Tecnica Pratica 1964_09

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  • 8/3/2019 Tecnica Pratica 1964_09

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    E S P E R I E N Z E 0 1 R A D I O . E l E T T R O N I C AANNO III - IN. 9 L 200SETTEMBRE 1964

    T V - F O T O G R A F I A C O S T R U Z I O N I

    Spod. Abb. Po,'. Gruppo III

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    A F R [E 1 1 A 1 E V iad diJwwVUQ!II prezzo della rivistapotrebbeaumentare, rna nonaurnentera per coloreche sottoscriverannooggi I'abbonamento.Anche se il nostroproposito e di mantenerefermo il prezzo, nonpossiamo, per il 1964,dare tale assicurazione.Se i costi della cartae della stampacontinueranno a satire,Tecnica Praticasara costretta a ritoccareiI prezzo d i copertina.Percib affrettatevi,abbonandovi su bito,non correretequesto r isch io.

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    E G Ao

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    e e m c a

    =-''':''- ANNO III - N. 9S E T T E M B R E 1 9 6 4

    Tutti i diritti di proprieta letleraria ed artisti-ca riservati . I manoscritti, idisegni e Ie fotografie, anche se non pubbllcatl, non vengono restituiti .Le opinioni espresse in via diretta 0 indiretta dagli autori e collaborator;non impllcano responsabilita da parte del perlodico.

    SommarioFotografare div.Mta sempre piir RAPID pag. 646

    648654

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    " 686688695

    700705713715

    I secondi passl nel mondo della radio

    Come costruire porte e finestre can i profilati di ferro.Ch. cos'lt un transistor?Norme sulla Installazione di antenne riceventl per HFTV

    Coso succed. quando sl preme iI botton aTrasmetti. tor. PARVULU5Uno Icrigno dif o dall'elettricita

    Radiocomando pratico, leggero, IranlislorinatoMicro-Masler . capacimelro a Iransislori,Perfezlonale it voslro impianlo elellrlco

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    Massimo Ccsolerc

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    Agli appassionatidi fotografia

    proponiamo un nuovotipo di babinuche semplificaal massimoIe operazionidi caricamento.

    F o t o g r a f a r eE

    ' passato appena poco piu di un anna dallancio mondiale del sistema illstanzftticdella Kodak, che gia le piu grandi indu-strie fotografiche europee hanno realizzatoin risposta un sistema analogo: il RAPID.Questo dimostra che Yinstamatic (di cui ab-biamo parlato nel nostro fascicolo di mag-gio del 1963) ha incontrato il pieno favore del

    pubbJico. I criteri che hanno spinto le piu notecase europee alia realizzazione del RAPID sonogli stessi che un anna fa ispirarono la Kodak:. semplificare al massimo le operazioni di cari-camento della bobina nell'apparecchio fotografico.

    Con una semplice operazione iI caricaroreRAPID viene introdotto nella fotocamera, sichiude il coperchio e tutto e fatto : la pellicolasi aggancia autornaticamente e si puo imrne.diatamente fotografare. Alia fine del caricatorenon occorre riavvolgere la pellicola. La semplicita del caricatore la potete osservare nellefotografis che pubblichiamo. .Un altro grosso vantaggio del sistema RA-PID consiste proprio nel fatto che esso vieneadottato con temporaneamente dalle maggioriindustrie fotografiche europee, e a quanto sidice da alcune note fabbriche giapponesi,Pert an to l'acquirente avra la massirna li-berra di scelta e non sara costretto ad ac-quistare come avveniva per Yinstamatic solo

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    ISO-RAPID I

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    d i v e n t a s e m p r e p i nmacchine e pellicole Kodak. C'e di piu, ilcari-catore RAPID lisa pellicola da 35 rnrn ormaila piu diffusa ed afferrnata. La lunghezza delfilm e identica per tutti i tipi e Ie marche: cionon comporta quindi alcuna modifica nelle at-trezzature dei laboratori di sviluppo e stampa.Perche il sistema RAPID acquisti pronta

    diffusione molte delle industrie partecipantial suo lancio si sono impegnate ad apportareIe modi fiche necessarie ed alcuni modelli di101'0 apparecchi economici, in modo che in essipossa esservi introdotto il caricatore RAPID.Oltre all'automatismo dell'inserirnento della

    pellicola va detto che il carica tore RAPID edotato di un dispositivo a regolazione auto-rnatica della cellula secondo la sensibilita dellapellicola, da 15 a 27 DIN (per apparecchi conregolazione automatic a dell'esposizione).Lo scorrimento della pellicola nelle fotoca-

    mere RAPID avviene nel modo tradizionale equindi la nitidezza dei negativi e sempre buona.Gia la Ferrania ha "creato l'apparecchio lin-

    ce-Rapid e I'Agfa I' Isorapid , Si tratta diapparecchi robusti, semplici ed economici.Data la semplicita del sistema RAPID non

    c'e molto altro da dire ai nostri amici appas-sionati di Iotografia. Ci proponiamo soltanto diprovare al piu presto a fotografare con questoI1UOVO procedimento e a pubblicare sulle nostrepagine i risultati degli esperimenti. 27

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    I S E C O N D I P A S S IN E L M O N D O D E L L A R A D I OT utti gli arrivat i della radio hanna co-rninciato a rnuovere i loro prirni passi,nel mondo dei fili, delle resistenze e deicondensatori, press'a poco allo stesso modo:con l'aiuto di un manuale, di una rivista spe-cializzata a di un amico hanno costruito illora pili semplice ed economico ricevitoreradio, quello che non consuma una lira dienergia, il ricevitore a cristallo. Hanno fattoCOS! i radiotecnici professionisti, i radioama-tori ed abbiamo fatto COS! anche noi stessi.Ai tempi eroici della radio, alla fine della

    seconda guerra mondiale, il ricevitore a cri-stallo di galena godette di larghi favori fra Ienumerose schierc dei neofiti della radio. Oggi,quel ricevitore, pur avendo risentito ibeneficiderivanti dalla tecnica moderna, rappresentaancora una tappa d'obbligo importantissimanella didattica della radiotecnica: chi comin-cia con la radio, costruisce prima di tutto ilricevitore a cristallo, pili precisamente il rice-648

    vitore con diodo al germanic. E' questa labase di lancio che perrnettera ad ognuno diraggiungere un giorno Ie mete piu arnbite del-l'elettronica.Pili volte su Tecnica Pratica abbiamo dedi-

    cato alcune pagine alla descrizione del ricevi-tore con diodo al germanio, intendendo cosidare una mana a coloro che si sono sentitinaturalmente attratti a questa appassionantebranca della tecnica moderna. Ma e giuntoora il momenta di riaprire un dialogo cosifelicemente iniziato con alcune .migliaia dinostri lettori, per porgere lora, per la secondavolta, la nostra mana di insegnanti, ritornandosu quel famoso ricevitore per trasformarloin altro maggiormente potenziato e caratteriz-zato da un migliore ascolto. In altre parole, inqueste pagine vogliamo tendere nuovamentela mana ai neofiti della radio per insegnareloro a muovere i... secondi passi sulla viarneravigliosa della radiotecnica.

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    Basta aggiungere un transistoreII problema di potenziare un ricevitore con

    diodo al germanic e alquanto semplice; basta,infatti, aggiungere al circui to del ricevitorea cristallo u.n transistore. In fig. 1 e rapprc-sentato 10 schema elettrico piu c1assico delricevitore a cristallo. Nella didattica dellaradiotecnica se ne possono incontrare altri an-cora, rna il circuito fondamentale rirnane sern-pre quello da noi presentato; aJcune partico-larita, pill 0 meno vantaggiose, possono essereintrodotte nel circuito del ricevitore a cristallo,rna le diverse realizzazioni ottenute non si di-scostano di molto da quella fondamentale.Puo capitare, ad esernpio, che la bobina L1risulti costruita con un certo numero di preseinterrnedie, delle quali si sceglie, sperirnental-mente, quella che offre il risultato migJiore. Matralaseiamo Ie eventuali particolarita che diffe-renziano, piu formalmente che sostanzialrnen-te, urn tipo di ricevitore a cristajlo da un altroe ricordiarno, sia pure brevemente, iI principiodi funzionamento del ricevitore a cristallorappresentato in fig. 1.Principio di funzionamentoLa bobina di sintonia Ll ed il condensatore

    variabile Cl costituiseono il cosiddetto circuitodi sintorna del ricevitore. I segnali radio cr'provengono dall'antenna vengono selezionatiin questa circuito a seconda della posizioncdelle lam inc mobili delcondensatore varia-bile Cl. In altre parole, azionando il perno delcondensatore variabile Cl , si ha la possibilitadi scegliere il segnale radio ehe si desideraricevere. In pratica, pen'), i segnali radio chesuperano contemporaneamente il circuito disintonia del ricevitore e che si trasformanoin voci e suoni possono essere phi d'uno, inquanto la selettivita, cioe l'attitudine di uncircuito a separare i divcrsi segnali, ncl rice-vitore di fig. 1 e alquanto scarsa,In ogni caso, il segnale selezionato viene

    rivelato dal diodo al germanio che, in pratica,si lascia attraversare sol tanto da una partedelle semi-onde del segnale di alta frequenzain arrivo, quelle negative 0 quelle positive;in altre parole si puo dire ehe il diodo algermanio elimina una scmionda del segnale dialta frequenza. Se il segnale di alta frequenzanon venisse rivelato, sarebbe impossibile 01-tenere l'ascolto. L'eliminazione di una semi-onda, da parte de} diodo al gerrnanio, si verifi-ca in virtu della caratteristica di sernicondut-tivita del diodo stesso, ilquale si las cia attra-versare dalla corrente elettrica in un sol sen so.Esso oppone una resistenza eleva tis sima - allacorrente che tende a circolare in un senso,mentre oppone una bassa resistenza alia corrente che fluisee in senso contrario. II segnale

    \1-

    ANl

    D G

    CUFFI~

    L1 Fig. - 1 Schema elel-trico del piu classico dei ricevitori acristallo.E R R A

    Componenti di fig. 1C1 500 pF (condensatore variabile)C2 2.000 pF (condensatore ceramico)L1 bobina di sintonia (vedi testo)DG diodo al germanio OA70cuffio 500-2.000 ohm

    ' rERRA

    Fig. 2 - Schema elettricodel rkevitore 0 cristollopotenzi.oto con I'oggiuntodi un tronsistore.

    Componenti di fig.' 2C1 500 pF (condensotore voriobile)DG diodo al germanio OA70L1 bobina di sintonia (vedi testo)TRl t!ransistore :p,np tipo 2Gl09cuffio 500-2.000 ohmpilo 4,5 V51 interruttore a leva

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    radio, che attraversa il diodo al germanio,.attraversa pure la cuffia, la quale provvede atrasformare la corrente elettrica in suono. Alcondensatore C2, collegato in parallelo aliacuffia, spetta il compito di eliminare l'altafrequenza residua che attraversa il diodo algermanio assieme ad una parte delle semi-onde delsegnaie, scaricandola a massa.Ail'occhio del profane potrebbe sembrarstrano non vedere inserita nel circuito difig. 1 alcuna pita di alimentazione, oppure unqualunque collegamento con la rete-luce. Mae proprio cost; il ricevitore a cristallo, nonpossedendo alcun elemento amplificatore, nonrichiede alcuna forma di energia di alimenta-zione.Se la rivelazione dei segnali radio avvenissemediante una valvola, allora Ie cose andreb-bero diversamente; sarebbe necessario, in talcaso, accendere il filamento della valvola stes-sa ricorrendo all'impiego di una pila oppureassorbendo energia dalla rete-luce.Qualunque sia il tipo di circuito del ricevi-tore a cristallo, il rendirnento rimane inti-mamente legato all'efficienza dell'antenna e aliaqualita della presa di terra, poiche solo da

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    T E R R A

    esse dipende ilvalore di intensita del segnalerivelato,L'importanza dell'antenna e della presa terradiventa minore quando si tratti di apparatiriceventi a valvole 0 a transistori, perche inquesti ultimi vi sono elementi atti ad arnpli-ficare i segnali radio, anche quelli di deboleintensita,Stadio ampliflcatore B.F.In fig. 2 e rappresentato 10 schema elettricodi un ricevitore con rivelazione a cristaJ.lo,potenziato nella stadio di bassa frequenzamediante I'aggiunta di un transistore di tipopnp. Si tratta delle stesso ricevitore rappre-sentato in fig. 1 in cui fra I'uscita de] diodo algermanio e il trasduttore acustico (cuffia) estatu inserito il transistore TRI.I segnali radio rivelati, cioe di bassa Ere-quenza, uscenti dal diodo DG, vengono appli-cati alia base (b) del transistore TRI ed esco-no amplificati dal suo collettore (c). II pro-

    cesso di amplificazione dei segnali radio avvie-ne internamente al transistore TRI. In questaricevitore la cuffia viene attraversata da unacorrente di bassa frequenza di valore superiore

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    CUFFIA

    a quella ottenuta nel ricevitore a cristallo rap-presentato in fig. L Avviene COSI che Ie vocie i suoni riprodotti dalla cuffia del ricevitorerappresentato in fig. 2 risultino di intensitamaggiore.A differenza di quanto avviene nel ricevitoredi fig. I, nel circuito di fig. 2 rlsulta inseritauna pila ed un interruttore (S1). La pila ha ilcompito di alimentare il transistore TRI,mentre I'interrtrttore SI perrnette di staccarela pila stessa quando il ricevitore non vieneusato.La potenza acquisita dal ricevitore a cri-stallo, con l'aggiunta della variante rappresen-tata in fig. I, puo essere tale da sconsigliarel'uso del collegamento di terra, collegando aJricevitore la sola antenna.Chi volesse evitare l'impiego dell'antennapotra utilmente connettere alia relativa boc-cola di antenna un collegamento di terra dibuona qualita, Anche il tappo-luce si rivelaoltremodo utile in questa tipo di ricevitoreradio; come e nato, il tappo-luce consiste inun condensatore del valore di 10.000pF inter-posto fra la presa d'antenna del ricevitore eduno dei fori di una norma Ie presa di corrente.

    T . A .Fig. 4 - Schema praticodel ricevitore a cristollopotenziato con "oggiuntodi un translstore e dotatodi circuito tro.,Dola.

    11condensatore ha 10 scopo di evitare che ilricevitore venga a trovarsi sotto tensione,creando cost un pericolo per l'ascoltatore che,inavvertltamente, potrebbe stabilire un corto-circuito toccando uno dei conduttori del rice-vitore. In verita, il condensatore da 10.000pFche compone iI tappo-luce non elimina com-pletamente la cortocircuitazione della correnteassorbita dalla rete-luce. rna esso limita l'in-rensita di corrente a valori minirni, tali da norprovocare alcun danno all'organismo umano.Utilita dell'antennaL'uso delI'antenna e del collegamento diterra, come abbiarno detto, sono di seconda-ria importanza per quei ricevitori che sonodotati di uno stadio amplificatore. Non sernpre,tuttavia, l'esistenza di uno 0 piu stadi ampli-ficatori possono considerarsi un motive suffi-ciente alla eliminazione totale del circuitoantenna-terra. E' evidente che per la ricezio-ne di emittenti molto deboli 0 troppo lon-

    tane, i cui segnali arrivano debolmente al cir-cuito di sintonia del ricevitore, l'uso simulta-neo dell'antenna e del collegamento di terra sirendono necessari, anche quando J'aggiunt3651

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    Fig. 5 - Le due bobine del ricevitore potenziatodescritto nel testo sono identiche. Esse si ot.te.n-gooo avvolgendo 90 spire compatte di filo di ramesmal,tato del diametro di 0,2 mm su cilind'rettodi materiale isol'ante.

    dcllo stadio ampliricatore detcimina Ull ~Lll~l-bile miglioramento nel volume sonora. L'Inu-tilita dell'antenna viene risentita quando Ieemittenti ricevute si trovano a breve distanzae quando esse sono piu eli una. In quest'ulti-mo caso pub verificarsi il fenomeno di inter-ferenza tra Ie ernittenti stesse ed il caso piuIrequente si ha quando due emittenti locali lavorano su due frequenze mol to vicine.Come si sa, l'interferenza e quel fenomeno percui i segnali radio, di frequenza pressocheidentica, vengono ricevuti ed ascoltati con tern-poraneamente,Come si eliminano Ie interferenzeIIsistema migliore per eliminare i fenomenidi interferenza, consiste nell'aggiungere al ri-cevitore un circuito trappola, come quello in-dicato in fig. 3. Ouesto circuito e composto dauna bobina di sintonia (L2) e da un conden-satore variabile (C2). II funzionamento delcircuito trappola e perfettamente identico aquello del circuito di sintonia primario (LI-C1), il quale provvede, in questo caso, ad una

    ulteriore selezione dei scgnali radio. In altreparole si puo dire che il circuito trappola irn-pedisce ad uno dei segnaii radio di frequenzaquasi identica a quella del segnale che si vuolricevere di raggiungere il circuito di sintoniaprimario, intrappolandolo in se stesso. Le ope-razioni di sintonia dci segnaLi radio rimangonoaffidate sempre al condensatore variabile C I,mentre la regolazione manuale di C2 permettceli far scompar irc l'ernit tente che inrcrferisce.ReaHzzazione praticaIn fig. 4 e rappresentata la real'izzazione pra-tica del ricevitorc a cristallo equipaggiato constadio arnplificatore di bassa frequenza e concircuito trappola. La realizzazione risulta assai

    0.,)2

    semplice non presentando alcun elemento err-tieo. La sola prova, che e sempre consigliabiledi eff'ettuare, consiste nell'invertire i coli ega-menti del diodo al germanic DG, allo scopo dideterminare sperimentalmente il miglior ren-dirnento del ricevitore. II diodo al germanioDG verra defiinitivamente connesso al circuitosecondo quel verso in cui la ricezione risultapiu potente.Ricordiarno che in fase di realizzazione pra-tiea del ricevitore occorrera tener ben pre-sente la tecnica di saldatura Dei terminali delt ransistore TRI, chc richiedono saldature ra-pide eEfettuate con saldatore dotato di puntaben calda.Qualunque transistore arnplificatore di bassafrequenza, di tipo pnp, puo essere inserito nelcircuito. Utilizzando il transistorc 2GI09', cianoiconsigliato, ci si dovra ricordareche ilconduttore di emittore (e) si trova da quellaparte in cui sull'involucro del transistore stes-so e ricavata una piccola tacca di guida; ilterminale di base (b) si trova in posizionecentrale, mentre all'estremita opposta risultaconnesso il terrninale di collet tore (c).L'intero circuito del ricevitore risulta mon-tato su una cassettina di legno, funzionanteda telaio. E' sempre consigliabile evitarc l'irn-piego di telai e rnobiletti eli metallo, che fun-gerebbero da scherrni elettromagnetici per Ieonde radio in arrivo, diminuendo di molto lasensibilita del ricevitore la cui efficienza dipen-derebbe esclusivamente dal collegamento diantenna. Con il telaio, costruito con materia Ieisolante, Ie onde eletrrornagnetiche hanno lapossibilita di investire direttamente l'interocircuito di sintonia del ricevitore esaltandocosi la sua sensibilita.Costruzione delle bobineLe due bobine di sintonia Ll ed L2 sonuperfettamente identiche. Per esse si possonoutilizzare due bobine di antenna per onde me-die, anche ricavate da un vecchio gruppo A.F.

    fuori uso: in questo caso occorrera eliminareo lasciar liberi i terrninali dell'avvolgirnentoprima rio sfrut tando, invece, il solo avvolgi-mente secondario.Ma Ie due bobine Ll ed L2 si possono an-che facilmente costruire; per esse occorrerapreparare due supporti di cartone bachelizza-to 0, cornunque, di materiale isolante del dia-metro di 25 mm (vedi fig. 5). In entrarnbi jsupporti si dovranno avvolgere 90 spire com-patte di filo di rame smaltato del diarnetrodi 0,2 mm. La lunghezza dei due supporti do-vra aggirarsi tra i 3 e i 4 centirnet ri: aile loraestrernira sara bene applicare due terrninalirivettati sui quali si effettueranno le saldaturea sragno dei termina.1i.

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    C O M E C O S T R U I R E

    L 0 sviluppo sempre pill crescente dell'edi-lizia ha determinato, in questi ultimi anni,l'insorgere di moiteplici attivita artigia-nali ed industriali: prima fra tutte quella deiserramenti.Fino a qualche decina di anni fa, l'impren-ditore edile faceva ricorso al fabbroo al fale-gname per la costruzione dei serrarnenti 0infissi: due parole, queste, che hanno 10 stessosignificato e che trovano un preciso riferi-rneno nelle finestre, porte, vetrate, ecc., co-muni in tutti gli edifici e in tutte le case. Ogginon e pill cosi. I costruttori di infissi sonosorti un po' dovunque, allestendo fabbricheed organizzandosi industrialmente per potersoddisfare la costante e sempre pill crescenterichiesta di mercato. Si tratta di un'attivitaassai proficua sotto ogni punto di vista, sia peril piccolo artigiano, sia per il grande indu-striale: un'attivita che, essendo strettamenteconnessa con la tecnica, richiede la conoscen-

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    P O R T E EF I N E S T R Eza di nozioni e problemi teorici e pratici che,almeno in' parte, vale la pena di conoscere.Con questo articolo non vogliamo van tare

    la prete sa di insegnare un mestiere ai nostrilet tori, un mestiere che richiede esperienza epratica, fermezza e passione e, soprattutto,una vera e propria attrezzatura meccanica.Lo scopo diqueste pagine dedicate alla car-penteria meccanica vuol essere quello di of-frire al lettore l'opportunita di apprenderetutte quelle cognizioni, necessarie e sufficienti,per costruire un infisso, sia pure del tipo pillsemplice.Alluminlo e ferro

    e n infissi metallici possono essere costruitiin alluminio 0 in ferro. Quelli in alluminiorisultano molto costosi e si adattano allecostruzioni che vantano un certo valore archi-tettonico. Gli infissi in ferro, molto meno

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    C O N I P R O F I L A T I D I F E R R Ocostosi di quelli in alluminio, si adattano ailecostruzioni di valore medio e piu comune.Lasciarno da parte, dunque, l'alluminio ed

    occupiamoci, invece, della costruzione di uninfisso in ferro, senza pretese estetiche e conil solo scopo di realizzare una finestra a dueante, facendo impiego di profilati di ferrocomune.

    Finestra a due anteChe cosa significa l'espressione finestra adue ante ? La spiegazione e semplice e la

    porgiamo a quei lettori ai quali l'espressionesia rimasta sconosciuta fino ad oggi. Finestraa due ante significa una finestra che si aprein due parti. Quando la finestra e piccola,quando cioe la sua larghezza e inferiore ai90 centimetri, questa puo essere realizzata conuna sola anta.

    Profilati di ferroVogliamo supporre che tutti i nostri let torisappiano che cosa: sia il profilato di ferro e ne

    conoscano altresi i tipi di uso generico.Ouelli appositamente progettati per la co-

    struzione degli infissi vengono chiamati II. pro-filati di ferro per finestra , In fig. 1 sono rap-presentati alcuni tipi di profilati di ferro co-mune di uso piu frequente : ferro piatto, fer-n> :1 T, ferro a 7, ferro ad L

    Ogni profilato di ferro v e caratterizzato, 01-tre che dal tipo, da una 0 piu dimensioni che,in fig. I, sono state indicate con Ie lettere:a, b, c. Tra iquattro tipi di profilati rappre-sentati in fig. I, i piu comuni sono quelli a Te a Z , e sara proprio su questiche ci intratter-remo un poco.Il ferro aTe caratterizzato da due dirnen-sioni, a, b, che sono sernpre uguali. Quandosi dice, ad esempio, profilato T da 30 ", s'in-tende che le misure a-b sono di 30 mm cia-scuna.Il profilato a Z e pur esso assai comune. Incommercio esistono due tipi di profilato a Z,

    quello con Ie ali uguali (a = b) e quello conIe ali disuguali; quest'ultimo tipo e sernpreda preferire, perche il piu adatto alla costru-zione di serramenti.Per profilato a Z da 30 mm s'intende un

    profilato in cui la dimensione b e di 30 mm.Il ferro ad L e caratterizzato da 3 dirnen-sioni: a, b, c; la dimensionc c rappresenta 10spes sore. Quando si dice, ad esempio, ferroad L da 30x 20x 4", si intende che la dirnen-sione b e di 30 mm, quella ae di 20 mm equell a cedi 4 mm. Quando si ha: a = b, ilprofilato viene denominato angolare ,II ferro platte e caratterizzato da due sole

    dimensioni, larghezza e spessore, sufficienti aclassificarlo. Quando si dice, ad esempio, fer-ro piatto 20x 4 mm , s'intende un profilatodi sezione rettangolare, la cui larghezza e di20 mm e 10 spessore e di 4 mm.

    6S5

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    o

    A

    ,\ I I\ /\\ /\ / in\ / - H- \ 8- r- C -\ /\ /\ /\ / E

    1 LI

    terno

    . . : : : : " : : ' : I F : . . . : . . . : ... ',' esterno .....

    esterno

    Fig. 2a . Rappresentazione sehemetlca dl una finestra a due ante; a pie' del disegno it indlcato iIverso di apertura dell'lnfisso; a destra it riportata la vista laterale . Fig. 2b II disegno $Ot to-riportat,o rappresenta Ie sezioni orizzontali A, B, C dell'infisso. Fig. 2c . II disegno a dutra, nellapagina di fronte, rappresenta Ie sezioni verticali D ed E.

    1 - - - - - - - - - - L 1- - - - - - - - - - - - - - < 1 1 1 1S E Z . A S E Z . B S ' E Z . CL 2---;---:~;r-- L 3mu ro Ferropia tto

    20X4L -------- .....

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    Le diverse misureLedimensioni dei profilati, di qualunque tipo

    essi siano, variano a seconda dell'uso cui sonodestinati. Le dimensioni dei ferri a Z eaTaumentano, per Ie misure pili usate, di 5 in5 mm; nell'uso comune si impiega il profilato

    SEZ.D

    HH1 2

    SEZ . E

    da 30 per gli infissi di piccole dirnensioni, ilprofilato da 35 per gli infissi di meelia gran-dezza e il profilato da 40 per i grandi infissi.Oueste considerazioni si estendono anche periprofilati ad L.Per i ferri piatti, .Ia dimensione a varia eli

    2 0 3 rnm: si hanno ad esempio i profilati di

    ferro piatto cia 18, 20, 22, 25, 26, 28,30, 32, 35,ecc., mentre 10 spessore varia di millirnetro :in millimetro.

    Costruzione di un infissoL'infisso che insegneremo ora a realizzare

    e eli dirnensioni inferiori ai valori medi: me-tri 1.50 circa di larghezza, metri 1,30 circa dialtezza; per quanto prima detto, si fara im-piego di profilato da 30 mm. Cio non signifi-ca, peraltro, che tutti i profilati impiegati inquesta costruzione siano da 30 mm; ne servi-ranno altri di dimensioni diverse, come vedre-mo in seguito.Prima cosa da farsi e quella di rilevare,

    con la mas sima precisione, Ie dimensioni delvano al quale intendiamo applicare il serra-mento. Indicheremo con L la misura dellalarghezza del vano e con H la misura del-I'altezza.Dopo aver rilevate queste dimensioni, oc-

    corre stabilire quale sistema di montaggio sidesidera fare; l'infisso puo essere montato in battuta interna . cioe nella parte interna delmuro (vedi fig. 3A), puo essere montato amezzo muro (fig. 3B), 0 in battuta ester-na (fig. 3C). Ovviarnente la migliore solu-zione, quella adottata nella maggioranza deicasi, rirnane sempre la prima, quella del mon-taggio dell'infisso in battuta interna , Oc-corre stabilire, quindi, il senso di aperturadelle ante che, salvo casi particolari. avvienesempre verso l'interno.

    Finestra a due anteIn fig. 2A e rappresentata, schernaticamente,

    una finestra a due an teo La piant ina, rappre-sentata a pie' dello stesso disegno, indica ilsenso di apertura dcll'infisso e la posizione dimontaggio rispetto al muro (a destra dellostesso disegno e rappresentata la vista la-terale ).In fig. 2B sono rappresentate Ie sezioni oriz-zontali A, B e C del l'infisso, mentre nel dise-gno 3c sono rappresentate lc sezioni verticaliD ed E. Per chi non ha dimestichezza con iIdisegno rneccanico, diciamo che, immaginandodi tagliare l'infisso lungo la linea A-B-C e guar-dando la parte inferiore dal di sopra, l'infissosi presenterebbe cos) come appare nel disegnodi fig. 2B (sezioni A-B-C); in questa modo cisi puo render conto del tipo di profilato dicui si fa impiego. La stessa osservazione siestende al disegno difig. 2C per le sezioni Ded E. Si tenga presente che queste due ultimesezioni valgono sia per la prima anta sia perla seconda.II nostro infisso, dunque, i: costruito con 3

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    int erno A -- ...8

    Fig. 3 . L'infisso puo esse.re Inontato in battutainterna (disegno in el-to) oppure a mezzo mu-ro t disegno centrale), 0in bottuta esterna (di.segr\o a pie' di figu ra ).

    esterno cdistinti telai; iI primo occupa I'intero peri me-tro della luce della finestra, e viene chiamato controtelaio ; il secondo ed -il terzo telaiocostituiscono Ie due ante.In fig. 4 sono indicate Ie dimensioni dei

    vari telai proporzionalmente aile misure dellaluce del vano. Esaminando le sezioni, che sonoillustrate nei disegni delle figure 2B e 2e, sideduce facilmente che il controtelaio e com-posto da 4 ferri a Z (due montan ti e duetraversi); iltelaio della prima anta e ottenutocon 4 ferri a Z, mentre quello della secondaanta e ottenuto con 3 ferri a Z (due traversi eun montante) e da un ferro ad L ~aldato ad unferro piatto (montante). Riprendiamo il pro-cedimento di costruzione e supponiamo che ilvano abbia le seguenti dimensioni: larghez-za = = metri 1,50 - altezza = metri 1,30; con talidimensioni possiamo determinare que]le deitre telai.Dimensioni dei tre telaiLe dirnensioni del controtelaio sono Ie se-

    guenti:HI = 1300+ 14 = = 1314 mmL1 = 1500+ 14 = = 1514 mm

    Le dirnensioni della prima anta sono Ie se-guenti:H2 = = 1300 - 4 = 1296 mmL2 = = (1500 :2) + 6,5 = 750 + 6,5 = = 756,5 mmLe dimensioni della secondaanta sono le

    seguenti:H2 = 1300 - 4 = 1296 mmL3 = = (1500:2) - 6 = 750 - 6 = = 744 mmOgnuno di questi tre telai i: composto da

    Fig. 4 - Le dimensioni L ed H delle due ante e delicontrotelaio devono risultate in proporzione ailemisure della luce del vano.

    z

    [ ; ~ - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ~ r F 1Fig. 5 I montanti e itra-ver.i devono essere taglia.ti c i losonga, con incllnazione a 45", come indi-coto nel disegno.

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    4 profilati che, per sernplicita chiameremoferri: due verticafi e due orizzontali. I dueverticali vengono chiamati montanti, mentrei due orizzontali vengono chiarnati traversi.Per comporre i vari telai occorre, quindi, ta-

    gliare i montanti e i traversi nella lunghezzastabilita, tenendo presente che il taglio nonva eseguito in senso norrnale al profilato, comesi sarebbe tentati di credere; il taglio va ese-guito con indinazione a 45, a losanga, comeindicato in fig. 5. Si opera COS! allo scopo diottenere un infisso di migliore estetica e dirnaggior resistenza nel pun to di unione fra tra-verso e montante; occorre ricordare a tal pro-posito che il taglio diagonale deterrnina unaumento della superficie di contatto tra i dueprofilati, che verranno saldati elettricamente.La dimensione massima del mont ante (tra-

    verso), che abbiarno indicato con Z, si rica vamediante Ie seguenti formule (riferimento afig. 4):per la prima antaH2 H

    L4 mm

    L2 + 6,5 rnrn2

    per la seconda anta.H2 H 4 mmLL3 = - - 6 mm2

    Se, ad esempio, si tratta di un traverse delcontrotelaio, allora Z diventa Ll, cioe 1514 mm;se invece si tratta del montante della secondaanta abbiamo Z = H2, cioe 1296 mm e COS! via.Si tenga presente che anche l'altezza del fer-

    ro piatto (20 x 4) vale H2; inoltre non bisognadimenticare che iI ferro a Z ha due ali disu-guali e precisamente una da 17 mm e una da14 mm. Quando si tagliano i montanti 0 i tra-versi del controtelaio, occorre ricordare chel'ala da 17, doe la maggiore, deve risultare dallato della massirna Iunghezza, mentre per Iedue ante essa deve risultare dal lato della 11.1.n-ghezza minore.Prima di tagliare i montanti e i traversi,

    sara bene assicurarsi che Ie verghe del profi-lato risultino ben diritte; in caso contrariosara bene raddrizzarle con opportuni colpi dimartello. I vari pezzi verranno uniti, comeabbiamo detto, mediante saldatu ra elettrica(vedi fig. 6).

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    Controlli e rifinitureQuando i tre telai risultano finalmente com-posti, e buona norma controllare che Ie diago-

    nali del tre telai risultino uguali. Cio si rendenecessario in quanto, nel casu nOI1 si sianoprese le precauzioni necessarie, puo capitarenel corso della saldatura elettrica che gli an-goli dei telai non risultino a 90. In tal casuoccorrera rimettere in sesto i telai, serrandoliin una morsa e facendo leva sugli stessi inmodo da aprire 0 chiudere gli angoli a secondadella necessita.Successivamente si provvedera ad asportare

    l'eccesso di saldatura con una mola 0, in man-canza di questa, con una vecchia lima (usandouna lima nuova si lha la certezza di rovinarlain pochi istanti).Giunti a questo pun to, si passa al mon taggiodelle cerniere ..

    Cerniere maschi e femmineLe cerniere sono composte di due parti : il

    maschio e la femmina. Le cerniere possonoessere costruite come indica to in fig. 7. Vo-lendo evitare la costruzione delle cerniere, cisi potra rivolgere presso un qualsiasi negoziodi ferramenta dove si possono trovare diversitipi di cerniere adatti alIa scopo.Per la nostra costruzionc, ad ogni modo,occorrono quattro cerniere: due per lato. Le

    cerniere maschie vengono montate (saldate)nei telai che costituiscono Ie ante, a 191 mmdalle estremita inferiori e superiori dei mon-tan ti.Sui mont anti del controtelaio, invece, ven-

    gono saldate Ie cerniere fernmme, a 200 mmdalle estrernita.E' assai importante che Ie cernicre vengano

    saldate nel pun to esatto, altrirnenti i telai,apribili, verrebbero spostati troppo in alto 0troppo in basso rispetto a1 controtelaio.

    AccessoriLa costruzione dell'infisso non e ancora

    terminata, perche in esso si dovra applicare

    Fig. 8 - L'applicazione aH'i,nfisso degli accessori dichi usura rappresenta I'ultimo lavoro da eseguire.Si consiglia I'uso di un cariglione a leva comequello rappresentato nel disegno accanto.660

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    qualche accessorio che ne permetta la chiu-sura.Consigliamo l'uso di un cariglione a leva,come quello rappresentato nel disegno di fig. 8.Manovrando la leva di comando del cariglio-ne, si verifica il movimento dei due occhielliche comandano i due catenacci, quello infe-riore e quello superiore.I catenacci sono realizzati in ferro piatto da20 x 4 e nella parte terminale portano saldatoun tondino di ferro di diametro 6 mm (fig. 8).II tondino di ferro si innesta in un foro pra-ticato nel controtelaio, in modo da permet-tere il bloccaggio delle ante. All'altra estrernitai due catenacci vengono collegati agli occhiellidel cariglione mediante viti.Per conservare la guida dei catenacci, oc-corre saldare due tassellini di ferro cost comeindicato in fig. 8.II cariglione va fissato, mediante due viti.a] profilato a Z della sezione B; I'altezza cuiva fissato il cariglione va scelta proporzio-nalrnente alia distanza dell'infisso del pavimen-to. In ogni caso esso dovra sempre trovarsi aportata di mana per agevolare Ie manovredi chiusura ed apertura delle ante. E cia si-gnifica che il cariglione puo essere sistematoin una posizione diversa da quella esattamentecentrale; in tal caso, ovviamente, i due cate-nacci risulteranno di diversa lunghezza.Montaggio dell'infissoGiunti a questo punto, si puo ritenere com-pletata l'opera di costruzione dell'infisso. Oc-corre ora metterlo in sede. A questo scopo sicostruiscono 4 armature in ferro piatto' da20 x 4 (2 per parte), che si fisseranno, medianteviti, sui due montanti del controtelaio, a 2Scentimetri Circa dalle estrernita (fig. 9). Siappoggi ora il controtelaio, con Ie armaturemontate, al vano della finestra, segnando ilpunto dove Ie armature dovranno essere si-

    stemate.Martello e scalpeUo alia mano, si provvedeora a sbrecciare il muro fino a ricavare quat-tro piccoli vani atti a contenere Ie armature.Si puo sistemare ora il controtelaio in posi-zione, nel vano della finestra, riempiendo lesbrecciature con gesso 0 cake. Soltanto quan-do il gesso 0 la cake si saranno rappresi, sarapossibile montare Ie due ante complete divetri. Per il fissaggio dei vetrr sara bene faruso di stucco per vetrai.iTrattandosi di una finestra posta al pianoterreno e sprovvista di apposita inferriata diprotezione, si provvedera in precedenza a sal-

    dare dei ferri piatti da 20 x 6 al controtelaioad intervalli d] circa 10 centimetri uno dal-l'altro (fig. 10).

    Fig. 9 - II controtelalo e fissato, mediante viti, aquattro armature in ferro internate nel muro.Fig_ 10 Per Ie finestre destinate al piano tertenosi provvedera a saldare al c.ontrotelaio del ferripiatti distanziati di circa 10 mm uno dall'altro.

    j 6 1

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    rI?

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    L a parola transistore corre oggi sullabocca di tutti, dei profani e di coloro chedi radio se ne intendono.Generalmente si sa che il transistore e un

    componente dell'apparecchio radio che sosti-tuisce, nell'elettronica modema, la valvola ter-moionica e che permette di realizzare appa-rati di dirncnsioni molto ridctte. I tecnici

    viene per le norm ali valvole elettroniche. Macome sono fatti intemamente gli elettrodi diun transistore? A quali fenomeni elettrici essidanno luogo? In che modo un transistore rie-see ad amplificare un Segnale radio? Lo vedre-mo ben presto, per ora occupiamoci di un par-ticolare cristallo che, oggi, sta alla base del-l'elettronica moderna: il cristallo di germanio.

    Fig. 1 - Nel ger-manio P vi euna prevalenzadi ccrlehe posi-tive che parte-cipano al pro-cesso di seer-rimento dellacorrente elet-trica generatada una pila.

    Fig. 2 - Nel ger-manio N vi euna prevalenzadi cariche ne-gative che par-tecipano 0 1 pro-cesso di seer-rimento dellacorrente elet-trica generatada una pila.

    - - - - G E R M A N I O P- --

    --

    sanno ache cosa serve il transistore, ne co-noscono la tecnica di collegamento nei circuiti,sanno misurare tensioni e correnti sui termi-nali.Non tutti, peraltro, conoscono la natura in-

    tima di un transistore, la sua costituzione in-terna, i fenorneni elettrici che in esso si ma-nifestano. Sono concetti, ques ti, che non desta-no un particolare interesse nella pratica ap-plicazione di ogni giorno, rna che, tuttavia, chisi occupa di radio per diletto 0 professional-mente deve pur conoscere, per ridurre al mi-nimo, nella propria mente, quell'insieme dimisteri che ancor oggi sovrasta il mondo del-la radio.Cristallo di germanioOgni transistore e costituito da un corposolido dal quale fuoriescono tre 0 quattro ter-'

    minali, corrispondenti ad altrettanti elettrodicontenuti nel transistore stesso, cOS1come av-

    - - -II germanic, scoperto nel 1938, allo slate

    puro e un isolante. Sol tanto se esso viene me-scola to con aItri elementi, diventa un semi-conduttore , doe si lascia attraversare dallacorrente elettrica in un sol verso: in praticala corrente elettrica fluisce bene in un verso,nel germanio irnpuro, mentre incontra unaelevata resistenza nel verso opposto, In altreparole si puo dire che il germanio impuro sicomporta da conduttore, quando viene attra-versato dalla corrente in un determinate ver-so, mentre si comporta da isolante quandoviene attraversato dalla corrente nel versoopposto.Ma questa concetto puo non riuscir chiaro

    a tutti i lettori che desiderano una spiegazio-ne pili accurata e nello stesso tempo moltosernplice. In realta, si tratta qui di interpre-tare tecnicamente l'espressione f ( semicondut-tore. I semiconduttori sono quegli elementiche stanno fra i conduttori veri e propri - gli

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    -r + + ++ + + +- . 1 . - - t + +-- L - 1 - + +" + + t+ - + - - + ++ - + + +Fig. 3 II diodo al germanio e ottenuto dall'unionedi due cristalli di germanio di nome diverse. Frai due cristalli sl forma, spontaneamente, una bar-riera isolante priva di cariche elettriche.isolanti; in altre parole, i semiconduttori nonsono ne conduttori ne isolanti, mentre 10 sonoun po' degli uni e un po' degJi altri.A questa categoria di elementi appartiene

    il germanio impuro, del quale se ne sono otte-nute due qualita diverse: GERMANIO N eCERMANIO r.II germanio N risulta dall'aggiunta di parti

    Nt

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    di antimonio 0 arsenico al germanio puro; ilgermanio P risulta daU'aggiunta di parti dialluminio 0 indio al germanio puro secondo10 schema:

    Germanlo NAntlmonio

    Germanlo puro + 0ArsenlcoAllumlnlo

    Germanlo P = Germanlo puro + oIndio

    La denominazione di germanio N e gerrna-nio P discende dal fatto che nel primo vi euna prevalenza di cariche negative, mentre nelsecondo vi e una prevalenza di cariche posi-tive. In pratica, quando al germanio puro veri-gono aggiunte particelle di antimonio 0 arse-nico, queste ultime hanno ilpotere di donareelettroni agli atomi di germanio trasforman-doli in cariche elettriche negative, che si pos-sono muovere liberamente e che conf'erisconoal cristallo una conduttivita negativa.Nel germanio P, Ie particelle di alluminio 0

    indio esercitano il potere di catturare elet-troni sottraendoli agli atomi di germanio che,in tal modo, divengono cariche elettriche posi-tive; iI cristallo assume cost una conduttivitapositiva.

    Fig. 4 . II die-do al germaniosi lascia attra-versare d a I I acorrente elet-trica soltantoin un determi-nato ve r 50 ,. quello indicatonella figura ac-canto.

    P N

    Fig. 5 Le polaritil della pi la, inserita in questocircuito, risultano invertite rispetto alia precedentefigura. In questo caso nesuna corrente fluisce nelcircuito: la lampadina rimane spenta e I'indice del.10 strumento rimane a zero.

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    Diodo al germanioQuando si uniscono tra di loro due pezzetti

    di gerrnanio, uno di tipo P e uno di tipo N,si ottiene una giunzione PN, che in generee conosciuta con ilnome di DIODO AL GER-MANIO. In pratica, quando si accostano tradi lora due pezzetti di germanic di nome di-verso, P ed N, si manifesta un particolare f'e-nomeno: si verifica un momentaneo passaggiodi elettroni dal germanio N al germanio P, cheneutralizza sol tanto Ie cariche che si trovanosulla superficie di contatto dei due cristalli.In questo modo la superficie di contatto, pri-vata di cariche elettriche, si cornporta comeun isolante, che impedisce un ulteriore pas-saggio di elettroni dal germanio N a quello P.Il fenomeno puo paragonarsi a quello che si :manifesta tra Ie due armature di un con den-'satore, in cui Ie cariche elettriche non passano da un'armatura all'altra a causa dell'iso-lante interposto fra esse.Dunque, il diodo al germanio e costituito da

    due pezzetti di cristallo di germanio di nomediverso: in uno (germanio P) vi sono caricheelettriche positive libere, nell'altro (germanioN) vi sono cariche elettriche negative libere;tra Ie due car iche vi e una barriera isolante,spontanearnente formatasi all'atto della giun-

    zione dei due tipi di cristallo di germanio.11diodo al germanio e caratterizzato da dueterrninali uscenti: quello connesso con il ger-rnanio positivo prende il nome di anodo, men-tre quello connesso con il germanio negativoprende il nome di catodo.Polarizzazione diretta 0 indirettaSupponiamo di inserire un diodo al gerrna-

    nio in un circuito costituito da una pila e dauna Iarnpadina: in pratica si possono eff'et.tuare due tipi di collegamento diversi: si puoconnettere il morsetto positivo della pila algermanio P e si puo connettere il morsettopositivo della pila al germanio N. II risultatopratico di queste connessioni e il seguente: inun caso fluisce corrente nel circuito e la lam-padina si accende, nel secondo caso nessunacorrente finisce attraverso il circuito e Ja lam-padina rimane spenta.Si usa dire che nel primo circuito vi e pola-rizzazione diretta, mentre nel secondo vi epolarizzuzione indirett a. Ma, spieghiamoci me-

    glio, Quando il diodo e polarizzato diret ta-mente (anodo collegato can il morsetto posi-tivo della pila) Ie cariche elettriche negative,present! suI morsetto negative della pila, re-spingono Ie cariche negative liberc del ger-

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    quando dalla parte del germanio P e presenteuna sernionda positiva della corrente alternata,Cio significa che attraverso il diodo al ger-manio passa soltanto una semionda e nonun'onda intera ed il risultato e quello per cuila corrente alternata viene rettificata dal dio-do al germanio.Questo e iI motivo principale per cui iI diodo

    al germanio viene utilizzato nei circuiti rive-latori per rivelare i segnali di alta frequenzamodulata.

    Fig. 7 . Le proprieta di semiconduttor. del dlodo al germanio vengono sfruttat. in radiotecnica per ilproceno di rlvelazlone del sagnall radio: in pratica vengono eliminate Ie semionde della medesimapolarlta.

    manio N (catodo) costringendole ad oltrepas-sare la zona neutra del diodo; Ie cariche elet-triche positive libere, presenti nel germanio P,vengono respinte dalle cariche positive presen-ti sul morsetto positivo della pila, costringen-dole ad oltrepassare la barriera isolante esi-stente fra i due tipi di cristallo: si sviluppacosi una corrente elettrica nell'intero circuitoche accende la lampadina.La spiegazione del fenomeno elettrico nelsecondo esempio di connessione del diodo e

    altrettanto semplice: ilmorsetto positive dellapila attrae Ie cariche elettriche negative liberedel germanic N, mentre it morsett~ negativodella pila attrae Ie cariche elettriche positivelibere del germanio P; i due cristalli si impo-veriscono immediatamente di carica fino al-l'accettazione completa di qualsiasi movirnen-to di cariche elettriche: la corrente non fluiscenel circuito e la lampadina rimane spenta.Abbiamo analizzato finora il . comportamento

    del diodo al germanic in un circuito a corren-te continua. Quali sono i fenomeni elettriciche si manifestano quando ildiodo viene inse-rito in un circuito a corrente alternata?

    Diodo rivelatoreLa corrente alternata si chiama COS! perche

    assume dei valori positivi e negativi che sialternano secondo una determinata frequenza.Quando si applica una corrente alternata adun diodo al germanio, si verifica un passaggiodi corrente, attraverso il diodo stesso, solo

    Fig_ 8 - II transistor., pur essen do completamentediverso dalla valvola elettronica, trova una certacorrispondenza con questa: il transistore puo es-sere 'paragonato alia valvola triodo.

    PL AC C A = C OL LE TT O R E

    G RIG LIA .B A SE (I: ; ; r~ =COLLETTORE /6 6 6

    TransistoreII transistore altro non e che una sovrappo-

    sizione di tre pezzetti di cristallo di germanic,due della stesso tipo ed uno di tipo opposto.Si ha cost la possibilita di costruire due tipidiversi di transistore: il transistore PNP e iltransistore NPN.IItransistore PNP e ottenuto con uno stratodi germanic positivo, uno strato centrale ne-gativo ed un terzo strato positivo. A ciascunodei tre strati di cristallo e collegato un con-duttore, che costituisce iI terminale al qualeva saldato il collegamento secondo 10 schemaelettrico di impiego del transistore.IItransistore NPN e ottenuto mediante unostrato di germanio negativo, uno strato cen-trale positivo ed uno strato negative,Itre terminali del transistore (esistono spe-ciali transistori provvisti di quattro terrninali )prendono it nome di EMITTORE, BASE, COL-LETTORE.Se si volesse paragonare it transistore aliavalvola elettronica a tre elettrodi (triodo ), la

    corrispondenza fra gli elettrodi risulterebbeCOS!:EMITTOREBASECOLLETTORE

    CATODO= GRIGLIAPLACCA

    La prima diff'erenza sostanziale che inter-corre Ira il transistore e la valvola triodo e laseguente: i transistori possono essere a con-duttivita posit iva (PNP), e a conduttivita ne-gativa (NPN), mentre la valvola e a condutti-vita negativa soltanto; gli elettroni, infatti,vengono sempre emessi dal catolo e attrattidalla placca e per tale ragione alia placca del-

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    pFig. 9 - II transistore e un componenteradioelettrico che scaturisce dalla unio-ne di tre pezzetti di cristallo di germa-nio, come indicato nei due disegni. Lecombinazioni dei cristcilli danno luogo0110 composizione di due tipi fonda-mentali di transistori. PNP e .NPN .

    la valvoJa viene sempre applieata la tensioneposrtiva, mentre suI eollettore del transistore,paragonabile alia placca. della valvola, si e inpresenza di conduttivita positiva 0 negativa aseeonda della disposizione degli strati dei cri-stalli N e P. Quando si tratta di un transistoredi tipo NPN, j] eollegamento avviene comenel caso della valvola. Quando si tratta di untransistore di t ipo PNP, il eollegamento risul-

    ta inverso e ewe; l'emittore va collegato almorsetto positivo della pila e il collettore almorsetto negativo della stessa. II funziona-mento del transistore PNP e quello di. un tran.sis tore NPN sono identici.Ampl ificazioneMentre la giunzione di due eristalli di ger-

    manio (diodo) serve per raddrizzare le cor-

    SE GN ALE R A DIOAMPLIFICATO

    S E G N ALE R AD IOA MPLIFICATO

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    ren ti alterna te (ri velazione dei segnali radio),la giunzione di tre cristalli di germanio (tran-sistore) serve per amplificare isegnali radio.In pratica il transistore adempie aile stessefunzioni della valvola elettronica a tre elet-trodi e cioe del diodo.Consideriarno un transistore del tipo NPN ecolleghiamo fra il collettore e I'emittore unapila da 9 V con iI morsetto positivo collegatoal collettore: nessun passaggio di corrente vie-ne segnalato dal milliamperometro posta inserie al circuito. Se colleghiamo una pila da1 V fra Ia base e I'emittore con il morsettopositivo collegato alia base, 10 strumento se-gnala un sensibile passaggio di corrente. Spie-ghiamo subito ilmotivo di tale fenomeno.La parte del transistore costituita dalla base

    e dall'emittore rappresenta un diodo che, es-sendo collegaco in senso diretto rispetto aliapila da 1 V, si lascia attraversare dalla cor-

    rente. Ma, quando gli elettroni pervengonoalia base del transistore essi vengono attrattiin minima parte dal morsetto positivo dellapila da 1 V. Gli elettroni risentono di unamaggiore attrazione dovuta al morsetto posi-tivo della pila da 9 V. II risultato e che ladebole corrente determinata dalla pila da 1Vtra emittore e base provoca una maggiore cor-rente tra collettore ed emittore. Da questasernplice spiegazione e facile comprendere co-me con il transistore sia possibile amplificareuna debole corrente che fluisce tra base edemittore. lnfatti se in questo stesso circuito,in aggiunta alia pila da 1 V, si introduce unsegnale radio, questo stesso segnale 10 si ri-trova note volmente amplificato nel circuitocollettore-emittore.Queste considerazioni, valide per il transisto-

    re di tipo NPN, si estendono anche ai trans i-stori di tipo PNP.

    QUANDO L'IMBUTO NON SERVEQuando si vuol travasare un Uquido In UDa bottiglia dal collo stretto, come ad esempio le

    bottiglle di profumi, l'imbuto non serve plu, E non ricorrendo a particolari accorgimenti l'ope-razione sl presenta difficile; chi agisce a casaccio, infatti, non puo fare a meno di versareall'intorno una maggiore quantlta di Iiquido di quello che entra nella bottlglla. Per eseguireun lavoro preciso, occorre munirsi di un tappo di plastica, dl quelli usati in molte bottigUedi Uquore, ma che deve adattarsi al dlametro dell'Imboccatura della bottigUa dalla quale si vuoltravasare II Jiquido. Occorre ancora un tubetto di plastica, del diametro di circa 3 mm, rica-vato da un rlcambio di penna biro completamente vuoto. .

    Nel tappo di plastica sl praticano due fori in poslzfone dfametralmente opposta, tali cheU tubetto di plastica possa entrare leggermente forzato. I due tube ttl dovranno avere la lun-ghezza di 3 e 4 em, circa. Quello piil lungo viene ripiegato ad angolo retto (questa opera-zione si esegue immergendo II punto centrale del tubetto in acqua bollente).IItubetto piegato ad angelo retto ha 10 scopo df assfcurare I'entrata dell'arla nella bot-tiglia.

    TU BE TTO DI P L A STICA E N TR A TAT A P P O

    BOTTIGl iA

    I TU BE TTO 01 P L A STICA U SCITA LIQ U IOO

    6 6 8

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    .1. .., quell::! del "0''''''9fl

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    L e molte Iettere, pervenute in questi mesial nostro ufficio consulenza tecnica, ci sol-lecitano a dedicare qualche paginetta diTecnica Pratica a questo importante argomen-to relativo aIle norme di legge che regolanol'installazione di antenne riceventi per MFe TV.La domanda pili comune riguarda la possi-

    bilita di po sa di un'antenna ricevente esternasui fabbricato nel quale risiede l'utente, Aduna tale domanda rispondono disposizioni dilegge, pubblicate sulla gazzetta ufficiale del14-61940sotto il titolo Disciplina dell'uso de-gJi aerei esterni per audizioni radiofoniche.Rapporti tra proprietari e utentiI proprietari di uno stabile 0 di un apparta-rnento non possono opporsi alla installazione,

    nella loro proprieta. di aerei esterni destinatial funzionamento di apparecchi radiofoniciappartenenti agli abitanti degli stabili 0 appar-tamenti stessi, salvo quanto e disposto negliarticoli 2 e 3 della legge 6 maggio J 940, cheriportiamo qui di seguito:Art. 2. Le installazioni di cui si e fatto cenno

    deb bono essere eseguite in conf'ormita dellenorrne contenute nell'articolo 78 .del R.D. 3 ago-sto 1928 n. 2295.Esse non devono in alcun modo impedire il

    libero usa della proprieta secondo la sua de-

    670

    NORME SULLADIANTENNE

    stinazione ne arrecare danni alia proprietamedesima 0 a terzi.L'articolo 3 si esprime COS!:11proprietario ha sernpre Iacolta di fare nel

    suo stabile qualunque lavoro 0 innovazione an-corche cio importi Ia rimozione 0il diversecollocarnento dell'aereo, ne per questa devealcuna indennita all'utente, cui spettera diprovvedere a propria cura e spese alla rirno-zione 0 al diverso collocamento dell'aereo.Dall'articolo 11 si deduce che Ie contesta-

    zioni derivanti dall'installazione di aerei ester-ni sono decise, su ricorso degli interessati, conprovvedimento definitivo del Ministero delleComunicazioni.All'autorita Giudiziaria spetta di decidere in

    merito aile controversie relative all'applicazio-ne dell'articolo 2 gill citato, e di stabilire laindennita da corrispondersi al proprietario,quando sia dovuta, in base all'accertarnentodell'effettiva limitazione del libero uso della'proprieta e di danni alla proprieta stessa.Rimozione delle antenneQueste disposizioni sono convalidate dall'ul-

    timo comma dell'articolo 2 del Decreto 5 mag-gio 1946, n. 382: L'impianto degli aerei ester-ni per radioaudizioni e libero e disciplinatodalle norme degli articoli 1, 2, 3 e 11 dellaLegge 6 maggio 1940 e dall'articolo 5 dellaLegge stessa, modificato dall'articolo 2 delpresente decreto .La prima parte dell'articolo 2 citato preve-

    de che:Coloro che non intendono pili servirsi del-

    l'aereo esterno sia per cambiamento di dimoreo per altra causa devono nel contempo prov-vedere a propria cura e spese alla rimozionedell'aereo e, ove occorra, aile conseguenti ri-parazioni della proprieta. La rimozione anzi-detta non sara necessaria quando I'aereo ven-ga utilizzato da altro utente I).Antenne TV

    In relazione al quesito posto da molti let-tori per conoscere se i proprietari di immobilipossano opporsi alla installazione di antenneper televisione, l'Ufficio Stampa del Ministerodelle Poste e Telecomunicazioni ha cornunica-

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    A/UHF I~ntenna rlcevente adatta per il canaleTV/UHF da ricevere

    cozAntenna riceventeadatta per iI canale

    TV/VHF da ricevereCOLLEGAMENTODEL SOSTEGNOA TERRA

    II 10ltegno va c:ontroventato

    L'e.atta instaJlaz:ione delle antennerleeventl, oltre ehe rilpettcrre I prln-cipi Impolti dallCltecnica. deve r l -lultare conlona een fe dllpollz:lorillegl.latlve ehe dilClplinano l'ulO de-gil aerel elternl per I'alcolto dellaradio e per la rlcez:lone dene lmme-glnl televilive.

    671

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    IJ: La disnosizione Iondamentale che regulala installazione degl iaerei estern! per Ie rice-zioni circolari e Ia Legge 6 maggio 1940, n, 554,la quale fa obbligo ai proprietari di stabili adappartamenti di non opporsi alia installazionenella loro proprieta degli aerei, appartenentiagli abitanti degli stabili od appartamenti stes-si purche Ie installazioni siano conformi allenorme tecniche dell'articolo 78 'del R.D. 3 ago-sto 1928 n. 2295.Questa art icolo prescrjve che, nell'impiantoe ncll'uso degli aerei, gli utenti sono renuti aeladottare, sotto la loro responsabilit a, tutti imezzi consigf'iati dalla tecnica e dana praticaai fini della sicurezza dell'impianto e del suoregolare funzionamento, e perche anche nelcase della vicinanza eli altri implanti elettrici,non possa essere arrecato danno ne aile per-sone ne aile cose.In rnancanza di ogni distinzione, ia Legge6 maggio 1940, n. 554 e applicabile ad ogni tipodi antenna che serva al funzionamento degliapparecchi radiofonici e quindi anche nelleantenne a modulazione di frequ.enza. PoicheIe antenne per Ie ricezioni televisive si identi-ficano proprio con queste ultirne, esse sonosenz'altro cornprese nella previsione della Leg-ge 6 maggie 1940, n. 554.Per tanto il proprietario, ove siano osservatedall'inquilino Ie norme tecniche prescritte, non

    puo opporsi alla installazione delle antenne,salvo il suo diritto ad ottenere ilrisarcimcntoper eventuali danni arrecati all'immobile,Norme tecniche di installazioneAltri quesiti vengono post i riguardanti lenorrne tccniche di installazione per Ie quali erichiarnato l'arricolo 78 del R.D. 3 agosto 1928,n. 2295. Gazzct tn Ulliciale n. 254 del 31 otto.

    bre 1928.Art. 78. Nell'irnpianto e nelluso degli acreidelle stazroni radioelettriche destinate alia ri-cezione delle radiotrasmissioni circol'ari gli

    utcnri sono tenut i ad adottare SOnG la 101'0responsabili ta tutti i mezzi consigliati dallatccnica e dalla prat ica ai Iini della sicurezzadell'irnpianto e riel SllO regolare funzionamcn-to e perche, anche nel caso della vicinanza dialtri irnpianti elet trici, non possa essere arre-cato alcun danno allc eose e alle persone.Senza pregiudizio delle alt re prescrizioni dicarattere generale e locale cui l'utente deveuniforrnarsi, egli avra l'obbligo di osservareIe seguenti disposizioni:

    a) Gli aerei non dovranno essere tesi sopraaree pubbliche 0 di uso pubblico, salvo icasi in cui sia stato rilasciato regolarenulla osta delle competenti autorita e deglialtri Enti interessati e sempre che vengano

    672

    osservate le norrne imposte dai regolarnentilocali.

    b) L'incrocio dei fili di aereo con linee ad altatensione 0 a corrente forte e proibito.Nel casu della vicinanza di det te linee gliaerei debbono essere costruiti in modo chea causa della eventuale rottura del filo nonpossa assolutarnente verificarsi alcu.n coo-tat to.La distanza orizzontale tra Ie linee e l'acreonon dovra cornunque essere inferiore a10 metri.c) I sostegni dell'aereo non dovranno avereunaltezza maggiore di 8 mctr ise collocatisu tetti eli edificio 0su terrazze I supporti,gli ancoraggi e le pennole debbono esserefissati solidamcnte ed essere sufficientemen-te robusti per resistere allo sforzo massimocui il materiale puo essere assoggettaro.Inoltre dovranno scddisfare aile condizioni-che seguono:1) I sostegni saranno sistemati in modo cheessi possano conservare la loro posizioneprirnitiva e cio anche nel casu che sianoassoggettati ai massimi sforzi.

    2) Si dovra evitare possibilmente di irnpiegaresostegni in legno; ave poi si dove sse ricer-rere a tale impiego i sostegni dovranno es-sere di legname duro. Us an do sostegni inferro 0 in acciaio si dovra curare che essisiano ben protetti contra la ruggine. Secome si preferisce vengono irnpiegati palitubolari essi dovranno avere 10 spessore dialmeno 1 mm e un diametro esterno noninferiore a 20 mm.d) Gli aerei dovranno essere costruiti in mododa non pregiudicare il l'unzionarnento delleantenne gia instaflate e da non irnpedireper quanta e ' possibile la erezione di futureantenne.e) Deve essere preclisposto 1] collegamento del-l'aereo a terra servendosi all'uopo di appo-situ cornmutatore.

    Dettaglj, tecniciQueste sono Ie disposizioni di legge relative

    alia installazione di antenne esterne, tanto piuimportanti in quanto la loro mancata osser-vanza puo provocare danni aile persone 0 ailecose e disturbi ad alt ri utenti.Chiariamole in rapporto alia situazione teenica attuale:1) II palo di sostegno deve essere messo inopera in posizione tale che, per inclinazioneaccidentale 0 per caduta, nessuna parte delsostegno 0 delle antenne in opera possa venirea contatto con linee telegrafichc, telefoniche 0elettriche a bassa tensione (max 220 V. Nelcaso di tensioni superiori vedi paragrafo 5).2) L'ubicazione del sostegno deve essere tale

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    che, per rottura incident ale di esso 0 di ele-menti delle antenne in opera, sia preclusa lapossibilita di caduta su aree destinate ad usopubblico (strade, piazze, ecc.).Percio il sostegno deve essere fissato 0 con-

    troventato in modo sicuro.3) Nelle norme si parla anche del diametro

    esterno del sostegno, ove tubolare metallico.Tale diametro non deve essere inferiore a20 mm. nella parte superiore (meglio 25 mm).Nei punti dl giunzione tra i diversi elementi

    di diverso diametro occorre curare la chi usurastagna contro la penetrazione di acqua dal-I'elemento superiore a quello inferiore ondeevitare di arrecare danni aIle proprieta 0 aterzi perumidita infiltrantesi lungo Ie pareticave del sostegno.4) II sostegno verticale dell'antenna deve

    essere collegato a terra e detto collegamentodeve essere effettuato seguendo le prescrizionidel Decreto del Presidente' della Repubblica,27 aprile 1955, n. 547 (in supplemento aliaGazzetta Ufficiale n. 158 del 12 luglio 1955,art. 326): Dispersore per la presa di terra,art. 326 ,

    Non sono ammesse come dispersori per Ieprese di terra le tubazioni di gas, aria com-pressa e simili, Sono invece ammesse, per im-pianti a .tensione non superiori a 1000 Volts,le tubazioni di acqua, purche facciano partedi reti estese e l'attacco del conduttore diterra sia riportato a montedeJJe eventuali de-rivazioni.Ove tale risultato non sia conseguibile, do-vra farsi ricorso ad accorgimenti atti a garan-tire le necessarie condizioni di sicurezza ,Per quanta riguarda ilcapoverso e) si ririe-

    ne opportune chiarire che nella tecnica attualesui conduttori di terra non sono ammessi neinterruttori ne fusibili come dal contenuto delparagrafo 2.3.06 incluso nelle Norme CEI 11-8Edizione VI, 1962, fascicolo 276, dal titolo:

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    ne come del resto previsto nell'art. 4 del R.OII dicembre 1941, n. 1555:Per l'applicazione delle disposizioni rela-

    tive alla installaziorie delle antenne e delle pre-se di terra, sono da osservarsi Ie seguen tiprescrizioni:a) negJi edifici con pili di 10 appartamenti

    da costruirsi nei comuni aventi una popolazio-ne di almeno 100.000 abitanti, deb bono esserepreviste Ie canalizzazioni per l'irnpianto dell'antenna collettiva;b) in tutti gli edifici di nuova costruzione

    destinati ad uso di abitazione, le canalizza-zioni metalliche dell'acqua, del gas e del ter-mosifone debbono essere messe in buona co'municazione permanente col suolo.Oualora negli edifici indicati nel presentecomma siano previsti impianti elettrici incas-sati, il tuba metallico che riveste i conduttorideve avere una buona continuita elettrica erisultare ben rnesso a terra.Non si possono creare disturbiDall'articolo 79 ricaviamo:Nella ricezione con aereo esterno gli utenti

    dovranno, per evitare disturbi agli altri ap-parecchi rice venti, usare soltan to quei dispo-sitivi che non diana luogo a sensibili oscilla-zioni sull'aereo. In caso contrario ilMinisterodelle Comunicazioni, su ricorso degli interes-sati 0 del concessionario dei servizi di radio-audizione circolare, potra ordinare la rimozio-ne dell'aereo da eseguirsi in base a decretoprefettizio .A chiarimento di questo articolo occorre te-

    nere presente la possibilita di irradiazione del-Ia frequenza fondamentale generata nell'oscil-latore locale di un ricevitore 0 radio 0 TV edelle relative armoniche. Tali frequenze siain fondamentale che in armonica devono es-sere opportunamente bloccate all'origine COS!da non arrecare dis turbo ad altri ricevitori posti nelle vicinanze.

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    6 7 4

    B enche i moderni apparecchi siano moltopiu complessi, son a soltanto cinque Ie par-ti essenziali di una macchina fotografica:una scatola a tenuta di luce, un obiettivo, unsistema per controllare il tempo d'esposizione(otturatore), un mirino e un sup porto per lapellicola.Ma allora tutto il resto a che serve! e perc hei fabbricanti continuano a costruire apparec-

    chi complicati e costosi?Cerchiarno di vedere . il funzionamento dei

    congegni considerati oggi come essenziali; questo ci aiutera in seguito a renderci conto delprogresso tecnico e a vedere la maggiore 0minore utilita di innovazioni e modifiche.Ed e appunto con l'intento di condensare in

    poco spazio una descrizione delle parti com-ponenti un moderno apparecchio che presen-tiamo ai lettori quanto segue. Sono cose chenon servo no a fare buone fotografie, rna chesperiamo possano interessare chi voglia sape-re cosa succede quando si preme il bottone discatto 0 piu in generale come funziona unamacchina fotografica come apparecchio in se,indipendenternente dalla sua funzione di fis-sare Ie immagini nel tempo.

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    L A T E C N I C A 0 1U N A P P A R E C C H I O3 5 m m .

    C O S A S U C C E D Eq u a n d o s i p r e m e i I b o t t o n eCominciamo dalla parte otticaLe lenti sana costituite da un mezzo traspa-rente, normalmente per usi fotografici si trattadi vetro, Iimitato da due superfici curve 0 dauna piana e una curva. Come e noto esse han-na la proprieta di, sottoporre a rifrazione iraggi che Ie attraversano (ad eccezione diquelli che passano per il centro della lente)secondo un angolo maggiore 0minore a se-conda della maggiore 0 minore curvatura della

    lente.L'asse della lente e detto asse principale 0asse ottico e su di esso si trova il fuoco,punto in cui teoricamente dovrebbero incon-trarsi i raggi che giungono alia lente paralleliall'asse ottico. .La distanza dal fuoco al centro della lente ela lunghezza focale della stessa,Un obiettivo fotografico puo essere formatoda una lente semplice 0 da pili lenti, come ac-cade normalmente; rna anche in questo casusi puo immaginare come costituito da una solalente per cui Ie precedenti definizioni risultano

    sempre valide.La luminosita di un obiettivo dipende da duefattori: il suo diametro alIa massima aper+ira

    del diaframma che limita la quantita di luceche 10 attraversa e la lunghezza f'ocale, chedeterrnina ilformato dell'immagine riprodottasulla peliicola. II rapporto tra ildiametro del-l'obiettivo a piena apertura e la lunghezza fo-cale determina la sua luminosita, Per esempio:la luminosita di un obiettivo di focale 5 cm.e diametro utile pari a 2,5 ern e 5/2,5 = 2.Le funzioni del diaframma riguardano lalimitazione della luce che attraversa l'obiettivo(aile grandi aperture si dovrebbe far corri-spondere in condizioni norrnali di luce deitempi d'esposizione brevissimi e la determi-nazione di profondita di campo e profonditadi fuoco, termini che spesso vengono confusi,rna che non significano affatto la stessa cosa,Quando un obiettivo e focheggiato su unoggetto l'immagine che si forma sulla pelli-cola presenta la massima nitidezza: spostandola messa a fuoco tale nitidezza si perde. Tut-tavia esiste un piccolo spostamento nei limitidel quale e praticamente impossibile distin-guere un punto perf'ettamente nitido da unomeno a fuoco e quindi l'immagine appare sem-pre sufficientemente nitida, L'intervallo dellamessa a fuoco corrispondente a questo sposta-fgento e detto projondita di [uoco.

    6 7 5

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    La profondita di fuoco si estende sia davantiche dietro it piano della pellicola ed e inver-samente proporzionale alia luminosita del-l'obiettivo (cioe maggiore e l'apertura del dia-frarnma, minore e la prof'ondita di fuoco).La projondita di campo invece e l'estensione

    della spazio contenente quegli oggetti che, puressendo posti a distanze diverse dalla macchi-na fotografica, vengon resi nitidamente sullapellicola, Quindi potremo dire che mentre laprofondita di fuoco corrisponde a una zonainterna all'apparecchio Iotografico, la proton-dita di campo e una zona esterna allo stesso.L'estensione della profondita di campo di-

    pende tanto dal grado di nitidezza che si vuolequanto dal valore dell'apertura del diaframma.In teoria, se all'obiettivo sostituiamo un fo-rellino di diametro piccolissimo (foro steno-peico ) la profondita di campo deve estendersidaUapparecchio all'infinito. Infatti iraggi cheattraversano it forellino non vengono rif'rattie si evita quella mancanza di nitidezza dellairnmagine che aumenta con il crescere dellarifrazione.Quando un obiettivo lavora a tutta apertura

    i raggi che colpiscono la zona periferica dellaIente frontale (praticamente quelli corr ispon-den ti ai pun ti piu vicini del soggetto) vengonorifratti fortemente mentre quelli che attra-versano la zona centrale in prossimita del-l'asse principale subiscono una rifrazione mi-nima. Percio questi ultirni Iormano sui pianodel film un'immagine piu nitida di quella datadai raggi periferici.L'obiettivo diaframmato. invece puo essere

    attraversato dai raggi luminosi sol tanto in cor-rispondenza di una piccola zona centrale;quindi si ha una rifrazione limitata e la pro-fondita di campo aumenta,

    Non esiste un obiettivo COSl perfetto da for-mare sui piano della pellicola un'imrnagineperfettamente con forme al soggetto. Tutti gliobiettivi, anche i migliori, presentano qualcheaberrazione ottica e la lora qualita dipendeappunto dal grado di correzione di questeaberrazioni.Quando si acquista un obiettivo non si deve

    considerarlo sol tanto in base alla luminosita,caratteristica che non e sufficiente a fare ilbuon obiettivo. E' meglio un buon obiettivonormale, che uno luminoso, rna scadente.Com un que il prezzo puo costituire una buona

    guida nell'acquisto: infatti, a par ita di lumi-nosita, il costo superiore dovrebbe corr ispon-dere a una costruzione ottica migliore, conuna maggiore correzione delle varie aberra-zioni.

    A proposito di obiettivi, ecco alcune regoleche conviene ricordare per la lora buona con-servazione:1) Non si devono pulire troppo spesso per

    evitare rigature che possono causare conse-guenze piu gravi di quelle dovute a un po' dipolvere.2) Quando vengono usati gli obiettivi devono

    sempre esser protetti dagli appositi coper-chietti.3) Si faccia attenzione a non sporcare le

    superfici delle lenti, con grassi, prodotti chi-mid 0 sudore, agenti che possono intaccare imoderni vetri ottici e rovinare it trattamentoan tirifletten teo4) Evitare per quanto possibile il calore del

    sole diretto 0 l'eccessivo freddo che posso-no danneggiare gravemente l'incollatura dellelenti.

    F e il soggetto, Fl it la 5ua immugine sui piano della pellicola. AB it !'ane focale. C it lu profondita difuoco e 0 la profondita di campo. G it I'oqiettivo con il suo ane E.

    B

    o

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    ripetuti migliaia di volte in condizioni. diver-sissimc, a seconda dei vari tempi di posa!In generale un buon otturatore centrale e

    calcolato per raggiungere il 1/500 di secondo,rna ve ne sono di ottimi che si limitano a1/300.I tempi di po sa pili lunghi vengono ottenuti

    mediante un meccanismo rallentatore indipen-dente da quello operante quando l'otturatoree regolato sulla velocita rnassima, ma ad essocollegato mediante ruotismi. L'autoscatto e unaltro dispositivo rallentatore, indipendente, cheperrnette di ritardare 10 scatto dell'otturatore.Un otturatore centrale moderno e poi cornple-tato dai contatti per Ia sincronizzazione deivari tipi di apparecchi lampeggiatori Per ave-re una perf'etta chi usura a. tenuta e li luce, Ielarnelle dell'otturatore si sovrappongono l'unaall'altra con un gioco quasi nullo che permet-te appcna il movimento.Ma non si puo pretendcre che un congegno

    rneccanico mosso da moUe sia in grado di fun-zionare sempre con la stessa precisione. Con

    La funzione dell'otturatoreLa funzione dell'otturatore e quella di rego-

    lare la durata deil'azione dei raggi luminosisulla pellicola.MoW obiettivi 0 otturatori di moderna pro-duzione sono costruiti in una unica manta-

    tura che Ii contiene entrarnbi. Si tratta deiCOSt detti otturatori centrali che possono es-sere montati tra gli elernenti dell'obiettivo op-pure subito dietro di essi.II loro funzionamento si puo frazionare in

    tre Iasi, a partire dal momenta in cui si prerneil pulsante di scatto: apertura deJle lameJle;periodo d'apertura tot ale: chiusura delle la-"melle. Le due fasi critiche sono la prima c laterza che devono essere pili brevi possibile perperrnettere un intervallo d'apertura totale suf-ficientemente lunge.Percio le lamelle e le varie moUe sono sotto-

    poste a urr'accelerazione istantanea e a un bru-sco arresto in grado di logorarle rapidamente:basta pensare 'che questi movimenti vengono

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    l'uso i tempi d'otturazione piu brevi tendonoad accorciarsi e percio conviene far control-lare l'otturatore almeno ogni due anni da unbuon tecnico.Otturatore a tendina

    iL'alrro tipo di otturatore in usa, l'otturatore

    a tendina, e costituito da una tendina (di stof-fa, 0 di lamierino d'acciaio, 0 ancora, a sara-cinesca) che puo scorrere davanti alIa pelli-cola. Detta ten dina e munita di una fessurache durante il suo movimento permette alialuce di impressionare tutto il fotogramma,Negli apparecchi 35 mm Ia fessura dell'ottu-

    ratore di solito e del tipo variabile ed e deter-minata da due tendine indipendenti scorrentia velocita costante.In pratica il funzionarnento avviene corne

    segue: premendo H pulsante di scatto si Iiberala prima tend ina che si metre in movimento,I'altra' parte automaticarnente dopo un certointervallo che determina la larghezza della fes-sura e di conseguenza la durata dei tempi diposa da esse dipendente. II corpo degli appa-recchi a tendina in genere risulta piu largo diquello degli altri perche deve contenere i duerulli di avvolgimento delle tendine dell'ottg-ratore.Congegnidi miraI congegni di mira degli apparecchi di pic-colo formato si possono raggruppare in due

    categorie: visori reflex e mirini ottici diretti.Questi uItimi derivano dal concetto del can-nocchiale galileiano e di solito sono formatida un oculare positivo e da un elemento ante-riore negativo su cui sono marcati i limiti del

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    campo. In pratica possono essere cornplicatidalla presenza di un telemetro dalla correzionedella paralasse e dal sistema delle inquadra-ture luminose rnultifocali, rna il principio teo-rico e sempre 10 stesso.II mirino reflex classico (il pentaprisma rad-

    drizzatore e un'aggiunta utile, rna non indispen-sabile ) permette di osservare l'immagine suun vetro smerigliato orizzontale posto nellaparte superiore dell'apparecchio fotografico, Iraggi luminosi che attraversano l'obiettivogiungono al vetra smerigliato grazie a unospecchio che Ii devia di 90"; si tratta di unospecchio mobile che si alza al momenta dellascatto e chiude l'apertura coperta dal vetrosmerigliato.Quasi tutti gli apparecchi reflex sono muniti

    di otturatori a tendina per ragioni di praticitacostruttiva e versatilita d'USQ (soltanto conl'otturatore a tendina si hanno infatti Ie piuvaste possibilita di usare obiettivi di qualun-que focale e dispositivi a soffietto per ripreseravvicinatissime) .Lo specchio mobile si trova tra l'obiettivo

    e l'otturatore a tendina e il suo sollevamentoe cornandato, in sincronismo con uno scattodell'otturatore da un meccanlsmo tche negli

    "i,apparecchi pill recenti provvede anche al ri-torno rapido nella posizione di visione. II fo-tografo puo COS! seguire agevolmente il sog-getto nel mirino ed essere sempre pronto a.modificare la rnessa a fuoco anche nel casu diriprese in rapida sequenza.II contafotogrammi di cui sono muniti gli

    apparecchi 35 mm e comandato dal rocchettodentato di trascinamento del film a mezzo diua=sistema di ingranaggi che 10 fa muovere diuno scatto ogni volta che si avanza la pellicola.

    A ',inistra : quando sl acqui-~ . a t i p ,obieitivo non II davef~nsiderarlo 50lta'nto in baseallaluminosita. E' meglio unbuon obiettivo normale che~no luminoso, ma Icadente.I t deltra: come ~ fatto un, diaframma.t

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    Col'legamentifino a 3 chilometriin apertacampagna.Sempi'lcitadi montagg,io,minima spesa.

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    C ostrutre un trasmettitore signitica rag-giungere la meta pill agognata di tutti gliappassionati di radio, sia dai professio.nisti come da coloro che amana e coltivano laradiotecnica per pura passione e diletto,Si tratta di un'aspirazione naturale, un biso-

    gno interiore, un'ambizione tecnica cui non cisi puo sottrarre, perche proprio da essa deri-vano le maggiori soddisfazioni. E quale appa-rato, infatti, che non sia it trasmettitore, puostabilire un contatto pill intimo tra noi, leonde radio e l'etere?E' pur vero che l'apparecchio radioricevente

    rappresenta una finestra aperta sui mondo,attraverso la quale scorre la vita di ogni paese,di ogni continente, Ma e altrettanto vero chei .l ricevitore radio ci fa rimanere sernpre esoltanto ascoltatori, ascoltatori delfe voci al-trui, che oggi sono sempre pill numerose nel-l'aria. Il trasmettitore e il solo apparato capa-ce di far ascoltare la nostra voce, di farcisent.ire, sia pure in minima parte, padroni diunapiccola porzione dell'universo, perche 501-tanto il trasmettitore e in grado di produrreIe on de radio, di mescolarle con la nostraviva vocee ditfonderle negli spazi per mezzodell'an tenna.Certamente, chi ha cominciato appena ieri

    ad accostarsi alla tecnica della radio: non puocimentarsi nella costruzione, assai irnpegna-tiva, di un trasmettitore, anche se il circuitodi questo e caratterizzato da una grande sem-plicita, L'arnbizione di costruire un trasmetti-

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    tore e propria di chi si interesse da tempoalla radiotecnica ed ha almeno realizzato qual-che ricevitore a valvole con alimentazionederivante dalla rete-luce. Un po' di pratica,dunque, ci vuole; rna cio non significa chesiano ncccssarie delle cognizioni particolarinel campo delle radiotrasmissiom. Anzi, nonoccorrono affatto. Proprio cosl; perche nelpresentare ai nostri lettori la descrizione diun trasmettitore dal circuito molto semplice,intendiarno apr ire una via nueva per tutticoloro che mai, prima d'oggi, si sono in teres-sati aile radiotrasmissioni, fornendo quell'in-sieme di nozioni tecniche e dando agio adognuno di effettuare quella esperienza che.certarnente, si riveleranno oltrernodo utili inseguito, quando si presenters I'occasione dicimentarsi nuovamente in circuiti molto piucomplessi, in radiotrasmittenti -di potenza piuelevata.II trasmettitore ({Parvulus , dunque, VLlO]

    essere un invito per i neofiti della trasrnissionea realizzare un apparato originale e un tantinoimpegnativo che, sotto il profile tecnico, puoconsiderarsi una via di mezzo fra il trasmet-titore ad un solo transistore, 0 ad una solavalvola, di minima potenza e quindi di portataridotta e igrandi cornplessi che costituisconole stazioni dei radioamatori.Requisiti tecniciPrima di iniziare la descrizione teorica del

    circuito del trasmettitore, anticipiamo,- per illettore curioso, un breve somrna rio delle ca-ratteristiche tecniche con le quali e stato con-cepito, realizzato e collaudato il trasmettitore Parvulus .Gli elementi fondarnentali che compongonoil circtrito del nostro trasmettitorc sono: un

    alimentatore di tipo norrnale, che assorbeenergia elettrica dalla rete-luce, una valvoladoppio-triodo cui e affidato il duplice compitodi modulatore ed oscillatore AF. II circuitooscillante e del tipo Hartley e funziona aliaIrequenza di circa 92 MHz. II primo triodo,lavorando come valvola a reattanza, producela variazione di f'requenza. Poiche i due triodisono collegati in parallelo, ogni variazione del-la resistenza interna del prime triodo deter-mina una corrispondente variazione di fre-quenza riel circuito oscillante del sccondo trio-do. La modulazione e ottenuta mediante unacapsula a carbone, collegata in parallelo aflaresistenza di catodo.Funzionament.oEsarniniarno ora dettagliatamente ilcircuitoelettrico rappresentato in fig. 1. I1 triodo, a

    sinistra, di VI ha il compito di modulare l'alta

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    frequenza generata dal trio do di destra, chefunziona come oscillatore Hartley sulla fre-quenza di 92 MHz.Conviene subito notare l'originale sistema di

    modulazione adottato in questo circuito: UDsistema che si differenzia completarnente datutti quelli comunemente adottati per irnodu-latori. L'entrata del primo triodo di VI erappresentara dal suo catodo (piedino 3 dellavalvola ), e cio significa che ilmicrofono, an-ziche essere collegato alia griglia controllo del-la valvola, come avviene ordinariamente, ecollegato con il catodo: esso risulta connesso,pill precisamente, in parallelo alia resistenzadi catodo (R3). Ma questo tipo di modulatoreimplica la messa in opera di una capsula acarbone (microfono ), perche solo il microfonoa carbone e in grado di fornire una tensionedi uscita di valore relativarnente elevate, Sesi tiene con to, poi, che it microfono a carboneviene a costare molto menu dei microfoni acristallo, si puo concludere che questo origi-nalc tipo di modulatore abbina, a taluni van-taggi tecnici, anche quello non trascurabiledell' econornici t a oII microfono a carbone puo essere collegato

    direttamente al catodo, come avviene nel no-stro circuito, senza ricorrere ai norma li tra-sf'orrnatori adattatori di impedenza, percheesso presenta un basso valore di impedenza.L'eventuale inconveniente presentato dal mi-

    crofono a carbone sarebbe quello di richie-dere una corrente di eccitazione, che di soli tosi ottiene mediante l'inserimento di una pilada 4,5 V; riel nostro caso, tuttavia, non v'ealcun bisogno di un eccitatore separate, perchesi sfrutta come tensione eccitatrice quell a pre-sente sui terminali del'la resistcnza di ca-todo R3.La resistenza interria di un microfono a car-

    bone varia col variaredella pressione delleonde son ore esercitata sulla lamina esterna;variando la resistenza interna del microfono,collegata in parallelo alia resistenza fissa dicatodo R3, varia la resistenza di catodo risul-tante dalla somma delle due resistenze: quellavariabile del microfono e quell a fissa R3. Ma,al variarc della resistenza di catodo del triodomodulatore, varia la polarizzazione della val-vola, che deterrnina una conseguente varia-zione della cor rente totale del triodo modula-tore. In altre parole, quandosi pari a davantial microf'ono, - si fa var iare in continuita lapolarizzazione della va lvola e, di conseguenza,la sua corrente totale. Si puo anche dire cheaile variazioni di cor rente, della prima sezionetriodica di VI, corrispondono altrettanti varia-zioni della resistenza interna del triodo modu-latore che, essendo collegato in parallelo conil triodo oscillatore, determina una variazionc

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    ANT SINTONIA

    P IASTRINAISOLANTE

    SQUADRETTA

    BASETTA

    di f requenza nelle oscillazioni generate dallaseconda sezione triodica di VI. Si puo conelu-dere dicendo che, quando si parla davanti almicrofono, si modula in fr