XXV Convegno Sisp 2011
Università degli Studi di Palermo - Dipartimento di Studi su Politica, Diritto e Società “Gaetano Mosca”
8 - 10 settembre 2011
Sez. 9 ELEZIONI E COMPORTAMENTO DI VOTO
responsabili: Paolo Bellucci e Paolo Segatti
Panel 9.3 I partiti ai tempi delle primarie
chairs: Antonella Seddone e Marco Valbruzzi
Lamezia Terme: un’analisi della campagna elettorale prima e dopo le primarie
di Marino De Luca ([email protected])
Scuola di dottorato in conoscenze e innovazione per lo sviluppo A.G.Frank
Dipartimento di Sociologia e Scienza Politica – Università della Calabria
VERSIONE PROVVISORIA
Abstract
Il paper analizza la campagna elettorale del centrosinistra a Lamezia Terme sia per le primarie che per le comunali
2010. Lamezia Terme - il terzo comune calabrese per popolazione - è stato il centro della doppia sfida tra l’incumbent
Speranza contro i candidates Macrì e Cimino nelle primarie di coalizione e contro il challenger D’Ippolito e gli
outsiders Grandinetti, Vescio e Molinaro nella sfida elettorale per l’elezione a sindaco.
Il contributo verifica l’informazione e la comunicazione nel periodo compreso tra l’1 dicembre 2009 e il 16 maggio
2010. L’obiettivo è di creare una mappatura dei frames in riferimento alle notizie riguardanti la città di Lamezia Terme
durante la campagna elettorale per le primarie e per le comunali 2010. Il framing, in altre parole il processo di influenza
selettiva sulla percezione dei significati che i soggetti attribuiscono ai messaggi mediali, permette allo studio di
approfondire il livello percettivo dell’elettorato e di conseguenza migliorare la comprensione del livello di ascolto.
L’unità di analisi metodologica è costituita dal contenuto di tutti gli articoli riguardanti la città di Lamezia Terme
presenti nel principale quotidiano calabrese: la Gazzetta del Sud. Lo strumento utilizzato per l’analisi degli articoli è una
scheda valutativa standardizzata.
I risultati presuppongono una duplice valutazione: comprendere il rapporto fra l’incumbent e l’informazione veicolata
nella campagna per le primarie (14 febbraio 2010) e per le comunali (28/29 marzo e 11/12 aprile 2010); capire la
funzione delle primarie nel rapporto tra partecipazione e legittimazione.
Il punto di partenza della ricerca è l’individuazione della mediasfera all'interno della sfera pubblica, ovvero il luogo di
ascolto del “potere” in cui i media si pongono come interlocutore e cassa di risonanza tra i problemi e le richieste dei
cittadini da un lato e le soluzioni e le proposte dei governanti dall’altro. L’obiettivo è capire se i temi, gli argomenti e i
frames proposti durante la prima campagna elettorale (per le primarie) sono recepiti e ascoltati dal candidato vincente,
valutandone le successive riproposizioni e trasformazioni nel corso della seconda campagna elettorale (per le comunali).
L’ipotesi è che i processi informativi elaborati nella prima campagna (quasi come in una fase di ascolto) rientrino sotto
forma di soluzioni e proposte all’interno della seconda campagna. Ciò costituisce un elemento positivo nella
valutazione delle primarie come strumento della democrazia. A questo punto la domanda a cui la ricerca tenta di
rispondere è: "le primarie migliorano o meno il livello di responsiveness dei candidati verso i loro elettori ?".
Risulta dunque necessario considerare le primarie, nella loro operatività, come un processo che consente la
rielaborazione delle issues principali, attraverso le quali i governanti rendono conto ai
cittadini di ciò che si è fatto. In questo modo le primarie intervengono all’interno del ciclo dell’accountability rendendo
l’intero meccanismo politico migliore e più soddisfacente.
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Lamezia Terme: un’analisi della campagna elettorale prima e dopo le primarie – Marino De Luca, Unical
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Indice
Introduzione 3
1. Analisi dati e risultati elettorali 7
1.1 Analisi del voto (2005-2010) 7
1.2 Analisi delle primarie 11
2. Opinione, percezione e strutture cognitive 14
2.1 Headline: alcuni elementi di statistica testuale 14
2.2 I sondaggi 19
2.3 Un’analisi del frame 22
Conclusioni 32
Riferimenti bibliografici 33
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Lamezia Terme: un’analisi della campagna elettorale prima e dopo le primarie – Marino De Luca, Unical
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Introduzione
La doppia campagna a Lamezia Terme ha posto al centro del rapporto tra governanti e governati il
ruolo del sindaco uscente contrapposto ai diversi candidati alle primarie (prima) e alle comunali
(poi). Dall’analisi dei dati elettorali emerge una vittoria schiacciante dell’incumbent. Vittoria legata
principalmente ad un alto livello di personalizzazione del risultato, espressione anche e soprattutto
di un largo uso del voto disgiunto. Dunque è la storia di un incumbent catalizzatore di fiducia
trasversale, di un processo di partecipazione e di un bisogno di rilegittimazione partitica. Nella
prima parte della storia, diversi protagonisti. C’è l’incumbent smarcato dal principale partito, ci
sono le primarie come disinnesco alle problematiche interne della coalizione e c’è la domanda dei
governati. Nella seconda parte, invece, c’è il riconoscimento di una legittimazione, c’è l’unità alle
precedenti divisioni e soprattutto c’è l’offerta dei governanti. In mezzo la percezione del livello di
ascolto.
La ricerca punta a creare una mappatura dei frames in riferimento alle notizie riguardanti la città di
Lamezia Terme durante la campagna elettorale per le primarie e per le comunali 20101. L’obiettivo
è capire se i temi, gli argomenti e i frames proposti durante la prima campagna elettorale (per le
primarie) sono recepiti dal candidato vincente e valutare la loro eventuale riproposizione e
trasformazione durante la seconda campagna elettorale (per le comunali). L’ipotesi è che i processi
informativi elaborati nella prima campagna - quasi come in una fase di ascolto - rientrino sotto
forma di soluzioni e proposte all’interno della seconda campagna. La domanda a cui la ricerca tenta
di rispondere è: "le primarie migliorano o meno il livello di responsiveness dei candidati verso i
loro elettori ?" I risultati presuppongono una duplice valutazione: comprendere il rapporto fra
l’incumbent e l’informazione veicolata nella campagna per le primarie (14 febbraio 2010) e per le
comunali (28/29 marzo e 11/12 aprile 2010); capire la funzione delle primarie nel rapporto tra
partecipazione e legittimazione. Risulta dunque necessario considerare le primarie, nella loro
operatività, come un processo che consente la rielaborazione delle issues principali attraverso le
quali i governanti rendono conto ai cittadini di ciò che si è fatto. In questo modo le primarie
intervengono all’interno del ciclo dell’accountability rendendo l’intero meccanismo politico
“migliore e più soddisfacente” [Valbruzzi 2007, 29].
Il framing, “ovvero il processo di influenza selettiva sulla percezione dei significati che i soggetti
attribuiscono ai messaggi mediali” [Sorice 2011, 58], consente alla ricerca di approfondire il livello
di percezione dell’elettorato e - forse - di conseguenza migliorare la comprensione del livello di
ascolto. “Proprio attraverso un’operazione di framing, i media trattano le issues privilegiando
determinati aspetti a discapito di altri. Essi quindi adottano una precisa angolatura per presentare le
issues al fine di connotarle qualitativamente, suggerendo al fruitore di informazione politica la
chiave interpretativa di cui avvalersi” [Mazzoni, Ciaglia 2008, 33]. Il concetto di frame è il tentativo
di Goffman “di isolare un numero finito e ricorrente di contesti di comprensione, i frames in
questione, che incorniciano le varie situazioni sociali dando loro senso” [Cerulo 2006, 22]. Queste
cornici attivano un’elaborazione sulle percezioni degli (e)lettori, e l’osmosi tra élite politiche e mass
media crea un’imposizione di frames interpretativi sulle notizie veicolate [Castells 2009]. “Non
pensare all’elefante” [Lakoff 2006] non è solo un’attenta analisi sul linguaggio comunicativo, ma è
l’esempio di accompagnamento di un frame nella percezione del ricevente. L’esistenza di frames
comuni2 non presuppone un potere illimitato dei media, ma ne sottolinea la rilevanza nell’analisi
durante una campagna elettorale [Mancini, Marini 2006]. Dunque il frame nei media permette una
costruzione coerente di idee, attraverso la selezione e la rilevanza [Entman 1993] della realtà in
rapporto alla comunicazione3. Gli elementi principali ricercati (argomenti, soggetti, frames)
1 Verrà preso in considerazione anche un breve periodo successivo alle elezioni amministrative. 2 Dal confronto delle agende dei media e del pubblico nel corso della campagna 2004-2006, Mancini e Marini (2006) rilevano
l’esistenza di un frame comune, che etichettano come “preoccupazione per l’economia”. 3 Tankard (2001, 101) propone una lista di 11 meccanismi di framing, o “punti focali” per l’identificazione dei frame nei testi
mediali: 1. Headlines and kickers (small headlines over the main headlines), 2, Subheads, 3. Photographs. 4. Photo captions. 5. Leads
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costituiscono un approccio, seppur limitato e non esaustivo, all’analisi dello spazio pubblico
mediatizzato. Ovvero la sfera pubblica come luogo di ascolto del “potere” [Taylor 1995, 264], in
cui i media si pongono come interlocutori e cassa di risonanza dei problemi e delle richieste dei
cittadini e delle soluzioni e delle proposte da parte dei governanti [Mazzoleni 2004, 23].
La scelta di un solo quotidiano, la Gazzetta del Sud, ha permesso di riprendere il concetto di
“campo” di Bourdieu. Il “campo” è inteso come uno spazio sociale con regole di accesso difese dai
soggetti che ne fanno parte. All’interno del campo (giornalistico4) esistono delle forze in
contrapposizione: i dominanti, ovvero i grandi media e i giornalisti che fanno la notizia, e i
dominati, cioè i giornalisti di base che ricevono e rielaborano la notizia [Bourdieu 1996]. Il campo
(politico) è “un microcosmo autonomo5 all’interno del macrocosmo sociale” [Bourdieu 2000, 22],
con soggetti obbligati a relazionarsi con l’esterno, pena la loro scomparsa dal campo stesso [Cerulo
2008]. La “critica” di Bourdieu alla presenza di un certo grado di omogeneità interna è legata al
tentativo costante, da parte dei soggetti del “campo giornalistico”, di trovare un miglior
collocamento rispetto ai media concorrenti6. La competizione
7 tra i media trova nella “presunta”
differenziazione dei contenuti un elemento caratteristico della proposta giornalistica. Ma esistono
degli elementi di riferimento identici come selezione, rilevanza, sensazionalismo, distanza,
vicinanza sociale, auditel, ecc. Ciò crea una quasi omogeneità del prodotto finale, con una
differenziazione interna legata a elementi “deontologici” impercettibili al pubblico [Bourdieu
1996]. Alla dibattuta e controversa incursione di Bourdieu nel campo dei media, si può aggiungere
una riflessione comparata sui modelli di giornalismo occidentale. La ricerca di Hallin e Mancini8
individua nel modello9 italiano
10 «pluralista polarizzato», o «mediterraneo», una stampa d’élite,
debole e parallela al sistema politico, usata soprattutto per fare politica11
. Dunque un giornalismo
che guarda alla politica e una politica che guarda al giornalismo. “Perfino dove i giornalisti possono
essere sinceramente legati all’ideologia professionale dell’obiettività le notizie incorporano valori
ideologici, derivano da una serie di influenze, dalla routine di raccolta d’informazioni, dalle
modalità di assunzione dei giornalisti e dalle convinzioni ideologiche predominanti della società.
Non sarebbe neanche corretto delineare una dicotomia troppo marcata fra stampa commerciale e
politicizzata: i media commerciali possono essere politicamente schierati e quelli non commerciali,
anche se supportati da partiti politici possono adottare norme di equilibrio politico” [Hallin,
Mancini 2004, it. 28].
Per quanto riguarda le primarie12
, è necessario considerare il rapporto fra il contributo teorico degli
ultimi anni al dibattito e l’applicazione “pratica”, non più occasionale, che lo strumento ha trovato
ad ogni livello elettivo. Liberandoci una volta per tutte della differenza tra “vere” e “finte” e
guardando alle primarie non solo come un “mito fondativo13
”, possiamo e forse dobbiamo avere il
coraggio di valutarne l’impatto nel funzionamento (migliore) del sistema politico [Valbruzzi 2007,
(the beginnings of news stories). 6. Selection of sources or affiliations. 7. Selection of quotes. 8. Pull quotes (quotes that are blown
up in size for emphasis). 9. Logos (graphic identification of the particular series an article belongs to). 10. Statistics, charts, and
graphs. 11. Concluding statements or paragraphs of articles. 4 In realtà in questo paper valutiamo lo spazio relativo alla carta stampata, senza considerare il rapporto con gli altri organi di
informazione (tv, agenzie di stampa, radio, web, etc). 5 In relazione agli altri campi, sottolinea Bourdieu, l’universo giornalistico, tendenzialmente eteronomo con una elevata
concentrazione di soggetti eteronomi, registra il più alto livello di “incursioni” negli altri campi. “L’eteronomia comincia quando
qualcuno che non è un matematico può intervenire per dare il proprio parere sui matematici […] e viene ascoltato”[Bourdieu 1996,
66] Tutti gli altri campi ricevono tramite “collaborazionisti” eteronomi l’influenza argomentativa dei media [ibidem, 73]. 6 La posta in gioco diventa allora la ricerca dello scoop, l’esclusiva, la reputazione personale, etc. 7 La concorrenza è la capacità di ottenere un vantaggio diversificando, rispetto all’uniformità in regime di monopolio. Bourdieu
sottolinea che il tipo di concorrenza tra giornalisti sottoposti agli stessi vincoli crea omogeneità. 8 Hallin, D., Mancini, P. (2004), Modelli di giornalismo. Mass media e politica nelle democrazie occidentali, Roma-Bari, Laterza. 9 Esistono tre modelli: pluralista polarizzato o mediterraneo, democratico corporativo e liberale o nordatlantico. 10 Fanno compagnia all’Italia anche Grecia, Portogallo, Spagna e in parte la Francia. 11 Esiste tra i modelli proposti un’omogeneità nella commercializzazione: “La forza più potente è la commercializzazione [...] che ha
trasformato sia la stampa sia i media elettronici in Europa [...] Ha senza dubbio svolto una funzione significativa nella
secolarizzazione della società europea” [Hallin, Mancini 2004, 277]. 12 Per quanto riguarda Lamezia Terme, le primarie sono state nello specifico primarie semiaperte di coalizione, dove, oltre che agli
iscritti ai partiti, anche ai simpatizzanti è stato riconosciuto il diritto di voto per la scelta del candidato a sindaco del centrosinistra. 13 Parisi le ha definite così pensando alla nascita dell’Ulivo [Diamanti 2010].
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30]. Le primarie sono una procedura di selezione di candidati ad una “carica elettiva monocratica”
[Pasquino 2009a, 239] e sono tali perché precedono qualcos’altro in una dinamica temporale
[Valbruzzi 2005, 19]. Siamo in una fase di trial and error [Pasquino 2009b] in cui il percorso
valutativo prevede il riconoscimento degli errori e la consapevolezza di avere nelle mani uno
strumento importante da “maneggiare con cura” [Diamanti 2005]. Inoltre, le primarie consentono il
riconoscimento di una leadership selezionata e legittimata, il superamento dei conflitti interni alle
coalizioni e il miglioramento dei partiti stessi, da salvare e rilanciare [Pasquino 2006a]. Ma le
primarie permettono anche ai candidati, “attraverso il flusso di informazioni […] che innescano”
[Valbruzzi 2007, 29], di conoscere o almeno percepire le priorità dell’elettorato. La campagna si
“sdoppia” in “selezione ed elezione” e i cittadini elettori diventano più “influenti e più ascoltati”
[ibidem]. Un regime è democratico quando la politica risponde alle richieste e alle aspettative dei
cittadini, e quando ne diventa responsabile nel render conto delle scelte agli elettori. Responsiveness
e accountability. Ma lo è ancor di più quando stimola la crescita, la partecipazione e l’autonomia
della società civile. Nel ciclo dell’accountability le primarie “possono esercitare quella funzione di
lubrificante tesa a rendere il meccanismo complessivo migliore e più soddisfacente” [ibidem]. Una
prima fase in cui “prendere in conto” le richieste dei cittadini, una seconda in cui “tenere in conto” e
una terza in cui “rendere conto”. All’interno del ciclo, le primarie (con le richieste dei
cittadini/elettori) accompagnano direttamente e indirettamente il candidato risultato vincitore e, se
riapplicate, diventano un ulteriore elemento di promozione o punizione dell’operato del candidato
nel momento del “render conto” (Fig.1). Un ciclo così funzionante non può che creare rappresentati e
cittadini migliori. Più attenti, più informati e più responsabili i primi, più partecipi, più influenti e
più ascoltati i secondi.
Figura 1 - Ciclo dell’accountability
Fonte: Rielaborato da Valbruzzi (2005)
Per quanto riguarda la metodologia, l’analisi copre un intervallo di tempo compreso tra l’1
dicembre 2009 e il 16 maggio 2010. In particolare la ricerca verifica tre periodi di rilevazione
tenendo conto di tre momenti elettorali. Il primo periodo, tra l’1 dicembre 2009 e il 14 febbraio
2010, contestualizza l’analisi della campagna elettorale per le primarie del centrosinistra (14
febbraio 2010). Il secondo periodo di rilevazione, tra il 15 febbraio e il 12 aprile 2010, si concentra
sulla campagna elettorale per le comunali e sul successivo ballottaggio (28/29 marzo e 11/12 aprile
2010). Il terzo periodo, tra il 13 aprile e il 16 maggio 2010, valuta la copertura mediatica e il livello
di “ascolto” del sindaco eletto in relazione ai temi trattati durante le precedenti campagne elettorali
(Fig.2).
Figura 2 - Periodo di rilevazione
L’unità di analisi metodologica è costituita dal contenuto di tutti gli articoli14
riguardanti la città di
Lamezia Terme presenti nel principale quotidiano calabrese: la Gazzetta del Sud. Lo strumento
14 Gli articoli analizzati nel periodo (1 dicembre – 16 maggio) sono 1159.
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utilizzato per analizzare gli articoli è una scheda valutativa standardizzata15
. La scheda è stata
costruita in relazione ai diversi elementi valutati nell’analisi della copertura informativa: data, titolo,
tipologia di articolo (cronaca, politica, ecc), dimensione articolo (fino a 2 colonne, da 2,5 a 3,5
colonne, uguale o superiore a 4 colonne), argomento (criminalità, attività di campagna, lavoro, ecc)
soggetto principale, soggetto secondario e frame.
Le motivazioni nella scelta della Gazzetta del Sud sono legate all’omogeneità [Bourdieu 1996]
dell’informazione rispetto ai due concorrenti locali (Il Quotidiano e Calabria Ora), al forte
parallelismo con il sistema politico [Hallin, Mancini, 2004] e alla tiratura delle testate regionali. In
base a quest’ultimo elemento, la Gazzetta del Sud è il quotidiano più venduto e più letto16
rispetto al
diretto concorrente Il Quotidiano e al più distanziato Calabria Ora17
. Per quanto riguarda
l’omogeneità del prodotto è stata sviluppata una comparazione degli articoli di politica presenti
nelle edizioni regionali dei tre quotidiani. Da questa analisi, elaborata tra il 5 e il 26 marzo 2010 su
831 articoli (Tab.1), risulta che gli argomenti trattati dalla Gazzetta del Sud sono presenti anche su Il
Quotidiano e Calabria Ora, ma che viceversa, gli argomenti più specifici - commenti, cronaca
locale, ecc - trattati non omogeneamente dai due concorrenti non compaiono sulla Gazzetta del Sud.
Da ciò è possibile dedurre, con riferimento al solo periodo considerato, che tutto ciò che è Gazzetta
del Sud è anche Il Quotidiano/Calabria Ora, e tutto ciò che è Il Quotidiano/Calabria Ora non è
“sempre” Gazzetta del Sud. Per cui, il quotidiano analizzato costituisce una sorta di massimo
comune divisore della stampa regionale. La quantità di copertura del periodo analizzato, su 37
diversi argomenti rilevati, risulta così suddivisa: Gazzetta del Sud 15%, Calabria Ora 42%, Il
Quotidiano 43%18
.
Tabella 1 – Percentuale di articoli pubblicati sulla Gazzetta del Sud e presenti, nello stesso
giorno, sugli altri due quotidiani.
Settimane Marzo 2010 Il Quotidiano Calabria Ora Totale
5-11 (I) 87% 85% 86%
12-18 (II) 86% 70% 78%
19-25 (III) 98% 68% 83%
La tabella indica la percentuale degli articoli pubblicati sulla Gazzetta del Sud e presenti anche negli
altri due quotidiani. La comparazione riguarda naturalmente lo stesso giorno di uscita delle diverse
edizioni regionali. Dal confronto risulta forte l’omogeneità degli argomenti trattati tra la Gazzetta
del Sud e il più diretto concorrente. Lo scostamento maggiore tra i tre quotidiani è costituito dalla
copertura di Calabria Ora, che diverge soprattutto nell’ultima fase di campagna elettorale, ma che
recupera tendenzialmente – a dimostrazione del legame tra dominanti e dominati di Bourdieu19
–
l’assenza delle notizie nei giorni successivi al giorno di comparazione20
.
15 Si veda a tal proposito la ricerca Mazzoni, Ciaglia, Berlusconi e Prodi: chi impone (o subisce) i frames? Uno studio della
campagna del 2006, in Comunicazione Politica vol. IX n.1 primavera 2008 16 La Gazzetta del Sud è il quotidiano più venduto e più letto in Calabria. Oltre 70 mila copie e 400 mila lettori, suddivisi al 60% in
Calabria e al 40% in Sicilia (Fonte: Ads). 17 Il Quotidiano 22 mila copie (Fonte: Ads) e Calabria Ora circa 6 mila. 18 Ad esempio il 5 marzo 2010: Calabria Ora pubblica 18 articoli, Il Quotidiano 16 articoli e la Gazzetta del Sud 6 articoli. 19 Nella rassegna stampa mattutina dei giornalisti c’è tutta la pragmatica del rapporto tra concorrenti: per sapere cosa scrivere è
necessario sapere cosa hanno scritto gli altri. 20 Infatti le notizie non presenti su Calabria Ora risultano “coperte” mediamente dal giornale 1-2 giorni dopo l’uscita sulla Gazzetta
del Sud o su Il Quotidiano.
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Lamezia Terme: un’analisi della campagna elettorale prima e dopo le primarie – Marino De Luca, Unical
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1. Analisi dati e risultati elettorali
1.1 Analisi del voto (2005-2010)
La città di Lamezia Terme è stata riconosciuta amministrativamente nel 1968 in seguito all’unione
di tre comuni: Sambiase, Nicastro e Sant’Eufemia Lamezia. È l’unica città con oltre settanta mila
abitanti ad aver subito per due volte gli effetti dei provvedimenti presi, dal 199121
in poi, contro
l’infiltrazione mafiosa nelle amministrazioni comunali. Una prima volta nel 1991 e una seconda nel
2002, quando molti dei “protagonisti” sollevarono non poche responsabilità al modo in cui la
stampa trattò la vicenda22
. Con la legge 81 del 1993, “l’elettorato elesse direttamente alla carica di
sindaco […] il magistrato Doris Lo Moro, […] che in buona parte si poggiava sulle migliori istanze
della società civile lametina” [Mazza 2001, 223]. Il sindaco Lo Moro amministrò la città fino al
2001 e segnò una rottura, di sinistra, al dominio Dc-Psi dei precedenti decenni. Le elezioni del 13
maggio 2001, invece, assegnarono al centrodestra guidato da Scaramuzzino il governo della città.
Ma il comune fu sciolto e commissariato - fino al 2005 - dopo appena diciassette mesi.
Le elezioni del 2005 e 2010 rappresentano, in termini di analisi, l’oggetto della comparazione
elettorale. Da un primo confronto dei dati elettorali (Tab.2) non emergono sostanziali differenze tra
le due elezioni23
. Diminuisce leggermente sia l’affluenza al primo turno (-0,19%) che l’affluenza al
ballottaggio (-0,61%). Ad una flessione dei votanti si affianca una diminuzione delle schede non
valide: -0,20% al I turno e -0,14% al ballottaggio. All’interno della stessa competizione invece,
permane un sostanziale calo dell’affluenza tra il I e il II turno (-14,34% nel 2005 e -14,76% nel
2010), probabilmente sintomo di una diminuzione dell’apporto elettorale dei singoli candidati e di
una marcata personalizzazione del voto [Legnante 2003]. “Se nel passato, infatti, era importante la
scelta del partito e la preferenza al candidato passava in secondo ordine, ora molti elementi di
analisi fanno ritenere che il voto al candidato sia la scelta primaria che effettua l’elettore” [De Luca
2003, 2]. Tabella 2 – Elezioni 2005 e 2010
Elezioni 2005 Elezioni 2010
Val.Ass. % Val.Ass. %
Votanti I turno 44513 73,27 44943 73,08
Schede bianche I turno 633 1,42 458 1,01
Non valide (+ bianche) I turno 1471 3,30 1396 3,10
Votanti II turno 35802 58,93 35866 58,32
Schede bianche II turno 190 0,53 160 0,44
Non valide (+ bianche) II turno 661 1,84 611 1,70
Elettori 60753 100,00 61496 100,00
Fonte: Ministero dell’Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali
Passando all’analisi dei dati, le elezioni del 2005 rappresentano l’uscita di Lamezia Terme dal
commissariamento (Tab.3). I risultati del primo turno24
evidenziano una situazione di squilibrio tra i
candidati e le rispettive coalizioni. Il candidato in vantaggio è Gianni Speranza con un 44,82% dei
consensi rispetto al 40,34% del candidato del centrodestra Luzzo. La situazione si ribalta
completamente nel voto alle liste. Qui è il centrodestra in vantaggio con addirittura più dell’11%.
21 “La legge 221/91 converte in legge, con qualche piccola modifica, il Decreto Legge n. 164 del 31 maggio 1991,emanato
immediatamente dopo gravi fatti [..] di cronaca di Taurianova. Il testo legislativo ha subito nel corso del tempo ulteriori ma non
fondamentali modifiche ed è confluito nel “Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali” del 2000 [Mete 2006]. 22 “Nota a questo riguardo l’allora sindaco [Scaramuzzino] rispondendo alla domanda relativa alle motivazioni che hanno condotto
allo scioglimento: […] c’è stata questa preparazione forte da parte della stampa e dai mass-media che hanno fatto sì che l’opinione
pubblica, alla fine, accettasse [lo scioglimento] quasi come una liberazione […] La sensazione che mi è rimasta è che senza questa
attività [della stampa] non sarebbe stato possibile: almeno una risposta della società civile ci sarebbe stata”. [Mete 2006] 23 C’è un aumento del corpo elettorale dell’1,22%. 24 Elezioni 2005: Democratici di Sinistra 12,30%, Dl-La Margherita 11,67%, F.Verdi-Sdi 3,88%, Città del Sole 3,47%, Udeur
Popolari 3,47%, Rif.Com 2,26, Cen-Sin Liste Civiche 2,22%, Com It –Idv 1,36% (Speranza); Udc 23,63%, Forza Italia 14,17%,
Alleanza Nazionale 5,6%, Nuovo Psi 4,81%, Pri 2,19%, Part. Liberale 1,84% (Luzzo).
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Tabella 3 – Elezioni 2005 (I turno e ballottaggio)
Candidati n° liste voti candidato voti coalizione diff: coal./cand. ballottaggio
% % % %
Grandinetti F. 1 5183 12,04 2202 5,11 +2981 +6,92 - -
Speranza G. 8 19293 44,82 16732 38,87 +2561 +5,95 23083 65,69
Luzzo G. 6 17361 40,34 21518 50,00 -4157 -9,65 12058 34,31
De Sarro U. 1 1205 2,80 733 1,70 +472 +1,10 - -
Totale 16 43042 100,00 41185 95,68 +1857 +4,32 35141 100,00
Fonte: Ministero dell’Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali Osservando la differenza tra i voti al candidato e i voti alla coalizione, risulta immediatamente
chiaro il rapporto tra i due principali sfidanti e i rispettivi partiti. Speranza ottiene un +5,95%
rispetto alla coalizione di appartenenza, mentre Luzzo perde più di 9 punti percentuali dalle sue 6
liste. Anche il candidato Grandinetti risulta sovrarappresentato rispetto alla forza elettorale della sua
lista civica.
Questa differenza risulta maggiormente evidente nelle amministrative del 201025
(Tab.4), nelle quali
Speranza ottiene un +9,79% rispetto alla coalizione di centrosinistra, la candidata del centrodestra
perde il 16,26% dai partiti a suo sostegno e la performance personale di Grandinetti aumenta,
rispetto alle proprie liste, a +9,36%. Prima di analizzare nei particolari il rapporto tra liste e
candidati, può essere utile soffermarsi rapidamente sulla “matematica perfetta” dei due ballottaggi.
Il risultato è a dir poco congelato tra un’elezione e l’altra. I dati osservati evidenziano una leggera
diminuzione del voto su Speranza (-30 voti26
), alla quale corrisponde un aumento dell’affluenza (+
114 voti) e un incremento di 144 voti del candidato del centrodestra rispetto alle comunali del 2005.
La leggera progressione del centrodestra è in pratica data, almeno numericamente, dalla presunta
trasmigrazione di 30 elettori del centrosinistra e da 114 nuovi elettori al ballottaggio (che in
percentuale corrispondono ad un +0,3% per il centrodestra e ad un -0,3% per il centrosinistra).
Tabella 4 – Elezioni 2010 (I turno e ballottaggio)
candidati n° liste voti candidato voti coalizione diff: cand./coal ballottaggio
% % % %
Speranza G. 5 18752 43,06 14663 33,67 +4089 +9,39 23053 65,39
D’Ippolito I. 8 14390 33,04 21182 48,65 -6792 -15,60 12202 34,61
Grandinetti F. 5 8176 18,78 4295 9,86 +3881 +8,91 - -
Vescio S. 1 1838 4,22 1413 3,24 +425 +0,97 - -
Molinaro R. 1 391 0,90 199 0,45 +192 +0,44 - -
Totale 20 43547 100,00 41752 95,87 +1795 +4,13 35255 100,00
Fonte: Ministero dell’Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali
Tornando al rapporto tra liste e candidati, bisogna riprendere il concetto di personalizzazione del
voto, “secondo cui le scelte degli elettori sono orientate da considerazioni attinenti i leader dei
partiti e/o i singoli candidati (appartenenti o meno ad un partito) più che i partiti stessi” [Legnante
2000, 3]. Nelle elezioni in questione la differenza tra la macropersonalizzazione e la
micropersonalizzazione diventa un confine quasi impercettibile, portando ad una sovrapposizione e
una dipendenza, non soltanto concettuale, dei due tipi di personalizzazione. “Il primo si esplica in
un rapporto del tipo uno-a-molti e assume talvolta i tratti di una personalizzazione plebiscitaria, il
secondo si realizza in un rapporto del tipo uno-a-uno” [Bolgherini, Musella 2006, 223]. In una
elezione per il sindaco di una media città, la macropersonalizzazione è fortemente ridimensionata.
Restano elementi importanti il ruolo riconosciuto che il leader politico occupa e il rapporto uno-a-
molti in posizione di alta visibilità. Ma risulta ridotto, ad esempio, il fattore contropartita,
25 Elezioni 2010: Pd 13,98%, Per Speranza Sindaco 9,2%, Lamezia con Speranza 7,26%, Rif. Com – Com It. – Città del Sole 3,49%,
Idv 1,18% (Speranza); Pdl 23,06%, Udc 11,34%, Nuovo Psi 5,02%, Udeur-Pri 4,51%, Fdcp 3%, Dc 2,6%, Rinascita di Lamezia
0,81%, Donne con Ida 0,38 (D’Ippolito), Mpa 4,22%, Grandinetti per Lamezia 3,6%, Socialisti Uniti 1,57%, Pli-Altri 0,77%, Forza
Lamezia 0,12% (Grandinetti). 26 Uso non volutamente le percentuali per evidenziare la relazione tra i due ballottaggi.
XXV Convegno Sisp – 8/10 settembre 2011
Lamezia Terme: un’analisi della campagna elettorale prima e dopo le primarie – Marino De Luca, Unical
9
generalmente quasi assente o minimo nella classica macropersonalizzazione. Permane, invece, la
figura catalizzatrice del leader rispetto agli altri candidati in lista e soprattutto rispetto ai partiti
stessi. Si tratta dunque di un leader in grado di alimentare un “consenso autonomo […] sempre
concentrato sulla sua figura” [ibidem, 224]. Ma nelle città di queste dimensioni, alla già ridotta
macropersonalizzazione dei candidati a sindaco, si affianca una micropersonalizzazione dei
moltissimi27
candidati consiglieri. Un rapporto continuo e costante tra elettori e candidati/eletti,
basato su modelli di scambio e sul valore di una contropartita. Lo strumento è il voto di preferenza,
che surclassa l’intermediazione dei partiti e stabilisce un doppio binario diretto tra candidato ed
elettore [ibidem].
I dati di Lamezia ancorano i risultati ad un indice di preferenza elevato, che appiattisce il voto dei
partiti al risultato dei singoli candidati. Con un voto d’opinione irrilevante, le elezioni del 2005 si
contraddistinguono per un voto di preferenza superiore al 97% (Tab.5), compreso tra l’indice di
Alleanza Nazionale (89,51%) e l’indice del Nuovo Psi (99,64%). Il dato che stupisce non è tanto
legato all’elevato indice di preferenza delle liste civiche, ipotesi più che plausibile vista la
composizione ad hoc per le amministrative, ma la performance degli eredi dei partiti di massa, che
vincolano i propri risultati sia ai “campioncini locali”28
delle preferenze che alla più diffusa
tipologia dei candidati in famiglia29
.
Tabella 5 – Voto di preferenza (elezioni 2005)
Candidato Sindaco Lista/partito Voti lista Preferenze % pref.
Speranza
Democratici di Sinistra 5064 4999 98,71
Dl – La Margherita 4805 4740 98,64
F.Verdi-Sdi 1596 1563 97,93
Città del Sole 1431 1425 99,58
Udeur 1430 1424 99,58
Rif. Com 931 916 98,38
Centrosinistra - L. Civiche 913 894 97,91
Com. It. – Idv 562 556 98,93
Luzzo
Udc 9733 9454 97,13
Forza Italia 5834 5675 97,27
Alleanza Nazionale 2307 2065 89,51
Nuovo Psi 1983 1976 99,64
Pri 903 896 99,22
Pli 758 758 *100,00
Grandinetti Lista Civica 2202 2176 98,81
De Sarro Lista Civica 733 725 98,90
Totale 16 41185 40242 97,71 * Nella lista in questione è presente un’anomalia nei dati ufficiali dovuta ad un numero di preferenze superiore alle preferenze della lista stessa.
Fonte: Ministero dell’Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali e Comune di Lamezia Terme
Le cose migliorano o peggiorano, dipende dai punti di vista, nelle elezioni del 2010 (Tab. 6). Qui il
dato dell’indice di preferenza diminuisce al 92,96%. Segnale forse, rispetto al 2005, di una
maggiore interiorizzazione, da parte dell’elettorato, dei protagonisti e dei soggetti politici. Ad
esempio, anche nelle liste civiche si registra un livello di appartenenza superiore al 2005. Basti
pensare alla lista del sindaco Speranza (81,96%). Ma anche gli altri partiti riducono, anche se
leggermente, il rapporto tra voti di preferenza e voti alla lista. Il dato sostanziale è che Lamezia
27 461 candidati consiglieri nel 2005 e 575 nel 2010. La media è di un candidato ogni 152 abitanti nel 2005 (70366ab) e di uno ogni
123 nel 2010 (70961ab). 28 Un riadattamento ai “campioni delle preferenze attribuita a questi candidati da “la Repubblica” (Calabresi 2000)” [De Luca 2003]. 29 Definisco tali, i candidati presentati per catalizzare o disperdere il “pacchetto” dei voti familiari. Ad esempio nei piccoli e medi
comuni le liste elettorali sono “riempite”, oltre che dalle capacità dei singoli candidati di attrarre voti, anche in relazione alla
consistenza del nucleo familiare. Spesso in contrapposizione ad un candidato con un nucleo familiare grande si “presentano” uno o
più candidati dello stesso nucleo, o quanto meno vicini al nucleo, il tutto per dividere l’apporto elettorale del gruppo familiare.
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Lamezia Terme: un’analisi della campagna elettorale prima e dopo le primarie – Marino De Luca, Unical
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Terme presenta un elevato indice di preferenza rispetto alla media regionale e ancora di più a quella
nazionale30
.
Tabella 6 – Voti di preferenza (elezioni 2010)
Candidato Sindaco Lista/partito Voti lista Preferenze % pref.
D’Ippolito
PRI Udeur 1885 1848 98,03
Nuovo PSI 2098 2041 97,65
Democrazia Cristiana 1086 1040 95,76
Donne con Ida per Lamezia 160 127 79,37
Unione di Centro 4735 4531 95,69
Il Popolo della Libertà 9628 8925 92,69
Rinascita di Lamezia 338 338 *100,00
Fed.Crist.Popolari 1252 1225 97,84
Molinaro Lista Molinaro 199 162 81,40
Grandinetti
Grandinetti per Lamezia 1505 1328 88,23
Socialisti Uniti PSI 655 608 92,82
Movimento per le Aut 1764 1435 81,34
Forza Lamezia 51 24 47,05
Uniti per il Rinnovamento 320 300 93,75
Vescio Calabria Domani 1413 1393 98,58
Speranza
Italia dei Valori 493 410 83,16
Sinistra per Lamezia 1458 1370 93,96
Per Speranza Sindaco 3842 3149 81,96
Partito Democratico 5839 5635 96,50
Lamezia con Speranza 3031 2925 96,50
Totale 20 41752 38815 92,96 * Nella lista in questione è presente un’anomalia nei dati ufficiali dovuta ad un numero di preferenze superiore
alle preferenze della lista stessa.
Fonte: Ministero dell’Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali e Comune di Lamezia Terme
Come già detto, il rapporto tra i due tipi di personalizzazione si differenzia principalmente in
relazione alla dimensione della contropartita. O meglio all’ipotesi, non verificata in questo paper,
che possa esserci, all’origine dello scambio, un rapporto clientelare in cui risulti verosimile
“l’equazione (probabilmente a torto) voto di preferenza uguale voto di scambio” [De Luca 2003].
Ma il primo tipo di personalizzazione non esclude l’altro, anche se “esiste un trade off tra i due”
[Vassallo 2005, 999]. In genere l’elezione ad una carica monocratica31
non comporta una
particolare elaborazione cognitiva da parte di un determinato elettorato, che non ricerca notizie
dettagliate, ma valuta ed esamina informazioni in relazione ai giudizi veicolati da media, leader
d’opinione e contesto socio-culturale e lavorativo. La medesima operazione si riduce notevolmente
nel caso di un’elaborazione cognitiva sui candidati consiglieri, “a meno che non siano sollecitati ad
entrare in un rapporto diretto con i candidati in questione attraverso macchine organizzative di
partito o reti di relazioni personali” [ibidem]. Il voto di preferenza, nelle elezioni comunali, delinea
un’immagine della competizione elettorale influenzata anche - e soprattutto - da “elementi personali
e non solo dall’immagine dei partiti” [Legnante 2000, 16].
Un ultimo elemento da aggiungere all’analisi del voto è l’indice di personalizzazione32
. L’indice è
tanto più vicino allo 0, quanto la differenza tra i voti al sindaco e i voti alla coalizione risulta
schiacciata su dati quasi sovrapponibili. Quindi più alto è l’indice, e più sarà considerato rilevante
l’apporto del candidato sindaco in termini di personalizzazione del voto. Ma l’indice della
personalizzazione deve essere considerato in relazione ad un ulteriore valore: l’indice di
30 Ad esempio in Calabria le elezioni regionali 2000 registrano un indice pari all’82,3%, mentre le regionali 2005 un indice
dell’87,4%. Nello stesso 2005 la media nazionale è del 44,2% (Fonte: De Luca 2003 e 2009). 31 Vassallo ne parla in relazione ai presidenti di regione. 32 “Il rapporto fra i voti ottenuti da ciascun candidato sindaco e la somma dei voti ottenuti dalle liste che lo appoggiano, a cui verrà
sottratto il valore 1 (Baldini e Legnante 2000)” [De Luca 2003, 2].
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Lamezia Terme: un’analisi della campagna elettorale prima e dopo le primarie – Marino De Luca, Unical
11
attrazione33
. In base all’indice di attrazione i voti sono considerati in rapporto assoluto di
comparazione. Quindi a differenza dell’indice di personalizzazione che fotografa il rapporto tra il
candidato e la propria coalizione, l’indice di attrazione ne “pesa” il valore reale in termini di “una
testa un voto”, considerando appunto i risultati di tutti i candidati e coalizioni [ibidem].
Tabella 7 –Indice personalizzazione e indice attrazione
Anno Candidati Ind. Pers Ind. Attr.
20
05 Speranza 0,15 0,059
Luzzo -0,19 -0,096
Grandinetti 1,35 0,069
De Sarro 0,64 0,010
20
10
Speranza 0,27 0,093
D’Ippolito -0,32 -0,155
Grandinetti 0,90 0,089
Vescio 0,30 0,009
Molinaro 0,96 0,004
Nelle comunali di Lamezia Terme i due indici evidenziano le valutazioni già affrontate in questo
paragrafo (Tab.7). Da una parte una forte personalizzazione di un blocco di candidati, dall’altra la
contraddizione nel trend dei candidati di centrodestra, con coalizioni e candidati consiglieri “forti”,
ma con indici di personalizzazione e di attrazione sempre negativi.
1.2 Analisi delle primarie
Per quanto riguarda il caso lametino, la competizione interna al centrosinistra ha portato
all’istituzione di “primarie semiaperte di coalizione”, dove è stato riconosciuto il diritto di voto per
la scelta del candidato a sindaco della coalizione non solo agli iscritti ai partiti, ma anche ai
simpatizzanti. Prima di affrontare nel dettaglio tutte le caratteristiche di queste primarie, è
necessario sintetizzare il modo in cui, politicamente, i partiti e i candidati sono arrivati alla
competizione elettorale. La scelta di affrontare una campagna elettorale per una selezione interna
nasce nel momento in cui una parte del più grande partito della coalizione, il Pd, non riconosce più
nell’incumbent un ruolo guida all’interno della coalizione. Questo crea un lungo periodo di
divisione interna e soprattutto di confusione all’interno dei partiti del centrosinistra. Il quadro, alla
vigilia dell’opzione primarie sì/primarie no, è molto complicato. Da una parte il sindaco uscente, i
democratici vicino a Franceschini, alcuni assessori Pd e i partiti della sinistra lametina, tutti contrari
alle primarie. Dall’altra buona parte dei dirigenti democratici locali e le personalità politiche più
influenti in casa Pd34
, che dichiarano necessaria, in nome della democrazia, una selezione primaria
per la scelta del candidato sindaco. Lo stallo tra le due componenti dura più di un mese dando vita a
numerose divisioni sull’opportunità o meno di selezionare un “nuovo” candidato rispetto al sindaco
uscente. Da una parte le tesi a sostegno dell’incumbent:
“Il centrosinistra elaborò un programma e raccolse circa il 40%, il centrodestra superò il 50%; non andò
così per il candidato a sindaco. Questo dimostra che una coalizione non è sufficiente a vincere se non ha
il valore aggiunto del candidato a sindaco35
”; “Ma è possibile che sulla base del voto di un ristretto
numero di simpatizzanti, 2 o 3 mila, gli altri restanti elettori, circa i 40 mila aventi diritto al voto non
possano giudicare il nostro operato in questa intensissima esperienza amministrativa? Sarebbe
democratico tutto ciò? In questi cinque anni ho fatto di tutto per essere il sindaco dei cittadini, posso
33 “Dato dal rapporto fra la differenza dei voti ottenuti da ciascun candidato sindaco e la somma dei voti ottenuti dalle liste che lo
appoggiano, al numeratore, ed il totale dei voti personalizzati e dei voti divisi espressi in un comune, al denominatore” [Legnante
2000, 18]. 34 Come il segretario Pd Vasta e l’ex sindaco Doris Lo Moro. 35 Vittorio Paola, segretario Sel, Gazzetta del Sud 27 dicembre 2009.
XXV Convegno Sisp – 8/10 settembre 2011
Lamezia Terme: un’analisi della campagna elettorale prima e dopo le primarie – Marino De Luca, Unical
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accettare oggi una logica per cui partecipo ad elezioni primarie contro il Pd o contro il candidato ufficiale
del Pd? […] Perciò chiedo ai dirigenti del Pd: mi ritengono un loro candidato al pari degli altri oppure,
nell'ipotesi in cui vincessi la consultazione, la mia sarebbe una vittoria quasi contro il Pd?36
”.
Dall’altra le tesi a sostegno dei favorevoli alle primarie:
“E’ veramente assurdo quanto si sta verificando ed il tuo discettare sulla mitologia delle primarie; sulla
libertà degli iscritti al PD […] sul tentativo puerile di dividere il gruppo dirigente del mio partito tra gli
amici e non di Speranza; sono tutti fatti che non uniscono anzi ci allontanino sempre più37
”; “la
disponibilità del Partito ad attendere le sue definitive determinazioni (come da Te richiesto) non oltre
però il 5 gennaio, anche perché il Pd ritiene altresì che, per la effettiva presentazione della(e) candidatura
(e), non può ragionevolmente protrarsi la giornata di giovedì 7 gennaio (ore 18,00 sede Unione cittadina
del PD), onde evitare che un semplice atto di democrazia, che avrebbe dovuto portare ad una maggiore
coesione della coalizione produca, anche per i suoi tempi biblici, effetti contrari, per responsabilità di chi
ha voluto vederci remore e riserve verso la Tua persona38
”. “Già dal mese di ottobre il Partito
Democratico lametino ha iniziato a parlare delle Primarie come metodo per la scelta del candidato a
sindaco […] Credo che questo sia stato il modo migliore per far ripartire il Partito, un modo che è insito
nel nome stesso e nello statuto del PD che si fonda su metodi democratici […] La ragione delle elezioni
primarie è infatti la promozione della massima partecipazione degli elettori alla scelta dei candidati a
cariche pubbliche […] Non solo, ma il Pd ha sostenuto e concorso ad incentivare l’attività amministrativa
del sindaco Gianni Speranza […] Abbiamo condiviso questo percorso ed è per questa ragione che il
Partito Democratico ha sentito l’esigenza di appellarsi proprio a Gianni Speranza, che com’è noto non ha
ritenuto di aderire al PD, chiedendogli fortemente la sua disponibilità a candidarsi alle Primarie di
coalizione39
”.
Risolta la contrapposizione tra le diverse componenti e accettate da tutti i candidati, le primarie
hanno iniziato un percorso di “regolamentazione”. Ma sulla questione del regolamento bisogna
soffermarsi per capire il rapporto tra le regole approvate e alcuni nodi riscontrati in merito alle
candidature. Innanzitutto, come già detto in precedenza, da regolamento emerge una chiara
“apertura” del Pd a diverse forze in campo40
. La partecipazione è aperta a tutti i cittadini con più di
sedici anni, disposti a riconoscersi nella proposta politico-programmatica della coalizione di
centrosinistra e a sostenerla alle elezioni amministrative del 2010, accettando di essere registrati
nell’Albo pubblico delle elettrici e degli elettori del centrosinistra lametino41
. Altro elemento in
comune con il modello primarie è il contributo organizzativo - almeno 1 euro - da versare al
momento del voto42
e l’esenzione da tale contributo per i minori43
. Tutto il resto è conforme a
regole più o meno note.
Un primo problema organizzativo, si ha nello stabilire la data delle primarie. Da inizio gennaio a
fine gennaio, da inizio febbraio a fine febbraio. Optando, infine, per metà febbraio, in concomitanza
con le primarie per la scelta del candidato Pd alla presidenza della regione. Ma l’elemento di
effettiva discordanza è la modalità con cui è stato deciso di presentare le candidature. L’art. 5
comma 1 dice “Possono essere candidati alle primarie per la carica di Sindaco della città di Lamezia
Terme i cittadini in possesso dei requisiti di legge che li rendano eleggibili a tale carica, la cui
candidatura non sia in contrasto con i principi dell’etica pubblica e che si impegnano a sottoscrivere
il programma quadro della coalizione verso le amministrative del 2010, il presente Regolamento e il
“Codice di autoregolamentazione per le primarie” relativo in particolare allo svolgimento della
campagna elettorale nonché il regolamento organizzativo sulle modalità di voto di cui all’art. 9 n.
2”. E fin qui tutto normale. Ma al comma 2 troviamo: “considerato che il PD con proprie
determinazioni e procedure ha già concluso la presentazione delle candidature alla data del 7
36 Gianni Speranza, sindaco Lamezia Terme, Gazzetta del Sud 31 dicembre 2009. 37 Domenico Vasta, segretario Pd, Gazzetta del Sud 3 gennaio 2010. 38 Domenico Vasta, segretario Pd, Gazzetta del Sud 30 dicembre 2009. 39 Chiara Macrì, candidata alle primarie, Gazzetta del Sud 30 dicembre 2009. 40 Primarie di coalizione (Pd, Sel, Lista Città). 41 Art. 4 del Regolamento. 42 Art. 8 comma 1 del Regolamento. 43 Art. 8 comma 2 del Regolamento.
XXV Convegno Sisp – 8/10 settembre 2011
Lamezia Terme: un’analisi della campagna elettorale prima e dopo le primarie – Marino De Luca, Unical
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gennaio 2010 ore 18.00, le candidature già presentate a quella data sono valide ai fini della
partecipazione alle presenti Primarie. Ulteriori candidature possono inoltre essere avanzate da
qualsiasi cittadino che presenti un numero di sottoscrizioni di cittadini elettori pari a 400 (ovvero
l’1% circa degli iscritti alle liste elettorali del Comune di Lamezia Terme). Il Sindaco uscente è
considerato candidato di diritto e, pertanto, non necessita delle sottoscrizioni di cui al presente
comma”. Il comma 2 risulta un po’ confuso in quanto regolamenta a posteriori una modalità -
semisconosciuta44
- di presentazione delle candidature. Il regolamento sembra riconoscere ai
cittadini in possesso dei requisiti di legge la possibilità di partecipare (con 400 firme), ma in realtà
non ne consente una reale attuazione in quanto la data ultima (7 gennaio 2010) risulta oltrepassata.
“È davvero singolare il modus procedendi con il quale sono state presentate le candidature a
sindaco per le primarie. Nulla è chiaro e trasparente, se non per un gruppo ristretto di addetti ai
lavori autodeterminati. Saranno primarie interne o di coalizione? Il regolamento per le elezioni
primarie quando è stato approvato? Da chi è stato approvato? E cosa stabilisce?45
”.
Chiusi i punti candidati e regolamento, la coalizione ha affidato ad un comitato46
l’organizzazione
delle primarie. Uno degli elementi di maggiore discussione, in generale nelle primarie, è la
creazione dei seggi. Nel caso di Lamezia la distribuzione dei seggi è avvenuta secondo una logica
territoriale legata alla “precedente” composizione amministrativa della città. Sono stati individuati
tre seggi, nelle tre ex sale consiliari, dei tre ex comuni pre-unione: Sambiase, Nicastro e
Sant’Eufemia Lamezia. I candidati in campo, oltre Speranza, erano Chiara Macrì, ex segretaria Pd
Lamezia, e Giovanni Cimino ex assessore. I risultati (Tab.8) evidenziano una buona partecipazione47
ed una vittoria schiacciante dell’incumbent Speranza.
Tabella 8 – Risultati primarie 2010
Seggi primarie Votanti Speranza Macrì Cimino
Nicastro 2297 1752 398 147
Sambiase 912 628 76 208
Sant’Eufemia 299 263 19 17
Tot Lamezia 3508 2643 493 372
% - 75,3 14,0 10,5
Fonte: Gazzetta del Sud
L’alta percentuale del candidato Speranza e il distacco dagli altri due evidenzia un livello di bassa
competitività delle primarie in questione. Infatti, elaborando i dati e “valutando la distanza
percentuale dei voti di primo e secondo candidato” [Seddone, Valbruzzi 2009], emerge un indice di
competitività pari al 38,7%48
. Ma l’elemento competitività, che in genere aumenta la motivazione
dell’elettorato a scegliere, o quanto meno a chiedersi qualcosa in più rispetto a situazioni di scarsa
competitività, non scoraggia per nulla la partecipazione alle primarie, che registra in rapporto alla
forza elettorale della coalizione di centrosinistra una percentuale del 23,949
.
44 Risultano poi raccolte le firme necessarie (50 tesserati del Pd e 12 componenti dell’unione cittadina), 45 Giovanni Cimino, ex assessore e candidato alle primarie, Gazzetta del Sud 9 gennaio 2010. 46 Art. 3 comma 1: “composto da 6 persone (due per ciascun partito) rappresentanti dei 3 partiti che costituiscono la coalizione
nonché da un numero ulteriore di componenti corrispondente al numero di coloro che avanzeranno la loro candidatura, che avranno
diritto di nominare un proprio rappresentante all’interno del comitato”. 47 Nella scelta del segretario Pd 2007 parteciparono 4464 votanti, mentre nel 2009 solo 2122. Nelle primarie 2010 (molto criticate)
per la scelta del candidato alla regione, fatte lo stesso giorno delle primarie comunali, parteciparono 2866 votanti (Fonte: Pd
Lamezia). 48 Il concetto di competitività (calcolato sulla differenza tra il primo e il secondo candidato) è estratto dal lavoro pubblicato da
Valbruzzi e Seddone sulle primarie di Firenze 2009. 49 In realtà il dato dovrebbe considerare soltanto i partiti promotori delle primarie: Pd, Sinistra e Libertà e Lista Città (anche se
quest’ultima presente insieme a Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani). In questo caso la percentuale dei votanti alle primarie
salirebbe al 33,9%.
XXV Convegno Sisp – 8/10 settembre 2011
Lamezia Terme: un’analisi della campagna elettorale prima e dopo le primarie – Marino De Luca, Unical
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2. Opinione, percezione e strutture cognitive
2.1 Headline: alcuni elementi di statistica testuale
L’informatizzazione e la crescita esponenziale della consultazione elettronica di testi hanno
rivoluzionato l’analisi linguistica mediante l’uso della statistica testuale [Bolasco 2005]. L’uso di
software - brevettati, acquistabili, opensource, ecc - consente un rapido confronto “descrittivo”
delle unità di analisi, convenzionalmente riconosciute e presenti nei testi: le parole.
La dimensione della materia, troppo ampia e dibattuta per essere affrontata in questo paper, è
focalizzata sulla sola descrizione delle forme grafiche50
individuate. La classica contrapposizione
dell’analisi statistica al valore ermeneutico del contenuto esaminato51
(o del linguaggio) infatti,
consente una migliore interpretazione delle “parole” soltanto52
in relazione al valore complessivo
dato alla ricerca attraverso l’elaborazione dei frames (in stretto rapporto con gli argomenti e i
soggetti individuati). Naturalmente sono state rispettate le regole classiche dell’analisi statistica di
testi (documenti, resoconti di interviste, ecc): l’organizzazione interna e la trascrizione del corpus53
;
la comparabilità dei testi del corpus in relazione ad alcuni elementi quali struttura e dimensioni;
inventario, conteggio e ordinamento delle forme grafiche.
Per quanto riguarda la ricerca, questa breve incursione nel campo della statistica testuale è stata
applicata ad un corpus di 801654
occorrenze - dato statistico di ogni unità lessicale nel corpus - su
un totale di 1105 testi55
monitorati. Lo stesso corpus è stato inizialmente valutato nella totalità del
periodo analizzato (1 dicembre 2009 – 16 maggio 2010), e successivamente aggregato in base ai tre
periodi individuati nella ricerca56
(campagna elettorale per le primarie 1 dicembre 2009 – 14
febbraio 2010; campagna elettorale per le comunali 15 febbraio 2010 – 12 aprile 2010; copertura
postelettorale 13 aprile 2010 – 16 maggio 2010). Un’ulteriore valutazione è stata affrontata
nell’analisi sintagmatica del significato di determinate forme grafiche57
, escludendo
necessariamente le possibili unità di analisi all’interno di un valore paradigmatico58
.
Dai dati ricavati dal corpus nell’intero periodo di copertura (Fig.3)59
, risultano predominanti le unità
di analisi vicine o sovrapponibili ai protagonisti della campagna elettorale: “Speranza”, “città”,
“sindaco” e “D’Ippolito”60
. Un elemento interessante emerge nell’analisi paradigmatica che rende
quasi rimpiazzabili [Bolasco 2005] le seguenti unità di analisi: “Speranza” e “sindaco”. Infatti, la
50 “Le analisi basate sulle forme grafiche hanno il vantaggio di essere indipendenti dalla lingua. Si tratta di un approccio puramente
formale che privilegia i segni (significanti) per arrivare al senso (in quanto insieme di significati) come rappresentazione del
contenuto o del discorso” [Bolasco 2005, 21]. 51 Ad esempio, l’individuazione della parola “due” come elemento rilevante nei titoli del quotidiano analizzato potrebbe, senza
un’analisi interpretativa, influenzare il significato stesso verso strane derive numerologiche. Nello studio la parola “due” si riferisce
sì, come ipotizzabile, alla competizione tra i “due” candidati, ma soprattutto ad un uso, casuale, legato ad eventi di cronaca: “arrestati
due boscaioli dalla motosega facile”; “due omicidi nella stessa giornata”; “due scuole chiuse”; etc. 52 Una delle critiche mosse agli studiosi di documenti testuali è la produzione di risultati privi di rigore , oltre che l’insieme di gruppi
omogenei di unità di analisi illeggibili e difficili da analizzare. 53 “Per corpus s’intende un qualsiasi insieme di testi, fra loro confrontabili sotto un qualche punto di interesse […] lo studio assume
interesse quanto più ampia è l’estensione del corpus testuale, e, di conseguenza, quanto più risulta utile una sua analisi in modalità
automatica” (Bolasco, 1999, p. 179). 54 In funzione delle occorrenze un corpus può essere considerato: piccolo (fino a 15mila occorrenze), medio (da 15mila a 40mila
occorrenze), grande (da 45mila a 100mila occorrenze). 55 Sono stati esclusi dall’analisi 54 headlines relativi ad una tipologia di articoli monitorati e valutati nello studio, ma non
classificabili in questo calcolo perché pubblicati con l’identica unità di analisi: “brevi”. 56 L’unica eccezione riguarda l’ulteriore scomposizione dei dati aggregati in relazione alla campagna per il primo turno e alla
campagna per il ballottaggio, motivo individuato nella variazione sostanziale dell’agenda subito dopo il primo turno. 57 Le unità di analisi considerate sono: “primarie”, “Speranza”, “D’Ippolito” e “Grandinetti”. 58 “Il senso (significato/accezione) di una parola è determinato dalle parole che la circondano (asse sintagmatico), ma anche dalla
selezione delle altre parole che possono rimpiazzarla nella stessa frase (asse paradigmatico); ossia dall’insieme delle parole che
possono essere sostituite fra loro nel sintagma, senza modificare la struttura dell’enunciato, poiché funzionano in maniera
equivalente” [Bolasco 2005, 21]. 59 Le immagini presentate in questo paragrafo non intendono assolutamente sostituire i moderni software di statistica testuale, ma
hanno il solo compito di rendere “visibili”, immediati e facilmente fruibili i concetti accennati e affrontati. 60 Le unità di analisi ricorrono rispettivamente nel numero di 48 (Speranza), 41 (città), 38 (sindaco), 31 (D’Ippolito).
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Lamezia Terme: un’analisi della campagna elettorale prima e dopo le primarie – Marino De Luca, Unical
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forma grafica “sindaco” è legata all’incumbent in rapporto di contenuto autonomo (polimorfo) nel
21% dei titoli analizzati, e in rapporto sostitutivo in quasi il 58%61
.
Figura 3 – Analisi statistica testuale periodo 1dicembre 2009 – 16 maggio 2010
Nei dati62
estratti dal primo periodo elettorale (1 dicembre 2009 – 14 febbraio 2010), emerge un
maggiore equilibrio tra le forme grafiche individuate come più frequenti all’interno del periodo di
copertura considerato (Fig.4). Risulta interessante la parola “primarie” che, con una frequenza
assoluta di 17, compare come forma grafica rilevante all’interno del vocabolario del corpus
analizzato63
. Figura 4 – Analisi statistica testuale campagna elettorale per le primarie
(1 dicembre 2009 – 14 febbraio 2010)
Nell’analisi statistica testuale della campagna elettorale per le comunali, il periodo che intercorre
dalla fine delle primarie (14 febbraio 2010) al voto del 28 e 29 marzo 201064
è stato separato dal
periodo per il ballottaggio dell’11 e 12 aprile 201065
. L’ipotesi è di valutare, attraverso la frequenza
delle forme grafiche, la difficoltà rilevata nell’incumbent (vedi analisi del voto e dei frames) in
rapporto ai due principali eventi consequenziali ai risultati del primo turno: la vittoria del
centrodestra nelle elezioni regionali e il problema della maggioranza in consiglio comunale. Dai
61 78,94% Speranza (21,05% segmento autonomo “Speranza sindaco” e 57,89% sostitutivo), 2,64% D’Ippolito, 2,64% Grandinetti,
15,78% tutti i candidati. 62 Il corpus è di 3183 occorrenze su 489 testi/titoli analizzati. 63 La parola “primarie” è presente nei titoli con una percentuale del 3,47, rispetto all’11,24% dell’argomento “primarie” rilevato
attraverso l’analisi del frames. Dunque si legge “primarie” ciò che non sempre si scrive “primarie”. 64 Il corpus è di 2218 occorrenze su 296 testi/titoli analizzati. 65 Il corpus è di 681 occorrenze su 82 testi/titoli analizzati.
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dati dell’analisi testuale (Fig.5) emerge il solito equilibrio di frequenza tra le principali unità di
analisi individuate: “città”, “Speranza”, “sindaco”, “D’Ippolito” e la new entry “liste”66
.
Figura 5 – Analisi statistica testuale campagna elettorale I turno
(15 febbraio – 29 marzo 2010)
Ma il dato interessante è nel ridimensionamento - per la prima volta - dell’unità di analisi
“Speranza” rispetto al challenger “D’Ippolito” (Fig. 6). Emergono nuovi e diversi significanti
(“maggioranza”, “Scopelliti”, “centrodesta”, ecc.) che evidenziano una nuova strategia di campagna
e l’arroccamento del significante “Speranza”.
Figura 6 – Analisi statistica testuale campagna elettorale per il ballottaggio
( 30 marzo 2010 – 12 aprile 2010)
L’analisi post elettorale67
(13 aprile 2010 – 16 maggio 2010) mostra una lenta digestione testuale
delle parole tema. Scompaiono o si ridimensionano le unità di analisi precedentemente selezionate68
in un equilibrio di valori legati principalmente ad una comunicazione istituzionale (Fig.7).
66 Le unità di analisi ricorrono rispettivamente nel numero di 17 (città), 16 (Speranza), 13 (Sindaco), 9 (D’Ippolito), 9 (liste). 67 Il corpus è di 1944 occorrenze su 238 testi/titoli analizzati. 68 In particolare esce la parola D’Ippolito dai titoli esaminati.
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Figura 7 – Analisi statistico testuale periodo postelettorale ( 13 aprile 2010 – 16 maggio 2010)
L’ultima comparazione di dati statistici riguarda l’analisi sintagmatica di alcune rilevanti unità
selezionate: “primarie”, “Speranza”, “D’Ippolito” e “Grandinetti”. La domanda a cui rispondere è: a
quali altri significanti sono affiancate le unità di analisi selezionate?
L’individuazione di micro-corpus69
generalmente ne depotenzia l’analisi, ma diventa necessaria per
focalizzare l’attenzione sulla finalità logico-semantica, ovvero la capacità (logica) di interpretare un
contenuto di un testo a partire dalla semantica delle parole.
Figura 8 – Asse sintagmatico unità di analisi “primarie”
A tal proposito la forma grafica “primarie” (Fig.8) presenta tre principali significanti nei titoli
analizzati: “candidature” - a cui affiancare “candida” e “candidati” -, “coalizione” e “Speranza”.
Risulta interessante, soprattutto dal confronto con l’analisi dei frames, la costruzione giornalistica
della parola “primarie” strettamente collegata alla legittimazione di Speranza. Le unità
“candidatura” e “coalizione” occupano la sfera della selezione. Nessun rimando è rivolto, almeno
nell’analisi testuale dei titoli, alle primarie come partecipazione.
Nell’analisi della parola “Speranza” (Fig.9) emerge prepotentemente il significante “sindaco” e il
duplice rapporto - qui solo in veste di polimorfo dal contenuto autonomo - sufficientemente
affrontato in precedenza. Figura 9 – Asse sintagmatico “Speranza”
69 Il corpus “primarie” è di 130 occorrenze su 17 testi/titoli analizzati; Il corpus “Speranza” è di 365 occorrenze su 49 testi/titoli
analizzati. Il corpus “D’Ippolito” è di 196 occorrenze su 31 testi/titoli analizzati. Il corpus “Grandinetti” è di 124 occorrenze su 16
testi/titoli analizzati.
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Il corpus “D’Ippolito” (Fig.10), invece, presenta un’omogeneità tra alcuni gruppi valoriali
importanti70
: da una parte le forme grafiche “Speranza”, “centrosinistra”, “sindaco” e “confronto”,
dall’altra “Scopelliti” e “sostiene”. La contrapposizione rispecchia il doppio rapporto del challenger
D’Ippolito in parallelo alla sua strategia comunicativa e politica. Ovvero, da una parte headlines di
attacco, duri e diretti al “centrosinistra”, a “Speranza-sindaco” e alla polemica sul “confronto”.
Dall’altra il sostegno del governo nazionale e del candidato del centrodestra prima e governatore
della regione dopo.
Figura 10 – Asse sintagmatico “D’Ippolito”
Dai dati relativi alla parola “Grandinetti” (Fig.11) emerge un valore di contenuto autonomo del
candidato (“terzo”, “polo”), e due unità di analisi di distinzione: “Speranza” e “Scopelliti”. Esiste
anche la parola “confronto”, ma ha lo stesso valore riscontrato nel corpus D’Ippolito. Grandinetti è
il candidato del Terzo Polo, e come tale si presenta, ma è anche il candidato che sfida Speranza e
che appoggia Scopelliti.
Figura 11 – Asse sintagmatico “Grandinetti”
70 Non consideriamo la parola “Ida” in quanto nome della candidata, anche se è l’unico candidato sindaco ad essere identificato con il
nome.
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2.2 I sondaggi
Il sondaggio, strumento utile e controverso [Natale 2009], costituisce all’interno di questo lavoro un
ulteriore elemento di studio e di integrazione rispetto all’analisi dei frames. Da tecnica per sondare
gli “umori” del popolo a pratica elettorale, il sondaggio è diventato uno strumento - quasi -
indispensabile in ogni competizione politica, tanto da trasformare, purtroppo e spesso, i risultati in
errori e orrori, soprattutto a causa di un distorto “abuso” delle metodologie utilizzate e per
l’ossessiva rincorsa a “fantasiose” previsioni sulle intenzioni di voto. Questo paragrafo non intende
“sezionare” lo strumento utilizzato nelle amministrative in questione, ma prova a dare una lettura
fedele dei risultati proposti, e prontamente pubblicati, soprattutto in relazione agli esiti del voto e
alla percezione riscontrata ed analizzata nel paragrafo sui frames.
Durante la campagna elettorale per le amministrative di Lamezia Terme sono stati commissionati,
dai principali candidati e partiti, complessivamente cinque sondaggi (Tab.9): tre dal Comitato
Elettorale Ida D’Ippolito (15 gennaio, 3 marzo e 12 marzo), uno da Sinistra e Libertà Lamezia
Terme (18 gennaio) e uno dal candidato Francesco Grandinetti (22 febbraio).
Tabella 9 – Sondaggi commissionati durante il periodo elettorale
Data Autore Committente Titolo
15 gennaio GM&P Srl Comitato Elettorale Ida D’Ippolito Lamezia Political Screen
18 gennaio Unical (Dip. Sociologia) Sinistra e Libertà Lamezia Terme Elezioni Amministrative – Lamezia T.
22 febbraio Crespi ricerche Francesco Grandinetti Verso le elezioni comunali a Lamezia T.
3 marzo GM&P Srl Comitato Elettorale Ida D’Ippolito Lamezia Political Screen
12 marzo GM&P Srl Comitato Elettorale Ida D’Ippolito Lamezia Political Screen
Fonte: www.sondaggiopoliticoelettorale.it
Il primo a pubblicare71
i risultati di un sondaggio72
è il Comitato Elettorale Ida D’Ippolito il 15
gennaio 201073
. La ricerca74
svolta dalla GM&P Srl cerca di fotografare principalmente, attraverso
ventidue quesiti, la percezione dei lametini rispetto ad alcuni temi specifici e rispetto all’operato
dell’amministrazione. Molto interessanti risultano i dati relativi alla rilevazione sulla qualità della
vita (“…si vive meglio o peggio rispetto a cinque anni fa?”), con valori positivi intorno al 20% e
valori negativi superiori al 45%, ma soprattutto l’individuazione delle questioni più urgenti che
un’amministrazione dovrebbe risolvere (utili nel confronto con l’analisi dei frames): occupazione e
lavoro 48,4%, traffico e viabilità 10,5%, abusivismo 4,7%, sanità 4,5%, sicurezza 4,1%, lotta alla
criminalità 3,4%75
. Per quanto riguarda l’aspetto elettorale si riscontra un valore di notorietà
abbastanza alto rispetto ai due principali candidati e una preferenza degli intervistati a votare un
sindaco di centrodestra o i partiti di centrodestra (centrodestra 39,7%, centrosinistra 20,7%, altro
3,0%, indeciso 22%)76
. Dopo la diffusione dei dati GM&P, Sinistra e Libertà pubblica77
tre giorni
più tardi (18 gennaio78
) un sondaggio79
commissionato al Dipartimento di Sociologia e Scienza
Politica dell’Università della Calabria. I risultati riguardano nello specifico le intenzioni di voto
relative al primo turno (Fig.12). Alla domanda “Se si dovesse votare domani per l'elezione del
Sindaco, quali tra le seguenti personalità di Lamezia Lei voterebbe con più probabilità?”, il
71 Diffuso su: Gazzetta del Sud, www.lameziattiva.it, Il Domani, Il Quotidiano, Calabria Ora. 72 Sondaggio quantitativo con metodologia C.A.T.I. Elaborazione dati SPSS. 73 Periodo di rilevazione tra il 06/12/2009 ed il 09/12/2009. 74 Campione di 907 casi, rappresentativo delle principali variabili sociodemografiche. In particolare il campione è rappresentativo per
sesso, età e distribuzione della popolazione per quartieri. Il campione è stato estratto casualmente dal database della popolazione
residente a Lamezia maggiore di anni 18. Tutte le percentuali sono state calcolate sulla base dati di 907 casi, salvo dove diversamente
specificato. 75 Molti dei temi rilevati risultano presenti come “dominanti” nella copertura giornalistica del periodo in questione. Ricordo che la
rilevazione è relativa al periodo 06-09 dicembre 2009, mentre la pubblicazione dei dati riguarda il periodo 15 gennaio 2010. 76 Pur non rilevando le intenzioni di voto relative ai candidati, la Gazzetta del Sud apre con questo titolo la pubblicazione del
sondaggio: “C’è il 19% tra D’Ippolito e centrosinistra”, 15 gennaio 2010. 77 Pubblicato domenica 17 gennaio 2010 su Calabria Ora, Gazzetta del Sud, Il Quotidiano. 78 Realizzato tra il 28/12/2009 ed il 30/12/2009. 79 Questionario a domande chiuse somministrato tramite metodologia CATI. Elaborazione dati SPSS. Campione estratto casualmente
di 600 casi, rappresentativo della popolazione in età di voto residente nel comune di Lamezia Terme.
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Lamezia Terme: un’analisi della campagna elettorale prima e dopo le primarie – Marino De Luca, Unical
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campione selezionato si dichiara, come maggioranza di valori assoluti, a favore del sindaco
uscente (Speranza 32,9%, Grandinetti 11,8%, D’Ippolito 8,8%, Reillo 2,3%, Molinaro 1,4%, De
Sarro 1,7%, Mazzocca 2,5%, Nessuno 14,7%, Indeciso 23,9%).
Figura 12 – Sondaggio I turno
Fonte: www.sondaggiopoliticoelettorale.it (grafico Dipartimento di Sociologia e Scienza Politica)
Oltre al primo turno, il sondaggio ha rilevato l’intenzione di voto al ballottaggio in base a due
ipotesi: Grandinetti contro Speranza, D’Ippolito contro Speranza (Fig.13). Dall’osservazione dei
dati rilevati, emerge un netto vantaggio del sindaco Speranza in entrambe le ipotesi considerate,
ma si evidenzia una maggiore competitività del candidato Grandinetti rispetto al candidato del
centrodestra D’Ippolito (con Grandinetti, infatti, aumentano gli indecisi +1,2%, diminuiscono i
voti a Speranza -4,2%).
Figura 13 – Sondaggio ballottaggio
Fonte: www.sondaggiopoliticoelettorale.it (grafico Dipartimento di Sociologia e Scienza Politica)
Il terzo sondaggio80
è presentato da Grandinetti subito dopo le primarie della coalizione di
centrosinistra81
. Oggetto del sondaggio due quesiti relativi all’intenzione di voto su candidati e
partiti82
. In base alla domanda “Se ieri si fossero tenute le elezioni per eleggere il Sindaco del
comune di Lamezia Terme, Lei per quale tra i seguenti candidati avrebbe votato”, gli intervistati
hanno risposto ancora una volta a favore del sindaco uscente, con un risultato “clamoroso” del
candidato del terzo polo (Gianni Speranza 42,0%; Francesco Grandinetti 31,5%; Ida D'Ippolito
21,9%; Ugo De Sarro 2,1%; Roberto Molinaro 2,5%; Indecisi 26,1%). Il sondaggio dopo la sua
pubblicazione introdusse, all’interno del dibattito politico, ciò che fino a poco tempo prima era
stato solo mormorato o bypassato: l’opzione del voto disgiunto. La scelta di un partito all’interno
di una coalizione e il voto per sindaco di un’altra coalizione, aveva permesso al sindaco Speranza
80 800 Interviste telefoniche condotte con metodologia C.A.T.I. 81 Realizzato tra il 15/02/2010 ed il 17/02/2010 e presentato su il Clandestinoweb il 19 febbraio su www.sondaggipoliticoelettorali il
22 febbraio. 82 Pdl 32,5%; UDC 8,5%; Udeur/PRI 1,0%; Nuovo PSI 0,5%; Nuova DC 2,0%; Fiamma Tricolore 0,5%; Lista civica Grandinetti
11,5%; MPA 1,5%; PLI 0,5%; Lista civica Lazzati 1,0%; Lista civica Forza Lamezia 0,5%; PD 24,5%; IDV 5,5%; PRC+PdCI 2,5%;
Sinistra Ecologia e Libertà 5,0%; Lista civica Rinascita per Lamezia 1,5%; Lista civica Diritto al Futuro 1,0%; Indecisi 27,6%.
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Lamezia Terme: un’analisi della campagna elettorale prima e dopo le primarie – Marino De Luca, Unical
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una netta vittoria nelle precedenti amministrative. Ma una vittoria a metà, come già detto in
precedenza, che si era concretizzata nella composizione di un consiglio a maggioranza di
centrodestra, ma con un sindaco di centrosinistra. Luigi Crespi, che ha condotto la ricerca,
sintetizza il voto disgiunto nel caso Lamezia così: “I candidati a sindaco sono sempre decisivi per
le comunali, al contrario delle regionali dove contano di più le liste. I sindaci tirano di più la
vittoria. D’Ippolito sembra non colga il gradimento della sua coalizione83
”.
Gli ultimi due sondaggi riguardano il periodo di marzo e sono entrambi commissionati dal
Comitato Elettorale Ida D’Ippolito a GM&P Srl. La struttura è identica al primo sondaggio, con
una prima parte dedicata alla rilevazione di opinioni su determinati temi, e una seconda con le
intenzioni di voto. L’unica differenza rispetto al primo è l’introduzione di una rilevazione in base
ai nomi - e non solo alle coalizioni - dei candidati a sindaco. Ma andiamo con ordine. Il quarto
sondaggio84
pubblicato il 3 marzo85
su due quotidiani (Gazzetta del Sud e Il Quotidiano),
riconferma la percezione del campione nei confronti della qualità della vita (risposte positive
19,8%, risposte negative 45,2%). Anche negli argomenti considerati prioritari dagli intervistati si
riconferma un trend già noto86
ad eccezione della scomparsa dalle priorità del problema
dell’abusivismo (-3,7%), scomparsa riscontrata anche nell’agenda della stampa. Viene introdotta
anche una rilevazione sul giudizio relativo all’amministrazione (positivo 49,2%, negativo 45,8%) e
diverse rilevazioni a cascata su Berlusconi, su Bertolaso e sul governo nazionale (al limite di
tecniche riconosciute universalmente come telemarketing). Le liste collegate ai tre principali
candidati, Speranza, D’Ippolito e Grandinetti, registrano rispettivamente il 24,3%, il 27,3% e
2,3%87
, con un numero di indecisi pari al 39,8%. Infine un’opinione, non sul voto, ma sulla
percezione di vittoria rispetto ai due principali candidati: Speranza 33,8% (stima ponderata
47,9%), D’Ippolito 32% (stima ponderata 52,1%), Indeciso 20,7%, non risponde 13,5%88
.
Il quinto sondaggio89
, GM&P, pubblicato da lameziattiva.it il 12 marzo90
, diventa oggetto di
diffusione in un’apposita conferenza stampa del centrodestra. Oltre la richiesta di un giudizio
sull’amministrazione (positivo 45,1% (-4,1%), negativo 50,5% (+4,7%)) il sondaggio introduce
nuovi elementi di valutazione, come ad esempio il parere del campione sulle vicende del dibattito
tra i candidati91
. Resta la rilevazione sul voto al partito di coalizione: coalizione Speranza 39,2% (-
0,3%), coalizione D’Ippolito 51,6% (-2,6%), coalizione Grandinetti 8,6% (+2,6%) e indecisi a
33,4%. E poi le domande “quale candidato voterà?”, Speranza 45,9% e D’Ippolito 48,9%92
, e
“quale candidato vincerà?” Speranza 45,6% e D’Ippolito 54,4% (indecisi 32,9%).
83 Intervista a Luigi Crespi, Gazzetta del Sud 20 febbraio 2010. 84 Campione di 903 casi, rappresentativo delle principali variabili sociodemografiche. In particolare il campione è rappresentativo per
sesso, età e distribuzione della popolazione per quartieri. Il campione è stato estratto casualmente dal database della popolazione
residente a Lamezia maggiore di anni 18. Tutte le percentuali sono state calcolate sulla base dati di 903 casi, salvo dove diversamente
specificato. 85 Rilevazione tra il 22/02/2010 ed il 24/02/2010. 86 Occupazione e lavoro 48,8% (+0,4%), traffico e viabilità 9,4% (-1,1%), sanità 8,9% (+4,4%), sicurezza 4,0% (-0,1%), lotta alla
criminalità 3,9% (+0,5%). 87 Stima ponderata 39,5%, 54,2%, 6,0%. 88 Mi sfugge il rapporto con la stima ponderata, soprattutto in relazione agli indecisi e all’elettorato di Grandinetti. 89 Campione di 700 casi (907 intervistati), rappresentativo delle principali variabili sociodemografiche. In particolare il campione è
rappresentativo per sesso, età e distribuzione della popolazione per quartieri. Il campione è stato estratto casualmente dal database
della popolazione residente a Lamezia maggiore di anni 18. Tutte le percentuali sono state calcolate sulla base dati di 700 casi, salvo
dove diversamente specificato. 90 Periodo di rilevazione compreso tra il 8/03/2010 ed il 9/03/2010. 91 Tra i candidati è nato uno strano scontro sulla possibilità di partecipare o meno ad un dibattito. In questo caso al campione viene
chiesto come giudica l’assenza di Speranza all’invito della candidata D’Ippolito. 92 Altro candidato 5,2 %, Non risponde o indeciso 16,7%.
XXV Convegno Sisp – 8/10 settembre 2011
Lamezia Terme: un’analisi della campagna elettorale prima e dopo le primarie – Marino De Luca, Unical
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2.3 Un’analisi del frame
Il confronto, molto difficile, tra i cinque sondaggi, può essere affrontato solo in relazione al
risultato delle elezioni, ma diventerebbe un “vediamo chi ci ha azzeccato”. Si lascia al lettore la
curiosità di un possibile confronto tra i risultati delle amministrative e le previsioni più o meno
“fantasiose” delle stesse. Invece, è opportuno concentrare l’attenzione su una più utile
comparazione tra alcune opinioni rilevate all’interno dei sondaggi e l’analisi della copertura
mediatica. Per farlo è necessario anticipare qualche dato della ricerca sul frame (ritardando di
qualche pagina una più dettagliata descrizione dell’argomento). Innanzitutto bisogna individuare il
periodo in cui analizzare i frames della stampa. Per farlo è necessario considerare il periodo di
rilevazione di ciascun sondaggio a cui aggiungere un ulteriore periodo, antecedente la rilevazione,
di sedimentazione ed elaborazione delle strutture cognitive considerate93
(Tab.10).
Tabella 10 – Periodo rilevazione sondaggi comune Lamezia Terme
Sondaggio Pubblicazione Rilevazione Analisi copertura
1° GM&P – Comitato D’Ippolito 15/01/2010 06/12/2009 – 09/12/2009 01/12/2009 – 09/12/2009
2° Unical – Sinistra e Libertà 18/01/2010 28/12/2009 – 30/12/2009 21/12/2009 – 30/12/2009
3° Crespi – Grandinetti 22/02/2010 15/02/2010 – 17/02/2010 08/02/2010 – 17/02/2010
4° GM&P – Comitato D’Ippolito 03/03/2010 22/02/2010 – 24/02/2010 15/02/2010 – 24/02/2010
5° GM&P – Comitato D’Ippolito 12/03/2010 08/03/2010 – 09/03/2010 01/03/2010 – 09/03/2010
Fonte: www.sondaggipoliticoelettorale.it
Una prima valutazione riguarda l’opinione del campione sull’amministrazione uscente (Tab.11). La
comparazione tra i dati riguardanti la copertura della stampa e i dati pubblicati nei sondaggi
GM&P, rivela un diverso equilibrio nel rapporto frame/sondaggio. I frames in questione sono stati
aggregati in base al proprio valore di giudizio rispetto alla percezione sull’operato
dell’amministrazione comunale94
.
Tabella 11 – Sondaggio e copertura dicembre GM&P
Periodo Opinione Sondaggio Frame Diff.
01/12/2009
09/12/2009
Positiva 27,3 38,5 -11,2
Negativa 63,2 50,0 +13,2
Neutra/Non so 9,5 11,5 -2,0
15/02/2010
24/02/2010
Positiva 49,2 50 -0,8
Negativa 45,8 45,5 +0,3
Neutra/Non sa 5,0 4,5 +0,5
01/03/2010
09/03/2010
Positiva 45,1 50 -4,9
Negativa 50,5 45 +5,5
Neutra/Non sa 4,4 5 -0,6
La forbice più ampia (-11,2%, +13,2%, -2,0%) riguarda la prima comparazione, soprattutto per il
fatto che non esiste, all’interno del sondaggio, un quesito sulla valutazione dell’amministrazione,
ma ben tredici domande diverse su vari temi. Il dato inserito in tabella, infatti, è ricavato dalla
media dei singoli dati estrapolati da ogni quesito. Ciò che emerge dal confronto è un forte legame
tra i frames veicolati dalla stampa e le opinioni espresse dal campione. Il dato più significativo
riguarda il frame “negativo”, che domina la stampa analizzata e che “esplode” in una netta
93 Ho aggiunto al periodo del sondaggio la settimana, di analisi dei media, precedente rispetto al primo giorno di rilevazione (in tutti i
sondaggi il primo giorno di rilevazione è sempre la domenica). 94 Da una parte frames come: “positivo segnale di governo”, “Speranza unisce il csx”, “il cdx è diviso e governerà male”, etc.
Dall’altra frames come: “negativo segnale di governo”, “Il csx è diviso”, “il cdx è unito”. In mezzo frames che ho identificato come
neutri o dubbi: “neutro segnale di governo”.
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bocciatura dell’amministrazione95
. Quasi sovrapponibili sono, invece, i dati del secondo sondaggio
e i frames analizzati in quel periodo. La forbice in questo caso (-0,8%, +0,3%, +0,5%) è irrilevante,
in quanto il dato sulla copertura rispecchia fedelmente le rilevazioni della GM&P. C’è un
“sorpasso” nel gradimento dell’amministrazione accompagnato da una serie di frames positivi,
soprattutto legati alla “ritrovata” unità in prossimità delle primarie96
. Ma il dato più “strano”
riguarda il terzo sondaggio analizzato, che registra una percentuale di frames positivi
sull’amministrazione, ma un’opinione del campione specularmente opposta (-4,9%, +5,5%, -0,6%).
Questo ultimo risultato fa nascere alcuni dubbi (ad alcuni dei quali proveremo a dare risposta più
avanti), oltre che sulla metodologia del sondaggio stesso, soprattutto in merito ad uno dei nodi più
complicati della frame analyis: il rapporto tra media frames e individual frames. Infatti, come
prospettiva futura, è necessario concentrarsi su questa strada, sviluppando ricerche di medio e lungo
periodo con un’attenta valutazione della metodologia e degli strumenti utilizzati.
L’introduzione del concetto di framing nelle elezioni moderne ha riportato un interesse accademico
verso le campagne cognitive soprattutto nella ricerca delle evoluzioni e relazioni nei tre modelli,
ormai classici: il framing, l’agenda setting e il priming. Nel nostro caso, il framing, è legato al
concetto che una notizia presentata ha una diversa influenza in base a come è recepita dal pubblico.
Questo comporta due livelli di analisi. Un primo livello (macro), media frames, si riferisce alle
modalità di presentazione dei frames, che i giornalisti - o più in generale chi comunica - utilizzano
per trasmettere le informazioni al pubblico. Dietro il “mito” della manipolazione dell’informazione,
sussiste una reale esigenza dei media di ridurre la complessità di un tema affrontato per renderlo più
fruibile e notiziabile. Un secondo livello (micro) di analisi, individual frames, riguarda il modo in
cui i cittadini/elettori utilizzano le informazioni veicolate e come costruiscono le loro
percezioni/impressioni [Scheufele e Tewksbury 2007].
Soffermiamo però la nostra attenzione sul frame. Diversi studiosi, negli ultimi decenni, hanno
concentrato l’oggetto della loro ricerca sul concetto di framing. Dalla sociologia, con Goffman
1974, all’economia prima e psicologia dopo di Kahneman e Tversky 1979, dalla comunicazione,
con Entman 1991 e Iyengar 1991 alla linguistica cognitiva di Lakoff97
, 2004. Il primo a introdurre
l’elemento del framing all’interno di una campagna elettorale è stato Frank Luntz, sondaggista e
repubblicano. Il suo “Language of the 21st century”, un piccolo memorandum distribuito nel 1997
in occasione della selezione dei membri del Congresso Usa, sintetizzava un messaggio chiaro nel
nuovo modo di fare campagna: “It's not what you say, it's what people hear98
”. Luntz, attraverso
focus group, aveva analizzato i messaggi della campagna repubblicana selezionando le parole e le
frasi in grado di attivare specifici schemi interpretativi nel pubblico. L’effetto non era nel
contenuto, ma nel modo in cui era presentato, “It’s not what you say, it’s how you say it’’ [ibidem].
Nel 1999 Scheufele ha proposto un modello processuale - per fare ordine nella multidisciplinarietà
della teoria sul frame - di framing, basato su quattro passaggi (Fig.14). Il primo passaggio riguarda
la costruzione dei media frames da parte dei professionisti che lavorano alla produzione delle
notizie, vincolati, secondo Scheufele, alle influenze e ai cambiamenti “esterni” che ne modificano
la struttura. Tali cambiamenti e influenze riguardano l’autoreferenzialità dei media ad interpretare
la notizia “bruta” in relazioni a variabile ideologiche e deontologiche, oppure riguardano
l’orientamento “politico” del mezzo di informazione e le pressioni esterne di politici, autorità,
gruppi di interesse, ecc.
95 La forbice così ampia può essere legata al fatto che le settimane antecedenti al periodo di rilevazione siano state dedicate ad una
copertura con frames fortemente negativi. 96 La rilevazione del secondo sondaggio inizia il 15 febbraio, il giorno successivo alla votazione per le primarie. 97 Con Lakoff, per la prima volta, i Democratici trovano nell’analisi dei contenuti mediali un elemento di strategia politica. 98 Luntz, F. (2007), Words that work: it's not what you say, it's what people hear, Hyperion.
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Figura 14 – Il modello di framing
Fonte: Scheufele 1999
Il secondo passaggio, frame setting, riguarda l’impostazione del frame costruito in rapporto
soprattutto all’accessibilità, in cui il frame più accessibile risulta quello più memorizzabile, più
facilmente rintracciabile nella memoria. Il terzo passaggio è l’effetto del framing a livello
individuale, caratterizzato dalla divergenza/coincidenza tra i frames attraverso i quali sono state
presentate le notizie e i frames del pubblico. Dall’interazione si creano diversi comportamenti,
atteggiamenti, ma soprattutto opinioni [ibidem]. Il quarto passaggio, forse quello più sottovalutato,
riguarda il collegamento tra i frames individuali e i frames dei media. Infatti, il rapporto tra i due
livelli si sviluppa all’interno di una dinamica dove la percezione e il feedback del pubblico
possono sviluppare un effetto bottom-up, rafforzando la struttura originaria del frame oppure
modificarla e influenzare un nuovo tipo di struttura cognitiva.
Nel verificare i dati della nostra ricerca, come già spiegato nella metodologia, saranno utilizzati tre
intervalli temporali/elettorali all’interno del periodo che intercorre tra l’1 dicembre 2009 e il 16
maggio 2010 (Fig.2, pp 5). Un primo periodo sulle primarie (1 dicembre – 14 febbraio). Un secondo
periodo (15 febbraio – 12 aprile) sulla campagna elettorale per le comunali e il ballottaggio. E un
terzo periodo (13 aprile – 16 maggio), postelettorale. Il primo dato utile è la presenza o meno dei
“protagonisti” della politica nel ruolo di attori/soggetti principali (Tab.12) all’interno della stampa
analizzata99
. Dai 1159 articoli esaminati emergono ben 167 soggetti principali, dei quali solo
l’incumbent e - in parte - il suo principale competitore registrano un’alta frequenza in relazione al
livello di attenzione rivolto dai media. La presenza di un numero così elevato di soggetti principali e
la concentrazione dei media su pochi - quasi uno - protagonisti apre ad una doppia riflessione,
anche in relazione a ciò che è stato detto fin qui riguardo la personalizzazione. Da una parte i due
sfidanti, coloro che, in base a ciò che emerge dall’analisi dei dati, “decidono e quindi influenzano e
anche determinano maggiormente l’azione dei media” [Mazzoni, Ciaglia 2008, 34]. Dall’altra
un’evidente micropersonalizzazione (mediatica) che riconosce, a ciascun soggetto, il proprio
trafiletto di gloria.
99 Il soggetto principale è la persona che parla o di cui si parla (maggiormente) nel contenuto di un singolo articolo.
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Tabella 12 – Analisi dei soggetti nei tre periodi di rilevazione100
Soggetto principale Periodo I periodo II periodo III periodo
I+II+III (%) % (I) %tot % (II) %tot % (III) %tot
Speranza Gianni - candidato Csx 17,1 13,3 6,2 18,2 6,1 25,2 4,8
D'Ippolito Ida - candidata Cdx 7,3 7,0 3,3 10,8 3,7 1,7 0,3
Comune – amministrazione 5,3 4,5 2,1 5,9 2,0 6,0 1,2
De Biase Salvatore - consigliere Pdl 2,5 2,4 1,1 2,9 1,0 2,6 0,4
Cantafora Luigi - vescovo Lamezia T. 2,4 4,2 1,9 1,0 0,3 0,9 0,2
Cisl – sindacato 2,0 2,1 1,0 1,5 0,5 2,6 0,5
Grandinetti Francesco - candidato Terzo polo 2,0 0,7 0,3 3,9 1,3 1,7 0,4
Vitello Salvatore – procuratore Lamezia T. 2,0 2,4 1,2 1,5 0,5 1,7 0,3
Idv – partito 1,8 0,7 0,3 2,5 0,8 3,5 0,7
Lo Moro Doris - parlamentare Pd 1,6 1,0 0,5 2,0 0,6 2,6 0,5
Pd – partito 1,6 1,4 0,6 - - 5,2 1,0
Reillo Gabriella - ex candidata primarie Pd 1,6 3,5 1,6 - - - -
Casapound - associazione di promozione sociale 1,5 0,3 0,2 2,9 1,0 1,7 0,3
Scopelliti Giuseppe - candidato presidenza Regione Pdl 1,5 0,7 0,3 2,9 1,0 0,9 0,2
Pdl – partito 1,3 - - 1,5 0,5 4,3 0,8
Totale parziale 51,5 44,2 20,6 57,5 19,3 60,6 11,6
Totale complessivo 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
L’incumbent registra un dominio assoluto nell’attenzione dei media (17,1%), il che non coincide
necessariamente con qualcosa di positivo. Il rapporto “uno-a-molti” [Bolgherini, Musella 2006,
223] della macropersonalizzazione si riflette, in questo caso, nel bisogno dei media di trovare e
raccontare, nel bene e nel male, di un soggetto identificabile, riconoscibile e “notiziabile”. Tre
potrebbero essere considerati gli elementi significativi dei dati raccolti: 1) l’incumbent in questione
rappresenta - nel senso di incarnare - il programma della propria coalizione, surclassando i partiti e
riducendo la funzionalità degli altri leader cittadini, nonché diventando il centro degli interessi di un
elettorato più ampio rispetto al bacino elettorale dei partiti a suo sostegno; 2) sfrutta al massimo il
ruolo di incumbent - di fine legislatura - richiamando l’attenzione dei media su numerosi eventi e
manifestazioni; 3) è - conseguenza del punto 1 e 2 - il principale destinatario di domande, richieste
e attacchi da parte delle coalizioni avversarie, il che lo rende, quotidianamente, il protagonista
assoluto (basti guardare il divario di 9,8 punti percentuali rispetto al suo principale competitore).
Anche nella micropersonalizzazione, ovvero il rapporto continuo e costante tra elettori e
candidati/eletti, sussiste il “bisogno” - in questo caso prevalentemente dei candidati, e non dei
media - dell’essere riconosciuti, dal proprio elettorato, come “notiziabili”. Da qui i numerosi
comunicati stampa e gli eventi quotidiani sottoposti ai media da parte dei tantissimi candidati (che
spesso cercano il canale diretto con il giornalista). La reazione dei media allo spamming elettorale
dei candidati provoca un’attenta selezione (cum grano salis). Basti pensare ai 92 soggetti principali
individuati una sola volta e mai più comparsi, o ai 42 soggetti a bassa frequenza (2-3 volte).
Nella tabella è presente una scomposizione dei dati in base ai tre periodi di riferimento considerati
nell’analisi. Cambia poco nel rapporto precedentemente spiegato, ma emergono dei punti
interessanti che conviene affrontare. Innanzitutto l’evoluzione naturale dei due principali candidati,
caratterizzata da un crescendo di salienza elettorale nei due periodi di campagna e dal “monopolio”
del vincitore (III periodo) contrapposto alla scomparsa inevitabile del candidato di centrodestra.
100 Bisogna sottolineare che tutte le tabelle registrano una discordanza tra i dati parziali e i dati complessivi. Ciò dipende
sostanzialmente dall’oggetto analizzato in ogni tabella e dalla sua frequenza. Infatti non sempre gli articoli esaminati (1159)
presentano l’oggetto ricercato. Nello specifico la più alta frequenza di oggetti individuati in rapporto agli articoli analizzati è
costituita (logicamente) dagli “argomenti” (1159). Ogni articolo ha o, almeno si spera, dovrebbe avere un tema su cui parlare. Invece
il soggetto principale non sempre è presente o a volte risulta sfumato, e la sua presenza è individuata 603 volte, così allo stesso modo
il frame che diventa “cornice” in molti articoli, ma non in tutti (ad esempio gli articoli che riportano un evento).
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Quasi inesistenti invece i partiti. Oltre che alla forte personalizzazione analizzata, scompare
l’abitudine, d’altra epoca, di presentare iniziative ed eventi a nome della forza politica stessa. La
personalizzazione diventa visibilità competitiva, riducendo i partiti al ruolo “meschino” di semplici
uffici stampa. L’invisibilità del candidato diventa allora lo strumento per attaccare in tempo di pace
o difendere in tempo di guerra. Classico esempio il comunicato stampa, che nella forma della “nota
congiunta…” preserva da posizioni scomode ed evita le rischiose sovraesposizione mediatiche dei
singoli candidati. I tre partiti presenti nella tabella seguono percorsi differenti. L’Idv aumenta la
presenza sulla stampa (0,7%, 2,5%, 3,5%), grazie e soprattutto all’esclusività (visibilità) sulla
raccolta firme per i referendum. Il Pdl invece è tagliato fuori dal primo periodo elettorale - quello
delle primarie -, mentre aumenta (1,5%, 4,3%) sensibilmente la presenza nella fase postelettorale
(serie di polemiche e ricorsi al Tar contro presunte irregolarità). Caso emblematico è il Pd, che
segue nei modi e nei tempi l’anticiclicità perfetta. Diviso e critico nella fase delle primarie (1,4%),
assente, nullo e schiacciato sull’incumbent nella campagna elettorale, finalmente presente (5,2%),
ma ancora perché diviso, nella fase postelettorale.
L’argomento costituisce un elemento molto importante nell’analisi della copertura dei media,
soprattutto perché è l’unico dato, tra quelli rilevati, ad essere presente in tutti gli articoli analizzati.
Lo studio ha evidenziato la presenza di 22 temi diversi, naturalmente non tutti con la stessa
rilevanza (Tab.13). Prima di analizzare i temi principali è necessario chiarire la presenza di due
argomenti denominati: “attività di campagna” e “campagna permanente”. Nel primo argomento
confluiscono tutti gli articoli sulla campagna elettorale relativi ad eventi elettorali, manifestazioni,
comizi elettorali, ecc101
. Nel secondo, tutte le attività “elettorali” successive al ballottaggio che
hanno visto da una parte il centrodestra impegnato in un tentativo di delegittimazione immediato - a
causa della distribuzione dei seggi che rischiava di non assegnare a Speranza una maggioranza in
consiglio -, e dall’altra il centrosinistra obbligato a comunicare “aggressivamente” il rispetto degli
impegni presi in campagna nel tentativo di arginare l’inizio di una crisi postelettorale (come ad
esempio la nomina in giunta di Tano Grasso102
, simbolo della lotta alla mafia). Anche le
amministrative rappresentano al meglio il concetto di campagna permanente, coniato da
Blumenthal, in cui si è portati ad iniziare una campagna già “un minuto dopo la proclamazione dei
vincitori” [Diamante, 2008]. Quasi a non riconoscerne una legittimazione, o quanto meno un diritto
dell’elettorato ad un time out da urla e tensioni elettorali. L’ossessione di “spallate” spinge gli
sconfitti - e di conseguenza anche i vincitori - a “promuovere strategie di comunicazione politica
aggressive, dove le differenze fra periodi precedenti e successivi alle elezioni scompaiono”
[ibidem]. Sintetizza perfettamente Diamanti:
“In tempi di campagna elettorale, quando le elezioni incombono sempre, il governo fatica a governare
[…] Le differenze interne alla coalizione tendono divenire più ampie, anche quando sono già profonde.
Quando le elezioni sono sempre "prossime", ciascun partito pensa a se stesso. A salvaguardare la propria
immagine. A coltivare il proprio elettorato. [ …] Nell'opposizione il dialogo con la maggioranza diventa
implausibile e rischioso. Se le elezioni sono possibili, anzi: probabili, allora meglio "continuare la lotta".
[…] I fuochi polemici si accendono ovunque, senza soluzione di continuità […] I cittadini, ridotti a
spettatori, assistono a questo scenario deprimente, che li deprime ancor di più. Difficile che il loro umore
migliori, se non per brevi attimi. Brevi momenti. Cui segue, puntuale e più pesante, la depressione. […]
Ma se i cittadini divengono elettori in perenne attesa di elezioni imminenti; se gli elettori si riducono a
opinione pubblica, bersaglio di campagne mediatiche e di marketing, aggressive e permanenti. Allora il
voto rischia di perdere valore. Il rito stanco di una democrazia stanca. E un poco faticosa” [ibidem].
Ritornando all’analisi dei temi individuati in tabella, tra gli argomenti emerge nettamente rispetto
agli altri, la “sicurezza” (21,8%). Il tema in questione è strettamente – in questo caso di studio
101 La presenza di un’alta copertura della campagna elettorale in questi termine conferma diversi studi, precedentemente citati, in cui
emerge “come la grande informazione stampata italiana tenda a considerare la campagna elettorale come argomento notiziabile in sé,
indipendentemente dalle issues che emergono nel corso del suo svolgimento” [Mazzoni, Ciaglia 2008]. 102 Presidente onorario dell'associazione antiracket, nominato assessore alla cultura.
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diretta conseguenza - collegato al problema criminalità organizzata. Nell’argomento sicurezza sono
presenti tutte le notizie come attentati, intimidazioni, minacce, ecc.
Tabella 13 – I primi 12 argomenti per importanza (01/12/2009-16/05/2010)
Argomento Periodo I periodo II periodo III periodo
I+II+III (%) % (I) %tot % (II) %tot % (III) %tot
Sicurezza 21,8 18,6 8,3 23,5 8,0 25,3 5,5
attività di campagna 14,1 8,4 3,8 30,4 10,3 - -
cultura e spettacolo 11,8 13,9 5,7 10,1 3,8 10,1 2,3
abusivismo e degrado 6,3 9,2 4,1 5,3 1,8 2,1 0,4
campagna permanente 5,8 - - - - 27 5,8
politiche sociali 5,4 7,8 3,4 3,7 1,3 3,4 0,7
Primarie 5,0 10,4 4,7 1,0 0,3 - -
Sanità 5,0 3,7 1,7 4,8 1,6 8 1,7
Sviluppo 4,7 6,5 2,9 2,9 1,0 3,8 0,8
politiche amb., agr., alim. e forest. 3,9 4,5 2,1 3,5 1,1 3,4 0,7
Candidature 3,6 4,3 1,9 4 1,4 1,6 0,3
comune (attività) 3,0 3,9 1,7 2,4 0,9 2,0 0,4
Totale relativo 90,4 91,2 40,3 91,6 31,5 86,7 18,6
Totale assoluto 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Ma per quanto possa essere considerato un tema di destra, la sicurezza, non rappresenta nel caso di
Lamezia Terme un punto debole per la sinistra (tendenza in atto già in altri comuni). La coalizione
dell’incumbent risulta, invece, più esposta e divisa rispetto alle conseguenze di argomenti come le
“primarie”. Altri argomenti aumentano o diminuiscono di frequenza, in base ai periodi selezionati.
Da una parte la “sanità” (3,7%, 4,8%, 8%), continuamente chiamata in causa per problemi alle
strutture ospedaliere, dall’altra “abusivismo e degrado” (9,2%, 5,3%, 2,1%), che risulta uno dei temi
più trattati nel primo periodo, soprattutto per le demolizioni simbolo - e le resistenze - del mese di
dicembre.
Da un confronto con i dati del sondaggio GM&P103
emergono delle sostanziali differenze nelle
opinioni del campione rispetto ai temi trattati dalla stampa (Tab.14).
Tabella 14 – Principali “problemi” rilevati nel sondaggio
Problemi rilevati 06-09/12/2009 22-24/02/2010
Occupazione e lavoro 48,4 48,8
Traffico e viabilità 10,5 9,4
Abusivismo edilizio 4,7 1,0
Sanità 4,5 8,9
Sicurezza 4,1 4,0
Lotta alla criminalità 3,4 3,9
Opere pubbliche 2,5 1,7
Ospedale 2,4 0,5
Rom 2,0 1,0
Totale parziale 82,5 79,2
Totale complessivo 100,0 100,0
Innanzitutto il “problema” del lavoro che sovrasta tutti gli altri, al di là di ogni possibile copertura
della stampa o segnale di ottimismo. Il dramma “occupazione” resta la principale preoccupazione
dei cittadini di Lamezia, soprattutto in relazione al futuro dei propri figli. Un ulteriore “problema”,
completamente assente dagli argomenti rilevati sulla stampa, è la questione “traffico/viabilità”.
Seguono i temi già affrontati nell’analisi del quotidiano: “abusivismo”, “sanità”, “sicurezza”, ecc.
Dal confronto dei dati (stampa/sondaggio) emergono tre tipologie di argomenti. Nella prima
103 Il sondaggio ha individuato i 35 problemi “urgenti e più importanti che l’amministrazione comunale dovrebbe affrontare”.
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coesistono problematiche endogene (“occupazione e lavoro”, “traffico e viabilità”) ed esogene
(“abusivismo”, “ospedale”). Le prime autonome dalle tematiche dei media, radicate nei problemi
del tessuto sociale e stabili nella loro riproposizione temporale. Le seconde - limitate al periodo
elettorale - legate ad un’incubazione politico-amministrativa ed evidenziate da un’emergenza
mediatica. Poi ci sono alcuni temi (“sanità”) che sussistono nella loro duplice forma di problema
sociale e di rilevanza mediatica, mantenendo una stabilità di percezione e un interesse di
“notiziabilità” nella copertura. Infine le tematiche definite di “assuefazione”, come la “sicurezza” e
la “lotta alla criminalità”, che risultano poco percepite come problemi nel sondaggio, ma che
rivestono un ruolo di primo piano nella “cronaca” cittadina.
Prima di procedere all’analisi dei frames è necessario chiarire o provare a fornire brevemente una
spiegazione ai dati finora analizzati. C’è un giudizio sostanzialmente positivo sull’amministrazione
(prendendo, questa volta, in considerazione anche i sondaggi sull’intenzione di voto). Ci sono dei
soggetti principali “catalizzatori” e ci sono degli argomenti in cui l’opinione dei cittadini e
“l’offerta” mediatica risultano diverse. Inoltre, pur non avendo i dati per un riscontro, la percezione
dei problemi rilevati nei sondaggi riguarda fenomeni anche esterni - regionali e nazionali - alle
vicende territoriali, in cui la “giurisdizione” dell’amministrazione cittadina riduce notevolmente le
possibilità di un’effettiva, reale e totale soluzione, anche nella percezione del cittadino (vedi
“Occupazione e lavoro”). Oltre a ciò, la convinzione è che la partita si giochi principalmente nel
rapporto tra candidati/coalizioni e tematiche/soluzioni, nella misura in cui i primi riescano a
rispondere – efficacemente - in un tempo breve alle seconde. La responsabilità dell’incumbent104
in
questo caso si equilibra tra il bisogno fisiologico del periodo elettorale di “prendere in conto” e il
dovere, in vista della seconda elezione, di “rendere conto” ai cittadini (e non solo a loro).
Detto ciò, è possibile procedere all’analisi dei frames in cui si concentra - e autorigenera -
maggiormente il dibattito politico (e in cui è sintetizzato meglio il rapporto tra le due coalizioni).
Nel lavoro sono presenti venti frames, ma nella Tabella 15 riportiamo, in ordine di importanza, i
primi undici, mantenendo comunque una visione complessiva su tutti gli elementi rilevati105
.
Tabella 15 – Frames rilevati, periodo 01-12-2009/16-05/2010
Frames Tot P. I periodo II periodo III periodo
I+II+III % (I) %tot % (II) %tot % (III) %tot
1. Lamezia non è sicura e la giustizia non funziona 16,1 13,1 5,8 18 6,1 19,7 4,2
2. le istituzioni combattono l'illegalità 8,6 7,4 3,3 7,9 2,7 12,5 2,6
3. cresce (Lamezia cresce economicamente, sviluppo) 8,3 7,4 3,3 7,3 2,5 11,6 2,5
4. vivace (Lamezia è una città vivace) 8,2 11,4 5,2 6,5 2,2 4,0 0,8
5. positivo segnale di governo (buona amministr.) 7,6 8,0 3,7 8,2 2,7 5,8 1,2
6. Speranza unisce il centrosinistra e può vincere 6,4 3,8 1,7 5,6 1,9 13,4 2,8
7. solidarietà - Lamezia è solidale e le istituzioni… 5,9 6,8 3,0 6,2 2,1 3,6 0,8
8. il centrodestra è unito intorno alla D'Ippolito, la… 5,0 4,2 1,9 8,7 2,9 0,9 0,2
9. decresce Lamezia (spreco risorse, il territorio è … 4,9 5,1 2,4 4,2 1,4 5,4 1,1
10. negativo segnale di governo (cattiva amministr.) 4,8 7,6 3,4 3,4 1,1 1,3 0,3
11. il centrosinistra è diviso 4,5 7,6 3,4 0,8 0,3 3,6 0,8
Totale parziale 80,3 82,4 37,1 76,8 25,9 76,5 17,3
Totale complessivo 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Il frame più frequente (16,1%) è legato soprattutto all’argomento sicurezza e riguarda la “paura” di
vivere in una città senza regole con un sistema giustizia privo di effetti. In generale, la sicurezza è
uno dei temi più affrontati dai media e ha un forte impatto sul clima d’opinione, soprattutto nel
104 Per alcuni studiosi cognitivi (Lau e Redlawsk) tutti i responsabili sono spinti da due motivazioni principali, il desiderio di
prendere una buona decisione, e il desiderio di prendere una decisione facile. 105 “i partiti danno vita ad una campagna dura”, “problema assistenza (Lamezia non riesce a soddisfare l’assistenza minima)”, “il
centrodestra è diviso e governerà male”, “neutro segnale di governo (nessun giudizio di valore sull’amministrazione)”, “la politica è
collusa, alta resistenza alla legalità”, “il centrosinistra non rispetta le regole”, “la conflittualità tra gli enti locali decentra Lamezia”,
“il terzo polo è la nuova strada”, “il centrodestra non rispetta le regole”.
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momento in cui si alternano, “con sempre maggior frequenza, fasi di vero e proprio allarme sociale
e di risentimento nei confronti di alcune categorie sociali […] a deboli tentativi di ricomposizione e
rassicurazione” [Beluati 2008, 13]. Ma è lo stesso quando la sicurezza è qualcosa da collegare alla
criminalità organizzata? O quando ciò avviene in un territorio a forte densità mafiosa?
Un frame - pensando soprattutto a come nasce e si diffonde - si basa su strutture legate
all’esperienza di un’organizzazione sociale che definisce ruoli sociali106
. Ma non solo. Lo studio
sulle emozioni e sui neuroni specchio ha portato ad associare particolari sentimenti a determinati
eventi, tanto da renderne riproducibile e riconoscibile la sensazione nel tempo. Dunque i frames
nell’evoluzione storica raggiungono un elemento di scambio tra la biologia e l’esperienza culturale,
guardando sempre al fattore “emozione”. Da qui l’efficacia di un framing mediatico che, legando
una “risonanza culturale” ad una “magnitudine” (la riproposizione nel tempo), suscita emozioni e
sentimenti simili in un pubblico più ampio [Castells 2009]. In genere, in assenza di un controframe
il pubblico si aggancia al frame imposto. La scelta interviene nel momento in cui la cognizione
politica dell’elettore incrocia un controframe. Il rapporto è generalmente mediato da un elemento
emozionale - anche se nel processo decisionale l’elaborazione cognitiva può avvenire con o senza il
fattore emozionale - che Castells chiama ansia. La presenza o assenza del fattore emozionale genera
una duplice risposta all’elaborazione cognitiva. Da una parte la ricerca di un modello “copia”
facilmente riproducibile e legato ad esperienze cognitive passate. Dall’altra la risposta razionale che
tenta, attraverso una valutazione cognitiva, una nuova elaborazione. Per quanto riguarda le
emozioni (entusiasmo, paura, depressione, calma) rilevabili nel processo politico-elettorale,
Castells, individua due sistemi: 1) sistema di disposizione legato all’entusiasmo e ai comportamenti
immediati per il raggiungimento di scopi; 2) sistema di sorveglianza legato all’ansia o paura che fa
leva sul ragionamento per affrontare il rischio della minaccia percepita. I cittadini entusiasti
seguono la linea del partito, dei candidati e opinion leader, influenzati dal livello di attaccamento e
fedeltà (circostanze familiari). Mentre i cittadini “sorveglianti” esaminano più minutamente le loro
opzioni, attraverso un’elaborazione critica ai partiti, candidati e opinion leader basata su calcoli
razionali e da un incremento dell’ansia (circostanze non familiari) [ibidem].
A questo punto ritorniamo alle domande. La sicurezza (da mafia) è o no un problema che
un’amministrazione può risolvere? La ndrangheta crea o no “paura” sociale, genera o no “ansia”
politica nel comportamento elettorale? Da una rilettura del sondaggio – dunque in base alle risposte
dei cittadini di Lamezia Terme - emerge che il problema ndrangheta non può essere risolto da
un’amministrazione comunale, ma le scelte, le resistenze e i controframes messi in atto hanno
sicuramente una funzione nel riflesso elettorale. La città è tuttora, sempre e comunque, una delle
realtà protagoniste nel rapporto tra mafia e territorio (ricordiamo i due scioglimenti per mafia).
Anche la ricerca, che aveva e che ha ancora diversi obiettivi, si è trovata di fronte ad un numero
“sproporzionato” di frames e argomenti ricollegabili ad eventi di stampo mafioso. Dalla quasi
normale intimidazione - testa di maiale107
, incendio auto, colpi di pistola - ad omicidi e continui
attacchi al cuore di questo “angolo” di Stato. I sondaggi ci parlano di altri problemi per i lametini,
come il lavoro o il traffico108
e pongono la sicurezza, questo tipo di sicurezza - non la caccia allo
straniero-, in una posizione di “normalità” sociale. I cittadini diventano quasi impermeabili alla
mafia, così normale e così vicina. Ma su questo tema - e in questo paper - non è possibile
soffermarsi oltre. La riflessione sulla ndrangheta è in sé uno degli elementi più studiati, ma anche
uno dei più - continuamente e doverosamente - accennati nel momento in cui l’oggetto della ricerca
diventa la realtà “vicina” al fenomeno in questione. Renate Siebert sintetizza in modo chiaro una di
queste riflessioni.
106 Esempio classico la famiglia patriarcale che trova nei ruoli del padre/patriarca e della madre/massaia, il frame di “padre
autoritario” [Castells 2009]. 107 “Testa di maiale all’agenzia Vescio forse il racket del “caro estinto””, Gazzetta del Sud, 15 dicembre 2009. 108 Dire che il problema di Lamezia è il traffico strappa inevitabilmente un sorriso legato alla battuta cult su Palermo nel film di
Benigni.
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“Io penso che da fuori sia molto difficile capire cosa significhi la pressione della signoria territoriale.
“Signoria territoriale” è una definizione di Umberto Santino, che sta a indicare un controllo totalitario sul
territorio. Come ho detto, la mafia non è un’organizzazione criminale comune, che punta a singoli atti; ha
a che fare con il senso di appartenenza, che coinvolge la comunità, la vita quotidiana di ognuno. E opera
concretamente con l’angoscia che circola, col consenso estorto. E’ una sorta di énclave totalitaria
all’interno di una società che nelle sue strutture è invece democratica. Come convivano questi due
elementi è molto difficile saperlo nei dettagli, però sarebbe interessante poter fare uno studio sulle reti
d’interazione tra la società “normale”, con le sue istituzioni, la sfera pubblica, la scuola, ecc., e quell’altra
“cosa” che vi si annida dentro, strumentalizzandola. E dove tutto è sospeso perché vige la pena di morte”
[Siebert, 2006].
Dunque, tornando ai dati bruti, i frames sulla sicurezza (criminalità) trasmessi dalla stampa non
sono un elemento di pura cronaca. Costituiscono il frame principale su cui buona parte della
campagna elettorale si concentra e su cui buona parte dei candidati crea controframes. Non a caso -
seppur distanziato - nel secondo frame individuato, “le istituzioni combattono l’illegalità”,
confluiscono non solo gli arresti e la lotta sul campo, ma anche i provvedimenti contro i candidati
“sospetti” o la lotta ad un mondo di illegalità (humus perfetto per la mafia). Il controframe è la
risposta da parte delle istituzioni, dei politici al frame principale. È un controframe che ha la voglia
“trasversale” di dominare e sconfiggere il fenomeno e nel quale confluiscono proteste, fiaccolate,
solidarietà, ma anche provvedimenti legislativi (ddl Lazzati), giudiziari e arresti.
Quasi tutti gli altri frames occupano una diversa posizione in base al livello di contrapposizione tra
le diverse coalizioni. Ci sono dei frames positivi per l’incumbent (“positivo segnale di governo”,
“Speranza unisce il centrosinistra e può vincere”) e frames negativi (“negativo segnale di governo”,
“il centrosinistra è diviso”). Un solo e corposo frame positivo per il principale competitore (“il
centrodestra è unito intorno alla D’Ippolito, la sostiene e propone soluzioni”). E frames che
riguardano la Lamezia economica (“Lamezia cresce economicamente, sviluppo”, “decresce
Lamezia”), la Lamezia culturale e circenses (“Lamezia è una città vivace”) e la Lamezia umana,
vicina alla gente (“Lamezia è solidale”). In tutte queste “cornici” di Lamezia si inseriscono gli attori
della campagna elettorale, con più o meno successo.
Molto importante è l’evoluzione dei singoli frames nel corso dei tre periodi elettorali. In base alla
“magnitudine”, ovvero alla riproposizione dei singoli frames, è possibile individuare tre trend
principali. Il primo riguarda i frames che aumentano sensibilmente in vista delle elezioni e che
mantengono o incrementano ulteriormente la loro frequenza anche dopo il voto. Sono il frame della
sicurezza (1), il contro frame della lotta all’illegalità (2), il frame sulla capacità dell’incumbent di
unire la propria coalizione (6) e in parte anche il frame sullo sviluppo e la crescita della città (3). Il
secondo gruppo riguarda dei frames che rivestono un’importanza nel primo periodo analizzato, ma
che riducono la loro frequenza in vista del periodo elettorale, non riuscendo successivamente a
riproporsi. Sono i frames legati alla vita culturale e “ricreativa” di Lamezia (4), al rapporto con la
solidarietà sociale (7) e anche, molto importante, al giudizio negativo dell’amministrazione (10).
L’ultimo gruppo riguarda una serie di frames che subiscono significativamente, in positivo o in
negativo, il periodo pre-elettorale e che recuperano, subito dopo il voto, il loro normale trend. Sono
frames che amplificano la loro frequenza durante la competizione elettorale, come il giudizio
positivo sull’amministrazione (5) o l’unità del centrodestra intorno al proprio candidato (8). E
frames, generalmente negativi, che subiscono un calo della frequenza nel periodo pre-elettorale. Si
tratta di frames “disinnescati” come la divisione del centrosinistra (11), o di frames “congelati”
come la crisi economica della città (9).
A questo punto l’ultimo elemento di analisi riguarda un confronto tra diversi frames chiave rispetto
alla dimensione temporale (Fig.15 e Fig.16).
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Figura 15 – Frames favorevoli al centrosinistra e al centrodestra, intero periodo (intervallo settimanale).
0
4
8
12
16
20
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
prim
arie
11
12 13 14 15 16
I turn
o 17 18
II tu
rno 1
9 20 21 22 23 24
csx cdx
Figura 16 – Frames “sicurezza” e “decrescita economica”, e controframes “lotta all’illegalità” e “cresce Lamezia”
0
4
8
12
16
20
24
28
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
prim
arie 1
1 12 13 14 15 16
I tur
no 1
7 18
II tu
rno
19 20 21 22 23 24
cresce+combatt decresce+sicurezza
La prima comparazione (Fig.15) presuppone l’aggregazione dei frames (giudizio di valore) in
rapporto alle due coalizioni. Questo livello di aggregazione comporta la scelta di otto frames
suddivisi in base ad un doppio grado di valore: “positivo centrosinistra/negativo centrodestra” e
“negativo centrosinistra/positivo centrodestra”. Da questa aggregazione ricaviamo frames
favorevoli al centrosinistra (17,4%) come: “positivo segnale di governo (buona amministrazione)”
(7,6%), “Speranza unisce il centrosinistra e può vincere” (6,4%), “il centrodestra è diviso e
governerà male” (2,9%), “il centrodestra non rispetta le regole” (0,5%). E frames favorevoli al
centrodestra (16,1%): “Il centrodestra è unito intorno alla D’Ippolito, la sostiene e propone
soluzioni” (5%), “negativo segnale di governo” (4,8%), “Il centrosinistra è diviso” (4,5%), “il
centrosinistra non rispetta le regole” (1,8%). La figura 14 rappresenta l’andamento dei frames
nell’intero periodo di analisi (il riferimento temporale è l’intervallo settimanale). Nelle prime
settimane i frames favorevoli al centrosinistra sono schiacciati dai frames favorevoli al centrodestra.
Il trend cambia a favore del centrosinistra, rispettando le aspettative delle precedenti analisi, subito
dopo le primarie (11° settimana), quando la coalizione ritrova un leader e l’unità. C’è un controllo
della campagna da parte del centrosinistra che porta il centrodestra all’inseguimento, con un picco
della coalizione dell’incumbent proprio a ridosso del voto. Il passaggio dal primo al secondo turno
(18°) registra un momento di crisi nella coalizione di centrosinistra che coincide con l’elemento
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“maggioranza”. Come già detto, il rischio, in attesa del ballottaggio, diventa l’opzione sindaco
senza maggioranza. Ciò crea un effetto “crisi”comunicativa all’interno della coalizione, in cui le
timide difese coincidono con l’attacco serrato del centrodestra. Il tema diventa importante per la
politica, forse meno per i cittadini abituati già alla precedente esperienza dell’incumbent senza
maggioranza. Infatti, cambia poco. Vince il centrosinistra e “domina” il periodo post-elettorale fino
all’inizio della nuova doppia crisi. Quella interna, con le divisioni nel più grande partito della
coalizione, fatte di dimissioni e dichiarazioni pubbliche. Quella esterna, legata al ricorso del
centrodestra contro il risultato elettorale.
La seconda comparazione (Fig.16) riguarda il confronto tra i frames “sicurezza” e “decrescita
Lamezia” rispetto ai controframes “lotta all’illegalità” e “cresce Lamezia”. Anche qui il confronto
richiede di conoscere le analisi già affrontate finora. Il dato interessante riguarda l’aggancio dei
controframes nel periodo post elettorale. Infatti, da una parte subentra l’incapacità di reagire o
quantomeno di controllare i frames “sicurezza” e “decrescita” - anche se imprevisti e violenti - nel
periodo elettorale, dall’altra la risposta efficace nella gestione del problema a ridosso del voto e
subito dopo (dalla 16° settimana in poi).
Conclusioni
Il trend dei frames, fin qui analizzato, ci spinge ad avanzare alcune - ultime - riflessioni. Uno dei
dati più interessanti è il calo sostanziale nelle divisioni interne al centrosinistra subito dopo le
primarie. Il dato conferma e trasmette una delle funzioni “tecniche” più importanti delle primarie: la
capacità di “disinnescare” le problematiche della coalizione [Pasquino 2006]. Da qui alcune delle
analisi poste in merito da Pasquino: “I partiti accettano le primarie quando sono in crisi o le
primarie accentuano le crisi dei partiti?” [Pasquino 2005b]. Solo i partiti più “intelligenti”
individuano nelle primarie una capacità di “disinnesco” dei conflitti. Non solo, ma la potenzialità
acquisita ed elaborata spinge gli “illuminati” a comprendere di non poter più chiudere al bisogno di
sperimentazione - ed evoluzione - di questo strumento [ibidem]. Nel caso di studio in questione, non
si è grado di definire il livello di “intelligenza” dei partiti lametini, ma di certo attraverso le primarie
si può tranquillamente dire che, nonostante un livello basso di competitività, il centrosinistra ha
superato - funzionalmente alle elezioni - un lungo periodo “buio” di scontri e divisioni interne109
.
Primarie a Lamezia, dunque, sia come disinnesco, che come sintesi di un’unità politica e strategica
intorno alla figura del sindaco uscente.
Certo, considerare le primarie come una buona soluzione ai conflitti è già qualcosa, ma sicuramente
il meccanismo primarie non esaurisce la propria funzionalità soltanto nella tecnica. Come già
ribadito, sono uno strumento delicato che, se utilizzato senza criteri, può essere distruttivo più che
costruttivo. Ma sono soprattutto una pratica ad alto tasso di politicità [ibidem]. In sé le primarie
legittimano, selezionano e creano partecipazione, e di conseguenza amplificano elementi quali
visibilità e mobilitazione. In più permettono, cosa di non poco conto, la raccolta di fondi e risorse
per la campagna, diventando anche, e per fortuna, uno strumento per informare, ascoltare e
comunicare. Perciò, come possiamo lasciare alla sola tecnica uno strumento che aumenta la
percezione di un sistema - elettorato, media, imprese, istituzioni, ecc - e consente di applicare anche
nel breve periodo una forma di “prendere-tenere-rendere conto”? Nel nostro caso
indipendentemente dalle primarie, aumenta un controframe di “lotta alla mafia” in risposta al
bisogno della politica e delle istituzioni di affrontare la richiesta amplificata (mediatica) di sicurezza
nel breve periodo. Ma aumenta anche, questa volta collegato alle primarie, il “rendere conto”
109 Il dato tecnico, e ci tengo a ribadirlo, è funzionale, in questo caso, soltanto al periodo pre-elettorale. Lo strumento primarie da
“maneggiare con cura” [Diamanti 2005] è in grado di affrontare crisi e divisioni, ma non può essere considerato la medicina una
tantum. Le primarie devono essere coltivate e rispettate, ma soprattutto devono essere accettate come uno strumento politico. Se ciò
non avviene le primarie esauriscono la loro funzione nel giorno del voto, come a Lamezia, riportando nel “buio” delle divisioni
interne le coalizioni e i partiti.
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dell’incumbent, che diventa l’elemento su cui basare una campagna elettorale e su cui chiedere
giustamente una “promozione” o “punizione”. L’incumbent sfrutta la propria posizione ed impone
due grandi frames a suo favore: l’unione alle divisioni (6) e, soprattutto, l’incumbency (5) come
risposta (positiva) al “chiedere-conto” del centrodestra (in risposta al frame “negativo segnale di
governo” usato molto durante le primarie110
). Naturalmente l’ascolto non è solo qualcosa di
strategico da usare bene in campagna, ma è un effetto domino di miglioramento generale della
politica. Migliora una coalizione, migliorano due coalizioni e di conseguenza migliora l’intero
sistema111
. Infine, se la democrazia trasforma il rapporto con il proprio elettorato spingendolo a
compiere scelte euristiche di voto112
, forse - ma meglio dire sicuramente - il tempo e lo sforzo di
compiere il “viaggio” alle urne per votare, come sostengono Lau, Andersen e Redlawsk, non può
essere il solo elemento di valutazione nel giudicare una buona democrazia. Il voto, strumento che
impegna gli eletti a realizzare le aspettative dei cittadini, da solo non basta. Importante è cosa si
mette nella consapevolezza del voto, fuori da logiche di scambio e da tecniche di voto a random.
Cittadini più informati, cittadini più partecipi creano amministratori più responsabili e sicuramente
migliori. È solo un piccolo lato della democrazia, ma un lato molto significativo.
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110 Il centrodestra usa sostanzialmente tre grandi frames. Due negativi contro l’amministrazione (“il centrosinistra è diviso” e
“negativo segnale di governo”) e uno positivo a suo favore (“il centrodestra è unito…”). Ma sceglie nel periodo delle primarie di
inseguire (colpire) l’incumbent nel suo campo, attaccando (strategicamente) le debolezze del candidato, ma permettendo
all’incumbent di ascoltare ed elaborare meglio la comunicazione della campagna elettorale per le amministrative. Basti guardare il
crollo del dato “negativo sul governo” e la quasi scomparsa della “divisione”. 111 Ad esempio nella valutazione del mese post-elettorale, nonostante il periodo breve di analisi, emergono degli elementi di
responsabilità positivi. Il contro frame “lotta all’illegalità” e il frame positivo “sviluppo” aumentano la centralità rispetto al periodo
considerato. Si tratta del periodo in cui il sindaco rieletto agisce direttamente contro la “mafia”, nominando come assessore il
presidente dell’associazione antiracket Tano Grasso . Ma anche il periodo in cui si realizzano elementi di crescita e sviluppo culturale
nel territorio lametino. 112 Come succede in altri campi della vita sociale l’uso di “scorciatoie” cognitive facilita i percorsi decisionali , ma queste non le
rende affatto infallibili, in ogni dominio [Lau e Redlawsk 2001].
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