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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZE – FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA Tesi di laurea di FRANCESCO MARTINO – 06/12/2004 Corso di laurea in Scienze Motorie UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI FIRENZE FACOLTA' DI MEDICINA E CHIRURGIA Corso di laurea in Scienze Motorie TITOLO DELLA TESI “ALLENAMENTO SPORTIVO E PATOLOGIE DA SOVRACCARICO: L’ALLENAMENTO SULLA SABBIA” Relatore Prof. STEFANO FIORINI Tesi di laurea di FRANCESCO MARTINO Correlatore Prof. CLAUDIO CATINI A.A. 2003/2004

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UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI FIRENZE

FACOLTA' DI MEDICINA E CHIRURGIA Corso di laurea in Scienze Motorie

TITOLO DELLA TESI

“ALLENAMENTO SPORTIVO E PATOLOGIE DA SOVRACCARICO:

L’ALLENAMENTO SULLA SABBIA”

Relatore Prof. STEFANO FIORINI Tesi di laurea di FRANCESCO MARTINO Correlatore Prof. CLAUDIO CATINI

A.A. 2003/2004

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INTRODUZIONE

Nella preparazione fisica dei giochi sportivi, è importante lo sviluppo della prestazione, che a sua

volta non è solo il frutto delle potenzialità energetiche dell’organismo, ma il risultato di un

allenamento che intende la preparazione fisica, tecnico/tattica intellettuale psichica e morale dell’

atleta, attraverso esercizi fisici (Matwejew, 1972).

La capacità di prestazione sportiva rappresenta il grado di formazione di una determinata

prestazione motoria sportiva e in ragione della struttura complessa delle condizioni che la

caratterizzano, viene determinata da una molteplicità di fattori specifici (Weineck, 2001).

Le diverse forme d’ esercizio vengono scelte in base ai principi della corrispondenza allo scopo,

dell’ economia e dell’ efficacia (Martin, 1977). Aggiungiamo noi che un ruolo importante nella

scelta metodologica è rivestito dalla preservazione della salute.

Viene fatta una distinzione tra:

• Esercizi di sviluppo generale;

• Esercizi specifici e di gara;

• Esercizi speciali;

Il compito degli esercizi di sviluppo generale è quello di creare un’ampia base per la successiva

specializzazione.

Gli esercizi speciali vengono costruiti su quelli di sviluppo generale, però essi perfezionano

componenti parziali della capacità di prestazione sportiva. Essi hanno una correlazione con il gesto

tecnico tipo dello sport praticato.

I mezzi di allenamento comprendono tutti quei mezzi e quelle misure che sostengono lo

svolgimento del processo di allenamento.

I metodi di allenamento rappresentano procedure pianificate che sono state sviluppate allo scopo di

realizzare gli obiettivi di allenamento stabiliti.

Ormai sono già diversi anni che gli Autori attribuiscono un ruolo fondamentale alla preparazione

fisica speciale nella costruzione, perfezionamento e sviluppo prestativo del calciatore. E’ altresì

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vero che l’allenamento della forza, oltre a migliorare il rendimento sportivo, è spesso accompagnato

da effetti indesiderati come infortuni muscolari e sofferenze delle articolazioni (caviglia, ginocchio,

rachide).

Con questo lavoro intendiamo osservare gli effetti di una proposta d’allenamento orientata allo

sviluppo della forza (con mezzi speciali) su superfici diverse. In modo particolare di paragonare gli

effetti ottenuti conseguentemente al training su superficie di gara, in salita e su sabbia.

Lo scopo dello studio in questione, è quello di accertare non tanto il maggior rendimento che può

avere una proposta di allenamento su sabbia rispetto all’ aumento della forza muscolare, ma di

verificarne quanto meno una validità pari ai metodi di allenamento tradizionali. La veridicità di

questa ipotesi, permetterebbe di lavorare con un metodo meno traumatico per le articolazioni,

prendendo come assunto che la superficie sabbiosa riduce la “traumaticità” di alcuni esercizi.

Riconoscendo come primo obiettivo dell’ allenamento il mantenimento ed il miglioramento della

salute degli atleti, i risvolti di una simile affermazione sul piano della prevenzione degli infortuni,

sarebbero importanti nell’ ottica dello sviluppo di una metodologia di allenamento più sicura e

funzionale.

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CAPITOLO 1

CALCIO E PREPARAZIONE ATLETICA, INCIDENZA DEGLI INFORTUNI

Molti studi sono stati condotti sul rischio d’infortuni nel gioco del calcio.

Alcuni di questi prendono in considerazione tutti gli infortuni accaduti durante qualunque attività

legata al gioco del calcio; riguardano quindi un numero incredibile di soggetti, gran parte dei quali

praticano il gioco del calcio in forma “amatoriale” e con un’inadeguata o inesistente preparazione

fisica.

Riducendo il campo ai calciatori “morfofunzionali”, ovvero soggetti che praticano il gioco del

calcio da almeno 5 anni e che si allenano regolarmente, troviamo studi più focalizzati sull’incidenza

degli infortuni, la tipologia, le possibili cause. Sono proprio questi studi che offrono una base di

partenza importante per lo studio e la pianificazione di misure preventive.

La ricerca di metodi di allenamento validi anche da un punto di vista preventivo per gli infortuni

deve essere un’esigenza comune di atleti, preparatori e Club. Lo stato finanziario del Club incide

nella possibilità di avere un servizio medico per la squadra e sul suo livello.

Il modo più efficiente di ridurre i costi del servizio medico, è l’applicazione di misure preventive.

A parte questa visione del problema puramente economica, bisogna dire che l’adozione di misure

preventive per gli infortuni da parte di una società di calcio, non solo deve essere vista come una

scelta per migliorare i risultati e i profitti, ma come un obbligo per preservare la salute dei propri

atleti, durante e dopo l’attività sportiva.

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1.1 QUALI INFORTUNI SONO PIU’ COMUNI NEL CALCIO?

Gli arti inferiori, costituiscono la sede più interessata dei traumi: Sullivan et al. 1980 riferiscono il

64% delle lesioni rilevate; Nilsson e Roaas 1978, il 68%; Volpi et al. 1989, l'84%; Ekstrand e

Gillquist 1982, l'88%. Il ginocchio è l'articolazione più frequentemente coinvolta: le sollecitazioni e

gli insulti diretti e indiretti in movimenti sempre più intensi e rapidamente eseguiti colpiscono fra le

due articolazioni distali, ginocchio e caviglia, quella maggiormente vulnerabile. Le lesioni di

maggior riscontro sono i traumi distorsivi e in particolare le lesioni del legamento crociato anteriore

(LCA), le lesioni del legamento collaterale mediale (LCM), le lesioni meniscali e le lesioni

condrali.

A tale proposito le lesioni del LCA avvengono prevalentemente con meccanismo indiretto, mentre

le lesioni del LCM si verificano spesso dopo contatto o contrasto con l'avversario; le prime hanno

indirizzo chirurgico, le seconde conservativo.

Oltre il 90% dei traumi alla caviglia sono distorsioni, spesso sottovalutate nella diagnosi e nel

trattamento; non esiste probabilmente un calciatore professionista che non sia incorso nella propria

carriera sportiva in un trauma distorsivo alla caviglia. Le lesioni muscolari dirette e indirette sono

numericamente rilevanti, soprattutto a livello della coscia; non sempre però giungono

all'osservazione del medico e spesso non vengono correttamente diagnosticate; infatti i maggiori

problemi sono rappresentati dalle recidive e dalle complicanze, soprattutto dalle fibrosi muscolari

postraumatiche.

La patologia da sovraccarico funzionale che fino ad alcuni anni or sono non veniva riportata in

letteratura da chi si occupava di traumi del calcio, oggi grazie anche all'affinamento clinico e alle

moderne indagini diagnostico-strumentali , costituisce un rilievo sempre più ricorrente nei

calciatori. Tale patologia costituisce per l'apparato locomotore del calciatore un evento difficilmente

evitabile soprattutto in presenza di condizioni favorenti o scatenanti quali le caratteristiche

biologiche e morfotipiche del soggetto, l'utilizzo e la scelta dei materiali, le sollecitazioni tecniche e

metodologiche di allenamento e di gara. Tutti i tessuti, osseo, cartilagineo, capsulolegamentoso,

tendineo, muscolare, possono venire coinvolti da affezioni tipiche del sovraccarico funzionale. In

particolare a fianco delle localizzazioni peculiari quali la pubalgia, la caviglia cronica del calciatore,

si sono osservate affezioni tipiche di altri sport come le tendinopatie del rotuleo, di frequente

riscontro negli sport di salto, certamente dovute all'incremento qualitativo e quantitativo in

allenamento di esercitazioni per lo sviluppo della forza muscolare nelle sue varie attività. E' a tutti

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noto che il muscolo è un tessuto che ben si adatta e risponde al lavoro allenante, mentre il tendine

ha un basso adattamento.

Nella tabella “TAB. 1-A” sottostante (J., Ekstrand 2003) è riportata la distribuzione tra i vari tipi di

infortunio nel calcio e il grado di gravità.

DIFFERENTI TIPI DI INFORTUNIO NEL CALCIO

TAB. 1 - A TOTALE (%) LEGGERO (%) MEDIO (%) GRAVE (%)

INFORTUNI LEGAMENTOSI 29 16 7 5

STRAPPI MUSCOLARI 23 17 5 2

CONTUSIONI 20 15 5 0

INFORTUNI MUSCOLO/TENDINEI 18 9 7 2

FRATTURE 4 1 1 2

LUSSAZIONI 2 0 2 0

ALTRI INFORTUNI 4 4 0 0

(INCIDENZA %) 100 62 27 11

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Nella tabella “TAB. 1-B” sottostante (J., Ekstrand 2003) è riportata la distribuzione della

localizzazione degli infortuni, divisi per grado di gravità

LOCALIZZAZIONE DEGLI INFORTUNI NEL CALCIO

TAB. 1 - B TOTALE (%) LEGGERO (%) MEDIO (%) GRAVE (%)

PIEDE 12 10 2 0

CAVIGLIA 17 11 5 2

GAMBA (P.D.) 12 6 4 2

GINOCCHIO 20 11 5 4

COSCIA 14 6 5 2

INGUINE 13 9 3 1

SCHIENA 5 4 1 0

ALTRI INFORTUNI 7 5 2 0

(INCIDENZA %) 100 62 27 11

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1.2 ALLENAMENTO E PREVENZIONE

Prendendo atto che l’allenatore è responsabile della salute dei giocatori, è importante prestare

attenzione agli effetti dell’allenamento. La pianificazione di mezzi, metodi, carichi di lavoro ecc.

deve da una parte rispondere alle esigenze di condizioni fisiche, e dall’altra preservare la salute

dell’atleta.

Sfortunatamente, siamo costretti ad accettare gli infortuni come parte integrante del gioco del

calcio, ma è importante stabilire che un infortunio non è quasi mai dovuto al caso. I meccanismi e le

cause di un infortunio possono essere molte, e la riduzione di queste, come molti studi hanno

dimostrato, è determinante.

1.3 FATTORI DI RISCHIO

Ci sono due tipi di infortuni sportivi: accidentale e da sovraccarico. Nel calcio, gli infortuni

accidentali sono più frequenti, e costituiscono approssimativamente i due terzi degli infortuni (Jan

Ekstrand, 2003).

Gli infortuni accidentali sono causati dalla pressione che in una specifica occasione (ad esempio in

un tackle o in uno scatto) supera il livello massimo sopportabile da un tessuto come un legamento,

un osso o un tendine. Nel calcio, come in tutti gli sport di contatto, il rischio di infortunio

accidentale è molto alto durante i contrasti tra i giocatori, nei quali vengono applicate forze

considerevoli. Bisogna ricordare comunque che nel calcio il corpo di un atleta può essere sottoposto

ad un alto grado di sforzo anche in situazioni che non comprendono contatto con avversari.

Gli infortuni da sovraccarico funzionale, come ginocchio del corridore o del saltatore, sono causati

da sollecitazione articolare abnorme e/o eccessivamente ripetuta. Questo genere d’infortuni spesso

insorgono durante i “pesanti” allenamenti di preparazione precampionato o durante i ritiri.

Il meccanismo dietro questo tipo d’infortuni è spesso complicato e ci sono innumerevoli fattori di

rischio coinvolti.

Un infortunio calcistico è il risultato di una complessa interazione tra i differenti fattori di rischio.

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Nella tabella “TAB. 1-C” sottostante (J., Ekstrand 2003) sono riportati alcuni esempi dei fattori di

rischio che possono essere connessi con il pericolo di infortunio nel calcio.

FATTORI CHE POSSONO INFLUENZARE IL RISCHIO DI INFORTUNIO NEL CALCIO

INTERNI TAB. 1 - C ESTERNI

GENERALI SFORZO / SOVRACCARICO Età Livello di gioco

Sesso Numero di allenamenti Costituzione Numero di partite

Salute Tempi di recupero Periodi di ritiro

FATTORI CONNESSI AL CALCIO Combinazione di più sport Abilità / Tecnica Stato di forma

EQUIPAGGIAMENTO FATTORI ANATOMO /

FUNZIONALI Para stinchi

Difetti anatomici Scarpe Stabilità delle articolazioni

Agilità Forza SUPERFICIE DI GIOCO

Coordinazione Erba sintetica Stato dopo precedenti infortuni

FATTORI MENTALI FATTORI CONNESSI AL CALCIO

Personalità Tattica di gioco Obiettivi Arbitro

Suscettibilità ai rischi Allenatore Tolleranza allo stress Staff Tecnico

Motivazione Auto stima

Un infortunio a carico del sistema muscolo-scheletrico da sovraccarico funzionale (come ad

esempio il ginocchio del corridore), può essere causato da continue ripetizioni di movimenti di

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corsa, per esempio, durante un ritiro precampionato, dove il carico di allenamenti è aumentato

rispetto al regime precedente. Il sovraccarico è poi influenzato da altri fattori, come il cambio di

superficie o il freddo (cause esterne), o l’aumento della tensione muscolare con una scarsa tecnica

di corsa (cause interne).

Il condizionamento fisico attraverso l’allenamento è molto importante. Attraverso l’allenamento si

sollecitano i tessuti e si rendono in grado di sopportare sforzi più alti. In un tackle durante il quale

un legamento un muscolo o un tendine viene sottoposto ad una forza, un soggetto non allenato ha

molte più probabilità di infortunarsi visto che i suoi tessuti hanno un limite di resistenza inferiore.

Gli allenamenti devono essere programmati per evitare traumi da sovraccarico funzionale e per

permettere ai tessuti di adattarsi agli sforzi crescenti, tenendo conto dei tempi dell’adattamento per

tendini e i legamenti, rispetto a muscoli e ossa.

Nelle patologie da sovraccarico, un importante fattore di rischio è il livello di durezza del terreno di

gioco. Il motivo è che il corpo riceve più o meno risposta elastica in base alla durezza del suolo. In

un suolo morbido, i piedi atterrano molto più “dolcemente”.

A questo proposito si renderebbe necessario un approfondimento riguardante l’avvento dei campi

da gioco in erba sintetica. Sicuramente i primi tipi di campo rappresentavano un fattore di rischio

importante per tutte le patologie da sovraccarico funzionale, nonché per i danni alla pelle

(bruciature superficiali ed escoriazioni). Sarebbe interessante approfondire come le ultime tipologie

di “erba sintetica” hanno ovviato a questo problema (ad es. substrati di sabbia o palline di gomma) e

soprattutto con quali esiti .

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CAPITOLO 2

LA PATOLOGIA DA SOVRACCARICO FUNZIONALE

Ogni atleta, nell'esercizio della sua performance sportiva, si trova a verificare la sua attività con due

problematiche tra loro antitetiche che fungono da confini funzionali: il miglioramento della

condizione fisiologica generale e specifica, ed il rischio di incorrere in stati patologici. Questi ultimi

possono dipendere da lesioni occasionali, non caratteristiche dello sport, ma che si verificano

durante l'espletamento di attività sportive, derivanti da un evento lesivo unico che provoca un

danno, più frequentemente, ma non necessariamente , all'apparato locomotore, come la frattura di

una gamba o un colpo all'addome. Oppure le patologie possono insorgere esclusivamente a carico

dell'apparato muscolo-scheletrico, a seguito di microtraumi iterativi nell'espletamento ripetitivo del

gesto sportivo, e come tali sono da riconoscere come vere e proprie ''lesioni da sport''.

Entrambe le patologie riconoscono una fase acuta ed una possibile evoluzione cronica. Le lesioni da

sport, meglio definite anche da sovraccarico o da usura, a differenza di quelle che provocano una

perdita violenta ed evidente della funzione, non risultano immediatamente invalidanti, per cui

vengono spesso sottovalutate da atleti, preparatori, allenatori e sanitari.

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2.1 DEFINIZIONE DI PATOLOGIA DA SOVRACCARICO FUNZIONALE

Diverse sono le definizioni date dai diversi Autori.

La Cava definisce: ''la lesione da sovraccarico è quella che si estrinseca come il risultato di

microtraumi ripetuti che agiscono come meccanismo cumulativo che si manifesta, in prevalenza,

quando l'allenamento è condotto in modo irrazionale e con l'inosservanza delle opportune norme di

igiene dello sport''.

Malgrati parla della conseguenza ''di una azione ripetitiva e protratta nel tempo di un gesto sportivo

o di un atto motorio ciclico che, per tempi ed intensità, supera la resistenza dei tessuti e la sua

possibilità di adattamento''.

Lazzari la intende come una ''lesione data da una alterazione della postura ideale (condizione

strutturale e funzionale migliore per l'espletamento delle funzioni motorie sia statiche che

dinamiche) dovuta per lo più ad errata esecuzione dei gesti fondamentali delle discipline sportive

che, alterando il fisiologico lavoro dei sistemi cinetici, agisce come azione meccanica di tipo

microtraumatico ad effetto cumulativo''.

Dalle definizioni citate si deduce che le caratteristiche salienti della patologia in questione sono da

ricercare nei microtraumi ripetuti, che si scaricano in particolari distretti corporei, i sistemi osteo-

muscoli-tendinei, in quei soggetti dove si è instaurata una qualche alterazione della postura ideale.

Le patologie che ne derivano sono da considerarsi delle vere e proprie '' patologie funzionali'', in

quanto , oltre a produrre delle alterazioni anatomo-morfologiche a carico dei tessuti molli e condro-

ossei, diminuiscono in maniera preponderante la capacità di carico e di movimento di uno o più

distretti articolari, compromettendone la prestazione sportiva.

Una ulteriore peculiarità delle patologie da sovraccarico è quella di essere specifica per ogni gesto

sportivo praticato: si parlerà infatti del ginocchio del saltatore, del gomito del tennista, del tallone

del corridore. Lo sportivo sviluppa il proprio apparato muscolo-tendineo in stretto rapporto alla

gestualità specifica di ogni disciplina sportiva, pertanto le lesioni traumatiche che derivano sono

generalmente prodotte da circostanze strettamente inerenti alla rispettiva attività.

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2.2 EZIOLOGIA

Nella genesi della malattia da sovraccarico vanno considerati più fattori: l'intensità dello stimolo e il

tipo di stimolo nocicettivo, la ripetitività delle sollecitazioni, la predisposizione individuale.

Il trauma unico, la sollecitazione il cui valore ''soglia'' è tanto elevato da procurare da solo una

lesione, ha in sé tutte le caratteristiche che ne fanno una causa lesiva: forza, intensità, durata dello

stimolo. Potremmo addirittura sostenere che non è di alcuna importanza che la struttura colpita sia

o meno indebolita da fattori predisponenti, dato che la potenzialità dell'evento traumatico ne

renderebbe superflua la presenza.

I traumi iterativi agiscono invece con tipico meccanismo di sommazione. Essi infatti singolarmente

e separatamente non raggiungono una intensità tale da rendersi evidente come entità clinica.

La lesione da usura è spesso il risultato di un ''cambiamento''. quel cambiamento che va ad alterare

la postura ideale dell'atleta. Tali cambiamenti possono verificarsi nell'atleta stesso, nell'ambiente o

nell'attività. L'identificazione dei mutamenti non sempre è di facile riscontro in quanto essi

divengono sempre più elusivi con il progredire dell'abilità atletica e richiedono molta pazienza

nell'interrogazione dell'individuo, e una ragionevole conoscenza delle esigenze legate ad ogni

specifico gesto sportivo.

Cambiamenti nell'atleta. Sono dovuti ad una situazione anatomico-clinica più o meno alterata, come

la continuazione dell'attività malgrado la presenza di un'altra lesione, una riabilitazione inadeguata,

una ripresa prematura dell'attività dopo un infortunio, dei mutamenti fisiologici normali legati alla

crescita; dipendono dallo stato di forma generale e specifico, oppure dall'errata esecuzione del gesto

tecnico; spesso sono relativi alla non osservanza delle regole o derivanti dagli errori di

programmazione del lavoro di allenamento.

Cambiamenti nell'ambiente. Questi si possono verificare sia nell'ambiente personale dell'atleta, che

in quello più complesso dello sport stesso. Quello personale comprende attrezzature ed

abbigliamenti usati dal giocatore. L'esempio più classico è dato dalle calzature. Alcuni atleti

lamentano spesso fastidio al tendine di Achille con l'utilizzo di un nuovo tipo di scarpe,

un'allacciatura troppo stretta può favorire l'infiammazione peritendinea degli estensori delle dita.

Quelli ambientali sono legati alle superfici di gioco diverse, al cattivo stato delle attrezzature. Gli

atleti di alto livello risentono delle impercettibili differenze del parquet da una palestra all'altra.

Altre volte, le diversità esistenti tra campi naturali di erba e quelli sintetici sono sostanziali. Ed

ancora diverso è correre in pianura o in salita .

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Cambiamenti nell'attività sportiva. Essi possono essere qualitativi o quantitativi. Un atleta, nel

progredire in una specifica attività sportiva, deve necessariamente aumentare sia il tempo dedicato

agli allenamenti, sia i carichi di lavoro specifico, sia la ripetitività di un singolo gesto, nel tentativo

di migliorare un'abilità singola. Tutto ciò avviene anche per l'apprendimento di un nuovo gesto

atletico o una nuova abilità.

Ognuna di queste situazioni può scatenare una lesione da sovraccarico funzionale. E se è indubbio

che il fattore meccanico ha un suo ruolo specifico ben definito per ogni disciplina sportiva, è

altrettanto vero che le complesse reazioni anatomiche, vascolari, neuro-umorali e metaboliche

individuali, ne possono condizionare l'insorgenza o quanto meno la modalità ed i tempi di

evoluzione della patologia. E' comprensibile quindi che a parità di esposizione traumatica, soltanto

alcuni atleti presentino lesioni da sovraccarico clinicamente manifesti.

2.3 FISIOPATOLOGIA

Importante è conoscere i meccanismi funzionali e strutturali che sono alla base della patologia da

sovraccarico. E' solo infatti la conoscenza del modo in cui si è instaurata una lesione che dà al

medico, al preparatore e all'atleta stesso la possibilità di prevenirla in futuro. ''La prevenzione di

lesioni recidivanti è il primo e più importante fattore nel trattamento delle lesioni da usura''

(Garrick Webb).

L'azione traumatica cumulativa di forze esterne ed interne induce sull’ osso, sui legamenti o su

porzioni muscolo-tendinee un'alterazione della componente cellulare, con l'instaurarsi di un

processo difensivo e riparativo locale che prende il nome di infiammazione.

Tale reazione, se risulta clinicamente ben evidente nei traumi acuti con i classici segni del dolore ,

calore, rossore, gonfiore, e perdita della funzione, nelle lesioni da sovraccarico assume una

rilevanza molto minore, ed è caratterizzata soprattutto dal dolore di grado variabile, spontaneo o

provocato dalle sollecitazioni funzionali. Questo essenzialmente per due motivi: primo, per la

modesta entità degli stimoli traumatici, ancorché ripetuti; secondo perché tali stimoli agiscono

prevalentemente a livello di differenziate strutture connettivali (mio-tendinee, inserzionali,

legamentose, ossee, articolari), a scarsa vascolarizzazione.

Come precedentemente affermato, le alterazioni da sovraccarico si verificano con maggior

frequenza a livello della giunzione osteotendinea nei confronti di quella muscolotendinea. L'unità

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osteo-muscolo-tendinea è costituita da un sistema motore (muscolo), da un sistema di trasmissione

passiva (osteo articolare), collegati tra loro da un sistema intermedio, giunzione osteotendinea, che è

l'apparato di inserzione o mioentesico, costituito dalle seguenti componenti anatomo-strutturali:

zona di trasmissione muscolo-tendinea: costituita degli insiemi degli attacchi che le fibre muscolari

hanno sui tendini;

tendine-aponeurosi: è il punto di attacco vero e proprio della singola fibra muscolare sul tendine,

che ha la funzione di collegare il muscolo con una o più articolazioni che mette in movimento.

inserzione osteo-periostale: tendini ed aponeurosi sono connessi alle ossa attraverso

il periostio in modo vario per estensione, profondità ed angolo di inserzione, a secondo della

maggiore o minore funzione cui è chiamato rispondere il tendine (la direzione della forza di

trazione del muscolo deve rimanere invariata, in modo tale da permettere che l'energia della

contrazione sia trasferita integralmente alla struttura scheletrica, per creare il giusto atto motorio).

E' l'insieme di queste strutture il sito a più alta percentuale di interessamento della patologia.

Ciò è da mettere in relazione da una parte con la capacità insita nella giunzione muscolotendinea di

assorbire le forze di tensione che si sviluppano durante la trasformazione dell'energia potenziale in

energia cinetica, dall'altra invece con la precipua funzione da parte della giunzione osteo-tendinea

di ammortizzare le forze di vibrazione che si sviluppano nella fase di impatto con la resistenza

(Saggini, Vecchiet, 1991).

Ovunque si verifichino, all'interno dell'unità muscolotendinea, alterazioni traumatiche, il

meccanismo di reazione dell'unità è sempre il medesimo. Una volta lesa, anche se in minima parte,

essa non è più in grado di far fronte ai propri compiti: il muscolo reagisce con uno spasmo ed un

accorciamento, riducendo così la propria funzionalità. Ne risulta un muscolo più debole, che non

saprà far fronte ad un nuovo stimolo di contrazione, che procurerà anzi una lesione recidivante in

modo più veloce della precedente. Si viene a verificare in tal modo ''un ciclo di usura-rigidità-

dolore da disuso-debolezza-usura più facile'' (Garrick Webb), Interrotto solamente da un intervento

attivo.

L'atleta in genere non abbandona completamente l'attività, ma tralascia solamente quei movimenti

che gli procurano dolore, sintomo più evidente del ciclo. Egli, mettendo a riposo il muscolo

interessato, ne aumenta il disuso e la debolezza. Le lesioni recidivanti si instaureranno sempre più

facilmente e si prolungheranno maggiormente nel tempo.

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2.4 LOCALIZZAZIONE E PRINCIPALI CASI CLINICI

In merito alle diverse strutture colpite, si possono distinguere tendinopatie inserzionali, tenosinoviti,

peritendiniti.

Tendinopatie inserzionali: si riscontrano fenomeni degenerativi (degenerazione grassa, ialina,

frammentazione, necrosi) circondati da focolai infiammatori a carico della giunzione osteo

tendinea, laddove le fibre collageni dei tendini e dei legamenti si introducono, mescolandosi, nelle

fibre collagene dense del periostio. Tenosinoviti: processi infiammatori a carico dei tessuti di

rivestimento tendinei conseguenti all'eccessivo scorrimento e sfregamento dei tendini nelle guaine

sinoviali, dove si instaura edema, rigonfiamento, dolore e crepitio al movimento.

Peritendiniti: colpisce i tendini più voluminosi sprovvisti di guaina tendinea, come il tendine

d'Achille ed tendine rotuleo. I tessuti molli che li circondano, a seguito dell'attrito provocato dalla

costante compressione dal sovraccarico, sono sede di infiammazione ed ostruzione, ostacolandone

la mobilità.

2.5 SINTOMATOLOGIA Sintomo fondamentale nelle lesioni da sovraccarico è il dolore e, in base alla evoluzione della

sintomatologia dolorosa, è possibile evidenziare nella malattia quattro stadi:

Stadio I: si avverte il dolore durante la sola attività sportiva

Stadio II: si avverte il dolore all'inizio dell'attività sportiva, scompare con il riscaldamento ma

condiziona la prestazione atletica

Stadio III: si avverte dolore durante e dopo l'attività sportiva con riduzione significativa della

prestazione

Stadio IV: si avverte dolore continuo durante l'arco della giornata, con riduzione significativa della

capacità di prestazione del distretto interessato (Curwin et Stanish, 2000).

All'ispezione, l'obiettività risulta molto scarsa ad eccezione del caso delle tendiniti, ove si può

apprezzare l'aumento del volume del tendine.

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Per concludere, si può quindi affermare che l’allenamento, oltre a preparare un atleta alla

gara e a migliorare la sua prestazione, è fondamentale nella prevenzione degli infortuni, se

ben programmato ed eseguito attraverso metodi e mezzi adeguatamente scelti. Un buon

allenamento deve produrre un adattamento funzionale dei tessuti per prepararli a sopportare

sforzi sempre più alti. Un muscolo in grado di produrre una grande forza è inutile con

un’articolazione degenerata. Su questa base verranno esposti nel seguente capitolo gli

obiettivi di questo studio.

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CAPITOLO 3

OBIETTIVI DELLO STUDIO

“L’allenamento funzionale deve far si che un giocatore renda di più e si infortuni di meno”.

(Dott. Giorgio Galanti, incontro formazione/aggiornamento “L’allenamento funzionale del

calciatore”, Firenze 2004)

Questa affermazione esprime chiaramente come la programmazione dell’allenamento, debba

rispondere al raggiungimento di due principali obiettivi, tra l’altro non indipendenti l’uno dall’altro,

vista la grandissima incidenza che un infortunio (anche da sovraccarico funzionale) ha sul

rendimento di un atleta, e quindi su quello di una squadra.

Partendo da questo presupposto, abbiamo voluto verificare la validità di un programma di

allenamento per la forza funzionale eseguito su superficie sabbiosa.

I gesti sportivi (come ad esempio salti, skipping, corsa, ecc…) eseguiti su sabbia, anziché su

normale terreno di gioco, da una parte sono più costosi da un punto di vista energetico e di impegno

della forza (la superficie sabbiosa funge da dissipatore di energia elastica), e dall’altra consentono

un appoggio del piede molto più “soft”. In tal modo la struttura tendinea è meno sollecitata e

l’impegno meccanico richiesto è più edulcorato. (G.N., Biscotti, 2004)

Da tutto questo si evince che lavorare sulla sabbia riduce fortemente uno dei fattori di rischio della

patologia da sovraccarico funzionale (minore stress muscolo tendineo rispetto alla stessa quantità di

training proposta su terreno normale, minore traumaticità per i tessuti e le strutture).

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Ma i risultati in termini di rendimento fisico sono altrettanto validi rispetto a metodologie di

allenamento più tradizionali?

Abbiamo cercato, con questo studio, di dare un’indicazione in questo senso. Al protocollo

sperimentale hanno preso parte tre gruppi di calciatori, facenti parte della stessa squadra iscritta al

campionato di seconda categoria di Firenze (LND), con le seguenti caratteristiche rispettivamente

(media + dev. Standard):

Primo gruppo: 24,8 + 3,83 anni, 177,0 + 5 cm, 71,4 + 3,78 Kg

Secondo gruppo: 23,7 + 2,75 anni, 175,5 + 4,12 cm, 70,7 + 3,77 Kg

Terzo gruppo: 23,5 + 2,75 anni, 177,5 + 4,12 cm, 71,0 + 3,77 Kg

Due di questi (Gruppi 2 e 3) hanno seguito programmi di allenamento per la forza funzionale

“tradizionali”, il terzo (Gruppo 1) ha svolto un programma su sabbia.

I tre gruppi sono stati formati in modo che risultassero il più possibile omogenei tra loro per

caratteristiche fisiche e condizione atletica di partenza, e la parte di allenamento sulla forza

funzionale è stata l’unica variabile di un programma di allenamenti di preparazione precampionato.

L’obiettivo dello studio è quindi quello di verificare la validità di una proposta di allenamento

su sabbia, che nel caso fosse confermata l’ipotesi, sarebbe un ottimo strumento per mantenere

alta la prestazione diminuendo l’incidenza degli infortuni riducendo uno dei fattori di rischio.

Non è da dimenticare poi la grande valenza propriocettiva che assume un allenamento sulla sabbia.

Tutti gli “aggiustamenti” necessari a mantenere l’equilibrio su una superficie cedevole non fanno

altro che stimolare i propriocettori, piccoli sensori situati a livello delle articolazioni in grado di

registrare variazioni di pressione, di posizione e di tensione.

Queste preziose informazioni raccolte durante gli esercizi vengono poi inviate al cervello dove

avviene l'elaborazione dei messaggi, l'integrazione con altri dati già in possesso e quindi la

memorizzazione.

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CAPITOLO 4

BIOMECCANICA DELLA SABBIA

Un terreno mobile come la sabbia esercita un effetto sfavorevole sul lavoro meccanico prodotto non

solamente durante la locomozione, come già dimostrato da altri autori (Strydom e coll., 1966;

Givoni e Goldman, 1972; Soule e Goldman, 1972; Zamparo e coll.,1992) ma anche nell’esecuzione

di altri gesti atletici come nel caso dei salti.

Infatti mentre un substrato elastico (come il terreno) può assorbire energia elastica durante la fase di

decelerazione del Centro di Gravità ed in seguito restituirla durante la susseguente fase di

accelerazione del Centro di Gravità stesso (Mc Mahon e Green, 1978; Bosco e Locatelli, 1987) , un

terreno deformabile (come la sabbia) si comporta in modo diametralmente opposto, ricoprendo il

ruolo di un ammortizzatore il cui compito è unicamente quello di assorbire energia. L’energia

fornita alla sabbia durante la fase di decelerazione (fase di accumulo dell’energia elastica), viene

dissipata nei “micro-spazi” che separano i granelli, che vengono compressi. Durante la fase di

accumulo, su un terreno elastico, il nostro corpo “investe” una quantità di energia che viene poi

restituita dal terreno durante la fase di accelerazione positiva sotto forma di “risposta elastica”.

Sulla sabbia questa risposta viene quasi completamente a mancare.

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Nella Tabella “TAB. 3-A”, sono riportati i dati di una ricerca condotta dal Prof. Gian Nicola

Biscotti (2003) relativi all’analisi della differenza di alcuni parametri di un salto con

contromovimento (CMJ) eseguito su sabbia e su superficie tradizionale di un campo di pallavolo

(Fig. 3-A), con pallavolisti e giocatori di Beach Volley.

TABELLA – 3-A

VARIABILI (media +dev.st.) (media +dev.st.)

H.CGv (cm) 45.89± 3.2 33.74± 7.50

N.F. (N) 1685.50± 315.61 1616.33± 131.65

A.n (m.s-2) 5.81± 0.96 4.53± 1.52

A.p (m.s-2) 18.88± 2.44 21.25± 2.31

T.c (s) 0.315± 0.08 0.378± 0.06

T.s (s) 0.403± 0.07 0.450± 0.12

V.max (m.s-1) 3.35± 0.21 3.15± 0.19

∆ CGs (cm) 67.50± 12.75 71.66± 22.83

W.e.p. (J) 587.52± 111.07 543.16± 190.21

W.e.c. (J) 461.19± 137.18 383.98± 75.80

W.tot (J) 1032.05± 167.85 927.14± 255.71

P (W) 2651.83± 601.27 1900.27± 268.75

Fig. 3-A

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I parametri illustrati nella Tabella 3-A sono:

• Lo spostamento in volo del centro di gravità (H.CGv)

• Il picco di forza espresso durante l’azione di salto (N.F.)

• Il picco di accelerazione negativa durante la fase di contromovimento (A.n) ed il picco di

accelerazione positiva durante l’azione di salto (A.p)

• Il tempo del contromovimento (T.c) ed il tempo di spinta (T.s)

• La velocità verticale alla fine della fase di spinta (V.max)

• Lo spostamento del centro di gravità durante l’azione di spinta (D CGs)

• Il lavoro compiuto per fornire energia cinetica (W.e.c.)

• Il lavoro compiuto per aumentare l’energia potenziale dovuta all’innalzamento del CG

durante la spinta (W.e.p)

• Il lavoro totale dato dalla somma di W.e.c. e W.e.p. (W.tot.)

• La potenza media espressa durante il salto (P) data dal rapporto tra W.tot. ed il tempo di

spinta

I dati sottolineano quanto ritrovabile in letteratura.

Le altezze di volo rilevate nel test di CMJ su superficie convenzionale sono infatti dell’ordine di

45.89± 3.2 cm e ben paragonabili ai valori riportati da altri autori (Bosco, 1992) che riferiscono per

pallavolisti di livello internazionale delle altezze di volo, durante l’esecuzione di salti con

contromovimento, comprese tra i 46 cm (media della Squadra Nazionale Finlandese) ed i 52 cm

(media della Squadra Nazionale Norvegese).

Per ciò che riguarda lo stesso tipo di salto eseguito su sabbia, è emerso un valore pari a 33.74± 7.50

cm anche questo e ben paragonabile ad un precedente studio (Beach Volley) (Cossart et coll., 1997)

dove gli autori riferiscono una perdita media di elevazione del Centro di Gravità dell’ordine di 10

cm nel salto con contromovimento eseguito su sabbia rispetto allo stesso eseguito su superficie

convenzionale.

Anche i valori di W.e.p., W.e.c., W.tot. e P sono maggiori, ma ben paragonabili a quanto riportato

da Mognoni (1999) che riferisce per i sopracitati parametri rispettivamente una media di : 279 J,

234 J, 513 J e 1204 W.

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La differenza riscontrabile è da imputarsi al fatto che il sopracitato studio si riferiva a pallavoliste

donne di livello nazionale.

A questo proposito è interessante notare che in questo studio, in accordo con quanto riferito da

Mognoni (1999), il valore di W. e.p. sia maggiore a quello di W.e.c., la differenza non risulta

statisticamente significativa.

Lo stesso dato è confermato anche nell’esecuzione dello stesso tipo di salto eseguito su sabbia, dove

la differenza tra i due valori è risultata statisticamente significativa (p<0.05)

Questi risultati confermano come nell’esecuzione di un salto con contromovimento venga

spesa una maggiore quota di energia per elevare il Centro di Gravità durante la spinta di

quanta non ne venga spesa per accelerare quest’ultimo e permetterne lo spostamento in volo.

Grafico 1

Grafico relativo alle differenze di Altezza raggiunta dal Centro di Gravità (H.CGv) e produzione

media di Potenza, nell’ esecuzione del salto CMJ eseguito su sabbia e superficie convenzionale.

Grafico 1

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Nella Tabella 3-B sottostante, sono riportati i dati relativi sempre alla stessa ricerca condotta dal

Prof. Gian Nicola Biscotti (2003) riguardanti l’analisi della differenza di alcuni parametri di un

salto simulando un’azione di schiacciata, preceduto da una lunghezza non standardizzata e

liberamente scelta dall’atleta stesso (CMJ + rincorsa) eseguito su sabbia, e su superficie tradizionale

di un campo di pallavolo (Fig. 3-B), con pallavolisti e giocatori di Beach Volley.

TABELLA – 3-B

VARIABILI (media +dev.st.) (media +dev.st.) T.n.s.(s) 0.338± 0.05 0.368± 0.05

A.p.2 (m.s-2) 29.14± 8.88 14.80± 6.97

NF.2 (N) 2467.83± 590.94 1154.33± 604.09

∫ F(t) (N . s) 279.46± 69.32 91.27± 62.44

I parametri illustrati nella Tabella 3-B sono:

• Il tempo relativo all’ultimo appoggio effettuato sulla pedana (T.n.s.)

• Il picco di accelerazione positiva durante l’azione di salto (A.p2)

• Il picco di forza espresso durante l’ultimo appoggio effettuato sulla pedana (N.F.2)

• L’integrale della forza sul tempo relativo all’ultimo appoggio effettuato sulla pedana (∫ F(t))

Per ciò che riguarda il CMJ+rincorsa eseguito su superficie convenzionale i dati registrati non

presentano differenze statisticamente significative rispetto a quanto riportato da Nourry e coll., 1999

Fig. 3-B

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che riferiscono valori di T.n.s., Ap2, N.F.2 e di ∫ F(t) rispettivamente di 0.313+0.05 s., 32.22+2.91

m . s-2, 2783.10+382.85 N e di 304.41+ 21.59 N . s.

Grafico 2

Grafico relativo al picco di forza espresso durante l’azione di salto (N.F.2) a all’integrale della forza

sul tempo (∫ F(t)), riguardanti l’ultimo appoggio eseguito su sabbia e superficie convenzionale.

Grafico 3

Grafico relativo al tempo di contatto (Tns) ed accelerazione positiva (Ap2) riguardanti l’ultimo

appoggio eseguito su sabbia e superficie convenzionale.

Grafico 2

Grafico 3

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La sostanziale mancanza di differenze significative tra i parametri biomeccanici relativi al

CMJ effettuato sulle due diverse superfici sottolinea come sostanzialmente l’atleta effettui le

due azioni in modo molto simile.

E’ possibile tuttavia evidenziare su sabbia una tendenza non statisticamente significativa ad un

maggiore piegamento delle gambe nella fase di contromovimento (+5.80%) che si traduce in

aumento del tempo di spinta (+10.44%) ed in una conseguente significativa minor produzione di

potenza (-39.55%, p<0.05).

Il dato maggiormente interessante è comunque la minore elevazione del Centro di Gravità

(- 36,01%, p<0.05) riscontrabile in questo tipo di salto effettuato su sabbia rispetto allo stesso

eseguito su superficie sintetica.

Questa differenza è essenzialmente da imputarsi sia alla minore produzione di W.e.c (-20.1%) sia al

minor valore di V.max (-6.34%) registrati su sabbia.

Le differenze di queste due valori, anche se non statisticamente significative, se considerate

singolarmente, hanno determinato la differenza significativa nell’altezza di salto riscontrata (vale

infatti la pena ricordare come W.e.c sia uguale a 0.5 . M . Vmax2)

La sabbia è considerabile come un tipico elemento "dissipatore di energia" (Strydom e coll.,

1966; Givoni e Goldman, 1972; Soule e Goldman, 1972; Zamparo e coll.,1992), la perdita del

20.1% di W.e.c, dissipata in attrito sulla superficie sabbiosa risulta infatti ragionevolmente

proporzionale alla perdita pari al 36,01% dell’altezza di salto registrata.

Inoltre il maggior piegamento degli arti inferiori riscontrabile nel CMJ effettuato su sabbia può

causare un aumento dell’effetto di termodispersione dell’energia elastica immagazzinata durante la

fase eccentrica del movimento stesso (Bosco, 1992)

La caratteristica dissipativa della superficie sabbiosa diviene soprattutto evidente quando il salto

viene preceduto da una rincorsa.

La fase di appoggio del piede nella fase di rincorsa può essere divisa in tre periodi di durata

relativamente uguale; durante il primo terzo della fase di appoggio, nel momento in cui il piede

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sprofonda nella sabbia, l’energia potenziale viene trasformata in energia cinetica di cui però una

parte viene dissipata nella sabbia stessa (Lejeune e coll., 1998).

Inoltre la sabbia è responsabile di una diminuzione della stiffness del sistema neuro-muscolare che

per questo motivo aumenta nel corso del ciclo stiramento-accorciamento la quantità di energia

elastica termodispersa (Lejeune e coll., 1998).

A conferma di questo è evidenziabile come i valori di N.F.2, di ∫ F(t) e di A.p. 2 registrati su sabbia

siano significativamente minori (p< 0.05)di quelli osservati su superficie rigida.

La forte correlazione (r=0.86 p<0.001) ritrovabile in studi analoghi (Nourry e coll., 1999) tra i

valori di ∫ F(t) e l’altezza di salto sottolineata anche da altri Autori in precedenti studi (Adamson e

Whitney, 1971) , si può ragionevolmente supporre una significativa differenza dei valori di altezza

raggiunti dal Centro di Gravità in questo tipo di salto eseguito su sabbia rispetto allo stesso eseguito

su superficie convenzionale.

Occorre inoltre sottolineare come il lavoro realizzato per muovere il piede nella sabbia, nel salto

preceduto da rincorsa, ed in minor modo anche nel salto da fermo con contromovimento, costituisca

dell’energia dissipata sotto forma di attrito nella sabbia stessa, energia che non può essere quindi

accumulata sotto forma di energia elastica e conseguentemente restituita sotto forma di lavoro

meccanico nella susseguente fase concentrica del movimento.

Camminare o correre sulla sabbia, aumenta largamente il lavoro muscolo-tendineo rispetto ad una

superficie dura. Anche sulla sabbia però, l’apparato locomotore è in grado di mantenere i due

principali meccanismi di locomozione, anche se con un considerevole incremento di richiesta

energetica. (“MECHANICS AND ENERGETICS OF HUMAN LOCOMOTION ON SAND” T.

M. LEJEUNE, P. A. WILLEMS AND N. C. HEGLUND)

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4.1 L’OPINIONE DI UN PROFESSIONISTA

Durante l’approfondimento dell’argomento oggetto di questa tesi, sono venuto a conoscenza che

alla società di calcio A.C.Milan la sabbia viene usata come strumento di allenamento già da 3 anni.

Ho avuto il piacere e la fortuna di avere dei colloqui con il prof. Daniele Tognaccini in merito.

Il prof. Tognaccini è il preparatore atletico della società A.C.Milan dal 1998 e responsabile di Milan

Lab dal 2001.

Attualmente è il preparatore atletico della prima squadra della società A.C.Milan e Project Leader di

Milan Lab.

Milan Lab, come viene spiegato nel sito internet ufficiale della società, contribuisce su più fronti a

migliorare i risultati della squadra: obiettivo degli studi e delle ricerche effettuate è consentire

l'ottimizzazione delle prestazioni degli atleti, offrire la possibilità di prevedere i rischi di infortuni e

fungere da supporto decisionale allo staff tecnico e al management del Club nella gestione delle

risorse umane.

Obiettivo primario di Milan Lab è innanzitutto la tutela del singolo calciatore. L'integrità psico-

fisico dei campioni è il patrimonio più prezioso di una squadra di calcio, il cui rendimento sul

campo è importante sia da un punto di vista sportivo, sia economico.

La salute dei calciatori, è il bene più prezioso.

Il prof. Tognaccini ha definito la sabbia “un ottimo strumento di lavoro” che, se usato con una

corretta metodologia, può avere una valenza fondamentale soprattutto per ciò che riguarda la

prevenzione di patologie quali quelle da sovraccarico funzionale, garantendo comunque un’ottima

performance atletica.

Inoltre ha sottolineato l’importanza che l’allenamento su superficie sabbiosa ha, nel caso ci si trovi

a dover allenare soggetti con alcuni tipi di patologie muscolo-tendinee.

“Attraverso la sabbia riusciamo a somministrare a questi soggetti carichi più alti”, sfruttando la

minor traumaticità a carico proprio dell’apparato muscolo-tendineo propria di questo tipo di

allenamenti.”

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CAPITOLO 5 SVLUPPO DEL PROGRAMMA

Il programma dello studio è stato sviluppato secondo una precisa metodologia scientifica.

5.1 MEZZI

In questa sezione sono elencati i mezzi utilizzati per la realizzazione dello studio.

VASCA DI SABBIA

E’ stata realizzata (foto 5) una vasca di sabbia presso il campo sportivo del C.S. Porta Romana delle

dimensioni di 2 X 4 metri, con una profondità di 40 cm.

Per la realizzazione (eseguita da Francesco Martino, Gennaro Martino, Niccolò Novelli), sono state

necessarie circa 15 ore di lavoro e i seguenti materiali:

• 12 blocchi in calcestruzzo delle seguenti dimensioni (h, l, p) in centimetri: 40 x 220 x 10

• 50 Kg di cemento

• Circa 3,2 metri cubi di sabbia

• Circa 15 metri quadrati di erba sintetica (metà usata per il fondo della vasca e metà per il

perimetro)

Inoltre sono state utilizzate le seguenti attrezzature: carriola, pala, rastrello, piccone, zappa,

cazzuola, falce, livella

Foto 5:

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STRADA IN PENDENZA

E’ stata utilizzata per l’esecuzione di sprint in salita una strada in pendenza presso la sede del C.S.

Porta Romana. La pendenza misurata è del 12 %

IL SISTEMA OPTOJUMP

I test d’ingresso e d’uscita sono stati effettuati attraverso il sistema di rilevazione “Optojump” (vedi

foto 6)

Optojump è:

• una barriera ottica organizzata in moduli caratterizzati dalla presenza di 32 fotocellule ad

infrarossi disposte a 3mm da qualsiasi tipo di suolo;

• un sistema che permette di registrare tempi di contatto e distanze tra gli appoggi; da questi

dati ne vengono ricavati altrettanti (altezze, angoli di falcata della corsa, potenza, ritmo di

corsa, energia del gesto, velocità, accelerazione);

• di osservare i dati immediatamente e/o nel tempo sia a nudo che graficamente.

Questo tipo di strumentazione viene già da tempo utilizzata in molti centri di allenamento e studio

sulla performance sportiva.

SUPPORTI INFORMATICI

Per il trattamento e l’elaborazione dei dati sono stati usati comuni supporti informatici (personal

computers) e programmi (Microsoft Office)

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5.2 METODI

Al presente studio hanno partecipato 30 calciatori praticanti appartenenti alla stessa squadra di

calcio (iscritta al campionato di seconda categoria di Firenze LND).

DIVISIONE DELLA ROSA IN 3 GRUPPI

La Rosa è stata divisa in 3 gruppi (un gruppo di studio e due di controllo) con caratteristiche* il più

possibile omogenee tra loro, secondo questa metodologia:

• Esecuzione Test d’ ingresso prestabiliti

• Analisi dei risultati dei Test

• Suddivisione della coorte in 3 fasce di risultati (SUFFICIENTE – MEDIA – ALTA)

• Formazione dei 3 gruppi attraverso la suddivisione omogenea dei componenti delle 3 fasce

di risultati

*CARATTERISTICHE CONSIDERATE PER LA DIVISIONE IN 3 GRUPPI DELLA ROSA:

• Età

• Peso

• Altezza

• Risultati dei test secondo metodologia prestabilita (3 fasce di rendimento)

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5.3 TEST D’INGRESSO IN E D’USCITA OUT

In questa sezione sono riportati i test utilizzati per la rilevazione oggettiva delle variabili studiate in

questo lavoro.

I test sono stati eseguiti in due sessioni:

• TEST D’INGRESSO IN – Svolti in data 30.08.2004, per la valutazione iniziale degli atleti

• TEST D’USCITA OUT – Svolti in data 12.10.2004, per la valutazione finale degli atleti

I test delle sessioni IN e OUT sono stati effettuati dalle stesse persone (Francesco Martino,

Stefano Baraldo), con la stessa strumentazione (OPTOJUMP), nelle stesse condizioni

ambientali.

Qui di seguito sono elencati i test utilizzati:

CMJ (COUNTER MOVEMENT JUMP): salto verticale con contromovimento, con mani ai

fianchi. Consente di valutare l’espressione esplosivo-elastica della forza.

Viene preso in considerazione il CMJ perché coinvolge una catena cinetica controllabile e meno

condizionata dagli aspetti coordinativi sport-specifici; è doveroso precisare che spesso la catena

cinetica utilizzata nella fase di caricamento in questo tipo di salti risulta essere condizionata da

aspetti soggettivi e da interpretazioni soggettive. (C.,Bosco, 1999)

Salto verticale, mani ai fianchi sul posto, partendo da posizione eretta con ginocchio naturalmente

esteso. Viene coinvolta la capacità delle strutture di sostegno del muscolo di riutilizzare l’energia

cinetica di caduta e le capacità di reazione all’allungamento dei muscoli coinvolti (ossia è un gesto

rappresentativo per tutti i gesti sportivi); misura la forza esplosiva elastica; è un indice di

allenamento.

CMJ-L (CMJ con braccia libere): salto verticale con contromovimento ed oscillazione coordinata

delle braccia per dietro-basso-avanti.

Misura l’espressione esplosivo-elastico-riflessa della forza prevalentemente dei muscoli delle cosce.

L’oscillazione delle braccia, nel suo momento verso il basso tende a rafforzare il momento

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recessivo della contrazione eccentrica nel momento del cambiamento di segno del movimento.

Da questo e dalla coordinazione nella quale avviene la combinazione dei movimenti, si ottiene il

“surplus” di elevazione che in questo test si rileva,rispetto al precedente (CMJ). (C.,Bosco, 1999)

(CMJ e CMJ-L sono considerati test rilevanti per la valutazione dell’atleta, per individuarne le

caratteristiche di forza senza ricorrere alle valutazioni specifiche delle discipline praticate)

BOSCO/VITTORI STIFFNESS TEST: salti verticali tra ostacoli (o anche senza) sul posto a

gambe tese e unite, per effettuare rimbalzi più rapidi e alti possibile. Questo test permette di

valutare l’efficienza di forza riflessa prevalentemente della muscolatura del tricipite surale e

sinergici e ci offre, unitamente al precedente, l’indicazione della funzionalità di tutto il sistema

propulsivo (Vittori, 2003).

Sono 7 salti sul posto eseguiti a ginocchio leggermente flesso indicativi della rigidità del sistema.

Sostanzialmente si guarda il rapporto tra i tempi di contatto a terra e del tempo di volo di ogni salto

e si valuta l’efficacia del “rimbalzo”

30 SECONDI JUMP TEST: Si effettuano salti massimali per 30 secondi per osservare la

resistenza alla forza esplosiva; in pratica si osserva come in un certo tempo diminuisca la capacità

di salto. Valuta la resistenza alla forza esplosiva elastica

QUESTIONARIO: E’ stato inoltre chiesto ai soggetti di rispondere ad un questionario (vedi

pagina seguente) nei giorni seguenti la sessione di test d’uscita OUT.

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FAC-SIMILE DEL QUESTIONARIO GRUPPO (sabbia – salite – terreno) ..………………………………………………………………...

• Hai avuto infortuni anche di tipo lieve? ……………………………………………………… • Se sì, di che tipo e dove?............................................................................................................ • Di quale gravità (leggero – medio – grave)? …………………………………………………. • In che periodo?...........................................................................................................................

• C’è stata una parte del corpo che hai avvertito particolarmente affaticata o dolorante? Se sì

quale? (es. parte posteriore coscia, parte anteriore, polpaccio, tallone, schiena ecc. ecc……) ……………………………………………………………………………………………………….... ………………………………………………………………………………………………………....

Descrivi la situazione del tuo senso di affaticamento e di condizione fisica durante la prima parte (prime 2 settimane) e durante la seconda (seconde 2 settimane) di preparazione della forza: • Prima parte:

Sensazione di affaticamento: dai un voto da 1 a 10 dove 1 = per niente affaticato e 10 = tremendamente affaticato:

…………………. Sensazione di condizione fisica:

dai un voto da 1 a 10 dove 1 = condizione molto scarsa e 10 = condizione eccellente: ………………….

• Seconda parte: Sensazione di affaticamento:

dai un voto da 1 a 10 dove 1 = per niente affaticato e 10 = tremendamente affaticato: ………………….

Sensazione di condizione fisica: dai un voto da 1 a 10 dove 1 = condizione molto scarsa e 10 = condizione eccellente:

…………………. ………………….

• Descrivi brevemente il tuo stato di forma attuale e dagli un voto da 1 a 10

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………....

• Esprimi il tuo giudizio sul metodo di lavoro sulla forza svolto e dagli un voto da 1 a 10 (dove 1 = pessimo metodo e 10 = metodo eccellente)

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………....

• Pregi e difetti, secondo il tuo giudizio del metodo di lavoro svolto: …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………....

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Nella Tabella 4-A sottostante sono esposti i valori medi delle caratteristiche di suddivisione dei gruppi, rilevati nei Test d’ingresso IN

TABELLA 4-A "Caratteristiche suddivisione gruppi"

Caratteristiche Medie GRUPPO 1 GRUPPO 2 GRUPPO 3

ETA' 24,8 + 3,61 23,75 + 2,55 23,5 + 2,43

ALTEZZA 177,0 + 4,71 175,5 + 3,82 177,5 + 1,87

PESO 71,4 + 3,57 70,75 + 3,49 71,0 + 3,41

H CMJ 30,46 + 3,6 30,15 + 6,43 32,1 + 2,08

H CMJ-L 36,58 + 5,23 36,95 + 7,19 39,95 + 2,68

H Media 30sec. TEST 23,54 + 2,79 23,68 + 3,9 25,8 + 3,18

H Media STIFF. TEST 28,54 + 3,77 26,7 + 5,78 33,2 + 1,31

Nessun soggetto alla data dei test d’ingresso IN presentava patologie di tipo osteoarticolare,

muscolare o neuromuscolare.

Tutti gli atleti che hanno preso parte al protocollo di ricerca erano stati preventivamente informati

sullo scopo della ricerca e sui rischi ad essa connessi.

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5.4 ALLENAMENTO DELLA FORZAFUNZIONALE COME UNICA VARIABILE

La coorte in oggetto è stata allenata in maniera uniforme, nel rispetto delle caratteristiche

individuali di ciascun giocatore. Partendo dal presupposto che l’obbiettivo era verificare la validità

e l’efficacia di un lavoro sulla forza funzionale eseguito sulla sabbia, abbiamo reso la parte di

allenamento dedicata alla forza funzionale l’unica variabile in un programma di allenamento simile

per tutto il gruppo di studio in questione.

Il gruppo 1, ha svolto un programma di allenamento della forza funzionale su sabbia.

Il gruppo 2, ha svolto un programma di allenamento della forza funzionale su terreno di gioco.

Il gruppo 3, ha svolto un programma di allenamento della forza funzionale attraverso sprint in

salita.

X = Allenamento per la Forza funzionale su SABBIA

Y = Allenamento per la Forza su TERRENO

Z = Allenamento per la Forza con SPRINT IN SALITA

I tre metodi di allenamento sono stati programmati con intensità e carico di lavoro uguali.

Tutti e tre i programmi sono articolati in 14 sedute, suddivise in 3 microcicli con carichi

crescenti.

COSTANTE

X

COSTANTE

Z

COSTANTE

Y

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5.5 I 3 PROGRAMMI DI ALLENAMENTO

Per la programmazione dei carichi di lavoro, abbiamo preso come punto di riferimento il gruppo

che avrebbe lavorato con il metodo collaudato degli sprint in salita.

Abbiamo quindi programmato le sedute su sabbia e su terreno in modo che il numero di contrazioni

muscolari totali risultasse il medesimo. Lo sprint possiede due caratteristiche tipiche, ossia

l’espressione della forza di spinta (ampiezza del passo) e l’espressione di rapidità (la frequenza dei

movimenti); nella programmazione delle esercitazioni su terreno e su sabbia abbiamo considerato

entrambe le forme, proponendo esercizi sia di spinta (divaricate, mezzi squat con molleggio) che di

rapidità (skipping e tapping).

Prendendo come base di riferimento l’ allenamento della forza attraverso il metodo degli sprint in

salita, sarà valutata la sua intensità attraverso il numero delle contrazioni muscolari eseguite, e sarà

quindi programmato il lavoro da eseguire sulla sabbia e sul terreno in modo che risulti di uguale

intensità (stesso numero di contrazioni).

Quindi, dopo aver determinato su Optojump la media del numero dei passi necessari a coprire 10mt

di sprint in salita (con pendenza del 12%), abbiamo calcolato il numero delle contrazioni relative al

carico di lavoro programmato in metri di salite. Sulla base di questo dato abbiamo sviluppato i

programmi per i gruppi “SABBIA” e “TERRENO”, imponendo lo stesso carico di lavoro.

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I tre programmi sono stati eseguiti contemporaneamente.

Sono state effettuate 14 sedute divise in 3 microcicli con carichi crescenti, più un microciclo

composto da 3 sedute di “richiamo” con carichi più leggeri, nel periodo di inizio dell’attività

competitiva.

Nel Grafico 4 sottostante sono riportati i volumi dei microcicli effettuali (l’unità di misura sono i

metri di sprint in salita).

Volume dei microcicli di allenamento

01020304050607080

31-ago 05-set 10-set 15-set 20-set 25-setGiorni

Volu

me

mic

roci

cli

(in

met

ri di

spr

int i

n sa

lita)

Microcicli

I tre gruppi erano inizialmente composti da 10 atleti per ciascuno.

Il programma è stato portato a termine dal seguente numero di atleti (suddivisi per gruppo):

GRUPPO SABBIA: 8 atleti hanno completato il programma. 1 atleta ha abbandonato per

infortunio 1 per motivi personali

GRUPPO SALITE: 8 atleti hanno completato il programma. 1 atleti ha abbandonato per infortunio

1 per motivi personali

GRUPPO TERRENO: 6 atleti hanno completato il programma. 3 atleti hanno abbandonato per

infortunio 1 per motivi personali

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5.6 VALIDITA’ SCIENTIFICA DELLO STUDIO

Il presente studio, eseguito su una coorte di 30 calciatori, è di tipo sperimentale; si vuole valutare

l’efficacia di un intervento (allenamento sulla sabbia), attraverso il controllo del fattore di studio (la

forza funzionale).

La suddivisione dei gruppi è stata fatta in maniera da ridurre il più possibile l’influenza sul fattore

di studio da parte di variabili casuali (per esempio un gruppo a prevalenza di soggetti con ottimi

risultati nei test d’ingresso e un gruppo con risultati pessimi).

Lo studio è stato condotto attraverso un rigoroso metodo scientifico.

TAPPE DEL METODO SCIENTIFICO (Natalia Balaguè, I.N.E.F. Barcellona 2003)

Teoria e conoscenze

attuali

Osservazioni

Risultati Ipotesi operativa

Ipotesi concettuale

Conclusioni

Identificazione di un problema

Programmazione

Raccolta dei dati Analisi

Interpretazione

Generalizzazione

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5.7 ACCESSIBILITA’ DELL’ALLENAMENTO SULLA SABBIA

Un programma di lavoro su vasca di sabbia è facilmente sicuramente di facile accessibilità. E’

sufficiente una vasca di sabbia delle dimensioni di 2 metri per 4. La sua realizzazione richiede uno

spazio relativamente ristretto, non più di 10/15 ore di mano d’opera e un investimento economico

minimo.

5.8 INTERESSE

L’ interesse all’ uso di una vasca di sabbia come strumento di allenamento per il calcio è molto alto.

L’ utilizzo nelle ultime stagioni sportive di questo metodo da parte di grandi squadre

professionistiche (come A.C. Milan) ha destato grande interesse. Una delle motivazioni che ci

hanno spinto ad eseguire il presente studio, è sicuramente l’ aver avvertito la necessità di verificare

la validità e l’ applicabilità di questo metodo di allenamento a tutte le realtà sportive.

Il valore pratico di questo studio è sicuramente molto alto, vista l’esigenza sempre più forte di poter

attingere a metodi di allenamento validi sia da un punto di vista di rendimento sportivo, che di

prevenzione degli infortuni.

Inoltre, la sabbia, costituisce anche “un ottimo mezzo di lavoro per quel che riguarda il recupero di

alcuni infortuni, soprattutto quelli di tipo tendineo e muscolare” (G.N., Biscotti, 2004).

Sulla sabbia infatti, si ha una minor sollecitazione della struttura tendinea e un impegno meccanico

“addolcito”, fattori importantissimi per ujn programma di riabilitazione tendinea. Anche per

riabilitazione a seguito di traumi muscolari, la sabbia rappresenta un ottimo metodo di lavoro.

Sulla sabbia il muscolo lavora con tempi di allungamento e contrazione più lunghi, che favoriscono

la ristrutturazione della zona traumatizzata (G.N., Biscotti 2004).

Le vibrazioni a carico della struttura ossea sono diminuite lavorando sulla sabbia piuttosto che su un

terreno “duro”, e questo la rende particolarmente adatta a patologie come la periostite, nelle quali

occorre limitare le sollecitazioni vibratorie a carico dell’osso (G.N., Biscotti 2004).

Infine, non si deve trascurare la grande valenza propriocettivo/dinamica del lavoro su sabbia,

indotte dalle continue richieste di “aggiustamenti” dell’appoggio plantare.Le possibilità di lavoro in

questo senso sono moltissime.

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5.9 COME ANALIZZARE I RISULTATI

L’ associazione osservata tra metodo di

allenamento utilizzato e i risultati ottenuti, è

statisticamente significativa.

Ne deve essere però valutata la veridicità. I

risultati potrebbero essere falsati dalla

presenza più o meno assidua degli atleti alle

sedute, dal loro stile di vita, dalla loro

costituzione fisica, dalla condizione fisica di

partenza, ecc…

Nel caso di miglioramento statisticamente

significativo, e imputabile al metodo di

allenamento specifico seguito, è necessaria

una valutazione dell’ interesse pratico, ovvero

stabilire se i risultati sono soddisfacenti a

prescindere dal numero di infortunati, dall’

investimento di tempo, denaro, ecc…

L’ associazione osservata tra metodo di

allenamento utilizzato e i risultati ottenuti,

non è statisticamente significativa.

Ne deve essere però valutata la veridicità. I

risultati potrebbero essere falsati dalla

presenza più o meno assidua degli atleti alle

sedute, dal loro stile di vita, dalla loro

costituzione fisica, dalla condizione fisica di

partenza, ecc…

Nel caso di veridicità positiva, la conclusione

sarebbe una non connessione tra metodo di

allenamento e risultati.

Al contrario la comparazione potrebbe

risultare poco sensibile o il numero di soggetti

insufficiente.

ASSOCIAZIONE OSSERVATA

STATISTICAMENTE SIGNIFICATIVA

STATISTICAMENTE NON SIGNIFICATIVA

VERA FALSA VERA FALSA

Senza raggiungimento

obiettivi prefissati

Non c’è connessione

Con interesse pratico

Senza interesse pratico

Numero insufficiente di soggetti

Comparazione poco

sensibile

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CARATTERISTICHE PER STABILIRE UNA RELAZIONE DI CAUSALITA’

• Forza dell’ associazione

• Plausibilità biologica

• Consistenza

• Relazione temporale tra fattore di studio (allenamento sulla sabbia) ed effetto

• Relazione dosi risposta

• Diminuzione dosi risposta

• Analogie dosi/risposta

MISURARE L’ AFFIDABILITA’

• Variabili biologiche

• Variabili dovute all’ osservatore

• Variabilità tecnologica

• Comparazione carichi di lavoro tra gruppo di studio e gruppi di controllo

• Test di ingresso e d’ uscita

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CAPITOLO 6

ANALISI DEI DATI

Premessa

In questo capitolo sono riportate tabelle, grafici e relativi commenti riguardanti l’analisi dei dati

rilevati nei Test d’ingresso (IN) e d’uscita (OUT).

Il Test d’ingresso IN è stato svolto in data 30.08.2004

Il Test d’uscita OUT è stato svolto in data 12.10.2004 con medesime condizioni ambientali.

Sono indicati con la lettera A (es. A1, A2, ecc…) i calciatori del gruppo SABBIA

Sono indicati con la lettera B i calciatori del gruppo SALITE

Sono indicati con la lettera C i calciatori del gruppo TERRENO

Sono riportati i solo i dati dei soggetti che hanno portato a termine i programmi di allenamento

In tutte le tabelle e i grafici i gruppi compaiono nel seguente ordine:

1 – GRUPPO “SABBIA”

2 – GRUPPO “SALITE”

3 – GRUPPO “TERRENO”

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6.1 CMJ TEST

Primo Gruppo: Allenamento sulla SABBIA

Secondo Gruppo: Allenamento in SALITA

Terzo Gruppo: Allenamento sul TERRENO

TAB. 1 - TEST CMJ "Medie" IN 30.08.2004 OUT 12.10.2004

CALCIATORE Tvolo [s] Altezza [cm] Tvolo [s] Altezza [cm]

A1 0,515 32,5 0,52 33,1 A2 0,504 31,1 0,539 35,6 A3 0,521 33,3 0,533 34,8 A4 0,441 23,8 0,447 24,5 A5 0,508 31,6 0,564 39 A6 0,515 29,85 0,52 33,1 A7 0,504 30,01 0,539 35,6 A8 0,521 31,5 0,533 31,8

MEDIA 0,50 30,46 0,52 33,44 DEV. STANDARD 0,03 2,93 0,03 4,22

B1 0,405 20,1 0,448 24,6 B2 0,533 34,8 0,545 36,4 B3 0,502 30,9 0,514 32,4 B4 0,533 34,8 0,533 34,8 B5 0,405 20,1 0,405 20,1 B6 0,533 34,8 0,533 34,8 B7 0,502 30,9 0,502 30,9 B8 0,533 34,8 0,533 34,8

MEDIA 0,49 30,15 0,50 31,10 DEV. STANDARD 0,06 6,43 0,05 5,78

C1 0,527 34 0,515 32,5 C2 0,496 30,2 0,502 30,9 C3 0,527 34 0,515 32,5 C4 0,496 30,2 0,502 30,9 C5 0,527 34 0,515 32,5 C6 0,496 30,2 0,502 30,9

MEDIA 0,51 32,10 0,51 31,70 DEV. STANDARD 0,02 2,08 0,01 0,88

Le altezze medie dei 3 gruppi rilevate nel test d’ingresso “IN” non presentano differenze

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statisticamente rilevanti.

L’altezza media più alta nel test d’ingresso viene rilevata nel gruppo “TERRENO”.

Le altezze medie dei 3 gruppi rilevate nel test d’uscita “OUT” non presentano differenze

statisticamente rilevanti.

L’altezza media più alta nel test d’uscita viene rilevata nel gruppo “SABBIA”.

Nel Grafico 1 sono riportati i valori IN e OUT dell’altezza raggiunta dai 3 gruppi.

Grafico 1 - CMJ TEST - Differenze tra i Test IN e OUT nei 3 gruppi

28,00

29,00

30,00

31,00

32,00

33,00

34,00

SABBIA SALITE TERRENO

H (c

m)

Test d'ingresso IN Test d'uscita OUT

Nella Tabella 2 sono riportati i miglioramenti percentuali dell’altezza raggiunta nel test OUT

rispetto al test IN.

TAB 2 - TEST CMJ "Miglioramento in percentuale dell' altezza"

GRUPPO TEST Tvolo [s] Altezza [cm] Miglioramento %

Miglioramento Cm

IN 0.5 30.46 SABBIA OUT 0.52 33.4 9.7 2.94

IN 0.49 30.15 SALITE OUT 0.51 32.05 6.3 1.9

IN 0.51 32.1 TERRENO OUT 0.51 31.7 -1.2 -0.4

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Il miglioramento medio in percentuale rispetto al test d’ingresso più grande è stato raggiunto dal

gruppo “SABBIA”, anche se la differenza con il gruppo “SALITE” non è statisticamente

significativa.

Il gruppo “TERRENO” ha subito un peggioramento della prestazione media.

Il valore assoluto della media di altezza dei salti più alto (nel test d’uscita OUT) è del gruppo

“SABBIA” con 33,4 cm.

I valori assoluti delle medie delle altezze dei salti nel test d’uscita OUT non presentano differenze

statisticamente rilevanti.

Il miglioramento medio in termini di cm più alto è del gruppo “SABBIA”, con 2,94 cm.

Le differenze tra i valori di aumento medio in cm tra i gruppi non presentano valori statisticamente

significativi.

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6.2 CMJ – L TEST

Primo Gruppo: Allenamento sulla SABBIA

Secondo Gruppo: Allenamento in SALITA

Terzo Gruppo: Allenamento sul TERRENO

TAB. 3 - TEST CMJ-L "Medie" IN 30.08.2004 OUT 12.10.2004

CALCIATORE Tvolo [s] Altezza [cm] Tvolo [s] Altezza [cm]

A1 0,563 38,9 0,545 36,4 A2 0,563 38,9 0,57 39,8 A3 0,545 36,4 0,588 42,4 A4 0,471 27,2 0,491 29,6 A5 0,582 41,5 0,606 45 A6 0,523 38,9 0,545 36,4 A7 0,543 36,5 0,57 39,5 A8 0,535 34,3 0,588 40,01

MEDIA 0,54 36,58 0,56 38,64 DEV. STANDARD 0,03 4,37 0,04 4,63

B1 0,466 26,6 0,52 33,1 B2 0,6 44,1 0,613 46,1 B3 0,539 35,6 0,576 40,7 B4 0,582 41,5 0,576 40,7 B5 0,466 26,6 0,52 33,1 B6 0,6 44,1 0,613 46,1 B7 0,539 35,6 0,576 40,7 B8 0,582 41,5 0,576 40,7

MEDIA 0,55 36,95 0,57 40,15 DEV. STANDARD 0,06 7,19 0,04 4,95

C1 0,588 42,4 0,551 37,2 C2 0,553 37,5 0,545 36,4 C3 0,588 42,4 0,551 37,2 C4 0,553 37,5 0,545 36,4 C5 0,588 42,4 0,551 37,2 C6 0,553 37,5 0,545 36,4

MEDIA 0,57 39,95 0,55 36,80 DEV. STANDARD 0,02 2,68 0,00 0,44

Le altezze medie dei 3 gruppi rilevate nel test d’ingresso “IN” non presentano differenze

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statisticamente rilevanti.

L’altezza media più alta nel test d’ingresso viene rilevata nel gruppo “TERRENO”.

Le altezze medie dei 3 gruppi rilevate nel test d’uscita “OUT” non presentano differenze

statisticamente rilevanti.

L’altezza media più alta nel test d’uscita viene rilevata nel gruppo “SALITE”.

Nel Grafico 3 sono riportati i valori IN e OUT dell’altezza raggiunta dai 3 gruppi.

Grafico 3 - CMJ-L TEST - Differenza tra i test IN e OUT nei 3 gruppi

34,0035,0036,0037,0038,0039,0040,0041,00

SABBIA SALITE TERRENO

H (c

m)

Test d'ingresso IN Test d'uscita OUT

Nella Tabella 4 sono riportati i miglioramenti percentuali dell’altezza raggiunta nel test OUT

rispetto al test IN.

TAB. 4 - TEST CMJ-L “Miglioramento in percentuale dell’altezza”

GRUPPO TEST Tvolo [s] Altezza [cm] Miglioramento %

Miglioramento Cm

IN 0.54 36.58 SABBIA OUT 0.56 38.64 5.6 2.06

IN 0.55 36.95 SALITE OUT 0.57 40.15 8.7 3.2

IN 0.57 39.95 TERRENO OUT 0.55 36.8 -7.9 -3.15

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Il miglioramento medio in percentuale rispetto al test d’ingresso più grande è stato raggiunto dal

gruppo “SALITE”, anche se la differenza con il gruppo “SABBIA” non è statisticamente

significativa.

Il gruppo “TERRENO” ha subito un peggioramento della prestazione media statisticamente

rilevante.

Il valore assoluto della media di altezza dei salti più alto (nel test d’uscita OUT) è del gruppo

“SALITE” con 40,15 cm.

I valori assoluti delle medie delle altezze dei salti nel test d’uscita OUT non presentano differenze

statisticamente rilevanti.

Il miglioramento medio in termini di cm più alto è del gruppo “SALITE”, con 3,2 cm.

Le differenza tra i valori di aumento medio in cm tra i gruppi “SABBIA” e “SALITE” non

presentano valori statisticamente significativi.

Il gruppo “TERRENO” ha evidenziato un decremento del valore medio di altezza dei salti.

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6.3 BOSCO/VITTORI STIFFNESS TEST

Primo Gruppo: Allenamento sulla SABBIA

Secondo Gruppo: Allenamento in SALITA

Terzo Gruppo: Allenamento sul TERRENO

TAB 5 A - STIFFNESS --> IN <-- 30.08.2004

CALCIATORE Tcont. [s] Tvolo [s] Altezza [cm] Potenza [W/Kg] Ritmo [p/s]

A1 0,239 0,532 34,7 41,38 1 A2 0,226 0,455 25,5 33,14 1 A3 0,202 0,46 26 36,32 2 A4 0,181 0,46 26 39,32 2 A5 0,188 0,498 30,5 43,9 1 A6 0,239 0,532 34,5 43,45 1 A7 0,226 0,455 25,5 35,01 1 A8 0,202 0,46 25,6 37,85 2

MEDIA 0,21 0,48 28,54 38,80 1,38 DEV. STANDARD 0,02 0,03 4,09 3,93 0,52

B1 0,245 0,417 21,4 27,29 2 B2 0,22 0,436 23,3 31,28 2 B3 0,188 0,466 26,6 39 2 B4 0,214 0,537 35,5 45,53 1 B5 0,245 0,417 21,4 27,29 2 B6 0,22 0,436 23,3 31,28 2 B7 0,188 0,466 26,6 39 2 B8 0,214 0,537 35,5 45,53 1

MEDIA 0,22 0,46 26,70 35,78 1,75 DEV. STANDARD 0,02 0,05 5,78 7,52 0,46

C1 0,213 0,529 34,4 44,67 1 C2 0,247 0,51 32 37,76 1 C3 0,213 0,529 34,4 44,67 1 C4 0,247 0,51 32 37,76 1 C5 0,213 0,529 34,4 44,67 1 C6 0,247 0,51 32 37,76 1

MEDIA 0,23 0,52 33,2 41,22 1 DEV. STANDARD 0,02 0,01 1,31 3,78 0,00

I valori del tempo di contatto medio tra i gruppi non presentano differenze statisticamente rilevanti.

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I valori del tempo di volo medio tra i gruppi non presentano differenze statisticamente rilevanti.

I valori dell’altezza media dei salti tra i gruppi non presentano differenze statisticamente rilevanti

tra i gruppi “SABBIA” e “SALITE”. Il gruppo “TERRENO” presenta un altezza media dei salti più

alta.

TAB 5 B - STIFFNESS --> OUT <-- 12.10.2004

CALCIATORE Tcont. [s] Tvolo [s] Altezza [cm] Potenza [W/Kg] Ritmo [p/s]

A1 0,269 0,502 30,9 34,59 1 A2 0,228 0,501 30,8 38,75 1 A3 0,181 0,48 28,3 42,26 2 A4 0,196 0,459 25,9 37,45 2 A5 0,361 0,546 36,6 33,1 1 A6 0,269 0,502 30,9 34,59 1 A7 0,228 0,501 30,8 38,75 1 A8 0,235 0,48 30,05 38,35 2

MEDIA 0,25 0,50 30,53 37,23 1,38 DEV. STANDARD 0,06 0,03 3,02 2,98 0,52

B1 0,3 0,484 28,7 30,59 1 B2 0,23 0,466 26,7 33,9 1 B3 0,298 0,527 34 35,13 1 B4 0,251 0,484 28,7 34,17 1 B5 0,3 0,484 28,7 30,59 1 B6 0,23 0,466 26,7 33,9 1 B7 0,298 0,527 34 35,13 1 B8 0,251 0,484 28,7 34,17 1

MEDIA 0,27 0,49 29,53 33,45 1,00 DEV. STANDARD 0,03 0,02 2,90 1,83 0,00

C1 0,249 0,532 34,7 40,13 1 C2 0,237 0,501 30,8 37,59 1 C3 0,249 0,532 34,7 40,13 1 C4 0,237 0,501 30,8 37,59 1 C5 0,249 0,532 34,7 40,13 1 C6 0,237 0,501 30,8 37,59 1

MEDIA 0,24 0,52 32,75 38,86 1 DEV. STANDARD 0,01 0,02 2,14 1,39 0,00

I valori del tempo di contatto medio tra i gruppi non presentano differenze statisticamente rilevanti.

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I valori del tempo di volo medio tra i gruppi non presentano differenze statisticamente rilevanti.

I valori dell’altezza media dei salti tra i gruppi non presentano differenze statisticamente rilevanti.

Nella Tabella 6 sono riportati i miglioramenti percentuali e in cm dell’altezza media raggiunta nel

test OUT rispetto al test IN.

TAB 6 - BOSCO/VITTORI STIFFNESS TEST "Miglioramento in percentuale e in centimentri dell'altezza media dei

salti"

GRUPPO TEST Tcont [s] Tvolo [s] Altezza [cm]

Miglioramento % Altezza

Miglioramento Altezza (Cm)

IN 0.21 0.48 28.54 SABBIA OUT 0.25 0.5 31.39 10.1 2.85

IN 0.22 0.46 26.7 SALITE OUT 0.27 0.49 29.53 10.7 2.83

IN 0.23 0.52 33.2 TERRENO OUT 0.24 0.52 32.75 -1.2 -0.45

Il miglioramento % relativo all’altezza media dei salti più alto è del gruppo “SALITE”.

I miglioramenti percentuali delle altezze medie dei salti dei gruppi “SABBIA” e “SALITE” non

presentano una differenza statisticamente significativa.

Il gruppo “TERRENO” ha subito un peggioramento dell’ altezza media dei salti.

I miglioramenti in cm dell’altezza media dei salti non presentano differenze statisticamente

significativa.

Il gruppo “TERRENO” presenta nei test d’ingresso IN e d’uscita OUT il valore assoluto più alto di

altezza media dei salti.

Nel Grafico 6 sono riportate le altezze medie dei salti nei Test IN e OUT:

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Grafico 6 - BOSCO/VITTORI STIFFNESS TEST - H media dei salti nei test IN e OUT nei 3 gruppi

0,005,00

10,0015,0020,0025,0030,0035,00

SABBIA SALITE TERRENO

H (c

m)

Test d'ingresso IN Test d'uscita OUT

Nella Tabella 7 sono riportati i miglioramenti percentuali dell’altezza media raggiunta nel test OUT

rispetto al test IN, in rapporto con l’altezza raggiunta nel relativo CMJ-L Test

TAB 7 – BOSCO/VITTORI STIFFNESS TEST "Miglioramento in percentuale della percentuale dell'altezza media dei

salti rispetto al CMJ-L test" +

"Miglioramento in percentuale della percentuale dell'altezza media dei salti rispetto al salto massimo nello Stiffness test"

GRUPPO TEST % H media su CMJ-L

% H media su H max Stiff.

Miglioramento % della % H media

su CMJ-L

Miglioramento % della % H media su H max Stiff.

IN 77.94 91.2 SABBIA

OUT 81.25 92.88 4.2 1.8

IN 72.21 91.93 SALITE

OUT 73.55 91.99 1.9 0.1

IN 83.02 94.09 TERRENO

OUT 89.02 93.2 7.2 -0.9

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PERCENTUALE ALTEZZA MEDIA SU CMJ-L

I miglioramenti percentuali relativi alla percentuale di altezza media dei salti su CMJ-L test non

presentano differenze statisticamente significative.

Il miglioramento percentuale relativo alla percentuale di altezza media dei salti su CMJ-L test

maggiore è stato raggiunto dal gruppo “TERRENO” (+ 7,2 %), secondo il gruppo “SABBIA” (+

4,2 %), terzo il gruppo “SALITE” (+ 1,9 %).

Le percentuali di altezza media su CMJ-L test nei test d’ingresso IN e d’uscita OUT, presentano le

seguenti differenze tra i gruppi:

Percentuali maggiori IN e OUT: gruppo “TERRENO” (83.02 % IN e 89.02 % OUT), secondo

gruppo “SABBIA” (77.94 % IN e 81.25 % OUT), terzo gruppo “SALITE” (72.21 % IN e 73.55 %

OUT).

PERCENTUALE ALTEZZA MEDIA SU CMJ-L

I miglioramenti percentuali relativi alla percentuale di altezza media dei salti su altezza massima

raggiunta nello Stiffness test non presentano differenze statisticamente significative.

Il miglioramento percentuale relativo alla percentuale di altezza media dei salti su altezza massima

raggiunta nello Stiffness test maggiore è del gruppo “SABBIA” (+ 1,8 %), secondo il gruppo

“SABBIA” (+ 0,1 %), terzo il gruppo “TERRENO” (- 0,9 %).

Le percentuali di altezza media su altezza massima raggiunta nello Stiffness test nei test d’ingresso

IN e d’uscita OUT, non presentano differenze statisticamente rilevanti.

Nella Tabella 8 sono riportati i miglioramenti percentuali e in cm dell’altezza massima raggiunta

nel test OUT rispetto al test IN.

TAB 8 – BOSCO/VITTORI STIFFNESS TEST "Miglioramento in percentuale e in centimetri dell' altezza massima

raggiunta nel test e dell'altezza media"

GRUPPO TEST

H max in

Stiffness Test

H media in

Stiffness Test

Miglioramento % della H

max in Stiffness Test

Miglioramento cm della H

max in Stiffness Test

Miglioramento % della H media in

Stiffness Test

Miglioramento cm della H media in Stiffness Test

IN 31.26 28.51 SABBIA OUT 33.8 31.39

8.1 2.5 10.1 2.88

IN 29.03 26.68 SALITE OUT 32.1 29.53

10.6 3.1 10.7 2.85

IN 35.25 33.16 TERRENO OUT 35.15 32.76

-0.3 -0.1 -1.2 -0.4

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ALTEZZA MASSIMA RAGGIUNTA IN STIFFNESS TEST

I valori assoluti relativi all’altezza massima raggiunta nello Stiffness test non presentano differenze

statisticamente significative tra i gruppi “SABBIA” e “SALITE” nei test d’ingresso IN e d’uscita

OUT.

I valori assoluti relativi all’altezza massima raggiunta nello Stiffness test sono maggiori nel gruppo

“TERRENO” (35,25 cm).

I miglioramenti percentuali relativi all’altezza massima raggiunta nello Stiffness test non presentano

differenze statisticamente significative nei gruppi “SABBIA” e “SALITE” (rispettivamente + 8,1 %

e + 10,6 %)

Il gruppo “TERRENO” ha subito un decremento dell’ altezza massima raggiunta nello Stiffness test

dello 0,3 %.

ALTEZZA MEDIA RAGGIUNTA IN STIFFNESS TEST

I valori assoluti relativi all’altezza media raggiunta nello Stiffness test non presentano differenze

statisticamente significative tra i gruppi “SABBIA” e “SALITE” nel test d’ingresso IN.

Il gruppo “TERRENO” presenta un valore assoluto relativo all’altezza media raggiunta nello

Stiffness test maggiore (33,16 cm), nel test d’ingresso IN.

I valori assoluti relativi all’altezza media raggiunta nello Stiffness test non presentano differenze

statisticamente significative tra i gruppi nel test d’uscita OUT.

I miglioramenti percentuali relativi all’altezza media raggiunta nello Stiffness test non presentano

differenze statisticamente significative nei gruppi “SABBIA” e “SALITE” (rispettivamente + 10,1

% e + 10,7 %)

Il gruppo “TERRENO” ha subito un decremento dell’ altezza media raggiunta nello Stiffness test

dell’ 1,2 %.

Nella Tabella 9 sono riportati i valori di altezza (cm) e rapporto Tvolo/Tcont. relativi al salto con

minor rapporto Tvolo/Tcont. nei test IN e OUT

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TAB 9 - Salto nella prova "BOSCO/VITTORI STIFFNESSTEST" con maggior rapporto Tvolo / Tcont. (MEDIE)

IN 30.08.2004 OUT 12.10.2004 Altezza [cm] RAPPORTO Altezza [cm] RAPPORTO

SABBIA Media 28,15 2,55 31,96 2,16

SALITE Media 26,73 2,38 29,63 1,99

TERRENO Media 31 2,56 31,35 2,26

I valori relativi al test d’ingresso IN non presentano differenze statisticamente significative.

Il valore di altezza più alto nel test IN è del gruppo “TERRENO” (31 cm).

Il rapporto migliore tra Tvolo/Tcont. è del gruppo “SALITE” (2,38)

I valori relativi al test d’uscita OUT non presentano differenze statisticamente significative.

Il valore di altezza più alto nel test OUT è del gruppo “SABBIA” (31,96 cm).

Il rapporto migliore tra Tvolo/Tcont. è del gruppo “SALITE” (1,99)

Nella Tabella 10 e nel relativo Grafico 10 sono riportati i miglioramenti percentuali dell’altezza

massima e del rapporto Tvolo/Tcont. rilevati nel test d’uscita OUT rispetto al test d’ingresso IN,

relativi al salto con miglior rapporto Tvolo/Tcont.

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TAB 10 - Salto nella prova "BOSCO/VITTORI STIFFNESSTEST" con maggior rapporto Tvolo / Tcont.

"Miglioramenti percentuali di H e rapporto Tvolo/Tcont."

GRUPPO Miglioramento % ALTEZZA Miglioramento % RAPPORTO

SABBIA 13,54 15,29

SALITE 10,85 16,39

TERRENO 1,13 11,72

Il miglioramento più alto dell’altezza del salto con miglior rapporto Tvolo/Tcont. è del gruppo

“SABBIA” (+ 13,4 %); non c’è una differenza statisticamente significativa tra questo dato e quello

relativo al gruppo “SALITE” (+ 10,85 %). (Vedi Grafico 10)

Il gruppo “TERRENO” ha migliorato solo dell’ 1,13 % l’altezza del salto con miglior rapporto

Tvolo/Tcont.

Il miglioramento più alto del rapporto Tvolo/Tcont. del salto con miglior rapporto Tvolo/Tcont. è

del gruppo “SALITE” (+ 16,39 %); non c’è una differenza statisticamente significativa tra questo

dato e quello relativo al gruppo “SABBIA” (+ 15,29 %). (Vedi Grafico 10)

Il gruppo “TERRENO” ha migliorato il rapporto Tvolo/Tcont. del salto con miglior rapporto

Tvolo/Tcont dell’ 11,72 %.

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Grafico 10

Grafico 10 - BOSCO/VITTORI STIFFNESS TEST - Miglioramento in percentuale dell'altezza e del

rapporto Tvolo/Tcont. nel salto con miglior rapporto Tvolo/Tcont.

0

5

10

15

20

Miglioramento % ALTEZZA Miglioramento % RAPPORTO

SABBIA SALITE TERRENO

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59

6.4 30 SECONDI JUMP TEST

Primo Gruppo: Allenamento sulla SABBIA

Secondo Gruppo: Allenamento in SALITA

Terzo Gruppo: Allenamento sul TERRENO

TAB 11 A – 30 SEC. JUMP TEST --> IN <-- 30.08.2004

CALCIATORE Tcont. [s] Tvolo [s] Altezza [cm] Potenza [W/Kg] Ritmo [p/s]

A1 0,224 0,457 25,7 33,51 1 A2 0,217 0,435 23,8 31,61 2 A3 0,219 0,416 21,3 29,09 2 A4 0,184 0,403 19,9 31,1 2 A5 0,412 0,469 27 24,74 1 A6 0,224 0,457 25,7 33,51 1 A7 0,299 0,435 23,8 31,61 2 A8 0,225 0,416 21,1 24,9 2

MEDIA 0,25 0,44 23,54 30,01 1,63 DEV. STANDARD 0,07 0,02 2,55 3,50 0,52

B1 0,22 0,381 17,9 25,33 2 B2 0,325 0,452 25,1 26,37 1 B3 0,358 0,46 23,81 26,12 1 B4 0,327 0,477 27,9 28,67 1 B5 0,22 0,381 17,9 25,33 2 B6 0,325 0,452 25,1 26,37 1 B7 0,358 0,46 23,81 26,12 1 B8 0,327 0,477 27,9 28,67 1

MEDIA 0,31 0,44 23,68 26,62 1,25 DEV. STANDARD 0,06 0,04 3,90 1,33 0,46

C1 0,251 0,484 28,7 34,34 1 C2 0,281 0,432 22,9 26,61 1 C3 0,251 0,484 28,7 34,34 1 C4 0,281 0,432 22,9 26,61 1 C5 0,251 0,484 28,7 34,34 1 C6 0,281 0,432 22,9 26,61 1

MEDIA 0,27 0,46 25,80 30,48 1,00 DEV. STANDARD 0,02 0,03 3,18 4,23 0,00

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I valori del tempo di contatto medio tra i gruppi non presentano differenze statisticamente rilevanti

tra i gruppi “SABBIA” e “TERRENO”.

Il gruppo “SALITE” presenta un Tempo di Contatto medio superiore.

I valori del tempo di volo medio tra i gruppi non presentano differenze statisticamente rilevanti.

I valori dell’altezza media dei salti tra i gruppi non presentano differenze statisticamente rilevanti .

TAB 11 B – 30 SEC. JUMP TEST --> OUT <-- 12.10.2004

CALCIATORE Tcont. [s] Tvolo [s] Altezza [cm] Potenza [W/Kg] Ritmo [p/s]

A1 0,221 0,467 26,8 35,05 1 A2 0,216 0,467 26,8 35,61 1 A3 0,187 0,464 26,4 38,85 2 A4 0,182 0,405 20,1 31,47 2 A5 0,277 0,489 29,3 33,82 1 A6 0,221 0,467 26,8 35,05 1 A7 0,216 0,467 26,9 33,9 1 A8 0,233 0,464 23,9 36,01 2

MEDIA 0,22 0,46 25,88 34,97 1,38 DEV. STANDARD 0,03 0,02 2,75 2,11 0,52

B1 0,229 0,385 18,3 24,98 2 B2 0,236 0,46 26 32,74 1 B3 0,282 0,458 25,7 28,95 1 B4 0,261 0,448 24,7 29,72 1 B5 0,229 0,385 18,3 24,98 2 B6 0,236 0,46 26 32,74 1 B7 0,282 0,458 25,7 28,95 1 B8 0,261 0,448 24,7 29,72 1

MEDIA 0,25 0,44 23,68 29,10 1,25 DEV. STANDARD 0,02 0,03 3,36 2,96 0,46

C1 0,203 0,472 27,4 38,2 1 C2 0,311 0,44 23,8 25,85 1 C3 0,203 0,472 27,4 38,2 1 C4 0,311 0,44 23,8 25,85 1 C5 0,203 0,472 27,4 38,2 1 C6 0,311 0,44 23,8 25,85 1

MEDIA 0,26 0,46 25,60 32,03 1,00 DEV. STANDARD 0,06 0,02 1,97 6,76 0,00

I valori del tempo di contatto medio tra i gruppi non presentano differenze statisticamente rilevanti.

I valori del tempo di volo medio tra i gruppi non presentano differenze statisticamente rilevanti.

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I valori dell’altezza media dei salti tra i gruppi non presentano differenze statisticamente rilevanti.

Il valore dell’altezza media dei salti più alto è del gruppo “SABBIA”.

Nella Tabella 12 sono riportati i miglioramenti percentuali e in cm dell’altezza media raggiunta nel

test OUT rispetto al test IN.

TAB 12 - 30 SECONDI JUMP TEST "Miglioramento in percentuale e in centimetri dell'altezza media dei

salti"

GRUPPO TEST Tcont [s] Tvolo [s] Altezza [cm]

Miglioramento % Altezza

Miglioramento Altezza (Cm)

IN 0.25 0.44 23.54 SABBIA OUT 0.22 0.46 25.88 9.9 2.34

IN 0.31 0.44 23.68 SALITE OUT 0.25 0.44 23.68 0.0 0

IN 0.27 0.46 25.8 TERRENO OUT 0.26 0.46 25.6 -0.8 -0.2

Il miglioramento % relativo all’altezza media dei salti più alto è del gruppo “SABBIA” (10%)

I miglioramenti percentuali delle altezze medie dei salti dei gruppi “TERRENO” e “SALITE” non

presentano una differenza statisticamente significativa.

Il gruppo “TERRENO” ha subito un peggioramento dell’ altezza media dei salti.

Solo il gruppo “SABBIA” ha migliorato l’altezza media in centimetri dei salti.

Il gruppo “TERRENO” presenta nel test d’ingresso IN il valore assoluto più alto di altezza media

dei salti (25,8 cm).

Il gruppo “SABBIA” presenta nel test d’uscita OUT il valore assoluto più alto d’altezza media dei

salti (25.88 cm)

Le altezze medie dei salti in centimetri nei test d’ingresso In e d’uscita OUT non presentano

differenze statisticamente significative tra i 3 gruppi.

(Vedi Grafico 12)

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Nel Grafico 12 sono riportate le altezze medie dei salti nei Test IN e OUT:

Grafico 12 - 30" JUMP TEST - Differenza di H media dei salti nei test IN e OUT

22,0022,5023,0023,5024,0024,5025,0025,5026,0026,50

SABBIA SALITE TERRENO

H (c

m)

Test d'ingresso IN Test d'uscita OUT

Nella Tabella 13 sono riportati i miglioramenti percentuali e in cm dell’altezza media raggiunta nel

test OUT rispetto al test IN, relativi ai salti dal 5° al 10° e agli ultimi 5 salti.

TAB 13 - 30 SECONDI JUMP TEST "Miglioramenti in percentuale e in centimetri dell'altezza media dei

salti dal 5° al 10° e degli ultimi 5 salti"

GRUPPO TEST

Altezza [cm]

SALTI DA 5 A

10

Altezza [cm]

ULTIMI 5

SALTI

Miglioramento % Altezza

Salti da 5 a 10

Miglioramento Altezza (Cm)

Salti da 5 a 10

Miglioramento % Altezza

Ultimi 5 Salti

Miglioramento Altezza (Cm) Ultimi 5 Salti

IN 26.84 20.82 SABBIA

OUT 27.36 24.4 1.9 0.5 17.2 3.58

IN 25.27 21.33 SALITE

OUT 25.21 20.8 -0.2 -0.1 -2.5 -0.53

IN 27.88 22.55 TERRENO

OUT 27.29 22.92 -2.1 -0.6 1.6 0.37

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SALTI DAL 5° AL 10°

Il miglioramento % relativo all’altezza media dei salti più alto è del gruppo “SABBIA” (1,9 %)

I miglioramenti percentuali delle altezze medie dei salti non presentano una differenza

statisticamente significativa tra i gruppi.

I gruppi “TERRENO” e “SALITE” hanno subito un peggioramento dell’ altezza media dei salti (-

2,1 % e – 0,2 %).

Solo il gruppo “SABBIA” ha migliorato l’altezza media in centimetri dei salti (+ 1,9 %)

Le altezze medie dei salti nei test d’ingresso IN e d’uscita OUT non presentano differenze

statisticamente significative

ULTIMI 5 SALTI

Il miglioramento % relativo all’altezza media dei salti più alto è del gruppo “SABBIA” (+ 17,2 %)

I miglioramenti percentuali delle altezze medie dei salti tra i gruppi “TERRENO” e “SALITE” non

presentano una differenza statisticamente significativa.

Il gruppo “SALITE” ha subito un peggioramento dell’ altezza media dei salti (- 2,5 %).

Solo il gruppo “SABBIA” ha migliorato l’altezza media in centimetri dei salti (+ 1,9 %)

Le altezze medie dei salti nel test d’ingresso IN non presentano differenze statisticamente

significative

Le altezze medie dei salti nel test d’uscita OUT non presentano differenze statisticamente

significative tra i gruppi “TERRENO” e “SALITE”.

L’altezza media dei salti nel test d’uscita out è sensibilmente maggiore nel gruppo “SABBIA”.

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Nella Tabella 14 sono riportati i miglioramenti percentuali e in cm dell’altezza media raggiunta nel

test OUT rispetto al test IN, relativi ai salti effettuati nei primi 15” del Test, e negli ultimi 15” del

test..

TAB 14 - 30 SECONDI JUMP TEST "Miglioramento in percentuale e in centimetri dell'altezza media dei

salti nei primi e negli ultimi 15" del test"

GRUPPO TEST Altezza media 1"-15"

Altezza media

15"-30"

Miglioramento % Altezza

Salti 1"-15"

Miglioramento Altezza (Cm) Salti 1"-15"

Miglioramento % Altezza

Salti 15"-30"

Miglioramento Altezza (Cm) Salti 15"-30"

IN 25.05 22.04 SABBIA

OUT 26.64 25.14 6.3 1.6 14.1 3.1

IN 24.95 22.36 SALITE

OUT 24.9 22.36 -0.2 -0.1 0.0 0

IN 26.99 24.53 TERRENO

OUT 26.62 24.39 -1.4 -0.4 -0.6 -0.14

DAL 1° AL 15° SECONDO

Il miglioramento % relativo all’altezza media dei salti più alto è del gruppo “SABBIA” (+ 6,3 %)

I miglioramenti percentuali delle altezze medie dei salti non presentano una differenza

statisticamente significativa tra i gruppi “SALITE” e “TERRENO”

I gruppi “TERRENO” e “SABBIA” hanno subito un peggioramento dell’ altezza media dei salti

(- 2,1 % e – 0,2 %).

Solo il gruppo “SABBIA” ha migliorato l’altezza media in centimetri dei salti (+ 6,3 %)

Le altezze medie dei salti nei test d’ingresso IN d’uscita OUT non presentano differenze

statisticamente significative.

(Vedi Grafico 14)

DAL 15° AL 30° SECONDO

Il miglioramento % relativo all’altezza media dei salti più alto è del gruppo “SABBIA” (+ 14,1 %)

I miglioramenti percentuali delle altezze medie dei salti tra i gruppi “TERRENO” e “SALITE” non

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presentano una differenza statisticamente significativa.

Il gruppo “TERRENO” ha subito un peggioramento dell’ altezza media dei salti (- 0,6 %).

Solo il gruppo “SABBIA” ha migliorato l’altezza media in centimetri dei salti (+ 14,1 %)

Le altezze medie dei salti nel test d’ingresso IN non presentano differenze statisticamente

significative tra i gruppi “SABBIA” e “SALITE”.

L’altezza media dei salti nel test d’ingresso IN è maggiore nel gruppo “TERRENO”.

Le altezze medie dei salti nel test d’uscita OUT non presentano differenze statisticamente

significative tra i gruppi.

Il miglioramento medio in centimetri dell’altezza media dei salti è maggiore nel gruppo “SABBIA”

(+ 3,1 cm).

(Vedi Grafico 14)

Nel Grafico 14 è riportato il miglioramento in percentuale di ogni gruppo, relativo all’altezza media

dei salti nei primi e negli ultimi 15” del Test.

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Grafico 14 - 30" JUMP TEST - Miglioramento in percentuale di H media dei salti nei primi e ultimi

15" del test

-5

0

5

10

15

MIGLIOR. H PRIMI 15 SALTI MIGLIOR. ULTIMI 15 SALTI

SABBIA SALITE TERRENO

Nella Tabella 15 sono riportate le differenze percentuali tra i test OUT e IN della percentuale media

di altezza dei salti rispetto al relativo CMJ Test, nei primi ed ultimi 15” del test.

TAB 15 - 30 SECONDI JUMP TEST "Miglioramento in percentuale della percentuale media dell’altezza dei

salti rispetto al test CMJ nei primi e nei secondi 15" del test"

GRUPPO TEST % H 1"-15" SU CMJ

% H 15"-30" SU CMJ

Miglioramento % della % H 1"-15"

su CMJ

Miglioramento % della % H 15"-30"

su CMJ IN 82.23 72.37 SABBIA

OUT 79.77 75.28 -3.0 4.0

IN 82.76 74.16 SALITE OUT 77.68 69.77

-6.1 -5.9

IN 84.07 76.42 TERRENO OUT 83.97 76.94

-0.1 0.7

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DAL 1° AL 15° SECONDO

Tutti e 3 i gruppi hanno subito un decremento della percentuale media dell’altezza dei salti nei

primi 15” rispetto al test CMJ.

Il gruppo “SALITE” ha subito il decremento maggiore (- 6,1 %).

Il gruppo “TERRENO” ha subito il decremento minore (- 0,1 %).

I valori medi delle percentuali medie delle altezze dei salti rispetto al test CMJ non presentano

differenze statisticamente nel test d’ingresso IN.

I valori medi delle percentuali medie delle altezze dei salti rispetto al test CMJ non presentano

differenze statisticamente nel test d’ingresso OUT per i gruppi “SALITE” e “SABBIA”.

Il valore medio della percentuale media dell’altezza dei salti rispetto al test CMJ è maggiore

(83,97 %) nel test d’uscita OUT per il gruppo “TERRENO”.

(Vedi Grafico 15)

DAL 15° AL 30° SECONDO

Il gruppo “SABBIA” ha migliorato la percentuale media dell’altezza dei salti rispetto al test CMJ

del 4 %.

Il gruppo “SALITE” ha subito il decremento maggiore (- 5,9 %).

Il gruppo “TERRENO” ha migliorato la percentuale media dell’altezza dei salti rispetto al test CMJ

dello 0,7 %

I valori medi delle percentuali medie delle altezze dei salti rispetto al test CMJ non presentano

differenze statisticamente nel test d’ingresso IN.

I valori medi delle percentuali medie delle altezze dei salti rispetto al test CMJ non presentano

differenze statisticamente nel test d’ingresso OUT per i gruppi “TERRENO” e “SABBIA”.

Il valore medio della percentuale media dell’altezza dei salti rispetto al test CMJ è minore

(69,77 %) nel test d’uscita OUT per il gruppo “SALITE”.

(Vedi Grafico 15)

Nel Grafico 15 è riportato il miglioramento in percentuale di ogni gruppo, relativo all’altezza media

dei salti rispetto al CMJ Test nei primi e negli ultimi 15” del Test

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Grafico 15 - 30" JUMP TEST - Miglioramenti percentuali di H media rispetto a CMJ Test nei

primi e ultimi 15" del test

-8-6-4-20246

MIGLIOR. PRIMI 15" RISPETO ALCMJ

MIGLIOR. ULTIMI 15" RISPETO ALCMJ

SABBIA SALITE TERRENO

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Nella Tabella 16 è riportata la diminuzione della differenza tra i primi e gli ultimi 15” dei i valori di

altezza media rispetto al CMJ Test. E’ inoltre riportato il miglioramento dell’altezza del salto

massimo nei 30”

TAB 16 - 30 SECONDI JUMP TEST "Diminuzione in percentuale della differenza tra la percentuale media

dell'altezza dei salti rispetto al test CMJ nei primi15" e quella nei secondi 15" del test"

+ “Miglioramento in percentuale dell’altezza del salto massimo nei 30”

del test”

GRUPPO TEST

Differenza % H media

1"-15" / 15"-30" su CMJ

Altezza Salto Max nei 30"

Diminuzione % della Differenza

% H media 1"-15"/15"-30" su

CMJ

Miglioramento in % dell' Altezza

del Salto Max nei 30"

IN 9.86 28.94 SABBIA OUT 4.49 29.98 -54.5 3.6 IN 8.6 27.97 SALITE

OUT 7.91 27.58 -8.0 -1.4

IN 7.65 31.45 TERRENO OUT 7.03 30.15

-8.1 -4.1

La diminuzione in percentuale della differenze tra la percentuale media dell’altezza dei salti rispetto

al test CMJ nei primi 15” e quella nei secondi 15” del test è maggiore per il gruppo “SABBIA”

(-54,5 %).

Le diminuzioni in percentuale della differenze tra la percentuale media dell’altezza dei salti rispetto

al test CMJ nei primi 15” e quella nei secondi 15” non presentano una differenza statisticamente

significativa tra i gruppi “SALITE” e “TERRENO”.

(Vedi Grafico 16)

Il gruppo “SABBIA” ha migliorato del 3,6 % l’altezza del salto massimo nei 30”

I gruppi “SALITE” e “TERRENO” hanno peggiorato l’altezza del salto massimo nei 30”

rispettivamente dell’1,4 % e dell’4,1 %.

Le altezze del salto massimo nei 30” non presentano nei 3 gruppi differenze statisticamente

significative nei test d’ingresso In e d’uscita OUT.

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(Vedi Grafico 17)

Nel Grafico 16 è riportato il miglioramento percentuale in termini di riduzione del GAP tra il valore

di H media rispetto a CMJ Test nei primi ultimi 15"

Grafico 16 - 30" JUMP TEST - Miglioramento in termini di riduzione del GAP tra il valore di H media rispetto a CMJ Test nei primi ultimi 15"

0102030405060

MIGLIOR. DIFFERENZA TRA PRIMI E ULTIMI 15" DI H RISPETTO A CMJ

SABBIA SALITE TERRENO

Nel Grafico 17 è riportato il miglioramento percentuale dell’altezza massima raggiunta nei 30”, e

dell’altezza media del test

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Grafico 17 - 30" JUMP TEST - Miglioramento in percentuale di H max e H media nei 30" secondi

del test

-5

0

5

10

15

MIGLIORAMENTO H MAX MIGLIORAMENTO H MEDIA

SABBIA SALITE TERRENO

6.5 RISPOSTE AL QUESTIONARIO

Nell’analisi delle risposte date dagli atleti al questionario a loro proposto abbiamo scelto di esporre

solo i dati relativi alle prime 5 domande (riguardanti gli infortuni), considerando i dati relativi alle

altre domande non statisticamente e scientificamente significativi.

Dall’analisi delle risposte date dagli atleti nelle prime 5 domande è emerso quanto segue:

Il 40 % dei soggetti facenti parte del gruppo SALITE ha riferito fastidi a carico della zona del

tendine d’achille

Il 50 % dei soggetti facenti parte del gruppo TERRENO ha riferito fastidi a carico della zona

anteriore o posteriore delle cosce (flessori ed estensori del ginocchio)

Il 20 % dei soggetti facenti parte del gruppo SABBIA ha riferito fastidi a carico della zona del

polpaccio (tricipite surale)

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CAPITOLO 7

CONCLUSIONI

Sono riportati nelle seguenti tabelle i valori più interessanti in termini di differenza percentuale tra

i test d’uscita OUT e i test d’ingresso IN.

H Salto

TAB 1 SABBIA SALITE TERRENO

CMJ 9,7 6,3 -1,2

La tabella 1 evidenzia come nel test CMJ il gruppo SABBIA abbia raggiunto il miglioramento più

grande, con un valore in linea con il gruppo SALITE. Il gruppo TERRENO presenta un valore

sensibilmente peggiore.

H Salto

TAB 2 SABBIA SALITE TERRENO

CMJ - L 5,6 8,7 -7,9

La tabella 2 evidenzia come nel test CMJ-L il gruppo SALITE abbia raggiunto il miglioramento più

grande, con un valore in linea con il gruppo SABBIA. Il gruppo TERRENO presenta un valore

sensibilmente peggiore.

H max raggiunta

TAB 3 SABBIA SALITE TERRENO

B/V STIFF 8,1 10,6 -0,3

La tabella 3 evidenzia come nel test BOSCO/VITORI STIFFNESS il gruppo SALITE abbia

raggiunto il miglioramento più grande, con un valore in linea con il gruppo SABBIA. Il gruppo

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TERRENO presenta un valore sensibilmente peggiore. I dati sono riferiti all’altezza max raggiunta.

H media salti

TAB 4 SABBIA SALITE TERRENO

B/V STIFF 10,1 10,7 -1,2

La tabella 4 evidenzia come nel test BOSCO/VITORI STIFFNESS il gruppo SALITE abbia

raggiunto il miglioramento più grande, con un valore in linea con il gruppo SABBIA. Il gruppo

TERRENO presenta un valore sensibilmente peggiore. I dati sono riferiti all’altezza media

raggiunta.

H Salto com miglior Tvolo/Tcont.

TAB 5 SABBIA SALITE TERRENO

B/V STIFF 13,54 10,85 1,13

La tabella 5 evidenzia come nel test BOSCO/VITORI STIFFNESS il gruppo SABBIA abbia

raggiunto il miglioramento più grande, con un valore in linea con il gruppo SALITE. Il gruppo

TERRENO presenta un valore sensibilmente peggiore. I dati sono riferiti all’altezza del salto con

miglior rapporto Tvolo/Tcont.

Rapporto nel Salto com miglior Tvolo/Tcont.

TAB 6 SABBIA SALITE TERRENO

B/V STIFF 15,29 16,39 11,72

La tabella 6 evidenzia come nel test BOSCO/VITORI STIFFNESS il gruppo SALITE abbia

raggiunto il miglioramento più grande, con un valore in linea con gli altri 2 gruppi. I dati sono

riferiti al rapporto Tvolo/Tcont. del salto con miglior rapporto Tvolo/Tcont.

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Dai dati contenuti nelle tabelle 5 e 6 (Grafico 10) , si può notare come i 3 gruppi abbiano migliorato

il rapporto Tvolo/Tcont. con percentuali sostanzialmente in linea tra loro. Questo significa che

nessuno dei 3 metodi è risultato svantaggioso per la tecnica di salto (analisi qualitativa), e che il

miglioramento più grande (analisi quantitativa) da parte del gruppo SABBIA è dovuto ad un

incremento della forza reattiva.

Grafico 10 - BOSCO/VITTORI STIFFNESS TEST - Miglioramento in percentuale dell'altezza e del

rapporto Tvolo/Tcont. nel salto con miglior rapporto Tvolo/Tcont.

0

5

10

15

20

Miglioramento % ALTEZZA Miglioramento % RAPPORTO

SABBIA SALITE TERRENO

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H media salti

TAB 7 SABBIA SALITE TERRENO

30" JUMP 9,9 0 -0,8

La tabella 7 evidenzia come nel test 30” JUMP il gruppo SABBIA abbia raggiunto il miglioramento

più grande I gruppi SALITE e TERRENO presentano un valore in linea fra di loro e sensibilmente

peggiore. I dati sono riferiti all’altezza media raggiunta.

Questa differenza, come si può vedere nelle tabelle seguenti, è da imputarsi soprattutto nel grande

miglioramento che il gruppo SABBIA ha avuto in termini resistenza alla forza esplosivo elastica. Si

può notare infatti come il gap con gli altri gruppi sia radicato quasi completamente nella seconda

parte del test (ultimi 15”).

H media nei primi 15"

TAB 8 SABBIA SALITE TERRENO

30" JUMP 6,3 -0,2 -1,4

La tabella 8 evidenzia come nel test 30” JUMP il gruppo SABBIA abbia raggiunto il miglioramento

più grande, con valori nettamente superiori agli altri 2 gruppi (in linea tra loro).

Questa differenza si fa ancora più marcata nella tabella 9, riferita agli ultimi 15” del test.

H media negli ultimi 15"

TAB 9 SABBIA SALITE TERRENO

30" JUMP 14,1 0 0,6

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Nelle tabelle 10 e 11 sono riportati gli stessi dati, riferiti però ai salti dal 5° al 10° (fase iniziale del

test) e degli ultimi 5 salti (fase finale del test).

H media salti dal 5° al 10°

TAB 10 SABBIA SALITE TERRENO

30" JUMP 1,9 -0,2 -0,1

La tabella 10 evidenzia come nella fase iniziale del test non esistono differenze rilevanti tra i

gruppi.

H media ultimi 5 salti

TAB 11 SABBIA SALITE TERRENO

30" JUMP 17,2 -2,5 2,6

Si noti invece come si accentua il divario nella tabella 11, riferito all’ultima parte del test.

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Riduzione GAP H media su CMJ tra primi e ultimi 15"

TAB12 SABBIA SALITE TERRENO

30" JUMP 54,5 8 8,1

Nella tabella 12 è riportato il parametro che meglio evidenzia le differenze tra i risultati del gruppo

SABBIA rispetto agli altri 2 nel test 30” JUMP.

La tabella ci mostra la riduzione del gap tra H media dei salti (rispetto a CMJ test) presente tra

primi e ultimi 15” del test.

Il gruppo SABBIA ha ridotto questo gap del 54.5 % evidenziando così un ottimo miglioramento

della resistenza alla forza esplosivo elastica rispetto agli altri 2 gruppi (vedi Grafico 16)

Grafico 16 - 30" JUMP TEST - Miglioramento in termini di riduzione del GAP tra il valore di H media rispetto a CMJ Test nei primi ultimi 15"

0102030405060

MIGLIOR. DIFFERENZA TRA PRIMI E ULTIMI 15" DI H RISPETTO A CMJ

SABBIA SALITE TERRENO

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7.2 PER CONCLUDERE

I dati elaborati evidenziano che:

molto verosimilmente gli atleti che hanno sviluppato il loro training sulla superficie

sabbiosa hanno ottenuto risultati equiparabili o addirittura migliori rispetto agli atleti

che hanno utilizzato come mezzo fondamentale gli sprint in salita.

La differenza è inoltre molto più marcata (a favore della sabbia) se confrontiamo i

dati con quelli degli atleti che hanno svolto lo stesso training su superficie di gara.

Altro dato estremamente significativo riguarda la componente infortuni. Nel gruppo

sabbia e nel gruppo salite abbiamo avuto un’incidenza del 10 %; nel gruppo terreno

del 30 %.

A questo dobbiamo aggiungere che dall’analisi delle risposte date dagli atleti nel

questionario che gli è stato chiesto di compilare, e dai dati obiettivi raccolti sul

campo, il gruppo terreno ha manifestato una tendenza a presentare “fastidi” muscolo-

tendinei localizzati prevalentemente nella zona anteriore e posteriore della coscia

(flessori ed estensori del ginocchio). Il gruppo salite, sempre sulla base dei suddetti

dati, ha invece evidenziato la tendenza a manifestare “fastidi” dello stesso tipo a

carico della zona del tendine d’achille.

In conclusione, ritengo che il lavoro svolto consenta di affermare che il carico

proposto sulla sabbia ha sicuramente ridotto lo stress a carico degli apparati osteo-

articolare e muscolo-tendineo, ottenendo quanto meno gli stessi risultati in termini di

prestazione (se non addirittura migliori), ed evidenziando comunque una buona

predisposizione degli atleti ad affrontare la prima fase del periodo competitivo.

Sulla base di questi risultati, lo “strumento sabbia” deve essere preso in

considerazione come metodo di allenamento preventivo per gli infortuni da

sovraccarico funzionale.

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