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MANTOVA
Percorso
Etrusco – romano - cristiano
- GLI ETRUSCHI FONDANO MANTOVA
- IL FORCELLO
- DALLA STORIA ALLA LEGGENDAVIRGILIO SCRISSE
DANTE NARRA
Iii IPOTESI
- L’ INVASIONE DEI GALLI
- MANTOVA DIVENNE ROMANA
- GLI INIZI DEL CRISTIANESIMO A MANTOVA
GLI ETRUSCHI FONDANO MANTOVA
In molte zone del territorio mantovano sono stati trovati resti di INSEDIAMENTIETRUSCHI.
Per questo è ipotesi diffusa che furono proprio gli Etruschi a dare origine allanostra città SUL FINIRE DEL VI SECOLO a.C.
La nostra pianura allora cosparsa di boschi e di acquitrini era abitata, come giàsappiamo, da tribù palafitticole e terramaricole.
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Gli Etruschi capirono che la zona padana, ricca di corsi d’acqua, potevarappresentare per loro una nuova via di traffici commerciali e fondarono numerosiempori lungo il Mincio e il Po.
Attraverso i corsi d’acqua raggiungevano il Mar Adriatico da cui proseguivano per laGrecia e l’Oriente (Asia Minore).
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A 10 Km da Mantova, sulle rive del Mincio, tra i paese di Pietole e San Biagio, inlocalità FORCELLO, nel 1875 alcuni contadini durante i loro lavori trovarono i restidi una città etrusca.
Il Forcello era il punto di approdo e di partenza di molte merci.
Vi erano, inoltre, botteghe di ARTIGIANI e vi si praticavano L’AGRICOLTURA eL’ALLEVAMENTO.
Durante gli scavi di studio, eseguiti nel 1981, i reperti rinvenuti hanno permesso diricostruire la vita dei cittadini.
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Spada e punte di lancia.
Sapevano lavorare il ferro (fabbri e guerrieri).
Perline di vetro e ambra.
Commerciavano con altri popoli e amavano ornarsi.
Pesi da telaio.
Sapevano tessere.
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Ceramica chiara ETRUSCO-PADANA.
Producevano ceramica.
Ceramica ATTICA (l’Attica è la regione della Grecia dove si trova Atene).
Importavano ceramiche.
Ossi di animali e lische di pesce.
Erano allevatori (soprattutto suini)
e pescatori.
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Sementi di vario tipo.
Erano agricoltori.
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Gli Etruschi della nostra zona commerciavano soprattutto con:- la Grecia
- gli Etruschi dell’Etruria
-i popoli celtici del nord
- le città dell’Adriatico.
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DALLA STORIA ALLA LEGGENDA
Sulle origini e sul nome di Mantova sono nate in tempi successivi due leggende.1. Il poeta latino Virgilio (70 a.C. – 19 a.C.)MANTOVA HA ORIGINI ETRUSCHE
Il grande poeta Virgilio, di origini mantovane, narra nell’ENEIDE che Mantova fufondata dall’eroe etrusco Ocno (chiamato anche Bianone) figlio del fiume TEVERE(etrusco) e dall’indovina MANTO (greca).
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2. Il poeta Dante (1255 d.C. – 1321 d.C.)
MANTOVA HA ORIGINI GRECHE
Milletrecento anni dopo il poeta Dante volle dare a Mantovaorigini greche.
Nella DIVINA COMMEDIA egli narra che la città fu fondatadall’indovina greca MANTO.
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La leggenda di Manto
Manto, nella mitologia greca, era un’indovina, cioè prevedeva il futuro.
Era la figlia dell’indovino Tiresia ed abitava in una città della Grecia chiamata Tebe.
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Quando il padre morì, ella fuggì dalla sua terra per non essere costretta dal Tiranno Creonte a nozze indesiderate.
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Compì un lungo viaggio per mare e giunta in Italia, risalì il corso del fiume Po.
Portava con sé un seguito e un discreto tesoro.
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Giunta vicino agli isolotti paludosi che emergono dal fiume Mincio si fermò. Quel luogo incolto e deserto le sembrò adatto per viverci e per essere protetta da eventuali inseguitori.
Era infatti completamente circondato dall’acqua.
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Quando Manto morì, gli uomini che vivevano lì intorno si riunirono in quel luogo ben difeso e protetto ed edificarono una città vicino alla tomba della maga.
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Chiamarono Mantova la città appena fondata dedicandola a colei che per prima aveva scelto e abitato quel luogo.
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3. IPOTESIVi è una terza ipotesi sull’origine del nome “Mantova” ed è quella che deriva da MANTO (MANTU’, dio etrusco dei morti, detto anche Dide).
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L’INVASIONE DEI GALLI
Mentre Roma si avviava a diventare unagrande città, il nord dell’Italia subival’invasione dei GALLI.I Galli erano tribù barbare, appartenenti alla razza deiCELTI che abitavano tutta la zona a nord dell’Italia(Francia, Belgio, Olanda, Inghilterra).Verso la fine del V secolo a.C. attraversarono le Alpi einvasero la Pianura Padana cacciando gli Etruschi.Non tutte le città etrusche caddero: Spina ed Adriacontinuarono ad esistere e forse anche Mantova furisparmiata per la sua posizione isolata, mentre il Forcellofu distrutto, incendiato e abbandonato.
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MANTOVA DIVIENE ROMANA
Probabilmente intorno all’89 a.C. la città passò alle dipendenze di Roma.
Mantova a quei tempi era un centro abitato di modeste dimensioni, certamente meno importante di altre città dei dintorni (Brescia, Verona, Cremona, Modena).
Le grandi vie di comunicazione costruite dai Romani non la toccavano.
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Il centro abitato era limitato alla parte più alta diquell’ampia isola emergente da un’ansa del Mincio eprobabilmente coincideva con l’attuale PIAZZASORDELLO E LE VIE VICINE.
Essa era certamente limitata e
difesa da una staccionata e da un muro.
Il primo nucleo della città nei secoli successivi fudetto in latino “CIVITAS VETUS” (città vecchia) edera circondato su tre lati dalla palude e su uno da unfossato.
Il fossato protettivo del centro abitato scorrevadove ora si trova VIA ACCADEMIA.
La prima cerchia di mura difendeva e delimitava ilperimetro all’interno del quale si estendeva il piùantico nucleo abitato della città. INDICE
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Oggi Mantova appare così…
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Volendo oggi identificare il perimetro della CIVITAS VETUS i suoi lati sono:
A NORD VIALE MINCIO
A EST LUNGOLAGO GONZAGA
A SUD VIA DELL’ACCADEMIA che prosegue in VIA CAVOUR
A OVEST VIA SANT’AGNESE che probabilmente proseguiva congiungendosi a VIA MONTANARI
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Per entrare nella città vi erano quattro porte:
1. PORTA DEL VESCOVADO, posta a metà dell’attuale VIA CAIROLI che chiudeva la città verso il PORTO DELL’ANCONA che oggi è PIAZZA VIRGILIANA
2. PORTA DI SAN PIETRO che metteva in comunicazione la città con il SUBURBIO (campagna)
3. PORTA DI SAN DAMIANO
4. PORTA DI CITTA’ VECCHIA la quale si apriva verso il lago in direzione di Borgo San Giorgio
Evidenziamo il perimetro della città vecchia e individuiamosulla cartina le porte.
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All’interno del perimetro difensivo gli isolati erano definiti da un reticolo di vie perpendicolari le une alle altre in modo da formare angoli retti.
Il CARDO e il DECUMANO erano le vie principali della città. Evidenziamole in rosso sulla cartina.
Sotto l’Impero di Ottaviano Augusto i territori agricoli del mantovano subirono la CENTURIAZIONE.
Le CENTURIE erano porzioni regolari di terreno assegnate ai legionari romani come compenso di guerra.
La suddivisione del terreno in quadrati veniva svolta dagli AGRIMENSORI. INDICE
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Le terre prima di essere distribuite venivano confiscate ai legittimi proprietari.
Anche il padre di Virgilio, nonostante l’intervento del figlio presso Augusto, perse le proprie terre nel 41 a.C.
Ricordiamo che Virgilio è nato nei pressi di Mantova (odierna Pietole di Virgilio) il 15 Ottobre del 70 a.C.
Scrisse:
LE BUCOLICHE
LE GEORGICHE
L’ENEIDE
I mantovani hanno dedicato al grande poeta monumenti in Piazza Broletto (Virgilio in cattedra) in Piazza Virgiliana e a Pietole.
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GLI INIZI DEL CRISTIANESIMO A MANTOVA
I Vangeli narrano che Gesù crocifisso fu trafitto al costato da un soldato romano. Quest’uomo, secondo la tradizione, si chiamava LONGINOe fu colpito dalla grandezza di Cristo tanto da diventare uno dei suoi seguaci.
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Egli raccolse un po’ di terra imbevuta del sangue di Gesù.
Poiché egli era un soldato romano, al termine del suo servizio gli venne assegnato un terreno a nord del Po nei pressi di MANTOVA.
Era il 37 d.C. egli predicò il Vangelo a
Mantova e qui subì il martirio nel 45 d.C.
Per la Chiesa egli è un Santo.
Prima di morire seppellì la RELIQUIA del sangue di Cristo in un orto che faceva parte dell’ospizio dei forestieri (locanda in cui venivano ospitate le persone che giungevano a Mantova).
Esso era nel luogo dove ora sorge la BASILICA DISANT’ANDREA.
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Alla morte di Longino si perse
la memoria fino a quando…
804 d.C.
Sant’Andrea apparve in sogno ad un
mantovano e gli rivelò dov’era nascosta
la cassetta che per questo venne ritrovata.
924 d.C.
La popolazione di Mantova, minacciata dall’invasione degli Ungari, nascose nuovamente la reliquia.
1048 d.C.
Un’altra apparizione di Sant’Andrea svelò dov’era il contenitore con il sangue di Cristo.
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1053 d.C.Papa Leone IX volle portare a Roma la reliquia, ma i mantovani insorsero e gli concessero solo una piccola parte della sacra terra (oggi a Roma in San Giovanni in Laterano). Anche l’imperatore Enrico III ne ricevette una parte (oggi nel monastero benedettino dalla città tedesca di Weingarten).
1528 d.C.Federico II Gonzaga incaricò l’orafo Benvenuto Cellini di fabbricare due meravigliosi vasi d’oro per le reliquie.
1598 d.C.Venne costruita una chiesa, sotto a quella di Sant’Andrea (CRIPTA) per custodire i Sacri Vasi.La cripta si trova al centro della basilica, sotto la maestosa cupola, si nota, infatti, in questo punto, il grande genuflessorio in marmo a forma di ottagono.
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1848 d.C.
Durante le battaglie austriache i preziosi vasi furono rubati; fortunatamente una parte del sangue era stata portata precedentemente nella chiesa di Santa Barbara.
1875 d.C.
L’imperatore austriaco fece costruire dei nuovi vasi dall’orafo Giovanni Bellezza.
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OGGI
I vasi sono nella cripta e contengono la terra imbevuta del sangue di Gesù, che era in Santa Barbara.
I Sacri Vasi vengono esposti all’adorazione dei fedeli il VENERDI’ SANTOe alla sera vengono portati in processione per le vie della città.
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La ROTONDA DI SAN LORENZO è la chiesa più antica della città.
Prima di essere una chiesa cristiana probabilmente era un tempio romano.
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