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14 tecnica duttile e molto diffusa , il punto croce resiste al tempo ed alle mode , forte di una sto - ria millenaria e della sua semplice esecuzione . doretta davanzo poli ci racconta in termini sto - rico culturali , i segreti di questo piccolo ma - gico punto Croce e delizia La veste, mediorientale, ottocentesca, di tela blu è ricamata con sete policrome a punto croce e mezzo punto (su scollo e polsi il ricamo è invece su taffetà a punto raso e catenella). Servizio Doretta Davanzo Poli Foto Miky Dessein & VIAGGI RICAMI Un sentito ringraziamento alla prof.ssa Doretta Davanzo Poli, docente di Storia del Costume presso l’Università Cà Foscari di Venezia Il punto in croce è un punto molto semplice, quasi ele- mentare, a fili contati: ci può riuscire anche un bambino, spe- cie se guidato nella scelta dei colori e con un disegno ben delineato e puntolinato. Ri- chiede tuttavia una forma men- tale ordinata e una certa predisposizione per la geome- tria. Si tratta di un punto tra i più antichi, popolare e folclo- rico, diffusissimo, passato indif- ferentemente, nel corso dei secoli, dalle classi agiate a quelle proletarie. Secondo la mia per- sonale esperienza di ricerca, studi e ritrovamenti, non si con- servano reperti antecedenti al secolo XVI, in cui diventa un metodo diffuso di iniziazione al ricamo. In alcuni “sacri testi” sul ricamo viene addirittura ipotiz- zata una sua origine presso gli Egiziani Copti (dunque nei primi secoli dopo Cristo), ma non ne risultano attestazioni e forse è stata male interpretata quella antica forma di tessitura ad arazzo. Anche perché tra fine del secolo XIX ed inizio del XX sono stati riproposti antichi disegni copti da realizzare con i punti in croce, scritto e “petit point”, contribuendo così a suf- fragare tale leggenda. Due pos- sono essere i procedimenti per realizzarlo: Nel primo: si inizia con un punto obliquo, in diago- nale da sinistra a destra dal basso all’alto e poi, sul rovescio si torna indietro (per lo stesso numero di fili di ordito della tela di supporto) con un punto di- ritto da destra a sinistra; si con- clude di nuovo in diagonale sul diritto da sinistra a destra dal- l’alto in basso; e così via (que- sto metodo, che si ritrova nei ricami inglesi del secolo XIV, ve- niva insegnato ai miei tempi, negli anni ’60, durante le lezioni di “Economia domestica”)Nel secondo invece: si esegue una serie di punti, in diagonale da si- nistra a destra e dall’alto verso il basso (questo è quello che si

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tecnica duttile e molto diffusa, il punto croce

resiste al tempo ed alle mode, forte di una sto-

ria millenaria e della sua semplice esecuzione.

doretta davanzo poli ci racconta in termini sto-

rico culturali, i segreti di questo piccolo ma-

gico punto

Croce e delizia

La veste, mediorientale, ottocentesca, di telablu è ricamata consete policrome a punto croce e mezzopunto (su scollo epolsi il ricamo è invecesu taffetà a punto raso e catenella).

Servizio Doretta Davanzo PoliFoto Miky Dessein

&VIAGGI RICAMI

Un sentito ringraziamento alla prof.ssa Doretta Davanzo Poli,docente di Storia del Costumepresso l’Università Cà Foscari

di Venezia

Il punto in croce è un puntomolto semplice, quasi ele-mentare, a fili contati: ci puòriuscire anche un bambino, spe-cie se guidato nella scelta deicolori e con un disegno bendelineato e puntolinato. Ri-chiede tuttavia una forma men-tale ordinata e una certapredisposizione per la geome-tria. Si tratta di un punto tra ipiù antichi, popolare e folclo-rico, diffusissimo, passato indif-ferentemente, nel corso deisecoli, dalle classi agiate a quelleproletarie. Secondo la mia per-sonale esperienza di ricerca,studi e ritrovamenti, non si con-servano reperti antecedenti alsecolo XVI, in cui diventa unmetodo diffuso di iniziazione alricamo. In alcuni “sacri testi” sulricamo viene addirittura ipotiz-zata una sua origine presso gliEgiziani Copti (dunque nei primisecoli dopo Cristo), ma non nerisultano attestazioni e forse èstata male interpretata quellaantica forma di tessitura adarazzo. Anche perché tra finedel secolo XIX ed inizio delXX sono stati riproposti antichidisegni copti da realizzare con ipunti in croce, scritto e “petitpoint”, contribuendo così a suf-fragare tale leggenda. Due pos-sono essere i procedimenti perrealizzarlo: Nel primo: si iniziacon un punto obliquo, in diago-nale da sinistra a destra dalbasso all’alto e poi, sul rovesciosi torna indietro (per lo stesso

numero di fili di ordito della teladi supporto) con un punto di-ritto da destra a sinistra; si con-clude di nuovo in diagonale suldiritto da sinistra a destra dal-l’alto in basso; e così via (que-sto metodo, che si ritrova neiricami inglesi del secolo XIV, ve-niva insegnato ai miei tempi,negli anni ’60, durante le lezionidi “Economia domestica”)Nelsecondo invece: si esegue unaserie di punti, in diagonale da si-nistra a destra e dall’alto verso il basso (questo è quello che si

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Nella pagina precedente, imparaticcio moltoelementare dei principali punti di ricamo, realizzato del1959. In alto, disegnoper ricamo stampatoin tipografia tedesca,acquarellato a mano einserito in omaggioalle lettrici entro la rivista triestina “Fantasia” del 1868.Qui a sinistra, dettagliodi una borsa libica daspalle o da cavalcatura,di fine ‘800 in cotonebianco ricamato con sete policrome apunto croce sui latiminori, con apertura alcentro.

definisce “piccolo punto”); siritorna poi indietro realizzandotutti i punti sulla stessa riga, indiagonale da destra a sinistra edal basso verso l’alto. In ognicaso serve una tela di fondo adarmatura regolare, anche fitta efine per ricami d’abbigliamento,più rada e consistente per cu-scini e manufatti d’arredo.Un tempo si preferivano filatipolicromi di seta, ma anche dilana; dall’800 in poi si utilizzanoanche filati di cotone merceriz-zato (cioè trattato con sodacaustica, mediante un procedi-mento brevettato nel 1851 dalchimico John Mercer, che lorendeva simile alla seta).Nei modellari, i libri di disegniper ricami e merletti pubblicatiin Europa nel corso del secoloXVI (quelli per merletti in nu-mero maggiore a Venezia, equelli per ricami soprattutto inGermania), oltre a dare i fogliquadrettati (con “maglie” di di-verse dimensioni) da forare espolverare poi su tela secondole indicazioni raffigurate nellostesso volume, proponevano di-segni adatti a vari punti: sonomolto ben individuabili quelliconsigliati per il punto croce. Idecori di tipo fitomorfo o zoo-morfo, tralci di vite, di querciacon ghiande, tra cui talora si ri-conoscono animali araldici, as-

sumono una parvenza irrigidita,data dalla profilatura non mor-bida determinata dal punto. Sene veda un esempio tratto dallibretto di Matthio Pagan, L’ho-nesto essempio del vertuoso desi-derio che hanno le donne di nobilingegno, circa lo imparare i puntitagliati a fogliami, pubblicato inVenezia, “in Frezaria al segnodella Fede, MDL” [1550]. To-maso Garzoni, nella sua operaenciclopedia intitolata Piazzauniversale di tutte le professionidel mondo, edita per la primavolta a Venezia, nel 1585, par-lando dei “Riccamatori, Freggia-tori e lavoranti a gucchia”(cioèall’ago), tra i punti più comuniusati in Venezia e in Italia, quali“punti in stuora, i driedo punti,ipunti allaciati, i punti della carità,i punti scritti, i punti tagliati, ipunti in aere, i punti in formi-cola... i punti ricci, punti a fo-gliame” ecc. , cita il punto “ acrocette”.Come già anticipato,in Inghilterra si diffonde l’abitu-dine di far realizzare alle fan-ciulle, per iniziarle al ricamo,degli imparaticci, dei campionaridi ricami, detti samplers , (in cuivenivano fatti eseguire tutti ipunti più noti e belli, dai piùsemplici ai più complessi), chepoi restavano come una speciedi “abecedario” didattico. Dagliesemplari rimasti, si può affer-

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mare che il punto preferito, so-prattutto dal secolo XVII in poi,dalle fanciulle per realizzarepannelli dedicatori, è proprio ilpunto croce. Nei suddetti pan-nelli si riproducevano in generetutte le lettere dell’alfabeto(comparse nei modellari di Gio-vanni Ostaus,fin dal 1561), i nu-meri da 0 a 9, disponendo poi insequenze orizzontali animali,fiori, e una moltitudine di piccolielementi simbolici: una casetta(famiglia), un pozzo (dei desideriinespressi), il cuore (amore),vaso di fiori o un cestino difrutta (la volontà di prolificare),gli innamorati (figuretta femmi-nile e figuretta maschile, negliabiti di moda all’epoca dell’ese-cuzione), cagnolino (fedeltà),leone rampante o andante(spesso araldico), pavone (im-mortalità), colomba (verginità)ecc. Infine, molto spesso, ven-gono ricamati il nome dell’ese-cutrice e la data dell’esecuzione.Nel corso del secolo XIX sirealizzano specialmente pannellidecorativi per l’arredo, per cu-scini, paraventi o parafuoco, conscene bibliche, mitologiche oleggendarie, imitanti la lavora-zione ad arazzo. In tale secolo ilpunto croce viene molto usatopresso le classi borghesi per ri-camare velocemente con leproprie “cifre” le biancherie in-time e da casa: si usano filati co-lorati decisi, rosso o blu, cosìche nel lavaggio la tintura stin-gesse indelebilmente sulla tela,impedendo il furto o lo scambiodi capi (che poteva avvenire di-sfacendo le iniziali ricamate so-stituendole poi con altre

nuove).Il punto, che non si ri-trova nell’ estremo Oriente(Cina e Giappone), e che pre-senta caratteristiche legger-mente diverse nel MedioOriente, è invece documentatonelle vesti festive etniche o fol-cloriche otto e novecenteschedi molti Paesi balcanici, oltreche dell’Italia tutta. Si concentra sul petto, lungo lemaniche e sul bordo inferioredelle camicie in Ungheria, Ro-mania,repubblica Ceca, Moravia,territori dell’ex-Jugoslavia edella Russia. Ritroviamo talepunto anche in Libia , su borseda viaggio o bardature da ca-vallo non molto antiche; e per-fino in Sicilia e in Sardegna. Imotivi decorativi sono preferi-bilmente geometrici, con inse-rimenti di elementi floreali. Lasua particolarità sta proprionella resa un poco rigida del di-segno, che lo fa somigliarespesso ad un micromosaico.

Doretta Davanzo Poli

In alto da sinistra, disegno di ricami etnicia punto croce per camicia maschile,tratto da “Din Ornamentica romana. Album artisticde broderii si tesaturiromanesti”, Sibiu 1904;In alto, imparaticcio firmato “ CavovichMaria” e datato “Venezia, 9 febbraio1857”(Venezia non era ancora italiana).

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BibliografiaA.Caprai (a cura), Il mito di Aracne,Spello, Caprai,s.d.

M.Carmignani (a cura), Imparaticci= Samplers, Firenze, Centro D, 1986

Manuale del cucito e del ricamo, Milano, Cucirini &Cantoni,

E.Ricci, Ricami italiani antichi e moderni, rist. a curadi B.R.Bellomo, Bologna,Ed.Nuova SI, 2006

M.Schuette, S.Muller-Christensen, Il ricamo nella storia e nell’arte, Roma, Ed. Mediterranee, 1963

M.Valoppi Basso (a cura),Filo, ricamo, nodi e colore,Tolmezzo, Provincia diUdine, s.d.

Punto croce storico

A sinistra, Imparaticcio di tela dilino firmato “AngiolinaVimercati” (cognomelombardo) datato“1804” ricamato apunto croce con sete policrome: ci sono lettere, numeri e moltisimboli beneauguranti.Qui a destra, imparaticcio su tela dilana, anonimo con lascritta “AMOR” e ladata “1820”.