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Questo giornale è associato alla Unione Stampa Periodici Italiani pag.3 La Thales aquilana riprende a volare pag. 5 Una scelta di politica industriale pag. 7 Abbiamo un sogno pag. 9 L’anno della Maserati e della Vespa B UONE UONE F ESTE ESTE ! IL MEGLIO CHE POSSIAMO ESSERE di Antonello Di Mario Il disagio della crisi continua a mostrarsi con facce diverse. Per esempio, con il malessere sociale che aumenta im- provvisamente fino ad assumere i toni della rivolta in piccoli e grandi centri urbani, nelle università, lungo le principali ar- terie viarie. E’ come se in uno stesso ambito si verificasse lo scontro tra chi la crisi riesce a sopportarla e quanti, in- vece, non ce la fanno. L’economia nazionale arranca, l’in- dustria zoppica, il settore manifatturiero è allo spasimo. L’agenzia americana “Standard and Poor’s” prevede che nel 2014 il nostro Pil si attesterà su una crescita dello 0,4%, ben al di sotto del più 1,1% previsto dal governo. Solo nel Mezzogiorno, dal 2007 al 2012, il settore manifatturiero ha ridotto la produzione del 25%, i posti di lavoro del 24% e gli investimenti del 45%. Per ogni addetto della grande indu- stria ci sono quattro lavoratori dell’indotto; per ogni cassin- tegrato della grande industria ci sono quattro posti di lavoro a rischio nell’indotto. Se continua così è il declino. E non si risale la china nemmeno con l’impegno del governo a gi- rare alla riduzione del cuneo fiscale le risorse liberate dalla “spending review” e dalla lotta alla evasione fiscale. Lo scet- ticismo impera, perché l’incertezza regna sovrana su nu- meri, proposte ed indicazioni concernenti disegni di legge e norme approvate. Il timore diffuso è che i provvedimenti legislativi si arenino nelle paludi della burocrazia parlamen- tare ed istituzionale. In questo senso la Legge di stabilità si è rivelata un insieme di norme molto eterogenee, conte- nente poche cose buone e tante altre meno. Per tale mo- tivo, nella sua interezza, non sarà in grado di incidere in modo efficace sull’intero sistema a cui è rivolta. Come me- talmeccanici abbiamo messo nero su bianco, nel corso dei lavori dell’ultimo Direttivo nazionale, alcune realtà che ab- bisognano di investimenti e azioni specifiche: gli stabilimenti Fiat di Mirafiori e Cassino; le “controllate” di Finmeccanica, Ansaldo Breda e Ansaldo Sts; le fabbriche siderurgiche di Acciai Speciali Terni, della Lucchini, dell’Ilva. In questa lo- gica abbiamo apprezzato, tra le misure del decreto legge sullo sviluppo, approvato lo scorso 13 dicembre , le proce- dure e le risorse a favore di 39 siti industriali dismessi. Sono disponibili 470 milioni di euro per recuperare la base storica del nostro sistema industriale. Ma c’è molto da fare per tu- telare tutti gli altri pezzi del patrimonio tuttora esistente. L’industria italiana può salvarsi in una logica di sviluppo che sfrutti insieme la manualità e la fantasia tipica dei settori tecnologicamente avanzati come sono i distretti meccanici. Quando si leggono i numeri della crisi viene un vero e pro- prio scoramento. E’ già Natale ma pare non esserlo, perchè sono diminuite anche le luminarie per le vie cittadine che davano la percezione visiva delle festività . Questa crisi ignobile si può sconfiggere se riusciamo a prenderne le mi- sure prima che il Paese si avviti su se’ stesso. Solo se siamo consapevoli possiamo riuscire a manifestare il me- glio che possiamo essere. Dobbiamo reagire: “Prenderci sul serio – scrive George Saunders - in qualità di persone che agiscono, che portano a termine le cose, che sognano”. Un invito che, date le circostanze, è più di un augurio. Periodico di informazione quindicinale della Uilm nazionale - Redazione : Corso Trieste, 36 - 00198 Roma - Iscrizione presso la Cancelleria del Tribunale civile di Roma - n° 413 / 2010 del 21ottobre 2010 - DIRETTORE POLITICO: Rocco Palombella DIRETTORE RESPONSABILE: Antonio Giulio Di Mario - PROGETTO GRAFICO ED IMPAGINAZIONE: Lucia Pinto n n ° ° 19 19 2013 2013 17 dicembre anno quarto anno quarto 1 Un Natale di Un Natale di luci ed ombre, luci ed ombre, ma… ma… di Rocco Palombella (articolo in seconda pagina) (foto di Loretta Tani)

Un Natale di luci ed ombre,luci ed ombre, · nel 2014 il nostro Pil si attesterà su una crescita dello 0,4%, ben al di sotto del più 1,1% previsto dal governo. Solo nel Mezzogiorno,

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Page 1: Un Natale di luci ed ombre,luci ed ombre, · nel 2014 il nostro Pil si attesterà su una crescita dello 0,4%, ben al di sotto del più 1,1% previsto dal governo. Solo nel Mezzogiorno,

Questo giornale è associato alla Unione Stampa Periodici Italiani

pag.3

La Thales aquilanariprende a volare

pag. 5

Una scelta di politica industriale

pag. 7

Abbiamo un sogno

pag. 9

L’anno della Maserati e dellaVespa

BBUONEUONE FFESTEESTE!!

IL MEGLIOCHE POSSIAMO ESSEREdi Antonello Di Mario

Il disagio della crisi continua a mostrarsi con facce diverse.Per esempio, con il malessere sociale che aumenta im­provvisamente fino ad assumere i toni della rivolta in piccolie grandi centri urbani, nelle università, lungo le principali ar­terie viarie. E’ come se in uno stesso ambito si verificasselo scontro tra chi la crisi riesce a sopportarla e quanti, in­vece, non ce la fanno. L’economia nazionale arranca, l’in­dustria zoppica, il settore manifatturiero è allo spasimo.L’agenzia americana “Standard and Poor’s” prevede chenel 2014 il nostro Pil si attesterà su una crescita dello 0,4%,ben al di sotto del più 1,1% previsto dal governo. Solo nelMezzogiorno, dal 2007 al 2012, il settore manifatturiero haridotto la produzione del 25%, i posti di lavoro del 24% e gliinvestimenti del 45%. Per ogni addetto della grande indu­stria ci sono quattro lavoratori dell’indotto; per ogni cassin­tegrato della grande industria ci sono quattro posti di lavoroa rischio nell’indotto. Se continua così è il declino. E non sirisale la china nemmeno con l’impegno del governo a gi­rare alla riduzione del cuneo fiscale le risorse liberate dalla“spending review” e dalla lotta alla evasione fiscale. Lo scet­ticismo impera, perché l’incertezza regna sovrana su nu­meri, proposte ed indicazioni concernenti disegni di leggee norme approvate. Il timore diffuso è che i provvedimentilegislativi si arenino nelle paludi della burocrazia parlamen­tare ed istituzionale. In questo senso la Legge di stabilità siè rivelata un insieme di norme molto eterogenee, conte­nente poche cose buone e tante altre meno. Per tale mo­tivo, nella sua interezza, non sarà in grado di incidere inmodo efficace sull’intero sistema a cui è rivolta. Come me­talmeccanici abbiamo messo nero su bianco, nel corso deilavori dell’ultimo Direttivo nazionale, alcune realtà che ab­bisognano di investimenti e azioni specifiche: gli stabilimentiFiat di Mirafiori e Cassino; le “controllate” di Finmeccanica,Ansaldo Breda e Ansaldo Sts; le fabbriche siderurgiche diAcciai Speciali Terni, della Lucchini, dell’Ilva. In questa lo­gica abbiamo apprezzato, tra le misure del decreto leggesullo sviluppo, approvato lo scorso 13 dicembre , le proce­dure e le risorse a favore di 39 siti industriali dismessi. Sonodisponibili 470 milioni di euro per recuperare la base storicadel nostro sistema industriale. Ma c’è molto da fare per tu­telare tutti gli altri pezzi del patrimonio tuttora esistente.L’industria italiana può salvarsi in una logica di sviluppo chesfrutti insieme la manualità e la fantasia tipica dei settoritecnologicamente avanzati come sono i distretti meccanici.Quando si leggono i numeri della crisi viene un vero e pro­prio scoramento. E’ già Natale ma pare non esserlo, perchèsono diminuite anche le luminarie per le vie cittadine chedavano la percezione visiva delle festività . Questa crisiignobile si può sconfiggere se riusciamo a prenderne le mi­sure prima che il Paese si avviti su se’ stesso. Solo sesiamo consapevoli possiamo riuscire a manifestare il me­glio che possiamo essere. Dobbiamo reagire: “Prendercisul serio – scrive George Saunders ­ in qualità di personeche agiscono, che portano a termine le cose, che sognano”.Un invito che, date le circostanze, è più di un augurio.

Periodico di informazione quindicinale della Uilm nazionale ­ Redazione : Corso Trieste, 36 ­ 00198 Roma ­ Iscrizione presso la Cancelleria del Tribunale civile di Roma ­ n° 413 / 2010 del 21ottobre 2010 ­ DIRETTORE POLITICO: Rocco PalombellaDIRETTORE RESPONSABILE: Antonio Giulio Di Mario ­ PROGETTO GRAFICO ED IMPAGINAZIONE: Lucia Pinto

nn°° 19 19 2013201317 dicembrea n n o q u a r t oa n n o q u a r t o

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Un Natale diUn Natale diluci ed ombre,luci ed ombre,

ma…ma…

di Rocco Palombella(articolo in seconda pagina)

(foto

di Lore

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Un Natale di luci ed ombre, ma…Un Natale di luci ed ombre, ma…di Rocco Palombelladi Rocco Palombella

IIl 2013 si sta per concludere con diffuse incertezzee con una grande delusione per non essere stato,

così come più volte annunciato, l’anno della ripresa.Le elezioni politiche della primavera scorsa ave­vano fatto sperare ad un necessario cambiamento.Invece, considerando l’esito del voto, ci hanno con­segnato ancora una volta un quadro politico insta­bile ed un governo incapace di assumere quelledecisioni necessarie per poter realizzare le riformedi cui il Paese ha bisogno.L’assenza di autorevolezza da parte del governo ri­schia di generare innumerevoli focolai di protesteche in questi giorni proliferano all’interno del Paese.L’esito delle primarie del più importante e rappre­sentativo partito del centrosinistra italiano ha dimo­strato come gli italiani hanno voglia di cambiamentoe l’esigenza di modificare l’attuale sistema partitico.Pure noi dobbiamo prendere l’esempio di questodato per cercare di continuare a rendere il sindacatosempre più vicino alle esigenze dei lavoratori e sem­pre più impegnato al suo rin­novamento.Anche le iniziative di mobili­tazione messe in campo daCgil Cisl Uil per chiedereun’inversione di tendenzada parte del governo peruna modifica sostanzialedella legge di stabilità ri­schiano di non produrrenessun effetto.Sul fronte industriale eviteròdi rappresentare, perché avoi nota, la situazione di dif­ficoltà che vivono i piùgrandi e importanti settorimanifatturieri che trainano lanostra economia.

MMi limiterò esclusiva­mente a fare un mi­

nimo di bilancio sull’attività svolta dalla nostracategoria.

AAbbiamo gestito l’applicazione del primo anno delCCNL sottoscritto nel dicembre dell’ anno pre­

cedente.

AAbbiamo sottoscritto il contratto Fiat garantendoanche per questi lavoratori la copertura salariale

per tutto il 2013. Proprio in questi giorni puntiamo alrinnovo dell’ulteriore biennio sia per quanto riguardala parte economica che la parte normativa.

NNel mese di maggio abbiamo sottoscritto il con­tratto con le cooperative ed il primo ottobre ab­

biamo sottoscritto il contratto con Confimi.

EEntro l’anno della firma del contratto con Feder­meccanica è già iniziata la distribuzione del

testo contrattuale.

AAbbiamo realizzato nel mese di aprile la nostraconferenza di organizzazione e si è avviato un

importante dibattito determinando tutte le premessenecessarie per arrivare al percorso congressuale darealizzare alla fine dell’estate prossima.

NNonostante i due protocolli realizzati da Cgil, Cisl,Uil e Confindustria del 28 giugno 2011 e del 31

maggio 2013 sulla rappresentanza e rappresentati­vità, non si sono creati con Fim e Fiom appunta­menti concreti e condizioni tali da poterli tradurre inpercorsi condivisi. Ciò nonostante, nel corso del 2013, abbiamo con­tinuato a svolgere rinnovi delle R.S.U. all’interno deivari territori, continuando a registrare consensi im­portanti per la nostra organizzazione.

AAnche sul piano del tesseramento, e grazie al vo­stro prezioso impegno, siamo riusciti, nono­

stante alcune chiusure di fabbriche e l’utilizzomassiccio della cassa integrazione ad aumentareanche se con modeste entità, gli iscritti alla nostra

organizzazione.Il percorso che abbiamo difronte si presenta pieno didifficoltà e di inevitabili in­certezze.Il compito nostro è quello dicontinuare a realizzare quellavoro che ci ha permesso,in questi anni, di difenderegli insediamenti industriali esoprattutto gli interessi deilavoratori che rappresen­tiamo.

MMi ha colpito, nel corsodei lavori dell’ultimo Di­

rettivo nazionale, la frase diun nostro delegato sinda­cale che riassumeva l’enne­sima vittoria della Uilm nelpiù grande stabilimento si­

derurgico d’Europa, l’Ilva di Taranto: “Il lavoro paga”.E’ proprio così! Potranno cambiare regole, situazionidi compatibilità ambientale e politica, il rapporto conle altre organizzazioni, ma se i nostri comportamentisono improntati a profonda lealtà e serio impegno,non potremo che farcela. Ed è così che questa or­ganizzazione si sta ponendo al suo interno e al­l’esterno, tenendo sempre presente il contesto in cuisi muove. I risultati, nonostante la crisi sono giunti,ma di migliori seguiranno, sempre di più. E’ questomodo di pensare ed agire che ci rende orgogliosi difare sindacato nella Uilm

UUn grazie di sentito cuore per tutto il lavoro cheavete fatto e che continuerete a fare con la pre­

ghiera di estendere anche ai vostri familiari i più sin­ceri auguri di buon Natale e di felice anno nuovo.

(foto di Armando Castellano)

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“Questo stabilimento è il simbolo di una rinascita indu­striale in un territorio al quale siamo profondamente le­gati”. E’ quanto ha dichiarato il Presidente e Ad di ThalesAlenia Space Italia, Elisio Prette, all’inaugurazione del nuovostabilimento avvenuta a L’Aquila il 3 dicembre scorso, in unasplendida giornata di sole che ha reso ancora più bella lacerimonia e che ha voluto segnare ancora più marcatamentela volontà di lasciarsi alle spalle il tragico terremoto del 6aprile 2009. Un evento, seguitodalla stampa nazionale ed interna­zionale, che ha visto la partecipa­zione delle istituzioni locali enazionali, i vertici delle forze ar­mate, i rappresentanti dell’EnteSpaziale Europeo e dell’AgenziaSpaziale Italiana, il ‘manage­ment’di Finmeccanica e di Thales,Giovanni De Gennaro e Jean­LoicGalle, e quella dell’ambasciatoretransalpino, Alain Le Roy, che conla sua presenza ha voluto “confer­mare della fiducia della Francia nelpartenariato industriale e tecnolo­gico con l’Italia”. Lo stabilimentoabruzzese, con un investimento di 42 milioni di euro da partedella ‘joint venture’ italo­francese, è stato costruito in soli 22mesi e risponde ai più severi criteri antisismici previsti dallanormativa in vigore (l’edificio poggia su 150 colonne capacidi ammortizzare le scosse sismiche), adottando le soluzioniprogettuali per il recupero termico e materiali costruttivi chesoddisfano i principi dell’ecosostenibilità.La costruzione, rea­

lizzata da imprese italiane, rappresenta anche un modellodi ingegneria civile e di quella edile. Il sito aquilano siestende su un’area di 16000 metri quadri,con un’area pro­duttiva ripartita tra 4000 mq di uffici, 4500 mq di camere pu­lite (le più grandi d’Europa), 7500 mq di laboratori ed areetecniche, ed è stato progettato, per produrre equipaggia­menti elettronici per i satelliti, ibridi, antenne e strutture inmateriale composito (fibra di carbonio, kevlar e fibra di

vetro);si potranno produrre, a re­gime, 1500 apparecchiature per te­lecomunicazioni , 8000 ibridi, 25antenne su base anna. Il complessorappresenta un modello avanzatonei sistemi di produzione (le areeproduttive sono state realizzate se­condo i criteri di ‘lean design’ per ot­tenere flussi di lavoro continui ericonfigurabili in base ai volumi pro­duttivi) posizionandolo fra i maggioricentri d’eccellenza al mondo nelsettore dell’aerospazio. Il trasferi­mento dei 300 tecnici dal vecchiosito, ormai dichiarato “inagibile” acausa dei danni del terremoto, al

nuovo complesso industriale verrà ultimato entro febbraio2014. E’ senza dubbio un evento che ha un significato su­periore al valore economico ed industriale dell’investimentoperché vede un grande impresa continuare a credere ed a“scommettere” in un territorio, come ha affermato lo stessoAd di Finmeccanica Alessandro Pansa, “anche a dispetto di

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Elisio Prette, Presidente e A.D. di Thales Alenia Space all’inaugurazione dello stabilimento aquilano (foto internet)

La Thales aquilana La Thales aquilana riprende a volareriprende a volare

di Guglielmo Gambardelladi Guglielmo Gambardella(archivio fotografico Finmeccanica)

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tante difficoltà e carenze che possono caratterizzareun’area, come quella aquilana, colpita pesantemente da unterremoto di dimensioni notevoli, e dove lo stesso Statotarda a dare risposte in termini di rilancio economico”.E’ ne­cessario,quindi, che il Governo risponda con lo stesso im­pegno di Thales Alenia Space, nel sostenere il settorenazionale dello spazio, anche attraverso i fondi sulla ricerca.Purtroppo, l’orgoglio e la soddisfazione di questo eventosono stati smorzati dalle dichiarazioni di Marco Airaghi, con­sigliere di amministrazione di ASI. " C'è anche una cattivanotizia che è doveroso dare proprio in questa sede. Ieri nellariunione del Consiglio d'amministrazione dell'Asi è stato ap­provato il finanziamento una tranche del contratto di CosmoSky di seconda generazione, che basterà, grazie all'utilizzodei fondi che erano rimasti in cassa, fino a metà 2014. Nellastessa sede abbiamo approvato il bilancio che prevede unfinanziamento dal Miur all'Asi di circa 500 milioni. A fondoper la ricerca invariato, gli stanziamenti all'Asi diminuiscono,evidentemente per privilegiare altri centri di ricerca. Rispettoai 580 milioni che erano stati assicurati, ci è stato detto chene potremo avere soltanto 530, anche se nell'immediato cene sarebbero disponibili soltanto 503. Questo vuol dire cheal netto dei trasferimenti obbligatori per l'Esa, all'industriaaerospaziale rimangono 103 milioni di euro, che azzeranocompletamente ogni attività nazionale, compreso CosmoSky di seconda generazione, e servono soltanto per coprirei costi di funzionamento, senza spazio per la ricerca. Perquesto come rappresentante della difesa ho espresso votocontrario all'approvazione del Bilancio dell'Asi, che quindi èpassato a maggioranza. Ci auguriamo che la ripartizione deifondi tra gli enti di ricerca possa essere riconsiderata perconsentire all'Asi di svolgere il proprio compito. Sono certoche questo appello sarà accolto, perché nel Governo misembra di vedere sensibilità su questo tema".A queste di­chiarazioni del rappresentante non sono seguite parole ras­sicuranti nel successivo intervento della senatrice RobertaPinotti, Sottosegretario di Stato alla Difesa: "Ho ascoltato le

preoccupazioni ­ ha risposto a stretto giro Pinotti ­ e le ri­porterò in sede di Governo. Credo però che ci siano i marginiper far rientrare l'allarme, dal momento che c'è la consape­volezza che il tema spazio sia molto importante. Questa re­plica non è affatto piaciuta a Mario Ghini, segretarionazionale della Uilm che l’ha ritenuta poco sufficiente:“Leparole del sottosegretario alla Difesa non ci tranquillizzano”ha detto, aggiungendo che da parte del responsabile del di­castero “ ci aspettavamo qualcosa di più”. Il nuovo stabili­mento, oltre ad essere un centro di produzione , èsoprattutto un luogo dove si possono sviluppare le cono­scenze e tecnologie per continuare ad essere leader nel set­tore dei satelliti e delle telecomunicazioni; se verrà sostenutala crescita in queste attività, ci potrà essere anche occupa­zione di qualità. Ed è proprio ciò che ha auspicato MicheleLombardo, ipotizzando un ampliamento occupazionale per­ché, come ha dichia­rato il segretario pro­vinciale della Uil del­l’Aquila, “Thales Ale­nia Space Italia èl’unica realtà che dopoil terremoto ha postoin essere obiettivi di ri­lancio e crescita. In­sieme al polo chimi­co­farmaceutico stadando prospettive disviluppo industriale dirilievo al territorioaquilano e all’interoAbruzzo”.

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La Thales aquilana riprende a volare

Michele Lombardo, Segre­tario provinciale della Uil

dell’Aquila e coordinatoreregionale della Uilm

Abruzzo (foto Uil Abruzzo)

SPAZIO: ESPLORAZIONE E RICERCA OPPORTUNITÀ PER IMPRESE"Le grandi sfide che scientificamente abbiamo davanti a noi in questosecolo sono due: spazio e cervello. Sono le nostre frontiere". Ed è perquesto che "è necessario investire in ricerca". Così il ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Maria ChiaraCarrozza, durante l'incontro con l'astronauta Luca Parmitano, tornatosulla Terra dopo 166 giorni a bordo della Stazione spaziale internazio­nale. Il ministro ha insistito sulla necessità di "avere una visione interdi­sciplinare" della formazione, prendendo spunto dagli oltre 150 espe­rimenti condotti in orbita, frutto della conoscenza in numerose branche,dalla biologia alla fisica, dalla fisiologia all'ecologia. "Ma potremmo ag­giungere anche la letteratura ­ scherza il ministro ­ visti i tweet inviati daLuca mentre era nello spazio". I settori su cui puntare per il futuro sono

"formazione, ricerca e sviluppo", prosegue Carrozza, "Non può esserci ambito in cui un Paese è forte senza avereun'ottima scuola di partenza". E ricorda che l'Italia gode di ottima considerazione per quanto riguarda lo spazio: "E’bene dirlo. Oltretutto ogni missione è un'opportunità straordinaria per i ricercatori. Ogni passo nello spazio serve acapire di più. Le possibilità sono infinite". Le fa eco l'astronauta, che precisa come la sua formazione scolastica e ac­cademica sia interamente Made in Italy, e che ci tiene a ricordare ai ragazzi che il loro capitale "è il tempo. Non neavranno mai più. Studiare e approfondire significa avere una mappa per tutte le strade". Il messaggio inviato da Par­mitano "è molto buono, in un momento oggettivamente difficile. Ci servono modelli positivi per i nostri ragazzi". L’astro­nauta ha riconosciuto i meriti dell’industria nazionale: "L'industria aerospaziale italiana è di assoluta eccellenza e questoposso dirlo personalmente perchè l'ho vissuto in orbita".

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Il Ministro Maria Chiara Carrozza a colloquio con LucaParmitano (foto Internet)

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Sentiamo il dovere dioffrire all’Esecutivo e alsistema paese unaseria proposta sullaquale senza presun­zione chiamiamo lostesso governo al con­fronto per decideresulle scelte che atten­gono allo sviluppo.Anche perché il nostropaese non può essereeterodiretto dall’asseBerlino/Francoforte, nétantomeno avere unodei carichi fiscali piùalti del mondo: occorreinvertire questo trend,avviando un processodi crescita attraversouna seria politica indu­striale, la grande as­sente dal dibattitopolitico. In questo contesto adesempio, come Uilm,ci siamo distinti con ini­ziative e proposte perquanto riguarda il set­tore della divisione mi­litare di Fincantieri;abbiamo evidenziatoche, se non si inter­viene con scelte ocu­late e mirate sulversante industriale, simette a repentagliol’intero tessuto produt­tivo di questo settore.Abbiamo individuatonella legge di stabilità,

lo strumento utile chepuò creare le condi­zioni, attraverso unaseria programmazionedecennale con investi­menti mirati, per il rin­novo della flotta dellaMarina Militare. Cosìcome siamo forte­mente critici sul pianodi privatizzazioni di 12miliardi di euro annun­ciati dal Governo sottodettatura della Comu­nità Europea con l’in­tento di fare cassa perridurre il debito. Il Pre­sidente del Consigliodeve sapere che lestesse non servonocertamente a ridurre ildebito pubblico comedimostra l’esempiodelle privatizzazionifallimentari degli anniDuemila:pertanto, do­vrebbe essere più ac­corto a non inseguirefacili scorciatoie pernon ripetere lo stessoerrore di quegli anni,dove in nome del­l’emergenza si miseall’asta una parte con­siderevole dell’appa­rato industriale, pena­lizzando così ulterior­mente il lavoro e l’oc­cupazione. Questo at­teggiamento in contro­tendenza rispetto alla

Francia e alla Germa­nia che non vengonoassolutamente sfioratedaal’idea di vendere ipropri asset strategici.Né il Governo può sot­tovalutare il fatto che èin atto una vera e pro­pria campagna guidatada alcune società mul­tinazionali per impa­dronirsi delle nostresocietà più pregiate,consigliata da qual­cuno che punta a es­sere riconfermato aivertici aziendali o afare carriera sven­dendo il patrimonio in­dustriale. Pertanto, poi­ché Fincantieri e Fin­meccanica, rappresen­tano due asset tecno­logici e manifatturieri divalenza significativaper il Paese, come talivanno protetti, consoli­dati ed utilizzati dalGoverno come stru­mento diretto per lamodernizzazione na­zionale e per la politicaindustriale e commer­ciale sia a livello nazio­nale che internazio­nale. In questo quadro,ci siamo mossi a Ge­nova per contestare ilpiano industriale mes­so a punto a suotempo da Finmecca­

nica, piano che in unprimo tempo miravasolo a fare cassa, met­tendo sul mercato An­saldo Energia e ilsettore dei trasporti,successivamente rimo­dulato con l’argomen­tazione che la venditadel civile era inevitabileperché la holding vo­leva posizionarsi suisettori dello spazio edella difesa. Bene: laUilm di Genova haavuto il grande meritodi fare in modo che An­saldo Energia , la pri­ma ad essere messasul mercato, non fosseceduta a società qualiad esempio la Sie­mens o la coreana Do­osan che l’avrebberofagocitata e nel giro dipochi anni distrutta.Non solo abbiamo coin­volto la città, ma le Isti­tuzioni e i lavoratorisono stati fieri avver­sari del ventilato pro­getto e si sono oppostia questo processo disvendita di AnsaldoEnergia, Ansaldo Sts eAnsaldo Breda. La ne­cessità di salvaguar­dare le strategicità diAnsaldo Energia di­pende da diversi punti.Per capire cosa rap­

presenta questa so­cietà occorre partiredai capitoli della suaricca e lunga storia,contraddistinta da unlungo processo di con­tinua innovazione e dirilancio delle espe­rienze industriali matu­rate nel tempo.Ansaldo Energia na­sce nel 1853, con unapresenza da subito for­temente radicata sulterritorio italiano, comecostruttore di navi, lo­comotive, automobilied in seguito di im­pianti per la produ­zione di energia e studiall’avanguardia neicampi dei trasporti edella telematica, esten­dendo progressiva­mente il proprio impe­gno progettuale e co­struttivo sino a collo­carsi come protago­nista nel campo degliimpianti per la produ­zione di energia. Attualmente, l’aziendacopre l’intero spettrodella produzione dienergia con la fornituradi centrali elettrichecomplete chiavi inmano, nonché di tur­bine sia a vapore sia agas e dei generatori,

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Una scelta di politica Una scelta di politica

industrialeindustriale

di Fabio Sciaccalugadi Fabio Sciaccaluga

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Una scelta di politica industriale

compresa l’ingegneriadi processo, mecca­nica e civile, l’installa­zione e l’avvio, assi­stendo i clienti sullabase delle loro esi­genze nella definizionedelle caratteristiche deiloro impianti in ma­niera attuale e compe­titiva sui mercati.La precisa strategiache da sempre ha con­trassegnato AnsaldoEnergia è stata quelladi acquistare e pro­durre in Italia potendocontare su un elevatostandard di professio­nalità, ampia capacitàproduttiva, alta tecno­logia e progetti allaavanguardia, per poivendere in tutto mon­do. L’adozione di talepolitica commercialeha consentito all’azien­da di ottenere un signi­ficativo e riconosciutosuccesso livello inter­nazionale con oltre1.700 progetti realiz­zati in 90 nazione edoltre 166.000 mega­watt di capacità instal­lata. Ad oggi, i datidelle verifiche confer­mano quanto sopra, inquanto l’80% dei beniprodotti è compraven­duto da clienti stranierial di fuori della Comu­nità Europea, mentresoltanto il 20% rimanein Italia. Per contro, inumeri relativi agli ac­quisti confermano laforte italianità della so­cietà poiché circa il75% delle fornitureproviene da aziendeitaliane, lasciando laparte residua circa del25% ad aziende e­stere. Infatti, AnsaldoEnergia ha offerto lapossibilità a propriofornitori di collaborarecon una azienda digrandi dimensioni e direspiro internazionale,leader nel settore ener­

getico e soprattutto

fi nanziariamente so­lida, tanto da poter ga­rantire opportunità dibusiness in manieracontinuativa ed unconseguente affida­mento su un fatturatopressoché co­ stante.Tale approccio ha per­messo alle piccole emedie imprese ope­ranti nell’indotto di An­saldo (10000 addetti)di svilupparsi, di accre­scere le proprie cono­scenze tecnicheavvicinando nuove me­todologie di progetta­zione, di essere intro­dotte verso nuovimercati e al contempodi sviluppare una mag­giore apertura verso imercati esteri, i cuioneri sono stati soste­nuti interamente daAnsaldo Energia stes­sa.Ansaldo Energia, pun­tando sulla storica

qualità e la voglia di in­novazione, si è recen­temente prefissata diraggiungere un ulte­riore traguardo presti­gioso proprio in Li­guria, territorio in cuiha tradizionalmente lapropria sede. Nellospecifico, l’azienda au­spica di aumentare lecapacità produttive del­le merceologie già for­nite, nonché di potercoprire nuovi raggrup­pamenti merceologiquali: la carpenteria elavorazioni meccani­che, i fucinati, gli skid, isistemi di filtrazione, lacomponentistica elet­trica e strumentazioneed infine la componen­tistica meccanica.Con l’acquisizione del­l’85% del capitale diAnsaldo Energia daparte di Cassa Depo­sito e Prestiti, con il15% in mano a Fin­

meccanica (fino al2017) abbiamo rag­giunto il primo risultatoche la società nonfosse venduta aglistranieri. Ora, vinta laprima scommessa, bi­sogna vincere la par­tita finale, rovesciandoun impostazione chepuò accarezzare il Go­verno. Ovvero poichéla CdP non può durarein eterno nell’assettosocietario con unaquota maggioritaria ènecessario trovare ra­pidamente dei partner.Si trata di una evidenteillogicità, anche perchéné Ansaldo Energia néAnsaldo STS hannonecessità di avere unpartner in tempi rapidi.Per ovviare a questasciagura è giusta l’op­portunità di politica in­dustriale individuatadalla Uilm Nazionaleche è quella di creare

un nuovo gruppo indu­striale, attraverso lacostituzione di unanuova holding conCdP affidata a Fin­tecna che comprendale attività del civile diAnsaldo Energia, An­saldo Breda (depuratadai debiti attraverso lacreazione di una badcompany), AnsaldoSegnalamento e Fin­cantieri aperto succes­sivamente a partner­ship. La creazione diquesto gruppo indu­striale consentirebbe ilmantenimento in Italiadel know­how con im­portanti ricadute posi­tive per l’indotto nel­l’ambito di una politicaindustriale basata suCdP.Così si fa politicaindustriale, come hapiù volte spiegato ilPremier Letta e, sem­pre come dice lui, è ne­cessario intervenire sulsettore trasporti di Fin­meccanica, rifiutandoin ogni caso sceltesciagurate come lamessa all’asta di An­saldo STS. Proprio ilgoverno avrebbe lapossibilità di fare scen­dere in campo i grandiattori settoriali, gestorie costruttori di Energiae Trasporti: in questomodo si porrebbero lecondizioni della messain sicurezza dei mede­simi asset strategici.E’altresì necessario indi­viduare in un contestounitario con Fim eFiom un percorso checi consenta di definireun tavolo con l’Esecu­tivo per chiarire inmodo definitivo qualisiano le reali intenzionidi politica industrialedello stesso. Una cosaè certa: almeno noisiamo per una sceltavera che rappresentauna scelta concreta dipolitica industriale.

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(Foto archivio fotografico Ansaldo Energia)

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Giuseppe, Angelo, Rocco, Rosario, Bruno, Antonio, Ro­berto.... Sette nomi. Se facessimo l’appello non risponde­rebbe nessuno di loro. Qualcuno, come accadeva quandosedevamo tra i banchi di scuola, direbbe “Assente!”.Sei anni fa, il 6 dicembre 2007, quei sette morirono nel rogodelle Acciaierie ThyssenKrupp di Corso Regina Margherita400 a Torino.Quella tragedia, difficile da accettare, difficile da dimenticare,segnò in modo decisivo la storia della normativa italiana inmateria di salute e sicurezza sul lavoro: il decreto legislativodi merito, che tanto stentava a veder luce, fu approntato evarato nel giro di poche settimane.Ma questa è storia nota a tutti. Non c’è aula di formazione incui non si faccia almeno un accenno a quanto accadde inquella fredda notte di dicembre a Torino. Continuiamo a riflettere, a chiederci, a farci domande. Anchese la giustizia ha espresso il suo parere, anche se i respon­sabili sono stati individuati.Molte, tante altre tragedie sono seguitea quella della ThyssenKrupp: il crollodella palazzina di Barletta in cui perserola vita quattro lavoratrici a “nero” e unaragazzina di soli 14 anni, tanto per ricor­dare. E l’ultima, di pochi giorni fa aPrato, in cui hanno perso la vita sette“invisibili” lavoratori di nazionalità ci­nese per l’incendio del capannone incui lavoravano e alloggiavano in condi­zioni che definire disumane è poco.Di questi ultimi non sapremo mai, pro­babilmente neppure i nomi, tantè statala loro “evanescenza”.In queste occasioni si alzano le voci, losdegno è forte, tutti hanno qualcosa daraccontare, qualcosa da dire.Esprimere rabbia, sgomento e dolore èlegittimo. Ma è altrettanto legittimo pen­sare che non bastino più le paroleespresse puntualmente in occasione di questi episodi chehanno grande risonanza mediatica. Ci sentiamo in doveredi affermare che i lavoratori e le loro famiglie, chi li rappre­senta come la nostra organizzazione sindacale di categoria,vogliono fatti.Le “disgrazie” sul lavoro sono tristi quotidianità che sconvol­gono la vita delle famiglie e della società tutta, anche quandoad esse vengono dedicate solo due righe doverose in cro­naca.La richiesta (inserita nella piattaforma Cgil, Cisl, Uil elaboratain materia di salute e sicurezza e presentata alla AssembleaNazionale Unitaria dei Rls/Rlst a Bologna il 16 ottobre u.s.)della definizione di un progetto complessivo di riordino dei

Servizi di Vigilanza e dell’assetto istituzionale, partendoanche dalle funzioni dell’Inail, è a nostro avviso un buonpunto di partenza. “Se molto è stato fatto, tanto c’è ancora da fare” ha affermatoil nostro Segretario generale, Rocco Palombella, nel suo in­tervento rivolto ai delegati Rsl Uilm. Lo ribadiamo, molto an­cora da fare se, per assurdo, in alcune aziende i lavoratorinon sanno neanche di avere un loro Rappresentante per laSalute e Sicurezza sul lavoro. Non sono informati, non losanno o se lo conoscono pensano ad una ennesima figurasindacale non meglio definita. Così, senza approfondire laspecificità del ruolo del Rls si negano a priori la possibilità didare voce a problemi e a criticità riscontrate nello svolgi­mento delle loro mansioni. Casi limite? Speriamo sinceramente sia così. Di certo c’èche un Rls, che sia di nomina o che sia stato eletto, è il Rap­presentante dei Lavoratori per la Sicurezza, di tutti i lavora­

tori. Tutti. E quando si dice tutti, in un mo­mento in cui “i lavoratori stranieriaumentano nel nostro Paese e dipari passo crescono gli infortuni sullavoro che li riguardano, che sonotra il 13 e il 15 per cento del totale”come è emerso dall’incontro tra ilministro per l’Integrazione, CecileKyenge, e il Presidente dell’Inail,Massimo De Felice lo scorso 5 di­cembre, in occasione della presen­tazione di un corso online rivoltoagli operatori sanitari “per un mi­gliore approccio del lavoratore stra­niero in caso di infortunio”.Non sottovalutiamo questi dati che,con molta probabilità sono anchesottostimati perché spesso gli immi­grati non denunciano l’incidenteoccorso, principalmente per la

paura di perdere il posto di lavoro.E torniamo così, all’”evanescenza” di sette operai cinesi dicui non sapremo forse mai neppure il nome ma, la cui morteè comunque una tragedia tutta italiana.Il 2013 si sta concludendo. Non vogliamo fare bilanci, siamoi primi a sapere che la partita, in materia di salute e sicurezzasul lavoro è ancora tutta aperta. E che è una partita che nonsi chiuderà mai. Sappiamo di poter giocare ancora moltebuone carte. “We have a dream”.. che il 2014 sia un annoscevro da tragedie come quelle che abbiamo ricordato inqueste poche righe. Che sia un anno sereno e di ripresa, incui la salute e la sicurezza si integrino di nuovo e finalmentenel “lavoro che c’è”. Serenità.

Abbiamo unAbbiamo un

sognosognodi Susanna Costa

Il Ministro Cecile Kyenge alla presentazione del corsoantinfortunistico online, il 5 dicembre scorso.

In alto il murales eseguito a Torino in onore delle vittime del rogo del 6 dicembre 2007 (foto internet)

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RicercheRicerchespazialispaziali

La ricerca sullo Spazio del­l'Università di Roma Tor Ver­gata approda al "GagarinCosmonaut Training Center"(GCTC) di Star City, in Rus­sia, grazie all'AeronauticaMilitare con cui l'Universitàsta portando avanti diversecollaborazioni nel settorespaziale. Loredana Santodel dipartimento di Ingegne­ria Industriale e FedericaSangiuolo del dipartimentodi Biomedicina e Preven­zione, insieme al cosmo­nauta Walter Villadei, hannopartecipato alla '10th Scien­tific and Practical Confe­rence Manned Spaceflight'che si è svolta nel CentroAddestramento Cosmonautidi Star City. La conferenza èstata l'occasione per presen­tare due ricerche di puntasvolte dall'Università degliStudi Roma Tor Vergata, ri­spettivamente nel settore deimateriali e della biomedicina.Nella prima ricerca sono statipresentati i risultati finora ot­

tenuti nell'ambito delle tec­nologie per lo sviluppo di in­novativi materiali polimerici amemoria di forma in am­biente di microgravità per larealizzazione di attuatori estrutture autodispieganti. "L'interesse nell'impiego diquesti nuovi materiali (schiu­me realizzate nei laboratoridell'ateneo mediante un pro­cesso innovativo di schiuma­

tura allo stato solido svilup­pato da ricercatori di Tor Ver­gata) risulta strategico nonsoltanto nel settore aerospa­ziale ­ ha sottolineato Santo­ ma anche in quello terre­stre, in quanto consente larealizzazione di strutture leg­gere e auto dispiegabili e diattuatori a rilascio di energiacontrollato". Nella secondaricerca sono stati presentati i

dati relativi a studi condottisulle cellule staminali em­brionali e le cellule pluripo­tenti indotte (iPS Cells)riprogrammate e il loro coin­volgimento in protocolli dimedicina rigenerativa polmo­nare. L'idea è di studiare ildifferenziale cellulare in pre­senza di microgravità, condi­zione che si verifica difrequente nello spazio. Di­versi studi in vitro parago­nano le capacità differenzialiche le cellule staminali em­brionali, ma specialmente lepluripotenti riprogrammate,hanno sulla terra rispetto allospazio, dove c'è assenza digravità. "Lo studio compara­tivo ­ ha spiegato Sangiuolo­ riguarderà specialmente ildifferenziamento in epiteliorespiratorio al fine di valutareeventuali variazioni di per­meabilità in relazione alla as­senza di gravità". La confe­renza è stata l'occasione perapprofondire tali linee di ri­cerca nella prospettiva dellefuture missioni di esplora­zioni spaziale e di verificarepossibilità di cooperazioneinternazionale nel settore ae­rospaziale che vede semprepiù spesso la partecipazionedell'ateneo Tor Vergata.

Da sx a dx: prof.ssa Federica Sangiuolo, prof.ssa Loredana Santo, i re­sponsabili del training degli astronauti presso il GCTC, l’astronauta del­l’Aeronautica militare italiana Walter Villadei (foto internet)

La prima donna astronautaitaliana partirà per l'Iss nel2014.Si chiamerà Futura la mis­sione spaziale della primadonna astronauta italiana, ilcapitano pilota dell'Aeronau­tica militare, Samantha Cri­stoforetti. Come membrodella Expedition 42/43, Sa­mantha, astronauta dell'Esa(Agenzia spaziale europea)partirà dal cosmodromo diBaikonur, in Kazakhstan, nelnovembre del 2014 a bordodi una navetta Sojuz e re­

sterà in orbitasulla Stazionespaziale inter­nazionale 6 me­si, per la mis­sione di lungadurata affidata­le dall'Asi (Agen­zia spaziale ita­liana). Il nomeFutura è statoscelto in seguitoa un concorsodi idee lanciato

dall`Agenzia Spaziale Ita­liana, dall`Agenzia SpazialeEuropea e dall`AeronauticaMilitare e verrà impiegatoper realizzare gadget, ma­gliette e tutto il materiale dicomunicazione della mis­sione in ambito europeo.Sono arrivate oltre 1000 pro­poste, tutte rispondenti ai cri­teri di originalità, creatività easpetti del volo spaziale indi­cati nel bando dalla stessaastronauta. Ora, parte la se­conda fase del concorso:"Disegna la Missione di Sa­mantha Cristoforetti", per

ideare il logo della missione.L`obiettivo è creare un dise­gno che rappresenti la parte­cipazione italiana allamissione Iss 42/43. La mi­gliore proposta verrà utiliz­zata come concept graficoper elaborare il logo italianoe la patch di missione chel'astronauta porterà sulla suatuta di volo.Il concorso è ri­volto a tutti i cittadini italianie/o residenti in Italia, senzalimiti di età, che potranno in­viare la propria proposta a:[email protected]. È possibile consultare ilbando anche sul sito webasi.it.Il disegno dovrà contenere alsuo interno il nome italianoufficiale della missione42/43, "Futura" e rappresen­tare almeno uno dei seguentielementi: ricerca, scoperta,scienza, tecnologia, esplora­zione, ispirazione, meravi­glia, avventura, viaggio,eccellenza, lavoro di squa­dra, umanità, entusiasmo,sogno e nutrizione. Il vinci­

tore potrà incontrare perso­nalmemente Samantha Cri­stoforetti e partecipare in Ita­lia alla diretta del suo lancioverso la Iss. Samantha Cri­stoforetti è parte del corpodegli astronauti dell`Esa ed èun pilota da combattimentodell`Aeronautica militare,abilitata a volare sui caccia­bombardieri Amx. Selezio­nata con Luca Parmitanonella nuova classe di astro­nauti europei del 2009 è laprima donna italiana ad an­dare nello Spazio dove, gra­zie a un accordo tra l'Asi(Agenzia spaziale italiana) ela Nasa, resterà per circa seimesi, contribuendo allo svol­gimento di tutti i compiti di ri­cerca, sperimentazione emanutenzione del laborato­rio orbitante. A bordo, l'astro­nauta sarà protagonista dinumerosi esperimenti sele­zionati da Esa e dall`Asi,ideati e sviluppati da Univer­sità, Enti di ricerca e Pmi ita­liane.

Si chiamerà Futura la missione spaziale Si chiamerà Futura la missione spaziale di Samantha Cristoforettidi Samantha Cristoforetti

8(Archivio fotografico ASE)

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Con dicembre Maserati entra ufficialmente nel centesimoanno della propria storia. Lo fa celebrando l'evento con unlogo che è un richiamo all'italianità e originalità della pro­pria storia, in un periodo di successo e crescita senza pre­cedenti. Piu' di 23.000 ordini ad oggi nel mondo la stannoproiettando in una nuova dimensione. Nel 2012 il Tridenteè tra i marchi in piùrapida crescita in Usa e una realtà concreta in quasi 70

mercati, a partire dalla Cina: per Maserati il secondo piùimportante. Maserati ha da poco presentato al Salone del­l'Auto di Los Angeles importanti novita' in tema di imma­gine e di strategia di comunicazione. Entrambe si ispiranoal concetto "The Absolute Opposite of Ordinary", che sin­tetizza il retaggio dei primi 100 anni di storia aziendale euna linea guida per i prossimi 100.''Con orgoglio la Mase­

rati presenta a dicembre il Logo del proprio Centenario", annuncia la casa automobilistica. Il Tridente simbolo dasempre della Maserati e famoso in tutto il mondo si ispiraalla cultura e alla scultura italiana. E' sembrato dunque appropriato scolpire un'immagine cherappresentasse i 100 anni di passione per l'automobile. IlLogo del Centenario Maserati più che una semplice imma­gine è quindi il simbolo forgiato del passato dell'azienda.Ma, fattore ancora più importante, si distingue nettamenteda quelli degli altri marchi di lusso e serve a rammentarecostantemente ciù in cui la Maserati crede: che tutto ciòche l'azienda costruira' nei prossimi 100 anni fuggirà sem­pre da qualsiasi standardizzazione, ovvero: "The AbsoluteOpposite of Ordinary''.

Ha debuttato in Francia, al Salone de la Moto di Parigi,(aperto al pubblico al ParisExpo di Porte de Versailles), la nuova Vespa Primavera.Il lancio coincide con uno dei momenti più attivi del mar­chio italiano, nell'anno caratterizzato anche dal debutto diVespa 946 che, dopo il suo esordio in Europa eAsia, è stata presentata al mercato nordameri­cano, in ottobre. E al record di offerta di nuoviprodotti si accompagnano i record di vendite: ilmarchio Vespa da gennaio a ottobre del 2013ha infatti superato nel mondo la eccezionalequota di oltre 158.000 unità, 20.600 veicoli in piùrispetto ai circa 137.000 venduti nei primi diecimesi del 2012. Si tratta, notano alla Piaggio, diun'ulteriore conferma della progressione delmarchio Vespa negli ultimi dieci anni: dal 2004,quando le vendite complessive raggiunsero58.000 unità,si è passati alle 100.000 del 2006, alle 122.000 del 2009

e alle 165.000 Vespa prodotte del 2012, record che si ac­cinge a essere superato nel 2013. In meno di dieci anni, dal primo gennaio del 2004 al 31 ot­

tobre di questoanno, le Vespavendute nel mon­do sono, com­plessivamente,

1.207.827. Un nu­mero che testimoniadi come Vespa sia ­oggi come le sueprogenitrici degli an­ni Quaranta e Cin­quanta ­ un veicologlobale, protagoni­sta di un successoininterrotto da oltre

sessant'anni. Il Salone della Moto di Parigi ha visto ilGruppo Piaggio presente con un altro veicolo protagonistadi un rilevante successo internazionale: Piaggio Mp3, ilveicolo che ha rivoluzionato il mondo dello scooter, impo­nendo la formula delle tre ruote.

Il secolo di MaseratiIl secolo di Maserati

La Vespa PrimaveraLa Vespa Primaverapresentata a Parigipresentata a Parigi

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(Archivio fotografico Maserati)

(Archivio fotografico Piaggio)

(foto internet)

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La soluzione del “Cruci­mitologiLa soluzione del “Cruci­mitologia”a”Anche per questo“Cruci­mitologia”

sono state tante le mail arrivate.

La soluzione esatta

è stata realizzata

da Beppe Ciocca

della Same Deutz­

Fahr di Treviglio

(Bg), Salvatore Ve­

nuti pensionato Fiat

di Foggia; Felice

Guidone della Fiat

di Brescia e

Concettina Folliero

insegnante di

Bellona (Ce).

Buone festea tutti!

Luciano Pontone

P O S E I D O N E L A O C O O N T E

E H C I T I M O M E S U L I E C

R C A A P O L L O P O L I F E M O

S E R A T M A I N S D T P R I

E T T O R E C E R B E R O I M S

O O R H E A T E R S I I O

G I A S O N E A G A M E N N O N E

P I E D E I S E L L I I E N A

R O V O B R I S E I D E A M E N A

O V I N O E P E C A T E E R

M E N E L A O E F E S T O S O L I

E I I O E L I S C T I L A

T E L E M A C O E R A C L E P A N

E R A L P M E T E R I S A B A T N

O R F E O N E S T O R E E S T I A

I sindacati scendono inpiazza per chiedere mo­difiche al ddl di stabilitàperché il provvedimentoall'esame del Parla­mento ''non è lo shockche serve al Paese''. Ileader di Cgil, Cisl e Uil,Susanna Camusso, Raf­faele Bonanni e Luigi An­geletti nel corso di unpresidio di fronte a Mon­tecitorio hanno ribadito lerichieste al Governosulla riduzione dellapressione fiscale sul la­voro dipendente e suiredditi da pensione esulla destinazione a que­sta partita di quanto saràrecuperato con la spen­ding review e con la lottaall'evasione fiscale. I sindacati hanno manife­stato in tutta Italia con di­verse iniziative a livelloterritoriale e migliaia dipersone per le strade indiverse citta' italiane.Prima del presidio ro­mano, Camusso, Bo­nanni e Angeletti insieme

ai rappresentanti di Con­findustria hanno incontratoil vice ministro all'Econo­mia Stefano Fassina che liha rassicurati sull'inten­zione del Governo di met­tere a punto un emen­damento per destinare allariduzione della pressionefiscale sul lavoro dipen­dente e sui redditi da pen­sione una parte di quantorecuperato con la spen­ding review e la lotta al­l'evasione.

"La legge di stabilità ­ hasottolineato Angeletti ­non fa nulla per soste­nere la crescita econo­mica e l'occupazione.Non abbiamo bisogno distabilità fine a sé stessa.C'è bisogno di una leg­ge che inneschi la ri­presa. Con questo ddl si rischiasolo che nel 2014 cre­sca la disoccupazione''.

Cgil­Cisl­Uil nelleCgil­Cisl­Uil nellepiazze d'Italia piazze d'Italia per cambiare per cambiare legge stabilitàlegge stabilità

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Luigi Angeletti mentre intervienealla manifestazione di sabato 14 dicembre a Roma(foto di Luca Maria Colonna)