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Geografia della mortalità nel Friuli della Restaurazione

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Nicola Serio

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La disponibilità di una fonte documentaria che propone dati demografici per un livelloterritoriale molto disaggregato come quello comunale, in un periodo storico in cui le rilevazioni cheraggiungono tale dettaglio sono alquanto rare, ha rappresentato il presupposto per questo studiosulle differenze territoriali della mortalità nella Provincia del Friuli.

In questo lavoro prenderemo in considerazione gli anni compresi fra il 1827 e il 18371, checoincidono con un periodo storico di pace per il Friuli. Dal punto di vista demografico, l’intervalloconsiderato si inserisce in una fase di crescita della popolazione friulana, iniziata dopo il biennio1817-18 in cui gran parte dell’Italia era stata colpita da una gravissima carestia e da un’epidemia ditifo petecchiale. Per il Friuli, in particolare, questa carestia aveva rappresentato il punto culminantedi un periodo storico caratterizzato da continue guerre, iniziato nel 1797 con il conflitto fra austriacie francesi2. Dal 1813, dopo la parentesi della dominazione francese, il Friuli era tornato sottol’amministrazione austriaca, venendo inserito, nel 1815, nel Governo Veneto del Regno Lombardo-Veneto. La crisi di mortalità verificatasi nel 1817, poi definito «l’anno della fame» 3, pare esserestata l’ultima di antico regime per la popolazione friulana e più in generale per quella italiana4.

Gli eventi storici della prima parte del XIX secolo5 hanno quindi influito negativamentesulla crescita demografica della popolazione friulana che, dopo aver subito una certa stabilizzazionedella mortalità conseguente alla scomparsa delle epidemie di peste e delle crisi alimentari piùgravi6, sembrava avviata verso un periodo di espansione. Nel periodo 1755-95 la popolazione delFriuli era rimasta sostanzialmente invariata passando da 347.166 a 346.615 unità7; era poi cresciutafino a raggiungere le 360.043 unità nel 1802 per poi ridiscendere fino alle 341.113 nel 1818. Solonel 1826 registriamo un dato di popolazione superiore a quello del 1802 e pari a 363.448.Nell’intervallo 1827-37 il Friuli ritorna quindi sui livelli di popolazione antecedenti al periodo dicrisi del primo ventennio del XIX secolo.

Nelle pagine che seguono, dopo aver brevemente illustrato le peculiarità della fonteutilizzata e aver presentato i diversi compartimenti territoriali adottati, effettueremo uno studio dellamortalità generale ed infantile con attenzione anche ad aspetti particolari quali l’andamentostagionale delle morti e la distribuzione dei decessi in base alle cause di morte. Proporremo infine 1 Del periodo in esame Paolo Fortunati ha scritto che «costituisce il ponte di passaggio da una situazione demografica,quale era sino alla fine del secolo decimottavo a quella che si preannunzia verso la metà del 1800». Fortunati P.,4XDWWUR�VHFROL�GL�YLWD�GHO�SRSROR�IULXODQR, Padova, Tipografia Antoniana, 1932, p. 59.2 L’anno 1797 sancisce per il Friuli l’inizio di un periodo di grossi sconvolgimenti legati ad una successione ininterrottadi eventi bellici. L’economia di questa regione è messa a dura prova dalla costante presenza di eserciti invasori, dalledistruzioni, dalle requisizioni di derrate alimentari ma anche di edifici, in particolare chiese ospedali e conventi,utilizzati come alloggio per i militari; notevole è inoltre la pressione fiscale esercitata dagli occupanti che si alternanosul territorio del Friuli per circa un ventennio. Per una sintesi delle principali vicende si veda: Stefanelli L., ,O�)ULXOL

3URYLQFLD�$XVWUR�9HQHWD������������, in Stefanelli L., Corbellini R., Tonetti E, /D�3URYLQFLD�LPSHUIHWWD��,O�)ULXOL�GDO

�����DO�����, Udine, Arti Grafiche Friulane, 1992, p. 47.3 Titolo di un noto racconto di Caterina Percoto. Cfr. Percoto C., 5DFFRQWL�GL�&DWHULQD�3HUFRWR, Firenze, Le Monnier,1858. Citiamo anche un annotazione di Domenico Toso nel libro storico della parrocchia di Fraforeano: «L’anno 1817fu senza confronto il più pernicioso delli tre anni precedenti; e chi confronterà il Registro dei Morti vederà la strage deimorti in tale anno». Si veda Ellero G., /D�VWRULD�GHO�)ULXOL, Roma, Edizioni Periodiche locali, 1997, p. 826. Sulla crisialimentare e sulla diffusione dell’infezione tifoidea si veda inoltre: Fabi L., 6DOXWH�H�PDODWWLD, in 6DQLWj�H�VRFLHWj��)ULXOL�

9HQH]LD�*LXOLD��6HFROL�;9,�;;, Udine, Casamassima, 1986, pp. 176-177.4 Pozzi L., /H� FDUDWWHULVWLFKH� VWUXWWXUDOL� GHO� GHFOLQR� GHOOD� PRUWDOLWj� LQ� )ULXOL, Udine, Dipartimento di ScienzeEconomiche, Working Paper 4-93, p. 2.5 Per una cronologia dei fatti storici del periodo: Corbanese G.G., ,O�)ULXOL��7ULHVWH�H�O,VWULD�QHO�SHULRGR�QDSROHRQLFR�H

QHO�ULVRUJLPHQWR��*UDQGH�$WODQWH�VWRULFR�FURQRORJLFR�FRPSDUDWR, Udine, Del Bianco Editore, 1995. Si veda, inoltre, ildiario di Carlo Caimo: ASU, $UFKLYLR�&DLPR, b. 117.6 Con l’eccezione della già citata crisi del 1817. Cfr. Pozzi L���/H�FDUDWWHULVWLFKH�VWUXWWXUDOL�cit., p. 1.7 Per i dati di popolazione utilizzati facciamo riferimento a: Fortunati P., 4XDWWUR�VHFROL�cit., pp. 38 e 46.

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delle stime della speranza di vita alla nascita ottenute con l’applicazione del «metodo dei decessigeneralizzato»8 ed un utilizzo delle tavole di mortalità di Coale e Demeny9.

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Per quanto riguarda lo stato civile, il Governo austriaco con la «Sovrana PatenteMatrimoniale» del 20 aprile 1815 affida ai parroci la tenuta dei libri di matrimonio. Con lenotificazioni e le istruzioni del 19 e 22 gennaio 1816 anche la tenuta dei libri delle nascite e dellemorti, rimasta di competenza degli ufficiali di stato civile, viene assegnata ai parroci. Bisogna peròrilevare che anche durante il periodo napoleonico, mantenendo fede alle prescrizioni del Concilio diTrento, i parroci avevano continuato a tenere dei registri di nascite, matrimoni e decessi, paralleli aquelli dell’amministrazione civile10. Con le nuove disposizioni introdotte dall’amministrazioneaustriaca, allo stato rimaneva il controllo sull’operato dei parroci; tale fatto permetterà di porre inevidenza, negli anni successivi, gravi carenze e scorrettezze nella tenuta e conservazione deiregistri, che costringeranno le Regie Delegazioni a svolgere delle ispezioni sistematiche presso leparrocchie di competenza11.

Secondo le «Istruzioni e discipline» del 22 gennaio 181612, i libri delle nascite, delle morti edei matrimoni dovevano essere di «[…] eguale forma, e grandezza» e la fincatura doveva rispettarequella dei modelli proposti dall’autorità. I registri andavano compilati in duplice copia; la primacopia doveva rimanere presso la parrocchia di riferimento mentre la seconda doveva essere inviatatrimestralmente in fogli volanti alle rispettive Delegazioni Provinciali per il controllo delleregistrazioni e la compilazione dell’elenco annuale da inoltrare al Governo13. Tali fogli volanti «[...]uniformi a quelli costituenti i libri che rimangono presso le parrocchie», venivano poi trasmessi allaCuria Arcivescovile o Vescovile che aveva l’obbligo di riunirli alla fine dell’anno in libri distintiper nascite, morti e matrimoni al fine di conservarli14.

La fonte utilizzata in questo lavoro, denominata «Prospetto Statistico del Friuli», si basaproprio sui dati desunti dallo stato civile ed è attualmente conservata presso l’Archivio di Stato di 8 Per un illustrazione di tale metodo si veda: Santini A., Del Panta L., 3UREOHPL�GL�DQDOLVL�GHOOH�SRSROD]LRQL�GHO�SDVVDWR

LQ�DVVHQ]D�GL�GDWL�FRPSOHWL, Bologna, CLUEB, 1982.9 Coale A.J., Demeny P., 5HJLRQDO�0RGHO�/LIH�7DEOHV�DQG�6WDEOH�3RSXODWLRQ, New York, Academic Press, 1983.10 Si veda: Sala P., ,�UHJLVWUL�SDUURFFKLDOL�DVEXUJLFL�QHOOD�0LODQR�GHO�;,;�VHFROR��$QDOLVL�GL�XQD�IRQWH�SHU�OD�GHPRJUDILD

VWRULFD� H� OD� VWRULD� VRFLDOH, Milano, Franco Angeli, 1985, p. 17. Ed inoltre: Stefanelli L., /¶DQDJUDIH� LQ� )ULXOL�

GLVSRVL]LRQL�OHJLVODWLYH�LQ�HSRFD�RWWRFHQWHVFD��in Iona M.L. (a cura di),�,O�FLFOR�GHOOD�YLWD��'HPRJUDILD��GRFXPHQWL�H�DOWUH

PHPRULH� LQ� )ULXOL�9HQH]LD� *LXOLD�, Monfalcone, Edizioni della Laguna, 1990, pp. 163-167; Agostini F. (a cura di),$QDJUDIL�SDUURFFKLDOL�H�SRSROD]LRQH�QHO�9HQHWR�WUD�;9,,�H�;,;�VHFROR, Fonti e Studi di Storia Veneta N.14, Vicenza,Istituto per le Ricerche di Storia Sociale e Religiosa, 1989, pp. 11-17.11 In una lettera datata 13 settembre 1828 viene riportata tutta una serie di errori commessi dai parroci nella tenuta deilibri. In particolare viene indicato che «[...] Vi fu perfino qualche parroco che non si curò nemmeno di tenere i registri».ASU,�$UFKLYLR�FRPXQDOH�DXVWULDFR�,,, b. 12, /HWWHUD�1������GHOO¶,PS��5HJ��&RQVLJOLHUH�DWWXDOH�GL�*RYHUQR�H�'HOHJDWR

5HJLR�GHOOD�3URYLQFLD�GHO�)ULXOL�GHO����VHWWHPEUH�����.12 Per il testo di queste «Istruzioni e Discipline» si veda��&ROOH]LRQH�GL�/HJJL�H�5HJRODPHQWL�SXEEOLFDWD�GDOO¶,PS��5HJLR

*RYHUQR� GHOOH� 3URYLQFH� 9HQHWH. Vol. 3° - Parte I – Dal 1° Gennaio a tutto Giugno 1816, Venezia, Per FrancescoAndreola – Tipografo privilegiato dell’E.I.R.G., p. 51.13 Si fa riferimento alla «Modula G» allegata alle sopracitate «Istruzioni e Discipline» del 22 gennaio 1816. Tale tabellaconteneva la ripartizione mensile delle nascite, morti e matrimoni avvenuti nella rispettiva provincia; i matrimoni eranodistinti in base alla confessione religiosa, i nati in base alla legittimità, al sesso ed alla religione, i morti in base al sesso,alla religione all’età ed alla «qualità dei morti».14 Sull’argomento si veda anche Schiaffino A., ,O�©5XROR�JHQHUDOH�GHOOD�SRSROD]LRQHª�QHOO¶HVSHULHQ]D�VWRULFD�GHO�5HJQR

,WDOLFR, in Comitato Italiano per lo Studio della Demografia Storica��/H�IRQWL�GHOOD�GHPRJUDILD�VWRULFD�LQ�,WDOLD��$WWL�GHO

VHPLQDULR�GL�GHPRJUDILD�VWRULFD������������, Vol. I, p. 537.

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Udine15. L’origine di questa fonte parrebbe da ricondursi ad un provvedimento del 1826 cheordinava la compilazione di «Prospetti generali della popolazione a scopi sanitari»16.

Il Prospetto Statistico del Friuli contiene i dati secondo l’anno camerale17 relativi allapopolazione ed al suo movimento per i due quinquenni 1827-31 e 1832-36 più l’anno 1837aggiunto separatamente; per ognuno dei due quinquenni esistono anche dei quadri riepilogativi. Idati vengono proposti in 53 finche delle quali le prime quattro si riferiscono all’anno di riferimentoe alle unità territoriali che tratteremo nel dettaglio in seguito; dalla quinta all’ottava colonna sonoriportati i dati relativi ai matrimoni dell’anno corrente confrontati con quelli dell’anno precedente.Dalla nona alla sedicesima finca troviamo i dati delle nascite nell’anno in corso per sesso elegittimità, il cui totale viene confrontato con quello dell’anno precedente. Dalla diciassettesima allatrentanovesima finca sono rilevati i decessi che rappresentano il nostro specifico oggetto di studio.Dalla quarantesima alla cinquantatreesima colonna troviamo il «Dettaglio delle alterazioni subitedalla Popolazione» fra il 31 ottobre dell’anno precedente e di quello corrente con l’analisi di tutte lecomponenti naturali (nascite e morti) e migratorie (movimenti immigratori ed emigratori con glialtri comuni della Provincia del Friuli, con le altre province del Regno e con l’estero) che ne hannodeterminato la variazione. La qualità dei dati del Prospetto Statistico del Friuli è sostanzialmentebuona e non sussistono errori di calcolo18.

I dati relativi ai decessi, su cui concentreremo la nostra attenzione, sono distinti per sesso,età e genere della morte; le classi d’età utilizzate presentano l’inconveniente che il limite superioredi una classe, per esempio, «Dal 1. al 4.», risulta uguale al limite inferiore della classe successiva,«Dal 4. al 20.», generando ambiguità sulla definizione delle classi stesse. Una verifica svolta suiregistri dei morti e delle nascite di alcune parrocchie di Udine ha confermato quanto viene riportatonelle «Istruzioni pei signori Parrochi e le R.R. Delegazioni intorno alle notifiche sul movimentodella popolazione» del 1 novembre 185119: «[...] L’età deve commisurarsi in questo senso, che siaappena passato l’anno inferiore e non ancora o appena raggiunto l’anno superiore». Nella classe«Dal 4. al 20.» sono quindi compresi tutte le persone defunte dall’età 4 anni ed un giorno all’età 20anni esatti (giorno del 20° compleanno) 20. 15 ASU, $UFKLYLR�FRPXQDOH�DXVWULDFR�,, b. 136. Su questa fonte: Luchitta A., Da Nova Erne R., (YROX]LRQH�GHOOH�IRQWL

GHPRJUDILFKH��IRQWL�©GL�VWDWRª�H�IRQWL�©GL�PRYLPHQWRª��in Iona M.L. (a cura di),�,O�FLFOR�GHOOD�YLWD�cit., p. 74.16 Cfr. in proposito: Stefanelli L., /¶DQDJUDIH�LQ�)ULXOL��GLVSRVL]LRQL�OHJLVODWLYH�LQ�HSRFD�RWWRFHQWHVFD�� in Iona M.L. (acura di), ,O�FLFOR�GHOOD�YLWD�cit.��p. 165. In relazione alla mortalità, questi prospetti riportavano, come approfondiremo inseguito, delle classi d’età e delle cause di morte più analitiche rispetto a quelle utilizzate nell’Elenco annuale che venivainoltrato al governo dalle Delegazioni Provinciali.17 I dati fanno riferimento all’anno camerale e non a quello solare; ad esempio, l’anno camerale 1827 andava dal 1novembre 1826 al 31 ottobre 1827. Sottolineiamo inoltre che i dati a livello provinciale relativi a nascite, matrimoni edecessi sono disponibili anche con cadenza mensile.18 In relazione alla qualità dei dati, nelle tabelle considerate non abbiamo trovato alcun errore di calcolo e ciò sembraessere abbastanza raro nelle statistiche dell’epoca soprattutto in relazione alla grande quantità di dati trattati. Perverificare la correttezza della fase di rilevazione dei dati abbiamo calcolato il rapporto dei sessi alla nascita nei comunidella Provincia del Friuli per verificarne la collocazione negli intervalli di confidenza al 95% in base alla numerositàdelle nascite nell’intero periodo 1827-37. I 98 comuni che nel periodo considerato hanno un numero dei nati inferiore a1.500 presentano un rapporto dei sessi alla nascita che è compreso fra 86,41 e 129,82 e solo 12 di essi esconodall’intervallo di confidenza (92,9-119,1) stabilito da G. Leti per 1.000 nascite (nell’ipotesi di rapporto vero dei sessialla nascita pari a 106); considerando che 32 comuni hanno nell’intervallo undecennale un numero di nascite inferiore a600 i valori del rapporto dei sessi ottenuti paiono buoni. I 20 comuni (o distretti) con numero di nascite undecennalisuperiore a 1.500 hanno un rapporto dei sessi alla nascita compreso fra 101,85 e 114,43 e solo tre comuni (o distretti)escono dall’intervallo di confidenza (100,1-111,9) stabilito da G. Leti per 5.000 nascite. Anche in questo caso i valoriottenuti sono buoni. Per il Comune di Udine, che ha il maggior numero di nascite (8.791 nel periodo 1827-37), ilrapporto è pari a 107,14. Cfr. a questo proposito: Leti G., 3UREOHPL� GL� FDPSLRQDPHQWR� VWDWLVWLFR� QHOOH� LQGDJLQL� GL

GHPRJUDILD�VWRULFD, in Comitato Italiano per lo Studio della Demografia Storica��3UREOHPL�GL�XWLOL]]D]LRQH�GHOOH�IRQWL�GL

GHPRJUDILD�VWRULFD��$WWL�GHO�6HPLQDULR�GL�'HPRJUDILD�6WRULFD��������. Vol. II, Roma, CISP, pp. 322-327.19 Queste Istruzioni sono allegate al Registro V° morti dell’archivio della parrocchia del Duomo a Udine.20 Le verifiche fatte sul Registro dei Morti delle parrocchie di Udine hanno evidenziato che l’età generica «1 anno»viene attribuita alla classe inferiore «Dalla nascita al 1. Anno» mentre l’età «1 anno e 1 mese» viene attribuita allaclasse superiore «Dal 1. al 4.». Tale fatto potrebbe condurre ad una sovrastima dei decessi «Dalla nascita al 1. anno» in

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In relazione alla finca dei Nati Morti riportiamo le osservazioni manoscritte sul «Prospettodimostrante li Matrimoni, le Nascite e le Morti successe nel corso dell’anno Militare 1824, nellaRegia Città di Udine e sue Frazioni»21. «Per nati morti si ritengono quelli che morirono tosto nati inconseguenza di parti prematuri o laboriosi o per mancanza di vitalità. Dacché quelli che nasconoeffettivamente morti non vengono da Parrochi iscritti nei Registri Civili, venendo questi qualificatiaborti».

Le verifiche fatte sui registri delle parrocchie di Udine hanno confermato tale osservazione;abbiamo constatato, infatti, che il numero dei nati morti corrisponde a quello dei bambini mortidurante o subito dopo il parto (nel registro viene riportata l’età «1 ora») 22. Nelle sopracitateIstruzioni del 1 novembre 1851, risalenti cioè ad un periodo successivo a quello da noi considerato,troviamo la seguente affermazione che confermerebbe quanto precedentemente asserito: «[...] Siricorda ancor una volta di apportare la massima cura nelle notifiche sopra i nati-morti, per i quali sideve intendere i figli capaci di vivere (vivaci), ma venuti morti alla luce, non quelli che sono mortiimmediatamente dopo il parto»; si nota quindi un ribaltamento rispetto al concetto di nati mortiadottato nel periodo 1827-37 quando «i figli capaci di vivere ma venuti morti alla luce» non eranoregistrati nei libri dei morti essendo classificati aborti.23 Nel 1827-37 i nati morti, nel significatoadottato in questo periodo, risultano inoltre annotati sia nel registro dei nati sia in quello dei morti;essi sono quindi compresi nel totale delle nascite riportate nel Prospetto Statistico del Friuli24.

Nella fonte considerata vengono considerate due categorie di cause di morte: morti causateda malattia e morti di tipo violento. Le morti di tipo violento sono ripartite fra «suicidio»,«idrofobia», «uccisione» e «accidentale» mentre quelle per malattia si suddividono fra «consuete»,«locali», «epidemia» (nell’anno 1836 esiste un’apposita finca per il colera) e «vaiolo». Nelle giàcitate istruzioni del 1851 in relazione alle malattie locali troviamo scritto: «[...] si contano fra lemalattie endemiche (locali) quelle che sono specialmente particolari delle località dellagiurisdizione parrocchiale o ai suoi dintorni, come p.e. il cretinismo, la plica, certe febbri, ecc.». Lemalattie consuete25 paiono invece costituire una categoria residuale: «[...] Fra le malattie comuni simettono tutte quelle che non sono comprese in alcuna delle altre rubriche». L’esattezza della fincadelle malattie epidemiche è stata messa in dubbio per la scarsa esperienza dei medici cheattribuivano le cause di morte, mentre più affidabili sembrerebbero essere i dati sulle registrazionirelative al colera26. quanto potrebbero venire attribuiti a tale classe anche decessi di bambini che avevano già compiuto 1 anno e la cui età èstata genericamente trascritta nel registro come «1 anno». Secondo la definizione adottata, l’età «1 anno» dovrebbeessere utilizzata solo nel giorno esatto del primo compleanno e ciò è improbabile che sia avvenuto. Nel prosieguo leclassi d’età verranno indicate come se si utilizzasse il criterio degli anni compiuti (Classe 4-19) che, se le registrazionifossero corrette, sarebbe quasi omogeneo a quello utilizzato nella fonte originale «Dal 4. al 20.» con la sola differenzadella diversa attribuzione alle classi contigue dei decessi avvenuti nel giorno esatto di compleanno per le età limite delleclassi.21 ASU, $UFKLYLR�FRPXQDOH�DXVWULDFR�,, b. 88.22 Dalle annotazioni riportate su alcuni registri dei morti delle parrocchie di Udine abbiamo verificato che nella quasitotalità dei casi i neonati morti all’età «1 ora» venivano battezzati dalla levatrice. Valentino Ostermann così scrive: «[...]Tale era poi anticamente il timore di perdere quelle animucce da indurre a battezzare anche i morti». Si potrebbe quindipensare che in realtà alcuni appartenenti alla classe nati morti, nonostante quanto sopra riportato, fossero effettivamentemorti prima del parto; per essi probabilmente veniva fittiziamente fatta risultare l’età «1 ora» e venivano battezzati dallalevatrice per evitare che finissero nel limbo. Si veda: Ostermann V., /H�DUWL�H�OH�WUDGL]LRQL�SRSRODUL�G¶,WDOLD��/D�YLWD�LQ

)ULXOL, Udine, Edizioni Del Bianco e figlio, 1940, p. 303.23 Nelle stesse Istruzioni del 1851, in relazione ai nati morti, troviamo scritto: «[...] I Parroci dovranno por mentespeciale perché non avvengano omissioni per nessun lato, come avvenne di frequente fino adesso nelle notifiche peinati-morti, così che il maggior numero di questi sfuggiva ai registri delle nascite e delle morti perché non si conoscevabene l’importanza di questa notizia».24 In realtà i nati morti nella definizione adottata dovrebbero rientrare fra i morti in età 0; per questo motivo nel calcolodel tasso di mortalità infantile i nati morti sono stati considerati assieme ai morti in tale classe d’età.25 In altre fonti demografiche del periodo vengono definite «ordinarie» o «comuni».26 Cfr.: BCU, )RQGR�SULQFLSDOH, m. 952, Pelizzo F., 1RWL]LH�VWDWLVWLFKH�GHOOD�3URYLQFLD�GHO�)ULXOL.

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Alcune parole vanno spese infine a proposito dei dati relativi alla consistenza dellapopolazione, riportati nelle tavole del Prospetto Statistico del Friuli e che sono stati utilizzati nelcalcolo di alcuni indici di mortalità. Infatti nella tavola del 1835, accanto alla popolazione del 31ottobre 1835 ricavata in base a calcoli, troviamo anche la popolazione, alla stessa data, tratta dalRuolo della popolazione attivato nel 183427. La differenza riscontrata a livello provinciale è di10.354 unità in più, pari al 2,7% della popolazione derivante da calcolo; tale scarto conferma che leregistrazioni relative al movimento migratorio della popolazione non erano sempre precise.

A livello comunale si riscontrano differenze sia positive sia negative fra il dato dipopolazione desunto dal Ruolo della popolazione e quello calcolato; ciò che ci preme sottolineare èche in una ventina di comuni tali differenze risultano, molto ingenti attestandosi fra il 10% ed il23% (la massima differenza positiva è stata riscontrata a Carlino con +22,44%, la massimadifferenza negativa a Prepotto con –19,01%). Francesco Pelizzo, nelle sue «Notizie Statistiche dellaProvincia del Friuli»28, ritenendo esatto il movimento della popolazione riportato nel ProspettoStatistico dal 1827 al 1835, proponeva di aggiungere fin dall’inizio al dato della popolazione (31ottobre 1826) le unità trovate in più che, a suo avviso, dovevano far riferimento ad errori dinumerazione antecedenti il periodo considerato. Da un controllo effettuato sui dati relativi aimovimenti migratori interni ai comuni della provincia, nel Prospetto Statistico del Friuli, si èriscontrato un brusco salto dopo il 1834, anno di attivazione del Ruolo. Ciò farebbe supporre chenemmeno durante il periodo 1827-34 le statistiche sui movimenti migratori fossero esenti da errorie che solo con l’attivazione del Ruolo della popolazione sia iniziato un periodo di maggiorattenzione per questo tipo di registrazioni. Anche se sarebbe probabilmente più opportuno sceglierealtri criteri29, abbiamo accettato la correzione proposta dal Pelizzo e recepita anche da altri autori30;tale scelta è legata al fatto che, come abbiamo verificato, l’adozione di criteri diversi non determinasignificative variazioni nell’analisi del fenomeno mortalità.

27 Tale Ruolo riprendeva l’impianto di quello francese e veniva «[...] compilato da una commissione composta di dueDeputati Comunali e da un Consigliere del Comune, che meglio conosca la popolazione»; la redazione del Ruolospettava quindi all’amministrazione comunale ma i dati di stato civile utilizzati per aggiornarla erano ancora desunti dairegistri tenuti dai parroci. Si vedano in merito le «Istruzioni per la compilazione del ruolo della popolazione nellaProvincia del Friuli» ed anche i modelli allegati che si trovano in: ASU, $UFKLYLR�FRPXQDOH�DXVWULDFR�,, b. 21828 Cfr.: Pelizzo F., 1RWL]LH�VWDWLVWLFKH�cit.29 Ad esempio, attribuire metà correzione a partire dal 31 ottobre 1826 e metà ridistribuirla nei singoli anni compresi frail 31 ottobre 1826 e il 31 ottobre 1834.30 Si vedano in particolare: Fortunati P., 4XDWWUR�VHFROL�cit.��p. 46.�Ferrari G., ,O�)ULXOL��/D�SRSROD]LRQH�GDOOD�FRQTXLVWD

YHQHWD�DG�RJJL, Udine, Camera di Commercio industria e Agricoltura, 1963, p. 192.

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����,�FRPSDUWLPHQWL�WHUULWRULDOL�VFHOWL�SHU�O¶DQDOLVL

Nel periodo 1827-37 la Provincia del Friuli apparteneva al Regno Lombardo-Veneto31 erientrava nel territorio del Governo Veneto, che era complessivamente composto da otto province32,93 distretti e 814 comuni. Il territorio della Provincia del Friuli equivaleva approssimativamentealle attuali Province di Udine e Pordenone, cui vanno sottratti i territori annessi all’Italia con la Pacedi Versailles ed i successivi Trattati di San Germano (10 settembre 1919) e di Rapallo (17novembre 1920)33, ma va aggiunto il Comune di Sappada, compreso all’epoca nel Distretto diRigolato e passato alla Provincia di Belluno nel 185334. La Provincia del Friuli, il cui territorio erasuddiviso in 21 distretti e 182 comuni35, confinava a nord ed a est con l’Illiria, a sud con il mareAdriatico, a sud-ovest con la Provincia di Venezia, ad ovest con le Province di Treviso e diBelluno36.

Andremo ora a riconsiderare il Prospetto Statistico del Friuli sia per agganciare i livelli a cuisono esposti i dati con il contesto sopra descritto sia per introdurre le zone intermedie fra provincia 31 Forniamo una sintetica descrizione dell’organizzazione amministrativa e territoriale del Regno Lombardo-Veneto, incui rientrava la Provincia del Friuli; in particolare, faremo riferimento alla Patente sull’Istituzione del Regno del 7 aprile1815. Per quanto riguarda i territori compresi nel Regno Lombardo-Veneto in essa si legge: «In conseguenza deiTrattati conchiusi colle Potenze alleate, e delle ulteriori amichevoli Convenzioni colle medesime stabilite, restano inperpetuo incorporate all’Impero Austriaco come parte integrante, le Provincie Lombarde, e Venete in tutta la loroestensione sino al Lago Maggiore, ai fiumi Ticino e Po, come pure quella porzione del Territorio Mantovano, che èsituata sulla riva destra di quest’ultimo fiume, e parimenti la Provincia della Valtellina e le Contee di Chiavenna eBormio». Il Regno si divideva in due territori governativi, quello alla destra del fiume Mincio si chiamava GovernoMilanese, quello alla sinistra Governo Veneto. Ogni Governo si divideva in province, ciascuna provincia in distretti eciascun distretto in comuni. Nel territorio di ciascun governo c’era un Governatore ed un Collegio governativo, conresidenza a Milano ed a Venezia cui era affidata la «[...] direzione generale di tutti gli affari». La suddetta Patenteprevedeva inoltre che «[...] Essi eserciteranno il loro Uffizio colla dovuta dipendenza da’ Nostri aulici Dicasterj».Accanto alla struttura di governo venivano istituite le Congregazioni Centrali, ossia dei collegi permanenti composti dairappresentanti di diverse categorie di individui la cui funzione era così descritta: «[...] Per conoscere nelle vie regolaricon esattezza i desiderj, e bisogni degli abitanti del nostro Regno Lombardo-Veneto e per mettere a profitto nellapubblica Amministrazione i lumi e consigli, che i loro rappresentanti potessero somministrare a vantaggio della Patria».«[...] L’amministrazione di ciascheduna Provincia» era affidata ad una Regia Delegazione che dipendeva direttamentedal Governo; anche a questo livello, accanto all’organo esecutivo, erano previste delle Congregazioni Provinciali confunzioni consultive. In ogni distretto c’era un Cancelliere del Censo (definito Commissariato Distrettuale dal 1819) chealle dipendenze della rispettiva Regia Delegazione aveva «[...] la superiore ispezione sopra i Comuni di seconda e terzaclasse, tutta l’ingerenza negli affari censuarj, e la sorveglianza generale sui Comuni delle suddette classi perl’adempimento delle Leggi politiche». I comuni erano divisi in tre classi; quelli di prima classe, insieme alle Città Regiee alle città in cui era fissata la Residenza della Regia Delegazione, dipendevano direttamente dalle Regie Delegazioni. Icomuni di seconda e terza classe, come già riportato, erano sorvegliati ed ispezionati dai Cancellieri del Censo.Per il testo della Patente sull’Istituzione del Regno Lombardo-Veneto si veda: ASU, $UFKLYLR�FRPXQDOH�QDSROHRQLFR

(terzo periodo: amministrazione austriaca), b. 62. In questa sede abbiamo fornito una descrizione della strutturaamministrativa iniziale del Regno che è rimasta nella sostanza invariata fino al 1848; per approfondimenti su questaparte e per un’illustrazione puntuale delle variazioni intervenute nella suddetta struttura cfr.: Stefanelli L., ,O�)ULXOL�cit.,pp. 13-75. Meriggi M., $PPLQLVWUD]LRQH�H�FODVVL�VRFLDOL�QHO�/RPEDUGR�9HQHWR������������, Bologna, Il Mulino, 1983.Meriggi M., ,O�5HJQR�/RPEDUGR�9HQHWR, Torino, Utet, 1987.32 Le Province del Governo Veneto erano: Belluno, Friuli, Padova, Polesine, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza.33 Barbina G., *OL� DVSHWWL� JHRJUDILFL� GHO� FRQILQH� WUD� LO� )ULXOL� H� O,PSHUR� $XVWUR�8QJDULFR, in Accademia Udinese diScienze Lettere e Arti, &RQILQH� RULHQWDOH� H� VWUDWHJLD� GLIHQVLYD� SULPD� GHOOD� JUDQGH� JXHUUD, Udine, Arti GraficheFriulane, 1997, pp. 10-22.34 Confronta a questo proposito: Netto G., 3URYLQFLH�H�&RPXQL�QHO�9HQHWR�GDO������DO�����, Vittorio Veneto, TIPSE,1981.35 Per un elenco dei comuni e dei distretti si veda�&RPSDUWLPHQWR� WHUULWRULDOH�GHOOD�3URYLQFLD�GHO�)ULXOL, Udine, Tip.Biasutti, 1839. Si veda anche: Ciconi G., 8GLQH�H�VXD�3URYLQFLD, Udine, Tipografia Trombetti – Murero, 1862.36 Per una carta topografica molto dettagliata del Lombardo-Veneto si veda: &DUWD�7RSRJUDILFD�GHO�5HJQR�/RPEDUGR�

9HQHWR� FRVWUXWWD� VRSUD� PLVXUH� DVWURQRPLFR�WULJRQRPHWULFKH� HG� LQFLVD� D� 0LODQR� QHOO¶,VWLWXWR� *HRJUDILFR� 0LOLWDUH

GHOO¶,�5�� 6WDWR� 0DJJLRUH� *HQHUDOH� $XVWULDFR�� ����� �LQL]LDWD� QHO� �����, Milano, Cisalpino-Goliardica (ristampaanastatica), 1973.

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e comuni che sono state prescelte per svolgere la successiva analisi della mortalità. Nella fontepresa in esame i dati fanno riferimento ai seguenti livelli di dettaglio territoriale: la Provincia delFriuli, le «parti» (parte montuosa, parte piana e parte bassa), i distretti ed i comuni. Con riferimentoalle parti, bisogna notare che non corrispondono alla classificazione ISTAT delle zone altimetrichedi montagna, collina e pianura, essendo nella parte montuosa approssimativamente comprese sia lafascia montana sia quella collinare: «[...] La regione superiore del Friuli consideratatopograficamente, comprende le Alpi Giulie o Carniche; i monti con la loro catena successiva, ed iColli che le stanno a piedi»37. Le parti piana e bassa sono zone di pianura che corrispondono quindialla fascia superiore ed inferiore della pianura friulana. Il livello di maggior analisi a cui sonoproposti i dati è quello comunale con l’eccezione di molti distretti della parte montuosa38, e delDistretto di Latisana per i quali i dati non risultano disponibili al livello più disaggregato.

I distretti, pur fornendo una maggior aderenza dei dati alla situazione storica del momento,non sono stati adottati come compartimenti territoriali intermedi fra la provincia ed i comuni nellostudio della distribuzione geografica della mortalità. Questa scelta è dipesa dal fatto che questeunità amministrative sono state soggette a numerose variazioni territoriali nel corso del XIX secolo,per poi essere definitivamente soppresse nel 192339; abbiamo quindi preferito utilizzare deicompartimenti territoriali proposti dall’ISTAT nel 1958 ed ancora utilizzati in recentipubblicazioni40.

Nella classificazione ISTAT, le regioni agrarie rappresentano aree relativamente omogeneedal punto di vista dell’altimetria e risultano costituite da comuni contigui che hanno «[...] analoghesituazioni naturali (giacitura, rilievo, geologia, clima, ecc.) ed agrarie (colture attuali epotenziali)»41. Questa definizione associa le regioni agrarie a delle caratteristiche del territorio chevariano molto lentamente nel tempo e che le rendono particolarmente adatte per studi di lungoperiodo.

Anche in luogo delle parti abbiamo deciso di adottare dei compartimenti territoriali propostidall’ISTAT, che consentono di tenere conto delle differenze fra la fascia montana e quella collinareed, inoltre, si basano su criteri classificatori precisi quali l’altitudine ed il rilievo. Per questicompartimenti, definiti zone altimetriche, valgono le medesime considerazioni fatte per le regioniagrarie. Le zone altimetriche sono costituite da regioni agrarie attigue e risultano quindiperfettamente compatibili con queste.

Il ragguaglio fra i compartimenti territoriali del tempo e quelli attuali viene fatto a livellocomunale. Un problema è sorto, come già segnalato, con i distretti della parte montuosa e con ilDistretto di Latisana per i quali disponevamo del solo dato aggregato. In questo studio abbiamoscelto di non ripartire con metodi arbitrari i dati fra i singoli comuni per non introdurre elementi diincertezza; nei casi segnalati, i dati esposti faranno quindi riferimento ai distretti e non ai comuni.

La mancata disponibilità di tutti i dati a livello comunale ha generato problemi anche perl’attribuzione dei comuni alle zone altimetriche e alle regioni agrarie che al termine dellaricostruzione effettuata non coincidono perfettamente con quelle attualmente utilizzate dall’ISTATper due ordini di motivi42: in primo luogo si sono dovute aggregare le regioni agrarie nelle qualirientravano quei distretti non divisibili; in secondo luogo non è stato possibile attribuire un numero 37 Cfr.: Pelizzo F., 1RWL]LH�VWDWLVWLFKH�cit.38 Si tratta dei Distretti di S.Pietro, Moggio, Paluzza, Rigolato, Ampezzo, Tolmezzo, Gemona e Tricesimo.39 Sulle variazioni territoriali dei distretti nel Friuli si veda: Schiaffino A., 3RSRORVLWj�H�GLQDPLFD�GHPRJUDILFD�GL�OXQJR

SHULRGR�QHL�©GLVWUHWWLª� YHQHWL, Bologna, Stabilimento Tipografico di Rocca San Casciano della Casa Editrice LicinioCappelli S.p.A., 1971, pp. 14-17.40 Si veda p. es.: ISTAT, &RPXQL��&RPXQLWj�PRQWDQH��5HJLRQL�DJUDULH��DO����GLFHPEUH�������&RGLFL�H�GDWL�VWUXWWXUDOL,ISTAT, 1990.41 Cfr.: ISTAT, &LUFRVFUL]LRQL�6WDWLVWLFKH�0HWRGL�H�1RUPH�VHULH�&���1��, Roma, ISTAT, 1958, p. 10.42 Si tenga conto, inoltre, che facciamo riferimento al Friuli del 1827-37 per cui non consideriamo i territori passati alFriuli dopo il primo conflitto mondiale.

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limitato di comuni alla regione agraria di competenza43. Con la classificazione adottata abbiamoottenuto undici regioni agrarie (di cui quattro appartenenti alla zona altimetrica di montagna, duealla collina e cinque alla pianura), con delle differenze poco significative fra la classificazioneISTAT e quella leggermente modificata che abbiamo utilizzato. Nella figura 2.1 riportiamo leregioni agrarie, nei confini del Friuli del 1827-37, suddivise fra le tre zone altimetriche e fra leattuali Province di Udine e Pordenone.

Map. 2.1 – /H� UHJLRQL�DJUDULH�� QHL� FRQILQL�GHO�)ULXOL� ��������� VXGGLYLVH� IUD� OH� WUH� ]RQH�DOWLPHWULFKH� �ILJ��$�� H� IUD� OH

DWWXDOL�3URYLQFH�GL�8GLQH�H�3RUGHQRQH��ILJ��%��

A B

Fonte: ns. elab. su dati ISTAT e su dati del Prospetto Statistico del Friuli.

43I distretti non divisibili sono stati così attribuiti: i Distretti di Ampezzo, Paluzza, Rigolato e Tolmezzo, costituisconoun'unica regione agraria denominata “Carnia” che differisce dalla somma delle due regioni agrarie (ISTAT) Carniaoccidentale e Carnia orientale per il fatto che i tre Comuni di Forgaria nel Friuli, Trasaghis e Bordano, appartenenti ilprimo al Distretto di Spilimbergo e i secondi due al Distretto di Gemona, si sono dovuti aggregare alla regione agraria“Sandanielese e colline fra Tagliamento e Iudrio” e perché non è stato possibile scorporare il Comune di Sappada(rimasto nella Provincia del Friuli fino al 1853 e oggi appartenente alla Provincia di Belluno). La regione montagna delCanal del Ferro coincide con il Distretto di Moggio e differisce dalla classificazione ISTAT per il fatto che il Comunedi Venzone è stato attribuito alla regione Sandanielese e colline fra Tagliamento e Iudrio. La montagna dell’Alta Slaviacomprende tutto il Distretto di San Pietro più il Comune di Taipana (Distretto di Faedis); differisce dalla regione agrariaISTAT perché cede Lusevera alla regione Sandanielese e colline fra Tagliamento e Iudrio mentre dalla medesimaacquisisce San Pietro al Natisone. La regione Sandanielese e colline fra Tagliamento e Iudrio è formata dai Distretti diGemona, San Daniele, Tricesimo più alcuni comuni dei Distretti di Cividale, Faedis e Udine e rappresenta la sommadelle due regioni agrarie ISTAT colline di San Daniele e colline fra Tagliamento e Iudrio. Differisce da esse perché,come già segnalato, acquisisce i Comuni di Forgaria nel Friuli, Bordano, Trasaghis, Venzone e Lusevera da altre regionimentre cede il solo Comune di San Pietro al Natisone. L’indisponibilità dei dati a livello comunale del Distretto diLatisana ci ha infine imposto l’aggregazione delle due regioni agrarie (ISTAT) denominate pianura Friulanameridionale e Bassa Friulana in un’unica regione denominata “pianura friulana meridionale e bassa” che non contiene icomuni passati alla Provincia di Udine dopo la prima guerra mondiale. La regione montana della Val Canale non è statapresa in considerazione in quanto composta dai Comuni di Tarvisio e Malborghetto-Valbruna all’epoca nonappartenenti al Regno Lombardo-Veneto. Tutte le altre regioni agrarie coincidono perfettamente con quelle propostedall’ISTAT; l’unica differenza è rappresentata dal Comune di Udine che viene volutamente considerato a sé stante. Ledifferenze viste per le regioni agrarie si riflettono ovviamente anche sulle zone altimetriche che quindi non coincidonoperfettamente con quelle proposte dall’ISTAT.

CARNIA

SANDANIELESE E COLLINE TRA TAGLIAMENTO E IUDRIO

MONTAGNA DELL’ALTA SLAVIA

COMUNE DI UDINE

PIANURA DI UDINE

PIANURA FRA CELLINA E LIVENZA

MONTAGNA DEL CANAL DEL FERRO

PIANURA FRIULANA MERIDIONALE E BASSA

PIANURA FRA TAGLIAMENTO E CELLINA

ALTE VALLI DEL CELLINA E DEL MEDUNA

MEDIO CELLINA E MEDIO MEDUNA

PIANURA FRIULANA CENTRALE

MONTAGNA

COLLINA

PIANURA

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Diamo infine alcune indicazioni sul metodo utilizzato per abbinare i comuni del 1827-37con quelli rispondenti alle attuali classificazioni ISTAT, rimandando per un approfondimento allanota riportata a piè pagina. In questa sede non abbiamo effettuato un’analisi di tutte le variazioniterritoriali intercorse nei singoli comuni ma abbiamo associato direttamente il dato del comunedell’epoca con il corrispondente attuale. I dati dei comuni del 1827-37 che attualmente risultanoessere frazioni sono stati associati al dato del comune attuale nel cui territorio rientra la sopracitatafrazione. Per gli attuali comuni che all’epoca facevano parte di un altro comune, viene mantenuto ilsolo dato aggregato relativo al comune di vecchia appartenenza44.

��±�/D�PRUWDOLWj�JHQHUDOH�H�LQIDQWLOH

Nel periodo 1827-37 il Friuli si segnala per bassi livelli di mortalità sia rispetto al resto delRegno Lombardo-Veneto che ad altre realtà italiane45; il tasso generico di mortalità (1827-37m)dell’intero periodo 1827-37 è pari a 25,56 per mille (tab. 4.1). Considerando il tasso genericorelativo ai singoli anni, riscontriamo un massimo di 32,21 per mille in occasione dell’epidemia dicolera del 1836 ed un minimo di 23,18 per mille nell’anno 1830. Nel confronto con altre zonedell’Italia, le medesime osservazioni fatte per il tasso generico di mortalità, possono essere ripetuteanche per il tasso di mortalità infantile (1827-37m0), che in Friuli è pari a 214,86 per mille (tab. 4.1):fra le regioni prese in considerazione, solo la Liguria risulta essere avvantaggiata, rispetto al Friuli,in relazione alla mortalità nel primo anno di vita46.

Nonostante che i tassi considerati siano generalmente più bassi rispetto ad altre realtàitaliane, nell’intervallo undecennale che stiamo esaminando la mortalità in Friuli assume valoricomunque elevati. Ciò va posto in relazione al considerevole numero di decessi nelle età infantiliricollegabile alla notevole incidenza che avevano, nel periodo in esame, le malattie infettive eparassitarie, che colpivano soprattutto nei primi anni di vita. Lo conferma il fatto che in Italia, neglianni 1882-92, il 20% dei decessi era ancora provocato da questo tipo di affezioni47. 44 Nella fonte originale ciascuna serie di dati risulta composta di 126 record; se togliamo i quattro record checorrispondono alle parti (3) e al totale del Friuli (1) ne rimangono 122 di cui nove fanno riferimento a distretti in cuirientrano, nel complesso, 69 comuni; sottraendo nove ed aggiungendo 69 otteniamo i 182 comuni che c’erano all’epocanel territorio della Provincia del Friuli. Per passare dai 182 comuni del tempo, ai 174 che si sono ottenuti dopo lariclassificazione basata sui comuni attuali sono stati effettuati i seguenti passaggi: abbiamo sottratto 10 comuni del1827-37 oggi diventati frazioni di altri comuni (indicati fra parentesi): Castel del Monte (Prepotto), Cesclans (CavazzoCarnico), Raccolana (Chiusaforte), Ciseriis e Collalto (Tarcento), Feletto (Tavagnacco), Ipplis (Premariacco), Mione(Ovaro), Passariano (Codroipo) e Vallenoncello (Pordenone). Abbiamo sottratto un ulteriore comune in quanto iComuni di Rodda e Tarcetta sono stati accorpati nel Comune di Pulfero non esistente all'epoca. Abbiamo infineaggiunto tre comuni attuali che non esistevano all’epoca ed appartenevano al territorio di altri comuni (indicati fraparentesi): Ligosullo (Paluzza), Lignano Sabbiadoro (Latisana) e Vajont (Maniago). Se a questi 174 comuniaggiungiamo Torviscosa (cioè il vecchio Comune di Torre di Zuino) aggregato al Friuli nel 1866 più gli altri 14 comuniche si sono aggiunti al Friuli dopo la prima guerra mondiale (Aiello del Friuli, Aquileia, Campolongo al Torre,Cervignano del Friuli, Chiopris-Viscone, Fiumicello, Malborghetto Valbruna, Ruda, San Vito al Torre, Tapogliano,Tarvisio, Terzo d'Aquileia, Villa Vicentina e Visco) e togliamo il Comune di Sappada, otteniamo i 188 comuni cheattualmente compongono le Province di Udine e Pordenone.45 Sulla dinamica demografica nella prima metà dell’ottocento si veda: Del Panta L., (YROX]LRQH� GHPRJUDILFD� H

SRSRODPHQWR� QHOO¶,WDOLD� GHOO¶���� ������������ Bologna, Clueb, 1984, p. 40; Del Panta L., Livi Bacci M., Pinto G.,Sonnino E., /D�SRSROD]LRQH�,WDOLDQD�GDO�PHGLRHYR�D�RJJL, Bari, Editori Laterza, 1996, p. 141. In altre realtà italiane, iltasso generico di mortalità assume i seguenti valori: Liguria (1828-37) 27,0; Toscana (1832-41) 26,6; Calabria (1822-31) 29,3; Puglia (1825-29) 34,4; Piemonte (1828-37) 32,2; Lombardia (1832-41) 36,5.46 Per i valori del tasso di mortalità infantile si vedano i testi citati nella nota precedente: Liguria (1831-40) 181,6;Toscana (1831-40) 219,9; Calabria (1831-40) 222,8; Puglia (1831-40) 223,3; Piemonte (1831-40) 231,1; Lombardia(1831-40) 297,3; Veneto (1831-40) 340,7.47 Cfr.: Del Panta L., (YROX]LRQH�GHPRJUDILFD�cit., p. 52.

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Passando ad analizzare la distribuzione geografica della mortalità all’interno del Friuli (tab.4.1 e map. 4.1), rileviamo che, in ciascuna delle tre zone altimetriche, il tasso generico di mortalitàassume valori più elevati nell’attuale Provincia di Udine rispetto a quella di Pordenone48. L’unicaeccezione è rappresentata dalla montagna dell’alta Slavia che ha, nell’ambito del Friuli, il tassogenerico di mortalità più basso. Tale regione rappresenta comunque, dal punto di vistasocioculturale, un’area a se stante, essendo la gran maggioranza della popolazione di questa zona diorigine slovena. Con la sopracitata eccezione, possiamo in prima approssimazione individuareun’area a mortalità medio-alta corrispondente all’attuale Provincia di Udine ed un’area a mortalitàmedio-bassa corrispondente alla Provincia di Pordenone49.

Tab. 4.1 – 7DVVR�GL�PRUWDOLWj�JHQHULFR�HG�LQIDQWLOH�H�SUREDELOLWj�GL�PRUWH�QHL�SULPL�DQQL�GL�YLWD��LQ�)ULXOL�H�QHOOH�VXE�

DUHH�FRQVLGHUDWH�

Zona 1827-37m 1827-37m0 1827-33q0 1827-33q1-3 1827-33q0-3

Carnia 23,58 203,87 200,16 101,33 281,21Montagna del Canal del Ferro 24,01 176,88 183,40 151,33 306,98Montagna dell'alta Slavia 22,53 174,36 163,63 102,51 249,36Alte valli del Cellina e del Meduna 22,79 194,13 185,22 139,51 298,890RQWDJQD ����� ������ ������ ������ ������

Sandanielese e colline fra Tagliamento e Iudrio 24,52 195,70 188,47 128,62 292,85Medio Cellina e medio Meduna 23,48 210,16 206,94 101,28 287,26&ROOLQD ����� ������ ������ ������ ������

&RPXQH�GL�8GLQH ����� ������ ������ ������ ������

Pianura di Udine 26,87 233,43 224,83 165,16 352,85Pianura friulana centrale 27,28 251,88 245,56 137,03 348,94Pianura friulana meridionale e bassa 29,74 259,37 260,42 143,18 366,31Pianura fra Cellina e Livenza 23,67 194,66 196,98 120,46 293,72Pianura fra Tagliamento e Cellina 23,17 204,08 200,45 118,68 295,343LDQXUD ����� ������ ������ ������ ������

)ULXOL ����� ������ ������ ������ ������

Provincia di Udine 26,56 221,18 216,05 136,27 322,89Provincia di Pordenone 23,39 201,32 199,33 116,67 292,74

Fonte: ns. elab. su dati del Prospetto Statistico del Friuli.Note: In questa e nelle successive tabelle il Comune di Udine viene considerato a parte e non risulta quindi compreso nella pianura di Udine.

48 La mappa 4.1 è stata tematizzata in base ai livelli del tasso generico di mortalità nelle singole regioni agrarie. Questamappa e le successive non hanno la pretesa di riprodurre fedelmente i confini del Friuli dell’epoca ma solamente difornire una panoramica sulla distribuzione geografica della mortalità in tale area. Per individuare le attuali Province diUdine e Pordenone si veda la mappa 2.1-B.49 In questa parte la mortalità viene indicata come alta, media o bassa con riferimento al valore medio del Friuli, nel1827-37.

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Le zone a più elevata mortalità sono la pianura friulana centrale e, soprattutto, quellameridionale e bassa dove il tasso di mortalità sfiora il 30 per mille; ciò è riconducibile allecondizioni ambientali insalubri di tale regione agraria caratterizzata dalla presenza di ampiesuperfici paludose in prossimità della laguna di Marano. Il Comune di Udine, scorporato dal restodella regione agraria di competenza, presenta un tasso generico di mortalità molto alto indipendenza sia della presenza dell’ospedale e di altri istituti assistenziali sia del particolare regimedi mortalità legato alla realtà urbana e alle precarie condizioni igieniche che all’epocacaratterizzavano tutti i centri di dimensioni maggiori. Una mortalità medio-alta viene riscontrataanche nella fascia che dalla pianura di Udine si estende attraverso le colline fino a raggiungere ilCanal del Ferro, mentre la Carnia e la pianura fra Cellina e Livenza sono caratterizzate da livelli dimortalità medio-bassi. Tutte le altre regioni del pordenonese presentano bassi livelli di mortalitàindipendentemente dalla zona altimetrica di appartenenza. Va da sé che, considerando i dati relativialle fasce altimetriche del Friuli (tab. 4.1) la riduzione del tasso di mortalità generico che simanifesta risalendo dalla zona di pianura verso quelle collinari e montane indica che, al di là delledifferenze viste per le singole regioni agrarie, tale indice tende a diminuire salendo ad altitudini piùelevate.

Le precedenti considerazioni non mutano nella sostanza se escludiamo dall’analisi il 1836,anno caratterizzato da una diffusa epidemia di colera50; tale fatto conferma che i differenziali dimortalità riscontrati fra le diverse aree del Friuli non dipendono da eventi eccezionali, quali leepidemie, ma sono legati ad altri fattori fra cui segnaliamo: le caratteristiche del territorio e delclima, la tipologia di insediamento, le condizioni igieniche delle abitazioni, la diversaalimentazione, le differenze di cultura e tradizioni.

Per l’analisi della mortalità in età infantile, nelle sub-aree del Friuli, prenderemo inconsiderazione le probabilità di morte 1827-33q0 e 1827-33q0-3, calcolate nell’ipotesi di assenza dimigrazioni fino al quarto compleanno51; tali quozienti consentono di studiare la distribuzioneterritoriale della mortalità nei primi anni di vita, e ciò appare rilevante in considerazione del fattoche, per i nati in Friuli fra il 1827 e il 1833, la probabilità di morire in età zero è ancora moltoelevata e pari a 210,77 per mille (tab. 4.1).

La mappa 4.2 conferma che, anche per il primo anno di vita, le regioni agrarie della pianurafriulana centrale, meridionale e bassa presentano alti livelli di mortalità; in particolare, il quozienteq0 della pianura friulana meridionale è più alto anche di quello del Comune di Udine e di quasicento punti superiore a quello dell’alta Slavia, che ancora una volta presenta la situazione piùvantaggiosa. Nella fascia collinare la situazione appare capovolta rispetto alla mappa del tassogenerico di mortalità, con q0 inferiore nel sandanielese e nelle colline fra Tagliamento e Iudrio, 50 Escludendo dall’analisi l’anno del colera (1836) il tasso generico di mortalità del Friuli scende a 24,87‰; il tasso dimortalità della montagna (23,21‰) rimane praticamente immutato a riprova degli scarsi effetti che l’epidemia di coleraha avuto in questa zona altimetrica. Scendendo verso la pianura gli effetti dell’eliminazione della mortalità causata dalcolera si fanno sentire maggiormente; ciò vale particolarmente per il Comune di Udine dove il tasso di mortalità risultapari a 32,08‰ (contro il 35,50‰ rilevato considerando anche il 1836). Per una descrizione delle vicende legate a questaepidemia in Friuli cfr.: Breschi M., ,O�FROHUD�GHO������LQ�)ULXOL, in Breschi M. e Pecorari P. (a cura di), (FRQRPLD�H

SRSROD]LRQH�LQ�)ULXOL�GDOOD�FDGXWD�GHOOD�5HSXEEOLFD�GL�9HQH]LD�DOOD� ILQH�GHOOD�GRPLQD]LRQH�DXVWULDFD, Udine, Forum,1998, pp. 195-217.51 Per il calcolo di questi quozienti cfr.: Del Panta L., Rettaroli R., ,QWURGX]LRQH�DOOD�GHPRJUDILD�VWRULFD� Bari, Laterza,1994, pp. 195-196. I dati a nostra disposizione ci hanno consentito il calcolo di q0-3 per le generazioni dal 1827 al 1833,nell’ipotesi di assenza di migrazioni fino al quarto compleanno. Per la stima dei decessi in età 0 da attribuire allegenerazioni considerate abbiamo proceduto nel seguente modo: i decessi in età 0 compresi fra il 1828 e il 1833 sonostati interamente attribuiti alle generazioni considerate. Abbiamo ipotizzato inoltre che il 60% dei decessi in età 0dell’anno 1827 derivasse dai nati di tale anno e analogamente che il 40% dei decessi in età 0 dell’anno 1834 derivassedai nati del 1833. I decessi relativi all’età 1-3 sono stati ripartiti in base alle seguenti percentuali: 45,5% all’età 1, 38,6%all’età 2 e 15,9% all’età 3. Ciò ha condotto alla seguente attribuzione dei decessi in età 1-3 alle generazioni considerate:tutti i decessi in età 1-3 compresi fra il 1831 e il 1834 sono stati attribuiti ai nati fra il 1827 e il 1833. I decessi in età 1-3degli anni 1828, 1829, 1830 sono stati attribuiti alle generazioni considerate, rispettivamente in base alle seguentipercentuali: 23%, 65%, 92%. I decessi in età 1-3 degli anni 1835, 1836, 1837 sono stati attribuiti alle generazioniconsiderate, in base alle seguenti percentuali: 77%, 35%, 8%.

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rispetto al medio Cellina e medio Meduna, mentre in montagna q0 risulta molto basso in tutte leregioni ad eccezione della Carnia dove si colloca comunque al di sotto della media provinciale.

La probabilità di morte 1827-33q0-3, pari nel complesso della provincia a 313,36 per mille, salea 366,31 per mille nella pianura friulana meridionale e bassa e a 387,49 per mille nel capoluogo52.Anche l’intensità della mortalità nei primi anni di vita in Friuli è ancora molto elevata se siconsidera che una coorte di nati, al compimento del quarto anno, risultava ridotta di circa il trentaper cento nel complesso del Friuli e di quasi il quaranta per cento nel Comune di Udine.

La mappa 4.3, in relazione alle regioni agrarie di montagna (con l’esclusione dell’altaSlavia) e al medio Cellina e medio Meduna, appare come il “negativo” della mappa tematizzata inbase ai valori del quoziente q0 (map. 4.2); ciò indica che anche in aree con caratteristiche territorialie climatiche simili, ad un’elevata sopravvivenza nel primo anno di vita non sempre corrispondonopari livelli di sopravvivenza nei primi quattro anni di vita; e naturalmente vale anche ilragionamento opposto. Ciò può essere considerato un indicatore di come le differenze socioculturaliche esistevano fra le diverse regioni agrarie (in particolare la durata dell’allattamento) potesseroavere notevoli conseguenze sull’incidenza della mortalità nelle età infantili.

Passando a considerare la dinamica temporale della mortalità generale negli undici anniconsiderati (graf. 4.1), notiamo un significativo incremento della mortalità nel 1828, anno che faregistrare il maggior incremento, in termini assoluti, del numero di decessi a livello provinciale(+1.592); questa crescita nei livelli di mortalità è riconducibile, con ogni probabilità, ad alcuneepidemie locali53 anche se i valori riportati nella finca delle epidemie per quest’anno spiegano soloin minima parte una tal evoluzione. Il medesimo grafico mette in luce gli effetti dell’epidemia dicolera54 che raggiunge la massima intensità nel 1836, quando il tasso generico di mortalitàraggiunge, nella pianura del Friuli, il 38,42 per mille e nel Comune di Udine il 69,48 per mille. Aquesto proposito notiamo che il tasso di mortalità inizia a crescere, soprattutto nelle zone montane ecollinari, già a partire dal biennio 1834-35; ancora una volta non troviamo però un riscontro nellafinca delle epidemie mentre il numero di decessi per vaiolo55, che si manifesta in questo biennio, 52 La probabilità di morte q0-3 rappresenta l’indice da preferire per analisi della mortalità nei primi anni di vita in quantocompensa le distorsioni opposte contenute nelle probabilità q0 e q1-3, che derivano dal tipo di classi d’età utilizzate nelProspetto Statistico del Friuli. Infatti q0 tende a sovrastimare la probabilità di morte nel primo anno di vita mentre q1-3

sottostima quella relativa alla classe d’età successiva. Considerazioni simili sono adotte per le statistiche granducali, icui decessi per età erano tabulati con analoghi criteri. A tal proposito si veda: Breschi M., Salvini S., 'LIIHUHQ]H

WHUULWRULDOL� QHOOD� PRUWDOLWj� GHO� *UDQGXFDWR� GL� 7RVFDQD� QHOOD� SULPD� PHWj� GHOO¶���, in Società Italiana di DemografiaStorica, /D� SRSROD]LRQH� QHOOH� FDPSDJQH� LWDOLDQH� LQ� HWj� PRGHUQD�� $WWL� GHO� &RQYHJQR� GHOOD� 6RFLHWj� LWDOLDQD� GL

'HPRJUDILD�6WRULFD�WHQXWRVL�D�7RULQR�LO�����GLFHPEUH�����, Bologna, Clueb, 1987, p. 371.53 Così inizia una notificazione datata 22, Marzo 1829, che prescrive le discipline per evitare l’insorgere ed ildiffondersi del vaiolo: «[...] È da qualche mese che il vajuolo umano sviluppato in alcuni punti di questa Provincia, benespesso tenuto occulto dagl’infermi, e dalle rispettive famiglie, si è poi qua e là diffuso in diversi Comuni.». ASU,$UFKLYLR�FRPXQDOH�DXVWULDFR�,,, b. 12, 1RWLILFD]LRQH�1�����������GHOOD�5HJLD�'HOHJD]LRQH�SHU�OD�3URYLQFLD�GHO�)ULXOL

GHO����0DU]R�����. La diffusione del vaiolo nel biennio 1827-28 è confermata anche dal Registro dei Morti del comunedi Marano. Si veda: Falcomer M. C., 6RFLHWj�PDUDQHVH�H�GHPRJUDILD, in Ciceri A., Ellero G. (a cura di), 0DUDQ� Udine,Società Filologica Friulana, 1990, p. 213.54 Come misura dell’intensità della crisi causata dall’epidemia, abbiamo calcolato per gli anni 1834, 1835 e 1836l’incremento percentuale dei decessi rispetto al livello normale rappresentato dalla media dei decessi del periodo 1827-37 escluso il triennio 1834-36. Fra le regioni agrarie abbiamo trovato degli incrementi del numero di decessi di entitàcompresa fra il 50% e il 100% nelle alte valli del Cellina e del Meduna nel 1834 (64,99%), e nella pianura di Udine(escluso il Comune di Udine) nel 1836 (52,65%). Abbiamo altresì trovato un incremento dei decessi superiore al 100%nel Comune di Udine (122,11%) nel 1836. L’intensità della crisi del 1834 nelle alte valli del Cellina e del Medunapotrebbe far supporre che l’epidemia di colera avesse colpito tali aree due anni prima rispetto alla grave crisi checolpisce l’intera pianura del Friuli nel 1836 (dove l’incremento dei decessi rispetto al valore normale è in tale anno parial 53,96%). Per maggiori dettagli si veda: Breschi M., ,O�FROHUD cit.55 Anche in occasione di questa epidemia di vaiolo era stata inviata una notificazione con regole e discipline per evitareil diffondersi del contagio. ASU, $UFKLYLR� FRPXQDOH� DXVWULDFR� ,,, b. 12, 1RWLILFD]LRQH� 1�� ����������� GHOOD� 5HJLD

'HOHJD]LRQH�3URYLQFLDOH�GHO�)ULXOL�GHO����QRYHPEUH�����.

13

spiega solo in minima parte tale andamento della mortalità56. L’epidemia di colera del 1836 provocain Friuli 2.101 morti e raggiunge la massima intensità nel periodo giugno-settembre 1836 con 1.982decessi ed un’incidenza dei decessi per epidemia sul totale dei decessi che in luglio risulta pari al44,42%.

Un ultimo cenno, infine, a proposito di alcune considerazioni inerenti il numero mensile dimorti riportato nel Prospetto Statistico del Friuli; tale dato consente di effettuare uno studiodell’andamento stagionale dei decessi totali e relativi alla classe di età 0-3. Il grafico 4.257, pone inevidenza un’accentuazione di tali fenomeni nel trimestre gennaio-marzo58 e nel bimestre agosto-settembre. In linea generale è difficile trarre delle conclusioni sulla stagionalità dei fenomeni inesame in quanto l’andamento della mortalità infantile è legato a quello delle nascite. L’incrementodei decessi nel periodo invernale può essere ricondotto a malattie che colpivano il sistemarespiratorio, causate in genere dall’impossibilità di difendere i neonati dal freddo ma favorite spessoda comportamenti errati quali, per esempio, il trasporto del neonato alla fonte battesimale che,soprattutto nelle zone montane, poteva trovarsi molto distante dall’abitazione. Nel bimestre agosto-settembre pare evidenziarsi un incremento dei decessi nella classe 0-3 non dipendente da unaumento delle nascite e probabilmente dovuto al diffondersi di malattie infettive e dell’apparatodigerente che trovavano condizioni più favorevoli di espansione nella stagione estiva e colpivanosoprattutto i bambini di età compresa fra uno e due anni59.

Graf. 4.1 – $QGDPHQWR�GHO�WDVVR�JHQHULFR�GL�PRUWDOLWj�QHOOH�]RQH�DOWLPHWULFKH�GHO�)ULXOL��IUD�LO������H�LO������

Fonte: ns. elab. su dati del Prospetto Statistico del Friuli.

56 Questa epidemia di vaiolo colpisce in modo particolare le alte valli del Cellina e del Meduna nel 1834 (10,02% deltotale dei decessi) e l’alta Slavia nel 1835 (13,35% del totale dei decessi).57 Questo grafico è costruito partendo dalle medie giornaliere delle nascite, dei decessi totali e dei decessi in età 0-3 nelperiodo 1827-37, con l’esclusione degli anni 1834, 1835 e 1836. Posto uguale a 100 il numero medio di eventigiornaliero su base annua, abbiamo riproporzionato le medie giornaliere mensili.58 Cfr.: Pelizzo F., 1RWL]LH�VWDWLVWLFKH�cit.59 Cfr.: Pozzi L., /H�FDUDWWHULVWLFKH�VWUXWWXUDOL�cit., p. 11.

20,00

25,00

30,00

35,00

40,00

1827

1828

1829

1830

1831

1832

1833

1834

1835

1836

1837

Anno

Montagna Collina Pianura

14

Graf. 4.2 – 'LQDPLFD�PHQVLOH�GHL�GHFHVVL�WRWDOL��GHL�GHFHVVL�UHODWLYL�DL�SULPL�TXDWWUR�DQQL�GL�YLWD�H�GHOOH�QDVFLWH��DQQL

��������H������

Fonte: ns. elab. su dati del Prospetto Statistico del Friuli.

Map. 4.1 – ,O�WDVVR�JHQHULFR�GL�PRUWDOLWj�QHOOH�UHJLRQL�DJUDULH�GHOOD�3URYLQFLD�GHO�)ULXOL�����������

Fonte: ns. elab. su dati del Prospetto Statistico del Friuli.

70

80

90

100

110

120

130

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Febb

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Lug

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Ago

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Decessi Nascite Decessi in età 0-3

SANDANIELESE E COLLINE TRA TAGLIAMENTO E IUDRIO

MONTAGNA DELL’ALTA SLAVIA

CARNIA

COMUNE DI UDINE

PIANURA DI UDINE

PIANURA FRA CELLINA E LIVENZA

MONTAGNA DEL CANAL DEL FERRO

PIANURA FRIULANA MERIDIONALE E BASSA

PIANURA FRA TAGLIAMENTO E CELLINA

ALTE VALLI DEL CELLINA E DEL MEDUNA

MEDIO CELLINA E MEDIO MEDUNA

PIANURA FRIULANA CENTRALE

26,9-35,623,7-26,923,5-23,723,2-23,522,5-23,2

15

Map. 4.2 – /D�SUREDELOLWj�GL�PRUWH�LQ�HWj���QHOOH�UHJLRQL�DJUDULH�GHOOD�3URYLQFLD�GHO�)ULXOL�����������

Fonte: ns. elab. su dati del Prospetto Statistico del Friuli.

Map. 4.3 – /D�SUREDELOLWj�GL�PRUWH�LQ�HWj�����QHOOH�UHJLRQL�DJUDULH�GHOOD�3URYLQFLD�GHO�)ULXOL�����������

Fonte: ns. elab. su dati del Prospetto Statistico del Friuli.

234-261206-234194-206187-194163-187

CARNIA

SANDANIELESE E COLLINE TRA TAGLIAMENTO E IUDRIO

MONTAGNA DELL’ALTA SLAVIA

COMUNE DI UDINE

PIANURA DI UDINE

PIANURA FRA CELLINA E LIVENZA

MONTAGNA DEL CANAL DEL FERRO

PIANURA FRIULANA MERIDIONALE E BASSA

PIANURA FRA TAGLIAMENTO E CELLINA

ALTE VALLI DEL CELLINA E DEL MEDUNA

MEDIO CELLINA E MEDIO MEDUNA

PIANURA FRIULANA CENTRALE

CARNIA

SANDANIELESE E COLLINE TRA TAGLIAMENTO E IUDRIO

MONTAGNA DELL’ALTA SLAVIA

COMUNE DI UDINE

PIANURA DI UDINE

PIANURA FRA CELLINA E LIVENZA

MONTAGNA DEL CANAL DEL FERRO

PIANURA FRIULANA MERIDIONALE E BASSA

PIANURA FRA TAGLIAMENTO E CELLINA

ALTE VALLI DEL CELLINA E DEL MEDUNA

MEDIO CELLINA E MEDIO MEDUNA

PIANURA FRIULANA CENTRALE

353-388302-353293-302287-293249-287

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��±�/D�PRUWDOLWj�SHU�FDXVD

Il Prospetto Statistico del Friuli contiene, come già segnalato, una distribuzione dei decessicomplessivi per causa di morte. Nella tabella 5.1 viene riportata l’incidenza percentuale dellesingole cause di morte sul totale dei decessi nell’intero periodo 1827-37; le categorie relative allemorti per malattia sono state mantenute uguali alle originali mentre dalle cause di morte violenta,raggruppate in un’unica colonna, abbiamo separato quelle accidentali.

La definizione di malattie «locali» cui fa riferimento la fonte considerata parrebbeconsentire la misura dei differenziali di mortalità legati alle caratteristiche del territorio; i dati dellatabella 5.1 evidenziano un maggior peso delle cause di morte locali nel Canal del Ferro e nelle areemontane e collinari del pordenonese. In realtà risulta difficile commentare questi dati per due ordinidi motivi: innanzitutto a causa dell’imprecisione nella classificazione delle singole malattierientranti fra quelle locali; in secondo luogo, per alcuni dubbi sull’attendibilità dei dati delle mortiriportate in questa finca, a causa dell’imperizia dei medici che attribuivano le cause di decesso60.

L’incidenza delle morti per epidemia, cui abbiamo aggregato i decessi causati dal colera nel1836, è elevata per la pianura presa nel suo insieme (3,81%) e, soprattutto, nella pianura friulanameridionale e bassa (4,17%); una conferma del notevole impatto che avevano le epidemie nei centriurbani di maggiori dimensioni viene fornita dal dato relativo al Comune di Udine dove il 9,04% deidecessi del periodo 1827-37 sono stati causati dalle epidemie (8,11% dal colera del 1836).

Nella tabella 5.1 abbiamo riportato anche alcuni dati sulla «Destinazione del suolo» rilevatanel catasto del 27 maggio 182861, che indirettamente potrebbero essere utili per la comprensionedella distribuzione territoriale di alcune cause di morte. In particolare, la presenza di paludi favorivafortemente lo sviluppo della malaria, causa di morte molto diffusa nel periodo considerato. Nellapianura friulana meridionale e bassa la percentuale di palude sul totale del territorio raggiungeval’8,7% e tale dato induce a credere che fosse proprio la malaria il principale fattore determinante glielevati livelli di mortalità in queste aree.

Abbiamo considerato, inoltre, la percentuale di territorio la cui utilizzazione agricola eral’«aratorio» e l’«aratorio arborato vitato», che rappresentavano tipologie di destinazione dei fondilegate alla coltura del mais62. È prevedibile che nelle aree dove era maggiore la coltivazione diquesta graminacea, la dieta dei ceti rurali poveri fosse basata quasi esclusivamente su cibi quali lapolenta ed il pane preparati con il mais (spesso mal conservato). Tale alimentazione determinavacarenze proteiniche e vitaminiche cui era legato l’insorgere della pellagra, che nel XIX secolorappresentava una malattia molto diffusa in Friuli e nel resto d’Italia63. Se accettiamo come indicedell’estensione della coltivazione del mais l’incidenza percentuale dell’aratorio e dell’aratorioarborato vitato, sul totale del territorio, notiamo che essa è pressoché nulla in montagna (0,57%),raggiunge il 27,78% in collina ed il 58,5% in pianura con punte massime nella pianura friulanacentrale (70,37%) e nella pianura di Udine (66,62%). In base a tali dati è quindi presumibile che lapellagra fosse molto diffusa proprio nelle regioni di pianura, dove era molto estesa la coltivazione 60 Cfr.: Pelizzo F., 1RWL]LH�VWDWLVWLFKH�cit.61 Questi dati sono tratti da Scarpa G., /¶DJULFROWXUD�GHO�9HQHWR�QHOOD�SULPD�PHWj�GHO�;,;�VHFROR��/¶XWLOL]]D]LRQH�GHO

VXROR, Torino, ILTE, 1963.62 Barbina G., Battigelli F., ,O�SDHVDJJLR�DJUDULR�IULXODQR�GDOOD�ILQH�GHOO¶DPPLQLVWUD]LRQH�YHQHWD�DOO¶DQQHVVLRQH�DO

5HJQR�G¶,WDOLD, in Centro per lo Studio del Paesaggio Agrario. Istituto di Geografia – Università di Udine��&RQWULEXWL

SHU�OD�VWRULD�GHO�SDHVDJJLR�UXUDOH�QHO�)ULXOL�9HQH]LD�*LXOLD, Pordenone, Grafiche Editoriali Artistiche Pordenonesi,1980, pp. 339-401.63 Cfr. sull’argomento: Maniacco T., /D� SDWDWD� QRQ� q� XQ� ILRUH�� 9LYHUH� H� PRULUH� GD� FRQWDGLQL, Pordenone, EdizioniBiblioteca dell’Immagine, 1997; De Bernardi A., ,O�PDO�GHOOD�URVD��'HQXWUL]LRQH�H�SHOODJUD�QHOOH�FDPSDJQH�LWDOLDQH�IUD

����H����, Milano, Angeli, 1984.

17

del granoturco, diminuisse la propria incidenza nelle zone collinari per scomparire quasi del tutto inquelle montane64.

Tab. 5.1 – 'LVWULEX]LRQH�SHUFHQWXDOH�GHL�GHFHVVL����������SHU�FDXVD�GL�PRUWH��QHO�)ULXOL�H�QHOOH�VXE�DUHH�FRQVLGHUDWH�

3HUFHQWXDOH�GL�WHUULWRULR�GHO�)ULXOL�H�GHOOH�VXE�DUHH�RFFXSDWD�GD�SDOXGH�H�GD�DUDWRULR���DUDWRULR�DUERUDWR�YLWDWR�

Zona Cause di morteUtilizzazione

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itato

Carnia 96,90 0,39 0,15 0,56 1,79 0,20 100,00 0,01 0,44Montagna del Canal del Ferro 88,69 5,39 1,18 0,46 3,75 0,53 100,00 0,00 0,00Montagna dell'alta Slavia 96,22 0,03 0,27 1,89 1,54 0,05 100,00 0,00 4,80Alte valli del Cellina e del Meduna 88,62 4,14 2,67 1,35 3,04 0,18 100,00 0,00 0,240RQWDJQD ����� ���� ���� ���� ���� ���� ������ ���� ����

Sandanielese e colline fra Tagliamentoe Iudrio

96,21 0,28 1,41 0,76 1,18 0,16 100,00 0,63 31,45Medio Cellina e medio Meduna 88,89 6,51 2,73 0,29 1,46 0,12 100,00 0,28 24,11&ROOLQD ����� ���� ���� ���� ���� ���� ������ ���� �����

&RPXQH�GL�8GLQH ����� ���� ���� ���� ���� ���� ������ ���� �����

Pianura di Udine 96,62 0,02 2,50 0,13 0,52 0,20 100,00 0,24 66,62Pianura friulana centrale 94,71 0,54 3,53 0,45 0,70 0,07 100,00 0,05 70,37Pianura friulana meridionale e bassa 93,98 0,40 4,17 0,51 0,87 0,07 100,00 8,70 42,82Pianura fra Cellina e Livenza 94,04 2,98 1,72 0,13 1,07 0,05 100,00 0,68 55,99Pianura fra Tagliamento e Cellina 94,41 1,29 2,20 0,43 1,60 0,06 100,00 0,17 48,713LDQXUD ����� ���� ���� ���� ���� ���� ������ ���� �����

)ULXOL ����� ���� ���� ���� ���� ���� ������ ���� �����

Provincia di Udine 94,69 0,50 2,88 0,64 1,13 0,16 100,00 1,43 42,11Provincia di Pordenone 91,86 3,86 2,25 0,39 1,55 0,09 100,00 0,26 26,94

Fonte: ns. elab. su dati del Prospetto Statistico del Friuli e su dati tratti da Scarpa G., ��� ������ ��� � ���������� ���������� �

cit.

64 A conferma di tali risultati si veda: Pelizzo F., 1RWL]LH� VWDWLVWLFKH��cit. Indagini svolte nella seconda metà del XIXsecolo hanno confermato che l’endemia pellagrosa era concentrata soprattutto nelle aree di pianura. Meriterebbemaggiori approfondimenti l’inchiesta sulla diffusione della pellagra in Friuli, svolta attorno al 1816, che delineava unasituazione diametralmente opposta. In base a tale indagine il morbo risultava quasi del tutto assente in pianura mentreera prevalente nelle zone di montagna. Si veda: Fabi L., 6DOXWH�H�VDQLWj�LQ�)ULXOL�GDOOD�5LYROX]LRQH�DOOD�5HVWDXUD]LRQH,in Fontana G. L., Lazzarini A. (a cura di���9HQHWR�H�/RPEDUGLD�WUD�ULYROX]LRQH�JLDFRELQD�HG�HWj�QDSROHRQLFD��(FRQRPLD�

WHUULWRULR�� LVWLWX]LRQL, Bari, Cariplo-Laterza, 1992, p. 607. La diffusione in tale periodo della pellagra nelle zonemontagnose è confermata anche dal testo di una lettera del 31 luglio 1816: «Le stragi che la Pellagra esercita in alcunecontrade particolarmente montane […]». Si veda: ASU, $UFKLYLR� FRPXQDOH� QDSROHRQLFR, b. 197,� /HWWHUD� 1�� �����

GHOO¶,PS��5HJ��&RQVLJOLHUH�DWWXDOH�GL�*RYHUQR�H�5HJLR�'HOHJDWR�GHOOD�3URYLQFLD�GHO�)ULXOL��GHO����OXJOLR�����.

18

Un ultimo cenno lo dedichiamo al vaiolo, malattia contagiosa la cui incidenza è maggiorenelle età infantili e che continua a manifestarsi con frequenti epidemie per gran parte del XIXsecolo65. I dati a disposizione confermano la persistenza di epidemie locali ma nel complessol’incidenza del vaiolo come causa di morte appare abbastanza limitata (0,57% nel complesso delFriuli). Il peso percentuale, sul totale dei decessi del decennio, è infatti superiore all’uno per centosolamente nell’alta Slavia (1,89%), nelle alte valli del Cellina e del Meduna (1,35%) e nel Comunedi Udine (1,01%). Tale risultato è con ogni probabilità riconducibile sia alla mancanza in Friuli dicentri di grosse dimensioni, dove più probabile era la diffusione del contagio, sia alla gradualeintroduzione del vaccino che, a partire dalla fine del primo decennio del XIX secolo, riduce dimolto l’incidenza di questa patologia66. In Friuli, nel periodo 1827-37, il vaiolo provoca 610 vittimecon una fase più acuta nel periodo marzo-ottobre 1835 con 233 morti e con un peso percentuale cheraggiunge, in luglio, il 5,19% dei decessi totali.

Passando a considerare i singoli anni compresi nell’intervallo 1827-37, a livello di regioniagrarie abbiamo riscontrato un forte aumento dell’incidenza dei decessi per vaiolo nel 1834 nellealte valli del Cellina e del Meduna (10,02% dei decessi totali) e nel 1835 nell’alta Slavia (13,35%dei decessi totali), nel sandanielese e colline tra Tagliamento e Iudrio (4,59% dei decessi totali) enel Comune di Udine (4,67% dei decessi totali).

��±�/D�VSHUDQ]D�GL�YLWD�DOOD�QDVFLWD

In quest’ultima sezione proponiamo una serie di valori della speranza di vita alla nascita,calcolati applicando diversi procedimenti: innanzitutto il metodo dei decessi generalizzato67 checonsente, nell’ipotesi di popolazione stabile e chiusa ai movimenti migratori, di costruire delletavole di mortalità utilizzando le sole statistiche dei decessi per età68. Di tale metodo presentiamo,come verrà chiarito in seguito, due diverse versioni. Successivamente un metodo misto in cuisostituiamo i quozienti di mortalità delle prime due classi d’età calcolati col suddetto metodo deidecessi generalizzato con quelli calcolati per la coorte 1827-33 (cfr. tab. 4.1) ed infine un utilizzodelle tavole di Coale-Demeny69 in cui impieghiamo come ingresso la probabilità di morte 1827-33q0.

Per un’applicazione efficace del metodo dei decessi generalizzato70 risulta di primariaimportanza la scelta del tasso medio annuo di incremento della popolazione (r) da utilizzare perrettificare la distribuzione per età dei decessi.71 In una prima applicazione del m.d.g. abbiamo 65 Gonnella A., 3RSROD]LRQH�H�VDQLWj, in Iona M.L. (a cura di),� ,O�FLFOR�GHOOD�YLWD�cit.��pp. 111-112. Sulle epidemie divaiolo in Italia si veda: Del Panta L., /H� HSLGHPLH� QHOOD� VWRULD� GHPRJUDILFD� LWDOLDQD� �VHFROL� ;,9� ±� ;,;�, Torino,Loescher, 1980.66 Cfr.: Si veda una notificazione del 11 Maggio 1821�in cui troviamo scritto: «[...] In ordine alle vigenti Leggi Sanitariedirette a preservare la specie umana dal vajuoloso contagio, questa Reg. carica Provinciale richiama la CongregazioneMunicipale della Regia Città di Udine, e tutti li Regj Commissariati Distrettuali della Provincia a dover sollecitamenteattivare la vaccinazione nei rispettivi loro Circondarj, ed a renderla compiuta in tutte le rispettive Comuni entro il mesedi Luglio prossimo venturo al più tardi». ASU,�$UFKLYLR�FRPXQDOH�DXVWULDFR�,,, b. 12, 1RWLILFD]LRQH�1�����������GHOOD

'HOHJD]LRQH� 5HJLD� SHU� OD� 3URYLQFLD� GHO� )ULXOL� GHO� ��� 0DJJLR� ����. Sulle problematiche inerenti la diffusionedell’inoculazione del siero contro il vaiolo: Fabi L., 6DOXWH�H�VDQLWj�cit., pp. 603-604.67 Per una descrizione di tale metodo cfr. A. Santini, L. Del Panta, 3UREOHPL�GL�DQDOLV�cit.68 Per limiti e problematiche legati all’ipotesi di stabilità della popolazione si veda: Breschi M., Salvini S., 'LIIHUHQ]H

WHUULWRULDOL� cit.�� p. 378. Cfr. inoltre: Del Panta L., ,O� PRGHOOR� GHOOD� 3RSROD]LRQH� 6WDELOH�� DSSOLFD]LRQL� LQ� GHPRJUDILD

VWRULFD, in Santini A., Del Panta L., 3UREOHPL�GL�DQDOLVL�cit., pp. 63-109.69 Coale A.J., Demeny P., 5HJLRQDO�0RGHO�cit.70 D’ora innanzi verrà indicato con: m.d.g.71 Sulla valutazione di r si veda: Del Panta L., Argelli D., 0RGHOOL�GL�PRUWDOLWj�LQ�GHPRJUDILD�VWRULFD��SRVVLELOLWj�RIIHUWH

GDOOH� VWDWLVWLFKH� WRVFDQH� SUH�XQLWDULH, in AA. VV., 3HU� XQD� VWRULD� GHOOD� SRSROD]LRQH� LWDOLDQD�� SUREOHPL� GL� PHWRGR,Bologna, Dipartimento di Scienze Statistiche, 1993, pp.120-126.

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utilizzato, per tutte le classi d’età, un tasso medio annuo di incremento della popolazione calcolatosul periodo 1827-37 e diverso per ogni comune; appare evidente che tale periodo è troppo breve,per consentire la costruzione di tavole di mortalità corrette, in quanto i decessi osservati nel periodoin esame sono riconducibili a nascite avvenute approssimativamente nei 100 anni precedenti. Lasperanza di vita alla nascite calcolata in questa prima applicazione del m.d.g. per ogni singolocomune, verrà in seguito indicata con coste0 (cfr. tab. 6.1).

Tab. 6.1 – 6SHUDQ]D�GL�YLWD�DOOD�QDVFLWD��LQ�)ULXOL�H�QHOOH�VXE�DUHH�FRQVLGHUDWH��DQQL����������

Zona coste0vare0

mixe0sude0

norde0

Carnia 40,2 32,9 37,1 35,9 34,0Montagna del Canal del Ferro 39,0 31,4 34,8 38,9 36,4Montagna dell'alta Slavia 41,4 30,9 37,4 42,8 39,5Alte valli del Cellina e del Meduna 38,1 27,8 34,2 38,6 36,20RQWDJQD ���� ���� ���� ���� ����

Sandanielese e colline fra Tagliamento e Iudrio 39,4 29,6 35,4 38,0 35,7Medio Cellina e medio Meduna 41,1 31,9 37,2 34,8 33,1&ROOLQD ���� ���� ���� ���� ����

&RPXQH�GL�8GLQH ���� ���� ���� ���� ����

Pianura di Udine (1) 33,5 29,7 32,6 31,9 30,8Pianura friulana centrale 36,3 30,1 33,6 28,9 28,3Pianura friulana meridionale e bassa 30,7 26,8 29,6 26,9 26,6Pianura fra Cellina e Livenza 39,4 29,5 34,7 36,5 34,5Pianura fra Tagliamento e Cellina 41,1 29,0 35,0 35,9 34,03LDQXUD ���� ���� ���� ���� ����

)ULXOL ���� ���� ���� ���� ����

Provincia di Udine 36,2 30,1 33,9 33,3 31,9Provincia di Pordenone 40,1 29,9 35,5 36,1 34,1

Fonte: ns. elab. su dati del Prospetto Statistico del Friuli e su dati tratti da Coale A.J., Demeny P., � ����� ������ ��������� ���� ��� cit.

In una seconda applicazione del m.d.g. abbiamo cercato di sfruttare i dati relativi allaconsistenza della popolazione dell’intera Provincia del Friuli nel periodo 1727-183772 per calcolareun r variabile che, per ogni singola classe di età, tenga conto della variazione media annua dellapopolazione e consenta il calcolo di un coefficiente di correzione dei decessi più preciso. Tale tassor viene calcolato fra l’anno intermedio di origine della coorte da cui derivano i decessi di una certaclasse di età e l’anno intermedio fra quelli per cui si costruisce la tavola di mortalità (1832). Lasperanza di vita alla nascita calcolata utilizzando un r variabile, verrà indicata con vare0 (cfr. tab.6.1). 72 Cfr.: Fortunati P., 4XDWWUR� VHFROL� cit.�� p. 46. Non essendo sempre disponibile il dato di popolazione per l’annointermedio di nascita di una certa generazione, abbiamo fatto ricorso al dato di popolazione più prossimo nel tempomodificando di conseguenza anche il periodo temporale considerato. Per la classe 40-59 è stato calcolato un r pari a0,0020, sul periodo 1780-1832 (anziché 1782-1832); per la classe 60-79 è stato calcolato un r, pari a 0,0015, sul periodo1765-1832 (anziché 1762-1832); infine per la classe 80-99 è stato calcolato un r, pari a 0,0014, sul periodo 1755-1832(anziché 1742-1832).

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Nel terzo metodo adottato, definito misto, abbiamo inserito nella serie delle probabilità dimorte della tavola di mortalità costruita con il m.d.g. e tasso di incremento medio annuo dellapopolazione variabile, i valori di 1827-33q0 e 1827-33q0-3 ottenuti in precedenza (tab. 4.1). La speranza divita alla nascita, che otteniamo per tutti i comuni della Provincia del Friuli, verrà indicata con mixe0

(cfr. tab. 6.1).Come termine di confronto, abbiamo voluto infine riportare i valori della speranza di vita

alla nascita ottenuti entrando nelle tavole tipo di Coale e Demeny, regioni nord e sud, con l’ingresso1827-33q0. Per la scelta dei modelli regionali da utilizzare siamo partiti dalla distribuzione delleprobabilità di morte della tavola di mortalità del Friuli nel 188173 e abbiamo verificato quali erano ilivelli più prossimi nelle tavole delle quattro regioni proposte da Coale e Demeny.

Le regioni est ed ovest sono state scartate in quanto i livelli corrispondenti alle probabilità dimorte della tavola del Friuli nel 1881 erano molto variabili; per le regioni nord e sud abbiamonotato invece una certa permanenza dei livelli entro un limite di variabilità accettabile (tab. 6.2)anche se la regione nord, pur sopravvalutando leggermente la probabilità di morte nelle età adulte,pare in assoluto quella che si adatta meglio alla realtà friulana.

Tab. 6.2 – 3UREDELOLWj�GL�PRUWH�LQ�)ULXOL�QHO������H�OLYHOOR�SL��YLFLQR�QHOOH�WDYROH�VXG�H�QRUG�GL�&RDOH�H�'HPHQ\�

Friuli 1881 Sud Nord

Età qx Livello qx Scarto Livello qx Scarto0 159,2 11 158,86 0,34 10,00 155,49 3,711 - - - - - - -5 70,50 3 70,11 0,39 7 72,73 2,2310 33,50 4 32,69 0,81 8 34,56 1,0615 30,70 9 29,21 1,49 10 31,08 0,3820 39,10 9 40,38 1,28 10 40,07 0,9725 41,70 9 41,93 0,23 11 40,29 1,4130 41,90 9 43,61 1,71 12 40,73 1,1735 45,10 10 43,67 1,43 12 46,30 1,2040 52,60 9 54,10 1,50 12 53,67 1,0745 63,60 9 62,63 0,97 12 61,97 1,6350 78,20 10 76,85 1,35 12 78,20 0,0055 108,80 9 111,20 2,40 11 110,33 1,5360 160,60 10 158,09 2,51 10 164,89 4,2965 237,30 10 233,28 4,02 10 235,23 2,0770 342,30 11 338,40 3,90 10 340,71 1,59Totale - - - 24,33 - - 20,58

Fonte: ns elab. su dati tratti da Coale A.J., Demeny P., � ����� ������ �� ������ ���� ��� cit ! e da Zorzi A., � � ���"#� �$��%�� �����&���� �'� ��(��� � cit.

Per confrontare graficamente l’andamento per età della probabilità di morte nelle tavole tiponord e sud con quello del Friuli nel 1881, abbiamo utilizzato come ingresso la speranza di vita allanascita tratta dalle tavole di mortalità del Friuli nel 1881 e pari a 39,74 anni. Le curve delleprobabilità di morte alle varie età (graf. 6.1) ben evidenziano le differenze e le similitudini fra ilFriuli del 1881 e i due modelli teorici prescelti74. 73 Per la ricostruzione di questa tavola di mortalità si veda: Zorzi A., 5LFRVWUX]LRQH�GHOOH�WDYROH�GL�PRUWDOLWj�GHO�)ULXOL�

���������, Tesi di Laurea in Demografia. Udine, Facoltà di Economia, anno Accademico 1996-97.74 Si veda anche: United Nations - DIESA, 0DQXDO� ;�� ,QGLUHFW� 7HFKQLTXHV� IRU� GHPRJUDSKLF� HVWLPDWLRQ, Populationstudies, N. 81, New York, United Nations, 1983.

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Nella tabella 6.1 abbiamo riportato i valori della speranza di vita alla nascita calcolati con icinque metodi sopra descritti per le sub-aree della Provincia del Friuli. Appaiono immediatamenteevidenti le notevoli differenze, in termini di speranza di vita alla nascita, che si ottengono conl’applicazione dei primi due metodi: nel complesso del Friuli la differenza fra coste0 e vare0 è notevole(7,4 anni) e in molte regioni agrarie assume proporzioni ancora maggiori. Il secondo metodo, inparticolare, non pare misurare correttamente la speranza di vita alla nascita che risulta fortementesottostimata; questa applicazione del m.d.g. che utilizza r variabile, calcolato a livello provinciale,per ogni classe d’età, appare poco attendibile in quanto già i valori della probabilità di morte che siottengono nelle prime due classi d’età per il Friuli sono: 1827-37

varq0 = 271,29 e 1827-37varq1-3 = 180,5.

Tali dati sono molto distanti da quelli ottenuti con la ricostruzione “in longitudinale” della mortalitàdelle coorti 1827-33, basata esclusivamente sulle statistiche delle nascite e dei decessi (si veda tab.4.1), e che possono essere ritenuti maggiormente affidabili.

Graf. 6.1 – &RQIURQWR�IUD�O¶DQGDPHQWR�GHOOD�SUREDELOLWj�GL�PRUWH�QHOOH�HWj�FRPSUHVH�IUD���H����DQQL��QHO�)ULXOL�GHO�����

H�QHL�OLYHOOL�VXG���H�QRUG����GHOOH�WDYROH�GL�&RDOH�H�'HPHQ\�

Fonte: Ns. elab. su dati tratti da Coale A.J., Demeny P., � ��)� �����* �� ������ ��+� ��� cit. e da Zorzi A., � � ���"�� �$��%�� �����&���� �,� ��(��� � cit !

Risultati migliori si ottengono nella stima delle probabilità di morte relative ai primi anni divita, in Friuli, con il m.d.g., che utilizza un r costante relativo al periodo 1827-37, nella cui tavola dimortalità si ottiene: 1827-37

costq0 = 215,41 e 1827-37varq1-3 = 133,02; tenendo conto che tali dati, rispetto

a quelli esposti nella tabella 4.1, fanno riferimento ad un periodo in cui è compreso anche l’anno incui si è manifestata l’epidemia di colera, la stima appare abbastanza attendibile. I valori dellasperanza di vita alla nascita ottenuti in questo caso (coste0) risultano comunque sovrastimati rispettoa quelli reali in ragione del fatto che il tasso r utilizzato per correggere i decessi è vicino a quelloreale per le prime due classi d’età, mentre risulta progressivamente più distante da esso, quandopassiamo a considerare le classi d’età successive75. 75 Per tali classi d’età andrebbero utilizzati dei tassi r inferiori in quanto nei decenni precedenti la popolazione erarimasta praticamente invariata per lunghi periodi o aveva addirittura subito delle diminuzioni.

20,00

40,00

60,00

80,00

100,00

120,00

140,00

160,00

180,00

200,00

0 1 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55

Età

South-9 Friuli-1881 North-10

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Più attendibili paiono le stime della speranza di vita alla nascita calcolate con il metodomisto; per tutte le sub-aree considerate si ottengono dei valori intermedi rispetto a quelli ricavaticon le due varianti del m.d.g. che considerano il tasso medio annuo della popolazione fisso evariabile. I valori di mixe0 risultano inoltre più vicini a quelli ottenuti attraverso le tavole tipo diCoale e Demeny.

Prima di passare all’analisi delle differenze territoriali di speranza di vita alla nascita cipreme sottolineare che, al di là dei dubbi che possono essere avanzati in merito all’effettiva validitàdelle stime di e0 ottenute, le eventuali distorsioni dipendenti dalle metodologie adottate riguardanoprobabilmente nella medesima misura le diverse circoscrizioni territoriali considerate. Permanequindi la validità delle stime di e0 per uno studio delle differenze nelle attese di vita di un neonato,nell’ambito spazio-temporale considerato.

Riferendoci alla mappa 6.1, tematizzata utilizzando i valori di mixe0, possiamo notare comevenga confermato quanto già emerso durante lo studio della mortalità, in relazione alle regioniagrarie di pianura fra le quali spicca per il basso valore di e0 (che varia a seconda dei metodi fra i26,8 e i 29,6 anni), la pianura friulana meridionale e bassa.

I differenziali fra sinistra e destra Tagliamento, che permangono in pianura anche perquest’indice, sono confermati anche in relazione alla fascia collinare; nella zona montana l’altaSlavia si distingue anche in questo caso per i maggiori livelli di sopravvivenza (con e0 che varia fra37,4 e 41,4 anni). Da notare infine come la mappa relativa alla speranza di vita alla nascita ricalchimolto da vicino quella della probabilità di morte in età 0-3.

Nelle tre zone altimetriche i valori di e0 crescono passando dalla pianura, alla collina ed allamontagna in praticamente tutte le colonne della tabella 6.1 mentre è in generale confermata anche lamaggior sopravvivenza nell’attuale Provincia di Pordenone rispetto a quella di Udine.

Map. 6.1 – 6SHUDQ]D�GL�YLWD�DOOD�QDVFLWD��FDOFRODWD�FRQ�LO�PHWRGR�PLVWR��QHOOH�UHJLRQL�DJUDULH�GHOOD�3URYLQFLD�GHO�)ULXOL

����������

Fonte: ns. elab. su dati del Prospetto Statistico del Friuli.

29-3232-3434-3535-3737-38

CARNIA

SANDANIELESE E COLLINE TRA TAGLIAMENTO E IUDRIO

MONTAGNA DELL’ALTA SLAVIA

COMUNE DI UDINE

PIANURA DI UDINE

PIANURA FRA CELLINA E LIVENZA

MONTAGNA DEL CANAL DEL FERRO

PIANURA FRIULANA MERIDIONALE E BASSA

PIANURA FRA TAGLIAMENTO E CELLINA

ALTE VALLI DEL CELLINA E DEL MEDUNA

MEDIO CELLINA E MEDIO MEDUNA

PIANURA FRIULANA CENTRALE

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����&RQFOXVLRQL

I principali risultati emersi nel corso del lavoro svolto, possono essere così riassunti:

- Nel periodo considerato i livelli di mortalità in Friuli appaiono ancora elevati, a causasoprattutto delle consistenti perdite nelle età infantili.

- La speranza di vita alla nascita dovrebbe ragionevolmente attestarsi, in Friuli, fra i 34 ed i 35anni.

- Il tasso di mortalità generale e quello infantile collocano il Friuli fra le aree a maggiorsopravvivenza nell’ambito dell’Italia dell’epoca.

- In Friuli la mortalità generale ed infantile decresce passando dalla pianura alla collina edinfine alla montagna.

- Le regioni agrarie evidenziano una maggior complessità nella differenziazione territorialedel fenomeno considerato, pur confermando in generale quanto emerso a livello delle fascealtimetriche. La mortalità generale risulta molto alta nella pianura friulana meridionale e bassa,nella pianura friulana centrale e nel Comune di Udine. Una fascia a mortalità medio-alta èindividuabile in un’area che parte dalla pianura di Udine, passa attraverso il sandanielese e lecolline fra Tagliamento e Iudrio, per includere infine il Canal del Ferro. L’alta Slavia appare comela regione agraria a maggior sopravvivenza sia nelle età adulte che in quelle infantili.

- Fra le cause della maggior mortalità riscontrata in pianura, segnaliamo la malaria, moltodiffusa nelle aree palustri e la pellagra che colpiva gli abitanti delle zone dove era maggiormentediffusa la coltivazione del mais.

- Tutti gli indicatori considerati confermano, per il periodo 1827-37, una maggiorsopravvivenza nell’attuale Provincia di Pordenone rispetto a quella di Udine.

24

)RQWL�G¶DUFKLYLR

Legenda: ASU - Archivio di Stato di UdineBCU - Biblioteca comunale di Udine

- ASU, $UFKLYLR�&DLPR, b. 117, Caimo C. ,�0HPRULH�GL�PH��&DUOR�&DLPR��9RO���.- ASU, $UFKLYLR�FRPXQDOH�DXVWULDFR�,, b. 88, 3URVSHWWR�GLPRVWUDQWH�OL�0DWULPRQL��OH�1DVFLWH�HOH�0RUWL�VXFFHVVH�QHO�FRUVR�GHOO¶DQQR�0LOLWDUH�������QHOOD�5HJLD�&LWWj�GL�8GLQH�H�VXH�)UD]LRQL.- ASU, $UFKLYLR�FRPXQDOH�DXVWULDFR�,, b.136, 3URVSHWWR�6WDWLVWLFR�GHO�)ULXOL.- ASU, $UFKLYLR�FRPXQDOH�DXVWULDFR�,, b. 218, ,VWUX]LRQL�SHU�OD�FRPSLOD]LRQH�GHO�UXROR�GHOODSRSROD]LRQH�QHOOD�3URYLQFLD�GHO�)ULXOL.- ASU,� $UFKLYLR� FRPXQDOH� DXVWULDFR� ,,, b. 12, /HWWHUD� 1�� ���� GHOO¶,PS�� 5HJ�� &RQVLJOLHUHDWWXDOH�GL�*RYHUQR�H�'HOHJDWR�5HJLR�GHOOD�3URYLQFLD�GHO�)ULXOL�GHO����VHWWHPEUH�����.- ASU,�$UFKLYLR�FRPXQDOH�DXVWULDFR�,,, b. 12, 1RWLILFD]LRQH�1�����������GHOOD�'HOHJD]LRQH5HJLD�SHU�OD�3URYLQFLD�GHO�)ULXOL�GHO����0DJJLR�����.- ASU, $UFKLYLR� FRPXQDOH� DXVWULDFR� ,,, b. 12, 1RWLILFD]LRQH� 1�� ��������� GHOOD� 5HJLD'HOHJD]LRQH�SHU�OD�3URYLQFLD�GHO�)ULXOL�GHO����0DU]R�����.- ASU, $UFKLYLR� FRPXQDOH� DXVWULDFR� ,,, b. 12, 1RWLILFD]LRQH� 1�� ����������� GHOOD� 5HJLD'HOHJD]LRQH�3URYLQFLDOH�GHO�)ULXOL�GHO����QRYHPEUH�����.- ASU� $UFKLYLR�FRPXQDOH�QDSROHRQLFR, b. 62, 3DWHQWH�VXOO¶,VWLWX]LRQH�GHO�5HJQR�/RPEDUGR�9HQHWR�GHO���DSULOH�����.- ASU, $UFKLYLR�FRPXQDOH�QDSROHRQLFR, b. 197,�/HWWHUD�1��������GHOO¶,PS��5HJ��&RQVLJOLHUHDWWXDOH�GL�*RYHUQR�H�5HJLR�'HOHJDWR�GHOOD�3URYLQFLD�GHO�)ULXOL��GHO����OXJOLR�����.- BCU, )RQGR�SULQFLSDOH, m. 952, Pelizzo F., 1RWL]LH�VWDWLVWLFKH�GHOOD�3URYLQFLD�GHO�)ULXOL.

)RQWL�ELEOLRJUDILFKH

- AA.VV., (QFLFORSHGLD� 0RQRJUDILFD� GHO� )ULXOL�9HQH]LD� *LXOLD�� ,O� SDHVH�� SDUWH� VHFRQGD,Udine, Istituto per l’Enciclopedia del Friuli-Venezia Giulia, 1971.- Agostini F. (a cura di), $QDJUDIL� SDUURFFKLDOL� H� SRSROD]LRQH� QHO� 9HQHWR� WUD� ;9,,� H� ;,;VHFROR, Fonti e Studi di Storia Veneta N.14, Vicenza, Istituto per le Ricerche di Storia Sociale eReligiosa, 1989.- Antonini P., 'HO�)ULXOL�H�LQ�SDUWLFRODUH�GHL�WUDWWDWL�GD�FXL�HEEH�RULJLQH�OD�GXDOLWj�SROLWLFD�GLTXHVWD�UHJLRQH, Venezia, Naratovich, 1837.- Bandettini P., /¶HYROX]LRQH� GHPRJUDILFD� GHOOD� 7RVFDQD� GDO� ����� DO� ����, ArchivioEconomico dell’Unificazione Italiana. Serie II. Vol. III, Torino, ILTE, 1960.- Barbina G., *OL�DVSHWWL�JHRJUDILFL�GHO� FRQILQH� WUD� LO�)ULXOL� H� O,PSHUR� $XVWUR�8QJDULFR, inAccademia Udinese di Scienze Lettere e Arti, &RQILQH� RULHQWDOH� H� VWUDWHJLD� GLIHQVLYD� SULPD

GHOOD�JUDQGH�JXHUUD, Udine, Arti Grafiche Friulane, 1997, pp. 10-22.- Barbina G., Battigelli F., ,O� SDHVDJJLR� DJUDULR� IULXODQR� GDOOD� ILQH� GHOO¶DPPLQLVWUD]LRQHYHQHWD�DOO¶DQQHVVLRQH�DO�5HJQR�G¶,WDOLD, in Centro per lo Studio del Paesaggio Agrario. Istituto

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di Geografia – Università di Udine�� &RQWULEXWL� SHU� OD� VWRULD� GHO� SDHVDJJLR� UXUDOH� QHO� )ULXOL�

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XWLOL]]D]LRQH�GHOOH�IRQWL�GL�GHPRJUDILD�VWRULFD��$WWL�GHO�6HPLQDULR�GL�'HPRJUDILD�6WRULFD������

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Tav. I – 7DVVR�JHQHULFR�GL�PRUWDOLWj��WDVVR�GL�PRUWDOLWj�LQIDQWLOH��SUREDELOLWj�GL�PRUWH�LQ�HWj���H�LQ�HWj�����H�VWLPH�GHOOD

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Codice ISTAT Comune / Distretto(1)1827-37m 1827-37m0 1827-33q0 1827-33q0-3

coste0vare0

mixe0

30003 $PSH]]R 22,80 195,76 184,11 260,02 40,95 34,50 38,9930007 Attimis 22,65 203,57 203,83 311,86 36,85 24,31 32,3730008 Bagnaria Arsa 28,34 275,31 243,98 344,53 27,51 26,35 30,5030009 Basiliano 26,40 241,82 244,20 360,10 36,63 27,88 32,7130010 Bertiolo 29,34 265,26 255,33 346,35 36,78 33,48 34,3930011 Bicinicco 29,20 348,79 305,61 422,71 23,34 26,81 27,9430014 Buttrio 31,03 220,66 210,17 344,39 38,32 31,24 34,6130015 Camino al Tagliamento 27,85 266,29 270,93 380,96 35,68 26,18 30,3330016 Campoformido 25,78 158,93 129,79 309,10 39,54 31,96 36,5930018 Carlino 43,33 341,46 354,42 476,93 25,19 21,79 21,1530020 Castions di Strada 28,83 270,48 281,91 406,33 31,00 28,13 28,9730026 Cividale del Friuli 27,86 154,03 141,46 299,50 39,71 34,56 37,3930027 Codroipo 27,37 229,84 233,15 335,49 32,93 30,03 32,9430028 Colloredo di Monte Albano 24,85 204,42 195,31 312,47 37,95 24,39 34,0030030 Corno di Rosazzo 32,21 211,97 189,45 312,85 51,80 28,39 35,6230031 Coseano 23,95 299,40 240,42 385,33 35,89 29,09 32,8630032 Dignano 28,01 317,57 271,77 378,65 29,62 28,04 31,0930036 Faedis 20,07 166,24 163,19 243,92 38,99 27,91 37,6230037 Fagagna 32,03 251,39 272,80 397,28 35,42 29,52 31,0330039 Flaibano 30,10 278,21 277,85 365,37 37,86 28,89 32,9030043 *HPRQD�GHO�)ULXOL 23,35 188,48 187,15 285,11 39,98 31,39 35,7530044 Gonars 26,43 252,46 241,93 356,82 31,67 29,25 31,7930046 /DWLVDQD - .#/ 27,71 244,14 253,21 353,41 30,83 25,61 29,3430048 Lestizza 28,73 251,74 228,35 342,95 37,49 29,32 34,6130053 Majano 21,82 191,33 196,63 269,69 39,43 26,59 35,5230055 Manzano 20,53 218,16 215,09 340,12 33,86 29,90 33,5830056 Marano Lagunare 59,06 352,03 334,14 456,65 16,74 20,72 22,0130057 Martignacco 31,83 250,56 256,00 424,10 28,21 28,53 28,0430058 Mereto di Tomba 23,44 230,45 266,39 351,03 41,73 32,39 35,3830059 0RJJLR�8GLQHVH 24,01 176,88 183,40 306,98 39,00 31,41 34,7930060 Moimacco 26,79 212,57 199,09 331,77 38,17 34,39 36,8430062 Mortegliano 28,34 256,54 244,13 378,60 34,75 29,98 32,4830063 Moruzzo 28,24 229,79 209,11 373,58 37,58 25,09 34,4930065 Nimis 23,43 236,45 225,68 315,72 37,88 24,01 33,6630068 Pagnacco 27,49 228,76 238,80 357,38 38,93 28,35 33,1930070 Palmanova 31,66 242,40 254,10 371,60 32,19 27,65 29,4030071 3DOX]]D - 0#/ 23,52 175,91 173,69 256,43 39,47 32,88 36,4930072 Pasian di Prato 30,74 260,47 241,94 400,06 27,19 29,50 29,2530074 Pavia di Udine 27,39 232,52 220,33 362,86 31,44 27,85 31,3230077 Porpetto 26,76 218,50 223,00 321,57 34,26 29,33 32,5330078 Povoletto 30,12 245,17 231,90 342,01 33,44 29,15 32,1630079 Pozzuolo del Friuli 29,09 269,07 270,97 416,18 29,10 28,17 28,7630080 Pradamano 27,40 245,38 232,07 378,78 35,17 28,19 31,8130083 Premariacco 25,65 191,74 161,63 261,47 37,15 32,50 38,1330085 Prepotto 22,55 132,85 141,18 224,47 45,22 36,02 41,1730087 Ragogna 19,92 178,65 167,84 281,68 40,69 26,66 36,53

29

Tav. I – VHJXH

Codice ISTAT Comune / Distretto 1827-37m 1827-37m0 1827-33q0 1827-33q0-3coste0

vare0mixe0

30090 Reana del Roiale 22,51 170,19 167,24 276,74 37,21 30,03 34,8330091 Remanzacco 23,60 218,88 204,80 297,18 37,21 33,05 36,1630094 5LJRODWR 24,48 227,22 216,81 289,32 42,83 31,05 37,2230095 Rive d'Arcano 35,23 273,43 287,32 397,02 34,48 28,59 30,7430099 San Daniele del Friuli 25,67 207,30 193,70 306,17 38,26 29,91 35,1030100 San Giorgio di Nogaro 36,36 295,23 293,55 390,28 27,39 24,63 27,1130101 San Giovanni al Natisone 20,41 189,00 188,98 296,34 37,44 32,30 36,3230103 6DQ�3LHWUR�DO�1DWLVRQH 22,20 170,31 158,87 247,31 41,83 31,67 38,0530104 Santa Maria la Longa 29,77 237,24 210,27 301,36 34,21 28,40 33,6630106 San Vito di Fagagna 26,70 262,50 256,44 333,47 40,48 28,34 34,2030109 Sedegliano 29,47 248,09 238,45 322,65 40,96 35,98 36,9330113 Taipana 24,59 195,77 189,69 260,64 38,28 26,66 33,7330114 Talmassons 29,13 249,42 242,75 387,08 30,79 29,49 31,4530118 Tavagnacco 24,69 240,63 259,32 384,84 33,64 29,97 32,0130121 7ROPH]]R 23,94 212,53 218,83 305,30 37,96 33,62 36,1830122 Torreano 20,01 146,04 137,13 229,27 43,51 31,78 40,3830127 7ULFHVLPR 24,17 198,39 175,13 263,76 37,82 28,34 34,7930128 Trivignano Udinese 26,84 276,24 297,50 416,98 29,50 26,78 28,0330129 Udine 35,50 267,21 257,97 387,49 30,10 31,67 31,0130130 Varmo 25,37 256,35 255,86 335,43 34,79 27,84 31,4430137 Forgaria nel Friuli 22,10 215,16 221,23 326,96 40,49 31,55 36,3393001 Andreis 20,29 186,67 166,97 262,80 41,19 25,56 36,3593002 Arba 24,46 163,37 122,40 220,72 39,01 30,79 35,6893003 Arzene 20,95 213,86 217,14 338,38 36,63 27,70 31,8493004 Aviano 30,08 227,81 234,30 335,92 37,82 32,95 34,7093005 Azzano Decimo 19,37 175,79 177,51 263,79 43,13 27,73 34,2593006 Barcis 21,74 197,44 223,89 350,31 33,12 25,42 29,3293007 Brugnera 22,31 216,02 242,80 304,91 35,68 26,41 32,5593008 Budoia 28,13 224,18 241,19 351,08 38,74 33,57 34,1593009 Caneva 22,07 224,39 241,32 278,64 46,42 30,88 39,2093010 Casarsa della Delizia 21,66 191,21 195,37 276,57 46,45 29,43 36,1193011 Castelnovo del Friuli 19,42 199,49 179,16 263,81 42,09 31,23 39,6693012 Cavasso Nuovo 19,71 216,44 221,46 281,48 42,77 30,58 38,9993013 Chions 24,40 193,48 192,45 245,70 60,66 29,29 35,9693014 Cimolais 24,97 209,68 211,92 377,42 32,56 26,35 29,3493015 Claut 24,43 200,74 187,54 312,12 37,01 24,63 32,8293016 Clauzetto 20,07 188,76 163,76 241,81 40,30 32,45 40,2793017 Cordenons 25,21 173,14 178,64 263,58 40,00 32,26 35,7193018 Cordovado 25,01 215,32 217,05 301,08 40,50 31,87 34,9293019 Erto e Casso 28,35 205,75 186,62 346,39 35,12 25,91 31,3193020 Fanna 22,69 205,73 198,37 279,65 39,37 29,65 35,9693021 Fiume Veneto 22,64 224,14 232,82 324,24 32,23 26,37 33,3593022 Fontanafredda 25,66 201,29 219,93 360,66 37,35 29,37 32,2193024 Frisanco 22,83 194,85 201,81 282,42 42,56 26,13 34,5393025 Maniago(4) 23,34 225,83 215,24 289,40 38,11 31,05 36,0093026 Meduno 21,12 207,21 206,28 264,93 44,21 30,37 38,8893027 Montereale Valcellina 24,60 237,82 223,08 325,54 34,23 31,23 35,3393028 Morsano al Tagliamento 28,25 240,72 267,96 360,99 47,18 26,15 30,6093029 Pasiano di Pordenone 22,39 170,51 184,74 283,20 31,57 26,52 31,4793030 Pinzano al Tagliamento 21,26 164,95 129,56 240,62 45,68 35,56 41,6193031 Polcenigo 24,35 186,52 196,43 283,41 46,62 30,42 36,5293032 Porcia 18,69 147,63 151,63 219,93 38,95 32,60 38,8493033 Pordenone 26,59 204,31 203,62 329,26 37,42 30,69 33,7193034 Prata di Pordenone 23,34 163,36 194,24 283,02 36,66 29,69 35,2293035 Pravisdomini 21,49 211,96 206,36 327,18 41,57 25,02 29,35

30

Tav. I – VHJXH

Codice ISTAT Comune / Distretto 1827-37m 1827-37m0 1827-33q0 1827-33q0-3coste0

vare0mixe0

93036 Roveredo in Piano 25,74 210,77 206,95 310,46 37,85 30,45 34,9393037 Sacile 25,04 229,36 208,60 300,46 41,47 31,76 38,2893038 San Giorgio della Richinvelda 20,44 159,04 160,07 259,25 42,91 29,71 37,9693039 San Martino al Tagliamento 20,82 193,93 174,91 251,71 44,69 30,46 39,0993040 San Quirino 28,49 216,32 196,12 340,91 33,84 29,06 31,9893041 San Vito al Tagliamento 22,45 211,13 198,00 303,63 45,30 28,74 36,4893042 Sequals 20,83 202,03 173,33 245,64 43,41 33,61 39,3693043 Sesto al Reghena 20,50 180,42 175,19 229,62 38,40 28,67 37,1993044 Spilimbergo 24,19 187,88 186,63 292,62 37,93 30,49 34,3393045 Tramonti di Sopra 23,31 179,10 136,63 283,50 36,11 30,07 34,4993046 Tramonti di Sotto 25,66 189,32 176,95 321,87 33,95 26,99 30,1393047 Travesio 15,25 138,19 139,33 189,44 41,75 35,07 41,7393048 Valvasone 25,27 231,82 191,37 321,22 33,38 28,47 32,2793049 Vito d’Asio 19,72 196,22 193,21 289,14 41,17 31,48 39,0193050 Vivaro 26,19 259,83 263,76 354,06 32,26 27,67 30,8593051 Zoppola 20,87 175,63 167,33 251,74 43,14 29,91 38,17

Fonte: ns. elab. su dati del Prospetto Statistico del Friuli.

(1) In grassetto vengono indicati i distretti per i quali non si dispone di dati comunali.(2) Nel Distretto di Latisana rientra anche l’attuale Comune di Lignano Sabbiadoro.(3) Nel Distretto di Paluzza rientra anche l’attuale Comune di Ligosullo.(4)

Nel Comune di Maniago rientra anche l’attuale Comune di Vajont.