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Università degli Studi di Genova Facoltà di Ingegneria Analisi dei segnali 126 Fabio Beni situazione per i segnali 5, 8 che evidenziano il picco a 14.2 Hz, come d’altronde doveva verificarsi rappresentando un modo locale di quella porzione di struttura. 5 10 15 20 25 30 35 40 0 2 4 6 x 10 -4 Frequenza [Hz] Densità Spettrale Incrociata Test 05: densità spettrale incrociata segnali 8-9 (400 punti) 5 10 15 20 25 30 35 40 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 x 10 -4 Frequenza [Hz] Densità Spettrale Incrociata Test 05: densità spettrale incrociata segnali 5-8 (400 punti) Figura 47 – Densità spettrale incrociata test a05. Tra i segnali 8-9 non si vede nulla, mentre sembra chiara la presenza tra i segnali 5-8 del picco a 14.2 Hz. Grazie ai dati analizzati è possibile trarre un’interessante considerazione: i risultati migliori si ottengono per un lato della struttura quando si colpisce il lato opposto; ossia per avere dei “buoni” risultati sul lato sinistro occorre colpire il lato destro. Tale conclusione è stata confermata anche dalla coerenza dei segnali. Infatti, pur risultando una coerenza piuttosto bassa, segno evidente di una struttura molto rumorosa, è evidente che colpendo a destra la coerenza è migliore a sinistra e viceversa (figura 48, 49), almeno in corrispondenza delle frequenze più basse. È doveroso ricordare che dalla coerenza ci si aspettava qualcosa di più in termini di localizzazione del danno, risultati purtroppo non ottenibili a causa della mancanza di tempo. A tale fine potrebbe essere interessante redire una mappatura sistematica delle coerenze e analizzare poi i risultati.

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Università degli Studi di Genova Facoltà di IngegneriaAnalisi dei segnali

126 Fabio Beni

situazione per i segnali 5, 8 che evidenziano il picco a 14.2 Hz, come d’altronde

doveva verificarsi rappresentando un modo locale di quella porzione di struttura.

5 10 15 20 25 30 35 400

2

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6x 10

−4

Frequenza [Hz]

De

nsità

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ett

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In

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Test 05: densità spettrale incrociata segnali 8−9 (400 punti)

5 10 15 20 25 30 35 400

0.5

1

1.5

2

2.5

3x 10

−4

Frequenza [Hz]

De

nsità

Sp

ett

rale

In

cro

cia

ta

Test 05: densità spettrale incrociata segnali 5−8 (400 punti)

Figura 47 – Densità spettrale incrociata test a05. Tra i segnali 8-9 non si vede nulla, mentre sembra

chiara la presenza tra i segnali 5-8 del picco a 14.2 Hz.

Grazie ai dati analizzati è possibile trarre un’interessante considerazione: i risultati

migliori si ottengono per un lato della struttura quando si colpisce il lato opposto;

ossia per avere dei “buoni” risultati sul lato sinistro occorre colpire il lato destro.

Tale conclusione è stata confermata anche dalla coerenza dei segnali. Infatti, pur

risultando una coerenza piuttosto bassa, segno evidente di una struttura molto

rumorosa, è evidente che colpendo a destra la coerenza è migliore a sinistra e

viceversa (figura 48, 49), almeno in corrispondenza delle frequenze più basse.

È doveroso ricordare che dalla coerenza ci si aspettava qualcosa di più in termini di

localizzazione del danno, risultati purtroppo non ottenibili a causa della mancanza di

tempo. A tale fine potrebbe essere interessante redire una mappatura sistematica

delle coerenze e analizzare poi i risultati.

Università degli Studi di Genova Facoltà di Ingegneria

Analisi dei segnali

Fabio Beni 127

Figura 48 – Coerenza dei segnali del test a04.

51

01

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00

.4

0.5

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Coerenza

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4: segnali

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2

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6

0.9

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Fre

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Coerenza

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4: segnali

7−

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510

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Fre

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Coerenza

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4: segnali

6−

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0.91

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Coerenza

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4: segnali

6−

>11

510

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quenza [hz]

Coerenza

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2−

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510

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Fre

quenza [hz]

Coerenza

Test0

4: segnali

2−

>10

Università degli Studi di Genova Facoltà di IngegneriaAnalisi dei segnali

128 Fabio Beni

Figura 49 - Coerenza dei segnali del test a05.

510

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0

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5: segnali

5−

>12

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5: segnali

8−

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5

0.1

0.1

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0.2

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0.4

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Coerenza

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0.1

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0.3

0.3

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quenza [hz]

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1

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0.5

0.6

0.7

0.8

0.91

Fre

quenza [hz]

Coerenza

Test0

5: segnali

2−

>10

Università degli Studi di Genova Facoltà di Ingegneria

Analisi dei segnali

Fabio Beni 129

Per concludere, con l’analisi dei segnali nel piano della struttura, si ritiene

interessante notare che, anche nel caso di martello strumentato, si verifica la

diminuzione della frequenza con l’aumento dell’eccitazione come già affermato al

paragrafo “Analisi dei segnali pre-risarcitura” a pag. 117 a proposito delle prove con

lo shaker. Questo fatto dipende, probabilmente, dal comportamento non lineare della

struttura. Quindi un’energia maggiore invalida l’ipotesi di piccoli spostamenti. In

aggiunta alle figure già riportate, nel seguito se ne riporta un’altra nella quale è

possibile vedere tale fenomeno non solo sul picco a frequenza più alta, ma anche su

quello a frequenza più bassa. L’altezza dei picchi dipende anch’essa dal contenuto

energetico e quindi dalla maggiore o minore eccitazione. L’andamento asimmetrico

dei picchi, in corrispondenza delle frequenze di risonanza, è un segno evidente del

comportamento non lineare della struttura [37].

Figura 50 –Visualizzazione della diminuzione di frequenza all’aumentare dell’eccitazione.

Segnali fuori piano

Per quanto riguarda le frequenze fuori piano, è lecito pensare siano piuttosto basse, in

considerazione del fatto che lo spessore della facciata è sottile rispetto alle altre

dimensioni. L’analisi dei segnali 14, 15 e 16, cioè quelli provenienti dagli

accelerometri posti ai lati della facciata di Palazzo Geraci, risulta abbastanza

semplice rispetto all’analisi di quelli nel piano della stessa. L’individuazione delle

forme modali fuori piano non risulta per niente agevole, in quanto il numero di

5 10 15 20 25 30 35 400

1

2

3

4

5

6x 10

−3

Frequenza [Hz]

Densità

spettra

le d

i pote

nza

Posizione 12: prova con il martello strumentato (test a04)

500 punti350 punti200 punti100 punti

Diminuisce con

l’aumento

dell’eccitazione

6 6.2 6.4 6.6 6.8 7 7.2 7.4 7.6 7.8 8

−0.5

0

0.5

1

1.5

2

2.5

3

3.5

4

x 10−4

Frequenza [Hz]

De

nsità

sp

ett

rale

di p

ote

nza

500 punti350 punti200 punti100 punti

Diminuisce con

l’aumento

dell’eccitazione

Università degli Studi di Genova Facoltà di IngegneriaAnalisi dei segnali

130 Fabio Beni

sensori è insufficiente, soprattutto per le frequenze più alte. In effetti, trovare le

forme modali fuori piano, esula dagli intenti della tesi, per questo si ritiene sia

sufficiente l’aver determinato le frequenze fuori piano. Le frequenze fuori piano più

evidenti sono:

! 2.8 Hz

! 4.4 Hz

! 13 Hz

Tali valori non sono da considerarsi fissi , in quanto sensibili a variazioni;

costituiscono pertanto un valore rappresentativo di un certo range.

Come si nota in figura 51, i primi due picchi di risonanza sono piuttosto evidenti. A

questi corrispondono rispettivamente il primo modo flessionale e il primo modo

torsionale. Come già detto, oltre tali valori l’identificazione è più complessa.

5 10 15 20 25 30 35 400

0.005

0.01

0.015

0.02

0.025

0.03

0.035

Frequenza [Hz]

De

nsità

sp

ett

rale

di p

ote

nza

Segnale 14: test a07, con martello che colpisce fuori piano

5 10 15 20 25 30 35 400

0.005

0.01

0.015

0.02

0.025

0.03

0.035

0.04

0.045

Frequenza [Hz]

De

nsità

sp

ett

rale

di p

ote

nza

Segnale 16: test a07, con martello che colpisce fuori piano

Figura 51 – Segnali 14 e 16 fuori piano del test a07.

Le colonne

Le colonne non presentano un comportamento simile tra loro, in quanto alcune

frequenze appartengono all’una ma non all’altra. Tale diversità può essere dovuta al

fatto che sono costituite da grossi blocchi di calcarenite, connessi insieme tramite un

contatto maschio-femmina (vedi pag. 90) e malta: da qui si può ipotizzare il

comportamento anomalo delle colonne.

Università degli Studi di Genova Facoltà di Ingegneria

Analisi dei segnali

Fabio Beni 131

5 10 15 20 25 30 35 40 450

0.5

1

1.5

2

2.5

3

3.5

4

4.5x 10

−4

Frequenza [Hz]

De

nsità

Sp

ett

rale

Confronto test 01 − 13: segnale posizione 3

test01test13

5 10 15 20 25 30 35 40 450

0.2

0.4

0.6

0.8

1

1.2x 10

−4

Frequenza [Hz]

De

nsità S

pe

ttra

le

Confronto test 01 − 13: segnale posizione 4

test01test13

Figura 52 - Confronto della risposta delle colonne nel caso di test con rumore ambientale. A sinistra

la colonna di sinistra e a destra la colonna di destra.

5 10 15 20 25 30 35 40 450

0.5

1

1.5

2

2.5

3

3.5x 10

−4

Frequenza [Hz]

Densità S

pettra

le

Confronto test 04 − 05: segnale posizione 3

test04test05

5 10 15 20 25 30 35 40 450

1

2

3

4

5x 10

−4

Frequenza [Hz]

De

nsità S

pe

ttra

leConfronto test 04 − 05: segnale posizione 4

test04test05

Figura 53 - Confronto della risposta delle colonne nel caso di test con il martello. A sinistra la

colonna di sinistra e a destra la colonna di destra.

Analizzando i grafici delle figure 52 e 53, in cui si riportano le densità spettrali di

potenza di ciascuna colonna, è possibile osservare che le risposte ottenute dalle prove

ambientali presentano lievi differenze tra loro, ma gli andamenti sono gli stessi. Dal

confronto dei test ambientali con i test con il martello, emergono poche

disuguaglianze, tuttavia sembra che questi ultimi forniscano risultati migliori, in

considerazione del fatto che i picchi di risonanza sono più delineati.

Anche se non afferente alle disquisizioni in corso, è interessante far notare che, nella

prova a01, è possibile osservare il fenomeno dell’aliasing in corrispondenza della

frequenza prossima a 45 Hz. Infatti tale frequenza ne rispecchia un’altra speculare

rispetto 50 Hz, essendo la frequenza di campionatura di 100 Hz. Nella prova a13,

Università degli Studi di Genova Facoltà di IngegneriaAnalisi dei segnali

132 Fabio Beni

campionata a 200 Hz è infatti sparito il picco vicino ai 45 Hz ed è rimasto lo

speculare.

Il picco a 50 Hz è in realtà un disturbo dovuto alla rete elettrica italiana che trasmette

a tale frequenza.

44 46 48 50 52 54 560

0.5

1

1.5

x 10−4

Frequenza [Hz]

Densità S

pettra

le [dB

]

Segnali 3 e 4 (colonne) della prova con rumore ambientale "a01"

a01psd3a01psd4

44 46 48 50 52 54 560

0.5

1

1.5

2

2.5x 10

−5

Frequenza [Hz]

Densità S

pettra

le [dB

]

Segnali 3 e 4 (colonne) della prova con rumore ambientale "a13"

a13psd3a13psd4

Figura 54 - Esempio del fenomeno di aliasing.

Le frequenze proprie fondamentali delle colonne sono:

! colonna sinistra:

! 7.3 Hz

! 15.8 Hz

! 17.4 Hz

! 25.5 Hz

! colonna destra:

! 7.3 Hz

! 14.8 Hz

! 16.6 Hz

! 19.0 Hz

Non si esclude che alcuni di questi valori siano caratteristici di moti dell’intera

struttura, come in effetti si può notare, quando vengono estrapolate dai risultati

sperimentali le frequenze proprie assunte come valori finali dell’analisi.

Le frequenze proprie pre-risarcitura

Dall’analisi dei dati e dalle figure precedenti emerge che i picchi di risonanza della

struttura non sono ben delineati, ma presentano situazioni di incertezza. Una stessa

frequenza, a seconda della prova analizzata, subisce lievi spostamenti, in base

all’eccitazione che è in gioco. Studiando in maniera approfondita ogni singolo

segnale, si vede come il valore sia incerto anche all’interno della stessa prova. Al

Università degli Studi di Genova Facoltà di Ingegneria

Analisi dei segnali

Fabio Beni 133

riguardo si riporta un grafico, ottenuto con le nuove tecniche di analisi nel dominio

tempo-frequenza, rappresentante la densità spettrale di potenza nel tempo:

sezionando il grafico con piani perpendicolari all’asse del tempo si ottengono le

variazioni della densità spettrale di potenza nel tempo.

5

6

7

8

9

10

0

20

40

60

80

100

0

0.05

0.1

0.15

0.2

0.25

0.3

0.35

0.4

frequenza [Hz]

PSD 3D

Tempo [sec]

PS

D d

el se

gn

ale

Figura 55 – Rappresentazione, nel dominio tempo-frequenza, delle densità spettrali di potenza in

funzione del tempo. Il segnale è proveniente da una prova con il martello strumentato (sensore 1).

16

16.5

17

17.5

18 0

50

100

150

200

250

300

0

0.002

0.004

0.006

0.008

0.01

PSD 3D

Frequenza [Hz]

PS

D d

el segnale

Tempo [sec]

16

16.2

16.4

16.6

16.8

17

17.2

17.4

17.6

17.8

18

0 50 100 150 200 250 300

Frequenza [

PSD 3D

Tempo [sec]

Figura 56 – Particolare tra i 16 e i 18 Hz della densità spettrale di potenza nel tempo. A destra

visione nello spazio, a sinistra visione dall’alto dello stesso segnale.

Università degli Studi di Genova Facoltà di IngegneriaAnalisi dei segnali

134 Fabio Beni

La visione tridimensionale nel dominio tempo-frequenza è poco comprensibile. Per

l’interpretazione dei risultati, è preferibile una visualizzazione dall’alto, come in

figura 56 a destra, molto simile agli spettrogrammi utilizzati in campo acustico.

Risulta pertanto comprensibile che i valori sotto riportati, indicanti le frequenze

proprie della struttura nel piano, sono da intendersi come rappresentativi di un certo

range. Tali valori sono:

Modo Frequenza [Hz] Modo Frequenza [Hz]

1 7.5 4 16.5

2 14.2 5 25.2

3 15.6

Ciascuna frequenza identifica un modo di vibrare della struttura. Le forme modali

associate a tali frequenze verranno rappresentate nel capitolo successivo, nel quale si

effettuerà un confronto con le forme modali ottenute dalla modellazione agli

elementi finiti.

Analisi dei segnali post-intervento

I test, realizzati dopo l’intervento, sono in numero inferiore rispetto a quelli eseguiti

prima delle iniezioni di malta. Sono stati svolti due test ambientali e quattro test con

il martello, colpendo per due di questi sul lato sinistro e per gli altri due sul destro.

Le prove con rumore ambientale sono identiche tra loro ed evidenziano un aumento

della prima frequenza della struttura.

Tra i test con il martello sono state prese in considerazione le prove x05 e x06,

eseguite colpendo rispettivamente nella posizione 5 e 6 in direzione parallela alla

facciata. Sono state studiate queste ultime poiché l’ampiezza dell’accelerazione è

confrontabile con quelle pre-intervento. Sia dall’analisi dei test con rumore

ambientale sia da quelli con martello, è evidente un incremento della prima

frequenza: infatti si è passa da un range di 7-8 Hz a 8.7-9 Hz, ovvero è stato

registrato un aumento circa del 14%. Questo è senz’altro dovuto al fatto che la

lesione era localizzata in punto “strategico” per la rigidezza del primo modo, infatti

la lesione rendeva in parte vana la partecipazione del piedritto destro; con le iniezioni

tale collaborazione è stata in parte ristabilita.

Dal confronto dei test x05 e x06 è emerso come la struttura abbia modificato il suo

comportamento, evidenziando una monoliticità prima non riscontrata; gli andamenti

Università degli Studi di Genova Facoltà di Ingegneria

Analisi dei segnali

Fabio Beni 135

delle densità spettrali di potenza sono, infatti, sovrapponibili. Questo emerge anche

dal fatto che il range di variazione delle frequenze è minore rispetto alla situazione

pre-intervento, a conferma di una struttura monolitica.

Come è possibile notare dalle seguenti figure, che rappresentano la densità spettrale

incrociata, il picco a 14.2 Hz non è più visibile, segno evidente che le iniezioni di

malta hanno avuto successo per quanto riguarda la solidarizzazione della parte destra

al resto della struttura.

5 10 15 20 25 30 35 400

0.5

1

1.5

2

2.5

3x 10

−4

Frequenza [Hz]

De

nsità

Sp

ett

rale

In

cro

cia

ta

Test 05: densità spettrale incrociata segnali 5−8 (400 punti)

5 10 15 20 25 30 35 400

0.2

0.4

0.6

0.8

1

1.2x 10

−3

Frequenza [Hz]

De

nsità

sp

ett

rale

di p

ote

nza

Test x06: densità spettrale incrociata segnali 5−8 (400 punti)

Figura 57 - Densità spettrale incrociata dei sensori 5 e 8 prima e dopo l’intervento.

Un ottimo risultato è stato ottenuto confrontando la coerenza, infatti, come è

possibile vedere dalle figure sottostanti, la caduta di coerenza che si verificava nella

prima campagna non si verifica nella seconda, segno evidente di un avvenuto

ripristino della continuità a cavallo della lesione.

5 10 15 20 25 300.2

0.3

0.4

0.5

0.6

0.7

0.8

0.9

1

Frequenza [Hz]

Coere

nza

Coerenza sensori 5 − 12

Prima dell’interventoDopo l’intervento

5 10 15 20 25 300

0.1

0.2

0.3

0.4

0.5

0.6

0.7

0.8

0.9

1

Frequenza [Hz]

Coere

nza

Coerenza sensori 8 − 9

Prima dell’interventoDopo l’intervento

Figura 58 – Coerenza dei sensori a cavallo della lesione.

Università degli Studi di Genova Facoltà di IngegneriaAnalisi dei segnali

136 Fabio Beni

Figura 59 - Confronto test con il martello con 400 punti elisi (in rosso il test x05 e in blu il test a04).

51

01

52

02

53

00246

x 1

0−

4

Fre

qu

en

za

[H

z]

Densità spettrale di potenza

51

01

52

02

53

00

0.2

0.4

0.6

0.81

1.2

1.4

x 1

0−

4

Fre

qu

en

za

[H

z]

Densità spettrale di potenza

51

01

52

02

53

00

0.51

1.52

2.53

3.54

4.5

x 1

0−

4

Fre

qu

en

za

[H

z]

Densità spettrale di potenza

51

01

52

02

53

00

0.2

0.4

0.6

0.81

1.2

x 1

0−

3

Fre

qu

en

za

[H

z]

Densità spettrale di potenza

51

01

52

02

53

00

0.2

0.4

0.6

0.81

1.2

x 1

0−

3

Fre

qu

en

za

[H

z]

Densità spettrale di potenza

51

01

52

02

53

00

0.2

0.4

0.6

0.81

x 1

0−

3

Fre

qu

en

za

[H

z]

Densità spettrale di potenza

51

01

52

02

53

00

0.51

1.52

2.53

x 1

0−

4

Fre

qu

en

za

[H

z]

Densità spettrale di potenza

51

01

52

02

53

002468

x 1

0−

4

Fre

qu

en

za

[H

z]

Densità spettrale di potenza

51

01

52

02

53

0012345678

x 1

0−

5

Fre

qu

en

za

[H

z]

Densità spettrale di potenza

51

01

52

02

53

00246

x 1

0−

4

Fre

qu

en

za

[H

z]

Densità spettrale di potenza

Università degli Studi di Genova Facoltà di Ingegneria

Analisi dei segnali

Fabio Beni 137

Le indagini effettuate dimostrano come, seppure con alcuni limiti, sia possibile

utilizzare delle prove non distruttive (di identificazione dinamica) per valutare

l’integrità di un manufatto.