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Questo giornale è associato alla Unione Stampa Periodici Italiani
pag.3
La Thales aquilanariprende a volare
pag. 5
Una scelta di politica industriale
pag. 7
Abbiamo un sogno
pag. 9
L’anno della Maserati e dellaVespa
BBUONEUONE FFESTEESTE!!
IL MEGLIOCHE POSSIAMO ESSEREdi Antonello Di Mario
Il disagio della crisi continua a mostrarsi con facce diverse.Per esempio, con il malessere sociale che aumenta improvvisamente fino ad assumere i toni della rivolta in piccolie grandi centri urbani, nelle università, lungo le principali arterie viarie. E’ come se in uno stesso ambito si verificasselo scontro tra chi la crisi riesce a sopportarla e quanti, invece, non ce la fanno. L’economia nazionale arranca, l’industria zoppica, il settore manifatturiero è allo spasimo.L’agenzia americana “Standard and Poor’s” prevede chenel 2014 il nostro Pil si attesterà su una crescita dello 0,4%,ben al di sotto del più 1,1% previsto dal governo. Solo nelMezzogiorno, dal 2007 al 2012, il settore manifatturiero haridotto la produzione del 25%, i posti di lavoro del 24% e gliinvestimenti del 45%. Per ogni addetto della grande industria ci sono quattro lavoratori dell’indotto; per ogni cassintegrato della grande industria ci sono quattro posti di lavoroa rischio nell’indotto. Se continua così è il declino. E non sirisale la china nemmeno con l’impegno del governo a girare alla riduzione del cuneo fiscale le risorse liberate dalla“spending review” e dalla lotta alla evasione fiscale. Lo scetticismo impera, perché l’incertezza regna sovrana su numeri, proposte ed indicazioni concernenti disegni di leggee norme approvate. Il timore diffuso è che i provvedimentilegislativi si arenino nelle paludi della burocrazia parlamentare ed istituzionale. In questo senso la Legge di stabilità siè rivelata un insieme di norme molto eterogenee, contenente poche cose buone e tante altre meno. Per tale motivo, nella sua interezza, non sarà in grado di incidere inmodo efficace sull’intero sistema a cui è rivolta. Come metalmeccanici abbiamo messo nero su bianco, nel corso deilavori dell’ultimo Direttivo nazionale, alcune realtà che abbisognano di investimenti e azioni specifiche: gli stabilimentiFiat di Mirafiori e Cassino; le “controllate” di Finmeccanica,Ansaldo Breda e Ansaldo Sts; le fabbriche siderurgiche diAcciai Speciali Terni, della Lucchini, dell’Ilva. In questa logica abbiamo apprezzato, tra le misure del decreto leggesullo sviluppo, approvato lo scorso 13 dicembre , le procedure e le risorse a favore di 39 siti industriali dismessi. Sonodisponibili 470 milioni di euro per recuperare la base storicadel nostro sistema industriale. Ma c’è molto da fare per tutelare tutti gli altri pezzi del patrimonio tuttora esistente.L’industria italiana può salvarsi in una logica di sviluppo chesfrutti insieme la manualità e la fantasia tipica dei settoritecnologicamente avanzati come sono i distretti meccanici.Quando si leggono i numeri della crisi viene un vero e proprio scoramento. E’ già Natale ma pare non esserlo, perchèsono diminuite anche le luminarie per le vie cittadine chedavano la percezione visiva delle festività . Questa crisiignobile si può sconfiggere se riusciamo a prenderne le misure prima che il Paese si avviti su se’ stesso. Solo sesiamo consapevoli possiamo riuscire a manifestare il meglio che possiamo essere. Dobbiamo reagire: “Prendercisul serio – scrive George Saunders in qualità di personeche agiscono, che portano a termine le cose, che sognano”.Un invito che, date le circostanze, è più di un augurio.
Periodico di informazione quindicinale della Uilm nazionale Redazione : Corso Trieste, 36 00198 Roma Iscrizione presso la Cancelleria del Tribunale civile di Roma n° 413 / 2010 del 21ottobre 2010 DIRETTORE POLITICO: Rocco PalombellaDIRETTORE RESPONSABILE: Antonio Giulio Di Mario PROGETTO GRAFICO ED IMPAGINAZIONE: Lucia Pinto
nn°° 19 19 2013201317 dicembrea n n o q u a r t oa n n o q u a r t o
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Un Natale diUn Natale diluci ed ombre,luci ed ombre,
ma…ma…
di Rocco Palombella(articolo in seconda pagina)
(foto
di Lore
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ani)
Un Natale di luci ed ombre, ma…Un Natale di luci ed ombre, ma…di Rocco Palombelladi Rocco Palombella
IIl 2013 si sta per concludere con diffuse incertezzee con una grande delusione per non essere stato,
così come più volte annunciato, l’anno della ripresa.Le elezioni politiche della primavera scorsa avevano fatto sperare ad un necessario cambiamento.Invece, considerando l’esito del voto, ci hanno consegnato ancora una volta un quadro politico instabile ed un governo incapace di assumere quelledecisioni necessarie per poter realizzare le riformedi cui il Paese ha bisogno.L’assenza di autorevolezza da parte del governo rischia di generare innumerevoli focolai di protesteche in questi giorni proliferano all’interno del Paese.L’esito delle primarie del più importante e rappresentativo partito del centrosinistra italiano ha dimostrato come gli italiani hanno voglia di cambiamentoe l’esigenza di modificare l’attuale sistema partitico.Pure noi dobbiamo prendere l’esempio di questodato per cercare di continuare a rendere il sindacatosempre più vicino alle esigenze dei lavoratori e sempre più impegnato al suo rinnovamento.Anche le iniziative di mobilitazione messe in campo daCgil Cisl Uil per chiedereun’inversione di tendenzada parte del governo peruna modifica sostanzialedella legge di stabilità rischiano di non produrrenessun effetto.Sul fronte industriale eviteròdi rappresentare, perché avoi nota, la situazione di difficoltà che vivono i piùgrandi e importanti settorimanifatturieri che trainano lanostra economia.
MMi limiterò esclusivamente a fare un mi
nimo di bilancio sull’attività svolta dalla nostracategoria.
AAbbiamo gestito l’applicazione del primo anno delCCNL sottoscritto nel dicembre dell’ anno pre
cedente.
AAbbiamo sottoscritto il contratto Fiat garantendoanche per questi lavoratori la copertura salariale
per tutto il 2013. Proprio in questi giorni puntiamo alrinnovo dell’ulteriore biennio sia per quanto riguardala parte economica che la parte normativa.
NNel mese di maggio abbiamo sottoscritto il contratto con le cooperative ed il primo ottobre ab
biamo sottoscritto il contratto con Confimi.
EEntro l’anno della firma del contratto con Federmeccanica è già iniziata la distribuzione del
testo contrattuale.
AAbbiamo realizzato nel mese di aprile la nostraconferenza di organizzazione e si è avviato un
importante dibattito determinando tutte le premessenecessarie per arrivare al percorso congressuale darealizzare alla fine dell’estate prossima.
NNonostante i due protocolli realizzati da Cgil, Cisl,Uil e Confindustria del 28 giugno 2011 e del 31
maggio 2013 sulla rappresentanza e rappresentatività, non si sono creati con Fim e Fiom appuntamenti concreti e condizioni tali da poterli tradurre inpercorsi condivisi. Ciò nonostante, nel corso del 2013, abbiamo continuato a svolgere rinnovi delle R.S.U. all’interno deivari territori, continuando a registrare consensi importanti per la nostra organizzazione.
AAnche sul piano del tesseramento, e grazie al vostro prezioso impegno, siamo riusciti, nono
stante alcune chiusure di fabbriche e l’utilizzomassiccio della cassa integrazione ad aumentareanche se con modeste entità, gli iscritti alla nostra
organizzazione.Il percorso che abbiamo difronte si presenta pieno didifficoltà e di inevitabili incertezze.Il compito nostro è quello dicontinuare a realizzare quellavoro che ci ha permesso,in questi anni, di difenderegli insediamenti industriali esoprattutto gli interessi deilavoratori che rappresentiamo.
MMi ha colpito, nel corsodei lavori dell’ultimo Di
rettivo nazionale, la frase diun nostro delegato sindacale che riassumeva l’ennesima vittoria della Uilm nelpiù grande stabilimento si
derurgico d’Europa, l’Ilva di Taranto: “Il lavoro paga”.E’ proprio così! Potranno cambiare regole, situazionidi compatibilità ambientale e politica, il rapporto conle altre organizzazioni, ma se i nostri comportamentisono improntati a profonda lealtà e serio impegno,non potremo che farcela. Ed è così che questa organizzazione si sta ponendo al suo interno e all’esterno, tenendo sempre presente il contesto in cuisi muove. I risultati, nonostante la crisi sono giunti,ma di migliori seguiranno, sempre di più. E’ questomodo di pensare ed agire che ci rende orgogliosi difare sindacato nella Uilm
UUn grazie di sentito cuore per tutto il lavoro cheavete fatto e che continuerete a fare con la pre
ghiera di estendere anche ai vostri familiari i più sinceri auguri di buon Natale e di felice anno nuovo.
(foto di Armando Castellano)
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“Questo stabilimento è il simbolo di una rinascita industriale in un territorio al quale siamo profondamente legati”. E’ quanto ha dichiarato il Presidente e Ad di ThalesAlenia Space Italia, Elisio Prette, all’inaugurazione del nuovostabilimento avvenuta a L’Aquila il 3 dicembre scorso, in unasplendida giornata di sole che ha reso ancora più bella lacerimonia e che ha voluto segnare ancora più marcatamentela volontà di lasciarsi alle spalle il tragico terremoto del 6aprile 2009. Un evento, seguitodalla stampa nazionale ed internazionale, che ha visto la partecipazione delle istituzioni locali enazionali, i vertici delle forze armate, i rappresentanti dell’EnteSpaziale Europeo e dell’AgenziaSpaziale Italiana, il ‘management’di Finmeccanica e di Thales,Giovanni De Gennaro e JeanLoicGalle, e quella dell’ambasciatoretransalpino, Alain Le Roy, che conla sua presenza ha voluto “confermare della fiducia della Francia nelpartenariato industriale e tecnologico con l’Italia”. Lo stabilimentoabruzzese, con un investimento di 42 milioni di euro da partedella ‘joint venture’ italofrancese, è stato costruito in soli 22mesi e risponde ai più severi criteri antisismici previsti dallanormativa in vigore (l’edificio poggia su 150 colonne capacidi ammortizzare le scosse sismiche), adottando le soluzioniprogettuali per il recupero termico e materiali costruttivi chesoddisfano i principi dell’ecosostenibilità.La costruzione, rea
lizzata da imprese italiane, rappresenta anche un modellodi ingegneria civile e di quella edile. Il sito aquilano siestende su un’area di 16000 metri quadri,con un’area produttiva ripartita tra 4000 mq di uffici, 4500 mq di camere pulite (le più grandi d’Europa), 7500 mq di laboratori ed areetecniche, ed è stato progettato, per produrre equipaggiamenti elettronici per i satelliti, ibridi, antenne e strutture inmateriale composito (fibra di carbonio, kevlar e fibra di
vetro);si potranno produrre, a regime, 1500 apparecchiature per telecomunicazioni , 8000 ibridi, 25antenne su base anna. Il complessorappresenta un modello avanzatonei sistemi di produzione (le areeproduttive sono state realizzate secondo i criteri di ‘lean design’ per ottenere flussi di lavoro continui ericonfigurabili in base ai volumi produttivi) posizionandolo fra i maggioricentri d’eccellenza al mondo nelsettore dell’aerospazio. Il trasferimento dei 300 tecnici dal vecchiosito, ormai dichiarato “inagibile” acausa dei danni del terremoto, al
nuovo complesso industriale verrà ultimato entro febbraio2014. E’ senza dubbio un evento che ha un significato superiore al valore economico ed industriale dell’investimentoperché vede un grande impresa continuare a credere ed a“scommettere” in un territorio, come ha affermato lo stessoAd di Finmeccanica Alessandro Pansa, “anche a dispetto di
continua a pagina 4
Elisio Prette, Presidente e A.D. di Thales Alenia Space all’inaugurazione dello stabilimento aquilano (foto internet)
La Thales aquilana La Thales aquilana riprende a volareriprende a volare
di Guglielmo Gambardelladi Guglielmo Gambardella(archivio fotografico Finmeccanica)
tante difficoltà e carenze che possono caratterizzareun’area, come quella aquilana, colpita pesantemente da unterremoto di dimensioni notevoli, e dove lo stesso Statotarda a dare risposte in termini di rilancio economico”.E’ necessario,quindi, che il Governo risponda con lo stesso impegno di Thales Alenia Space, nel sostenere il settorenazionale dello spazio, anche attraverso i fondi sulla ricerca.Purtroppo, l’orgoglio e la soddisfazione di questo eventosono stati smorzati dalle dichiarazioni di Marco Airaghi, consigliere di amministrazione di ASI. " C'è anche una cattivanotizia che è doveroso dare proprio in questa sede. Ieri nellariunione del Consiglio d'amministrazione dell'Asi è stato approvato il finanziamento una tranche del contratto di CosmoSky di seconda generazione, che basterà, grazie all'utilizzodei fondi che erano rimasti in cassa, fino a metà 2014. Nellastessa sede abbiamo approvato il bilancio che prevede unfinanziamento dal Miur all'Asi di circa 500 milioni. A fondoper la ricerca invariato, gli stanziamenti all'Asi diminuiscono,evidentemente per privilegiare altri centri di ricerca. Rispettoai 580 milioni che erano stati assicurati, ci è stato detto chene potremo avere soltanto 530, anche se nell'immediato cene sarebbero disponibili soltanto 503. Questo vuol dire cheal netto dei trasferimenti obbligatori per l'Esa, all'industriaaerospaziale rimangono 103 milioni di euro, che azzeranocompletamente ogni attività nazionale, compreso CosmoSky di seconda generazione, e servono soltanto per coprirei costi di funzionamento, senza spazio per la ricerca. Perquesto come rappresentante della difesa ho espresso votocontrario all'approvazione del Bilancio dell'Asi, che quindi èpassato a maggioranza. Ci auguriamo che la ripartizione deifondi tra gli enti di ricerca possa essere riconsiderata perconsentire all'Asi di svolgere il proprio compito. Sono certoche questo appello sarà accolto, perché nel Governo misembra di vedere sensibilità su questo tema".A queste dichiarazioni del rappresentante non sono seguite parole rassicuranti nel successivo intervento della senatrice RobertaPinotti, Sottosegretario di Stato alla Difesa: "Ho ascoltato le
preoccupazioni ha risposto a stretto giro Pinotti e le riporterò in sede di Governo. Credo però che ci siano i marginiper far rientrare l'allarme, dal momento che c'è la consapevolezza che il tema spazio sia molto importante. Questa replica non è affatto piaciuta a Mario Ghini, segretarionazionale della Uilm che l’ha ritenuta poco sufficiente:“Leparole del sottosegretario alla Difesa non ci tranquillizzano”ha detto, aggiungendo che da parte del responsabile del dicastero “ ci aspettavamo qualcosa di più”. Il nuovo stabilimento, oltre ad essere un centro di produzione , èsoprattutto un luogo dove si possono sviluppare le conoscenze e tecnologie per continuare ad essere leader nel settore dei satelliti e delle telecomunicazioni; se verrà sostenutala crescita in queste attività, ci potrà essere anche occupazione di qualità. Ed è proprio ciò che ha auspicato MicheleLombardo, ipotizzando un ampliamento occupazionale perché, come ha dichiarato il segretario provinciale della Uil dell’Aquila, “Thales Alenia Space Italia èl’unica realtà che dopoil terremoto ha postoin essere obiettivi di rilancio e crescita. Insieme al polo chimicofarmaceutico stadando prospettive disviluppo industriale dirilievo al territorioaquilano e all’interoAbruzzo”.
segue da pag. 3
La Thales aquilana riprende a volare
Michele Lombardo, Segretario provinciale della Uil
dell’Aquila e coordinatoreregionale della Uilm
Abruzzo (foto Uil Abruzzo)
SPAZIO: ESPLORAZIONE E RICERCA OPPORTUNITÀ PER IMPRESE"Le grandi sfide che scientificamente abbiamo davanti a noi in questosecolo sono due: spazio e cervello. Sono le nostre frontiere". Ed è perquesto che "è necessario investire in ricerca". Così il ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Maria ChiaraCarrozza, durante l'incontro con l'astronauta Luca Parmitano, tornatosulla Terra dopo 166 giorni a bordo della Stazione spaziale internazionale. Il ministro ha insistito sulla necessità di "avere una visione interdisciplinare" della formazione, prendendo spunto dagli oltre 150 esperimenti condotti in orbita, frutto della conoscenza in numerose branche,dalla biologia alla fisica, dalla fisiologia all'ecologia. "Ma potremmo aggiungere anche la letteratura scherza il ministro visti i tweet inviati daLuca mentre era nello spazio". I settori su cui puntare per il futuro sono
"formazione, ricerca e sviluppo", prosegue Carrozza, "Non può esserci ambito in cui un Paese è forte senza avereun'ottima scuola di partenza". E ricorda che l'Italia gode di ottima considerazione per quanto riguarda lo spazio: "E’bene dirlo. Oltretutto ogni missione è un'opportunità straordinaria per i ricercatori. Ogni passo nello spazio serve acapire di più. Le possibilità sono infinite". Le fa eco l'astronauta, che precisa come la sua formazione scolastica e accademica sia interamente Made in Italy, e che ci tiene a ricordare ai ragazzi che il loro capitale "è il tempo. Non neavranno mai più. Studiare e approfondire significa avere una mappa per tutte le strade". Il messaggio inviato da Parmitano "è molto buono, in un momento oggettivamente difficile. Ci servono modelli positivi per i nostri ragazzi". L’astronauta ha riconosciuto i meriti dell’industria nazionale: "L'industria aerospaziale italiana è di assoluta eccellenza e questoposso dirlo personalmente perchè l'ho vissuto in orbita".
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Il Ministro Maria Chiara Carrozza a colloquio con LucaParmitano (foto Internet)
Sentiamo il dovere dioffrire all’Esecutivo e alsistema paese unaseria proposta sullaquale senza presunzione chiamiamo lostesso governo al confronto per decideresulle scelte che attengono allo sviluppo.Anche perché il nostropaese non può essereeterodiretto dall’asseBerlino/Francoforte, nétantomeno avere unodei carichi fiscali piùalti del mondo: occorreinvertire questo trend,avviando un processodi crescita attraversouna seria politica industriale, la grande assente dal dibattitopolitico. In questo contesto adesempio, come Uilm,ci siamo distinti con iniziative e proposte perquanto riguarda il settore della divisione militare di Fincantieri;abbiamo evidenziatoche, se non si interviene con scelte oculate e mirate sulversante industriale, simette a repentagliol’intero tessuto produttivo di questo settore.Abbiamo individuatonella legge di stabilità,
lo strumento utile chepuò creare le condizioni, attraverso unaseria programmazionedecennale con investimenti mirati, per il rinnovo della flotta dellaMarina Militare. Cosìcome siamo fortemente critici sul pianodi privatizzazioni di 12miliardi di euro annunciati dal Governo sottodettatura della Comunità Europea con l’intento di fare cassa perridurre il debito. Il Presidente del Consigliodeve sapere che lestesse non servonocertamente a ridurre ildebito pubblico comedimostra l’esempiodelle privatizzazionifallimentari degli anniDuemila:pertanto, dovrebbe essere più accorto a non inseguirefacili scorciatoie pernon ripetere lo stessoerrore di quegli anni,dove in nome dell’emergenza si miseall’asta una parte considerevole dell’apparato industriale, penalizzando così ulteriormente il lavoro e l’occupazione. Questo atteggiamento in controtendenza rispetto alla
Francia e alla Germania che non vengonoassolutamente sfioratedaal’idea di vendere ipropri asset strategici.Né il Governo può sottovalutare il fatto che èin atto una vera e propria campagna guidatada alcune società multinazionali per impadronirsi delle nostresocietà più pregiate,consigliata da qualcuno che punta a essere riconfermato aivertici aziendali o afare carriera svendendo il patrimonio industriale. Pertanto, poiché Fincantieri e Finmeccanica, rappresentano due asset tecnologici e manifatturieri divalenza significativaper il Paese, come talivanno protetti, consolidati ed utilizzati dalGoverno come strumento diretto per lamodernizzazione nazionale e per la politicaindustriale e commerciale sia a livello nazionale che internazionale. In questo quadro,ci siamo mossi a Genova per contestare ilpiano industriale messo a punto a suotempo da Finmecca
nica, piano che in unprimo tempo miravasolo a fare cassa, mettendo sul mercato Ansaldo Energia e ilsettore dei trasporti,successivamente rimodulato con l’argomentazione che la venditadel civile era inevitabileperché la holding voleva posizionarsi suisettori dello spazio edella difesa. Bene: laUilm di Genova haavuto il grande meritodi fare in modo che Ansaldo Energia , la prima ad essere messasul mercato, non fosseceduta a società qualiad esempio la Siemens o la coreana Doosan che l’avrebberofagocitata e nel giro dipochi anni distrutta.Non solo abbiamo coinvolto la città, ma le Istituzioni e i lavoratorisono stati fieri avversari del ventilato progetto e si sono oppostia questo processo disvendita di AnsaldoEnergia, Ansaldo Sts eAnsaldo Breda. La necessità di salvaguardare le strategicità diAnsaldo Energia dipende da diversi punti.Per capire cosa rap
presenta questa società occorre partiredai capitoli della suaricca e lunga storia,contraddistinta da unlungo processo di continua innovazione e dirilancio delle esperienze industriali maturate nel tempo.Ansaldo Energia nasce nel 1853, con unapresenza da subito fortemente radicata sulterritorio italiano, comecostruttore di navi, locomotive, automobilied in seguito di impianti per la produzione di energia e studiall’avanguardia neicampi dei trasporti edella telematica, estendendo progressivamente il proprio impegno progettuale e costruttivo sino a collocarsi come protagonista nel campo degliimpianti per la produzione di energia. Attualmente, l’aziendacopre l’intero spettrodella produzione dienergia con la fornituradi centrali elettrichecomplete chiavi inmano, nonché di turbine sia a vapore sia agas e dei generatori,
continua a pagina 6
Una scelta di politica Una scelta di politica
industrialeindustriale
di Fabio Sciaccalugadi Fabio Sciaccaluga
5
(Fot
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segue da pag. 5
Una scelta di politica industriale
compresa l’ingegneriadi processo, meccanica e civile, l’installazione e l’avvio, assistendo i clienti sullabase delle loro esigenze nella definizionedelle caratteristiche deiloro impianti in maniera attuale e competitiva sui mercati.La precisa strategiache da sempre ha contrassegnato AnsaldoEnergia è stata quelladi acquistare e produrre in Italia potendocontare su un elevatostandard di professionalità, ampia capacitàproduttiva, alta tecnologia e progetti allaavanguardia, per poivendere in tutto mondo. L’adozione di talepolitica commercialeha consentito all’azienda di ottenere un significativo e riconosciutosuccesso livello internazionale con oltre1.700 progetti realizzati in 90 nazione edoltre 166.000 megawatt di capacità installata. Ad oggi, i datidelle verifiche confermano quanto sopra, inquanto l’80% dei beniprodotti è compravenduto da clienti stranierial di fuori della Comunità Europea, mentresoltanto il 20% rimanein Italia. Per contro, inumeri relativi agli acquisti confermano laforte italianità della società poiché circa il75% delle fornitureproviene da aziendeitaliane, lasciando laparte residua circa del25% ad aziende estere. Infatti, AnsaldoEnergia ha offerto lapossibilità a propriofornitori di collaborarecon una azienda digrandi dimensioni e direspiro internazionale,leader nel settore ener
getico e soprattutto
fi nanziariamente solida, tanto da poter garantire opportunità dibusiness in manieracontinuativa ed unconseguente affidamento su un fatturatopressoché co stante.Tale approccio ha permesso alle piccole emedie imprese operanti nell’indotto di Ansaldo (10000 addetti)di svilupparsi, di accrescere le proprie conoscenze tecnicheavvicinando nuove metodologie di progettazione, di essere introdotte verso nuovimercati e al contempodi sviluppare una maggiore apertura verso imercati esteri, i cuioneri sono stati sostenuti interamente daAnsaldo Energia stessa.Ansaldo Energia, puntando sulla storica
qualità e la voglia di innovazione, si è recentemente prefissata diraggiungere un ulteriore traguardo prestigioso proprio in Liguria, territorio in cuiha tradizionalmente lapropria sede. Nellospecifico, l’azienda auspica di aumentare lecapacità produttive delle merceologie già fornite, nonché di potercoprire nuovi raggruppamenti merceologiquali: la carpenteria elavorazioni meccaniche, i fucinati, gli skid, isistemi di filtrazione, lacomponentistica elettrica e strumentazioneed infine la componentistica meccanica.Con l’acquisizione dell’85% del capitale diAnsaldo Energia daparte di Cassa Deposito e Prestiti, con il15% in mano a Fin
meccanica (fino al2017) abbiamo raggiunto il primo risultatoche la società nonfosse venduta aglistranieri. Ora, vinta laprima scommessa, bisogna vincere la partita finale, rovesciandoun impostazione chepuò accarezzare il Governo. Ovvero poichéla CdP non può durarein eterno nell’assettosocietario con unaquota maggioritaria ènecessario trovare rapidamente dei partner.Si trata di una evidenteillogicità, anche perchéné Ansaldo Energia néAnsaldo STS hannonecessità di avere unpartner in tempi rapidi.Per ovviare a questasciagura è giusta l’opportunità di politica industriale individuatadalla Uilm Nazionaleche è quella di creare
un nuovo gruppo industriale, attraverso lacostituzione di unanuova holding conCdP affidata a Fintecna che comprendale attività del civile diAnsaldo Energia, Ansaldo Breda (depuratadai debiti attraverso lacreazione di una badcompany), AnsaldoSegnalamento e Fincantieri aperto successivamente a partnership. La creazione diquesto gruppo industriale consentirebbe ilmantenimento in Italiadel knowhow con importanti ricadute positive per l’indotto nell’ambito di una politicaindustriale basata suCdP.Così si fa politicaindustriale, come hapiù volte spiegato ilPremier Letta e, sempre come dice lui, è necessario intervenire sulsettore trasporti di Finmeccanica, rifiutandoin ogni caso sceltesciagurate come lamessa all’asta di Ansaldo STS. Proprio ilgoverno avrebbe lapossibilità di fare scendere in campo i grandiattori settoriali, gestorie costruttori di Energiae Trasporti: in questomodo si porrebbero lecondizioni della messain sicurezza dei medesimi asset strategici.E’altresì necessario individuare in un contestounitario con Fim eFiom un percorso checi consenta di definireun tavolo con l’Esecutivo per chiarire inmodo definitivo qualisiano le reali intenzionidi politica industrialedello stesso. Una cosaè certa: almeno noisiamo per una sceltavera che rappresentauna scelta concreta dipolitica industriale.
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(Foto archivio fotografico Ansaldo Energia)
Giuseppe, Angelo, Rocco, Rosario, Bruno, Antonio, Roberto.... Sette nomi. Se facessimo l’appello non risponderebbe nessuno di loro. Qualcuno, come accadeva quandosedevamo tra i banchi di scuola, direbbe “Assente!”.Sei anni fa, il 6 dicembre 2007, quei sette morirono nel rogodelle Acciaierie ThyssenKrupp di Corso Regina Margherita400 a Torino.Quella tragedia, difficile da accettare, difficile da dimenticare,segnò in modo decisivo la storia della normativa italiana inmateria di salute e sicurezza sul lavoro: il decreto legislativodi merito, che tanto stentava a veder luce, fu approntato evarato nel giro di poche settimane.Ma questa è storia nota a tutti. Non c’è aula di formazione incui non si faccia almeno un accenno a quanto accadde inquella fredda notte di dicembre a Torino. Continuiamo a riflettere, a chiederci, a farci domande. Anchese la giustizia ha espresso il suo parere, anche se i responsabili sono stati individuati.Molte, tante altre tragedie sono seguitea quella della ThyssenKrupp: il crollodella palazzina di Barletta in cui perserola vita quattro lavoratrici a “nero” e unaragazzina di soli 14 anni, tanto per ricordare. E l’ultima, di pochi giorni fa aPrato, in cui hanno perso la vita sette“invisibili” lavoratori di nazionalità cinese per l’incendio del capannone incui lavoravano e alloggiavano in condizioni che definire disumane è poco.Di questi ultimi non sapremo mai, probabilmente neppure i nomi, tantè statala loro “evanescenza”.In queste occasioni si alzano le voci, losdegno è forte, tutti hanno qualcosa daraccontare, qualcosa da dire.Esprimere rabbia, sgomento e dolore èlegittimo. Ma è altrettanto legittimo pensare che non bastino più le paroleespresse puntualmente in occasione di questi episodi chehanno grande risonanza mediatica. Ci sentiamo in doveredi affermare che i lavoratori e le loro famiglie, chi li rappresenta come la nostra organizzazione sindacale di categoria,vogliono fatti.Le “disgrazie” sul lavoro sono tristi quotidianità che sconvolgono la vita delle famiglie e della società tutta, anche quandoad esse vengono dedicate solo due righe doverose in cronaca.La richiesta (inserita nella piattaforma Cgil, Cisl, Uil elaboratain materia di salute e sicurezza e presentata alla AssembleaNazionale Unitaria dei Rls/Rlst a Bologna il 16 ottobre u.s.)della definizione di un progetto complessivo di riordino dei
Servizi di Vigilanza e dell’assetto istituzionale, partendoanche dalle funzioni dell’Inail, è a nostro avviso un buonpunto di partenza. “Se molto è stato fatto, tanto c’è ancora da fare” ha affermatoil nostro Segretario generale, Rocco Palombella, nel suo intervento rivolto ai delegati Rsl Uilm. Lo ribadiamo, molto ancora da fare se, per assurdo, in alcune aziende i lavoratorinon sanno neanche di avere un loro Rappresentante per laSalute e Sicurezza sul lavoro. Non sono informati, non losanno o se lo conoscono pensano ad una ennesima figurasindacale non meglio definita. Così, senza approfondire laspecificità del ruolo del Rls si negano a priori la possibilità didare voce a problemi e a criticità riscontrate nello svolgimento delle loro mansioni. Casi limite? Speriamo sinceramente sia così. Di certo c’èche un Rls, che sia di nomina o che sia stato eletto, è il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza, di tutti i lavora
tori. Tutti. E quando si dice tutti, in un momento in cui “i lavoratori stranieriaumentano nel nostro Paese e dipari passo crescono gli infortuni sullavoro che li riguardano, che sonotra il 13 e il 15 per cento del totale”come è emerso dall’incontro tra ilministro per l’Integrazione, CecileKyenge, e il Presidente dell’Inail,Massimo De Felice lo scorso 5 dicembre, in occasione della presentazione di un corso online rivoltoagli operatori sanitari “per un migliore approccio del lavoratore straniero in caso di infortunio”.Non sottovalutiamo questi dati che,con molta probabilità sono anchesottostimati perché spesso gli immigrati non denunciano l’incidenteoccorso, principalmente per la
paura di perdere il posto di lavoro.E torniamo così, all’”evanescenza” di sette operai cinesi dicui non sapremo forse mai neppure il nome ma, la cui morteè comunque una tragedia tutta italiana.Il 2013 si sta concludendo. Non vogliamo fare bilanci, siamoi primi a sapere che la partita, in materia di salute e sicurezzasul lavoro è ancora tutta aperta. E che è una partita che nonsi chiuderà mai. Sappiamo di poter giocare ancora moltebuone carte. “We have a dream”.. che il 2014 sia un annoscevro da tragedie come quelle che abbiamo ricordato inqueste poche righe. Che sia un anno sereno e di ripresa, incui la salute e la sicurezza si integrino di nuovo e finalmentenel “lavoro che c’è”. Serenità.
Abbiamo unAbbiamo un
sognosognodi Susanna Costa
Il Ministro Cecile Kyenge alla presentazione del corsoantinfortunistico online, il 5 dicembre scorso.
In alto il murales eseguito a Torino in onore delle vittime del rogo del 6 dicembre 2007 (foto internet)
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RicercheRicerchespazialispaziali
La ricerca sullo Spazio dell'Università di Roma Tor Vergata approda al "GagarinCosmonaut Training Center"(GCTC) di Star City, in Russia, grazie all'AeronauticaMilitare con cui l'Universitàsta portando avanti diversecollaborazioni nel settorespaziale. Loredana Santodel dipartimento di Ingegneria Industriale e FedericaSangiuolo del dipartimentodi Biomedicina e Prevenzione, insieme al cosmonauta Walter Villadei, hannopartecipato alla '10th Scientific and Practical Conference Manned Spaceflight'che si è svolta nel CentroAddestramento Cosmonautidi Star City. La conferenza èstata l'occasione per presentare due ricerche di puntasvolte dall'Università degliStudi Roma Tor Vergata, rispettivamente nel settore deimateriali e della biomedicina.Nella prima ricerca sono statipresentati i risultati finora ot
tenuti nell'ambito delle tecnologie per lo sviluppo di innovativi materiali polimerici amemoria di forma in ambiente di microgravità per larealizzazione di attuatori estrutture autodispieganti. "L'interesse nell'impiego diquesti nuovi materiali (schiume realizzate nei laboratoridell'ateneo mediante un processo innovativo di schiuma
tura allo stato solido sviluppato da ricercatori di Tor Vergata) risulta strategico nonsoltanto nel settore aerospaziale ha sottolineato Santo ma anche in quello terrestre, in quanto consente larealizzazione di strutture leggere e auto dispiegabili e diattuatori a rilascio di energiacontrollato". Nella secondaricerca sono stati presentati i
dati relativi a studi condottisulle cellule staminali embrionali e le cellule pluripotenti indotte (iPS Cells)riprogrammate e il loro coinvolgimento in protocolli dimedicina rigenerativa polmonare. L'idea è di studiare ildifferenziale cellulare in presenza di microgravità, condizione che si verifica difrequente nello spazio. Diversi studi in vitro paragonano le capacità differenzialiche le cellule staminali embrionali, ma specialmente lepluripotenti riprogrammate,hanno sulla terra rispetto allospazio, dove c'è assenza digravità. "Lo studio comparativo ha spiegato Sangiuolo riguarderà specialmente ildifferenziamento in epiteliorespiratorio al fine di valutareeventuali variazioni di permeabilità in relazione alla assenza di gravità". La conferenza è stata l'occasione perapprofondire tali linee di ricerca nella prospettiva dellefuture missioni di esplorazioni spaziale e di verificarepossibilità di cooperazioneinternazionale nel settore aerospaziale che vede semprepiù spesso la partecipazionedell'ateneo Tor Vergata.
Da sx a dx: prof.ssa Federica Sangiuolo, prof.ssa Loredana Santo, i responsabili del training degli astronauti presso il GCTC, l’astronauta dell’Aeronautica militare italiana Walter Villadei (foto internet)
La prima donna astronautaitaliana partirà per l'Iss nel2014.Si chiamerà Futura la missione spaziale della primadonna astronauta italiana, ilcapitano pilota dell'Aeronautica militare, Samantha Cristoforetti. Come membrodella Expedition 42/43, Samantha, astronauta dell'Esa(Agenzia spaziale europea)partirà dal cosmodromo diBaikonur, in Kazakhstan, nelnovembre del 2014 a bordodi una navetta Sojuz e re
sterà in orbitasulla Stazionespaziale internazionale 6 mesi, per la missione di lungadurata affidatale dall'Asi (Agenzia spaziale italiana). Il nomeFutura è statoscelto in seguitoa un concorsodi idee lanciato
dall`Agenzia Spaziale Italiana, dall`Agenzia SpazialeEuropea e dall`AeronauticaMilitare e verrà impiegatoper realizzare gadget, magliette e tutto il materiale dicomunicazione della missione in ambito europeo.Sono arrivate oltre 1000 proposte, tutte rispondenti ai criteri di originalità, creatività easpetti del volo spaziale indicati nel bando dalla stessaastronauta. Ora, parte la seconda fase del concorso:"Disegna la Missione di Samantha Cristoforetti", per
ideare il logo della missione.L`obiettivo è creare un disegno che rappresenti la partecipazione italiana allamissione Iss 42/43. La migliore proposta verrà utilizzata come concept graficoper elaborare il logo italianoe la patch di missione chel'astronauta porterà sulla suatuta di volo.Il concorso è rivolto a tutti i cittadini italianie/o residenti in Italia, senzalimiti di età, che potranno inviare la propria proposta a:[email protected]. È possibile consultare ilbando anche sul sito webasi.it.Il disegno dovrà contenere alsuo interno il nome italianoufficiale della missione42/43, "Futura" e rappresentare almeno uno dei seguentielementi: ricerca, scoperta,scienza, tecnologia, esplorazione, ispirazione, meraviglia, avventura, viaggio,eccellenza, lavoro di squadra, umanità, entusiasmo,sogno e nutrizione. Il vinci
tore potrà incontrare personalmemente Samantha Cristoforetti e partecipare in Italia alla diretta del suo lancioverso la Iss. Samantha Cristoforetti è parte del corpodegli astronauti dell`Esa ed èun pilota da combattimentodell`Aeronautica militare,abilitata a volare sui cacciabombardieri Amx. Selezionata con Luca Parmitanonella nuova classe di astronauti europei del 2009 è laprima donna italiana ad andare nello Spazio dove, grazie a un accordo tra l'Asi(Agenzia spaziale italiana) ela Nasa, resterà per circa seimesi, contribuendo allo svolgimento di tutti i compiti di ricerca, sperimentazione emanutenzione del laboratorio orbitante. A bordo, l'astronauta sarà protagonista dinumerosi esperimenti selezionati da Esa e dall`Asi,ideati e sviluppati da Università, Enti di ricerca e Pmi italiane.
Si chiamerà Futura la missione spaziale Si chiamerà Futura la missione spaziale di Samantha Cristoforettidi Samantha Cristoforetti
8(Archivio fotografico ASE)
Con dicembre Maserati entra ufficialmente nel centesimoanno della propria storia. Lo fa celebrando l'evento con unlogo che è un richiamo all'italianità e originalità della propria storia, in un periodo di successo e crescita senza precedenti. Piu' di 23.000 ordini ad oggi nel mondo la stannoproiettando in una nuova dimensione. Nel 2012 il Tridenteè tra i marchi in piùrapida crescita in Usa e una realtà concreta in quasi 70
mercati, a partire dalla Cina: per Maserati il secondo piùimportante. Maserati ha da poco presentato al Salone dell'Auto di Los Angeles importanti novita' in tema di immagine e di strategia di comunicazione. Entrambe si ispiranoal concetto "The Absolute Opposite of Ordinary", che sintetizza il retaggio dei primi 100 anni di storia aziendale euna linea guida per i prossimi 100.''Con orgoglio la Mase
rati presenta a dicembre il Logo del proprio Centenario", annuncia la casa automobilistica. Il Tridente simbolo dasempre della Maserati e famoso in tutto il mondo si ispiraalla cultura e alla scultura italiana. E' sembrato dunque appropriato scolpire un'immagine cherappresentasse i 100 anni di passione per l'automobile. IlLogo del Centenario Maserati più che una semplice immagine è quindi il simbolo forgiato del passato dell'azienda.Ma, fattore ancora più importante, si distingue nettamenteda quelli degli altri marchi di lusso e serve a rammentarecostantemente ciù in cui la Maserati crede: che tutto ciòche l'azienda costruira' nei prossimi 100 anni fuggirà sempre da qualsiasi standardizzazione, ovvero: "The AbsoluteOpposite of Ordinary''.
Ha debuttato in Francia, al Salone de la Moto di Parigi,(aperto al pubblico al ParisExpo di Porte de Versailles), la nuova Vespa Primavera.Il lancio coincide con uno dei momenti più attivi del marchio italiano, nell'anno caratterizzato anche dal debutto diVespa 946 che, dopo il suo esordio in Europa eAsia, è stata presentata al mercato nordamericano, in ottobre. E al record di offerta di nuoviprodotti si accompagnano i record di vendite: ilmarchio Vespa da gennaio a ottobre del 2013ha infatti superato nel mondo la eccezionalequota di oltre 158.000 unità, 20.600 veicoli in piùrispetto ai circa 137.000 venduti nei primi diecimesi del 2012. Si tratta, notano alla Piaggio, diun'ulteriore conferma della progressione delmarchio Vespa negli ultimi dieci anni: dal 2004,quando le vendite complessive raggiunsero58.000 unità,si è passati alle 100.000 del 2006, alle 122.000 del 2009
e alle 165.000 Vespa prodotte del 2012, record che si accinge a essere superato nel 2013. In meno di dieci anni, dal primo gennaio del 2004 al 31 ot
tobre di questoanno, le Vespavendute nel mondo sono, complessivamente,
1.207.827. Un numero che testimoniadi come Vespa sia oggi come le sueprogenitrici degli anni Quaranta e Cinquanta un veicologlobale, protagonista di un successoininterrotto da oltre
sessant'anni. Il Salone della Moto di Parigi ha visto ilGruppo Piaggio presente con un altro veicolo protagonistadi un rilevante successo internazionale: Piaggio Mp3, ilveicolo che ha rivoluzionato il mondo dello scooter, imponendo la formula delle tre ruote.
Il secolo di MaseratiIl secolo di Maserati
La Vespa PrimaveraLa Vespa Primaverapresentata a Parigipresentata a Parigi
9
(Archivio fotografico Maserati)
(Archivio fotografico Piaggio)
(foto internet)
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La soluzione del “CrucimitologiLa soluzione del “Crucimitologia”a”Anche per questo“Crucimitologia”
sono state tante le mail arrivate.
La soluzione esatta
è stata realizzata
da Beppe Ciocca
della Same Deutz
Fahr di Treviglio
(Bg), Salvatore Ve
nuti pensionato Fiat
di Foggia; Felice
Guidone della Fiat
di Brescia e
Concettina Folliero
insegnante di
Bellona (Ce).
Buone festea tutti!
Luciano Pontone
P O S E I D O N E L A O C O O N T E
E H C I T I M O M E S U L I E C
R C A A P O L L O P O L I F E M O
S E R A T M A I N S D T P R I
E T T O R E C E R B E R O I M S
O O R H E A T E R S I I O
G I A S O N E A G A M E N N O N E
P I E D E I S E L L I I E N A
R O V O B R I S E I D E A M E N A
O V I N O E P E C A T E E R
M E N E L A O E F E S T O S O L I
E I I O E L I S C T I L A
T E L E M A C O E R A C L E P A N
E R A L P M E T E R I S A B A T N
O R F E O N E S T O R E E S T I A
I sindacati scendono inpiazza per chiedere modifiche al ddl di stabilitàperché il provvedimentoall'esame del Parlamento ''non è lo shockche serve al Paese''. Ileader di Cgil, Cisl e Uil,Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti nel corso di unpresidio di fronte a Montecitorio hanno ribadito lerichieste al Governosulla riduzione dellapressione fiscale sul lavoro dipendente e suiredditi da pensione esulla destinazione a questa partita di quanto saràrecuperato con la spending review e con la lottaall'evasione fiscale. I sindacati hanno manifestato in tutta Italia con diverse iniziative a livelloterritoriale e migliaia dipersone per le strade indiverse citta' italiane.Prima del presidio romano, Camusso, Bonanni e Angeletti insieme
ai rappresentanti di Confindustria hanno incontratoil vice ministro all'Economia Stefano Fassina che liha rassicurati sull'intenzione del Governo di mettere a punto un emendamento per destinare allariduzione della pressionefiscale sul lavoro dipendente e sui redditi da pensione una parte di quantorecuperato con la spending review e la lotta all'evasione.
"La legge di stabilità hasottolineato Angeletti non fa nulla per sostenere la crescita economica e l'occupazione.Non abbiamo bisogno distabilità fine a sé stessa.C'è bisogno di una legge che inneschi la ripresa. Con questo ddl si rischiasolo che nel 2014 cresca la disoccupazione''.
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Luigi Angeletti mentre intervienealla manifestazione di sabato 14 dicembre a Roma(foto di Luca Maria Colonna)