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UN TERMINE RELIGIOSO - seieditrice.com · Il termine “martire” deriva dal greco ... Il martire si distingue dal confessore, che non ha conosciuto la prova della morte. LA STORIA

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UN TERMINE RELIGIOSO

Il termine “martire” deriva dal greco “martus”: il testimone.

Fin dall’antichità, per il cristianesimo il martire è colui che ha

testimoniato con il sacrificio della propria vita la fede in

Cristo: è l’atto di estrema fede e fiducia in Dio che porta a

sopportare la prova più dura della vita umana, la morte.

Il martire si distingue dal confessore, che non

ha conosciuto la prova della morte.

LA STORIA DEI MARTIRI

Il martirio costituisce un tratto essenziale della storia cristiana dei primi tre secoli: i martiri sono considerati coloro che hanno seguito fino in fondo l’esempio di Cristo.

MARTIRI PUBBLICI

All’epoca delle persecuzioni, non soltanto la figura dei martiri, ma anche le loro esecuzioni, spesso pubbliche, assunsero un ruolo centrale nel culto cristiano.

I LAPSI

Alcuni cristiani non ressero alle

persecuzioni e alle torture e

negarono la fede in Gesù per

salvare la propria vita: erano i

cosiddetti lapsi (“coloro che

erano caduti”).

Una volta scampato il pericolo,

chiedevano di essere accolti di

nuovo in Chiesa, suscitando

reazioni controverse in coloro che

erano rimasti fedeli.

SANTO STEFANO (1/2)

Stefano, ebreo di nascita, fu il primo dei sette diaconi scelti

dagli apostoli perché li aiutassero nel ministero della fede. Egli

è venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa

ortodossa.

SANTO STEFANO (2/2)

Stefano fu il protomartire, cioè il primo cristiano ad aver dato

la vita per testimoniare la propria fede in Cristo e per la

diffusione del Vangelo.

Il suo martirio è

descritto negli Atti degli

Apostoli, dove appaiono

evidenti la sua chiamata

al servizio dei discepoli

e il suo martirio,

avvenuto per

lapidazione.

LE DONNE MARTIRI

Quella del martirio non è una storia solo maschile: fin dall’inizio dell’epoca cristiana le donne sono state protagoniste di atti di testimonianza della fede fino alla morte che hanno contribuito a costruire la storia del martirio cristiano: madri, figlie, sorelle che in compagnia dei loro uomini o da sole hanno affrontato il sacrificio estremo per rinascere a nuova vita.

DUE ILLUSTRI MARTIRI

Simone, figlio di Giona e fratello di Andrea, primo tra i discepoli,

professò che Gesù era il Cristo, Figlio del Dio vivente.

Gesù lo chiamò Pietro.

Paolo, Apostolo delle genti, predicò Cristo crocifisso ai Giudei e ai

Greci.

Pietro e Paolo

martiri

Entrambi, nella fede e nell’amore

di Gesù Cristo, annunciarono il

Vangelo nella città di Roma e

morirono martiri sotto l’imperatore

Nerone: il primo, come dice la

tradizione, crocifisso a testa in

giù e sepolto in Vaticano presso

la via Trionfale; il secondo trafitto

con la spada e sepolto sulla via

Ostiense.

I LUOGHI DEI MARTIRI

Dalla fine del II secolo, il giorno dell’anniversario della

morte del martire (dies natalis: il giorno della rinascita a

nuova vita) divenne un giorno festivo che presupponeva

una cerimonia liturgica vicino alla sua tomba.

La pratica si diffuse nei

secoli successivi, quando

si moltiplicarono i luoghi

destinati al culto e al

ricordo dei martiri cristiani.

UN MODELLO DI LUNGO PERIODO

L’età cosiddetta “dei martiri” termina con la fine delle persecuzioni, ma il modello martiriale resta forte. Continuano a esistere episodi di martirio lungo tutta la storia del cristianesimo, fino ai giorni nostri, in casi di intolleranza e di violenza.

MARTIRI PER CATTOLICI

E PROTESTANTI

Un posto privilegiato è stato riservato ai martiri anche

dalla Riforma, pur critica nei confronti del culto dei santi: i

martiri sono ricordati in apposite raccolte, i martirologi

protestanti.

MARTIRI PER CATTOLICI

E PROTESTANTI Uno spazio particolare è stato riservato ai martiri, nel

Novecento, nella politica di beatificazione e santificazione di

Giovanni Paolo II.

Si conferma così il ruolo importante che queste figure hanno

giocato sul lungo periodo, nella storia del cristianesimo.