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le Passeggiate fiorentine Si diceva a Firenze... alla riscoperta degli antichi luoghi dove sono nati i modi di dire la Biblioteca del Palagio di Parte Guelfa si propone come luogo di ritrovo per passeggiate su e giù per la città alla riscoperta dei luoghi dove sono nati modi di dire, motti e personaggi famosi. 1

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le Passeggiate fiorentineSi diceva a Firenze...

alla riscoperta degli antichi luoghi dove sono nati i modi di dire

la Biblioteca del Palagio di Parte Guelfasi propone come luogo di ritrovo per passeggiate su e giù per la città alla riscoperta dei luoghi dove sono nati modi di dire, motti e personaggi famosi.

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tel. 055 2616030 – e mail [email protected]

Si diceva a Firenze...alla riscoperta degli antichi luoghi dove sono nati i modi di

direVisita guidata del 21 febbraio 2013 alla Galleria Palatina

La Galleria Palatina è un museo ospitato in Palazzo Pitti a Firenze. Si tratta della "quadreria" dei Granduchi di Firenze: l'allestimento infatti rispetta il gusto dei secoli passati, con i dipinti collocati su più file selezionati per criteri decorativi, e non per periodo e scuole. Cronologicamente, a parte qualche eccezione, i dipinti coprono soprattutto i secoli XVI e XVII, facendone uno dei musei più importanti in Italia nel suo genere.

È situata in alcuni fra i più bei saloni del Palazzo (dal quale deriva appunto il nome Palatina cioè del Palazzo), nel piano nobile. La superba collezione di dipinti è centrata

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sul periodo del tardo Rinascimento e il barocco, l'epoca d'oro del palazzo stesso, ed è il più importante esempio in Italia di quadreria, dove, a differenza di un allestimento museale moderno, i quadri non sono esposti con criteri sistematici, ma puramente decorativi, coprendo tutta la superficie della parete in schemi simmetrici, molto fedele all'allestimento originario voluto dal Granduca Pietro Leopoldo tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento. In particolare in quel periodo si provvide a sistemare nel palazzo una parte delle opere dell'immenso patrimonio mediceo che non potevano essere tutte esposte agli Uffizi per ragioni di spazio fisico, lasciandovi, in linea di massima e con le dovute eccezioni, le opere del primo periodo del Rinascimento, fino ai primi del Cinquecento. Per questo la stragrande maggioranza delle opere è realizzata su tela, poiché la tecnica della pittura su tavola venne gradualmente abbandonata dalla seconda metà del Quattrocento, in quanto più laboriosa nella preparazione e che produceva opere ovviamente più pesanti e più difficilmente trasportabili e appendibili alle pareti, secondo le nuove mode. La sistemazione a quadreria esalta le bellissime cornici intagliate e dorate, mentre oltre che dai dipinti, le sale sono arricchite anche da sculture e pezzi di mobilio pregiato, come i tavoli e i cabinet magnificamente intarsiati di pietre dure secondo l'arte del commesso fiorentino, praticata fin dal Seicento dall'Opificio delle Pietre Dure.Lo stesso biglietto oggi dà accesso anche al museo degli Appartamenti monumentali ed alla Galleria d'arte moderna. Il fondo base del museo è composto da circa 500 dipinti che testimoniano il personale gusto collezionistico di vari componenti della famiglia Medici e che passarono nel 1743 alla città di Firenze per volontà testamentaria dell'ultima erede della dinastia Anna Maria Luisa de' Medici, che riuscì in questo modo a impedirne la dispersione, come accaduto invece ad analoghe raccolte di Roma o di Urbino, disperse o confluite in altre collezioni di paesi stranieri per via di complicate questioni ereditarie e dinastiche. A Palazzo Pitti erano anche conservate le eccezionali raccolte di Vittoria della Rovere, sposa del Granduca Ferdinando II e ultima erede dei duchi di Urbino, delle quali facevano parte un gran numero di tele di Raffaello e Tiziano.Pietro Leopoldo, come si è detto, nel suo programma di razionalizzazione di ogni aspetto della città, divise grosso modo le opere di pittura e scultura (antica e moderna) tra gli Uffizi e Palazzo Pitti, mentre le gemme, le curiosità naturalistiche e scientifiche divennero il nucleo originario del Museo di Storia Naturale.La prima apertura al pubblico risale al 1833, con un nucleo spiccatamente eccezionale di opere Raffaello, Andrea del Sarto e Tiziano, nonché tutti i maestri della scuola fiorentina tra Cinque e Seicento, notevoli esempi della scuola veneta coeva ed alcune famose opere di Caravaggio, Rubens e Van Dyck.Spesso i quadri a soggetto sacro, nati per abbellire gli altari di varie chiese, vennero acquistati sia dai Medici che dai Lorena in cambio di copie o di opere moderne fatte fare per l'occasione; tuttavia il cambio di collocazione, dalla chiesa al palazzo,

comportava spesso una manomissione dei dipinti, con tagli ed aggiunte necessari a uniformare le dimensioni per creare composizioni di fantasiose geometrie sulle pareti. Spesso quadri di epoche ed autori diversi venivano accostate in pendant per il loro tema, o per la composizione delle scene, o più

semplicemente per la similarità estetica

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BIBLIOGRAFIA

Marco Chiarini, Galleria palatina e Appartamenti Reali, Sillabe, Livorno 1998. Guida d'Italia, Firenze e provincia "Guida Rossa", Touring Club Italiano, Milano

2007 Immagini e alcune informazioni sono tratte da Wikipedia l'enciclopedia libera.

Biblioteca del Palagio di Parte Guelfa a cura di Paolo Nardi e Fabio Pini

Tel. 055 2616030 – e mail [email protected]

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