Upload
unimib
View
3
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
�
Indice
Prefazione� x
Ringraziamenti� x
Introduzione� x
I�capitolo:�Breve�storia�dell’asilotra�protezione�e�repulsione
1.1. Iprimiflussidirichiedentiasilo x1.2. IlrifugiopoliticoelaPrimaguerramondiale x1.�. RifugiatipoliticieSecondoconflittomondiale x1.4. LaDichiarazioneUniversale deiDirittidell’Uomo x1.5. LaconvenzionediGinevra x1.6. Lelimitazionialrifugiopoliticoneglianni‘80e’90: Schengen,Dublino,Londra,Amsterdam x1.7. IlrifugiopoliticoinItalia x1.8. Europa:libertà,sicurezzaegiustizia x
4
II�capitolo:�Richiedenti�asilo�tra�dipendenza�e�autonomia�
2.1. L’accoglienzainItalia:dallaLeggePuglia alSistemadiProtezione� x2.2. IlSistemadiProtezioneperRichiedentiAsilo eRifugiati(SPRAR) x2.� MilanonelSistemadiProtezione x2.4. RifugiatiaMilano: vulnerabilità,mobilità,irreperibilità x2.5. Malpensa x2.6. IlcasodiViaLecco:rifugiatievisibilitàpolitica x
2.6.1.�Pregiudizi�e�rappresentazioni�� sociali�sui�rifugiati� x2.6.2.�L’emergenza�come�evento�� strutturante�ed�evento�comunicativo x
2.7. Lepolitichediassistenza x2.8. IlcentrodiidentificazionediviaCorelli x
III�capitolo:�Fuggire�e�cercare�rifugio�a�Milano
�.1. Milanoeleambiguitàdellasuaaccoglienza x�.2. L’accoglienzaneicentrimaschili perrichiedentiasiloerifugiati x�.�. Progettidiaccoglienzaindividuali epercorsidiautonomia x�.4. Cercareunlavoro x�.5. Mangiarenellemense x�.6. Dormire.Puntidivista deirichiedentiasiloedeirifugiati x�.7. Governareattraversolalibertà x
Indice
5
IV�capitolo:�Etnografia�della�vulnerabilità.�Storie�di�donne�richiedenti�rifugio�a�Milano�
4.1. Tempoevulnerabilità x4.2. Chiaccoglieledonne? ViaSammartiniperrichiedentiasilo x4.�. Storiedivitaediesilio: Sandra,Florence,Perpetua x
4.3.1.�Sandra.�“Quando�parti�sai�� che�puoi�anche�morire”� x4.3.2.�Florence.�Arrivare� x4.3.3.�Perpetua.�Lacerazione�� e�ricomposizione�delle�identità�e�dei�legami x
4.4 Formedidipendenzanellarelazionediaiuto x
V�capitolo:�Comunità�e�ambiguità:�il�caso�dei�rifugiati�politici�kurdi
5.1. Pazarcik-Milano: l’immigrazionekurdainEuropa x5.2. Ilcontestoitaliano x5.�. Viadall’esercitoturco x
VI�capitolo:�Il�Corno�d’Africa�a�Milano
6.1. Complessitàesingolaritàdeicontestidipartenza� x6.2. Unpassaggioinvisibile: breviaccennisulcasodeirifugiatisomali x6.�. Ladoppiadistanzaeilfallimento dellacomunità:ilcasodeirifugiatieritrei x6.4. IlrifugioaMilano:unageografiainmovimento x6.5. Larelazioneconlacomunità storicaeritreaaMilano x
Indice
6
Bibliografia
I�capitoli�sono�stati�scritti�da:
Matteo arMelloni:capitolo�1,�capitolo�5
luca ciabarri:capitolo�2�(da�2.4�a�2.8),��capitolo�6�
lorenzo D’angelo:paragrafo�1.8,�capitolo�2�(da�2.1�a�2.3),�capitolo�3
barbara Pinelli:capitolo�4�
Indice
7
Prefazione
Questotesto,fruttodellacollaborazionetralaProvinciadiMilano– Assessorato alla Pace, Partecipazione e CooperazioneInternazionaleedilCREAM(CentroperleRicercheEtno–An-tropologiche di Milano) non vuole essere uno studio per “ad-detti ai lavori” del settore dei “refugees studies”, al contrariosiproponecomestrumentodilavoroediriflessione“adampiospettro”.
Ovviamenteiltemacentraleèlacondizionedicoloroche,aMilanoeProvincia,sonorifugiatipoliticiorichiedentiasilo,mal’orizzontevuoleesserepiùesteso;abbozzareunariflessionesuunodegliaspettifondatividelnostrotempo,laglobalizzazione,daunpuntodivistamoltoconcreto,indagandolecondizionedivitadicoloroche,gliaspirantirifugiatiappunto,hannopresomoltosulserioleparoledemocraziaedirittiumani.
Potremmovederequindicomenellaprassisimiligrandiva-lorivenganotroppospessosvuotatidicontenuto,inariditinonnella loro formulazioneteorica,ancheseavoltecapitaanchequesto,mapiùefficacementenell’operarepraticoattraverso,adesempio,brevidisposizioniinterneagliufficiprepostiall’“ac-coglienza”,tecnichedisciplinarinonscrittemaagite,medianteunaseriecapillaredi“azioni”,singoleodistituzionali,checrea-nounacostellazionedipraticheprofondamentedisumanizzantiesubordinanti.
Grazie alla lettura di questo libro potremmo farci un qua-drodichecosasignifichioggiessererichiedenteaMilano,mapiù ingeneralepotremmoavvicinarciavederequale ruolo lanostrasocietàassegniachihapensatocheiprincipidellano-straCostituzionesianounarealtàoperante,contribuendoforse
LibroProvinciaMilano
8
arafforzareinnoil’esigenzadicontinuareilcamminoperunaveraattuazionedellospiritoegualitarioedemancipativocheinessapulsa.
AssessorA AllA PAce, PArteciPAzione e cooPerAzione internAzionAle,
ProvinciA di MilAno
irMA dioli
9
Ringraziamenti
Moltepersonehannopermessolarealizzazionediquestola-voro.Inparticolare,desideriamoringraziareUgoFabietti,Diret-toredelCREAM,eMarioBarenghi,DirettoredelDipartimentodiScienzeUmaneperlaFormazione,UniversitàMilano-Bicocca,perilsostegnoistituzionaleall’attivitàdiricerca;L’AssessoraallaPartecipazione,Pace,CooperazioneInternazionaledellaProvin-ciadiMilanoIrmaDioliperaveresostenutolemotivazionedellaricerca; l’UfficioStranieridelComunediMilano, inparticolareStefaniaBecchellieDanielaAngeli;PaoloGrassini,ResponsabiledeicentridiaccoglienzamaschiledelComunediMilanodiviaNovara e via Giorgi e i suoi collaboratori; Italo Siena e tutti ivolontari del Naga-Har, in particolare Davide, Cristina, Lucia,Lucilla,Luisa,Maraperillavorochesvolgonoquotidianamenteeperlapossibilitàchecihannodatodientrareneiloroufficieconoscereillorolavoro;GiorgioeivolontaridellaCasadiBetaniadiRozzano;DelaRancidellaCooperativaTerrenuove;FiorenzoDeMollidellaCasadellaCarità;PaoloZanettiPolzi,responsabiledelCentroImmigratidellaCGILdiMilano.
Unringraziamentoparticolareperlagenerosadisponibilitàvainfinea:Ansumana,Badembo,Hussein,Innocent,Jullious,Khaled,Laszlo,Liman,Mamadou,Mussa,Richard,Toutou,Tsegay,Yehia.
Il gruppodei ricercatori ringraziaAliceBellagambaeMauroVanAkenperchénonsemprelaricercadiventaun’esperienzadilavorocollettivo.
Soprattutto,atutteledonneegliuominichesisonolasciaticoinvolgerenellenostredomandeedicuiinquestepaginetrove-retepartedellelorostoriedivitaedimigrazione.Aloro,ilnostrograziepiùsentito.
11
Introduzione
� “La� nostra� terra� inghiottita�non�esiste�sotto�i�piedi,�nostra�patria�è�una�barca,�un�guscio�aperto.Potete�respingere,�non�riportare�indietro,�è�cenere�dispersa�la�partenza,�noi�siamo�solo�andata”�
(erri de lucA, 2005, P.34)
Milano è luogo di rifugio, polo di attrazione, di transito, dicircolazione,diresidenzaeavoltedinuovadispersionedituttal’ampiaumanitàche rientranellecategoriedi rifugiato, richie-denteasilo,detentoridivistidiprotezioneumanitaria,sussidia-riaoprotezioneinternazionaleo“ricorrenti”:categorieinclusive,comequelladelrifugiatochehaottenutolostatusdallacommis-sione territoriale; categorie temporaneeedeventualmentecon-vertibiliinvistidilavoro,comequelladichi“gode”diprotezioneumanitariaper6mesi;categorieliminalicomeirichiedentiori-correnti.Eaccantoaquesti,numerosisonogli“irreperibili”,colo-rochedopoaverepresentatoladomandadirichiedenteasilononsonopiùraggiungibili,chitornaallaclandestinitàochièinatte-sadiunaeventualeedemergenzialesanatoriapervistidilavorodopoildiniegodelriconoscimentodelbisognodiprotezione.
Nellavitaquotidiana,tuttequeste“categorie”vivonospessoinun’ampiazonagrigianellacittà,travulnerabilitàedipendenzadall’aiuto,tratentatividinascondersievolontàdiesserericono-
LibroProvinciaMilano
12
sciuti, tramarginalitàdella stradae legami comunitari lontanieintimiassieme,trarelazionidiassistenzaefragilitentatividiautonomia.CiòchesidispiegaèunapluralitàdirifugiaMilano,un’eterogeneitàdicausedellafugaedimodalitàdi inserirsiedorientarsinellametropoli,ormaicroceviadi fugheglobali.Allostessotempo,ciòchecaratterizzalavitamilanesedeirichiedentièunaprofondaecontinuaambivalenzadiunafugachespessosiperpetua.
La città di Milano e la sua provincia attraggono infatti nonsolocompositiflussimigratorimainparticolarepersoneincercadiunrifugioperséoperlapropriafamigliainattesachelalorodomanda sia vagliata dalle commissioni territoriali preposte aquestoscopo.Nelpassatoquestoperiodopotevaprolungarsiperdueotreanni,mainseguitoairecenticambiamentilegislativisièparzialmenteridotto.
Lostatuselecondizionidivitadeirichiedentiasilo-espessoanchedicolorochedetengonounvistoumanitariotemporaneoolostatusveroepropriodirifugiato-rimangonoparticolarmentevulnerabili.Sulpianonazionale,daanni fortipressionisolleci-tanouna leggeorganica inmateriad’asilo,dicui l’Italia,unicopaeseinEuropa,ècarente.Percolmareunagravelacunacono-scitiva,sonostatiprodottiancheiprimirapportisurichiedenti(ICS2006).Nonostante ciò, si sa ancora troppopocodellepro-spettiveedellepercezionideirichiedentiasilo,dellelororisorseedell’eterogeneitàdellalorocondizioneedelloroinserimentonelcontestoitaliano.QuestoèunprimotentativodiguardareMilanodalpuntodivistadichisirifugia.
Conoscereericonoscerequestarealtànascosta,“sotterranea”,senonresavisibileneicontestidiprotestaperunacasaodiemer-genzaperlasicurezza,èallostessotempounmodoperparlareanchedinoi,diMilanoedell’Italia.Potremmodirecheirifugiatiparlanoanoiedinoi,equestoperdiverseragioni.
Introduzione
1�
Innanzitutto,perchéillorostatuslegaledipendedallenostrecategoriediriconoscimentoedainostrimodellidiospitalitàediasilo,cherimangono,nonostanteillentoadeguamentoallenor-mecomunitarie,privediunaleggeorganica.Questovuotolegi-slativosisituainuncontestodicrescentecontrazionealivellocomunitariodel riconoscimentodiasilo,con laprecarizzazionedellostatusdirifugiatoattraversoladiffusionedivistidiprote-zioneumanitariaosussidiaria,conlacontinua“produzione”dellaclandestinitànell’ambitodiemergenzecheraccontanopiùdellenostrepaureedelnostro“disorientamento”chedeirifugiatistes-si.
Riconoscere“loro”,chearrivanoperdiversefughedamolte-plicicontinenti,èallostessotempounridefinire“noi”comeco-munitànazionaledifrontealglobaleeallesuedinamichelocali:irifugiatiaMilanoraccontanodiunacittàcheèancheegiàgloba-le,inquantoconnessapropriodaquestipercorsiadaltriluoghi,acollassistatalinelCornod’Africa,arepressioneodisgregazionifamiliari,acrisipoliticheedecologichealtrove.
C’èunaMilanoetiope,eritrea,somala,kurda,cheperòdeveri-manereinqualchemodoaimarginionascosta.LafugadalCornod’Africa,dallaTurchia,lapartenzadidonneedisingoliscappatidaguerreorepressionesonopartediquelpiùampio”cosmopoli-tismodalbasso”,dilegamitransnazionalicheconnettonolareal-tàmilaneseadunaltrovechespessofapauraesemplicementenonsicomprende.Milanoospitagiàdiversediasporedelmondo,ègiàunriferimentocrucialedelleviedifugachearrivanodal-l’Africaodall’AsiaodaiBalcani,mastentaavolerloriconoscereeconoscere:un’ospitalitàrimossa,chenonaccoglierisorse,storieeanchecompetenzedichicercarifugio.
Ilprimoecrucialericonoscimentoèquelladella“vera”imma-ginedirifugiato:ilsuorispecchiarelenostrecostruzionecultura-li,primaancorachelegaliegiuridiche,sucomedebbaapparireun“vera”personainfuga.Sofferente,vittimaassolutaoeroetragico
LibroProvinciaMilano
14
daaiutare:questediverseecontrastanti immagini stereotipatesonostatedefinitedurante la IIguerramondiale,costituisconoil nostro immaginario dell’esilio e dell’esiliato, ma rimangonomolto distanti dalle nuove guerre, dalla nuova geopolitica, dalnuovodis/ordineinternazionaleedallenuoveformedigestionedellaviolenza.L’immagineproiettatasuirichiedentiasiloèperciòsemprepiùantiteticaedambivalente:daunlatoincarnal’eroesofferente,dall’altro il potenziale impostore,poiché sfruttatoredeiprogrammipubblicidiassistenza,cheingannapropriol’ordi-nemoralecheilprimorichiama.Untruffatorechenonsiadeguaperciòaunamodalitàdiesprimerelasofferenzaeladipendenzaechequindifascattareilsospetto,l’ingannomorale,lasfiducia,elanecessitàdi“prove”peressereassistitoeprotetto.
Nell’immagineveicolatadei“rifugiati”sipresentadaunlatounaidealizzazioneetnocentricadicomedovrebbeessereunveroebuonrifugiato,dall’altrosidemonizzailpotenzialeimbroglionechesinascondedietroognidomandadiasilo:unaquestionediperformance,dicomportamentieproveappropriatedapresen-tareallacommissione,maanchenell’incontroistituzionalequo-tidiano.Inquestadicotomia,piùsiparladirifugiatoemenosiparladiuominiedonne:piùsivuoleedeve “riconoscere”,piùsidisconosceimponendopropriecategorievittimaliostigmatiz-zanti. Inoltre, più si sviluppano e diffondono nuove tecnologiedi“identificazione”,enuovetecnichedi“accoglienza”,ditratte-nimentoedicontenimentonellenuoveformedeicampi,menospaziosilasciaariconoscereuominiedonnechechiedonoaiuto.
Iltentativodicontenereirichiedentinelleregionidiorigine,l’esternalizzazionedeicampi“ditransito”inLibiaoinMarocco,l’abbandonodellastoricapraticadelnon-refoulement-perilqua-lenessunodovrebbe essere rispeditoalle frontieredei territoridovelasualibertàevitapotrebberoessereminacciati-sonotuttipartediunaprecarizzazioneeuropeadell’asilo,einItalia,diunasuaframmentazioneprimaancoradiaverraggiuntounqualche
Introduzione
15
tipodicoerenzainleggeorganica.Allostessotempo,accantoalvuotolasciatodalleistituzioninell’affrontareilbisognodiprote-zioneerifugioquidanoi,numerosesonoinveceleassociazioni,igruppi,leretilocalichesisonomobilitateesonoattivequotidia-namentenelriconoscereeassistereirichiedenti,nell’ammetterequestafettadimondonell’identitàenellavitadellacittà.
Mairifugiaticontinuanoaparlaredinoiperaltrimotivicru-ciali.Milanosipresentaspessoalprimopostonelsistemadipro-tezionedeirichiedentiasiloperlestrutturepresentieperleasso-ciazionimobilitateallorofavore,mairichiedentisonoallostessotempocostrettiadormirespessosudiunapanchina,acercaredi lavorare innero, adipenderedall’assistenzapermangiare evestirsiinunarelazionediforteambivalenzaeasimmetria.Para-dossalmente,ilrifugioaMilanoassomigliaspessoadunanuovafuga,anuovedipendenze:leviolenzesubiteaMilanosonovissu-tecomeunariproduzionediquelledacuisièscappatidalpaese,doveilnonriconoscimentocomeuominiedonneconparidignitàcaratterizzaperciòunanuovafaseliminale.
Larealtàquotidianadimoltirichiedentiasiloèritmatainfattidaitempideidormitori,dellemense,dell’assistenzalegale,dal-la dipendenza da istituzioni, amici, parenti e conoscenti per lasopravvivenzaopercercaredigarantirsiunminimodistabilitàeintimitàall’internodellacittà.ParlandodelleloroprospettivesuquestediversedimensionidelvivereaMilano,illibroillustrail contestodiaccoglienza,attraversoun’indaginedei sistemidiospitalità,dellecapacitàistituzionalinelriconosceregli“altri”eilorobisogni,delsensodiappartenenzadellacittàedeisuoicam-biamentineltempo.Ascoltareiraccontideirichiedentiasilo,sof-fermarsisulmodoincuidescrivonolepropriecondizionidivitaelemicro-strategiequotidianeconcuicercanodiricostruireilsen-sodiséinquantosoggettiautonomi,apresquarcisuunaMilanochelanostraquotidianitàtendetroppospessoadignorare.
LibroProvinciaMilano
16
Ipercorsideirichiedentieilmodoincuiraccontanolapro-priacondizioneevidenzianononsolo lavulnerabilitàsocialeepoliticadellacategoriasocialedi‘richiedentiasilo’elecondizio-nidiesclusioneincuiversano,maportanoallalucelerisorseeconomiche,socialiemoralimesseingioconell’esperienzadellamigrazioneforzata,leretisocialieitessutifamiliaricheinse-guitoallafugacercanodiricomporsiinun’arenatransnazionale,dove Milano e l’Italia costituiscono spesso soltanto località ditransitopiùomenotemporanee.
Seguirequestetraiettoriesignificaquindiriscoprireunapar-tediquestacittàediquestaItalia,unaparteintima,presenteespessosofferente:lenostreideediaiuto,chespessononvoglionoononriesconoaconoscereericonoscerechiarrivadalontano;larealtàeconomicasommersadellavoroinneroaMilano,dovevengono spesso assorbiti i richiedenti; i nostri spazi pubblici,comelaStazioneCentrale,“centrale”ineffettiperirichiedentiappenaapprodatiincittàperorientarsi,trovareamici, lavoro,informazioniodamangiare.
Se i richiedenti asilo vengono dal sud Italia verso Milanocomepolodiattrazioneocomeluogodoverendersiunpo’ in-visibilinel lorostatoliminalediattesa,essisidirigonospessoenuovamenteversoilsud,accantoa“clandestini”o“regolari”,a vendere braccia nella raccolta della nostra agricoltura. Nel2005, in un’indagine di MSF Italia il 2�.4% dei lavoratori im-piegati in agricoltura, per lopiù innero, era richiedenteasiloe il6.�%avevagiàottenuto lostatusdi rifugiato;nel2007, il72%deibracciantierano irregolari, inuntragittostagionaleeinuncircuitochepartedallaprovinciadiFoggiaperlaraccoltadelpomodoro,poiAndriaperlaraccoltadelleolive,AlcamoinSiciliaperlavendemmiadisettembre,poiPianadiGioiaTauroinCalabriaperlaraccoltadellearancefinoaprimavera.Lavoroinnerosottopagatoincondizioniancoraunavoltadirifugiomasenza“protezione”,accantoadaltrimigranticlandestiniorego-
Introduzione
17
lari,incaseabbandonateopagandoperalloggidifortuna,conaltirischidicronicizzazionedimalattieperlecondizionidivitamaancheperirischiallasaluteacausadelcontattoconipesti-cidiutilizzati inagricoltura.Ilconfinequi,comeinmoltialtricontesti,tramigranteeconomicoerifugiatosiperdenellesimilieprecariecondizionidivita.
Questitentatividirifugio,spessoliminali,fallitiorespinti,ci raccontano anche di conflitti e di violenza altrove, parlanodeilegamistoricideiSuddelmondoconl’Italia,delmarechecihasempreconnessoconl’Africaecheoggidiventasemprepiùinvalicabile:2000mortiogniannostimatinelMediterraneoneltentativodiraggiungerci.Questoinuncontestodovechisimo-bilitaalsalvataggio,comenelcasodelpersonaledelpescherec-cioTunisinonel2007,rischiadiessereaccusatoearrestatoperfavoreggiamentodell’immigrazioneclandestinaaifinidilucro.Semprepiùspesso,quindi,accadechedeipeschereccisirifiutinodirisponderealsacroSOSlanciatoinmare.Oletantetestimo-nianzeditortura,violenzaearbitrioneicentriditransitoedirespingimentolibici,dovecomemoltepersoneinfugaraccon-tano“nessunociprotegge”1:laLibianonèfirmatariadellaCon-venzionediGinevraenonhaprocedurediasiloequindisembradiventareunbuonpartnernellapoliticadi contenimento ediesternalizzazionedell’asiloitaliano.
Etnografia�a�MilanoQuestolibroèilrisultatodiunacollaborazionefral’Assesso-
ratoallaPartecipazione,Pace,CooperazioneInternazionaledellaProvincia di Milano e un gruppo di antropologi culturali affe-rentialCREAM(CentroRicercheEtno-AntropologicheMilano)ealDipartimentodiScienzeUmaneperlaFormazione“RiccardoMassa”dell’UniversitàdiMilano-Bicocca.LaricercasullavitaepratichequotidianedirichiedentiasiloaMilanoèstatacondottaproprioinunperiodoincui laquestionerifugiatierichiedenti
LibroProvinciaMilano
18
asilohaassuntonelterritoriomilaneseunaparticolarevisibilitàeattenzionepolitica,attraversoilcasodiVialeLecco.
Sepocosisa ingenere inItaliadeirifugiati,senonquandooccupanounostabileabbandonatoaTorinocomeamarzo2008,aRoma,oaMilanoogniinvernoconl’arrivodelfreddo,ancormenosappiamodicomelorostessivivono,pensanoesirelazionanoconlacittàdiMilano2.Oltrealnumerodi“rifugiati”dacontareelecategoriedistatusincuivengonoclassificati,nonsiriesceanda-re;spessoancheall’internodellestrutturecheaccolgonoechevivonoastrettocontattoconirichiedenti,sonodifficilileformediriconoscimentodellaeterogeneitàdeipercorsiebisogni.
Questolavorosibasasuunostudioetnografico,condottotragennaioenovembredel2006,voltoacogliere,attraversoquattrocasistudio,lepratiche,lepercezioni,ledinamiche,lesimilaritàel’eterogeneitàdeirichiedentiasilochepassanoevivonoaMi-lano.
Lemetodologied’indaginedell’etnografia(inquantopraticadiricercachesiconfronta inprimapersonacon icontestidivitaquotidiana)eglistrumentiteoricidell’antropologiaculturale(di-sciplina che quasi per definizione pone al centro le dimensionisoggettiveevissutedell’esperienzasocialeeculturale)sonostatichiamati in causaper elaborareunquadrodeimodidi abitaredeirichiedentiasilo,deicontestipoliticidacuiprovengonoeconcuisiconfrontano,delleretidisupportochesonoattiveo,perconverso,deicontestiedellesituazionidimarginalizzazioneediframmentazionedeilegamiidentitariinseguitoallafuga.
Propriolaraccoltadistoriedivitaedifuga,ilpartecipareacontestiedinamichediassistenzaol’accompagnareinostriin-terlocutorinei tragittiperMilanohapermessodiavvicinarsiapuntidivistaineditisudi loroe,allostessotempo,sullacittà.Questoperpartire,perunavolta,dalpuntodivistadegliattori,irichiedenti,edalla“loro”Milano,iloropercorsispesso“disorien-tati”nellametropoli.Eproprioinquestedinamichequotidiane,
Introduzione
19
sarebbeimpossibilenontenerecontodellalororelazioneconleistituzioni,irappresentatidell’ordinepubblico,congliattoridel-l’assistenza,comepartidirettamentecoinvolteneldefinireeri-conoscereil“rifugiato”eil“richiedente”cheneldefinireilritmodellalorovitamilanese.Irichiedentisondefinitilegalmente,maanche e soprattutto attraverso atti quotidiani, pratiche sociali,contestiemergenzialievisibilitàmediaticainalcunicasi,omoltopiùspessodimenticatiincondizioniliminali.
Iquattroricercatorichehannocondottoquestaricerca–LucaCiabarri,MatteoArmelloni,BarbaraPinellieLorenzoD’Angelo-sonostatidifattolorostessi“accolti”,“ospitati”,avolteinvitatidairichiedentierifugiatistessi:èinevitabileragionarequindiapartiredallestoriedifugaversoMilano,maanchedentroedaMilano,sulruolodellanostraaccoglienzaedellanostraospitali-tà,tantopiùcheleistituzionistesseoleassociazionesonoiprimirappresentatidell’Italiaincontratidairichiedentistessi.Centraleinquestocontestoèstatoilruolodi“ospitalità”svoltodalNaga-Har,un’associazionedivolontariatochedaannisidedicaall’assi-stenzadeirichiedentiasiloaMilano.
L’indaginehadovutoquindiaffrontare le formedicontrolloediviolenzaquotidianasubitadagliaspirantiall’asilopolitico,unacategoriasocialechedalpuntodivistasocio-economicori-maneincondizionidiforteesclusione.Propriopersalvaguardarel’identitàdeinostri“informatori”,abbiamoutilizzatosigleinizialionomisostitutivi,questoanchenelcasodilavoratoriovolontarideicontestidiassistenza.
UnaMilanoquindivistadalpuntodivistadellapanchinaodeldormitoriodeirichiedenti,chevifancasatemporaneaedovein-contranoaltrecategorievulnerabiliespessoautoctonedellavitadistrada.Un’otticatesaquindiamettereafuococomelacittàsiavissutadachicisiperdeperchéappenaarrivatoeconpochiappigli,allaricercadiunpasto,unqualchelavoroesoprattutto
LibroProvinciaMilano
20
qualchelegameeintimità;maanchecomelacittàcambiaapar-tiredallecomunitàtransnazionaliedinfugachequitrovanounancoraggio.
Lerelazionielecondizionidivulnerabilitàdeirichiedentinel-lacittàmilanesenonsonoperòsemplicideficit,falledelleistitu-zioniomancanzadi responsabilitàpolitica. I richiedenti, comeimigranti ingenere,vivonoquotidianamente ladiscrezionalitàdelleistituzioniacuiessidevonofareriferimentoconfileconti-nueinQuestura,icontrollielecontinueidentificazioniperstradaconilrischiodiesserecondottierinchiusiinunCentrodiPerma-nenzaTemporanea,diesserederubatidinottesudiunapanchinamentre si dorme o di essere divisi dalla propria famiglia nellestrutturediaccoglienza.
Questa discrezionalità e queste forme di discriminazione sipresentanoinrealtàcomeunaperformanceistituzionale,unpre-sentarel’Italiae ilmodoincuièpossibileeventualmenteinse-rirsi,unapoliticaconampispazidinon-politica,diambivalen-zanell’applicareleleggielecircolari,neldiscriminarechiègiàdebole,nellosfruttaresullavorochièinattesadiun“visto”.Ladiscrezionalitàdelleistituzioni,oltrecheperformativainquantometteinscenaunrapportodiviolenzaeoffesaresolegittimoespessostrutturale,èanche“formativa”:èattraversandoquestanon-ospitalitàselettiva,questicontinuitentatividicontrolloedirespingimento,questodoveressereassistitimaallostessotem-pononpoterviverediassistenza,checisi“forma”all’Italia:si“costruiscono”,oltrepassandoquesteproveequestospaziolimi-nale, i rifugiati come “ospitati”dall’Italia.Questoperplasmareunostranieroaccettabile,proprioattraversolaquotidianitàdel-lerelazionie leperformance istituzionalichemanifestanonel-le pratiche questa totale dipendenza e la potenziale esclusioneacuisièsempresoggetti.Inquestaottica,lecontinueespessoinconcludentifile inQuestura, icontinuicavilliburocraticichefanno “rimbalzare” i richiedenti tra molteplici istituzioni per idocumentinecessariperessereidentificatioperlavorare,icon-
Introduzione
21
trolliperstradadovesièobbligatiavivereseppur“protetti”ola dipendenza dal lavoro in nero, non sono semplicemente deiripieghi,madinamichestrutturalidellemodalitàdi“accogliere”eintegraree,allostessotempo,unpresentarealmigranteun’im-maginedell’Italiaacuiadeguarsi.
LanecessitàditornaredaMilanoaCrotone,senzasoldipermodificareunadenominazionediunvisto,laperditadidocumen-tiolarichiestacentellinatadivoltainvoltadinuovidocumentinecessari,l’impossibilitàdiespatriaredopoancheannidiattesainvistadellaconvocazioneallaCommissione,l’esserel’obiettivodelle forzedell’ordineproprioperchénonsihaalternativaallostareovivereperstrada,sonotuttielementilegittimatiinItaliaperquestecategoriediumanità,dinamiche indirettamente for-mative,costruttive,cheesprimonounarelazionesimbolicavolu-tamenteasimmetrica.
Comelacasualitàconcuisipuòdeterminareiltrattenimentool’espulsione,lacasualitànellapossibilitàdipresentarelastes-sadomandadiasiloafrontediunacrescenteossessioneperlasicurezza.
Segliuominirichiedentisiformanoall’Italia“perstrada”,ledonne,eventualmenteconfigli,si formanoesi“educano”nellecomunitàdiaccoglienza;ambeduelecategoriedigenereoscillanoinunatensionecontinuatralaspintaadiventareautonomielariproduzionestrutturaledelladipendenzaedelladiscrezionalitàsuampiefascedellapropriavita.
Ancheirifugiati,nonostanteilnumeroirrisoriodiriconosci-mentiaccordatiannualmente,rientranonegliultimianniapienotitolo nelle ondate emergenziali che “invadono” le nostre città.Milanosièaccorta,seppurtemporaneamenteestagionalmentedurantel’inverno,diessereunacittàdirifugiatiproprioinsegui-toalleoccupazionieleprotestedialcunecomunitàdipersoneinfugadalCornod’Africa,chehannovolutamentepoliticizzatolelororichieste:unacasa,un’accoglienza,usciredallastrada.Ma
LibroProvinciaMilano
22
questomostracomelastessaemergenza“rifugiati”,mediatizzataeurlataperpoiesseredimenticatavelocemente,èstrutturaleestrutturantedellemodalitàconcuiconcepiamoirifugiati:vitti-meassolute,chechiedonoquindiunaiutopensatocomeneutrooeducativomaallostessotempoipiùgrandi“imbroglioni”.
Daun lato, i rifugiati sipresentanocomesimbolouniversa-le, ma così generale da rendere impossibile un riconoscimentosingolare, storico, politico: essi sono talmente “vittime” da le-gittimareogniformadiaiuto,anchequellachesifaspersonaliz-zante o infantilizzante. All’opposto speculare, essi sono latentiimbroglioniperchétralefiladeirichiedentisinasconderebberotanti falsi rifugiati che vorrebbe ottenere proprio lo status piùambitoounodeipochipossibiliapartiredacerticontestidifuga,perché,all’internodellesemprepiùfragili formedi ingresso inItalia,èquellochepiùsiavvicinaallostatusdicittadino.Edèinevitabilechesipresentino“falsi”richiedenticheinrealtàsonoincercadilavoroosonoinfugadadisastrieconomicideipaesidiprovenienzacomeall’opposto,moltepersoneinfugaeincercadirifugiosonoriuscitiastarenellacittàunicamentetraducendosiinmigrantiregolarioclandestini.
Nel corso del lavoro sono emerse alcune dinamiche centra-li nel modo di arrivare, abitare e rifugiarsi a Milano. Innanzi-tutto,laprofondaeterogeneitàdeipercorsi,degliadattamentiedeicircuiticheportanoaMilano:siarrivaaMilanoperchéc’èla“comunità”,comenelcasodekurdi,oproprioperchénonc’è,comeneipercorsididonnechehannopersoinnanzituttoilegamisocialiefamiliari,onelcasodichiscappanonsolodalpaesemaanchedallapropriacomunitàperquestionipolitiche.Questaete-rogeneitàimponequindidiconoscereericonosceremaggiormen-teladiversitàdeipercorsiedellesoggettivitàelerisorsecheirichiedentiportanoconsé.Lestesseformediriconoscimentodeirichiedentineiterminidi“comunitànazionali”operatedalleisti-tuzionisirivelanospessoincapacidileggerelastessaframmen-
Introduzione
2�
tazionecomunitariaoilcollassostatalecheèspessoall’originedella fuga. Il linguaggiodellepolitiche socialimanifesta spessounmulticulturalismocheslittasemprepiùnelculturalismo,rei-ficando l’alterità dell’altro in omogeneizzanti forme stereotipe,etichetteappunto“culturali”ecomunitarieapropriousoecon-sumo.Inoltre,seirifugiativengonospessocompresiincategorie“comunitariste”,semprepiùdinamicheportanoadindividualiz-zarelalorofuga,depoliticizzandolaeriducendolaadunaquestio-nedi“gestione”delrifugio.
Insecondoluogo,notiamounafortetensionetraunavulne-rabilitàeunaprecarietàstrutturalenellavitamilanesedialcunefascedirichiedentielacontinuaricercadinuovilegami“perso-nali”,intimi,quandospessol’intimità,ilpersonaleeilsocialeèstatofrantumatonelpaesediorigineeanchenellungotransitoversol’Italia-Milano.Questoaspettoèconnessoall’ambivalenzatraladipendenzaastrutturediassistenzaperipasti,unletto,unvestitoounmedico,eiltentativodiricostruireunsensoeunospaziodiautonomia,diaffetti,diriconoscimentoumanoinunacittàaliena,tantopiùdopofughetraumatiche.Sel’assistenzaèspessoeinevitabilmentepercepitacomespersonalizzante,comeunaformadiaiutoancheimposta,unadelleesigenzeprincipalièquellodiricostruireunospaziodiautonomia,unastimadisé,unosforzocontinuodidipenderesulleproprieforzee,avolte,undovereludereomanipolarel’assistenzastessa.
In terzo luogo, vi è una tensione continua tra la necessitàdiesserelocalizzatielacontemporaneanecessitàdimobilità:sel’assistenza,leCommissioniterritoriali,laQuesturainduconoastareedinsediarsiaMilano,lanecessitàdilavorareportaami-grarenelsudItalia,oamuoversiinItaliaperriallacciarepreziosi,ancorchérariavolte,rapportipersonali,familiariocomunitari,osemplicementeperunpostoinunalloggio.Questatensioneèallabaseanchedellealtepercentualidi “irreperibili”,dirichiedenti
LibroProvinciaMilano
24
dicuisiperdetraccianelmomentodellaconvocazionepressolaCommissione,unaambivalenzacherimanecentraleneldetermi-narel’incontrodifficileespessocontraddittoriofrairichiedentieleistituzioni,traidealeformativodell’assistenzaelavitapraticaeleproblematichedivulnerabilitàquotidianaapartiredaMila-no.Traildoverstareeildoversispostare,siperpetuaspessoil“nonsaperdoveandare”,inunprocessochehaunafortesimi-laritàcon ledinamichedell’aiutoumanitarioadei rifugiatineicontestidelsuddelmondo.
Inultimo,edinsintesi,ècentralel’ambivalenzatraessereog-getti di aiuto, di controllo, di status e il tentativo curciale, agliocchideirichiedenti,diesserericonosciuticomesoggetti,incarneossaeconrisorseproprie,donneeuominiconlelorospecificitàculturali, politiche, religiose e storiche. E questo emerge non acaso,dalleprimemanifestazionipolitichedeirichiedentinegliul-timianniaMilano:depoliticizzaticomeproblemadiordinepub-blico,glistessirichiedenti,rifugiati,“umanitari”divaricontestidelCornod’Africa,hannorivendicatoinveceladimensioneanchepoliticadellaloropresenzaaMilano,masenzacasaeprotezione.
Emergenza�e�assistenzaIrifugiatierichiedentiriflettonolenostrecategorie,lenostre
proiezioniepureilnostropassatodimigrazioneediesilio:comeabbiamovisto,daunlatoessisonoassorbitiall’internodiunpa-radigmavittimaleinquantovittimeuniversalioppurestigmatiz-zatiinquantopotenzialitruffatorioiconediunapresuntaepiùampiainvasionedalSuddelmondo;inambedueicasi,essisonodimenticaticomesoggettistoricieposizionati.Essiriflettonoainostriocchialtrerealtàdigestionedellaviolenza,diframmen-tazionenazionale,dipulizieetniche,didecadimentiecologici–esemprepiùsiparleràdi“rifugiatiambientali”-chehannodifattocambiatolarealtàdichiscapparispettoall’idealedimezzosecolofasucuisièfondatol’ACNUR�.
Introduzione
25
Sesiriconosconoirifugiatioggi,losifainnomediunacomu-nitàdistinta,omogeneaemaiinriferimentoadsoggettopartico-lare:ilruoloèdepoliticizzato,toltodallastoriaedaltentativodicomprenderequeiconflittiparticolarielenuoveguerreattornoanoio incuinoi stessi siamo imbricati.Lafiguradei rifugiatirimanenelcontestomilanesecontemporaneofortementedefinitadall’emergenza,chesipresentaquindicomestrutturanteefor-mativadiciòcheunrifugiatoèo,soprattutto,dovrebbeessere.
L’assistenza stessa diventa il cuore di questa ambivalenza.Aiutoall’altroinquantovittima,manonriconoscimentodell’al-tro in quanto uomo o donna in fuga, con mancanze ma ancherisorse,contraumimaancheappartenenzeculturali.
Daquiquelledinamichediinfantilizzazionespessopercepitenell’incontroconlerealtàdell’assistenzadapartedeirichiedenti,lacostruzionediunasfiduciareciprocatrachiaiutaechièaiu-tatooicasidimanipolazionereciprocadell’aiutostesso.Sipre-sentaunatensionecontinuatradipendenzaassoluta,anchenelmododiessererappresentatienelladefinizionedeipropribisognielaricercadiunaminimaautonomianellafuga.Questoaspettoèancorapiùevidenteneipercorsididonnenonostanteilterminerifugiatosiaperlopiù,eimplicitamente,declinatoalmaschile:donneinseriteneicentridiassistenzainunprogettopedagogi-copiùampio,unprogettoformativodeldiventaredonneema-drimoderne,inrelazioneadun’assistenzachesipresentaunpo’come“unagrandeMadre”.Mal’incontroconaltredonneemadriinfugarivelalamatriceculturaledellemodalitàdipensarefami-glia,figli,educazioneeilcontestopoconeutroespessoetnocen-tricoincuiavvienel’accoglienza.Inoltre,ilpercorsodellafugaèspessounpercorsodigenerecheimplicaframmentazionifami-liariprecedenti,laseparazionedeinucleifamiliarinellafuga,oinseguito,aMilano;anzichécomunitàdisupporto,siritrovanoretisocialideboliaccompagnatedallacostruzionedinuovilegamitradonnerichiedentichetrascendonoleappartenenzecomunitarie
LibroProvinciaMilano
26
allaricercadiunaminimaintimitàafrontedellacontinuaperce-zionedivulnerabilità.
Riteniamocheprendereattodiquestestoriemolteplici,rico-noscerleevalorizzarlesiaunpassofondamentaleperripensareiservizieirapportidiassistenzadifronteadunmondochecam-biaeadunaMilanogiàtrasformata.Primadidiscutereecostrui-re nuove politiche d’accoglienza occorre insomma uscire dallecategorieastratte–rifugiati, richiedenti,donne–chepopolanol’immaginarioeidiscorsicomuni,perriconoscereedarespazioamotivazioni,contestiebisognieffettivi.
Tra�fuga�continua�e�comunità�“milanesi”Ilmondodeirifugiatiedeirichiedentiècosìampioedetero-
geneocheèdifficileparlarealsingolare,senonperlecategorieamministrativeincuivengonoomologati/e.Attraversovariemo-dalità di inserimento, circuiti e strategie, essi rappresentano ilglobaleinnestatoaMilanoeunaMilanogià“integrata”inlogichedimobilitàedirifugio.Icasichepresentiamoquimostranotantounafugacontinua,unavulnerabilitàriprodottainformanuovanelrifugio,quantolegamicomunitaririattivatieduninserimen-toneltessutolavorativoesocialecittadino;mostranoipercorsitantodiuominisoliquantodidonneefamiglieeilloroincontroconl’assistenza.
Nei primi due capitoli presentiamo una breve introduzionestoricadellacostruzionedell’asiloinItaliaeun’analisidellaco-struzionedelrifugiatoedellemaggioridinamichediincontroconl’assistenzanell’ambitomilanese.Questoèconnessoalcontestolegislativoitalianoeallesueconseguenzepratichesullavitadeirichiedenti: lapresenzadiunavastazonad’ombraperlaman-canzadiunaleggeorganica,leconseguenzedelrecentecambia-mentodellenormativeapplicateai richiedentiealcune logichesottostanti al restringimento della pratica di asilo. In secondoluogo,evidenziamolacentralitàchehaassuntoMilanonell’ul-
Introduzione
27
timodecenniocomepolodiattrazioneperrichiedentiasiloelaconseguentepoliticizzazionechelafiguradelrichiedentehaas-suntonellasferapubblicaitaliana.
Nel terzocapitolo introduciamo lemodalità in cuiMilanoèabitatadairichiedenti,soprattuttoapartiredacolorochedipen-dono dalle mense e dai dormitori, dalle panchine o dalle asso-ciazionidiassistenzaediaiuto. Il titolodelcapitolo– “AbitareaMilano”–giàsottolineal’importanzacentraledellaquestione“alloggio”:laricercadiunluogodovestaresicaratterizzacomeunapreoccupazionequotidianaebasedellasituazionedimargi-nalitàincuiirichiedentipermangonoalungoecheperpetuanoparadossalmenteilsentimentodifugaepersecuzionenelconte-stodiaccoglienza.
Inrelazionesempreall’abitareMilano,ilquartocapitoloaf-frontalaquestionedell’asilopoliticodaunpuntodivistaesclusi-vamentefemminile.Lacategoriadirifugiatoèinfattitroppospes-soconcepitaimplicitamentealmaschile,quandoinvecelestoriedifugasonoanchestoriealfemminileostoriedidisgregazioneetentativodiricongiungimentofamiliare.Inquestocontesto,lerelazioni con i servizi di assistenza e la particolare condizionedidifficoltàcheledonneincontranoneiloropercorsi,inquantomogliemadri,sonoparticolarmenteimportanti.
Due studi invece su contesti collettivi e di “comunità” sonopoipresiinesamenelquintoenelsestocapitolo,tenendosem-precontodell’eterogeneitàedellacomplessitàchesinascondonodietroiltermineastrattodi“comunità”.Ilprimocaso,mostraleconnessioni tra generazioni di rifugiati kurdi a Milano, dove illegamecomunitarioe identitariooperadacollanteedaretediassistenzaeauto-aiutoprincipaleesiconnetteallostessotempoalegamitransazionalikurdinelcontestoeuropeo.
Aquestoseguel’analisidelladislocazionedalCornod’Africaverso Milano (eritrei, sudanesi, etiopi, somali) che negli ultimiannihannoportatoallaluce“stagionalmente”laquestionedeiri-
LibroProvinciaMilano
28
fugiatialpubblicoeallastampa,proprioperchéattoridimanife-stazionieoccupazioniinambitocittadino.Dasemplicisquatter,hannorivendicatoun’identitàpoliticaall’internodellanostra,eallostessotempoloro,sferapubblica.
MAuro vAn Aken
Note�di�fine�capitolo
1www.storiemigranti.it2L’ultimaoccupazioneèavvenutaafineinverno2008,quandol’exscaloferro-
viariodiPiazzaleLodièstatooccupatodarichiedentierifugiatidelCornod’Africa,“sanati”poiattraversol’utilizzodelvistoumanitariocheescludelostatusdirifu-giatomarendepossibilelatraduzioneinvistodilavoro.
�AltoCommissariatodelleNazioniUniteperiRifugiati.
LibroProvinciaMilano
�0
1.1.�I�primi�flussi�di�richiedenti�asiloLastoriadeirichiedentiasilopoliticoèunpercorsodaicon-
torniassaisfumatiedincerti.Dasemprevisonoindividuichesispostanodalproprio luogodinascitapersfuggireallepersecu-zioni,allafameoallaguerra:qualsiasipuntostoricosidecidadiindividuarecomeinizioèinevitabilmentefrutto,inparte,diun“arbitrio”:
(…)lastoriadell’esilio,dell’asilo,delrifugiopermotivipoliti-ci,religiosioetnicièanticaquantoilconcettodistatoedisovra-nitàterritorialeefindaitempidegliassirisitrovanospecificheleggi in merito. Fin dall’antichità infatti, l’esilio e la fuga sonostate sia una forma di repressione, sia una forma di dissenso;perconversoconcederel’asiloeraancheunmodoperribadirelapropriasovranitàterritoriale(Travi,1997,15).
Tuttavia,seprendiamoinconsiderazioneilsignificatocontem-poraneodiasilopoliticoedirifugiato,accogliendol’opinionepre-valentenellaletteraturascientificainmerito,possiamoindicaregliannisuccessivial1848comeilperiododimaturazioneditaleconcetto.Daquestadatainpoi,comeindicazionedimassima,irifugiatisonopercepiti inmododiversodalleautoritàpoliticheedessistessisivannoacollocareadundifferente livellonellasocietàd’accoglienza:
Dopoil1848muta[anche]l’etimologia:ilconcettodiesilioèanticoquantolaciviltàoccidentale,mafinoall’ottocentolaparo-la“rifugiato”serveaindicareprevalentementeiprotestantimes-sialbandodallaFranciadel17secolo […] Il1848rappresentacomunqueunpuntodisvoltanell’etimologiadell’esilio,inquantooramutalagenealogiadicolorochesonomessialbando[…]tutticostoro sono per lo più poveri e nei paesi d’accoglienza si me-scolanoconlaclasseoperaia;moltisonostatimembriattivideisindacatiedeigruppisocialisti(Sassen,1999,44-45).
Brevestoriadell’asilotraprotezioneerepulsione
�1
Lafiguradelrifugiato,quindi,cambiaradicalmente:essacom-prenderànonpiùsolol’intellettualedibuonlivelloeconomicoesociale,maancheilmilitantepoliticodi“base”chefuggesenzaalcunapossibilitàeconomica.
Un altro punto di non ritorno nella costruzione della figuradelrichiedenteasiloèsicuramenteil1880,quandounasecondagrandeondatadiesulipermotivipoliticisegneràl’Europainpro-fondità.Ancheinquestocaso,lascansionetemporaleèpiùsim-bolicachereale.Tuttavia,essacostituisceilprecipitatostoricodiduefenomenidimassa:lafugadegliebreidallaRussiazaristadaunlatoelafugadaiconflittideiBalcanidall’altro:
Intornoal1880siapreunnuovocapitolodellastoriadell’emi-grazione.E’lastoriadeigrandiflussidirifugiaticheattraversanoilnostrosecolo:daallorainpoifugaedemigrazionesiincrocianosemprepiùspessofinoquasiaconfondersi.(Sassen,1999,77).
Siconsolidacosìilprocessocheavevamossoisuoiprimipassiapartiredal1848:lafugadivienedimassaecoinvolgenonpiùsololeeliteculturaliopolitiche,bensìampistratidellasocietà.IconfiniegliStatinazionali,inquestafase,assumonosemprepiùlafisionomiachelicaratterizzaoggi.Essismettonodiconsideraregliesulicomeininfluentirispettoalledinamichepoliticheinter-ne,rappresentandoli,alcontrario,come“nemicipotenziali”.Gliesiliatisemprepiùspessosimescolanoallaclassi“pericolose”e,alcontempo,vengonomarcaticomeportatoridiquella“diversitàetnico/culturale”controlaqualeinascentiStatinazionalistannoaffannosamentecombattendo.
Sedurante ilperiododell’economiamercantile – tra il 1500eil1800–glispostamentidegliimmigratieranovisticomeunaricchezzaperlesocietàd’accoglienza,oralasituazionemutara-dicalmente.Inprecedenza,infatti,lepolitichedichiusuraeranofinalizzate a impedire imovimenti d’uscita e a facilitarequellid’entratadellepopolazioni.Conl’affermarsidell’economiacapi-
LibroProvinciaMilano
�2
talistaedellostatonazionale,invece,leautoritàritengonolamo-bilitàdelledonneedegliuominiunpericoloall’ordineesistente,capacedisovvertireilcontrollosulcorposocialeeildisciplina-mentodella forza lavoro.Talepoliticadiesclusioneecontrollosistrutturacompiutamentenelperiododelprimoconflittomon-diale.
1.2.�Il�rifugio�politicoe�la�prima�guerra�mondialeIl primo conflitto mondiale vede lo spostamento di enorme
flussidiuominiedonneche,perfuggiredagliorroridellaguerra,cercanorifugioinluoghiritenutipiùsicuri.Nellanuovasituazio-netuttavia,essinonpossonopiùspostarsiliberamentecomeinprecedenza:nonesistonopiùineffettispazipoliticamentevuo-ti.ConlafinedegliImperiloStato–nazionesièaffermatoquasiovunqueesipresupponechetuttelepersonesianodi“proprietà”diunaqualcheautoritàstatale.L’attraversamentodellefrontieredivieneun’azionegiuridicamentecomplessa,senonimpossibile.Lalegittimitàdiunasimileimpresaeraquasisemprenegatadalleistituzioni,lequalicostringevanoglisfollatiaincredibili“pere-grinazioni”:
Lostatonazionale,incapacedifornireunaleggeperchiave-vapersolaprotezionediognigoverno,demandòl’interafaccen-daallapolizia.Eralaprimavoltachenell’Europaoccidentalelapoliziavenivaautorizzataadagirepercontoproprio,adisporredirettamentedellepersone;inunasferadellavitapubblicaessanonerapiù lo strumentoper imporre l’osservanzadella legge,maun’autoritàindipendentedalgoverno[…]Deportavaclande-stinamentegliapolidiespulsineipaesilimitrofi,colrisultatochequestiglirendevanolapariglia.(Arendt2004,�99)
Conilprimoconflitto,quindi,leautoritànazionalisiconsoli-danoeperirifugiatinoncisonopiùspaziliberi:
Brevestoriadell’asilotraprotezioneerepulsione
��
Ilconcettodistranieroassumeunsignificatodeltuttonuovo,poichéillegamecreatositrasovranitàstataleenazionalismotra-sformalostranieroin“outsider”:lostato,negandoidiritticiviliairifugiati,negalorol’appartenenzaallasocietànazionale.Ancheinpassatoeranoconsiderati“outsider”,masoloinquantoindivi-duiintransitoovagabondi,mentrenel20°secolosonoconside-ratigruppoaparte,eoralostatohailpotereelalegittimazioneistituzionaleperescluderlidallasocietàcivile.Ciòchecaratteriz-zal’Europanelprimoquartodelnostrosecoloèpertanto,daunlato, ilcostituirsidimassedirifugiatie,dall’altro, l’interventodellostatoneldefinirlienelcontrollarli(Sassen,1999,78).
Imovimentimigratorisonorealmenteimponentiesonoper-cepiticomeunaminacciad’ordinepubblicoesociale.LaSocietàdelleNazioni,perovviareaquestoproblema,decide,nel1920,di nominare F. Nansen4 primo alto commissario per i rifugiati.Ilsuocompitospecificononeradi“risolvere”laquestionedeglisfollatima,piùinparticolare,dipermettereilritornoinpatriadeiprigionieritrattenutisulsuolosovietico.L’annoseguenteeglifuincaricatodiaffrontarelaquestionedegliesulirussichefug-givanodallarivoluzionebolscevica.Ilcentrodellaquestione,cheapparivairrisolvibile,eracheaquestisoggettinonvenivadatalapossibilitàdiattraversareiconfinidegliStati:quest’ultiminonvolevanochemigliaiadiuominivarcasserolafrontierasprovvistidi“regolari”documentidiviaggio.Nansendecisedi“creare”deidocumenti,dettipassaportiNansen,perovviareaquestoosta-colo.
Aseguitodelsuccessodiquesteoperazioni,lequalivalseroaF.Nansennel1922ilPremioNobelperlaPace,laSocietàdelleNazionidecisediindividuarei“pianidiaiutoNansen”comere-golaretecnicadigestionedegliesulidaiconflitti.Gliinterventi,adifferenzadelmodusoperandi successivamenteconsolidatosiconl’adozionedellaconvenzionediGinevranel1951,sirivolge-vanonongiàairifugiatiindividualima,piuttosto,agruppi“etni-
LibroProvinciaMilano
�4
co/nazionali”consideratinellalorototalità.Possiamoanticiparechesimileorizzontediverràunacostante,unelementoessenzialedellepolitichediinterventonelsettoredell’“aiuto”airifugiati.
Neglianniseguenti,laSocietàdelleNazioniistituìunaseriediorganismiperaffrontareinuovimovimentidirifugiati.Ognivoltafudefinitaunaspecificacategoriadipersone,ingeneregruppiet-nici,cheavevanodirittoall’assistenza:assiri,turchi,greci,armeni,spagnoli,ebreitedeschieaustriaciecc.(Travi,1997,19).
Questalogicadigestionedeiflussi,tuttavia,dimostròbenprestoisuoilimiti,soprattuttoapartiredalcasodelletensionitraTurchiaeGrecia.Di fronteall’espulsionedimigliaiadigrecidecisadalleautoritàturche,F.Nansen,incaricatodirisolverelaquestione,pro-poseeattuòunpianodiveroeproprio“scambio”dipopolazionitraleparticoinvolte:oltreunmilionedigrecifurono“barattati”incambiodimezzomilionediturchi.Gliesitifurono,eufemisti-camente,problematici.Questotuttavianondeterminòuncambioradicalediparadigmanell’affrontarelequestionilegateairifugiati(cfr.Buttino,2001;un’impostazioneassaisimileèstataripropostanegliultimianniconilconflittoinBosnia).Conilprimoconflittomondialesiconsolidaunostrumento“tecnico”perlagestionedeirifugiatichedaallora,edoggipiùchemai,caratterizzeràinprofon-ditàilsettorechestiamoanalizzando:ilcampoprofughi.
Lasuagenealogiaaffondaleradicinelperiodocolonialecomestrumentoessenzialmentemilitare.IlprimocampoappareaCubanel1896efucostruitodagliSpagnoliinuncontestodiinsurrezionegeneralizzatama,cosìcomenelcorsodelsecondogrande“momen-tostorico”chevedelapresenzadicampi,ovverolaguerratraboerieinglesi,lagiustificazioneadottatadalleautoritàèquelladitutela-relepopolazionicivilidagliscontriarmatitraesercitoeinsorti.
IlfenomenosiriproponepoinellaNamibiadel1904occupa-tadaitedeschi, iqualideciserol’internamento,sempreascopo“protettivo”,dimigliaiadiherero5.Ilfattocheintuttietreicasiildecessodegliinternati-protettifosselaconseguenzaprincipaleditalesistemalasciavaleautoritàcolonialisostanzialmenteindif-
Brevestoriadell’asilotraprotezioneerepulsione
�5
ferenti.QuestaformaorganizzativariemergeràinEuropaconlaprimaguerramondiale,“accogliendo”lamaggioranzadeglisfol-latichevagavanoper ilvecchiocontinentesenzaaveriesenzadocumenti.
Ilcampoprofughi,conilsuocaricodisignificatisimbolici,nonabbandoneràmaipiù lepolitiched’aiutoecontrollodegli esulipolitici.Potremmoaffermarecheinquestoperiodostoricovièilpassaggioperlaprimavoltadella“tecnicacampo”dall’ambitopiùimmediatamentemilitare,propriadelperiodocoloniale,alsettorepiùampiamentecivile,dell’assistenzaedell’aiuto.Lalogicapro-fondache sostiene simile “slittamento” risiedenellapercezionediunaporzionedellapopolazionecomeun“soprannumero”,chedeveessereri–collocatoeri–confinatoentrounospaziodotatodialtadensitàedicontrollo.Partendodaqui,forse,possiamocom-prenderelacentralitàdeiCentridiPermanenzaTemporaneanellepolitichecheoggiambisconoa“controllare”iflussimigratori.
1.3.�I�rifugiati�politicie�il�Secondo�conflitto�mondialeLasalitaalpoteredelregimenazistacrealaprimagrandeon-
datadiesiliatidopolaprimaguerramondiale.Migliaiadiebrei,sottopostiaferocidiscriminazioniinpatria,decidonodifuggire,sperando inutilmente inunaiuto internazionale.Gliunicicon-tributi“logistici”provengonodalleassociazioniebraicheprivate.ÈverochelaSocietàdelleNazioni,comeinpassato,nominaunAltoCommissarioperaffrontarelaquestione,JamesMcDonald,tuttaviaeglisidevescontrareconl’ostilitàdeigovernieuropei,contrariadognilorocoinvolgimentodiretto:
Nel19��,ledecinedimigliaiadipersonechefuggironopreci-pitosamentedallaGermania,temendodiessereperseguitatipermotivirazzialiopolitici,sidiresserosoprattuttoversolaFrancia,l’Austria,laCecoslovacchiaelaSvizzera.Difrontealmassiccioafflussodiprofughineipaesiconfinanti, laSocietàdelleNazio-
LibroProvinciaMilano
�6
ni nominò un Alto Commissario per i Profughi dalla Germania[…]dall’altrolatolamaggiorpartedeigovernivaròalcontemponormesemprepiùrestrittiveriguardoallapossibilitàdiingresso,di soggiorno, di lavoro e di libertà di espressione. Per protestacontroquestapoliticadichiusuraJamesMcDonaldsidimisenel19�5(Travi,1997,21).
L’operazione,neifatti, fallisce, lasciandogliesulial lorode-stino.Lafinedelsecondoconflittomondiale,comeimmaginabile,lasciadietrodisédevastazionidienormeportatae,insiemeadesse,unaenormeschieradisfollati.Ilfenomenononpuòpiùes-sereaffrontato,comeinveceavvenivanelpassato,conoperazioniadhocsenzaunaspecificaistituzionedi“supporto”.LapoliticadinominareAltiCommissaridotatidi competenzemomentaneeeconriferimentounicamenteasingoleproblematichevieneconsi-deratasuperata,ancheallalucedelcasoMcDonald.
Sioptaquindiperl’istituzionediunastrutturadotatadimag-giorpeso.L’IRO(OrganizzazioneInternazionaleperiRifugiati)èfondatanel1946conmandatofinoal1950,tuttaviaunaveraepropriapoliticaperirifugiati,cosìcomevieneintesaatutt’oggi,ècollegatasoloallanascitadell’ACNUR,cheavvieneil14dicembredel1950.Igovernieuropei,insiemeallafragilitàorganizzativa,percepisconoanchelafragilitàdella“condizionegiuridica”delri-chiedenteasilopolitico.Per tentaredidaremaggiore soliditàaquestafiguravieneredattail28lugliodel1951laConvenzionediGinevra:
allafinedellasecondaguerramondiale,[quando]milionidipersonesradicatepreseroavagabondare senzametaeaffamatepercittàecampagnedevastate[…].Inunafflatodi commiserazione e di umanesimo, e nella speranza chetali atroci sofferenze potessero essere evitate nel futuro,diversenazionisiconvocarononellacittàsvizzeradiGine-vraecodificaronodeiprincipiinternazionalivincolantisul
Brevestoriadell’asilotraprotezioneerepulsione
�7
trattamentodeirifugiatiesugliobblighideglistatineiloroconfronti6.
1.4. La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo PrimadianalizzarelaConvenzionediGinevrariteniamoin-
dispensabile descriverne le sue “premesse” teoriche, ovvero ilcontestochehadato“forma”alsuo impiantoeallasua ispira-zioneideale.InquestadirezionenonpossiamononconsiderarelacentralitàdellaDichiarazioneUniversaledeiDirittidell’Uomoufficialmentepromulgatail10dicembre1948.
Lasuaportatapuòesserecompresaafondosesiconsideracheessarappresentaunaconcretizzazione,ancheseparziale,diunotraipiùgrandidibattiticulturalicheabbiamaiattraversatolafi-losofiaoccidentale.LaDichiarazionedel‘48,infatti,simuovenelsolcodelconfrontosecolaretradueimpostazionefilosofiche:una,definita universalista, tesa a valorizzare l’aspetto oggettivo delsapereedeivaloriancoratiadunanaturaumanasempreuguale7;l’altra, definita relativista, tesa a sottolineare la parzialità e lasoggettivitàdiogniesperienzaconoscitiva.
Tale stimolo intellettuale, tuttavia, non venne accettato el’assemblea optò per una opzione di tipo universalista-oggetti-va,temendocheleteorierelativistichepotesserospingereversoun“eccessivogiustificazionismo”neiconfrontidiquellepraticheconsideratedisumane,qualorafosserostaterappresentatecomeespressionediparticolaritàculturali.
Ilconfronto,essenzialmente,simuovevaetentavadielimina-reduepericoli.L’universalismoportaconséilrischiodidivenireastratto;viè lapossibilitàchenellasuatensioneeticacaratte-rizzatadalprincipiodiuguaglianzasottostimiirealirapportidiforzaedisensoesistentinellarealtà.È,infatti,necessariorico-noscere come la complessità determinata da una diseguale re-distribuzione delle risorse economiche e simboliche determini
LibroProvinciaMilano
�8
dislivellidi“potere”chedebbonoesseretenutiinforteconside-razionenell’avanzarelapossibilitàdiunpuntodivistagenerale,universaleappunto.Ilpericoloreale,infatti,ècheessodegeneriin“imperialismoculturale”,esiaquindispintoaproporrevaloried idealiparzialidei gruppipiù “potenti”,poiché legati adunaspecificaeconcretaorganizzazionesociale,comeunicivalorirea-liedoggettivi.
Anche le istanze portate avanti in questo contesto dal rela-tivismo culturale potevano essere tuttavia gravide di aspettinegativi. Il rischiorealeeconcreto, infatti,era ilpassaggiodalriconoscimentodeldirittoalladifferenza,allasuaesaltazionefe-ticistica, troncando lapossibilitàdell’incontroecomunicazionetradiversità, sostituendoadununiversalismoastratto,undif-ferenzialismo settario8. Il pericolo di creare mondi chiusi in sestessiedautoreferenzialièsempreincombente.
La diatriba culturale ebbe fortissimi implicazioni pratiche,chesimanifestarononelmomentodelvoto.Larisoluzionefina-le non incontrò il favore di Unione Sovietica, India e Cina perciòcheconcerneilprimoarticolo–làdovesiparladel“destinoimmortale dell’umanità” – in quanto ritenuto troppo ancoratoad una prospettiva di tipo occidentale. L’Arabia Saudita conte-stòl’uguaglianzasancitaperleggetrauomoedonna,ritenendoloelementoestraneoallatradizioneislamica.FranciaedInghilter-ra, dal canto loro, respinsero la proposta sovietica di sancire idirittidelleminoranzeetnicheinnomediunsuperioreprincipioall’uguaglianzaeconunpensiero,moltoconcretamente,allepro-priecolonie.Ilprincipiocheemerseafondamentodelcongressointernazionaleful’ideadiporrel’uguaglianzaabasedituttelelegislazioninazionaliesovra-nazionali.Inultimaanalisipossia-moaffermarecheildocumentolicenziatoafinedeilavoriincludeerappresentatreorientamentiteorici:
a)Latradizionelaicaeliberale,soprattuttodioriginefrance-se,cheprovienedirettamentedall’illuminismo,incentratasuunforterazionalismo;
Brevestoriadell’asilotraprotezioneerepulsione
�9
b)Latradizionemarxista,cheinfluenzòlepartitesearicono-scereidirittilegatialmondodellavoro;
c)Latradizionecristiana:laDichiarazionedel1948portaconséquestoorientamentoquasicome“spiritoprofondo”,nellasuaimpostazione generale caratterizzata da un forte orientamentoeticoesolidaristico.
Comedapiùpartiriconosciuto,quindi,questaassembleain-ternazionalesegnòunpassaggiostoricononsolonelcampodeldiritto,maanchedellaneldibattitoculturale.Sipuòaffermarecherappresentil’iniziodiquellocheèstatodefinito“ilsecondoperiodo”deidirittiumani,dopoquellodellarivoluzionefrance-se:
Idirittidiprimagenerazione,giàsancitidallaDichiarazionedel1789,sonoquellirivoltiallatutelacontrol’assolutismodelpoteredeiregimitotalitarigarantendodiritticiviliepolitici.
Lasecondagenerazionecomprendeidirittirichiestiaglistaticomequellieconomici,socialieculturalichetrovanolaprimadichiarazione globale nella Dichiarazione Universale (Tarozzi,1998,71)
Afiancodegliaspettipositivi,dicuisiègiàparlato,sottoli-neiamo anche due aspetti che sollevano alcune perplessità: in-nanzitutto,ilruoloeccessivoassegnatoagliStati,inrapportoasuoicittadini.Insecondoluogo,l’eccessivaimpostazionecultu-raleditipo“occidentale”.
Ilprimopunto–checondizioneràfortementeanchelaCon-venzionedel1951–fariferimentoalfattochetroppospessoiverisoggettiattivisembranoesseregliStati,enonisingoliindividui.Ciòfasì,peresempio,cheuncittadinochesiriconosce inunaminoranzadefinitasubasietnichenonabbiadirittoadesprimerelapropriaspecificitàculturaleinmodoautonomorispettoall’or-dinamento statuale (esempio è il dirittoall’istruzione, solenne-
LibroProvinciaMilano
40
mentesancito,cheperònonpermetteaicittadinidiscegliereinqualelinguaessodebbaavvenire).Lasecondaperplessitàemer-genelmomentostessoincuisiaffermapositivamenteunforteuniversalismodeivalori,misconoscendo,però,irapportidiforzarealiafavoredeipaesioccidentali,militarmenteedeconomica-mentepiùforti.
Lavisionedallafortederivazioneplatonica, tendentearap-presentareiprincipicomecaratterizzatidaunavaliditàeternaetrascendente,negataperòneifattinelmomentoincuinel1966cifulanecessitàdiun“aggiornamento”dellaDichiarazione(l’as-sembleapreseilnomediConvenzionesuiDirittidell’Uomo),per-vadetuttoildocumentofinale.
1.5.�La�convenzione�di�GinevraL’incontroginevrinodel1951hailcompitospecificodifonda-
redalpuntodivistalegislativounanuovapoliticadelrifugiopo-litico,muovendosi,potremmodire,nelsolcodeldibattitoteori-co/culturalesegnatodallaDichiarazionedel1948analizzatanelprecedenteparagrafo.Ladiscussioneperarrivareaduntestochepossagoderediunampiofavoreèincredibilmentecomplessaedarticolata.Inizialmenteilrisultatoraggiuntoèassaiparzialeedincompleto;allachiusuradellasessionedel28luglio1951man-canocompletamentelefirmediqueipaesiaderentialcosiddetto“bloccosovietico”.
Ulterioreelementochefaemergerelatensionepuòesserecol-tosesiricordachelaratificaveraepropriadellaconvenzioneavviene solo nel dicembre del 1952, grazie all’azione determi-nanteedeterminatadellaDanimarca.Finoal29Gennaio1954,però,soloseipaesi,Danimarca,Norvegia,Belgio,Lussemburgo,Repubblica Federale Tedesca ed Australia hanno ufficialmentesottoscrittotuttiiprincipidellastessa.
Tuttavia,nonostante ledifficoltàe isuoinotevoli limiti, laConvenzionedivienebenprestounpuntodiriferimentoimpre-scindibileeperildirittointernazionaleeperlapoliticaestera;
Brevestoriadell’asilotraprotezioneerepulsione
41
l’ambiguitàcheinpartelacolpiscederivadalfattochelenormedaessasancitesiriferisconoquasiesclusivamenteaicittadinieuropeieacolorochefuggonoperfattiavvenutianteriormenteal1gennaio1951,determinandonelprimocasounlimitegeo-grafico,nelsecondocasounlimitetemporale(entrambisuperatisoltanto dal Protocollo di New York del 1967). Molti, inoltre,sonoisuoiaspetticheverrannogiocatiinchiavestrumentaleinfluenzandoledecisionitatticheestrategichedeisingolistatinazionali e dei “blocchi contrapposti” tra loro in conflitto. Lastrategia della guerra fredda, infatti, spingerà spesso il bloc-coatlanticoadutilizzare laConvenzionecomestrumentopercondannare pubblicamente le politiche del blocco sovietico9.Inoltre, in due casi storici specifici, la rivolta d’Ungheria e lesommossediPraga,lenormesanciteaGinevraecheconsenti-ronodiaprireleporteaglioppositoridiMosca,verrannoutiliz-zatealfinedisottolinearelabrutalitàdellasuapoliticaestera.IndubbiamenteladirezionegeneraledellaConvenzionemiraaindividuarecomerealidepositarididirittiedipotereisingoliStatinazionaliecomeuniciveriinteressilegittimiquellidelleistituzioninazionaliesoloinsubordine,quellideirifugiati.Sièspessoritenutochel’impiantostessodellaconvenzioneavessecomeobbiettivopoliticodirettorafforzaregliStati“occidentali”control’aread’influenzasovietica:
Schematizzando l’ordine costituente cui la convenzione diGinevra ineriva era dato dall’equilibrio bipolare e dalla guerrafredda.LafiguradirifugiatocheemergenegliannicinquantaeperdurafinoallafinedeglianniSettantaèinfattiessenzialmentepolitica, sovradeterminata politicamente. Così è in Occidente einEuropaperlecentinaiadimigliaiadiprofughiprovenientidalbloccocomunista(Rahola,200�,95-96)
Tuttavia, sideve ricordarecomenel1951vieneespostaperlaprimavoltaladefinizione,tuttorautilizzata,di“rifugiatopo-litico”pergarantireatutticolorochefuggonodallapersecuzione
LibroProvinciaMilano
42
uno strumento giuridico minimo per far valere i propri diritti.Rifugiatopoliticoè:
“unapersonacheacausadiunfondatotimoredipersecuzio-ne,permotividirazza,direligione,nazionalità,appartenenzaadundeterminatogrupposocialeodopinionepolitica,sitrovaaldifuoridelpaesedicuihalacittadinanzaenonpuòoppure,acausaditaletimore,nonvuoleavvalersidellaprotezioneditalepaese”(Art.1,ConvenzionediGinevra1951)
Oltrealladefinizionequiriportatasidevericordarecheildo-cumentodel‘51sancisceilfondamentaledirittodinon-refoule-ment, elemento questo che ancora oggi può essere individuatocomelaprincipalegaranziadicuigodonoirichiedenti:
nessunoStatocontraentepotràespellereorespingere(refou-ler)–innessunmodo–unrifugiatoversolefrontieredeiluoghiovelasuavitaolasualibertàsarebberominacciateacausadellasuarazza,dellasuareligione,dellasuanazionalità,dellasuaap-partenenzaaunadeterminatacategoriasocialeodellesueopi-nionipolitiche(Art.��ConvenzionediGinevra1951)
Purtenendocontoquindidituttiilimitiacuiprecedentemen-teavevamofattoriferimento,unasimiledisposizionerimanevi-talepermigliaiadiesuli,iquali,inassenzadiunsimilearticolo,verrebbero,conestremaprobabilità,espulsidalterritoriod’asiloconestremafacilità.Ilprincipiodinonrespingimento,dunque,haoramaiconseguitoilvaloredinormaimperativa(juscogens)del diritto internazionale e consuetudinario, vincolando tutti imembridellacomunitàinternazionale,indipendentementedallaloroadesioneallaConvenzionedel951suirifugiati.Ciòimplical’obbligoaconcederealmenounasilotemporaneo,finchél’inte-ressatononsiaingradoditrovareunaltropaesecheloaccolga(delleDonne,2004,�5).
Brevestoriadell’asilotraprotezioneerepulsione
4�
Indefinitivaemergonocosìduefiguredirifugiato:1-RifugiatosecondolaConvenzionediGinevradel1951:egli
gode interamente della protezione del “nuovo” Stato ospitante;purnonessendonecittadino,lasuasituazioneèmigliorerispet-toaquelladeglistranieri“normali”,inquantolasuaeventualeespulsionerisultapiùcomplessa.
2-Rifugiato “de facto”: Egli non viene riconosciuto rifugiatodalloStatonelcuiterritorioprovvisoriamentesoggiorna,tutta-via,spessosottoprotezioneACNUR,nonnepuòessereallontana-tofinoaquandonontrovaunaltropaesedispostoadospitarlo.
Comesipuòfacilmenteosservarevengonoadelinearsiintor-noalrifugiatounaseriedi“trameprotettive”nuovee,inparte,efficaci.Laloronaturaprofondaè,comegiàricordato,fruttoan-chediunimponentedibattitoculturalepost-bellico.Laconsta-tazione dei massacri e delle sofferenze determinatesi a seguitodellatragedianazista,edalconflittodaessacausato,spinseaduna riflessione dai forti connotati ideali, incentrata sull’analisidell’uomoedeisuoidirittiinalienabili.SipuòquindiaffermarechelaConvenzionediGinevraaffondalesuebasietico-teoricheinquestariflessioneculturale,daifortirisvoltipratici,cheattra-versatuttoildopoguerraechesiconcretizzanellaDichiarazioneUniversaledeiDirittidell’Uomodel1948.
1.6.�Le�limitazioni�al�rifugio�politico�negli�anni’80�e�’90:�Schengen,�Dublino,�Londra�e�AmsterdamLa metà degli anni ‘80 vede l’emergere di un mutato clima
internazionale.Moltideiconflitti inAmericaLatinaraggiungo-no una situazione di equilibrio, mentre in Africa la natura de-gliscontriassumenuoviconnotatipolitici.Questiultimi,infat-ti,nonsembranopiùcorrispondereallelineediconfinedeidue“imperi”chehannodominatoildopoguerra,madivengonocon-flittiregionali.Losfondogenerale,chehadeterminatoilnuovopanoramastorico,èilcosiddettoperiododella“distensione”tra
LibroProvinciaMilano
44
U.S.A.eUnioneSovietica.Leviolenzecertonondiminuiscononéperintensità,népervastità.Leguerre,tuttavia,sonoinvestitediunsentimentodirevivaletnico-nazionalistico10cheperdurafinoadoggiecheinfluenzeràlacrudeltàel’aggressivitàdeiconflitti.Leviolenzenonsonopiùinseriteinungrandeconflittosovrana-zionale.Inevitabilmente,ciòmodificaanchelavisionepropostadellepopolazionitravoltedatalidisastriarmati:irifugiatinonsimuovonopiùinuncontestointernazionale,madivengono,perlaretoricapoliticadominante,unproblema“sololocale”,dari-solvereinterminilocalieareali.Indefinitiva,ildirittoall’asilopoliticoeirifugiatiincarneedossanonvengonopiùindividua-tidalleparticontrappostecomearmadipropagandapoliticadautilizzarecontroilnemicoperevidenziarneicaratteriilliberalietotalitari11.Laripercussionepraticadiquestanuovainterpre-tazioneèlaprogressivachiusuradellefrontiereneiconfrontideimovimentimigratoriscaturitidaiconflitti(maancheneiconfron-tideimovimentimigratoriingenerale),lanascitadipolitichedi“sviluppo” regionale e per il mantenimento della pace. Il terzoelemento,anch’essoimportante,ècheaumentanosensibilmentelespinteperilrimpatriovolontario
Comesiintuisce,quindi,sipuòparlarediun“cambiodistra-tegia”. Si possono evidenziare alcuni problemi: lo spostamentod’accento dal rifugiato alla prevenzione delle cause che deter-minanolanecessitàdichiedererifugio,èstataaccompagnatainterminioggettividanormecherendonosemprepiùarduoilrag-giungimentodeipaesiconsideratisicuri.Aquesto,inoltre,sièac-compagnatounclimadisospetto,senondiveraepropriaostilità,neiconfrontideirichiedenti, indicaticome“furbi”chevoglionoscaltramentevarcareiconfini,purnonavendonediritto.
LeconvenzionidiSchengenediDublino,sanciterispettiva-mentenelgiugno1990(inItaliaoperativadalgiugno1996)eil1settembre1997,sonoilfruttodiquestaatmosferapolitica.Ilpri-moincontroavevacomefinalitàprincipalequelladicostruiredei
Brevestoriadell’asilotraprotezioneerepulsione
45
dispositivinormativiche“rinforzassero”lefrontieredell’UnioneEuropeaversol’esternoe,alcontempo,sancisserolacompetenzadeisingolistatiinmeritoalladomanded’asilopresentiefuture.Ilprimopuntoèstatoaffrontatoconunacertadurezzaelasuaimpostazionedifondopuòessereracchiusainduenorme:
1.lefrontiere,anchedapartedeirichiedentiasilo,possonoes-sereattraversatesoloneivalichienegliorariprevisti.Anessuno,nemmenoachiscappadallapersecuzione,èdatalapossibilità,inteoria,dioltrepassareicontrollisenzaidocumenticonsolariregolari.
2. Sono istituite pensantissime sanzioni a carico delle com-pagnieditrasporto,definite“vettori”,chenonhannoeffettuatoapprofonditicontrollideipasseggeriprovenientidapaesi“adaltotassodiimmigrazione”,coinvolgendonegliaccertamentiancheipotenzialirichiedentirifugio.
Lasecondapartedegliaccordi,quellaconcernentelacompe-tenzadeglistatiperledomandedirifugio,fudiscussaperevitareilfenomenodei“rifugiatiinorbita”.Inquestasituazionesitro-vavano tutticoloroche incappavano inuna “guerradiattribu-zione”traduepaesi,iqualicontinuamente“sirimbalzavano”ilrichiedentedaunterritorioall’altro.Leparoledichilavorainuncontestoapplicatociaiuterannoamegliodescrivereilquadro:
Unacaratteristicainquietantedelloscenarioattualeèquelladeicosiddettirifugiatiinorbita:deirichiedentiasilocostrettiafarelaspoladaunpaeseall’altro,incercadiunostatochesias-sumalacompetenzaperl’esamedellalorodomanda.Sierasoste-nutocheilconcettodi“paeseterzosicuro”avrebbepostofinealproblema,dandoadunsolostato–ilprimopaesesicuroraggiuntodalrichiedente–lacompetenzaditaleesame.L’esperienza,però,indicachelarecentepanopliadimisurerestrittivenonsolononèriuscitaadeliminarequestoproblema,relativamenteantico,maanzicreatounonuovo,sottoformadi“deportazioneinserie”:la
LibroProvinciaMilano
46
ripetutaespulsionediunrichiedenteasilodaunpaeseall’altro,con la motivazione che avrebbe potuto presentare la domandanelprecedentepaeseditransito.Tali incidentiaumentano,evi-dentemente,iltraumafisicoepsichicosubitodairichiedentiasilo(AAVV,1998,199).
Inoltre, viene ufficialmente sancito che al singolo soggetto èdatalapossibilitàdichiedererifugioinunsolopaesedell’Unione.AtalescopofuistituitoilSistemadiInformazioneSchengen(SIS),ilqualehailcompitodi“monitorare”ilnumero,glispostamentiel’identitàdeirichiedentiasiloedeirifugiatiriconosciuti.Ledi-sposizioni riguardanti la “difesa”delle frontieresonoquellechehannosollevatopiùdubbieriserve.
Ilprimopuntoèinnettacontraddizioneconl’articolo��dellaConvenzionediGinevraedè infatti“inutilizzabile”dapartedeivarigoverninazionali;ilsecondoèinvecequellochehapiùincisonellimitareildirittod’asilo.
Spessogliaddettiallasorveglianzaprivatanegliaeroporti,neiporti in tutti i puntidi sbarco, i qualinonèdetto cheabbianocompetenze nel campo del diritto internazionale, divengono unveroepropriomuro“illegittimo”perchi,legittimamente,vogliachiedere asilo in Europa. La Convenzione di Dublino riprendeedapprofondisce,sostituendole,lenormesull’attribuzionedeglistatiinmeritoallaprimaistanzaformulatenellaconvenzionediSchengen.Nellacapitaleirlandesesidecisecheognisingolopaeseè competente nell’esaminare la domanda quando vi sono le se-guenticondizioni:
-legamifamiliaritrailrichiedenteedunsuoparente(coniuge,genitoriseeglièunminorenne,figliseminoridi18anni)giàrico-nosciutorifugiatoinquelpaese;
-quandolostatointeressatoabbiarilasciatoalrichiedenteunvistodiqualsiasinatura;
-quando il richiedente presenti per la prima volta domandad’asilonellostatointeressato;
Brevestoriadell’asilotraprotezioneerepulsione
47
-quandolostato,seconsideratosicuro,siastatoattraversatoperprimodalrichiedente.
EntrambeleConvenzionisipongonocomeelementiche“modi-ficanoalribasso”lamateriadelrifugio,limitandolacircolazionedeirichiedentielalorolibertàdiavanzarerichiestadiprotezione.Talielementihannogeneratomolteperplessitàinmeritoallale-gittimitàdisimilidisposizioni,poichéessesonostatevaratefuoridaldirittocomunitario,sostanzialmenteattraversoaccordidirettitraigoverni,senzainformaregliorganidemocraticirappresenta-tivi,comeilparlamentoeuropeoeivariparlamentinazionali.
Unragionamentoanalogoèapplicabileall’incontrotra imi-nistri dell’immigrazione tenutosi aLondranel 1992,durante ilqualesipreseunadecisionedallepesantiripercussionipratiche:fu creata la categoria delle domande di asilo “manifestamenteinfondate”. Si ritenne che le domande provenienti da cittadinidi taluni paesi classificati come democratici fossero irricevibilipoiché“chiaramente”strumentali.Unasimiledisposizione,assaicontroversa,eragiàstataistituitaconilprotocolloallaconven-zionediSchengendel1992,maintalecasoessacoinvolgevasoloicittadiniprovenientidaunodeipaesidell’Unione.Nellacapita-leinglese,invece,questadirettivavenneallargataancheamoltialtri paesi i cui cittadini, nei fatti, venivano esclusi dal dirittoall’asilopolitico.Sulla“democraticità”dicertigoverniinseritiinquestalista,AmnestyInternationaledaltreorganizzazioniperladifesadeidirittiumanihannosollevatomolteriserve.LaTurchia,adesempio,invirtùdelsuopesopoliticoestrategico,èriuscitaspessoafarsiinseriretraipaesiinviadifortedemocratizzazio-ne,benchédairapportidell’Associazioneper iDirittiUmani inTurchia(IHD),emergaunquadroassaidifferente:
Lasituazionedeidirittiumaninonègratificantesesivalutanolametàdell’annoprecedenteequelladiquestoanno,separata-mente.Leviolazionideidirittiumanisonoproseguiteinentrambiiperiodi.Sononecessarisforzicontinuativiesistematiciperfar
LibroProvinciaMilano
48
diminuireeporrefinealleviolazioni,perpoterdefinitivamentegiungereadunprogressopositivo.L’IHDèdelusadelleviolazionideidirittiumaniestafacendotuttoquellocheènecessarioperagirepreventivamente(KurdistanReport,4/12/2000,26).
Rimaneildatoche l’asilo,secondolaconvenzionediGinevradel1951,deveessere riconosciuto solodopo l’analisidel singolocaso.Inunregimedemocratico,infatti,nonèdettochenonpossa-noverificarsicasidipersecuzioneindividuale.Larigiditàdellenor-meintrodotteeilfattochegliaccordi(Schengen,DublinoeLondra)sianoesterniallanormecomunitariehannoportatomoltianalistiadesprimeredubbieperplessitàsuinuovidispositivi.Infatti,po-stefuoridallecompetenzedegliorganismicomunitariedallaCortediGiustiziaeuropea,lequestioniinerentiildirittod’asilo,l’attra-versamentodellefrontiereolapoliticasull’immigrazionevengonoaffidateallaCooperazioneintergovernativadeipaesimembri,valeadireallacooperazionedeiMinistridegliInterni,dellaGiustiziaedellerispettivePolizie.Nell’ambitodellaCooperazione,gliaccordipossonoesserepresiinsegreto,nonsottopostiadalcuncontrollogiurisdizionaledegliistituticomunitarienondevonoessererati-ficatidalParlamentoeuropeo,nei fatti impedendo,o fortementelimitando,lapossibilitàdapartedell’opinionepubblicaodelleas-sociazioniperladifesadeidirittiumanidiintervenirenelsettore.
IltrattatodiAmsterdam,siglatoil2ottobre1997edentratoinvigoreil1maggio1999,costituisceuntentativodirisponde-reaquestecritiche.Ilsuoscopo,infatti,eradi“comunitarizza-re” a livellodell’Unione lenormedelleprecedentiConvenzioniedaccordisull’asilopolitico.Leprecedentidisposizionivenneroconfermate;malacompetenzanonerapiùesclusivadeigoverni.Essapassavaalleistituzionicomunitarie:Consigliod’Europa,laCommissioneeilParlamentoeuropeo,laCortedigiustiziaeuro-pea.L’auspicioerachesipotessegarantireunmaggiortassoditrasparenzaemaggiorispazididibattitodemocratico.
L’unicoveroaspettodigrandenovitàdelTrattatodiAmster-
Brevestoriadell’asilotraprotezioneerepulsione
49
damèl’averaffrontatolaquestionedella“temporary�protection”,acuièstatodatoriconoscimentolegaleinternazionale.Inaugu-ratadurantelaguerranellaex-Jugoslavia,essaricevetteun’in-vestitura giuridica sovranazionale solo qualche anno dopo. Perquantoriguardalasuaprimaapplicazione,gliscontriarmatitraleattualiSerbia,BosniaeCroaziacausaronoungrannumerodiesuli e di richiedenti asilo sul territorio europeo, i cui governiinauguraronol’usodeldocumentoappenacitatoperospitaregliampi movimenti migratori di fuga. Simile decisione ebbe alcu-ni aspetti indubbiamente positivi: le procedure furono snelliterispettoalrifugiopoliticotradizionaleel’accettazionedelledo-manderichieseuntempomoltobreve.Inoltre,ladomandanondovette essere accompagnata da una grande documentazionecomprovante la persecuzione, poiché questa fu considerata undatodifatto.Tuttavia,vifuancheunazonad’ombracheperdurafinoadoggi.La“temporaryprotection”èmoltomenovincolanteperloStatod’accoglienza:leautorità,generalmenteinpresenzadiunmiglioramentoanchesoloformaledellacondizionepoliticaneiterritoridifuga,possonodecideredirimpatriaretutticolorochegodonodiquestopermesso.Quelcheavvenne,infatti,èchenonappenasiraggiunseuntrattatodipace,piùteoricocherea-le,gliStatiospitantiiniziaronounapoliticadirimpatrio.Questastrategiarappresentòrealmenteunpuntodisvolta,icuieffettisisentonoconforzaancoraoggi.L’asilopoliticosancitoaGinevranel1951,infatti,èsemprepiùirraggiungibile,afavoredelsecon-dodocumento,checonsenteaipaesid’arrivodiassumersiminoriobblighi:
“Adifferenzadeldirittod’asilo,lostatutoditemporaryrefugee,edirifugiatodiprimafacie,concedeunaformadiprotezioneadinterimesiapplicacollettivamente,evitando“dispendiose”pro-cedurediaccertamentoindividuale,consentendocioèidealmenteunarispostapiùimmediataall’emergenza.[…]Neifatti,glieffettidiuntale“statuto”collettivoannullanoogniistanzaindividuale
LibroProvinciaMilano
50
elapieganoacriteridiriconoscimentoesclusivamenteetnici.So-prattutto,sospendonoognidirittosocialeprevistoperlostatutoindividuale di rifugiato: le prestazioni di welfare in termini didirittoallasalute,all’assistenzaeall’educazione,nonchéildirittoallavoro[…]lacategoriaditemporaryrefugeesembradestinataainglobarealpropriointernolafiguradelrifugiatostabilitadallaConvenzionediGinevra,supresuppostioppostirispettoaquelliauspicatidall’AltoCommissariato”(Rahola,200�,129)
In sostanza, afiancodell’aspetto incoraggianteprecedente-mente indicato-lacomunitarizzazionedeldirittod’asiloeuro-peo-anche ilTrattatodiAmsterdamtendequindiaseguire ladirezioneprevalenteneglianni ‘80e ’90,verso un forte ridi-mensionamentodeldirittoall’asilopoliticosulsuoloeuropeo.
L’ultimopunto che ci restadaaffrontare,per comprenderea fondo le restrizioni imposte al diritto all’asilo nel corso delperiodostorico indicato, riguarda il “rimpatrio”.Questoaspet-tohaincisoinprofonditànellapoliticadigestionedeirifugiatipoliticinelpresente;irimpatrisonoavvenutiancheprimadellascansionetemporaleindicata,tuttaviaèindubbiocheessihannoassuntounpesostrategicoimportanteversolafinedelsecolo.
Duedatipossonocontribuireamegliocomprendereilfenome-no.Neimesisuccessiviall’accordodiDaytondel1995sonostatirimpatriati250.000bosniaci,nellamaggiorpartedeicasirifugia-tipoliticiinterritorioeuropeo.Perquelcheriguardailcontinenteafricano sideve indicare comeuno tra ipiùgrandiprocessidirimpatriodellastoriaavvenganelsecondosemestredel1996;inpochimesifuronoricollocatiinRuanda720.000rifugiatiprove-nientidall’exZairee485.000dalconfinedellaTanzania.
Questonuovoorientamentonellagestionedichiscappadallapersecuzioneportaconséaspettidotatidiunaqualchepositività.Taliaspettisonoessenzialmentedue:ilritornodicolorocheera-nofuggitipuòdefinirsiunaveraepropriainiezionedifiduciapercolorochesonorimasti.Questohapiùvaloredimillediscorsie
Brevestoriadell’asilotraprotezioneerepulsione
51
dimilleaccordidipace.Similimovimenti,infatti,rappresentanoconcretamenteilfattocheilperiododitensioneediconflittoèrealmenteterminatoechetuttoètornato“comeprima”.
Ilsecondofattoreèstrettamentedinaturapolitica.Lapersi-stenzadigrandimassediuominiedonnefuoridalterritoriona-zionalepuòdivenireunfattoredestabilizzante;nonpartecipandoalprocessodipaceediricostruzione,essidelegittimanoimpli-citamenteglieventualiaccordistipulatitra leparti inconflittopoiché,peravereunarealeefficacia,devononecessariamentein-cluderetuttiicittadini.Afiancodiquestibuonimotivi,però,ilrimpatrioportaconséseriproblemi.Ilritornoacasapuò,comeèavvenutonelcasodeiruandesirifugiatisiinTanzania,avveniresottocostrizioneeversounterritoriononpacificato.Ciòavvienepoichéilpaeseospitante,specieseinprecariecondizioniecono-miche,decideche“l’onere”peraccogliereirichiedentiasilononèpiùfinanziariamentesostenibile.Talesceltahavistocomepro-tagonistiancheipaesieuropei,iqualihannoritenuto,comenelcasodialcunicittadinibosniaci,cheilpaesediprovenienzadeirifugiati avesse raggiunto una sicura stabilità democratica. Unsecondoproblema–troppospessosottovalutato–ècheilrimpa-trioèunveroepropriotraumapercolorochevivonoall’esterodamoltianniesonooramaicompletamenteinseritinelpaese“ospi-tante”.Ilritorno“acasa”coincideconunsecondoabbandonodiunacondizionesocialeche,magari,sistavagiàevolvendoversouna“tranquillità”economicaedaffettivaeconlanecessitàdiri-cominciaretuttodaccapo.
Ilrientropuòdareorigineafenomenidiaggressivitàerancoreneiconfrontidicolorochevengonoaccusati,dapartedicolorochenonsisonoallontanati,diessere“scappati”.Inuncontestodipacificazione,quindi,possonoverificarsigraviattidiviolenzaversocolorocheritornano,costringendoliadunnuovopercor-somigratorio, alla ricercadiunposto chepossagarantire lorolanecessaria tranquillitàperpotervivere. Il rimpatrio,quindi,troppospessovieneutilizzatocomeunmezzoveloceedefficace
LibroProvinciaMilano
52
per“liberarsi”deirifugiati,divenuti,insiemeaimigranti,caproespiatoriodellarecessioneostagnazioneeconomicacheinvestemoltipaesi,costituendosicomeunaveraeproprialimitazionedeidirittideirifugiati.Suquestopuntol’ACNUR,purrimanendoina-scoltato,hadatempoprotestatoefattosentirelapropriavoce:
Malgradoilprincipioconsacratointernazionalmente,secondocuiilrimpatriodeveaverluogo“subasetotalmentevolontaria”ein“condizionidisicurezzaedignità”,èbenchiarocheunanote-voleproporzionedeirimpatriatirecenti,intuttoilmondo,sonostatisottopostiaunaqualcheformadicoercizione.[…]questaèstatainmolticasiintenzionaleedèstataesercitatadaigoverniedallecomunitàospitanti,oltrechedaaltrepartiincausa,conilprecisointentodicostringereirifugiatiafarritornoinpatria.Ètristeconstatareche,negliultimianni,ilprincipiodinonrefou-lement(nonrespingimento),cheimpediscecheirifugiativenganorimandatiinpaesiincuilalorovitaolalorolibertàsarebberoinpericolo,èstatoregolarmentecalpestato(AAVV,1997,147).
1.7.�Il�rifugio�politico�in�ItaliaL’analisidellanormativasulrifugiopoliticonelterritorioita-
lianodevepremettereche inItalianonesisteancorauna leggespecificaperordinarequestamateria.Sebbeneilnostroordina-mentoabbiaricevutolaConvenzionedel1951conlalegge722del24luglio1954,lamateriaoggettodiriflessionenonhaunasuanormativadeterminata.
L’Italiasièpercepitaperanniesclusivamentecomeunpaesediemigrazionepiùchediimmigrazione.Ilprimopacchettodileg-giinquestosettoreèdel1986esoloconildecretoleggenumero416del�0dicembre1989,convertitonellaleggenumero�9del28febbraio1990,èstatoabolitoilvincoloterritoriale,cheinpre-cedenzaincludevasoloicittadinieuropeiperl’assegnazionedel-l’asilopolitico.Tuttavia,nonsidevepensarecheinquestosettorespecificononvisiamaistataattenzione. Ipadricostituzionali,
Brevestoriadell’asilotraprotezioneerepulsione
5�
alcontrario,sancironosolennementeildirittoalrifugiopolitico,tantochel’articolo10comma�recita:
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivoeserciziodellelibertàdemocratichegarantitedallaCostituzioneitaliana,hadirittod’asilonelterritoriodellaRepubblica(Baldas-sarre,Mezzanotte,1987,222)
L’autopercezionediesseresolamenteterradiespatrioèfacil-
mentecontraddettadalfattochesulsuolonazionaletrail1945eil1952arrivarono120.000profughi,assistitiprimadall’UnitedNationsReliefandRehabilitationAdministration(UNRRA)esuc-cessivamentedall’InternationalRefugeesOrganization(IRO).Inquestoperiodol’Italiasvolgeunruoloessenzialmentedispaziodi transito, seppur di una certa durata; i rifugiati soggiornanonelpaesefinoaquandoleorganizzazioniinternazionaliindicatenontrovanounoStatodispostoaconcedergliasilo.Allafinedel1951,l’IROcessalesueattivitàel’assistenzadeiprofughidivie-nedidirettacompetenzadelgoverno,tramitel’Amministrazioneaiutiinternazionali(AAI),incollaborazioneconl’ACNUR,chenelfrattempoavevaapertoisuoiufficinelterritorio.Nel1977,l’AAIcessalesueattivitàeinuoviufficichecollaboranoconleNazioniUnitesonodidipendenzadelMinisterodegliInterni–Direzionegeneraledeiservizicivili,divisioneassistenzaprofughistranie-ri.Anche inquestocaso, tuttavia, sul territorionazionalesonopresenti solo rifugiatide facto,nonriconosciuti tali secondo laConvenzionediGinevradel1951dapartedelGoverno,ilqualesiappellaancoraalla“riservageografica”.Soloconlalegge�9/90,ilrifugioentranellagiurisprudenzaitaliana:supressionedell’opi-nionepubblica,venutaaconoscenzadellecondizionidivitadeiprofughiinItaliaaseguitodell’omicidiodiJerryMaslo12,vieneistituitalaCommissioneCentraleperilriconoscimentodell’AsiloPolitico, con sede a Roma. Tuttavia, nonostante le sollecitazio-nipolitichenonsianomancateanche in tempirecentissimi,ad
LibroProvinciaMilano
54
esempioconl’asilopoliticoconcessoalleaderdeikurdiAbdullahOcala(consentenzaemessail1ottobredel1999),atutt’ogginonesisteancorainItaliaunaleggeorganicasuldirittod’asilo.
La legge “Bossi–Fini” (189/2002) ha introdotto delle novitànei regolamenti nel settore analizzato, divenuti operativi nel-l’aprile2005.Sonostateistituitesettecommissioniterritorialiper l’analisidelledomanded’asilo,esonostateallestiti speci-fici Centri di Identificazione per richiedenti asilo sottoposti atrattenimento obbligatorio per aver eluso o tentato di eluderei controllidi frontieraocomunque incondizionedi soggiornoirregolare.Costorodevonoaffrontarela“procedurasemplifica-ta”delladuratamassimadiventigiorni,conlapossibilità,neisuccessiviquindicigiorni,difareappelloalTARealtribunalecivileincasodiesitoalorosfavorevole.Ancheinquestocaso,ledisposizionisembranorispecchiareilclimaprevalenteapar-tiredallasecondametàdeglianni‘80,consistenteinunarealediminuzionedellelibertàgarantiteairichiedentirifugiopoliticosulterritorioeuropeo.Perquesto,alfinedicomprendereappie-noqualisianoglieffetticoncretidellenormesuldirittod’asilo,riteniamoindispensabilecitareleparoledichidirettamentehavissutoprimal’esperienzadarichiedente,eoral’esperienzadiviveredarifugiata:
èverocheviviamoinunmondoglobalizzato,nelqualesonostatiabolitiilimitidelletransazionifinanziare,maèunmondochecreabarriere insormontabiliallagente in fugadasituazio-niestremamentedure,causatealorovoltodallasocietàglobale.Talibarrierehannorisvoltipolitici,sociali,economici,maancheumani.[…]Laproceduraperottenerel’asilopoliticoinItaliaèdicircaunanno:èunalungaattesa.Nelfrattempononpuoilavora-reenonpuoiesserepadronedellatuavita(Hanciles,200�,99).
Brevestoriadell’asilotraprotezioneerepulsione
55
1.8.�Europa:�libertà,�sicurezza�e�giustiziaNel1999ilConsiglioEuropeosiriunìaTampereperconcorda-
reunadirettivabasatasulprincipiopercui“unapoliticacomunenelsettoredell’asilo,cheprevedaunregimeeuropeocomuneinmateriad’asilo,costituisceunelementofondamentaledell’obiet-tivodell’Unioneeuropearelativoallaprogressivarealizzazionediunospaziodilibertà,sicurezzaegiustiziaapertoaquanti,spintidallecircostanze,cercanolegittimamenteprotezionenellaComu-nità”(direttiva200�/9/CEdelConsiglio).
IlConsiglioEuropeoriconoscevacosìlanecessitàdiapplica-renelmodopiùestesopossibilelaConvenzionediGinevraeleprincipaliCartedeidirittiumani,inclusalaCartadeiDirittiFon-damentalidell’UnioneEuropea.Alcontempo,cercavadistabilireperl’accoglienzadeirichiedentiasiloedeirifugiatideglistandardminimicomuniatuttiglistatimembri.StabiliredeglistandarddiaccoglienzacomuniatuttigliStatidell’Unione,avrebbe,secondolaDirettiva,dovutogarantiredaunlato“standarddivitadignito-siecondizionicomparabili”(direttiva200�/9/CEdelConsiglio)e,dall’altro,proprioinvirtùdiquestestesse“condizionicompara-bili”,prevenireelimitarei“movimentisecondari”deirichiedentiasilo.NellaterminologiadellaDirettiva,sei“movimentiprimari”coincidonoconipercorsidifugadalproprioPaese,i“movimentisecondari”altrononsonochelemigrazioniattraverso iconfinideglistatieuropeidapartediqueirichiedentichesonoincercadicondizionidiaccoglienzapiùvantaggiose.Questi “spostamenti”inpassatoeranolegati,almenoinparte,aquellocheènotocome“asylum shopping”: presentare più domande di asilo in diversiStati è stataa lungounadelle strategieusatedaalcuni richie-denti per aumentare la possibilità di ottenere il riconoscimen-todellostatusdirifugiatoinalmenounodiessi.L’applicazionedellaConvenzionediDublinoedellemisuredicontrolloadessacorrelateharadicalmenteridimensionatoquestapossibilità.UnabancadatidiimprontedigitalidisponibileallepoliziediogniSta-tomembro,permetteinfattidiindividuareipaesidicompetenza
LibroProvinciaMilano
56
peririchiedentiasiloche,sottofalsegeneralità,cercanodiintro-dursiinaltripaesi,ossia,inpaesidiversidaquellodovehannopresentatoperlaprimavoltalarichiestadiasilo.
Unobiettivochequestadirettivaeuropeasiproponevaquin-di, eradiomologare leprocedureegli standarddiaccoglienzaper fare inmodochenon fossero sologli stati conunwelfarepiùgenerosoasobbarcarsiilcaricomaggioredirifugiati.Inaltritermini, si cercavadi fare inmodo che fossero altri fattori adinfluenzarelasceltadelPaesenelqualepresentareladomandadiasilo.
C’èunassuntodifondoimplicitoinquestadirettivachevalelapenasottolineare:miglioricondizionidiaccoglienza–unsiste-madiwelfarestatalepiùefficienteosemplicementepiù“gene-roso”–attraepiùrichiedentiasiloepiùrifugiaticonconseguentiaumentideicostieconomiciesocialiperilPaesed’accoglienza.Comprendiamoalloracomesiinsinuisottilmenteun’altraidea,ossia,cheilrichiedenteasilooilrifugiatosiaunpesoeconomicoesocialechegravasullelimitaterisorsenazionali:un“ricevente”piuttostocheun“contribuente”.
Daquestol’importanzadidistingueretrameritevolienonme-ritevoli,“veri”e“finti”rifugiati,doveildubbioesospettosonoin-sitinel“riconoscimento”stessodell’”altro”(Bloch,Schuster2002;Sales2002).Comedareallorarispostaallalegittimarichiestadiprotezionedapartedi chi richiedeasiloma, soprattutto, comeproteggerelasicurezzadell’“areaeuropeadi libertàegiustizia”senzaintaccarequestestesseideedilibertàegiustizia?
Partendo da questi assunti, per scoraggiare l’arrivo di “mi-grantiforzati”unapossibilemossaconsisteproprionelridurreidirittidiaccessoalwelfarediunPaese,depotenziandol’“effettomagnete” (Bloch, Schuster 2002) che questo può esercitare suiflussimigratori; insecondo luogo, fare inmodochesianoaltristati nazionali, meglio se “paesi terzi”, ad occuparsene (Dwyer2005).Queste,almeno,sembranoessereleduedirettriciprinci-palidellepoliticheeuropeesull’asilodiquestiultimianni.
Brevestoriadell’asilotraprotezioneerepulsione
57
Danotare,perquantoriguardaladeresponsabilizzazionede-gli stati europei, chegli accordibilaterali con “paesi terzi”perilrimpatriodistranieri–einparticolare,dicolorogiunticlan-destinamente in Europa dalle coste africane sul Mediterraneo–rispondonoperfettamenteaquestaesigenzarestrittivaperchéallontanano,nonsologeograficamente,leresponsabilitàdi“chiaccoglie”dai confiniedai territorideipaesi europei, comenelcasoitalianodovesiesternalizzasemprepiùilconfineela“ge-stione”dell’asiloinLibia.
Sulfronteinterno,invece,percomprenderecomesisiaevolutalarispostaeuropeaaquestastessaesigenza,occorretenercontodellacrisidelwelfarenazionaledistampokeynesianoaggravatapropriodaiflussimigratoriglobalizzati(Jessop1999).Semprepiùstatieuropei,negliultimianni, seguendounaprecisa tendenzaneoliberale, hanno delegato la responsabilità di accogliere e diassistereimigrantidiogniprovenienzaadentidelterzosettore:ONGoassociazionidivolontariatoecooperativesociali,adesem-pio,maancheentiistituzionalilocalieregionali.InItaliaquestatendenzaèforsepiùevidentechealtroveperlapressanteneces-sità dei governanti locali e nazionali di ridurre l’impatto dellaspesasocialesulletassedeicittadinieconessol’impressionantedebitopubbliconazionale.Itagliaifinanziamentidisponibiliperlaspesasocialesonostatidunquesemprepiùconsistentiesonoandatidiparipassoconunaconcezioneliberaledellacittadinan-zachesottolineaconmaggioreenfasichemai laresponsabilitàindividualedibadareasestessi,difarcontosulleproprierisorsenellamassimaautonomiapossibile, inbreve,di “vivereperico-losamente” lapropria libertà (Foucault 2005b). Le conseguenzediqueste riduzioni edi questi tagli, che colpiscononona casoeprincipalmenteirichiedentiasiloeirifugiati,sonoevidentiachiunqueabbiaachefareconquestepersone.
Pertuttequesteragioni,questaanalisinonpuòesseredisgiun-tadaconsiderazionicheprendano inesame il ruologiocatodaONG,cooperativeeassociazionidivariotipocheentranoafar
LibroProvinciaMilano
58
partedell’oceanodiattorinonistituzionalichesupportano,inunambiguometissaggiodiresponsabilità,ilsistemadigaranzieso-cialiitaliano.Lagestionedellaquestioneabitativadeirichiedentiedeirifugiatidaquestopuntodivistaèesemplificativa.Ipostilettodellestrutturediaccoglienzacomunaliperuominisonoge-stitiaMilanodaunacooperativasocialeprivata.Ipostidispo-nibili sono tuttaviadecisamente inferiori rispettoalnumerodirichiedentierifugiatichenehannobisogno.Colorocherimango-noesclusipervarieragionidallapossibilitàdiaccedereaquestotipodistrutturecomunalivengonoinviatiofannoriferimentoastrutturegestitedaaltrecooperativesocialioassociazionidivo-lontariato.Questesiassumonospessoanchel’incaricodigestirealtreproblematichelegateallenecessitàdeirichiedenticometro-vareunlavoro,preparareootteneredocumenti,cercarecorsidiformazione.Dalmomentocheiltempodipermanenzainciascu-nadiquestestruttureèlimitatoedefinitodaaccordiprecisi–espessostandardizzati–conibeneficiari,irichiedentierifugiatichenonhanno trovatouna sistemazionedefinitivaperproprioconto devono continuamente cercare e muoversi sul territorioperindividuarenuovestrutturealloggiative.Inquestosensoilsi-stemadiaccoglienzacomunalefunzionasoloperchépresupponel’esistenza,espessoancheunrapportodicollaborazionedirettooindiretto,conquestealtreorganizzazionieassociazioni.
Pertornareallaquestionedellepolitichedell’asiloinEuropaèseguendola logicaeuropeadiaverestandardminimicomunia tutti gli statimembridellaComunitàche si èarrivatiadunregimed’asilodistandardcomuniminimi(Duvel,Jordan2002;Lindstrom2005).Loscopoèchiaro:rendereglistatidell’UnioneEuropeatuttiugualmentenonattrattivi(Bloch,Schuster2002).
Questa strategia sovrannazionale di armonizzazione dellagestionedellemigrazionihaprodottoneltempounacomplessaretedigovernoamolteplici livelli, sia internamenteai confinideglistatinazionalisiaaldilàdiessi(Dwyer2005).Mailfattoche,comesiaccennava,adoccuparsidimigrantisianosempre
Brevestoriadell’asilotraprotezioneerepulsione
59
piùnumerosigliattorinonstatalinonsignificachelostatona-zionenonabbiasmessodigiocareunruolodeterminanteenonmantenga ilpoterepoliticoestrategicodi influenzare lesceltesullepolitichedell’immigrazioneesuquelledeimigranti(Jessop1994;Dwyer2005).Sebbeneproliferinogliaccordieitentatividiaveredefinizionicomunialivelloeuropeo–apartiredalladefini-zionestessadi“rifugiato”–ciascungovernonazionale,neifatti,cercadiconservarelaprerogativadistabilireicriteridiricono-scimentoedicollocazionedeirifugiatientroilpropriosistemadiwelfare.Ognitentativodiestendereipropriparametrialivellocomunitariosiètradottoperquestomotivoinungiocoalribassodovesonoprevalse,inmateriadiasilo(manonsolo),leprocedu-repiùrestrittiveemenofavorevoliperimigranti.Aquestopro-posito,dapiùpartisifanotarecomeilmodellodiaccoglienzadeipaesieuropeimeridionali–chenotoriamentehannounsistemadiwelfarestatalepiùdebolerispettoapaesicomeRegnoUnitooGermania–abbiaoffertoiprincipalispuntidiispirazioneperlenuovepoliticheeuropeesull’asilo.
Per concludere, vale la pena sottolineare come il sistema diwelfarediciascunostato,nelmomentoincuipresupponeedefi-nisceicriteridiappartenenzaadunacomunità,sia–perlasuaparadossale capacità di includere ed escludere al contempo lestessecategoriedipersone(Bommes1999;Williams1996,citatiin:Bloch,Schuster2002)–unodiqueidispositividigovernochepossonoasuavoltaprodurreoriprodurreformedimarginalizza-zioneedisofferenzasociale(Kleinmanetal.1997).
Note�di�fine�capitolo
4FrjdtiofNansenèstatounoscienziatoedesploratorenorvegeseconstrettirap-porticonl’Italia.ANapoli,infatti,fondòunimportantecentrointernazionaleperlaricercazoologicaedoceanografica.Èdaricordare,inoltre,cheogniannol’ACNURassegnailpremioF.Nansenadistituzioni,gruppiosingolichesisonodistintiper
LibroProvinciaMilano
60
l’operaeccelsaprestataa favoredeirifugiati.Nel2006, il riconoscimentoèstatoassegnatoalcapitanoArneRinnandellanaveTampacheil26Agostodel2001salvòcentinaiadiuominiedonneprovenientidall’Indonesiaiquali,imbarcatisuunacarrettadelmareedirettiversol’Australiaperrichiederel’asilopolitico,stavanonaufragandonelcuoredell’OceanoIndiano.
5Glihererosonounapopolazionedell’attualeNamibiache, inepocacolonia-ledovettesubireunadevastanteguerragenocida.Infatti,apartiredallasecondametàdel1800,essisiopposeroall’espansionismocolonialetedescopagandountri-butoenormeperquestalororesistenza;inparticolarmodoilgeneraletedescoVonTrothaadottò,neiprimiannidel1900,unaveraepropriastrategiadisterminio.Seprimadell’invasionecolonialelapopolazionehereroeracompostada80000indivi-dui,nel1905,dopoleazionididistruzioneportateavantidall’esercitotedesco,illoronumerosceseanonpiùdi16000soggetti.Maggioriinformazionisonocontenu-teinAnnaMariaGentili(1998).
6Ibidem,p.67LadefinizionediuniversalismopropostadalfilosofoPierreAndrèTaguieffèla
seguente“Visionedell’umanitàchesifondasull’affermazionedell’esistenzadiunanaturacomuneatuttigruppiumaniedellalegittimitàdelleesigenzeuniversali.Inmodopiùspecifico:Dottrinadellafondamentaleunitàdelgenereumano,aldilàditutteledifferenzebiologicheeculturali”(Taguieff,1999,118).
8Ildifferenzialismoèunadottrinapoliticoculturaleportataavantidallanuovadestrafranceseapartiredametàdeglianni’80eche,recentemente,staottenendouncertosuccessointuttaEuropa.PerunadefinizionerigorososipuòcitarePierreAndrèTaguieff “Insiemediattitudiniedicomportamentiche fannoprevalere leappartenenzeparticolari rispettoall’appartenenzaal genereumano.Piùprecisa-mente:1.Visionedell’umanitàcheprivilegialedifferenzetraigruppi(razze,etnie,popoli,nazioni,civiltà),echetendeadessenzializzareleidentitàcollettive.2.Dot-trina fondata su un radicale relativismo culturale, che postula l’incommensura-bilitàdelleculture (odellamentalitàdigruppo)e la lorochiusura insestesse.”(Taguieff,1999,112).
9Questastrategiapoliticaèdurataalungo,tantochenonmoltiannifaungran-deespertodiquestioni legateall’immigrazioneapropositodeiflussidall’Albaniacon ironia scriveva “Le posizioni governative e quelle della grande stampa sonostatemoltocoerenti.MentrelagiornalistaM.A.Macciocchi,sull’autorevoleCor-rieredellaSera,spiegavachebisognavadareatutti,maproprioatutti, lostatusdirifugiatopoliticoperchèfuggivanodagliorroridelcomunismo,ilpresidentedelConsiglioAndreottiadottavadueadolescenti[…]l’azionedelpresidentedelConsi-gliononpotevanonavereunvaloresimbolico:uninvitoad“adottare”glialbanesi(Pugliese,1997,50).
10UnasimileprospettivaèstatacoltaconluciditàdaCliffordGeertz,ilqualescrive“Ilcrollodell’UnioneSovietica,peresempio,eipassiincertidiciòcheleèsucceduto […]hanno innescatouna catena di sconcertanti divisioni e instabilità
Brevestoriadell’asilotraprotezioneerepulsione
61
tutt’altrochetrasparenti.LostessodicasidellerinnovatepassioninazionalisticheinEuropacentraleedorientale[…]Ilsorgere,inmolteregionidelmondo,dimovi-mentiarmatiasfondopolitico-religiosoeilnasceredinuovicentridipotereedibenessere inMedioOriente, inAmericaLatinaenelSud-Estasiaticohannocon-tribuito,alorovolta,alfarsistradadiungeneraleimpressionediinstabilitàediinsicurezza”(inGeertz,1998,15).
11Veramenteincisivaèlaseguenteaffermazione“Durantelaguerrafredda,lesuperpotenzeeiloroalleatinelleregionimenosviluppatenutrivano,neiconfrontideirifugiati,uninteressestrategicochecompensavaicostidell’asiloedell’assisten-za.Inalcunicasi[…]unesododirifugiatipotevaesserestrumentalizzatosiaperscreditareilgovernodelpaesediorigine,siaperpromuoverel’immaginedeipaesicheoffrivanol’asilo”in(A.A.V.V.,1995,�7).
12EraunsudafricanorifugiatodefactoinItaliaucciso,forseperrazzismo,nel1990aVillaLiterno.Scappòdalsuopaesepoichédirettamenteimpegnatonelmovi-mentoperidiritticiviliepoliticiaineri.
LibroProvinciaMilano
64
2.1.�L’accoglienza�in�Italia:dalla�Legge�Puglia�al�Sistema�di�ProtezioneInItaliailproblemadicomeaccogliereirichiedentiasiloei
rifugiatisorsesoloneglianninovanta.Ilconflittojugoslavo–condisertori eprofughidi guerraalla ricercadiun rifugioaldi làdell’Adriatico-miseaduraprovagiàdaiprimiannideldecenniolecapacitàorganizzativeediaccoglienzadellevarieassociazioni,ONGecomitatilocalicheperprimisiimpegnaronoafornireunsupporto,perlopiùmateriale,atuttequestepersone.
Lamancanzadiuncoordinamentoediunaretetraivarientiche,avariotitolo,eranocoinvoltinellagestionediquestiarrivi,spinseglistessiacercareluoghidiconfrontoediscambiodiideeperelaboraredellestrategiediinterventocherimettesseroindi-scussioneunacertaideadiaccoglienzaecheassumesseunapro-spettivacentratasullasingolapersona,“vistanelsuocomplessoeportatricedidiritti,dignitàestorie”(ICS2005,66).Siavvertìperciò,findasubito,l’esigenzadiprofessionalizzaregliinterven-ti,acominciaredallaformazionedeglioperatorisulcampo,persuperareun’ideadiaccoglienzapensatacomeunalbergaggiochefornisce “vitto, alloggio e vestiario” ad “assistiti, destinatari diazionidicarità”(ICS2005,66).
Nonostantequestipropositivenneemanatanel1995 laco-siddetta “Legge Puglia” che istituiva lungo le coste pugliesi deicentridiprimaaccoglienzaconl’obiettivoprimariodiidentifica-reedistinguerelerichiestedeimigrantidaquelledeirichiedentiasilo.Nessuneffettivopercorsodiaccompagnamentoduranteedopo l’eventuale riconoscimentoe il rilasciodiunpermessodisoggiornoeraprevisto.
Ciò favoriva la dispersione sul territorio nazionale – con laconseguentedifficoltàareperirecolorochenonavevanoancoraavutounaconvocazionedifronteallaCommissioneCentrale–eladispersioneinaltripaesieuropei,conl’effettodiincentivareilcosiddetto“shoppingdell’asilo”(ICS2005).
Richiedentiasilotradipendenzaeautonomia
65
LacrisidelKosovo,con“l’emergenzaumanitaria”chenecon-seguì,segnòunasvoltaperilsistemadiaccoglienzadistranie-ri in Italia. Ilnumerodiprofughierasemprepiùconsistenteeledomandediasilonel1999raggiunserounaquotamaitoccataprima:��.000.E’inquestocontestochenacqueilprogetto“Azio-neComune”,unpartenariatoestremamenteeterogeneodientitàsocialidelterzosettore1�,pensatoperfarfronte,almenoinizial-mente.all’emergenzacreatadall’arrivomassicciodeikosovariinmaniera coordinata e con degli standard di intervento comuni(ICS2005,68)magradualmenteestesaadaltre categoriedi ri-chiedenti.L’obiettivoeraquellodioperare“inmodoomogeneoalfinedievitarediscrepanzetradiversemodalitàdipensareerea-lizzarel’accoglienza”(ICS2005,68),cosìcomesuggerivailnomestessodelprogetto.
AzioneComune,eradunqueuntentativodi“superaredefini-tivamenteilconcettodellameraaccoglienzamateriale”edipro-porre innanzituttounefficace serviziodiassistenza legaleediinserimentosocialechericonoscesse,daunlato,lanecessitàdicollaborareconglientilocaliaffinché“l’accoglienzadirichiedentiasilonon[rimanesse]unaquestioneprivatadelleorganizzazionidel terzo settore” (ICS2005,68) e che,dall’altro, esigesse sem-pre maggiore professionalità ai suoi operatori per rispondere abisogni edomandedi accoglienza semprepiùprecise emirate.Fuchiarofindasubito,infatti,cheil“semplicevolontariato”,perquantofornisseuncontributofondamentale,nonerasempreingradodisostenereerispondereadeguatamenteatutteleesigen-zecheemergevano.Cambiòinsommailconcettodiaccoglienza–“intesainmodocomplessivo”–econessolastrutturachecer-cavadiimplementarlainazioniedecisioniconcrete.
AzioneComuneduròappenaunanno.Nel2000ilMinisterodell’Internoel’ACNURintervenneronelprogettopermonitorareevalutareillavorosvolto.Nelcorsodellostessoanno,ilMiniste-rooffrìaduntavolodiassociazionil’opportunitàdiaccedereai
LibroProvinciaMilano
66
fondidellaquotaIRPEFOttoperMille–daintegrareconfondieuropei–perpresentareunprogettodiaccoglienzaalivellona-zionaleperrichiedentiasiloerifugiati.NacquecosìilProgrammaNazionaleAsilo(PNA):unaretediprogettiterritorialicoordinataegestitadaunasegreteriacentrale,chesiproponevadirispetta-restandardcomuninell’accoglienzaecheoperavacercandounastrettacooperazionetraentieassociazioni.
IlPNA,cheprevedevafindall’inizioanchelapartecipazionedell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), prese for-manell’ottobredel2000conunprotocollodiintesafirmatoda:Ministero dell’Interno, ANCI e ACNUR. Tra le principali orga-nizzazionicoinvoltedirettamentenelprogettovierano inoltre:ICS(ConsorzioItalianoSolidarietà),CIR(ConsiglioItalianoperiRifugiati),CaritaseOIM,l’OrganizzazioneInternazionaleperleMigrazioni.
Ledifficoltàelelentezzeburocratichenell’erogazionedeifi-nanziamenti,nonchéiltaglionettodeifondiadisposizioneopera-tonel2002,ostacolaronopesantementeivariprogettiterritorialidiaccoglienza.Il2002nonacaso,èl’annoincuiilParlamentoitalianoapprova la cosiddetta legge “Bossi-Fini” che introdusseimportantinovitànormativeinmateriadiimmigrazioneediasi-lorivoluzionandol’ideastessadiaccoglienzaperglistranieri.IlPNAinnanzituttovennesostituitodalSistemadiProtezioneperrichiedentiasiloerifugiati(SPRAR).Contemporaneamente,attra-versoildettatodell’art.�2,1-sexies,dellasuddettaLegge,venneistituitounFondoNazionaleperlepoliticheeiservizidell’asilo–conlapossibilitàdierogarecontributipercoprirefinoall’80%dellespesesostenutedaglientilocali.
Il Decreto legislativo n. 140 del �0 maggio 2005, infine, in-trodusse nell’ordinamento nazionale la normativa europea chestabiliscenormeminimerelativeall’accoglienzadei richiedentiasilo(direttiva200�/9/CEdelConsiglio)giàinparteattuataattra-versolalegge�0luglio2002,n.189edilregolamentorelativoalle
Richiedentiasilotradipendenzaeautonomia
67
procedureperilriconoscimentodellostatusdirifugiatoadottatoconilD.P.R.del16settembre2004,n.�0�.ConquestodecretoilSistemadiProtezioneperrichiedentiasiloerifugiatièentratoapienoregime.
2.2.�Il�Sistema�di�Protezione�perRichiedenti�Asilo�e�Rifugiati�(SPRAR)IlSistemadiProtezioneèstatoistituitodallalegge189/2002e,
comeperilPNA,isuoibeneficiarisono:richiedentiasilo,rifugia-ti,straniericonpermessodisoggiornopermotiviumanitarioperprotezionetemporanea.Essosicomponedi“uninsiemediproget-tidiassistenza,tutelaedintegrazionesocio-economicapromossidaglientilocaliitalianiattraversol’attivazionediretiterritoria-licheimpegnanoorganizzazioninongovernativedisettore,maancheentiedorganismiconesperienzeecompetenzeinambitosocialeeproduttivo”(ServizioCentrale–www.servizicentrali.it).Lacollaborazioneconleorganizzazionidelterzosettoreèdun-queancorafondamentalesebbenesianocambiatiirapporticonglientilocaliistituzionali.
SeilPNAèilprimotentativodapartediorganizzazioniappar-tenentiperlopiùalterzosettoredicostituire,alivellonazionale,unsistemaorganicodiaccoglienzaediassistenzaperrifugiatierichiedentiasilo,loSPRARrappresentasenz’altroilprimodispo-sitivoistituzionalediapplicazionedellepoliticheitalianesull’asi-lochecercadirispettarestandarddiqualitàeuropei.MentreconilPNAilruolodeglientilocalieralimitatoaquellodipromotoredegliinterventi,conilnuovosistemasonoquestiultimiadessereiprotagonistie iprincipaligestorideivariprogetti territoriali.InquestomodoorganizzazionicomeICS,CIReCaritasvengonogradualmenteescluseemesseaimarginidallagestionedelnuovoprogettonazionalediaccoglienza.Ciònonsignificatuttaviachenoncontinuinoagiocareunruoloimportante.
Ilcoordinamentoe ilmonitoraggiodeiprogetti territorialièaffidatoalServizioCentraleilqualeèasuavoltagestitodall’AN-
LibroProvinciaMilano
68
CI,d’intesaconilMinisterodell’Interno,comeprevistodall’art.�2dellalegge189/02.L’ANCIinoltre,siavvalediunaccordoconl’OIMpersupportareleattivitàdelServizioCentralee,inparti-colare,pergestireleoperazionidirimpatriovolontarioneicasiincuiilrichiedentebeneficiariodelServiziorinuncialladomandaoricevadallaCommissioneunarispostanegativa.
Il Servizio Centrale ha vari compiti tra cui: il monitoraggiodellapresenzasulterritoriodeirichiedentiasilo,deirifugiatiedegli stranieri conpermessoumanitario; l’aggiornamentodellabancadatidegliinterventirealizzatialivellolocaleinfavoredeirichiedentiasiloedeirifugiati; ladiffusionedelle informazionisugliinterventirealizzati;l’assistenzatecnicaagliEntilocalicheprestanoservizidiaccoglienza;l’attuazionediprogrammidirim-patrioattraverso l’Organizzazione Internazionaleper leMigra-zionioaltriorganisminazionalieinternazionali.
IlSistemadiProtezioneoperaseguendo la logicadella rela-zioneedell’integrazionecontinua fra il centroe laperiferia. Ilmodellogestionalediriferimentoancoraunavoltaèquellodellagovernancemultilivello.L’obiettivoinfattièdifareinmodoche“lepratichemigliorirealizzatelocalmentediventinopatrimoniocomuneeiservizioffertigarantiscanostandarddiqualità”(Ser-viziCentrali–www.servizicentrali.it)affinchécisia“unaretediservizi chenonequival[ga] alla sommadei singoliprogetti,masicaratterizz[i]comesistemacoordinatodiaccoglienza”(ServiziCentrali–www.servizicentrali.it).
IservizioffertidalSistemacentraleaisuoibeneficiariinclu-dono: l’ospitalità instrutturediaccoglienza, l’assistenza legaleemedica,laformazioneel’inserimentosocio-lavorativononchéquellosocio-abitativo.Loscopochecisiprefiggeè“laconquistadell’autonomiadellapersonaeunpienoinserimentosulterrito-rionazionale”(ICS2005,74).
E’importantesottolineareche“taleobiettivoèraggiungibilenelmomentoincuilostatuspersonaleconsentadipoterlavora-
Richiedentiasilotradipendenzaeautonomia
69
reeauto-sostenersi:rifugiatiriconosciutietitolaridiprotezioneumanitaria” (ICS 2005,74) oppure richiedenti asilo residenti inItaliadaalmenoseimesidallapresentazionedelladomanda.
Le ragionipercui si escedalSistemadiProtezionepossonoesserediverse.Nel2005,lepersonechehannosmessodiricevereibeneficidelSistemasonostate1752.SecondoidatidelServizioCentrale,elaboratiincollaborazioneconilCensis,pocopiùdel-lametà (il51%)sonouscitedalSistemaperché “integrate”.Per“integrazione” si intende qui “un insediamento territoriale conun’abitazioneidoneaeunlavorocheconsentel’autonomia”(Ser-vizi Centrali – www.servizicentrali.it). Altre ragioni per usciredalsistemasonostate: l’abbandonovolontario, lascadenzadeitermini,l’allontanamentoeinfineilrimpatriovolontario.
2.3.�Milano�nel�Sistema�di�Protezione�IlComunediMilano è entrato apieno titolonel Sistemadi
Protezionedal15novembre2004quandoilSettoreServiziSocialiperAdultidelComunehasottoscrittounaconvenzioneconl’AN-CINazionale.IlComunediMilanodisponedicinquestrutturediaccoglienzaperilSistemadiProtezione:tredestinateagliuominiedueriservatealledonneeallaloroeventualeprole.Ipostidi-sponibilisonocomplessivamente260.ICentrisonogestitidaentidelterzosettorechevengonoselezionaticonunagarad’appalto.ICentrimaschilisonogestitiattualmentedallacooperativasocialeFarsi�Prossimo�OnlusmentrequellifemminilisonogestitidallaCroce�Rossa�Italiana.
Perquantoriguarda iCentridiAccoglienzamaschili, ipostidisponibiliinviaGiorgisono�0mentreinviaNovarasono90.IlCentroinvialeFulvioTesti,riapertodopol’“emergenzadiviaLecco”,disponeinoltredi40posti.AltriCentrisonostatiapertipropriodopoquesta“emergenza”perunperiododitempoperòli-mitato.ICentridiviaUdine,viaPucci,viaAnfossievialeOrtless,hannoospitato,traglialtri,alcunedellepersonecheavevanooc-cupato l’edificio inviaLecco inunadelleprime “emergenze” e
LibroProvinciaMilano
70
protestedirichiedentiasiloaMilano(sivedacap.2.6).Icentridiaccoglienzafemminilisonoinvecedue:ilcentrodiviaSammar-tini(70postidiprimaaccoglienza)eilcentrodiviaGorlini(60postiperlasecondaaccoglienza)
Come viene precisato nel Piano d’intervento per la Città diMilanodel2006,elaboratodall’UfficioStranieridellostessoCo-mune14,l’obiettivoèdioffrireairichiedentiasilo“accoglienzaeprotezionenell’attesadelladefinizionedellaproceduradiricono-scimentodello‘statusdirifugiato’”(ivip.2)mentreperirifugiatielepersoneconunpermessodisoggiornopermotiviumanitarioprotezionetemporanea,sitrattadioffrireserviziper“unpienoe autonomo inserimento nel contesto territoriale” (ivi p.2). Perquantoriguardainvecei“diniegati”,ovverocolorochehannori-cevutorispostanegativadallaCommissione,ilpropositodell’Uf-ficioStranieri èdi offrire “orientamento e consulenza sociale egiuridicanonchéassistenzalegaleinalcunicasiparticolarmentemeritoriditutela”(ivi.p.2).
Ingeneraleemergecheunodegliobiettiviche l’UfficioStra-nierisi impegnaamantenereèquellodi“incentivareilsistemaintegratodiservizirivoltoarichiedentiasiloearifugiatimiratoafavorirel’acquisizionedistrumentiditipolinguistico,relazionaleeprofessionaleindispensabiliperpoterpartecipareinmanieraat-tivaallavitasocialeelavorativanelcontestoitaliano”(ivip.�).
I servizi che l’Ufficio Stranieri del Comune di Milano offrea richiedenti asilo, rifugiati o titolari di permesso di soggiornoumanitario,sonoprincipalmenteditretipi:1)accoglienza;2)in-tegrazione;�)tutela.CosasiintendaconquestiterminièchiaritonellostessoPianod’intervento.
Accoglienza. L’attività di accoglienza prevede due momen-ti distinti o “ambiti di intervento”: un’attività di orientamentoe di accompagnamento sociale svolta dal personale dell’UfficioStranieri–Areaasilopoliticoedaoperatoridiunostudiolegaleconvenzionatoconilcomune,eun’attivitàdiaccoglienzainsenso
Richiedentiasilotradipendenzaeautonomia
71
strettopressolestrutturediproprietàdelComunediMilano(inviaGiorgi�1,viaNovara451,viaSammartini75eviaGorlini1).L’accoglienzainquestocasoègestitadirettamentedalpersonalediciascunCentrodiAccoglienzaalorovoltacoordinatidall’Uffi-cioCentridiAccoglienza.
Integrazione.SecondoilPianod’interventoper“misurediin-tegrazione”sideveintendere“l’insiemedirisorsemesseincampoasostegnodellesingolepersonesiaospitineiCentridiaccoglien-zasiarifugiatipresentisulterritoriodiMilano”(ivip.29).Piùindettaglio,alparagrafodedicatoallemisuredi integrazionesco-priamocheesseincludono:corsidilinguaitaliana;orientamentoallaformazioneprofessionaleealmercatodellavoro;servizidisupportoallaricercadirisorsealloggiativedisecondaaccoglien-zaodialloggiautonomi;erogazionedicontributieconomiciafa-voredell’autonomiaalloggiativaedi“buonisocioassistenziali”.
Tutela. Le misure di tutela previste dall’ufficio Stranieri ri-guardano attività di consulenza psicologica “per il sostegno dirichiedentiasilo/rifugiati(singolienuclei)insituazionidisoffe-renzaedisagiopsichico”(ivip.�1);attivitàdiorientamentoeso-stegnogiuridicoperrichiedenti“diniegati”e,perquantivengonorimpatriati, accoglienzaper “rifugiatipoliticiportatoridi gravipatologiefisiche”.Altriservizisonoinfasediprogettazioneoinviadidefinizionecome,adesempio,unservizioper“vittimeditortura”.
2.4.�Rifugiati�a�Milano:vulnerabilità,�mobilità,�irreperibilitàL’analisideiprimidati(dal21/04/2005afine2005–cf.http://
www.cir-onlus.org/Statisticheitalia.htm)relativiallenuoveCom-missioniterritorialiperildirittod’Asilo,permettediavereunageografia immediatadei percorsi della ricercad’asilo che inve-stonoilterritorioitaliano.Scorporandoidatisubaseterritorialeinoltre,risultanoevidentialcunepeculiaritàrelativeallasitua-zionediMilano.
LibroProvinciaMilano
72
Quantoemergedunqueè:1)una forte concentrazionedelle richiestediasilopresso le
commissionidelsudItalia,cheraccolgonoirichiedentiapprodativiamare,generalmentesullecostesicilianeeapartiredallaLibia(5.898su7.278)–laCommissionediGorizia,sucuidovrebberoconvergeregliarrividallafrontieranord-est,containveceillimi-tatonumerodi175domande;
2)unaumentodellavelocitàdelleCommissioninell’esaminareledomandericevute–questoparticolarmentealsud, facilitatodalfattochelasededelleCommissionistesseèsituatainstrettaprossimitàconicentridiidentificazioneediprimaaccoglienzacheraccolgonoirichiedenti.Questoèunprocessodi“accelera-zione”dellepratichecomecomunepoliticaeuropeadellariformadell’asilo;
�)laconfermadiunabassissimapercentualedicoloroacuièeffettivamentericonosciutolostatusdirifugiato(288su7278)epercontro,unampiousodellostrumentodellaprotezionepermotiviumanitari(2.801–ilnumerodelledomanderespinteèin-vecedi�.21�).
Inquestocontestogenerale,Milanosidistingueinrelazioneaduefattori:
1) ilnumerodelledomandependentio inattesadiesameè,siainterminiassolutisiaamaggiorragioneinvaloripercentuali,ilpiùalto:�02su880(�4,�%):MilanoèdunquedigranlungalaCommissioneterritorialemenoefficiente.Taleaspettositraduceimmediatamenteintempidiattesapiùlunghiperirichiedentienelprolungamentodiunostatodiincertezzatantosulpianogiu-ridicoquantosulpianodellecondizionidivita.
2)ilnumerodegliirreperibiliè,anchequisiainterminiasso-lutisiarelativi,ilpiùalto:171su880,parial19,4%.
Sequestosecondodatopuòessereinpartecollegatoalprimonellamisuraincuievidenziairitardiburocraticichehannocon-traddistinto la localeCommissione (secondovarie segnalazioni,
Richiedentiasilotradipendenzaeautonomia
7�
peresempio,leconvocazioniperilcolloquiopressolaCommis-sionesonospessogiunteagliinteressatisolamentedopoladatadelcolloquiostesso),allostessotempoessorilevalacaratteristicaprincipaledelledinamichedellarichiestad’asilosuMilano:ilfat-tocioècheMilanocostituisceuncroceviadimobilità,centrodiattrazionee,alcontempo,dinuovadispersione.Inquantotale,iprocessicheinvestonolacittàsonoespostialrischiodiarticolar-siall’internodiunostrettocollegamentotramobilità/vulnerabi-lità/irreperibilità.
Milanononèsituatadirettamentesualcunafrontieradiar-rivo. L’aeroporto internazionale di Malpensa è in effetti la suaunica “frontiera”: le domande di asilo qui presentate rientranoinfattinellacompetenzadellaCommissioneTerritorialediMila-no(nel2005Malpensaharegistrato450richieste–fonte:www.varesenews, 28/02/2006). Attraverso una stretta collaborazionetralaPrefetturadiVareseeloSportelloRifugiatipresenteinae-roportoegestitocongiuntamentedaCaritaseCir, i richiedentichequipresentanodomandavengonotuttaviadirettamentede-stinatipressolestrutturediaccoglienzalocalizzateinprovinciadiVareseoall’internodelsistemaSPRAR.
Poichénonsi registraunnumerorilevanteeconcentratodidomandesullealtre frontierechefannocapoallaCommissionemilanese (Lombardia, Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, EmiliaRomagna),loscartotraledomandediMalpensaeilnumerotota-leappoggiatosullaCommissionestessaderivadunquedaproces-sidimobilitàsulterritoriocheinfinesiconcentranosuMilano.
Inassenzadidatiadeguatinonèpossibileformulareipotesiprecise;sipuòtuttaviaperlomenosupporre–eidatietnograficiraccoltisiallineanoataliipotesi–che
1)partedicolorochegiungonoaMalpensapresentanolapro-priadomandadirettamenteallaQuesturadiMilano;
2)lostessofaccianocolorocheraggiungonol’Italiadallafron-tieranord-est:sivedaperes.ilcasodeiKurdi(cap.5).Inragione
LibroProvinciaMilano
74
diquestamobilitàorientatadirettamentesuMilano,sipuòanchesupporrecheinlargapartequestirichiedentisiaffidinoapropricircuitieaproprieretiorganizzativeperlarichiestadiasilo.
Al di fuori dei dati concernenti laCommissione territoriale,Milanosicaricainoltredialtririfugiati–generalmentepersonetitolaridipermessoumanitariorilasciatodallequesturedelsudItalia–cherichiedonoiltrasferimentodellapropriapraticapres-solaQuesturamilanese.TalecambiamentoburocraticosirendenecessariopoichélestrutturediassistenzalocaliaccettanosolopersoneprovvistedidocumentirilasciatidallaQuesturamilane-se.Ladifficoltànell’attivarequestapratica, riscontratasemprepiù nel 2007, complica la condizione marginale dei richiedentie amplifica quella continua ambivalenza tra dover stare vicinialuoghidell’assistenzamadoverallostessotempo,proprioperrendersiautonomi,muoversisulterritorionazionale.
L’arrivoaMilanoapartiredaprecedentiluoghidiapprodoèdiperséindiceetestimonianzadipratichedimobilitàchecarat-terizzanolapermanenzasulterritoriotantodeirichiedentiasiloquantodeititolaridiprotezioneumanitaria,informatantomag-gioreincorrelazioneconlatemporaneitàeprecarietàdeltipodiriconoscimentogiuridicoottenutoedell’assistenzaricevuta.
Inrealtà,leminimetraiettoriedimobilitàcheidatilascianosupporresiappoggianosupercorsiedinamichebenpiùconsisten-ti,confermatinelcorsodellanostraricercasulcampo.Milanoèin effetti un centro d’attrazione, così percepito per l’immagineche esso stessoproietta: il capoluogodelnord, ricco edinami-co.Luogodunquedoveèpossibiletrovareopportunitàdilavoro,luogodiarrivoerilanciodelproprioprogettodifuga.Èinoltrelagrandecittà,incuièpossibileperdersi,mimetizzarsioessereanonimi,perciòricercareunarelativatranquillitàounpossibilerifugio.Èuncrocevia,cheoffrepossibilitàdimolteplicicontatti,eperciòunluogodacuisipuò,eventualmente,“ripartire”.
Nonèluogodiprimoapprododellafuga,cosìcomegeneral-mentenessunluogodelterritorioitalianoloè,bensìrappresenta
Richiedentiasilotradipendenzaeautonomia
75
unterzooquartoapprodo,soventenonl’ultimopresoinconsi-derazione.
Oltreallacapacitàattrattivadellegrandicittà,unsecondofat-torechedeterminagli spostamentidei rifugiati sul territorioèdatodalrichiamoesercitatodallapresenzadicomunitànazionalidiriferimento:perMilanoiKurdieglieritrei,mentreperirifu-giati somaliperesempioesercitanomaggiorattrazioneRomaeFirenze.
Su queste basi, Milano attrae dunque non solo coloro chegiungono in ItaliadaMalpensaodalnord-est,maanchepartedi coloro che giungono in Italia dal sud. Se esistono circuiti dimobilità che coinvolgonoesclusivamente l’Italia settentrionale,relativiallamobilitàperlavoroeallepolitichedidislocamentosulterritoriodellasecondaassistenza,ipercorsidimobilitàpiùestesasonotuttaviaquellichecolleganoMilanoconilSudItalia.IlSudItaliaèluogodiarrivo,viamareattraversoilsistemadeglisbarchi clandestini attuati prevalentemente sulle coste sicilia-ne(menooralaPuglia)edèluogodiprimapermanenza,nonchéspessodiinserimentonelmercatodellavoroneroagricolo.
Il sud offre un primo sistema di accoglienza che tuttavia ècostantemente messo in crisi nel corso degli sbarchi estivi: gliarriviaritmoserratodiunaltonumerodimigrantirendeimpos-sibilegestireilfenomenosecondoleprocedureprogrammateedall’internodellestrutturestabilite. Inalcunicasisembraquasiimmediatoquindil’ingressonelmercatoagricolodipiantagionein nero, attraverso modalità e condizioni ora ben conosciute edescritte(cf.MSF,2005).
Taliprocessidiintegrazionesiaufficialecheinformale,han-no tuttavia dei limiti di saturazione ampiamente raggiunti neimomentipiùcriticiedelle fasidiespulsione (peresempio,allafinedellavoroagricolostagionale).Cisonocertoaltricircuitidellavoronerocheassorbonopartediquestapotenzialemanodopera(illavoroagricoloinoltrenonèsolocaratteristicadell’estate;ha
LibroProvinciaMilano
76
tuttaviaunapausainautunno).Unaparteperciòsispostaversoigrossicentriurbani,Napoli,RomaeMilano,oversocentridovesitrovanocomunitànazionalidiriferimento(peresempioFirenzeeBolognaperalcunigruppisomaliederitrei).Comeluogodiof-fertadilavorostagionale(illavoroagricoloestivo)ecomecentroburocraticodellapropriapraticailsudrimanetuttaviaancheunluogodiritorno,seppurmomentaneo:laviasud-nordèpercorsainentrambiisensi,eunadiminuzionedellapressionesuicentridiaccoglienzaaMilanodurantel’estatesegnalaquestacapacitàdiattrazionedelsud.
LeopportunitàdilavorotrovateaMilanoproduconoinoltreulteriori traiettorie di mobilità: per esempio verso centri comeBergamo,BresciaoilVeneto.Trattandosianchequiingeneredilavorotemporaneoeprecario,Milanorimanepoiluogodiritor-no.
Inquestosensodunquelacittàècroceviadimobilità.Lamo-bilità–sullalineasud-nord,attraversoilnordoall’internodellacittà stessa – è così uno dei tratti centrali della quotidianità edeiprogettideirifugiati:èapartiredaipercorsipersonalinellospazio che si costruisce una sorta di geografia socializzata cherappresentalaformaparticolarediconoscenzadellarealtàsocia-ledapartedeirifugiati.Alcunideibisognimaggiormentesentitiderivanopropriodaquesto:comeeconqualimezzimuoversisulterritorio,potermantenereicontattiall’internodiquestipercor-sididispersione,averaccessoanotizieepoterleaggiornaresucomeedovespostarsi,dovetrovarlavoro,dovertrovareunpostodovedormire.Ognipercorsomigratoriohalapropriageografiaedilpropriobagagliodiinformazioni.E’inquestosenso,peresem-pio,chelestazioniogliinternet-caffèsonosnodicrucialiesitra-sformanoinunasortadi“centripolifunzionali”incuièpossibiletrovareservizidicomunicazione,socializzazioneelavoro.
Questamobilitàsiscontraconlestrutturediassistenza,cheprevedonoinveceesperienze“sedentarizzate”echiaramentelo-
Richiedentiasilotradipendenzaeautonomia
77
calizzate.Èsuquestobloccodunquechesialimentailnodomo-bilità/vulnerabilità/irreperibilità.
Lamobilitànascedaunaprecarietàdellasituazione,quindidavulnerabilità:l’assistenzaoffertanonètaledaradicareleperso-ne.Malamobilità,rispettoadunsistemad’assistenzaorganizza-tointermini‘sedentari’mantienesenonaumentaquestastessavulnerabilità.Inquestomodoipercorsideirichiedentiodeitito-laridiasilooprotezioneumanitariasiassocianoesovrappongo-noconquellidisoggettinonriconosciuti:migranticlandestinioaltrefiguremarginali.Ciòavvieneinprimoluogosulterrenodel-laprecarietàabitativa,nellacondivisionedidimoreoccasionaliqualiparchi,areedismesseoedificiabbandonati.
L’assistenza,percomeècostruita,organizzataepensata,nonriescearispondereaquestedinamiche,senonaprezzodi for-zature.Èinfattiattraversodelleforzatureo“emergenze”chelaquestionerifugiatièemersaneldibattitopubblicomilanese, inparticolare attraverso la questione dell’occupazione di aree di-smesseol’abusivismo.
2.5.�Malpensa15
Apartiredall’aperturadellanuovaMalpensa,ilnumerodelledomandediasilopresentatesuquestafrontieraècostantementeaumentato:8nel1998,95l’annosuccessivo,1�7nel2000,140nelprimosemestre2001(fonte:http://www2.varesenews.it/arti-coli/2001/luglio/sud/26-7asilanti.htm).
DaLuglio2001,èattivoinaeroportounoSportelloperrifugia-tipolitici,inapplicazionedellaleggeTurco-Napolitanodel1998che prevede sui posti di frontiera l’esistenza di un servizio diorientamentoeconsulenzaperchiintendeavanzaredomandadiasilo.LosportelloègestitocongiuntamentedaCaritaseCIR,Cen-troItalianoRifugiati,edèstatoapertoafineLuglio2001.Ilser-vizioèindirettorapportoconlaPrefetturadiVareseperoffrireairichiedentiunasistemazioneabitativaall’internodelloSPRAR.InprovinciadiVaresesonooradisponibili centridi immediata
LibroProvinciaMilano
78
accoglienzapercolorochepresentanodomandainaeroporto,finoalmomentodellaverbalizzazionepresso laQuesturadiVarese.Visonopoistrutturediprimaesecondaaccoglienzaconnesseaprogettidi integrazionesociale.Quirisiedonocolorochehannonotificatolapropriadomandad’asilopressolaQuesturadiVareseesonoinattesadelcolloquioconlaCommissioneTerritorialediMilano.Perchiinvecenontrovapostoinquestestrutture,unanuovasoluzioneabitativaèricercatasututtoilterritorionazio-naleattraversoloSPRAReladomandad’asilovieneconseguen-temente appoggiata presso la relativa Questura e Commissioneterritorialediriferimento.
Ilsistemamiraesplicitamenteanoncrearesulterritoriorag-gruppamentidineo-arrivatisenzadimora.Anchequestosistemahaconosciutotuttaviaunpuntodicongestione,incorrisponden-zaconlacontinuacrescitadelnumerodirichiested’asilo(450nel2005–www.varesenews,28/02/2006–1500richiestedall’aper-turadellosportello:Caritas)cheharaggiuntonelperiodocom-presotradicembre2005emarzo2006ilcaratterediemergenza.Taleemergenzafudovutaall’impennatanelnumerodegliarrivi(circa600richiestedagennaioagiugno2006,conlaprospettivadisuperareperl’interoanno2006,fattogiàavvenuto,ilnume-ro di 1000) e si concretizzò nell’attesa da parte dei richiedenti–duratagiorninellesaledell’aeroporto–chelapropriadomandavenisseraccolta(verbalizzazionedelladomandad’asiloeaggan-cioalsistemadiricercadiunadimora).Siètrattatodunquediunacongestionenelsistemadiaccoglienzaediaccettazionedel-ladomanda,primaancorachedelledi strutturediaccoglienzaeabitazionepresenti sul territorio,unproblemaquestoancorapresente.
I rifugiati arrivavano prevalentemente da Togo e Colombia.Sullo sfondo indistintodelle tante crisi africane, l’aumentode-gliarrividalTogo–giàapartiredai2000questocanaleeraco-munqueaperto–hadellemotivazionispecifiche.Quiinfattinelcorsodel2005,dopolamortenelfebbraiodelpresidenteEyade-
Richiedentiasilotradipendenzaeautonomia
79
ma,ilpaesegiunsesull’orlodelcollasso,caratterizzatodafortidisordiniculminatinellarepressioneseguitaallenuoveelezionipresidenzialidiAprile2005,conmorti,imprigionamentiecirca�8.000personechehannodovutoabbandonareilPaesepericon-finantiGhanaeBenin(rapportoOnuriportatodaPeacereporter,26/09/2005).
2.6.�Il�caso�di�Via�Lecco:rifugiati�e�visibilità�politicaÈdunqueaseguitodiunaforzaturachelaquestionerifugiati
èemersaneldibattitopubblicomilanesee,soloamargine,nazio-nale.Inparticolare,ciòèavvenutoattraversolaquestionedel-l’occupazionediareedismesseedell’abusivismo,eall’internodiuna congiuntura piuttosto specifica: l’avvicinarsi delle elezionicomunali ed il confronto serrato tra le varie forze politiche incampo.Inaggiunta,questoconfrontocoinvolgevadirettamenteanche alcune istituzioni: il Comune e la Provincia, un prefettouscenteedunnuovoprefettoentrante.
IlcasodiViaLecco,cosìcomeèpoistatochiamato,sotten-de tutte ledinamiche relativeal temadellamobilitàpreceden-tementeelencate:Milanocomecroceviadeipercorsidirifugio;unamobilitàchesiassociaamarginalizzazioneevulnerabilità;ladirettiva sud-nordcomeparticolaregeografiadeimovimentisulterritoriodeirifugiati;ilnonriconoscimento,dapartedelleistituzionipreposteall’assistenza,diquestimovimenti.
Tuttiirifugiatiprotagonistidell’occupazionediViaLeccoera-no in effetti accomunati da questo percorso. Tuttavia ciò non èelementosufficienteperspiegarel’emergenzadiviaLecco.Unul-terioreelementovaaggiunto:ilgruppoprotagonistadellaprotesta(sebbenedivisogrossomodointrecomunitànazionali,ognunaconiproprirappresentanti:sudanesi,somali,eritrei)erainfattieffetti-vamenteun�gruppo,cheesprimevaunaconsapevolezzadifinalitàerivendicazioniedunaleadershipcapacediportarleavanti.
LibroProvinciaMilano
80
Inpartequestoesitoderivadameccanismidimobilitazioneetero-diretti, in parte esso è tuttavia diretta conseguenza del-l’esperienza comune di vita in condizioni non sostenibili nelleareedismesse (zonaForlanini), aspetto che, associato a specifi-checircostanze,èsuscettibilediprodurreunaconsapevolezzadigruppoeunadinamicadirivendicazione.Traquestecircostanzesidevemenzionare:lapresenzadifigureguidanelgruppochesisonofattecaricodiquesteespressioni (curiosamente,alcunediquestepersoneavevanoun’esperienzadilavoronelpaesed’ori-ginepressoorganizzazioniinternazionalipreposteallatuteladeirifugiati:adesempioilportavocedelgruppoeritreo);unasitua-zionedidiritti già riconosciuti (laprotezioneumanitaria) a cuinoncorrisposetuttaviaalcunatutela;un’operadipoliticizzazio-neesternadapartediassociazioniepersonecheoperanonellarealtàmilanesesutemiqualiintegrazione/marginalizzazioneconparticolareriferimentoalmercatolavorativoedalmercatoabi-tativo,siaitalianesiapartedellecomunitàstranieregiàpresentiincittà.Laquestioned’altraparte–latuteladacorrispondereadeterminatidirittiriconosciuti,illavoroneroel’accessoallacasa–èeminentementepolitica,percuinondevonodestaresorpresaalcunataliprocessidipoliticizzazioneedimanipolazionedeidi-versiattorisocialicoinvolti(associazioni,sindacati,partiti).
Insintesi, i fatti sonoriassumibiliall’internodiquestasuc-cessione:
a)nelleareedismessenellazonaForlaninisiraccolgonogruppidipersonetitolaridiprotezioneumanitariarilasciatadalleque-sturedelsudItalia,inparticolaredopolapausacheillavoroagri-colodipiantagionedelsudconosceinautunno(inrealtàanchedopoprocessidi espulsioneeprecarizzazione legati almercatodellavoromilanese).Talesituazionetuttaviadiventasemprepiùdifficileconl’avvicinarsidellastagioneautunnaleel’inverno;
b)daquestasituazionedimarginalitàsisviluppaundialogo/rivendicazioneconleistituzioni,conl’interventocomeaccennato
Richiedentiasilotradipendenzaeautonomia
81
diassociazioniqualiActionMilanochehannolavoratosuitemidell’integrazioneedellacasa–aottobrec’èancheuncolloquioinprefettura;iservizicomunalisonoallostessomodocoinvolti;
c)questiincontrinonproducononulladiconcreto;sisvilup-panoallorasoluzionipiùradicali:ladinamicaportaametàno-vembreall’occupazionedellacasadiviaLecco9,inpienaMilano,inzonaPortaVenezia.la“piccolaEritrea”diMilano.Conquestamossa laquestionediventaapertamenteunaquestionepoliticacheentraneldibattitopubblicocittadino;
d) le successive trattative portano ad un ulteriore grado dipoliticizzazione della questione, con l’entrata in scena di altreassociazionidiassistenza,candidatisindaci,partitipolitici.Talinegoziazioninonportanoadalcunrisultato,bloccatedallaman-canzadifiduciaericonoscimentodellepartiedaunadoppiain-transigenza.
e)sigiungecosì, il27dicembre,allosgomberoforzatodellostabile.Laprotestadeirifugiatieletrattativeperunasoluzioneabitativaproseguonoperstrada(compresaunanotteall’aperto)sotto la neve. Il confronto tra Comune e Provincia acquista inquestafaseilcentrodellascena.
All’internodiquestonodo–processidimarginalizzazione,ri-vendicazione, riconoscimento/disconoscimento, politicizzazionee radicalizzazione– si aprono tuttauna seriediproblematichee contraddizioni che costituiscono una diretta esemplificazionedialcunedellemaggioritematichecheruotanoattornoaltemadell’asiloaMilano.
La traiettoria che portadal riconoscimentodellaprotezioneumanitariaadunostatodicompletavulnerabilitàsulpianoabi-tativoelavorativoèlaprimadinamicadimarginalizzazione.Ilpuntofinalediquestamarginalizzazione,incuiadunriconosci-mentodidirittoèassociatounnonriconoscimentodifattodaunaparteedellefortimisuredicontrollodall’altra,ècoincisoconleultime richieste dei rifugiati, quando le trattative con Comune
LibroProvinciaMilano
82
ePrefetturaeranogiunteadunostallocompleto:inparticolarelarichiestadifarcancellaredallabancadatieuropealeproprieimprontedigitali incambiodiunarestituzionedeipermessidisoggiorno,inmodocheglistessirifugiatipotessero,nontrovandoassistenzainItalia,ricercarerifugioinunaltropaeseeuropeo.
Sièsviluppatatuttaviaancheunaprogressivamarginalizza-zionedaitavoliistituzionalidiconfronto,fattochehaprocuratospazioagruppiradicalieadun’estremizzazionedimezziefini.
Lapoliticizzazionenascedaunarealtàdifatto: laposizionedivulnerabilitàdisoggettiperdipiùformalmentetutelatièdiperséunaquestionepolitica.Ladinamicadipoliticizzazionetut-taviacomprendeanchelequestionidellarappresentanzaedellastrumentalizzazione:chirappresentaisoggettideboli,chièpor-tavocedichi,qualisonolefinalitàegliobiettiviingiocoechilidetermina.
QuestiaspettisonostatieffettivamentealcuoredellavicendadiviaLeccoeoggettodicontesatraivarisoggettichehannopresoparteall’interavicenda,alpuntodaporreinsecondopianolaso-stanzadellaquestione:lamancanzadiunadignitosasistemazio-neperititolaridellostatusdirifugiatoediprotezioneumanitaria.TaleesitoèdaunapartelegatoalfattocheilcasodiviaLeccohacoincisoconl’iniziodellacampagnaelettoraleperleelezioniam-ministrative;piùingeneraletuttaviacorrispondepureallecon-dizionientrocuiiltemadelrifugiopoliticoedellemigrazioniingeneraleèarticolatoall’internodeldibattitopubblicotantolocalequantonazionale.
Inquestomodo, irifugiatidelCornod’AfricaprotagonistidiviaLecco,econloroirifugiatiingenerale,sonodiventatisoggettopolitico(irifugiatidiviaLecco,comeetichettadiperségiàsignifi-cante,inseguitotantevolteevocatineipiùsvariaticontesti)avol-teindipendentementedallalorostessaconsapevolezzaolontanodallelororivendicazionioriginali.Irifugiati,cometerminegene-ralechesièconquistatounpostoneldibattitopoliticoaseguitodi
Richiedentiasilotradipendenzaeautonomia
8�
unaforzaturaediun’emergenza,diventanoalloraunriferimentopoliticoall’internodidiscussionirelativeaitemidellemigrazio-ni,dell’integrazione,dellamarginalizzazionedeisoggettideboli,delledifferenzeculturali,deirapportididominioedipendenza,delleareediconflittonelmondo,ecosìvia.Osemplicemente,di-ventano strumento politico all’interno di contese politiche o didinamichediauto-riconoscimentostrettamentelocali,strumentocheconsentel’acquisizionediconsensoevisibilità.
Allostessotempo,afiancodiquestaproiezioneesterna,alleetero-direzioni e alle strumentalizzazioni, le dinamiche di viaLeccomostranotuttaviaancheunpercorsoautonomodisoggetti-vazioneediconsapevolezza:lerichiestedeirifugiatidinonesseredivisiedillororifiutodisoluzionichespezzasseroilgrupposotto-lineaanchequestoaspetto,cosìcomelacompattezzadelgruppoduranteilpercorsodirivendicazione,duratoperlomenotremesi.
Daultimo,attraversoladiscussionedelcasodiViaLecco,ritro-viamolamaggiorpartedeisoggetticoinvoltinellaquestioneasilo,aMilanocomealtrove,chiperdovereistituzionale,chicomepar-tediunlavorosocialediassistenzaesolidarietà,chiinrispostaalleopportunitàdell’economiadelterzosettore,chipersempliceautoconvocazione:ilComuneelaProvinciaperiservizielestrut-turediaccoglienza,PrefetturaeQuesturacomeresponsabilidel-l’ordinepubblico,leassociazionieorganizzazionicheoperanonelsettore(Caritas,cooperativaFarsiprossimo,Sindacati,Arci,Naga,Cir,CasadelGiovane,Action),ipartitipolitici,imedia,l’opinionepubblicachesiinformaattraversoimediaopartecipaadalcunimomentidimobilitazione:sivieneacostituireun’arenapoliticaattornoall’emergenza.
2.6.1.�Pregiudizi�e�rappresentazioni�sociali�sui�rifugiatiEventicomequellidivialeLeccomettonoinmostraaperta-
mente le rappresentazioni sociali legate ai rifugiati e a quantoruotaattornoallafiguradell’altro.Omeglio:èesattamentealse-guito di tali eventi che queste rappresentazioni sono prodotte,
LibroProvinciaMilano
84
riformulatee“sedimentate”nell’ambitodell’opinionepubblicaedeldiscorsopolitico.Èinfattisulterrenodelleemergenze,edellapoliticizzazionecheleaccompagna,cheleetichetteelerappre-sentazionilegateairifugiati(cosìcomelepolitichediaccoglienza:sivedanoicap.4e5)trovanounaprimadinamicadiproduzione.Inquestosenso,viaLeccosiponealseguitodiunalungaseriediemergenze,ognunacaratterizzatadaspecificherappresentazionieparolechiave:dallenavideglialbanesiegliscafisti,ipassaportisomali,ilKosovo,ilcasoOcalan,perfinireconlesuccessionidi“sbarchi”aLampedusa–dovelaparolachiavecheriassumetuttiquestieventièclandestini.
Èapartiredalleconteseedaidibattitichesigiocanointaliambiti,doveiltemadell’asilovienelegatoatemipoliticipiùge-nerali,chelerappresentazionisuirifugiatiemergono.
Intuttiquesticasi, lerappresentazioninasconoapartiredaunrapportoequestorapportosiproducesullabasedidotazioniasimmetriche di potere, legittimità, possibilità/capacità di rap-presentarelasituazione,diversitàdiaccessoecapacitàdicomu-nicazionesui “palcoscenicidellarappresentazione”. Inutiledirecherichiedentiasiloerifugiatisisituanoallivellopiùbassodiquestastratificazione,tantocheanchelerappresentazionialorofavorevoli,quellecheperesempiosupportanopolitichediacco-glienza più estese, spessononnedescrivono la realtà concretaquantounlorosuppostoruoloditestimonianzadellavittimapereccellenzadiprocessidimarginalizzazione,guerreeconflittinonmegliolocalizzati.
TornandoalcasodiviaLecco,unabreveanalisideidiscorsiportatiavantidagliattorisocialiprotagonistidelcaso–attraver-solecronachedeiduemaggioriquotidianilocali/nazionali(Cor-rieredellaSeraeRepubblica)–puòmostrareinmodoconcretoletensioninellarappresentazionedeirifugiati.IlcasodiviaLecco,comecasopoliticosviluppatosiattornoalproblemaamministra-tivodifornire(oeventualmentedecideredinonfornire)un’assi-
Richiedentiasilotradipendenzaeautonomia
85
stenzaabitativaairifugiatietitolaridiprotezioneumanitaria,havistoinparticolareduecontesealcentrodeldibattitopubblico,cosìcomepresentatosuigiornali.
Laprimaèstatalabattagliaperdefinirechifosseroglioccu-pantidiviaLecco;daquestadefinizionedipendevailtipodiassi-stenzachequestiavrebberomeritato.Lasecondariguardainvecelaposizioneassuntadifronteall’opinionepubblicadapartedeisoggettipoliticichesisonoconfrontatipertrovareunasoluzio-ne al problema: la politicizzazione del tema delle migrazioni edell’asiloèinfattidirettamentelegataallaraccoltadelconsensopolitico.All’internodiquestiassisisonosviluppatiimaggioridi-battiti,peresempioseirifugiatifosseroomenostrumentalizzatidasoggettiesterni(fattocheavrebbeinqualchemodomodifica-tolalorosituazionedibisogno)oqualifosseroeffettivamentelepropostedelComuneeperchéquestevenisserocontinuamenterifiutatedaglioccupanti.
Riguardoalprimopunto:laspecificitàdelcasodiviaLeccoècominciataeffettivamenteconunadefinizione.Èstatoinfattiilriconoscimentocheglioccupantieranotitolarididirittienonin-vececlandestinioirregolariarallentareilprocessodisgomberoavvallatodaunadeliberacomunalegiàpochigiornidopol’iniziodell’occupazione,nelmesedinovembre2005.Eilparadossodelpossessodidirittisullacartacuinoncorrispondevaun’assistenzadifattoèstatalabasesucuisisonoappoggiatetutteleriven-dicazioniafavoredeirifugiati.“Fuggitidalladisperazionedellaguerra”èun’espressionetipicadiquestarappresentazione;taleimmagine “vittimizzante” è stata contrastata soprattutto dagliesponentidelComuneattestati sulla lineacontroogniabusivi-smoeperilrispettodellalegalità,utilizzandoespressioniquali“strumentalizzazioni politiche” o “centri sociali e professionistidell’occupazioneaorganizzaretrasfertediprofughi”(DeCorato,19/11/2005,Corsera);“daoggiquestaoccupazionenonèpiùdi-versadallealtre.IlComunehaoffertoaiprofughiospitalità[…]percorsolavorativoecorsidilingua.Lorohannorifiutato”(DeCo-
LibroProvinciaMilano
86
rato,22/11/2005,Repubblica);“nonricevonoisoldichespettanoairifugiatiperchésonolontanidalleprefetturecheglielohannoconcesso”(DeCorato,21/11/2005,Repubblica).
Ilconfrontotraquesteposizionisièfattoancorpiùserratoecrudoneimomentifinalidellavicenda,nelcorsodelmesedigennaio:perspiegarel’intransigenzadelComunelerappresen-tazioni di chi fossero i rifugiati sono scivolate verso “personechehannofattocapricci”;“capettifannullonichestannoinIta-liadaanni”;“hannorifiutatopostidignitosissimi”;“hannofattodanniallestruttureospitanti”(T.Maiolo–Corsera17/01/2006,in relazione al negoziato sul trasferimento del gruppo eritreodallasoluzioneprovvisoriadiviaPucciallastrutturadivialeF.Testi);sullostessotonoilsindacouscenteAlbertini:“irifugiatinonsono270ma15.Non liabbiamo lasciatial freddo,hannoscelto lorodi restare in strada” (letteraaCorsera20/01/2006).L’argomentodiAcnurItalia“Rifugiatipoliticietitolaridiprote-zioneumanitariahannoparidiritti”(L.Boldrini,portavoceAc-nur,08/01/2007Corsera)èinstrettarelazioneaquestacontesasulledefinizioni.
Riguardoalsecondopunto,l’attenzioneversol’opinionepub-blicadapartedegliattorisocialicoinvoltièstataulteriormenteamplificata dall’imminente campagna elettorale per l’elezionedelnuovosindaco.Così,aunatteggiamentodelComune-legali-tàcontroabusivismo-rimastoimmutatonelcorsodituttalavi-cenda,sisonocontrappostituttaunaseriedidistinguoedipresediposizionedapartedialtrisoggetti.Questohariguardatoperesempiolepolemichetraicandidatisindacodelloschieramentodi centro-sinistra (in vista delle successive elezioni primarie),cosìcomelatensionetraComuneeProvincia.
Richiedentiasilotradipendenzaeautonomia
87
2.6.2.�L’emergenza�come�evento�strutturanteed�evento�comunicativoLeemergenzeegliallarmichecoinvolgonorichiedentierifu-
giatinonrappresentanosololacomparsaintermittenteetempo-raneadisituazionididifficoltàetensione,poidestinatearien-trarenellanormalità.Ilsusseguirsidiemergenzerappresentanoinrealtàqualcosadipiù:sonoineffettiilmodoincuivienepor-tataavantilaprogrammazionedegliinterventidiassistenzaairifugiatistessi,peresempioattraversol’usodinuovestrutturee immobiliriabilitatieriadattatiper lanecessitàechepoidi-ventanopartedellastrutturad’assistenza,omutuandodaaltriambitiimodellidiintervento.
Leemergenzesonoquindiuneventostrutturantedelsiste-mad’assistenza.comegiàloeranostatenellepolitichediinclu-sione/esclusione dei migranti nel passato in Italia. Allo stessotempo,sonouneventocomunicativo,dove,comenelcasodiviaLecco,lerappresentazioniveicolatesonodirettamentecollegateallapoliticizzazionedellatematica.
In questo quadro, le rappresentazioni si polarizzano facil-mente in due prospettive opposte e distinte. Il fenomeno del-l’asilo è visto da una parte come destabilizzante e pericoloso,noncontrollabile,unfenomenodigrandinumericapacediin-taccare,perlomenosulpianodellasostenibilitàeconomica,ilcorposocialenazionale.Perdipiù,sostenereealimentareque-sta posizione è ritenuto politicamente premiante. Essa si alli-neacon ledinamichegeneralidicontrazionedellepolitichediassistenzaefalevasullostereotipodelrifugiatocometruffato-re,migranteeconomicomascheratochecercadi infiltrarsinelsistemadiprotezioneegoderneibenefici.Beneficichesonopiùampi,inoltre,delmigranteregolareperlavoro,epiùviciniallostatusdicittadino.
Talestereotipoasuavoltasialimentasullasemplificazionedellecondizioniemodalitàattraversocuisiproduconooggi lemigrazioniforzate.
LibroProvinciaMilano
88
Incontrasto,siopponeadessalarappresentazionedelrifugia-tocomevittima,soggettopassivo,edell’accoglienzacomeaspettononproblematico,cheallostessomodofaastrazionedaicontesticoncretienonproduceunriconoscimentodellecondizionirealidellepersone.Questoesponetaleposizioneafortidebolezzenelmomentoincuiemergonofattinonconsoniallasemplificazionepositiva.LadisputaperesempiosuchifosseroeffettivamenteirifugiatidiviaLecco(es.neo-arrivatiopresentiinItaliadalungotempo;titolaridistatusdirifugiatoodiprotezioneumanitaria)sifondasullastrategiadicogliereincontraddizionequellacheerapresentatacomelapeculiaritàdiquestocaso:personecondirittiriconosciutiinteoriamanonnellapratica.
2.7.�Le�politiche�di�assistenzaAnche imodellidiassistenzae le concretepoliticheportate
avanti crescono sulla spintadelle emergenzeche si trovanoadaffrontare:l’emergenzacorrispondeallaprogrammazioneeallacostruzione del sistema d’assistenza stesso. In questo quadro isistemid’assistenzariguardantil’asilosonomutuatidaimodellirelativiallemigrazionieconomichecreatialivellolocaleincor-rispondenzadellegrandisanatorieprevistedalla leggeMartelliafineanniOttanta–inizioNovanta.Questoproducedueconse-guenze.Laprimaècheiltemadell’asilononètrattatonellasuaspecificità,utilizzandoperciòdeglistrumentichenonnericono-sconolepeculiarità,lasuadimensionestrutturaleenoninvasivaintermininumerici(illargousodellatutelapermotiviumanitaririproduceoraquestastessaquestione).Ciòalimentaunasortadinon-rappresentazionedelrifugiato,assimilatoadaltrecategorie.
Lasecondaècheattraversoquestaassimilazioneilproblemadell’assistenzaalrichiedenteasiloèanzituttovistoneiterminidiintegrazionenelsistemaeconomicoeraggiungimentodiunaau-tonomia.Laddovesiassumeilcaricodisofferenzaelacerazionechesottendeadunpercorsodifuga,essoèsolitamentedeclinatoattornoaltemadeltrauma,dellavittima,diuninterventodiso-
Richiedentiasilotradipendenzaeautonomia
89
cializzazione,avvicinandoiprogrammiperirifugiatiaimodelliperisoggettideboliodeviantiemarginali.Taleeffettoèaccre-sciuto dal tema della “differenza culturale” che ulteriormenteponeilrifugiatoaldifuoridelcorposocialenormaleesoggettoadunlavoroperrientrarvi.
Questecontraddizionipossonocontribuirealfallimentodellarelazioned’aiuto.Asuavolta,talefallimentoproduceealimentanuove rappresentazioni dei rifugiati, articolate attorno ai temiqualifalsità/verità,accettazionedell’aiuto/tradimento,noncolla-borazione,richiestepretestuoseeincomunicabilitàculturale.
2.8.�Il�centro�di�identificazione�di�via�CorelliSecondoledirettivedellaleggeBossi-Fini,neldicembre2005
hacominciatoadoperareaMilanouncentrodiidentificazione.E’situatoinviaCorellidifiancoalpre-esistenteCPT(CentrodiPermanenzaTemporanea).Ilcentrodiidentificazioneèstrutturaspecificamentecostituitaperirichiedentiasilo.Quivengonoal-loggiati:
1-contrattenimentoobbligatoriocolorochesonofermatisulterritoriosenzadocumentiecheintendonopresentaredomandad’asilo,peruntempomassimodi�0giorni.
2-contrattenimentoparziale(lacosiddettaaccoglienza:conobbligodirientroseraleepernottamentonelcentro)coloro,trairichiedenti,chesonoinpossessodidocumentimachenonhannodomicilio,peruntempomassimodi20giorni.
IlcentroègestitodallaCroceRossa,cosìcomeilvicinoCPT.Haunacapienzadi20postiecomprendecamere,bagni,salecomuni,salapranzoemensa.VilavorapersonaledellaCroceRossa,inas-sociazionecolCPTafianco.Sonoimpiegatelefigureprofessionalidipsicologo,assistentesociale,educatore,avvocato,oltrecheunsostegnomedicoedunserviziodiinterpretariatoperlelinguepiùcomuni.Inciòèripresalastrutturadiassistenzanormalmenteimpiegata nei confronti dei richiedenti asilo: consulenza legale
LibroProvinciaMilano
90
perl’istruzionedelcolloquiconlaCommissionegiudicante,ser-vizidisostegnopsicologicoesociale.
L’accessoalcentroèstrettamenteregolatoe,dinorma,nonconsentitosenonaglioperatorichevilavorano.
Abbiamoavvicinatounodeglioperatoridelcentropochimesidopolasuaapertura(marzo2006).Nellaconversazione,dueque-stionisonoemerse:
(1)comeassicurareiserviziinterni–cioèleattivitàintegrati-verispettoallamerapermanenzanelcentro–ecomeraccordarel’uscitadefinitivadellepersonedalcentrostesso,generalmentedopolascadenzadeiterminidipermanenza,coniservizidias-sistenzaesterni.QuestopuntosispiegaconlarecenteaperturadelCentrodiidentificazione.Segnalatuttaviaancheunulterio-reaspetto: lanecessitàdiuna sortadi invenzionedellaprassiedelleregoleconcretenecessariaperfondareiterminigeneri-ciprevistidallalegge.ComesottolineatonelrapportoICS2005questa invenzione della prassi, in altre situazioni di relazionecon irichiedentiasilo,hapoigeneratounaaltadiscrezionalitàe difformità negli interventi (per esempio con riferimento alleQuesture).
(2) La seconda questione riguarda il problema concreto dicomegliospitipossonopassareillorotempo.Lanoia,questoèquantosegnalato,costituisceinfattil’aspettocentraledellaquo-tidianitàdiquantirisiedononelcentro.Inquantostrutturatotal-menteisolatarispettoall’esterno,essaproduceeriproduceunasituazionedide-socializzazionecheinvesteanchecoloroospitaticon trattenimento parziale e che quindi potrebbero uscire du-rante il giorno.Talepossibilità infattinonvienegeneralmenteutilizzata,inquantolavitainternanonfavoriscealcuncontattoconl’esterno,costruendounartificialetempodellasospensioneedell’attesa.
Secondodellevalutazioniprovvisorierelativeaiprimimesidiaperturadelcentro(dadicembre2005afebbraio2006),leperso-
Richiedentiasilotradipendenzaeautonomia
91
neospitatesonostateintotaleall’incircacinquanta(suunperio-dodiduemesi),conunanettaprevalenzadipersoneinviatedallaquesturadiGoriziaeprovenientidallaSerbia–Montenegro.
Note�di�fine�capitolo
1�IlRapportoICS2005distingueduelivellidipartenariatoaquestoprogetto.AlprimolivelloappartenevanoCIR,ICS,ACLI,Caritas,CasadeiDirittiSocialidiRoma,CIES,CISL,CTM-Movimondo,FederazionedelleChieseEvangelicheeUIL.Adunsecondolivello,relativoallareteICSsitrovavanoadoperare:ARCIToscana,ARCIArezzo,ARCIEmpoli,ARCINapoli,ARCIPisa,CaritasSiena,ComitatoCitta-dinodiSolidarietàconlePopolazionidellaexJugoslaviadiIvrea,ComunediCre-mona,FacciamoPace!diTorino,ICSTrieste,IlMondonellaCittàdiSchio,MondoSenzaFrontierediSiena,RetediEntidiUdine.
14SettoreServiziSocialiperAdulti–UfficioStranieri,2006,SistemadiProte-zioneperRichiedentiAsiloeRifugiati.Pianod’interventoper laCittàdiMilano,Milano,ComunediMilano.
15PerlastesuradiquestoparagraforingrazioperlacortesecollaborazioneRo-bertaMontagninieMarcoTenaglia,CIRLombardia.
LibroProvinciaMilano
94
La parola rifugiato evoca diverse forme di categorizzazionechecoincidonospessoconun’immaginedivittimadellasuastoriadifuga,segnatadalsilenzioedall’impossibilitàdiagireeconunaconcezionestereotipata,senonessenzializzata,dell’identitàcul-turale(VanAken2005).Neconsegueunatendenzaaraffigurarecomeomogeneiivissuticheriempionol’esperienzadifugaedirichiestadiasilo.Declinato,inoltre,quasisempresoloalmaschi-le,ilterminerifugiatotendeamisconoscerespecificheformediviolenzaerichiestediaiutocheriguardanoledonne.Ilcontestodiaccoglienzaelestrutturediassistenzasonopertantomiopirispettoalledifferenzedigenere,allacomplessitàdellestorieedeivissutidegliuominiedelledonnerichiedentirifugio.
Iprossimiduecapitoliraccontanorispettivamentelestoriedivitaediesiliodiungruppodiuominiediungruppodonneche,purprovenendodadiverseareegeografiche,condividonoitimo-ri, lesperanzee idesideridimoltideirichiedentiasilopoliticochevivononellacittàdiMilanoenellasuaProvincia.Ponendoattenzionealprocessodiricollocamento,sarannomesseinevi-denza l’asimmetriadelle relazionidiaiutoe la frammentarietàdelle reti sociali, raccontando così la difficoltà di ricostruire ilquotidianoinunnuovocontestoquandoisistemidiappartenen-zasisonopersi, laceratiomodificatiinseguitoallamigrazioneforzata.Spessoimprigionatinellaretediassistenzaeallaricercadi una minima autonomia, le donne e gli uomini che abbiamoincontratohannomostratocomel’accoglienzatendaariprodurreposizionidisubalternitàedipendenza,piuttostocherimuoverelalorovulnerabilitàeconomicaesociale.L’intentoèfaremergereloscartofralacategorizzazionedellepolitichediaccoglienzadel/larifugiato/ael’immaginediséchequestedonneequestiuominihannoprodottoconlelorotestimonianzeeconlepraticheagiteperricomporrelalorovitaquotidiana.
Interessatiadesplorarelepolitichedell’accoglienzamesseinattodaistituzionieassociazionismoper i/lerifugiati/ee i/leri-chiedentiasilochevivonoaMilanoenellasuaProvincia,abbia-
FuggireecercarerifugioaMilano
95
mocercatounambitoperesplorareleambiguitàeleasimmetriedellerelazionidiaiuto,capacedifaremergere,tralealtrecose,lalorononneutralitàdaunpuntodivistadigenere.Questosceltacihapermessocosìdiavvicinareilquotidianodiuominiedonneche,nellestruttureabitativecomunalioinquelledelleassocia-zionidivolontariato,trascorronopartedellelorogiornate.
3.1.�Milano�e�le�ambiguità�della�sua�accoglienzaAMilano,lastoriadell’accoglienzadell’asilopoliticoèattra-
versatadaambiguitàecontraddizionireseevidentidallecarat-teristichedeicentridiaccoglienzaedaimodiconcuiquestiluo-ghisonostatiridefinitiinseguitoasituazionidiemergenza16.Ladescrizionediquestispazidell’abitare�lasciaemergereideologieeformedicategorizzazionechelegittimanolepolitichedell’acco-glienzaaMilanoelestereotipieconcuiadiversilivellil’immaginedel/larifugiato/aècostruita.Inparticolare,dagliincontriconglioperatorieiresponsabilideicentridiaccoglienzaedairaccontiriportatecidalledonneedagliuominichehannopresoparteallenostrericerche,sonoemersealmenotreformedicategorizzazio-ne:l’ideachei/lerichiedentirifugiosianovittimedellelorosto-riedifuga,soggettipassividaaiutare/educareeprividiunaloroagency;unavisioneculturalistadelleidentitàedelleesperienze,e,inlineapiùgenerale,unatendenzaaconsiderarelasolaidentitàetnico/culturaleodirichiedenterifugio,piuttostochealeggerelemoltepliciposizionichequestiuominiequestedonneoccupano(comepadri,madri,lavoratori,disoccupati,giovani,etc.);infine,unavisionedellemigrazioniforzatecomeemergenzaenoncomeilrisultatodiunaseriediprocessistrutturatipregnidisfumatureallorointerno.Nederivaunapoliticadiaccoglienzaemergenzialeepocodirettaarimuovereleformedisubalternitàsocialechei/lerichiedentiasilovivononeicontestidiapprodo.
Il Servizio Immigrati del Comune di Milano esiste da circa20anni.LoSportelloperRifugiatieRichiedentiAsilonascenel
LibroProvinciaMilano
96
1990,assumendodaglianni1995/1996unruolocentralenellepo-litichediaccoglienzadellacittàinseguitoall’emergenzaKosovo.L’ultimaemergenzaaffrontatadallo SportelloRichiedentiAsilorisalealmesedidicembredel2005coni“fattidiviaLecco”.Se-condoglioperatoricheabbiamoincontrato,il“casodiviaLecco”èstatoconseguenzadiunamobilitàinternaaiconfininazionalichehacoltoimpreparatelepolitichedell’accoglienzadellacittàdiMilano.Inaltritermini,questaemergenzahafattoseguitoadunospostamentodidonneeuominiarrivatinellecittàdelSudespostatesipoiversolecittàdelNord,Milanoinparticolare.Frail2004eil2005,ilnumerodellerichiestediassistenzaedipostinellestrutturealloggioeraaumentatosinoalpuntodiobbligarenelmesedidicembredel2005ilgovernolocalearaddoppiareilnumerodeicentridiaccoglienza,cheda4passaronoa8.Piùchestrutturedell’abitare,questiluoghieranocentriimprovvisatiperl’emergenza,chiusipoinelmesedigiugnodell’annoseguente.Inquestadata,alcunideirichiedentiasiloospitidiquestestruttu-refuronosistematipressoaltresistemazioniabitativegestitedaimedesimientichesioccupavanodeicentridiaccoglienza,qualiCaritasoCroceRossa,adaltrifuronopropostesoluzioniabitativeabassocosto,spessoincondivisione,maquasisemprerifiutate.
Siamoentratiincontattoconicentridiaccoglienzaapartiredallaprimaveradel2006;allafinedell’estateedurantelanostraricercaicentridiaccoglienzaeranosuddivisiinbasealgenere(centriperdonneeperuomini),altempodipresenzanellacittàdiMilano(centridiprimaesecondaaccoglienza);infineedesclu-sivamentepericentrimaschili,inbaseall’età(perragazzidai18ai25anni;peruominiconetàsuperioreai25anni).
Icentriperledonne,edeventualifigliminorennierano:Cen-trodiviaSammartiniconcirca40postiadisposizioneeconside-ratodiprimaaccoglienza;CentrodiViaGorliniconcirca60postieconsideratodisecondaaccoglienza.Icentriperuominierano:CentrodiviaNovaracon90posti,diviaGiorgicon�0posti;diviaTesticon50posti,finoal2005destinatoalledonneepoiara-
FuggireecercarerifugioaMilano
97
gazzidai18ai25anni.Fradicembre2005egiugno2006–periodosuccessiviaifattidivialeLecco–l’amministrazioneavevamessoadisposizionealtripostilettopressoilcentrodiViaUdinecon72posti,diviaPuccicon50posti,diviaAnfossicon56posti,divialeOrtlesscon72posti.
Adifferenzadeicentrimaschilicheapronolaseraechiudo-no lamattina, icentriper ledonnecomprendonovittoeallog-gio(ledonnepossonoconsumarecolazione,pranzoecena,oltrechedormire)enonhannooraridichiusuradiurna.Ognicentro,siamaschilechefemminile,haunsuoresponsabileeundiver-sonumerodi collaboratori e assistenti sociali. Iprimi seimesi– definiti di prima accoglienza – sono gratuiti in tutti i centri.Doposeimesi–passaggiodefinitodisecondaaccoglienza–vienechiestouncontributoditreeuroalgiornoediseieuropercolorochelavorano.Ledonnepaganouneuroperognibambinofinoalterzo,dalquartofiglio il soggiornoègratuito.Questa regoladipagamentoè,inrealtà,spessononrispettataperlamancanzadidisponibilitàeconomicadegliuominiedelledonneospitideicen-trieilsoggiornopressolestrutturediprimaaccoglienzatendeaprolungarsipercircaunanno,anzichéperiseimesiprevisti.Operatorieresponsabilideicentrihannosottolineatocomelari-chiestadiuncontributodopounapermanenzagratuitacostitui-scauntentativodieducareuominiedonnerichiedentiasiloadunsensodiresponsabilitàneiconfrontideiluoghiincuivivono.Insegnareadiventareresponsabiliecapacidiprovvedereaséeai luoghi incuisiviveèuna ideadiemancipazionechespessoattraversalepolitichedell’accoglienzaechemostraun’immaginedei/dellerichiedentirifugiocomepersoneincapacidiprovvede-reaséovittimedaeducareadunviveresocialechesipresumecompletamentediversorispettoalloro.
Leregoledeicentriimpongonolaseparazionedeinucleifami-liari:moglieemaritochechiedonoaiutoallestrutturesonodivisieospitatirispettivamenteneicentrifemminiliemaschili;ifigli,sinoa18anni,rimangonoconlamadre.Questaregolaèmotivata
LibroProvinciaMilano
98
daunaprecisaideadi integrazione:secondoleresponsabilideicentri,ungruppofamiliaresiinseriscenelcentroepoinellacittàconmaggioridifficoltàrispettoadunsingoloindividuo:uominiedonneseguono,infatti,programmidiintegrazionedifferenziaticherisultanopiùfacilidaapplicaresingolarmente.Inoltre,unafamiglia tende a sviluppare una maggiore dipendenza dalle re-lazionidiaiutoeaprolungarepertantolaloropermanenzaneicentri.Visitediamicieparentisonopertantocontrollate:ipadri/maritidevonofareunarichiestaperincontrarelemoglieifiglierispettareglioraridivisitadeicentri.Ledonnestesse–leunicheche possono ricevere visite, perché i centri maschili durante ilgiornosonochiusi–devonochiedereunpermessoperriceverevisite.
Infine, anche la suddivisione della componente maschile inbaseall’età– iragazzidai18ai25annisonoospitatialFulvioTesti,gliuominipiùadultineglialtricentri–segueunaprecisaideadiintegrazione:secondoigestoridell’accoglienza,ipiùgio-vanihannoesigenzedifferentirispettoaipiùadultienecessitanopertanto di programmi di inserimento socio-lavorativo specifi-ci.Mentregliadultisonoincentivatiatrovareunlavoroperchéspessohannounafamigliaedunquel’urgenzadiguadagnare,aipiùgiovanisonoofferticorsidiformazioneprofessionaleperac-quisirenuovecompetenze.
Ipercorsidi integrazione sonoquindipensati eprogettati aseconda delle categorie di età, di genere e del tempo trascorsodall’arrivoaMilanoopressoicentri.Alledonnesonooffertiso-prattuttocorsidiOSS(OperatriciSocio-Sanitarie)oOSA(Opera-triciSocio-Assistenziali)necessariperlavorarenelcampodell’as-sistenzaedellacura;auominicorsiprofessionaliperacquisirecompetenze tecniche. Presso gli enti del governo locale, sonoprevisti inoltre corsi di italiano e di formazione, quasi semprefinanziatidalFondoSocialeEuropeoedaentipubblicilocali.Piùvolteglioperatorideicentrihannosottolineatolascarsafrequen-za, soprattutto da parte dei più giovani, ai corsi loro proposti,
FuggireecercarerifugioaMilano
99
mostrandounaforteincomprensionerispettoaquestoatteggia-mento, lettocomeun’incapacità�di�approfittare�delle�occasioni�loro�date.
Nellepolitichedell’accoglienza,spessolecategorie–digenereodietà,delleidentitàdiappartenenza–prendonoilpostodellestorierealidellepersoneimpedendoquindidiesplorarelacom-plessitàinternaalmondodell’immigrazioneforzata.All’immagi-nedellarifugiatacomesoggettopassivodaaiutaresiaccompagnaadesempiolostereotipodi“donnaimmigrata”acuiinsegnareunlavorodicuraeassistenza.Questerappresentazionistereotipiz-zate creanounadistanzacomunicativa fra le strutturedell’ac-coglienzaeleesigenzerealicheuominiedonnerichiedentiasiloesprimono.
Piùvolte, ilpersonalee i responsabilidei centrihannopre-cisato come l’autonomia dei/lle loro ospiti fosse la finalità del-l’accoglienza.Inrealtà,èproprioquestosovrapporsidifinalità,accoglienzaeautonomiaediideologie,richiedentirifugiocomepersonedaemancipareedaeducare,amostrareleambivalenzee leambiguitàdeiregimidiaccoglienzaeaiuto.Larichiestadiunpagamentopereducaredonneeuominiall’autonomiaealri-spettodellestrutture,laseparazionedeinucleifamiliarialfinediintegrarealmeglioisingoliindividui,ipercorsiformativiediinserimento decisi per categorie di genere o di età, il controllodeglispaziedellevisitedelleretifamiliari,l’ideadeicentricomeoccasionidiinserimentosocialeesprimonoinfattiunintentodiassistenzamaanchelecontraddizionideicircuitidiaiuto.
Questoinsiemedipraticheimpongonounmodellodiemanci-pazioneacuidonneeuominidevonoadeguarsielacostruzionedellecategoriedirifugiatodefinisceibisogni,leproposteformati-veeipercorsidiemancipazione.Inquesterelazionidiassistenza,leidentitàdei/dellerichiedentirifugiosubisconounprocessodispersonalizzazione: lebiografiesiperdonoe idesideri, le tatti-cheperagiresullapropriaesistenzaesulfuturosvaniscononei
LibroProvinciaMilano
100
percorsipensatiperlacategoria“rifugiato”.Nellenostrericerchecercheremodievidenziareladistanzafralacategorizzazionedei/delle rifugiati/eprodottadallepolitichediaccoglienzae lavitaquotidianatestimoniatadagliuominiedalledonnecheabbiamoincontrato,eciòchesperanosaràillorofuturo.
Inparticolare,daremospazioaquestipunti:a)l’intentoedu-cativo dei centri: il personale delle strutture di accoglienza hasottolineatocomeinquestiluoghiegrazieallostaffchevilavora,donne e uomini richiedenti asilo ricevano un’educazione che liprepara al nuovo contesto sociale e un insegnamento su comecomportarsi.Questicentrisonopercepiticomeun’anticameraincuiapprendereleregoledelmondosocialeesterno;b)la�diversapercezionecheilpersonaledeicentrihadellaretediassistenzarispettoalledonneeagliuominicheabitanonellestrutture. Ilprimodescrivel’accoglienzacomeunmezzocapacedirimuoverelecondizionidimarginalitàsocialeedeconomicadeirichiedentiasilo;isecondidenuncianolamancanzadiaiutistrutturaliperriuscireacostruireunapropriaautonomiaeconomicaesociale.
3.2.�L’accoglienza�nei�centri�maschiliper�richiedenti�asilo�e�rifugiatiCiavvaliamoquidiunaprospettivateorica“governamentale”
peranalizzare,daunlato,leesperienzequotidianedeirichiedentiasiloedeirifugiatichevivonoinProvinciadiMilanoe,dall’altro,il lororapportocon ivariattori istituzionalienon istituzionalichesioccupanodellaloro“accoglienza”,“integrazione”e“tutela”.
NelcorsoalCollege�de�Francetenutotrail1977eil1978,Fou-caultintroduceperlaprimavoltalanozionedigovernamentalitàperanalizzareilproblemadellostatoedellapopolazioneeinda-garequellaspecificaformadipotereche“hanellapopolazioneilbersaglioprincipale,nell’economiapoliticalaformaprivilegiatadisapere,neidispositividisicurezzalostrumentotecnicoessen-ziale”(Foucault2005a,p.88).SecondoFoucault,inetàmoderna,lapopolazionediventaunfinedell’artedigovernare,“uninsieme
FuggireecercarerifugioaMilano
101
di processi da gestire” che è oggetto di tecnologie e dispositividisicurezzachemiranoamigliorarne lasalute, incrementarnelaricchezzaeallungarne lavita. Inquest’ottica lapopolazioneè però anche un nuovo soggetto la cui condotta è a sua voltaunfineeunmezzopergovernare.Con“governamentalità”Fou-caultintendeproprioriferirsialla“condottadicondotta”(Gordon1991).Tantopiùlacondottadiunapopolazioneèlibera,eque-staliberacondottaèregolamentata–omeglioancora,“gestita”-,tantopiùefficaceedeconomicasaràl’azionedigoverno:questoè,insintesi,unodeiprincipiispiratoriche,secondoilpensatorefrancese, staallabasedell’arte liberaledigovernare.Perché lalibertà,questalibertà,“nonèaltrocheilcorrelatodeidispositividisicurezza.Perchéfunzioniundispositivodisicurezza[…]deveesisterequalcosacheèlalibertà,nelsensomodernocheassumenelXVIIIsecolo.Nonsitrattapiùdellefranchigieodeiprivilegilegatiaunapersonamadellapossibilitàdimovimento,dispo-stamento, il processo di circolazione degli uomini e delle cose”(Foucault2005a,p.48).
Le ragioni di questa scelta teorica sono molteplici ma valela pena evidenziarne almeno tre. Innanzitutto questa prospet-tiva consentedi ragionare suunmododi governare chenonègerarchico-sovranomaorizzontaleebasatosulleretisociali.Inquest’otticailgoverno–nelnostrocaso,dellamobilitàedeiri-chiedenti–deveessereintesopiùcomeunprocessocheun’isti-tuzione(Sending,Neumann2006).Insecondoluogo,permettedipensareallasocietàcivile,nontantocomeadunoggettopassivodigovernomacomeadunaentitàcheèsiaoggettochesoggettodigoverno. In terzo luogo, inquadraconmaggiorechiarezzadialtreprospettiveteoricheilruologiocatodagliattorinonstatalineldareformaeapplicazioneallalogicadigovernoneoliberaledellanostrasocietà.
Insintesi,laprospettivagovernamentaleciconsentedipensa-relostato,al�di�là�dello�stato(Rose,Miller1992)senzaperquesto
LibroProvinciaMilano
102
avereunaconcezionedelpotere‘asommazero’,“doveadunin-crementodelpotereedell’influenzadegliattorinonstatalicorri-spondedifattounasimultaneariduzionedelpotereedell’autori-tàdellostato”(Sending,Neumann2006,652,trad.nostra).
Unodegliobiettividiquestaanalisièproprioquelladimostra-reilfunzionamentodelletecnologiegovernamentalipensateperl’accoglienzadeirifugiati,ossia“l’insiemedeiprogrammi,calcoli,tecnicheeapparati,documentieproceduremondaneattraversolequalileautoritàcercanodiincorporareedareconcretezzaalleambizionigovernamentali”(Rose,Miller1992,175,trad.nostra).
3.3.�Progetti�di�accoglienza�individualie�percorsi�di�autonomiaPerquantononesistanostimeufficialisulnumerodirichieden-
tiasiloedirifugiatiresidentiaMilano,nétantomenonellaPro-vinciadiMilano,permoltideglioperatoriintervistatièevidentecheipostilettoelestruttureoffertedalComunediMilanononsianosufficientiacopriretuttelecrescentirichieste.Ilruologio-catodalterzosettorepersopperireaquestalacunaèfondamenta-le.Perquestomotivoabbiamoritenutoutileintervistarenonsologlioperatori“istituzionali”maancheivolontarieiresponsabilidiquellecooperativeeassociazioniche,perusarelaterminologiasceltadall’UfficioStranieridiMilano inalcuni suoi rapporti, sioccupanodi“accogliere”,“integrare”e“tutelare”richiedentiasiloerifugiati. Il rapportocheesistetra lediverserealtàèperaltromoltostretto,nonsempreformalizzatodaconvenzioniocontrat-tiufficiali.Delrestoglioperatorispessosiconosconotralorooperchéhannolavoratoinpassatonellestessecooperativeeneglistessiufficioperché,operandosullestesserealtà,primaopoien-tranoincontattoperragionidilavoro.Inaltritermini,nonesisteunademarcazionenettatra“pubblico”e“privato”,“professionale”e“amicale”.Inevitabilmenteanchegliutentideiservizidiacco-glienzasiaffidanoesiadattanoaquestaretecercandodiintrec-ciarlaconquelladeipropricontattipersonali.
FuggireecercarerifugioaMilano
10�
LepersonechevengonoaccolteneiCentridiaccoglienzaco-munalisonocomunqueinviatedall’UfficioStranieriesonoperlamaggiorparterichiedentiasiloorifugiatichehannoaccettatodiessereinseritinelSistemadiProtezione.Ancoraprimadientra-renelCentrovieneinfattistipulatopressol’UfficioStranieriunaccordo,definitoanchecome“contrattodiaccoglienza”,dovesistabiliscono,fralealtrecose,ladatadiingressoequelladiuscitanonchéglieventualioneridasostenerepercontribuireallespesequaloral’ospiteprolunghilapropriapermanenzaoltreiterminiprestabiliti.IprimiseimesidipermanenzasonoinfattigratuitieicostidigestionedeiCentrisonointeramentesostenutidaifondidelSistemadiProtezione.Terminatoilsemestrediprimaacco-glienza,sel’ospiterimane,devepagareunacifradicircatreeuroperognigiornodipermanenzainpiù.
UnavoltaarrivatoalCentroilrichiedenteasilodeveinoltresostenereun“colloquiodiammissione”conglioperatoriiqualispieganoalnuovoarrivatoleregoledisoggiorno.Inquestaoc-casionec’èlapossibilitàperglioperatoridifareunaprimaco-noscenzadell’ospiteepreparareun“progettod’accoglienza”cheprevede,solitamenteanchelafrequentazionedicorsidiitaliano,ilsupportonellaricercadellavoro(perquantisonoinItaliadapiùdiseimesi)l’orientamentoaiservizisulterritorio.Intalunicasi,comecihaspiegatounoperatorediunCentrodiaccoglienzamaschile,lisipuòpersinoaccompagnareneivariufficicomunalipersbrigarelepraticheburocratichenecessarie.
Unadelleassistentisocialiciharaccontatodiunasuaprece-denteesperienzacomevolontariainundormitoriodiMilanocheoranonesistepiù.Qui:
c’erasololacenaelacolazione,senzaattivitàspecifiche[…].Costruivamodeipercorsiindividualizzati.Nelgirodipochigiornisi definiva il progetto d’accoglienza. Sui richiedenti c’erano al-cunevoltedegliaccompagnamenti individuali:orientamentoaiservizi,guardaroba(intervistaaS.C.)
LibroProvinciaMilano
104
Inquelcasoilprogettodiaccoglienzaerafinalizzatoprinci-palmenteall’inserimentoinaltriservizioCentricomunali.Conleparoledell’assistente,“nonc’eral’ideadiprendersiincaricolapersonamalasiindirizzavaadaltriCentri”.Alcontrario,ora,nelCentromaschile incui lavora, “facciamoprogettieducativiconpersone,unpercorsodiaccoglienzadiseimesichecomprende,fra le varie cose, l’accompagnamento alla ricerca di una strut-turaabitativaperdopo”.Rispettoai tempistretti impostidallastrutturadiaccoglienza incuiavevaprecedentementeoperato,l’assistentehasottolineatocomegliospitichearrivanonelCen-trodiAccoglienzaincuiattualmentelavorahannounprimoverocolloquioconoscitivosolodopotresettimane,allevolteancheunmese, “il tempodi assestarsi”.Durantequesto colloquio, l’assi-stentesocialecercadicapirequalèlasituazionedellapersona,esplorainsiemeall’ospitedelCentroqualisonoisuoidesiderielesueaspettativeperilfuturo.“Cosavuoifarepertestesso?”èladomandasocraticacheimplicitamentesirivolgeall’ospiteedaquestasipartepercostruireilprogettodiaccoglienza.E’altresìveroche“loroseguonoilloroprogetto,chenonsempreesprimo-nototalmente”hariconosciutol’assistentesociale.
Semettiamoaconfrontoleprocedurediaccoglienzapossia-monotarealcuneanalogieedifferenzesignificativetraiCentricomunalieleCasediaccoglienzagestitedirettamentedaglientidel terzo settore. Per quanto riguarda la Casa della Carità, adesempio,èprevistochelapersonapresaincaricodebbaprimasvolgere alcuni colloqui con gli operatori ma solo dopo esserestatasentitadal“Centrod’ascolto”ilquale“riceveilbisognodel-lapersonaindifficoltàe[…]fissadeisuccessivicolloquiconglioperatori”(CasadellaCarità–www.casadellacarita.org).Ancheinquestocasoicolloquiservonoastabilireun“percorsodiac-coglienza” con l’ospite, il quale, non è necessariamente un ri-chiedenteasiloounrifugiato.AnalogamenteaquantoavvieneperiCentricomunali,questopercorso“prevedelasottoscrizione
FuggireecercarerifugioaMilano
105
diunregolamento,lapermanenzaall’internodellaCasaperunperiododiprovadelladuratadiduesettimaneeladefinizione,sel’esitodellaprovaèrisultatopositivo,delladuratadelperiododipermanenzadell’ospitedellaCasa”(CasadellaCarità–www.casadellacarita.org).Esiste infattiun regolamentochegli ospi-tidevonorispettareesottoscrivere.SebbenelaCasasiasempreapertaachinehabisogno, ci sonodeglioraridi ingressoediuscitaprestabiliti.L’usodeglispaziedeglioggettièdisciplina-to:occorre,adesempio,avercuradelbagno“lasciandolosemprepulitodopoaverlousato”,oppure“pernondisturbare il riposodeglialtri,nonèpossibileutilizzareradioeregistratoriincame-ra.Ancheilcellularepersonalevaspentodalle2�.00alle7.00delgiorno successivo”.Lapersonaaccoltadeve inoltre avere curadellesuecose,dicomesicomportaconglialtri“pernonturba-relaconvivenza”.Devequindiprestareattenzioneanonrecaredisturbopercontribuirea“crearecondizionidibenessereunitoaquellodituttiglialtri”(CasadellaCarità–www.casadellaca-rita.org). Si può entrare alle 17.�0ma si deveuscire alle 9.�0,adeccezionedeigiornifestiviincuisipuòrimanerenellaCasatuttoilgiorno.Iltempomassimodiaccoglienzaancheinquestocaso,comeperiCentricomunali,èdiseimesi,terminatiiqualituttavia“vienericontrattata lapresenzadell’ospite.Inpratica,siiniziaachiedergliincambioqualcosaattraversodeipiccolila-voretticomepulirelamensaunavoltalasettimana”(CasadellaCarità–www.casadellacarita.org,enfasi inorig.).Danotare inquestocasounadifferenza:neiCentridiaccoglienzadelComunenon c’è la possibilità di “ricontrattare” la durata della propriapermanenza.
E’interessantesottolineare,sempreaquestoproposito,che“lapermanenzaall’internodellaCasavienestabilitadaglioperatoriedall’ospiteedècalcolatainbasealtempochesarànecessarioall’ospitepertrovareunapropriasistemazione”(CasadellaCarità–www.casadellacarita.org).Quindi,siescedallaCasaquandosiè trovata “una propria sistemazione abitativa” in altri termini,
LibroProvinciaMilano
106
quandol’ospiteèingradodigestirlain“autonomia”(CasadellaCarità–www.casadellacarita.org).
ComehaprecisatounodeiresponsabilidellaCasaduranteunaintervistachecihaconcesso,ipercorsiprogettaticongliopera-torisonoindividualizzati,dapiùpuntidivista:
F.Iltentativoèdifaredeipercorsiconloro,personalizzati.Inlineadimassimailtempo[dipermanenza]èdiseimesi.Peròèindicativo.Doposicostruisceconlepersoneilpercorso[…].”
L.Perpercorsoindividualizzatocosaintende?Ilfattochecia-scunohalasuastoriae…?
F.Si,si,partiamopropriodalfattocheciascunohalasuasto-ria.
L.Echetipodiprogetti?F.Dipende.Peririchiedentiasilosivadalseguireildiscorso
giuridicodeidocumentialvederel’inserimento;dallalinguaal-l’[inserimento]lavorativo.Sepossibile,robadiquestogenere.Seèunostranierochehapersoillavoroehaun[permessodi]sog-giornoedèquidaanni,[c’è]ildiscorsodicapireildisagio[…].Seèunitalianodipende[…].Seunoèetilista,comefarearisolvereilsuoproblema.Seèsfrattato–abbiamoavutofamigliesfrattate[…](intervistaaF.D).
La personalizzazione non è solo legata ai tempi e al tipo diproblemidiciascunapersona.Nelcasodeinucleifamiliari,unodegliobiettivideglioperatoridellaCasaèdicercaredimantenereunita la famiglia, all’oppostodiquello cheaccade, adesempio,nellestrutturecomunali:
F.IlComunenonhastruttureperfamiglieintereetendenzial-mentespaccalefamiglie:gliuominisiarrangianoe,casomai,lamammaconibambinilitieneinsieme.
L.Anchein“Sammartini”?
FuggireecercarerifugioaMilano
107
F.IlComunehanelCentro[diviaSammartini]mammeebam-bini,nonfamiglie.
L.Eperché?F. E’ una scelta, opinabilissima, criticabilissima, ma è una
sceltafattadalComune.Nonl’homaicondivisa.Holottatoquan-dolavoravoper*****suquestacosaqui.Probabilmenteeranatanel1998,fine‘98,conl’emergenzaKosovo.C’eranotantikosovarie tanti curdi inStazioneCentrale.Hannoapertodibotto “Gor-lini”, in fretta, cheeraunavecchia scuolaabbandonata, credo,dall’Università.Siccomec’eraViaGiorgi livicino,eViaNovaravicino–questaèunamialettura-,[hannodetto]:tantosonovi-cini,200metri,mettimammeebambinilàemettiipapàquiinGiorgi.Tantoc’èdimezzo,nonsosehaipresente,ilparco.Quan-doperòhannomandatolemammeeibambiniinFulvioTesti,dalìsono12km!Peròlilarobaoramaieraandataedèstataquasierettaasistema.Edèsempreandataavanti inquestamanieraqua.Quindi,tendenzialmente,seriusciamo,noi,invece,teniamoilnucleofamigliareunito.‘Personalizzato’èquestacosaqua”(in-tervistaaF.D.).
Unasceltadiflessibilitàrispettoaitempidiaccoglienzaana-logaaquelladellaCasadellaCaritàèstatafattadallaCasadiBe-taniadiRozzanoche,alcontrariodellaprima,ospitasoprattuttorichiedentiasiloericorrenti.Comeraccontaunodeiresponsabili,anchenellaCasadiBetaniafinoaqualchetempofal’accoglienzaduravaseimesi–einognicasooccorrevalasciareilpropriopo-stoecercarneunaltroperlachiusuraestiva.Daqualcheanno,invece,lastrutturaèapertatuttiigiorni,tuttol’annoeitempidipermanenzapergliospitipossonoessereanchemoltolunghi.Questopervenireincontroalleesigenzedella“nuova”utenza,inparticolare, richiedentiasilocheaspettanoancoradiconoscerel’esitodell’audizioneconlaCommissioneStralcioodiRoma;ri-correnticheaspettanodisaperequaledecisionehapresoilTri-bunale civile rispetto al loro ricorso. Il responsabiledellaCasa
LibroProvinciaMilano
108
cihaspiegato,durante l’intervistaavutapresso la strutturadiaccoglienzaincuilavora,che“sifaunprogettoconognisingoloospite”,unprogettochepuòdurareunoodueanni,allevoltean-chetre,asecondadeicasi.Leragionidiquestasceltasuitempidiaccoglienzasonosemplici:“preferiscotenerlidipiùpiuttostochetenerlisolodueotremesi.[Diversamente,sarebbe]comemetterlisullescialuppedisalvataggioperpoiributtarliamare”.
Ancheinquestocaso,sebbenecisiaunamaggioreflessibilitàsuitempi–enelleproceduredell’accoglienza–l’enfasièsull’au-tonomiadegliospiti.TraidoverielencatinelregolamentodellaCasadiBetania,alpuntoterzosipuòleggereche“l’ospitehailprimariodovered’impegnarsinellaricercadiunalavoroediunalloggio,tenendocostantementealcorrenteglioperatorisull’esi-todeiproprisforzi”.Gliospiticontribuisconoallespesepagandounarettasimbolicachevadai50ai100euroalmese.Nontuttiperòlapagano,soloquellichelavorano.SecondoilresponsabiledellaCasa,ilpagamentodellarettacontribuisceacreareunmi-nimodisensodicomunitàperchétuttipartecipanoallespeseequellichepossono,indirettamente,aiutanoquellichenonposso-no.Ilresponsabileammetteanchecheinquestomodorischiadiincoraggiarealcunianonpagareperchéèsemprepossibiledirechenonsi sta lavorandoanchese, in realtà, lo si fa.Dall’altraparte,egliriconosceaisuoiospitiuncertogradodionestàpercuisache,allimite,ritardanoacomunicarediavertrovatounlavoroperunmeseoduemapoirispettanol’impegnoecontribuisconoanch’essiallespese.Elui,nelfrattempo,chiudeunocchio.Nonera così prima quando la Casa era gestita facendo rispettare ilregolamentoconmaggioreseverità.Infattituttigliospitieranoobbligatiapagareanchesenonavevanoun lavoro, “nell’otticapedagogista di renderli autonomi” ci ha spiegato il responsabi-ledellaCasa. Ilcompitodel responsabile rimanecomunqueundifficileequilibrio traduediverseesigenze: “daunapartevan-no‘coccolati’edall’altrabisognaaiutarli,pernonfarlistarequitroppotempo”.
FuggireecercarerifugioaMilano
109
La Casa offre vitto, alloggio, docce, giochi, corsi di italiano;organizzaeventi,manifestazioni,gitefuoriporta.MalamaggiorpartedeltempogliospitidellaCasalopassanofuori,acercarelavoro.“Iltempodeveessereusatopermigliorare:cercarelavoro,farealleanze”haaggiuntoilnostrointerlocutore.
3.4.�Cercare�un�lavoro�SecondoilresponsabiledeiCentridiaccoglienzamaschilidel
comunediMilano,spessoirichiedentiasilohannounbuonlivel-loculturalema,perusarelesueparole,nonhannotitolidistudio“spendibili”inItalia.Inaltritermini,cisonorichiedentichehan-notitolidistudiouniversitarimalamaggiorpartedelleoffertedilavorosonopermansioniconunbassoprofiloprofessionale.Cisonoinvecerichiedentichehannotitolidistudioperprofessionidicuiilmercatodellavorononnecessitacosìcomecisonoaltririchiedentichenonhannopotutoportareatermineglistudi.Perquestomotivoall’internodeiCentri,manonsolo,sicercaquantopiùpossibilediaiutarelepersoneaproseguireipropripercorsiprofessionalieleesperienzegiàacquisiteoaintraprendernedeinuovi.Alcontemposicercadioffriredeicorsidiformazionechepossanogarantiremaggioriopportunitàdiinserimentolavorati-vo sul territorio. I corsi chevannoper lamaggiore sonoquelliperdiventaremagazziniere,mulettista,panettiereogiardiniere.Tutti lavori che, come si accennava in precedenza, non richie-donoun’altaqualificazioneprofessionale.L’assistentesocialediunodeiCentridiaccoglienzamaschiledelcomunediMilanociha raccontatoaquestopropositodi comesiadifficileperalcu-ni richiedenti adattarsi alle proposte formative a disposizione:“personeconunmasterchedevonofareilcorsoperelettricista”(intervistaaP.T.).
ComecifahafattonotareilresponsabiledeiCentrimaschili,cisonoinoltrepersonechenelpropriopaeseavevanounlivellosocialeelevatoechesiscontranoquiinItaliaconunarealtàchenonèquellaacuieranoabituati.Questopuògenerareinsoddisfa-
LibroProvinciaMilano
110
zioneoveraepropriafrustrazione.Nonèinfattisemplicetrova-reunlavoro“adeguato”.Inmoltisitrovanoafarevolantinaggiocomeprimolavoro.Dai“lavorettidivolantinaggio”sipassapoiailavoridicarico/scaricomercinotturni,adesempioe,soloperipiùfortunati–ciharaccontatoilnostrointerlocutore-,cisonoilavoridaoperaioconturnidiurni.
T.O.,uncongoleseconunpermessoumanitario,inunainter-vistaconfermaindirettamentealcunediquesteconsiderazioni:
L.Com’ècambiatalatuavitadalCongoall’Italia?T.Ok,sai,lavitanonèlastessaperchéinCongoavevounla-
voro“speciale”maqui…L.Unlavoromoltoparticolare?“Sensibile”?T.Si,equidevolavoraremoltoduramente,lavorichesefossi
statonelmioPaesenonavreimaifattoechequiinItaliafaccio.L.Peresempio?T.Peresempiolavorareinfabbrica,nellefabbrichechimiche,
alcunefabbricheperillegno.L.HaistudiatoinCongo?T.Ok,hostudiatoall’Università.
Leretiamicalisonoquellesucuiirichiedentifannopiùaffi-damentopercercare lavoroperchéricevonolerispostepiù im-mediate sebbene sianoanche lepiùprecarie e lepiù rischiose.Alcunevolte“trovanogrossefregatureoperchésonosottopagatioperchénonsonopagatipropriooperchévengonopagatimenodiquelloprevisto[…].Restano“scottati”daquesteesperienzeealcunitrovanocosìlostimolopercercarealtritipidilavoro”(in-tervistaaP.G.).
SecondoY.,unsudaneseconunpermessoumanitario,aMi-lano c’è tanto lavoro ma è difficile trovare quello “regolare”. Ilavori“innero”sononelsettoredellepulizie,comemontatoredipalchiomuratore,adesempio. “Per trovarequesti lavoribiso-gnaaveretanteconoscenzeaMilano.Seconosciquestepersone
FuggireecercarerifugioaMilano
111
lavoritanto”.E’piùdifficiletrovareunpostotramiteleagenzieinterinalioaltricanali“ufficiali”.Y.adesempio,hagiàportatodecinedicurriculumindiversiinterinalieglihannosempredet-tochegliavrebberofattosaperequalcosaappenapossibile.Nelgiugnodel2006avevatrovatounlavorocomemuratoretrami-teunconoscente.Ottooredilavorocomplessive.Nonlohannoancorapagato.Un ‘amico’ sudanese, che cercavaaltrequattropersone, aveva trovato il posto. Si sono trovati così un giornoinStazioneCentraleaMilanoeconunamacchinaqualcuno lihaportati inuncantiere.Nonha saputopiùnienteY.,nonsanemmenoquantisoldiglidevonoperchénonsièmessod’accor-doprima.Luisifidavadell’‘amico’sudanesemaorasachequeisoldinonlivedràmai.
Quando abbiamo domandato al responsabile dei Centri ma-schiliperqualemotivosecondoluileprofessionipiùrichiestedalmercatodellavorofosseroquelledimagazziniereodimulettista,perfarequalcheesempio,eglicihaspiegatochequestisonoila-vori“piùspendibili”inquantolavorinotturni(edunquepocori-chiestidamanodoperapiùqualificataolocale)espesso“innero”(economicamentevantaggiosiperidatoridilavoro).Lepersonechetrovanoilavoripiùstabiliciarrivanodopounostage,oppureattraverso l’Ufficio Provincia del Lavoro (il “vecchio” Ufficio dicollocamento), oppure ancora tramite l’Ufficio Orientamento alLavorodelComunediMilano.Quest’ultimooffreanchetirocinidilavoroeborsedilavoro,spessoperòindirizzatealle“personepiùfragili”chehannobisognodipiùaiutoesostegno,inpartico-lare,giovani,anzianiopersonechemostranoqualchesegnodi“fragilità”psicologicao“difficoltàrelazionali”.
Alledifficoltàditrovareunlavoroinregolasisommanopoilecomplicazioniburocratiche.IlresponsabilediunaCasadiacco-glienzainProvinciadiMilanocihafattonotarechedaunpo’ditempoaquestaparteleagenziedilavorointerinalehannoinizia-toachiedere,traivarirequisitiperessereassunti,ancheil“cer-tificatodiconformitàdell’alloggionominale”cosìcomelacarta
LibroProvinciaMilano
112
d’identità.LaCasagestitadalresponsabileintervistatononhairequisitinecessariperpoteroffrireilcertificato“perchéquines-sunopagaunaffitto”edunqueisuoiospitidevonotrovarealtresoluzioni per superare il problema o chiedendo favori ad ami-cichehannounacasapropriaoppurevalutandoladisponibilitàdialtrestruttureidonee.Larichiestadiquestedocumentazionisonounodeitantiesempididiscrezionalitàedicontinuemodifi-cheincuiincorronorichiedentineicircuitiistituzionali.
Il Comune di Milano offre la possibilità di ottenere la resi-denzadopotremesidipermanenzaneiCentridiaccoglienza.Lapersonainteressatapresenta larichiestadiospitalitàall’UfficioStranieri,ilquale,asuavolta,rilasciaidocumentinecessariperpoipresentarsiall’UfficioAnagrafedelcomune.Laprassiprevedeinfinechecisiailcontrollodelmessocomunalechesirecanellastrutturaabitativaindicatadalrichiedenteeverificachelaper-sonaeffettivamenteviabita.Intuttiquestipassaggiburocraticitra i variuffici passanoanchequattromesi,ma “c’è gente chenonricevelaresidenzanemmenoinseimesi”–sièlamentatoilresponsabiledeiCentridiaccoglienzamaschiliquandoloabbia-mointervistato–conevidentiripercussioniedifficoltàpratichecome,perl’appunto,trovareunlavorotramiteleagenzieinteri-nali.
Altraquestioneimplicatanell’incontroburocraticochecom-plica lavitadei richiedentialla ricercadiun lavoro–eneac-centua,diconseguenza,lavulnerabilitàsociale-,èilrilasciodelpermessodisoggiornoche:
devonosempretenereconsé.E’unfogliodi‘cartavelina’.Bastafareunafotocopiaenonsivedepiùniente.Quelloautenticotenen-dolosempreconsésirovinafacilmente[…].Perchénonglidannounacard?[…].InQuesturarilascianoun‘cedolino’inattesadeldo-cumentoufficialema,nelfrattempo,conquesto‘foglietto’nessunotidaunlavoroeloroaspettanodeimesi(intervistaaG.M.).
FuggireecercarerifugioaMilano
11�
I documenti di identità devono essere sempre tenuti con séperchéicontrollidelleforzedell’ordineaMilanosonofrequentiperglistranieri.UnragazzodelCamerun,inItaliadapochimesi,ciharaccontatodiesserestatofermatodallapoliziabenduevol-tenell’arcodipochesettimane.Dallesueparoleintuiamolafasti-diosasensazionediessereunbersaglioprivilegiato–perilcoloredellapelle,iltipodivestitiindossati–equindinoncasuale,deicontrolliperlasicurezzapubblica:
[Laprimavolta]sonoandatoaFamagostaatrovareunamico.Eroinmetro.C’eranotantepersonee[ilpoliziotto]hachiamatopropriome[…].Glihoprestatolamiapennaperscrivereilmionome…[…].Questadomenicaavevoimieivestiti‘africani’.SonoscesoaCadorna.Hopresolascalamobile.C’eranotantepersonee[ilpoliziotto]hachiamatomeehascrittoilmionome.Perché?Perlasicurezzamihadetto”(intervistaaH.M.).
Tornandoallaquestionedellavoro,peralcunioperatorilari-cercaassiduadiunpostodilavorodapartedirichiedentiasiloerifugiatipuòessereallevolteindicedelfattocheladomandadiasiloèusatainmanierastrumentale.Unoperatorecheabbiamointervistato in un Centro di accoglienza maschile si è spinto adirecheunabuonapartedelledomandediasilononhalebasiperesserericonosciuta.Sivedeanchenell’approccioconcuicisirapportaalCentroqualèl’ideadivitacheunohainItalia,haspiegatoilnostrointerlocutore.“Sivedechesipuntapiùsulla-vororispettoaquellocheèstatoilpropriopercorso”.Sipuntasulpresenteesul“micercounlavoro”.Quelliche,invece,hannodeimotiviunpo’“piùforti”,secondol’operatore,arrivanoinItaliaconun’altraaspettativa:trovareun“luogodiriposo”.Quellichenelloropaesehannoavuto“unasituazionepesante”,“unbagagliopesante”daportarsidietrocercanodove“scaricarlo”.
Gli argomenti dell’operatore sono esemplificativi di un con-vincimentoediunaincomprensionediffusa,spessotacita,chesi
LibroProvinciaMilano
114
puòestrarretantodaidiscorsiquantodagliatteggiamenti,dallenormativeedairegolamenticosìcomedalleprocedureburocra-tiche – puntigliose, cervellotiche, asfissianti – che riguardano irichiedenti.Questidiscorsisembranoconvergereversounafigurastereotipatadirifugiatopresainprestitodall’esperienzaeuropeadegliesulipolitici:unuomoounadonnacheèfuggito/adaper-secuzionipolitichee,passaportoinmano,sièconsegnato/aalleautoritàmostrando,possibilmente,gliinequivocabilisegnidelleviolenzesubitenelproprioPaese.Il“vero”rifugiatoèl’immaginediunavittimasoffocatadalpropriodolorecheaspettauninter-ventodiaiutodicuisaràriconoscente,uncorpocompassionevo-ledaaccudire,imprigionatonellapropriastoria.Nonsonoperòdellostessoavvisolamaggiorpartedeirichiedentiasiloerifu-giaticheabbiamointervistatooconcuiabbiamosemplicementeconversato. Il giovane camerunese che ha raccontato di esserestatofermatodallapoliziaduevolte,durantel’intervista,piùdiunavoltaciharivoltolaseguentedomanda:“E’scrittonellaleg-ge italianacheuno stranierodeveaspettare seimesiperpoterlavorare?”, cercandounchiarimento suundubbioche loassil-lava.Ilnostrotentativodidareunarisposta“tecnica”alquesitotuttavianon lo soddisfaceva.Noncredevapossibilechestandoallanormativaitalianainmateriadiasilo,duranteiprimimesidipermanenzainItalia,avrebbedovutodipendereingranpartedalladisponibilitàdellestrutturediaccoglienzaincuieraospi-tepiuttostochedallemenseedalleassociazionidivolontariatochefrequentavaperilsoddisfacimentodeisuoibisogniprimari.Sebbeneinfattiapprezzasselosforzofattodaglioperatoriedaivolontaricheloaiutavano,disse:unuomochenonpuòlavorarenonèunuomo.Iononpossofarel’elemosina.No.Iononposso”(intervistaaH.M.).
L’aiuto può depersonalizzare , proprio perché toglie l’altrodalriconoscimentosocialeedalsuotentativodiricercadiau-tonomia.
FuggireecercarerifugioaMilano
115
3.5.�Mangiare�nelle�menseUnragazzonigerinocheabbiamoconosciutonellaprimavera
del2006 frequentando ilNaga-Har,un’associazionedivolonta-riatocheoffreassistenzamedico-legalearichiedentierifugiati,ciharaccontatochesolitamentepreferiscemangiareneiMcDo-nald.Quihalapossibilitàdiconoscerepersonediversedaquel-lechevedetuttiigiornineidormitoriediincontraregliamici.Nellemensegestitedaassociazionicaritatevoli,acuisirivolgelamaggiorpartedellepersonesenzamezzidisussistenzaoincon-dizionieconomichesvantaggiate,noncivuoleandarepiù:
T.Quandoho5,10euromangiodaMcDonald.L.Perchénonmanginellamensa****cheègratis?T.Perchénonvabene.L.Maperché?T.Perchénonèbuono.L.Nontipiaceilmangiareoaltro?
Inrispostacifacapirechenonè“dignitoso”riceverecibosenzapagarlo.Nemmenoivestiti.Seunohaunpo’disoldi,deveprocu-rarsidaséquestigeneridinecessità.Dellostessopareresonoaltrepersonecheabbiamoincontratooconosciutodurantelanostrari-cerca.Unuomosudaneseacuidomandavamoinsiemeadunavo-lontariadelNagadoveandasseamangiaredisolito,ciharisposto:
K.Mangiare?Nonmangio.Dalmattino,allenovedella seranonmangio.Poisehoforzavadoallamensa******.[Ma]nonmipiaceandarelà,misentocomesequalcunomidovesseammaz-zare.Macosapossofare?
B.Cosanontipiace?K.Nonmipiaceandarelàperchéilcibononècommestibile.Io
lavoro,cosacifacciolì?Perchémangiolì?Quelpostoèperglian-ziani,gliinvalidi,nonperme!Sonovenutoquinonpermangiaremaperl’asilopolitico.Capisci?(intervistaaK.)
LibroProvinciaMilano
116
H.,ancheluisudanese,inItaliadacircaunannoconunper-messoumanitario,nonmangiainnessunadellemensegestitedaassociazionicaritatevoliperchéhapaurachemettano“lemedi-cine”nel cibo.Secondo lui,queste “medicine”hannouneffettosedativo.ServonopertranquillizzarelepersoneinmodochelaseranoncreinoproblemineiCentrionelleCasediAccoglienzaovadanoingiroperlacittàdigiornoadarfastidio.Alcunivolon-taridiunaassociazionedivolontariatomilanesechesioccupadirifugiatimihannoconfermatol’esistenzadiquesta“diceria”traalcunirichiedenti.AbbiamochiestoaH.chigliavessedettochec’èqualcunochemettele“medicineperdormire”nelcibodellemense.Ciharispostocheseneèaccortodasolo.Ognivoltachemangiavanellemenseinfattiglivenivasonnoenonandavapiùacercarelavoro.Cheforseèpropriociòchevoglionoigestoridellemense,halasciatosottointesoH.
Daquestidialoghi,edaquestametaforadelciboconsedativi,emergecomesiaambiguoilrapportoconilvolontariatocarita-tevoleacui,quasiinevitabilmente,moltirichiedentidevonori-volgersiperpotervivereaMilano.Questepersonesannoperòdidoverscendereacompromessiconilpropriosensodidignità.Echitrovaunlavoro,nonappenahaqualchesoldointasca,cercadievitarequestotipodiaiuti.Ladiceriasulsonniferoneipiat-ti serviti allemensecidicequalcosadipiù innanzitutto suunpiano metaforico. Le strutture per rifugiati, istituzionali o nonistituzionali,creanodipendenzaadispettodiquantodichiarino.Ilmessaggiochemandano,consideratelestrutturediaiutonelloro insieme, è infatti ambiguoe contraddittorio.Daun lato sichiedeallepersonediessereautonome,indipendentie,dall’altro,nonsicreanoleeffettivecondizioniperpoterraggiungerequestiobiettiviespessosiincentiva,semmai,ilcircolodelladipenden-za.Quandopoilepersonestessetrovanoosidannodafareperavereun’autonomiaeconomicavengonospessoaccusate,perlopiùimplicitamente,dinonessere“veririfugiati”ediesserevenu-tiinItaliasolopercercarelavoro.
FuggireecercarerifugioaMilano
117
3.6.�Dormire.�Punti�di�vistadei�richiedenti�asilo�e�dei�rifugiatiInItalia,apartiredall’apriledel2005,lanormativacherego-
lamental’asiloècambiata.Nonostantequestemodifiche,lecon-dizionidivitadimoltirichiedentiasilo,rifugiatioricorrentinonsembranoesseremigliorate.Moltedifficoltàsonorimastelestessediprimaeincerticasisisonopureaggravate.Nell’estatedel2004eravamo andati a visitare con un gruppo di volontari di un’as-sociazioneperstranieridiMilanounafabbricaabbandonatadaparecchianni.L’edificiositrovavanellaperiferiaovestdiMilanoecieragiuntanotiziachefosseabitatadamigrantisenzarego-larepermessodisoggiorno.Cirecammolìperdareinformazionilegaliefarconoscerel’associazione.Inquell’edificiosupiùpiani,formatodaunintrecciodicorridoiestanzedisposteconlastes-saclaustrofobicarazionalitàdiunaprigione,abbiamoconosciutoperlaprimavoltaunrichiedenteasilopoliticosudanese,K.
Diseguitoriportiamoalcunistralcidiunaconversazioneavu-taconluinellacasadiaccoglienzadiun‘associazionedivolonta-riatodove,nelfrattempo,avevatrovatoospitalità.
K.Iosonopulito,nonvogliovenderedroga,nonvogliofarelavorisporchi.Sai,sevolessipotreifarlo.Manonmiinteressa,nonvengodallastrada.Vogliolavorareconlemiemani,questodovrebbeaiutarmi.Allafinepossoprenderelamiavaligiaean-dareperlastradaesaròlibero:mipiacelalibertà!Sonovenutodalmiopaeseperchémipiacelalibertà[…].ComediceilLibroVerde17:“Chiunqueviveinunacasachenonèlasua,anchesepaga,nonèlibero[…].Lacasaèmoltoimportanteperogniper-sonanellapropriavita”,questodiceilLibroVerde.Tucostruiscisuquestaterraequestaterraèpertutte lepersone.C’ètantagentedellostessopaesechenonhadamangiare.Tucostruisciunacasaperte,latuafamigliaeituoibambinimasecostruiscialtipalazziperfarstaredentrolagenteenonglidaideisoldi,unapersonaaprelaportadicasaedègiàfuori!Secostruisciuna
LibroProvinciaMilano
118
casa,lacasadeveesseredichicivivedentro,nontua[…],questodiceilLibroVerde.
B.QuandoseiarrivatoaMilano,iprimigiorni…K. Dove ho vissuto? Ho vissuto in un posto che in arabo si
chiama“kherba”.Kherbainitalianosignifica“postosporco,senzaluce”,dovenemmenoglianimalipossonovivere!Soloicriminalipossonoviverelì!Quandomiavetevistoinquelposto,eralìcheiovivevo.Sevedilamiavaligia,èrotta.
L.Chitihasuggeritodiandareinquelposto?K.Lepersonechenonhannounpostodoveandare,chenon
hannosoldipermangiare,vannolìedormonoafiancoacrimi-nali.
B.Perchédiciquesto?K.Perchévendonodroga!Eperchévendonodroga?Nessunoè
creatodaDiocriminale.Unapersonachenonhadamangiarechecosapuòfare?Arrivaafareditutto:rubare,uccidere.Puòfareditutto.Capisci?Haivisto?Mihannorottolavaligia.AdessotuttiimieidocumentiimportantiliholasciatialNaga-harperchéhopaurachequalcunomelirubi.”
L.Qualèiltuosognoora?K.Ilmiosogno?L.Si,seavessiunabacchettamagicacosacambieresti?K. Ilmio sognooranon lo so,veramente.Questa èunado-
mandaperlaqualenonhorisposta[…].E’unadomandamoltodifficile.Primaavevosognimaadesso,dopoavervistoqualèlasituazionequi,ilmiosognoètrovareunacasa[ride],unbagno.Primaavevoungrandesogno,adessoquestoèilmiosogno[ri-dendo].Credetemiallevoltequandocipensoquasi impazzisco.Nonvorreimaèunasituazionechenonpossocontrollare.
Ledifficoltàegli imbarazzidiK.sonocondivisiancoraoggida molti richiedenti asilo. Come si accennava in precedenza lasituazionepertalunièpeggioratadopolemodifichedel2005inmateriadiasilo.Ci riferiamo inparticolareacolorochehanno
FuggireecercarerifugioaMilano
119
ricevutoildiniegodifronteallaCommissioneecercanodiintra-prenderelapraticadelricorsomasitrovano,perlegge,adoverlasciareilterritorionazionaleeadesseresenzadocumenti.
Esseresenzadocumenti,inattesadiavviareilricorso,signifi-canonpoteraccedereaidormitoripubbliciequindidormireperstradaopressoamici;nonaverelapossibilitàdicercareunlavoroinregola;dipendereancoradipiùdalleassociazionicaritatevoli;vivereconiltimorediesserefermatoperstradadalleforzedel-l’ordineereclusonelCPTdiviaCorelliperessererimpatriato.
Pocoprimadell’agostodel2006,abbiamoavutomododicono-scerepressoilNaga-harT.S.,ungiovaneetiopeche,avendorice-vutoildiniegodaunacommissioneterritorialenelsudd’Italia,avevadecisoditrasferirsiaMilanopercercaremezzidisosten-tamentoeunavvocatocheavviasselapraticadelricorso.T.S.,cometuttiirichiedentichenonhannoancorapotutoavviarelapraticadelricorso,erasprovvistodidocumentidisoggiornore-golari.SebbenenonavessemaicommessoalcuncriminepassavalegiornatecercandorifugiotralaStazioneCentraleeigiardinipubblici,evitandoquantopiùpossibilediincrociarepoliziottiecarabinieri.Nonostante tutte lecauteleerastato fermatovarievoltedaalcuniagentidipattugliaeavevaricevutounfogliodiespulsionedalterritorionazionaleperchénonerainpossessodidocumenti regolari. Tagliato fuori dal Sistema di Protezione inquanto “diniegato”e residenteperdipiù inunaprefetturachenoneraquelladisuacompetenza,ciraccontòalcuniepisodicheglieranocapitatidurantelasuapermanenzaaMilano,situazioniche inalcunicasi loavevanoumiliatoe inaltrisemplicementefatto riflettere.Ungiorno,adesempio,passeggiando lungounodeimarciapiedichecosteggianolaStazioneCentrale,ciraccontòdiesserestatofermatodaunitalianochegliavevachiestofavorisessualiincambiodidenaro,unfattocheinEtiopianonsisareb-benemmenosognatoglipotesseaccaderenellavita.Unanotte,invece,mentredormivainstazione,unnordafricanoavevacer-catodisfilargliilportafoglioditasca.Seneeraaccortoeaveva
LibroProvinciaMilano
120
chiestoalladruncoloperqualemotivoavesseintenzionedide-rubarlo,vistochenelportafoglioavevasolodocumentipersonalie fogli di carta condegli appunti scarabocchiati. L’uomo si eragiustificatonegandoiltentativodifurtoeaffermandochelasuaveraintenzioneeradivolerfareamicizia.“Vuoiessermiamico?Ealloraperchétocchiilmiosedere?”recitòpernoiT.S.,mentreridevamoimmaginandoinsiemelascena.Forseancheaseguitodi questi episodi, il nostro interlocutore conduceva la sua vitadi “rifugiato” dormendo di giorno nei parchi e rimanendo sve-glioquantopiùpossibilelanotte.Quandogliabbiamochiestolaragionediquestasceltacispiegòchecosìsisentivapiùsicuro,soprattuttonelleorenotturne. “I’m�batman,�now”cidissesor-ridendo,mentregiungevaunsuoamicocon ilqualeavevagià,evidentemente,collaudatolabattuta.
NellostessoperiodoincuiconoscevamoT.S.,cicapitòdias-sistereadunatelefonatadiunavolontariadelNaga-harche,vo-lendoaiutarealcunepersonechesi eranorivoltealCentropertrovareunpostodovedormire,cercavanelsuoelencotelefonicoindirizziutili.Sfiduciata inpartenza,vistialcuni tentativi fattineigiorniprecedentiperaiutarealtrepersonenellestessecondi-zioni–evistalasituazionedisovraffollamentochedenunciava-noglioperatorideidormitoriinquelperiodo,ancheacausadelconcomitanteriversarsisullestrutturediaccoglienzapubblichedidetenutiliberaticonl’indultoeperlacontemporaneachiusuraestivadimoltiCentri–lavolontaria,infine,riuscìatrovareunpostoperunragazzonigeriano.L’uomo,titolarediunpermessopermotiviumanitari,eravisibilmenteesaustoperlenottipas-sateall’addiaccio,tantocheeradispostoamettermanoallepo-cherisorsemonetarierimasteglipurdievitaredidoverdormireun’altranotteall’aperto.L’unicopostolettochelavolontariaerariuscitaatrovareattraversoilsuoindirizzario,infatti,eradispo-nibilesoloapagamento.
LavolontariadelNaga-har,capitolostatod’animodell’uomo,nonebbe ilcoraggiodi tradurre in inglese larispostaavutada
FuggireecercarerifugioaMilano
121
unaresponsabilediundormitoriogestitodaun’associazionedelprivatosociale laquale,uditalarichiesta,pertelefonorispose:“E’agosto.Seanchedormonofuoriqualchegiornononsuccedeniente”.
Chelaricercadiunpostoperdormiresiaunproblemadinonpococonto,forseunodeiproblemimaggiori–esicuramenteunodi quelli che crea più disagio – lo si può capire ascoltando unqualunquerichiedenteasilo,ricorrenteorifugiatointerrogatoaproposito.T.O.,adesempio,èunuomodicircatrent’anni,fuggitodallaR.D.Congocircatreannifa,checonosceabbastanzabenel’italianoechehaottenutounpermessoumanitario.NellaCasadiaccoglienzaincuieraospitedapochesettimaneecheavrebbedovutolasciare,perregolamento,pochigiornidopolanostrain-tervista,ciconfidòalcunedellesuepreoccupazioni:.
L.Apropositodiunpostodovestare,dovedormire…T.Ok,questoèilproblemachehopropriooraperchénonso
[doveandare].Sai,ovunquetuhaideirifugiati,loStatodiquelPaesehaunqualchepostodovetenerelepersone,maquestononè il casoqui in Italia.Quiogni rifugiatodeve trovaredaséunpostodovevivere.Peresempio,orahoottenutotuttodalgovernoitalianoma soffro ancoraperchénon [ho]unpostodove stare.Sempreacorrere[…]sempreacambiareposti:oggiqui,domanilì.Nonèlavitaperunapersonachehasolobisognoditrovareoavereunavitabuona.Questotipodivitanonèbuonaperme.
L.Seimaistatoinundormitorio?T.Sonostatoinundormitorio,qui[vicino],inviaCalvino.L.Com’era?T.Molto,moltodifficile.L.Moltodifficile?Perché?T.Moltodifficile,perché,peresempio, inunastanzatustai
con16-17persone,chedormonoinunastanza,dapaesidifferen-
LibroProvinciaMilano
122
ti,eognunohalasuamentalitàealcunibevono.Nonèbuonoperpersonechecercanodiavereunavitabuona.
L.Ok,tivolevochiedere…T.LavitainItalia?L.Ok…T.LavitainItaliapernoièmoltodifficile[…]perchéinaltri
paesi–inBelgio,inFranciainGermania,peresempio-,seilri-fugiatoottienelostatus[dirifugiato]loStatoèobbligatoodevedispensareunaltroposto.
L.Deveoffrireunpostodovevivere…T.Ok,ok,loStatodeveaiutarelepersonechehannoottenuto
lostatus,ilmododitrovareunlavoro,mainItalianonècomeinaltripaesiperchéquisetuhaiilpermesso[osenoncel’hai]è lastessavita.Conoscopersonechehannounbuonpermessodisoggiornochenontrovanolavoroeconoscopersonechenonhannoilpermessoechequandocercanolavoroloottengono.Lasituazioneèdifficiledaspiegare.
IlparadossomessoinlucedaT.O.circalepossibilitàditrovareunlavoroconosenzaunpermessodisoggiornosegnalaunadel-lecontraddizionidellanostrasocietà.Percomprenderlameglio,occorreincluderenelnostroragionamentoaltrecategoriedimi-granticoinvoltedaquestostessoparadosso.
Ilmercatodellavoroitaliano,infatti,haancoraoggiimpor-tanti settoridiattivitàchesibasanoprincipalmentesul “som-merso”osul“lavoroinnero”.Illavorostagionaleagricoloneèun esempio tipico. E’ ancora più significativo però il fatto cheoggi,inItalia,lamaggiorpartedeglistranierientratipermotividi lavoro è stata per almeno un periodo di tempo presente inmodoirregolare,senzacioèledovuteautorizzazionielerelativetutele in campo sanitario o sindacale.E’ lo stessomercatodellavoroarichiedereunamanodopera“flessibile”maincerticasiquestaflessibilitàpuòspingersibenoltreibinaridellalegalità,alpuntodapreferirelamanodoperasottopagata,quellachepuò
FuggireecercarerifugioaMilano
12�
essereassuntaolicenziataasecondadelleesigenzedichioffreillavoro.
Con l’attuale legge in vigore in materia di immigrazione, ilpermessodisoggiornoèstrettamentevincolatoalpossessodiuncontrattodilavoro.PerquestomotivolaleggeBossi-Fini,hapo-stogliimmigratiinunaposizionedimaggiorericattabilitàrispet-toailorodatori.Glispaziperun’emersionedall’illegalitàsisonoridottieognitentativodiregolarizzazionedevepassareattraver-so lamediazionediundatoredi lavorodispostoed interessatoa farlo, o facendo leva, dove possibile, su altri possibili canalidi regolarizzazione (ad esempio, il ricongiungimento familiare).Inquestosensochipossiedeunregolarepermessodisoggiorno,comenelcasodiT.O.,incerteporzionidelmercatodellavoropuòtrovarsisvantaggiatorispettoaun“clandestino”oadun“irrego-lare”.Inquestaprospettiva,sipuòparlaredi“produzione”attivadellaclandestinità,connessaaduninteressatoedampiomercatodilavoroneroemarginaleeadunasituazionedidipendenzadapartedivastefascedistranieri,tracuiirichiedenti.
3.7.�Governare�attraverso�la�libertàRiprendiamounadellequestionisollevateneicapitoliprece-
denti(vedicap.I).Perqualeragioneproprioirichiedentiasiloeirifugiatisonofraipiùespostiaitentatividiintaccareiprivilegiaccordatiaibeneficiaridelwelfarestate?Perché,rispettoadaltrecategorie di migranti, con i richiedenti asilo si può agire quasidirettamentesullaqualitàdellalorovitanelmomentostessoincui si mette in discussione il loro accesso al sistema di servizisociali?
Suirifugiatigravaunadistinzionecheliseparadaognipossi-bileconfusioneconaltretipologiedimigranti.Irifugiatisonoperdefinizione“vittime”.BastaleggerelaConvenzionediGinevraperconvincersene.E’proprioquestacostruzionedelrifugiatocomevittimacheciaiutaacomprenderelecontraddizioniincuisonocostrettelelorovite.ComenotanoBlocheSchuster:
LibroProvinciaMilano
124
[l]acostruzionestoricadeirifugiaticomevittimehaavutouneffettosuilorodirittidiaccessoalwelfare.Nelperiododopolaguerra e durante la Guerra fredda, rifugiati e richiedenti asiloerano “presi in cura” non per un qualche diritto garantito, maperchèeraunespedientepoliticoperrispondereumanamenteacolorochefuggivano,perlamaggiorpartedalBloccoSovieticoodaisuoialleati.Loro“meritavano”compassionee,diconseguen-za,l’accessoalwelfareacausadiciòcheavevano“sopportato”,mentre i migranti avevano guadagnato i diritti al welfare par-tecipando al mercato del lavoro e pagando le tasse […] (Bloch,Schuster2002,�97).
L’impossibilitàalavorareneiprimimesidipermanenzainIta-
lia,nonchélastessadifficoltàatrovareunlavoroinregolanelcomplesso,variegatoespessoinformale,mercatodellavoroita-liano,contribuisceacrearedipendenzadaiservizisocialiedalleassociazionicaritatevolicheoffronoiprincipaligeneridineces-sità:vestitiecibomaanchealloggio.
Granpartedellaretoricadell’accoglienzadientiistituzionalienonistituzionalichesioccupanodirichiedentiasiloerifugiatiruotaperòintornoaconcetticome“autonomia”,“libertà”,“inte-grazione”insintoniaconunaconcezioneneoliberaledellacittadi-nanzachesuggerisceicriteriperdistinguere,tracolorochesonoinseritineivariprogrammidiaccoglienza,chisonoimeritevolie inonmeritevoli.AihwaOng, inunsuostudioetnograficosuirifugiatielerifugiatedelSudestasiaticochevivononegliStatiUnitihabencoltoquestopuntoquandoafferma:
SoprattuttoapartiredaglianniSettantalenormedellabuonacittadinanzanelledemocrazieliberaliavanzatehannoabbando-natol’enfasisuidoveriesugliobblighiversolanazione,perin-sisteresemprepiùsuldiveniresoggettiautonomicheprendonodecisioniinmodoresponsabileechesonopiùutiliallanazionediventando‘imprenditoridisestessi’.Esteseincursionidellalo-
FuggireecercarerifugioaMilano
125
gicadelmercatohannomodellatolafamigliaeilwelfare,lapo-liticasanitariaelapraticareligiosa.Ilcittadinopiùmeritevoleèinsommailflessibilehomoaeconomicus(Ong2005,p.29).
L’intervista con l’uomo sudanese che aveva il timore che lemensegestitedaenticaritatevolidistribuisserodeisonniferinelmangiareciricordaqui,apartiredaunpianometaforico,quantosiaambiguoeasimmetricoilrapportotra“assistiti”e“benefat-tori”. Come si ricorderà, i beneficiari del Sistema di Protezionedevono accettare un “contratto d’accoglienza”; in talune strut-turedelterzosettorepossono“contrattare”,entrocertilimiti,laduratadellaloropermanenza.Glioperatoricercanodicostruireconl’ospitedelCentroilsuoprogettodiaccoglienza.Ciòchesida per scontata è la possibilità per le persone di poter decide-renellapiùampiaautonomiapossibileilpropriofuturo,ciòchedesiderano. Ma si da anche per scontato che un intervento dapartedi“espertidisoggettività”(Rose1990)possasologiovarealpienoinserimentodeirifugiatinellasocietàitalianaorientandoneiprogettiindividuali.Governarelelibertà,attraversolalibertàstessa.Delresto“tantopiùilsoggettovieneprodottocomelibero,ecioèvalorizzatocome[…]titolarediundirittoadagirecomevuole,tantopiùlasualibertàchiedediesserearmonizzata,resacompatibile, ‘governata’” (Chignola2006,p.11).Eccoallorachei“dispositividisicurezza” (Foucault2005a;2005b)che,comeilSistema di Protezione, sono pensati per “accogliere” i rifugiati,funzionanocometecnologiepercollegareillivellodei‘centridicalcolo’delpotere(Latour1986;Rose,Miller1992)conillivellomolecolaredeicentridiaccoglienza,degliospedali,dellequestureedituttequellerealtà–nonsoloistituzionali–chehannoachefareconrichiedentiasiloerifugiati.E’centraledunqueilsaperechevieneprodottointornoaquestepersoneperpoter“tradurre”daunpianoall’altroiprogrammidigoverno(Rose,Miller1992).Ilsaperechevieneelaboratadaoperatori,medicioprofessionistidelsocialeècentraleperché“fornisceuntipodimarchingegno
LibroProvinciaMilano
126
intellettualeperilgovernosottoformadiprocedureperrendereilmondopensabileeaddomesticarelasuaintrattabilerealtàsu-bordinandolaalledisciplinateanalisidelpensiero”(Rose,Miller1992,p.182,trad.nostra).Ilruolodegliespertièdunqueanch’es-socruciale.Essisitrovanotraduefronti.Daunlatosonoalleaticonleautoritàpolitichenelmomentostessoincuinecondividen-doleproblematicheelepreoccupazionidigovernoe,dall’altro,cercandoun’alleanzacongliindividui,offronoloroillinguaggioeglistrumentiperesprimereipropridesideri,migliorarelepro-priecondizionidivitasecondostandardufficialiotrovareunca-naledicomunicazioneconchiligoverna(cfr.Rose,Miller1992).Ilrischiointuttociòèdiperderequelladistanzacriticarispettoalpropriooperarecheunamaggioredistinzionetraambitidiin-terventodellerealtàassociativeedistituzionali,forse,potrebbegarantire.
Note�di�fine�capitolo
16Partediquesteinformazionicisonostatefornitedalleresponsabilidell’Uf-ficioStranieri/SportelloRifugioche ilnostrogruppodi ricercaha incontratonelmesedilugliodel2006.
17Siriferisceal“manifesto”diMu’ammaral-Qadhdhafi(Gheddafi).
LibroProvinciaMilano
128
Questocapitoloillustracomel’esperienzadimigrazionetocchidavicinolavitadelledonnecostretteademigrare.Raccontandostorieordinarieemondiquotidiani(Abu-Lughod1991)desiderofar emergere la complessità e la processualità delle migrazioniforzatecogliendolosguardodichivive il luogodiarrivocomeun’opportunitàe insiemecomeunaperditadipoteresullapro-priavita.Presteròattenzionealtemadelricollocamento,intesocomelacostruzionediunanuovaesistenzaquandoaltrisistemidirelazionesisonopersi,laceratiomodificatinellastoriadimi-grazione.
Conquestechiavidiletturaaffrontoiltemadelrifugiopoli-ticocomeesperienzavissutaetestimoniatadadonnerichiedentiasilonellacittàdiMilano.Faròricorsoaltemadellavulnerabi-lità(Das2000)intesacomeilprodottodellastoriadifugaedellestrutturediaccoglienzaperesplorarelacontinuitàdellaviolenzavissutaprimaedopolafugaelasofferenzacontenutanellestorieraccolte.Pensareaquestedonnecomesoggettivulnerabilienoncomevittime,lasciaintravedereimodiconcui,immaginandounmondofuturodiversoemiglioredaquellochevivononeltempopresente,esseriempionolavitaquotidianadipraticheestrategieperrimuovereleformediesclusionesocialeedimarginalitàchecaratterizzanoleloroposizionidirichiedentiasilo.
Nel desiderio di rintracciare uno specifico femminile nellestoriediesilioenellepraticheconcuila�vita�dopo�la�fugaèri-costruitanellecittàdiaccoglienza,ho incontratoefrequentatoalcunedonnerichiedentiasilooinpossessodipermessoumani-tarioRipercorrendolelorostorie,hodatoattenzioneallaconcre-tezza�delle�esperienze�quotidiane(Das2005)eallerelazionechelehannocoinvolteprimaedopolafuga.AffrontoquestetematichegeneraliattraversolestorieditredonnechehannopresoparteallaricercaFlorence,PerpetuaeSandradandorilievoaiseguentipunti:latraiettoriadell’esilio;iloromovimentinellacittàdiMi-lanoeimodiincuisisonopercepitenellarelazionediaiutoconlestrutturedell’accoglienza;laprecarietàdelleretiedeilegami;
Etnografiadellavulnerabilità.StoriedidonnerichiedentiasiloaMilano
129
ilsovrapporsidiidentitàcomequelladimadre,donna,disoccu-pata,lavoratriceaquelladirichiedenteasilo.
Attraverso questo percorso, desidero far emergere lo scartofralacategorizzazionedellepolitichediaccoglienzadelrifugia-to e l’immagine di sé che queste donne hanno prodotto con lelorotestimonianzeeconlepraticheagiteperricostruirelavitaquotidiana.Poichéquestaricercahapostoattenzionealtemadelricollocamento,misoffermosuimodiconcuiquestedonnehannovissuto l’arrivoaMilanoe comesperanodi ricomporre la loroesistenzafutura.Nellepaginecheseguono,illustrolaposizioneteoricachemihaguidatainquestaricercaelametodologiascel-ta;descrivopoi ilCentrodiAccoglienzadiVialeSammartinialfinedifaremergereleretorichedellepolitichediaccoglienzaeloscartofraladescrizionechenedannoglioperatorieledonnechevihannoabitato;infine,raccontolestoriedivitaedimigrazioneraccolte.Questaricercaintendeesprimere,infatti,uncontributoallostudiodel rifugiopoliticorendendovisibileciòcherespirasottoall’esperienzadell’esilio.
4.1.�Tempo�e�vulnerabilità�Nelquadroteoricodell’antropologiadellemigrazioniforzate
(Harrell-Bond1992)edellaletteraturasull’asilo(Malkki1995)iltemadellavulnerabilità(Das2005)permettediesplorarelaco-struzionediunnuovomondoquotidianoquandoaltrisistemidirelazionesisonolaceratiotrasformatinellastoriadifuga.Consi-deroiltemadellavulnerabilitàun’importanteindicazioneteoricaeunterrenoetnograficoperindagarelacontinuitàdellaviolenzaeladrammaticitàdellestoriefemminiliraccolte.Poichél’esserevulnerabileesprimequalcosadidiversodall’essereunavittima(Das 2005:222), cerco, con questa linea teorica, di affrontare ilrapportofralestoriedifugaeildesideriodiricomporrelapro-priavita,alfinediillustrarelestrategiechequestedonneattiva-noelepossibilitàrealichehannodimodificareleloroesistenze(Hodgson2001).
LibroProvinciaMilano
1�0
Nelletestimonianzechehoraccoltoèemersainfattilaconti-nuità�della�violenza–vissutaprimaedopolafuga,nelcontestodiorigineeinquellodiaccoglienza–maanchepiccolestrategiemesseinattodalledonneperrimuovereleloroposizionidisubal-ternità.Senellaretoricasull’asilo,ilrichiedenterifugiopoliticoèunsoggettopassivo,indifeso,silenzioso(Vacchiano2005:90)se-gnatodallarassegnazioneedall’impossibilitàdiagire,nelleparolechehannousateperraccontarsieperrievocareleloroesperienze,questedonnenonsonoricorseadunanarrativa�della�vittimiz-zazione. Esse hanno invece denunciato la sofferenza delle lorostorie,laperditadipotereediresponsabilitàsulleloroesistenze.Hannomostrato,inoltre,comequestaperdita�di�potere�sulla�vitanonsiastatarimossadalcircuitodell’accoglienza,madiessasièinvecenutrita,sinoarenderledipendentidallarelazionediaiuto.Emergonoinfinepraticheetentativiattiaspostareoarginareleloroposizionididebolezza,alcuniriusciti,altririmastisulpianodell’immaginazione.Parleròquindidellerichiedentiasilopassan-dodalconcettodivittimaaquellodivulnerabile,evidenziandocomelavulnerabilitàsiaprodottadallestoriepersonalidifugaedaunaseriedimicroeventisperimentatinelletraiettoriedell’as-sistenzaeregistraticomepiccolo formediviolenzastrutturale(Scheper-Hughes,Bourgois2004).
Horaccoltostoriedidonnerichiedentirifugio,inattesadirispo-staoinpossessodipermessoumanitario,nellaconvinzionechelaconoscenzadell’intimitàdeiloropercorsiedellaloroquotidianitàcostituiscaun importante strumentodi analisidellemigrazioniforzate.Le storiedivita rappresentano,pertanto,piùdiun’op-zionemetodologica(Olagero,Saraceno,199�:7;Lacoste-Dujardin2002):sisonorivelateunmezzoperdecostruirelaretoricasullerichiedentiasilo,rintracciandoecontrapponendoadessaleauto-rappresentazionielepercezionichequestedonneavevanodiséstesseedellelorovite,nellaconvinzionechelatestimonianzadiséesprimaancheunenormepotenzialepolitico(Puwar200�).
Etnografiadellavulnerabilità.StoriedidonnerichiedentiasiloaMilano
1�1
Inquestepagine,racconteròlestoriedelletredonneconcuiho trascorsopiù tempo:Florence,Perpetua,Sandra.FlorenceèarrivatadasoladalTogoperchéoppositricepolitica;Perpetuaèarrivata sola dal Togo perché moglie di un oppositore politico;Sandra,diorigineeritrea,èarrivataconilfidanzatodalSudan.Nei loro racconti, tre temporalità si sovrappongono continua-mentel’unaall’altrailprimadellamigrazione(chieranoprimadiarrivare,lapartenza,latraiettoriadellafuga);leesperienzenellacittàdiMilano (achi si sonorivolteall’arrivoe la loroattualequotidianità,ovverodiqualipersone,legami,attivitàsicomponela loro esistenza); il futuro, fatto di immaginazione e progetti,di fantasie di identità prodotte sul tempo che le aspetta (Moo-re1994).Lestrutturee,più ingenerale, lacittàdiaccoglienzastringonoquestedonnenell’unicaidentitàdivittimarichiedenteasiloelesospendonoinuntempopresente,senzariconoscernelastoriaprecedenteeunlorotempoprogettuale.Percontro,l’atten-zionepostasulladimensionedeltempoesploraqualialtreappar-tenenzesinascondonodietroaquelladirichiedenteasilo,avolteconferendoalledonnerisorseperrimuovereleloroposizionidisubalternità,altrevoltealimentandolasofferenzaeladramma-ticitàdellelorostorie.
Rispettoalpassatoealmomentodell’arrivoaMilano,nonsiètrattatodichiederecosa�è�successo?:alpassatosiaccedesoloattraverso il raccontoetnografico,ma il raccontodellastoriadifugalasciaterritoriinesploratiedifficilmentehatrovatounanar-razionearticolata.Nessunadelledonnechehoincontratoharac-contatoinunasolavoltacosaerasuccesso;èemersoinvecelenta-mente,einmodoframmentato.Spessoildoloreresisteallaparola,cosìlaframmentazionedeilororaccontieracomeseripetesselaframmentarietàdelleloroesperienzeedeilorovissutiemotivi,lalacerazionideilegamipiùintimi,lafragilitàdelleretisocialiediaiutoeladifficoltàdiincontrareespressionidisolidarietà.
Ilfuturoesprimecontemporaneamenteuntempoprogettualeeunastrategiaperfarfrontealtempodell’attesa:questedonne
LibroProvinciaMilano
1�2
vivono, infatti,unatemporalitàsospesanell’attesadelpermes-so, chequalcosa succedaper realizzarealtre cose – recuperarela propria identità di madre, ricomporre legami lacerati dallafuga,trovareunlavoromiglioreounospaziointimoincuiabi-tarechenonsianoiluoghidell’assistenza.L’attenzionepostasultempopermette,pertanto,diintrodurreunadimensionespessononcontemplatanellericerchesullemigrazione–tantopiùsullemigrazioniforzate–cheèquelladelfuturo.Asuavolta,iltempofuturochesiesprimecomeimmaginazione,infantasiediiden-tità18enellasperanzadiviveremeglio,diventaunastrategiadisopravvivenzaeuncampoperintrodurreeindagareiltemadel-l’agencynellestoriedifuga.
Nellospecificodellestoriechehoraccoltodiverseidentitàsisovrappongonoaquellodirichiedenteasilo:mogli,madri,figlie,donne,fuggitedallepersecuzioniprimadonnebenestantioppurepovere,poiincercadiunlavoro.Questedonnevivonopertantoalmenoduecontrapposizioni: lo scarto fra lemolteplici identi-tàcheFlorence,PerpetuaeSandrausanoperdescrivereséeleloroviteel’immaginelororiflessadallestrutturediaccoglienzachelevedesolo�comedonneimmigratebisognosediassistenzaeaiuto;ladistanzafraciòcheeranoprima,chesonodiventatedopolamigrazioneeciòchevorrebbediventareoritornareadessereinuntempofuturo.Lasofferenzanasceinfattianchedalleidentitàperseomodificatedopolafugaedaltipodipersonachesidiventaacontattoconilcontestodiaccoglienza.Desiderarediricomporreleproprieesistenze,leidentitàeilegamipiùintimiesprimonounafantasiaeunasperanzariposteneltempofuturo,diventandounaspintaall’azioneeunmodopersopravviverealtempodilatatodell’attesa.
4.2.�Chi�accoglie�le�donne?�Via�Sammartini�per�richiedenti�asiloE’facileraggiungereilCentrodiAccoglienzadiViaSammar-
tini.Bastapercorrere lastradasulladestradellaStazioneCen-
Etnografiadellavulnerabilità.StoriedidonnerichiedentiasiloaMilano
1��
tralequasifinoinfondo,alnumero75.Lastrutturaènuovaecompostadatreedificiognunodiduepiani.IlCentrosichiamaCentrodiPrimaAccoglienzaperDonneeDonneconBambini,edèriservatoallerichiedentiasilo.Sonodisponibiliquarantapostiletto, che salgonoaquarantacinque incasidi emergenza.Ognistanzapuòospitarequattrodonne,incuiognunadisponediunpiccoloarmadio,unascrivaniaeunasedia;ognitrecamerevièunbagno.Alpianoterreno,vicinoall’ingressoprincipale,visonoglispazicomuni:lacucinaelasaladapranzo,unasalaritrovoconlatelevisione,unospazioperibambini,ilgiardinoeunapic-colabiblioteca.
IlcentroèdelComunediMilanoegestitodallaCroceRossaItaliana,sezionediMilano;ilpersonalesicomponediundiret-tore,diassistentisocialieeducatori.Perentrarvi, ledonnede-vonoandareprimaallaQuestura,dovepresentano ladomandadirifugiopolitico,poialloSportelloRichiedentiAsiloeRifugiatiche rilascia il permessoper essereospitate.Arrivate al centro,con l’aiutodiavvocati,psicologiemediatori, ledonnepossonochiedereaiutoperscriverelestoriedifugacheaccompagnanolarichiestadiasilo.
A differenza dei centri riservati agli uomini, i centri per ledonnecomprendonovittoealloggioenonhannooraridichiusu-ragiornaliera.Essirisolvonoquindibisogniprimari–mangiare,dormire,lavarsi–espessoledonnechenonhannoaltripostiincuistarevitrascorronolelorogiornate.Lapermanenzagratui-taduraseimesi,consideratoiltempoutilepertrovareunlavo-roeuna,seppurminima,autonomiaeconomica.Sealloscaderedeiseimesiledonnenonhannoancoratrovatounimpiegochepermetta lorounavitadignitosao indipendentedallestruttureilregolamentoprevedeiltrasferimentoinuncentrodisecondaaccoglienza,ilCentrodiViaGorlini,alcostodicircatreeuroalgiornoediseiselavorano.Ognibambinocostauneuroalgiornofinoalterzo,ilquartofigliooulteriorisonoospitatigratuitamen-te.Spesso,inrealtà,laregolanonvienerispettataealcunedonne
LibroProvinciaMilano
1�4
rimangono,alprimooalsecondocentro,perunperiodoaggiun-tivosenzapagare.
Ilcentroèstatodescrittodalpersonalecomeunluogoestre-mamenteaccogliente,incuilesueospitipossonosentirsi�a�casa,costruireretidirelazionie imparareregolesocialiperinserirsinelnuovocontesto.Oltreasoddisfarebisogniessenziali,l’orga-nizzazione della struttura e la sua disciplina esprimono la vo-lontàdifaracquisirealledonneunsensodiresponsabilitàediautonomia.Piùingenerale,ilcentrodiviaSammartiniècarat-terizzatodaunastrettadisciplinacheesprimeunprecisointen-to educativo/pedagogico e una volontà, se non un’ideologia, diemancipazionedelledonne.Alledonneèoffertounpostodovevivere,daparteloroessedevonorispettareleregoledelcentro,comportarsicomesefosseunospazioproprioeaccettarechevisia un controllo dei loro movimenti. Il centro ha infatti regolemoltosevere:leospitidevonocomunicareognilorospostamento,l’oradirientroseraleèprevistaperleventitréesesiritardaènecessariodarne comunicazione specificando l’impegno; si puòtrascorrereunanotte fuorisolodietrorichiesta;sesi lavora laserasinoadopol’orarioprevisto,occorre lasciare ilnumeroditelefonodel luogodi lavoro,affinchél’operatorediturnopossaverificare.Dichiarareglispostamentidiurnieseralièconsiderataunaresponsabilitàversoilluogoincuisiabita.Poichéleregolestabilitedalgovernolocaleprevedonolaseparazionedeinucleifamiliari,ledonnechesonomadripossonoabitarenelcentroconi lorobambini,mentre ilpadre, sec’è,deve risiederepresso lestruttureperuominiechiedereunpermessoquandovuolevisi-tarelamoglieeifigli.Anchel’ordineelapuliziadeiluoghiedellapersonasonoconsideratiaspettiimportanti:ilpersonaledelcen-troprestamoltaattenzioneall’igienedelledonne,controllalapu-liziadellestanzeegliatteggiamentidicuradeibambini,comeillorosvezzamento.Leospiti,inoltre,nonpossonopersonalizzarelospazioincuidormono,confotografieoesponendooggettiper-sonali;nonpossonotenerecibo,opiùdiunabottigliettadiacqua
Etnografiadellavulnerabilità.StoriedidonnerichiedentiasiloaMilano
1�5
perpersona.Questidettaglidicomportamentosonoconsideratiimportantidalpersonale:nonostantesiaunluogodiaccoglienza,alledonneè ricordata la temporaneitàdella loropresenza, chealtreospiticondividonolospazioechealtreverrannoadoccu-parlo.E’unluogochedevonosentirecomeproprio,maacuinondevonoaffezionarsi.
Percreareunsensodiappartenenzaalcentro,alleospitisonoaffidate inoltre piccole responsabilità nella sua gestione, comel’organizzazionedeiturnidipuliziadeglispazicomuniedialtreattivitàchesipossonofrequentarealcentro,adesempioicorsidiarteterapia.Nelcorridoio,vicinoall’ingresso,sonoaffissiglioraridellepulizie, a chi sonoaffidati, le attivitàdi cui ognunadeveoccuparsi.Ladistribuzionedeicompitiedelleresponsabili-tàinsiemealcontrollodeimovimentihannounrisvoltopratico,masoprattuttoesprimonounintentoeducativo:questeregolediconvivenzasonoconsiderateunmezzoperapprendere lostan-darddivitadelnuovocontestosociale.Spesso,inoltre,alfinedipromuovereunsistemadirelazionichesuperilebarriereetniche,donnedidiverseprovenienzegeograficheeculturalisonoaffian-cateleuneallealtrepersvolgerelostessotipodiattivitàoturnodipulizia.Questosistema,definitodalpersonaledelcentrocometransethnic�help,�èpensatocomeunsistemadirelazionichein-segna,inquestaottica,alledonneacollaborarenonostanteledi-versitàeasviluppareconvivenzamulticulturaleutileperlalorouscitadalcentro.Iltemadelledifferenzeculturalisifadunqueambiguo.Inprimoluogosipensaalladifferenzaculturalecomeadunaspecificitàcheappartieneeriguardasololedonneospiti,senzacoinvolgerelastrutturadiaccoglienzael’interocontestodiapprodo.Insecondaistanza,questosistemainsegnaunacon-vivenza�multiculturalepensandoalleidentitàculturalidelledon-necomeinconflittooincapacidirispettarsi,senzaindagaresuisistemidirelazionipiùcomplessichenasconoall’internodiunastrutturadiconvivenzaeincuialtreidentitàsimettonoingioco,sovrapponendosiaquellaetnico/culturaleodirichiedenteasilo.
LibroProvinciaMilano
1�6
Infine,ilcentroochivilavorapensanoalcontestodiaccoglienzacomegiàmulticulturale,incuivigeunrispettodellediversità,alpuntodapotere�insegnareachiprovienedaaltripaesileregolesocialieculturalidelcontestodiapprodo.
Oltreadessereconsideratouninsegnamentodadarealledon-ne, il tema della diversità culturale è usato per disciplinare lesferepiù intimedelleospiti: gli operatori sottolineavanodi es-sereconsapevolicheledonneportanoconsédiverseconcezionidellapersona,dellacrescitaedell’educazionedei lorobambini.Le regole del centro stabiliscono però l’intervento di assistentisocialiedieducatoriperdaresuggerimentisullosvezzamentodeibambini–adesempioaqualeetàeconchemodalità–sullalorocrescitao leattivitàchepossonoseguire.Glioperatoricercanodiinsegnarecome�si�faaeducareragazzieragazze.Dalpuntodivistadelcentro,questedonne,nonostanteladrammaticitàdellelorostorie,hannolapossibilitàdicrescereilorofigliincontestiagevolati comeMilano ed è importante che comprendano l’op-portunitàincontrata.
Lastessamaternitàdiventaun’esperienzadacondividere:alledonneèchiestodiesplicitaregliatteggiamentidicurachehannoversodiséeversoifigli;laddoveèconsideratonecessario,saran-nocorrettedaglioperatori.Ilpersonaledelcentrohaspecificatochequestarichiestanonesprimeunamancanzadirispettoversialtrimodiculturalidiprendersicuradiséodivivereleesperien-zepiùintime.Alcontrario,ilfineèrendereleospiticonsapevolichesonoarrivateinunpaeseincuic’ètuttoechenonsonoco-stretteamantenereabitudinigiudicatedalpersonalepoco�mo-derne�quale,adesempio,unosvezzamentotardivo.Ilmodellodicuradiséedeibambinièconsideratounmodellopiù“moderno”dallasocietàospitanterispettoaquellidelledonneospitatenelcentro,sinoadassorbirevissutiedesperienzelegateallesferepiùintimedellapersona.
Questafortedisciplinacaratterizzailcentroelerelazionipiùintimecheledonnehannoconleloroesperienze,fraloroeconil
Etnografiadellavulnerabilità.StoriedidonnerichiedentiasiloaMilano
1�7
mondoesterno.L’intentoeducativo/pedagogicosimanifestainol-treanchenelleattivitàdiinserimento�lavorativo�e�sociale.Nellastrutturasipossonofrequentarecorsidiformazioneprofessiona-le,diitalianoedireinserimentolavorativo,spessoaffidatiadentilocali.Ledonnechehoincontratoavevanoseguitoalcunidique-sticorsi,consideratidaglioperatoriimportanti�percorsi�di�auto-nomia,maspessosottolineavanocomenonfosserostatidiaiutonellaricercadiunlavoro.Inoltre,eranocorsicheprepraravanoledonneasvolgerelavoridaimmigrate,riguardavanocioèlacuraol’assistenza,attivitàfemminilicomelasartoriaoilricamo,enontenevano conto delle competenze o di quello che già sapevanofare.Spesso,inoltre,glioperatorihannomanifestatodisapprova-zioneeincomprensionerispettoallascarsapartecipazioneeallamancanzadiinteressedapartedelledonneacuiquestipercorsieranoindirizzati,comesenonfosseroconsapevolidelleopportu-nitàchelastrutturalorooffriva.Ledonneincontrate,daparteloro, lamentavanolamancanzadiunaiutostrutturalenellari-cercadiunlavoroediindicazionipraticherispettoailuoghiacuirivolgersinellacittàpertrovareunimpiego.
Questipercorsiel’insiemedelleregoledelcentroesprimonolavolontàdifaracquisirealledonneunsensodiresponsabilitàediautonomia,comesenefosseropriveprimadientrareacontattocon la struttura o con il contesto di accoglienza. La disciplinadelcentroeilregolamentocheorganizzalavitaquotidianadelledonne che vivono al suo interno evidenziano le ambiguità e lecontraddizioni dell’accoglienza. Legittimate dall’idea che le ri-chiedentiasiloospitatesianopersonedapreparareeeducareallavitasocialedelcontestoitaliano,leregoleelepratichedelcentroscivolanofralagestionedell’intimodelledonneeladistribuzionedeicompitiodelleresponsabilitàalfinedirendereilcentroper-fettamentefunzionanteedicostruireunsensodiresponsabilità,senondiadesione,allastruttura.Inquestitermini,lastrutturadiaccoglienzaèpensatacomeun’anticameraalleregoledelvi-vere sociale italiano in cui ledonnepossonoapprenderevalori
LibroProvinciaMilano
1�8
enormeculturali, esprimendoun forte intentopedagogico checontemporaneamentedisconoscelastoriaprecedentedelledonneetoglieimportanzaailororiferimenticulturali.
Dal personale che vi lavora, i centri sono descritti come unagrande�madre,comeun’incubatrice19necessariaapreparareledon-neallavitasocialeesterna,cheleeducaallenuoveregolesociali,funzionandocomestrumentodiinserimentosociale.Lerichiedentiasiloappaionononsolocomevittimedaaiutare,maanchecomecorpi da educare ad un mondo sociale pensato lontano dal loro,comedonnesprovvistediunlorosensodiautonomiaeresponsabi-lità.Questestrutture–cheinquestadescrizionerappresentanolaretoricaelepratichedellapoliticadiaccoglienza–nell’ideadipro-muovereautonomiaeresponsabilitàcontrollanodifattogliaspettipiùintimidellavitaquotidiana,sinotalvoltaarompereleretipiùvicine.Diparipasso,questestrutture,chivilavoraelepoliticheche legittimano il lorooperatorappresentano le richiedentiasilocomeadunasoggettivitàcoesa,compattaalsuointernoanzichéun’esperienzasfumatanellesingolestorieindividuali.Lavitacomeorganizzatanelcentro– lagestionee lacondivisionedell’intimodelledonne,ladistribuzionedeicompitiperrenderleresponsabili– vede le richiedenti asilo come vittime da reintegrare, corpi daeducareedonnedaemancipare.Questaimmaginespessocontrastaconleesigenzerealidelledonnechevivonoinvececonambiguitàlarelazionediaiutoecheesprimonoprecisidesideridiautonomiaeconomicaesociale.Piùvolte ledonnecheho incontratohannomanifestatoun’immaginedisépiùlontanadaquellalororestituita,fattadiappartenenzecomplesse,desideri,necessitàesofferenze,emostratocomeilsistemadell’accoglienzaabbiaalimentatopiùcherimossolaprecarietàel’impotenzavissutanell’attesadeipermessiediunlavoro.Nellepagineaseguire,leesperienzedelledonneneicentrieledescrizionicheessenefannomostranolal’assistenzael’aiutocomeunarealtàcompletamentedissonanterispettoaquelladescrittadalcircuitodell’accoglienza,sino,talvolta,aregistrarlacomeunaseriedipiccoleformediviolenzastrutturale.
Etnografiadellavulnerabilità.StoriedidonnerichiedentiasiloaMilano
1�9
4.3.�Storie�di�vita�e�di�esilio:Sandra,�Florence,�Perpetua
4.3.1.�Sandra.�“Quando�parti�sai�che�puoi�anche�morire”“Allora,iosonoeritrea”:conquestadecisioneSandradefinìse
stessaall’iniziodelnostroprimoincontro.Inrealtàcomespessoaccadenellestoriedimigrazione,lesueesperienzeequelladellasuafamigliatestimoniavanomobilitàeidentitàsovrapposte.Lamadreerafuggitadall’EritreaedalmaritoperandareinSudan,incintaalsestomesediSandraegiàmadrediunabambinadidueanni.Metàetiopeemetàeritrea,erastatacostrettaadal-lontanarsiperchéilcompagnoappoggiavailregimeeritreonellalottadiliberazioneeritreadall’Etiopiastessa.Lamadrevisseconle due figlie in Sudan sino a quando Sandra compì quattordiciannie lasorellasedici. Inquelmomento,acausadelledifficilicondizioni economiche in cui si trovavano, lamadre emigrò inKuwaitperfareladomesticapressounafamigliabenestantecon-tinuandoamantenereleduefiglie.Eramoltodifficile,raccontavaSandra,perunadonnasola,cattolica,eritreaedetiopetrovareunlavoroinSudan.Leielasorella,andataaLondraunannoprimacheleivenisseinItalia,nonricevevanodaqualcheannonotiziedellamadre,nonsapevanodovefosseesattamente,seemigratainqualchealtropaeseoancorainKuwait.NoneranonemmenocertechelaloromadresapessedellalorofugainEuropa.Ilpadrenon lo vedevano, né lo sentivano mai: entrambe erano fuggitenonsolodalSudan,maanchedaunpossibileritornoinEritrea,doveSandrasarebbestatacostrettaafareilserviziomilitareob-bligatorio,oinalternativaasposarsiefareunfiglio20.
Finite lescuole,Sandranonriuscìa trovareun lavoro.Eraunagiovanedonnaeritreaecattolica,tuttalasuavitaquotidianaeraostacolatadallasuaprovenienza,dallareligione,dallastoriafamiliare.Conlamadrelontanaeunpadrecompletamenteassen-te,leielasorellanonavevanointornounareteacuiappoggiarsi.
LibroProvinciaMilano
140
Nel2001,lasorellaerariuscitaadandareaLondra.AncheSan-dra,insiemealfidanzato–ancheluidiorigineeritreaenatoinSudan–decisediprovareaspostarsi.Ilfidanzatolavorava,esioffrìdipagareilcostoeconomicodellamigrazioneancheperlei.
Erail2002elaspesaeramoltoalta:400dollariapersonadalSudanallaLibiaepoialtri150dollaridallaLibiaall’Italia.Perquestomotivolafugavapensata,sottolineavaSandra.Laneces-sitàdisostenereunprezzocosìaltoobbligaaprogettarelospo-stamento,nonostanteessorappresentispessoquasil’unicaalter-nativaadunanuovafantasiadivita.Impiegaronoqualchemeseperrisparmiareisoldicheaggiunseroadunapiccolasommagiàposseduta.InSudan,contattaronounapersonacheorganizzavatrasbordiperemigrareversolaLibia.Viaggiarononeldesertoinunpullman,“quasiunpullman”specificòSandra,esolodinotte,perchélalucedelgiornoaumentavailpericolodeicontrollidel-lapoliziadiStato.Eranocircaintrentaepercinquegiorninonmangiarono,quasinonbevvero.“Quandoparti”raccontavaSan-dra“saichepuoianchemorire”.
InLibia,Sandranonsapevailnomedellacittàincuisitro-vavano,potevaancheessereTripoli,aspettaronounmeseeunasettimanachevifosseroduepostiliberinellabarcaperarrivaresullecosteitaliane.Furonocostrettiaspenderealtrisoldipersog-giornarepressounaffittacamere:Sandrasierafattal’ideachevifosseunaccordofrachigestivaquestospazioinaffittoechiave-vaorganizzatoiltrasporto.Erarimastopochissimodenaroalorodisposizione,cosìmangiaronoebevveropochissimo.InLibia,gliorganizzatoridelviaggioprocurarono loroundocumentofinto,unaspecieditessera,persoggiornarenelpaeseeusciredicasa.QuandofinalmentesiimbarcaronoperarrivaredallecostelibicheaLampedusa, rimasero tregiorni inmare,ancora senzaacquaesenzacibo.Sandraraccontadiesserestatacomeincomaperl’interatratta,comesvenutaediavereripresoisensisoloquandoarrivòaLampedusa.Lesembravadiricordarechequalcunocheavevaviaggiatoconleieilfidanzatofossemorto.Isoccorsiarri-
Etnografiadellavulnerabilità.StoriedidonnerichiedentiasiloaMilano
141
varonosubito,appenalabarcaapprodòsullecostediLampedusaedopoduegiorniSandraeilfidanzatofuronotrasferitialcampodiFoggia,dovepresentaronodomandadirifugiopolitico.
InquestomomentoiniziòilpercorsodiSandranellestrutturediaccoglienza,fattodirichiestediaiutoediricercadiun’autono-miadivitaperséeilgiovanecompagno.L’arrivoinItalia,l’im-pattoconilcontestodiapprodoeconlestrutturedell’accoglienzamodificò anche la relazione intima fra i due, invertendo i lororuoli.Seilfidanzatosieraoccupatodileisinoaquelmomento,dalladecisionedipartireall’arrivo,ora toccavaa leiprendersicuradelcompagno,dellaloroquotidianitàedelloroprogettodivita.Comegiovanedonnasarebbestatopiùfacileperleirispet-toalfidanzatomuoversinellaretedell’assistenzaenellenuovecittà.
Movimenti�a�MilanoSandraeilfidanzatorimaseroperunmesenelcentrodiacco-
glienzadiFoggia.Tuttiglioperatorieivolontarichesioccuparonodilorofuronogentili,sitrovaronomegliochenellestrutturediac-coglienzaconosciutesuccessivamenteaMilano.Alcentro,Sandraconobbeuominiedonnechevenivanodall’Eritrea, soggiornanticomeleialcentrooppuresolodipassaggio.Attraversoquestepri-me reti sociali, anche se improvvisate ed estemporanee, Sandraraccolseinformazionisullacittà,eingeneralesull’Italiaconcuicostruìunasuamappasuipossibilimovimentifuturi.Dairaccon-ti,scoprìcheMilanoeraconsideratalacittàincuipiùfacilmentepersonecomeleieilfidanzatoavrebberopotutotrovareunlavoroechevieraunastrutturadiaiutoachipresentavadomandadirifugiopoliticochiamataNaga-Har.Lamobilitàinterna–ilpas-saggiodaunacittàall’altradell’Italia–sicostruisceraccogliendoinformazionidaiconnazionalieanchelaprimamappaturadeiluo-ghiprendevitadallenarrazionidellepersonechesiincontrano.
UnamattinaleieilfidanzatopreseroiltrenoperMilano.AlComune–Sandranon ricordava ilnome specificodell’ufficio a
LibroProvinciaMilano
142
cuisirivolse– leoperatrici trovaronoper leiunasistemazionepressolesuorediPavia,dacuirimaseunannocirca.AcontattoconlacittàdiMilanoelesueretidiaiuto,Sandraeilfidanzatofuronocostrettiaseparareiloropercorsi:luinontrovòlastessaassistenzaevisseperuncircaunannoinunacasaabbandonatanellaperiferiadellacittà, senza lucee senzagas.Quando lihoconosciutiaveva26anniesoffrivagiàdiasma,rimarcavaspessoSandra.Avevaperòtrovatounlavoroinnero:distribuivagiornaligratuitiguadagnandofrai10ei�0euroalgiorno.NellastrutturadellesuoreSandrapotevamangiaretuttiigiorniedormire;dove-vaperòrispettareleregoledellastrutturaeoccuparsidellepuli-ziedelluogoofrequentareleattivitàfemminili,comeilricamo,organizzatedallesuore.Ricordavalesuegiornatevincolatedalladisciplinadelcentro:dalcontrollodeisuoimovimentidapartedellesuoreedall’impossibilitàdicostruirsiunospaziodiautono-miaotrovareaiutonellaricercadiunlavoro.Comealtredonne,ancheSandrariconoscevalagratuitàdell’assistenza,soprattuttoquandopensavaaldisagioeallasofferenzaincuivivevailfidan-zato, ma al medesimo tempo la fragilità che nasceva dalla suastoria, l’assenzatotaledimezzimaterialipropri, l’impossibilitàdiorganizzarsiperprovvedereinmodoautonomoasestessaeal fidanzato alimentavano la sua vulnerabilità e l’incapacità diricomporrelasuaesistenza.
ComeFlorence, la testimonianzadiSandra lasciavaemerge-rel’ambiguitàprodottadall’assistenza,cheassicuravailcibo,unpostosicuroincuidormireevivereealmedesimotemposiali-mentavadelladipendenzacheasuavoltagenerava,piùchecon-tribuirearimuoverla,producendoidentitàbisognosediassisten-za,dipendentidaessaeprivediautonomia.Sandra,comequasitutteledonnechehoincontrato,sottolineavasoprattuttolaman-canzadiunaiutostrutturalenellaricercadiunlavoro:lesuorecomel’interocircuitodell’assistenzaacuisierarivolta–servizisocialiaMilanoePavia,sportelloperirichiedentiasilopolitico,serviziagliimmigratidelcomunediMilano–nonavevanodato
Etnografiadellavulnerabilità.StoriedidonnerichiedentiasiloaMilano
14�
risposteconcreteall’esigenzaditrovareunlavoro.Nemmenolaretedelledonneedegliuominiconnazionali–concuiSandrain-tendeva lacomunitàeritrea–era inrealtàstataunsostegno.Ilegamieranospessosporadicienonavevaavvertitoespressionidi solidarietà nelle persone che a suo avviso avrebbero potutoaiutarla,comeglianzianiresidentiinItaliagiàdaqualcheanno.APortaVenezia, luogodiritrovopergruppidiuominiedonneeritree,sipotevaandarepercercareunlavoro:ilavoripropostieranoperòtutti“lavoriinnero”,sitrattavadifarelalavapiattiolacamerierapressoiristorantieritreiaMilano.Nonsololastessaprovenienzageograficanongarantivaun’immediatasolidarietàorapportodiaiuto,maSandraavevapercepitoquasiunsistemadisfruttamentointernoallacomunità.Quandocisiamoconosciu-te,lasuareteamicaleeracompostadiun’amicaeritreaediunaragazzaturca.
DopolapermanenzadallesuoresitrasferìaRomaalloscopodiseguiredavicinolasuadomandadiasilo.SolodopodueannidalsuoarrivoinItalia,ottenneunarispostadallaCommissioneperiRifugiatieilpermessoumanitario,conresidenzapressolesuorediPavia.Inrealtà,SandrarientròquasisubitodaRoma,ap-penadopounmese,perchésieraresacontocheilprocedimentodellasuadomandaerainrealtàimpossibiledaseguireeaRoma,inoltre,vieranomoltemenopossibilitàditrovareunqualsiasila-voro.RitornòperunperiododallesuorediPavia,macontinuavaasentirsiprofondamenteadisagioetriste,anchetroppogiovaneeconancoramoltiprogettidarealizzareperviverelesuegiorna-teinquestatipodistruttura.Ungiorno,dinascosto,SandraandòalNaga-Har,doveraccontòadunvolontariolasuastoriaechieseindicazionipertrovareunasistemazionealternativa.Scopertalasuarichiestadiaiuto, lesuoresiarrabbiaronoalpuntocheunoperatoredelNaga-Harfucostrettoadintervenire,esplicitandocheeraundirittodiSandratentarealtrestradeperricostruirelasuavita.Conl’aiutodeivolontaridelNaga-Har,Sandratrovòunastanzaincondivisioneconunaragazzasomala,rimastapoisua
LibroProvinciaMilano
144
caraamica.GrazieadunconoscentetrovòancheunlavorocomelavapiattiinunristoranteeritreonellaperiferiadiMilano.
Ilfidanzatogiàprimadileiavevaottenutoilpermessouma-nitario,maconlaresidenzaaFoggia,costringendoloaspostarsicontinuamenteintrenoperirinnovideldocumento,quasisem-presenzaavereisoldiperilbiglietto.Vivevaancorainluoghidifortunaesoprattuttodentroaduncircolovizioso:senzaabitazio-ne,nonpotevacambiareresidenza,maperavereunacasa,avevanecessitàdiun lavoro; trovareun lavoronellaprecarietàdellasuaesistenzaquotidianaenellaposizionedi immigratoconunpermessoumanitarioeraquasiun’impresaimpossibile.
Il loro futuroeraancoranellemanidiSandra.La suaprio-ritàera trovareun lavoromigliore,peravereuncontrattoconun affitto regolare e dare così la residenza al fidanzato. Decisedimuoversidentroaretiinformalieimprovvisate,abbandonan-dolarichiestadiaiutoallestruttureetenendosoloilNaga-Harcomepossibileriferimento.Unanzianosudaneseconosciutonelristorantedovelavoravalainformòcheilpermessoumanitarioledavalapossibilitàdirivolgersialleagenziedilavoro.Sirivolseimmediatamenteadun’agenziadiricercalavoro,scoprendoche,a differenza dei corsi proposti dal Comune e dalle reti di assi-stenza sociale,poteva scegliere fradiversi corsidi formazione,anchegratuiti,esprimendodellepreferenzeinrelazioneallesuecompetenze.Avevalavoratonelristorantecomelavapiattieca-meriera,decisecosìdiseguireuncorsoprofessionalecomead-dettaalbareallaristorazione,alterminedelqualefuassuntadaunimportantehotelcomecamerieradisalaconuncontrattodilavoro.Ottenutoilcontrattodilavoro,sparselavocefracono-scentichecercavaunacasaconuncontrattoinregola.Un’amicalediedel’indirizzodiunasignorachedietrouncompensodi400eurol’avrebbeaiutataatrovareunappartamento.SandraaccettòdipagareepocotempodopovivevainunpiccoloappartamentonellaperiferiadiMilanoadunprezzocheleieilfidanzato,che
Etnografiadellavulnerabilità.StoriedidonnerichiedentiasiloaMilano
145
nel frattempoaveva trovatoun lavoro comeoperaio,potevanopermettersi.
Quandocisiamoconosciute,Sandraabitavadacircaduemesinellanuovacasaegiàavevaavviato leprocedureper trasferi-relasuaresidenza,ancorapressolesuorediPavia,equelladelfidanzatonellaloronuovaabitazione.Rispettoalprogettoorigi-nario,eranorimastedarisolverealcunequestionepratiche:conlanuovalegislazioneinmateriadiasiloepermessoumanitariotrasferireisuoidocumentiaMilanocomportavaesserevincolataalladisciplinadellaquesturadiquestacittà,che,adifferenzadialtre,nonrilasciavaidocumentidiviaggioinsiemealpermessoumanitario.Lasorella,unicacomponentedellaretefamiliareconcuiavevarelazionieacuieraprofondamentelegata,abitavaaLondra.Daquandoentrambevivevano inEuropanonsi eranomai incontrate. Ilpermessoumanitarioera inoltre il suounicodocumento:Sandraeraeritrea,osidefinivaeritrea,masuoido-cumentisudanesi:peravereilpassaportoeritreo,ilpadreavreb-bedovutoinviareunfaxdidichiarazionedipaternitàall’amba-sciata.Nonostantelerichiestedellafiglia,nonloavevamaifattopoichémaiavevaapprovatolasuasceltadinonesseretornatainEritrea.Documentielavoro,sottolineavaSandra,eranolacosapiùimportante:avevaattesodueanniprimachelaCommissionedefinisse la suaposizione, e “tutta lavita siblocca”,diceva, inquestotemposospesoadaspettare.Soloquandosisasesipuòrimanereomeno,sesipuòlavorare,allorasitentanodellestra-tegieperstaremeglio.Daidocumentiediconseguenzadallavorodipendononon solo la rimozionedellavulnerabilità,ma l’inte-rastrutturadellavitaquotidiana,lapossibilitàdicontinuareadavererelazioniconlapropriafamiglia,l’autonomiaeladimen-sionedeiprogetti,larealizzazionedellefantasiediidentità.
4.3.2.�Florence.�Arrivare�FlorenceèarrivatadalTogoallafinedelmesediottobredel
2005.Allasuapartenza,lafamiglia,compostadamadre,padree
LibroProvinciaMilano
146
tresorelle,vivevanellacittànatale,mentreilfratellodileipiùpiccoloditreannieunicaaltrapersonadellafamigliaemigrata,vivevavicinoaMilano.ArrivatainaereoaMalpensasenzapas-saredaaltripaesi,Florenceraccontavadiesserestataaiutatadalfratello, già residenteaMilanoda circaunanno.Lafiguradelfratelloinrealtàspessoscomparivadairaccontisull’arrivo,perricomparirequandoFlorenceparlavadelsuopresente.Inaero-porto,chieseadunpassanteafricanoindicazionisudovepotevapresentaredomandadirifugiopolitico.Seguendoquesteinforma-zioniequelledelfratello,ilgiornosuccessivoall’arrivoFlorenceandòinquesturaescrissedasolalasuastoriadifugainfrancese.Diqueiprimi giorni ricordava lapauradovutaalla fuga e allasensazionechel’emigrazionenonfosseancoraterminata,comeseilsensodidispersionecontinuassenell’incapacitàdicompren-derecosastavaaccadendo,cosadovevafareequaliprocedureleeranorichiesteperottenereundocumento.Inquestura,Florencemiseinsiemequalcheinformazionesuiluoghiincuirecarsieachirivolgersiperdormireemangiare.Inmodosbrigativo,laindi-rizzaronoall’UfficioStranieridelComunediMilano,doveconunfogliodiaccompagnamentolamandaronoalCentrodiViaSam-martini,doveFlorencehavissutofinoaottobre2006.
Alcentro,glioperatoriassegnaronoaFlorenceunpostolettoinunastanzaconaltredonnerichiedentiasilo.Avevaunpostodovedormireequestolealleggerival’angosciadellospaesamen-to,manonconoscevanessuno,parlavasolofranceseenessunoledomandòdadoveveniva, cosa facevaodesiderava.AlSam-martininonpotevariceverevisite,ancheper il fratellodovevapresentareunarichiestaalComune.Avendospessolapercezionediesserecontrollata,preferivainognicasoincontrareilfratellooaltrepersonefuoridalcentro.LapiazzadinanziallaStazioneCentraleeradiventatailluogodiincontrodellesueretiamicali:unapiùintima,compostadadueamicheconnazionalieunapiùallargata,fattadiconoscenticoncuinonavevaunforterapportodifiducia.FlorencefrequentavalaStazioneCentralegiàdalsuo
Etnografiadellavulnerabilità.StoriedidonnerichiedentiasiloaMilano
147
arrivo,perchériconosciutaeindicatadamoltedonnetogolesieafricaneingenerale,comeluogodiincontro,dismistamentodiinformazionisullacittàecomeintrecciodirelazioni informali,dovecercareunlavoro,unasistemazione,oppureunapersona.AncheFlorenceediocisiamosempreincontratenelpiazzaledel-laStazioneCentraleesempredipomeriggiofraledueelecin-que, dopo l’orario di pranzo del centro e prima del suo lavoropomeridianocomeaddettaallepulizie inunabancavicinoallaStazione.
L’intimità�dei�luoghisonoarrivatainottobreesubitofacevafreddo,moltofreddo.
Nonavevoniente…nonavevoivestitipesanti…sonovenutasen-zaniente…solounadonnaafricanainfrancesemihadettochepotevoandaredalle suoredi SanBabila aprenderedei vestiti.Dentroalcentronondicononiente,iononsapevoniente…que-sta signoraafricanaabitanel centroemihadettodelle suore.Le suore non hanno chiesto niente, non mi hanno detto “comestavo”nessunomihachiestocomestavopertantotempo…peròlorosonoresponsabili,lorosonoresponsabilidinoi…(Florence,6luglio2006)
CosìFlorencedescrivevailsuoarrivoaMilano,ladifficoltàdigestiredettaglidellavitaquotidianaelarelazioneconlestruttu-rediaccoglienza.Deiprimitempi,rievocavalaframmentazionedellerelazionidiaiuto,l’incapacitàdidisegnareunamappadellacittàeladifficoltàdisoddisfaredeibisogniprimaritipomangiareovestirsi.Spessoraccontavacomelo�smarrimentosperimentatoall’arrivosieraripetutoadognicontattoconstruttureeistitu-zioniacuisierarivolta.Dicevadiessersisentitaabbandonatadallestrutturediaccoglienzaeinsiemediaverpersoresponsabi-lità�e�controllosullasuaesistenza.
Quando ci siamo conosciute, Florence era arrivata da pocotempo,neancheunanno.Nonostantequesto,definivaconchia-
LibroProvinciaMilano
148
rezza l’ambiguità del circuito dell’assistenza: il Centro di ViaSammartini in cui abitava le garantiva la sopravvivenza quo-tidiana,comemangiareedormireounluogodovestare;ma,almedesimotempo,erapropriolavitadentroalcentroelacondi-zionedidipendenzadallestrutturediaiutoadimpedirledirecu-perarelaresponsabilitàsullasuavita.Laparolaresponsabilità�e le espressioni,� perdita� della� responsabilità oppure loro� sono�responsabili� di� noi spesso riempivano i suoi racconti. ProprioattraversoledescrizionediFlorencehoconosciutopartedelre-golamento del Centro di via Sammartini: non poteva attacca-re fotografie o portare del cibo, tenere oggetti personali fuoridall’armadiopersonale,nériceverepersonesenondietroauto-rizzazione;doveva inoltrecomunicareognisuospostamentoequandolacooperativalechiedevadilavorarelaseraeraneces-sariochiedereprimaunpermessoperrientraredopol’orariodichiusura.L’insiemediquesteregolelafacevasentirefuoripostoenonlaaiutavaacostruireunsensodicasaediappartenenza.Piùcherimosso,losmarrimentoinizialesieranutritodell’im-possibilitàdisentireunqualunquepostocomeproprioointimo(Koser,Nadje2002;hooks1998;Yeohetaa200�).All’inizio,lasofferenzaeiltimoreavevanoresodifficileedisagiataanchelaconvivenzainunastanzaconaltredonnesconosciute,soloconun’altraospitedelcentroFlorenceavevacondivisopartedellasuastoriadi fuga,concuipoieradiventatamoltoamica.Connessunaaltradonnaavevacostruitoun legamedifiducia.Es-seredellostessopaeseoviverecondizionidimarginalitàsimilinoneranosufficientiafarnascereformedisolidarietà,tantopiùquandosiprovienedacontestidioriginedacuisièfuggite.Lapauradelpettegolezzocreava, inoltre,unageneralediffidenzaesospettirendendodifficilelacostruzionediamicizieediretidisolidarietà.Florenceraccontava,inrealtà,diprovareancheunfortesensodicolpaneiconfrontidellestrutturechenascevadaunsentimentoambivalente:sentivaunsensodigratitudineneiconfrontidellestruttureperchéavevaunpostodovestare,
Etnografiadellavulnerabilità.StoriedidonnerichiedentiasiloaMilano
149
maessaeraassolutamentecarentenelfornireaiutopercercareun lavoro,distruggendo lapossibilitàdi costruireunapropriaautonomia.
Florence aveva costruito una sua mappa della città con leinformazioniframmentaterecuperatedaipassantidellaStazio-needaqualchealtraospitedelcentroacuileiolasuaamicasieranorivolte.Sieracosìcostruitaunsuopercorsonelnuovocontesto:avevafrequentatouncorsodiitalianopressol’Operadi San Francesco e spesso si rivolgeva alle suore per vestirsi;grazieadunpassaparolaallaStazione,avevatrovatounimpiegoinnero:lavoravaperunacooperativadueotreoreilpomeriggioeavoltelamattinacomeaddettaallepuliziedegliufficidiunabanca.
Parlavadelsuopaesesoloquandoraccontavadellafamiglia.Spessosimostravapreoccupataperlasalutedellamadre,dicuiavevanotiziesempresporadiche;sapevacheerainospedale,mala comunicazione con la famiglia era scarsa ed estemporanea,ecosìcomeleinonraccontavadelsuodisagio,avevalasensa-zioneche la famiglia facesse lostessocon lei.Lapresenzadelfratellononriempivailvuotodeilegamiresilontanidallami-grazione:Florenceeramoltofelicediavereilfratellovicino,maaluinonavevamaichiestoaiuto,nésieramailamentatadellasuasofferenza.Eralasorellamaggiore:illorolegameaMilanoriproduceva gli stessi ruoli a cui erano stati abituati dalla fa-migliaequestaidentitàdisorellamaggioremarcavalarespon-sabilitàcheFlorenceavevaneisuoiconfronti,enonviceversa.Desideravaaiutarlosenzaavernelapossibilità,lasciandoemer-gereunsensodivergognaneisuoiconfrontiedellafamigliaperl’incapacitàdiprendersenecura.Incondizionidivulnerabilitàeconomicaesociale, lapresenzadi familiarivicininonneces-sariamentecomportaunsostegnoounaformadiaiuto,perchémolto dipende dalla posizione che le persone occupano all’in-ternodellafamigliadiorigine.AvolteFlorenceavvertivalasuamigrazionecomeinutileesospesaneltempo:nonprovvedevané
LibroProvinciaMilano
150
asé,néalgiovanefratello.Lamancanzadiunlavoroinregolaeatempopienoinsiemeall’attesadiundocumentoeranopercepi-tidaFlorencecomeiduevincolimaggiorialrecuperodellasuaautonomiaedipoteresullapropriavita.Iltempopresenteeravissutocomeunadimensionediattesaedisofferenzaperquellocheancoranonerariuscitaarealizzare.Spostavalavitainuntempofuturo:avereunlavoroeguadagnareetrovareunpostoincuiviverefuoridalcentroeranoleduepreoccupazioniprinci-palidiFlorence.Illavoroleavrebbegarantitoun’indipendenzaeconomicarestituendole ilpoteredidecideredellasuavita, lospazioincuivivereleavrebbepermessodicostruireunsensodicasael’ideadiunluogopiùintimo,piùvicinoasé.
Allafinedelmesedilugliodel2006Florencechieseaiutoaduna zia della madre residente vicino a Monza: poiché l’attesadelpermessonon le lasciavamolta scelta e trovareun lavoropressocircuitichenonfosseroquellidell’impiegoirregolareeraquasiimpossibile,Florencedeciseditogliersinelfrattempodalcircuitodell’assistenzaabitativa.Florencesitrasferìdallalon-tanaparenteadabitare,sottolineandodinuovolatemporaneitàdellasoluzione.Dissecheeraimportantestabilirequalieranole“primecosedafare”esoprattuttosuqualisipotevaintervenire.Spesso,infatti,iprogettidivitanasconodallamarginalitàenonhannoloscopodirimuoverla,senonlentamenteneltempo.Lesoluzionisono,dunque,quasisemprerimediate,comeseavesse-rosoloilcompitodipreparareadunprogettodivita“piùvero”spostatonel tempo. Inoltre,disseFlorence,eragiàpassatounannodalsuoarrivoesolamenteinquelmomentoavevacomin-ciatoaricomporreilpresenteeleatteseperilfuturo.Primaditrasferirsi,Florenceerariuscitaadaumentareleoredipuliziaeadavereunamaggioredisponibilitàeconomica;afineottobreavevaavutoilpermessoumanitario,immediatamenteilgiornodopoeraandatanelleagenziediricerca lavoropercercareunimpiego.
Etnografiadellavulnerabilità.StoriedidonnerichiedentiasiloaMilano
151
4.3.3.�Perpetua.�Lacerazionee�ricomposizione�delle�identità�e�dei�legamiCisiamoincontrateconPerpetuaquasisempreinunpiccolo
parcovicinoallasuacasanellaperiferiaaSuddiMilano,oppureadunafermatadimetropolitana,dadovepoiandavamoinsiemeapiedisulsuoluogodilavoropomeridiano.
Mogliediunoppositorepolitico,perseguitatopermoltotempoinTogosinoal2001,annoincuiorganizzaunafugadicuian-ch’essaignoravaquasideltuttoidettagli,Perpetuaèarrivatanel2002dalTogo, inaereodalBenin.Quandocisiamoconosciute,avevasaputodapococheleerastatodatoilpermessoumanita-rio.Aveva29annieunafiglia,Sara,di5rimastainBeninconsuamadre.DelmaritosapevasolocheerainFrancia,nonsapevainqualecittàesattamente;dopolafuga,avevaavutoinfattisolono-tiziesporadichedaqualcheconoscente,nonl’avevapiùsentito,névisto;lonominavasoloperdirecheerascomparsodallasuavita.Perpetuaraccontavacheinqualchemodoilsuodoloreeraconseguenzadellastoriapoliticadelmarito;questosentimentoerainrealtàpiùcomplessoperchépensavailcompagnocomere-sponsabiledellasituazionecheviveva,masenzapercepirsiunadonnacheavevasubitol’impegnopoliticodelmarito.
InTogo,Perpetuaavevaunabellissimacasaeunbellissimolavoro.Diplomatanellacapitaleinsartoria,avevapoiapertounsuonegoziodistoffeedatolavorocomeapprendisteadalcunera-gazzeacuiinsegnavaalavorareitessuti,acucire,afarevestiti.Leieilmaritostavanobeneeconomicamente:avevanounacasagrande,all’ultimopianodiunpalazzodacuivedevanoilmare.Eranomoltofeliciederamoltosoddisfattadellasuavita.
Conquesteparole,talvoltaedulcorate,Perpetuadescrivevailtempoprimadellafuga.
Dopo la fuga del marito, non aveva deciso di emigrare. Eraaccaduto inveceduranteunamanifestazionediprotestacontroilgoverno,quandolapoliziaavevapicchiatoimanifestantiealeiavevaquasirottounagamba.Lapauraperlasuavita,ean-
LibroProvinciaMilano
152
corpiùperquelladellafiglia,l’avevaspintaacercarerifugioinBeninconlamadreelafiglia.Vennecuratainunospedalegesti-todamedici italiani;dopounpaiodimesi–conl’aiutodiunafamiglia italiana conosciuta nel medesimo ospedale – decise divenireinItalia.Attraversounpercorsochenonspecifica,ottieneunpassaportoearrivainaereoaMilanoMalpensa.Erailmesedidicembredel2002.AMilano,Perpetuanonconoscevanessuno,nonsapevanullanédellacittà,nécosadovevafareoquali“stru-menti”dovevaprocurarsipergestirequestoarrivo.Inaeroporto,chieseinfranceseadunuomoafricanodoveeralaquestura;ilpassanteafricanolaindirizzòallaStazioneCentrale.QuiPerpe-tuasirivolsealCentrodiAiutodellaStazioneCentraleeseguen-doleloroindicazionipassalaprimanotteaMilanoaldormitoriodiPiazzaleLodi.
Iniziò in questo momento il suo percorso nelle strutture diaccoglienza,dacuiPerpetuasentìdi “dipendere”finoallametàdel2005,momentoincuitrovòunlavoro“innero”,mapagatoasufficienzapercercareunastanzadacondividereconun’amica,viverefuoridaicentrieprovarea“dipenderemeno”dalcircuitodell’aiuto.
Identità�prima�e�dopoIseimesisuccessivialsuoarrivo,Perpetuahavissutopres-
soildormitoriopubblicodiPiazzaleLodi.Diquestoperiodononricordavanulla.Talvolta, emergevanopiccoli episodi raccontatiinmodoframmentato,maquestotempoèstatofranoiquasiine-splorato.Scadutiiseimesi,hatrascorsounbreveperiodoinunsecondodormitoriopubblicoaLampugnano,poialFulvioTestieinfinealdormitorioGorlini.PerquasitreanniPerpetuahavissutoinquattrodiversicentridiaccoglienzaehausufruitodellestrut-tureassistenzialipermangiare,vestirsi,curarsi.Siaperildrammachelamigrazionecomporta–rotturadeilegamiintimi,perditadiidentità–siaperl’organizzazionedell’accoglienzaèdifficileperunadonnasolarecuperareun’esistenzaautonoma.Inparticolare,
Etnografiadellavulnerabilità.StoriedidonnerichiedentiasiloaMilano
15�
Perpetuaevidenziacomeipercorsitortuosiedilatatidellaleggerendonoquasiindispensabileladipendenzadall’assistenza.
Comeglioperatoridell’accoglienza,anchePerpetuausavapa-rolecome“autonomia”,“responsabilità”,“vita”perdescriverelasuaesperienzadentroaicentrielasuastoria.Maneisuoiraccon-tiquesteparolemostravanounarealtàdiversasiadell’accoglien-za,siadell’essereunarichiedenteasilo.Inparticolare,Perpetuasottolineaval’asimmetriadellarelazioneel’immaginedisécheleavevarestituito,lamancanzadiunluogointimoincuiabitarechelerestituisse“unsensodicasa”,personegliannideicentridiaccoglienza,lamancanzadiunlavoroinregolaesufficiente-menteretribuito.Recuperareun’ideadidonnasimileaquellochedesideravaessereoritornare,lacasa,illavoroeranoglielementichePerpetuavolevarimettereinsiemeesistemarepertornareadessereunamadre.
Quandocisiamoconosciutevivevadacircaunanno inunacasanellaperiferiaSuddiMilano,compostadaunacucina,duestanzedaletto,unbagnoeunapiccolasala.Condividevalaspesadellacamera–circa450euroalmese–conun’amicaconnaziona-leconosciutadurantelasuapermanenzaalcentroFulvioTesti;nell’altrastanzaabitavanoaltreduedonneanch’esseafricane.Nélei,nél’amicaavevanocostruitorelazioniconledueconviventi,ilrapportofraloroeraminimoelegatoallacondivisionediunostessospazio.Erastatal’amicaconcuiabitavaadavertrovatoquestasistemazione,medianteuncircuitodipassaparola,graziecioèadungruppodidonnechefrequentavanolazonadellasta-zionecomeluogodisocialità.Rispettoallacasa,Perpetuasentivalaprovvisorietàdellasoluzioneeancorasipercepivacomeunadonna “privadiunospazio intimo incuiabitare”,privadi “unsenso di casa”. Sognava sempre di avere una casa sua, piccolamasua,echesarebbediventatatalesoloconl’arrivodellafiglia.Nonostantelopensassetemporaneo,ilrecuperodiunospazioin-timoincuivivereleavevapermessodicapirechec’eraunavitafuoridall’assistenza:“dopoilcentrohopotutoconoscerelavita,
LibroProvinciaMilano
154
perchéquandoseidentroalcentrononsaicomeèlavita”(Perpe-tua,5luglio2006).
L’amicaconnazionaleeraquasil’unicaretedifiduciadiPer-petua;avevaaltreamicheeconoscenti,maspessosottolineavacomelacreazionedirapportidisolidarietàeamiciziachiedevanotempoefiducia,elementidifficilidarintracciareinunavitaquo-tidianafattadiemergenze,necessitàprimarieacuiprovvedereedilegamilaceratinellamigrazionenonancoraricomposti.Piùvolte Perpetua aveva sottolineato come le reti di sostegno e disolidarietànonnascevanosemplicementesullabasediunlegamecomunitarioenonerasufficienteveniredaunostessopaesepersentirsisicureoconfidareinqualchealtradonna.Anchedentroaicentri,lacondivisionedellospazioelacondivisioneconaltredonnediunasimileesperienzadimigrazionenoneranodipersésufficientipersentirsiamiche.Spesso,anzi,lapauraeladiffiden-zaconseguentiallafuga,laprecarietàdellecondizionirendevanodifficileilcontattoconaltredonne.Altrettanto,lareteinformaledegliaiuti–cioèquellanondipendentedallestruttureedalcir-cuitodell’assistenza–eraquasideltuttoframmentatae,soprat-tutto,casuale:leinformazionisucomemuoversinellacittà,sul-laricercadellavoroedellacasaeranomesseinsiemedanotizieepassaparoladiamichediamicheodi conoscenti.Nonostantela loro casualità eprovvisorietà, questi legami informali eranol’unicareteincuiPerpetuaerainseritael’unicachefunzionavapercercarecasaelavoro.
Perpetualavoravalamattinasenzacontrattocomedomesti-ca in casa di una signora benestante di Milano, il pomeriggiodalle17e�0sinoalle22pulivaleaulediunasilo.Avevatrovatoentrambi i lavori grazie ad altre donne immigrate, conosciuteneicentri incuiavevaabitato: svolgendoquasi sempre lavoridiserviziopressolecaseprivate,sapevanodialtrefamigliechecercavanounaiutodomesticoodicooperativedisposteadassu-mereinnerolavoratriciimmigrate.Durantelaricerca,Perpetuacercavadisperatamenteunlavoroinregolaperavereipermessi
Etnografiadellavulnerabilità.StoriedidonnerichiedentiasiloaMilano
155
di ricongiungimento, eradispostaa ricevereuno stipendio in-ferioreaquelloattuale,purdiportareavantiilsuoprogettodiriavereconsélafiglia.Abbiamopassatomoltegiornatepressoleagenziedilavoro,circuiticomeleparrocchiechefunzionanosulterritoriocomeintermediarioccupazionaliperimmigratieimmigrate.
Lentamenteneltempo,Perpetuaavevaportatoavantipiccoliprogetti.Manonerasololalontananzadalleretefamiliareadar-leunsensodismarrimento.Anche l’accoglienzaaveva lasciatoimpresseconseguenzesuprocessiidentitarichegiàlafugaave-vaframmentato.Larelazionediassistenzaerastataambiguainalmenoduesensi:l’avevaobbligataamostrarsi“debole”ederastata incapacedi rimuovere ladipendenzarendendodifficile laripresadelpoteresullapropriavita.“Chiedereaiuto”omostrarsi“bisognosediaiuto,deboli”nonerafacilenédifronteallepersonechelavoravanonellestrutturedell’assistenza,nédifrontearetisocialidiconoscentioconnazionali.Nelsuorapportoconleisti-tuzionieconlepersonechelavoravanoneicentridiaccoglienzaoinaltrestrutturediassistenza,Perpetuasierasemprepercepitacomeuna“poveradonna”.Questo“sentirsiunapoveradonna”eral’immaginecheavevadisé,machealmedesimotemposicon-trapponevaconforzaaquellacheavevacostruitonellasuastoriapersonaledidonnaindipendente,conunlavorobenretribuitoesocialmente importante,madrechepotevaaccudire lafiglia, lacasaelasuaretefamiliare.
Questoscarto,vissutocondoloreelacerazione,tornavanellesueparole.Spessoripeteva:“guardacomesonodiventata…guar-damiadessocomesono”.IlpassatoerarievocatodaPerpetuaperrivendicareleproprieidentitàeperdifendersidallapercezionedivittimaepoveradonnachelerimandavalarelazionediassisten-za.Ilpresenteerauninsiemedistrategieprovvisorie,untemposospeso,privodiunasuaesistenza,contemporaneamente fattodipiccolepratichenecessariearimuovereleposizionidimargi-
LibroProvinciaMilano
156
nalitàedebolezza.Lavita“piùvicinaasé”,quella“sentitacomepiùvera”eraripostanel futuro,chesiesprimeva interminidiattesa,diventandoquasiunastrategiadisopravvivenza.Inaltritermini,lavitasiesprimevanellefantasiediidentitàediquellocheavrebbefattoconunlavoroinregolaemeglioretribuito,cheleavrebberopermessodiriaverelafigliaconséediristabilirelasuaidentitàdimadre.Perpetuaaveval’obiettivodiuncontrattodi lavoroperconvertire ilpermessoumanitario inpermessodisoggiorno subordinato e facilitare il ricongiungimento della fi-glia.
SpessoPerpetuasidescrivevacomeunadonnacheavevaper-soequilibrioesalutementale;ognivoltacheparlavadellafigliapiangeva, diceva che prima del suo arrivo doveva prepararsi e“rimettereapostolasuatesta”.Spessousavalaparola“dolore”perraccontarelalacerazionedellegamefraleieilmarito,fraleielafiglia,chenonvedevadaquasiquattroanniechesentivasolopertelefono.
La relazione di aiuto dunque che si instaura con l’assisten-za,soprattuttoquandosivivedentroaicentridiaccoglienza,èprofondamenteasimmetricaperviadellaquasitotalemancanzadimezzidellerichiedentiasilo.Ledonneincontrate,ePerpetuainmodoparticolare,sottolineavano lamancanzadiunsuppor-to reale per trovare lavoro o consigli su come o dove cercarlo.Nelpresente,questa relazioneaveva lasciatopochesperanzeaPerpetuachestrutture,operatori, servizi fosserocapacidiaiu-tarlaariprendereinmanolasuavita.Piuttosto,dicevaspesso,l’assistenzal’avevafattasentirepiùsola,avevaeliminatol’ideachecifosseunsistemaacuiappoggiarsi,echetuttoilsuofuturodipendevasolodalei.
4.4.�Forme�di�dipendenza�nella�relazione�di�aiutoConquestestorieedescrizionihocercatodiesplorareunospe-
cifico femminile nella condizione di richiedente asilo politico enella realtà che circonda le cultura dell’assistenza. Innanzitut-
Etnografiadellavulnerabilità.StoriedidonnerichiedentiasiloaMilano
157
to,hotentatodifaremergereimodiconcuiledonnevivonolavulnerabilitàe la lacerazionedei legami individuandostrategieperoccuparsidisé,dellepersoneconcuidesideranovivereeri-congiungersi. Indagare “questo specifico femminile” ha signifi-catoprestareattenzioneaquellache l’antropologiafemministadefinisce“soggettivitàdigeneremultiposizionata”(Moore1994;hooks1998).Conlelorotestimonianze,ledonnehannomostra-to un’identità di richiedente asilo combinata con altre identitàculturali,dimadre,donne,lavoratrici,disoccupate.Percependosi“differenti”rispettoall’immaginegeneratadalleculturedell’assi-stenza,essehannomessoinlucecomespessolepolitichediacco-glienzasirivolganoalorosolocomevittimeosoggettipassividaaiutare,alimentandoanzichérimuovereleformedidipendenzaeostacolandoancheun’effettivacomprensionedelle lororealtàdivita.
Nelle loronarrazioni, essehanno illustrato leambiguitàdeirapportidiaiutoeladifficoltàdiesseredefinitedaunarelazionediassistenzacosìforteeasimmetrica.Hannoindividuatoilpa-radossodelcircuitodell’assistenza:icentrisoddisfanoibisogniprimari e tentanodeipercorsiper rendereautonome ledonne,mamancanocompletamentediunaretestrutturataperinserireledonnenelmondooccupazionale.Illavoroèspessoconsideratoilmezzoprincipaleperrecuperarelaresponsabilitàdellapropriaesistenza.Aldilàdunquedellerisorseindividualiedeldesideriodiricomporrel’esistenza,lasituazionelegaledisospensioneelaconseguentedifficoltà–senonimpossibilità–diavereunlavororendonolarelazionediaiutonecessariapervivere.
Al dolore che accompagna la fuga, si aggiunge pertanto, unsentimentocomplessorespiratoneglieventiquotidianidelnuo-vo contesto –non sapere comevestirsi d’inverno,doveandarepercercareunacasa,unlavoro–spessoregistraticomepiccoleviolenzestrutturali.Ildoloreelospaesamentosonoprodottoin-fattidellasedimentazionedelleesperienzetraumatichediprimadell’arrivoediunquotidianochesicomponedimicroeventiper-
LibroProvinciaMilano
158
cepiticomeviolentiecapacidialimentarelavulnerabilità.Per-petuahaevocato,inoltre,unaperditadelcontrolloedelsensodiresponsabilitàsulleproprieesistenza.Sonopropriitermini“re-sponsabilità”,“autonomia”,“recuperodellastimadisé”e“poterediagirepersé”adesseredicotomiciall’immaginedivittimaedisoggettopostoinposizionedidipendenza.Piùcherimuovereleformedisubalternità,lestrutturediaccoglienzageneranodipen-denzaemancanzadiautonomia.Quasisempreledonneincontra-tenellaricercahannoevidenziatolaperditadelpoteresullavitacomeilsentimentopiùdifficiledasopportare.
Sièvisto,inoltre,cheleespressionidisolidarietàfragruppiinformalinonnascono comeconseguenza immediatadell’espe-rienzadimarginalità.Inaltritermini,nonèsufficientecondivi-dere“l’identitàdirichiedenteasilo”ouna“posizionedidebolez-za”persvilupparelegamiesolidarietà.Lacostruzionedilegamièunprocessopiùcomplesso,cherichiede,comehannodettoletredonne,tempo,confidenze,sicurezza.L’esistenzadiretièparsaminima,spessocompostadadonneselezionatenontantoinbaseall’appartenenzaculturaleoallaprovenienzageografica,madaaltreaffinità.Avolte,retieformediaiutosonocasuali,sipensiallafiguradelpassante,alleinformazionipreseallastazionecen-trale,alpassaparolapertrovarelavoroeluogoincuivivere.
Nellamiaesperienzadiricerca,ledonneincontratechehan-novissutoevivonosituazionidrammaticheechesitrovanoinposizionedisvantaggioancherispettoadaltriindividuiogruppidiimmigrati,consideranoillororicollocamentononcomel’indi-viduazionediopportunitàeconomicheosociali,distrategiecal-colate;piuttostositrattainunprimomomentodicomprenderecomecavarselaecomericomporreaspettiessenziali,dettaglidelviverequotidiano(Ong2005:7).Successivamenteesoloquandoaspetticonsideratiessenziali–unguadagnominimoeunpostodove vivere – si sono risolti, queste donne lasciano spazio allefantasiediidentità.Rimangononeltempodelricollocamentovul-
Etnografiadellavulnerabilità.StoriedidonnerichiedentiasiloaMilano
159
nerabilisottomoltiaspetti,masenzapercepirsiocomportarsidavittime.Questedonnedescrivonogliaspettipiùimportantidellavita–affetti,lavoro,spaziointimoincuiabitare,comecaratte-rizzatidallaprovvisorietà,dipendentidavuotilegislativi,ecomevissutisoloinuntempofuturo,incuirecuperarelegamieidenti-tàperdute.E’,infatti,proprioiltempoacostruirelospaziodelleloronarrazioni:iltempoprogettualeinparticolareèvissutodalledonnecomeunacapacitàdimettereingiocoaltreidentità.Ciòchesidesiderarecuperareecostruirecreaunaspaccaturanel-lamarginalitàeimmetteun’agency,spostataforseinavantimachesirealizzainpiccolepraticheetentatividirimozionedellasubalternità.Anchelagiovaneetàdelletredonne,esseremadrenelcasodiPerpetua,ilfattocheilegamisisonolaceratimanondeltutto–ecomunquesisperadiricomporli–hannounpesoim-portanteereggonoiltempoprogettuale.Ilfuturopensatoconunlavoropiùappropriato,condocumentieconunaretefamiliareravvicinataèunastrategiadisopravvivenza,unafantasiachesitrasformainpraticasocialeeunmodoperriempirelasospensio-nedeltempopresente.
Note�di�fine�capitolo
18Sull’immaginazioneesullafantasiacomepratichesocialisivedaMoore1994.19 Questa terminologia è stata usata dagli stessi operatori e responsabili dei
centridiaccoglienza.20Dopoil1991el’indipendenzaeritreadall’Etiopia,sonocominciatideiprogram-
midirimpatriopertuttiglieritreichenelcorsodelconflittoeranofuggitiinSudan.
LibroProvinciaMilano
162
Inquest’ultimapartepresentiamoduestudidicasosualcu-nespecifichecomunitàpresentiaMilano:inquestocapitolo,lacomunitàdirifugiatikurdie,nelprossimocapitolo,lecomunitànazionaliprovenientidalCornod’Africa,inparticolarequellaso-malae,piùestesamente,quellaeritrea.
L’accentopostosulterminecomunitàintendepropriomostra-releambiguitàelecontraddittorietàsotteseaquestoconcettoeagliapproccicostruitiattornoaquest’idea.Vengonomostratelemolteplicidifferenziazionipresentiall’internodiognicomunitàdirifugiatieglieffettididisconoscimentoprodottidall’utilizzodiquestoconcetto.Vengonoinoltremostrateleproblematicitàelanonautomaticitàdiunaaggregazionesubasicomunitarieecomeipercorsideirifugiaticontinuinoadoscillareentrounatensionetradispersioneindividualeepercorsicollettivifondatisumolte-plicibasidiaggregazione.
Un secondo aspetto che accomuna l’esperienza kurda con ilCornod’Africariguardalalungaduratadelletraiettoriedimigra-zioneeasilodiquestigruppi,duratacherispecchialacontinuitàdellecrisiinquelleregioni.Questastoricitàproducedaunaparteunostrettoedindissolubileintrecciotrafattoripoliticiedecono-micicomedeterminantidellafugadalleproprieterre;dall’altra,producedelledinamichespecificheincuiladimensionedelladi-slocazioneeigruppichevivonoall’esterodiventanounfattorecostitutivonellavitadeiterritoridiorigineedellepersonecheliabitano.Inognicaso,cisiamopropostidiintrecciarecontinua-menteicontestidipartenzaconicontestidiarrivocomechiaved’analisiperrenderecontodellacomplessitàdelletraiettoriedifugaedeibisognideimigrantisulterritoriomilanese.
5.1.�Pazarcik–�Milano:l’immigrazione�kurda�e�l’EuropaProponiamo qui una breve analisi del fenomeno dell’immi-
grazionepermotivipoliticidellacomunitàkurdo/turcaresiden-te nella Provincia di Milano. Esso si compone, essenzialmente,
Comunitàeambiguità:ilcasodeirifugiatikurdi
16�
ditreparti:nellaprimasitracceràunsommarioquadrostoricodell’immigrazionekurdainEuropa,conunaattenzionespecificaallaGermania, invirtùdella sua rilevanzapernumeroe spes-sore storico del fenomeno; nella seconda parte si affronterà lacomparsadell’“emergenzakurda”inItalia.Nell’ultimasezione,infine,proveremoadescrivereilflussodirichiedentiasilokurdipresentinellaProvinciadiMilano.
Ilprimopaeseeuropeoaconoscerel’immigrazioneprovenien-tedaiterritoridellaregionedelKurdistanèstatalaGermania,aseguitodiuntrattatoconlaTurchiaper“Lacontrattazionedel-la manodopera straniera” siglato nel 1960; tuttavia, essendo ilflussosostanzialmentecontrollatodaiduegoverni,ladicituradicittadinokurdononcomparemaineidocumentiufficiali.Questapopolazioneerasottopostaadunaviolentapersecuzionedapar-tedelleautoritàturchelequaliriconoscevanol’esistenzaentroipropriterritorisolamentedelpopoloturco,classificandoikurdicome“turchidimontagna”21.
Possiamoquindiaffermarecheinquestoperiodovièun’immi-grazionedifattomanondidiritto,venendopubblicamentenega-taladiasporakurda,poichépubblicamenteeranegatal’esistenzadelpopolokurdo.Tuttavia,equestoèunelementochehasem-preaccompagnatol’emigrazionekurda,ilfenomenomigratorioinquestionesicaricasindalprincipiodiunafortevalenzapoliticaerivendicativa.Adispettodeltentativodelleautoritàtedeschediimpedirnelanascita,giànel1956nacquelaprimaAssociazionedegliStudentiKurdiinEuropa(KSSE).Ilsolofattochecomparis-seilnomeproibitodikurdiponelacitataassociazionesudiunpianononsolamente“culturale”maanchepolitico.Comedetto,però,saràsoloaseguitodell’accordotraautoritàturcheetede-schedel1960cheladiasporakurdainEuropacominceràadavereunaconsistenzanumericaimportante.
Nella prima metà degli anni ’60, il rapporto tra lavoratoriturchi e kurdi era nettamente favorevole ai primi in quanto il
LibroProvinciaMilano
164
governodiAnkaracercavadievitare “l’internazionalizzazione”delproblemakurdo,consapevolechel’esodo–cosìcomeinfattiavvenne–avrebbedato lapossibilitàalleorganizzazionikurdedimuoversi conmaggiore libertàevisibilità,unavolta riorga-nizzatesi fuori dal controllo della polizia turca. Tale fenomenoincominciò a manifestarsi con decisione verso gli anni ’70, al-lorchémoltilavoratorikurdiriuscironoadottenerelapossibilitàdiandarealavorareinGermania,doveorganizzaronolaprimaFederazionedelleAssociazionideiLavoratoriKurdi(KOMKAR),instrettaconnessioneconilPartitoSocialistadeiKurdidiTurchia,semiclandestinoinTurchia.
Questaprimarealtàassociativanonriuscìadivenirefenome-nodimassaperalcunianniperiltimoredirappresaglieinter-ritorioturco.Lastessaauto-definizionedicittadino“kurdo”erastataminatadaunafortecampagnaperl’unitàdelpopoloturco:
Moltidiloroavevanointroiettato,osirifiutavanodimettereindubbio,ladottrinaufficialeturcapercuiognicittadinodellaTurchiaèun turco.Sologradualmentequesti immigrati inEu-ropa “riscoprirono”o sipermiserodi affermare la loro identitàkurda(VanBruinessen,2000,p.7)
Ilpuntodisvoltaèrappresentatodall’avanzarediflussimi-gratoricaratterizzatidaesplicitimotividinaturapolitica.Nelladiasporakurda,l’elementomigratorioequellopoliticosonofor-tementeintrecciati.
Possiamoindividuarequattrofasidiquestomovimento.Ilpri-mograndeesodopoliticoavvenneaseguitodeltrattatofirmatoadAlgeriil6marzo1975trailgovernoirakenoequellopersia-no.L’esitoperlapopolazionekurdafuunaveracatastrofepoichésancìl’alleanzatraiduestatinelperseguirelepopolazionikur-deresidentientroiconfinideigovernifirmatari.InprecedenzalearmatediBarzani,leaderdeikurdiiracheni,potevanogoderedell’alleanza dello Scià di Persia, usufruendo del suo territorio
Comunitàeambiguità:ilcasodeirifugiatikurdi
165
anchecomerifugio.Dopol’accordodiAlgeri,perlorononc’erapiùalternativaallegalereirachenesenonlafugaall’estero,versol’EuropaelaGermaniainparticolare:èconquestotrattatochesipuòaffermarechesiainiziatoilfenomenodei“richiedentiasilopoliticikurdi”.
Lasecondafase,checoinvolgeràunnumeromaggioredidon-ne e uomini, prende corpo con il colpo di stato in Turchia del12settembre1980econlaquasicontemporaneaguerratraIranedIraq.Nelprimocaso,imilitariturchichiuserotutteleesigueassociazionikurdeancora legaliedaumentaronolarepressioneneiconfrontidellapopolazionekurdaedeimilitantidelleorga-nizzazionidisinistra,ingranpartecostituitedagiovanistudentikurdi22.Nelsecondocasoilconflittosisvolseproprioneiterritoriabitati in prevalenza da kurdi. L’effetto combinato fu un forteincrementodell’esodopoliticokurdoverol’Europa.
Unterzomomentostoricochesegnaunpuntocentralenelladiasporakurdapermotivipoliticièil1988,aseguitodelloster-miniodellapopolazionekurdapermanodell’esercitodiSaddamHusseinconlatragicamentefamosaoperazioneAnfal2�,chepro-prio inquestadataraggiunselasuamassimaatrocità.Migliaiadidonneeuominifurono“gasati”,interivillaggidistruttipoichéaccusatidiesserestaticollaborazionistidell’Iranduranteilcon-flittodelGolfo.Anche inquesto caso sideterminòuna fuga inmassaversolezoneconsideratepiùsicure.
Ilquartomomentostoricochehaplasmatolastoriadelmovi-mentodirichiedentiasilopoliticokurdiinEuropaèdacollegarsiaglianni’90edinparticolareconla“laguerraabassaintensità”adottatadalleautorità turcheper reprimere le iniziative intra-presedalPKKsullemontagnedellaTurchiaalconfineconl’Iraq.IlPKK,costituitosinel1978,combattélasuaprimabattagliasulsuoloturconel1984mapianificòazionidinotevolelivellosoloapartiredaglianni’90.Alsuoradicamentoterritorialeilgovernoturcoharispostoil6agosto1990,comunicandoufficialmentealConsigliod’Europa,dicuifaparte,chedaquestadataavrebbe
LibroProvinciaMilano
166
sospesonelleprovincedell’est l’applicazionedellaConvenzioneInternazionalesuiDirittiUmani.Lasituazionepeggioròulterior-mente24nelcorsodeglianni’90,tantocheperreprimereilmovi-mentokurdol’esercito,inconcomitanzaconilNewroz25del1995,diedeilviaall’operazioneAcciaiopercircaunanno,un’operazio-nedefinitadallestesseautoritàmilitari“lapiùgrandeoperazionemilitarenellastoriadellaTurchia”26.Ancheinquestocasol’esitoèstataunafugadimassaversopaesiconsideratipiùsicuri: inprimislaGermania,maanchelaFrancia,laSvezialaSvizzerae,perlaprimavolta,anchel’Italia.
La diaspora kurda ebbe un forte impatto su tutta l’Europa,nonsolosuglistatidirettamentecoinvolti.Lariformulazionedel-lepolitichenelsettoredeldirittod’asiloinvigorenelcontinenteèinfattidaconsiderarsianchecomeunesitodeiflussidirichie-dentikurdi.L’aumentodirifugiatikurdiinGermaniatralafinedeglianni‘80elametàdeglianni‘90,infatti,innescòinquestopaese un fortissimo dibattito politico che colpirà in profonditàl’opinionepubblica:siparlòdell’urgenzadi“chiuderelefrontie-re” edi ripensare il dirittod’asilo,particolarmente liberale sulsuologermanico.
Possiamoevidenziaredueaspettidellaquestionecheavrannounosviluppoeuropeodienormeportataeche,neifatti,hannodelineatoilcontestonormativoeretoricoattuale.DaunlatoglistrettilegamieconomiciemilitaritraGermaniaeTurchiamet-tevanolaprimainforteimbarazzodifrontealgrannumerodicittadini turchi/kurdi che chiedevano asilo, così rendendo pub-blica la situazione di repressione per mano dell’esercito turco,costantementeequipaggiatodalleindustriebellichetedesche.Sidiffusecosìl’argomentazioneretoricadei“falsirichiedenti”,ov-verodi“normalimigrantieconomici”che,aseguitodellerestri-zioniadottateapartiredal197�conlacrisipetrolifera,avevanodecisodiutilizzarel’unicocanaleancoraesistente:l’asilopoliticoappunto.Simileargomentazionenonrimasesenzaeffetto:il9lu-
Comunitàeambiguità:ilcasodeirifugiatikurdi
167
glio1990,ilparlamentotedescointrodussesostanzialimodificheallalegislazioneinmateriadiimmigrazione,forgiandounprin-cipiochediverràilcardinedellafuturaConvenzionediDublinoentrata invigore il1settembre1997.L’elementocentraledellariformaaffermavache:
nonpossonorichiedereasilocoloroche,perarrivareinGer-mania,sonopassatiperaltristaticonsideratisicurioqueirichie-denticherisultanoessereoriginaridistatidefinitisicuriinbaseadunaleggefederale(Decimo,Sciortino2006,2�9)
Sipuòfacilmentecomprenderecomegliaccordieuropeichesi svilupperanno in futuro riproducano, nella loro sostanza, lostesso dispositivo legislativo, ponendo al centro il rapporto tradiasporakurdaenormeeuropee.
5.2.�Il�contesto�italianoIlfenomenodeirichiedentiasilopoliticokurdiinItaliasipone,
sindalsuoaffermarsi,comeunelementodi“crisi”.Ifattorichecispingonoaproporrequestainterpretazionesonolegatiadueelementi chehannoavutoungrosso impattomass-mediatico enormativo.Nel1998,illeaderdelPKKAbdullah“Apo”Ocalanar-rivaaRomaperchiedereasilopolitico,ponendol’Italiaalcentrodeldibattitosullaquestionekurda.
Inprecedenzafinoal1997,dataincuientrainvigorelaCon-venzionediDublino,l’esodokurdorisultasostanzialmente“invi-sibile”,tantochel’Italiapuòessereconsideratounpaeseditran-sito; un autore impegnato su questo fronte come Dino Frisulloscrivesenzaequivocicheilbelpaeseeravistoquasiesclusiva-mentecomeponteversolaGermaniaebenpochicittadinikurdidecidevanodi“fermarsi”:
finoallasecondametàdeglianni’90lapresenzakurdainItaliasilimitavaquasiesclusivamenteapochecentinaiadiesulikurdiirakeni,inprevalenzastudentieintellettuali,inseritispessonella
LibroProvinciaMilano
168
sinistrapoliticaesindacale[…].Èdal‘98cheilsaltodiqualitàdellamafiadistatoturcahacominciatoaproiettaresullecosteitalianeibarconicarichidiprofughidall’Iraq,dallaSiriaesoprat-tuttodallaTurchia(Frisullo,200�,25)
Aldilàdelgiudiziosulruolodellamafiadistatonelflussomigratorio,ècomunqueindiscutibilechesiapropriolasecondametàdeglianni’90avederel’arrivodikurdiiquali,aseguitodella Convenzione del ‘97, dovevano obbligatoriamente esserepresiincaricodalleautoritàitalianebenchéquestenonfosseroassolutamentepreparateperquestaeventualità.
Così l’arrivodiqualche centinaiodidonneeuominivenneindicatocomeunaveraepropriaemergenzanazionale:laprimanavearrivò il2novembre1997aSantaMariadiLeucaconabordo550turco/kurdi;il19novembrearrivòun’altraimbarca-zioneinCalabriachetrasportava�74cittadinidellastessana-zionalità; poi il 27 dicembre raggiunsero Badolato in Calabriaaltri8�7richiedentiasilotrasportatidallacelebrenaveArarated ancora altri �86 kurdi vennero accolti nei primi giorni digennaiodel1998.Noneratantoilnumeroinséun“problema”,quantopiuttosto l’assoluta impreparazionedelle strutture ita-lianeamuoversinelnuovocontestolegislativoche–questalanovità–leobbligavaafarfronteanuoviobblighiinternazionaliassunti.Il1997èunpuntodisvoltaperlastoriadelladiasporapolitica kurda in Italia ma al contempo è un momento di di-scontinuitàperilsistemad’accoglienzaitalianointerminipiùgenerali.ConprecisioneRaffaellaPuggionianalizzagliaspettidanoidelineati:
interminigenerali,lafinedel1997eleprimesettimanedel1998segnaronouncambionellemodalitàitalianeditrattareiri-fugiati(…)l’assuntochel’Italiafossesolamenteunpaeseditran-sitononpotevapiùesseresostenutodopol’entratainvigoredellaConvenzionediDublino.Alcontrario,avevanuoveresponsabilità
Comunitàeambiguità:ilcasodeirifugiatikurdi
169
daassumere,cheimposeroall’Italiadirivedereisuoitradizionaliapprocciall’accoglienza”(Puggioni,2005,�21)
Nonostantequestinuoviobblighidilegge,leautoritàitalianenonriuscirono,ononvollero,modificareinprofonditàlarealtà,quasifinoal2000.Permoltianni,quindi,l’Italiacontinuòades-sereunpaesedi transito,comepuòesserecolto,con ladovutaponderazione,daidatidellacommissioneCentrale:nellavaluta-zionedellerichiested’asilonel2001enel2002sievincechelamaggioranzadei“dinieghi”siarivolto,perirreperibilità,acitta-dinikurdi;piùnellospecificonel2001sonostaterifiutate1�.2�0domande ingeneraledicui7428acittadinikurdi;nel2002su14875dinieghi,sempreperirreperibilità,ben8765coinvolgeva-nolostessogruppo.Molteanalisiconcordanochequesta“irre-peribilità”siadovutaalfattochemoltirichiedentipreferisconosolamentetransitareperl’ItaliaalfinedidirigersiversoilcentroedilnordEuropa.Questadinamica,tuttavia,sembraessersifor-tementemodificatanegliultimianni,intrecciandosiconlaricer-cadanoicompiutanelterritoriomilanese.
5.3.�Via�dall’esercito�turcoLaricercahacoinvoltodiecigiovaniuomini/ragazziturco/kur-
dituttiprovenientidalpaesediPazarcik,situatoneldistrettodiKaramanmaras,zonamaisottopostadalleautoritàturchealdo-miniodellalegislazionespecialeanti-terrorismo.Gliintervistatisonotuttiorichiedentiasiloorifugiatioconpermessoumanita-rioarrivatiinItaliadopoil2000.Questoaspettoèl’elementochevorremmosottolineareconpiùforzaneltentativodicomprende-resialeretedirelazionideigiovanirichiedenti,siailsenso,perloro,delchiedererifugiopolitico.
Seperlagenerazionepassataildefinirsicomerichiedentiasiloeraquasi“scontato” inquantoneiterritorikurdivieraunfor-tissimoscontrotraesercitoegruppilegatialmovimentopoliticokurdo,questadefinizioneoggipuòapparirepiùdifficilmentecom-
LibroProvinciaMilano
170
prensibile.Nonacaso,negliufficiamministrativicheadiversotitolosioccupanodirifugiopoliticotornamoltospessol’ecodeikurdicome“semplici”migrantieconomici.
Andandoconordine,possiamoaffermarecheperquestanuo-vagenerazionel’arrivoinItalianonèmaicasuale.Èfruttodiunapianificazionebasatasulsostegnodifamiliarinelpaesedidesti-nazione.L’aspettointeressanteècheinItalia,eaMilanoinpar-ticolare,nonarrivanocittadini“qualunque”diPazarcik,quantopiuttosto imembridiquellacheessistessidefiniscono la tribùdegli Atmali27. Dobbiamo considerare, infatti, che l’individuarequellakurdacomeunacomunitàcompattaedomogeneapuòes-sereunerrored’analisi.
Pazarcikèunacittàdipiùomeno25.000cittadini,popolazionechesalea72.000considerandoanchetuttigliagglomeratiagricolichelacircondano.Nellazonavièunamaggioranzachesidefini-scekurdaedunaminoranzachesidefinisceturca,lacuiconvi-venzaèdivenutapacificasolaapartiredaiprimiannidel2000.Tra la maggioranza vi è una componente che si definisce comeappartenentealgruppotribaledeiSinemilli,direligioneAlevita28.ÈtraquestichesipossonocontareilmaggiornumerodimilitantiedirigentidelPKK.Perlorostessaammissione,gliAtmalisisonosempre tenuti più in disparte nel confronto tra guerriglieri edesercitoappoggiandoipriminellamaggiorpartedeicasisolodalpuntodivistalogistico(rifornimenti,informazioniecc…).Mentrela granpartedegliAtmali fuoriPazarcik sonoanch’essi aleviti,quellidellacittàindicatasidefinisconosunniti.Dopounfatico-so tentativo di capire il perché di questa differenza, mi è stataindicatacomedatadiconversioneil1979.IlperiodoècollegatoalmassacrodiMaras,cittàapochichilometridaPazarcik,incuil’esercitoturcofomentòl’odiodeisunnititurchicontroglialevitikurdi. Questi scontri del dicembre del 1979 culminarono con ilmassacrodicentinaiadiappartenentiallatribùdeiSinemilli.
Inprimo luogo,Pazarciksisuddivide indue,daunaparte iturchidall’altraikurdi.NesegueunasecondadivisionetraSi-
Comunitàeambiguità:ilcasodeirifugiatikurdi
171
nemilli,direligionealevitaedabitantidispecifici“villaggi”egliAtmalisunnitichevivononellamaggiorpartedeicasiin“villag-gi”differentioinquartieriinterniallastessaPazarcik.MentreiprimihannodecisodiemigrareprevalentementeinGermaniaedAustria,isecondisisonodirettiprevalentementeversol’Inghil-terrael’Italia.AMilano,larealtàcurdacontapiùomeno2500individui.LazonacompresatraPiazzaPrealpiePiazzaleFiren-zeèunfortepuntod’incontro,costituendoprobabilmentelapiùgranderealtàkurdamilanese.
Comeaccennatodaigiovani intervistati, l’ItaliaeMilano inparticolarenonrisultanometecasuali,differendoinciòdai“pri-mi”migrantiperiquali ipuntid’arrivorisultavanosostanzial-menteintercambiabili.IlprimoarrivodiunAtmalirisaleal1984,in questo caso per pura casualità: si trattava di un lavoratoredel circo Togni fermatosi per qualche mese a Milano. Durantequestapermanenzaerariuscitoaportareabuonfineunricon-giungimentofamiliareedafarassumereipropriparentipressolastessastrutturacircense,consentendolorodilasciarelaTurchiaperMilano.Questiprimipassisonoconosciutidatuttie,intalunicasi,narratiquasi“miticamente”:
B.èriuscitoadarrivareaMilanoanchegrazieameperchéèverochel’haportatoilcircoTogni,peròanchelamiafamiglial’haaiutatovendendounanellopernoimoltoimportante.MiricordoancoraquandoM.siètoltol’anellodalditoel’hainfilatonelditodiB.comeregalo.Daquièiniziatoiltuttopoisonoarrivatiglialtridellamiafamiglia,perchésiamostatinoiiprimiadaiutarloequindiluipoihaaiutatonoiavenire(5/8/2006).
Sipuòdunqueparlarediunacatenamigratoriasubasefami-liare-tribalerafforzatasiconiltempochehapermessoaigiova-niintervistatidiinserirsientrounareted’accoglienzainforma-leche,perquantofragile,haimpeditolorodioccuparelefasce
LibroProvinciaMilano
172
piùmarginalidell’assistenza,corrispondentiadunaposizionediestremadipendenzadaglientiostruttureditipocaritatevole:
iosonoarrivatonell’agostodel2001esubitosonoandatoadormiredamiocugino,chegiàsapevoessereaMilano.Luimihaospitatoperunmesecircapoiabbiamolitigatoesonoandatodaunamico,cheavevoconosciutoquiaMilano,aLecceperpiùomenoduesettimane.Hochiamatoacasaedhodettoamiopadrechemiocuginomiavevabuttatofuoridicasacosìluihachiama-tosuofratelloilqualehapoichiamatoilfiglio,cioèilmiocuginodiMilano,chemihachiestoscusaemihafattotornareaMilanoemihaaiutatoatrovareunlavorocomemuratore(5/8/2006).
Dasottolinearechelaretedicuiparlavamononèsolamen-te localizzata a Milano, ma costituisce una vera e propria retetransnazionale (Basch et al, 1994), in quanto sembra muoversiconunacertafacilitàtraMilanoePazarcik,inparticolaresesiconsideracomeaspettocentraledellaretestessa,loscambiodiinformazionielacircolazionediconoscenza,oltrecheovviamen-tel’aiutomaterialepiùclassicamenteinteso.
Ulteriori elementi inoltre si inseriscono in questo circuito.Datalagiovaneetàdegliintervistati,nessunoèsposatoela“cir-colarità”d’informazionefasìcheirapporticonPazarcikabbia-noancheloscopodiprendereiprimicontatti,odiintensificarequelligiàesistenti,conlafamigliadellaragazzaversolaqualesiprovainteresse.
L’uscitadallaTurchia si pone come tentativoperpoter rag-giungereunostatuseconomicochepossapermetteredisposarsiconagio,elementoquestodotatodimaggiordifficoltàin“patria”aseguitodellafortediscriminazioneacuisonosottoposti
sonoarrivatoaMilanonel2004perchéquic’eramiofratelloeconl’aiutoeconomicodimiopapà.Miofratellomihaaiutatoperlacasa,vivevoconlui,maillavorol’hoottenutograzieadunmio
Comunitàeambiguità:ilcasodeirifugiatikurdi
17�
paesano:dacasauncuginomihadettocheunsuoamicoavevaapertounapizzeria,misonopresentatoehoiniziatoalavorare(28/10/2006).
Iragazzikurdidanoiintervistatisembranoavertrovatouna“protezione”abbastanzaefficaceperl’inserimentosociale,pures-sendocostrettiinperiodidell’annoavivereladisoccupazione,laprecarietàdellavoroincooperativaolaprecarietàdeidispositiviamministrativiriguardantilamateriadeirinnovidelpermessodisoggiornoperrichiedentiasilo.Sarebbeinfattiungraveerroreri-tenerechelastrutturad’accoglienzacomunitariacreatasiinque-stiannisiaimpermeabilenonsoloallefluttuazionidelmercatodellavoro,maancheaiprovvedimentichecolpisconoildirittoalrifugiopolitico.Nelcasospecificodeidieciintervistati,trehan-nopersonell’ultimoperiodolapossibilitàdilavorarepressounacooperativapoichélaQuesturadiMilanohadecisodiinserireunnuovodocumento,“l’ospitalità”29,trairequisitiindispensabiliperrinnovareilpermessoperrichiestad’asilo.Peròlaretedisuppor-tochestiamoanalizzandononècosìstrutturatadapotergaran-tireuncontrattod’affittoaivarisoggetticoinvolti,considerandol’enorme mercatonero che dominaquesto settore, esponendoliall’impossibilitàdirinnovareilpermessoequindiall’impossibili-tàdirinnovareilcontrattopressolacooperativaperlaqualesta-vanolavorando.Perpoterottenerel’“ospitalità”,èquasisemprenecessariopresentareilpassaporto,maunrichiedenteasilocheottenesseilpassaportodalleautoritàturcheperderebbe,neifatti,ildirittoadessere“ascoltato”dallacommissione.Possiamoinde-finitivaaffermarecheilsupportomaterialeediconoscenzarea-lizzatosisiabenfunzionanteperilprimoinserimentoecheabbiaunacertaesclusivitàcoinvolgendosolocittadinidiPazarcikdellatribùAtmali.Ètuttaviaancoraabbastanzafragile,nonpotendocompensareildoverosointerventopubblicoditutelasociale.
Èquindiconmoltaattenzionechesidevecomprenderecomelapotenzadeidispositiviburocraticipossamodificareinprofondità
LibroProvinciaMilano
174
laqualitàdellavitadeirichiedentiasilo,noninterminigeneralimanellaloroquotidianità.Oltrealledifficoltàdell’ospitalitàacuicisiamoappenariferiti,dobbiamoricordarel’impossibilitàdico-noscereitempirealinecessariperlepraticheacuiilrichiedentedevesottostare.Daquandopresentalaprimadomanda,eglientrainunlimbotemporaleindefinito,nonsapendoquandoverràva-lutatalasuarichiestanéquantedecinedivoltedovràpresentarsiinQuesturaperfarverbalizzarelesuedichiarazioni,perlefotodiriconoscimento,perilrinnovodel“cedolino”attestanteilposses-sodelpermessodisoggiorno.Intuttequesteoccasioninonsapràmai,inanticipo,sel’appuntamentocheèstatofissatoiltalgiornoallataloraverràrispettatoosesemplicementegliverràdettoditornarel’indomani.Tuttoquestocomportalanecessitàdichiede-re“permessi”allavorochenonsemprevengonoconcessi,com-portalarichiestadiferiechespessononsonoaccordateponendoilrichiedente inunamorsatra i tempi infinitied imprevedibilidellaburocraziaediltempodellavoro,indispensabilepervivere,cheinvecerichiedeunritmoedunapuntualitàferrea.
Ilsecondoaspettochevorremmoanalizzareriguarda“ilsenso”delchiedereasilopoliticoperquestigiovanicittadinidiPazarcik.Comesuggeritoinprecedenzaintornoalla“comunitàkurda”vièunalonedidiffidenzarispettoallaveridicitàdellelororichieste;chiscrive,inmoltissimeoccasioni,hapotutosentirepressoivariorganichesioccupanodirifugiaticomesi ritenga“strumenta-le”,nellamaggiorpartedeicasi,lerichiestedeisoggetticitati.Se“lavecchiagenerazione”,siafferma,avevadeifondatimotivi,inuoviarrivi,alcontrario,sono indicati,anchenellemotivazio-niaidinieghiemessidallacommissionegiudicante,comeunica-menteconnessiacauseeconomiche“quindi”nonpolitiche.Dalleintervisteeffettuatepossiamoaffermareche,probabilmente, lasituazioneèassaipiùcomplessa. Indubbiamentedopo l’arrestodel leader del PKK e l’indebolimento della guerriglia kurda, loscontroarmatoelarepressionenelKurdistannonèailivellidegli
Comunitàeambiguità:ilcasodeirifugiatikurdi
175
anni’80e’90.Tuttaviadobbiamoconsiderareglieffettidiqueglianni,epiùingeneraleilrapportoesistentetrapopolazionekurdaelostatonazionaleturco.Legiovanigenerazionesimuovonosudiunterrenodidissensopoliticoneiconfrontidell’esercitoturcoedel suo ruolo storico che si presenta con connotati differentirispettoallaclassicamilitanzapoliticaosindacale;tuttaviaèan-ch’essadaconsiderarsiunaformadiresistenzaediopposizione.
L’emigrazione a partire dagli anni 2000, infatti, coinvolge igiovanichesioppongonoallestrutturemilitarieall’architraveideologicamilitaristacheattraversalasocietàturca,basatapo-liticamentesudiunacostituzionescrittadaimilitarigolpistidel1980,medianteilrifiutodell’autoritàdell’esercitonazionaletur-co.Questaformadidissensoètutt’altroche“indolore”ed“inef-ficace”perunapparatodipoterechefondasulfattodicostituireilsecondoesercitodellaNATOunapartecentraledellaproprialegittimazioneagovernare.Ladata incui igiovani intervistatihannodecisodiusciredallaTurchiacoincide,pertutti,conilri-fiutoariconoscerel’autoritàeilpoteredell’esercitoturco,consi-derato“straniero”ed“ostile”:
perme l’esercitoè turcoe io sonokurdo, siamodiversi,poinonpossodimenticaretuttoquellochehannofatto(29/08/2006).
nonèunfattodifaticaodinonvogliaècheiononsonoturco,iosonokurdoel’esercitoturcocihasempreodiatiesempreciodierà.Iohoamiciturchimaquestoèun’altracosa,l’esercitoèun’altracosa(8/10/2006).
Provandoadanalizzareinprofonditàquesteaffermazioniconunaprospettivastorica,comprendiamocheilconflittoconlastrut-turamilitareturcaèilcuoredellaquestionekurda,apertasisindal18�0conlaprimarivoltadimassacontroiprimipresidimilitarecreati nel territorio kurdo dall’allora potere imperiale ottomanoneltentativodi“modernizzare”ilsuoapparatoamministrativo:
LibroProvinciaMilano
176
nel18�0gliottomaniiniziaronoadinstallarelebasimilitarinelKurdistan,provocandol’ostilitàcurdachesirafforzògradual-menteesimanifestònellerivolte,mirantiadottenerel’indipen-denza(Galletti,1990,69).
L’opposizioneall’esercitosiamplieràeradicalizzeràtantodacostringereleautoritàottomane,nellospecificoAbdulhamidII,acrearedelletruppeirregolarikurde,detteHamidiye,neltentati-vodi“incorporare”all’internodell’esercitoottomanolariottositàkurda. Il successo di tale iniziativa fu assai limitato tanto chel’opposizione all’esercito centrale si ripropose durante il primoconflittomondialequandoilregimedeiGiovaniturchialpoterefucostrettoadorganizzarenuovetruppeirregolari,SafarBallek,perprovareacoinvolgerelapopolazionekurdacherifiutaval’au-toritàdell’esercito.
In conclusione possiamo comprendere come l’opposizioneesplicitamentemanifestataneiconfrontidell’esercitonazionaleturco dai ragazzi intervistati possa essere letta come una for-mapalesedidissenso,considerandoinoltrechedal1995al2005questainiziativasiastataassuntada28.000giovanicittadinidiPazarcik.Unanuovaformadi“lottapolitica”,quindi,nonespres-saattraversoleformepiùconsolidatedell’attivitàmilitante,macheèunfenomenochepiùvoltesièprodottonellastoriadellaresistenzakurdaecheinoltrecipermettedicollocareentrounacornicepiùconsapevolmentepoliticailloroproporsicomerichie-dentiasilopolitico.
In sintesi, quanto dunque emerge dal caso kurdo, come dalcasodelCornod’Africanelcapitolochesegue,èlostrettoein-dissolubileintrecciarsidiaspettipoliticiedeconomicinellapro-duzioneeriproduzionediuncontinuoflussodimigrantiforzatidaquelleterre.
Comunitàeambiguità:ilcasodeirifugiatikurdi
177
Note�di�fine�capitolo
21Percomprendere la sistematicaoperadi sterminiocompiutadalladirigen-zakemalistacitiamodueespressionididueimportantissimileaderpoliticiturchi.IsmetInonudichiarònel19�0,nellacaricadiprimoministro,chesololanazioneturcahaildirittodirivendicareidirittietniciinquestopaese,nessunaltroele-mentonehadiritto.MehmetEsat,ministrodellagiustiziaaffermòpocodopo:“nonnascondoimieisentimenti.Ilturcoèilsolopadronediquestopaese.Colorochenonsonodipuraorigineturcahannounsolodirittoinquestopaese:ildirittodiessereservitore,ildirittodiessereschiavo”(in:Galletti,1990,104).
22LastudiosaAnnaMarconiatalpropositoscrive:“lacrescitadell’opposizionedi sinistra e l’esplosiva situazione creatasi nel Kurdistan sono le cause del terzogolpemilitaredel12settembre1980 […]ognidirittoè limitatoosospesoperdi-fenderel’unitàindivisibiledellostato,persalvarelasovranitànazionale,l’ordine,l’interessepubblico,latranquillità,lamorale,lasalutedellanazione.Siscatenalarepressionepiùviolentadellastoria turca,documentatadairapportidiAmnestyInternational”(in:Marconi,2001,79).
2� Su questa vicenda vogliamo riportare quanto scritto da Laura Schrader:“nell’87ilregimeirakenoscatenal’operazioneAnfal,dalcapitolo8delCoranosullaguerrasantacontrogliinfedeli,‘predediguerra’ecominciaadusarelearmichi-michecontroivillaggi.Il16marzo‘88gliabitantidellacittàdiHalabjavengonosterminatidall’aviazioneconipriteegasnervino,enell’agostosuccessivomassicciattacchiaereieterrenifannostragedeivillaggidelBadinan”(in:Schrader,1998,42).
24Latestimonianzadell’intellettualeNamoAzizpuòaiutarciacomprendereilcontestodiqueglianni“Nel1990l’esercitoturcoavviòun’ondatadideportazioniqualenonsiricordavadaitrasferimentiforzosideglianni ‘�0.SetteannidopoilsindacodiTunceliebbeariferireall’appositacommissioned’inchiestadelparla-mentoturcochenellaprovinciadiSirnaksolotrail1989eil1991erastataimpostal’evacuazionediottantaduevillaggi”(in:Aziz,2000,96).
25Ricorrenzatradizionalechecelebrailnuovoanno.26Schrader,1998,p.142.27Si trattadiungruppodidiscendenza, icuimembri,per l’appunto,si rico-
nosconocomediscendentidaunantenatocomunerealeofittizio.Ilgruppodidi-scendenzacostituisceunodeiprincipidibasedell’organizzazionesocialedimoltepopolazionidelMedioOriente(cfr.Fabietti,1982).
28Unacorrentereligiosainternaall’Islam.29L’ospitalitàèundocumento, solitamenterilasciatodallapolizia locale,che
certificacheunapersonaproprietariadicasaoaffittuariadiunappartamentopuòospitareun’altrapersona.
LibroProvinciaMilano
180
6.1.�Complessità�e�singolaritàdei�contesti�di�partenzaUnabrevestoriadivitapuòdareunaprimaedirettaideadel-
lacomplessitàdelledislocazionidipersonenelCornod’AfricaedellelorotraiettoriedifugaversoMilano.
LastoriadiEster(nomefittizio),unaragazzadicirca16anni,hainizioconlaguerradiconfinetraEritreaedEtiopia,combat-tutatrail1998edil2000.Traivarieffettichequestaguerrahaavutosulladislocazionedellepersonenellaregione,visonopurele repressioni compiute sia dal Governo etiopico che da quelloeritreosullepersonedinazionalitàoppostachesitrovavanosulproprioterritorio.
IlpadrediEstereradiorigineeritreamalafamigliasitrova-vainquelmomentoadHarar,inEtiopia,benlontanodalconfineconl’Eritrea.Conl’iniziodellaguerratuttavialafamiglia,comealtre,dovettesubirelarepressionedell’esercitoetiopeedilpadrevennearrestato.Ester si trovòquindi in fugaassiemeadaltrepersoneversoilvicinoconfinedelSomaliland.
Leautoritàdiquestopaesetuttavia-prodottodaldisfacimen-todellostatosomalo,essostessononriconosciutodallacomuni-tà internazionale-nonriconoscevanoufficialmente inquelmo-mentolapresenzasulproprioterritoriodipersonedinazionalitàetiopica;ilocaliufficidiACNURinoltreavevanosemprerifiutatolaconcessionedellostatusdirifugiatoaquestepersone�0.IllorocompitoinfattieraquellodifavorireilritornoinSomalilanddeisomalicheeranofuggiti inEtiopianeglianniprecedenti (1988-1991)durante ilconflittocivilesomalo,popolazioneospitata incampi rifugiati posti sul confine tra i due Stati e che in queglianni–sulfiniredeglianni1990–dovevanoesserechiusi.Aque-sticittadinietiopiinSomaliadunque,acuicontinuanoadunirsicoloro che fuggivano da cicli di carestia dei primi anni 2000 edallarepressionegovernativacontrogruppidiopposizione,nonrestavaaltrocheunavitaclandestinanellecittàdelnordsomaloolaricercadimaggiorfortunaversoloYemen.
Ilcornod’AfricaaMilano
181
IlconflittotraEritreaedEtiopiahaavutoecontinuaadavere,comesivedrà,unprofondoeffettosuimovimentidipopolazionedalCornod’Africa,compresiiflussidimigrantichesisonospintiversol’ItaliaeMilanoinparticolare.Nonètuttaviailsoloeventonegativo:dapiùdi trent’anni ilCornoè infattiun’areadicrisiricorrenti,diemergenzestrutturalieperciòdiproduzionecon-tinuadirifugiati.IlconflittocivileinSomaliahacausatolafugadimigliaiadipersonenelcorsodituttiglianniNovanta,econ-tinuatuttoraaprovocareesodi.L’instabilitàsudanesesiriversaneicampirifugiatipostineglistaticonfinanti (untempo,per ilconflittomeridionale,quelliinEtiopiaeKenya,ora,perilDarfur,icampiinChad)maancheinunnumeroenormedisfollatiinter-nichesiraccolgonoprevalentementesuKhartoum�1.
LefugheversoiPaesioccidentalieiPaesiarabiedelGolfo,oltrealcontestodi instabilitàecrollo istituzionale,sonoancheilrisultatodelcollassoedellacongestionedeisistemiregionaliinterni al Corno d’Africa a fronte dell’assorbimento di personedislocate.Icampirifugiatiolecittàsonoiprimiapprodi.Daquiperòsiorganizzanoulteriorispostamenti,inragioneanchedel-l’insostenibilitàdellecondizionidivitainquesteprimecinturediprotezione,ufficialioinformali.Ilcollassosomalohavistocomecentridi rifugio icampiprofughi inEtiopiaeKenyacosìcomelo sfruttamento di circuiti di emigrazione per lavoro all’estero(Yemen,statidelGolfo)odeilegamiderivantidalpassatocolo-niale(ItaliaeGranBretagna),perpoiallargarsialtrove:Europaingenerale(Paesiscandinavi,Olanda),Canada,StatiUnitieAu-stralia.
LedestabilizzazionidelSudansiraccolgononeicampiinEtio-pia, Sudan, Kenya, Chad, ma anche a Karthoum, da qui versol’estero,inparticolareattraversolaLibiaedaquiversol’Italia.Lasituazioneattualesegnalachel’instabilitàregionalenonèaf-fattofinita,maalcontrariopuòconoscereulteriorimomentidigravità:letensioniallafrontieratraEritreaedEtiopia,laspiraleautoritariachecoinvolgeentrambiiregimiechesottomettepar-
LibroProvinciaMilano
182
tedellapopolazioneinternaaferocirepressioni,lafragilitàdegliaccordidipaceinSudan,tantoinDarfurquantonelsud,inuoviscontriinSomalia,inparticolareaMogadiscio,comeconseguen-zaereazionedell’invasionedell’Etiopia.
Conriferimentoallepolitichediaccoglienza,ognunadiquestecrisieondatemigratoriehalapropriaparticolaritàedecceziona-lità, aspetti chegenerano tanto specifiche condizioni edirezionidellafugaquantospecificibisogni. QuestaaperturasuicontestidipartenzaperparlaredelcasodeirifugiatidalCornod’AfricaaMilanosigiustificadunqueinragionedidueaspettiriassuntivi:lacomplessitàelasingolaritàdiognisituazioneetraiettoriadifuga.
AllargarelosguardobenoltreMilanoassumealloraunadop-piavalenza.Daunapartesfidalerappresentazionisemplificatricisullemigrazioni forzatee leponenelcontestopiùappropriato.Considerandolestratificazionidicrisichesisonosuccedutenegliultimitrentaanni, ilCornod’Africaracchiudemoltedelleque-stioni relativeallaproblematicitàdellemigrazioni forzate con-temporanee:ilcollassodeisistemiregionalidicontenimento;lariformulazionedegliequilibrifraglistatinazionalinelpost-guer-rafreddaelaloroframmentazione;lacrescitasuscalaplaneta-riadellamobilitàdellepersone;laproiezione,fallitiiprogettidiemancipazioneesviluppolegatiallostato,ditalisperanzesusca-laglobale.Conriguardoallecondizionientrocuiprendonoformalemigrazioniforzatestesse,emergechiaramentelasovrapposi-zioneeinestricabilitàdifattoripolitici,disicurezzaedeconomicineldeterminareleragionidellafugaodelnon-ritorno;lastoricitàdeicanalidiemigrazioneelalorocommutabilità(daemigrazioneperlavoroafugaeviceversa);lacostruzionediun“business”dipredazioneetaglieggiamentosullemigrazioniforzate(peresem-pio lungo la via, consolidatasi in questi ultimi anni, Sudan-Li-bia-Italia,maanchesurotte,comeilcollegamentotraSomaliaeYemen,diventaterecentementeoggettodigrandeattenzionedapartedelleagenziediaiutoeprotezioneairifugiati).
Ilcornod’AfricaaMilano
18�
Dall’altraparte taleallargamentodiprospettivaèun’opera-zioneurgenteenecessariaperpotervalutareibisognielecon-dizionidell’accoglienza.LastoriadiEsterpuòessereallora in-trecciataadaltrestoriedirifugiatidalCornod’AfricacuisiègiàfattoriferimentonellepagineprecedentipercomporreunatramacapacediaccostarecontemporaneamentecontestiinternazionalidicrisiedilmodoincuiquestiinvestonorealtàlocaliqualiMi-lano. Tale trama ha naturalmente, nel caso del Corno d’Africa,ancheuna forteprofondità storica: le comunitàprovenientidaquestaregione infatti (somala,eritreaedetiopica)vantanounapresenzastoricasulterritorioitaliano,chehalesueradicinel-l’ereditàcoloniale.Inparticolare,Milanoèstoricamentesedediunacomunitàeritreamoltoestesa.
IlcasodiviaLeccopresentatonelcap.2hacoinvoltosostan-zialmente tregruppi, tuttiprovenientidaquest’area: sudanesi,somaliederitrei.Nelcap.4inveceèriportatoilcasodiSandra,latraiettoriadifugadileiedelsuofidanzatoedilorotentatividiinserimentoneltessutosocialeitaliano.Richiamoquestetraccemenzionateinprecedenzapersviluppareunnuovopunto,apar-tiredaidueaspettidellacomplessitàedellasingolarità.
Una prima questione che emerge osservando l’inserimentodeigruppiprovenientidalCornonellarealtàmilaneseriguardal’estremaproblematicitàdellanozionedicomunità,generalmen-tedefinitacomecomunitànazionaleecosìassuntanelletipologiediclassificazioneeassistenzadelleagenziediaccoglienza.Poichélafugahaavutooriginedasituazionidiconflittocivileeinsegui-toallarepressioneinternaallostato,emergechiaramentecomequestedivisionisiriflettanoneipercorsidell’esilioedell’integra-zione,costituendoulteriorifattoridiisolamentoemarginalizza-zione.Questoaspettoemergeinpartenellebrevinotededicateairifugiatisomaliecostituisceilpuntocentraledelcasodeirifugia-tieritrei,cheverràtrattatoconmaggioreampiezza.
Unasecondaquestionecheemergenellarelazioneconleagen-ziediassistenzaèilproblemadellecondizionidelriconoscimen-
LibroProvinciaMilano
184
to/disconoscimento, che riguarda, oltre al già citato nesso tramarginalizzazioneemobilità,laquestionedellespecificitàdiognisituazionedicrisieladimensionedellaindividualizzazioneede-politicizzazione dell’assistenza. Proporre degli studi di caso sucomunitànazionaliservedunqueamostrarepropriocomeque-stotipodiapproccioconducaadisconoscimenti. Ilcasoeritreoèemersocomeparadigmaticoinquestosenso,inparticolaresesiprendonoinconsiderazionelenuovedinamichedifugaeasiloprodottesiapartiredal2000circaaconclusionedellaguerratraEtiopiaedEritreadel1997-98.Talicambiamentiecomplessitàrendononecessarioilcollegamentocolcontestodiorigine.
6.2.�Un�passaggio�invisibile:brevi�accenni�sul�caso�dei�rifugiati�somaliTrairifugiatisomaligiuntiaMilanonelcorsodeglianniNo-
vantainfugadallaguerracivileiniziatanelgennaio1991,chihapotutosièoratrasferitoinaltripaesieuropei,preferibilmenteinl’InghilterraeaLondrainparticolare.Èquestounfenomenochesi puòoraosservare in tuttaEuropa (Olanda,GermaniaoFin-landiaperesempio),unavoltacheiSomaliottengonodocumentipermanenti,senonlacittadinanza.Questofattorepermetteloroinfattidisceglieredovemuoversiecostruirepartedellapropriavita, anziché seguire le circostanze eopportunitàdell’assisten-za.Perquantoriguardal’Italiatuttaviasitrattadiunprocessocominciato presto, alla fine degli anni Novanta e anche prima.Dasubito–nelsettembre1992–iSomaliinItaliahannopotutovantareuninquadramentogiuridicocerto:unpermessodisog-giornodidueannirinnovabile,validoperstudioelavoro.Ilper-messoeraaccompagnatodaunpermessodiviaggio.Taletutelagiuridica,regolatadaundecretoministeriale,riconoscevadaunlatoilegamistoricicheunivanoItaliaeSomalia(iniziaticonlacolonizzazione)edall’altro la situazioneparticolaredi crisidelPaese,caratterizzatadallascomparsadiognistrutturastataleedall’assenzadiunGovernoriconosciutodaisuoicittadini.Aque-
Ilcornod’AfricaaMilano
185
staprotezionegiuridicatemporaneatuttavianoncorrispondevaunpercorsoindirezionediunamaggiorestabilizzazioneedunaspecificaassistenza economica.Ciò facevadell’Italia, per i più,unpaesesoloditransito,versoPaesiconpolitichedell’asilopiùstrutturate.Nel 1999 inoltre, taleprotezione è stata tolta, cosìcomeilriconoscimentodeipassaportisomalirilasciatiorinno-vatidopoil1991,provocandocosìunulteriorefugaversoaltriPaesi(sebbenenelsettembre2000unnuovodecretodelGovernoripristinòdelleformediriconoscimentoetutela).
ColorochehannosceltodirimanerecorrispondonoperlopiùapersonecollegateaquantieranogiàpresentiinItaliaprimadellaguerraochevieranostatiinpassatoeavevanomantenutodellerelazioni.Perviadellegamecolonialeinfatti,lapresenzasomalainItaliapuòvantareunacertaconsistenzanumericaeunalungastoria,sebbeneciòriguardipiùcittàcomeRomaoFirenzepiutto-stocheMilano.Lacomunitàstoricaècompostadaquantigiunse-roinItaliaapartiredaglianni‘50e‘60,echeavevanocominciatolavorandocomedomesticheobadanti(soprattuttodonnequindi)ocheavevanocompiutoglistudiinItalia.Questonucleosièpoiampliatoattraversoiricongiungimentifamiliariegliarrivisuc-cessiviallaguerra�2.Ora,centricomeRomaeFirenzecontinuanoadesercitareunacertaattrazioneper inuoviarrivati.Partediquestiutilizzalerelazioniecontatticonlacomunitàesistentepercominciare un percorsodi stabilizzazione e integrazione, parteinvececomeriparotemporaneopercontinuareilproprioviaggio.AMilanoinvecelapresenzadeiSomalièpiuttostofrazionataedispersa,sebbene,comeaccennato,nelcorsodeldecennioprece-dentesiatransitatounaltonumerodipersone.
Questo“passaggio”èstatoperlopiùgestitodallereticomuni-tarie,sebbenemoltosegmentateinquantoriflettevanoilconflittocivile in corso inSomalia.Le strutturedi assistenzapubblichehannovistodunquepassareinquestoperiodopochisomali.
Ilfattoche,tralepossibilitraccechesipossonoorarilevarerelativeaquest’ultimoperiodo,sidistingualapresenzadiun’as-
LibroProvinciaMilano
186
sociazionecomela“Associazionedellemammeebimbisomali”èparticolarmentesignificativodeltipodidinamichemanifestatesiall’internodellacomunità.Trepuntipossonoesseresegnalatisucuipossonoconcentrarsisuccessiviapprofondimenti��:ibisognispecifici,interminidieducazioneesanitàanzitutto,dellegene-razionidirifugiatichenasconoinItaliaelaloropreoccupazionedimantenereunacontinuitàculturale;laframmentazionedellecomunitàprovenientidacontestidiconflittocivile(percuiiter-mini‘comunità’o‘diaspora’somaladiventanospessodeicostrut-ti vuoti e fuorvianti); l’asse femminile/maschile come uno deimaggiorielementiditrasformazioneetensionechel’esperienzadelladislocazionepone in essere.Questaassociazione, tuttoraattivasebbeneinmisuraminorerispettoalpassato(trovareunasedeèorailloroproblemaprincipale)hatraisuoiscopiquali-ficantil’assicurareaibambinifiglidiSomalichecresconoorainItalialaconoscenzadellapropriaculturad’origine,acominciaredallalingua,eun’assistenzareciprocatraledonnepresentisulterritorio,lamaggiorpartedellequalilavora.Nonhannoavu-tolungavita inveceleassociazionidinaturapiùstrettamentepoliticaopiùdirettamentecollegateall’attualitàsomala,sorteinnumeroconsistentenelcorsodeglianniNovanta.Questeas-sociazioni, ingenereabaseprevalentementemaschile,sisonoframmentatelungolestesselineedellaguerracivileincorsonelpaesediorigineehannoespressolemedesimedifficoltànelsu-perarequestespaccature.L’opposizionemaschile/femminilein-fine,comeilnomedell’associazionelasciasupporre,èstataunadimensionecrucialeneiprocessidi integrazione tra i rifugiatisomalidell’ultimagenerazione.L’esperienzadelladislocazioneha infatti agito in maniera differente su uomini e donne. Perquest’ultimeilmercatodellavoroèrisultatosoventepiùfacil-menteaccessibile,ledonnehannoingeneremostratomaggioripossibilitàecapacitàdi trovareun’occupazioneedi integrarsinelnuovoterritorio,producendocontraddizionirispettoalruo-losocialeprecedentementeoccupatoall’internodellacomunità
Ilcornod’AfricaaMilano
187
e stimolando il cambiamento di questo ruolo nella situazionemigratoria(cf.Farah,200�).
6.3.�La�doppia�distanza�e�il�fallimentodella�comunità:�il�caso�dei�rifugiati�eritreiIl2000-2001rappresentaladatadiiniziodiunnuovomassiccio
arrivoinItaliadirifugiatieritrei.Taledatanonècasuale,inquantoseguedirettamentelafinedellaguerratraEritreaedEtiopia(1998-2000):èinfattinelcontestodeldopoguerraeritreochevapropria-mentecollocatalanuovaondatadirifugiati.
Sitratta,inparticolare,diunagenerazionedigiovanichefuggecontroilregimemilitarechecaratterizzal’Eritreaattuale:fuggonoisoldaticheavevanocombattutonelcorsodelconflittocosìcomenuovi disertori e fuoriusciti dall’esercito. Tale dinamica si fondadunquesiasulcoinvolgimentonellaguerrasiapiùingeneralesulprocesso di militarizzazione crescente dell’intera società eritreaportatoavantidalgovernocentrale,cheprivaun’interagenerazio-nediunaprospettivaperilpropriofuturo.
Dopounalungalottacontrol’Etiopiaduratapraticamentetrentaanni,l’Eritreaharaggiuntolapropriaindipendenzanel1991.L’en-tusiasmo,lesperanzeedilsensodiunitàcheavevacaratterizzatoilmomentodell’indipendenzaneiprimianniNovantasièinseguitoprestotrasformatoinprofondadelusioneesmarrimentoperl’invo-luzioneanti-democraticadelnuovoGovernoeperilcoinvolgimen-tonellasanguinosaguerradiconfineconl’Etiopiatrail1998edil2000,chehacontatosulsololatoeritreomigliaiadimorti.
Il passaggio repentinoda speranzaadelusione,da ricostru-zioneaguerraemilitarizzazione,hannoprodottounaprofondafratturachehasegnatoleultimefughedall’Eritrea.Unafratturatragenerazionichepercorrel’internodellasocietàeritreanelladiasporaeinEritrea.
Nell’affrontareilcasodeirifugiatieritreiaMilanosimetteràinevidenzaunadoppiadistanza:unadistanzadelleistituzionied
LibroProvinciaMilano
188
unadistanzadallacomunitàdiconnazionalieritrei.Entrambigliaspettihannocontribuitoadeterminarelemodalitàdiassisten-zaeintegrazionediquestigruppisulterritoriomilanese.Laco-munitàmilanese,unacomunitàstoricaebeninseritaneltessutosociale italianoconmembriattivinellasocietàcivileeneimo-vimentipolitici,èemersaframmentataedivisa,eproduttricedimarginalizzazioni.Sulpianodell’assistenza,lestruttureprepostehannodovutoinvececonfrontarsiconunasituazionediestremacomplessitàchehafattoemergereprofondecontraddizioninellecondizionidelriconoscimentoedellapresaincaricodeibisogniedelleproblematichediquestigruppi.Ildisconoscimento,chepro-ducemarginalizzazione,sièmisuratosullagiàsegnalatatensionetramobilitàerigiditàmaancheinaltriaspetticheverrannoac-cennati,quali la lineaproblematicadell’individualizzazione/de-politicizzazionedell’assistenza.
Una premessa storica fornirà un quadro sommario della si-tuazioneinEritreachehadeterminatol’ultimaondatadifughedalpaese.TalepremessaènecessariaperpoterrendercontodellemodalitàentrocuiMilanoèinvestitadaprocessiglobaliedellemodalitàconcuilacittàreagisceaquesteforzeesterne.
La�diaspora�storica�eritreaIgruppieritreipossonovantareunapresenzastoricaaMilano,
comedelrestoinaltrecittàitaliane.Questoèdirettamentelegatoalpassatocolonialechehaunitopervarianni(dafineottocen-toallasecondaguerramondiale)lastoriaitalianaconquelladelpaeseafricano.LaprofonditàdiquestorapportoètalechesipuòoratrovareinItaliaunasecondagenerazioneadultadieritrei.
IprimiconsistentiarrivisonogeneralmentefattirisalireaglianniCinquanta-Sessanta. Si trattavaalloraprevalentementediunamigrazionefemminileperlavoro,caratterizzatadaimpieghiqualidomesticaocameriera.Questiarrivigiungevanoalsegui-todiitalianichetornavanodallaex-colonia(ilboomeconomicoitalianodiqueglianniattrassepartedicolorocheeranorimasti
Ilcornod’AfricaaMilano
189
inEritreaanchedopolafinedeldominioitaliano;conl’intensi-ficarsidelconflittotramovimentoeritreoedEtiopia,neglianniSettanta,lamaggiorpartedegliitalianiinfinelasciaronoilpaeseafricano),oppureattraversoagenziedioffertadilavoroperl’Ita-liapresentiall’Asmara,lacapitaleeritrea.Attraversoiricongiun-gimentifamiliarilacomunitàpoisiampliòulteriormente.
UnsecondomomentoimportantesiebbeapartiredaglianniSettanta,duranteiqualicominciaronoesodimassiccidall’Eritreaperviadelconflittoperl’indipendenzadall’Etiopia.Ipaesiarabirappresentaronoalloraunafortedirettricediemigrazioneperviadell’attrazionedell’economiapetrolifera.L’Italiarestavacomun-queuncentrod’attrazione,perunsensodivicinanzaculturaleeperunaseriedicontatticostruitineltempo;giàalloratuttaviaerasoprattuttounametaditransito,passaggioversoaltripaesieuropei cheoffrivanomigliori condizionidi accoglienza e asilo(Germania, Gran Bretagna, Svezia). Negli stessi anni cominciòl’esodoverso il Sudane la costituzione sulle areedi confinediquestopaesedicampirifugiati.Ancheinquestafasel’esodocom-prendevamoltigiovani,persfuggireallecoscrizioniforzatedel-l’esercitoetiopico.
Unaspettopeculiaredelladiasporaeritreainqueglianniri-guardalastrettaconnessioneprodottasitrairifugiatiall’esteroedimovimentidiopposizionearmatapresentiinEritrea,inpar-ticolareilFrontePopolarediLiberazioneEritreo(EPLFsecondol’acronimoinlinguainglese).Attraversoquestaarticolazioneladiasporasièfattamilitanteedèdiventatapartedell’organizza-zionedeimovimentid’opposizione.
L’EPLFhapienamenteinclusonellaproprialottaigruppieri-treimigratiall’estero,cercandodimobilitaresiacolorochevive-vanoneicampirifugiatidelSudansiacolorocheavevanopotu-tospostarsineipaesioccidentali.Nelprimocaso,unsistemadiservizieassistenza(fornireinformazionisufamiliari,scambiodimessaggi,sostegnoeconomico)assicuravalabasediquestolega-
LibroProvinciaMilano
190
me.L’organizzazionepergliesuliinEuropacomprendevainveceunaefficienteretediraccoltafondi,nonchéunapoliticaculturaleavastoraggiochemiravaatenerevivalacausadellalottaeri-trea,inquestomodocostruendoedandoformaalnazionalismoeritreo stesso.Unasortadi ideologiadella lottaedellamobili-tazionepermanentecostruitaattraverso ilcostanteriferimentoalnemicodacombattere,l’Etiopia,permettevailmantenimentodiquestaunitàedelsupportoesterno.Sulpianointernoinvecetaleideologiaerafunzionaleamanteneresopiteledifferenzeediconflitti internialmovimentostesso (lamaggioredifferenzia-zioneemerseapartiredal197�quandodalFrontediLiberazioneEritreosistaccòilFrontePopolarediLiberazione,Eplf).Fupro-prioquestaideologiadilottaelosforzounitariocheconsentivadimobilitarechepermiseroall’Eplfdiemergerevittoriosorispettoaglialtrifronti.
LaEritreanReliefOrganization(ERA)rappresentaval’agenziadicoordinamentochesioccupavadiorganizzarequestosupportoesterno.Ladiasporaeracoinvoltainunsistemadiautotassazio-neattraversoilqualegliesulicontribuivanoallalotta,conferen-dounaparteconsistentedeipropriguadagni.Talesistemaavevaun’organizzazioneformale:pericontributivenivarilasciataunaricevutaedesclusivamentepersoneufficialmenteincaricatepo-tevanoraccoglieretalifondi.
Attivitàcommercialivennerostabiliteall’estero:adesempioalcuniristorantieritrei.Ilristorante“Asmara”aMilano,insegui-tovenduto,era inizialmentediproprietàdell’Eplf. Inaggiunta,l’ERAsipreoccupavadiraccogliereecanalizzareaiutipressova-rieistituzionieorganizzazionioccidentali.Eral’interfacciaorga-nizzativaperesempiodellevarieOngstraniereche lavoravanonelleareeliberatedell’Eritrea.Comegiàanticipatomolteimpor-tanti attività culturali erano inoltre organizzate direttamentedall’ERA:ogniannodal1974al1991,sièsvoltoaBolognailcon-gressoeuropeo,momentopoliticoeculturaleallostessotempo.Milanoerainvecelasededelcongressoitaliano.
Ilcornod’AfricaaMilano
191
Attraversoquestaattivitàdipropagandalacomunitàdiesulicostruìstretterelazioniconvarisettoridellasocietàedellapoliti-caitaliana,simpatizzantineiconfrontidellalottadiliberazione.
L’Eritrea�post-IndipendenzaNel1991, l’Eritreaescevittoriosadalla lunga lottacondotta
controilregimeetiopico.Il25aprile199�,unreferendumpopo-laresanciscel’indipendenzaealtempostessol’egemoniapoliticadell’EPLFedelsuoleader,conlaconfermadelgovernoprovviso-rioelanominaapresidentediIsaiasAfeworki.
Seiprimiannidell’indipendenzafuronocaratterizzatidaunfortesensounitario,daeuforia,speranzaedisponibilitàaparte-cipareallaricostruzionedelpaese,l’evoluzionesuccessivasegui-ràunadirezioneoppostarispettoaquestoinizialeottimismo:ilgovernoprendesemprepiùunapiegaautoritaria,precipitandoilpaeseinunacrisipoliticachesfoceràpoinellaguerradiconfineconl’Etiopia.Laguerraineffettiè,inquestosenso,ilmomentochesanzionalacrisieproducelefugheall’estero.Questocambia-mentoebbeinoltreprofondieffettianchenellecomunitàdiesulipresentiall’estero.
Lacrisipoliticaesprimeinsostanzailfallimentodellatransi-zionediunmovimentodiopposizionemilitareingovernocivile.Lacrisihacomeepicentroilmaggioremovimentod’opposizione,uscitovittoriosodallalottadiliberazionecontrol’Etiopia.Inluo-godiunaprogressivadelegadelpotere,prevaleinessolatenta-zioneafardasoloedescludereglialtrisoggettipolitici.
Laquestionedelpassaggiodaunmovimentomilitareamo-vimentocivilerimaneirrisolta,cosìcomeilproblemadellasmo-bilitazionedeicombattenti.Allostessomodo,ilgovernorisultaincapace di superare un discorso ideologico interamente legatoallalottamilitarecontrounnemicoesternocomecontenitoredelcorpo sociale. Questo era infatti lo schema su cui si basava lamobilitazionepermanentedellasocietànelperiododellalottadiliberazione.Talelogicatuttaviaeraanchediventataerappresen-
LibroProvinciaMilano
192
taancoraunasortadiossessionecollettivadellaclassedirigenteedelsuoleader.
L’unanimismo del post-indipendenza tuttavia nascondevagiàdelleprofondefratture,inseguitoemerseaccantoadunpro-gressivodisimpegnodallapartecipazionepoliticadopounlungotempodimobilitazione.Aquestoproposito,R.Marchal(2001)haparlatoditresocietàeritree,emersenelmomentodellapacifica-zionepost-indipendenza.Inquestaclassificazione,larelazioneinprecedenzaintrattenutacolmovimentodiliberazionestrutturalanuovarelazioneconlostatoelapolitica.
Secondo questo schema, la prima società eritrea è data dacolorochecostituivano labasedisostegnodell’Eplf, soprattut-toall’estero,colorocheeranocresciutisottol’ombrellodellasuaazioneideologicaeavevanocontribuitoalsuosostegnomateria-le. Il loro atteggiamento nei confronti del regime eritreo è oraeterogeneoeconnotatodaunaforteambiguità.Lasecondaso-cietàsiriferisceinveceallepopolazionicivilichevisserolalottadall’internodelPaese,sottoilgovernoetiopico.Lalororelazioneconlostatoèstrumentale,nonimbevutadellaretoricaideologicadelfrontediliberazioneetipicadicolorochehannodovutosem-presopravvivereallostatoefuggiredaesso.Laterzaèdatadaigiovani chehannovissutoprima la speranzadell’indipendenzanazionale,presentatalorocomel’iniziodiunanuovastagioneperl’Eritrea,epoilachiusuraautoritaria.Siaspettavanodalgover-no,cometuttalapopolazioneeritrea,sviluppoeconomicoepacemahannoottenutosolamentel’inquadramentomilitare.Scolle-gatidall’Eplfedatuttoilclimadellalottadiliberazione,questigiovanisonodunqueportatoridiunaestraneitàrispettoalpre-cedentemeccanismodimobilitazioneeconsensodelregime,cheinqualchemodoancoracoinvolgelegenerazioniprecedenti.
Questecomealtredifferenziazionisonoemerseinrealtàim-mediatamente dopo l’indipendenza, mascherate però dal climaunitarioedallafortevisibilitàdell’Eplf,tantoall’internoquan-toall’estero.Sièregistratadasubitoinfattil’esclusionediparte
Ilcornod’AfricaaMilano
19�
delle forze cheavevanopartecipato, invariamisura, alla lottaperlaliberazione.Alcontrario,v’èstatalacostituzionesemprepiùstrettadell’associazionetragoverno,ilpresidenteAfeworkied ilbloccoall’internodell’Eplfa lui fedele.Questachiusuraècresciutainparalleloconlamarginalizzazioneerepressionedeldissenso,attraversoarrestiedetenzioniextra-giudiziali(Amne-styInternational,Rapportoannuale2005).
L’evoluzionemilitaristadelgovernoeritreoèoraampiamentedocumentata, particolarmente dopo l’accelerazione anti-demo-craticaseguitaallanuovaguerracontrol’Etiopia�4.
Lostatodiguerraconl’Etiopiaeilcontinuopaventareilne-micoincombenteelaminacciaaiconfinisonostatiaspettistru-mentalizzatidalpoterecentraleperbloccareognievoluzionede-mocratica,comeerainveceprevistosecondolaCostituzionedel1997. Inaccordoaquesta lineanel2001sonostatebloccate leprevisteelezioniparlamentarielanuovanominadelpresidentedellarepubblica.
Il2001,subitodopolafinedelconflitto,èl’annoincuilafac-cia autoritaria del Governo è chiaramente emersa, attraversol’arrestodi11membridelGovernostessoedexmembridell’Eplf,l’arrestodigiornalistielamessaalbandodellastampaindipen-dente,l’imprigionamentodicentinaiadistudentiuniversitariinprotestael’avviodiunacampagnadiarruolamentoforzatosottoformadiretatenotturne.
Arrestiedetenzioniextra-legali,retateperarrestarerenitentiedisertori,coscrizioneforzatasonodiventatepratichecomuni.Nellecarcerieneicampimilitari,oltreadurecondizionidide-tenzione,èdocumentatalapraticadellatortura(AmnestyInter-national,Rapportoannuale2005).LostessorapportodiAmnestysottolinea l’arresto extra-legale di rifugiati rimpatriati forzata-mentedaLibiaeMalta.Sebbenenonsiapossibiledeterminarequantepersonesubiscanooraquestoprogrammadirepressione,ilrapportodiAmnestysiesprimenell’ordinedialcunemigliaia.
Concluso il conflitto, la smobilitazione dell’esercito non av-
LibroProvinciaMilano
194
viene.Alcontrario,ilserviziomilitarevieneprolungatoatempoindeterminato.Vienesviluppatounprogrammagovernativocheassociailserviziomilitareallosvolgimentodilavoripubblici.Ilpercorsoeducativovienestrettamenteallacciatoalpercorsomi-litare:lascuolasecondariaècompletatapressoilcentromilitarediSawa,situatonelleterrebasseneipressidelconfinesudanese.Perlamaggiorpartediquestistudentilosboccofinaleèdiretta-menteilserviziomilitarenellostessocampodiSawa;pochitradiloropossonoproseguireglistudiuniversitari,all’internodiunpercorsoperòaltrettantomilitarizzato.
Taleservizioobbligatorioriguardaancheledonne.Inquestocasoalladurezzadell’addestramentomilitaresiassociaun’altraformadiviolenza:glistupridapartedeisuperiorisembranoes-sereinfattipraticacomune(v.rapportodiAmnestyevarireso-contigiornalisticichefannoriferimentoafontidirette).
Tuttociòhainstauratounclimainternodireticenzaeterro-re,dominatodall’esercitoedalpartitounico.Aciòcorrispondeun sempre maggiore isolamento internazionale, culminato nel-l’espulsionedalpaesedipersonaledelleagenzieumanitarieedel-leNazioniUnite,dipersonalediplomatico,ancheitaliano,diONG(nel2006lamaggiorparte–trannedue–delleOngitalianesonostateespulse).
Come ulteriore conseguenza, la guerra ha portato una nuo-vadifficoltànegliapprovvigionamentialimentariel’incuriadelsettore agricolo, producendo così carestia. Come testimoniatodavarirapportiUnicef,larghepartidellapopolazionevivonoincondizionidiassolutapovertà.
Giàprimadellaguerrainoltrelapoliticadirigistaepredatoriadelregimeavevasoffocatolerisorseprivatemesseinmotodopol’indipendenzanazionale,compresigliinvestimentidelladiaspo-ra,dall’esteroodapartedichiera tornato inpatriaper intra-prenderedellenuoveattività.
Ifavoritismidistatoegliostacoliburocraticihannoblocca-to queste opportunità. Il fare predatorio del governo ha infine
Ilcornod’AfricaaMilano
195
allontanato,comevisto,anchepartedellacooperazioneinterna-zionale.
L’aspettoeconomicosisovrapponeaquellopoliticoneldeter-minarelecondizioniperlafugaall’estero.Sitrattaanchediunasortadistrategiadisopravvivenzaomeccanismodidifferenzia-zioneperlefamiglie.Moltediesseinfattihannogiàavutofiglimortiinguerra,osoldatiinserviziodileva,percuilafugavienepianificataperaltrifigliprimachequestivenganochiamatinel-l’esercito.
LestoriecheraccontanoigiovanieritreiincontratinelcorsodellaricercaaMilanofannoperlamaggiorpartedirettoriferi-mentoaquestarealtà.
Lelorotestimonianzeinoltresonoconcordinell’indicareme-desimemodalitàdi fugadalPaeseediarrivoaMilano.QuestaèavvenutaattraversoilpassaggiodalSudanallaLibiaedaquiattraversol’avventuradellatraversataamareversolecostesici-liane(un’altraviadifugautilizzataèquellaversol’Etiopia,dovegeneralmente gli esuli sono accolti in campi rifugiati posti sulconfine).Talepercorsometteadirettorepentagliolavitadiquan-ti lo affrontano ed è caratterizzato da taglieggiamenti continuidapartedellevarieautorità locali incontrate inSudaneLibia,nonchédalrischiodipoterrimanerebloccatiadognitransitoemomentodellafuga.
SullabasedipercorsidimigrazioneperlavorostagionalecheavevanoilpropriocentroinLibia(echecoinvolgonotantoilSu-dan quanto Paesi dell’Africa occidentale), a partire più o menodallafinedeglianniNovanta,questo“accumulo”dimanodoperadivariaprovenienzaeportatricedidifferentimotivazioniinLi-bia,sièauncertopuntoribaltataeindirizzataversolecosteeu-ropee,italianeinparticolare.ComesegnalaIcsnelrapporto2005,“iflussimigratoriversoilsudItaliasisonofortementemodificatinelcorsodegliultimitreanni.Finoal2001glisbarchidimigrantisiconcentravanoinPugliaeCalabria,conarriviprevalentemente
LibroProvinciaMilano
196
dall’areabalcanica[…].InseguitolaSiciliahainiziatogradual-menteadiventarelaprincipaleregionediapprodosullecosteita-liane, soprattuttoper imigrantidell’Africasub-saharianaedelMaghreb”(p.50).
Unavoltaconsolidatasi,questaviaversol’Europahapoicon-tinuatoadattrarrepersoneprovenientidaicentrididestabilizza-zioneregionale,ultimiilDarfurel’Eritreaappunto.
Iprimianni,attornoal2000,sonostati,secondoletestimo-nianze,unperiododigrandiaffaripercolorocheinLibiasisonoprontamentegettatinelbusinessdellatraversataviamareodeltaglieggiamento dei profughi e migranti, con prezzi molto altiche,pare,sianoorascesiunpocoperviadelladomandapersi-stente�5. Dal sud Italia si innesca poi una mobilità verso nord,secondoquantoaccennatoinprecedenzaecheverràoraripresoneiparagrafiseguenti.
6.4.�Il�rifugio�a�Milano:una�geografia�in�movimentoAttraversolatensionetrarigiditàemobilità–cuicorrispon-
deinparteilbinomiolegalità/clandestinità–èpossibileleggerealcunidegliaspettiprincipalidellavitaquotidianaaMilanodeirifugiatieritreidinuovagenerazione.Daquestoaspetto,giàse-gnalatoinprecedenza,emergonoinoltrealtrequestioni.
Anzitutto,èattraversolepratichedimobilitàchecolleganoilsudItaliacolnordchequestigruppidieritreisonogiuntiaMila-no.Inquestocasohaoperatounadoppiaattrazione:ilrichiamodiMilanocomecittàriccaeallostessotempoilrichiamodellapresenzasulpostodiunafortecomunitàdiconnazionali (oltrechelasaturazionedeisistemidiaccoglienzanelSud).Questosi-gnificavalapossibilitàperalcuniditrovareunaprimaospitalitàpressoparentioconoscenti,deiprimicontatti,deiprimiconsigli.Sonoquindidei legamiprecedentio ledinamichediespulsionedalle zone di arrivo nel meridione che portano questi rifugiativersoMilano.
Ilcornod’AfricaaMilano
197
Lacentralitàdiquestepratichedimobilità,chesitrattidelviaggiopergiungereinItaliaodellamobilitàinternaall’Italia,emergechiaramentesesiconsideranoipercorsi, lepraticheeibisognipercepitidairifugiatistessi.Inseguito,afrontedel-ledifficoltàdiintegrazione,soprattuttosulpianolavorativo,lamobilitàcontinuaarimanereunanecessitàeunaseppurlimita-tarisorsa.AssiemealleinformazioniraccoltegiàallapartenzainEritrea,piùomenoesatteepiùomenocorrispondentiallerealtàdiarrivo,èspessoduranteilviaggiochesiaccumulanoleinformazionipiùpreziose.Sitrattadicontatti,conoscenzeeinformazionichepotremmochiamare‘circostanziali’echegui-danoinuncertosensol’interopercorsodifugaeinserimentonellasocietàdiarrivo.Ilviaggio,leesperienzecomuniadessolegateedisodalizichesicreano,costruisconoipercorsisucces-sivieproduconounasortadigeografiasocializzatachecostitui-scelanuovarealtàsocialeconosciutaedesperitadaiprofughimigranti.Levarietappedelviaggiocostruisconoinsostanzaleconoscenzeelerelazionisucomecontinuareamuoversiocomeraggiungereunpuntod’approdo:averedegliindirizzienume-ridi telefonodipersone sucuipotenzialmenteappoggiarsi alproprioarrivo;leinformazionisucomespostarsi,qualimezziprendere,doveandareper trovareunasistemazione, lavorooassistenza; presso quali centri – istituzioni e associazioni – èpossibilerivolgersi.
Leconoscenzechecostruisconoquestipercorsinasconodapassaparolaprivati,occasionali,cheraccolgonopocheinforma-zioniavoltedistorteavolteimpressionistiche,senoninesatte.Inpartequesteinformazionivengonoscambiate,attraversounasortadisolidarietàbasatasulmutuoriconoscimentoditrovarsinellamedesimasituazione,altreinvecevengonotenuteperséoscambiatesoloall’internodelpropriogruppo,peresempioquel-lerelativealleopportunitàdiaccessoallavoro.
Lageografiacosìcostruitaèlospecchiodiuninsiemediper-corsiindividuali:Sicilia,PugliaoCalabria;Lampedusa,Crotone,
LibroProvinciaMilano
198
Bari(cosìBarièavoltediventata,nelleconversazioniconalcuniragazzisudanesi,bahr,cioèmareinarabo); la lineaferroviariaBari-Milano,lestazionisullalinea.AMilanoiluoghidoveèpos-sibiledormire,lemense,ledocce,iguardaroba,icentridiassi-stenza:losportelloCaritasneipressidellastazione,ilNaga-Har,l’UfficioStranieridelComune.
Lepreoccupazionie ibisogninasconoattornoaquestepra-tichedimobilità:viaggiareintrenoconosenzabiglietto,comespostarsiaMilano,mantenereicontattiinquestipercorsididi-spersione,comunicareconifamiliari,avereaccessoallenotizieeaggiornarlesucomeedovespostarsi;lastazionecomeluogodiincontro,glispazivicinoallestazionistesse,gliinternet-cafféeimoney-transferdiPortaVenezia(mobilitàecomunicazionepiùcircolazionedirisorse),riuscireadavereuntelefonino,conoscerepersone conunamacchinaounmotorino. Si apredunqueunadirezionediricercachesi indirizzerebbeversoun’etnografiadiquestiluoghiepercorsidimobilità,cominciandodagliinternet-cafféedallaloro“sovra-funzionalizzazione”inquantoservizidicomunicazioneetrasferimentoeinviodenaromaanchecentridisocializzazioneecentridireclutamentodilavoro.
L’incontroaMilanoconleistituzionieconleassociazionicheoffronoassistenzasimisurasuquestepratichedimobilitàeden-trainoltreincontraddizioneconesse.Questoincontrosisviluppainprimoluogoattornoadueaspetti:laquestionedeidocumentidisoggiornoeilproblemadell’abitazione.
Lastrutturadelleopportunitàoffertedalmercatodellavoroincittàenelleareecircostanti(centrididomandasonoperesem-piolazonabergamasca,ilbresciano,maancheleareedelVeneto)elarelazioneconlacomunitàdeiconnazionalisonoglialtridueprincipali elementi attraverso cui si costruisce il contesto dell’accoglienza.
Ilcornod’AfricaaMilano
199
6.5.�La�relazione�con�la�comunità�storica�eritrea�a�MilanoNellaparabola involutivadelpost-indipendenza,all’irrigidi-
mento interno da parte del regime eritreo ha fatto seguito an-cheunirrigidimentotraigruppichevivevanoall’estero.Sedaunapartel’euforiapost-indipendenzahadatovitaadunaseriediprogettidiritornoediinvestimentoinEritrea,dall’altrapartelaconclusionedellalottahaportatoancheunatendenzaversoildisimpegnoegliinteressiprivati–aMilanoperesempiogliin-contridell’Erasonostatifrequentatisempremeno.Inrispostaaquestatendenzaepercontinuareadassicurareunflussodidena-rodall’estero,ilGovernocercòdiinserireleretidisostegnodelladiasporaall’internodellamacchinadellostato,inparticolareincoincidenza con l’inizio della nuova guerra: da organizzazionedelfrontediliberazioneaorganizzazionedistato.
Ilcontributoallalottavennetrasformatoinunasortaditassa,praticaperaltroinizialmenteapprovatadaglistessieritreidelladiaspora.Taletassaèparial2%delpropriosalarioedèriscossadalConsolato,ilqualepoirilasciaunaricevuta,conosciutaora-maicomeil“fogliodel2%”.Ilrilasciodelpassaporto,cosìcomelapossibilitàdiacquistareunacasaounlottoditerrenoinma-drepatria,praticadiffusaagliinizideglianniNovantanelclimadelritornopost-liberazione,sonosubordinatialpossessoditaledocumento.InquestomodoilGovernoeritreomantieneunfortecontrollo sulladiasporae siassicuraunacospicua fontedi en-trate.Incorrispondenzadellanuovaguerraconl’Etiopiainoltre,oltreatalecontributoobbligatorio,furichiestouncontributovo-lontario,proseguitoanchenell’immediatodopoguerra,a favoredelle famiglieconvittimenelconflitto.Altrettantosignificativoperlanostraanalisi,laretedelladiasporaèstatausatainquestiultimiannicomemezzodipropagandacontro i “traditoridellanazione”,colorochesonofuggitiohannodisertatonelmomentoincuilasicurezzadelloStatoeraminacciata.
LibroProvinciaMilano
200
La�comunità�milaneseNelleparoledegliesponentidellacomunitàstoricadiMilano,
nelperiododellalottadiliberazionecontrol’Etiopialacomunitàeritreaèsemprestatafortementesolidale,ospitandonellepro-priecasecolorochearrivavano.Nessuno,comemièstatodetto,venivalasciatoperstrada.Taleatteggiamentoètuttaviacomple-tamentecambiatoneiconfrontideinuoviarriviesièmutatoinfreddezzaedistacco.Disagio,timore,spregio,disinteresse,que-sti sono stati gli atteggiamenti che sono stati descritti verso ilproblemadellanuovagenerazionedirifugiatiaMilano.Èverochealcunideineo-arrivatiavevanoquiparenti,fratelli,cuginionipoti,equestivenneroeffettivamenteospitati.Tuttaviaciòav-vennecomefattoprivato,divicinanzafamiliareenoncomeattodiaiutoediriconoscimentodiunacomunità.
Imotividiquestoatteggiamentorisultanoabbastanzachiariin considerazione delle precedenti note. Questi motivi in partesonodaricondursialla tendenzaverso ildisimpegnooallade-lusioneseguitaallafinedellalottaperl’indipendenzaprimaealfallimentodelprogettopoliticodell’indipendenzastessainsegui-to.Inoltre,ciòèmotivatodalladistanzaedallafratturagenera-zionalechedivideivecchiarrividainuovi,questiultimicresciutinelclimadelladisillusioneedellasvoltaautoritariadelpresenteregime.Infine,taleatteggiamentosidevealcontrolloealcondi-zionamento esercitato ancora dal regime eritreo sulla diasporastessa.Taleatteggiamentononènecessariamentedescrittocomeespressionedimalanimo,sebbenecisianocolorocheeffettiva-mentecredonoallapropagandadelregime,diffusaattraversoleretidelladiaspora,controlenuovefughedalpaeseechedipingeigiovanicomedisertorie fuggiaschi.Generalmente ladistanzanascondepiùconformismootimore,tuttaviaciòèchiaramenteil riflesso,oltrechedelladisillusionepersonale,dellapressionesvoltadalregimeeritreo.Talepressione,comevisto,èesercita-ta attraverso la propaganda o attraverso il diretto condiziona-mentosulrilasciodelpassaportoosulpagamentodelcontributo
Ilcornod’AfricaaMilano
201
del2%.Questapressionesulladiasporaall’esterofailpariinoltreconunapoliticadicontrastocondottaall’internoechehaspessocomeobbiettivolefamigliedicolorochesonofuggiti,attraversoarresti,inalcunicasi,edetenzioniarbitrarie(AmnestyInterna-tional,Rapportoannuale2005).
Allalucediquesteragioni,unegualeatteggiamentodisfiduciaesospettoèrisultatoprevalenteancheneinuoviarrivatirispet-toallacomunitàdiconnazionali,percepitacomesostenitricedelregimeocomunquedistante.Il loroisolamentoèstatol’effettocomplessivodiquestedinamiche,combinatoconlaspecificare-lazionesviluppatasiconilsistemadiassistenza.
La�relazione�con�il�sistema�di�assistenzaLa relazione con il sistema di assistenza si è concentrata in
particolaresull’aspettodelladocumentazionelegaleedell’abita-zione.Questeinterazioniequellerelativealmomentodell’arrivonelsudItaliahannocontribuitoaformareneinuoviarrivati lalororappresentazionedelloStatoitalianoedellesuepolitichediassistenza.
Ilpuntocentraleriguardailfattocheperl’accessoaiservizidiassistenzadelComunediMilano(anzituttolapossibilitàdiessereospitatinellecasediaccoglienza) sonorichiestidocumenti rila-sciatidallaQuesturadiMilano–quiineffettirisiedelaforzaturaoperatadairifugiatidiviaLecco(v.cap.2).RestanoesclusiquinditutticoloroentratiinItaliaattraversolecostemeridionaliechehannoquindipresentatodomandad’asilonelleQuesturedelsudesostenutoilcolloquioperilriconoscimentodellostatusdirifugiatopressolerelativeCommissioniterritoriali.Questoapreunaseriediproblematiche,anzituttoriguardoalcambiodellaquesturadicompetenza(la“voltura”)edalrilasciodiuntitolodiviaggiochenormalmentesiaccompagnaalpermessopermotiviumanitari.
Riguardoallaquesturadicompetenza,ilpermessodisoggior-nopermotiviumanitaririchiededinormailrinnovoognitremesiequestoimplicailritornopressolaquesturacheharilasciatoil
LibroProvinciaMilano
202
permessostesso,conleconseguentidifficoltàdipagarsiilviaggioetrovarealloggio.Simantieneinquestomodounadipendenzadaunaistituzionelontana.
Ilproblemadellavolturadelpermessodisoggiorno,praticache impegna in misura considerevole le organizzazioni di assi-stenzaaMilano(ilNaga-Har,losportelloCaritas)risiedenell’ob-bligodifornireundomicilioincittà.Ciòèdifficilmenteottenibile,in quanto la casa come detto è uno dei problemi maggiori perquestirifugiati.Conoscentioconnazionalihannoinqualchecasoofferto questo domicilio, tuttavia rimane il timore che questocomportideiparticolaricontrollidapartedegliufficicomunali.
Dapartedellestrutturediassistenza,laquestionedellavoltu-ravieneavolterisoltaattraversounasortadipraticadiaggira-mento,fornendoospitalitàinstruttureconregolamentipiùela-sticirispettoaquellecomunaliegestitidirettamentedaquesteorganizzazionidiassistenza.Unavoltaottenutoiltrasferimentodelpermesso,èpossibilerichiederel’ospitalitàneicentridiacco-glienzacomunali.Laquestionedeidocumentidisoggiornoècosìstrettamenteintrecciataallaquestioneabitativa.
Unulterioreproblemamenzionatodi sovente riguarda il ti-tolodiviaggiocollegatoallatutelaumanitaria,alparidiquellorilasciato al titolare dello status di rifugiato (cf. Rapporto ICS,29).LaQuesturadiMilano,contrariamenteaquelledelsud,nonhamairilasciatoquestodocumento.Lepersoneconpermessodisoggiornoperragioniumanitarie,cosìcomeirifugiati,nonhannoingenereunpassaportovalidooalcundocumentoriconosciutoequestotitolodiviaggiosarebbel’unicodocumentocherende-rebbe possibile l’uscita dall’Italia. A conferma di una rilevantediscrezionalitàdicomportamentodapartediogniQuesturaneiconfrontidei richiedenti asiloo titolaridiprotezione (lo stessoRapportoICSfornisceunalungaseriediesempidiciò),laQue-sturadiMilanohasemprerichiesto,aspettopiuttostoparadossa-le,cheladomandapertaletitolofosseaccompagnatadaun’au-
Ilcornod’AfricaaMilano
20�
torizzazione rilasciata dal Consolato eritreo. Alcuni rifugiati sirifiutavanodiandare,altri lohannofatto,sebbeneilConsolatorichiedesselafirmadiunadichiarazioneincuisiammettelapro-pria colpevolezza e responsabilità nell’aver disertato l’esercito,stabilendocosìuncontrollodirettoeun’imprecisataipotecaperilfuturosullapersonaincausa.
Latensionetramobilitàerigiditàdellestruttured’accoglienza–rigiditàsiadelleprocedureburocratiche,tantoinflessibiliquan-todiscrezionali,siadellarichiestaepretesadirelazionarsiconsoggetti“immobili|”elocalizzabilinellospazio–nonsipresentasolocomesortadi“barrieraall’ingresso”,macontinuaadoperareancheall’internodellestrutturestesse,conriguardoallamobilitàincittàeperlavoro.
L’aspetto paradossale di questa linea di tensione è data dalfatto che la rigidità delle strutture comunali si fonda su di undiscorsorelativoaltemadell’integrazionedeirifugiatinellaso-cietàd’accoglienzaattraversoilcompletamentodiun“percorsodell’autonomia”.Taleautonomiaèidentificataconl’acquisizionediunaseriedicompetenze,linguisticheeprofessionalianzitut-to, atte a permettere l’inserimento sul mercato del lavoro e diconseguenza lacapacitàdimantenereunproprioalloggio.Talequestioneètrattatainpiùpuntidiquestolibro;inquestasezionesegnaleròsolamentealcuniesempiconcretirelativiallecontrad-dizionisollevatedaquestaprospettivaechesonostatiinalcunicasioggettodiasprenegoziazionitrarifugiatiestrutturediac-coglienza.
Unpunto chiavedi queste contraddizioni èdatodal fattoretempo. Da una parte un tempo determinato e organizzato dal-lastrutturadiaccoglienza,dall’altrauntempodeterminatodaibisogni avvertiti daimigranti stessi.Tali bisogni riguardano inprimoluogolanecessitàdiavereilprimapossibileunlavoroedun reddito,purminimo,e lanecessità, connessaallaprima,di
LibroProvinciaMilano
204
spostarsinellacittàefuoridallacittàecostruireunavitasocia-lizzata al di fuori del centro di accoglienza. Sebbene i percorsiofferti,puntandoall’autonomiaedall’integrazione,sembrinoan-darenellastessadirezione,taliprogrammirischianoalcontrariodi rimanere strettamente legati alla struttura di assistenza. Lestruttured’accoglienzahannoinfattiproprieregoleecostrizioni:glioraridientrataeuscita (unorariodichiusuraserale incuibisognatrovarsiall’internomaancheunorariodimattinaincuibisognaobbligatoriamenteuscire);ilpermessoperricevereospi-ti;ildivietodifareriunioniall’internodellastrutturaconlapar-tecipazionedisoggettiesterniadessa;l’impossibilità,perlomenonellestrutturemaschili,dicucinaredaséciboall’internodellastruttura.NelcasodelgruppodieritreidiviaLeccoperesempio,proprioquesteregole(inparticolaregliorari)sonostatealcen-trodiunafortenegoziazionenelmomentodellorotrasferimentodallastrutturaprovvisoriadiviaPuccialcentrodivialeF.Testi.
Altrielementisonoaltrettantorilevanti:pochesonolestrut-turechepossonoospitaregruppifamiliariuniti;l’assistenzanonfornisce ilcosiddettopocket-money: iprimiseimesidiperma-nenzasonogratuiti,tuttaviaciòriguardasolamentel’alloggioeinparte ilvitto;nonvengono forniti adesempiobigliettiper itrasportipubbliciincittà(l’unicaeccezioneaquestopropositoèstatoilcentrodiviaFulvioTesti).Inquestomodoilprocessodisocializzazioneèstrettamenteconnessoallastruttura,nellacuirappresentazionegliospiti,rispettoalmondoesternoeallerela-zioniextra-istituzionali,sembranoessereindividuide-socializza-tieperciòdari-socializzare.Lapraticaquotidianachenerisultaèunastrettadipendenzadalcentrodiaccoglienza.L’autonomiaècosìun’autonomiaeterodiretta, chedecidequali regole,qualispazi,qualitempi.Neldiscorsosull’autonomia,cosìcomesortonelcorsodellemieconversazioniconalcunioperatori,taliregoledevonosvolgereunruolocentralenelprodurreintegrazioneeso-cializzazione,costruitaattraversounaformadiauto-disciplina.
Ilcornod’AfricaaMilano
205
Il discorso dell’autonomia è così strettamente associato adunaforteretoricasulleregoleeladisciplinamutuatodall’ambitodell’assistenzasocialeperindividuimarginaliedevianti(personecondisturbimentaliotossicodipendentiperesempio,ecomunitàcheospitanoquestepersone):unpercorsodell’autonomiaedelcontenimento.
Unsecondonodonellatensionetrarigidità/mobilitàriguardaillavoro,legatoallastrutturadelleopportunitàpresentisulmer-cato.Comeconl’abitare,ipercorsidilavorosvelanoun’immaginediMilanopocoufficiale,poichéilavoripiùfrequentementesvoltisonolavorimarginalie irregolari:pressocooperativedifacchi-naggioopulizie,guardianinotturni,manovalinell’edilizia,lava-piatti,volantinaggionelcasodilavoromaschile;badanti,pulizie,lavapiattinelcasodilavorofemminile.
In questo caso la tensione tre rigidità/mobilità fornisce peresempioalcunedellemotivazionidelfallimentodeicorsidiitalia-nofornitidallestrutturediaccoglienza:organizzatisuduefasi,unainizialediapprendimentodibaseedunasecondaorientataall’acquisizione di conoscenze pratiche relative all’ambiente dilavoro,talicorsihannoavutoingenereunabuonafrequenzaini-zialeeuntotaleabbandononellasecondafase.Dopounaprimaconoscenzadibasedellalingua,ifrequentantipreferivanoinfattisperimentaredirettamenteesvilupparetaliconoscenzeattraver-sounlavoroconcreto.Lavoritemporanei,dequalificati,sottopa-gati,insicuri,mapursemprefontediunminimoreddito.
Insecondoluogo,l’assenzaperlavorodalcentrodiassistenza,acausadegliorarigiornalierioperlavorofuoriMilano,tantonelnordItaliaquantodinuovonelsud(d’estatemoltepersonetorna-nonelsudattrattidalmercatodellavoroagricolo)èsubordinataaunpermessorilasciatodalcentrostessoincasodibreviperiodid’assenzaodagliufficicomunaliperperiodipiùlunghi.
Lapossibilitàdiconservareilpostoèinoltrelegataalnumerodipersoneinlistad’attesa.Inragionediciò,lamobilitàperlavo-
LibroProvinciaMilano
206
ro,soprattuttoseprolungata,puòcomportareedeffettivamentecausalaperditadell’alloggio.Inoltre,poichéitipidilavorodispo-nibili sonoperlopiù temporanei, rientrarenei centridialloggiodopoesserneuscitièmoltopiùcomplesso,percuilaprecarietàabitativasiripresentaadogniinterruzionedilavoro.Percontro,seiprimiseimesidipermanenzaneicentrisonogratuiti,suc-cessivamenteèrichiestoilpagamentodiunpiccoloammontare.Ciòmetteindifficoltàchiinquelmomentononhaancoratrovatolavoroolohaperso.Ilpuntoquinonètantolaregolamailter-minefissodi6mesi.
Tuttequesterigiditàstrutturalisonodavedersicomedeipos-sibilimomentididispersione:chinonsiadattaagliorari,chinonriesceapagare,chisispostaperlavoroabbandonalastruttura.
Ladistanzadallacomunitàdi connazionali si è sovrappostadunqueadunadistanzadalsistemadiaccoglienza.Questadoppiadistanzahauneffettopiuttostoscontato:precarietàabitativaelavorativa,produzionediclandestinitàedisconoscimentoditito-larididiritti,qualisonoglieritreiincontrati,inquantotitolaridipermessodisoggiornopermotiviumanitario,inminimaparte,titolaridellostatusdirifugiato,rilasciatidopoilcolloquioconlecommissioniterritorialidelsudItalia.
Precarietà abitativa in particolare significa dover dormire,quando non è possibile farlo nei dormitori comunali o di altreassociazioni,all’aperto,sullepanchinedeigiardinipubblici,at-tornoallastazionecentrale,incaseabbandonateoareedismesse.Significainoltre,duranteilgiorno,oscillaretravaricentridias-sistenza:lemense,icentricheoffronounserviziodocciaebian-cheria,parchiobar.Lecondizionidiquestiriparidifortuna,sen-zaluce,riscaldamentoeacquacorrente,peraltrointuibili,sonostatedescritteinvariarticoligiornalistici,riguardoperesempioall’emergenzadiViaLeccodidicembre2005oall’emergenzadel-l’areaForlaninidiottobre2006.
Ilcornod’AfricaaMilano
207
Unultimopuntosucuiilconfrontotracomunitàpreesistenteenuoviarrividirifugiatidaunaparteeglieffettidellepolitichediassistenzadall’altrarisultaillustrativoriguardaladimensio-neindividualeocollettivadell’esperienzastessadifugaerifugioversounanuovarealtà.
Comeanticipato,ladiasporaeritreaneglianni1970e1980eracoinvoltainunmeccanismodimobilitazioneinfavoredellalottaperl’indipendenzachecomprendevasialeorganizzazionieritreesiaassociazioni,gruppiepartitiitaliani.Questadimensionecol-lettivaèoratotalmentemancante.Aldilàdeglieffettidirettidiquestamobilitazionepermanenteper ilmovimentodi indipen-denza,intrecciarelapropriaesperienzaindividualeconunadi-mensionecollettivaepubblica,riconoscerelapropriaesperienzacomepartediunastoriapiùvasta,èstatainmolteesperienzedidislocamento una delle modalità principali di superamento deitraumidellafugaedelledifficoltàdell’integrazionesociale.Que-staincapacitàdiprodurreunanarrazionecomuneèstatainveceinquestocasopropriounadelleragionidellafratturatravecchieenuovegenerazioni.Allostessomodo,imeccanismidell’assisten-zahannoprivilegiatoladimensioneindividuale.Leesperienzedigruppochesisonoformate,ilcasodiviaLeccoanzitutto,sonocosìnatealdifuoriedinpolemicarispettoatalimeccanismi.Lestrutturediaccoglienzamesseinfunzionepercontrastareque-staemergenzahannoinprimoluogovolutodividereigruppichesierano formati; i regolamenti internidelle struttureospitantihannoinoltreproibitoleriunionicollettiveedilcoinvolgimentodisoggettiesterni.
Imeccanismidell’assistenzahannooperatonelladirezionediunaindividualizzazionedelpercorsodiintegrazioneediunasuadepoliticizzazione,laddoveledinamichespontaneenatepercon-trastareifallimentidell’assistenzaspingevanoinvecenelladire-zioneopposta.Anchequi,sisonopresentateduestradediversedicostruireintegrazionetralequali,piuttostocheunintreccio,vieneinvececostruitaun’ulterioredistanzaeseparazione.
LibroProvinciaMilano
208
Questo intreccio di distanze piuttosto che di avvicinamentimostracomelaquestionedelriconoscimento/disconoscimentosipongasuterrenifrancamentedifficiliecomplessi.Proprioque-stacomplessitàrichiedetuttaviadeglistrumentiadeguatienonimprovvisatiedunaflessibilitàecapacitàdileggereilcontinuomutaredellesituazionidicrisiebisogno.
Note�di�fine�capitolo
�0Taleatteggiamentoècambiatosolodaunpaiodianni:l’ACNURfornisceoraunalimitataassistenzaavarigruppietiopipresentiinSomaliland.
�1Sivedaperl’interoCornod’Africailquadroriassuntivo,perglianniNovanta,fornitodaR.Marchal:2001,pp.215-2�7.
�2N.Farahtracciaunampioprofilonelsuolibro“Rifugiati”,200�.��Nelcasodelladiasporasomalapresenteinaltripaesioccidentaliquestipunti
sonostatipiùampiamentesegnalatietrattatiesonooggettodipiùminuziosistudi.SivedanoautoriqualiLindley2007a2007b;Kleist,inpubblicazione.
�4 Tale evoluzione è stata documentata da varie fonti: da Amnesty Interna-tional, rapporto annuale 2005, e altre organizzazioni di monitoraggio sui dirittiumani(ReportersSenzaFrontiere),dalParlamentoEuropeo–larisoluzioneP6_TA(2004)0068–daagenziedistamparipresedagiornalistiepubblicazioniaccademi-che,nonchédatestimonianzedirette.
�5 Tale evoluzione è stata documentata da varie fonti: da Amnesty Interna-tional, rapporto annuale 2005, e altre organizzazioni di monitoraggio sui dirittiumani(ReportersSenzaFrontiere),dalParlamentoEuropeo–larisoluzioneP6_TA(2004)0068–daagenziedistamparipresedagiornalistiepubblicazioniaccademi-che,nonchédatestimonianzedirette.
209
Bibliografia
AA.VV.,1995,I�Rifugiati�nel�mondo.�La�ricerca�delle�soluzioni,A.C.N.U.R.ePresi-denzadelConsigliodeiMinistri,Roma.
AA.VV.,1995,cdrom�RefWord,A.C.N.U.R.,Ginevra.
AA.VV.,1998,I�rifugiati�nel�mondo.�Esodi�di�popolazioni:un’emergenza�umanitaria,�A.C.N.U.R.e�PresidenzadelConsigliodeiMinistri,Roma.
AA.VV.,2002,Kurds�in�Europe,�Roma,AssociazioneperlaPace.
AbbAgnAno n., Fornero g.,1986,Filosofi�e�filosofie�nella�storia,��voll.,Torino,Paravia.
Abdul M. Z.,2002,I�kurdi�e�il�Kurdistan,�Roma,Ediesse.
Abu-lughod l.,1990,The�romance�of�resistance:�tracing�transformations�of�power�through�Bedouin�women,�«AmericanEthnologist»,vol.17,n.1,pp.41-55.
AgAMben g.,1995,Homo�sacer.�Il�potere�sovrano�e�la�nuda�vita,Torino,Einaudi.
Al-Ali n.,BlackR.,KoserK.,2001,The�limits�of� ‘transnationalism’:�Bosnian�and�Eritrean�refugees�in�Europe�as�emerging�transnational�communities,«Eth-nicandracialstudies»,vol.24,n.4,pp.578-600.
Al-Ali n.,KoserK.,2002,New�approaches�to�migration:�transnational�communi-ties�and�the�transformation�of�home,London,Routldege.
Agier M.,2001,Aux�bords�du�monde,�le�réfugiés,Paris,Flammarion.
AMnesty internAtionAl,2005,Rapporto�2005,Torino,EGA.
Anderson b.,2000,Comunità�immaginate,�Origine�e�diffusione�dei�nazioanalismi,Roma,ManifestoLibri
AppAdurAi A.,2002,“Dead�Certainty:�Ethnic�Violence�in�the�Era�of�Globalization”,inHintonA.L.,acura,Genocide.�An�Anthropological�Reader,Malden,Oxford,Blackwell,pp.��4-�4�.
Arendt h.,2004,Le�origini�del�totalitarismo,Torino,Einaudi.
LibroProvinciaMilano
210
Aristide r., Zolberg,198�,The�formation�of�new�stats�as�a�refugee-generating�pro-cess,«AnnalsoftheAmericanAcademyofPoliticalandSocialScience»,467,May,pp.24-�8.
AZiZ n.,2000,Kurdistan,Roma,Manifestolibri.
bAldAssArre A.,MeZZAnotte C.,1987,Introduzione�alla�Costituzione,�Roma–Bari,Laterza.
bAsCh l.,gliCk sChiller n.,sZAnton blAnC C.,1994,Nations�Unbound.�Transnational�Projects,� Postcolonial� Predicaments� and� Deterritorialized� Nation-States,NewYork,GordonandBreach.
blACk r.,koser k.,1999,acura,TheEnd�of�Refugee�Cycle?�Refugee�Repatriation�and�Reconstruction,NewYork-Oxford,Berghahan.
beneduCe r.,1998,Frontiere�dell’identità�e�della�memoria.�Etnopsichiatria�e�migra-zioni�in�un�mondo�creolo,Milano,FrancoAngeli.
beneduCe r.,tAliAni s.,1999,Politiche�della�memoria�e�retoriche�del�trauma,«IFoglidiORISS»,n.11-12,pp.101-122.
bloCh A.,sChuster l.,2002,Asylum�and�welfare:�contemporary�debates,«CriticalSocialPolicy»,22,�,pp.�9�-414.
bloM hAnsen t.,stepputAt F.,2001,“Introduction:�States�of�Imagination”, inBlomHansenT.,StepputatF.,acura,2001,States�of�Imagination.�Ethnographics�Explorations� of� the� Postcolonial� State, Durham-London, Duke UniversityPress,pp.1-40.
boMMes, 1999, Migration� und� nationaler� wohlfahrtsstaat:� ein� differenzierungs-theoretischer�entwurf,Opladen-Wiesbaden,WestdeutscherVerlag.
brAh A,1996,Cartographiesof�Diaspora.�Contesting�Identities,London,Routledge
buttino M.,2001,Infuga.�Guerre,�carestie�e�migrazioni�nel�mondo�contemporaneo,L’ancoradelMediterraneo.
CAtuCCi s.,2000,Introduzione�a�Foucault,Roma-Bari,Laterza.
CerneA M.,M.,guggenheiM s.e.,acura,199�,Anthropological�approaches�to�reset-tlement.�Policy,�practices,�and�theory,Oxford,WestviewPress.
Bibliografia
211
ChAterlAnd g.,2002,Iraqi�forced�migrants:�conditions,�religious�network�and�the�smuggling�process,EUIWorkingpapers,n.49,SanDomenico,EUI.
ChignolA s.,2006,“L’impossibile�del�sovrano.�Governamentalità�e�liberalismo�in�Michel�Foucault”,inChignolaS.,acura,Governare�la�vita.�Un�seminario�sui�Corsi�di�Michel�Foucault�al�Collège�de�France�(1977-1979),Verona,OmbreCorte.
Cwerner s. b.,2004,Faster,�faster�and�faster.�The�time�politics�of�asylum�in�the�UK,«Time&Society»,1�,1,pp.71-88.
dAl lAgo A.,1999,Non�persone.�L’esclusione�dei�migranti� in�una�società�globale,Milano,Feltrinelli.
dAs V.,1996,Language�and�Body:�Transactions�in�the�Construction�of�Pain,«Dae-dalus»,125,I,pp.67-92.
dAs V.,kleinMAn A.,LockM.,acura,1997,Social�Suffering,�Berkeley,UniversityofCaliforniaPress.
dAs V., 2005, “L’atto� del� testimoniare.� Violenza,� conoscenza� avvelenata� e� sogget-tività”, in Dei F., 2005, pp. 215-246; ed. or. 2000, “The� act� of� witnessing:�violence,�poisonous�knowledge,�and�subjectivity”,inDasV.,KleimannM.,RampheleP.,acura,2000,Violence�and�Subjectivity,�Berkeley,UniversityofCaliforniaPress,pp.205-255
de genoVA n. p.,2002,Migrant“illegality”�and�deportability�in�everyday�life,«An-nualReviewofAnthropology»,�1,2002,pp.419-447.
de luCA e.,2005,Solo�andata,Milano,Feltrinelli.
de Voe d.M.,1981,Framing�refugees�as�clients,«InternationalMigrationReview»,vol.15,n.1-2,p.88-94.
deCiMo F.,sCiortino g.,2006,Reti�migranti,Bologna,IlMulino.
dei F.,acura,2005,Antropologia�della�violenza,Meltemi,Roma
del VeCChio,GoodB.J.,BrodwinP.,KleimanA.,acura,1992,Pain�as�Human�Expe-rience,Berkeley,UniversityofCaliforniaPress.
delle donne, M.,2004,Il�cimitero�chiamato�Mediterraneo.�Per�una�storia�del�diritto�d’asilo�in�Europa,Roma,DeriveApprodi.
LibroProvinciaMilano
212
doreen i.,acura,1999,Engendering�Forced�Migration:�Theory�and�Practice,NewYork-Oxford,Berghahan
duVel F.,JordanB.,2002,Immigration,�asylum�and�welfare:�the�European�context,«CriticalSocialPolicy»,22,�,pp.487-517.
dwyer p.,2005,Governance,�forced�migration�and�welfare,«SocialPolicyandAd-ministration»,�9,6,pp.662-6�9.
FArAh n.,2000,Yesterday,�Tomorrow.�Voices�from�the�Somali�Diaspora,LondoneNewYork,Cassel.
FArAh n.,200�,Rifugiati.�Voci�dalla�diaspora�somala,Roma,Meltemi.
FArMer p.,1996,On�Sufferingand�Structural�Violence:�A�View�from�Below,«Daeda-lus»,125,I,pp.245-260.
FArMer p.,2004,An�Anthropology�of�Structural�Violence,�«CurrentAnthropology»,UniversityofChicagoPress,45,�,pp.�05-�25.
FerrAnte l.,pAlAZZi M.,poMAtA g.,1988,“Introduzione”,inFerranteL,PalazziM.,PomataG.,acura,Ragnatele�di�rapporti.�Patronage�e�reti�di�relazione�nella�storia�delle�donne,Torino,Rosenberg&Sellier,pp.7-56.
FouCAult M.,1994,La�governamentalità,inDellaVignaP.,acura,Poteri�e�strategie.�L’assoggettamento�dei� corpi� e� l’elemento� sfuggente,Milano,Mimesis,pp.4�-67; ed. or. 1978, La� governamentalità, «aut/aut», n. 167/168, pp. 12-29(trascrizioneetraduzionediPasquinoP., lezioneCollégedeFrance1feb-braio1978)
FouCAult M.,2001a,La�volontà�di�sapere.�Storia�della�sessualità�1,Milano,Feltri-nelli.
FouCAult M.,2001b,”Omnes�et�singulatim.�Verso�una�critica�della�ragion�politica”,inFoucaultM.,Biopolitica�e�liberalismo,Milano,Medusa.
FouCAult M.,2005a,Sicurezza,�territorio,�popolazione.Corsoal�Collège�de�France�1977-1978,Milano,Feltrinelli.
FouCAult M.,2005b,Nascitadella�biopolitica.�Corso�al�Collège�de�France�1978-1979,Milano,Feltrinelli.
Bibliografia
21�
Frisullo d.,200�,Con�lo�sguardo�delle�vittime,Roma,EdizioniAlegre.
Froio F.,1991,I�curdi,Milano,Mursia.
gAlletti M.,1990,I�curdi�nella�storia,Chieti,EditriceVecchioFaggio.
geertZ C.,1998,Interpretazione�di�culture,Bologna,ilMulino.
gentili A. M.,1998,Il�Leone�e�il�Cacciatore.�Storia�del’Africa�sub�–�sahariana,Roma,NIS.
giles w.,hyndMAn J.,2004,acura,Sites�of�Violence.�Gender�and�Conflict�Zones,Berkely-LosAngeles-NewYork,UniversityofCaliforniaPress.
goFFMAn e.,1961,Asylums.Essays�on�the�Social�Situation�of�Mental�Patients�and�Other�Inmates,NewYork,Doubleday;trad.it.1968,Asylums.�Le�istituzioni�totali:�I�meccanismi�dell’esclusione�e�della�violenza,Torino,Einaudi.
gordon C.,1991,“Governmental�Rationality:�an�introduction”,inBurchell,G.,Gor-don,C.,Miller,P.,acura,1991,The�Foucault�Effect.�Studies�in�Governmen-tality,Chicago,TheUniversityofChicagoPress,pp.1-51.
grillo r. d.,2000,Riflessioni�sull’approccio�transnazionale�alle�migrazioni,«Afri-cheeOrienti»,n.�/4,pp.9-16.
gross C. s.,2004,Struggling�with�imaginaries�of�trauma�and�trust:�the�refugee�expe-rience�in�Switzerland,«Culture,MedicineandPsychiatry»,28,pp.151-167.
guptA A.,Ferguson J.,1997,Culture,�power,�place.�Explorations�in�critical�anthropo-logy,London,DukeUniversityPress.
hAddAd e, 2004, “The� Europeaness� of� the� Refugee:� Underminig� the� Concept� of�“Universal”Protection”, Quinto Convegno di studi Socio politici sul Medi-terraneo,Firenze.
hAnCiles M.,VitAle r.,200�,Il�prezzo�del�coraggio,Milano,BaldinieCastoldi.
hAnnerZ u.,1996,Transnational�Connection.�Culture,�People,�Places,London,Rou-tledge.
hArrell-bond b.e.,1986,Imposing�Aid.�Emergency�Assistance�to�Refugees,Oxford,OxfordUniversityPress.
LibroProvinciaMilano
214
hArrell-bond b.e.,1992,Counting�the�refugees:�gifts,�givers,�patrons�and�clients,«JournalforRefugeeStudies»,Vol.5,n.�/4,205-225.
hArrell-bond b.e.,1999,“The�experience�of�refugees�as�recipients�of�aid”,inAgerA.,acura,1999,Refugees.�Perspectives�on�the�Experience�of�Forced�Migra-tion,London,Continuum.
hodgson d.l.,acura,2001,Gendered�Modernities.�Ethnographic�Perspectives,NewYork,Palgrave.
hooks b.,1998,Elogio�del�margine.�Razza,�sesso�e�mercato�culturaleMilano,Feltri-nelli;ed.or.1991,1992,1994,1996
iCs, 2005, Rifugiati� in� Italia:� la� protezione� negata.� Primo� rapporto� sul� diritto� di�asilo�in�Italia,Brescia.
iCs,2006,L’utopia�dell’asilo,�Brescia.
Jessop b., 1994, “The� transition� to�post-fordism�and� the�Schumpeterian�workfare�state”,inR.Burrows,B.Loader,acuradi,Towards�a�post-fordist�welfare�state,London,Routledge.
Jessop b.,1999,The�changing�governance�of�welfare:�recent�trends�in�its�primary�functions,�scale�and�modes�of�coordination,«SocialPolicyandAdministra-tion»,��,4,pp.�48-�59.
keVin kuswA,“Finding�the�Kurds�a�Way:�Kurdistan�and�the�Discourse�of�the�Nation�State”2005Kurdistan�Report,2000,Dicembre.N.4,p.26.
klein J., 2006, “Kurdish� militias� and� the� Ottoman� state:� Implication� for� present�day”,WordCongressforKurdishStudies,Irbil
kleinMAn A.,kleinMAn J.,1997,“The�Appeal�of�Experience;�The�Dismay�of�Images:�Cultural�Appropriations�of�Suffering�in�Our�Times”,inA.Kleinman,V.Das,M.Lock,acura,1997,Social�Suffering,Berkeley–LosAngeles–London,UniversityofCaliforniaPress,pp.1-2�.
kleist n.,inpubblicazione,“Mobilizing‘theDiaspora’.SomaliTransnationalPoliti-calEngagement”,Journal�of�Ethnic�and�Migration�Studies.
Bibliografia
215
korAC M.,200�, Integration�and�how�we� facilitate� it:�a�comparative�study�of� the�settlement�experience�of�refugees�in�Italy�and�the�Netherlands,«Sociology»,�7,(1),pp.51-68.
koser k.,NadjeA.,2002,New�Approaches�to�Migration?�Transnational�Communi-ties�and�the�Transformations�of�Home,London-NewYork,Routledge.
lACoste-duJArdin C.,2002,Dialogue�de�femmes�en�ethnologie,Paris,LaDécouverte
lAtour b.,1987,Science�in�action.�How�to�follow�scientists�and�engineers�through�society,Cambridge,HarwardUniversityPress.;trad.it.,1998,La�scienza�in�azione.� Introduzione�alla� sociologia�delle� scienze,Milano,EdizionidiComunità.
leghissA g.eZoletto d.,acura,2002,Gli�equivoci�del�multiculturalismo,«aut/aut»,n.�12.
lindley A.,2007a,Theearlymorningphonecall:remittancesfromarefugeediasporaCOMPASWorkingPaperNo.47.Oxford:UniversityofOxford,2007http://www.compas.ox.ac.uk/publications/Working%20papers/WP0747-Lindley.pdf
lindley A., 2007b, Remittances in fragile settings: a Somali case stu-dy Households in Conflict Network Working Paper No. 27. Bri-ghton: Sussex University, 2007 www.hicn.org/papers/wp27.pdf
lindstroM C.,2005,European�Union�policy�on�asylum�and�immigration.�Addressing�the� root� causes� of� forced� migration.� A� justice� and� home� affairs� policy� of�freedom,�security�and� justice?, «SocialPolicyandAdministration»,�9,6,pp.587-605.
lynn A.,leA s.,200�,A�Phantom�Menace�and�the�New�Apartheid:�the�Social�Con-struction�of�Asylum-Seekers� in� the�UK, «Discourse&Society»,14, (4),pp.425-452.
MACioti i.,pugliese e.,200�,L’esperienza�migratoria.�Immigrati�e�rifugiati�in�Italia,Bari,EditoriLaterza.
MAhMud n.,1996,Crimes�against�Honour:�Women�in�International�Refugee�Law,«JournalofRefugeeStudies»,vol.9,n.4,pp.�67-�82.
MAlkki l.,1995,Refugees�and�exile:�from�‘refugee�studies’�to�the�national�order�of�things,«AnnualreviewofAnthropology»,vol.24,p.495-52�.
LibroProvinciaMilano
216
MAlkki l.,1997a,“National�Geographic:�the�Rooting�of�People�and�the�Territoria-lization� of� National� Identity� among� scholars� and� refugees”, in Gupta A.,FergusonJ.,acura,Culture,�Power�and�Place,�DurhamandLondon,DukeUniversityPress.
MAlkki l.,1997b,“Speechless�Emissaries.�Refugees,�Humanitarianism,�and�Dehi-storicization”,inOlwigF.K.,HastrupK.,acura,Siting�Culture.�The�Shifting�Anthropological�Object,NewYorkandLondon,Routledge.
MArChAl r.,2001,“Guerra�e�migrazioni:�il�Corno�d’Africa”, inButtinoM.,acura,2001,�In�fuga:�guerre,�carestie�e�migrazioni�nel�mondo�contemporaneo,Na-poli,L’ancoradelmediterraneo.
MArConi A.,2001, Il�popolo�kurdo,SanDomenicodiFiesole (FI),EdizioniCulturadellaPace.
MeZZAdrA s.,2001,Diritto�di�fuga.�Migrazioni,�cittadinanza,�globalizzazione,Vero-na,OmbreCorte.
MohAnty C. t.,1991,“Under�Western�Eyes.�Feminist�Scholarship�and�Colonial�Di-scourses”, inMohantyC.T.,RussoA.,TorresL.,acura,1991,Third�World�Women.�The�Politics�of�Feminism,Bloomington,IndianaUniversityPress.
Moore h. l.,1994,A�Passion�for�Difference.�Essays� in�Anthropology�and�Gender,Cambridge,PolityPress.
MsF,2005,I�frutti�dell’ipocrisia.�Storie�di�chi�l’agricoltura�la�fa.�Di�nascosto,http://www.medicisenzafrontiere.it.
MsF,2008,Una�stagione�all’inferno.�Rapporto�sulle�condizioni�degli�immigrati�im-piegati� in�agricoltura�nelle�regioni�del�Sud�Italia,http://www.medicisen-zafrontiere.it.
olAgero M.,SaracenoC.,199�,Che�vita�è?�L’uso�dei�materiali�biografici�nell’analisi�sociologica,Roma,LaNuovaItaliaScientifica.
ong A.,1996,Cultural�Citizenship�and�the�Subject-Making:�Immigrants�Negotiate�Racial�and�Cultural�Boundaries�in�the�United�States,«CurrentAnthropolo-gy»,vol.�7,n.5,pp.7�7-762.
ong A.,1999,Flexible�Citizenship.�The�Cultural�Logic�of�Transnationality,DurhamandLondon,DukeUniversityPress.
Bibliografia
217
ong A.,2002,La�cittadinanza�flessibile�dei�cinesi�in�diaspora,«aut/aut»,n.�12,pp.115-146;ed.or.1999,“The�Pacific�Shuttle:�Family,�Citizenship,�and�Capital�Circuits”,inOngA.,1999,pp.110-1�6.
ong A., 2005,Da�rifugiati�a� cittadini.�Pratiche�di� governo�nella�nuova�America,Milano,RaffaelloCortina.
ostergAArd,nielsen e., 2001, “The�politics�of�migrant’s� transational”�paper�given�to�the�conference�on�Transational�Migration�:�Comparative�Perspectives”,PrincetonUniversity.
pAndolFi M.,200�,Le�arene�politiche�del�corpo,«AnnuarioAntropologia.Corpi»,n.�,pp.141-154.
pApAdopoulou A.,2002,“Kurdish�Asylum�seekers�in�Greece:�the�role�of�networks�in�the�migration�process”,UNU/WidwrConferenceonPoverty,InternationalMigrationandAsylum,Helsinki.
perrott M. d., sAbelli F., rist g., 1994, Dérives� humanitaires.� Etats� d’urgence� et�droit�d’ingérence,�Paris,PressesUniversitairesdeFrance.
puggioni r.,2005,Refugeess,�institutional�invisibility�and�self-help:�evaluating�Kur-dish�experience�in�Rome,“JournalorRefugeesStudies”,v.18,n.�,pp.�19-��9.
pugliese e.,1997,Diario�dell’immigrazione,Roma,EdizioniAssociate.
puwAr n.,200�,Parole�situate�e�politica�globale,inMezzadraS.,acura,200�,Movi-menti�postcoloniali,«DeriveApprodi»,n.2�.
rAholA F.,200�,Zone�definitivamente�temporanee.�I�luoghi�dell’umanità�in�eccesso,Verona,OmbreCorte.
reyneri e.,2004,Immigrazione�ed�economia�sommersa�nell’Europa�meridionale,«StudiEmigrazione»,XLI,15�,2004,pp.91-116.
riCCio b., 2002, “Etnografia� dei� migranti� transnazionali.� L’esperienza� senegalese�tra�inclusione�ed�esclusione”,inColomboA.,SciortinoG.,acura,2002,Stra-nieri�in�Italia.�Assimilati�ed�esclusi,Bologna,ilMulino.
rose n.,Miller p.,1992,Political�power�beyond�the�state:�problematics�of�gover-ment,«TheBritishJournalofSociology»,4�,2,pp.17�-205.
LibroProvinciaMilano
218
sAles r.,2002,The�deserving�and�the�underserving?�Refugees,�asylum-seekers�and�welfare�in�Britain,«CriticalSocialPolicy»,22,�,pp.456-478.
sAndoVAl C.,2000,Methodology�of�the�Oppressed,Minneapolis-London,UniversityofMinnesotaPress.
sAntieMMA A.,1998,Diritti�Umani,�riflessioni�e�prospettive�antropologiche,Roma,EditriceUniversitariaLaGoliardica.
sAssen s.,1999,Migranti,�coloni,�rifugiati.�Dall’emigrazione�di�massa�alla�fortezza�Europa,Milano,Feltrinelli;ed.or.,1996,Migranten,�Siedler,�Fluchtlinge.�Von�der�Massenaudwanderung�zur�Festung�Europa,FrankfurtamMain,FischerVerlag.
sAyAd A.,1999,La�doppia�assenza,Milano,RaffaelloCortina.
sCheper-hughes n., 2001, “The� Genocidal� Continuum”, in Mageo J., a cura, 2001,Power�and�Self,Cambridge,CambridgeUniversityPress.
sCheper-hughes n.,bourgois p., a cura, 2004,Violence� in�War�and�Peace,Oxford,Blackwell.
sChrAder l.,1998,I�fuochi�del�Kurdistan,Roma,Datanews.
sending o. J.,neuMAnn i. b.,2006,Governance�to�governmentality:�analyzing�NGOs,�States,�and�Power,«InternationalStudiesQuarterly»,50,pp.651-672.
stolCke V.,2000,“Le�nuove�frontiere�e�le�nuove�retoriche�culturali�della�esclusione�in�Europa”,inMezzadraS.,PetrilloA.,acura,2000,Iconfini�della�globaliz-zazione.�Lavoro,�culture,�cittadinanza,Roma,Manifestolibri;ed.or.1995,Talking�Culture:�New�Boundaries,�New�Rethorics�for�Exclusion�in�Europe,«CurrentAnthropology»,n.�6,pp.1-1�.
sZCZepAnikoVA A., 2005,Gender�Relations� in�a�Refugee�Camp:�A�Case�of�Chechens�Seeking�Asylum�in�the�Czech�Republic,“JournalofRefugeeStudies”,vol.18,n.�,pp.281-298.
tAguieFF p. A.,1999,Il�razzismo,Milano,RaffaeleCortina.
tAroZZi M.,1998,La�mediazione�educativa,Bologna,CLUEB
Bibliografia
219
tArrius A., 2000, Les� nouveaux� cosmopolitismes.� Mobilités,� identités,� territoires,Paris,Editionsdel’Aube.
trAVi s.,1997,Il�sale�della�terra,SanDomenicodiFiesole(FI),ECP.
unhCr,2004,Gobal�refugee�trends,www.unhcr.ch/statistics.
VACChiAno F.,1999,Esilio,�trauma,�tortura.�Letture�critiche�e�percorsi�di�ricerca�nel�dibattito�contemporaneo,«IFoglidiOriss»,n.11-12,pp.12�-152.
VACChiAno F.,2005,“Cittadini�sospesi:�violenza�e�istituzioni�nell’esperienza�dei�ri-chiedenti�asilo�in�Italia”,inVanAkenM.,acura,2005,Annuario�di�Antro-pologia.�Rifugiati,5,Roma,Meltemi,pp.85-102.
VAn Aken M.,acura,2005,Annuario�di�Antropologia.�Rifugiati,5,Roma,Meltemi.
VAn bruinessen M.,198�,“KurdishtribesandtheStateofIran:thecaseofSimko’srevolt”inTapperR.,(acura),198�.The�conflict�of�tribe�and�state�in�Iran�and�Afghanistan.London,CroomHelm.
VAn bruinessen M.,1999, “Migrations,�mobilisation,�communications�and�globali-sation�of�the�Kurdish�question”,�WorkingPaperno14,IslamicAreaStudiesProject,Tokio,Japan.
VAn bruinessen M.,1999,“The�nature�and�the�uses�of�violence�in�the�Kurdish�con-flict”,paperpresentedattheinternationalcolloquium“EthnicConstructionandpoliticalviolence”,Cartona,Italia,2Luglio.
VAn bruinessen M.,2000, “Trasnational�aspect�of� the�Kurdish�question”,WorkingPaper,RobertSchumanCentrefortheadvancedstudies,EuropeanUniver-sityInstitute,Firenze.
VAn bruinessen M.,2001,“KurdishtribesandtheStateofIran:thecaseofSimko’srevolt”.
VAn hehr n.,1998,New�Diasporas.�The�Mass�Exodus,�Dispersal�and�Regrouping�of�Migrant�Communities,Londra,UCLPress.
wAlters w.,hAAhr J. h.,2005,Governmentality�and�Political�Studies,«EuropeanPoliticalScience»,4,pp.288-�00.
LibroProvinciaMilano
220
wAhlbeCk o.,1998,“Trasnational�and�Diaspora:�the�Kurdih�Example”,�paper�pre-sented�at�the�International�Sociological�Association�14�Congress�of�Socio-logy,�Montreal,�1998.
weiss b.,2002,Thug�realism:�inhabiting�fantasy�in�urban�Tanzania,«CulturalAn-thropology»,vol.17,n.1,9�-124.
williAM F.,1996,“‘Race’,�Welfare�and�Community�Care:�a�Historical�Perspective”,inAhmadW.I.U.,AtkinK.,acura,Race�and�Community�Care,Buckingham,OpenUniversityPress,pp.15-�8.
yeoh b.,CharneyM.W.,KiongT.C.,acura,200�,Approaching�Transnationalisms.�Studies�on�Transnationalism�Societies,�Multicultural�Contacts,�and�Imagi-nings�of�Home,Boston-Dordrecht-London,KluwerAcademicPublishers
young A.,1995,The�Harmony�of�Illusions.�Inventing�Post-Traumatic�Stress�Disorder,Princeton,PrincetonUniversityPress.
yuVAl-dAVis n.,werbner p.,acura,1999,Women,�Citizenship�and�Difference,Lon-doneNewYork,ZedBooks.
ZAnFrini l.,2004,Sociologia�delle�migrazioni,Roma–Bari,Laterza.
Zetter r., 1991, Labelling Refugees:� Forming� and� Transforming� a� Bureaucratic�Identity,«JournalofRefugeeStudies»,vol.4,n.1,p.�9-62.
ZurCher e. J., 1998, The� Ottoman� Conscription� System� in� Theory� and� Practi-ce, 1844–1918, «International Review of sociological history», 4�, p.4�7–449.