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Tipologie di disabilità e interventi di assistenza
PIANO DI FORMAZIONE PERSONALE ATA
POLO FORMATIVO AMBITO TERRITORIALE N. 25
Esperto: prof.ssa Marisa Gioiello
Il diritto allo studio
Costituzione della Repubblica italiana:
Art. 3:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sonoeguali davanti alla legge, senza distinzione di
sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinionipolitiche, di condizioni personali e sociali.”
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che,
limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo
della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione
politica, economica e sociale del Paese.
Costituzione italiana
Art. 34
La scuola è aperta a tutti
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
Problemi relazionali
Deficit neurologico
Problemi familiari
Deficit visivoDeficit uditivoDeficit cognitivo
Danni cerebrali
acquisitiNon adeguate opportunità sociali
L’INSIEME DELLE NOSTRE CLASSI…
DIFFICOLTA’Indica una forma non grave di ritardo sul piano dell’apprendimento, che non risponde a criteri clinici. Un riferimento va alle aree dello svantaggio linguistico-culturale dei BES.
DISTURBOCondizione neurobiologica complessa di origine costituzionale in assenza di carenze neurologiche, cognitive, sensoriali e relazionali importanti e primarie e in preenza di normali opportunità scolastiche.Riferimenti legislativi legge n. 170/2010 – «Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico (DSA: dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia); DM n. 5669/2011 e linee guida allegate – «Diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento».
DISABILITA’Condizione conseguente a menomazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensorialiRiferimento legislativo legge n. 104/1992 – «Legge quadro per l’assistenza,l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate».
Termini specifici e non sinomini
Dis - abilitàDalla scomposizione letterale del termine disabilità ci si
rende conto di essere di fronte:
1) ad una situazione di limitazione, nel senso di“mancanza di qualcosa” che viene messo in risaltocon il suffisso “dis”,
2) ma allo stesso tempo “-abile” e cioè capace in … ecapace di …
Entrano in gioco le abilità e le capacità che ogniessere umano possiede, indipendentemente dallasua specificità e particolarità.
Il termine disabilità quindi deve essere utilizzato, rispetto allapersona, per indicare la presenza di una menomazione fisica omentale che limita le attività di vita di quella persona (non negativoma di deviazione dalla norma).
Nel corso degli anni, certo, dei passi in avanti sono stati fatti, a partire dalla trasformazione della parola handicappato, che dava solo l’idea di menomazione e di impedimento, in “diversamente abile” ed attualmente con la dizione “persona con disabilità” che, in un certo senso, potrebbe andare nella direzione di persona capace di dare e trasmettere qualcosa alla società e agli altri.
Disabile come “risorsa”, non più solo come “problema”
Disabile come “opportunità” per aprire i nostri orizzonti
Disabile come “vantaggio” nel cogliere nuove occasioni
Disabile come "aiuto" per ottenere attraverso“l’ascolto” un miglioramento della qualità delle nostrevite.
Disabilità
Il mondo della disabilità ha vissuto profondetrasformazioni in epoca contemporanea e, a partiredagli anni ‘70 del secolo scorso, ha preso corpoun'azione di rinnovamento dei servizi e degli interventi afavore della persona con disabilità.
Il cosiddetto processo d'inserimento dei portatori dihandicap, oggetto delle politiche sociali di quegli anni èandato via via affinandosi, sino a diventare un processod'integrazione.
L'inclusione sociale è la situazione in cui, in riferimento a una serie di aspetti che permettono agli individui di vivere secondo i propri valori, le proprie scelte, è possibile migliorare le proprie condizioni e rendere le differenze tra le persone e i gruppi socialmente accettabili.
L'integrazione sociale è, invece, qualcosa di più profondo, come l'inserimento delle diverse
identità in un unico contesto all’interno del quale non sia presente alcuna discriminazione. L’integrazione è intesa come il processo attraverso il quale il sistema
acquista e soprattutto conserva un’unità strutturale e funzionale, mantenendo un equilibrio attraverso
processi di cooperazione sociale e di coordinamento tra i ruoli e le istituzioni.
E nella scuola?
INTEGRAZIONE
Fare spazio al «diverso» all’interno del contesto scolastico.
Paradigma ASSIMILAZIONISTA:
adattamento della diversità a un’organizzazione scolastica strutturata fondamentalmente in funzione dei cd. «normodotati».
Il successo è misurato dal grado di normalizzazione.
Identifica uno stato, una condizione.
INCLUSIONE
E’ ciò che avviene quando «ognuno sente di essere apprezzato e che la sua partecipazione è gradita».
«Affermare» le differenze; metterle al centro dell’azione educativa.
Rappresenta un processo, la capacità di fornire una cornice dentro cui gli alunni – a prescindere da abilità, genere, linguaggio, origine etnica e
culturale – possono essere ugualmente valorizzati con le dovute opportunità.
Alunni con bisogni educativi speciali
Quando l’individuo presenta problemi di
funzionamento rispetto ad una o più polarità del
modello si parla di
persona con Bisogni Educativi Speciali
“Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare
Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per
motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano
adeguata e personalizzata risposta.”
D. M. 27 dicembre 2012
Il concetto di BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE (BES) descrive unaMACROCATEGORIA che comprende tutte le possibili difficoltà educative eapprenditive degli alunni. Tra queste, le situazioni di disabilità certificatasecondo la legge n. 104/92, quelle legate a difficoltà che si presentano in casodi DSA, di disturbo da deficit di attenzione/iperattività e in altre condizioni diproblematicità psicologica, comportamentale, relazionale e apprenditiva diorigine socioculturale e linguistica, così come in tutti i casi in cui è ancora incorso la procedura diagnostica, ma il bisogno educativo è già emerso nellaquotidianità scolastica.
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (D. M. 27 dicembre 2012)
DISABILITA’(L. 104/92)
DISTURBIBES EVOLUTIVI
SPECIFICI
SVANTAGGIO
“Per motivi fisici, biologici, fisiologici, psicologici, sociali …”(Dir. Min. 27/12/2012, Cir. Min. n. 8 del 6/3/2013)
-DEFICIT:-sensoriale -motorio-psicofisico -Autismo
PdP
-DSA (l. 170/2010)-Deficit del linguaggio-Deficit delle abilità non verbali-Deficit della coordinazione motoria- Disprassia-Deficit dell’attenzione e dell’iperattività (A.D.H.D. di tipo lieve)-Disturbo dello spettro autistico lieve-Funzionamento intellettivo limite -DOP ( Oppositivo -provocatorio)
PEI
-socioeconomico-linguistico (stranieri non alfabetizzati)-culturale-Disagio comportamentale/relazionale-altre difficoltà (malattie, traumi, dipendenze
Riguardano specifiche
abilità
La progettazione condivisa
La Progettazione Condivisa si organizza su momenti e strumenti di programmazione già previsti e consolidati
PTOF - Il Piano dell’Offerta Formativa
descrive gli interventi e i servizi che la scuola organizza per migliorare l’integrazione e per offrire a tutti le stesse opportunità.
PDF - Il Profilo Dinamico Funzionale è il
documento che descrive la situa-zione di partenza e prevede le possi-bili evoluzioni fornendo una traccia per le progettazioni annuali.
A livello di Istituto: Per il singolo alunno:
PEI - Il Piano Educativo Individualizzato
descrive annualmente gli interventi educativi e didattici destinati all’alunno, definendo obiettivi, metodi e criteri di valutazione.
Progetto di Vita - E' un modo condiviso
di pianificare gli interventi per favorire unfuturo adulto con la migliore qualità di vita
possibile. Rientrano l'orientamento alla finedel primo ciclo e le prime esperienze diinserimento lavorativo o occupazionaleprotetto nella scuola superiore.
PDP - Il Piano Didattico Personalizzato
definisce tutti i supporti e le strategiedidattiche che possono portare allarealizzazione del successo scolastico deglialunni non certificati.
PAI - Il Piano Annuale d’Inclusività
disegna, a partire dai punti di forza edalle criticità, un’ipotesi globale diutilizzo funzionale delle risorsespecifiche, istituzionali e non, perincrementare il livello di inclusivitàgenerale della scuola nell’annoscolastico successivo.
Legge Quadro 104/92
Gli alunni con certificazione di disabilità hanno diritto:
Ad un docente di sostegno, contitolaresupporto all'inclusione scolastica, dellaresponsabili tutti i docenti della classe;
della classe, diquale sono
Ad un Piano Educativo Individualizzato (PEI) redatto dal
Gruppo di Lavoro per l'Handicap Operativo, del qualefanno parte la famiglia, il Neuropsichiatra infantile diriferimento, l'insegnante di sostegno, gli insegnanti diclasse, ed eventuali operatori socio-assistenziali;
A livello di Istituto, deve essere presente un Gruppo di Lavoro (GLI) per l'inclusione per ottimizzare la progettazione inclusiva della scuola.
Chi lavora per l’inclusione…
Scuola• Dirigente scolastico
• Eventuale docente referente
• Insegnanti di classe
• Insegnante di sostegno
• Collaboratori scolastici
ASL ed Enti Locali
• Servizi psico-socio-sanitari:
• Psicologo
• Neuropsichiatra Infantile
• Assistente Sociale…
• Operatore di Assistenza
• Addetto alla comunicazione
• Terapisti di riabilitazione:
• Logopedista
• Fisioterapista
Territorio• Servizi culturali, ricreativi, sportivi
• Volontariato
Famiglia
Alunno
con
disabilità
Servizi psico-socio-sanitari
Svolgono un ruolo di supporto e consulenza e sono corresponsabili, assieme alla scuola, delle attività di progettazione educativa.
L’equipe operativa può essere composta, secondo le necessità e l’organizzazione dei servizi, da:- specialista in neuropsichiatria infantile,- psicologo esperto in età evolutiva,- medico specialista nella patologia segnalata,- terapista della riabilitazione,- operatori sociali.
Le modalità di collaborazione tra scuole e servizi sono definiti, a livello locale, dagli Accordi di Programmaossia da una sottoscrizione ufficiale di reciproci impegni stipulata nell’ambito di una provincia o, in certi casi, di una ASL.
La partecipazione attiva dei Servizi è indispensabile in tutti i momenti di progettazione e di verifica del piano educativo: essi non rivestono solo il ruolo di consulenti o esperti ma assumono, congiuntamente alla scuola, tutte le più importanti decisioni.
Le figure professionali coinvolte: ASL ed Enti Locali
Alunno
con
disabilità
ASL ed Enti
Locali
• Servizi psico-socio-
sanitaria
• Operatore di Assi-
stenza
• Addetto alla comuni-
cazione
• Terapisti di riabilita-
zione
Operatore di assistenza e Addetto alla Comunicazione
Sono figure professionali, nominate dagli Eni Locali, che sono presenti a scuola, a supporto dell’alunno con disabi-lità, per consentirgli di frequentare le lezioni in modo ade-guato.
La figura di Operatore di Assistenza è riferita preva-lentemente agli alunni con disabilità di tipo fisico e conse-guenti problemi di autonomia, l’Addetto alla Comunica-zione si occupa degli alunni con disabilità sensoriale. L’organizzazione di questi servizi può però essere anche molto diversa nelle varie regioni d’Italia.
Il loro ruolo è nettamente distinto da quello dell’in-segnante di sostegno. In particolare:
non hanno, strettamente parlando, il compito di insegnare bensì quello di consentire all’alunno di fruire dell’insegnamento impartito dai docenti. In realtà, fortuna-tamente, la situazione è spesso assai diversa e queste persone offrono alla scuola un contributo educativo di qualità che va ben oltre la mera assistenza.
seguono solo lo specifico alunno e non hanno nes-suna competenza sul resto della classe (in certe regioni si chiamano anche assistenti ad personam).
Il compito dell’Operatore di Assistenza è chiamato anche di Assistenza Specialistica per distinguerlo dall’Assi-stenza di Base affidata ai collaboratori scolastici.
Le figure professionali coinvolte: ASL ed Enti Locali
Alunno
con
disabilità
ASL ed Enti
Locali
• Servizi psico-socio-
sanitaria
• Operatore di Assi-
stenza
• Addetto alla comuni-
cazione
• Terapisti di riabilita-
zione
Terapisti di riabilitazione
È frequente che gli alunni con disabilità, soprattutto i più piccoli, frequentino al pomeriggio delle attività specifiche di riabilitazione in centri specializzati: fisiatria, logopedia, ortottica, terapia occupazionale o altro.
Sono attività che hanno spesso dei collegamenti molto stretti con quelle svolte a scuola la mattina, anche se rispondenti a finalità diverse.
L’ideale sarebbe che il terapista facesse parte dell’equipe operativa che partecipa agli incontri di progettazione. Se questo non fosse possibile sarà necessario prevedere comunque dei momenti di incontro per condividere le informazioni e coordinare gli interventi.
Le figure professionali coinvolte: ASL ed Enti Locali
ASL ed Enti
Locali
• Servizi psico-socio-
sanitaria
• Operatore di Assi-
stenza
• Addetto alla comuni-
cazione
• Terapisti di riabilita-
zione
Alunno
con
disabilità
La scuola
La scuola è interamente coinvoltanel processo di integrazione.
Possiamo dire che tutti coloro che lavorano a scuola hanno competenze e responsabilità, di vario tipo ma comunque dirette nei confronti degli alunni con disabilità.
Alunno
con
disabilità
Scuola• Dirigente scolastico
• Eventuale docente
referente
• Insegnanti di classe
• Insegnante di sostegno
• Collaboratori scolastici
La scuola rappresenta un sistema «interdipendente»La scuola rappresenta un sistema «interdipendente»
Il Dirigente Scolastico
È responsabile dell’organizzazione dell’integrazione degli alunni con disabilità e della
vigilanza sull’attuazione di quanto deciso nel Piano Educativo Individualizzato.
L’organizzazione comprende l’assegnazione degli alunni con disabilità alle varie classi,
la definizione degli orari, la pianificazione degli incontri di progettazione, la gestione
di tutta la documentazione formale e, in generale, il coordinamento delle varie attività
che richiedono la collaborazione di più soggetti.
Il Dirigente Scolastico ha inoltre il compito di promuovere e incentivare attività diffuse
di aggiornamento e di formazione, di valorizzare progetti che attivino strategie
orientate a potenziare il processo di inclusione, di presiedere il GLI d’istituto, di
indirizzare in senso inclusivo l’operato dei singoli Consigli di classe/interclasse, di
coinvolgere attivamente le famiglie, di curare il raccordo con le diverse realtà
territoriali, di attivare specifiche azioni di orientamento per assicurare
continuità nella presa in carico del soggetto, di intraprendere le iniziative necessarie
per individuare e rimuovere eventuali barriere architettoniche.
La scuola come “sistema interdipendente”
Il docente specializzato per il sostegno
L’insegnante per le attività di sostegno è un insegnante specializzato
assegnato alla classe dell’alunno con disabilità per favorirne il
processo di inclusione. Non è pertanto l’insegnante dell’alunno con
disabilità ma una risorsa professionale assegnata alla classe per
rispondere alle maggiori necessità educative che la sua presenza
comporta. Le modalità di impiego di questa importante (ma
certamente non unica) risorsa per l’inclusione, vengono condivise
tra tutti i soggetti coinvolti (scuola, servizi, famiglia) e definite nel
Piano Educativo Individualizzato.
Il docente specializzato e i docenti
curricolari
Ogni insegnante ha piena responsabilità didattica ed educativa versotutti gli alunni delle sue classi, compresi quindi quelli con disabilità.
Gli insegnanti curricolari contribuiscono, accanto al docente specializzato, alla programmazione e al conseguimento degli obiettivi didattici e/o educativi.
L’alunno con disabilità segue dei percorsi di apprendimento personalizzati e/o individualizzati: i compiti del docente di curricolare e di sostegno vanno definiti nel quadro del Piano Educativo Individualizzato.
La precisa formulazione degli obiettivi da parte di ciascun insegnante garantisce la chiara definizione delle attività anche per l’alunno con disabilità anche nei confronti della famiglia e degli altri soggetti coinvolti in eventuali forme di supporto logistico/organizzativo.
Collaboratore scolastico:
partecipa al processo di integrazioneprestando ausilio materiale
scolastica,
agli alunni disabili nell'accesso dalle aree esterne allestrutture scolastiche,
all'interno e nell'uscita da esse, nonché nell'uso dei
servizi igienici e nella
cura dell'igiene personale;
se previsto, partecipa agli incontri per la stesura e la
verifica del PEI.
Il collaboratore scolastico
Ai collaboratori scolastici è affidata la cosiddetta
base" degli alunni con disabilità.
"assistenza di
Per assistenza di base si intende l'ausilio materiale agli alunni con
disabilità all’interno della scuola, nell'accesso dalle aree esterne
alle strutture scolastiche e nell'uscita da esse.
In una scuola inclusiva l’assistenza di base è parte fondamentale
del processo di integrazione scolastica e attività interconnessa
con quella educativa e didattica.
Il collaboratore scolastico partecipa al progetto educativo e
collabora con gli insegnanti e la famiglia per favorire
l’integrazione scolastica (CM 3390/2001).
Collaboratore scolastico
I compiti dei collaboratori scolastici sono
definiti nella tabella A allegata al contratto: Area A:
… Presta ausilio materiale agli alunni
con diversa abilità nell'accesso dalle
aree esterne alle strutture scolastiche,
all’interno e nell'uscita da esse…
Un po’ di storia…
Fino al 1999 l’assistenza di base era affidata ai dipendenti deiComuni e delle Province (i «bidelli»).
Con la L. n. 124 del 3 maggio 1999, questo personale ètransitato nei ruoli dello Stato, acquisendo la denominazione dicollaboratori scolastici, ma mantenendo le funzioni previste dailoro Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL), ivi compresaquesta forma di assistenza.
Collaboratore scolastico
Nota MIUR 30.11.2001 Prot. 3390
Vengono distinti tre livelli di assistenza agli disabilità:
alunni con
1. livello didattico, relativo agli insegnanti specializzati per le attività di sostegno;
2. livello educativo, riservato agli assistenti perl’autonomia e la comunicazione (art. 13, c. 3 L.104/92;
3. livello materiale e igienico, svolto dai collaboratori scolastici in forza dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (v. CCNL 2007).
Collaboratore scolastico
In sede di rinnovo del CCNL del 24 luglio 2003:
◦ Il Ministero ha introdotto, d’accordo con le OO.SS., gli
articoli 46 e 47 e la Tabella A allegata, nei quali
veniva ridefinito il profilo professionale dei
collaboratori scolastici, distinguendo tra attività di
assistenza materiale, consistente nell’accompagnamento
degli alunni con disabilità da fuori a dentro la scuola e
nei locali della scuola, e attività di cura dell’igiene
personale e di accompagnamento ai servizi igienici.
Collaboratore scolastico
Distinte due tipologie di mansioni: assistenza materiale e cura
dell’igiene personale e accompagnamento ai servizi igienici
◦ La prima tipologia è quella di tutti i collaboratori e rientra nel
loro ordinario mansionario, deve e può essere svolto da
qualsiasi collaboratore scolastico.
La seconda tipologia richiedeva un corso di formazione e dava
accesso ad un incremento della retribuzione, con effetto anche
ai fini previdenziali, a seguito di incarico specifico da parte
del Dirigente scolastico.
◦
La Corte di Cassazione, sez. VI Penale, con sentenza n° 22786/16depositata il 30 maggio 2016 ha confermato una condannapenale per “rifiuto d'atti d'ufficio” e il risarcimento del danno adelle Collaboratrici scolastiche che si erano rifiutate di prestareassistenza igienica nel cambio del pannolino ad una bimba condisabilità complessa.La Cassazione, rigettando il ricorso delle collaboratricicondannate in appello, ha argomentato sulla base dell’art. 47del CCNL, secondo il quale rientra tra le mansioni ordinarie deicollaboratori scolasti «anche l’assistenza materiale nell’uso deiservizi igienici e nella cura dell’igiene personale degli alunni condisabilità».
Fortunatamente per le Collaboratrici, la condanna penale inflittadalla Corte d’appello si era prescritta (la vicenda si era verificatanel 2009); però la Cassazione, in forza del Codice di procedurapenale, ha tenuto conto della condanna civile ai fini delrisarcimento dei danni, in quanto i genitori della bimba avevanodimostrato nel corso dei due gradi di giudizio che alla bimba si eraprodotta una escoriazione a causa della mancata assistenzaigienica consistente nel mancato cambio del pannolino.
Il recente Decreto Inclusione n. 66/2017 prevede per il personale ATA compiti di assistenza di base igienico personale agli alunni disabili
Il D. Lgs n. 66/17 è ora intervenuto sulla questionedell’assistenza materiale nell’art. 3, prevedendo disposizioniunivoche in merito.Nello specifico, i collaboratori saranno assegnati anche per losvolgimento dei compiti di assistenza previsti dal profiloprofessionale, tenendo conto del genere degli alunni.Il collaboratore scolastico, dunque, si dovrà occuparedell’assistenza di base igienico-personale degli alunni disabili eper questo dovrà partecipare a dei corsi di formazionegenerale previsti dal piano nazionale.Tale funzione, già di fatto ricoperta dai collaboratori in diversescuole, si aggiunge a quelle già previste, divenendoobbligatoria e non più facoltativa.