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1 A Vascon di Carbonera A Vascon di Carbonera A Vascon di Carbonera A Vascon di Carbonera Un grande grazie al signor Virginio Maso e alla sua famiglia che ci hanno fatto vivere per alcune ore nel passato della nostra campagna veneta. Piccoli entusiastici resoconti di una visita a un vero e proprio museo di civiltà contadina, che il signor Maso ha creato con gli innumerevoli oggetti accumulati in anni di collezione. Oggetti ora non più utilizzati a causa del progresso tecnologico, ma sempre importanti, se vogliamo conoscere la storia che ci riguarda da vicino; la storia dei nostri nonni e bisnonni che sono sopravvissuti a due tremende guerre mondiali, in lotta quotidiana per la sopravvivenza, spesso con poco cibo, senza elettricità e macchine che lavorassero al posto dell’uomo. Ma anche a quei tempi sapevano divertirsi e giocare. TESTI REALIZZATI E TRASCRITTI DAGLI ALUNNI DI CLASSE TERZA DELLA SCUOLA PRIMARIA DI MIGNAGOLA. LORO ANCHE I DISEGNI.

Un museo della civiltà contadina

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Percorso didattico interdisciplinare di riflessione e rielaborazione scritta digitale della visita a un museo locale della civiltà contadina cl. 3 (I.C. Carbonera TV - Scuola primaria "Tagliapietra" - Mignagola di Carbonera) (a.s. 2012-13) www.retegeostorie.it

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A Vascon di CarboneraA Vascon di CarboneraA Vascon di CarboneraA Vascon di Carbonera

Un grande grazie al signor Virginio Maso e alla sua famiglia che ci hanno fatto vivere per alcune ore nel passato della nostra campagna veneta.

Piccoli entusiastici resoconti di una visita a un vero e proprio museo di civiltà contadina, che il signor Maso ha creato con gli innumerevoli oggetti accumulati in anni di collezione. Oggetti ora non più utilizzati a causa del progresso tecnologico, ma sempre importanti, se vogliamo conoscere la storia che ci riguarda da vicino; la storia dei nostri nonni e bisnonni che sono sopravvissuti a due tremende guerre mondiali, in lotta quotidiana per la sopravvivenza, spesso con poco cibo, senza elettricità e macchine che lavorassero al posto dell’uomo. Ma anche a quei tempi sapevano divertirsi e giocare.

TESTI REALIZZATI E TRASCRITTI DAGLI ALUNNI DI CLASSE

TERZA DELLA SCUOLA PRIMARIA DI MIGNAGOLA.

LORO ANCHE I DISEGNI.

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Oggi le classi terze sono andate a visitare un museo privato di arte contadina e abbiamo visto molti oggetti e molte stanze ristrutturate. Per esempio uno strano ferro da stiro tutto di metallo con dei buchi; aveva un tubicino dove faceva uscire il vapore con il manico di legno per non scottarsi la mano. C’era anche una specie di baule che veniva chiamato “panera”; serviva per far lievitare il pane. Abbiamo visto il tagliere che serviva per tagliare la polenta: si prendeva un filo e si legava al manico, si metteva sotto la polenta e (di colpo) si alzava e, vuolà, la polenta era affettata. Inoltre, abbiamo visto un’immensa quantità di oggetti che affilavano i coltelli. Io ho fatto molte foto. Il signor Virginio, siccome aveva accumulato molti oggetti scolastici, ha deciso di costruire una piccola scuola. Abbiamo provato a scrivere con il pennino e ho scoperto che è molto difficile: sembra che la punta si stia per rompere. Poi ho visto un letto imbottito con “scartossi” (foglie di pannocchia). Alla fine il signor Virginio ci ha offerto patatine e pop-corn. Lo spuntino era veramente buono e ci siamo pappati tutto.

TOMMASO

Oggi siamo andati a visitare una casa colonica. Il signore di nome Virginio ha restaurato un capannone e l’ha adibito a museo di arte contadina. La cucina aveva un tavolo lungo e una panera dove si metteva il pane a lievitare; c’erano il mattarello, le pentole per fare la polenta, perché era un piatto tipico di quei tempi; poi c’era il tagliere, la cucina economica dove si cucinava; le lampade a petrolio, perché non c’era l’elettricità e la stufa. Dopo siamo andati a vedere la stanza da letto: c’era la culla per i neonati, il letto matrimoniale e il letto per un bambino; il materasso era fatto di foglie di pannocchia e abbiamo visto un aggeggio per far imparare ai neonati a camminare. C’era un armadio con dentro le camicie da notte: erano tutte bianche. La mia stanza preferita è la riproduzione di un’aula con le pagelle, due banchi grandi e due piccoli, una carta geografica dell’800 e il banco della maestra con un librone aperto dove si poteva scrivere il proprio nome con un pennino. Il signore era proprio bravo: abbiamo visto le sue pagelle; prendeva otto, nove e perfino dieci. È stato molto interessante riscoprire tanti oggetti del passato. Lorenzo

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Oggi siamo andati a visitare una casa colonica. Quando siamo entrati abbiamo visto un tavolo lunghissimo. Poi il signore Virginio ci ha detto che un tempo in casa erono una ventina. Dopo siamo saliti. Sono rimasta impressionata, perché c’erano tanti oggetti. Siamo entrati nella stanza dove dormivano. Ho visto un letto matrimoniale, la culla dei bambini appena nati. Ho visto materassi pieni di “scartossi”, cioè le foglie delle pannocchie. Siamo entrati nell’ altra stanza e abbiamo visto l’aula, dei banchi e delle sedie piccolissime e, sulla cattedra, un pennino nel portapenne, che si metteva dentro l’inchiostro e poi si scriveva. Dopo siamo andati a vedere molti altri oggetti esposti. Siamo scesi in cantina dove abbiamo visto il formaggio e i salumi. Il signore Virginio ci ha detto che mettevano dei coperchi sopra le mensole per allontanare i topi. I signori gentilissimi ci hanno offerto la merenda e abbiamo mangiato tante cose. Poi siamo ritornati a scuola. Ci siamo divertiti moltissimo!!! Jora

Oggi siamo andati a visitare una specie di museo. La nostra guida si chiama Virginio, un uomo simpatico e sorridente. Siamo scesi dal pulmino e siamo andati in una stanza, la grande cucina dove ci ha fatto vedere tante cose diverse da quelle che si usano adesso, per esempio un secchiaio in pietra. Successivamente siamo saliti e al piano superiore c’erano la camera e la scuola. Nella camera c’era un lettone che era fatto con: materasso, lenzuolo di tela di canapa e i cuscini imbottiti di piume d’oca. Il letto singolo aveva il materasso di “scartossi”. La scuola è la cosa che mi è piaciuta di più. Nella scuola c’erano tante cose, ma il più bello è che ci hanno lasciato scrivere nel registro scolastico con il pennino e l’inchiostro. È stato bellissimo. Maria

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Oggi con la mia classe e l’altra terza siamo andati a un museo

privato di arte contadina.

In realtà era una casa qualsiasi per fuori. Ma dentro è come una casa colonica di una volta con un sacco di cose antiche: pentole,radio, taglieri e altre cose, però queste sono solo quelle di una stanza, la cucina. C’era una cucina economica dove facevano sempre la polenta. E il caffè, prima lo mettevano dentro una specie di pinze e lo tostavano, poi lo macinavano con un macinino e lo preparavano. Poi siamo saliti e la prima stanza era la ricostruzione di una camera dove abbiamo visto che avevano i vasi da notte e c’erano una specie di borraccia per l’acqua calda per scaldare il letto, perché non c’era il riscaldamento. Ci ha fatto vedere come si metteva a posto il materasso pieno di “scartossi”. C’era un attrezzo che serviva per far imparare a camminare il bambino. Gli armadi erano più piccoli dei nostri. Abbiamo visto biancheria dell’epoca con ricami fatti a mano e il pannolino dei bambini. Ho visto dei vestiti bellissimi che erano ricamati a mano. Osservate bene tutte le cose della camera siamo andati in un’ altra stanza che era una scuola. Ho provato a firmare servendomi del pennino: era difficilissimo, però è stata bello. C’erano dei giochi come il “pitto”, la fionda e altri. C’erano anche i banchi; c’erano pennini, porta pennini e calamaio. Il calamaio è dove si trova l’ inchiostro. Ho ammirato uno scavatore intagliato nel legno. Al piano superiore c’era anche una stanza piena di macchine esposte che servivano a tagliare, affilare i coltelli, tagliare il formaggio. C’erano trappole per topi e anche un aratro che hanno usato per un film. Una falce e i falcetti e le museruole per le mucche per fare sì che mentre tiravano l’aratro non mangiassero il raccolto. Al pianterreno c’è la riproduzione di una cantina. Abbiamo visto dei vasi da notte rovesciati, sopra i salumi e hanno detto che servivano per no far avvicinare i topi. Poi c’erano le lavatrici di una volta che funzionavano a mano, una grande caldaia per fare il formaggio e io quando l’ ho vista ho detto tra me e me: forse serviva per fare il bagno. Sembrava una pentola. Poi siamo andati in un'altra stanza dove c’era oggetti fatti dal fabbro e c’erano molti quadri; c’era anche la stufa della scuola con la campanella elettrica. Su un quaderno la maestra ha letto un articolo su un uccello rapace a Carbonera che stava per uccidere un bambino però un contadino l’ha difeso e ha vinto il contadino. Era una pagina di un giornale molto vecchio. Ho imparato che si facevano la calce in casa: prendevano le pietre, le cuocevano in fornace e le mettevano a bagno. C’era un signore che ritirava le ossa degli animali morti che servivano a fare il sapone. Davide Brugnotto

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Oggi venerdì ventinove aprile siamo andati a Vascon con le nostre maestre a visitare la ricostruzione di una casa colonica. Il signore Virginio ci ha fatto vedere la cucina e tanti oggetti come il mattarello e la pentola per la polenta “a caliera”, ci ha anche detto che il piatto preferito era la polenta e il pane si mangiava poco ed era un cibo di lusso. Ci ha accompagnati di sopra e ci ha fatto vedere una stanza da letto con il letto matrimoniale, il letto per i neonati e c’era un letto dei bambini quando i bambini crescevano. Nella seconda stanza abbiamo visto un’aula molto vecchia dove c’era una lavagna, una cattedra e una sedia e la maestra scriveva con un pennino intinto d’inchiostro del calamaio; c’erano anche dei banchi molto piccoli . C’era poi un ampio stanzone con moltissimi oggetti utilizzati dai contadini una volta. Abbiamo visto i sassi da calce. C’era la grattugia del formaggio. Dopo siamo scesi in cantina. Ho notato una specie di estintore, era la pompa per dare il solfato alle viti. C’erano botti per il vino e, su mensole in alto, formaggi e salumi. Alessandro P.

MUSEO DI civiltà CONTADINA

Oggi siamo andati a visitare un museo che un collezionista ha voluto mettere in mostra. Siamo entrati: davanti a noi c’era una tavola lunga e molte sedie; era bellissimo; già la prima stanza mi piaceva, c’era un lavandino di pietra dove per lavare i piatti usavano l’acqua presa da una fontana e la sabbia per lucidare le pentole; l’acqua che usciva veniva messa in un secchio e veniva buttata nell’orto, poi c’erano alte cose ma non ve le spiego perché erano veramente tante. Ci siamo divisi: la 3° A è salita al piano superiore. La prima camera che abbiamo visitato era la camera da letto. C’era un letto con il materasso di bucce di pannocchie, una culla e un letto matrimoniale; un armadio piccolissimo e uno specchio, un aggeggio per fare imparare ai neonati a camminare avanti e indietro, le lenzuola ruvide, camicie da notte bianche. Nella casa c’era anche la ricostruzione di un’aula di scuola. Abbiamo scritto i nostri nomi con i pennini; le penne avevano una punta affilata come la torre di un castello. Poi ci ha mostrato gli attrezzi da lavoro e c’erano altre bellissime cose. Prima di andare in bus ci hanno offerto patatine, tè, acqua e popcorn.

Nicola ☺

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Museo privato di arte contadina Oggi siamo andati a visitare una ricostruzione di una casa colonica che non è pubblica, ma è privata. Siamo entrati in una cucina dove c’ è un tavolo molto lungo perché un tempo erano in molti. Un signore ci ha spiegato anche che la cucina non è come quella di casa nostra; era una cucina ecologica; subito tutti noi abbiamo guardato le pentole per far polenta a tutti mattina e sera; la mattina per i bambini per fare il latte e polenta e poi sempre per i bambini le crostine erano come i crakers. Abbiamo visto i taglieri molto grandi. Siamo saliti e abbiamo visto la camera da letto dove c’ erano mobili antichi, un letto matrimoniale che aveva le lenzuola fatte di canapa, la culla, i cuscini imbottiti di piume d’ oca e i materassi di pannocchie, in dialetto “scartosse”. La ricostruzione della scuola era molto bella c’erano banchi di legno ma anche normali giochini per esempio: il picchio, il pitto, il martello, il doppio martello, la giostra, le trottole, insomma tutto questo per far musica e il bello è che erano fatti in legno. Questa gita è stata molto bella, spero di farne un’ altra.

Alessandro Barbieri

Una casa colonica o un museo?

Oggi siamo andati a visitare una casa colonica ricostruita. Dentro la cucina c’erano tantissimi oggetti, un ferro da stiro, i litri, pentole, taglieri, mattarelli. C’erano un acquaio e una cucina economica e c’era un signore di nome Virginio con sua moglie, suo fratello e con la nuora. Siamo andati su e siamo andati a vedere una camera dove dentro c’erano un lettino, una culla per i bambini piccoli, un letto doppio e infine un letto singolo con un materasso strano che era imbottito con delle foglie di pannocchie. In una stanza era ricostruita un’aula antica. C’erano le sedie e i banchi erano attaccati. Fuori della scuola c’erano tanti attrezzi per coltivare, sbucciare e fare altre cose. Siamo andati giù in cantina e abbiamo visto una vasca gigantesca per fare il formaggio e infine nell ’ ultima stanza c’era un trapano grande. La cosa che mi ha colpito di più è stata la scuola. OMI

Oggi siamo andati a visitare una casa colonica. C’era un signore di nome Virginio che ci ha fatto visitato la casa. C’erano oggetti, alcuni di ferro, altri di legno. La lavatrice a mano in particolare mi piaceva tanto. La camera da letto era bella; la trappola serviva a catturare i topolini. C’era una bici per affilare un coltello. La polenta veniva fatta e poi veniva versata sul tagliere. In cantina c’era una bici; sul manubrio c’era pelliccia di coniglio e si mettevano le mani dentro per tenerle al caldo. Abbiamo visto la ricostruzione di un’aula di scuola. Alla fine abbiamo mangiato patatine e popcorn e abbiamo bevuto il tè e l’acqua e ci hanno dato una c a r t o l i n a . Quel signore è stato molto gentile.

Mohamed

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Oggi siamo andati a vedere gli aggeggi di una volta in un museo di vita contadina e a me ha colpito tanto il ferro da stiro: era fatto di ferro e con il manico di legno; sui lati aveva tanti buchi e faceva uscire il vapore da un tubo davanti al manico e così sembrava una locomotiva. Ma dovevano stare attenti quando mettevano le “bronse” bollenti, dovevano stare attenti a toccare proprio poco del tessuto sennò bruciavano la stoffa. Usavano anche un grande pentolone che usavano in latteria e là sotto mettevano un carrello con la legna che bruciava; il latte si indurivano e così facevano il formaggio. Usavano anche delle bilance per pesare; c’erano tutti i pesi da cinque kg, da dieci e anche un molto di più. Avevano anche un affilacoltelli che aveva una manovella; tu la giravi e contemporaneamente girava anche una pietra liscia dentro, tu appoggiavi il coltello sulla pietra e si affilava la lama.

Samuele

Oggi siamo andati con tutte le terze e con le maestre a Vascon. Abbiamo osservato la ricostruzione di una casa colonica. Abbiamo visto che la cucina era diversa dalle altre cucine di adesso. C’era una tavola grandissima, la cucina economica era diversa dalle stufe di adesso, facevano la polenta nella “cagliera”, dei pentoloni in rame; c’era una borsa fatta di “scartossi”, cioè con le foglie esterne delle pannocchie. Abbiamo anche visitato la scuola, dove il signor Virginio ci ha fatto scrivere il nostro nome e cognome come si scriveva una volta; era difficile perché non erano come adesso le penne, le penne di tanto tempo fa si chiama pennino. Grazie ai signori che hanno allestito quel fantastico museo! Jya -Le

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Oggi le classi terze sono andate a visitare un museo di arte contadina. La scuola mi ha impressionato; la cattedra era rialzata da una pedana e la maestra poteva vedere i bambini che chiacchieravano. I bambini puniti venivano messi dietro alla lavagna inginocchiati su sassi appuntiti e, se non bastava, in piedi guardando la lavagna e se uno chiacchierava … uno schiaffo e bastonate sulle mani. Si scriveva con il pennino intinto nell’inchiostro e, se facevi una macchia, si strappavano i fogli e si riscriveva. C’erano due cartine geografiche: erano molto diverse dalle nostre; il registro era un librone. La camera aveva un letto matrimoniale e un letto dove potevano dormire uno, due o tre bambini. Il materasso del bambino era fatto di” scartossi” che al mattino si dovevano battere e il cuscino era imbottito di piume degli animali da cortile.

Pietro

Oggi siamo andati a visitare una casa colonica che sembrava un museo. Nella grande cucina a piano terra abbiamo visto tante cose come: le lampade a petrolio, una pentola di rame appesa al soffitto,una cassapanca dove si metteva il pane a farlo lievitare. Passiamo al piano superiore: la stanza che mi è piaciuta di più era la camera da letto; ho visto la biancheria che era ricamata a mano ed era solo bianca, poi una camicia da notte. Gli armadi erano piccoli e con uno specchio all’esterno, c’era una cosa dove i bambini andavano avanti e in dietro così imparavano a camminare. In un cassetto abbiamo visto gli asciugamani e delle fasce come un pannolino per i bambini.

Passiamo alla scuola,era molto grande,con i banchi di legno; la lavagna era staccata dal muro, la cattedra era di legno. C’era un libro con su scritto dei nomi e io e i miei compagni e anche le maestre abbiamo firmato con un pennino usando un inchiostro nero. È stato molto interessante e molto bello visitare questo museo.

Giulia

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Oggi abbiamo visto una casa colonica. Il sig. Virginio

molto gentilmente ci accolse per vedere la casa. La

cucina era molto piena, c’era una tavola grandissima

per addirittura venti persone. Una volta, avere il caffè

era un lusso, si faceva con un macinino in cui si

mettevano i semi, si macinavano e da un piccolo

cassetto usciva la polvere per preparare la bevanda.

La polenta era il cibo abituale; si cucinava sulla cucina

economica, nella “caliera”. Usavano tutto, anche gli

scarti; avevano un tagliere molto grande per contenere

tutta la polenta. Il ferro da stiro era di ferro e il manico

di legno. Era molto pesante, si metteva il carbone

infuocato dentro, usciva il fumo e si stirava per ore.

Nella camera da letto c’era un letto matrimoniale dove

stavano la mamma e il papà e un letto singolo in cui ci

stavano altri due bambini e gli altri dormivano in

corridoio. L’imbottitura del letto era fatta di “scartossi”,

ossia le foglie delle pannocchie. C’era anche il lettino

per i neonati, si dondolava per farli dormire. C’erano

quadri molto particolari; rappresentavano santi,

momenti religiosi o foto in bianco e nero. Gli armadi

erano molto piccoli, con la specchiera. Nel corridoio

c’erano mille cose! C’erano le bilance per pesare la

farina e, molto interessante, un imbuto con una vite per

spingere chiamata coclea. Serviva per mettere verdure

e far ingoiare tutto all’oca per farla ingrassare. Dell’oca

non si buttava niente; si prendevano prima le piume, poi

le ossa e usavano anche la trachea per farne un

tubicino n cui si mettevano dei sassolini per fare uno

strumento, come un sonaglio per bambini che si legava

con una zampa. C’erano anche vari aggeggi che

servivano per tagliare foraggi e le pannocchie si

sgranavano e si utilizzavano. C’erano delle falcette per tagliare il grano,

delle trappole per topi per allontanarli dal cibo. C’erano le forbici per

tagliare la lana dalle pecore, per fare vestiti nel telaio. In cantina si poteva

vedere ad occhio nudo una bicicletta con il manubrio e i freni coperti da due

guanti ricoperti di pelo che tenevano caldo in inverno. C’erano dei barili con

la grappa, sopra dei salami ammuffiti e sopra ancora dei vasi da notte

rovesciati per spaventare i topi; altre mensole tenevano pezze di formaggio

con sopra sempre dei vasi con la stessa funzione.

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Io e la mia classe abbiamo visitato un museo privato, di arte contadina. Ci hanno fatto vedere tante stanze. Mi ha incuriosito uno strano aggeggio di legno che funzionava come un girello, ma scorreva avanti e indietro e aiutava il bambini ad imparare a camminare. Poi veniva conservato per il prossimo bambino, se arrivava. Il materasso era imbottito di “scartossi”. I bambini una volta non nascevano all’ospedale, ma a casa. C’era una culla che dondolava a sinistra e a destra. Nell’aula di scuola si usava il pennino con l’inchiostro, per scrivere. Le pagelle di una volta erano più piccole e diverse, con materie come calligrafia e comportamento. Se gli alunni macchiavano il quaderno o facevano errori, la maestra li metteva dietro la lavagna o inginocchiati sopra dei sassolini, per punizione. Quando tornavano a casa la mamma li riempiva di sculacciate, se sapeva che si erano comportati male. È stata una giornata interessante.

Sara

Tra le tante cose esposte, mi ha colpito una lavatrice delle più vecchie che

non funzionava ad elettricità ma a mano e dopo i panni si mettevano su un

macchinario di legno che serviva per strizzarli. C’era una larga pentola in

cui si metteva il latte che si faceva scaldare per fare il formaggio. Una

collezione di vasi e bottiglie per fare il burro era esposta su una mensola.

Il signor Maso ha anche ricostruito un’aula scolastica di una volta. In

mostra c’erano molti giochi di una volta. Le pagelle erano più piccole di

adesso e diverse perché c’erano materie come l’educazione e la calligrafia.

Si scriveva con un pennino intinto nell’inchiostro. Era difficile scrivere

senza fare macchie e se succedeva, la maestra puniva lo scolaro distratto.

Era molto più dura di adesso la vita di una volta, anche per i bambini.

Ringrazio tutti per averci fatto visitare la casa e approfondire le nostre

ricerche di storia.

Klei

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MUSEO DI VITA CONTADINA

Oggi siamo andati a visitare una casa colonica e abbiamo incontrato un signore di nome Virginio che ci ha accompagnati facendoci fare un giro “turistico” nelle stanze in cui ha ricostruito gli ambienti di una vecchia casa con tantissimi oggetti ora caduti in disuso.� Abbiamo incominciato dalla cucina; io e la maestra Alessandra abbiamo visto un libro e vedevamo i lavori che facevano una volta. In cucina c’ era un tavolo molto grande, abbiamo anche visto due taglieri: uno molto grande per la polenta per tutti e uno medio. Appese a una trave del soffitto c’ erano molte pentole di grandezza diversa. Poi siamo saliti e abbiamo visitato le camere da letto; c’ era un letto matrimoniale, un letto a una piazza, col materasso fatto di “scartossi”, infine c’ era la culla; i bambini più grandi dormivano in una stanza comune. Dentro a un comodino c’ era un vasino da notte. La maestra ha notato uno strano oggetto che serviva per far imparare a camminare i bambini. Poi siamo andati a visitare una ricostruzione di una classe (ovviamente la ricostruzione era molto più piccola): c’ erano quattro banchi: due banchi erano da bambini della scuola primaria, avevano i buchi per un calamaio. Sulla cattedra era esposto un registro dove noi potevamo scrivere il nostro nome e cognome. Ho visto che la lavagna non era dietro la cattedra ma davanti al muro a destra. Siamo usciti dall’ aula e abbiamo visto che c’ era un’ altra stanza davanti a noi: quella stanza era piena di oggetti da lavoro (come un taglia spighe o una museruola per mucche) ma io non me li ricordo tutti, soprattutto perché non abbiamo chiesto spiegazione di tutti. Mi ricordo che ci ha fatto vedere diversi tipi di falce. Il signor Virginio mi ha spiegato che quelle più lunghe servivano per tagliare i cespugli senza graffiarsi e le altre servivano per tagliare il grano. Ci ha mostrato ancora molti arnesi e poi siamo scesi in cantina. Abbiamo notato una bici che sul manubrio aveva dei guanti di pelle di coniglio, per proteggere le mani dal freddo in inverno. Ho visto una grande vasca che serviva per fare il formaggio. C’erano molti oggetti, ognuno con la sua storia. Alla fine siamo tornati alla grande cucina dove ci aspettava una golosa sorpresa.

Susanna

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Oggi siamo andati a visitare un museo privato di arte contadina. La parte che mi è piaciuta di più è quando siamo entrati nella stanza da letto. C'erano molte cose; c'era un aggeggio strano che serviva a far imparare a camminare ai bambini piccoli, poi c'erano tanti vestiti fatti a mano. Il proprietario ci ha fatto vedere dei contenitori dove facevano la pipì di notte; i letti dove dormivano i bambini erano imbottiti delle foglie di pannocchie”scartossi” e poi la nostra guida ci ha fatto vedere un oggetto per riscaldare le coperte. Poi mi è piaciuto anche quando siamo andati nella cantina,dove c'era una bicicletta con dei coprimanubri di pelle di coniglio; abbiamo visto delle lavatrici a mano e poi una grande pentola dove si faceva il formaggio. C'erano dei salami attaccati a un filo. Abbiamo visto anche una specie di ricostruzione della scuola; abbiamo scoperto che un tempo le maestre erano molto severe e anche i genitori. Noi abbiamo visto il pennino con cui scrivevano e abbiamo visto alcuni giochi e anche molte pagelle di una volta. Nella grande cucina al pianoterra ho visto una cucina economica e tante cose, ho visto una bilancia e anche una affettatrice; c'era una stufa molto bella, ci ha fatto vedere un contenitore dove mettevano la polenta; abbiamo visto anche un macinino per il caffè e una lampada a petrolio. Mi sono divertito molto.

Niccolò

Ieri siamo andati in gita, ma non ero da solo, c’erano i miei compagni di scuola e le maestre. Arrivati nella casa colonica ricostruita siamo entrati. Dentro c’erano alcune stanze, la prima stanza era la cucina dove c’era: una radio degli anni 60-70, tre macinini per il caffè, il ferro da stiro era fatto di metallo il basso e il manico era fatto di legno. C’ erano tre lampade a petrolio e pentole per fare la polenta, attaccate al soffitto, un’affettatrice a mano, una “panera” dove far lievitare il pane e una cucina economica. Oltre ad altri oggetti esposti, c’era una fisarmonica rossa. Poi abbiamo visitato la falegnameria con tanti attrezzi. Ho visto anche tanti attrezzi del contadino e del maniscalco. Andrea

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MUSEO D’ARTE CONTADINA

Ieri mattina siamo andati a visitare un museo dentro ad una casa. All’esterno sembrava una casa qualsiasi, ma dentro rappresentava una casa colonica. Il signore che ci ha accolti e che si occupa di questa struttura si chiama Virginio. Quando siamo arrivati, abbiamo visitato la sala da pranzo. C’erano vari oggetti: la radio, il macinacaffè,la lampada a petrolio,il lavandino in pietra,la cucina economica… Dopo siamo andati nella cantina. Qui ho visto delle botti di vino enormi,salumi appesi,una mensola con sopra vari tipi di formaggi,una tavola di legno con un vaso di fiori e un mazzo di carte. Poi siamo entrati nell’aula. Abbiamo visto tanti oggetti della scuola di una volta: i banchi di legno,il pennino,dei quaderni,alcune pagelle… Abbiamo provato a scrivere con il pennino il nostro nome sul registro. Per i miei compagni non è stato così facile,ma per me sì, perché avevo già provato a casa mia. Tra gli oggetti che c’erano, mi ha colpito molto la fionda. Il fratello del signor Virginio ci ha spiegato che la fionda un tempo era utilizzata per giocare oppure per cacciare. Questo museo d’ arte contadina è una ricchezza bellissima. Andrebbe valorizzato di più .Mi auguro che altri bambini lo visitino, perché è un patrimonio stupendo. NicolòLipari.

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In visita al “museo”

Ieri 29 aprile 2013 siamo andati in una casa colonica ricostruita da un signore di nome Virginio. Appena entrati ti trovi davanti un tavolo lungo e, appese sul soffitto e sul muro, pentole, taglieri enormi dove mettevano la polenta. Poi alla sinistra invece trovi la cucina economica; ai lati e sopra la cappa trovi un ferro da stiro, dei macinini, una radio e delle pentole. Poi c’era un lavandino di pietra, dove il signor Virginio ha montato un rubinetto, ma un tempo si prendeva un catino pieno d’acqua e poi se ti dovevi lavare la mani tu versavi l’ acqua e sotto il buco c’ era un altro catino dove cadeva l’ acqua.

Adesso vi porto in un’ altra stanza: la stanza del falegname. In quella stanza appena sono entrata ho notato tanta seghe enormi; i denti delle seghe erano enormi, quasi ti facevano paura. Poi siamo entrati in un’altra stanza, la stanza del fabbro. Lì ho visto l’incudine dove si faceva il ferro per lo zoccolo di cavallo, e per di più c’ era un martello enorme che secondo me pesava venti chili. Quando abbiamo finito il giro, siamo andati in cantina dove c’erano il formaggio e i salami.

Adesso vi porto al piano di sopra dove c’è la stanza da letto, la scuola e un corridoio pieno di attrezzi per il contadino. Ritornando alla scuola mi ha colpito molto perché c’erano tre macchine da scrivere e due erano con i numeri, invece che delle lettere. Poi abbiamo scritto con li pennino sul registro che era sulla cattedra e che allo stesso tempo la cattedra era sopra ad una pedana e infine ho visto delle foto di classi dove i bambini erano venti o trenta per aula.

Insomma è stata una gita bella e interessante, sono proprio contenta di avere avuto questa opportunità dalla maestra Tiziana. Grazie.

Maria Sole Galletti

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Ieri siamo andati a un museo, che da fuori sembrava una casa qualunque, ma entrando sembrava di essere ritornati nel passato. La prima stanza che abbiamo visitato era la cucina. Il primo oggetto che ci ha fatto vedere il proprietario era il ferro da stiro, che era fatto tutto in ferro, tranne il manico che era di legno, perché se era realizzato in ferro ci si bruciava la mano. Poi ci ha fatto vedere la lampada a petrolio, l’affettaverdure e vicino c’era il macinino che macinava i chicchi di caffè, c’era anche una radio degli anni 1960-1970. Dopo siamo andati nella stanza vicina, che rappresentava la bottega del falegname. C’erano molti attrezzi, il primo che ci ha fatto vedere è un tipo di tavolo che vicino aveva un manovella che se la giravi si spostava; questo meccanismo si chiama “morsa” che serve per tenere fermi dei pezzi di legno o ferro per lavorarli. Sulla parete erano appesi tantissimi altri attrezzi da lavoro tra cui: tante pialle che servivano per lavorare il legno, tante seghe, tante punte in ferro o in legno, piccole morse. In basso c’era un tornio a pedale che serviva per lavorare il legno. Poi siamo andati nella stanza del fabbro dove c’era una piccola fucina che serviva per scaldare pezzi di ferro che venivano lavorati, usando l’incudine il martello e le pinze. Ho visto anche un aratro in legno, un contenitore per l’uva, ed infine ho visto un torchio che serviva per pigiare l’uva. Al piano di sopra c’è la camera da letto dove ho visto due letti, uno piccolo ed uno grande, e vicino a quello grande c’erano dei comò e sopra una ciotola attaccata al muro che conteneva l’acqua santa, un girello in legno e sopra al letto piccolo un attrezzo che veniva usato per scaldare il letto; il materasso era fatto di foglie delle pannocchie secche. Vicino c’ era la scuola: dentro c’ erano alcuni banchi, che avevano un foro dove mettere l’inchiostro che serviva per scrivere e usavano il pennino, poi c’era la cattedra,una macchina da scrivere meccanica ed infine una campanella, appesa al muro; c’è una cartina geografica vecchissima, alcune foto, una grande lavagna e tanti giochi in legno. Per finire ho visto il giogo che usavano gli animali, un’affila coltelli “mola”, una specie di museruola che serviva per non far mangiare gli animali mentre lavoravano. Quando siamo scesi, abbiamo trovato una bellissima sorpresa: il signor Virginio ha preparato per noi una tavola piena di roba da mangiare e da bere. Alessio

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Un piccolo museo di Vascon Io e i miei compagni siamo andati a visitare una vecchia casa colonica. Appena entrati ci ha, o per meglio dire ci hanno, accolto Virginio e la sua famiglia. Lì c’era la cucina piena zeppa di oggetti,taglieri, macini. C’era un grande ferro da stiro, era di ferro molto molto pesante con buchi quasi alla fine e poi si alzava dal manico ; dentro si mettevano le braci infuocate che venivano scaldate al fuoco. Dopo siamo andati nella stanza della falegnameria dove c’erano macchinari molto molto grandi però c’era anche la morsa per tenere il legno, oppure altri materiali come il ferro per costruire i macchinari (fatti a mano). Dopo siamo andati in camera da letto dove c’era uno specchio attaccato ad un armadio con dentro i vestiti. Il fratello di Virginio che ci faceva da guida ci ha detto che facevano i letti con le “scartossi”delle pannocchie ; c’erano comodini con vasi che servivano per i bisogni, se era proprio urgente. Dopo siamo andati alla scuola dove c’erano la lavagna ,i gessi , i banchi , la cattedra , i pennini , l’inchiostro , i quaderni molto piccoli , una piccola libreria, scaffali con sopra i giochi poi c’erano cartine geografiche del milleottocentoquindici (1815); il fratello di Virginio ci ha fatto provare il pennino ; bisognava intingere sull’inchiostro e scrivere: era difficile ma bellissimo, però io non sarei riuscito a scrivere un tema o dettato con quel pennino poi c’ erano anche altre penne o pennini ; dopo tutta la spiegazione della nostra guida siamo andati in cantina dove c’erano salami stagionati appesi con corde con coperchi o vasi messi in modo che i topi non andassero a mangiare il salame. Dopo siamo passati alla bottega del fabbro dove c’erano macchinari indescrivibili; c’erano anche quelle che oggi sono punte di trapani ; loro bucavano a mano il legno e c’era carbone con una macchina per bruciarlo e schiacciandolo. Passando in un corridoio lunghissimo c’erano macinini, siringhe per persone e animali , uno strumento per allargare cappelli e scarpe. Infine siamo andati in una stanza grande, grandissima, cioè gigantesca con grandi macchine: il macina tutoli delle pannocchie, delle pietre da calce su delle carriole e delle altre pietre. Dopo c’erano taglia carne e moltissimissimi altri oggetti; però la cosa più bella è che ci hanno fatto far merenda là con i pop corn patatine e tè freddo, anche se la cosa più bella è aver scoperto e imparato come vivevano i nostri nonni nel passato.

Nicola Zaniol

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Lunedì siamo andati a visitare un museo di arte contadina. Quando siamo arrivati il signore Virginio si è presentato insieme alla sua famiglia. Come prima stanza abbiamo visitato la cucina sopra le mensole c’era il macinino e il ferro da stiro; il macinino serviva per fare la polvere di caffè che usciva dal cassettino invece il ferro da stiro era di ferro con sei buchi. C’era un grande tavolo con molte sedie perché le persone che abitavano in una casa colonica erano molte. Dopo abbiamo visitato la scuola; c’era una grande lavagna e due banchi attaccati,la cattedra era grande; e c’era un registro appoggiato sopra; c’era un vaso con fiori fatti all ’uncinetto. Il signore ci ha fatto provare a scrivere con il pennino: è stato bello e difficile. Nella stanza del fabbro c’era una carbonaia con dentro il carbone, c’era anche il trapano. Nella stanza da letto c’era un letto matrimoniale e un letto singolo, c’era un vaso dove di notte si facevano i bisogni e un armadio con pochi vestiti. Abbiamo visto con i nostri occhi gli attrezzi che adesso non si usano più!

Anita

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Visita al Museo di arte contadina Ieri siamo andati con la maestre Vanna ,Tiziana ,Alessandra e Anna Maria a visitare la casa colonica ricostruita dal signor Virginio a Vascon. Nella cucina c’era un tavola lunga con sopra una lanterna che si usava con il petrolio e con uno stoppino; si usava per illuminare la stanza . Siamo andati nella falegnameria e a noi sono piaciuti: la sega, la lima, la pialla; il falegname invece lavora il legno, o lo fora con un incavatore . Il fabbro lavora i metalli, il ferro e abbiamo visto un tornio e un trapano; c’ era un forno dove si scioglieva il metallo e un oggetto sopra il forno che serviva a stringere o per tagliare le unghie dei cavalli. Il contadino si occupava degli animali o spremevano l’’uva. In cantina c’erano:botti di vino,salami e formaggi stagionati. Nel piano superiore c’era la camera da letto con un comò e un mobile con dentro un vaso da notte che serviva a fare i bisogni. Poi c’era la scuola: all’interno c’erano alcuni banchi, la cattedra, la lavagna e alcuni giochi. Abbiamo provato a scrivere con l’inchiostro, il calamaio e il pennino. Nell’ ultima stanza c’erano carriole con sopra sassi e poi tanti oggetti, per tante cose c’era un martello che sembrava un oggetto che si usa ancora adesso. Questa esperienza è stata bella, interessante e istruttiva. Anna

Solo internamente si vedeva che era una casa colonica. Prima abbiamo visitato la cucina e poi siamo passati in un’altra stanza dove dove c’erano molti attrezzi del falegname e del fabbro. Al piano superiore c’era la stanza da letto e una scuola. In un grande stanzone, poi, abbiamo visto un’infinità di altri utensili usati dai contadini del passato. Alessandro Esposito

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Una casa di una volta Oggi siamo andati, con le maestre e l’altra terza ad una ricostruzione di una casa colonica. Lì ci ha accolto molto gentilmente il signor Virginio con la sua famiglia. La cucina aveva molti oggetti: un ferro da stiro in ferro un po’ arrugginito, un grande tavolo in legno, la lampada a petrolio che era in vetro, la cucina economica con sopra una specie di cappa, uno scolapiatti in pietra un po’ inclinato e vicino c’era un lavandino ma non c’era l’acqua corrente, si prendeva dal pozzo. Ci ha raccontato che la polenta era quasi la base di ogni cena e pranzo, solo alla domenica si mangiava il salame e si beveva il caffè. Dalla cucina si accedeva alla cantina, c’era una bici appesa, con dei guanti incorporati nei manubri; c’erano quattro tipi di vino, tanti salami appesi e trappole per topi. Su una mensola molte forme grandi di formaggio e al centro della stanza un tavolo con bicchieri e carte da gioco; c’erano due lavatrici a mano e una caldaia per il formaggio. Dalla cantina siamo passati poi in due stanze di lavoro: nella prima si trovavano gli attrezzi del falegname come torni in legno che servivano per scolpire e c’erano molte pialle. Nella seconda stanza c’erano molti attrezzi per l’agricoltura, per esempio un carro, uno “spremiuva”. Ho visto anche attrezzi del fabbro come torni per il ferro; lui tagliava le unghie dei cavalli!!! Al piano superiore c’era la camera da letto, con un piccolo armadio e pochi vestiti dentro e una culla, un piccolo girello, un vaso da notte e un’acquasantiera. Noi abbiamo visto una riproduzione di un’aula: era piena di giochi in legno, al muro era appesa una cartina dell’Europa del 1815. Appoggiati sulla cattedra, abbiamo provato a scrivere con il pennino. È stato bellissimo e un po’ difficile. Nel corridoio, sulla sinistra, c’era un grande scaffale con molti oggetti: bilance, arcolai, gioghi e tanti altri oggetti. È stata una mattinata molto bella perché ho visto con i miei occhi come si viveva nel passato. Alessandro G.abellone

Questa mattina siamo andati a visitare un museo particolare che rappresentava il passato dei nostri nonni. Appena arrivati pensavo che era una semplice casa, ma entrati si capiva che era una casa colonica. Era meravigliosa. La cosa che mi ha colpito di più era la scuola. Ci hanno spiegato che in classe erano anche in trenta. Sono rimasto a bocca aperta quando ho visto la fionda. Nella stanza c’era una campanella; fuori dalla stanza c’era uno scaffale, c’era una clessidra, ma d’acqua che sembrava una fontana, ma mini. C’era una collezione di pugnali appesi alla parete. Alla fine abbiamo fatto merenda. Ci siamo divertiti, ma l’importante è stato entrare nel passato dei nostri nonni. Fahishal

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Mignagola, 30 aprile 2013 Visita al museo Lunedì 22 aprile io, la mia classe, l’ altra terza e le mie maestre siamo andati a visitare una casa colonica. Il signore che si occupa di questa casa si chiama Virginio. Quando siamo arrivati, la prima stanza che abbiamo visitato è la cucina. C’ era un tavolo molto lungo perché una volta la famiglia era numerosa. Sulla parte destra c’ erano tante foto di famiglie. Sul lato sinistro c’ era un lavandino in pietra e la cucina economica. Sopra delle mensole ho visto tanti oggetti della vita di una volta: macina caffè, lumini a petrolio, pentole per polenta , ferro da stiro… Dopo siamo entrati in una sala molto grande. Sui due lati erano disposti molte attrezzature agricole: aratri, zappe, falcetti, carriole… Erano di periodi diversi: infatti si poteva notare le differenze e i cambiamenti. Mi ha colpito molto un aratro primitivo. Mentre osservavamo i vari oggetti, il signor Virginio ci dava delle spiegazioni oppure ci raccontava dei particolari. Anche la maestra Tiziana ci ha spiegato tante cose, che non conoscevo. Poi siamo entrati nella camera da letto. C’ era un letto con il materasso fatto di paglia, una culla, un armadio con dentro le camicie da notte. Infine abbiamo visitato una stanza che rappresentava una aula scolastica. Sono rimasto sorpreso. Ho visto oggetti della scuola che conoscevo tramite i libri. C’erano i banchi di legno con l’ incavatura per appoggiare i pennini e l’inchiostro; la cattedra con sopra un registro una campanella e dei quaderni. Dal soffitto pendeva una campana con un con un filo lungo che oggi è sostituita da quello elettrica. Abbiamo visitato anche la cartina e anche qui molti oggetti di una volta: botti di vino, mensole con formaggi e salumi… Questa casa colonica si può definire un vero museo, un patrimonio per noi e per le generazioni del futuro. Mi auguro che non si perda e che venga valorizzata.

LIU LE ENG

Lunedì 29 aprile la maestra Tiziana ha organizzato una visita a una casa colonica ricostruita dal signor Virginio, a Vascon.. Lui e suo fratello ci hanno spiegato come funzionavano molte cose di una volta. C’erano attrezzi del falegname e del fabbro. In cantina c’erano botti di vino e salami stagionati. Al piano superiore abbiamo visto la camera da letto e l’aula di una scuola. C’erano anche molti oggetti: giochi in legno, bilance, una macchina per cucire; un aratro e delle carriole. È stato tutto molto interessante. Isabella

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Ieri siamo andati a visitare un museo che rappresenta una casa colonica. Siamo entrati e abbiamo visto la cucina; dentro c’ era un grande tavolo, il macinino, il ferro da stiro, un attrezzo per tagliare le verdure. Poi il signor Virginio ci ha spiegato come cucinavano la polenta mettevano la polenta sopra la cucina economica; per accendere il fuoco usavano il “botolo”. Poi c’ era la cantina. Virginio ci ha detto che i signori andavano a giocare a carte e bevevano un’ “ombra” de vin. C’ era una bicicletta con dei guanti appesi sui manici per tenere calde le mani. Nella bottega del fabbro ho visto un forno dove si riscaldava il ferro e si lavorava sull’incudine. La stanza che mi è piaciuta di più è stata la scuola.

Alessia

Oggi siamo partiti da scuola e siamo arrivati in una casa normalissima e mi sono chiesto se eravamo arrivati o se era finita la benzina. Quando sono entrato sembrava di essere tornato indietro nel tempo. Siamo entrati in una cucina grandissima ; cera un tavolo grande,un lavandino in pietra, ma quando ho visto un’affettatrice ho pensato che lì facevano feste. Dopo ci siamo divisi: la terza A è andata su e noi siamo restati giù. La prima stanza era quella del falegname: c’era un tavolo strano e Virginio, la nostra guida e proprietario del museo di arte contadina, ci ha spiegato che il tavolo aveva una morsa. La seconda stanza era una cantina con formaggi sulle mensole e salsicce appese.

Davide Piovesan

Ieri siamo andati in visita al museo di arte contadina. Quando siamo arrivati sembrava una casa normale, ma, appena siamo entrati, abbiamo visto che all’ interno era una casa colonica. La cucina era grande, con un tavolo lungo; abbiamo visto la radio,i macinini, come facevano la polenta e i taglieri. Nella bottega del fabbro c’era un contenitore pieno di carbone per accendere un fuoco per fare sciogliere li ferro. Il falegname era pieno di attrezzi vari come martelli e tavole da lavorare. Di fianco c’era uno strumento per stringere il legno, asce e tante pialle. La cantina era pieno di botti di vino. La scuola era piena di giocattoli come il gioco dell’ oca, il picchio che mettevi l’acqua e lui metteva il becco sotto acqua; c’erano banchi di legno. Si scriveva con il pennino e l’inchiostro. Ci hanno fatto scrivere con il pennino sul registro. Mi è piaciuto molto perché ci hanno spiegato tante cose della vita contadina. Mario Iannucci

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Ieri mattina, con la mia classe e l’altra terza, siamo andati a visitare un museo di arte contadina. Quando siamo arrivati ci ha accolto il signore Virginio con tutta la sua famiglia; siamo entrati ed abbiamo visto la cucina di una volta; aveva una tavola enorme, una cucina economica e sopra una mensola c’ erano un macinino, e un ferro da stiro; dopo siamo andati dove il fabbro lavorava il ferro e poi dove si facevano i formaggi; c’era anche la cantina con le botti. Al piano superiore c’erano molti attrezzi come l’aratro che spingevano i tori o altri bovini. C’era la ricostruzione di una camera di una volta; c’ era un letto matrimoniale e uno singolo. Siamo passati dopo alla scuola. Lì ci hanno detto che si scriveva con il pennino e infatti abbiamo scritto nel registro il nostro nome e dopo la guida ci a fatto vedere la macchina da cucire e tantissime bilance. Questa giornata mi è piaciuta molto, è stata istruttiva.

Francesca Corbanese

Ieri siamo andati a visitare un museo della vita contadina. Il museo all’esterno appariva una casa qualsiasi, ma dentro sembrava di essere veramente all’epoca dei contadini di una volta. Il signore che ci ha ospitati con la sua famiglia si chiamava Virginio. Appena arrivati, ci ha mostrato il ferro da stiro di un tempo. Era una fatica per le donne usare questo strumento, perché dovevi stare attento a non lasciare il segno sul tavolo e a non scottarti . Poi c’era una pentola dove fare la polenta e c’era la taglia verdure .Si mettevano le verdure dentro una scatola senza due pezzi dopo si tirava su fino a una lama tagliente. Dopo siamo andati in falegnameria e da quello che mi ricordo c’ erano molti oggetti come : il tornio in legno, il righello e le trappole per topi.. Poi siamo andati nella camera da letto. C’era un letto matrimoniale, uno singolo, una culla e anche un mobile dove c’era una camicia per la notte da donna. Sotto i letti c’erano i vasi dove fare i propri bisogni. Nella stanza della scuola c’erano banchi piccoli con il pennino a inchiostro; il contenitore dell’inchiostro si chiamava calamaio e c’era un quaderno sopra la cattedra dove abbiamo scritto i nostri nomi. Ed era molto difficile. Nel corridoio c’erano dei tipi di sassi e altri macchinari in legno e anche trappole. Nella cantina c’erano molti tipi di vini. Infine stavamo ritornando nel pullman ma ci hanno offerto uno spuntino. E’ stato bellissimo e molto interessante.

Bellan Alessandro