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1 Rino Barbieri UN CANTIERE LUNGO UN SECOLO: Centinaia di pagamenti per la costruzione “DELLA MACCHINA DELLA FONTE” ed il contributo dato dal pittore fivizzanese STEFANO LEMMI alla costruzione della FONTANA di PIAZZA MEDICEA a Fivizzano (Archivio di Stato di Massa- atti civili Comune di Fivizzano Saldo della Fonte busta n. 132) --------------------------------------------------------------------------- (Foto Gaudenti- Fivizzano)

La Macchina della Fonte - La costruzione della Fontana di Piazza Medicea a Fivizzano

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Rino Barbieri

UN CANTIERE LUNGO UN SECOLO:

Centinaia di pagamenti per la costruzione

“DELLA MACCHINA DELLA FONTE”

ed

il contributo dato dal pittore fivizzanese

STEFANO LEMMI

alla costruzione della

FONTANA di PIAZZA MEDICEA

a Fivizzano

(Archivio di Stato di Massa- atti civili Comune di Fivizzano

Saldo della Fonte – busta n. 132)

---------------------------------------------------------------------------

(Foto Gaudenti- Fivizzano)

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La fontana di Piazza Medicea già Piazza Dell’Olmo, Piazza Maggiore e poi piazza Vittorio

Emanuele è il monumento simbolo di Fivizzano, quello che più di ogni altro caratterizza la

fiorentinità di questa cittadina lunigianese.

Già nel 1786 il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo di Lorena, che quattro anni dopo diventerà

imperatore a Vienna , viene a Fivizzano e lascia scritto nelle sue memorie sui paesi che via via

visitava “nelle terre di Fivizzano e Pontremoli è grande il lusso, le idee di Nobiltà e l'inimicizia tra

un paese e l'altro, come tra Albiano e Caprigliola, tra Fivizzano e Pontremoli” e subito dopo “La

terra di Fivizzano è bella, ben situata, ben fabbricata e con una bella piazza ed una buona fontana

in mezzo alla medesima: fa 2000 anime. Il vicariato gira 30 miglia ed ha 50 ville vicino a 12000

anime. Tutto Fivizzano fa una sola cura, con una buona chiesa vasta e ben tenuta, nella quale vi è

molta vanità e lusso nelle funzioni sacre, con spendere in parati, cere etc.......”.

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(Foto Gaudenti- Fivizzano)

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La fontana che oggi noi ammiriamo nelle sue forme perfette ed armoniose rappresenta la fusione

nella bellezza dei due materiali naturali più tipici del nostro comune: la pietra arenaria ed il marmo.

Protetta da una bella cancellata in ferro con pomoli d'ottone, serve, oggi, più come palcoscenico

fotografico e reclamo turistico che per l'uso a cui è stata costruita: il portare l'acqua a servizio dei

cittadini.

Quando nell'ottobre del 2007 mi sono fatto portare nell'Archivio di Stato di Massa la Busta n. 132

designata genericamente come “ SALDI DELLA FONTE” sono rimasto stupito perché vi erano

registrati i mandati di pagamento relativi alla Fontana Medicea, durante un lungo periodo durato

oltre mezzo secolo, solo per la costruzione della fontana, senza contare i lavori della piazza.

Ma mi sono anche ricordato che avevo letto qualcosa relativamente alla stessa.

Infatti nel febbraio del 2003 Gianfranco Di Battistini e Caterina Rapetti avevano trattato

l'argomento nel loro libro L'ARENARIA (Silva Editore di Parma) e in maniera più che esaustiva.

Inoltre il Prof. Eugenio Bononi già dal 1969 era uscito con uno studio sulla FONTANA

pubblicato nel libro VOCI DI VAL DI MAGRA.

Anche lo studioso Micheli Dario ne aveva parlato in “La Città di Fivizzano, Blasoni e Governatori”

in “Campanone” - Pontremoli 1940 a pag 87-90.

Traendole da “ARENARIA” vediamo di estrapolare ed evidenziare i dati più significativi prima di

riportare la mia trascrizione di alcuni mandati.

-Nel 1582 la comunità fivizzanese (che ha gli stessi diritti dei cittadini fiorentini dal 1477 per volontà dello Statuto stipulato fra Firenze e Terra di Fivizzano) chiede al governo fiorentino la richiesta di portare l'acqua nel Borgo da Verrucola. Finalmente nel 1639 prende avvio l'opera. I primi finanziamenti provengono dalla Gabella degli stracci. Il primo compenso viene dato all'Ingegnere Gio Batta Lorezio di Pignone in Val di Vara. Il cantiere viene avviato nel 1640 e viene affidato all'ingegnere fiorentino Baccio del

Bianco il disegno dell'acquedotto. Nel 1646 viene il capomastro fiorentino Orazio Luca Toti a sovrintendere ai lavori;

responsabile scarpellino è Lodovico Castelletti. Il Dott. Terenzio Fantoni interviene presso il Granduca per caldeggiare finanziamenti e

riottiene tutti i proventi degli stracci contestati cinque anni prima dal Capitano di Castiglione del Terziere.

Nel 1651 viene accordata per tre anni di destinare all'opera la rendita della dogana del sale-

Ed inoltre di imporre una tassa d'Estimo di 400 piastre sulla terra e sui CASTELLI. Ma i Governatori dei Castelli non accettano tale gabella e si oppongono a pagare una opera che non li riguarda. (L'idiosincrasia fra Terra e Corte iniziata già un secolo prima al tempo della costruzione delle mura che cingono Fivizzano si rafforza con questa nuova opera e diventa diffidenza della “campagna” e quindi di chi abita nei villaggi e i cittadini Fivizzanesi, motivata anche dalla lontananza fra chi si sostentava di agricoltura e quindi di duro lavoro e chi invece viveva con il commercio, i servizi, le professioni. E forse questo è uno dei motivi per cui oggi non si afferma il commercio in Fivizzano, molta popolazione del Comune gravita infatti su altri centri, purché non sia Fivizzano.) Nel 1653 si interessa all'opera l'ingegnere fiorentino Alfonso Parigi che si occupa più che altro della presa e delle canale in pietra. Parigi è un valente ingegnere del Granduca che ha lavorato agli acquedotti di Pitti e Forte Belvedere e costruito la “fontana dell'isola” in Giardino de' Boboli. Viene destinato all'acquedotto l'introito derivante dalle multe che serviva prima alla

riparazione delle mura. Continuano i contrasti fra la TERRA i CASTELLI a motivo di nuove tasse imposte a

Firenze dal Consiglio dei Nove. Tanto che il Governatore di Fivizzano Lelio Buzzi scrivendo al FANTONI a Firenze gli

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dice” Piuttosto pagherei del mio che avermi ad inchinare ai Procuratori delle CASTELLA.” Nell'anno 1656 la posa delle canale in pietra è arrivata nei pressi della strada che

conduce al Convento di San Francesco cioè nei pressi dell'attuale cimitero sulla strada che conduce appunto all'Ospedale.

In tal punto appunto, sul pozzetto o BOTTINO, come allora era chiamato, viene apposta una targa marmorea commemorativa.

La targa del Governatore Lelio Buzzi sul Bottino di Via San Francesco (oggi cimitero) Per mancanza di fondi i lavori si fermano per 4 anni, solo nel 1660 essendo destinato

alla FONTE il provento degli stracci il lavoro di canalizzazione riprende con i disegni dell'ingegnere carrarese Francesco Bergamini. Esaurita però la somma di 500 piastre i lavori nuovamente si fermano.

Il cantiere ripartirà solamente nel 1681 quando il GRANDUCA (sar: Sua Altezza Reale) concede un prestito alla comunità di 400 piastre.

Mandato dal Granduca viene nel mese di luglio da Firenze a Fivizzano l'ingegnere Antonio Ferri e vi rimane 11 giorni.

Si estraggono le pietre di arenaria dalle cave sopra San Francesco, lavorano numerose maestranze di Casola, Luscignano, Collegnago e l'incarico di assistere alla fabbrica viene assegnato ad un fivizzanese: il pittore Stefano Lemmi.

Viene a Fivizzano il fiorentino Gio Batta Soldeli, su proposta del governatore o maestro di campo Alfonso Bracciolini, con il compito di fondere i “cannoni” cioè i tubi di piombo che porteranno l'acqua dalle mura ove vi è stato costruito l'ultimo bottino fino alla Piazza.

Il 23/9/1681 un trasportatore di Pietrasanta Ambrogio Ambrosi conduce da Firenze il modello ligneo della “macchina della fonte” che andrà collocata in piazza. Non si sa chi è l'autore del disegno ma quasi certamente si tratta di Antonio Ferri al quale il Lemmi

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stesso invierà i disegni dello scoglio o grottesco che sorge all'interno della vasca, appunto per la sua approvazione.

Appena avuto il modello , l'incarico di scolpirla viene affidato allo scultore Jacopo Toschini di Carrara che ha così l'incarico di scolpire la vasca in arenaria, i delfini, le conchiglie ed ornamenti di marmo.

Intanto in località Sassina sopra Verrucola si lavora all'estrazione dei grossi massi che serviranno per il catino della vasca. Viene fatta una via di lizza e i massi vengono fatti scivolare su tronchi circolari di castagno.

Siamo nell'autunno del 1681 e per continuare il lavoro durante il periodo invernale vengono costruite due capanne; una in piazza ove si procede con lo sterro della buca al centro della piazza e una in Sassina ove si sbozzano i grandi massi.

Si lavora per tutta la primavera ed estate successiva a predisporre i pezzi della vasca, gli scalini, le pietre del grottesco e a fondere i tubi di piombo.

Il Lemmi va a Carrara ad invitare l'ingegnere Andrea Baratta a venire per assistere alla posa della macchina e del grottesco per il quale il pittore aveva fatto anche un modello a rilievo.

L'ingegnere viene e si ferma otto giorni. Intanto il fonditore Soldeli fonde le bocche di rame per l'acqua dei delfini e per lo zampillo. Nella primavera successiva finalmente anche lo scultore Toschini viene saldato del suo

credito per avere scolpito la vasca, il masso, la scalinata e gli ornamenti e due delfini. Sembra che per gli altri due delfini ci sia stata una diversa esecuzione; ad oggi resta insoluta la domanda: chi è la mano dello scultore?

Finalmente nella primavera del 1683 la fontana è in funzione e viene nominato il primo “fontanaio” in Pietro Jacopo Pandiani con l'incarico di far funzionale l'acquedotto, dare l'acqua secondo il bisogno, pulire le condotte, tenere sgombra l'opera di presa.

Viene inaugurata la fonte con solennità, viene stampato un componimento poetico

prosopopea lirica del Cav. Gio' Battista Andriani “Marterrea, superbissima fonte eretta in Fivizzano sotto la direzione del Maestro di Campo Alfonso Maria Bracciolini, Governatore di esso”.

Vengo apposte due lapidi in marmo, una appunto sottolineante il contributo del Bracciolini e l'altro inneggiante alla munificenza del Granduca Cosimo III.

Non appare invece il nome di colui che più di ogni altro aveva sostenuto tale opera il Terenzio Fantoni. (Nota 4 ) L'acqua dallo zampillo scendeva nella vasca e tracimando formava un velo ove

sembrava che i delfini fossero sospesi nell'acqua stessa che poi si raccoglieva in una scanalatura lungo tutto il bordo della vasca ed andava a finire con conduttura sotterranea negli orti ad uso irriguo.

La fontana di ispirazione fiorentina è molto simile a quelle cinquecentesche di Villa Corsini e di Villa La Petraia a Firenze, o alla fontana di Piazza della Porta sita in Piazza della Rotonda a Roma. Uno scoglio e un delfino sono presenti anche nella Fontana del Nettuno in giardino de' Boboli. La fontana sorgeva in uno spiazzo fra le case con fondo ancora sterrato; sul lato

orientale vi era una precedente fonte che poi viene eliminata ed il luogo è uso a fiere e mercati per cui viene fatto bando di non legare gli animali ai delfini, ma poi viene presa la decisione di proteggere la Fontana con una grossa cancellata in ferro con pomoli d'ottone lasciando libero passo alle persone che dovevano accedere con secchie e recipienti vari ai quattro zampilli dei delfini.

Viene altresì stabilito di lastricare la piazza con quasi quattromila braccia di piastroni. I lavori vengono iniziati nell'autunno del 1685 e finanziati con i proventi delle multe che

pagavano i soldati del capitanato e poi col provento della gabella del vino. La pavimentazione termina nel 1702.

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Quando viene in visita, nel 1786, a Fivizzano Pietro Leopoldo la trova “ ben fabbricata con una bella piazza e una buona fontana” . E ancora meglio la trova il Granduca Leopoldo II quando il 6 luglio 1848 “Considerando che la Terra di Fivizzano occupa nella provincia di Lunigiana un rango distinto per popolazione, decenza di fabbricato, possesso di utili stabilimenti...... ecc

DECRETIAMO La Terra di Fivizzano elevata al rango di Città Nobile.”

Dopo questa premessa, ritorniamo alla nostra busta n. 132 dell'archivio di Fivizzano depositato

presso l'Archivio Storico di Massa e designata “ Saldi della Fonte” e vediamo cosa possiamo

evidenziare.

Il primo registro è un elenco di mandati che vanno dall'anno 1640 al 1683 ed è composto di n. 406

registrazioni.

Nell'anno 1640 abbiamo n. 6 registrazioni di mandati.

La seconda registrazione così riporta:

“Fatta polizza adi primo gennaio 1641 ad Andrea Picinini in Fivizzano di lira dua e soldi diciasette

per parte per un libro per il Camarlingo da scrivere l'entrata et uscita de danari e spese di detta

fontana.”

la terza registrazione è “per lire nove e soldi quattro per la rilegatura del libro per lo scrivano “

Il quinto mandato: “Fatto polizza adi 24 febbraio 1641 a Silvestro Lombardo in Fivizzano di lire sei

per tante che sono per cinque opere à lavorare à detta fontana”

Dodicesimo mandato: “ Fatto polizza adi 20 agosto 1641 a Bacio del Biancho ingeniere di lire

ventiotto per tanti che sono per sua reconutione per havere visitato e datto il disegno della

fontana.”

Dal 1641 al 1646 ci sono tre pagine e cioè 18 mandati che riguardano pagamenti di rena, calcina,

opere di maestri muratori, mattoni, legni e chiodi.

L'anno 1647 ha 6/7 pagine di registrazioni con n. 106 mandati.

Fra cui:

-Mandato 75 : “Fatto polizza Adì 20 luglio 1647 al caporale de' manovali Valisero di lire 55 e soldi

quattro per tante che sono per opere 46 à lavorare alla Fontana.”

-Mandato n. 78: “Fatto polizza adi 20 luglio 1647 a Pellegrino di Domenico da Verrucola di lire

undici e soldi dodici per tante che sono per condotta di pietre dalla cava e soldi quattro per tanti

per Viaggio e sono viaggi 5.”

mandato n. 79: “ fatto polizza ad Angiolino di Bertone da Pognana di lire venti un soldo e

quattro denari per portare 26 di rena a soldi quattro denari otto per tanti per staio “

mandato n. 122 : “fatto polizza il 13 agosto 1647 a maestro Orazio Toti capo maestro della

fontana di piastre sedici per sua gita nel venire e ritornare di Fiorenza ...”

mandato n. 124: “ fatto polizza ADI 28 agosto 1647 a Giò Domenico Lombardo in Fivizzano di

lire 37.4 per tante che sono per opere 31 di manovale a lavorare alla Fontana.”

Abbiamo poi l'anno 1648 con la registrazione di 5 mandati, fra cui:

mandato n. 137: “Fatto polizza a maestro Michele Pinelli in Fivizzano di lire trentuno e soldi

sei per tanti che sono per fattura e conciatura di ferri per servizio della fontana come appare

per suo conto in mano del Camarlingo della Fontana.”

mandato n. 138: “ Adi 10 giugno 1648 -fatto polizza a Paolo Fantoni di Fivizzano di lire

quattordici che sono pertanti spesi dal Dott. Terenzio suo fratello in Firenze per scritture e

copie di scritture per servizio di Fontana.”

L'anno 1649 è rappresentato con circa 3 pagine di pagamenti per lavori alle canale in pietra.

Esempio mandato n. 150 “ viene fatta polizza a Nicola Palaroni di Fivizzano di lire 23 per braccia

diciasette e ¾ di canale.”

L'anno 1650 viene registrato con circa 30 pagine, coi mandati dal n. 157 al n. 270, e cioè sonio

annotati 113 mandati.

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mandato n. 164: “Adi 29 giugno 1650 – Angelo di Giò Antonio d' Agnino habitante a Pognana

di lire quattro per tanti per havere trainato n. 10 pani di canale alla fonte.

Mandato n. 169: “ Anno detto, fatto polizza ad Andrea Betti capomastro della fonte di Sua

Altezza per tante che sono per giorni diciasette di sua recognitione e andare e tornare A

Fiorenza, traguardare e quant'altro lire centoquaranta...”

mandato n. 190: “Adi detto 1650, fatta polizza a Ludovico Castelletti di Fivizzano lire

quarantadue per tante che sono per sua pietra per mettere sul secondo bottino per servizio che

spetta.”

mandato n. 249: “Adi 21 Ottobre 1650, fatto polizza a Luca Toti capomastro della fonte di lire

dugentoquattordici per tante che sono per resto di suo havere per haver lavorato alla detta

fonte giorni centoquindici ... dalli 3 luglio passato a tutto 29 ottobre 1650 a ragione di lire

quattro per tanti ... e vitto in camera....”

L'anno 1651 passa con n. 8 mandati registrati. Fra cui la seguente registrazione di Carlo Borni

(A cui rimando il mio lettore alla lettura del suo inventario fatto alla morte del fratello e da me

trascritto la cui copia è in Biblioteca Pubblica di Fivizzano)

“Adi 13 Ottobre 1655, S ig. Stefano V.S. Potrà fare la polizza a Battista di Antonio di Giò Maria

da Pognana di braccia 75 di Canale di bracci ventisette annotando di mettere in conto i danari ,

ed i sopranominato Battista ha ricevuto con i compagni. Firmato Carlo Borni:”

Nel 1653 lo scrivano Tommaso Rossi rinuncia all'ufficio di scrivano e subentra Stefano Bottignani

che riprende le registrazioni dei mandati ripartendo dal n. 1 per arrivare al n. 84 nel 1659.

Nel 1655 con il mandato n. 31 “ fu fatta polizza al maestro Luca Toti di lire centoventi...”

-mandato n. 55: “fu fatta polizza ad Agostino D'Antonio da Collegnago di lire centoventotto per

haver fatto il riscavvo del maschio e della femmina o sia imboccatura a n. 128 pezzi di canale

destinate alla fabbrica di detta Fonte, lire 18 per haver fatto l'uscio di pietra a due (illegibile?) del

Bottino che è sulla strada di San Francesco; e lire quindici per braccia cinquanta di piatroni fatti

per servizio di detta fonte, à soldi sei il braccio, che in tutto sono lire centosessatuna.”

Nell'anno 1656 avvengono nove pagamenti.

Mandato n. 81: “ Adi 26 Novembre 1656, fu fatta polizza a maestro Ludovico Castelletti di

Fivizzano di lire sessantatre, moneta di Fivizzano , per prezzo di staia n. 36 di calcina comprata

dal medesimo Ludovico dal mese di ottobre 1655 per servizio di detta fabbrica di detta fonte a

soldi 36 lo staio ....”

Sono registrati nell'anno:

-1659 n. 4 mandati

-1662 n 2 mandati

1664 n. 8 mandati

Nell'anno 1673 viene eletto Camarlingo (cioè cassiere) della fonte Giulio Rossi che registra:

nel 1674 n. 4 pagamenti

nel 1675 n.5 pagamenti

nel 1679 n. 11 pagamenti

nel 1680 n. 9 pagamenti

nel 1681 riprendono febbrilmente i lavori ed i pagamenti sono ben n.210, fra cui questo relativo

al mandato n. 15 “ Adi 22 Luglio 1681, Polizza ad Antonio Ferri ingegniere fiorentino di

piastre 42 soldi 13 4 denari sono per undici giornate che ha dato fra venire e ritornare a

Fiorenza per servizio della Fonte à ragione di due piastre il giorno e per le canalature del

andare e venire conforme à dato in nota, il tutto così accordato dal Sig: Senator Ricci come per

lettera diretta a questo Sig Illustrissimo Governatore nostro e più una Piastra per recognitione,

il tutto sono piastre quarantatre, lire una soldi tredici, denari quattro”.

Alla data del 21 giugno 1681 è annotato “ In occasione di 400 imprestate da S.A.R. Per tirare

avanti la fonte dal campo di Massimo Andriani sindove li condusse l'anno 1664, sino in piazza per

vederla terminata, se piace a Dio”

Poi ancora,

il mandato n. 39 -” Adi 25 Agosto 1681, polizza a Nicola Palaroni di Fivizzano di lire quattordici

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per tante che sono a conto delli piastroni che fa per coprire le canale della fonte”

Mandato n. 44 - “ Adi 30 Agosto 1681, polizza a Stefano Lemmi di Fivizzano di lire quattordici

soldi tre denari quattro che sono per voluta di una Pilla da pietra che tiene pesi 17”

Mandato n. 59 : “Adi 3 settembre 1681, polizza a Giò Sarteschi di Fivizzano di lire ottanta per tante

volute d'una Pilla di Pietra che tiene pesi ottanta che serve per il bottino ultimo a ragione di una

lira per peso che tiene, sono pertanti lire 80”

mandato n. 62: “ Adi 3 settembre 1681, polizza a Giovanni Santi da Moncigoli di lire una soldi

tredici per condotta di 6 pezzi di canale e una Pilla di pietra levata Lungo alle Muraglie e

condotte dentro al prato del Sig: Botignani.”

mandato n. 81: “ Adi 14 Settembre 1681, a Giovanni di Agostino da Collegnago di lire cinque per

tante per tre giornate da muratore date alla fonte.”

mandato n. 83: “ Adi 14 Settembre 1681, polizza al sig. Giovanni di Agostino da Collegnago di lire

Dieci sono per voluta di un'uscio di pietra fatto a sue spese per mettere al bottino e più lire tre che

sono per quei pezzi di pietra dati per dove il crescimento alla Pilla del bottino, dico in tutto lire

tredici.”

Mandato n. 94: “ Adi 29 Settembre 1681, polizza al Maestro di Campo Alfonso Bracciolini sono di

lire Centoquaranta per tanti che ha fatto pagare al Gio Batta Soldeli fiorentino Canaio in Fiorenza

à conto del Viaggio e spese e di quanto che haverà di havere dovendo egli fare li canoni di piombo

per la fonte.”

Mandato n. 95: “Adi 29 Settembre 1681, polizza a Stefano Lemmi di Fivizzano lire settanta per

tante che sono per l'intiera soddisfazione di sua ricognicione in haver assistito alla fabbrica della

fonte fin qui fatta e dovendo assistere per l'havenire a detta fabbrica fino alla totale perfezione di

essa così d'ordine del Governatore di F.no” (vedi foto )

Mandato n. 109: “Adi 29 settembre 1681, polizza a Giò di Mariano da Verzano detto il Grosso di

lire quattordici sono per tanto danno datoli negli erbaggi che si sono guasti à far la fossa dalle

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canale nell'ortolano del Sig. Guerri.”

Mandato n. 109: “Adi 21 settembre 1681, polizza a Domenico di Valistro di lire due sono per

tramuttata la Calcina della Sala detta de' Priori nella stanza dei frati.”

Mandato n. 110: “ Adi 23 Settembre 1681, polizza a Giovanni di Benedetto Stiatici di Pietrasanta

di lire quattordici per tante sono per haver portato da Fiorenza a Fivizzano il Modello di legno

della Macchina della Fonte che va in piazza, così d'ordine del Sig. Governatore.”

Mandato n. 114: “ Adi 23 Settembre 1681, polizza a Marieta Stochi di Fivizzano lire quarantasei

soldi tredici denari quattro per tanto sono per una catasta di legname, per condotta da casa di essa

a sala dei Priori, per carichi quattordici di faggine tutte per struggiere il piombo per fare li canoni

di piombo”

Mandato n. 119: “ Adi 24 Settembre 1681, polizza al Acconcio Acconci di Fivizzano di lire tre per

voluto di quattro Pale ò Badili di ferro con suoi manici dati a cavar terreno”

mandato n. 121: “ Adi 28 settembre 1681, polizza a Jacopo Pandiani di lire Diecie mezzo per tante

sono giornate dieci e mezzo di manovale datte con due compagni à lire una il giorno per far cavar

terra in piazza.”

Mandato n. 125: “ Adi primo ottobre 1681, polizza al Jacopo Toschini da Carrara di lire dugiento

per tanti sono per caparra e parte di pagamento dell'accordo fatto di fare l'adornamento della

Fonte di piazza conforme alla scritta alla fonte.”

Mandato n. 127: “Adi 28 Ottobre 1681, polizza al Jacopo Pellini falegname di lire venti per tante

sono per fattura di una cassa di noce da gettare il canone di piombo e fatta di un'anima e

contr'anima, per piegare li detti canoni con tre travicelli di pioppo per fare tre trespidi e fattura in

tutto lire 20.”

Mandato n. 135: “ Adi 8 Ottobre 1681, polizza a Giò Antonio di Giò Batta d'Agnino di lire quattro

e mezzo pertante sono di valuta di tanti sassi datti per servizio della Fonte.”

(Vedasi not n. 1)

Mandato n. 137: “ Adì 8 Ottobre 1681, polizza a maestro Ambrogio Grandi muratore lire sedici

soldi tredici per tante sono per giornate sei datte a murare per li fondamenti della fonte in piazza a

giorgini dieci il giorno e più giornate cinque di Angiolino suo garzone a giorgini otto per giornata

in tutto 13.16”

Mandato n. 138: “ Adi 8 Ottobre 1681, polizza a maestro Alessandro Turani di lire venti per tanti

sono per giornate nove date dal primo Ottobre sino a tutto il presente giorno à lavorare a li canoni

di piombo a Soldi 2 il giorno e più Soldi due per giornate tre datte dal suo figlio à detto lavoro a

tanto il giorno che in tutto dico Soldi 20”

Mandato n. 139: “Adì 8 Ottobre 1681, polizza a maestro Nicolò Pallaroni di Fivizzano di Lire tre

Soldi sei per tante sono per giornate due datte à scarpellinare n. 1 cordone di pietra et a sasso di

pietra per serare la volta di Piazza per la Fonte. “

Mandato n. 142: “ Adi 8 Ottobre 1681, polizza a Andrea di Gassano manuale di lire sedici per

tante sono per giornate sedici di manuale date con due compagni à far il manuale in Piazza per la

Fonte. Una lira per giorno Dico Lire 16”

Mandato n. 144: “ Adì 13 ottobre 1681, polizza a Sig. Bracio Cechardi di Fivizzano di lire

dicianove Soldi uno denari otto per tanti sono per valuta di dote di 73 ferro per far tagliole e 15

detti per far mole e cinque chiodi tutto per servizio della fabbrica della Fonte dico pertanto

19.1.8”

Mandato n. 146: “Adì 14 ottobre 1681, polizza al Sig. Pietro Securani nostro Procuratore (?) di

Lire seicentoventitre Soldi sei Denari Otto sono per valuta di Staie 3612 di Piombo spedito di

Livorno dal sig. Giò Teffi a Soldi 18 e mezzo il Mig. e Staie 200 di Stagno ....... tutto per servizio

della Fonte”

Mandato n. 147: “Adì 14 Ottobre 1681, polizza a Pietro Securani nostro Procuratore di lire

ventisette per tante sono per condotta di pesi 262 di piombo e stagno da Sarzana a Fivizzano a

Tassa di Cratie due il peso Dico 27.”

Mandato n. 150: “Adì 14 Ottobre 1681, polizza a Giò Franco Batini di Fivizzano Lire tredici Soldi

11

Sei Denari otto pertante sono per valuta parte di farina da far pasta per saldare le canale di

Piombo olio e due Pignatte tutto per servicio della Fonte.”

Mandato n. 153: “Adì 25 Ottobre 1681, polizza a maestro Carlo Maloni di Fivizzano di Lire Due e

Soldi Dieci Denari otto per fattura di dieci pezzi di ferro fatti per murare dentro il fornello da

struggiere il Piombo per gettare le canale di Piombo e per un'altro quadro per reggiere il vaso da

struggiere detto Piombo.”

Mandato n. 155: “Adì 19 Ottobre 1681, polizza a Giovanni da Collegnago di Lire quarantotto Soldi

sei Denari otto per tante sono per opere datte con quattro compagni a cavare li pichiamenti per la

fonte in Sassina a Cratie 20 il giorno.”

Mandato n. 166: “Adi 19 Ottobre 1681, polizza al Mchele Cecardi di Fivizzano di lire quattro per

tanti sono per la Pigione di una camera con letto datta a Gio Batta Soldeli fiorentino che fa li

canoni di piombo per quindici giorni cominciati il 22 settembre e finiti il 7 ottobre à ragione di Lire

otto al mese.”

Mandato n. 167: “ Adi 25 Ottobre 1681, polizza al Sig. Stefano Lemmi di Fivizzano di Lire tre Soldi

uno denari otto pertanti sono per valuta di un Penello grosso e tre piccoli mezo Guintenucarta

Reale , Chiodi e un manico da pala.”

Mandato n. 168: “Adi 26 Ottobre 1681, polizza a Giovanni di Agostino da Collegnago di Liore

setanta Soldi Sei Denari Otto per tanti sono per giornate trentanove datte con otto compagni alla

Cava in Sassina a cavar pietre per la Fonte à venti cratie il giorno e più per giornate quattro a

Cratie sedici che in tutto dico 70.6.8”

Mandato n. 173: “ Adì 31 Ottobre 1681, polizza al Sig: Giò Batta Soldeli fiorentino lire

dugientocinquanta per tante sono a conto del suo havere per la fatica delli canoni di piombo della

fonte. Dico 250”

L'anno 1682 passa con la registrazione di circa 200 pagamenti o mandati.

Mandato n. 195: “ Adi detto 1682, polizza a Antonio di Giò da Collegnago assieme a quattro

compagni di lire undici Soldi sei Denari otto per tanti sono per valuta per opere sette date da loro

à cave a cavar pietre per la fonte di piazza.”

Mandato 196 : “Adi detto 1698, polizza a Bartolomeo di Verzano di Lire quattro Soldi 6 denari otto

per tanti sono per condotta di sei pezze di pietre condotte per la Fonte di Piazza con suoi compagni

e manuale....”

Mandato n. 197: “Adì 25 Novembre 1682, polizza al Pietro Securani Nostro Procuratore Lire

centoquaranta pertanti sono Piastre 20 fiorentine che devono servire a rimettere a Fiorenza al Sig.

Ingegniero Ferri per sua recognitione del modello della Fonte di Piazza, et altre sue missioni ( ?)

......, così giudicato detto modello dall'Illustrissimo Sig: Senatore De Ricci .....(seguono due parole

da me illegibili ) come sua lettera del di............”

(Vedasi nota n. 2)

Mandato n. 211: “Adì 28 Novembre 1682, polizza al sig. Pietro Securani Nostro Procuratore di Lire

Centocinque per tanti sono per piastre quindici fiorentine per valuta delle Chiavi di Bronzo che

devono servire per la Macchina della Fonte di Piazza fatte fabbricare in Fiorenza dal Sig.

Ingegniero Ferri

Mandato n. 212: “Adì 30 Novembre 1682, polizza a Antonio di Giò da Collegnago con sei

compagni di Lire cinquantotto Soldi sei denari otto per tanti sono per opere sette datte da loro in

Sassina a condurre e alzare la Pietra per la Macchina della: :Fonte di Piazza, opere ventisette a

venti Crabie il giorno e opere dieci a due Giuli in tutto dico L. 58.6.8”

Mandato n. 228: “Adì 10 Ottobre 1682, polizza a Nicolao Manfredi cappelaio di Fivizzano di Lire

di lire Cinque per tanti sono per n. 10 feltri datti per stagnare e saldare le Canne di Piombo già

distese nella fossa fuori delle Muraglie.”

Mandato n. 228: “Adi detto, polizza a Bartolomeo detto Verranino d' Intermonte con suoi

compagni Lire quaranta Soldi 6 Denari 8 per tanti sono per le sottoscritte condotte di Pietra per la

12

Macchina della Fonte di Piazza e Piastroni per coprire la Fonte fuori delle Muraglie cioè venti

viagi di detti Piastroni condotti a Un Giulio a Viaggio; un pezzo di Grotesco grosso e due picioli

levati sopra Verrucola, e più tre altri Groteschi levati in Sassina ...”

(Vedasi nota n. 3) Mandato n. 237: “Adi 14 Ottobre 1682, polizza a Niccolao Palleroni di Fivizzano di lire trentatre

Soldi sei Denari otto per tanti sono per sua mercede di cento Cocholetti ò siano Base fatte da

sostenere le Canne di Piombo distese nella fossa fuori delle Muraglie a ragione di quattro Crabie

l'una.”

Mandato n. 238: “Adì 14 Ottobre 1682, polizza a l Sig. Giò Battista Soldeli Fiorentino di Lire

Ottantaquattro per tante sono Piastre dodici fiorentine a Conto di suo havere per la fattura delli

Canoni di piombo per la Fonte.”

Mandato n. 239: “Adì detto, polizza a Lucchino Valazzana fabbro di Fivizzano di Lire nove soldi

Diciasette Denari otto per tanti sono per accomodature di diversi ferri per la Fonte cioè due

Cappe, una Mazza, cinquecento Gochie, due Mazzuoli e due Palletti alla Lice interamente dico L.

9.17.8”

Mandato n. 240: “Adì detto, polizza al Pier Angelo Maruzzi di Fivizzano di lire due per tanti

dovutili per gita da lui fatta da Fivizzano a Caprigliola per provedere di Pozzolana a servizio della

Fonte.”

Mandato n. 241: “Adì detto, polizza a Domenico di Giò detto Pellano habitante in Fivizzano di Lire

nove Soldi tre Denari Quattro per tanti sono per opere otto date da Lui con due compagni a far la

Capanna in Piazza, lavorare li pichiamenti della fonte sei opere, a 2 crabie, cinque carichi di

paglia , pertiche da salici per detta Capanna in tutto sono L. 9.3.4”

Mandato n. 248: “ Adi detto, polizza al Sig. Giò Batta Soldeli fiorentino Lire duecentoquaranta per

tanti che stati sono parte per pagamento del lavoro da lui fatto nel gettare, saldare et mettere in

opera le Cane di Piombo fino a questo giorno per servizio della Fonte, e parte à conto del lavoro

da farsi e finirsi, starsene a conti poi ritornare a terminare detta Fonte in Fivizzano ad ogni

richiesta dell'Illustrissimo Sig. Governatore Bracciolini e de Sigg. Priori di detta Terra di

Fivizzano et Operai di detta Fonte.”

Mandato n. 256: “Adì detto, polizza a Pietro Securani Nostro Procuratore di Lire dodici per tante

sono per 1500 fasci di paglia di segale da servire per coprire la Capanna fatta in Piazza sia l'altra

fatta in Sassina per poter lavorare la pietra in coperto a un Giulio il conto ed il resto per portarla.”

Mandato n. 263: “Adi detto, polizza a Gregorio Bianchi di Lire trentaquattro Soldi due per tanti

sono per Condotta, Gabelle della Pozzolana comprata alla Spezia per servizio della Fonte portata

da detto dalla Spezia a Fivizzano Dico 34.2.”

Mandato n. 279: “Adì 27 Febbraio 1682, polizza a Franco Picioli oste in Fivizzano di Lire

venticinque Soldi sei Denari otto per tanti sono per la pigione che si deve per la camera a due letti

da Esso dati per servizio del Maestro Jacopo Toschini da Carrara con li suoi Compagni che

lavorano alla Macchina della Fonte di Fivizzano; cioè a lire dodici per li mesi trascorsi di gennaio

e febbraio per la camera e il letto, e lire tredici per un'altro letto che si deve bonificare per quattro

mesi cioè da Novembre in qua à ragione di due baele il giorno che in tutto sono 25.6.8”

Mandato n. 304: “Adì 4 detto, polizza a Pietro Jacopo Pandiani di Fivizzanodi Lire Dieci per tante

sono per sua fattura per muro che si guastò fra il Sig. Cap.no Benedetti e il Sig. Bottignani con lire

tre per staie 18 di rena in tutto dico L. 10”

Mandato n. 306: “Adi 12 detto, polizza a Filippo di Agostino da Spizzano di Lire cinquantasei Soldi

tredici Denari 4 per tanti sono per condotta di somma cinquecentodieci sassi da murare per

servicio della Macchina della Fonte di Piazza a ragione di due baele la stima.”

Mandato n. 309: “Adì 29 Maggio 1682, polizza al Sig. Jacopo Toschini scarpellino di Carrara di

Lire Centosessanta per tanti sono a bon conto del Catino datogli e per far l'adornamento della

Macchina della Fonte di Piazza Dico L. 160”

Mandato n. 310: “Adi 17 Giugno 1682, a Pietro Securani Nostro Procuratore Lire trenta per tanti

sono per conto della valuta delle Chiavi di Bronzo fatte fabricare a Firenze per servizio della

Fonte.”

13

Mandato n. 323: “Adì 27 giugno 1682. a Maestro Jacopo Toschini da Carara di Lire Cento per

tante sono a bono conto del Catino dato di fare e l'adornato della Fonte di Piazza.”

Mandato n. 325: “ Adì 2 luglio 1682, fatta polizza a Stefano Lemmi di Fivizzano di lire ventiotto

per sua mercede d'havere misurato l'Acqua de la Fonte per mandarla all'Ingegnere a Firenze.”

Mandato n. 372. “Adì 5 settembre 1682, polizza a Stefano Lemmi di Fivizzano di lire venti Soldi 6

Denari 8 per tanti sono per tanti che si devono per gli alimenti prestati da esso al Sig. Andrea

Baratta ingegniere di Carara per giorni otto à ragione di quattro Giuli il giorno principiati il due

del corrente...venuto Detto apposta per assistere a mettere in opera la fabbrica della Fonte di

Piazza.”

Mandato n. 376: “Adì 6 detto, polizza a maestro Jacopo Toschini da Carara di Lire quarantasette

per tanti sono lire 40 a conto del Cattino della Machina della Fonte di Piazza, Lire sette per opere

tre datte da suo figlio a lavorare Cattini (?) in Piazza per servizio di detta Fonte.”

Mandato n. 377: “Adì 6 detto, polizza al Sig. Orazio Cechardi di Fivizzano Lire quattordici Soldi

undici per tanti sono per n. 10 pezzi di tavole di pioppo fatte per servizio della Fonte a ragione di

10 Cratie al pezzo, e più Lire cinque per valuta di 22 ferro tondo che serve a tenere l'ultima Canna

che imbula il Dado sotto la volta di Piazza a ragione di Soldi otto ...”

Mandato n. 378: “Adì 6 Settembre 1682, polizza a Sig. Pietro Securani Nostro Procuratore di Lire

Cinquanta per tanti sono per pezzo a condotta di Millecinquecento Mattoni grossi per murare

dentro alla vasca della Fonte di Piazza a ragione di cinque Giuli al conto dico L. 50.”

Mandato n. 379: “Adì 26 detto, polizza a Lorenzo Gentilini per tanti sono per opere cinque di

manuale datte da Lui in aiuto dei Maestri che lavorano alla fabrica della Fonte.”

Mandato n. 379: “ Adì detto, fatta polizza al Maestro Andrea Palleroni di Lire Tredici Soldi 6

Denari 8 per tanti sono per opere otto datte da lui à mettere in opera le Pietre della Fonte di Piazza

a venti Cratie il giorno.”

Mandato n. 389: “Adì Detto, polizza al Stefano Lemmi di Lire Ventidue Soldi 6 Denari 8 per

Spese cibarie fatte da esso per otto giorni a quattro Giuli al giorno al Sig. Andrea Baratta di

Carara stato assistere alla Fabbrica della Fonte.”

Mandato n. 390: “ Adì 25 Settembre 1682 , fatto polizza al Maestro Jacopo Toschini da Carara di

Lire trecentosessantaquattro e soldi 9 per tanti sono per resto del proprio conto che deve havere

per suo intiero pagamento del lavoro fatto della Macchina della Fonte di piazza per il quale ...

d'ordine dei Sigg. Priori vorrà per suo intiero pagamento.”

Mandato n. 392: “Adì 29 Settembre 1682, polizza a Maestro Giò Batta Soldeli fiorentino di Lire

ottantadue per tanti sono per resto e ultimo pagamento delle Piastre Trentacinque fiorentine ha

lavorato per le giornate da lui datte in numero di ventiquattro di lavoro a una piastra il giorno e

mezza piastra li giorni festivi e per datte in diversi tempi a lavorare le Canne per la Fonte Sud.:

Lire 82 sono per l'ultimo pagamento tanto delle sopradette giornate o di altra spesa fatta da Lui in

viaggi a cavalcatura da Fiorenza a Fivizzano e da qui a Fiorenza.”

Mandato n. 393: “ Adì 10 Ottobre 1682, polizza a Salvati Salvatori di Lire quindici per tante sono

per sua mercede di haver riportato a Fiorenza li utensili e altri instrumenti serviti al Maestro Giò

Batta Soldeli che ha lavorato la Canna di Piombo da rafonta.”

Mandato n. 396: “Adi 29 Ottobre 1682, polizza a Maestro Giò D'Agostino da Collegnago di lire

trentotto Soldi 6 Denari otto per tanti sono per opere ventidue datte da lui e suo figlio a ragione di

20 Cratie l'una à murare e far lo stucho dentro la vasca della Fonte di Piazza.”

L'anno 1683 è presente con poche registrazioni che stanno tutte in una sola pagina.

L'opera della Macchina della Fontana è finita.

Nell'anno 1684 viene collocata sulla vasca del lato nord la targa marmorea dal Governatore

Bracciolini.

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Targa in marmo del Governatore Alfonso Bracciolini apposta nel 1684

Ma altri dati sono ricavabili dai sei o sette libri chiamati “Saldi della Fonte” o “Saldi di ragioni”

con registrazioni via via successive che riguardano le entrate e le uscite, le spese per la costruzione

della cancellata, le spese per la lastronatura della piazza, le spese correnti dei Fontanieri che si

succedono.

Altri mandati sono registrati in ordine numerico ma senza data. Spesso si tratta di ripetizioni di

spesa già elencate nel libro delle “Entrate e uscite dal 1640 al 1683”.

Mandato n. 317: “A maestro Giò Antonio Todeschi fabro Lire due per pigione della sua fucina per

comodità di assestar li ferri li Maestri Carraresi.”

Mandato n. 325: “ Al Sig: Stefano Lemmi Lire venti per sua mercede di più operazioni di disegni

fatti e mandati al Sig. Ferri a Fiorenza così accordatoli Lire 20” Mandato n. 369: “ Al Sig. Stefano Lemmi Lire ventidue Soldi 6 Denari otto per spese fatte in

andar a Carrara a pigliar il Baratta ingegniere per assistere a mettere in opera il Grottesco, e

some per cartone.” Mandato n. 355: “ Al Sig. Stefano Lemmi Lire sete ( 7) per aver fatto il Modello del Grottesco.”

Mandato n. 372: “ Al Sig. Stefano Lemmi Lire ventiuna Soldi 6 denari 8 per gli alimenti prestati

per giorni otto al Sig. Andrea Baratti Ingegniere di Carara,”

Mandato n. 406: “ Al Maestro Jacopo Toschini da Carrara scarpellino lire ventinove per ogni

resto di suo avere per fare la vasca, Masso, Scalinata e davanzale (?) della Fonte in Piazza.”

Questa registrazione è del 26 luglio 1683.

Questa mia modesta e frettolosa ricerca atta a dimostrare, quanto minimo a togliere dei dubbi

sull'origine del Grottesco, la contemporaneità dello stesso con la costruzione vera e propria della

15

vasca e dei delfini quindi a rimarcare, a noi fivizzanesi distratti, che il Grottesco è opera del

pittore fivizzanese Stefano Lemmi che ha lasciato il segno del suo pennello e della sua arte

in varie città. (nota n. 5)

Fine

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NOTE

Nota n. 1) Nota dello scrivente: credo trattasi di sassi di tufo serviti per fare la

volta sottostante la vasca di piazza ove erano posizionati i meccanismi di

alimentazione dell'acqua. Sassi di tufo reperiti nella omonima località posta di

fronte al castello d'Agnino.

Nota n. 2) Secondo mio parere trattasi di una registrazione importante perché ci

dice che il Modello è stato fatto dal Ferri e che è stato accolto e quindi

“Giudicato” positivamente dal Senatore De Ricci. Credo di non sbagliare a dire

che colui che fece il disegno della fontana e poi il modello era quell'Antonio

Ferri ingegnere fiorentino addetto all'Ufficio dei Fiumi. Lo stesso che fece fare

16

anche le chiavi di Bronzo come risulta dal mandato successivo

Nota n. 3) Questo è il materiale che ha sicuramente scelto il Pittore Stefano

Lemmi per la parte centrale della vasca.

Nota n. 4) Su Terenzio Fantoni, Patrizio fiorentino:

“Originaria di Firenze e patrizia fiorentina è la famiglia dei Fantoni, la quale dette alla

Repubblica tre priori: Antonio nel 1454, Bernardo nel 1474, Fantone nel 1519. Giovanni, figlio

di quest'ultimo, andò in Lunigiana e prese stabile dimora a Fivizzano dove si amogliò nel 1534.

Il 27 settembre 1613 mancò ai vivi Terenzio di Antonio Fantoni, lasciando incinta la moglie

Bianca Dianora Zaniali di Spicciano, la quale il 22 di quello stesso mese partorì un figlio, che

portò il nome del padre. Laureatosi in legge nello studio di Pisa, il giovane Terenzio, nel 1648,

dal Granduca Ferdinando III fu chiamato a presiedere il Magistrato supremo, detto allora

de'Buoni Huomini; nel ' 66 gli diede un seggio nel Consiglio dei Duecento, e poi venne eletto

uno dei Nove Conservatori del Dominio Fiorentino......Amò con vivo affetto il suo nativo

Fivizzano, dove nel '70 eresse una scuola per le ragazze povere; aprì senza ritegno la borsa

quando sulla piazza pubblica a vantaggio degli abitanti fu eretta la bella fontana che prese il

nome di Marterrea; difese le immunità e i privilegi del Comune, al quale fu largo sempre del

consiglio e dell'opera sua........Afferma il Gerini che “ scrisse parimenti contro l'inumana tortura

che degradava l'autorità de' giudizi e molte allegazioni e consigli che furono stampati a Pisa” (

da Giovanni Sforza- Contributo alla vita di Giovanni Fantoni)

Apprendiamo quindi che il Terenzio anticipò primo fra tutti, con l' opera “Discusus de

Jiuramenti Reis non dando – Firenze 1679” le idee di rispetto dell'uomo anche se

colpevole. In breve: affermava che non si dovesse costringere al giuramento l'accusato

in un causa criminale e scriveva contro “l'inumana tortura”.

Fu quindi un precursore di quelle idee di giustizia e umanità che poi furono del

Beccaria e che portarono all'abolizione della pena di morte nel 1786 sotto il governo di

Pietro Leopoldo I di Lorena. E non sarà un caso fortuito se un pronipote di

TERENZIO quel GIOVANNI in Arcadia Labindo ormai repubblicano e giacobino

quando lasciò Reggio per recarsi Milano ove raccolse più di 3000 scudi per erigere un

monumento proprio a quel CESARE Beccaria che, forse e senza forse, si era imbevuto

delle idee innovative del suo avo Terenzio.

Nota n. 5) STEFANO LEMMI: del pittore fivizzanese, si conosce una discreta

produzione di affreschi nell'ambiente religioso, particolarmente francescano; luoghi, i

monasteri, ove forse si rifugiava nei momenti di scarsa richiesta professionale. Le sue opere

più note sono le tele di Carpi; gli affreschi nel palazzo Ducale di Modena; il Grottesco e gli

affreschi nelle sale del palazzo Ducale di Massa; gli affreschi nella chiesa di S. Francesco e

nell'Oratorio della SS. Trinità a Sarzana; il quadro di S. Antonio Abate con S. Paolo primo

Eremita, nell'oratorio del borgo di Fivizzano ed ora in San Giovanni; il chiostro del Carmine

di Cerignano nel fivizzanese. Di lui ne parla l’Abate Emanuele Gerini nel 1829 nel suo libro

“Memorie storiche d’illustri scrittori e di uomini insigni dell’antica e moderna Lunigiana”

con queste sue parole “Egli dopo di aver apparato a Bologna ritornò alla patria; e come di sua

professione viveva, così ad ogni prezzo pingeva, per cui ne' suoi lavori non sempre uguale si

mostrò. Tuttavolta quando il destro venivagli ed era accarezzato e a sufficienza retribuito (poi

che uomo era un po' fantastico e vario) ben faceva conoscere quanto valesse. La buona

maniera, il colorito e il disegno che si mostrano in alcuni quadri a olio, e in alcune storie a

17

fresco per lui lavorate dancene sicura fede e convincono di potersi annoverare tra' pittori del

suo tempo che superarono la mediocrità. Imperocchè dipinse con lode le camere del castello di

Fosdinovo dei Marchesi Malaspina, le quali pitture vedevansi anche poco fa, ma ora sonovi

cessate per li ristauramenti di quella fabbrica abbandonata e in rovina. In tra le altre cose in

quattro compartimenti di una volta vi avea mirabilmente storiato i quattro rari privilegi di

quegli antichi feudatari, cioè del batter monete, di legittimar figliuoli naturali, di crear dottori e

notai, di punire i delitti fino al sangue. Bene dipinse il Teatro di Massa che fugli allogato da

Donna Teresa Pamfilia Cybo duchessa di quello stato, e fu pure adoperato dal Duca di Modena

per alcuni lavori in suo Ducale palazzo. In tela egli fece il quadro dell'Annunziata, e

quest'opera che stimasi bella é nella chiesa di S. Francesco di Fivizzano. Parimente di lui sono

in S. Giovanni di sua patria li dipinti di S. Tommaso da Villanova, quando a' poveri dispensa le

sue ricchezze che per altro inesperto pittore fu sciaguratamente diformato col porvi sopra

l'effigie di S. Francesco di Paola: quello di S. Nicola da Tolentino: e l'altro dell'Angelo custode,

allegatogli dal dottore Carlo Antonio Vasoli lettore dell'Università di Pisa verso il 1698. Questo

sacro dipinto pieno di figure, ha belle e varie attitudini di quei santi che grandemente

esprimono la maraviglia, la divozione e l'allegrezza a riguardare la gloria che in alto si

manifesta. Un'altra opera non ispregievole di Stefano Lemmi è il quadro di S. Antonio Abate

con S. Paolo primo Eremita, nell'oratorio del borgo di Fivizzano. Molto poi il maestro Lemmi

dipinse nelle lunette del chiostro del Carmine di Cerignano nel Fivizzanese, il qual convento

fondato fu circa il 1560, in una delle quali segnò suo nome presso la porta d'ingresso: ma più

grandemente lavorò nel chiostro de' Minori Osservanti fuor di Sarzana, rappresentandovi tutta

la storia di S. Francesco loro patriarca, e tutte queste dipinture a fresco sono tenute in non

piccolo conto. (Questi dipinti sono accennati anche da Targioni nel suo Viaggi XII.60 e dal

Repetti nel suo supplemento al suo Dizionario a p. 69). Molte altre fatture potrebbonsi

descrivere di Maestro Stefano, che trovansi in diversi altri luoghi; ma basterà di aver accennato

quelle che sono a pubblica veduta per giudicare di lui, che morì in patria circa il 1730, dove

godeasi molta estimazione per l'arte sua". (Memorie Storiche, II. 180).

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