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V Convegno A.D.M. –Udine 1986 Il V Convegno Nazionale dell’Associazione Nazionale Disegno di macchine (A.D.M) .ebbe luogo ad Udine nei giorni dal 28 al 30 maggio 1986 . Avevamo messo in rilievo che il Convegno di Padova del 1983 (IV Convegno) era stato un positivo evento di “assestamento” . Ormai, già allora non si parlava più di dignità scientifica della materia che quasi tutti consideravano definitivamente acquisita . Con il V convegno l’associazione riprende il volo verso quote più elevate; diventano sempre più ampi gli scenari indagati dagli studiosi della materia; e allo stesso tempo, quasi automaticamente , diventano più ampi i relativi campi di pertinenza , in virtù di quello che avevamo chiamato “assioma della pertinenza”. Iniziamo la descrizione del Convegno nella maniera diventata ormai tradizionale: presentando il Comitato Organizzatore e il Comitato scientifico. Non ci sembra giusto, però ,escludere dalla menzione gli Enti Patrocinatori e gli eventuali Collaboratori. Comitato Organizzatore Achille Tosetti( presidente) ,Università di Padova Camillo bandiera (segretario), Università di Udine Alessandro Facchini, Università di Udine Fabio Illusi,I.T.I. “A.Malignani” di Udine Umberto Matusa,Ass.Industriali di Udine Marino Nicolich, Università diUdine Licio Pavan, Università di Udine Paolo Rigo, I.T.I. “ A. Malignani” di Udine 1

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V Convegno A.D.M. –Udine 1986

Il V Convegno Nazionale dell’Associazione Nazionale Disegno di macchine (A.D.M) .ebbe luogo

ad Udine nei giorni dal 28 al 30 maggio 1986 .

Avevamo messo in rilievo che il Convegno di Padova del 1983 (IV Convegno) era stato un

positivo evento di “assestamento” . Ormai, già allora non si parlava più di dignità scientifica della

materia che quasi tutti consideravano definitivamente acquisita .

Con il V convegno l’associazione riprende il volo verso quote più elevate; diventano sempre più

ampi gli scenari indagati dagli studiosi della materia; e allo stesso tempo, quasi automaticamente ,

diventano più ampi i relativi campi di pertinenza , in virtù di quello che avevamo chiamato “assioma

della pertinenza”.

Iniziamo la descrizione del Convegno nella maniera diventata ormai tradizionale: presentando il

Comitato Organizzatore e il Comitato scientifico. Non ci sembra giusto, però ,escludere dalla

menzione gli Enti Patrocinatori e gli eventuali Collaboratori.

Comitato Organizzatore

Achille Tosetti( presidente) ,Università di Padova

Camillo bandiera (segretario), Università di Udine

Alessandro Facchini, Università di Udine

Fabio Illusi,I.T.I. “A.Malignani” di Udine

Umberto Matusa,Ass.Industriali di Udine

Marino Nicolich, Università diUdine

Licio Pavan, Università di Udine

Paolo Rigo, I.T.I. “ A. Malignani” di Udine

Antonino Sabbatini, Università di Trieste

Giorgio Wolf, Università di Trento

Giorgio Zmajevich, Università di Trieste

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Comitato scientifico

Alfredo Aiachini, Università di Genova

Francesco Di Benedetto, Università di Palermo

Fulvio Di Marino, Università di Trieste

Gino Di Paola, Università di Bari

Ezio Iurzolla, Università di Padova

Antonio Dario Martegani, Università di Udine

Antonino Risitano, Università di Catania

Alberto Rovetta,Politecnico di Milano

Vincenzo Vullo, Università di Napoli

Il Convegno di Udine ebbe il privilegio di avere quali patrocinatori i seguenti enti

Regione Friuli Venezia giulia

Provincia di Udine

Consiglio Nazionale delle Ricerche

Università degli Studi di Udine

Consorzio per la Costituzione e lo Sviluppo degli Insegnamenti Universitari di Udine

Associazione degli Industriali della Provincia di Udine

Con la collaborazione dello

Istituto tecnico industriale “A.Malignani” di Udine ,

e con il contributo di

Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone

Danieli Officine Meccaniche S.p.A. Buttrio (UD)

GIRSI Meccanica S.r.l. – Riese Pio X (TV)

Casale S.p.A.

Officine Meccaniche ing. Siragusa S.r.l. – Riese Pio X (TV)

I.M.G. S.p.A. – Riese Pio X (TV)

I.V.G. Colbachini S.p.A. – Selvezzano (PD)

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Alla stampa del volume degli Atti del V Convegno A.D.M. contribuirono la Regione Friuli .

Venezia Giulia e il C.N.R. – Consiglio Nazionale delle Ricerche.

1..Indice dei lavori presentati

Discorso di apertura del Presidente dell’A.D.M.

Parte Prima

1 M.L. Luchi, A.Poggialini,S. Rizzati:”Progettazione orientata alla produzione mediante tecniche CAD: Una metodologia per l’interpretazione dei dati di

modellazione geometrica in termini di lavorazione di fresatura” 2. G.F. Biggioggero, E.R:ovida :” Proposte relative alla progettazione di un corso di Disegno di macchine” 3. E. Sabntoro, Ma. Schiavone: “Sull’uso didattico di minicomputers per la

risoluzione dei problemi CAD “ 4 A.Guggia,V.Milanese,A.Tosetti,G.Wolf:”Illustrazione di un’esperienza che rende

omogenea la verifica dell’apprendimento” 5. V.Milanese,A.Tosetti: “Una proposta di corso di disegno assistito da calcolatore” 6 S.Chiesa,E.Chirone: “ rappresentazione dello scenario esterno a mezzo di grafica

computerizzata per simulatore di volo da ricerca a base fissa” 7 R. Alberini,L.Fedrizzi,G.Wolf: “Criteri di protezione dalla corrosione nel

disegno di elementi strutturali” 8. C.Culla,L.Piccinini : “La gestione dei documenti di disegno in un progetto in

regime di garanzia della qualità” 9. A.Previato: “CAD/CAM nuovo anello della catena industriale che si inserisce tra

la progettazione e la produzione collegandole tra loro”10. S.Calabrò : “Il CAD nella progettazione della divisine trasformatori e macchine

elettriche dell’Ansaldo Componenti”11. L. Dolegna “Progettazione assistita dal calcolatore di ingranaggi conici con

generazione automatica di disegni di produzione” 12. C. Bandiera,P.Barlini, G.Zonta: “ il metodo dei generatori grafici per il disegno

automatico di alberi e pignoni”

Parte seconda 13 . A.Appicciafuoco, P.Borgiotti, AGiani, M.Poggi: “Proposta di insegnamento del Disegno tecnico con l’ausilio dell’elaboratore”

14. A.Carrino,L.Carrino,F. Carrino: “Metodiche e sperimentazioni sulle designazioni degli acciai”

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15. S. Tornincasa “I modellatori tridimensionali come nucleo centrale di sistemi CAD/CAM”

16. A.Facchini : “ Sistema CAD su personal Computer integrato alla gestione tecnico – commerciale”

17 . T.de Santis, F.Vernazza: “ Un’esperienza di produttiva collaborazione nell’area del CAD/CAM tra industria ed Enti di formazione”

18. A.Colombo: ”Evoluzione del CAD/CAM” 19. G.Di Filippo: “ Sistemi CAD/CAM in ambiente navale: Applicazioni ed Esperienze” 20. A.Garro,F.Panico: “Problemi di sviluppo e di impostazione di un sistema CAD

nel settore automobilistico” 21. A.Vignola Perlo :”Controlli della visibilità del veicolo” 22. L.Moglia Panighini: “Automatizzazione dei cinematismi, funzionanti col sistema A parallelogramma,di parti mobili della scocca di automobili” 23. A.Cavallo, R.Zangrando: Problemi di quotatura nei disegni di carrozzeria

realizzati con sistemi CAD” 24. G. Del Nero, G.Molino, L.Marchetto: “Realizzazione di elementi strutturali della scocca su elementi CAD/CAM”

2. Volumi editi in occasione del V Convegno A.D.M. Contrariamente a quanto era avvenuto nei precedenti convegni, in cui era stato stampato il solo volume degli Atti, che conteneva anche i vari discorsi o commenti pronunciati o scritti in occasione del Convegno stesso, per l’evento di Udine furono stampati 3 volumi. Il primo intitolato:”ADM,Memorie ed esperienze scientifiche tecniche e didattiche”. Il secondo volume riporta esplicitamente la dicitura “ A.D.M., secondo volume degli Atti, a cura di Camillo Bandera, Antonino Sabbatini , Achille Tosetti:Conferenze,Seminari e Tavole Rotonde”.La diversità dei titoli , per la verità ambigui, corrisponde ad una diversa impostazione dei volumi: nel primo, anche se manca del tutto la parola Atti, sono riportati proprio gli “atti” del convegno nel senso tradizionale della parola, nella successione sopra riportata; nel secondo, malgrado nel titolo sia riportata la parola “Atti” , questi mancano del tutto e il sottotitolo:”Conferenze…etc” si riferisce all’effettivo contenuto del libro. Infine fu donato dalla Provincia di Udine un pregevole volumetto dal titolo “Disegni di Macchine: ;Evoluzione di un linguaggio nello sviluppo della Tecnica”. Anche su questo volume,dal formato diverso dai precedenti,ci soffermeremo alquanto.In ogni caso , la varietà di questo corredo librario, distribuito ai partecipanti al Convegno è senza dubbio stimolante; vedremo quanto incisivo è questo stimolo e quanto, a nostro avviso, esso abbia contribuito alla evoluzione della nostra

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disciplina. Ma sembra opportuno riportare l’indice del volume dedicato lle conferenze , ai seminari e alle tavole rotonde,ufficialmente “secondo volume”.

3. Indice del secondo volume 1. “Presentazione” ad opera dei curatori C.Bandera,A.Sabbatini,A.Tosetti

2 Conferenza di apertura di A.Rovetta e F.Jovane su “ Ruolo della progettazione e di disegno meccanico nella prospettiva dell’automazione della fabbrica e della innovazione tecnologica”

3 Presentazione della mostra

“ Disegni di macchine : evoluzione di un linguaggio nello sviluppo della tecnica”

Relatori: E. Iurzolla,S.Bonamico,C.Maccagni, V.Marchis, E.Chirone

4 Seminario “le prospettive di evoluzione dei sistemi CAD/CAM” con interventi di G.Biffi: . “Computervision Italia SpA A.Sacco : “VEGA SpA,G.Ardizzone “IBM Italia SpA” D.Lelli : Apollo Computer SpA.

5 Seminario

“ Evoluzione dell’unificazione del disegno tecnico”Con interventi di A.Raimondi, M.Pettinicchio, G.Chiarella

6 Seminario“Il ruolo della didattica e della formazione per l’introduzione e lo sviluppo del CAD/CAM nella piccola e media industria” Con interventi di :R.Bono, G.Franchi, A.Facchini, V.Toneatto, T.Dessantis, E.Castelli,S.Tornincasa , C.Luini, D.Barnaba

7 Tavola Rotonda conclusiva “CAD/CAM :Innovazione,formazione,ed occupazione”Relatori: A.D. Martegani,A.Pittini,N.Panaro, G.Dolcetti , G. Francescutto

8 Appendice 5

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“ Commenti della Stampa sul V Convegno A.D.M.e sulla Mostra “Disegni di Macchine : di un linguaggio nello sviluppo della Tecnica” Edizioni di Udine 1986 e Milano 1987 – 1988.

Per completezza riportiamo anche l’indice del volume sulla mostra:

Volume della Mostra - Indice1. Presentazione2. Introduzione3. I precursori4. La rivoluzione industriale5. Lo sviluppo dell’industria6. Il periodo tra le due guerre

Gli indici che abbiamo sopra riportati, per la varietà degli argomenti nella forma e nella struttura, lasciano prevedere un commento difficile nella interpretazione ma certamente interessante per il contenuto.Rispetteremo anche noi il protocollo e riporteremo per primo il discorso di apertura del Presidente dell’ADM.

4 DISCORSO DI APERTURA DEL PRESIDENTE DELL’ADM

Gentili Signore,Autorità ,Magnifici Rettori ,Presidi,cari ColleghiQuale Presidente dell’ADM, ho il piacere e l’onore di porgrere a voi tutti il saluto di benvenuto al V Convegno dell’Associazione Nazionale Disegno di Macchine, che si apre alla presenza delle massime Autorità Regionali e Provinciali , che ne hanno assunto l’Alto Patrocinio.

Ringrazio caldamente il Presidente della Giunta Regionale,Adriano Biasutti, ed il Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Udine, Tiziano Venier, unitamente all’assessore provinciale Giacomo Cum,che – con grande sensibilità e munificenza- hanno reso possibile la realizzazione delle iniziative più qualificanti del Convegno.

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Rivolgo inoltre un particolare ringraziamento agli assessori regionali Dario Barnaba r Gioacchino Francescutto che assicurano la loro diretta partecipazione alle iniziative volte ai problemi della Formazione ed a quelli della introduzione della innovazione nella piccola e media industria.

Al Sindaco di Udine , on . Piergiorgio Bressani , esprimo la più profonda riconoscenza per aver offerto il Museo della città per ospitare la mostra sul Disegno di Macchine , che verrà inaugurata questo pomeriggio, e per aver voluto onorare i convegnisti con il ricevimento di saluto nelle Sale Municipali in programma per la giornata conclusiva.

Non è un caso, inoltre , che i lavori del Convegno abbiano inizio tra queste prestigiose mura del Palazzo Torrioni ( Sede dell’Associazione Industriali), che gentilmente ospita il Convegno). Con la scelta di questa sede si è voluto ribadire uno dei presupposti istituzionali dell’ADM, che è nata per essere , fra l’altro, un punto d’incontro tra la ricerca (Università) e l’utilizzazione della ricerca (Industria).

Grazie ,quindi, all’Associazione Industriali di Udine ed alla città tutta, che con i suoi monumenti , le sue tradizioni, la sua nota ospitalità è,ormai, assurta a sede permanente di incontri nazionali ed internazionali nei puù svariati campi della cultura.

Grazie ancora al prof. Illusi ,Preside dell’Istituto Malignani, altra prestigiosa sede del Convegno. L’avere scelto due distinte sedi per il Convegno ha voluto evidenziare l’importanza che l’ADM riconosce sia all’Industria e sia all’Istruzione tecnica,la quale ultima ,oggi, è divenuta il trampolino per l’istruzione superiore .Un maggior scambio di informazioni ed una più stretta collaborazione fra Università e Industria, fra Università ed Istruzione tecnica,è l’auspicio che l’ADM formula, nell’interesse precipuo dei giovani e, indirettamente, anche dell’Industria e del Paese tutto.

Sento di rivolgere un caloroso ringraziamento al Comitato Organizzatore, presieduto dall’infaticabile amico Achille Tosetti, ed a Camillo Bandiera in particolare,per l’amore,l’entusiasmo,l’intelligenza,la competenza, la maestria profusi in tutte le fasi preparatorie , che ci permettono,oggi,di aprire i lavori.

Grazie al Comitato Organizzatore e grazie al Comitato Scientifico, che si è

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Sobbarcato il non lieve compito di esaminare e discutere – in sedute collegiali- tutti i sommari – prima,e tutti il lavori pervenuti- dopo, con spirito di abnegazione, equità e serietà professionale.

L’avere scartato alcuni lavori non deve apparire eccesso di zelo del Comitato scientifico, né vuol essere considerato discriminante per gli Autori. Semplicemente vuol essere un’indicazione più chiara della giusta via da seguire nella ricerca relativa al, settore proprio del Disegno di Macchine.

A tutti i componenti del Comitato scientifico un grazie di cuore per aver conferito , con il loro lavoro, serietà scientifica a questo Convegno ed aver maggiormente illuminata la pista su cui potranno facilmente atterrare, in futuro, gli studiosi del settore.

Prima di dare la parola ai vari ed autorevoli Autori delle memorie presentate, l’ADM, convinta che i convegni non rappresentano la conclusione di un lavoro , bensì una base ricca di incentivi per poter dare inizio a nuovi studi, ha invitato due illustri Colleghi, il prof. Francesco Covane ed il prof.Alberto Rovetta ( entrambi del Politecnico di Milano) ,a trattare il “ruolo della progettazione e del disegno meccanico nella prospettiva dell’automazione della fabbrica e dell’innovazione tecnologica”

Dalle interessanti relazioni dei due Colleghi, tutti sapremo trarre quelle indicazioni e quegli incentivi per meglio operare nella ricerca,nella didattica e nell’industria.

Un momento d’incontro certamente significativo sarà inoltre il seminario sul tema “Introduzione e sviluppo del CAD/CAM nella piccola e media industria” in cui ci sarà uno scambio di informazioni e di esperienze tra Ditte espositrici di sistemi grafici ,Enti di Formazione,Scuola,Università e Industria.

A coronamento del Convegno è prevista una tavola rotonda sul tema “CAD/CAM: Innovazione ,Formazione, ed Occupazione” . A presiedere tale tavola rotonda è stato chiamato il prof. Antonio Dario Martegani, noto per la sua preparazione e l’alta professionalità . Al prof. Martegani un particolare grazie dell’ADM e mio personale , sia per questa fatica conclusiva e sia per l’aiuto ,l’ospitalità, i consigli e gl’incoraggiamenti Datici durante tutta l’opera organizzativa.

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Parallelamente al Convegno, è stata allestita la mostra “Disegni di Macchine :evoluzione di un linguaggio sullo sviluppo della tecnica”

Il significato storico- tecnico- didattico della mostra sarà illustrato nell’apposita tavola rotonda di oggi pomeriggio, magistralmente diretta dal prof.Ezio Jurzolla, infaticabile sostenitore dell’ADM, prodigo, anche Lui,di suggerimenti, consigli, red incoraggiamenti.

Caro prof. Jurzolla, grazie,grazie ed ancora grazie.

Un ringraziamento infine a tutti gli Autori , che hanno presentato i lavori e formato oggetto di questo Convegno.

Il presente Convegno vuol essere una sintesi fra il passato e il futuro,fra la ricerca (Università) e l’applicazione della ricerca ( Industria).Sono certo che esso costituirà un preciso riferimento negli annia venire, per l’ADM, sia per la serietà di impostazione e sia per le indicazioni che da esso scaturiranno.

L’ADM, pur operando ormai da oltre un decenniosul campo del disegno meccanico, non ritiene di avere consolidato il proprio settore di ricerca, così come potrebbe essere per altri settori operanti da oltre un secolo ( quali Costruzione di Macchine,Meccanica Applicata,ecc.)

Nell’Assemblea ADM dello scorso anno, un Collega, affettuosamente, mi faceva notare che da circa dieci anni continuo a parlare di individuazione del settore di ricerca proprio del disegno meccanico.

Oggi , da questa splendida sede , rispondo che questa continua ricerca del proprio campo di azione da parte dell’ADM tutta e mio personale, è , a mio modesto avviso,sacrosanta e meritoria, sia perché con la rapida evoluzione tecnologica anche i settori di ricerca devono evolversi e sia perché ritengo sia giusto affinare,migliorare e, ove occorra,innovare il proprio patrimonio scientifico, mediante confronti, dibattiti e convegni, come questo che oggi celebriamo.

Come già detto, questo Convegno rappresenta per la vita dell’Associazione una pietra miliare :E’ il redde rationem della sua attività passata e la base di partenza per il lavoro dei prossimi anni.

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Confrontando i lavori presentati nei precedenti convegni ADM,senza volerne sminuire alcuno,, riscontro un continuo innalzamento del livello scientifico. E ciò , ritengo sia nella normalità delle cose umane. Il continuo miglioramento scientifico dell’ADM è dovuto, oltre che alla capacità degli Autori,anche alla possibilità di confronti omogenei e di scambi di informazioni e di indicazioni scaturite dai singoli convegni,seminari e tavole rotonde.

Ecco perché ho detto che ogni Convegno è la base di partenza per i lavori futuri .Al crescere del livello scientifico dei lavori fa riscontro una maggiore selettività del Comitato Scientifico e a quest’ultima consegue un ancor maggior livello scientifico, e così via.Sento di poter affermare ,senza falsa modestia,che l’ADM sia sulla strada giusta per vedere riconosciuto , dopo tanti anni di lavoro, il proprio ruolo di associazione promotrice di ricerca di un settore avente dignità scientifica pari ad altri settori della meccanica.

Roma non si è fatta in un solo giorno, ma è divenuta sempre più bella e monumentale con il passare dei secoli.

L’ADM è al suo quinto convegno nazionale ed i risultati cui è pervenuta sono tali da renderci orgogliosi del lavoro svolto e fiduciosi e sicuri nel Futuro dell’Associazione.

Sarò grato a tutti gli amici e colleghi che vorranno, cortesemente ,continuare a sostenere l’ADM con i loro consigli e suggerimenti e con l’apporto sostanziale della loro Scienza. Noi abbiamo messo nell’ADM tutta la nostra buona volontà ,in purità di animo, per l’affermazione dei principi istitutivi dell’Associazione. A voi chiediamo simpatia ed amicizia.

Ed è con spirito di amicizia e simpatia che dichiaro aperti i lavori di questo Quinto Convegno Nazionale ADM.Udine, 28 maggio 1986

Francesco Di Benedetto

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La presentazione del Presidente dell’ADM, complesso e ben articolato, merita un

approfondito commento. Possiamo fin d’ora dire che ci è sembrato particolarmente

interessante un passo che fa riferimento, sia pur indiretto, al problema della

specializzazione.

Riportiamo ora,in forma integrale, la presentazione della giornata, firmata dai

Curatori Bandiera,Sabbatici e Tosetti.

2 ,Presentazione del secondo volume degli Atti

“Le varie attività dell’uomo sono soggette nel corso della vita all’azione di fattori

mutativi che le trasformano più o meno profondamente. Fra i vari parametri che

danno una misura di questo mutamento , oltre alla quantità e alla qualità della

trasformazione , è molto significativo considerare il tempo necessario per

iniziare,portare a maturazione e diffondere la trasformazione stessa .

E’ noto che la nostra è un’era di grandi e rapidi cambiamenti, ma lo è in particolare

l’attuale momento che stiamo vivendo .Fino a pochi decenni fa ,l’azione dei fattori

mutativi sulle varie attività umane , anche se comportava notevoli trasformazioni ,

avveniva e si sviluppava mediamente in tempi abbastanza lunghi e comunque

misurabili in termini di “generazioni”

Anche il disegno, tipica manifestazione del pensiero umano, risente di questo stato

di cose .

Il disegno, infatti, nella sua definizione più ampia ( e quindi anche il Disegno

Tecnico, il disegno di Macchine, il Disegno Industriale) ha una storia che si perde

lontano nel tempo passato. Infatti il disegno, considerato come rappresentazione

grafica delle forme, ha preceduto la parola scritta ed è pertanto un linguaggio che

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ha accompagnato sempre l’uomo , il quale ha potuto esprimere la sua creatività

anche con questo mezzo.

Le fasi di trasformazione del disegno,dettate dall’esigenza primaria di arricchire i

contenuti informativi di tale linguaggio, sono state molteplici e significative nel

tempo; per citarne solo alcune:

- il passaggio del disegno semplicemente descrittivo al disegno costruttivo;

- lo sviluppo della teoria della rappresentazione in due dimensioni di un

oggetto tridimensionale;

- l’introduzione di norme di unificazione.

Nei nostri giorni è il complesso fenomeno dell’informatica che sta

producendo nel disegno( come in molte altre discipline) grandi possibilità di

trasformazione in tempi brevissimi , con il rischio però di mettere in crisi la

struttura stessa del Disegno tecnico ( inteso come linguaggio di comunicazione

all’interno di una organizzazione produttiva),soprattutto in quei settori dove c’era

la convinzione di possedere ormai una situazione ben consolidata.

Sulla base di queste considerazioni, con riferimento anche alle istanze su tali

tematiche più volte emerse nei vari momenti di vita associativa dell’ADM

(assemblee, convegni, meetings, giornate di lavoro) , il Comitato organizzatore del

quinto Convegno ADM è entrato direttamente in campo cercando di strutturare

adeguatamente i lavori del Convegno stesso.

Si è pensato che a questo punto fosse necessaria una parentesi di

riflessione. Riflessione storica e culturale , indispensabile per prepararci ad

affrontare il prossimo futuro, che sarà sicuramente ricco di profondi e rapidi

cambiamenti.

E’ illusorio infatti pensare che il “computer” potrà risolvere tutti i problemi ,

magari sostituendosi all’uomo ,Certamente l’elaboratore elettronico diventerà uno

strumento di lavoro fondamentale , in grado di ampliare enormemente, parlando di

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disegno, le capacità creative del progettista. Ciò sarà vero però solamente se il

progettista utilizzerà tale mezzo nella pienezza delle sue capacità non solo

professionali, ma culturali in un senso più vasto.

Quindi, accanto alle sessioni tradizionali della presentazione delle memorie

scientifiche ( già allora raccolte nel primo volume degli atti), e che rappresentano

comunque uno degli aspetti più qualificanti di un’Associazione e che ne

determinano il significato ed il valore, sono state previste delle occasioni di

aggiornamento scientifico e culturale e dei momenti di approfondimento delle

informazioni e di dibattito.

Ci si è mossi lungo tre direttrici ,( talvolta anche intersecatisi) , che potrebbero

essere così sintetizzate:

- conoscere il passato

- conoscere il presente

- progettare il futuro.

Oltre che impossibile, sarebbe stato improduttivo sviluppare questa iniziativa senza

coinvolgere tutte le componenti della vita scientifica, della scuola e della

formazione, dell’industria, della politica e della cultura , che in diversa misura e

con diverse competenze sono interessate a tali tematiche.

Da più parti la comprensione del problema è stata completa e la conseguente

adesione ed il concreto sostegno sono stati ampiamente positivi.

E’ stato così possibile organizzare conferenze, seminari e tavole rotonde , in cui

sono stati esposti e dibattuti gli argomenti più attuali legati all’evoluzione del

disegno.

In occasione dello stesso convegno è stata inoltre allestita e inaugurata una mostra

storica sui “ Disegni di Macchine”, di cui si parlerà ancora.

Ed infine, a cura dell’Istituto Malignani , nella sua stessa sede ( che ospitava il

convegno) , è stata organizzata una esposizione di sistemi CAD/CAM , rivolti in

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particolare alla piccola e media industria. Hanno partecipato

direttamente ,esponendo i loro prodotti, alcune delle più importanti case produttrici

di sistemi grafici (COMPUTERVISION ITALIA, IBM Itali, APOLLO Computer) ,

le ditte

Specializzate nel settore: MICHIELI, PIANO, PS ELETTRONICA di Udine, lo

STUDIO SYNTHESIS ddi Vicenza e la SMC COMPUTERS di Lancenigo (TV).

Si è detto sopra : conoscere il passato e progettare il futuro.

Per iniziare una costruzione originale di queste basi di conoscenza , si è provveduto

prima di tutto a concretizzare un’idea già da tempo maturata in seno

all’Associazione : avviare una ricerca della documentazione grafica reperibile negli

archivi storici industriali per allestire una mostra del Disegno di Macchine , che ne

documenti l’evoluzione..

A tal fine il Comitato organizzatore è stato affiancato dal gruppo ADM per la storia

del disegno tecnico.

E’ stato necessario affrontare i problemi dei criteri di lettura degli elaborati,

considerandoli la testimonianza scritta dell’evoluzione dei processi di progettazione

e produzione nel contesto storico , tecnico e sociale in cui si sono sviluppati .

Questo lavoro è stato iniziato con lo scopo di individuare parametri significativi , la

cui raccolta ed elaborazione possa permettere di porre le basi per uno studio

unitario dell’evoluzione di questo tipo di linguaggio .Sarà così possibile prevedere

tendenze,esigenze e possibilità future al fine di saldare senza soluzione di continuità

l’attuale apparente frattura che si sta creando tra il disegno”tradizionale” ed il

disegno fatto con l’ausilio del calcolatore.

Ad esempio, in molti disegni di un secolo fa era normale ( codificato) l’uso del

colore e delle ombreggiature acquerellate per la rappresentazione delle sezioni, dei

volumi e delle forme, aspetti completamente assenti nel disegno “moderno”, che

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sono stati invece ampiamente ripresi con l’uso dei sistemi grafici a colori per il

disegno assistito da calcolatore.

E qui emerge la necessità odierna di un aggiornamento ed estensione della

normazione del disegno tecnico.

Anche la precisione di rappresentazione del dettaglio in alcuni 2vecchi” disegni,che

mette in risalto la profonda conoscenza del processo tecnologico di fabbricazione

posseduta dal disegnatore di allora ,fa supporre con un progettista come quello, di

così ampia preparazione ed esperienza, sarebbe molto agevole portare avanti oggi

un programma di integrazione CAD/CAM.

Ma qui si innesta la problematica attuale delladella formazione delle figure

professionali che saranno necessarie per introdurre e sviluppare le nuove tecnologie

di progettazione e produzione assistite dal calcolatore. E anche questo tema è stato

trattato dal convegno.

E così di seguito, fino a riflettere se esista un parallelo tra il ruolo che aveva il

disegno tecnico nella bottega dell’artigiano del Rinascimento e quella che sarà la

nuova funzione del disegno nell’organizzazione del processo produttivo con il CIM

(Computer Integrated Manufacturing ) e nella fabbrica automatica del futuro.

Proprio con quest’ultimo tema sono iniziati i lavori del convegno con le conferenze

di apertura del prof.Rovetta e del prof.Jovane che si sono perfettamente fuse con i

successivi interventi storici sviluppati dal prof.Maccagni e dagli altri relatori.

La Mostra “Disegni di Macchine : evoluzione di un linguaggio nello sviluppo della

tecnica”, la cui prima edizione in Udine è stata resa possibile da un contributo

specifico della Provincia di Udine, ha permesso il contatto diretto tra questo mondo

affascinante del passato con i loro fruitori a qualsiasi livello ed ha avuto un grande

successo.

Queto successo, dovuto anche al pregevole catalogo della mostra stessa , ha fatto maturare la possibilità della seconda edizione della Mostra svoltasi l’anno successivo , dal dicembre 1987 al gennaio 1988 , a Milano , al Museo nazionale

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della Scienza e della Tecnica, sempre a cura del Gruppo storico ADM e grazie al diMacchine sostegno finanziario ed alla collaborazione del Tecnomasio Italian Brown Boveri di Milano.Questo secondo volume degli atti raccoglie la trascrizione di tutti gli interventi che si sono susseguiti nel corso delle suddette manifestazioni e vuole esserne il documento.Per quanto possibile, i testi sono stati mantenuti fedeli alla forma parlata.In Appendice vengono presentati i commenti della stampa in relazione al Convegno ed alla Mostra ed abbiamo pensato di documentare anche alcuni aspetti dell’edizine milanese ( e diremmo nazionale) della Mostra “Disegni di Macchine” , del cui rinnovato successo il Gruppo di Lavoro per la Storia del Disegno dell’ADM è particolarmente fiero.Ringraziamo coloro che ci hanno sostenuto in questa nostra fatica e speriamo che questo volume possa rappresentare un riferimento nella vita dell’Associazione.C.Bandera, A.Sabbatini, A.Tosetti

3 Il catalogo della mostra “Disegni di Macchine : Evoluzione di un linguaggio nello sviluppo della Tecnica “

Edito dalla Provincia di Udine: Centro studio sulla storia della tecnica del CNRPresentazione del Presidente della Provincia di Udine Tiziano Venier.

Nella storia il disegno ha sempre rappresentato il desiderio e la volontà umana di esprimere e manifestare visivamente le proprie idee , una specie di libera interpretazione della realtà , dei suoi cambiamenti , delle sue modificazioni . Solo in parte ciò si può dire per il disegno tecnico che, bene p male , sempre ha dovuto sottostare a canoni e a determinazioni geometriche ben precise , non per questo togliendo quello che di nuovo la mente umana riusciva ad elaborare e produrre.L’occasione offerta da questo quinto Convegno nazionale sui disegni di macchine , ma più in generale sul disegno tecnico, al quale la Provincia di Udine ha inteso dare il suo apporto e sostegno , ci dà un quadro sostanzialmente articolato del processo di evoluzione e del progresso cui il disegno tecnico è stato soggetto in questi ultimi due secoli di storia.Per Udine e per il Friuli intero è certamente un onore ospitare questa manifestazione e la mostra che è stata allestita per l’occasione, dalla quale anche l’osservatore comune può dedurne il significato , come un percorso lineare di una ricerca del tutto unica in Italia , che consente di capire e interpretare il continuo evolversi del “linguaggio” tecnico-grafico.

Il Presidente della Provincia di Udine Tiziano Venier

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5. Commenti 1

Abbiamo riportato integralmente la presentazione del volume degli atti tradizionali, letta dal Presidente dell’A.D.M. Francesco Di Benedetto; la presentazione del secondo volume scritta da Camillo Bandiera,Antonino Sabbatici Achille Tosetti , e infine la presentazione del catalogo della Mostra, scritta dal Presidente della Provincia di Udine , Tiziano Venier. Dai titoli e dagli indici dei tre volumi, anch’essi riportati integralmente , ad eccezione del Catalogo della Mostra, il Lettore può farsi un’idea della divera natura dei tre volumi, cui corrisponde uno spirito diverso per le presentazioni. Cominceremo pertanto con lo scrivere alcune considerazioni sulla presentazione del Collega Di Benedetto.

5a. Commento alla presentazione del Volume n.1 di Francesco Di Benedetto Nel riportare il Discorso di apertura di Francesco Di Benedetto, avevo sottolineato il contenuto ben articolato e molto interessante. Queste qualità rendono forse superfluo un ulteriore commento; eppure c’è qualcosa che a nostro avviso, merita di essere ulteriormente messo in evidenza.

Come prima cosa sembra utile sottolineare il numero e la qualità degli ospiti intervenuti: dal Presidente della giunta regionale ad autorevoli assessori dal Sindaco di Udine , promotore della offerto del Museo della città quale sede della mostra del Disegno di macchine . Notevole la partecipazione degli industriali ( con la disponibilità ad offrire la loro sede quale sede del Convegno. Notevole la partecipazione diretta del Preside dell’istituto Malignani, seconda sede del Convegno.Al di là delle dovute frasi protocollari , il discorso di Di Benedetto appare notevole soprattutto come indice della “ presa di coscienza” del livello scientifico ormai raggiunto dalla nostra Associazione. Mi pare soprattutto notevole la visione “dinamica” della pertinenza dei settori di ricerca da noi coltivati. Come proposizione significativa del discorso di Di Benedetto mi pare la seguente frase.“Il presente Convegno vuole essere sintesi fra il passato e il futuro, fra ricerca ( università ) e applicazione (industria. Esso costituirà per l’ADM un preciso punto di riferimento negli anni futuri. ….Questo convegno rappresenta per la vita dell’associazione una pietra miliare E’ il redde rationem della sua attività passata e la base di partenza per il lavoro dei prossimi anni.”1

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Queste frasi sono, a mio avviso una esauriente risposta ai problemi posti dall’individuazione del settore di ricerca proprio del disegno meccanico.A questo problema abbiamo dato , nelle precedenti relazioni, il nome di problema della pertinenza , risolubile con regole che rispettano il relativo “assioma”: la Scienza X è la Scienza di cui si occupano gli studiosi di X. Certamente, se un nostro collega si interessa di un problema riguardante lo studio di un antico papiro , non per questo la papirologia diventa argomento di Disegno; ma può diventare ad esempio argomento nostro la giusta interpretazione di qualche passo di Aristotele, soprattutto della sua logica, dal punto di vista delle applicazioni, ormai innumerevoli nel campo della progettazione e anche della grafica computerizzata . Ci piace qui ricordare il famoso articolo di Requicha, soprattutto la parte relativa alla giusta interpretazione di un disegno.Come proposizione conclusiva di questo commento mi sembra sia da scegliere la frase su riportata, in cui Di Benedetto vede nel Convegno il punto di raccordo tra passato e futuro.Questa interpretazione vale e varrà per tutti i Convegni successivi e ,ovviamente , per tutti i contributi dei nostri studiosi , che abbiano un significato.E in tal senso abbiamo interpretato lo spirito del discorso di Francesco di benedetto, Presidente dell’A.D.M.

5b. Commento alla Presentazione del secondo volume degli Atti, dettata da Camillo Bandera,,Antonino Sabbatini , Achille Tosetti. La presentazione del secondo volume degli Atti ha un contenuto meno filosofico e più pratico rispetto alla presentazione generale del Presidente dell’A.D.M. C’è una prima osservazione relativa al parametro tempo, visto non come categoria universale su cui sono stati versati fiumi d’inchiostro , soprattutto per esaltarne l’aspetto fisico e filosofico; gli Autori della presentazione si soffermano sulla categoria “ tempo” soprattutto per mettere in evidenza l’aspetto che cade nel nostro mondo sensibile , che ci induce ad afferrare le categorie di “ prima “ e “dopo”, lento e veloce, intervallo temporale breve o lungo.Ed è proprio questa “categoria” ( ele altre che a questa sono legate, che sembra dominare la nostra attività in tutti i sensi. Certe mutazioni che nel passato sembravano avvenire nell’intervallo di generazioni, ora avvengono in tempi molto più brevi.E forse qui cade acconcio considerare per un momento il concetto di “specializzazione”Quando i mutamenti avvenivano nell’arco di generazioni, la padronanza di un settore della Scienza o della Tecnica, sembrava permanere per l’intera vita terrena; oggi le mutazioni rapide o rapidissime che noi ,uomini di ricerca, abbiamo non solo osservato, ma contribuito a produrre, impongono al ricercatore una elasticità mentale prima non indispensabile, per poter seguire e nel contempo produrre mutamenti nel settore prima dominato.

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Ne segue un mutamento radicale dell’idea stessa di specializzazione, che impone anche un mutamento del nostro atteggiamento nei riguardi del pensiero di Max Weber sulla specializzazione .A tal proposito si può consultare il sito A.D.M. - DonnarummaVa subito detto che ,la presentazione di Bandera, Sabbatici e Tosetti, essendo scevra da obblighi protocollari, appare più densa di spunti storico-filosofici.Per quanto riguarda l’aspetto “storico”, gli autori rilevano tre fasi nello sviluppo del disegno tecnico,e precisamente:

1. il passaggio dal disegno semplicemente descrittivo al disegno costruttivo;2. lo sviluppo della teoria della rappresentazione in due dimensioni di un oggetto

tridimensionale;3. l’introduzione di norme tridimensionali.

Mi piace mettere in rilievo la necessità di non deificare il computer, strumento di grande aiuto , ma che non esime il disegnista dall’ approfondire le conoscenze della cosa in sé, e soprattutto le “relazioni” tra la cosa disegnata con il mondo esterno; ed ecco che la logica binaria e le logiche polivalenti entrano a far parte del necessario bagaglio culturale e scientifico del disegnista,che assume anche la veste del progettista.Sembra a chi scrive questo commento, che i tre autori della presentazione abbiano le idee chiare su gli sviluppi del disegno : idee a mio avviso chiare perché chiar e sono le idee del presente rispetto al passato e rispetto a quel che sarà o potrà essere il futuro . Sembra che sia cancellata ogni soluzione di continuità. Il computer viene visto per quel che è. Un potente strumento ausiliario.Ma la creatività resta alla base del disegnista, che perde del tutto la vecchia abilità di tirare con la matita linee rette o curve evitando sbavature; ma appare in maniera sempre più invadente la necessità di approfondire la conoscenza di molteplici discipline, dalla “magica” proiettiva alla matematica in genere, alla logica tout court alle logiche bi e polivalenti. E’questa la odierna visione del Disegno a cui si è approdati con una continua acquisizione della consapevolezza della materia , di quel che era e di quel che sarebbe stata periodo (temporale) per periodo.

Merito degli organizzatori e degli autori è stato quello di aver reso il V Convegno un

Ponte tra passato e futuro.

5c. Commento alla Presentazione del secondo volume degli Atti, di Francesco Di Benedetto, Presidente dell’A.D.M.

Non abbiamo riprodotto integralmente la presentazione del secondo volume del Presidente A.D.M., in gran parte dedicata ai saluti protocollari ma anche

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doverosi. \Citiamo le personalità a cui questo atto è dovuto anche a distanza di oltre venti anni:Adriano Biasutti ,Presidente della regione ;Tiziano Venier , Presidente dell’Amministrazione provinciale; Giacomo Cum , Assessore provinciale; Renzulli, vicepresidente della regione; Dario Barnaba e Gioacchino Francescutto, Assessori, Piergiorgio Bressani, sindaco di Udine Giovanni Spangaro,Vicepresidente dell’Associazione degli industriali della provincia di Udine, scelta come una delle sedi del Convegno : l’altra sede è l’Istituto Tecnico Arturo Malignani .I ringraziamenti vanno quindi estesi al Presidente dell’unione industriale Andrea Pittini e al Preside Fabio Illusi. Le sedi prescelte sono in sintonia con le finalità del Convegno.Di Benedetto mette in risalto il fatto che gli allievi Ingegneri provengono nei tempi del convegno in gran parte dagli istituti Tecnici, mentre nei tempi passati provenivano esclusivamente, o quasi, dai licei, classici o scientifici.5. Su questa constatazione è a mio avviso , tempo di riflettere ancor oggi. In più di un’occasione abbiamo avuto modo discutere sull’argomento, mettendo in evidenza l’utilità della preparazione classica, specialmente nel campo della logica, e gli inconvenienti legati ad un eccesso di specializzazione.Alcune di queste considerazioni sono riportate nel sito dell’ADM.Di Benedetto ribadisce ancora la consapevolezza del fatto che ogni convegno rappresenta un anello della catena che unisce passato .Il presente è rappresentato nel V Convegno dal seminario che gli illustri Colleghi Jovane e Rovetta del Politecnico di Milano terranno sul tema “il ruolo della progettazione e del disegno meccanico nella prospettiva dell’automazione della fabbrica e dell’innovazione tecnologica”. Altre tavole rotonde o seminari di un certo rilievo sono incentrati su , “ L’introduzione e lo sviluppo del CAD/ CAM nella piccola e media industria “ e ancora su “ Innovazione ,formazione e occupazione” con l’intervento di Martegani.

Su questi eventi ci soffermeremo ancora quando si parlerà specificamente di essi. Chiudiamo con le parole di Di Benedetto:”

“L’ADM Opera da circa dieci anni è ancora molto giovane…. Non ha un filone di ricerca ben definito e ben delineato , appunto perché giovane e perché tratta anche discipline che stanno nascendo adesso, anche se sono sempre state applicate ma come discipline afferenti ad altri filoni di ricerca .Il filone di ricerca e l’affinità propria dell’ADM è in fase di evoluzione e quindi l’importanza di questi Convegni è anche quello di dare un indirizzo”

Dopo aver messo in evidenza l’importanza e la responsabilità del Comitato scientifico , Il Presidente dell’ADM prosegue con queste parole:

Io credo che oggi l’ADM sia sulla strada giusta per poter essere riconosciuta , dopo tanti anni di lavoro( e, credetemi , lavoro ne abbiamo fatto in questi anni, duro lavoro per arrivare a questo punto) ,come promotrice di una ricerca che,

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secondo me, è a pari dignità di tutti gli altri settori della meccanica ,e non di serie B”.

Le parole del Presidente ADM e il commento ( i commenti, anzi) qui riportati, dimostrano a mio avviso una coerenza ferrea ( forse sarebbe meglio chiamarla “Consequenzialità” , rispetto a quanto abbiamo scritto a proposito dei precedenti convegni e di quanto sappiamo dei successivi eventi.

Potrà sembrare una magia il fatto che una materia di retroguardia sia oggi diventata , per opera dei suoi cultori, materia di avanguardia.

L’assioma della “pertinenza” da noi proposto nelle precedenti puntate, è sempre stato rispettato. Non si sono manifestate discontinuità o discrepanze tra un convegno e quelli contigui: Questo , a nostro avviso, è la dimostrazione dell’accettabilità dell’assioma citato.

6. Commento alle memorie presentate

Il volume degli Atti per così dire tradizionali , intitolato , come già detto “Memorie ed esperienze scientifiche tecniche e didattiche , riporta le 24 memorie illustrate , suddivise in parte prima e parte seconda, ciascuna di 12 memorie. Non c’è titolo per le singole parti, né è riportato il nome dei chairmen.Si rileva però immediatamente un taglio per così dire,progettuale in quasi tutte le memorie , il che rende difficile la suddivisione tematica delle singole memorie, in quanto ognuna di esse, fa riferimento a più di uno degli argomenti che nei convegni precedenti aveva costituito il motivo conduttore delle singole sessioni. E’ questo un effetto della evoluzione del Disegno tecnico, che ora viene visto secondo una prospettiva molto diversa da quanto avveniva nei tempi passati.

6. Commento alle presentazioni di Giovanni Spangaro ,vicepresidente dellAssociazione degli Industriali della Provincia di Udine, e di Gabriele Renzulli , vicepresidente della Giunta della Regione Friuli – Venezia Giulia Il comm. Giovanni Spangaro parla a nome del Presidente Cavaliere del lavoro Andrea Pittini, assente per precedenti impegni. Il comm. Spangaro ribadisce l’importanza del collegamento tra mondo scientifico e tecnico e mondo imprenditoriale. La scelta della sede di una parte del Convegno, palazzo Torrioni , è un segno esplicito della importanza che alla collaborazione tra università e industria viene data da entrambi i partners.

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Si potrebbero tralasciare queste dichiarazioni come cose ovvie;tuttavia queste dichiarazioni equivalgono ad impegni, che sono momenti di sollievo per chi, nel mondo universitario , è tenuto a lottare con grande tenacia per poter fissare onbiettivi di ricerca, che richiedono finanziamenti difficili da reperire esclusivamente nel mondo universitario. Siamo ora nel momento della simbiosi tra scienza pura ed applicata, tra teoria e sperimentazione ,tra ricerca limitata ad un campo di stretta specializzazione e ricerca che apre le porte necessarie allo scambio di conoscenze tra settori confinanti. Mi piace sottolineare,a questo punto , il fatto che Spangaro non abbia dimenticato l’aggettivo “tecnico”parlando di sapere, che non è soltanto “scientifico” . Gl’ingegneri, quelli che fanno, come li definì il Fisico Eduardo Caianiello” in occasione del Convegno di Sorrento (III Convegno ADM), sarebbero menomati nel loro essere, se non fossero in grado di “materializzare” le loro idee; spesso lo strumento più idoneo allo scopo è proprio il Disegno Tecnico” che ha acquistato dignità scientifica nel momento in cui i Cultori della materia sono diventati consapevoli del fatto che quanto rappresentato sul foglio da disegno è la visualizzazione delle idee che il disegnatore va elaborando.

$$$A Spangaro seguì Il Prof. Piero Susmel, Prorettore dell’Università degli studi di Udine. . Pronunciò parole di benvenuto, che, se ad un certo punto possono sembrare routinarie, dall’altro ,analizzando con cura le parole e le frasi pronunciate alla guisa di un linguista , appassionato del “de Interpretatione” di Aristotele, si scopre che le parole stesse acquistano il valore aggiunto, tutt’altro che trascurabile , della sincerità. Coerentemente con quanto sopra scritto , mi sembra ragionevole riportare quanto scritto dallo stesso Susmel:” E’ opportuno sottolineare ancora come attualmente chi dirige l’università , preso dai problemi dell’amministrazione quotidiana , dai tagli di fondi e da altri problemi che rendono difficile la gestione dell’università stessa, veda nell’apertura di enti territoriali sia pubblici che privati una risorsa non facilmente sostituibile per l’attività e lo sviluppo degli studi universitari stessi. .A dimostrazione dell’importanza data al convegno,Susmel ha giustamente rilevato la partecipazione di tutte le università del Triveneto, e ,sull’altro versante l’impotrtanza della mostra che rappresenta l’excursus storico dell’evoluzione del disegno.Ecco: a chi in questo momento scrive, pare che la mostra stessa ,rappresenti la storia del Disegno.E’quanto affermato da illustri Storici e filosofi: la scienza X è la storia della Scienza stessa. Con questo, il Disegno acquista anche sotto questo aspetto, la dignità pari aa qualsiasi altra disciplina.Anticipando per un attimo il futuro , posso rilevare che il Disegno ha occupato, con piena legittimità, aree che vanno dalla matematica superiore alla Logica, alla

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Filosofia , e altre, non solo per una pura aspirazione culturale, ma perché molte di queste discipline confinanti vengono studiate autonomamente per tutta la “zona” che caratterizza il carattere interdisciplinare della specifica trattazione o dello specifico argomento.

L’intervento conclusivo è de dott.Gabriele Renzulli, Vice presdente della Giunta della regione Friuli . Venezia Giulia, diventata nel giro di 25 – 30 anni, da regione prevalentemente agricola a regione ad elevato carattere industriale .Questa evoluzione spiega ampiamente l’interesse di tutti i cittadini , e , ovviamente, di tutti coloro che hanno specifiche responsabilità amministrative e culturali, per l’evento costituito dal V Convegno dell’Associazione Disegno di Macchine, ADM. Renzulli va al di là dei pur importanti convenevoli per mettere in risalto la marginalità geografica del triveneto , che spesso si espande nelle regioni circostanti dell’Austria e della Jugoslavia non certo dal punto di vista strettamente politico, ma piuttosto per contiguità culturale ed economica.E’ proprio questa contiguità che impone una contiguità tecnologica ed imprenditoriale.E’ anche facendo riferimento alle vicende politiche della seconda metà degli anni 80 che spingono Renzulli ad affermare che “ l’uomo dovrà sempre di più misurarsi su due concetti cardine: lo sviluppo delle conoscenze da una parte e la compatibilità con risorse umane dall’altra. Sono due esigenze forse incompatibili. Esigenze di progresso e esigenze di fondi .L’unica possibilità per superare questi due ostacoli apparentemente insuperabili, sta nel rendimento il più possibile elevato dei fondi spesi.Il convegno in corso, la collaborazione attiva e fruttuosa tra università e industria, di cui il Convegno stesso sta dando ottimo esempio, giustifica una visione ottimistica per il futuro.Restano ancora da illustrare e commentare le conferenze e tavole rotonde , a cui abbiamo accennato e di cui abbiamo riportato l’elenco.Ma ci sembra giunto il momento di soffermarci sulle memorie illustrate durante il Convegno, e che in ogni caso costituiscono l’evento principale di ogni manifestazione di tipo congressuale.

.

V Convegno

§.3 Commento alle memorie presentateNella prima parte del lavoro relativo al V convegno abbiamo riportato l’elenco delle memorie ivi

presentate .Abbiamo altresì rilevato che le 24 memorie sono raggruppate in un’unica sessione

divisa in 2 parti di 12 memorie c ciascuno . Sarebbe d’altra parte difficile battezzare i lavori in

modo diverso, o suddividerli in gruppi definiti da diverse caratteristiche.23

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Nel 1986, epoca dell’incontro di Udine, si era entrati ormai in un mondo nuovo , e lo stesso

computer o calcolatore, conservava il nome in omaggio alla storia, ma ben difficilmente veniva

usato esclusivamente per calcoli matematici, fossero essi di media o alta matematica.

Il computer era ormai orientato verso la progettazione e/o la produzione o anche verso il disegno

puro . Il calcolatore aveva già in parte sostituito, e si avviava a sostituirlo in tutto, il vecchio e caro

tecnigrafo, su cui si erano addestrati e generazioni di Allievi ingegneri e di periti o geometri, che

pure ,senza il calcolatore, avevano realizzato opere di alta ingegneria.

Quasi in contemporanea con il calcolatore ( ah, le vecchie schede perforate! ) era nato il plotter che

praticamente differiva dal computer vero e proprio per aver l’output grafico anziché numerico. E qui

si era fatto ricorso alla geometria proiettiva e alla descrittiva trasformando praticamente il disegno

dalla forma grafica a quella analitica , trasformando ancora le soluzioni analitiche in forma grafica.

Nacque così la “ grafica computazionale” universalmente nota come “ computer graphics”. Forse

tutti ricordano le curve di Bezier, le splines,le B.splines, le matrici di trasformazione relative alla

assonometria ortogonale o obliqua , alla prospettiva, etc. E sarà quasi doveroso ricordare il nome di

Requicha.

Fin qui ci troviamo ancora nel disegno tradizionale,anzi tradizionale e semplice.: si era sostituito al

tecnigrafo materiale il tecnigrafo elettronico; ma poi ,al compasso e alle curve presenti nei disegni

automobilistici e navali… Ma poi il disegno assunse il carattere di progettazione , e i computer

furono dotati di programmi specifici.

E’ stato ,quello del passaggio dal tecnigrafo materiale a quello elettronico, in cui i disegnasti si

sono sbizzarriti con la geometria descrittiva e quella proiettiva, le inverse generalizzate , e poi, con

le reti semantiche,e sono divenuti consueti i nomi di Guido Zappa, e , andando indietro con il

tempo, i nomi di Cremona,Castelnuovo, Fano, ed Burali Forti. E poi ,dalle forme si è passati al

concreto: profili coniugati,,,l’evolvente di cerchio che ben si presta a rappresentare il profilo di un

dente di un ingranaggio ….e poi si è passati dall’astratto al concreto, dalle forme al contenuto. Ci si

è resi conto che la superficie di un pezzo non può corrispondere esattamente al corrispondente

disegno. E fanno la loro comparsa le mitiche tolleranze prima con caratteristiche indicate

verbalmente; con gioco, o interferenza o incerte e fa la sua comparsa la statistica, l’altrettanto mitica

gaussiana, e poi….fa la sua comparsa il sistema esperto, il CAD-CAM.

Ed è proprio sui sistemi esperti , sul CAD-CAM , sulla progettazione orientata alla produzione che

fa leva il motivo conduttore delle memorie presentate

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La visione degli articoli è piuttosto “globale”, “metodologico” per cui risulta difficile suddividere le

24 memorie in classi particolari .Alcune memorie sono orientate alla didattica e quindi di tipo

piuttosto descrittivo,visto che risulta piuttosto arduo trattare la didattica da un punto di vista

scientifico, anche se negli ultimi tempi, al congresso INGEGRAF 2008 , sono state proposte

memorie impostate sulla didattica, ma , per così dire, una didattica spinta, con forti spunti di

psicologia scientifica.

4. Sui singoli contributi.

Non ripeteremo i nomi degli Autori né i titoli dei contributi presentati al Convegno.

Basta riandare al § ( 1) . Nel lavoro n.1 è descritto un” modellatore geometrico solido,

sviluppato con linguaggio OPS5 indirizzato alla interpretazione dei dati geometrici in termini di

asportazione del materiale”.

Così recita ,in parte , il sommario della memoria.Non ci sentiamo di esprimere alcunché sul

linguaggio citato. E’ possibile che a distanza di oltre un ventennio a questo linguaggio non si fa più

riferimento; è anche probabile che i riferimenti ci siano sfuggiti. Si tratta comunque, come è detto

esplicitamente Il modellatore appare quale un sistema basato su operazioni di tipo booleano su

elementi solidi. Per un approfondimento dell’argomento raccomandiamo la lettura o rilettura del

fondamentale articolo di Aristide Requicha “la cui impostazione di tipo eminentemente logico,

consente l’interpretazione univoca del disegno, e della produzione anch’essa univocamente

correlata al disegno.

Ci piace riportare le conclusioni dell’articolo:”Quanto riportato nel presente lavoro rappresenta

soltanto un primo passo verso lo sviluppo di uno strumento software di maggiore complessità.Lo

sviluppo del modellatore solido, pur nelle sue limitazioni soprattutto per quanto riguarda il tipo

delle primitive utoilizzabbili, ha permesso ina verifica delle scelte effettuate e degli strumenti

utilizzati , in particolare del linguaggio OPS5”

Nel lavoro n.2, Biggioggero e Rovida ,seguendo una loro tradizionale prassi si intrattengono sugli

aspetti didattici dell’insegnamento del Disegno, aspetto che viene ripreso oggi, da altri Autori, al

Convegno INGEGRAF-ADM di Valencia. Bisogna precisare immediatamente che il Disegno, in

particolare il Disegno di macchine, viene inteso nel senso di Progettazione. Il modello di riferimento

è la progettazione metodica di Hubka, che ebbe molti sostenitori in Italia, tra cui, appunto, gli autori

della memoria ora in esame, Biggioggero e Rovida, il prof. Pighini di Roma, Donnarumma, Eugenio

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Castelli, e altri. E’ rilevante l’analogia tra progettazione metodica e progettazione didattica, che

appare del tutto logico la simbiosi tra il “concepire “, che alla base del progettare e il realizzare che

avviene secondo le fasi in cui il progetto è stato concepito.

Ci piace riportare la strutturazione dell’ “unità matetica” con cui viene designata la parte didattica

con la quale si trasmette il singolo concetto.Gli autori fanno riferimento alle teorie behaviouristiche

(L.Fontana Tommasucci) per la trasmissione di una determinata informazione , alle teorie gestaltiste

per la parte critica (( K.Koffa) , ed alle teorie cognitive per ala parte applicativa (I.S.Brunner)..

La conclusione .ovvia , sta nella ricerca del collegamento tra mondo interno (Scuola, università) e

mondo esterno,

Santoro e Schiavone s’impegnano in una trattazione rigorosamente matematica delle proiezioni

ortogonali, assonometriche e prospettiche.

La nota n.4 presenta qualche analogia con la nota n-32, immergendosi entrambe nel campo della

didattica. La nota di Guggia,M,Tosetti ,Wolf e Milanese hanno però un aspetto decisamente pratico

e apparentemente semplice in quanto la ricostruzione a priori dell’immagine sezionata sfugge alla

nostra capacità visiva .

La nota n. 5 di Milanese e Tosetti mostra anch’essa finalità didattica. Questa è però piuttosto

elaborata in quanto prevede l’interazione tra parte grafica e parte numerica, tra didattica e ricerca,

tra teoria e pratica. In ogni caso è previsto un impiego fortemente critico dei nuovi ( per quei tempi)

strumenti di calcolo, in modo da poterne valutare correttamente le potenzialità e i limiti.

Nella nota n.6 piuttosto lunga, (14 pagine), Chiesa e Chirone s’impegnano nel riguardare i dati

ottenuti nella simulazione del volo nel campo dell’addestramento dei piloti, sotto l’aspetto della

progettazione. Questo cambio di “prospettiva” richiede opportune e non semplici trasformazioni e

idonee procedure.

In questo settore, all’epoca del tutto originale, gli Autori ottengono lusinghieri risultati.

Un carattere diverso presenta la nota n. 7 (Alberini,Fedrizzi,Wolf). Si va abbastanza al di là di

quanto studiato nei precedenti corsi di disegno, quando lo studio delle saldature era limitato alla

nomenclatura e alla designazione dei tipi di saldatura. La trattazione ha un carattere piuttosto

empirico, come richiede l’argomento , ma va lodato per la chiarezza espositiva con cui vanno

trattati i punti fondamentali , anche se di primo livello, della teoria della saldatura. Va anche rilevato

che nell’articolo ora citato si fa un opportuno riferimento alle sollecitazioni a fatica, fino a poco

tempo prima dominio assoluto della Costruzione di macchine della teoria della saldatura.Va anche

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rilevato che nell’articolo ora citato si fa un opportuno riferimento alle sollecitazioni a fatica, fino a

poco tempo prima dominio assoluto della Costruzione di macchine

Culla e Piccinini (n.8) affrontano il tema della garanzia della qualità nella gestione dei documenti

ha un carattere particolare ed è a torto trascurato nei nostri ambiti , almeno a livello scientifico. Gli

Autori si prefiggono di richiamare sull’argomento la dovuta attenzione da parte degli addetti ai

lavori. .

Con le note di A. Previato e S. Calabrò (n. 9 e n.10) si torna al tema della progettazione.

L’argomento di Previato rappresenta anch’esso, per quei tempi una novità, anche se forse non una

novità assoluta.

Ma il tema della modellazione solida che travalica il disegno tridimensionale è certamente molto

attraente. Mi sembra opportuno riportare le parole dell’Autore:”Disegnare un oggetto in tre

dimensioni e poterlo immediatamente visualizzare e manipolare ( CAD) era un risultato

impensabile fino a pochi anni fa; ma costruire al computer superfici nello spazio , lavorarle con

l’utensile voluto e poterlo verificare geometricamente ( CAM) significa essere già certi del risultato

finale prima che un solo pezzo di truciolo si sia staccato dal pezzo”.

Molto dettagliato e immerso nella pratica è il lavoro di S. calabrò che prende in esame la l’uso del

CAD nella progettazione della Divisione Trasformatori e Macchine elettriche di Milano , Pomezia

e Monfalcone..

In particolare viene messa in rilievo la integrazione ( o , forse meglio) interazione CAD /CAM nel

processo progettazione / produzione..

La parte prima si conclude con la nota di L. Dolegna e quella di C.bandera,P.Barlini ,G.Zonta.

Dolegna tratta il processo di progettazione , immerso letteralmente, in quello di produzione.”I

programmi ,scrive l’Autore,sorvegliano l’esecuzione del progetto , aiutando il progettista nella

stesura dei disegni,indicando contemporaneamente eventuali limiti raggiunti nel dimensionamento

e quelli relativi alle macchine utensili e ai processi di fabbricazione disponibili” .Il sostantivo “

programmi” usato come soggetto agente dà la sensazione che l’Autore consideri , e non a torto, i

programmi stessi quasi esseri viventi .

La nota n.12 di Bandiera et alii risulta lunga e ben articolata. Fa la sua comparsa il “ generatore

grafico” che “iniziando dallo studio morfologico dell’oggetto e proseguendo con l’analisi delle

possibili lavorazioni prosegue fino a comprendere i problemi dell’esecuzione automatica del

disegno completo di vuotatura e di tutti i segni grafici codificati dal disegno tecnico”.

Il lavoro si presenta, come già detto , completo nei particolari e ben chiaro.

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I principali vantaggi del procedimento al generatore grafico consistono, secondo gli Autori nella

– diminuita possibilità di errori;

- uniformità di progettazione;

- perfetta rappresentazione grafica direttamente utilizzabile per la programmazione delle

macchine a Controllo numericp.

Altri vantaggi sono offerti dalla versatilità del metodo, legata alla sua struttura aperta e modulare

Con questa nota ha termine la parte prima delle memorie presentate. Queste soni in gran parte di

tipo pratico- progettuale. Altre memorie riguardano problemi di didattica, spesso trascurati, ma

che nel V Convegno guadagnano il meritato posto di rilievo.

Parte seconda

La parte seconda comincia con una nota impostata sulla didattica, (nota n.13) in cui il computer

viene usato soprattutto nella sua veste autentica di calcolatore numerico, con particolare

riferimento al problema delle tolleranze. A.Carrino, L.Carrino,F.Carrino stendono una memoria di

indubbia utilità pratica (n.14) in quanto tratta della corrispondenza delle sigle degli acciai (e quindi

delle loro caratteristiche ) secondo le norme straniere , tra cui quelle americane e giapponesi, e le

norme italiane..

Stefano Tornincasa (nota n.15) affronta un argomento che , solo pochi anni addietro sarebbe stato

considerato non pertinente al Disegno : quello dell’impiego razionale di un modellatore solido ,

destinato per un verso al calcolo agli elementi finiti sulla base della Constructive Solid Geometry

(CSG) , con generazione automatica del reticolo,oggi chiamato quasi esclusivamente mesh,oppure

sulla base della rappresentazione per superfici . Altri impieghi del modellatore descritto da

Tornincasa sono di tipo progettuale .oppure di tipo pratico, per la generazione della traiettoria

dell’utensile per macchine a controllo numerico.

Di ampio respiro è la memoria n.16 di A. Facchini,che riguarda la possibilità di gestire un numero

molto elevato di informazioni di immediato impiego , a mezzo di pacchetti CAD bidimensionali .

La nota è di tipo essenzialmente pratico, con esclusione di qualsiasi approccio di tipo matematico.

Anche la memoria n.17 è di tipo didattico -pratico ed è rivolto ad allievi di corsi di formazione

presso un’azienda legata alla Confindustria.

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La struttura della memoria induce a riflettere sulla esclusione degli approcci di tipo matematico

rilevato in alcune delle memorie presentate al convegno. La presenza di un approccio matematico

sembrava, secondo noi a torto, “conditio sine qua non” per dare dignità scientifica ad un articolo.

Nella memoria n.18 è riportata un’interessante panoramica sull’evoluzione del CAD-CAM a

partire dagli anni ’60. . Si raccomanda una rilettura dell’articolo: la storia di una disciplina è in

effetti la disciplina stessa.

Le note 19 e 20, rispettivamente di Di Filippo, e di Garro e Panico descrivono in maniera

abbastanza dettagliata e chiara le impostazioni dei sistemi CAD-CAM rispettivamente in ambiente

ed in ambiente automobilistico e navale .

Per quanto le esigenze dei due settori appaiano e in effetti siano notevolmente diverse, appare

notevole l’unità del sapere necessario per affrontare e risolvere le due problematiche.

La memoria n.21 di Agnese Pirlò Vignola della FIAT Auto affronta il problema della visibilitànel

veicolo e del relativo controllo. Come conviene allo studio di un argomento eminentemente

pratico ,svolto in un’azienda , lo studio stesso si lascia apprezzare per la chiarezza e e l’utile utile

mole d’informazioni , che comprendon anche normative straniere, che viene fornita al Lettore .

Le ultime tre memorie del Convegno trattano tutte di problemi automobilistici e Precisamente:

La nota n.22 tratta dell’automatizzazione di cinematismi; la nota n.23 tratta della quotatura

automatizzata, la nota n.24 tratta di problemi strutturali .In quest’articolo ,come negli altri due

precedentemente citati, sono fusi armonicamente e risolti, problemi strutturali, progettuali e ,

ovviamente, problemi di tolleranze.

6° . Conclusioni

Dall’esame delle memorie presentate balza subito evidente una caratteristica precipua.

Mentre nei precedenti Convegni le note presentate erano caratterizzate da un argomento “focale”, sì

che era possibile raggrupparle in sessioni diverse intitolate con il tema caratterizzante le memorie

da illustrare, gli articoli di Udine avevano un aspetto che , forse a ragione, poteva definirsi di tipo

globale, in quanto molto spesso venivano trattate nel loro insieme le problematiche di progettazione

– produzione relative, ad esempio la categoria automobilistica , o navale , o altro.

Altri articoli, quali ad esempio le note n. 2,3,4,5, ed altre, trattavano i problemi di tipo didattico

presenti nell’insegnamento della grafica computazionale. Spesso tale argomento è stato illustrato in

maniera abbastanza approfondito, se si tien conto che gli articoli stessi erano presentati in un

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convegno ben lontano , per i temi trattati, dalla psicologia , docimologia o altro che attenga

all’insegnamento e all’apprendimento.

Abbiamo già rilevato che queste tematiche sono ora entrate nel nostro mondo culturale e scientifico

(si veda ad esempio lo INGEGRAF 2008) in misura non trascurabile.

In definitiva, anche il V Convegno ADM presenta un suo aspetto particolare e rappresenta un

notevole passo avanti rispetto al passato: Ciò rientra ormai nella tradizione dei convegni ADM.

Potremmo concludere che la partenza da 0 ,o quasi, del contenuto scientifico della nostra disciplina,

ha rappresentato un vantaggio in misura ben maggiore di un ipotetico handicap.

4. Tavole rotonde

E’ il momento di parlare dell’evento conclusivo del Convegno, vale adire della sessione dedicata

alle “ Confere3nze, seminari, tavole rotonde.”.

Di questa sessione abbiamo già parlato; è una sessione certamente atipica .Consta della

“Presentazione” dei curatori C.Bandera, A.Sabbatini, A,Tosetti, della “Apertura” che ricorda un

po’ la Ouverture” di un’opera, con interventi di parecchi violini, anch’essi già citati; .Di Benedetto,

Spangaro,Susmel. Renzulli.

Intervengono poi i solisti, quali Alberto Rovetta e Franco Jovane Il Titolo dell’intervento è già un

programma:”Ruolo della progettazione e del disegno meccanico nella prospettiva

dell’automazione della fabbrica e della innovazione tecnologica.”

L’intervento di Alberto Rovetta è sintetico, colto, raffinato. Non mancano riferimenti

filosofici,inseriti perché necessari e non per civetteria , non mancano quando sono necessari. Un

accenno, breve ma efficace vien fatto al problema della specializzazione , e , per necessità al suo

complementare : il problema della interdisciplinarità.Ci piace riportare alcune parole dello stesso

Rovetta:”Il progettista meccanico oggi trova necessità di integrarsi con la struttura elettronica ,

con la struttura di controllo , con il sistema esperto per lo sviluppo dell’informazione ,con la

struttura chimico fisica di un sistema, con l’ambiente…..E qui interviene , immediato il problema

della specializzazione e del pensiero di Max Weber, di cui si parla nel sito A.D.M:

Francesco Jovane fa ,rispetto all’intervento precedente, un maggior riferimento alla pratica. Lo fa

ad alto livello . Pone una notevole enfasi su quanto ha affermato Rovetta , cioè sulla struttura del

mondo dell’ingegnere , diverso da quello della natura , ma che con questo deve coesistere, perché è

alle leggi della natura che il prodotto deve obbedire.

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Ed ecco apparire nella sua veste filosofica il rapporto tra progetto e produzione, che equivale al

rapporto tra “Idea” e “realtà” “tra “modello” e realizzazione”. Si affaccia prepotentemente alla

mente la figura di Platone, dei grandi Logici come Aristotile, Parmenide , Galileo , ….. che si

sviluppa la tesi di Jovane , armonicamente colle gata da quella di Rovetta, che armonicamente lega

Idea e Realtà, Logica e matematica, e poi , andando sempre avanti, pensiero ed emozione.

Entrano così a pieno titolo nella morfologia del disegno, la filosofia e ala Logica, il pensiero e l’emo

zione.Qualcosa sull’argomento può reperirsi nel sito A.D.M.

5.Presentazione della mostra dedicata ai Disegni di macchine

Alle ore 15 del 28 maggio 1986 ha inizio nel Salone riunioni di Palazzo Torrioni in Udine,la

Presentazione della mostra dedicata ai “ Disegni di Macchine :Evoluzione di un linguaggio nello

sviluppo della Tecnica”

Il titolo è significativo: si tratta di un mezzo per trasmettere un messaggio da un individuo( o

gruppo d’individuo) a un altro individuo, o gruppi d’individui.

Questa definizione è , alla metà degli anni ’80 ,superata: si tratta ora non già di comunicare da

umano ad umano; in tal caso basta il disegno tradizionale, che per secoli è stato sufficiente a

trasmettere fedelmente messaggi da uomo ad uomo..

La mostra richiede bravi relatori che chiariscano il significato intimo della mostra e la evoluzione

del Disegno, cui la mostra è dedicata.

Parleranno i Professori

Ezio Jurzolla, Ordinario di Costruzione di Macchine nell’Università di Padova,;

Sergio Bonamico, Ordinario di Architettura e Composizione Architettonica nell’Università de

l’Aquila;

Carlo Taccagni, Ordinario di Storia della Scienza e della Tecnica, Direttore del Centro di Studio

sulla Storia della Tecnica del CNR, dell’Università di Genova;

Vittorio Marchis,Associato di Meccanica Applicata alle macchine presso il Politecnico di Torino;

Emilio Chirone , Associato di Disegno di Macchine presso il Politecnico di Torino

I relatori sono Docenti di materie tra loro affini , ma non identiche, a dimostrazione che il Disegno

di Macchine ha superato i limiti angusti della pertinenza, di cui era accreditata fino a poco più di un

decennio prima..

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Il Prof.Jurzolla dà inizio alla sessione , dapprima elogiando la sorta di meticolosa meticolosità con

cui è illustrata l’evoluzione del principale linguaggio che ha condotto lo sviluppo della tecnica fino

alla soglia dei nostri giorni . possiamo aggiungere ,con le parole di Jurzolla, che “ l’esposizione

…..costituisce un capitolo originale nel quadro più generale della mostra un quanto traccia in

ordine temporale una specie di storia della tecnica, prendendo le mosse da quelle forme grafiche

che risultano in stretta connessione con lo sviluppo della storia industriale.

Così la storia del disegno riprende, quasi istante per istante, l’evoluzione del “disegnato”, dai

precursori, al Rinascimento , a quanto è prodotto nel periodo tra le due guerre e dopo: è il film della

Storia industriale.

Il Prof Bonamico è presente, così sostiene, in quanto tutto il mondo culturale è interessato da questo

fatto nuovo che è la rappresentazione del processo industriale a tutti i livelli e in tutti i suoi dettagli e

risvolti: :Una delle ultime biennali di Venezia , dice ancora Bonamico, è stata intitolata “ Arte e

Scienza”, per mettere in evidenza i rapporti tra questi due principali momenti dell’essere umano

Forse Bonamico ha presente Galileo quando si sofferma l’influenza che in forma diversa, il sistema

Tolemaico e il sistema copernicano hanno esercitato sull’Arte.

Pezzi d’arte, conclude Bonamico,chi non li ha visti li vesrà, sono i disegnidel Politecnico di

Milano,di Torino di fine secolo XIX e pezzi d’arte sono certe macchine che oggi si vendono e si

comprano dagli antiquari. Grazie.

E’ poi la volta del Prof. Carlo Maccagni. La sua è una relazione estesa ( 12 pagine fitte), da cui si

scorge la natura dell’oratore direttore del centro di studio sulla Storia della Tecnica del CNR presso

l’Università di Genova. Riappare quale Regina indiscussa la Storia; appare chiara che dire Re ( o

Regina) significa dire le cose a metà, o meno ancora , per cui viene oscurato l’ambiente in cui la

Storia si evolve, che nel nostro caso è la storia della Società, in cui la Tecnica si evolve.Maccagni si

sofferma sui rapporti tra Scienza e Tecnica a partire dal ‘700. Assolutamente teorica la Scienza,

quasi esclusivamente pratica la tecnica; e poi, quasi nessuna influenza della Scienza sulla Tecnica e

viceversa.Il disegno, dice ancora Taccagni è la forma propria di espressione della cultura tecnica;

…. E poi,credo che per secoli fino alla rivoluzione industriale , sia un operare errato quello di unire

il discorso tecnico e il discorso scientifico :i due discorsi sono separati e si tramandano in forme

completamente diverse. L’orazione di Taccagni prosegue, dotta ma non pedante,vola sul mondo

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greco e su quello romano mette in evidenza la connessione esistente tra la teoria e, al di sotto di

questa, la .Vengono citati Archimede ,Erone Pappo.

Lo spazio non ci consente una esposizione del discorso di Maccagni. Le citazioni che abbiamo fatto

servono a mostrare il livello dell’orazione e forse a comprendere lo “spirito” delle diverse finalità

tra disegno architettonico e Disegno meccanico e quindi della diversa struttura.Lentamente il

disegno tecnico comincia ad acquistare il livello di Scienza, a far la sua comparsa nell’Encyclopèdie

, ad acquistare il significato di progetto. E qui compare l’ing.Franz Realeux,docente di Disegno di

Macchine al Politecnico di Zurigo, che fu il primo ideatore della teoria delle macchine moderne.

Discorso completo , quello di Taccagni, e dotto, come abbiam già detto, ma anche praticamente

utile, se convince il Lettore della forte interconnessione tra Teoria e Pratica,tra Scienza e Tecnica.

A taccagni segue il Collega Vittorio Marchis, noto anche come scrittore e giornalista esperto di

storia e filosofia della scienza e della tecnica. Marchis s’impegna in una dotta discussione su alcuni”

aspetti figurativi del disegno tecnico,nel corso del 1700e del 1800che possono essere assunti come

tipici esempi di certe posizioni evolutive”

E’ di grande interesse storico, a nostro avviso, il fatto che un giovane ufficiale , il commendator

D’Embser, incaricato di stilare un inventario delle cose inerenti all’artiglieria, sia stato altresì

incaricato di redigere anche e soprattutto un dizionario perché si era riscontrata una grande

confusione nella terminologia tecnica. Al dizionario fu disegno, in modo che i singoli oggetti

fossero designati con un loro specifico oggetto.

E’ forse il primo dizionario tecnico italiano e forse europeo , che per la sua funzione era strutturato

in modo coerente con la “standardizzazione” allora ancora “in nuce”. .Addirittura sembra che per

qualche aspetto, soprattutto per la struttura e la precisione dei disegni, il dizionario possa

paragonarsi all’Encyclopedie.

Al fascinoso intervento di Marchis fa seguito l’altrettanto interessante intervento di Emilio Chitone..

E’ quasi impossibile sintetizzare questi contributi: pare che ogni parola sia indispensabile per la

comprensione effettiva dell’argomento, che coinvolge Storia, scienza,tecnica, filosofia. Ci

limiteremo pertanto a riportare qualche proposizione del lavoro di Chitone:

”….In questi disegni settecenteschied in quelli che vedremo in seguito, siamo ancora al disegno

illustrativo, al disegno che costituisce spesso un appunto per lo studioso, la pura trasposizione su

carta di quello che rimane ancora il documento principale per la costruzione: cioè il modello .

Il disegno costruttivo,… in base al quale si costruiscono gli oggetti, si ha soltantoal tempo della

rivoluzione industriale…

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Con splendida sintesi, Chitone aggiunge che quando in Francia si cominciano a fabbricare macchine

a motore su licenza inglese “anziché trasportare macchinari, si trasmette l’informazione per

costruirli”

E l’informazione è costituita proprio dai disegni , che hanno ormai raggiunto con la precisione

richiesta, la dignità di disegno tecnico, vale a dire di strumento per la trasmissione di informazioni

che avviene ormai in modo sicuro . Da un punto di vista strettamente scientifico, possiamo dire che

comincia a formarsi la coscienza del fenomeno 2fisico-matematico” che va sotto il nome di teoria

dell’informazione e quindi dell’”entropia informazionale”, quasi due secoli prima che Wiener e

Shannon formalizzassero le loro teorie.

Dalla lettura dei contributi dei singoli alla presentazione della mostra sui disegni di macchine ,si

evince quanto di cultura e di coscienza dell’interdisciplinarità per l’evoluzione della Tecnica oltre

che della Scienza sia stata trasmessa ai lettori ..

6. Seminario sulle prospettive dell’evoluzione dei sistemi CAD.CAM

Di carattere diverso fu il seminario di cui al titolo. Esso si svolse in un ambiente eminentemente

pratico. I relatori appartenevano al mondo industriale. Essi furono

1. Ing. Giuseppe Biffi ,della COMPUTER VISION Italia , S.p.A, Segrate (MI)

2. Sig. Angelo sacco ,VEGA , S.p.A, Varese

3. Sig. Giuseppe Ardizzone,IBM Italia , S.p.A,

4. Ing.Dario Lelli, APOLLO Computer , S.p.A,. Padova

Gli interventi dei relatori furono ben accolti dagli ascoltatori; d’altra parte, come per ogni

valutazione di carattere storico, il giudizio va riportato al tempo in cui l’oggetto si è verificato.

Alcune osservazioni, nuove per i tempi in cui furono fatte, risultano forse addirittura ovvie ad oltre

venti anni dal momento in cui esse furono fatte.

E’ utile pertanto riportare il titolo del seminario:

Presentazione di ditte produttrici dei sistemi grafici in esposizione nell’Istituto Tecnico Industriale

“Arturo Malignani “ di Udine

Il primo relatore,ing. Giuseppe Biffi parlò sul tema “Il personal sul tavolo del progettista”..Mise in

rilievo il vantaggio, già allora acquisito, della memorizzazione di un insieme di simboli,scritte ,dati

di uso frequente,risparmiando la fatica e il tempo di riscrivere o ridisegnare.

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Ma il vero vantaggio consiste nel ridisegnare solo la parte del disegno che va ridisegnata e non

l’intero disegno, come accade ,in caso di necessarie modifiche , se lo strumento del disegno è il

tecnigrafo.

Il sig. Vega presentò un ‘ applicazione del controllo numerico utilizzando un data – base

geometrico.Si soffermò in via preliminare su una panoramica sui due pacchetti principali di

controllo numerico implementati su personal computer,il Personal Machinist per controllo

numerico a due assi , e quello per tre e cinque assi.

Il Sig.Ardizzone della IBM ITALIA Sp.A. si soffermò su un prodotto d’interfaccia tra le

applicazioni dei prodotti per la progettazione e le stazioni di lavoro grafiche.

E’ superfluo soffermarsi sui vantaggi dati da un tale prodotto d’interfaccia

L’Ing.Dario Lellli descrisse brevemente le ragioni del successo della Apollo. Tra queste, la

principale ragione consiste nella creazione della “Workstation” che consente al singolo utente in

rete con le altre.

Le caratteristiche principali della macchina sono:

1.elevate performances;

2. grafica integrata

3. rete locale

4.applicazioni-

Non siamo in grado di dire se questo seminario ebbe o no successo; ma possiamo immaginare che

anche questo seminario, di carattere forse più commerciale che tecnico, abbia ricevuto la meritata

attenzione

7 .Seminario su

EVOLUZIONE DELL?UNIFICAZIONE DEL DISEGNO TECNICO

svolto nell’Aula Magna dell’Istituto tecnico Industriale “A.Malignani dI Udine

Con interventi del

Prof.Alfredo Raimondi, Presidente della Commissione Disegni Tecnici,UNI;

Dott. Mario Pettinicchio, UNI, Milano

Sig.Giuseppe Chiarella, UNAPACE Roma

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La storia dell’unificazione del disegno tecnico ha un interesse che va al di là del puro elenco di

norme stilate sul modello di un elenco telefonico.

Come tutti i fatti storici , anche l’unificazione del Disegno ha un evoluzione non puramente casuale;

ma non segue neppure una legge puramente deterministica..

Non vogliamo addentrarci in una discussione di natura filosofica; è tuttavia pensabile che quando un

sistema evolve , s con grande rapidità , come nel caso della tecnica, certe leggi valide in un certo

tempo, non sono più accettabili dopo un intervallo considerevole temporale considerevole..Così

apprendiamo da Raimondi che la Commissione Disegni Tecnici entrò in funzione 15 anni addietro

( rispetto al 1986, epoca del V Convegno), cioè all’inizio degli anni 70, circa mezzo secolo dopo

l’Istituzione dell’UNI (1922).. Prima il Disegno Tecnico era affidato ad una sottocommissione della

Commissione “Organi Meccanici”.

Molte altre cose interessanti furono dette da Raimondi, tanto che sarebbe forse interessante

ristampare l’intero articolo

Del pari importante l’intervento del dott.Mario Pettinicchio, che si intrattiene sulla struttura

dell’UNI lamentando le ristrettezze finanziarie dell’UNI..Queste non impediscono che lUNI sia

impegnata contemporaneamente su tre fronti

Quello nazionale;

Quello europeo;

Quello internazionale per la preparazione delle norme internazionali ISO, in collaborazione con gli

organismi nazionali di oltre 90 paesi.

Queste scarne informazioni sono atte a mostrare come l’evoluzione di un settore tecnico o

scientifico non può prescindere dalla situazione nel resto del mondo. Il progresso ha imposto, tra

l’altro la normativa anche al disegno assistito dal calcolatore

Il discorso di Pettinicchio prosegue poi chiaro e dettagliato.. Ad esso si collega l’intervento di

Giuseppe Chiarella, che si sofferma in particolare sull’attività del Comitato “Segni Grafici “del CEI

,con particolare riguardo al Disegno Elettronico , ad esempio schemi per uso generale in elettronico,

o particolarizzato per impianti di energia,impianti idro- o termoelettrici ,per la trattazione

dell’informazione, o ancora altro. Ogni settore fa capo ad un particolare sottocomitato del Comitato

“Segni grafici”.

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Con l’intervento di Chiarella si chiude il seminario . Nella stessa Aula, alle ore 17 si apre il

seminario “Il ruolo della Didattica e della Formazione per l’introduzione e lo sviluppo del

CAD/CAM nella piccola e media Industria”, con la partecipazione di.

1.Ing.Raffaele Bono , Studio Synthesis, Vicenza;

2.dott. Giuseppe Franchi, IRFoP Istituto Regionale per la Formazione Professionale – Pordenone;

3. Ing.Alessandro Facchini, IRFoP, Pordenone;

4.Sig.Vito Toneatto ,ENAIP Ente Nazionale ACLI Istruzione Professionale – Udine;

5. Dott. Tiziana Dessantis, ENFAPI c.o.l. – Genova;

6. Prof. Eugenio Castelli, Dipartimento di Meccanica,Politecnico.,Milano;

7. Prof.Stefano Tornincasa;Dipartimento di Tecnologia e sistemi di Produzione,Politecnico,Torino;

8. Prof. Claudio Luini, Presidente AICOGRAPHICS,Politecnico,Milano

9. Rag. Dario Barnaba, Assessore alla Cultura e Istruzione Professionale,Regione Friuli,Venezia

Giulia

La struttura del seminario fu congruente con il suo titolo. Più che un carattere pratico,il seminario

fu impostato sulla descrizione delle esperienze didattiche dei singoli relatori: 9 relazioni ciascuna di

4-5 pagine scritte in forma molto fitta e tutte “sine titulo”, per cui risulta difficile anche

descriverne l’argomento in forma sintetica.

L’ing. Raffaele Bonno “rivelò” il titolo della sua esposizione all’inizio del l’intervento: avrebbe

parlato sul tema “Disegnare e Progettare con il Calcolatore”, elaborato in collaborazione

dell’ing.Giampaolo Ziviani, relativo ad un ‘esperienza corsuale (sic) per tecnici di Aziende a

seguito della iniziativa promossa dall’Associazione Industriali della Provincia di Vicenza.. Come in

altre relazioni, non si tratta tanto di corsi scolastici o accademici, quanto di corsi di formazione per

Allievi in gran parte fgià occupati. Vengono dettagliatamente descritte le modalità d’insegnamento

graduate sul livello di partenza degli Allievi.

’intervento del dott. Franchi è dedicato agli Allievi dei corsi di diploma: lo scopo dichiarato da

Franchi è quello di produrre uomini flessibili per aziende flessibili.Sembra quasi superfluo

aggiungere che questa filosofia è ampiamente condivisibile. Abbiamo sempre ritenuto l’eccesso di

specializzazione dannoso più che utile

L’ing. Alessandro Facchini (n.3) illustra i due corsi ,sempre i formazione, che hanno per oggetto il

CAD edile e il CAD meccanico.

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Il docente è soddisfatto dei risultati:gli allievi stanno già applicando le conoscenze acquisite nelle

loro Aziende , e alcuni di essi si sono dotati si personal computer, per sviluppare il CAD per proprio

conto..

Il sig.Vito Tomeatto ci informa che , all’epoca, i corsi di formazione professionale di cui è

responsabile sono di tre livelli, in ordine crescente di difficoltà.

Automaticamente si genera nei discenti la consapevolezza dell’evoluzione del sapere.

La dottoressa Tiziana Dessantis illustra la struttura dell’ENFAPI ,o ente di formazione professionale

della Confindustria :L’Enfapi,è il nome del Centro Operativo Ligure con sede a Genova. I

destinatari dei corsi di formazione sino diplomati o neo laureati.

La struttura dei corsi non differisce molto da quella illustrata dai precedenti relatoriI relatori

successivi, i Colleghi Eugenio Castelli, Stefano Tornincasa e Claudio Luini ,docenti universitari .

impostano le loro relazioni in modo da dare alla pratica un adeguato supporto teorico.

Castelli enuncia addirittura un teorema , che vale la pena di riportare:

”E’ possibile ottenere un corretto disegno “a norma” semplicemente disegnando sovrapposte tutte

le sezioni significative caratterizzate dallo stesso asse , in ordine di livello dall’inferiore al

superiore , cancellando ogni volta le linee che non rientrino nel nuovo contorno”

Non so se è lecito chiamarlo “Teorema di Castelli”,e nemmeno semplicemente “Teorema”;

possiamo però dire che questo teorema è immerso in una logica più “debole” di quella fuzzy, la

logica epistemica o doxastica, paracompleta e paracoerente, che viola i due principi della logica

aristotelica (binaria) : il principio del terzo escluso e quello di non contraddizione. L’aggettivo

debole non è assunto in questo caso nel senso letterale, ma in quello specifico di logica a più

valori.Ma probabilmente , anche la definizione di questo tipo di logica (epistemica) potrà essere

considerata una forzatura, o semplicemente un tentativo di nobilitare il più semplice “provare e

riprovare” dell’accademia del cimento e del prof. Castelli.

Il corso du Castelli è articolato in 5 lezioni: 1. Rapporti tra sezioni e viste; 2.Il walzer delle viste; 3.

Visioni tridimensionali e movimenti; 4. Simmetria e ambiguità( particolarmente interessante,

specialmente per quelli che non credono nel “determinismo”) ; 5.L’attribuzione dei triedri., lezione

collegata all’ambiguità insita nel disegno dei triedri, per cui riesce difficile riconoscere lo stesso

triedro nelle varie viste, quando nel triedro compaiono più quote uguali.

Il Professor Stefano Tornincasa presenta la sua memoria elaborata in collaborazione con

l’indimenticabile collega G. Colosi.

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La trattazione di Tornincasa ha un carattere austero, diversamente dal carattere effervescente del

contributo di Castelli. Ma la serietà è la stessa, il discorso grafica sull’animazione

nella didattica e sui mezzi per realizzarla, presenta ancor oggi spunti interessanti,l’esposizione

dell’argomento rivela la padronanza dell’argomento da parte del relatore

.Claudio Luini, Presidente dell’AICOGRAPHICS, e in tale veste invitato al convegno, si sofferma

particolarmente sugli equivoci destati da varie sigle ( ad esempio CAE, interpretato da molti come

Computer Aided Everything, un po’ di “General Pur pose, per tutti gli usi) . Questa vasta nebbia va

diradata se si vuole ottenere un buon rendimento da parte degli Studenti, tenendo presente,che la

strategia dell’insegnamento deve prevedere l’impiego delle cose studiate con almeno cinque anni di

anticipo.Un esempio “spiritoso” di questa commedia degli equivoci viene proposto da Luini, il

quale immagina un individuo che , comprata un’automobile, va alla ricerca dei cavalli adatti a

trainarla Chiude il seminario l’assessore Dario Barnaba , che si intrattiene poco sugli aspetti

strettamente tecnici, , ma è molto chiaro sugli aspetti economici , mettendo in guardia i

responsabili dai pericoli connessi con avventate politiche di tipo economico , spesso suggerite da

“simpatie” politiche,in senso lato, non del tutto congruenti con la realtà tecnica e scientifica.

Possiamo concludere con un giudizio positivo sul seminario in cui tutte le relazioni, di carattere

eminentemente pratico, ma con notevoli spunti teorici ,sono state illustrate con chiarezza Serve a

migliorare il collegamento tra mondo rigorosamente scientifico ,e mondo reale che potrebbe forse

chiamarsi addirittura “simbiosi”.

Senza di essa , tutti gli sforzi sono destinati al fallimento.

9. Tavola rotonda

L’evento conclusivo del V Convegno fu la tavola rotonda , intitolata

CAD/CAM: INNOVAZIONE ,FORMAZIONE;OCCUPAZIONE

Che vide la partecipazione dei seguenti Docenti e Uomini Politici

1. Prof.Antonio Dario Martegani, (Coordinatore), Ordinario di Macchine, Università di Udine;

2. Dott.Paoòo Barlini;Consulente industriale CAD/CAM;

3. Prof.Giuliano Dolcetti,Preside della Facoltà di Ingegneria, Università di Udirne;

4. Dott. Gioacchino Francescutto, Assessore all’Industria,Regione Friul i- Venezia Giulia

5. Prof Claudio Luini,Presidente AicograPhics,Associato di Disegno,Politecnico di Milano;

6. Dott. Novarino Panaro ,Ispettore Ministero della Pubblica Istruzione

7 Cav.Andrea Pittini,Presidente dell’Associazione degli Industriali della Provincia di Udine.

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Ci furono interventi anche al di fuori del gruppo dei diretti partecipanti sopra nominati, quale ad

esempio l’intervento delProf.carrino dell’Università di Napoli.

La Tavola Rotonda si svolse nell’Aula Magna dell’Istituto “ A.Malignani” di Udine alle ore 15 del

30 maggio 1986.

Gl’interventi furono all’incirca 25, e furono toccati diversi temi, soprattutto sul significato e sulla

natura stessa di alcuni termini, come Intelligenza Artificiale o Calcolatore , spesso visti nel senso di

qualcosa di umano o meglio di qualcosa che può mettere in discussione il “principio dei principi”:

il Libero Arbitrio”,

Claudio Luini, chiamato per primo in causa da Martegani per la sua indiscussa competenza , mise

subito le cose in chiaro ,invitando a non attendersi dal progresso risultati che vanno al di là dei

limiti umani

Furono messi in discussione diversi argomenti,tra cui l’eterno problema dell’insufficienza dei mezzi

a disposizione dell’Università, di ordine finanziario e burocratico. Carrino mise in evidenza anche

la scarsa retribuzione dei Docenti, che impediva ai Docenti stessi un impegno totale sul fronte della

Cultura. Tale intervento , considerato forse un po’ fuori tema, fu a mio giudizio pertinente, perché

non è possibile, nella gestione di un sistema, ignorare il problema umano; su questo si soffermò poi

il prof. Raimondi..

Non ci dilungheremo ulteriormente su quest’argomento . Il numero di interventi spesso brevissimi,

anche se sostanziosi, non ci consente di sintetizzare ulteriormente quanto è già espresso in forma

molto

sintetica. D’altra parte gli interventi non uscirono mai dal tema della tavola rotonda, che forse si può

sintetizzare ( ripetiamo ancora il verbo) nel motto :”rinnovarsi o perire”

Interesse della stampa.

La stampa non solo locale, si interessò molto al Convegno, soprattutto al Mostra dei Disegni di

Macchine. Si interessarono all’avvenimento , oltre alle riviste “Museo-Scienza”, “Sistemi di

Telecomunicazione”, il Giornale dell?Ingegnere, Elettrificazione , i giornali a grande tiratura il

Giornale, e il Corriere della Sera. Tutti espressero giudizi positivi..

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Conclusione

Il V convegno, fu questo molto diverso dai precedenti ,

In questi la parte dominante fu affidata alle sessioni del lavori presentati dai singoli Autori.

Il contenuto delle memorie fu spesso incentrato su particolari di natura scientifica, specialmente di

natura matematica.

Si trattava di dare al Disegno dignità scientifica e, di conseguenza, una struttura compartibile con

l’acquisita dignità.

Avemmo perciò memorie incentrate ad esempio su problemi di statistica, di algebra, specialmente

matriciale, sui processi semi-markowiani.

Ed ancora si affacciavano alla ribalta specifici problemi di informatica e di logica matematica.

Nel V convegno le memorie presentate avevano una struttura consolidata , sì da apparire quasi

inerenti ad un’unica problematica e, di conseguenza, è stato difficile, impossibile anzi, suddividere

le 24 memorie in gruppi inerenti a specifiche problematiche; in parole semplici mi è risultato

impossibile dare dei titoli ai sottogruppi di memorie, quale che fosse la logica con cui gli stessi sott

insiemi erano stati ottenuti dall’insieme completo delle memorie presentate ed illustrate.

Era questo il segnale di una raggiunta maturità? Mi sentirei di rispondere di sì.

Nulla vietava e nulla ha vietato , in seguito, di tornare ad occuparci di problematiche nuove.

Ad essere chiari, nel V convegno di Udine, tematiche che in epoche precedenti venivano trattate

con la delicatezza riservate ad oggetti fragili e non ben conosciuti, ad Udine venivano invece

maneggiate con la disinvoltura di oggetti ben conosciuti. Per fare un paragone, non esistevano

“lingue straniere”: tutte le lingue usate venivano padroneggiate come lingue con cui si aveva gran

dimestichezza; il che sarebbe stato in seguito di grande aiuto per affrontare problemi sempre più

complessi nella loro struttura e nei loro particolari.

Degna corona alle memorie illustrate fu rappresentata dall’insieme delle tavole rotonde e dei

seminari celebrati , di diverso livello, e soprattutto dalla mostra dei disegni di grande interesse e

congruente con la nostra filosofia , che vede la storia della Scienza X come parte integrante della

stessa Scienza.

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