre”daunpianoall’altroiprogrammidigoverno(Rose,Miller1992).Ilsaperechevieneelaboratadaoperatori,medicioprofessionistidelsocialeècentraleperché“fornisceuntipodimarchingegno

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intellettualeperilgovernosottoformadiprocedureperrendereilmondopensabileeaddomesticarelasuaintrattabilerealtàsu-bordinandolaalledisciplinateanalisidelpensiero”(Rose,Miller1992,p.182,trad.nostra).Ilruolodegliespertièdunqueanch’es-socruciale.Essisitrovanotraduefronti.Daunlatosonoalleaticonleautoritàpolitichenelmomentostessoincuinecondividen-doleproblematicheelepreoccupazionidigovernoe,dall’altro,cercandoun’alleanzacongliindividui,offronoloroillinguaggioeglistrumentiperesprimereipropridesideri,migliorarelepro-priecondizionidivitasecondostandardufficialiotrovareunca-naledicomunicazioneconchiligoverna(cfr.Rose,Miller1992).Ilrischiointuttociòèdiperderequelladistanzacriticarispettoalpropriooperarecheunamaggioredistinzionetraambitidiin-terventodellerealtàassociativeedistituzionali,forse,potrebbegarantire.

Note�di�fine�capitolo

16Partediquesteinformazionicisonostatefornitedalleresponsabilidell’Uf-ficioStranieri/SportelloRifugioche ilnostrogruppodi ricercaha incontratonelmesedilugliodel2006.

17Siriferisceal“manifesto”diMu’ammaral-Qadhdhafi(Gheddafi).

Capitolo�IV

ETNOGRAFIA�DELLA�

VULNERABILITA’.�

STORIE�DI�DONNE�RICHIEDENTI�

ASILO�A�MILANO

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Questocapitoloillustracomel’esperienzadimigrazionetocchidavicinolavitadelledonnecostretteademigrare.Raccontandostorieordinarieemondiquotidiani(Abu-Lughod1991)desiderofar emergere la complessità e la processualità delle migrazioniforzatecogliendolosguardodichivive il luogodiarrivocomeun’opportunitàe insiemecomeunaperditadipoteresullapro-priavita.Presteròattenzionealtemadelricollocamento,intesocomelacostruzionediunanuovaesistenzaquandoaltrisistemidirelazionesisonopersi,laceratiomodificatinellastoriadimi-grazione.

Conquestechiavidiletturaaffrontoiltemadelrifugiopoli-ticocomeesperienzavissutaetestimoniatadadonnerichiedentiasilonellacittàdiMilano.Faròricorsoaltemadellavulnerabi-lità(Das2000)intesacomeilprodottodellastoriadifugaedellestrutturediaccoglienzaperesplorarelacontinuitàdellaviolenzavissutaprimaedopolafugaelasofferenzacontenutanellestorieraccolte.Pensareaquestedonnecomesoggettivulnerabilienoncomevittime,lasciaintravedereimodiconcui,immaginandounmondofuturodiversoemiglioredaquellochevivononeltempopresente,esseriempionolavitaquotidianadipraticheestrategieperrimuovereleformediesclusionesocialeedimarginalitàchecaratterizzanoleloroposizionidirichiedentiasilo.

Nel desiderio di rintracciare uno specifico femminile nellestoriediesilioenellepraticheconcuila�vita�dopo�la�fugaèri-costruitanellecittàdiaccoglienza,ho incontratoefrequentatoalcunedonnerichiedentiasilooinpossessodipermessoumani-tarioRipercorrendolelorostorie,hodatoattenzioneallaconcre-tezza�delle�esperienze�quotidiane(Das2005)eallerelazionechelehannocoinvolteprimaedopolafuga.AffrontoquestetematichegeneraliattraversolestorieditredonnechehannopresoparteallaricercaFlorence,PerpetuaeSandradandorilievoaiseguentipunti:latraiettoriadell’esilio;iloromovimentinellacittàdiMi-lanoeimodiincuisisonopercepitenellarelazionediaiutoconlestrutturedell’accoglienza;laprecarietàdelleretiedeilegami;

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ilsovrapporsidiidentitàcomequelladimadre,donna,disoccu-pata,lavoratriceaquelladirichiedenteasilo.

Attraverso questo percorso, desidero far emergere lo scartofralacategorizzazionedellepolitichediaccoglienzadelrifugia-to e l’immagine di sé che queste donne hanno prodotto con lelorotestimonianzeeconlepraticheagiteperricostruirelavitaquotidiana.Poichéquestaricercahapostoattenzionealtemadelricollocamento,misoffermosuimodiconcuiquestedonnehannovissuto l’arrivoaMilanoe comesperanodi ricomporre la loroesistenzafutura.Nellepaginecheseguono,illustrolaposizioneteoricachemihaguidatainquestaricercaelametodologiascel-ta;descrivopoi ilCentrodiAccoglienzadiVialeSammartinialfinedifaremergereleretorichedellepolitichediaccoglienzaeloscartofraladescrizionechenedannoglioperatorieledonnechevihannoabitato;infine,raccontolestoriedivitaedimigrazioneraccolte.Questaricercaintendeesprimere,infatti,uncontributoallostudiodel rifugiopoliticorendendovisibileciòcherespirasottoall’esperienzadell’esilio.

4.1.�Tempo�e�vulnerabilità�Nelquadroteoricodell’antropologiadellemigrazioniforzate

(Harrell-Bond1992)edellaletteraturasull’asilo(Malkki1995)iltemadellavulnerabilità(Das2005)permettediesplorarelaco-struzionediunnuovomondoquotidianoquandoaltrisistemidirelazionesisonolaceratiotrasformatinellastoriadifuga.Consi-deroiltemadellavulnerabilitàun’importanteindicazioneteoricaeunterrenoetnograficoperindagarelacontinuitàdellaviolenzaeladrammaticitàdellestoriefemminiliraccolte.Poichél’esserevulnerabileesprimequalcosadidiversodall’essereunavittima(Das 2005:222), cerco, con questa linea teorica, di affrontare ilrapportofralestoriedifugaeildesideriodiricomporrelapro-priavita,alfinediillustrarelestrategiechequestedonneattiva-noelepossibilitàrealichehannodimodificareleloroesistenze(Hodgson2001).

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Nelletestimonianzechehoraccoltoèemersainfattilaconti-nuità�della�violenza–vissutaprimaedopolafuga,nelcontestodiorigineeinquellodiaccoglienza–maanchepiccolestrategiemesseinattodalledonneperrimuovereleloroposizionidisubal-ternità.Senellaretoricasull’asilo,ilrichiedenterifugiopoliticoèunsoggettopassivo,indifeso,silenzioso(Vacchiano2005:90)se-gnatodallarassegnazioneedall’impossibilitàdiagire,nelleparolechehannousateperraccontarsieperrievocareleloroesperienze,questedonnenonsonoricorseadunanarrativa�della�vittimiz-zazione. Esse hanno invece denunciato la sofferenza delle lorostorie,laperditadipotereediresponsabilitàsulleloroesistenze.Hannomostrato,inoltre,comequestaperdita�di�potere�sulla�vitanonsiastatarimossadalcircuitodell’accoglienza,madiessasièinvecenutrita,sinoarenderledipendentidallarelazionediaiuto.Emergonoinfinepraticheetentativiattiaspostareoarginareleloroposizionididebolezza,alcuniriusciti,altririmastisulpianodell’immaginazione.Parleròquindidellerichiedentiasilopassan-dodalconcettodivittimaaquellodivulnerabile,evidenziandocomelavulnerabilitàsiaprodottadallestoriepersonalidifugaedaunaseriedimicroeventisperimentatinelletraiettoriedell’as-sistenzaeregistraticomepiccolo formediviolenzastrutturale(Scheper-Hughes,Bourgois2004).

Horaccoltostoriedidonnerichiedentirifugio,inattesadirispo-staoinpossessodipermessoumanitario,nellaconvinzionechelaconoscenzadell’intimitàdeiloropercorsiedellaloroquotidianitàcostituiscaun importante strumentodi analisidellemigrazioniforzate.Le storiedivita rappresentano,pertanto,piùdiun’op-zionemetodologica(Olagero,Saraceno,199�:7;Lacoste-Dujardin2002):sisonorivelateunmezzoperdecostruirelaretoricasullerichiedentiasilo,rintracciandoecontrapponendoadessaleauto-rappresentazionielepercezionichequestedonneavevanodiséstesseedellelorovite,nellaconvinzionechelatestimonianzadiséesprimaancheunenormepotenzialepolitico(Puwar200�).

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Inquestepagine,racconteròlestoriedelletredonneconcuiho trascorsopiù tempo:Florence,Perpetua,Sandra.FlorenceèarrivatadasoladalTogoperchéoppositricepolitica;Perpetuaèarrivata sola dal Togo perché moglie di un oppositore politico;Sandra,diorigineeritrea,èarrivataconilfidanzatodalSudan.Nei loro racconti, tre temporalità si sovrappongono continua-mentel’unaall’altrailprimadellamigrazione(chieranoprimadiarrivare,lapartenza,latraiettoriadellafuga);leesperienzenellacittàdiMilano (achi si sonorivolteall’arrivoe la loroattualequotidianità,ovverodiqualipersone,legami,attivitàsicomponela loro esistenza); il futuro, fatto di immaginazione e progetti,di fantasie di identità prodotte sul tempo che le aspetta (Moo-re1994).Lestrutturee,più ingenerale, lacittàdiaccoglienzastringonoquestedonnenell’unicaidentitàdivittimarichiedenteasiloelesospendonoinuntempopresente,senzariconoscernelastoriaprecedenteeunlorotempoprogettuale.Percontro,l’atten-zionepostasulladimensionedeltempoesploraqualialtreappar-tenenzesinascondonodietroaquelladirichiedenteasilo,avolteconferendoalledonnerisorseperrimuovereleloroposizionidisubalternità,altrevoltealimentandolasofferenzaeladramma-ticitàdellelorostorie.

Rispettoalpassatoealmomentodell’arrivoaMilano,nonsiètrattatodichiederecosa�è�successo?:alpassatosiaccedesoloattraverso il raccontoetnografico,ma il raccontodellastoriadifugalasciaterritoriinesploratiedifficilmentehatrovatounanar-razionearticolata.Nessunadelledonnechehoincontratoharac-contatoinunasolavoltacosaerasuccesso;èemersoinvecelenta-mente,einmodoframmentato.Spessoildoloreresisteallaparola,cosìlaframmentazionedeilororaccontieracomeseripetesselaframmentarietàdelleloroesperienzeedeilorovissutiemotivi,lalacerazionideilegamipiùintimi,lafragilitàdelleretisocialiediaiutoeladifficoltàdiincontrareespressionidisolidarietà.

Ilfuturoesprimecontemporaneamenteuntempoprogettualeeunastrategiaperfarfrontealtempodell’attesa:questedonne

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vivono, infatti,unatemporalitàsospesanell’attesadelpermes-so, chequalcosa succedaper realizzarealtre cose – recuperarela propria identità di madre, ricomporre legami lacerati dallafuga,trovareunlavoromiglioreounospaziointimoincuiabi-tarechenonsianoiluoghidell’assistenza.L’attenzionepostasultempopermette,pertanto,diintrodurreunadimensionespessononcontemplatanellericerchesullemigrazione–tantopiùsullemigrazioniforzate–cheèquelladelfuturo.Asuavolta,iltempofuturochesiesprimecomeimmaginazione,infantasiediiden-tità18enellasperanzadiviveremeglio,diventaunastrategiadisopravvivenzaeuncampoperintrodurreeindagareiltemadel-l’agencynellestoriedifuga.

Nellospecificodellestoriechehoraccoltodiverseidentitàsisovrappongonoaquellodirichiedenteasilo:mogli,madri,figlie,donne,fuggitedallepersecuzioniprimadonnebenestantioppurepovere,poiincercadiunlavoro.Questedonnevivonopertantoalmenoduecontrapposizioni: lo scarto fra lemolteplici identi-tàcheFlorence,PerpetuaeSandrausanoperdescrivereséeleloroviteel’immaginelororiflessadallestrutturediaccoglienzachelevedesolo�comedonneimmigratebisognosediassistenzaeaiuto;ladistanzafraciòcheeranoprima,chesonodiventatedopolamigrazioneeciòchevorrebbediventareoritornareadessereinuntempofuturo.Lasofferenzanasceinfattianchedalleidentitàperseomodificatedopolafugaedaltipodipersonachesidiventaacontattoconilcontestodiaccoglienza.Desiderarediricomporreleproprieesistenze,leidentitàeilegamipiùintimiesprimonounafantasiaeunasperanzariposteneltempofuturo,diventandounaspintaall’azioneeunmodopersopravviverealtempodilatatodell’attesa.

4.2.�Chi�accoglie�le�donne?�Via�Sammartini�per�richiedenti�asiloE’facileraggiungereilCentrodiAccoglienzadiViaSammar-

tini.Bastapercorrere lastradasulladestradellaStazioneCen-

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tralequasifinoinfondo,alnumero75.Lastrutturaènuovaecompostadatreedificiognunodiduepiani.IlCentrosichiamaCentrodiPrimaAccoglienzaperDonneeDonneconBambini,edèriservatoallerichiedentiasilo.Sonodisponibiliquarantapostiletto, che salgonoaquarantacinque incasidi emergenza.Ognistanzapuòospitarequattrodonne,incuiognunadisponediunpiccoloarmadio,unascrivaniaeunasedia;ognitrecamerevièunbagno.Alpianoterreno,vicinoall’ingressoprincipale,visonoglispazicomuni:lacucinaelasaladapranzo,unasalaritrovoconlatelevisione,unospazioperibambini,ilgiardinoeunapic-colabiblioteca.

IlcentroèdelComunediMilanoegestitodallaCroceRossaItaliana,sezionediMilano;ilpersonalesicomponediundiret-tore,diassistentisocialieeducatori.Perentrarvi, ledonnede-vonoandareprimaallaQuestura,dovepresentano ladomandadirifugiopolitico,poialloSportelloRichiedentiAsiloeRifugiatiche rilascia il permessoper essereospitate.Arrivate al centro,con l’aiutodiavvocati,psicologiemediatori, ledonnepossonochiedereaiutoperscriverelestoriedifugacheaccompagnanolarichiestadiasilo.

A differenza dei centri riservati agli uomini, i centri per ledonnecomprendonovittoealloggioenonhannooraridichiusu-ragiornaliera.Essirisolvonoquindibisogniprimari–mangiare,dormire,lavarsi–espessoledonnechenonhannoaltripostiincuistarevitrascorronolelorogiornate.Lapermanenzagratui-taduraseimesi,consideratoiltempoutilepertrovareunlavo-roeuna,seppurminima,autonomiaeconomica.Sealloscaderedeiseimesiledonnenonhannoancoratrovatounimpiegochepermetta lorounavitadignitosao indipendentedallestruttureilregolamentoprevedeiltrasferimentoinuncentrodisecondaaccoglienza,ilCentrodiViaGorlini,alcostodicircatreeuroalgiornoediseiselavorano.Ognibambinocostauneuroalgiornofinoalterzo,ilquartofigliooulteriorisonoospitatigratuitamen-te.Spesso,inrealtà,laregolanonvienerispettataealcunedonne

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rimangono,alprimooalsecondocentro,perunperiodoaggiun-tivosenzapagare.

Ilcentroèstatodescrittodalpersonalecomeunluogoestre-mamenteaccogliente,incuilesueospitipossonosentirsi�a�casa,costruireretidirelazionie imparareregolesocialiperinserirsinelnuovocontesto.Oltreasoddisfarebisogniessenziali,l’orga-nizzazione della struttura e la sua disciplina esprimono la vo-lontàdifaracquisirealledonneunsensodiresponsabilitàediautonomia.Piùingenerale,ilcentrodiviaSammartiniècarat-terizzatodaunastrettadisciplinacheesprimeunprecisointen-to educativo/pedagogico e una volontà, se non un’ideologia, diemancipazionedelledonne.Alledonneèoffertounpostodovevivere,daparteloroessedevonorispettareleregoledelcentro,comportarsicomesefosseunospazioproprioeaccettarechevisia un controllo dei loro movimenti. Il centro ha infatti regolemoltosevere:leospitidevonocomunicareognilorospostamento,l’oradirientroseraleèprevistaperleventitréesesiritardaènecessariodarne comunicazione specificando l’impegno; si puòtrascorrereunanotte fuorisolodietrorichiesta;sesi lavora laserasinoadopol’orarioprevisto,occorre lasciare ilnumeroditelefonodel luogodi lavoro,affinchél’operatorediturnopossaverificare.Dichiarareglispostamentidiurnieseralièconsiderataunaresponsabilitàversoilluogoincuisiabita.Poichéleregolestabilitedalgovernolocaleprevedonolaseparazionedeinucleifamiliari,ledonnechesonomadripossonoabitarenelcentroconi lorobambini,mentre ilpadre, sec’è,deve risiederepresso lestruttureperuominiechiedereunpermessoquandovuolevisi-tarelamoglieeifigli.Anchel’ordineelapuliziadeiluoghiedellapersonasonoconsideratiaspettiimportanti:ilpersonaledelcen-troprestamoltaattenzioneall’igienedelledonne,controllalapu-liziadellestanzeegliatteggiamentidicuradeibambini,comeillorosvezzamento.Leospiti,inoltre,nonpossonopersonalizzarelospazioincuidormono,confotografieoesponendooggettiper-sonali;nonpossonotenerecibo,opiùdiunabottigliettadiacqua

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perpersona.Questidettaglidicomportamentosonoconsideratiimportantidalpersonale:nonostantesiaunluogodiaccoglienza,alledonneè ricordata la temporaneitàdella loropresenza, chealtreospiticondividonolospazioechealtreverrannoadoccu-parlo.E’unluogochedevonosentirecomeproprio,maacuinondevonoaffezionarsi.

Percreareunsensodiappartenenzaalcentro,alleospitisonoaffidate inoltre piccole responsabilità nella sua gestione, comel’organizzazionedeiturnidipuliziadeglispazicomuniedialtreattivitàchesipossonofrequentarealcentro,adesempioicorsidiarteterapia.Nelcorridoio,vicinoall’ingresso,sonoaffissiglioraridellepulizie, a chi sonoaffidati, le attivitàdi cui ognunadeveoccuparsi.Ladistribuzionedeicompitiedelleresponsabili-tàinsiemealcontrollodeimovimentihannounrisvoltopratico,masoprattuttoesprimonounintentoeducativo:questeregolediconvivenzasonoconsiderateunmezzoperapprendere lostan-darddivitadelnuovocontestosociale.Spesso,inoltre,alfinedipromuovereunsistemadirelazionichesuperilebarriereetniche,donnedidiverseprovenienzegeograficheeculturalisonoaffian-cateleuneallealtrepersvolgerelostessotipodiattivitàoturnodipulizia.Questosistema,definitodalpersonaledelcentrocometransethnic�help,�èpensatocomeunsistemadirelazionichein-segna,inquestaottica,alledonneacollaborarenonostanteledi-versitàeasviluppareconvivenzamulticulturaleutileperlalorouscitadalcentro.Iltemadelledifferenzeculturalisifadunqueambiguo.Inprimoluogosipensaalladifferenzaculturalecomeadunaspecificitàcheappartieneeriguardasololedonneospiti,senzacoinvolgerelastrutturadiaccoglienzael’interocontestodiapprodo.Insecondaistanza,questosistemainsegnaunacon-vivenza�multiculturalepensandoalleidentitàculturalidelledon-necomeinconflittooincapacidirispettarsi,senzaindagaresuisistemidirelazionipiùcomplessichenasconoall’internodiunastrutturadiconvivenzaeincuialtreidentitàsimettonoingioco,sovrapponendosiaquellaetnico/culturaleodirichiedenteasilo.

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Infine,ilcentroochivilavorapensanoalcontestodiaccoglienzacomegiàmulticulturale,incuivigeunrispettodellediversità,alpuntodapotere�insegnareachiprovienedaaltripaesileregolesocialieculturalidelcontestodiapprodo.

Oltreadessereconsideratouninsegnamentodadarealledon-ne, il tema della diversità culturale è usato per disciplinare lesferepiù intimedelleospiti: gli operatori sottolineavanodi es-sereconsapevolicheledonneportanoconsédiverseconcezionidellapersona,dellacrescitaedell’educazionedei lorobambini.Le regole del centro stabiliscono però l’intervento di assistentisocialiedieducatoriperdaresuggerimentisullosvezzamentodeibambini–adesempioaqualeetàeconchemodalità–sullalorocrescitao leattivitàchepossonoseguire.Glioperatoricercanodiinsegnarecome�si�faaeducareragazzieragazze.Dalpuntodivistadelcentro,questedonne,nonostanteladrammaticitàdellelorostorie,hannolapossibilitàdicrescereilorofigliincontestiagevolati comeMilano ed è importante che comprendano l’op-portunitàincontrata.

Lastessamaternitàdiventaun’esperienzadacondividere:alledonneèchiestodiesplicitaregliatteggiamentidicurachehannoversodiséeversoifigli;laddoveèconsideratonecessario,saran-nocorrettedaglioperatori.Ilpersonaledelcentrohaspecificatochequestarichiestanonesprimeunamancanzadirispettoversialtrimodiculturalidiprendersicuradiséodivivereleesperien-zepiùintime.Alcontrario,ilfineèrendereleospiticonsapevolichesonoarrivateinunpaeseincuic’ètuttoechenonsonoco-stretteamantenereabitudinigiudicatedalpersonalepoco�mo-derne�quale,adesempio,unosvezzamentotardivo.Ilmodellodicuradiséedeibambinièconsideratounmodellopiù“moderno”dallasocietàospitanterispettoaquellidelledonneospitatenelcentro,sinoadassorbirevissutiedesperienzelegateallesferepiùintimedellapersona.

Questafortedisciplinacaratterizzailcentroelerelazionipiùintimecheledonnehannoconleloroesperienze,fraloroeconil

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mondoesterno.L’intentoeducativo/pedagogicosimanifestainol-treanchenelleattivitàdiinserimento�lavorativo�e�sociale.Nellastrutturasipossonofrequentarecorsidiformazioneprofessiona-le,diitalianoedireinserimentolavorativo,spessoaffidatiadentilocali.Ledonnechehoincontratoavevanoseguitoalcunidique-sticorsi,consideratidaglioperatoriimportanti�percorsi�di�auto-nomia,maspessosottolineavanocomenonfosserostatidiaiutonellaricercadiunlavoro.Inoltre,eranocorsicheprepraravanoledonneasvolgerelavoridaimmigrate,riguardavanocioèlacuraol’assistenza,attivitàfemminilicomelasartoriaoilricamo,enontenevano conto delle competenze o di quello che già sapevanofare.Spesso,inoltre,glioperatorihannomanifestatodisapprova-zioneeincomprensionerispettoallascarsapartecipazioneeallamancanzadiinteressedapartedelledonneacuiquestipercorsieranoindirizzati,comesenonfosseroconsapevolidelleopportu-nitàchelastrutturalorooffriva.Ledonneincontrate,daparteloro, lamentavanolamancanzadiunaiutostrutturalenellari-cercadiunlavoroediindicazionipraticherispettoailuoghiacuirivolgersinellacittàpertrovareunimpiego.

Questipercorsiel’insiemedelleregoledelcentroesprimonolavolontàdifaracquisirealledonneunsensodiresponsabilitàediautonomia,comesenefosseropriveprimadientrareacontattocon la struttura o con il contesto di accoglienza. La disciplinadelcentroeilregolamentocheorganizzalavitaquotidianadelledonne che vivono al suo interno evidenziano le ambiguità e lecontraddizioni dell’accoglienza. Legittimate dall’idea che le ri-chiedentiasiloospitatesianopersonedapreparareeeducareallavitasocialedelcontestoitaliano,leregoleelepratichedelcentroscivolanofralagestionedell’intimodelledonneeladistribuzionedeicompitiodelleresponsabilitàalfinedirendereilcentroper-fettamentefunzionanteedicostruireunsensodiresponsabilità,senondiadesione,allastruttura.Inquestitermini,lastrutturadiaccoglienzaèpensatacomeun’anticameraalleregoledelvi-vere sociale italiano in cui ledonnepossonoapprenderevalori

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enormeculturali, esprimendoun forte intentopedagogico checontemporaneamentedisconoscelastoriaprecedentedelledonneetoglieimportanzaailororiferimenticulturali.

Dal personale che vi lavora, i centri sono descritti come unagrande�madre,comeun’incubatrice19necessariaapreparareledon-neallavitasocialeesterna,cheleeducaallenuoveregolesociali,funzionandocomestrumentodiinserimentosociale.Lerichiedentiasiloappaionononsolocomevittimedaaiutare,maanchecomecorpi da educare ad un mondo sociale pensato lontano dal loro,comedonnesprovvistediunlorosensodiautonomiaeresponsabi-lità.Questestrutture–cheinquestadescrizionerappresentanolaretoricaelepratichedellapoliticadiaccoglienza–nell’ideadipro-muovereautonomiaeresponsabilitàcontrollanodifattogliaspettipiùintimidellavitaquotidiana,sinotalvoltaarompereleretipiùvicine.Diparipasso,questestrutture,chivilavoraelepoliticheche legittimano il lorooperatorappresentano le richiedentiasilocomeadunasoggettivitàcoesa,compattaalsuointernoanzichéun’esperienzasfumatanellesingolestorieindividuali.Lavitacomeorganizzatanelcentro– lagestionee lacondivisionedell’intimodelledonne,ladistribuzionedeicompitiperrenderleresponsabili– vede le richiedenti asilo come vittime da reintegrare, corpi daeducareedonnedaemancipare.Questaimmaginespessocontrastaconleesigenzerealidelledonnechevivonoinvececonambiguitàlarelazionediaiutoecheesprimonoprecisidesideridiautonomiaeconomicaesociale.Piùvolte ledonnecheho incontratohannomanifestatoun’immaginedisépiùlontanadaquellalororestituita,fattadiappartenenzecomplesse,desideri,necessitàesofferenze,emostratocomeilsistemadell’accoglienzaabbiaalimentatopiùcherimossolaprecarietàel’impotenzavissutanell’attesadeipermessiediunlavoro.Nellepagineaseguire,leesperienzedelledonneneicentrieledescrizionicheessenefannomostranolal’assistenzael’aiutocomeunarealtàcompletamentedissonanterispettoaquelladescrittadalcircuitodell’accoglienza,sino,talvolta,aregistrarlacomeunaseriedipiccoleformediviolenzastrutturale.

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4.3.�Storie�di�vita�e�di�esilio:Sandra,�Florence,�Perpetua

4.3.1.�Sandra.�“Quando�parti�sai�che�puoi�anche�morire”“Allora,iosonoeritrea”:conquestadecisioneSandradefinìse

stessaall’iniziodelnostroprimoincontro.Inrealtàcomespessoaccadenellestoriedimigrazione,lesueesperienzeequelladellasuafamigliatestimoniavanomobilitàeidentitàsovrapposte.Lamadreerafuggitadall’EritreaedalmaritoperandareinSudan,incintaalsestomesediSandraegiàmadrediunabambinadidueanni.Metàetiopeemetàeritrea,erastatacostrettaadal-lontanarsiperchéilcompagnoappoggiavailregimeeritreonellalottadiliberazioneeritreadall’Etiopiastessa.Lamadrevisseconle due figlie in Sudan sino a quando Sandra compì quattordiciannie lasorellasedici. Inquelmomento,acausadelledifficilicondizioni economiche in cui si trovavano, lamadre emigrò inKuwaitperfareladomesticapressounafamigliabenestantecon-tinuandoamantenereleduefiglie.Eramoltodifficile,raccontavaSandra,perunadonnasola,cattolica,eritreaedetiopetrovareunlavoroinSudan.Leielasorella,andataaLondraunannoprimacheleivenisseinItalia,nonricevevanodaqualcheannonotiziedellamadre,nonsapevanodovefosseesattamente,seemigratainqualchealtropaeseoancorainKuwait.NoneranonemmenocertechelaloromadresapessedellalorofugainEuropa.Ilpadrenon lo vedevano, né lo sentivano mai: entrambe erano fuggitenonsolodalSudan,maanchedaunpossibileritornoinEritrea,doveSandrasarebbestatacostrettaafareilserviziomilitareob-bligatorio,oinalternativaasposarsiefareunfiglio20.

Finite lescuole,Sandranonriuscìa trovareun lavoro.Eraunagiovanedonnaeritreaecattolica,tuttalasuavitaquotidianaeraostacolatadallasuaprovenienza,dallareligione,dallastoriafamiliare.Conlamadrelontanaeunpadrecompletamenteassen-te,leielasorellanonavevanointornounareteacuiappoggiarsi.

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Nel2001,lasorellaerariuscitaadandareaLondra.AncheSan-dra,insiemealfidanzato–ancheluidiorigineeritreaenatoinSudan–decisediprovareaspostarsi.Ilfidanzatolavorava,esioffrìdipagareilcostoeconomicodellamigrazioneancheperlei.

Erail2002elaspesaeramoltoalta:400dollariapersonadalSudanallaLibiaepoialtri150dollaridallaLibiaall’Italia.Perquestomotivolafugavapensata,sottolineavaSandra.Laneces-sitàdisostenereunprezzocosìaltoobbligaaprogettarelospo-stamento,nonostanteessorappresentispessoquasil’unicaalter-nativaadunanuovafantasiadivita.Impiegaronoqualchemeseperrisparmiareisoldicheaggiunseroadunapiccolasommagiàposseduta.InSudan,contattaronounapersonacheorganizzavatrasbordiperemigrareversolaLibia.Viaggiarononeldesertoinunpullman,“quasiunpullman”specificòSandra,esolodinotte,perchélalucedelgiornoaumentavailpericolodeicontrollidel-lapoliziadiStato.Eranocircaintrentaepercinquegiorninonmangiarono,quasinonbevvero.“Quandoparti”raccontavaSan-dra“saichepuoianchemorire”.

InLibia,Sandranonsapevailnomedellacittàincuisitro-vavano,potevaancheessereTripoli,aspettaronounmeseeunasettimanachevifosseroduepostiliberinellabarcaperarrivaresullecosteitaliane.Furonocostrettiaspenderealtrisoldipersog-giornarepressounaffittacamere:Sandrasierafattal’ideachevifosseunaccordofrachigestivaquestospazioinaffittoechiave-vaorganizzatoiltrasporto.Erarimastopochissimodenaroalorodisposizione,cosìmangiaronoebevveropochissimo.InLibia,gliorganizzatoridelviaggioprocurarono loroundocumentofinto,unaspecieditessera,persoggiornarenelpaeseeusciredicasa.QuandofinalmentesiimbarcaronoperarrivaredallecostelibicheaLampedusa, rimasero tregiorni inmare,ancora senzaacquaesenzacibo.Sandraraccontadiesserestatacomeincomaperl’interatratta,comesvenutaediavereripresoisensisoloquandoarrivòaLampedusa.Lesembravadiricordarechequalcunocheavevaviaggiatoconleieilfidanzatofossemorto.Isoccorsiarri-

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varonosubito,appenalabarcaapprodòsullecostediLampedusaedopoduegiorniSandraeilfidanzatofuronotrasferitialcampodiFoggia,dovepresentaronodomandadirifugiopolitico.

InquestomomentoiniziòilpercorsodiSandranellestrutturediaccoglienza,fattodirichiestediaiutoediricercadiun’autono-miadivitaperséeilgiovanecompagno.L’arrivoinItalia,l’im-pattoconilcontestodiapprodoeconlestrutturedell’accoglienzamodificò anche la relazione intima fra i due, invertendo i lororuoli.Seilfidanzatosieraoccupatodileisinoaquelmomento,dalladecisionedipartireall’arrivo,ora toccavaa leiprendersicuradelcompagno,dellaloroquotidianitàedelloroprogettodivita.Comegiovanedonnasarebbestatopiùfacileperleirispet-toalfidanzatomuoversinellaretedell’assistenzaenellenuovecittà.

Movimenti�a�MilanoSandraeilfidanzatorimaseroperunmesenelcentrodiacco-

glienzadiFoggia.Tuttiglioperatorieivolontarichesioccuparonodilorofuronogentili,sitrovaronomegliochenellestrutturediac-coglienzaconosciutesuccessivamenteaMilano.Alcentro,Sandraconobbeuominiedonnechevenivanodall’Eritrea, soggiornanticomeleialcentrooppuresolodipassaggio.Attraversoquestepri-me reti sociali, anche se improvvisate ed estemporanee, Sandraraccolseinformazionisullacittà,eingeneralesull’Italiaconcuicostruìunasuamappasuipossibilimovimentifuturi.Dairaccon-ti,scoprìcheMilanoeraconsideratalacittàincuipiùfacilmentepersonecomeleieilfidanzatoavrebberopotutotrovareunlavoroechevieraunastrutturadiaiutoachipresentavadomandadirifugiopoliticochiamataNaga-Har.Lamobilitàinterna–ilpas-saggiodaunacittàall’altradell’Italia–sicostruisceraccogliendoinformazionidaiconnazionalieanchelaprimamappaturadeiluo-ghiprendevitadallenarrazionidellepersonechesiincontrano.

UnamattinaleieilfidanzatopreseroiltrenoperMilano.AlComune–Sandranon ricordava ilnome specificodell’ufficio a

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cuisirivolse– leoperatrici trovaronoper leiunasistemazionepressolesuorediPavia,dacuirimaseunannocirca.AcontattoconlacittàdiMilanoelesueretidiaiuto,Sandraeilfidanzatofuronocostrettiaseparareiloropercorsi:luinontrovòlastessaassistenzaevisseperuncircaunannoinunacasaabbandonatanellaperiferiadellacittà, senza lucee senzagas.Quando lihoconosciutiaveva26anniesoffrivagiàdiasma,rimarcavaspessoSandra.Avevaperòtrovatounlavoroinnero:distribuivagiornaligratuitiguadagnandofrai10ei�0euroalgiorno.NellastrutturadellesuoreSandrapotevamangiaretuttiigiorniedormire;dove-vaperòrispettareleregoledellastrutturaeoccuparsidellepuli-ziedelluogoofrequentareleattivitàfemminili,comeilricamo,organizzatedallesuore.Ricordavalesuegiornatevincolatedalladisciplinadelcentro:dalcontrollodeisuoimovimentidapartedellesuoreedall’impossibilitàdicostruirsiunospaziodiautono-miaotrovareaiutonellaricercadiunlavoro.Comealtredonne,ancheSandrariconoscevalagratuitàdell’assistenza,soprattuttoquandopensavaaldisagioeallasofferenzaincuivivevailfidan-zato, ma al medesimo tempo la fragilità che nasceva dalla suastoria, l’assenzatotaledimezzimaterialipropri, l’impossibilitàdiorganizzarsiperprovvedereinmodoautonomoasestessaeal fidanzato alimentavano la sua vulnerabilità e l’incapacità diricomporrelasuaesistenza.

ComeFlorence, la testimonianzadiSandra lasciavaemerge-rel’ambiguitàprodottadall’assistenza,cheassicuravailcibo,unpostosicuroincuidormireevivereealmedesimotemposiali-mentavadelladipendenzacheasuavoltagenerava,piùchecon-tribuirearimuoverla,producendoidentitàbisognosediassisten-za,dipendentidaessaeprivediautonomia.Sandra,comequasitutteledonnechehoincontrato,sottolineavasoprattuttolaman-canzadiunaiutostrutturalenellaricercadiunlavoro:lesuorecomel’interocircuitodell’assistenzaacuisierarivolta–servizisocialiaMilanoePavia,sportelloperirichiedentiasilopolitico,serviziagliimmigratidelcomunediMilano–nonavevanodato

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risposteconcreteall’esigenzaditrovareunlavoro.Nemmenolaretedelledonneedegliuominiconnazionali–concuiSandrain-tendeva lacomunitàeritrea–era inrealtàstataunsostegno.Ilegamieranospessosporadicienonavevaavvertitoespressionidi solidarietà nelle persone che a suo avviso avrebbero potutoaiutarla,comeglianzianiresidentiinItaliagiàdaqualcheanno.APortaVenezia, luogodiritrovopergruppidiuominiedonneeritree,sipotevaandarepercercareunlavoro:ilavoripropostieranoperòtutti“lavoriinnero”,sitrattavadifarelalavapiattiolacamerierapressoiristorantieritreiaMilano.Nonsololastessaprovenienzageograficanongarantivaun’immediatasolidarietàorapportodiaiuto,maSandraavevapercepitoquasiunsistemadisfruttamentointernoallacomunità.Quandocisiamoconosciu-te,lasuareteamicaleeracompostadiun’amicaeritreaediunaragazzaturca.

DopolapermanenzadallesuoresitrasferìaRomaalloscopodiseguiredavicinolasuadomandadiasilo.SolodopodueannidalsuoarrivoinItalia,ottenneunarispostadallaCommissioneperiRifugiatieilpermessoumanitario,conresidenzapressolesuorediPavia.Inrealtà,SandrarientròquasisubitodaRoma,ap-penadopounmese,perchésieraresacontocheilprocedimentodellasuadomandaerainrealtàimpossibiledaseguireeaRoma,inoltre,vieranomoltemenopossibilitàditrovareunqualsiasila-voro.RitornòperunperiododallesuorediPavia,macontinuavaasentirsiprofondamenteadisagioetriste,anchetroppogiovaneeconancoramoltiprogettidarealizzareperviverelesuegiorna-teinquestatipodistruttura.Ungiorno,dinascosto,SandraandòalNaga-Har,doveraccontòadunvolontariolasuastoriaechieseindicazionipertrovareunasistemazionealternativa.Scopertalasuarichiestadiaiuto, lesuoresiarrabbiaronoalpuntocheunoperatoredelNaga-Harfucostrettoadintervenire,esplicitandocheeraundirittodiSandratentarealtrestradeperricostruirelasuavita.Conl’aiutodeivolontaridelNaga-Har,Sandratrovòunastanzaincondivisioneconunaragazzasomala,rimastapoisua

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caraamica.GrazieadunconoscentetrovòancheunlavorocomelavapiattiinunristoranteeritreonellaperiferiadiMilano.

Ilfidanzatogiàprimadileiavevaottenutoilpermessouma-nitario,maconlaresidenzaaFoggia,costringendoloaspostarsicontinuamenteintrenoperirinnovideldocumento,quasisem-presenzaavereisoldiperilbiglietto.Vivevaancorainluoghidifortunaesoprattuttodentroaduncircolovizioso:senzaabitazio-ne,nonpotevacambiareresidenza,maperavereunacasa,avevanecessitàdiun lavoro; trovareun lavoronellaprecarietàdellasuaesistenzaquotidianaenellaposizionedi immigratoconunpermessoumanitarioeraquasiun’impresaimpossibile.

Il loro futuroeraancoranellemanidiSandra.La suaprio-ritàera trovareun lavoromigliore,peravereuncontrattoconun affitto regolare e dare così la residenza al fidanzato. Decisedimuoversidentroaretiinformalieimprovvisate,abbandonan-dolarichiestadiaiutoallestruttureetenendosoloilNaga-Harcomepossibileriferimento.Unanzianosudaneseconosciutonelristorantedovelavoravalainformòcheilpermessoumanitarioledavalapossibilitàdirivolgersialleagenziedilavoro.Sirivolseimmediatamenteadun’agenziadiricercalavoro,scoprendoche,a differenza dei corsi proposti dal Comune e dalle reti di assi-stenza sociale,poteva scegliere fradiversi corsidi formazione,anchegratuiti,esprimendodellepreferenzeinrelazioneallesuecompetenze.Avevalavoratonelristorantecomelavapiattieca-meriera,decisecosìdiseguireuncorsoprofessionalecomead-dettaalbareallaristorazione,alterminedelqualefuassuntadaunimportantehotelcomecamerieradisalaconuncontrattodilavoro.Ottenutoilcontrattodilavoro,sparselavocefracono-scentichecercavaunacasaconuncontrattoinregola.Un’amicalediedel’indirizzodiunasignorachedietrouncompensodi400eurol’avrebbeaiutataatrovareunappartamento.SandraaccettòdipagareepocotempodopovivevainunpiccoloappartamentonellaperiferiadiMilanoadunprezzocheleieilfidanzato,che

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nel frattempoaveva trovatoun lavoro comeoperaio,potevanopermettersi.

Quandocisiamoconosciute,Sandraabitavadacircaduemesinellanuovacasaegiàavevaavviato leprocedureper trasferi-relasuaresidenza,ancorapressolesuorediPavia,equelladelfidanzatonellaloronuovaabitazione.Rispettoalprogettoorigi-nario,eranorimastedarisolverealcunequestionepratiche:conlanuovalegislazioneinmateriadiasiloepermessoumanitariotrasferireisuoidocumentiaMilanocomportavaesserevincolataalladisciplinadellaquesturadiquestacittà,che,adifferenzadialtre,nonrilasciavaidocumentidiviaggioinsiemealpermessoumanitario.Lasorella,unicacomponentedellaretefamiliareconcuiavevarelazionieacuieraprofondamentelegata,abitavaaLondra.Daquandoentrambevivevano inEuropanonsi eranomai incontrate. Ilpermessoumanitarioera inoltre il suounicodocumento:Sandraeraeritrea,osidefinivaeritrea,masuoido-cumentisudanesi:peravereilpassaportoeritreo,ilpadreavreb-bedovutoinviareunfaxdidichiarazionedipaternitàall’amba-sciata.Nonostantelerichiestedellafiglia,nonloavevamaifattopoichémaiavevaapprovatolasuasceltadinonesseretornatainEritrea.Documentielavoro,sottolineavaSandra,eranolacosapiùimportante:avevaattesodueanniprimachelaCommissionedefinisse la suaposizione, e “tutta lavita siblocca”,diceva, inquestotemposospesoadaspettare.Soloquandosisasesipuòrimanereomeno,sesipuòlavorare,allorasitentanodellestra-tegieperstaremeglio.Daidocumentiediconseguenzadallavorodipendononon solo la rimozionedellavulnerabilità,ma l’inte-rastrutturadellavitaquotidiana,lapossibilitàdicontinuareadavererelazioniconlapropriafamiglia,l’autonomiaeladimen-sionedeiprogetti,larealizzazionedellefantasiediidentità.

4.3.2.�Florence.�Arrivare�FlorenceèarrivatadalTogoallafinedelmesediottobredel

2005.Allasuapartenza,lafamiglia,compostadamadre,padree

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tresorelle,vivevanellacittànatale,mentreilfratellodileipiùpiccoloditreannieunicaaltrapersonadellafamigliaemigrata,vivevavicinoaMilano.ArrivatainaereoaMalpensasenzapas-saredaaltripaesi,Florenceraccontavadiesserestataaiutatadalfratello, già residenteaMilanoda circaunanno.Lafiguradelfratelloinrealtàspessoscomparivadairaccontisull’arrivo,perricomparirequandoFlorenceparlavadelsuopresente.Inaero-porto,chieseadunpassanteafricanoindicazionisudovepotevapresentaredomandadirifugiopolitico.Seguendoquesteinforma-zioniequelledelfratello,ilgiornosuccessivoall’arrivoFlorenceandòinquesturaescrissedasolalasuastoriadifugainfrancese.Diqueiprimi giorni ricordava lapauradovutaalla fuga e allasensazionechel’emigrazionenonfosseancoraterminata,comeseilsensodidispersionecontinuassenell’incapacitàdicompren-derecosastavaaccadendo,cosadovevafareequaliprocedureleeranorichiesteperottenereundocumento.Inquestura,Florencemiseinsiemequalcheinformazionesuiluoghiincuirecarsieachirivolgersiperdormireemangiare.Inmodosbrigativo,laindi-rizzaronoall’UfficioStranieridelComunediMilano,doveconunfogliodiaccompagnamentolamandaronoalCentrodiViaSam-martini,doveFlorencehavissutofinoaottobre2006.

Alcentro,glioperatoriassegnaronoaFlorenceunpostolettoinunastanzaconaltredonnerichiedentiasilo.Avevaunpostodovedormireequestolealleggerival’angosciadellospaesamen-to,manonconoscevanessuno,parlavasolofranceseenessunoledomandòdadoveveniva, cosa facevaodesiderava.AlSam-martininonpotevariceverevisite,ancheper il fratellodovevapresentareunarichiestaalComune.Avendospessolapercezionediesserecontrollata,preferivainognicasoincontrareilfratellooaltrepersonefuoridalcentro.LapiazzadinanziallaStazioneCentraleeradiventatailluogodiincontrodellesueretiamicali:unapiùintima,compostadadueamicheconnazionalieunapiùallargata,fattadiconoscenticoncuinonavevaunforterapportodifiducia.FlorencefrequentavalaStazioneCentralegiàdalsuo

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arrivo,perchériconosciutaeindicatadamoltedonnetogolesieafricaneingenerale,comeluogodiincontro,dismistamentodiinformazionisullacittàecomeintrecciodirelazioni informali,dovecercareunlavoro,unasistemazione,oppureunapersona.AncheFlorenceediocisiamosempreincontratenelpiazzaledel-laStazioneCentraleesempredipomeriggiofraledueelecin-que, dopo l’orario di pranzo del centro e prima del suo lavoropomeridianocomeaddettaallepulizie inunabancavicinoallaStazione.

L’intimità�dei�luoghisonoarrivatainottobreesubitofacevafreddo,moltofreddo.

Nonavevoniente…nonavevoivestitipesanti…sonovenutasen-zaniente…solounadonnaafricanainfrancesemihadettochepotevoandaredalle suoredi SanBabila aprenderedei vestiti.Dentroalcentronondicononiente,iononsapevoniente…que-sta signoraafricanaabitanel centroemihadettodelle suore.Le suore non hanno chiesto niente, non mi hanno detto “comestavo”nessunomihachiestocomestavopertantotempo…peròlorosonoresponsabili,lorosonoresponsabilidinoi…(Florence,6luglio2006)

CosìFlorencedescrivevailsuoarrivoaMilano,ladifficoltàdigestiredettaglidellavitaquotidianaelarelazioneconlestruttu-rediaccoglienza.Deiprimitempi,rievocavalaframmentazionedellerelazionidiaiuto,l’incapacitàdidisegnareunamappadellacittàeladifficoltàdisoddisfaredeibisogniprimaritipomangiareovestirsi.Spessoraccontavacomelo�smarrimentosperimentatoall’arrivosieraripetutoadognicontattoconstruttureeistitu-zioniacuisierarivolta.Dicevadiessersisentitaabbandonatadallestrutturediaccoglienzaeinsiemediaverpersoresponsabi-lità�e�controllosullasuaesistenza.

Quando ci siamo conosciute, Florence era arrivata da pocotempo,neancheunanno.Nonostantequesto,definivaconchia-

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rezza l’ambiguità del circuito dell’assistenza: il Centro di ViaSammartini in cui abitava le garantiva la sopravvivenza quo-tidiana,comemangiareedormireounluogodovestare;ma,almedesimotempo,erapropriolavitadentroalcentroelacondi-zionedidipendenzadallestrutturediaiutoadimpedirledirecu-perarelaresponsabilitàsullasuavita.Laparolaresponsabilità�e le espressioni,� perdita� della� responsabilità oppure loro� sono�responsabili� di� noi spesso riempivano i suoi racconti. ProprioattraversoledescrizionediFlorencehoconosciutopartedelre-golamento del Centro di via Sammartini: non poteva attacca-re fotografie o portare del cibo, tenere oggetti personali fuoridall’armadiopersonale,nériceverepersonesenondietroauto-rizzazione;doveva inoltrecomunicareognisuospostamentoequandolacooperativalechiedevadilavorarelaseraeraneces-sariochiedereprimaunpermessoperrientraredopol’orariodichiusura.L’insiemediquesteregolelafacevasentirefuoripostoenonlaaiutavaacostruireunsensodicasaediappartenenza.Piùcherimosso,losmarrimentoinizialesieranutritodell’im-possibilitàdisentireunqualunquepostocomeproprioointimo(Koser,Nadje2002;hooks1998;Yeohetaa200�).All’inizio,lasofferenzaeiltimoreavevanoresodifficileedisagiataanchelaconvivenzainunastanzaconaltredonnesconosciute,soloconun’altraospitedelcentroFlorenceavevacondivisopartedellasuastoriadi fuga,concuipoieradiventatamoltoamica.Connessunaaltradonnaavevacostruitoun legamedifiducia.Es-seredellostessopaeseoviverecondizionidimarginalitàsimilinoneranosufficientiafarnascereformedisolidarietà,tantopiùquandosiprovienedacontestidioriginedacuisièfuggite.Lapauradelpettegolezzocreava, inoltre,unageneralediffidenzaesospettirendendodifficilelacostruzionediamicizieediretidisolidarietà.Florenceraccontava,inrealtà,diprovareancheunfortesensodicolpaneiconfrontidellestrutturechenascevadaunsentimentoambivalente:sentivaunsensodigratitudineneiconfrontidellestruttureperchéavevaunpostodovestare,

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maessaeraassolutamentecarentenelfornireaiutopercercareun lavoro,distruggendo lapossibilitàdi costruireunapropriaautonomia.

Florence aveva costruito una sua mappa della città con leinformazioniframmentaterecuperatedaipassantidellaStazio-needaqualchealtraospitedelcentroacuileiolasuaamicasieranorivolte.Sieracosìcostruitaunsuopercorsonelnuovocontesto:avevafrequentatouncorsodiitalianopressol’Operadi San Francesco e spesso si rivolgeva alle suore per vestirsi;grazieadunpassaparolaallaStazione,avevatrovatounimpiegoinnero:lavoravaperunacooperativadueotreoreilpomeriggioeavoltelamattinacomeaddettaallepuliziedegliufficidiunabanca.

Parlavadelsuopaesesoloquandoraccontavadellafamiglia.Spessosimostravapreoccupataperlasalutedellamadre,dicuiavevanotiziesempresporadiche;sapevacheerainospedale,mala comunicazione con la famiglia era scarsa ed estemporanea,ecosìcomeleinonraccontavadelsuodisagio,avevalasensa-zioneche la famiglia facesse lostessocon lei.Lapresenzadelfratellononriempivailvuotodeilegamiresilontanidallami-grazione:Florenceeramoltofelicediavereilfratellovicino,maaluinonavevamaichiestoaiuto,nésieramailamentatadellasuasofferenza.Eralasorellamaggiore:illorolegameaMilanoriproduceva gli stessi ruoli a cui erano stati abituati dalla fa-migliaequestaidentitàdisorellamaggioremarcavalarespon-sabilitàcheFlorenceavevaneisuoiconfronti,enonviceversa.Desideravaaiutarlosenzaavernelapossibilità,lasciandoemer-gereunsensodivergognaneisuoiconfrontiedellafamigliaperl’incapacitàdiprendersenecura.Incondizionidivulnerabilitàeconomicaesociale, lapresenzadi familiarivicininonneces-sariamentecomportaunsostegnoounaformadiaiuto,perchémolto dipende dalla posizione che le persone occupano all’in-ternodellafamigliadiorigine.AvolteFlorenceavvertivalasuamigrazionecomeinutileesospesaneltempo:nonprovvedevané

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asé,néalgiovanefratello.Lamancanzadiunlavoroinregolaeatempopienoinsiemeall’attesadiundocumentoeranopercepi-tidaFlorencecomeiduevincolimaggiorialrecuperodellasuaautonomiaedipoteresullapropriavita.Iltempopresenteeravissutocomeunadimensionediattesaedisofferenzaperquellocheancoranonerariuscitaarealizzare.Spostavalavitainuntempofuturo:avereunlavoroeguadagnareetrovareunpostoincuiviverefuoridalcentroeranoleduepreoccupazioniprinci-palidiFlorence.Illavoroleavrebbegarantitoun’indipendenzaeconomicarestituendole ilpoteredidecideredellasuavita, lospazioincuivivereleavrebbepermessodicostruireunsensodicasael’ideadiunluogopiùintimo,piùvicinoasé.

Allafinedelmesedilugliodel2006Florencechieseaiutoaduna zia della madre residente vicino a Monza: poiché l’attesadelpermessonon le lasciavamolta scelta e trovareun lavoropressocircuitichenonfosseroquellidell’impiegoirregolareeraquasiimpossibile,Florencedeciseditogliersinelfrattempodalcircuitodell’assistenzaabitativa.Florencesitrasferìdallalon-tanaparenteadabitare,sottolineandodinuovolatemporaneitàdellasoluzione.Dissecheeraimportantestabilirequalieranole“primecosedafare”esoprattuttosuqualisipotevaintervenire.Spesso,infatti,iprogettidivitanasconodallamarginalitàenonhannoloscopodirimuoverla,senonlentamenteneltempo.Lesoluzionisono,dunque,quasisemprerimediate,comeseavesse-rosoloilcompitodipreparareadunprogettodivita“piùvero”spostatonel tempo. Inoltre,disseFlorence,eragiàpassatounannodalsuoarrivoesolamenteinquelmomentoavevacomin-ciatoaricomporreilpresenteeleatteseperilfuturo.Primaditrasferirsi,Florenceerariuscitaadaumentareleoredipuliziaeadavereunamaggioredisponibilitàeconomica;afineottobreavevaavutoilpermessoumanitario,immediatamenteilgiornodopoeraandatanelleagenziediricerca lavoropercercareunimpiego.

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4.3.3.�Perpetua.�Lacerazionee�ricomposizione�delle�identità�e�dei�legamiCisiamoincontrateconPerpetuaquasisempreinunpiccolo

parcovicinoallasuacasanellaperiferiaaSuddiMilano,oppureadunafermatadimetropolitana,dadovepoiandavamoinsiemeapiedisulsuoluogodilavoropomeridiano.

Mogliediunoppositorepolitico,perseguitatopermoltotempoinTogosinoal2001,annoincuiorganizzaunafugadicuian-ch’essaignoravaquasideltuttoidettagli,Perpetuaèarrivatanel2002dalTogo, inaereodalBenin.Quandocisiamoconosciute,avevasaputodapococheleerastatodatoilpermessoumanita-rio.Aveva29annieunafiglia,Sara,di5rimastainBeninconsuamadre.DelmaritosapevasolocheerainFrancia,nonsapevainqualecittàesattamente;dopolafuga,avevaavutoinfattisolono-tiziesporadichedaqualcheconoscente,nonl’avevapiùsentito,névisto;lonominavasoloperdirecheerascomparsodallasuavita.Perpetuaraccontavacheinqualchemodoilsuodoloreeraconseguenzadellastoriapoliticadelmarito;questosentimentoerainrealtàpiùcomplessoperchépensavailcompagnocomere-sponsabiledellasituazionecheviveva,masenzapercepirsiunadonnacheavevasubitol’impegnopoliticodelmarito.

InTogo,Perpetuaavevaunabellissimacasaeunbellissimolavoro.Diplomatanellacapitaleinsartoria,avevapoiapertounsuonegoziodistoffeedatolavorocomeapprendisteadalcunera-gazzeacuiinsegnavaalavorareitessuti,acucire,afarevestiti.Leieilmaritostavanobeneeconomicamente:avevanounacasagrande,all’ultimopianodiunpalazzodacuivedevanoilmare.Eranomoltofeliciederamoltosoddisfattadellasuavita.

Conquesteparole,talvoltaedulcorate,Perpetuadescrivevailtempoprimadellafuga.

Dopo la fuga del marito, non aveva deciso di emigrare. Eraaccaduto inveceduranteunamanifestazionediprotestacontroilgoverno,quandolapoliziaavevapicchiatoimanifestantiealeiavevaquasirottounagamba.Lapauraperlasuavita,ean-

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corpiùperquelladellafiglia,l’avevaspintaacercarerifugioinBeninconlamadreelafiglia.Vennecuratainunospedalegesti-todamedici italiani;dopounpaiodimesi–conl’aiutodiunafamiglia italiana conosciuta nel medesimo ospedale – decise divenireinItalia.Attraversounpercorsochenonspecifica,ottieneunpassaportoearrivainaereoaMilanoMalpensa.Erailmesedidicembredel2002.AMilano,Perpetuanonconoscevanessuno,nonsapevanullanédellacittà,nécosadovevafareoquali“stru-menti”dovevaprocurarsipergestirequestoarrivo.Inaeroporto,chieseinfranceseadunuomoafricanodoveeralaquestura;ilpassanteafricanolaindirizzòallaStazioneCentrale.QuiPerpe-tuasirivolsealCentrodiAiutodellaStazioneCentraleeseguen-doleloroindicazionipassalaprimanotteaMilanoaldormitoriodiPiazzaleLodi.

Iniziò in questo momento il suo percorso nelle strutture diaccoglienza,dacuiPerpetuasentìdi “dipendere”finoallametàdel2005,momentoincuitrovòunlavoro“innero”,mapagatoasufficienzapercercareunastanzadacondividereconun’amica,viverefuoridaicentrieprovarea“dipenderemeno”dalcircuitodell’aiuto.

Identità�prima�e�dopoIseimesisuccessivialsuoarrivo,Perpetuahavissutopres-

soildormitoriopubblicodiPiazzaleLodi.Diquestoperiodononricordavanulla.Talvolta, emergevanopiccoli episodi raccontatiinmodoframmentato,maquestotempoèstatofranoiquasiine-splorato.Scadutiiseimesi,hatrascorsounbreveperiodoinunsecondodormitoriopubblicoaLampugnano,poialFulvioTestieinfinealdormitorioGorlini.PerquasitreanniPerpetuahavissutoinquattrodiversicentridiaccoglienzaehausufruitodellestrut-tureassistenzialipermangiare,vestirsi,curarsi.Siaperildrammachelamigrazionecomporta–rotturadeilegamiintimi,perditadiidentità–siaperl’organizzazionedell’accoglienzaèdifficileperunadonnasolarecuperareun’esistenzaautonoma.Inparticolare,

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15�

Perpetuaevidenziacomeipercorsitortuosiedilatatidellaleggerendonoquasiindispensabileladipendenzadall’assistenza.

Comeglioperatoridell’accoglienza,anchePerpetuausavapa-rolecome“autonomia”,“responsabilità”,“vita”perdescriverelasuaesperienzadentroaicentrielasuastoria.Maneisuoiraccon-tiquesteparolemostravanounarealtàdiversasiadell’accoglien-za,siadell’essereunarichiedenteasilo.Inparticolare,Perpetuasottolineaval’asimmetriadellarelazioneel’immaginedisécheleavevarestituito,lamancanzadiunluogointimoincuiabitarechelerestituisse“unsensodicasa”,personegliannideicentridiaccoglienza,lamancanzadiunlavoroinregolaesufficiente-menteretribuito.Recuperareun’ideadidonnasimileaquellochedesideravaessereoritornare,lacasa,illavoroeranoglielementichePerpetuavolevarimettereinsiemeesistemarepertornareadessereunamadre.

Quandocisiamoconosciutevivevadacircaunanno inunacasanellaperiferiaSuddiMilano,compostadaunacucina,duestanzedaletto,unbagnoeunapiccolasala.Condividevalaspesadellacamera–circa450euroalmese–conun’amicaconnaziona-leconosciutadurantelasuapermanenzaalcentroFulvioTesti;nell’altrastanzaabitavanoaltreduedonneanch’esseafricane.Nélei,nél’amicaavevanocostruitorelazioniconledueconviventi,ilrapportofraloroeraminimoelegatoallacondivisionediunostessospazio.Erastatal’amicaconcuiabitavaadavertrovatoquestasistemazione,medianteuncircuitodipassaparola,graziecioèadungruppodidonnechefrequentavanolazonadellasta-zionecomeluogodisocialità.Rispettoallacasa,Perpetuasentivalaprovvisorietàdellasoluzioneeancorasipercepivacomeunadonna “privadiunospazio intimo incuiabitare”,privadi “unsenso di casa”. Sognava sempre di avere una casa sua, piccolamasua,echesarebbediventatatalesoloconl’arrivodellafiglia.Nonostantelopensassetemporaneo,ilrecuperodiunospazioin-timoincuivivereleavevapermessodicapirechec’eraunavitafuoridall’assistenza:“dopoilcentrohopotutoconoscerelavita,

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perchéquandoseidentroalcentrononsaicomeèlavita”(Perpe-tua,5luglio2006).

L’amicaconnazionaleeraquasil’unicaretedifiduciadiPer-petua;avevaaltreamicheeconoscenti,maspessosottolineavacomelacreazionedirapportidisolidarietàeamiciziachiedevanotempoefiducia,elementidifficilidarintracciareinunavitaquo-tidianafattadiemergenze,necessitàprimarieacuiprovvedereedilegamilaceratinellamigrazionenonancoraricomposti.Piùvolte Perpetua aveva sottolineato come le reti di sostegno e disolidarietànonnascevanosemplicementesullabasediunlegamecomunitarioenonerasufficienteveniredaunostessopaesepersentirsisicureoconfidareinqualchealtradonna.Anchedentroaicentri,lacondivisionedellospazioelacondivisioneconaltredonnediunasimileesperienzadimigrazionenoneranodipersésufficientipersentirsiamiche.Spesso,anzi,lapauraeladiffiden-zaconseguentiallafuga,laprecarietàdellecondizionirendevanodifficileilcontattoconaltredonne.Altrettanto,lareteinformaledegliaiuti–cioèquellanondipendentedallestruttureedalcir-cuitodell’assistenza–eraquasideltuttoframmentatae,soprat-tutto,casuale:leinformazionisucomemuoversinellacittà,sul-laricercadellavoroedellacasaeranomesseinsiemedanotizieepassaparoladiamichediamicheodi conoscenti.Nonostantela loro casualità eprovvisorietà, questi legami informali eranol’unicareteincuiPerpetuaerainseritael’unicachefunzionavapercercarecasaelavoro.

Perpetualavoravalamattinasenzacontrattocomedomesti-ca in casa di una signora benestante di Milano, il pomeriggiodalle17e�0sinoalle22pulivaleaulediunasilo.Avevatrovatoentrambi i lavori grazie ad altre donne immigrate, conosciuteneicentri incuiavevaabitato: svolgendoquasi sempre lavoridiserviziopressolecaseprivate,sapevanodialtrefamigliechecercavanounaiutodomesticoodicooperativedisposteadassu-mereinnerolavoratriciimmigrate.Durantelaricerca,Perpetuacercavadisperatamenteunlavoroinregolaperavereipermessi

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di ricongiungimento, eradispostaa ricevereuno stipendio in-ferioreaquelloattuale,purdiportareavantiilsuoprogettodiriavereconsélafiglia.Abbiamopassatomoltegiornatepressoleagenziedilavoro,circuiticomeleparrocchiechefunzionanosulterritoriocomeintermediarioccupazionaliperimmigratieimmigrate.

Lentamenteneltempo,Perpetuaavevaportatoavantipiccoliprogetti.Manonerasololalontananzadalleretefamiliareadar-leunsensodismarrimento.Anche l’accoglienzaaveva lasciatoimpresseconseguenzesuprocessiidentitarichegiàlafugaave-vaframmentato.Larelazionediassistenzaerastataambiguainalmenoduesensi:l’avevaobbligataamostrarsi“debole”ederastata incapacedi rimuovere ladipendenzarendendodifficile laripresadelpoteresullapropriavita.“Chiedereaiuto”omostrarsi“bisognosediaiuto,deboli”nonerafacilenédifronteallepersonechelavoravanonellestrutturedell’assistenza,nédifrontearetisocialidiconoscentioconnazionali.Nelsuorapportoconleisti-tuzionieconlepersonechelavoravanoneicentridiaccoglienzaoinaltrestrutturediassistenza,Perpetuasierasemprepercepitacomeuna“poveradonna”.Questo“sentirsiunapoveradonna”eral’immaginecheavevadisé,machealmedesimotemposicon-trapponevaconforzaaquellacheavevacostruitonellasuastoriapersonaledidonnaindipendente,conunlavorobenretribuitoesocialmente importante,madrechepotevaaccudire lafiglia, lacasaelasuaretefamiliare.

Questoscarto,vissutocondoloreelacerazione,tornavanellesueparole.Spessoripeteva:“guardacomesonodiventata…guar-damiadessocomesono”.IlpassatoerarievocatodaPerpetuaperrivendicareleproprieidentitàeperdifendersidallapercezionedivittimaepoveradonnachelerimandavalarelazionediassisten-za.Ilpresenteerauninsiemedistrategieprovvisorie,untemposospeso,privodiunasuaesistenza,contemporaneamente fattodipiccolepratichenecessariearimuovereleposizionidimargi-

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nalitàedebolezza.Lavita“piùvicinaasé”,quella“sentitacomepiùvera”eraripostanel futuro,chesiesprimeva interminidiattesa,diventandoquasiunastrategiadisopravvivenza.Inaltritermini,lavitasiesprimevanellefantasiediidentitàediquellocheavrebbefattoconunlavoroinregolaemeglioretribuito,cheleavrebberopermessodiriaverelafigliaconséediristabilirelasuaidentitàdimadre.Perpetuaaveval’obiettivodiuncontrattodi lavoroperconvertire ilpermessoumanitario inpermessodisoggiorno subordinato e facilitare il ricongiungimento della fi-glia.

SpessoPerpetuasidescrivevacomeunadonnacheavevaper-soequilibrioesalutementale;ognivoltacheparlavadellafigliapiangeva, diceva che prima del suo arrivo doveva prepararsi e“rimettereapostolasuatesta”.Spessousavalaparola“dolore”perraccontarelalacerazionedellegamefraleieilmarito,fraleielafiglia,chenonvedevadaquasiquattroanniechesentivasolopertelefono.

La relazione di aiuto dunque che si instaura con l’assisten-za,soprattuttoquandosivivedentroaicentridiaccoglienza,èprofondamenteasimmetricaperviadellaquasitotalemancanzadimezzidellerichiedentiasilo.Ledonneincontrate,ePerpetuainmodoparticolare,sottolineavano lamancanzadiunsuppor-to reale per trovare lavoro o consigli su come o dove cercarlo.Nelpresente,questa relazioneaveva lasciatopochesperanzeaPerpetuachestrutture,operatori, servizi fosserocapacidiaiu-tarlaariprendereinmanolasuavita.Piuttosto,dicevaspesso,l’assistenzal’avevafattasentirepiùsola,avevaeliminatol’ideachecifosseunsistemaacuiappoggiarsi,echetuttoilsuofuturodipendevasolodalei.

4.4.�Forme�di�dipendenza�nella�relazione�di�aiutoConquestestorieedescrizionihocercatodiesplorareunospe-

cifico femminile nella condizione di richiedente asilo politico enella realtà che circonda le cultura dell’assistenza. Innanzitut-

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to,hotentatodifaremergereimodiconcuiledonnevivonolavulnerabilitàe la lacerazionedei legami individuandostrategieperoccuparsidisé,dellepersoneconcuidesideranovivereeri-congiungersi. Indagare “questo specifico femminile” ha signifi-catoprestareattenzioneaquellache l’antropologiafemministadefinisce“soggettivitàdigeneremultiposizionata”(Moore1994;hooks1998).Conlelorotestimonianze,ledonnehannomostra-to un’identità di richiedente asilo combinata con altre identitàculturali,dimadre,donne,lavoratrici,disoccupate.Percependosi“differenti”rispettoall’immaginegeneratadalleculturedell’assi-stenza,essehannomessoinlucecomespessolepolitichediacco-glienzasirivolganoalorosolocomevittimeosoggettipassividaaiutare,alimentandoanzichérimuovereleformedidipendenzaeostacolandoancheun’effettivacomprensionedelle lororealtàdivita.

Nelle loronarrazioni, essehanno illustrato leambiguitàdeirapportidiaiutoeladifficoltàdiesseredefinitedaunarelazionediassistenzacosìforteeasimmetrica.Hannoindividuatoilpa-radossodelcircuitodell’assistenza:icentrisoddisfanoibisogniprimari e tentanodeipercorsiper rendereautonome ledonne,mamancanocompletamentediunaretestrutturataperinserireledonnenelmondooccupazionale.Illavoroèspessoconsideratoilmezzoprincipaleperrecuperarelaresponsabilitàdellapropriaesistenza.Aldilàdunquedellerisorseindividualiedeldesideriodiricomporrel’esistenza,lasituazionelegaledisospensioneelaconseguentedifficoltà–senonimpossibilità–diavereunlavororendonolarelazionediaiutonecessariapervivere.

Al dolore che accompagna la fuga, si aggiunge pertanto, unsentimentocomplessorespiratoneglieventiquotidianidelnuo-vo contesto –non sapere comevestirsi d’inverno,doveandarepercercareunacasa,unlavoro–spessoregistraticomepiccoleviolenzestrutturali.Ildoloreelospaesamentosonoprodottoin-fattidellasedimentazionedelleesperienzetraumatichediprimadell’arrivoediunquotidianochesicomponedimicroeventiper-

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cepiticomeviolentiecapacidialimentarelavulnerabilità.Per-petuahaevocato,inoltre,unaperditadelcontrolloedelsensodiresponsabilitàsulleproprieesistenza.Sonopropriitermini“re-sponsabilità”,“autonomia”,“recuperodellastimadisé”e“poterediagirepersé”adesseredicotomiciall’immaginedivittimaedisoggettopostoinposizionedidipendenza.Piùcherimuovereleformedisubalternità,lestrutturediaccoglienzageneranodipen-denzaemancanzadiautonomia.Quasisempreledonneincontra-tenellaricercahannoevidenziatolaperditadelpoteresullavitacomeilsentimentopiùdifficiledasopportare.

Sièvisto,inoltre,cheleespressionidisolidarietàfragruppiinformalinonnascono comeconseguenza immediatadell’espe-rienzadimarginalità.Inaltritermini,nonèsufficientecondivi-dere“l’identitàdirichiedenteasilo”ouna“posizionedidebolez-za”persvilupparelegamiesolidarietà.Lacostruzionedilegamièunprocessopiùcomplesso,cherichiede,comehannodettoletredonne,tempo,confidenze,sicurezza.L’esistenzadiretièparsaminima,spessocompostadadonneselezionatenontantoinbaseall’appartenenzaculturaleoallaprovenienzageografica,madaaltreaffinità.Avolte,retieformediaiutosonocasuali,sipensiallafiguradelpassante,alleinformazionipreseallastazionecen-trale,alpassaparolapertrovarelavoroeluogoincuivivere.

Nellamiaesperienzadiricerca,ledonneincontratechehan-novissutoevivonosituazionidrammaticheechesitrovanoinposizionedisvantaggioancherispettoadaltriindividuiogruppidiimmigrati,consideranoillororicollocamentononcomel’indi-viduazionediopportunitàeconomicheosociali,distrategiecal-colate;piuttostositrattainunprimomomentodicomprenderecomecavarselaecomericomporreaspettiessenziali,dettaglidelviverequotidiano(Ong2005:7).Successivamenteesoloquandoaspetticonsideratiessenziali–unguadagnominimoeunpostodove vivere – si sono risolti, queste donne lasciano spazio allefantasiediidentità.Rimangononeltempodelricollocamentovul-

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nerabilisottomoltiaspetti,masenzapercepirsiocomportarsidavittime.Questedonnedescrivonogliaspettipiùimportantidellavita–affetti,lavoro,spaziointimoincuiabitare,comecaratte-rizzatidallaprovvisorietà,dipendentidavuotilegislativi,ecomevissutisoloinuntempofuturo,incuirecuperarelegamieidenti-tàperdute.E’,infatti,proprioiltempoacostruirelospaziodelleloronarrazioni:iltempoprogettualeinparticolareèvissutodalledonnecomeunacapacitàdimettereingiocoaltreidentità.Ciòchesidesiderarecuperareecostruirecreaunaspaccaturanel-lamarginalitàeimmetteun’agency,spostataforseinavantimachesirealizzainpiccolepraticheetentatividirimozionedellasubalternità.Anchelagiovaneetàdelletredonne,esseremadrenelcasodiPerpetua,ilfattocheilegamisisonolaceratimanondeltutto–ecomunquesisperadiricomporli–hannounpesoim-portanteereggonoiltempoprogettuale.Ilfuturopensatoconunlavoropiùappropriato,condocumentieconunaretefamiliareravvicinataèunastrategiadisopravvivenza,unafantasiachesitrasformainpraticasocialeeunmodoperriempirelasospensio-nedeltempopresente.

Note�di�fine�capitolo

18Sull’immaginazioneesullafantasiacomepratichesocialisivedaMoore1994.19 Questa terminologia è stata usata dagli stessi operatori e responsabili dei

centridiaccoglienza.20Dopoil1991el’indipendenzaeritreadall’Etiopia,sonocominciatideiprogram-

midirimpatriopertuttiglieritreichenelcorsodelconflittoeranofuggitiinSudan.

Capitolo�V

COMUNITA’�E�AMBIGUITA’:�

IL�CASO�DEI�RIFUGIATI�KURDI

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Inquest’ultimapartepresentiamoduestudidicasosualcu-nespecifichecomunitàpresentiaMilano:inquestocapitolo,lacomunitàdirifugiatikurdie,nelprossimocapitolo,lecomunitànazionaliprovenientidalCornod’Africa,inparticolarequellaso-malae,piùestesamente,quellaeritrea.

L’accentopostosulterminecomunitàintendepropriomostra-releambiguitàelecontraddittorietàsotteseaquestoconcettoeagliapproccicostruitiattornoaquest’idea.Vengonomostratelemolteplicidifferenziazionipresentiall’internodiognicomunitàdirifugiatieglieffettididisconoscimentoprodottidall’utilizzodiquestoconcetto.Vengonoinoltremostrateleproblematicitàelanonautomaticitàdiunaaggregazionesubasicomunitarieecomeipercorsideirifugiaticontinuinoadoscillareentrounatensionetradispersioneindividualeepercorsicollettivifondatisumolte-plicibasidiaggregazione.

Un secondo aspetto che accomuna l’esperienza kurda con ilCornod’Africariguardalalungaduratadelletraiettoriedimigra-zioneeasilodiquestigruppi,duratacherispecchialacontinuitàdellecrisiinquelleregioni.Questastoricitàproducedaunaparteunostrettoedindissolubileintrecciotrafattoripoliticiedecono-micicomedeterminantidellafugadalleproprieterre;dall’altra,producedelledinamichespecificheincuiladimensionedelladi-slocazioneeigruppichevivonoall’esterodiventanounfattorecostitutivonellavitadeiterritoridiorigineedellepersonecheliabitano.Inognicaso,cisiamopropostidiintrecciarecontinua-menteicontestidipartenzaconicontestidiarrivocomechiaved’analisiperrenderecontodellacomplessitàdelletraiettoriedifugaedeibisognideimigrantisulterritoriomilanese.

5.1.�Pazarcik–�Milano:l’immigrazione�kurda�e�l’EuropaProponiamo qui una breve analisi del fenomeno dell’immi-

grazionepermotivipoliticidellacomunitàkurdo/turcaresiden-te nella Provincia di Milano. Esso si compone, essenzialmente,

Comunitàeambiguità:ilcasodeirifugiatikurdi

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ditreparti:nellaprimasitracceràunsommarioquadrostoricodell’immigrazionekurdainEuropa,conunaattenzionespecificaallaGermania, invirtùdella sua rilevanzapernumeroe spes-sore storico del fenomeno; nella seconda parte si affronterà lacomparsadell’“emergenzakurda”inItalia.Nell’ultimasezione,infine,proveremoadescrivereilflussodirichiedentiasilokurdipresentinellaProvinciadiMilano.

Ilprimopaeseeuropeoaconoscerel’immigrazioneprovenien-tedaiterritoridellaregionedelKurdistanèstatalaGermania,aseguitodiuntrattatoconlaTurchiaper“Lacontrattazionedel-la manodopera straniera” siglato nel 1960; tuttavia, essendo ilflussosostanzialmentecontrollatodaiduegoverni,ladicituradicittadinokurdononcomparemaineidocumentiufficiali.Questapopolazioneerasottopostaadunaviolentapersecuzionedapar-tedelleautoritàturchelequaliriconoscevanol’esistenzaentroipropriterritorisolamentedelpopoloturco,classificandoikurdicome“turchidimontagna”21.

Possiamoquindiaffermarecheinquestoperiodovièun’immi-grazionedifattomanondidiritto,venendopubblicamentenega-taladiasporakurda,poichépubblicamenteeranegatal’esistenzadelpopolokurdo.Tuttavia,equestoèunelementochehasem-preaccompagnatol’emigrazionekurda,ilfenomenomigratorioinquestionesicaricasindalprincipiodiunafortevalenzapoliticaerivendicativa.Adispettodeltentativodelleautoritàtedeschediimpedirnelanascita,giànel1956nacquelaprimaAssociazionedegliStudentiKurdiinEuropa(KSSE).Ilsolofattochecomparis-seilnomeproibitodikurdiponelacitataassociazionesudiunpianononsolamente“culturale”maanchepolitico.Comedetto,però,saràsoloaseguitodell’accordotraautoritàturcheetede-schedel1960cheladiasporakurdainEuropacominceràadavereunaconsistenzanumericaimportante.

Nella prima metà degli anni ’60, il rapporto tra lavoratoriturchi e kurdi era nettamente favorevole ai primi in quanto il

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governodiAnkaracercavadievitare “l’internazionalizzazione”delproblemakurdo,consapevolechel’esodo–cosìcomeinfattiavvenne–avrebbedato lapossibilitàalleorganizzazionikurdedimuoversi conmaggiore libertàevisibilità,unavolta riorga-nizzatesi fuori dal controllo della polizia turca. Tale fenomenoincominciò a manifestarsi con decisione verso gli anni ’70, al-lorchémoltilavoratorikurdiriuscironoadottenerelapossibilitàdiandarealavorareinGermania,doveorganizzaronolaprimaFederazionedelleAssociazionideiLavoratoriKurdi(KOMKAR),instrettaconnessioneconilPartitoSocialistadeiKurdidiTurchia,semiclandestinoinTurchia.

Questaprimarealtàassociativanonriuscìadivenirefenome-nodimassaperalcunianniperiltimoredirappresaglieinter-ritorioturco.Lastessaauto-definizionedicittadino“kurdo”erastataminatadaunafortecampagnaperl’unitàdelpopoloturco:

Moltidiloroavevanointroiettato,osirifiutavanodimettereindubbio,ladottrinaufficialeturcapercuiognicittadinodellaTurchiaèun turco.Sologradualmentequesti immigrati inEu-ropa “riscoprirono”o sipermiserodi affermare la loro identitàkurda(VanBruinessen,2000,p.7)

Ilpuntodisvoltaèrappresentatodall’avanzarediflussimi-gratoricaratterizzatidaesplicitimotividinaturapolitica.Nelladiasporakurda,l’elementomigratorioequellopoliticosonofor-tementeintrecciati.

Possiamoindividuarequattrofasidiquestomovimento.Ilpri-mograndeesodopoliticoavvenneaseguitodeltrattatofirmatoadAlgeriil6marzo1975trailgovernoirakenoequellopersia-no.L’esitoperlapopolazionekurdafuunaveracatastrofepoichésancìl’alleanzatraiduestatinelperseguirelepopolazionikur-deresidentientroiconfinideigovernifirmatari.InprecedenzalearmatediBarzani,leaderdeikurdiiracheni,potevanogoderedell’alleanza dello Scià di Persia, usufruendo del suo territorio

Comunitàeambiguità:ilcasodeirifugiatikurdi

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anchecomerifugio.Dopol’accordodiAlgeri,perlorononc’erapiùalternativaallegalereirachenesenonlafugaall’estero,versol’EuropaelaGermaniainparticolare:èconquestotrattatochesipuòaffermarechesiainiziatoilfenomenodei“richiedentiasilopoliticikurdi”.

Lasecondafase,checoinvolgeràunnumeromaggioredidon-ne e uomini, prende corpo con il colpo di stato in Turchia del12settembre1980econlaquasicontemporaneaguerratraIranedIraq.Nelprimocaso,imilitariturchichiuserotutteleesigueassociazionikurdeancora legaliedaumentaronolarepressioneneiconfrontidellapopolazionekurdaedeimilitantidelleorga-nizzazionidisinistra,ingranpartecostituitedagiovanistudentikurdi22.Nelsecondocasoilconflittosisvolseproprioneiterritoriabitati in prevalenza da kurdi. L’effetto combinato fu un forteincrementodell’esodopoliticokurdoverol’Europa.

Unterzomomentostoricochesegnaunpuntocentralenelladiasporakurdapermotivipoliticièil1988,aseguitodelloster-miniodellapopolazionekurdapermanodell’esercitodiSaddamHusseinconlatragicamentefamosaoperazioneAnfal2�,chepro-prio inquestadataraggiunselasuamassimaatrocità.Migliaiadidonneeuominifurono“gasati”,interivillaggidistruttipoichéaccusatidiesserestaticollaborazionistidell’Iranduranteilcon-flittodelGolfo.Anche inquesto caso sideterminòuna fuga inmassaversolezoneconsideratepiùsicure.

Ilquartomomentostoricochehaplasmatolastoriadelmovi-mentodirichiedentiasilopoliticokurdiinEuropaèdacollegarsiaglianni’90edinparticolareconla“laguerraabassaintensità”adottatadalleautorità turcheper reprimere le iniziative intra-presedalPKKsullemontagnedellaTurchiaalconfineconl’Iraq.IlPKK,costituitosinel1978,combattélasuaprimabattagliasulsuoloturconel1984mapianificòazionidinotevolelivellosoloapartiredaglianni’90.Alsuoradicamentoterritorialeilgovernoturcoharispostoil6agosto1990,comunicandoufficialmentealConsigliod’Europa,dicuifaparte,chedaquestadataavrebbe

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sospesonelleprovincedell’est l’applicazionedellaConvenzioneInternazionalesuiDirittiUmani.Lasituazionepeggioròulterior-mente24nelcorsodeglianni’90,tantocheperreprimereilmovi-mentokurdol’esercito,inconcomitanzaconilNewroz25del1995,diedeilviaall’operazioneAcciaiopercircaunanno,un’operazio-nedefinitadallestesseautoritàmilitari“lapiùgrandeoperazionemilitarenellastoriadellaTurchia”26.Ancheinquestocasol’esitoèstataunafugadimassaversopaesiconsideratipiùsicuri: inprimislaGermania,maanchelaFrancia,laSvezialaSvizzerae,perlaprimavolta,anchel’Italia.

La diaspora kurda ebbe un forte impatto su tutta l’Europa,nonsolosuglistatidirettamentecoinvolti.Lariformulazionedel-lepolitichenelsettoredeldirittod’asiloinvigorenelcontinenteèinfattidaconsiderarsianchecomeunesitodeiflussidirichie-dentikurdi.L’aumentodirifugiatikurdiinGermaniatralafinedeglianni‘80elametàdeglianni‘90,infatti,innescòinquestopaese un fortissimo dibattito politico che colpirà in profonditàl’opinionepubblica:siparlòdell’urgenzadi“chiuderelefrontie-re” edi ripensare il dirittod’asilo,particolarmente liberale sulsuologermanico.

Possiamoevidenziaredueaspettidellaquestionecheavrannounosviluppoeuropeodienormeportataeche,neifatti,hannodelineatoilcontestonormativoeretoricoattuale.DaunlatoglistrettilegamieconomiciemilitaritraGermaniaeTurchiamet-tevanolaprimainforteimbarazzodifrontealgrannumerodicittadini turchi/kurdi che chiedevano asilo, così rendendo pub-blica la situazione di repressione per mano dell’esercito turco,costantementeequipaggiatodalleindustriebellichetedesche.Sidiffusecosìl’argomentazioneretoricadei“falsirichiedenti”,ov-verodi“normalimigrantieconomici”che,aseguitodellerestri-zioniadottateapartiredal197�conlacrisipetrolifera,avevanodecisodiutilizzarel’unicocanaleancoraesistente:l’asilopoliticoappunto.Simileargomentazionenonrimasesenzaeffetto:il9lu-

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glio1990,ilparlamentotedescointrodussesostanzialimodificheallalegislazioneinmateriadiimmigrazione,forgiandounprin-cipiochediverràilcardinedellafuturaConvenzionediDublinoentrata invigore il1settembre1997.L’elementocentraledellariformaaffermavache:

nonpossonorichiedereasilocoloroche,perarrivareinGer-mania,sonopassatiperaltristaticonsideratisicurioqueirichie-denticherisultanoessereoriginaridistatidefinitisicuriinbaseadunaleggefederale(Decimo,Sciortino2006,2�9)

Sipuòfacilmentecomprenderecomegliaccordieuropeichesi svilupperanno in futuro riproducano, nella loro sostanza, lostesso dispositivo legislativo, ponendo al centro il rapporto tradiasporakurdaenormeeuropee.

5.2.�Il�contesto�italianoIlfenomenodeirichiedentiasilopoliticokurdiinItaliasipone,

sindalsuoaffermarsi,comeunelementodi“crisi”.Ifattorichecispingonoaproporrequestainterpretazionesonolegatiadueelementi chehannoavutoungrosso impattomass-mediatico enormativo.Nel1998,illeaderdelPKKAbdullah“Apo”Ocalanar-rivaaRomaperchiedereasilopolitico,ponendol’Italiaalcentrodeldibattitosullaquestionekurda.

Inprecedenzafinoal1997,dataincuientrainvigorelaCon-venzionediDublino,l’esodokurdorisultasostanzialmente“invi-sibile”,tantochel’Italiapuòessereconsideratounpaeseditran-sito; un autore impegnato su questo fronte come Dino Frisulloscrivesenzaequivocicheilbelpaeseeravistoquasiesclusiva-mentecomeponteversolaGermaniaebenpochicittadinikurdidecidevanodi“fermarsi”:

finoallasecondametàdeglianni’90lapresenzakurdainItaliasilimitavaquasiesclusivamenteapochecentinaiadiesulikurdiirakeni,inprevalenzastudentieintellettuali,inseritispessonella

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sinistrapoliticaesindacale[…].Èdal‘98cheilsaltodiqualitàdellamafiadistatoturcahacominciatoaproiettaresullecosteitalianeibarconicarichidiprofughidall’Iraq,dallaSiriaesoprat-tuttodallaTurchia(Frisullo,200�,25)

Aldilàdelgiudiziosulruolodellamafiadistatonelflussomigratorio,ècomunqueindiscutibilechesiapropriolasecondametàdeglianni’90avederel’arrivodikurdiiquali,aseguitodella Convenzione del ‘97, dovevano obbligatoriamente esserepresiincaricodalleautoritàitalianebenchéquestenonfosseroassolutamentepreparateperquestaeventualità.

Così l’arrivodiqualche centinaiodidonneeuominivenneindicatocomeunaveraepropriaemergenzanazionale:laprimanavearrivò il2novembre1997aSantaMariadiLeucaconabordo550turco/kurdi;il19novembrearrivòun’altraimbarca-zioneinCalabriachetrasportava�74cittadinidellastessana-zionalità; poi il 27 dicembre raggiunsero Badolato in Calabriaaltri8�7richiedentiasilotrasportatidallacelebrenaveArarated ancora altri �86 kurdi vennero accolti nei primi giorni digennaiodel1998.Noneratantoilnumeroinséun“problema”,quantopiuttosto l’assoluta impreparazionedelle strutture ita-lianeamuoversinelnuovocontestolegislativoche–questalanovità–leobbligavaafarfronteanuoviobblighiinternazionaliassunti.Il1997èunpuntodisvoltaperlastoriadelladiasporapolitica kurda in Italia ma al contempo è un momento di di-scontinuitàperilsistemad’accoglienzaitalianointerminipiùgenerali.ConprecisioneRaffaellaPuggionianalizzagliaspettidanoidelineati:

interminigenerali,lafinedel1997eleprimesettimanedel1998segnaronouncambionellemodalitàitalianeditrattareiri-fugiati(…)l’assuntochel’Italiafossesolamenteunpaeseditran-sitononpotevapiùesseresostenutodopol’entratainvigoredellaConvenzionediDublino.Alcontrario,avevanuoveresponsabilità

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daassumere,cheimposeroall’Italiadirivedereisuoitradizionaliapprocciall’accoglienza”(Puggioni,2005,�21)

Nonostantequestinuoviobblighidilegge,leautoritàitalianenonriuscirono,ononvollero,modificareinprofonditàlarealtà,quasifinoal2000.Permoltianni,quindi,l’Italiacontinuòades-sereunpaesedi transito,comepuòesserecolto,con ladovutaponderazione,daidatidellacommissioneCentrale:nellavaluta-zionedellerichiested’asilonel2001enel2002sievincechelamaggioranzadei“dinieghi”siarivolto,perirreperibilità,acitta-dinikurdi;piùnellospecificonel2001sonostaterifiutate1�.2�0domande ingeneraledicui7428acittadinikurdi;nel2002su14875dinieghi,sempreperirreperibilità,ben8765coinvolgeva-nolostessogruppo.Molteanalisiconcordanochequesta“irre-peribilità”siadovutaalfattochemoltirichiedentipreferisconosolamentetransitareperl’ItaliaalfinedidirigersiversoilcentroedilnordEuropa.Questadinamica,tuttavia,sembraessersifor-tementemodificatanegliultimianni,intrecciandosiconlaricer-cadanoicompiutanelterritoriomilanese.

5.3.�Via�dall’esercito�turcoLaricercahacoinvoltodiecigiovaniuomini/ragazziturco/kur-

dituttiprovenientidalpaesediPazarcik,situatoneldistrettodiKaramanmaras,zonamaisottopostadalleautoritàturchealdo-miniodellalegislazionespecialeanti-terrorismo.Gliintervistatisonotuttiorichiedentiasiloorifugiatioconpermessoumanita-rioarrivatiinItaliadopoil2000.Questoaspettoèl’elementochevorremmosottolineareconpiùforzaneltentativodicomprende-resialeretedirelazionideigiovanirichiedenti,siailsenso,perloro,delchiedererifugiopolitico.

Seperlagenerazionepassataildefinirsicomerichiedentiasiloeraquasi“scontato” inquantoneiterritorikurdivieraunfor-tissimoscontrotraesercitoegruppilegatialmovimentopoliticokurdo,questadefinizioneoggipuòapparirepiùdifficilmentecom-

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prensibile.Nonacaso,negliufficiamministrativicheadiversotitolosioccupanodirifugiopoliticotornamoltospessol’ecodeikurdicome“semplici”migrantieconomici.

Andandoconordine,possiamoaffermarecheperquestanuo-vagenerazionel’arrivoinItalianonèmaicasuale.Èfruttodiunapianificazionebasatasulsostegnodifamiliarinelpaesedidesti-nazione.L’aspettointeressanteècheinItalia,eaMilanoinpar-ticolare,nonarrivanocittadini“qualunque”diPazarcik,quantopiuttosto imembridiquellacheessistessidefiniscono la tribùdegli Atmali27. Dobbiamo considerare, infatti, che l’individuarequellakurdacomeunacomunitàcompattaedomogeneapuòes-sereunerrored’analisi.

Pazarcikèunacittàdipiùomeno25.000cittadini,popolazionechesalea72.000considerandoanchetuttigliagglomeratiagricolichelacircondano.Nellazonavièunamaggioranzachesidefini-scekurdaedunaminoranzachesidefinisceturca,lacuiconvi-venzaèdivenutapacificasolaapartiredaiprimiannidel2000.Tra la maggioranza vi è una componente che si definisce comeappartenentealgruppotribaledeiSinemilli,direligioneAlevita28.ÈtraquestichesipossonocontareilmaggiornumerodimilitantiedirigentidelPKK.Perlorostessaammissione,gliAtmalisisonosempre tenuti più in disparte nel confronto tra guerriglieri edesercitoappoggiandoipriminellamaggiorpartedeicasisolodalpuntodivistalogistico(rifornimenti,informazioniecc…).Mentrela granpartedegliAtmali fuoriPazarcik sonoanch’essi aleviti,quellidellacittàindicatasidefinisconosunniti.Dopounfatico-so tentativo di capire il perché di questa differenza, mi è stataindicatacomedatadiconversioneil1979.IlperiodoècollegatoalmassacrodiMaras,cittàapochichilometridaPazarcik,incuil’esercitoturcofomentòl’odiodeisunnititurchicontroglialevitikurdi. Questi scontri del dicembre del 1979 culminarono con ilmassacrodicentinaiadiappartenentiallatribùdeiSinemilli.

Inprimo luogo,Pazarciksisuddivide indue,daunaparte iturchidall’altraikurdi.NesegueunasecondadivisionetraSi-

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nemilli,direligionealevitaedabitantidispecifici“villaggi”egliAtmalisunnitichevivononellamaggiorpartedeicasiin“villag-gi”differentioinquartieriinterniallastessaPazarcik.MentreiprimihannodecisodiemigrareprevalentementeinGermaniaedAustria,isecondisisonodirettiprevalentementeversol’Inghil-terrael’Italia.AMilano,larealtàcurdacontapiùomeno2500individui.LazonacompresatraPiazzaPrealpiePiazzaleFiren-zeèunfortepuntod’incontro,costituendoprobabilmentelapiùgranderealtàkurdamilanese.

Comeaccennatodaigiovani intervistati, l’ItaliaeMilano inparticolarenonrisultanometecasuali,differendoinciòdai“pri-mi”migrantiperiquali ipuntid’arrivorisultavanosostanzial-menteintercambiabili.IlprimoarrivodiunAtmalirisaleal1984,in questo caso per pura casualità: si trattava di un lavoratoredel circo Togni fermatosi per qualche mese a Milano. Durantequestapermanenzaerariuscitoaportareabuonfineunricon-giungimentofamiliareedafarassumereipropriparentipressolastessastrutturacircense,consentendolorodilasciarelaTurchiaperMilano.Questiprimipassisonoconosciutidatuttie,intalunicasi,narratiquasi“miticamente”:

B.èriuscitoadarrivareaMilanoanchegrazieameperchéèverochel’haportatoilcircoTogni,peròanchelamiafamiglial’haaiutatovendendounanellopernoimoltoimportante.MiricordoancoraquandoM.siètoltol’anellodalditoel’hainfilatonelditodiB.comeregalo.Daquièiniziatoiltuttopoisonoarrivatiglialtridellamiafamiglia,perchésiamostatinoiiprimiadaiutarloequindiluipoihaaiutatonoiavenire(5/8/2006).

Sipuòdunqueparlarediunacatenamigratoriasubasefami-liare-tribalerafforzatasiconiltempochehapermessoaigiova-niintervistatidiinserirsientrounareted’accoglienzainforma-leche,perquantofragile,haimpeditolorodioccuparelefasce

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piùmarginalidell’assistenza,corrispondentiadunaposizionediestremadipendenzadaglientiostruttureditipocaritatevole:

iosonoarrivatonell’agostodel2001esubitosonoandatoadormiredamiocugino,chegiàsapevoessereaMilano.Luimihaospitatoperunmesecircapoiabbiamolitigatoesonoandatodaunamico,cheavevoconosciutoquiaMilano,aLecceperpiùomenoduesettimane.Hochiamatoacasaedhodettoamiopadrechemiocuginomiavevabuttatofuoridicasacosìluihachiama-tosuofratelloilqualehapoichiamatoilfiglio,cioèilmiocuginodiMilano,chemihachiestoscusaemihafattotornareaMilanoemihaaiutatoatrovareunlavorocomemuratore(5/8/2006).

Dasottolinearechelaretedicuiparlavamononèsolamen-te localizzata a Milano, ma costituisce una vera e propria retetransnazionale (Basch et al, 1994), in quanto sembra muoversiconunacertafacilitàtraMilanoePazarcik,inparticolaresesiconsideracomeaspettocentraledellaretestessa,loscambiodiinformazionielacircolazionediconoscenza,oltrecheovviamen-tel’aiutomaterialepiùclassicamenteinteso.

Ulteriori elementi inoltre si inseriscono in questo circuito.Datalagiovaneetàdegliintervistati,nessunoèsposatoela“cir-colarità”d’informazionefasìcheirapporticonPazarcikabbia-noancheloscopodiprendereiprimicontatti,odiintensificarequelligiàesistenti,conlafamigliadellaragazzaversolaqualesiprovainteresse.

L’uscitadallaTurchia si pone come tentativoperpoter rag-giungereunostatuseconomicochepossapermetteredisposarsiconagio,elementoquestodotatodimaggiordifficoltàin“patria”aseguitodellafortediscriminazioneacuisonosottoposti

sonoarrivatoaMilanonel2004perchéquic’eramiofratelloeconl’aiutoeconomicodimiopapà.Miofratellomihaaiutatoperlacasa,vivevoconlui,maillavorol’hoottenutograzieadunmio

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paesano:dacasauncuginomihadettocheunsuoamicoavevaapertounapizzeria,misonopresentatoehoiniziatoalavorare(28/10/2006).

Iragazzikurdidanoiintervistatisembranoavertrovatouna“protezione”abbastanzaefficaceperl’inserimentosociale,pures-sendocostrettiinperiodidell’annoavivereladisoccupazione,laprecarietàdellavoroincooperativaolaprecarietàdeidispositiviamministrativiriguardantilamateriadeirinnovidelpermessodisoggiornoperrichiedentiasilo.Sarebbeinfattiungraveerroreri-tenerechelastrutturad’accoglienzacomunitariacreatasiinque-stiannisiaimpermeabilenonsoloallefluttuazionidelmercatodellavoro,maancheaiprovvedimentichecolpisconoildirittoalrifugiopolitico.Nelcasospecificodeidieciintervistati,trehan-nopersonell’ultimoperiodolapossibilitàdilavorarepressounacooperativapoichélaQuesturadiMilanohadecisodiinserireunnuovodocumento,“l’ospitalità”29,trairequisitiindispensabiliperrinnovareilpermessoperrichiestad’asilo.Peròlaretedisuppor-tochestiamoanalizzandononècosìstrutturatadapotergaran-tireuncontrattod’affittoaivarisoggetticoinvolti,considerandol’enorme mercatonero che dominaquesto settore, esponendoliall’impossibilitàdirinnovareilpermessoequindiall’impossibili-tàdirinnovareilcontrattopressolacooperativaperlaqualesta-vanolavorando.Perpoterottenerel’“ospitalità”,èquasisemprenecessariopresentareilpassaporto,maunrichiedenteasilocheottenesseilpassaportodalleautoritàturcheperderebbe,neifatti,ildirittoadessere“ascoltato”dallacommissione.Possiamoinde-finitivaaffermarecheilsupportomaterialeediconoscenzarea-lizzatosisiabenfunzionanteperilprimoinserimentoecheabbiaunacertaesclusivitàcoinvolgendosolocittadinidiPazarcikdellatribùAtmali.Ètuttaviaancoraabbastanzafragile,nonpotendocompensareildoverosointerventopubblicoditutelasociale.

Èquindiconmoltaattenzionechesidevecomprenderecomelapotenzadeidispositiviburocraticipossamodificareinprofondità

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laqualitàdellavitadeirichiedentiasilo,noninterminigeneralimanellaloroquotidianità.Oltrealledifficoltàdell’ospitalitàacuicisiamoappenariferiti,dobbiamoricordarel’impossibilitàdico-noscereitempirealinecessariperlepraticheacuiilrichiedentedevesottostare.Daquandopresentalaprimadomanda,eglientrainunlimbotemporaleindefinito,nonsapendoquandoverràva-lutatalasuarichiestanéquantedecinedivoltedovràpresentarsiinQuesturaperfarverbalizzarelesuedichiarazioni,perlefotodiriconoscimento,perilrinnovodel“cedolino”attestanteilposses-sodelpermessodisoggiorno.Intuttequesteoccasioninonsapràmai,inanticipo,sel’appuntamentocheèstatofissatoiltalgiornoallataloraverràrispettatoosesemplicementegliverràdettoditornarel’indomani.Tuttoquestocomportalanecessitàdichiede-re“permessi”allavorochenonsemprevengonoconcessi,com-portalarichiestadiferiechespessononsonoaccordateponendoilrichiedente inunamorsatra i tempi infinitied imprevedibilidellaburocraziaediltempodellavoro,indispensabilepervivere,cheinvecerichiedeunritmoedunapuntualitàferrea.

Ilsecondoaspettochevorremmoanalizzareriguarda“ilsenso”delchiedereasilopoliticoperquestigiovanicittadinidiPazarcik.Comesuggeritoinprecedenzaintornoalla“comunitàkurda”vièunalonedidiffidenzarispettoallaveridicitàdellelororichieste;chiscrive,inmoltissimeoccasioni,hapotutosentirepressoivariorganichesioccupanodirifugiaticomesi ritenga“strumenta-le”,nellamaggiorpartedeicasi,lerichiestedeisoggetticitati.Se“lavecchiagenerazione”,siafferma,avevadeifondatimotivi,inuoviarrivi,alcontrario,sono indicati,anchenellemotivazio-niaidinieghiemessidallacommissionegiudicante,comeunica-menteconnessiacauseeconomiche“quindi”nonpolitiche.Dalleintervisteeffettuatepossiamoaffermareche,probabilmente, lasituazioneèassaipiùcomplessa. Indubbiamentedopo l’arrestodel leader del PKK e l’indebolimento della guerriglia kurda, loscontroarmatoelarepressionenelKurdistannonèailivellidegli

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anni’80e’90.Tuttaviadobbiamoconsiderareglieffettidiqueglianni,epiùingeneraleilrapportoesistentetrapopolazionekurdaelostatonazionaleturco.Legiovanigenerazionesimuovonosudiunterrenodidissensopoliticoneiconfrontidell’esercitoturcoedel suo ruolo storico che si presenta con connotati differentirispettoallaclassicamilitanzapoliticaosindacale;tuttaviaèan-ch’essadaconsiderarsiunaformadiresistenzaediopposizione.

L’emigrazione a partire dagli anni 2000, infatti, coinvolge igiovanichesioppongonoallestrutturemilitarieall’architraveideologicamilitaristacheattraversalasocietàturca,basatapo-liticamentesudiunacostituzionescrittadaimilitarigolpistidel1980,medianteilrifiutodell’autoritàdell’esercitonazionaletur-co.Questaformadidissensoètutt’altroche“indolore”ed“inef-ficace”perunapparatodipoterechefondasulfattodicostituireilsecondoesercitodellaNATOunapartecentraledellaproprialegittimazioneagovernare.Ladata incui igiovani intervistatihannodecisodiusciredallaTurchiacoincide,pertutti,conilri-fiutoariconoscerel’autoritàeilpoteredell’esercitoturco,consi-derato“straniero”ed“ostile”:

perme l’esercitoè turcoe io sonokurdo, siamodiversi,poinonpossodimenticaretuttoquellochehannofatto(29/08/2006).

nonèunfattodifaticaodinonvogliaècheiononsonoturco,iosonokurdoel’esercitoturcocihasempreodiatiesempreciodierà.Iohoamiciturchimaquestoèun’altracosa,l’esercitoèun’altracosa(8/10/2006).

Provandoadanalizzareinprofonditàquesteaffermazioniconunaprospettivastorica,comprendiamocheilconflittoconlastrut-turamilitareturcaèilcuoredellaquestionekurda,apertasisindal18�0conlaprimarivoltadimassacontroiprimipresidimilitarecreati nel territorio kurdo dall’allora potere imperiale ottomanoneltentativodi“modernizzare”ilsuoapparatoamministrativo:

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nel18�0gliottomaniiniziaronoadinstallarelebasimilitarinelKurdistan,provocandol’ostilitàcurdachesirafforzògradual-menteesimanifestònellerivolte,mirantiadottenerel’indipen-denza(Galletti,1990,69).

L’opposizioneall’esercitosiamplieràeradicalizzeràtantodacostringereleautoritàottomane,nellospecificoAbdulhamidII,acrearedelletruppeirregolarikurde,detteHamidiye,neltentati-vodi“incorporare”all’internodell’esercitoottomanolariottositàkurda. Il successo di tale iniziativa fu assai limitato tanto chel’opposizione all’esercito centrale si ripropose durante il primoconflittomondialequandoilregimedeiGiovaniturchialpoterefucostrettoadorganizzarenuovetruppeirregolari,SafarBallek,perprovareacoinvolgerelapopolazionekurdacherifiutaval’au-toritàdell’esercito.

In conclusione possiamo comprendere come l’opposizioneesplicitamentemanifestataneiconfrontidell’esercitonazionaleturco dai ragazzi intervistati possa essere letta come una for-mapalesedidissenso,considerandoinoltrechedal1995al2005questainiziativasiastataassuntada28.000giovanicittadinidiPazarcik.Unanuovaformadi“lottapolitica”,quindi,nonespres-saattraversoleformepiùconsolidatedell’attivitàmilitante,macheèunfenomenochepiùvoltesièprodottonellastoriadellaresistenzakurdaecheinoltrecipermettedicollocareentrounacornicepiùconsapevolmentepoliticailloroproporsicomerichie-dentiasilopolitico.

In sintesi, quanto dunque emerge dal caso kurdo, come dalcasodelCornod’Africanelcapitolochesegue,èlostrettoein-dissolubileintrecciarsidiaspettipoliticiedeconomicinellapro-duzioneeriproduzionediuncontinuoflussodimigrantiforzatidaquelleterre.

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Note�di�fine�capitolo

21Percomprendere la sistematicaoperadi sterminiocompiutadalladirigen-zakemalistacitiamodueespressionididueimportantissimileaderpoliticiturchi.IsmetInonudichiarònel19�0,nellacaricadiprimoministro,chesololanazioneturcahaildirittodirivendicareidirittietniciinquestopaese,nessunaltroele-mentonehadiritto.MehmetEsat,ministrodellagiustiziaaffermòpocodopo:“nonnascondoimieisentimenti.Ilturcoèilsolopadronediquestopaese.Colorochenonsonodipuraorigineturcahannounsolodirittoinquestopaese:ildirittodiessereservitore,ildirittodiessereschiavo”(in:Galletti,1990,104).

22LastudiosaAnnaMarconiatalpropositoscrive:“lacrescitadell’opposizionedi sinistra e l’esplosiva situazione creatasi nel Kurdistan sono le cause del terzogolpemilitaredel12settembre1980 […]ognidirittoè limitatoosospesoperdi-fenderel’unitàindivisibiledellostato,persalvarelasovranitànazionale,l’ordine,l’interessepubblico,latranquillità,lamorale,lasalutedellanazione.Siscatenalarepressionepiùviolentadellastoria turca,documentatadairapportidiAmnestyInternational”(in:Marconi,2001,79).

2� Su questa vicenda vogliamo riportare quanto scritto da Laura Schrader:“nell’87ilregimeirakenoscatenal’operazioneAnfal,dalcapitolo8delCoranosullaguerrasantacontrogliinfedeli,‘predediguerra’ecominciaadusarelearmichi-michecontroivillaggi.Il16marzo‘88gliabitantidellacittàdiHalabjavengonosterminatidall’aviazioneconipriteegasnervino,enell’agostosuccessivomassicciattacchiaereieterrenifannostragedeivillaggidelBadinan”(in:Schrader,1998,42).

24Latestimonianzadell’intellettualeNamoAzizpuòaiutarciacomprendereilcontestodiqueglianni“Nel1990l’esercitoturcoavviòun’ondatadideportazioniqualenonsiricordavadaitrasferimentiforzosideglianni ‘�0.SetteannidopoilsindacodiTunceliebbeariferireall’appositacommissioned’inchiestadelparla-mentoturcochenellaprovinciadiSirnaksolotrail1989eil1991erastataimpostal’evacuazionediottantaduevillaggi”(in:Aziz,2000,96).

25Ricorrenzatradizionalechecelebrailnuovoanno.26Schrader,1998,p.142.27Si trattadiungruppodidiscendenza, icuimembri,per l’appunto,si rico-

nosconocomediscendentidaunantenatocomunerealeofittizio.Ilgruppodidi-scendenzacostituisceunodeiprincipidibasedell’organizzazionesocialedimoltepopolazionidelMedioOriente(cfr.Fabietti,1982).

28Unacorrentereligiosainternaall’Islam.29L’ospitalitàèundocumento, solitamenterilasciatodallapolizia locale,che

certificacheunapersonaproprietariadicasaoaffittuariadiunappartamentopuòospitareun’altrapersona.

Capitolo�VI

IL�CORNO�D’AFRICA�A�MILANO

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6.1.�Complessità�e�singolaritàdei�contesti�di�partenzaUnabrevestoriadivitapuòdareunaprimaedirettaideadel-

lacomplessitàdelledislocazionidipersonenelCornod’AfricaedellelorotraiettoriedifugaversoMilano.

LastoriadiEster(nomefittizio),unaragazzadicirca16anni,hainizioconlaguerradiconfinetraEritreaedEtiopia,combat-tutatrail1998edil2000.Traivarieffettichequestaguerrahaavutosulladislocazionedellepersonenellaregione,visonopurele repressioni compiute sia dal Governo etiopico che da quelloeritreosullepersonedinazionalitàoppostachesitrovavanosulproprioterritorio.

IlpadrediEstereradiorigineeritreamalafamigliasitrova-vainquelmomentoadHarar,inEtiopia,benlontanodalconfineconl’Eritrea.Conl’iniziodellaguerratuttavialafamiglia,comealtre,dovettesubirelarepressionedell’esercitoetiopeedilpadrevennearrestato.Ester si trovòquindi in fugaassiemeadaltrepersoneversoilvicinoconfinedelSomaliland.

Leautoritàdiquestopaesetuttavia-prodottodaldisfacimen-todellostatosomalo,essostessononriconosciutodallacomuni-tà internazionale-nonriconoscevanoufficialmente inquelmo-mentolapresenzasulproprioterritoriodipersonedinazionalitàetiopica;ilocaliufficidiACNURinoltreavevanosemprerifiutatolaconcessionedellostatusdirifugiatoaquestepersone�0.IllorocompitoinfattieraquellodifavorireilritornoinSomalilanddeisomalicheeranofuggiti inEtiopianeglianniprecedenti (1988-1991)durante ilconflittocivilesomalo,popolazioneospitata incampi rifugiati posti sul confine tra i due Stati e che in queglianni–sulfiniredeglianni1990–dovevanoesserechiusi.Aque-sticittadinietiopiinSomaliadunque,acuicontinuanoadunirsicoloro che fuggivano da cicli di carestia dei primi anni 2000 edallarepressionegovernativacontrogruppidiopposizione,nonrestavaaltrocheunavitaclandestinanellecittàdelnordsomaloolaricercadimaggiorfortunaversoloYemen.

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IlconflittotraEritreaedEtiopiahaavutoecontinuaadavere,comesivedrà,unprofondoeffettosuimovimentidipopolazionedalCornod’Africa,compresiiflussidimigrantichesisonospintiversol’ItaliaeMilanoinparticolare.Nonètuttaviailsoloeventonegativo:dapiùdi trent’anni ilCornoè infattiun’areadicrisiricorrenti,diemergenzestrutturalieperciòdiproduzionecon-tinuadirifugiati.IlconflittocivileinSomaliahacausatolafugadimigliaiadipersonenelcorsodituttiglianniNovanta,econ-tinuatuttoraaprovocareesodi.L’instabilitàsudanesesiriversaneicampirifugiatipostineglistaticonfinanti (untempo,per ilconflittomeridionale,quelliinEtiopiaeKenya,ora,perilDarfur,icampiinChad)maancheinunnumeroenormedisfollatiinter-nichesiraccolgonoprevalentementesuKhartoum�1.

LefugheversoiPaesioccidentalieiPaesiarabiedelGolfo,oltrealcontestodi instabilitàecrollo istituzionale,sonoancheilrisultatodelcollassoedellacongestionedeisistemiregionaliinterni al Corno d’Africa a fronte dell’assorbimento di personedislocate.Icampirifugiatiolecittàsonoiprimiapprodi.Daquiperòsiorganizzanoulteriorispostamenti,inragioneanchedel-l’insostenibilitàdellecondizionidivitainquesteprimecinturediprotezione,ufficialioinformali.Ilcollassosomalohavistocomecentridi rifugio icampiprofughi inEtiopiaeKenyacosìcomelo sfruttamento di circuiti di emigrazione per lavoro all’estero(Yemen,statidelGolfo)odeilegamiderivantidalpassatocolo-niale(ItaliaeGranBretagna),perpoiallargarsialtrove:Europaingenerale(Paesiscandinavi,Olanda),Canada,StatiUnitieAu-stralia.

LedestabilizzazionidelSudansiraccolgononeicampiinEtio-pia, Sudan, Kenya, Chad, ma anche a Karthoum, da qui versol’estero,inparticolareattraversolaLibiaedaquiversol’Italia.Lasituazioneattualesegnalachel’instabilitàregionalenonèaf-fattofinita,maalcontrariopuòconoscereulteriorimomentidigravità:letensioniallafrontieratraEritreaedEtiopia,laspiraleautoritariachecoinvolgeentrambiiregimiechesottomettepar-

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tedellapopolazioneinternaaferocirepressioni,lafragilitàdegliaccordidipaceinSudan,tantoinDarfurquantonelsud,inuoviscontriinSomalia,inparticolareaMogadiscio,comeconseguen-zaereazionedell’invasionedell’Etiopia.

Conriferimentoallepolitichediaccoglienza,ognunadiquestecrisieondatemigratoriehalapropriaparticolaritàedecceziona-lità, aspetti chegenerano tanto specifiche condizioni edirezionidellafugaquantospecificibisogni. QuestaaperturasuicontestidipartenzaperparlaredelcasodeirifugiatidalCornod’AfricaaMilanosigiustificadunqueinragionedidueaspettiriassuntivi:lacomplessitàelasingolaritàdiognisituazioneetraiettoriadifuga.

AllargarelosguardobenoltreMilanoassumealloraunadop-piavalenza.Daunapartesfidalerappresentazionisemplificatricisullemigrazioni forzatee leponenelcontestopiùappropriato.Considerandolestratificazionidicrisichesisonosuccedutenegliultimitrentaanni, ilCornod’Africaracchiudemoltedelleque-stioni relativeallaproblematicitàdellemigrazioni forzate con-temporanee:ilcollassodeisistemiregionalidicontenimento;lariformulazionedegliequilibrifraglistatinazionalinelpost-guer-rafreddaelaloroframmentazione;lacrescitasuscalaplaneta-riadellamobilitàdellepersone;laproiezione,fallitiiprogettidiemancipazioneesviluppolegatiallostato,ditalisperanzesusca-laglobale.Conriguardoallecondizionientrocuiprendonoformalemigrazioniforzatestesse,emergechiaramentelasovrapposi-zioneeinestricabilitàdifattoripolitici,disicurezzaedeconomicineldeterminareleragionidellafugaodelnon-ritorno;lastoricitàdeicanalidiemigrazioneelalorocommutabilità(daemigrazioneperlavoroafugaeviceversa);lacostruzionediun“business”dipredazioneetaglieggiamentosullemigrazioniforzate(peresem-pio lungo la via, consolidatasi in questi ultimi anni, Sudan-Li-bia-Italia,maanchesurotte,comeilcollegamentotraSomaliaeYemen,diventaterecentementeoggettodigrandeattenzionedapartedelleagenziediaiutoeprotezioneairifugiati).

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Dall’altraparte taleallargamentodiprospettivaèun’opera-zioneurgenteenecessariaperpotervalutareibisognielecon-dizionidell’accoglienza.LastoriadiEsterpuòessereallora in-trecciataadaltrestoriedirifugiatidalCornod’AfricacuisiègiàfattoriferimentonellepagineprecedentipercomporreunatramacapacediaccostarecontemporaneamentecontestiinternazionalidicrisiedilmodoincuiquestiinvestonorealtàlocaliqualiMi-lano. Tale trama ha naturalmente, nel caso del Corno d’Africa,ancheuna forteprofondità storica: le comunitàprovenientidaquestaregione infatti (somala,eritreaedetiopica)vantanounapresenzastoricasulterritorioitaliano,chehalesueradicinel-l’ereditàcoloniale.Inparticolare,Milanoèstoricamentesedediunacomunitàeritreamoltoestesa.

IlcasodiviaLeccopresentatonelcap.2hacoinvoltosostan-zialmente tregruppi, tuttiprovenientidaquest’area: sudanesi,somaliederitrei.Nelcap.4inveceèriportatoilcasodiSandra,latraiettoriadifugadileiedelsuofidanzatoedilorotentatividiinserimentoneltessutosocialeitaliano.Richiamoquestetraccemenzionateinprecedenzapersviluppareunnuovopunto,apar-tiredaidueaspettidellacomplessitàedellasingolarità.

Una prima questione che emerge osservando l’inserimentodeigruppiprovenientidalCornonellarealtàmilaneseriguardal’estremaproblematicitàdellanozionedicomunità,generalmen-tedefinitacomecomunitànazionaleecosìassuntanelletipologiediclassificazioneeassistenzadelleagenziediaccoglienza.Poichélafugahaavutooriginedasituazionidiconflittocivileeinsegui-toallarepressioneinternaallostato,emergechiaramentecomequestedivisionisiriflettanoneipercorsidell’esilioedell’integra-zione,costituendoulteriorifattoridiisolamentoemarginalizza-zione.Questoaspettoemergeinpartenellebrevinotededicateairifugiatisomaliecostituisceilpuntocentraledelcasodeirifugia-tieritrei,cheverràtrattatoconmaggioreampiezza.

Unasecondaquestionecheemergenellarelazioneconleagen-ziediassistenzaèilproblemadellecondizionidelriconoscimen-

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to/disconoscimento, che riguarda, oltre al già citato nesso tramarginalizzazioneemobilità,laquestionedellespecificitàdiognisituazionedicrisieladimensionedellaindividualizzazioneede-politicizzazione dell’assistenza. Proporre degli studi di caso sucomunitànazionaliservedunqueamostrarepropriocomeque-stotipodiapproccioconducaadisconoscimenti. Ilcasoeritreoèemersocomeparadigmaticoinquestosenso,inparticolaresesiprendonoinconsiderazionelenuovedinamichedifugaeasiloprodottesiapartiredal2000circaaconclusionedellaguerratraEtiopiaedEritreadel1997-98.Talicambiamentiecomplessitàrendononecessarioilcollegamentocolcontestodiorigine.

6.2.�Un�passaggio�invisibile:brevi�accenni�sul�caso�dei�rifugiati�somaliTrairifugiatisomaligiuntiaMilanonelcorsodeglianniNo-

vantainfugadallaguerracivileiniziatanelgennaio1991,chihapotutosièoratrasferitoinaltripaesieuropei,preferibilmenteinl’InghilterraeaLondrainparticolare.Èquestounfenomenochesi puòoraosservare in tuttaEuropa (Olanda,GermaniaoFin-landiaperesempio),unavoltacheiSomaliottengonodocumentipermanenti,senonlacittadinanza.Questofattorepermetteloroinfattidisceglieredovemuoversiecostruirepartedellapropriavita, anziché seguire le circostanze eopportunitàdell’assisten-za.Perquantoriguardal’Italiatuttaviasitrattadiunprocessocominciato presto, alla fine degli anni Novanta e anche prima.Dasubito–nelsettembre1992–iSomaliinItaliahannopotutovantareuninquadramentogiuridicocerto:unpermessodisog-giornodidueannirinnovabile,validoperstudioelavoro.Ilper-messoeraaccompagnatodaunpermessodiviaggio.Taletutelagiuridica,regolatadaundecretoministeriale,riconoscevadaunlatoilegamistoricicheunivanoItaliaeSomalia(iniziaticonlacolonizzazione)edall’altro la situazioneparticolaredi crisidelPaese,caratterizzatadallascomparsadiognistrutturastataleedall’assenzadiunGovernoriconosciutodaisuoicittadini.Aque-

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staprotezionegiuridicatemporaneatuttavianoncorrispondevaunpercorsoindirezionediunamaggiorestabilizzazioneedunaspecificaassistenza economica.Ciò facevadell’Italia, per i più,unpaesesoloditransito,versoPaesiconpolitichedell’asilopiùstrutturate.Nel 1999 inoltre, taleprotezione è stata tolta, cosìcomeilriconoscimentodeipassaportisomalirilasciatiorinno-vatidopoil1991,provocandocosìunulteriorefugaversoaltriPaesi(sebbenenelsettembre2000unnuovodecretodelGovernoripristinòdelleformediriconoscimentoetutela).

ColorochehannosceltodirimanerecorrispondonoperlopiùapersonecollegateaquantieranogiàpresentiinItaliaprimadellaguerraochevieranostatiinpassatoeavevanomantenutodellerelazioni.Perviadellegamecolonialeinfatti,lapresenzasomalainItaliapuòvantareunacertaconsistenzanumericaeunalungastoria,sebbeneciòriguardipiùcittàcomeRomaoFirenzepiutto-stocheMilano.Lacomunitàstoricaècompostadaquantigiunse-roinItaliaapartiredaglianni‘50e‘60,echeavevanocominciatolavorandocomedomesticheobadanti(soprattuttodonnequindi)ocheavevanocompiutoglistudiinItalia.Questonucleosièpoiampliatoattraversoiricongiungimentifamiliariegliarrivisuc-cessiviallaguerra�2.Ora,centricomeRomaeFirenzecontinuanoadesercitareunacertaattrazioneper inuoviarrivati.Partediquestiutilizzalerelazioniecontatticonlacomunitàesistentepercominciare un percorsodi stabilizzazione e integrazione, parteinvececomeriparotemporaneopercontinuareilproprioviaggio.AMilanoinvecelapresenzadeiSomalièpiuttostofrazionataedispersa,sebbene,comeaccennato,nelcorsodeldecennioprece-dentesiatransitatounaltonumerodipersone.

Questo“passaggio”èstatoperlopiùgestitodallereticomuni-tarie,sebbenemoltosegmentateinquantoriflettevanoilconflittocivile in corso inSomalia.Le strutturedi assistenzapubblichehannovistodunquepassareinquestoperiodopochisomali.

Ilfattoche,tralepossibilitraccechesipossonoorarilevarerelativeaquest’ultimoperiodo,sidistingualapresenzadiun’as-

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sociazionecomela“Associazionedellemammeebimbisomali”èparticolarmentesignificativodeltipodidinamichemanifestatesiall’internodellacomunità.Trepuntipossonoesseresegnalatisucuipossonoconcentrarsisuccessiviapprofondimenti��:ibisognispecifici,interminidieducazioneesanitàanzitutto,dellegene-razionidirifugiatichenasconoinItaliaelaloropreoccupazionedimantenereunacontinuitàculturale;laframmentazionedellecomunitàprovenientidacontestidiconflittocivile(percuiiter-mini‘comunità’o‘diaspora’somaladiventanospessodeicostrut-ti vuoti e fuorvianti); l’asse femminile/maschile come uno deimaggiorielementiditrasformazioneetensionechel’esperienzadelladislocazionepone in essere.Questaassociazione, tuttoraattivasebbeneinmisuraminorerispettoalpassato(trovareunasedeèorailloroproblemaprincipale)hatraisuoiscopiquali-ficantil’assicurareaibambinifiglidiSomalichecresconoorainItalialaconoscenzadellapropriaculturad’origine,acominciaredallalingua,eun’assistenzareciprocatraledonnepresentisulterritorio,lamaggiorpartedellequalilavora.Nonhannoavu-tolungavita inveceleassociazionidinaturapiùstrettamentepoliticaopiùdirettamentecollegateall’attualitàsomala,sorteinnumeroconsistentenelcorsodeglianniNovanta.Questeas-sociazioni, ingenereabaseprevalentementemaschile,sisonoframmentatelungolestesselineedellaguerracivileincorsonelpaesediorigineehannoespressolemedesimedifficoltànelsu-perarequestespaccature.L’opposizionemaschile/femminilein-fine,comeilnomedell’associazionelasciasupporre,èstataunadimensionecrucialeneiprocessidi integrazione tra i rifugiatisomalidell’ultimagenerazione.L’esperienzadelladislocazioneha infatti agito in maniera differente su uomini e donne. Perquest’ultimeilmercatodellavoroèrisultatosoventepiùfacil-menteaccessibile,ledonnehannoingeneremostratomaggioripossibilitàecapacitàdi trovareun’occupazioneedi integrarsinelnuovoterritorio,producendocontraddizionirispettoalruo-losocialeprecedentementeoccupatoall’internodellacomunità

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e stimolando il cambiamento di questo ruolo nella situazionemigratoria(cf.Farah,200�).

6.3.�La�doppia�distanza�e�il�fallimentodella�comunità:�il�caso�dei�rifugiati�eritreiIl2000-2001rappresentaladatadiiniziodiunnuovomassiccio

arrivoinItaliadirifugiatieritrei.Taledatanonècasuale,inquantoseguedirettamentelafinedellaguerratraEritreaedEtiopia(1998-2000):èinfattinelcontestodeldopoguerraeritreochevapropria-mentecollocatalanuovaondatadirifugiati.

Sitratta,inparticolare,diunagenerazionedigiovanichefuggecontroilregimemilitarechecaratterizzal’Eritreaattuale:fuggonoisoldaticheavevanocombattutonelcorsodelconflittocosìcomenuovi disertori e fuoriusciti dall’esercito. Tale dinamica si fondadunquesiasulcoinvolgimentonellaguerrasiapiùingeneralesulprocesso di militarizzazione crescente dell’intera società eritreaportatoavantidalgovernocentrale,cheprivaun’interagenerazio-nediunaprospettivaperilpropriofuturo.

Dopounalungalottacontrol’Etiopiaduratapraticamentetrentaanni,l’Eritreaharaggiuntolapropriaindipendenzanel1991.L’en-tusiasmo,lesperanzeedilsensodiunitàcheavevacaratterizzatoilmomentodell’indipendenzaneiprimianniNovantasièinseguitoprestotrasformatoinprofondadelusioneesmarrimentoperl’invo-luzioneanti-democraticadelnuovoGovernoeperilcoinvolgimen-tonellasanguinosaguerradiconfineconl’Etiopiatrail1998edil2000,chehacontatosulsololatoeritreomigliaiadimorti.

Il passaggio repentinoda speranzaadelusione,da ricostru-zioneaguerraemilitarizzazione,hannoprodottounaprofondafratturachehasegnatoleultimefughedall’Eritrea.Unafratturatragenerazionichepercorrel’internodellasocietàeritreanelladiasporaeinEritrea.

Nell’affrontareilcasodeirifugiatieritreiaMilanosimetteràinevidenzaunadoppiadistanza:unadistanzadelleistituzionied

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unadistanzadallacomunitàdiconnazionalieritrei.Entrambigliaspettihannocontribuitoadeterminarelemodalitàdiassisten-zaeintegrazionediquestigruppisulterritoriomilanese.Laco-munitàmilanese,unacomunitàstoricaebeninseritaneltessutosociale italianoconmembriattivinellasocietàcivileeneimo-vimentipolitici,èemersaframmentataedivisa,eproduttricedimarginalizzazioni.Sulpianodell’assistenza,lestruttureprepostehannodovutoinvececonfrontarsiconunasituazionediestremacomplessitàchehafattoemergereprofondecontraddizioninellecondizionidelriconoscimentoedellapresaincaricodeibisogniedelleproblematichediquestigruppi.Ildisconoscimento,chepro-ducemarginalizzazione,sièmisuratosullagiàsegnalatatensionetramobilitàerigiditàmaancheinaltriaspetticheverrannoac-cennati,quali la lineaproblematicadell’individualizzazione/de-politicizzazionedell’assistenza.

Una premessa storica fornirà un quadro sommario della si-tuazioneinEritreachehadeterminatol’ultimaondatadifughedalpaese.TalepremessaènecessariaperpoterrendercontodellemodalitàentrocuiMilanoèinvestitadaprocessiglobaliedellemodalitàconcuilacittàreagisceaquesteforzeesterne.

La�diaspora�storica�eritreaIgruppieritreipossonovantareunapresenzastoricaaMilano,

comedelrestoinaltrecittàitaliane.Questoèdirettamentelegatoalpassatocolonialechehaunitopervarianni(dafineottocen-toallasecondaguerramondiale)lastoriaitalianaconquelladelpaeseafricano.LaprofonditàdiquestorapportoètalechesipuòoratrovareinItaliaunasecondagenerazioneadultadieritrei.

IprimiconsistentiarrivisonogeneralmentefattirisalireaglianniCinquanta-Sessanta. Si trattavaalloraprevalentementediunamigrazionefemminileperlavoro,caratterizzatadaimpieghiqualidomesticaocameriera.Questiarrivigiungevanoalsegui-todiitalianichetornavanodallaex-colonia(ilboomeconomicoitalianodiqueglianniattrassepartedicolorocheeranorimasti

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inEritreaanchedopolafinedeldominioitaliano;conl’intensi-ficarsidelconflittotramovimentoeritreoedEtiopia,neglianniSettanta,lamaggiorpartedegliitalianiinfinelasciaronoilpaeseafricano),oppureattraversoagenziedioffertadilavoroperl’Ita-liapresentiall’Asmara,lacapitaleeritrea.Attraversoiricongiun-gimentifamiliarilacomunitàpoisiampliòulteriormente.

UnsecondomomentoimportantesiebbeapartiredaglianniSettanta,duranteiqualicominciaronoesodimassiccidall’Eritreaperviadelconflittoperl’indipendenzadall’Etiopia.Ipaesiarabirappresentaronoalloraunafortedirettricediemigrazioneperviadell’attrazionedell’economiapetrolifera.L’Italiarestavacomun-queuncentrod’attrazione,perunsensodivicinanzaculturaleeperunaseriedicontatticostruitineltempo;giàalloratuttaviaerasoprattuttounametaditransito,passaggioversoaltripaesieuropei cheoffrivanomigliori condizionidi accoglienza e asilo(Germania, Gran Bretagna, Svezia). Negli stessi anni cominciòl’esodoverso il Sudane la costituzione sulle areedi confinediquestopaesedicampirifugiati.Ancheinquestafasel’esodocom-prendevamoltigiovani,persfuggireallecoscrizioniforzatedel-l’esercitoetiopico.

Unaspettopeculiaredelladiasporaeritreainqueglianniri-guardalastrettaconnessioneprodottasitrairifugiatiall’esteroedimovimentidiopposizionearmatapresentiinEritrea,inpar-ticolareilFrontePopolarediLiberazioneEritreo(EPLFsecondol’acronimoinlinguainglese).Attraversoquestaarticolazioneladiasporasièfattamilitanteedèdiventatapartedell’organizza-zionedeimovimentid’opposizione.

L’EPLFhapienamenteinclusonellaproprialottaigruppieri-treimigratiall’estero,cercandodimobilitaresiacolorochevive-vanoneicampirifugiatidelSudansiacolorocheavevanopotu-tospostarsineipaesioccidentali.Nelprimocaso,unsistemadiservizieassistenza(fornireinformazionisufamiliari,scambiodimessaggi,sostegnoeconomico)assicuravalabasediquestolega-

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me.L’organizzazionepergliesuliinEuropacomprendevainveceunaefficienteretediraccoltafondi,nonchéunapoliticaculturaleavastoraggiochemiravaatenerevivalacausadellalottaeri-trea,inquestomodocostruendoedandoformaalnazionalismoeritreo stesso.Unasortadi ideologiadella lottaedellamobili-tazionepermanentecostruitaattraverso ilcostanteriferimentoalnemicodacombattere,l’Etiopia,permettevailmantenimentodiquestaunitàedelsupportoesterno.Sulpianointernoinvecetaleideologiaerafunzionaleamanteneresopiteledifferenzeediconflitti internialmovimentostesso (lamaggioredifferenzia-zioneemerseapartiredal197�quandodalFrontediLiberazioneEritreosistaccòilFrontePopolarediLiberazione,Eplf).Fupro-prioquestaideologiadilottaelosforzounitariocheconsentivadimobilitarechepermiseroall’Eplfdiemergerevittoriosorispettoaglialtrifronti.

LaEritreanReliefOrganization(ERA)rappresentaval’agenziadicoordinamentochesioccupavadiorganizzarequestosupportoesterno.Ladiasporaeracoinvoltainunsistemadiautotassazio-neattraversoilqualegliesulicontribuivanoallalotta,conferen-dounaparteconsistentedeipropriguadagni.Talesistemaavevaun’organizzazioneformale:pericontributivenivarilasciataunaricevutaedesclusivamentepersoneufficialmenteincaricatepo-tevanoraccoglieretalifondi.

Attivitàcommercialivennerostabiliteall’estero:adesempioalcuniristorantieritrei.Ilristorante“Asmara”aMilano,insegui-tovenduto,era inizialmentediproprietàdell’Eplf. Inaggiunta,l’ERAsipreoccupavadiraccogliereecanalizzareaiutipressova-rieistituzionieorganizzazionioccidentali.Eral’interfacciaorga-nizzativaperesempiodellevarieOngstraniereche lavoravanonelleareeliberatedell’Eritrea.Comegiàanticipatomolteimpor-tanti attività culturali erano inoltre organizzate direttamentedall’ERA:ogniannodal1974al1991,sièsvoltoaBolognailcon-gressoeuropeo,momentopoliticoeculturaleallostessotempo.Milanoerainvecelasededelcongressoitaliano.

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Attraversoquestaattivitàdipropagandalacomunitàdiesulicostruìstretterelazioniconvarisettoridellasocietàedellapoliti-caitaliana,simpatizzantineiconfrontidellalottadiliberazione.

L’Eritrea�post-IndipendenzaNel1991, l’Eritreaescevittoriosadalla lunga lottacondotta

controilregimeetiopico.Il25aprile199�,unreferendumpopo-laresanciscel’indipendenzaealtempostessol’egemoniapoliticadell’EPLFedelsuoleader,conlaconfermadelgovernoprovviso-rioelanominaapresidentediIsaiasAfeworki.

Seiprimiannidell’indipendenzafuronocaratterizzatidaunfortesensounitario,daeuforia,speranzaedisponibilitàaparte-cipareallaricostruzionedelpaese,l’evoluzionesuccessivasegui-ràunadirezioneoppostarispettoaquestoinizialeottimismo:ilgovernoprendesemprepiùunapiegaautoritaria,precipitandoilpaeseinunacrisipoliticachesfoceràpoinellaguerradiconfineconl’Etiopia.Laguerraineffettiè,inquestosenso,ilmomentochesanzionalacrisieproducelefugheall’estero.Questocambia-mentoebbeinoltreprofondieffettianchenellecomunitàdiesulipresentiall’estero.

Lacrisipoliticaesprimeinsostanzailfallimentodellatransi-zionediunmovimentodiopposizionemilitareingovernocivile.Lacrisihacomeepicentroilmaggioremovimentod’opposizione,uscitovittoriosodallalottadiliberazionecontrol’Etiopia.Inluo-godiunaprogressivadelegadelpotere,prevaleinessolatenta-zioneafardasoloedescludereglialtrisoggettipolitici.

Laquestionedelpassaggiodaunmovimentomilitareamo-vimentocivilerimaneirrisolta,cosìcomeilproblemadellasmo-bilitazionedeicombattenti.Allostessomodo,ilgovernorisultaincapace di superare un discorso ideologico interamente legatoallalottamilitarecontrounnemicoesternocomecontenitoredelcorpo sociale. Questo era infatti lo schema su cui si basava lamobilitazionepermanentedellasocietànelperiododellalottadiliberazione.Talelogicatuttaviaeraanchediventataerappresen-

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taancoraunasortadiossessionecollettivadellaclassedirigenteedelsuoleader.

L’unanimismo del post-indipendenza tuttavia nascondevagiàdelleprofondefratture,inseguitoemerseaccantoadunpro-gressivodisimpegnodallapartecipazionepoliticadopounlungotempodimobilitazione.Aquestoproposito,R.Marchal(2001)haparlatoditresocietàeritree,emersenelmomentodellapacifica-zionepost-indipendenza.Inquestaclassificazione,larelazioneinprecedenzaintrattenutacolmovimentodiliberazionestrutturalanuovarelazioneconlostatoelapolitica.

Secondo questo schema, la prima società eritrea è data dacolorochecostituivano labasedisostegnodell’Eplf, soprattut-toall’estero,colorocheeranocresciutisottol’ombrellodellasuaazioneideologicaeavevanocontribuitoalsuosostegnomateria-le. Il loro atteggiamento nei confronti del regime eritreo è oraeterogeneoeconnotatodaunaforteambiguità.Lasecondaso-cietàsiriferisceinveceallepopolazionicivilichevisserolalottadall’internodelPaese,sottoilgovernoetiopico.Lalororelazioneconlostatoèstrumentale,nonimbevutadellaretoricaideologicadelfrontediliberazioneetipicadicolorochehannodovutosem-presopravvivereallostatoefuggiredaesso.Laterzaèdatadaigiovani chehannovissutoprima la speranzadell’indipendenzanazionale,presentatalorocomel’iniziodiunanuovastagioneperl’Eritrea,epoilachiusuraautoritaria.Siaspettavanodalgover-no,cometuttalapopolazioneeritrea,sviluppoeconomicoepacemahannoottenutosolamentel’inquadramentomilitare.Scolle-gatidall’Eplfedatuttoilclimadellalottadiliberazione,questigiovanisonodunqueportatoridiunaestraneitàrispettoalpre-cedentemeccanismodimobilitazioneeconsensodelregime,cheinqualchemodoancoracoinvolgelegenerazioniprecedenti.

Questecomealtredifferenziazionisonoemerseinrealtàim-mediatamente dopo l’indipendenza, mascherate però dal climaunitarioedallafortevisibilitàdell’Eplf,tantoall’internoquan-toall’estero.Sièregistratadasubitoinfattil’esclusionediparte

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delle forze cheavevanopartecipato, invariamisura, alla lottaperlaliberazione.Alcontrario,v’èstatalacostituzionesemprepiùstrettadell’associazionetragoverno,ilpresidenteAfeworkied ilbloccoall’internodell’Eplfa lui fedele.Questachiusuraècresciutainparalleloconlamarginalizzazioneerepressionedeldissenso,attraversoarrestiedetenzioniextra-giudiziali(Amne-styInternational,Rapportoannuale2005).

L’evoluzionemilitaristadelgovernoeritreoèoraampiamentedocumentata, particolarmente dopo l’accelerazione anti-demo-craticaseguitaallanuovaguerracontrol’Etiopia�4.

Lostatodiguerraconl’Etiopiaeilcontinuopaventareilne-micoincombenteelaminacciaaiconfinisonostatiaspettistru-mentalizzatidalpoterecentraleperbloccareognievoluzionede-mocratica,comeerainveceprevistosecondolaCostituzionedel1997. Inaccordoaquesta lineanel2001sonostatebloccate leprevisteelezioniparlamentarielanuovanominadelpresidentedellarepubblica.

Il2001,subitodopolafinedelconflitto,èl’annoincuilafac-cia autoritaria del Governo è chiaramente emersa, attraversol’arrestodi11membridelGovernostessoedexmembridell’Eplf,l’arrestodigiornalistielamessaalbandodellastampaindipen-dente,l’imprigionamentodicentinaiadistudentiuniversitariinprotestael’avviodiunacampagnadiarruolamentoforzatosottoformadiretatenotturne.

Arrestiedetenzioniextra-legali,retateperarrestarerenitentiedisertori,coscrizioneforzatasonodiventatepratichecomuni.Nellecarcerieneicampimilitari,oltreadurecondizionidide-tenzione,èdocumentatalapraticadellatortura(AmnestyInter-national,Rapportoannuale2005).LostessorapportodiAmnestysottolinea l’arresto extra-legale di rifugiati rimpatriati forzata-mentedaLibiaeMalta.Sebbenenonsiapossibiledeterminarequantepersonesubiscanooraquestoprogrammadirepressione,ilrapportodiAmnestysiesprimenell’ordinedialcunemigliaia.

Concluso il conflitto, la smobilitazione dell’esercito non av-

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viene.Alcontrario,ilserviziomilitarevieneprolungatoatempoindeterminato.Vienesviluppatounprogrammagovernativocheassociailserviziomilitareallosvolgimentodilavoripubblici.Ilpercorsoeducativovienestrettamenteallacciatoalpercorsomi-litare:lascuolasecondariaècompletatapressoilcentromilitarediSawa,situatonelleterrebasseneipressidelconfinesudanese.Perlamaggiorpartediquestistudentilosboccofinaleèdiretta-menteilserviziomilitarenellostessocampodiSawa;pochitradiloropossonoproseguireglistudiuniversitari,all’internodiunpercorsoperòaltrettantomilitarizzato.

Taleservizioobbligatorioriguardaancheledonne.Inquestocasoalladurezzadell’addestramentomilitaresiassociaun’altraformadiviolenza:glistupridapartedeisuperiorisembranoes-sereinfattipraticacomune(v.rapportodiAmnestyevarireso-contigiornalisticichefannoriferimentoafontidirette).

Tuttociòhainstauratounclimainternodireticenzaeterro-re,dominatodall’esercitoedalpartitounico.Aciòcorrispondeun sempre maggiore isolamento internazionale, culminato nel-l’espulsionedalpaesedipersonaledelleagenzieumanitarieedel-leNazioniUnite,dipersonalediplomatico,ancheitaliano,diONG(nel2006lamaggiorparte–trannedue–delleOngitalianesonostateespulse).

Come ulteriore conseguenza, la guerra ha portato una nuo-vadifficoltànegliapprovvigionamentialimentariel’incuriadelsettore agricolo, producendo così carestia. Come testimoniatodavarirapportiUnicef,larghepartidellapopolazionevivonoincondizionidiassolutapovertà.

Giàprimadellaguerrainoltrelapoliticadirigistaepredatoriadelregimeavevasoffocatolerisorseprivatemesseinmotodopol’indipendenzanazionale,compresigliinvestimentidelladiaspo-ra,dall’esteroodapartedichiera tornato inpatriaper intra-prenderedellenuoveattività.

Ifavoritismidistatoegliostacoliburocraticihannoblocca-to queste opportunità. Il fare predatorio del governo ha infine

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allontanato,comevisto,anchepartedellacooperazioneinterna-zionale.

L’aspettoeconomicosisovrapponeaquellopoliticoneldeter-minarelecondizioniperlafugaall’estero.Sitrattaanchediunasortadistrategiadisopravvivenzaomeccanismodidifferenzia-zioneperlefamiglie.Moltediesseinfattihannogiàavutofiglimortiinguerra,osoldatiinserviziodileva,percuilafugavienepianificataperaltrifigliprimachequestivenganochiamatinel-l’esercito.

LestoriecheraccontanoigiovanieritreiincontratinelcorsodellaricercaaMilanofannoperlamaggiorpartedirettoriferi-mentoaquestarealtà.

Lelorotestimonianzeinoltresonoconcordinell’indicareme-desimemodalitàdi fugadalPaeseediarrivoaMilano.QuestaèavvenutaattraversoilpassaggiodalSudanallaLibiaedaquiattraversol’avventuradellatraversataamareversolecostesici-liane(un’altraviadifugautilizzataèquellaversol’Etiopia,dovegeneralmente gli esuli sono accolti in campi rifugiati posti sulconfine).Talepercorsometteadirettorepentagliolavitadiquan-ti lo affrontano ed è caratterizzato da taglieggiamenti continuidapartedellevarieautorità locali incontrate inSudaneLibia,nonchédalrischiodipoterrimanerebloccatiadognitransitoemomentodellafuga.

SullabasedipercorsidimigrazioneperlavorostagionalecheavevanoilpropriocentroinLibia(echecoinvolgonotantoilSu-dan quanto Paesi dell’Africa occidentale), a partire più o menodallafinedeglianniNovanta,questo“accumulo”dimanodoperadivariaprovenienzaeportatricedidifferentimotivazioniinLi-bia,sièauncertopuntoribaltataeindirizzataversolecosteeu-ropee,italianeinparticolare.ComesegnalaIcsnelrapporto2005,“iflussimigratoriversoilsudItaliasisonofortementemodificatinelcorsodegliultimitreanni.Finoal2001glisbarchidimigrantisiconcentravanoinPugliaeCalabria,conarriviprevalentemente

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dall’areabalcanica[…].InseguitolaSiciliahainiziatogradual-menteadiventarelaprincipaleregionediapprodosullecosteita-liane, soprattuttoper imigrantidell’Africasub-saharianaedelMaghreb”(p.50).

Unavoltaconsolidatasi,questaviaversol’Europahapoicon-tinuatoadattrarrepersoneprovenientidaicentrididestabilizza-zioneregionale,ultimiilDarfurel’Eritreaappunto.

Iprimianni,attornoal2000,sonostati,secondoletestimo-nianze,unperiododigrandiaffaripercolorocheinLibiasisonoprontamentegettatinelbusinessdellatraversataviamareodeltaglieggiamento dei profughi e migranti, con prezzi molto altiche,pare,sianoorascesiunpocoperviadelladomandapersi-stente�5. Dal sud Italia si innesca poi una mobilità verso nord,secondoquantoaccennatoinprecedenzaecheverràoraripresoneiparagrafiseguenti.

6.4.�Il�rifugio�a�Milano:una�geografia�in�movimentoAttraversolatensionetrarigiditàemobilità–cuicorrispon-

deinparteilbinomiolegalità/clandestinità–èpossibileleggerealcunidegliaspettiprincipalidellavitaquotidianaaMilanodeirifugiatieritreidinuovagenerazione.Daquestoaspetto,giàse-gnalatoinprecedenza,emergonoinoltrealtrequestioni.

Anzitutto,èattraversolepratichedimobilitàchecolleganoilsudItaliacolnordchequestigruppidieritreisonogiuntiaMila-no.Inquestocasohaoperatounadoppiaattrazione:ilrichiamodiMilanocomecittàriccaeallostessotempoilrichiamodellapresenzasulpostodiunafortecomunitàdiconnazionali (oltrechelasaturazionedeisistemidiaccoglienzanelSud).Questosi-gnificavalapossibilitàperalcuniditrovareunaprimaospitalitàpressoparentioconoscenti,deiprimicontatti,deiprimiconsigli.Sonoquindidei legamiprecedentio ledinamichediespulsionedalle zone di arrivo nel meridione che portano questi rifugiativersoMilano.

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Lacentralitàdiquestepratichedimobilità,chesitrattidelviaggiopergiungereinItaliaodellamobilitàinternaall’Italia,emergechiaramentesesiconsideranoipercorsi, lepraticheeibisognipercepitidairifugiatistessi.Inseguito,afrontedel-ledifficoltàdiintegrazione,soprattuttosulpianolavorativo,lamobilitàcontinuaarimanereunanecessitàeunaseppurlimita-tarisorsa.AssiemealleinformazioniraccoltegiàallapartenzainEritrea,piùomenoesatteepiùomenocorrispondentiallerealtàdiarrivo,èspessoduranteilviaggiochesiaccumulanoleinformazionipiùpreziose.Sitrattadicontatti,conoscenzeeinformazionichepotremmochiamare‘circostanziali’echegui-danoinuncertosensol’interopercorsodifugaeinserimentonellasocietàdiarrivo.Ilviaggio,leesperienzecomuniadessolegateedisodalizichesicreano,costruisconoipercorsisucces-sivieproduconounasortadigeografiasocializzatachecostitui-scelanuovarealtàsocialeconosciutaedesperitadaiprofughimigranti.Levarietappedelviaggiocostruisconoinsostanzaleconoscenzeelerelazionisucomecontinuareamuoversiocomeraggiungereunpuntod’approdo:averedegliindirizzienume-ridi telefonodipersone sucuipotenzialmenteappoggiarsi alproprioarrivo;leinformazionisucomespostarsi,qualimezziprendere,doveandareper trovareunasistemazione, lavorooassistenza; presso quali centri – istituzioni e associazioni – èpossibilerivolgersi.

Leconoscenzechecostruisconoquestipercorsinasconodapassaparolaprivati,occasionali,cheraccolgonopocheinforma-zioniavoltedistorteavolteimpressionistiche,senoninesatte.Inpartequesteinformazionivengonoscambiate,attraversounasortadisolidarietàbasatasulmutuoriconoscimentoditrovarsinellamedesimasituazione,altreinvecevengonotenuteperséoscambiatesoloall’internodelpropriogruppo,peresempioquel-lerelativealleopportunitàdiaccessoallavoro.

Lageografiacosìcostruitaèlospecchiodiuninsiemediper-corsiindividuali:Sicilia,PugliaoCalabria;Lampedusa,Crotone,

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Bari(cosìBarièavoltediventata,nelleconversazioniconalcuniragazzisudanesi,bahr,cioèmareinarabo); la lineaferroviariaBari-Milano,lestazionisullalinea.AMilanoiluoghidoveèpos-sibiledormire,lemense,ledocce,iguardaroba,icentridiassi-stenza:losportelloCaritasneipressidellastazione,ilNaga-Har,l’UfficioStranieridelComune.

Lepreoccupazionie ibisogninasconoattornoaquestepra-tichedimobilità:viaggiareintrenoconosenzabiglietto,comespostarsiaMilano,mantenereicontattiinquestipercorsididi-spersione,comunicareconifamiliari,avereaccessoallenotizieeaggiornarlesucomeedovespostarsi;lastazionecomeluogodiincontro,glispazivicinoallestazionistesse,gliinternet-cafféeimoney-transferdiPortaVenezia(mobilitàecomunicazionepiùcircolazionedirisorse),riuscireadavereuntelefonino,conoscerepersone conunamacchinaounmotorino. Si apredunqueunadirezionediricercachesi indirizzerebbeversoun’etnografiadiquestiluoghiepercorsidimobilità,cominciandodagliinternet-cafféedallaloro“sovra-funzionalizzazione”inquantoservizidicomunicazioneetrasferimentoeinviodenaromaanchecentridisocializzazioneecentridireclutamentodilavoro.

L’incontroaMilanoconleistituzionieconleassociazionicheoffronoassistenzasimisurasuquestepratichedimobilitàeden-trainoltreincontraddizioneconesse.Questoincontrosisviluppainprimoluogoattornoadueaspetti:laquestionedeidocumentidisoggiornoeilproblemadell’abitazione.

Lastrutturadelleopportunitàoffertedalmercatodellavoroincittàenelleareecircostanti(centrididomandasonoperesem-piolazonabergamasca,ilbresciano,maancheleareedelVeneto)elarelazioneconlacomunitàdeiconnazionalisonoglialtridueprincipali elementi attraverso cui si costruisce il contesto dell’accoglienza.

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6.5.�La�relazione�con�la�comunità�storica�eritrea�a�MilanoNellaparabola involutivadelpost-indipendenza,all’irrigidi-

mento interno da parte del regime eritreo ha fatto seguito an-cheunirrigidimentotraigruppichevivevanoall’estero.Sedaunapartel’euforiapost-indipendenzahadatovitaadunaseriediprogettidiritornoediinvestimentoinEritrea,dall’altrapartelaconclusionedellalottahaportatoancheunatendenzaversoildisimpegnoegliinteressiprivati–aMilanoperesempiogliin-contridell’Erasonostatifrequentatisempremeno.Inrispostaaquestatendenzaepercontinuareadassicurareunflussodidena-rodall’estero,ilGovernocercòdiinserireleretidisostegnodelladiasporaall’internodellamacchinadellostato,inparticolareincoincidenza con l’inizio della nuova guerra: da organizzazionedelfrontediliberazioneaorganizzazionedistato.

Ilcontributoallalottavennetrasformatoinunasortaditassa,praticaperaltroinizialmenteapprovatadaglistessieritreidelladiaspora.Taletassaèparial2%delpropriosalarioedèriscossadalConsolato,ilqualepoirilasciaunaricevuta,conosciutaora-maicomeil“fogliodel2%”.Ilrilasciodelpassaporto,cosìcomelapossibilitàdiacquistareunacasaounlottoditerrenoinma-drepatria,praticadiffusaagliinizideglianniNovantanelclimadelritornopost-liberazione,sonosubordinatialpossessoditaledocumento.InquestomodoilGovernoeritreomantieneunfortecontrollo sulladiasporae siassicuraunacospicua fontedi en-trate.Incorrispondenzadellanuovaguerraconl’Etiopiainoltre,oltreatalecontributoobbligatorio,furichiestouncontributovo-lontario,proseguitoanchenell’immediatodopoguerra,a favoredelle famiglieconvittimenelconflitto.Altrettantosignificativoperlanostraanalisi,laretedelladiasporaèstatausatainquestiultimiannicomemezzodipropagandacontro i “traditoridellanazione”,colorochesonofuggitiohannodisertatonelmomentoincuilasicurezzadelloStatoeraminacciata.

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La�comunità�milaneseNelleparoledegliesponentidellacomunitàstoricadiMilano,

nelperiododellalottadiliberazionecontrol’Etiopialacomunitàeritreaèsemprestatafortementesolidale,ospitandonellepro-priecasecolorochearrivavano.Nessuno,comemièstatodetto,venivalasciatoperstrada.Taleatteggiamentoètuttaviacomple-tamentecambiatoneiconfrontideinuoviarriviesièmutatoinfreddezzaedistacco.Disagio,timore,spregio,disinteresse,que-sti sono stati gli atteggiamenti che sono stati descritti verso ilproblemadellanuovagenerazionedirifugiatiaMilano.Èverochealcunideineo-arrivatiavevanoquiparenti,fratelli,cuginionipoti,equestivenneroeffettivamenteospitati.Tuttaviaciòav-vennecomefattoprivato,divicinanzafamiliareenoncomeattodiaiutoediriconoscimentodiunacomunità.

Imotividiquestoatteggiamentorisultanoabbastanzachiariin considerazione delle precedenti note. Questi motivi in partesonodaricondursialla tendenzaverso ildisimpegnooallade-lusioneseguitaallafinedellalottaperl’indipendenzaprimaealfallimentodelprogettopoliticodell’indipendenzastessainsegui-to.Inoltre,ciòèmotivatodalladistanzaedallafratturagenera-zionalechedivideivecchiarrividainuovi,questiultimicresciutinelclimadelladisillusioneedellasvoltaautoritariadelpresenteregime.Infine,taleatteggiamentosidevealcontrolloealcondi-zionamento esercitato ancora dal regime eritreo sulla diasporastessa.Taleatteggiamentononènecessariamentedescrittocomeespressionedimalanimo,sebbenecisianocolorocheeffettiva-mentecredonoallapropagandadelregime,diffusaattraversoleretidelladiaspora,controlenuovefughedalpaeseechedipingeigiovanicomedisertorie fuggiaschi.Generalmente ladistanzanascondepiùconformismootimore,tuttaviaciòèchiaramenteil riflesso,oltrechedelladisillusionepersonale,dellapressionesvoltadalregimeeritreo.Talepressione,comevisto,èesercita-ta attraverso la propaganda o attraverso il diretto condiziona-mentosulrilasciodelpassaportoosulpagamentodelcontributo

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del2%.Questapressionesulladiasporaall’esterofailpariinoltreconunapoliticadicontrastocondottaall’internoechehaspessocomeobbiettivolefamigliedicolorochesonofuggiti,attraversoarresti,inalcunicasi,edetenzioniarbitrarie(AmnestyInterna-tional,Rapportoannuale2005).

Allalucediquesteragioni,unegualeatteggiamentodisfiduciaesospettoèrisultatoprevalenteancheneinuoviarrivatirispet-toallacomunitàdiconnazionali,percepitacomesostenitricedelregimeocomunquedistante.Il loroisolamentoèstatol’effettocomplessivodiquestedinamiche,combinatoconlaspecificare-lazionesviluppatasiconilsistemadiassistenza.

La�relazione�con�il�sistema�di�assistenzaLa relazione con il sistema di assistenza si è concentrata in

particolaresull’aspettodelladocumentazionelegaleedell’abita-zione.Questeinterazioniequellerelativealmomentodell’arrivonelsudItaliahannocontribuitoaformareneinuoviarrivati lalororappresentazionedelloStatoitalianoedellesuepolitichediassistenza.

Ilpuntocentraleriguardailfattocheperl’accessoaiservizidiassistenzadelComunediMilano(anzituttolapossibilitàdiessereospitatinellecasediaccoglienza) sonorichiestidocumenti rila-sciatidallaQuesturadiMilano–quiineffettirisiedelaforzaturaoperatadairifugiatidiviaLecco(v.cap.2).RestanoesclusiquinditutticoloroentratiinItaliaattraversolecostemeridionaliechehannoquindipresentatodomandad’asilonelleQuesturedelsudesostenutoilcolloquioperilriconoscimentodellostatusdirifugiatopressolerelativeCommissioniterritoriali.Questoapreunaseriediproblematiche,anzituttoriguardoalcambiodellaquesturadicompetenza(la“voltura”)edalrilasciodiuntitolodiviaggiochenormalmentesiaccompagnaalpermessopermotiviumanitari.

Riguardoallaquesturadicompetenza,ilpermessodisoggior-nopermotiviumanitaririchiededinormailrinnovoognitremesiequestoimplicailritornopressolaquesturacheharilasciatoil

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permessostesso,conleconseguentidifficoltàdipagarsiilviaggioetrovarealloggio.Simantieneinquestomodounadipendenzadaunaistituzionelontana.

Ilproblemadellavolturadelpermessodisoggiorno,praticache impegna in misura considerevole le organizzazioni di assi-stenzaaMilano(ilNaga-Har,losportelloCaritas)risiedenell’ob-bligodifornireundomicilioincittà.Ciòèdifficilmenteottenibile,in quanto la casa come detto è uno dei problemi maggiori perquestirifugiati.Conoscentioconnazionalihannoinqualchecasoofferto questo domicilio, tuttavia rimane il timore che questocomportideiparticolaricontrollidapartedegliufficicomunali.

Dapartedellestrutturediassistenza,laquestionedellavoltu-ravieneavolterisoltaattraversounasortadipraticadiaggira-mento,fornendoospitalitàinstruttureconregolamentipiùela-sticirispettoaquellecomunaliegestitidirettamentedaquesteorganizzazionidiassistenza.Unavoltaottenutoiltrasferimentodelpermesso,èpossibilerichiederel’ospitalitàneicentridiacco-glienzacomunali.Laquestionedeidocumentidisoggiornoècosìstrettamenteintrecciataallaquestioneabitativa.

Unulterioreproblemamenzionatodi sovente riguarda il ti-tolodiviaggiocollegatoallatutelaumanitaria,alparidiquellorilasciato al titolare dello status di rifugiato (cf. Rapporto ICS,29).LaQuesturadiMilano,contrariamenteaquelledelsud,nonhamairilasciatoquestodocumento.Lepersoneconpermessodisoggiornoperragioniumanitarie,cosìcomeirifugiati,nonhannoingenereunpassaportovalidooalcundocumentoriconosciutoequestotitolodiviaggiosarebbel’unicodocumentocherende-rebbe possibile l’uscita dall’Italia. A conferma di una rilevantediscrezionalitàdicomportamentodapartediogniQuesturaneiconfrontidei richiedenti asiloo titolaridiprotezione (lo stessoRapportoICSfornisceunalungaseriediesempidiciò),laQue-sturadiMilanohasemprerichiesto,aspettopiuttostoparadossa-le,cheladomandapertaletitolofosseaccompagnatadaun’au-

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torizzazione rilasciata dal Consolato eritreo. Alcuni rifugiati sirifiutavanodiandare,altri lohannofatto,sebbeneilConsolatorichiedesselafirmadiunadichiarazioneincuisiammettelapro-pria colpevolezza e responsabilità nell’aver disertato l’esercito,stabilendocosìuncontrollodirettoeun’imprecisataipotecaperilfuturosullapersonaincausa.

Latensionetramobilitàerigiditàdellestruttured’accoglienza–rigiditàsiadelleprocedureburocratiche,tantoinflessibiliquan-todiscrezionali,siadellarichiestaepretesadirelazionarsiconsoggetti“immobili|”elocalizzabilinellospazio–nonsipresentasolocomesortadi“barrieraall’ingresso”,macontinuaadoperareancheall’internodellestrutturestesse,conriguardoallamobilitàincittàeperlavoro.

L’aspetto paradossale di questa linea di tensione è data dalfatto che la rigidità delle strutture comunali si fonda su di undiscorsorelativoaltemadell’integrazionedeirifugiatinellaso-cietàd’accoglienzaattraversoilcompletamentodiun“percorsodell’autonomia”.Taleautonomiaèidentificataconl’acquisizionediunaseriedicompetenze,linguisticheeprofessionalianzitut-to, atte a permettere l’inserimento sul mercato del lavoro e diconseguenza lacapacitàdimantenereunproprioalloggio.Talequestioneètrattatainpiùpuntidiquestolibro;inquestasezionesegnaleròsolamentealcuniesempiconcretirelativiallecontrad-dizionisollevatedaquestaprospettivaechesonostatiinalcunicasioggettodiasprenegoziazionitrarifugiatiestrutturediac-coglienza.

Unpunto chiavedi queste contraddizioni èdatodal fattoretempo. Da una parte un tempo determinato e organizzato dal-lastrutturadiaccoglienza,dall’altrauntempodeterminatodaibisogni avvertiti daimigranti stessi.Tali bisogni riguardano inprimoluogolanecessitàdiavereilprimapossibileunlavoroedun reddito,purminimo,e lanecessità, connessaallaprima,di

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spostarsinellacittàefuoridallacittàecostruireunavitasocia-lizzata al di fuori del centro di accoglienza. Sebbene i percorsiofferti,puntandoall’autonomiaedall’integrazione,sembrinoan-darenellastessadirezione,taliprogrammirischianoalcontrariodi rimanere strettamente legati alla struttura di assistenza. Lestruttured’accoglienzahannoinfattiproprieregoleecostrizioni:glioraridientrataeuscita (unorariodichiusuraserale incuibisognatrovarsiall’internomaancheunorariodimattinaincuibisognaobbligatoriamenteuscire);ilpermessoperricevereospi-ti;ildivietodifareriunioniall’internodellastrutturaconlapar-tecipazionedisoggettiesterniadessa;l’impossibilità,perlomenonellestrutturemaschili,dicucinaredaséciboall’internodellastruttura.NelcasodelgruppodieritreidiviaLeccoperesempio,proprioquesteregole(inparticolaregliorari)sonostatealcen-trodiunafortenegoziazionenelmomentodellorotrasferimentodallastrutturaprovvisoriadiviaPuccialcentrodivialeF.Testi.

Altrielementisonoaltrettantorilevanti:pochesonolestrut-turechepossonoospitaregruppifamiliariuniti;l’assistenzanonfornisce ilcosiddettopocket-money: iprimiseimesidiperma-nenzasonogratuiti,tuttaviaciòriguardasolamentel’alloggioeinparte ilvitto;nonvengono forniti adesempiobigliettiper itrasportipubbliciincittà(l’unicaeccezioneaquestopropositoèstatoilcentrodiviaFulvioTesti).Inquestomodoilprocessodisocializzazioneèstrettamenteconnessoallastruttura,nellacuirappresentazionegliospiti,rispettoalmondoesternoeallerela-zioniextra-istituzionali,sembranoessereindividuide-socializza-tieperciòdari-socializzare.Lapraticaquotidianachenerisultaèunastrettadipendenzadalcentrodiaccoglienza.L’autonomiaècosìun’autonomiaeterodiretta, chedecidequali regole,qualispazi,qualitempi.Neldiscorsosull’autonomia,cosìcomesortonelcorsodellemieconversazioniconalcunioperatori,taliregoledevonosvolgereunruolocentralenelprodurreintegrazioneeso-cializzazione,costruitaattraversounaformadiauto-disciplina.

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Il discorso dell’autonomia è così strettamente associato adunaforteretoricasulleregoleeladisciplinamutuatodall’ambitodell’assistenzasocialeperindividuimarginaliedevianti(personecondisturbimentaliotossicodipendentiperesempio,ecomunitàcheospitanoquestepersone):unpercorsodell’autonomiaedelcontenimento.

Unsecondonodonellatensionetrarigidità/mobilitàriguardaillavoro,legatoallastrutturadelleopportunitàpresentisulmer-cato.Comeconl’abitare,ipercorsidilavorosvelanoun’immaginediMilanopocoufficiale,poichéilavoripiùfrequentementesvoltisonolavorimarginalie irregolari:pressocooperativedifacchi-naggioopulizie,guardianinotturni,manovalinell’edilizia,lava-piatti,volantinaggionelcasodilavoromaschile;badanti,pulizie,lavapiattinelcasodilavorofemminile.

In questo caso la tensione tre rigidità/mobilità fornisce peresempioalcunedellemotivazionidelfallimentodeicorsidiitalia-nofornitidallestrutturediaccoglienza:organizzatisuduefasi,unainizialediapprendimentodibaseedunasecondaorientataall’acquisizione di conoscenze pratiche relative all’ambiente dilavoro,talicorsihannoavutoingenereunabuonafrequenzaini-zialeeuntotaleabbandononellasecondafase.Dopounaprimaconoscenzadibasedellalingua,ifrequentantipreferivanoinfattisperimentaredirettamenteesvilupparetaliconoscenzeattraver-sounlavoroconcreto.Lavoritemporanei,dequalificati,sottopa-gati,insicuri,mapursemprefontediunminimoreddito.

Insecondoluogo,l’assenzaperlavorodalcentrodiassistenza,acausadegliorarigiornalierioperlavorofuoriMilano,tantonelnordItaliaquantodinuovonelsud(d’estatemoltepersonetorna-nonelsudattrattidalmercatodellavoroagricolo)èsubordinataaunpermessorilasciatodalcentrostessoincasodibreviperiodid’assenzaodagliufficicomunaliperperiodipiùlunghi.

Lapossibilitàdiconservareilpostoèinoltrelegataalnumerodipersoneinlistad’attesa.Inragionediciò,lamobilitàperlavo-

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ro,soprattuttoseprolungata,puòcomportareedeffettivamentecausalaperditadell’alloggio.Inoltre,poichéitipidilavorodispo-nibili sonoperlopiù temporanei, rientrarenei centridialloggiodopoesserneuscitièmoltopiùcomplesso,percuilaprecarietàabitativasiripresentaadogniinterruzionedilavoro.Percontro,seiprimiseimesidipermanenzaneicentrisonogratuiti,suc-cessivamenteèrichiestoilpagamentodiunpiccoloammontare.Ciòmetteindifficoltàchiinquelmomentononhaancoratrovatolavoroolohaperso.Ilpuntoquinonètantolaregolamailter-minefissodi6mesi.

Tuttequesterigiditàstrutturalisonodavedersicomedeipos-sibilimomentididispersione:chinonsiadattaagliorari,chinonriesceapagare,chisispostaperlavoroabbandonalastruttura.

Ladistanzadallacomunitàdi connazionali si è sovrappostadunqueadunadistanzadalsistemadiaccoglienza.Questadoppiadistanzahauneffettopiuttostoscontato:precarietàabitativaelavorativa,produzionediclandestinitàedisconoscimentoditito-larididiritti,qualisonoglieritreiincontrati,inquantotitolaridipermessodisoggiornopermotiviumanitario,inminimaparte,titolaridellostatusdirifugiato,rilasciatidopoilcolloquioconlecommissioniterritorialidelsudItalia.

Precarietà abitativa in particolare significa dover dormire,quando non è possibile farlo nei dormitori comunali o di altreassociazioni,all’aperto,sullepanchinedeigiardinipubblici,at-tornoallastazionecentrale,incaseabbandonateoareedismesse.Significainoltre,duranteilgiorno,oscillaretravaricentridias-sistenza:lemense,icentricheoffronounserviziodocciaebian-cheria,parchiobar.Lecondizionidiquestiriparidifortuna,sen-zaluce,riscaldamentoeacquacorrente,peraltrointuibili,sonostatedescritteinvariarticoligiornalistici,riguardoperesempioall’emergenzadiViaLeccodidicembre2005oall’emergenzadel-l’areaForlaninidiottobre2006.

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Unultimopuntosucuiilconfrontotracomunitàpreesistenteenuoviarrividirifugiatidaunaparteeglieffettidellepolitichediassistenzadall’altrarisultaillustrativoriguardaladimensio-neindividualeocollettivadell’esperienzastessadifugaerifugioversounanuovarealtà.

Comeanticipato,ladiasporaeritreaneglianni1970e1980eracoinvoltainunmeccanismodimobilitazioneinfavoredellalottaperl’indipendenzachecomprendevasialeorganizzazionieritreesiaassociazioni,gruppiepartitiitaliani.Questadimensionecol-lettivaèoratotalmentemancante.Aldilàdeglieffettidirettidiquestamobilitazionepermanenteper ilmovimentodi indipen-denza,intrecciarelapropriaesperienzaindividualeconunadi-mensionecollettivaepubblica,riconoscerelapropriaesperienzacomepartediunastoriapiùvasta,èstatainmolteesperienzedidislocamento una delle modalità principali di superamento deitraumidellafugaedelledifficoltàdell’integrazionesociale.Que-staincapacitàdiprodurreunanarrazionecomuneèstatainveceinquestocasopropriounadelleragionidellafratturatravecchieenuovegenerazioni.Allostessomodo,imeccanismidell’assisten-zahannoprivilegiatoladimensioneindividuale.Leesperienzedigruppochesisonoformate,ilcasodiviaLeccoanzitutto,sonocosìnatealdifuoriedinpolemicarispettoatalimeccanismi.Lestrutturediaccoglienzamesseinfunzionepercontrastareque-staemergenzahannoinprimoluogovolutodividereigruppichesierano formati; i regolamenti internidelle struttureospitantihannoinoltreproibitoleriunionicollettiveedilcoinvolgimentodisoggettiesterni.

Imeccanismidell’assistenzahannooperatonelladirezionediunaindividualizzazionedelpercorsodiintegrazioneediunasuadepoliticizzazione,laddoveledinamichespontaneenatepercon-trastareifallimentidell’assistenzaspingevanoinvecenelladire-zioneopposta.Anchequi,sisonopresentateduestradediversedicostruireintegrazionetralequali,piuttostocheunintreccio,vieneinvececostruitaun’ulterioredistanzaeseparazione.

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Questo intreccio di distanze piuttosto che di avvicinamentimostracomelaquestionedelriconoscimento/disconoscimentosipongasuterrenifrancamentedifficiliecomplessi.Proprioque-stacomplessitàrichiedetuttaviadeglistrumentiadeguatienonimprovvisatiedunaflessibilitàecapacitàdileggereilcontinuomutaredellesituazionidicrisiebisogno.

Note�di�fine�capitolo

�0Taleatteggiamentoècambiatosolodaunpaiodianni:l’ACNURfornisceoraunalimitataassistenzaavarigruppietiopipresentiinSomaliland.

�1Sivedaperl’interoCornod’Africailquadroriassuntivo,perglianniNovanta,fornitodaR.Marchal:2001,pp.215-2�7.

�2N.Farahtracciaunampioprofilonelsuolibro“Rifugiati”,200�.��Nelcasodelladiasporasomalapresenteinaltripaesioccidentaliquestipunti

sonostatipiùampiamentesegnalatietrattatiesonooggettodipiùminuziosistudi.SivedanoautoriqualiLindley2007a2007b;Kleist,inpubblicazione.

�4 Tale evoluzione è stata documentata da varie fonti: da Amnesty Interna-tional, rapporto annuale 2005, e altre organizzazioni di monitoraggio sui dirittiumani(ReportersSenzaFrontiere),dalParlamentoEuropeo–larisoluzioneP6_TA(2004)0068–daagenziedistamparipresedagiornalistiepubblicazioniaccademi-che,nonchédatestimonianzedirette.

�5 Tale evoluzione è stata documentata da varie fonti: da Amnesty Interna-tional, rapporto annuale 2005, e altre organizzazioni di monitoraggio sui dirittiumani(ReportersSenzaFrontiere),dalParlamentoEuropeo–larisoluzioneP6_TA(2004)0068–daagenziedistamparipresedagiornalistiepubblicazioniaccademi-che,nonchédatestimonianzedirette.

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