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Oggi ci troviamo a fronteggiare la velocità e l'imprevedibilità del cambiamento, spesso interagendo in modo non lineare con molti elementi fra loro diversi: questa è la definizione di complessità delle organizzazioni. In questo contesto, innovare il processo di sviluppo di servizi e prodotti è strategico; si tratta di una innovazione manageriale che è prima di tutto una innovazione culturale. Per fare questo occorrono nuovi stili di leadership e nuove modalità di gestione dei progetti. Cercheremo di raccontare il passaggio che sta avvenendo nello stile manageriale in diversi contesti, lontano da noi, in modo eclatante (Toyota, Google, Apple) o vicino a noi, in modo silenzioso (la bella azienda della profonda provincia veneta, Breton). Il manager deve cambiare, guidando il suo team in modo condiviso e divenendone parte integrante, in un panorama che, pur complesso e frammentato, offre strumenti per essere affrontarlo con più serenità. Le metodologie Lean di derivazione Toyota e le metodologie Agili elaborate per sostenere lo sviluppo turbolento del software, gli strumenti della community 2.0 ed il classico Gantt di progetto, diventano gli ingredienti che, miscelati in funzione del tipo di organizzazione e del progetto, consentono di gestire con efficacia ed efficienza la complessità dei progetti di oggi. E' riportato anche un esempio di una applicazione di Hybrid Project Management per la gestione dei cantieri edili, sviluppata in collaborazione con l'architetto Daniela Rinaldi di Verona.
Citation preview
L'innovazione manageriale nello sviluppo dei servizi e dei prodotti
Complessità, leadership e gestione progetti
Claudio Saurin 06/11/2014
• Cenni alla Breton azienda dove lavoro e dove si trova un esempio concreto di quello di
cui parleremo
• Innovazione e complessità nelle organizzazioni
• Leadership e Management
• L’innovazione in Breton
• L’innovazione richiede una progettualità nella complessità
• Le esigenze di una moderna gestione progetti
• Le quattro metodologie di Project Management
• La soluzione con l’Hybrid Project Management
• Esempi operativi in azienda ed in cantiere edile
Argomenti dell’incontro
• Breton produce inoltre impianti per la fabbricazione delle pietre composite.
• Negli anni '90 Breton è entrata nel settore dei centri di lavoro a controllo numerico ad alta velocità per metalli, diventando in pochi anni uno dei più importanti attori mondiali.
• Fondata nel 1963 da Marcello Toncelli e guidata dai figli Luca e Dario dal 2003
• Breton Spa conta oggi più di 600 dipendenti
• Breton è leader nella costruzione di macchine e impianti per qualsiasi lavorazione industriale di marmo, granito e pietra.
L’azienda Breton
Centri di lavoro a controllo numerico per la pietra
Macchine per la lavorazione della pietra naturale
Centri di lavoro a controllo numerico per metalli e resine
Bretonstone e Lapitec
progettisti studi esterni di progettazione
progetti di sviluppo ordine cliente all’anno progetti sviluppo nuovi prodotti all’anno
progetti contemporanei disegni CAD emessi ogni mese post-it virtuali alla settimana
I pilastri del Business
Peter Drucker
La scala dell’innovazione in azienda
Innovazione Manageriale
Innovazione Strategica
Innovazione di Prodotto/Servizio
Innovazione di Processo
Innovazione Manageriale è un modo nuovo di progettare e lavorare insieme In un modo tanto unico da non poter essere facilmente imitato
Da : Il Futuro del Management – Gary Hamel
Bassa
Alta Bassa
Alta
Il tema decisivo del nostro tempo
Oggi ci troviamo a fronteggiare la velocità e
l'imprevedibilità del cambiamento
spesso interagendo in modo non lineare con molti
elementi fra loro diversi.
Questa è la definizione di complessità delle
organizzazioni
I sette principi della gestione della complessità e lo sviluppo di prodotti e servizi
1 - Auto-organizzazione I team si organizzano in modo
autonomo, pur con una guida che coordina dall'alto, con nuovi stili di
leadership.
2 - Disorganizzazione creativa Lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi deve dare spazio al disordine creativo, mantenendo un equilibrio fra il
sistema formale ed informale dell’organizzazione. Spazio alla passione!
3 - Condivisione Lavorare in team significa
condividere gli obiettivi, la visione sistemica del tutto e le
informazioni. Ma anche la fiducia reciproca e la condivisione dei successi e dei fallimenti, senza che nessuno ne sia penalizzato.
4 - Flessibilità strategica Flessibilità e velocità sono le parole d'ordine per riuscire
ad affrontare l’incertezza che caratterizza il nostro tempo e le conseguenze che si riverberano
sull’organizzazione e sulle decisioni.
5 - L’organizzazione a Rete (Network Organization)
I sistemi complessi «adattativi» sopravvivono grazie all’informazione. Tutto è informazione.
Il modo per riceverla, incanalarla e scambiarla e la rete.
6 - Circoli virtuosi Più si comunica e più crescono le relazioni
interpersonali. Più crescono le relazioni interpersonali più
aumentano le idee e la conoscenza, in una spirale
positiva che si autoalimenta.
7 - L’organizzazione che impara (Learning
Organization) Proprio come un essere vivente, l’organizzazione cresce ed evolve grazie a un processo cognitivo che
le permette di imparare dall'esperienza sia positiva che
negativa.
I principi MediaLab del MIT a cui ispirarsi per favorire l’innovazione
Apprendimento invece che Educazione
Apprendere dagli errori o dagli imprevisti. Il maggior grado di apprendimento si ha quando
un esperimento rivela risultati inaspettati
Tiro invece che Spinta Applicare le logiche in tiro della Lean e
dell’Agile per non farsi spingere ma piuttosto farsi fermare
Resilienza invece che Forza
Fallire nel tentativo di innovare ma risollevarsi, non
perdere la fiducia e continuare
Rischi invece che Sicurezza
Solo chi rischia inventa, ma il rischio va valutato e gestito affinché non diventi azzardo
Sistemi invece che Parti
Prediligere un approccio sistemico e non concentrarsi
solo sulle singole parti
Bussole invece che Mappe
Prepararsi a navigare seguendo una direzione e gestire gli scostamenti dalla rotta intrapresa. Prediligere
l’approccio del “Viandante” a quello del “Viaggiatore”
Pratica invece che Teoria
Favorire un approccio pratico: è meglio una soluzione grezza ma immediata che perfetta ma in
ritardo
Disobbedienza invece che Conformismo Saper andare, quando
necessario, oltre le regole e le procedure
Ciò che Emerge invece che Autorizzazione
Rendersi maggiormente autonomi per fronteggiare gli imprevisti senza chiedere
sempre autorizzazione
I due paradigmi - Riduzionismo e Olismo
Riduzionismo Parti
Strutturato Razionale
Provato Gerarchie Categorie
Separazione Futuro/Passato
Preciso Statico
Maschile Curiosità
Note separate Meccanicistico
Logico Sequenziale
Razionale Analitico
Oggettivo Concentrato sulle parti
Intuitivo Fantasioso Emozionale Sintetizzante Soggettivo Olistico (integrato)
Olismo Il Tutto Creativo Intuitivo Open Mind (mente aperta) Sinergia Individualità Connesso Il Presente Caotico Dinamico Femminile Autocorrettivo Armonia Organico
Cervello Destro
Cervello Sinistro
Yin (femminile) Yang (maschile)
Fabio Armani - The TAO of Agile Thinking
Uomini e donne in azienda e nella società civile
Uomini e donne vedono diversi livelli di sfumature ed hanno sensibilità diverse.
In genere le donne sono attratte dal «potere del fare» mentre gli uomini sono attratti dal «potere del dominare». In altre parole le donne sono caratterizzate dall’autorevolezza personale piuttosto che dall’autorità del ruolo.
Per queste ragioni è indispensabile una presenza femminile forte in azienda e nella società civile.
Management e leadership
E' rischioso ritenere che il management possa gestire la complessità
• I Manager fanno in modo che “cose cattive” non accadano. I Leader fanno si che “cose buone” accadano
• I manager sono stabilizzatori e i leader sono innovatori
• Alcune cose vanno gestite altre vanno guidate
• I manager tendono a minimizzare il cambiamento e a mantenere il controllo su politiche e procedure e lavorano meglio su progetti stabili
• I leader cercano ragioni per il cambiamento e si basano su linee guida, valori condivisi e sono “manager di relazioni”
Tutti i progetti richiedono il bilanciamento di entrambe le figure
“Se hai tutto sotto controllo stai andando
troppo piano”
Mario Andretti.
Innovazione di prodotto e manageriale in Breton BretonFlow e BretonInnoway
Breton Driven By Innovation Questo slogan caratterizza lo spirito profondo di Breton.
• Fin dal mio arrivo a ottobre 2011 Luca mi manifesta il suo desiderio che l’azienda sappia innovare senza la sua spinta continuo (di fatto è il co-direttore tecnico)
• La qualità dei prodotti è sopra la media dei concorrenti, ma c’è molta burocrazia
• In azienda è presente uno stile di comando e controllo tipico delle aziende manifatturiere (Management 1.0)
• A gennaio 2012 parte il progetto BretonFlow mirato ad innovare il processo di innovazione prodotto nell’area tecnica integrando
– Metodologia Lean di sviluppo prodotto
– Metodologia Agile di sviluppo prodotto
– Enterprise 2.0 attraverso l’introduzione dei principi delle Community sia virtuali che reali per favorire la cultura della condivisione ed accelerare ed integrare le transizioni Lean ed Agili
• A luglio 2013 inizia il progetto BretonInnoway che persegue l’obiettivo della eccellenza organizzativa, integra BretonFlow ed è esteso a tutta l’azienda
Obiettivi del progetto BretonInnoway e BretonFlow
• Lavorare nel flusso fisico e mentale
• Ridurre i tempi di sviluppo prodotto
• Favorire espressione della creatività e delle potenzialità di ognuno
• Promuovere l’apprendimento organizzativo per essere sempre più innovativi
• Dare maggiore autonomia alle persone
• Promuovere nuovi stili di leadership più partecipativi
• Favorire il lavoro di squadra e perseguire il benessere personale ed organizzativo
Progetti Semplici :
dove le tecnologie da impiegare sono note e ed i requisiti ben definiti (si tratta di prodotti maturi in lenta evoluzione), con risorse dedicate
Progetti Complicati :
dove vi è una maggiore incertezza sia sui requisiti che sulle tecnologie o sulla disponibilità di risorse dedicate
Progetti Complessi :
dove il livello di incertezza è tale da rendere necessario l’impiego di nuovi strumenti di pianificazione
Progetti Caotici in situazione di Anarchia :
dove il livello di incertezza configura una situazione di anarchia per la quale parlare di gestione progetti è sicuramente improprio
Anarchia
Semplici
Complessi
Alta Bassa Certezza della soluzione tecnica
Cer
tezz
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Alta
Bassa
Diagramma di Stacey
Innovazione e Complessità dei Progetti
Innovare richiede una progettualità e non tutti i progetti hanno la stessa difficoltà
Progetti molto innovativi hanno obiettivi incerti
“Extreme Project Management “ • I requisiti cambiano nel corso di una
notte • Il progetto coinvolge nuove tecnologie e
nuovi metodi mai tentati prima • La scadenza è dimezzata rispetto ai
tempi normali • La qualità della vita durante il progetto
è praticamente inesistente • A metà strada del progetto, il cliente
chiede improvvisamente qualcos’altro • L’ambiente circostante è caotico ed
imprevedibile, e cambia continuamente
Top Down Unità elementare: Milestone
Informazioni di alto livello
di difficile condivisione
con tutto il team di
progetto
MILESTONES
Intermediate Unità elementare: Activity
Necessità di frequenti
revisioni
dall’alto verso il basso
e dal basso verso l’alto
Phase A1
Activity A11
Activity A12
…
Phase A2
Activity A21
Activity A22
…..
Phase A3
Activity A31
Activity A31
April May June July
Activity A23
GANTT
Bottom Up Unità elementare: Task
Difficile essere aggiornati in
tempo reale
sull’effettivo avanzamento
delle attività
TASKS
Le 3 prospettive nella gestione dei progetti
Le esigenze di una moderna gestione progetti
• Offrire a ciascuno la giusta visione e prospettiva
• Consentire la gestione di attività non a progetto secondo logiche PDCA
• Consentire di gestire attività di routine
• Consentire visioni e valutazioni qualitative (in modalità grafica)
• Consentire analisi quantitative per poter fare l’Heijunka (l’arte di livellare il carico di lavoro)
• Consuntivazione Integrata del lavoro svolto perché diventino conoscenza acquista per nuovi progetti
• Consentire una gestione visuale efficace ed efficiente e tirata in logica Lean (pull)
• Consentire il confronto a distanza nell’organizzazione
Chi Approccio preferenziale Prospettiva
Top Management Top Down Sintesi a Lungo Termine
Middle Management Intermedio Medio Termine
Resources Bottom Up Breve Termine
Tempo
Pe
rfo
rman
ce
Il miglioramento di un processo
Kai - Cambiare Zen - per il meglio
Kaikaku Cambiamento radicale
Le quattro metodologie di gestione progetti
Gestione Progetti a Cascata (Waterfall)
É una metodologia sviluppata nei primi 50 anni del
Novecento. La sua più conosciuta rappresentazione è il
diagramma di Gantt.
Project Management 2.0
Sono sistemi di
pianificazione di sviluppo
recentissimi mirati ad
esaltare la comunicazione
all’interno del team di
progetto secondo le
logiche di condivisione del
WEB 2.0.
Pianificazione Lean Visuale
E’ una metodologia visuale
di pianificazione introdotta
negli anni 90 dalla Toyota
per la gestione dello
sviluppo prodotto. Si
impiegano grandi tabelloni e
cartellini per la gestione “in
tiro” dei progetti.
Pianificazione Agile con lo Scrum
Lo Scrum è il sistema di
pianificazione dei progetti
secondo la metodologia
Agile. Essa è nata per lo
sviluppo del software ed è
adatta per gestire progetti
di elevata complessità con
variazione dei requisiti
durante lo sviluppo.
Gestione Progetti a Cascata (Waterfall)
La modalità di scomposizione del lavoro (WBS)
WBS secondo la scomposizione del prodotto
Progetto Villa
Opere Civili Idraulica Lavori Elettrici
Fondamenta
Ossatura
Finiture
Tubazioni
Allacciamenti
Impianto
Collegamenti
Vista ad Albero
1. Opere Civili 1. Fondamenta 2. Ossatura 3. Finiture
2. Idraulica 1. Tubazioni 2. Allacciamenti
3. Lavori Elettrici 1. Impianto 2. Collegamenti
• La Scomposizione del Lavoro da Svolgere (Work Breackdown Structure) è
funzionale alla definizione dei risultati del progetto (deliverables)
• La WBS deve includere tutto il necessario « interno, esterno e appaltato» alla realizzazione del progetto, inclusa la gestione del progetto stesso.
• Il piano delle attività nel tempo Gantt viene fatto in un secondo momento
Il diagramma di Gantt ed il percorso critico
• Rappresentazione con barre e con relazioni fra le attività
• Il diagramma di Gantt contiene gli elementi della WBS
• Il percorso critico è quella sequenza di attività che collega l'inizio e la fine di un progetto e che determina la sua data di completamento.
• Le attività sul percorso critico non ammettono slittamenti senza causare ritardo all'intero progetto.
• Durata delle attività e carico di lavoro sono collegate in modo indiretto
Pianificazione Lean Visuale
Definizione di Lean e Principi Base
La lean è un sistema di produzione a flusso sviluppato dalla Toyota
• E’ noto come JIT «Just in Time» per la gestione ottimale dei materiali
• E’ noto anche come Lean (snello) per l’eliminazione delle attività non a valore
• Il flusso è la cosa più importante in assoluto. Governa tutto e deve avere la capacità necessaria (la portata)
• Il flusso deve essere continuo per risultare complessivamente veloce
• Il flusso deve essere flessibile (a parità di capacità complessiva) per potere produrre output diversi
• Il flusso deve essere affidabile (deve prevedere tutte le cause di fermata)
• Il flusso deve essere sincronizzato (il processo a valle scatena quello a monte) e quindi «tirato»
La nascita del Visible Planning
• Le metodologie di gestione visuale «Visible Planning» nascono in Giappone all’inizio degli anni ‘90 con la collaborazione fra mondo accademico e industria per studiare e promuovere la produttività dei colletti bianchi o knowledge workers
• Successivamente, il metodo viene introdotto in Toyota per ridurre drasticamente i tempi di sviluppo dei nuovi prodotti
Gestione visuale Fabbrica
Gestione Visuale Ufficio
Confronto fra gli operatori in produzione ed i knowledge workers
Struttura del Visible Plan
La parte quantitativa è costituita da un tabellone visuale con le persone sulle ordinate ed il tempo sulle ascisse
La parte qualitativa è detta in giapponese Barashi (breakdown o scomposizione ) e consiste nello scomposizione in gruppo del lavoro da svolgere su un prodotto/servizio
Il responsabile del progetto è il Chief Engineer che è un esperto tecnico di prodotto che interagisce
con il cliente
Obeya - ovvero la Stanza del Progetto
• Obeya in Giapponese significa “grande stanza”.
• Alla Toyota essa è divenuta lo strumento principale di gestione progetti, per aumentare l’efficacia e la puntualità della comunicazione e della condivisione.
• Simile nei concetti alla tradizionali “stanze di guerra”, una Obeya conterrà
– tabelle e grafici
– la pianificazione temporale, le pietre miliari, gli avanzamenti lavori
– le contromisure nei confronti della pianificazione esistente o dei problemi tecnici.
• L’obiettivo e assicurare il successo del progetto e abbreviare il ciclo PDCA (Deming)
Pianificazione Agile con lo Scrum
La metodologia Agile e il Manifesto del 2001
La metodologia Agile nasce nel mondo del Software e consiste nello Sviluppo Incrementale del Prodotto. La sua divulgazione avviene nel 2002 a cura di Schwaber e Beedle
Il Manifesto Agile
Individui e interazione rispetto a processi e strumenti
Software funzionante rispetto ad una documentazione completa
Collaborazione con i clienti rispetto a contratti e negoziazioni
Risposta al cambiamento rispetto a seguire un piano
I 12 Principi della metodologia Agile 1. La massima priorità è soddisfare il cliente rilasciando software di valore, fin da
subito e in maniera continua.
2. Accogliamo i cambiamenti nei requisiti, anche a stadi avanzati dello sviluppo.
3. Consegniamo frequentemente software funzionante, con cadenza costante
4. Committenti e sviluppatori devono lavorare insieme quotidianamente per tutta la durata del progetto.
5. Fondiamo i progetti su individui motivati dando loro l’ambiente ed il supporto di cui abbisognano.
6. Una conversazione faccia a faccia è il modo più efficiente e più efficace per comunicare del team.
7. Il software funzionante è il principale metro di misura di progresso.
8. I processi agili sono sostenibili permettendo alle persone coinvolte di mantenere indefinitamente un ritmo costante.
9. La continua attenzione all'eccellenza tecnica e alla buona progettazione esaltano l'agilità.
10. La semplicità e l'arte di ridurre le rilavorazioni sono essenziali.
11. Le architetture, i requisiti e la progettazione migliori emergono da team che si auto-organizzano.
12. A intervalli regolari il team riflette su come diventare più efficace riadattando il proprio modo di agire
Principi di base dello Scrum – il backlog
• La metodologia di gestione del progetto è denominata Scrum
• Il nome “scrum” deriva dalla “mischia del gioco del rugby” perché con grande similitudine questa metodologia di sviluppo prodotto è adattativa, rapida, auto organizzata e con poche pause.
• E’ basata sulla scomposizione del lavoro da svolgere in una serie di argomenti ordinati per priorità (il Product Backlog, l’elenco delle cose da fare)
• Il Product Backlog è suddiviso in Epic Story (Macro-argomenti) e User Story (Argomenti) e Task (Compiti).
• L’ ordinamento delle User Stories è uno degli elementi chiave per pianificare il lavoro
User Story
Da fare prima
Da fare dopo
Scrum And Xp From The Trenches - Henrik Kniberg
Task
Principi di base dello Scrum – gli Sprint
• La metodologia Scrum prevede la scomposizione del monte lavoro da svolgere in
pacchetti da evadere in un intervallo di 2-4 settimane denominato Sprint
• Le persone si focalizzano su obiettivi a breve termine (Sprint Backlog) , condivisi
pubblicamente e che vengono puntualmente verificati
• Le persone si abituano a pianificare il proprio lavoro fino a saturarsi
• Lo Scrum applica un approccio empirico. Non impiega complessi modelli matematici
reintroduce flessibilità, adattabilità e produttività attraverso l’auto-organizzazione
Sprint Backlog (Cose da fare nello Sprint)
Product Backlog (Insieme delle Cose da Fare)
Daily Scrum (Scrum Giornaliero)
Deliverables (Risultati Oggettivi)
Sprint (intervallo di tempo definito)
Pannelli per la gestione visuale dello Scrum Information Radiators
Stand-up meeting ad intervalli regolari
Diagramma del lavoro svolto
Sintesi riepilogativa della metodologia Scrum
• E’ composta da 3 momenti
– Incontro di pianificazione di ciascuno Sprint (Sprint Planning Meeting)
– Lo Scrum Giornaliero (Daily Scrum )
– L’incontro di chiusura dello Sprint con relative riflessioni (Sprint Review Meeting e Sprint Retrospective),
• E’ vissuta da 3 attori
– Il Product Owner responsabile del prodotto e referente verso il cliente .Ha la responsabilità di gestire il Product Backlog, di renderlo visibile e di garantire il valore del lavoro svolto dal Team
– Il Team che sviluppa il prodotto
– Scrum Master è il coach che assiste il Product Owner, aiuta il team, lo protegge dai disturbi e lo guida a essere più produttivo e ad aumentare la qualità dei prodotti che sviluppa.
• E costituita da 3 artefatti
– L’Insieme complessivo delle Cose da Fare (Product Backlog)
– L’Insieme delle Cose da Fare nell’intervallo di tempo dello Sprint (Sprint Backlog)
– Il diagramma del lavoro rimanente (Burndown chart).
Agile e coinvolgimento dei giocatori della squadra
• La “Vacca” è uno spettatore perché le costa poco fornire il latte
• La “Gallina” è interessata perché sacrifica con l’uovo una suo possibile figlio
• Il “Maiale” è coinvolto perche per un prosciutto deve sacrificare la propria vita o quella di un amico
Nella gestione Agile dei progetti dovremmo essere tutti fortemente coinvolti come i «maiali» , compreso il management
I sistemi WEB 2.0 e il Project Management 2.0
Comunicazione e Web 2.0
• La comunicazione può essere spesso la sfida più difficile nella gestione progetti.
• Oggi i progetti includono spesso team interfunzionali o interaziendali e gli strumenti di comunicazione finora impiegati mostrano diversi limiti:
– I tabelloni fisici di post-it aiutano grandemente, ma richiedono la presenza fisica dei team.
– E’ difficile associare le e-mail ai singoli elementi del progetto (progetto, attività, task, …)
• Il Web 2.0 è una nuova visione di Internet, un cambio di paradigma dove scompare la divisione tra produttori e fruitori di contenuti
• Il Web 2.0 ha portato la cultura della condivisione
• Il Web 2.0 a cascata ha generato molti altri “2.0”
– Enterprise 2.0, Management 2.0, Marketing 2.0, Project Management 2.0, ...
Possiamo usare gli strumenti del Web 2.0 nell’ambito del Project Management?
WEB 2.0 e Project Management
• Una comunità Web 2.0 è una “piazza”, un luogo virtuale in cui, su base volontaria, tutti raccontano a tutti
• In azienda e nel Project Management in particolare, le esigenze sono altre:
– l’esigenza della riservatezza
– la partecipazione è spesso NON volontaria
– occorre dar vita ad uno spirito di team affinché la comunicazione fluisca.
• La sfida di coniugare queste esigenze contrastanti può esser vinta se vi sono:
• Cultura della condivisione
• Sponsorship attiva del management
• Progetti non troppo articolati
• Ambiente fortemente dinamico
• Appositi strumenti web di condivisione di task, informazioni e documenti
Comparazione fra le metodologie di pianificazione
Copertura delle esigenze
Esigenza PM
Waterfall (GANTT)
Visible Planning (LEAN)
Agile Planning (SCRUM)
Sistemi Web 2.0
Pianificazione a lungo termine
Pianificazione a medio termine
Pianificazione a breve termine
Approccio pianificazione dall’alto (Top Down)
Approccio alla pianificazione dal basso (Bottom Up)
Strumento Qualitativo per indicare lo stato del progetto
Strumento Quantitativo per fornire dati relativi al progetto
Gestione integrata di attività PDCA
Gestione Attività di Routine
Consuntivazione Integrata Lavoro Svolto
Comunicazione visuale mediante pannelli informativi.
Comunicazione integrata a distanza
La gestione ibrida dei progetti
La soluzione mediante l’integrazione delle metodologie
Integrazione delle prospettive top down e bottom up
PROJECT
PROJECT
PROGETTO
MACROATTIVITA’
ATTIVITA’
TASK1
TASK2
TASK3
UTENTI
Project Leader
Project Manager
Chief engineer (Lean)
Project Owner (Agile)
ESIGENZE Diagramma di GANTT
Milestone
Tabelloni Visuali
PROSPETTIVA di MEDIO LUNGO TERMINE
PROSPETTIVA di BREVE TERMINE
UTENTI
Risorse del team ESIGENZE SCRUM di Microattività o Task
Multi-project ROADMAP
Tabelloni visuali di Task
Cambio Catena Ruote
TRASMISSIONE
Nome Attività Durata Inizio Fine Settembre 2013 Ottobre 2013 Novembre 2013
Specifiche e requisiti 12 gg 01/09/13 18/09/13
Pre progetto 15 gg 18/09/13 13/10/13
Macro progettazione 20 gg 5/10/13 5/11/13
Progettazione di dettaglio 5 gg 18/09/13 28/09/13
Realizzazione prototipo 10 gg 28/09/13 13/10/13
Test prototipo sala prove 18 gg 13/10/13 10/11/13
Test prototipo presso cliente 3 gg 10/11/13 16/11/13
Come nasce il visible planning
Settembre 2013
w36 w37 w38 w39 w40
Ottobre 2013
w41 w42 w43 w44
Tom
John
John
Jack
Dal visible planning allo scrum mono-progetto
Settembre 2013
w36 w37 w38 w39 w40
Ottobre 2013
w41 w42 w43 w44
Tom
John
John
Jack
W40
Da fare
W41
John
Tom
Jack
In Corso
Fatto
MicroAttività /
TASKS
Dal visible planning allo scrum multi progetto
Settembre 2013
w36 w37 w38 w39 w40
Ottobre 2013
w41 w42 w43 w44
Tom
John
John
Jack
W40
Da fare
W41
John
Tom
Jack
In Corso
Fatto
Project 1
Project 3
Project 2
TASKS
I post-it non sono tutto, c’è l’informatica
Alcuni cartelloni di Breton
Tabellone Kanban multiprogetto (cartaceo)
Milestone multiprogetto (digitale)
Tabellone User Story e Task
Hybrid Scrum multiprogetto
Esempio di un progetto nel settore edile
Daniela Rinaldi & Claudio Saurin
Dalle User Stories alla finestra di sequenziamento
Dettaglio Scrum multisettimana
In cantiere
Riferimenti
www.pmi-nic.org www.lean.org www.scrumalliance.org en.wikipedia.org/wiki/Project_management_2.0 www.lean-plan.com
Grazie dell’ attenzione
[email protected] www.breton.com www.lapitec.it