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TRASCRIZIONE ASSEMBLEA PEDAGOGICA “La DISCIPLINA come strada verso l’AUTOEDUCAZIONE” (a cura di mo. Pierpaolo Cogno) Comincio con una frase di Steiner, forse un po’ difficile, ma che tocca i punti fondamentali. “Dobbiamo sempre tenere chiaramente presente che chi compie un comportamento riprovevole nel momento in cui lo compie ha la coscienza offuscata, diminuita ed il vero scopo per quella persona e’ di acquistare una coscienza piu’ chiara in un altro caso simile. La punizione ha senso solo quando cerca di suscitare nell’anima le forze atte a tenere desta la coscienza anche nei casi che solitamente ne provocano l’oscuramento.” Stiamo parlando del caso in cui qualcuno aveva rubato …. Non voleva rubare, voleva l’oggetto … se qualcuno glielo avesse regalato non avrebbe rubato. Facendolo ripensare al caso il presunto ladro si accorge che la voglia di possedere l’oggetto ha abbassato la coscienza, si era lasciato intorbidire dalla passione. Facendoglielo notare la volta successiva sarà preparato a proteggersi dall’intorbidimento. Questo pezzo apre un po’ il discorso dalla disciplina alla autoeducazione. Il bambino non può autoeducarsi perché è un bambino, l’adulto invece può farlo. Cosa facciamo col bimbo .. lo abbandoniamo alla sua incapacità di autoeducarsi ? Perchè non abbiamo tempo ? Abdichiamo ? Oppure lo aiutiamo e ci prendiamo la responsabilità di fare l’alberello di sostegno sul quale la pianticella comincia a crescere fin quando le sue radici sono sufficientemente forti. Il vero pedagogo è quello che si rende superfluo al momento giusto, cioè non prima che sia il tempo giusto e non dopo.

TRASCRIZIONE ASSEMBLEA PEDAGOGICA “La DISCIPLINA … · Cosa facciamo col bimbo .. lo abbandoniamo alla sua incapacità di autoeducarsi ? Perchè non abbiamo tempo ? Abdichiamo

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TRASCRIZIONE ASSEMBLEA PEDAGOGICA “La DISCIPLINA come strada verso l’AUTOEDUCAZIONE”

(a cura di mo. Pierpaolo Cogno)

Comincio con una frase di Steiner, forse un po’ difficile, ma che tocca i punti fondamentali.

“Dobbiamo sempre tenere chiaramente presente che chi compie un comportamento riprovevolenel momento in cui lo compie ha la coscienza offuscata, diminuita ed il vero scopo per quella persona e’ di acquistare una coscienza piu’ chiara in un altro caso simile.La punizione ha senso solo quando cerca di suscitare nell’anima le forze atte a tenere desta la coscienza anche nei casi che solitamente ne provocano l’oscuramento.”

Stiamo parlando del caso in cui qualcuno aveva rubato …. Non voleva rubare, voleva l’oggetto … se qualcuno glielo avesse regalato non avrebbe rubato.

Facendolo ripensare al caso il presunto ladro si accorge che la voglia di possedere l’oggetto ha abbassato la coscienza, si era lasciato intorbidire dalla passione.

Facendoglielo notare la volta successiva sarà preparato a proteggersi dall’intorbidimento.

Questo pezzo apre un po’ il discorso dalla disciplina alla autoeducazione.Il bambino non può autoeducarsi perché è un bambino, l’adulto invece può farlo.

Cosa facciamo col bimbo .. lo abbandoniamo alla sua incapacità di autoeducarsi ?Perchè non abbiamo tempo ?Abdichiamo ?Oppure lo aiutiamo e ci prendiamo la responsabilità di fare l’alberello di sostegno sul quale la pianticella comincia a crescere fin quando le sue radici sono sufficientemente forti.Il vero pedagogo è quello che si rende superfluo al momento giusto, cioè non prima che sia il tempo giusto e non dopo.

Cominciamo con vista generale, descrivendo le forze attive per ogni settennio e qual è lo strumento giusto per andare incontro a queste forze attive.

Se le forze attive sono l’imitazione di gesti pieni di senso, come nel primo settennio, allora utilizzeremo l’esempio, e l’esempio migliore sarà l’azione che compiremo amandola in totale presenza . Nel secondo dove l’imitazione sara’ passata ad un livello animico, utilizzeremo le immagini, faremo vivere la gioia per il bene e l'avversione per il male e lavoreremo affinché il mondo dell’anima si rafforzi, grazie alla forza del linguaggio e diventando i migliori modelli possibili sui quali i bambini possano formare, come uno scultore, le loro giovani anime.Nel terzo settennio, dell’imitazione spirituale, i gesti spirituali sono le idee che trasmettiamo lorosperando di accendere degli ideali, anzi di attizzarli, affinché non abbiano piu’ bisogno di forze esterne per avviarli, ma riescano ad autoalimentarsi; se si riesce a fare brace nel caminetto la mattina e’ piu facile riaccendere il fuoco, altrimenti si ha sempre bisogno di qualcuno che lo riaccenda ( esempio di una telefonata).

E allora se ho imitato bene nel primo settennio, da grande non ho bisogno di imitare gli altri o rivolgermi ad altri per avere dei modelli da seguire, sarò me stesso.

Se ho avuto un buon rapporto con l'autorità’ nel secondo settennio con il maestro che mi ha guidato verso la bellezza, non ho bisogno di un'autorità, un papa, una guida politica che mi dica cosa fare.E se nel terzo ho sviluppato la mia capacità di accendere i miei ideali grazie al mio discernimento, non ho bisogno di qualcuno che lo faccia al posto mio (se lasciato solo mi spengo).

Nel settennio della volontà svilupperò semi per la futura autonomia.Nel settennio del sentimento svilupperò semi per il futuro senso dell’eguaglianza, perché non è bello un mondo nella disuguaglianza dove il ricco sfrutta il povero.E nel settennio del pensiero sviluppero’ semi di fratellanza, perché gli ideali da me trovati mi portano a comprendere il mio compito e l’amore per il compito trovato mi collega agli altri fraternamente.

Qui si arriva piu’ sul temaLavagna 1:

Cerchiamo di parlare a tutti gli educatori, docenti e genitori.Disciplina viene dal latino “discere”, che vuol dire imparare. Discepolo, che ha la stessa radice, ci dice che se voglio imparare l’Aikido devo diventare discepolo di un maestro e seguire una certa disciplina altrimenti non lo imparo. Ed il mio maestro sarà una guida che più lo conosce piu’ mi consente di impararlo.

Noi stiamo parlando però dell’educazione, non dell’Aikido, quindi nel nostro caso la guida mi vuole educare cioè’ vorrebbe tirare fuori dal mio essere unico( educare deriva da educere cioè tirar fuori), le mie potenzialità, per farmi diventare sempre più’ me stesso.

Il mondo ha messo dentro me qualcosa, si e’ tolto qualcosa e l’ha messo dentro me.che cosa aspetta il mondo da me? che possa tornargli quello che se io non lo do, al mondo manca.

Discorso dei talenti.

Come faccio a farlo ?Possiamo avere dei problemi a farlo.Possono capitare dei problemi, per cui questo “educere”, educare, trova un ostacolo:

Alcuni motivi possono essere:● Il bambino ha un malessere fisico - bisogno: essere curato● Il bambino ha delle carenze di attenzione ( forse già in famiglia forse anche a scuola ) carenze

di calore, carenze di ritmo, carenze di sicurezza, carenze di serenità; se io dal suo comportamento riesco a risalire alla carenza e tendo l’orecchio all’ascolto del bisogno, sono già nella direzione giusta.

● Stimolazioni eccessive vengono citate anche nel libro del 1951 anche se non sapevano ancora cosa fossero tutte quelle che arrivano oggi dai media moderni.

● Intellettualizzazione precoce: rivolgersi all'intelletto da subito può creare qualche problemino perché se il pensiero non viene svegliato dalla volonta’ e dal sentimento, ma viene stimolato precocemente, non solo è manipolato perché è stato indotto, ma prende autonomia e si concentra sui propri bisogni; da cui nervosismo e capricci - perché l’attenzione ai propri bisogni blocca il fluire della giornata, e la mia facolta’ immaginativa che era molto fresca, a forza di concetti e pensieri non adatti alla mia età’ si rinsecchisce.

● Modelli di comportamento: attraverso i media abbiamo tutta una serie di modelli di comportamento che negli anni 50 non c’erano e che se messi in atto possono creare disturbo. Ma anche la diffusa abitudine di commentare la tv con battute, porta alla cosi detta “sindrome da schermo” infatti lo schermo non viene infastidito da cio’, ma se l’abitudine viene reiterata in classe, può provocare un notevole disturbo evidenziando un’incapacita’ all’ascolto. Tutto ciò è naturalmente riscontrabile anche nel vivere quotidiano in famiglia.

● Sottostimolazione. Annoiati. Allora si inventano qualcosa di più smart e rompono il contratto pedagogico. Anche a casa è presente il problema della noia, quindi sarebbe buono se

facessero dei lavoretti, riordino, lavori domestici in genere, insomma che la sottoccupazione ci fosse il meno possibile.

● Pubertà. Cioè il momento dove DEVI distruggere il bellissimo mondo dell’infanzia, perché un essere imitativo o senziente non è libero. Devo sgretolare (facendo arretrare con una certa antipatia il mondo degli adulti ) tutte le immagini che imitavo che vivrebbero in me ed in manieraquasi magica. Ma allora tutto quello che gli abbiamo dato va perso ? No perché se gli ho dato patate biologiche o carote biologiche, tutte le sostanze che vengono distrutte dalla digestione diventeranno mattoni individualizzati del suo corpo, costruttrici di buona salute, invece, se gli ho dato cibo con pesticidi Monsanto, non sara’ la stessa cosa. Anzi le cose buone creeranno un individuo forte, che temprera’ la sua forza confrontandosi con noi, creandoci problemi disciplinari molto forti. Sarà un periodo di confronto intenso, una bella palestra per lo sviluppo della sua autonomia (l’io si sviluppa nel confronto col tu).

● Esperienze sociali: il gruppo che diventa più importante di ogni cosa, ovviamente anche della lezione del maestro. A tal proposito, a Basilea hanno istituito che la mattina l’epoca non inizia piuù alle 8.10 ma alle 8.20 così che i giovani abbiano il tempo di raccontarsi tutto per poi potersi concentrare sulla lezione.

● Accesso eccessivo alla rete senza saperlo gestire (media).

Allora abbiamo bisogno di vitamine per evitare la malattia, in questo senso è importante la collaborazione tra insegnanti e genitori, dove i genitori devono sempre tener presente che l’insegnante ha da tener conto di individuo e classe ( dove forse è la classe ad avere un'importanza maggiore ) , e che talvolta gli individui nel gruppo mettono in atto comportamenti insospettabili e spesso imprevedibili, sicuramente sconosciuti al genitore che si relaziona con luiindividualmente.Il bambino in classe non è lo stesso bambino che c’è a casa….

Forze positive per fare Prevenzione:

1. Creiamo esperienze pedagogiche significative adatte a loro, dove loro possano collegarsi (i più’ piccoli),esprimersi, riflettere.

2. Portiamo entusiasmo (per il mondo per l’uomo … )3. Organizzazioni , ritmo ordinato e regole chiare , di questo hanno bisogno (Daniele Novara dice

di non parlare così tanto ai bimbi, spesso con discorsi infiniti ed inutili … ma di dar loro regole chiare ed una buona organizzazione delle attività sia a casa che a scuola). Ovviamente se la regola e’ chiara ma non rispettata …. Si arriva ad una conseguenza?

4. Protezione, affidabilità’, coerenza.5. Rivolgersi al positivo con una lode misurata, così il negativo perde di importanza, vive sempre

meno.

Atteggiamenti positivi che gli adulti potrebbero mettere in atto:

1. Attenzione per il bambino. Essere presenti dinnanzi a lui e non con i nostri pensieri ai problemi della giornata o del lavoro (lasciarli nel nostro studio)

2. Interesse cura.3. Collegamento con il bambino.4. Mi meraviglio ? se è unico devo meravigliarmi !5. Fiducia.6. Incoraggiamento.

E abbiamo (nella pedagogia steineriana ) anche delle Superforze .Quali sono le nostre Superforze ?

1. Autoeducazione. Io porto avanti la mia autoeducazione ed essa genera una forza che agisce positivamente sul bambino.

2. Il colloquio pedagogico. Parliamo del bambino, lui non lo sa ma il giorno dopo e’ diverso.3. Meditazioni sul bambino: immaginandolo nella luce, visualizzando le sue belle qualita’, la

mattina e’ diverso.

Nel pianeta ci sono due grandi tendenze pedagogiche:

Educazione PRAGMATICAAnglosassoneDa FuoriVASAIO

Educazione IDEALISTAMitteleuropea

InsideOut Da DentroGIARDINIERE

Creando un ordine esteriore induco un ordineinteriore. Quindi ordine e disciplina. Yes Sir !

Concimo e preparo tutto attorno e poicrescerà bene

Possibile degenerazione:

Tirannia: utilizzo della disciplina come potere.Compressione: la sera vado al bar e spacco tutto perchè non sento vero quello che faccio che è solo un obbligo, una costrizione.

Possibile rischio:

aspetta aspetta la forma tarda a venire o nonviene mai e ribellione alla confusione da parte

del bambino che dice “così non si capiscenulla”.

Ovviamente a metà sta’ il meglio. Ognuna ha pro e contro e messe insieme vanno alla grande.

Si racconta un esempio della quinta classe dove alcuni ragazzini per diventare leader del gruppo usavano, durante le pause, lo strumento abbastanza rudimentale di dare dei pugni ad altri compagni di classe e non…In quel caso si agi’ facendo lezione nel tempo incriminato della pausa e recuperando la pausa durante la successiva ora di lezione, ma giocando a pallavolo col maestro cioè senza la possibilità di organizzarsi liberamente.Dopo un mese circa i ragazzi chiesero di tornare alla normalità, anche se sotto osservazione speciale e il problema non si ripeté più.

E vediamo adesso 4 gradi di aumento di consapevolezzaLavagna 2:

I 4 gradi dell’aumento di consapevolezza ( Autoeducazione)

1. Vedere le nostre azioni in forma di immagine sia negli altri che ci fanno da specchio sia nelle loro conseguenze.(se faccio esempio di incidente : Immagine della macchina distrutta)

2. L’irrevocabile fattualità delle conseguenze libera da ogni rappresentazione soggettiva o di sentimento.( niente più aspetti soggettivi o di sentimento: “eh ma quello mi ha tagliato la strada, il gommista mi ha messo le gomme sbagliate … “ bensì “Ho distrutto la macchina” )

3. La scossa di sentimento dovuta al dolore sentito osservando l’immagine o le ripercussioni dell’azione fatta.( Con questo incidente ho anche fatto cadere una persona e le ho rotto la tibia e ne provo dolore )

4. La decisione della volontà di provvedere ad un pareggio morale , di far meglio in futuro. (mi metto in pista per aiutare la persona ferita e in futuro controllerò le gomme dell’auto).

Rispecchiamento nei provvedimenti disciplinari(nel momento in cui decido di mettere in atto un provvedimento disciplinare )

1. Quanto più è chiara e plausibile la corrispondenza tra il fatto avvenuto ed il provvedimento, tanto meglio è per il bambino. (Hai provocato dei danni in giardino -> metti a posto il giardino, Hai trattato male la vicina -> sii particolarmente gentile con la vicina)

2. Deve essere il fatto stesso a dire cosa deve succedere affinché la bilancia vivente della giustiziavenga equilibrata.( Il fatto stesso, non le emozioni del maestro e le sue frustrazioni)

3. Tanto più si rinuncia a procurare dolore fisico o sofferenza psichica grossolana ( o terrorismo psicologico), tanto meglio si riesce ad essere efficaci tramite forme più delicate. ( sei andato a fare la spesa e ti sei dimenticato il latte perché hai sempre la testa tra le nuvole, ritorni nel negozio e rifai la strada per comprare il latte)

4. Un mezzo per agire in profondità e per destare consapevolezza con forza è quello di suscitare, con delicatezza, un senso di vergogna (mai umiliare), nel tentativo di risvegliare la voglia di divenire migliori.

Nessun bambino vuole essere peggiore e quindi lo aiutiamo nel processo.

Ci sono dei casi più gravi e a tal proposito Steiner dice:Se poi si è verificata una perdita di tempo per il disturbo arrecato all’insegnamento è necessarionon punire ma recuperare il tempo perso e recuperarlo al di fuori dell’orario scolastico e va ripristinato lo status quo come cosa necessaria con molta calma.

E leggiamo un brano tratto dai Collegi della scuola di Stoccarda che dice:

Confondere la disciplina con la repressione significa semplicemente confondere i provvedimentipresi in nome dell’autorevolezza con quelli presi in nome dell’elemento personale. L’origine di una misura disciplinare, per esempio l’espulsione di un allievo della scuola, può essere infatti di natura profondamente differenziata può andare dall'insofferenza soggettiva di un insegnante neiconfronti dell’allievo, all'impossibilità’ oggettiva di mantenere sano l’ambiente per tutti gli altri date le sue effettive incompatibilità, difficoltà di integrazione etc etc solo nel secondo caso il provvedimento risulterà difendibile dal punto di vista morale. (Esempio alcuni ragazzi della scuola di Stoccarda). Nonostante si debba prendere in questo caso seriamente il provvedimento dell'espulsione sollecito vivamente i partecipanti durante l’intero colloquio ad indicare una valida motivazione per tale provvedimento che sia cioè fondata sull’elemento morale e li potremmo espellere solo prendendo come punto di vista il seguente: che in qualche modo durante le lezioni hanno agito in modo tale che l'insegnamento attraverso di loro veniva disturbato e poiché proprio nella dodicesima classe è assolutamente necessario che portiamo gli allievi all’esame di maturità, non possiamo permettere che si continui a disturbare l’insegnamento, il punto di vista deve essere che loro rendono veramente impossibile lo svolgimento delle lezioni, hanno opposto resistenza passiva, si sono fatti beffa degli insegnanti, questo e’ quello che è emerso chiaramente durante il colloquio con la classe, che essi hanno fatto tutto ciò in maniera eccessiva.

Quindi ci sono anche comportamenti che sfasciano l'esperienza pedagogica e se questo avviene oltre un certo limite, dove l'esperienza cessa di esistere, evidentemente qualcosa bisogna fare, sempre tenendo umilmente presenti i nostri limiti di educatori : per esempio il fatto che non siamo riusciti a indurre, a stimolare il miglioramento che avrebbe forse evitata la misuradell’espulsione. Non è infatti una questione di colpa o di colpevoli, ma di essere realisti, di realtàcon la quale confrontarci con onesta’.

E per decidere che medicina prendere, per non andare alla cieca bisogna passare le domande di controllo.

Sono un po’ un riassuntino di quello che abbiamo detto.

Lavagna 3:

Domande di controllo

1. Ho cercato di capire cosa mi vuol dire il suo gesto ?2. Intervengo per il suo bene per correggere unilateralità o imperfezioni che se non corrette

diventerebbero permanenti ? 3. O per rafforzare la sua forza di autocontrollo (volontà) ?4. Immagino che dopo il provvedimento sarà migliore, con migliori propositi per il futuro, o invece

umiliato ? 5. Ho dato degli avvertimenti ?6. Ho cercato un confronto con chi partecipa insieme a me all’educazione (colloqui) ?7. Ho cercato la miglior azione compensativa, riparatrice, adatta al suo caso, facendo tacere le

mie emozioni personali ? 8. L'azione compensativa è di utilità della comunità ? (sarebbe meglio)9. Chi verrebbe coinvolto ha potuto esprimersi ?10. Ho parte alla cosa, ne sono coinvolto o ne resto fuori ?11. È meglio che sia fuori dall’orario scolastico o fuori dal luogo abituale (fattoria, stage, altre

istituzioni) ? ( certe volte nella continuità pedagogica non si riesce a rompere lo schema, allora si cerca un break altrove dove forse qualcosa può scattare )

12. Ho dato TEMPI e MODI precisi ?13. C’è stata lesione delle libertà : di far lezione per i maestri – di aver lezione per gli allievi - di

avere la pedagogia per i genitori che l’hanno scelta e voluta per i loro figli?

Steiner non l’ha permessa.

Per concludere:

L’indifferenza verso gli errori del bambino, il lasciare sempre correre di fronte alle sue esternazioni è un atteggiamento di omissione. Il bambino insiste solo per provocare una reazione per destare l’interesse verso di se’. Vuole trovare il limite e anche se già lo conosce nevuole una conferma e se una risposta viene omessa si evidenzia l'incapacità del maestro di decidere, la paura di assumere delle responsabilita’, il timore di gestire situazioni conflittuali.

Se il bambino riesce a stuzzicare l’adulto ed a mandarlo in bestia, questo provocherà un piacereintenso nello scatenare continuamente questa irascibilità, se invece avviene una reazione equanime non avrà bisogno di stuzzicare.

Se abdichiamo fanno in modo di comandare l'adulto a bacchetta, l’adulto diventa risibile e diventando feroci per il fatto di essere stati privati della giusta correzione e guida.

Se il provvedimento è risibilmente leggero sentono “Ah, l’adulto lo fa per forma, senza partecipazione interiore, lo fa solo per risparmiarsi delle noie, avrebbe fatto meglio a passarci sopra del tutto piuttosto che rendersi ridicolo.”

Niente punizioni solo minacciate: la pressione psichica, il terrorismo psicologico, li mette in condizione di sentirsi in diritto di nascondere le cose per non essere scoperti e di mentire. E quindi scatena comportamenti negativi. Come sistema di controllo va nella direzione sbagliata.

Il biasimo ( non sai fare niente - sei un incapace - sei sempre il solito .. cioè tutte le cose che vanno a minare l’autostima ) porta a essere svogliati, scontrosi, improduttivi porta sentimenti di disistima verso se stessi e per assurdo scatena l’ambizione ( il te lo faccio vedere io ) il desiderio di mettersi in mostra , la volontà di emergere, non basta fare il proprio ma bisogna fare più del necessario.

Il riconoscimento gioioso o la lode realistica, non di adulazione, sviluppa una sincera e umile modestia, desta nel bambino la sua forza attiva, e chi sa essere attivo percepisce conseguentemente dall’ambiente i propri limiti, e diventa umile.

Io non sono migliore di nessun altro, nessun’altro è migliore di me.

Per quanto detto, la punizione piu individualizzata e’, meglio agisce perché fa capire al bambino l’attenzione per la sua individualità e per il suo bisogno.